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• aspetti generali della patologia

• cause

• caratteristiche comportamentali

• funzionamento

• principali tecniche di intervento

• alcuni principi base di strutturazione

dell’ambiente

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Considerare l’autismo

una patologia del neurosviluppo,

ossia una formazione diversa del cervello

e non una disabilità da gestire

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Necessità di mettere in atto

strategie e metodi

che siano in sintonia con un cervello

che funziona e codifica le

informazioni in modo diverso

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AUTISMO

grave disturbo del neurosviluppo

compromissione delle

funzioni socialicompromissione delle

funzioni comunicative

presenza di

comportamenti

stereotipati ed interessi

ristretti

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conoscenza

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PROGETTO EDUCATIVO

reciprocità

partire dal

comportamento del

bambino per costruire

degli scambi basati

sull’alternanza di turno

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RELAZIONE

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intenzionalità

dare al comportamento

del bambino un valore

comunicativo per fargli

sperimentare che le sue

azioni influenzano il

comportamento altrui

PROGETTO EDUCATIVO

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COMUNICAZIONE

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reciprocità intenzionalità

intersoggettività

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giochi

piacevoli

condivisione emotiva

condivisione di una azionescambio

attenzione congiunta

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Il risultato è dato da una sequenza

in cui attività “DIVERTENTI”

si alternano ad altre attività

“DIVERTENTI”

“MOTIVAZIONE”

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circolo dell’ intersoggettività

modulazione mimica

contatto oculare

(interesse per il volto umano)

vicinanza fisica

posture

orientamento

integrazione sensoriale

gesti per comunicare

( gesto deittico)

attenzione congiunta

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e …nei disturbi dello spettro autistico?

modulazione mimica

contatto oculare

(interesse per il volto umano)

vicinanza fisica

posture

orientamento

integrazione sensoriale

gesti per comunicare

( gesto deittico)

attenzione congiunta

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attenzione

congiunta

integrazione

sensoriale

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PROGETTO EDUCATIVO

competenze sociali

competenze cognitive

comportamenticompetenze sociali

gioco

e attenzione condivisa

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PROGETTO EDUCATIVO

competenze cognitive

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COGNIZIONE

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intersoggettività e comunicazione

interazione

cognizione

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lavoro sociale e

cooperativo

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microbiettivi

rimane seduto per 5’

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STRUTTURAZIONE

Organizzare situazioni d’apprendimentoche diano chiare e concrete rispostevisive alle domande che il bambino non èin grado di porre all’adulto

cosa devo fare?

dove lo devo fare?

per quanto tempo?

con chi?

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STRUTTURAZIONE DELLO

SPAZIO FISICO

• è elemento necessario per facilitare

l’interazione

• è il luogo scelto e il modo in cui viene

predisposto a dire al bambino come

comportarsi

• deve essere identificabile visivamente

• deve essere circoscritto, essenziale,

confortevole

• non deve contenere elementi di attrazione né

elementi di distrazione

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supporti visivi

alla comunicazione

intuitivi

- etichettare l’ambiente -

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Simboli grafici

simboli tangibili

identici o simili

all’oggetto reale

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costruire dei rituali di inizio e fine

dell’attività di gioco

prevedere il tempo in cui il bambino

potrà essere attento e

collaborativo

fare precedere o terminare le attività di gioco con attività quotidiane ripetute (spuntino, bagno)

usare simboli o timer che possano indicare l’inizio e la

fine

STRUTTURAZIONE DEL TEMPO

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rendono il contesto

comprensibile e prevedibile

strutturazione del tempo

strutturazione dello spazio

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agenda visiva

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• l’input è stabile e generalizzato

• fornisce controllo

• serve ad organizzare

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Cos’è un’attività routinaria?

È un modello di interazione che segue una

sequenza logica e una serie prevedibile di

risposte comunicative

E’ una sequenza prevedibile

di turni interattivi, ovvero

di un copione conversazionale

di ciò che si deve fare e dire,

all’interno del contesto

di una situazione significativa

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routine

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potenziamento delle

competenze

riduzione o adattamento

del deficit

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il bambino con

Disturbo dello Spettro Autistico

fa parte della scuola

e non dell’ insegnante di

sostegno

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• Video the eyes of a child

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• Bibliografia e siti da fotocopiare

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Relazione e strutturazione

come base per lo

sviluppo cognitivo

Relazione e strutturazione come base per

lo sviluppo cognitivo

Laboratori dentro e fuori la classe : una necessità per l’integrazione

Immagine e parola

entrambe necessarie

Comportamento problema

come segnale