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Aurora CSV – Centro Servizi per il Volontariato Crotone Sede legale: Via XXV Aprile, 8 Sede operativa: Via Roma n. 177 88900 Crotone Tel./Fax.: 0962.26443 www.csvcrotone.it e-mail: [email protected] C.F.: 91024360793 Le pubblicazioni del centro ASPETTI AMMINISTRATIVI E FISCALI DELLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

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Aurora CSV – Centro Servizi per il Volontariato Crotone Sede legale: Via XXV Aprile, 8

Sede operativa: Via Roma n. 177 88900 Crotone

Tel./Fax.: 0962.26443 www.csvcrotone.it e-mail: [email protected] C.F.: 91024360793

Le pubblicazioni del centro

ASPETTI AMMINISTRATIVI E FISCALI DELLE

ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

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CSV

(art. 15 bis legge 266/1991)

I centri di servizio per il volontariato hanno la funzione di sostenere e

qualificare l’attività delle organizzazioni di volontariato ed a tal fine

erogano:

a) servizi di promozione e rafforzamento;

b) consulenza tecnica, fiscale ed amministrativa;

c) strumenti per la progettazione, l’avvio e la realizzazione di

specifiche attività;

d) servizi di formazione;

e) servizi di informazione.

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L’Aurora Centro Servizi per il Volontariato, allo scopo di

promuovere e favorire lo sviluppo delle associazioni e del

volontariato, ispirandosi ai principi della L. 266 del 91, ha inteso

predisporre questa guida, come supporto alle associazioni che

operano nel territorio della nostra Provincia o a coloro che

volessero dar vita a una associazione.

Edoardo Rosati

Presidente CSV Aurora Crotone

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• presentazione • la rendicontazione ed il bilancio: cenni introduttivi. • come predisporre un progetto • le agevolazioni fiscali della legge 266/91 per le odv • le offerte in merce alle onlus • la documentazione inerente alla spese di gestione della struttura. • le prestazioni di terzi • obblighi contabili delle associazioni no-profit che svolgono

attività commerciali connesse.

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PRESENTAZIONE Le associazioni sono, in linea di massima, libere da vincoli stringenti in merito alle modalità e procedure di rendicontazione. Tuttavia, è sbagliato sottovalutarne l’importanza, perché attraverso l’analisi e l’approfondimento delle entrate e delle uscite, si può avere tutta una serie di informazioni che possono supportare, chi decide e gestisce, nel compimento delle proprie scelte strategiche e nell’esecuzione di azioni concrete. Tutte le associazioni, qualsiasi forma assumono (di volontariato, non governative, di promozione sociale, ecc.) necessitano di informazioni idonee a stabilire, in fase di previsione, in quali settori indirizzare le proprie iniziative sociali ed a riscontrare gli sforzi profusi in termini sia numerici sia, da non sottovalutare, in termini di benefici prodotti. Questa premessa sintetica ha indotto tale lavoro, che mira a fornire qualche indicazione di massima sulle modalità di rendicontazione, per alleviare le associazioni, già oberate da una miriade di impegni, ad affrontare con maggiore serenità e consapevolezza le proprie scelte. LA RENDICONTAZIONE ED IL BILANCIO: CENNI INTRODUTTIVI. Nella pratica quotidiana si sente spesso parlare di bilanci. Il bilancio è uno strumento sintetico dal quale evincere la situazione finanziaria, patrimoniale ed economica, che scaturisce dallo svolgimento di un’attività. Il suo contenuto, molte volte scontato, è il frutto delle azioni svolte in un periodo limitato di tempo, coincidente generalmente con l’anno solare. E’ anche uno strumento che presenta elevati punti di criticità e riflessione, se si pensa alla rilevanza, anche politica, che può assolvere se redatto approssimativamente. La sua predisposizione, quindi, presuppone che tutte le operazioni compiute all’origine siano debitamente rilevate. Inoltre, per completezza di trattazione, è giusto comprendere la differenza tra rendicontazione e bilancio, termini, di frequente ed in modo anomalo, utilizzati indistintamente. La rendicontazione in una accezione ristretta è la semplice documentazione di quanto avuto in entrata o di quanto speso con allegata la documentazione. E’ una tipologia di riscontro spesso utilizzato nei progetti e nei rapporti con gli enti, che hanno bisogno di conoscere come i fondi erogati sono stati spesi. Il bilancio, invece, oltre ad essere formato da tre documenti tra loro sinergici (Stato patrimoniale, conto economico e nota integrativa) è

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altresì corredato da una relazione sulla gestione (denominata anche conto morale), in cui sono indicate le ragioni per le quali gli obiettivi prefissati ad inizio periodo sono stati, o no, realizzati. La scelta tra rendicontazione e bilancio, dipende anche dalle peculiarità delle associazioni e dal flusso qualitativo/quantitativo di informazioni che si vogliono ottenere e quindi dare. COME PREDISPORRE UN PROGETTO Le associazioni, per svolgere le finalità istituzionali, hanno bisogno di risorse economiche. Tali disponibilità possono essere già a disposizione dell’ente, se questa ha una base sociale molto ampia, puntuale nel versamento delle quote sociali. In molti altri casi, le associazioni per realizzare i propri obiettivi hanno bisogno di risorse di terzi (Comuni, Province, ecc.) e le modalità d’erogazione dei fondi e di rendicontazione delle entrate e delle spese ostacolano o, quantomeno, rallentano, il successo delle iniziative. Sapere gestire tutte le fasi di un progetto, preliminari, concomitanti e successive, ne semplificano la buona riuscita, accrescendo la visibilità dell’associazione nei confronti degli enti pubblici e dei propri interlocutori, producendo effetti positivi e benefici anche nel futuro. L’associazione, così facendo accresce la visibilità in termini di affidabilità, attendibilità e trasparenza. Le azioni da compiere sono molto semplici. Al fine di agevolare i rapporti ed accelerare i tempi, l’associazione e l’ente di riferimento dovrebbero stipulare un’apposita convenzione nel quale indicare reciprocamente, con chiarezza e completezza, i “servizi” offerti e le forme di collaborazione possibili. Il progetto, per essere esaustivo, potrebbe essere redatto, ad esempio, come di seguito riportato. Presentazione: se l’associazione opera da molti anni, descrivere la storia, il suo management, i rapporti interassociativi, le fasce di cittadinanza di riferimento, l’organizzazione interna, sono un primo importante “biglietto da visita”. Se invece l’ente è in fase di start up, la presentazione potrebbe essere incentrata sui soci fondatori e sugli aspetti motivazionali che li hanno indotti a costituire questa nuova realtà. Analisi valutativa del progetto: le attività sono strumentali alla realizzazione di un fine specifico. Tante piccole azioni favoriranno il conseguimento dell’obiettivo istituzionale. Promuovere la validità di

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un’iniziativa significa, quindi, saperne esprimere i benefici che si avranno e la ricaduta sociale per la collettività. Piano di investimento: consistente nell’indicazione delle strutture tecniche e delle particolari figure professionali di cui ci si intende avvalere. Esempio: Soggetti ai quali si intende destinare il progetto:

Destinatari bisogni da soddisfare

Bambini X

Adulti Y

Anziani Z Scheda riassuntiva delle spese previste:

Attrezzature audio visive 500,00

Cancelleria e stampati 200,00

Materiale didattico 700,00

Consulenze tecniche 1.800,00

totale 3.200,00 Scheda riassuntiva delle spese sostenute:

Attrezzature audio visive 500,00

Cancelleria e stampati 200,00

Materiale didattico 700,00

Consulenze tecniche 1.600,00

totale 3.000,00 Allegati: documenti di spesa (fatture, ricevute fiscali, parcelle, ecc.)

La scheda di rendicontazione, suffragata dalle giuste “pezze” giustificative, favorirà gli uffici competenti nel verificare la corrispondenza tra quanto sostenuto e quanto rimborsare, anche a tranche, per fasi evolutive del progetto (si rammenta, che tale aspetto può essere convenuto con l’Istituzione al momento della stipula della convenzione) consentendo all’associazione minori gravami e preoccupazioni (nella scheda di rendiconto, le spese sono volutamente maggiori, per dimostrare che anche se eccessive alla somma approvata in fase preventiva, sono ad ogni modo tutte suffragate da documenti probatori validi). Alcuni progetti, infine, potrebbe avere durata superiore all’anno e quindi alcune schede potrebbero essere più complesse. In realtà, è lo stesso ente erogatore delle somme ad indicare i criteri da utilizzare e gli schemi di riferimento.

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Ma l’aspetto non trascurabile è la reale valenza che si vuol dare all’iniziativa. Non fermarsi mai ai dati numerici, ma a quanto si è stati capaci di soddisfare le attese ed i bisogni dei destinatari.

Associazione _________

Valori Valori Valori

Sede in ____________________ al al al

Progetto ____________________ 31/12/2005 31/12/2006 31/12/2007

Disponibilità necessarie:

Per materie di consumo

Per servizi

Per godimento beni di terzi

Per acquisti attrezzature

Per compensi a terzi

Altre

Totale

LE AGEVOLAZIONI FISCALI LEGGE 266/91 PER LE ODV Le organizzazioni di volontariato, iscritte nei Registri Regionali del Volontariato, previsti dall’articolo 6 della Legge 266/91, beneficiano di una serie di agevolazioni che non riguardano tutte le tipologie di tributi. Imposta sul Valore Aggiunto Esclusione dal campo di applicazione dell’I.V.A. ♦ I.V.A. sugli acquisti: Ai fini I.V.A., le organizzazioni di volontariato sono equiparate al privato consumatore e pertanto l’I.V.A. addebitata sulle fatture d’acquisto è a tutti gli effetti un costo. ♦ I.V.A. sulle vendite e sulle prestazioni: Il secondo comma dell’articolo 8 L. 266/91 stabilisce che: “Le operazioni effettuate dalle organizzazioni di volontariato di cui all’articolo 3, costituite esclusivamente per fini di solidarietà, non si considerano cessioni di beni né prestazioni di servizi ai fini dell’imposta sul valore aggiunto”. È pertanto prevista l’esclusione dall’assoggettamento ad I.V.A. e dagli obblighi ad esso connessi (attribuzione partita I.V.A., fatturazione, registrazioni contabili) per tutte le operazioni cosiddette

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attive effettuate dalle organizzazioni di volontariato (le cessioni effettuate e i servizi prestati dietro corrispettivo). Quindi, i proventi per prestazioni svolte dall’organizzazione (anche in convenzione) non devono essere fatturati ed assoggettati ad I.V.A. (basterà emettere una nota di addebito o una ricevuta). Tutte le operazioni attive effettuate dalla organizzazione (anche relative alle attività produttive e commerciali di carattere marginale sono escluse da I.V.A.)

Fac simile di nota di addebito

Organizzazione di volontariato _______________________________ iscritta alla sezione _____________________ del Registro Regionale del Volontariato, n. iscrizione __________________ sede nel Comune di _________ via/piazza________________________ tel. Fax _______________ cod. fiscale _______________________,

Spett.le (denominazione) (via) (cap) (comune) (pr) (codice fiscale) (P.IVA)

Nota di Addebito n__ / ____05 Prestazioni svolte dall’organizzazione di volontariato: Importo • ___________________________ euro ___________ • ___________________________ euro ___________ • ___________________________ euro ___________ • ___________________________ euro ___________ • ___________________________ euro ___________ • ___________________________ euro ___________

Totale euro ___________ Non soggetta ad I.V.A. ai sensi dell’art. 8, comma 2 della L. 266/91. Esente da bollo ai sensi dell’art. 8, comma 1 della L. 266/91. Agevolazioni in materia di imposte dirette ♦ IRES/IRPEG Le seguenti attività sono esenti da imposte dirette: • le attività istituzionali, perché non riconducibili ad attività d’impresa; • i proventi da attività commerciali e produttive marginali, come indicati dal Ministero delle Finanze con proprio decreto del 25.5.1995.

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Il decreto ministeriale del 25.5.1995 ha così determinato le attività marginali: a) attività di vendita occasionali o iniziative occasionali di solidarietà svolte nel corso di celebrazioni o ricorrenze o in concomitanza a campagne di sensibilizzazione pubblica verso i fini istituzionali dell’organizzazione di volontariato; b) attività di vendita di beni acquisti da terzi a titolo gratuito a fini di sovvenzione, a condizione che la vendita sia curata direttamente dall’organizzazione senza alcun intermediario; c) cessione di beni prodotti dagli assistiti e dai volontari sempre che la vendita dei prodotti sia curata direttamente dall’organizzazione senza alcun intermediario; d) attività di somministrazione di alimenti e bevande in occasione di raduni, manifestazioni, celebrazioni e simili a carattere occasionale; e) attività di prestazione di servizi rese in conformità alle finalità istituzionali, svolte nei confronti di non soci, verso pagamento di corrispettivi specifici che non eccedano del 50% i costi di diretta imputazione. Le attività commerciali marginali sono funzionali alla realizzazione del fine istituzionale che l’organizzazione di volontariato si prefigge. Devono essere realizzate senza impiego di mezzi organizzati professionalmente. Non rientrano inoltre tra i proventi delle attività commerciali e produttive marginali quelle derivanti da convenzioni. IRAP – Imposte Regionale sulle Attività produttive. La non imponibilità di quanto sopra specificato ai fini delle imposte dirette non preclude l’associazione dall’applicazione dell’IRAP. La base imponibile è data dai compensi di lavoro dipendente, di collaborazione a progetto e di lavoro autonomo occasionale erogati dall’OdV. Imposta di bollo e di registro Gli atti costitutivi delle organizzazioni di volontariato di cui all’articolo 3 della legge 266/91, costituite esclusivamente per fini di solidarietà, e gli atti connessi allo svolgimento delle loro attività (ad esempio, assemblee che modificano lo Statuto o contratti con terzi, contratti di locazione di immobili) sono esenti dall’imposta di bollo e dall’imposta di registro. Imposta sulle successioni e sulle donazioni Le donazioni e le attribuzioni di eredità o di legato sono esenti da imposta a carico delle organizzazioni che perseguono esclusivamente i fini della 266/91. Per ottenere l’esenzione dalle imposte, a carico del

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donatario, dovrà essere rilasciata apposita dichiarazione in sede di atto di donazione. LE OFFERTE IN MERCE ALLE ONLUS Il D. LGS. 460/97 disciplina ai fini fiscali la donazione di merce alle ONLUS da parte delle imprese. Tipi di merce: L'agevolazione riguarda solo ed esclusivamente la donazione di merci, ovvero di beni alla cui produzione o al cui scambio è diretta l’attività dell'impresa. Si tratta quindi di una classificazione variabile in funzione del settore produttivo in cui l'azienda si colloca e non è legata alle caratteristiche del bene. donazioni agevolate: produttore/rivenditore di articoli per ufficio potrà donare computer e macchine da scrivere, carta e cancelleria, mobili da ufficio e simili. Non potrà donare automezzi o altri beni non rientranti nella sua attività. produttore/rivenditore di generi alimentari: potrà donare tutti i prodotti alimentari ma non potrà donare, ad esempio, prodotti di cartoleria e cancelleria. produttore/rivenditore di automezzi: potrà donare un'auto o un furgone (nuovo o usato). farmacista: potrà donare le medicine e i termometri, i cerotti e simili. ammontare donazione: è diversificato in funzione dei tipo di merce. In linea generale per tutte le merci le donazioni non possono superare il valore di euro 1.032,91= per anno, con riferimento al costo specifico sostenuto dall'impresa per la produzione o l'acquisto della merce (valore di inventario). Queste donazioni di merci vengono considerate "erogazioni liberali" ai sensi dell'art. 100 del T.U.I.R., per cui esse si cumulano con le altre eventuali donazioni in denaro, per un totale complessivo (merce + denaro) non superiore a euro 2.065,83= o al 2% del reddito d'impresa dichiarato, per ogni esercizio. Fanno eccezione a queste regole le donazioni delle derrate alimentari e dei prodotti farmaceutici, a condizione che si tratti di merci che vengono donate "in alternativa alla usuale eliminazione dal circuito commerciale". Per queste merci non sussistono i limiti sopra indicati (donazione unitaria euro 1.032,91= complessiva di 2.065,83= o del 2% del reddito d'impresa). Regime fiscale della donazione per 1’impresa: Per le imprese il regime fiscale applicabile alle donazioni di merci è il seguente. Ai fini delle Imposte sui Redditi: le donazioni di merci non costituiscono ricavi tassabili.

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Ai fini IVA: le donazioni di merci sono operazioni esenti da IVA (art. 10. punto 12). In alternativa le merci donate possono essere considerate distrutte, senza obbligo di emissione di fattura e, soprattutto, senza essere considerate operazioni esenti (quindi senza incidenza nel calcolo del pro-rata di detraibilità dell'IVA per la singola azienda). Modalità della donazione: La ditta deve spedire una raccomandata a.r. all'Agenzia delle Entrate prima di effettuare ogni singola donazione. Nel caso di donazione di merci per importo unitario superiore a euro 5,164,57- (in generale si tratterà di derrate alimentari o di prodotti farmaceutici) la raccomandata va inviata anche al locale comando della Guardia di Finanza. Tale raccomandata non è obbligatoria (consigliabile) per le cessioni di beni facilmente deperibili e di modico valore. Contenuto: La raccomandata deve pervenire (fa fede la data di arrivo) agli uffici fiscali sopra indicati almeno 5 giorni prima della consegna della merce alla ONLUS. La raccomandata deve contenere i seguenti dati: - data, ora e luogo di inizio del trasporto - luogo di destinazione finale del trasporto - valore complessivo della merce ceduta, sulla base del costo di acquisto o di produzione (= valore d'inventario) - natura, qualità e quantità della merce regalata - dati identificativi sia della ditta mittente che della ONLUS ricevente. Il trasporto: II trasporto deve essere documentato dal D.D.T. (documento di trasporto). Entro il giorno 15 del mese successivo la ditta deve annotare sui registri IVA (o su un apposito prospetto) la qualità e quantità (anche se la legge non lo prevede espressamente si consiglia di indicare anche il costo specifico per verificare il rispetto del limite di 1.032,91= ove dovuto) della merce donata nel corso del mese precedente. L’ONLUS deve rilasciare alla ditta una dichiarazione sostitutiva di atto notorio con la quale dichiara: - la corrispondenza della natura, qualità e quantità della merce ricevuta ai dati contenuti nel D.D.T. - il proprio impegno ad utilizzare direttamente i beni in conformità alle finalità Istituzionali. La dichiarazione va firmata dal Presidente dell'ONLUS o, in mancanza, dalla persona a ciò delegata dal Consiglio Direttivo, in quanto si tratta di dichiarazione che coinvolge la responsabilità dell'associazione, anche sotto il profilo patrimoniale.

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L'ONLUS deve realizzare l'effettivo utilizzo diretto della merce ricevuta. L’uso "diretto" può anche consistere nell'organizzare vendite di beneficenza (banchetti in piazza e simili) per impiegarne poi il ricavato in opere di solidarietà. La legge non indica precisi termini temporali di scadenza di tale obbligo di utilizzo, ma si consiglia di farlo in tempi brevi e, in ogni caso, di tenere agli atti qualche documento che attesti l'avvenuto utilizzo delle merci. Si tenga presente che la violazione di tale obbligo comporla la decadenza della ONLUS dal godimento di tutte le agevolazioni fiscali, ivi compreso l'obbligo di risarcire il fisco per le imposte non versate dalla ditta che ha effettuato la donazione. Non esistono vincoli specifici per le O.d.v., non trattandosi di veri e propri contributi. LA DOCUMENTAZIONE INERENTE ALLA SPESE DI GESTIONE DELLA STRUTTURA. Le associazioni hanno due ordini di problemi: la gestione dell’ente struttura e la gestione delle attività cosiddette esterne. I locali Per svolgere la propria attività l’associazione dispone generalmente di locali. Se ne fruisce perchè proprietaria, l’immobile è un bene ad utilizzo pluriennale, da collocarsi nell’attivo dello Stato patrimoniale. Anche tutte spese ad esso inerente o collegate (lavori di ristrutturazione, impianti di condizionamento fissi ed in genere ogni spesa che ne accresce il valore) costituiranno voci da inserirsi nello Stato Patrimoniale. Naturalmente si pagherà l’I.C.I. in unica soluzione entro il 30 giugno, ovvero il 50% di quanto dovuto entro il 30 giugno ed il restante 50% entro il 20 del mese di dicembre. Se invece i locali sono presi in locazione, occorre procedere alla registrazione del contratto presso la competente Agenzia delle Entrate, provvedendo al pagamento dell’imposta di registro il cui onere è al 50% tra le parti, ma entrambi rispondono in solido del pagamento dell’intera somma. La locazione di immobili urbani deve essere registrata entro trenta giorni dalla stipula del contratto e vanno registrati tutti, di qualsiasi importo e durata, purché superiori ai trenta giorni complessivi nell’anno. La spesa della registrazione del contratto di locazione ed affitto di immobili urbani, é pari al 2% del canone annuo moltiplicato per il

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numero delle annualità con una imposta di registro non inferiore a euro 51,65, con esclusione del deposito cauzionale che non forma base imponibile. Per i contratti di durata pluriennale si può versare l’imposta di registro anno per anno entro trenta giorni dalla scadenza delle precedente annualità, oppure pagarla commisurandola all’intero periodo. In tal caso esistono agevolazioni e detrazioni maggiori. Le parti interessate autoliquidano l’imposta; la versano utilizzando i modelli F23 presso le banche, gli uffici postali o i concessionari della riscossione, e presentano copia dell’attestato del versamento presso l’Ufficio locale dell’Agenzia delle entrate insieme alla richiesta di registrazione compilata su apposito modello. In sintesi occorre: - l’originale e la copia dell’atto da registrare; - il modello F23 attestante il pagamento (codice tributo per la

prima annualità 115T . intero periodo 107T); - marche da bollo da euro 14,62 da applicare su originali e copie

ogni quattro facciate scritte; - lo stampato meccanografico per la richiesta di registrazione

(mod. 69). Tutto questo può essere trasmesso telematicamente da un intermediario abilitato. I pagamenti mensili saranno comprovati da ricevute (si possono utilizzare gli appositi prestampati in vendita) debitamente conservate al fine di dimostrare l’esecuzione dei pagamenti. Le utenze Tutti i contratti di somministrazione (acqua, luce, gas, telefono) sono documentati da fatture. L’orientamento è quello di volturare i contratti o di predisporli in testa all’associazione. I vantaggi sono quelli di dimostrare con le fatture commerciali ricevute i consumi sostenuti e il non essere sottoposti a conguagli per consumi compiuti da altri. Per gli apparecchi radiomobili, al fine di documentare la spesa, si rammenta che chi esegue le ricariche telefoniche possono, a richiesta, lasciare apposita ricevuta con indicazione del numero al quale la ricarica è stata effettuata. Manutenzioni e riparazioni Molto spesso capita di ricorrere a tecnici per la sistemazione di attrezzature, impianti ed altre manutenzioni. Anche queste spese vanno documentate. LE PRESTAZIONI DI TERZI Come già evidenziato nella precedente guida del CSV di Crotone (Brevi cenni sulle associazioni di volontariato) e di cui viene riportato il paragrafo, le prestazioni di terzi si distinguono in:

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Prestazioni di lavoro autonomo Le prestazioni di lavoro autonomo, intese nel termine tradizionale, sono quelle prestate da chi esercita professionalmente un’attività economica finalizzata all’erogazione di una prestazione di “mezzi”. Il momento impositivo per l’emissione della fattura è il pagamento del corrispettivo ed è opportuno precisare che anche le somme date in acconto, devono essere debitamente fatturate. L’obbligo dell’ Associazione è quello di procedere al versamento della ritenuta, stabilita nella misura del 20% del compenso corrisposto, da versarsi a mezzo modello F24 con il codice tributo 1040, entro il giorno 16 del mese successivo (o al primo giorno non feriale successivo) a quello in cui l’esecuzione del pagamento è avvenuto. Inoltre, ai fini della predisposizione della dichiarazione dei redditi del percettore delle somme, deve essergli altresì consegnata la certificazione delle ritenute operate. Ne consegue per l’associazione, l’obbligo di predisporre il modello770 – dichiarazioni dei sostituti d’imposta, contenente i dati relativi alle certificazioni delle ritenute operate nel corso dell’anno precedente, rammentando che le associazioni devono presentare il modello 770 anche per lavoratori dipendenti, lavoratori a progetto e occasionali. Prestazioni di lavoro a progetto Dal 24 ottobre 2004 sono in vigore solo i lavori a progetto. Per le vecchie co.co.co., viene mantenuta l’efficacia se contengono gli estremi dei nuovi contratti (indicazione specifica del risultato, dell’attività, la durata e le modalità organizzative del lavoro). Per esempio, non possono più considerarsi valide quelle forme di contratto nelle quali l’indicazione dell’attività viene espressa in modo generico. In sintesi, la definizione di lavoro a progetto prevede la possibilità di ricondurre la prestazione ad uno o a più progetti specifici o programmi di lavoro o fasi di esso (Decreto legislativo 276/2003 – art.61) per cui: - il progetto deve consistere in una attività produttiva ben

determinata e collegata funzionalmente ad un risultato finale al quale il collaboratore partecipa con la propria prestazione;

- il progetto può essere connesso all’attività principale o ad una fase di esso;

- il committente deve indicare nel contratto il progetto da realizzare; - le scelte tecniche adottate e le valutazioni dell’esecutore del

progetto sono insindacabili. Pertanto il progetto presuppone un obiettivo da conseguire, e il cui raggiungimento è causa di risoluzione del contratto di lavoro. Lo

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stesso progetto, o fase di esso, potrà avere quale fine uno scopo intermedio perché destinato ad essere integrato con altri risultati parziali. Sia i progetti sia le fasi sono gestite autonomamente dal collaboratore, sebbene determinati dal committente, che può, se opportuno, coordinarne lo svolgimento. Quindi non possono esservi indicazioni che lo rendono assimilabile a forme di lavoro dipendente, quali ad esempio, l’orario, i vincoli gerarchici e disciplinari, tutti elementi qualificanti l’esistenza di un vincolo di subordinazione. E’ un contratto a termine per definizione essendo riconducibile ad un obiettivo specifico, ma nulla vieta che possa essere ripetuto con lo stesso soggetto per progetti diversi o fasi di esso. Da rammentare due aspetti di ordine pratico: la busta paga è nella sua elaborazione simile o meglio, equiparata a quella di lavoro dipendente, il committente dovrà provvedere all’obbligo di versamento delle ritenute irpef entro il 16 del mese successivo a quello del pagamento e delle ritenute inps. Inoltre, nell’ipotesi di tardivi versamenti, l’imposta irpef è sanabile mediante l’istituto del ravvedimento operoso che consente di sanare omessi/parziali versamenti entro il termine di presentazione delle dichiarazioni (30 settembre per il modello 770 a prescindere se semplificato od ordinario) mediante versamento, entro il mese, di una sanzione del 3,75% ed interessi legali annui del 2,5%, ed una sanzione del 6%, ed interessi sempre del 2,5%, se oltre il mese. L’inps invece non è sanabile. Ai fini contributivi, è inoltre obbligatoria l’iscrizione alla gestione separata inps a cura del committente e degli oneri quantificati in busta paga e da versarsi da parte della ditta, 2/3 sono a carico dell’impresa ed 1/3 a carico del percettore e le somme. Prestazioni di lavoro autonomo occasionale Le prestazioni di lavoro autonomo occasionale ha per oggetto quelle singole prestazioni di cui il committente necessita e non riconducibili alle fattispecie precedenti. La durata delle prestazioni devono essere inferiori a 30 giorni nell’arco dell’anno solare e l’importo dei compensi non deve superare l’importo massimo complessivo di € 5.000,00=. Per ragioni di trasparenza, prima della prestazione, si consiglia di formalizzare, precedentemente, la prestazione con una lettera d’incarico dalla quale evincere la natura del rapporto. E’ prevista la sola ritenuta Irpef del 20%, non dovuta se l’ammontare del compenso è inferiore ad € 20,85= (art. 20 D.P.R. 600/73).

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Nell’ipotesi di errore nella compilazione di modelli F24 e modelli F23, infine, si rammenta che è sufficiente una semplice comunicazione alla competente Agenzia delle entrate chiedendo di procedere alla correzione di quanto in esso contenuto. Carburanti e lubrificanti Per documentare adeguatamente le spese sostenute per l’acquisto di carburanti, necessari per gli spostamenti legati all’attività dell’associazione, lo strumento migliore è la scheda carburante. Tale modello, facilmente reperibile presso qualsiasi cartoleria specializzata, consente di indicare alcuni importanti elementi: la targa dell’autoveicolo, la data di acquisto, la quantità erogata ed il prezzo al litro, oltre all’apposizione del timbro da parte del rivenditore.

Ristoranti ed alberghi In tal caso esistono tre tipologie di documenti attestanti la spesa: la fattura, la ricevuta fiscale e lo scontrino fiscale. Sono tutti validi, anche se lo scontrino non riporta l’indicazione del cliente. Unica indicazione è quella di indicare a tergo di tali documenti i nomi dei partecipanti al fine di poter dimostrare sia le persone che vi hanno partecipato sia l’attinenza tra la spesa e l’attività dell’associazione.

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Rimborsi spese I rimborsi spese forfetari sono generalmente mal visti perché potrebbero essere strumenti per mascherare compensi senza applicare le dovute ritenute. La modalità consigliata è quella di ricorrere ai cosiddetti “rimborsi a piè di lista”, i cui modelli sono facilmente reperibili. Si tratta generalmente di buste, all’interno delle quali si possono conservare tutti i documenti di spesa (fatture, ricevute fiscali, scontrini, ecc.) ed annotare, sul frontespizio, le spese sostenute per la singola missione distinte per natura: alberghi, ristoranti, benzina ed altri acquisti ad essa attinenti. Preliminarmente alla loro adozione, se si tratta di rimborsi spese (in particolare di quelli corrisposti ai volontari di associazioni disciplinate dalla Legge 266/91), è opportuno che l’organo di competenza (assemblea, comitato direttivo o simili) provveda a disciplinarne le modalità stabilendo con apposita delibera: - il tetto massimo di spesa rimborsabile; - la natura delle spese oggetto di rimborso; - i documenti giustificativi delle spese; - il responsabile dei controlli. La richiesta, infine, dovrebbe essere formulata per iscritto dal richiedente.

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Il fondo di dotazione E’ costituito dall’ammontare delle quote versate dagli associati e consente il funzionamento dell’ente essendo una sorta di capitale sociale. Ogni associazione dispone di appositi modelli di attestazione del pagamento della quota sociale. Considerando soltanto queste poche voci abbiamo un sistema elementare di rendicontazione. Esempio: Quote associative n. 1.000 x euro 10,00= euro 10.000,00 Fitto mensile locali n. 12 ricevute x 250,00= euro 3.000,00 Spese telefoniche euro 1.000,00 Energia elettrica euro 900,00 Acqua euro 50,00 Ristoranti ed alberghi euro 250,00 Rimborsi spese a volontari euro 100,00 Carburanti e lubrificanti euro 200,00 Lavori a progetto euro 2.500,00 Lavoro autonomo euro 2.000,00 Nel sistema elementare di rendicontazione avremo:

entrate importo uscite importo

i) entrate correnti 10.000 i) uscite correnti 10.000

a) contributi a) uscite attività istituzionale

contributi degli aderenti 10.000 uscite di gestione 5.400

contributi da privati oneri per lavori a progetto 2.500

contributi da altri enti compensi per prestazioni lavoro autonomo

2.000

rimborso spese volontari 100

b) entrate attività istituzionali spese coperture assicurative

entrate da convenzioni

finanziamenti a f.do perduto da stato ed istit.pubbliche

b) uscite attività commerciali e produttive marginali

rimborsi da privati uscite di gestione

oneri personale dipendente

c) entrate da attività commerciali marginali compensi per prestazioni lavoro autonomo

d) altri proventi c) altre uscite

ii) entrate in conto capitale ii) uscite in conto capitale

a) contributi a) rimborso contributi

b) disinvestimenti b) investimenti

c) finanziamenti c) estinzione prestiti

iii) partite di giro iii) partite di giro

totale 10.000 totale 10.000

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Per quanto semplice, tale modello di rendicontazione presenta limiti di analisi da non sottovalutare. Infatti, è scarsamente leggibile e non consente di comprendere la qualità del lavoro svolto per tutta una serie di motivi quali, ad esempio, la mancanza di raffronto tra le entrate e le uscite per singolo progetto e la mancanza di “centri di costo”. Più in dettaglio, l’utilizzo di un collaboratore tra più attività o iniziative deve essere ripartito per aree di intervento al fine di appurare la congruità della sua prestazione. Medesimo ragionamento può farsi per tutte le voci sia di entrata sia di uscita. Se la portata delle attività svolte è più ampia, potrebbe utilizzarsi lo schema consigliato dalla Commissione no-profit del Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti, che prevede tre documenti: 1) lo Stato patrimoniale, nel quale è evidenziata la situazione

patrimoniale e finanziaria dell’ associazione, dalla quale evincere tutti i beni immobili, mobili e l’entità dei crediti e dei debiti;

STATO PATRIMONIALE

ATTIVITÀ

A) IMMOBILIZZAZIONI

I) Immobilizzazioni immateriali

II) Immobilizzazioni materiali

III) Immobilizzazioni finanziarie

TOTALE IMMOBILIZZAZIONI (A)

B) ATTIVO CIRCOLANTE

I) Rimanenze

II) Crediti

III) Attività finanziarie che non

costituiscono immobilizzazioni

IV) Disponibilità liquide

TOTALE ATTIVO CIRCOLANTE (B)

C) RATEI E RISCONTI

TOTALE

PASSIVITÀ

A) PATRIMONIO NETTO

I) Fondo di dotazione

II) Fondo per contributi

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III) Riserve patrimoniali

IV) Avanzo (Disavanzo) di gestione

B) FONDI PER RISCHI ED ONERI

C) TRATTAMENTO DI FINE

RAPPORTO DI LAVORO

SUBORDINATO

D) DEBITI

E) RATEI E RISCONTI

TOTALE 2) il rendiconto dei proventi ed oneri dal quale evincere per ogni

progetto o settore quanto ricevuto e sostenuto nel corso del periodo di attività, generalmente coincidente con l’anno solare;

CONTO ECONOMICO

PROVENTI E ONERI

A) RICAVI E PROVENTI

1) Contributi e liberalità

2) Proventi da attività istituzionali

3) Ricavi dell'attività commerciali

B) COSTI DELLA GESTIONE

DIFFERENZA (A-B)

AVANZO O DISAVANZO OPERATIVO

C) PROVENTI E ONERI FINANZIARI

D) PROVENTI E ONERI STRAORDINARI

RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE

Imposte sul reddito dell'esercizio

AVANZO O DISAVANZO DELL'ESERCIZIO

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3) il rendiconto gestionale semplificato di pura cassa a sezioni divise e sovrapposte dal quale evincere per movimenti di cassa le entrate e le uscite.

Maggiore è il dettaglio delle voci di bilancio, maggiore sarà la trasparenza.

RENDICONTO GESTIONALE A PROVENTI ED ONERI (SEZIONI DIVISE E CONTRAPPOSTE)

Oneri Proventi 1) Oneri da attività tipiche 1) Proventi da attività tipiche

1.1) Materie prime 1.1) Da contributi su progetti

1.2) Servizi 1.2) Da contratti con enti pubblici

1.3) Godimento beni di terzi 1.3) Da soci ed associati

1.4) Personale 1.4) Da non soci

1.5) Ammortamenti 1.5) Altri proventi

1.6) Oneri diversi di gestione

2) Oneri promozionali 2) Proventi da raccolta fondi

e di raccolta fondi

2.1) Raccolta 1 2.1) Raccolta 1

2.2) Raccolta 2 2.1) Raccolta 2

2.3) Raccolta 3 2.2) Raccolta 3

2.4) Attività ordinaria di promozione 2.4 Altri

3) Oneri da attività accessorie 3) Proventi da attività accessorie

3.1) Materie prime 3.1) Da contributi su progetti

3.2) Servizi 3.2) Da contratti con enti pubblici

3.3) Godimento beni di terzi 3.3) Da soci ed associati

3.4) Personale 3.4) Da non soci

3.5) Ammortamenti 3.5) Altri proventi

3.6) Oneri diversi di gestione

4) Oneri finanziari e patrimoniali 4) Proventi fin.ri e patrimoniali

4.1) Su prestiti bancari 4.1) Da depositi bancari

4.2) Su altri prestiti 4.2) Da altre attività

4.3) Da patrimonio edilizio 4.3) Da patrimonio edilizio

4.4) Da altri beni patrimoniali 4.4) Da altri beni patrimoniali

5) Oneri straordinari 5) Proventi straordinari

5.1) Da attività finanziaria 5.1) Da attività finanziaria

5.2) Da attività immobiliari 5.2) Da attività immobiliari

5.3) Da altre attività 5.3) Da altre attività

6) Oneri di supporto generale 6) Proventi straordinari

6.1) Materie prime

6.2) Servizi

6.3) Godimento beni di terzi

6.4) Personale

6.5) Ammortamenti

6.6) Oneri diversi di gestione

7) Altri oneri 7) Altri proventi

Risultato gestionale positivo Risultato gestionale negativo

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RENDICONTO GESTIONALE SEMPLIFICATO DI PURA CASSA

SEZIONI DIVISE E SOVRAPPOSTE Fondi finanziari di inizio periodo

Entrate da attività tipiche

Entrate da raccolta fondi

Entrate da attività accessorie

Entrate finanziarie

Entrate straordinarie

Altre entrate

Totale entrate

(Uscite da attività tipiche)

(Uscite da attività promozionali e di raccolta fondi)

(Uscite da attività accessorie)

(Uscite finanziarie)

(Uscite per attività di supporto generale)

(Uscite di natura straordinaria)

(Altre uscite)

Avanzo della gestione (o disavanzo)

Fondi finanziari di fine periodo I documenti analizzati limitano la loro descrizione ad elementi di natura contabile, sebbene formulati in forme diverse, più o meno complicate. La capacità informativa è quindi ancora carente per coloro i quali devono leggere e valutare i risultati. A tal fine il bilancio contabile va integrato da altri documenti: - La Nota Integrativa, che illustra ed integra i dati e le

informazioni contenute nello Stato Patrimoniale e nel Rendiconto della gestione costituendo, insieme a questi il “Bilancio di esercizio ".

- La Relazione sulla gestione, che fornisce tutte le informazioni sullo svolgimento dell’attività, la struttura dell’ente, i programmi di attività e le prospettive per l’anno successivo e ogni ulteriore informazione che fornisca conoscenza completa sulla qualità della gestione e sui risultati realizzati ed attesi in termini di “utilità sociale”

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Pertanto, il bilancio di una associazione dovrebbe contenere: prospetti di rilevazione contabile integrati da relazioni al fine di valutare la valenza sociale delle attività svolte: Un bilancio quindi sociale in grado di evidenziare le scelte istituzionali in merito alle attività e/o progetti, la qualità dei servizi, gli investimenti realizzati, le fonti di finanziamento interne ed esterne e l’incidenza delle varie tipologie di entrate o proventi sull’ammontare complessivo; l’analisi degli utenti e dell’assetto organizzativo. Da non trascurare altresì i rapporti con la comunità e le istituzioni locali allo scopo di evidenziare i vincoli ambientali che hanno inciso sulla gestione e sulla capacità di perseguire gli obiettivi statutari. Il conto morale è centrale per le realtà no profit perché svolgono attività non quantificabili nei modi tradizionali. Semplificando per interpretare e integrare i valori espressi dal bilancio, dal conto morale devono emergere almeno i seguenti elementi: • le finalità e l’attività istituzionale dell’ente; • la composizione degli organi statutari; • l’attività svolta dagli organi statutari; • informazioni circa l’organizzazione; • i rapporti con l’ambiente; • i benefici in termini di:

- servizi forniti; - sensibilizzazione sui problemi sociali;

• le fonti di finanziamento interne ed esterne e la loro natura; • le donazioni, i contributi e le liberalità ricevute. OBBLIGHI CONTABILI DELLE ASSOCIAZIONI NO-PROFIT CHE SVOLGONO ATTIVITÀ COMMERCIALI CONNESSE. L’attività commerciale deve essere contabilmente separata da quella istituzionale. Il regime fiscale è ordinario se i ricavi di prestazione di servizi sono maggiori di € 309.874,14= o € 516.456,90 se per altre attività. Gli obblighi della contabilità ordinaria presupporranno altresì il libro giornale, inventari, IVA, cespiti ammortizzabili, oltre alla redazione del bilancio e dell’inventario ed il versamento IVA, oltre al pagamento dell’ires e dell’irap. Il reddito viene quindi determinato partendo dal bilancio (risultato civile) ed apportando le variazioni in aumento o in diminuzione previste dalla normativa tributaria.

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REGIME FISCALE

ORDINARIO Ricavi per servizi > € 309.874,14=

Ricavi per altre attività > € 516.456,90=

REGIME DI CONTABILITÀ ORDINARIA (stato patrimoniale e conto economico)

LIBRI CONTABILI OBBLIGATORI

registri I.V.A., giornale, inventari, cespiti ammortizzabili

IMPOSTE IRES – IRAP – I.V.A.

n.b.: è opinione comune che il libro cespiti ammortizzabili è facoltativo se il dettaglio è contenuto nel libro inventari. Contabilità semplificata se i livelli dei ricavi inferiori a quelli sopra indicati, ed i libri obbligatori sono i registri I.V.A. (fatture emesse, acquisti e corrispettivi) integrati con le rimanenze. Il reddito si determina considerando i ricavi conseguiti, aumentati delle rimanenze finali, ed i costi compresi delle rimanenze iniziali.

REGIME FISCALE SEMPLIFICATO

Ricavi per servizi < € 309.874,14= Ricavi per altre attività < € 516.456,90=

REGIME DI CONTABILITÀ SEMPLIFICATO (costi e ricavi)

LIBRI CONTABILI OBBLIGATORI registri I.V.A., integrati con le rimanenze

IMPOSTE IRES – IRAP – I.V.A.

Regime forfetario semplificato e quindi contabilità fondata sulla rilevazione dei costi e ricavi e solo registri I.V.A. oppure rilevazione dei costi e ricavi su apposito modello ministeriale. Ai fini fiscale la tassazione avviene sui ricavi in base a dei coefficienti di redditività

REGIME FISCALE

FORFETARIO SEMPLIFICATO Ricavi per servizi < € 309.874,14=

Ricavi per altre attività < € 516.456,90=

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REGIME DI CONTABILITÀ SEMPLIFICATA (imposte determinate sull’ammontare dei ricavi)

Coefficiente di redditività 25% se ricavi per prestazione di servizi da € 15.493,71 a € 309.874,14 15% se ricavi da altre attività da € 25.822,84 a € 516.456,90

LIBRI CONTABILI OBBLIGATORI registri I.V.A. o apposito modello ministeriale

Regime forfetario supersemplificato per ricavi per servizi inferiori a € 15.493,71 o € 25.822,84 per altre attività e quindi contabilità anch’essa fondata su costi e ricavi e solo registri I.V.A. oppure costi e ricavi annotati su apposito modello ministeriale.

REGIME FISCALE FORFETARIO

Ricavi per servizi < € 15.493,71= Ricavi per altre attività < € 25.822,84=

REGIME DI CONTABILITÀ SUPERSEMPLIFICATA

(imposte determinate sull’ammontare dei ricavi)

Coefficiente di redditività 15% se ricavi per prestazione di servizi fino a € 15.493,71 10% se ricavi da altre attività fino a € 25.822,84

LIBRI CONTABILI OBBLIGATORI

registri I.V.A o apposito modello ministeriale

Alcune precisazioni importanti: - Se si svolge attività senza fine di lucro l’unico obbligo contabile

è quello del rendiconto annuale economico e finanziario nonché per ogni raccolta fondi un apposito separato rendiconto dal quale devono risultare le entrate e le spese, essendo esonerate dalla tenuta della contabilità.

- Inoltre non si considerano redditi i fondi pervenuti in seguito a delle raccolte pubbliche occasionali, svolte in concomitanza di celebrazioni, campagne di sensibilizzazione, rivolte ad una massa indistinta di soggetti e per servizi prestati o beni ceduti di modico valore.

Unico obbligo è predisporre un rendiconto apposito dal quale evincere tale congruità di spese ed entrate. Quindi non sono soggetti ad imposte dirette, IVA, ed esenti da ogni tributo.

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NON FORMANO REDDITO PER GLI ENTI NON

COMMERCIALI

1) FONDI DI RACCOLTA PUBBLICA presupposti: - occasionali; - celebrazioni, ricorrenze, campagne di sensibilizzazione; - beni e servizi di modico valore offerti indistintamente. No I.V.A., no redditi, esenti da ogni tributo Unico obbligo rendicontazione IRAP – IMPOSTA REGIONALE ATTIVITÀ PRODUTTIVE Stabilità nella misura del 4,25% si applica alle Associazioni anche se queste non svolgono attività commerciale. La base imponibile sulla quale calcolare l’imposta è diversa a seconda che si riferisca a attività istituzionale, commerciale, attività commerciale in regime forfetario.

DETERMINAZIONE BASE IMPONIBILE IRAP ENTI CHE SVOLGONO ATTIVITÀ ISTITUZIONALE

BASE IMPONIBILE IRAP - retribuzioni personale dipendenti; - redditi assimilati lavoro dipendente; - compensi lavoro autonomo occasionale; - compensi lavoro a progetto

ENTI CHE SVOLGONO ATTIVITÀ COMMERCIALE BASE IMPONIBILE IRAP

- Ricavi e proventi attività commerciale MENO

- Costi materie prime - Costi servizi; - Costi godimento beni di terzi; - ammortamenti; - rimanenze; - oneri diversi di gestione.

ENTI CHE SVOLGONO ATTIVITÀ COMMERCIALE IN REGIME FORFETARIO

BASE IMPONIBILE IRAP - Reddito determinato forfetariamente - (25%-15%-10%)

PIÙ - retribuzioni personale dipendenti; - redditi assimilati lavoro dipendente; - compensi lavoro autonomo occasionale e lavoro a progetto; - interessi passivi.

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Istanza di correzione modello F24 All’Agenzia delle Entrate di... OGGETTO: Istanza per la correzione di dati erroneamente indicati sul modello F24. Il/La sottoscritt __ Residente in________ Via____ Cod. Fisc./P. Iva_

COMUNICA CHE in data_____________ ha effettuato un versamento con il modello F24, per un importo pari a €____________, riportando erroneamente il codice tributo: _____________ e/o l’anno di riferimento: __________, in luogo del codice tributo: __________ e dell’anno di riferimento: __________, in quanto trattasi di versamento relativo a ____________ Ovvero ha versato erroneamente___________ invece di ___________

CHIEDE

pertanto di procedere alla correzione del modello per imputare le somme versate con il modello F24 di cui si allega la copia, secondo le indicazioni sopra comunicate. Crotone,______________

Firma Tipo documento .............n. ..............rilasciato il...................da............

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Schema di rendicontazione delle OdV Legge 266/91

entrate uscite

i) entrate correnti i) uscite correnti

a) contributi a) uscite attivita' istituzionale

contributi degli aderenti (quote associative) spese di funzionamento contributi da privati (oblazioni, erogazioni liberali) oneri per il personale dipendente (art.3)

contributi da altri enti compensi per prestazioni lavoro autonomo (art.3)

rimborso spese volontari (art.2)

b) entrate attivita' istituzionali spese coperture assicurative degli aderenti (art.4)

rimborsi spese da convenzioni (art.7)

finanziamenti a f.do perduto da stato ed istit.pubbliche

b) uscite attivita' commerciali e prroduttive marginali

spese sostenute per attività commerciali e produttive marginali

c) entrate da attivita' commerciali marginali

d) altri proventi c) altre uscite

donazioni e lasciti testamentari (art.3, c.3)

altre entrate

ii) uscite in conto capitale

ii) entrate in conto capitale

a) disinvestimenti a) investimenti

b) finanziamenti b) estinzione prestiti

iii) partite di giro iii) partite di giro

totale totale

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Prospetto consigliato dal C.N.D.C. Struttura dello schema di Stato Patrimoniale prevista:

contenuto stato patrimoniale aziende non profit

Attivo a) crediti verso associati per versamento quote b) immobilizzazioni i –immobilizzazioni immateriali

1) costi di impianto ed ampliamento 2) costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità 3) diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno 4) concessioni, licenze, marchi e diritti simili 5) avviamento 6) immobilizzazioni in corso e acconti

7) altre ii –immobilizzazioni materiali

1) terreni e fabbricati 2) impianti e attrezzature 3) altri beni 4)immobilizzazioni in corso e acconti iii-immobilizzazioni finanziarie, con separata indicazione, per ciascuna voce

dei crediti, degli importi esigibili entro l’esercizio successivo:

1) partecipazioni 2) crediti 3) altri titoli c) attivo circolante i-rimanenze: 1) materie prime, sussidiarie e di consumo, 2) prodotti in corso di lavorazione e semilavorati, 3) lavori in corso su ordinazione, 4) prodotti finiti e merci, 5) acconti; ii-crediti, con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili

entro l’esercizio successivo:

1) verso clienti, 2) verso altri.

iii-attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni:

1) partecipazioni 2) altri titoli

iv-disponibilità liquide

1) depositi bancari e postali; 2) assegni; 3) denaro e valori in cassa;

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d) ratei e risconti passivo a) patrimonio netto: i – patrimonio libero 1) risultato gestionale esercizio in corso (positivo o negativo)

2) risultato gestionale da esercizi precedenti

3) riserve statutarie

ii – fondo di dotazione dell’ente (se previsto) iii – patrimonio vincolato 1) fondi vincolati destinati da terzi

2) fondi vincolati per decisione degli organi istituzionali

b) fondi per rischi e oneri 1) per trattamento di quiescenza e obblighi simili; 2) altri.

c) trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato d) debiti, con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili oltre l’esercizio successivo:

1) titoli di solidarietà ex art. 29 del d. lgs. n. 460; 2) debiti verso banche; 3) debiti verso altri finanziatori; 4) acconti; 5) debiti verso fornitori; 6) debiti tributari; 7) debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale; 8) altri debiti. e) ratei e risconti

Schema di rendicontazione gestionale a proventi e oneri

Oneri Proventi

1) Oneri da attività tipiche 1) Proventi da attività tipiche

1.1. materie prime 1.1) da contributi su progetti

1.2) servizi 1.2) da contratti con enti pubblici

1.3) godimento beni di terzi 1.3) da soci ed associati

1.4) personale 1.4) da non soci

1.5) ammortamenti 1.5) altri proventi

1.6) oneri diversi di gestione

2) Oneri promozionali e di raccolta fondi 2) Proventi da raccolta fondi

2.1) raccolta 1 2.1) raccolta 1

Page 32: aspetti amministrativi e fiscali 30.09.07 · (basterà emettere una nota di addebito o una ricevuta). Tutte le operazioni attive effettuate dalla organizzazione (anche relative alle

aspetti amministrativi e fiscali delle associazioni di volontariato

Promozione Informazione Documentazione Consulenza 32

2.2) raccolta 2 2.2) raccolta 2

2.3) attività ordinaria di promozione 2.3) altri

3) Oneri da attività accessorie 3) Proventi da attività accessorie

3.1) materie prime 3.1) da contributi su progetti

3.2) servizi 3.2) da contributi con Enti pubblici

3.3) godimento beni di terzi 3.3) da soci ed associati

3.4) personale 3.4) da non soci

3.5) ammortamenti 3.5) altri proventi

3.6) oneri diversi di gestione

4) Oneri finanziari e patrimoniali 4) Proventi finanziari e patrimoniali

4.1) su prestiti bancari 4.1) da depositi bancari

4.2) su altri prestiti 4.2) da altre attività

4.3) da patrimonio edilizio 4.3) da patrimonio edilizio

4.4) da altri beni patrimoniali 4.4) da altri beni patrimoniali

5) Oneri straordinari 5) Proventi straordinari

5.1) da attività finanziarie 5.1) da attività finanziarie

5.2) da attività immobiliari 5.2) da attività immobiliari

5.3) da altre attività 5.3) da altre attività

6) Oneri di supporto generale

6.1) materie prime

6.2) servizi

6.3) godimento beni di terzi

6.4) personale

6.5) ammortamenti

6.6) oneri diversi di gestione

7) Altri oneri 7) Altri proventi

Risultato gestionale positivo Risultato gestionale negativo