ASIA RAID 2000 - Viaggi Avventure nel Mondo · montagna ed i giochi di luci e di ombre che gli...

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2 Un’impresa motociclistica storica del Motoclub Avventure nel Mondo. 23 moto e 6 fuoristrada dal Pakistan all’Italia. Attraverso Cina, Kirghizstan, Kazakistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Iran, Turchia, Grecia, per oltre 10.000 Km dal 20 Agosto al 23 Settembre ASIA RAID 2000 Testo e foto di Vittorio Kulczycki L A C INA SEMBRAVA LONTANA La Cina sembrava lontana, lontanissima per un motociclista, l'idea di ripercorrere integralmente l'iti- nerario di una delle tante Vie della Seta, seguendo le tracce del grande veneziano Marco Polo, sem- brava irrealizzabile... Eppure ce l'abbiamo fatta, dopo anni di tentativi, iniziati nel lontano 1993 quando la FMIci accordò una presentazione ufficiale grazie alla quale riuscimmo ad ottenere un per- messo ma che risultò troppo costoso per quei tempi; ne seguirono altri con itinerari che prevedevano l'ingresso in Tibet da Kathmandu, dalla Mongolia ma tutti naufragarono. Fino al 1999 quando il nostro corrispondente in Xinjiang ci fece intravedere la possibilità di entrare con un gruppo di moto italiane nella parte più occidentale della Cina, l'antico Turkestan Orientale, il Sinkiang o Xinjiang, confinante con il Pakistan e con le nuove repubbliche ex-sovietiche dell'Asia Centrale. L'itinerario venne studiato rapidamente in modo da uscire in tempo con un programma di massima e un preventivo di costi e fu subito un suc- cesso. Al porto di Genova quel fatidico 3 luglio 2000 eravamo 28 piloti con 22 moto e 6 auto (la 23° moto sarebbe stata spedita in aereo), assistemmo tutti e partecipammo di persona al carico, al fissaggio e alla legatura dei mezzi e prima di chiudere quei quattro container lunghi 12 metri, ancora un ultimo nodo, un ultimo pezzo si polistirolo, un cartone... fra una moto e l'altra... avrebbero navigato per almeno 30 giorni su oceani e mari tempestosi, poi trasferiti su camion a Karachi avrebbero aggiunto Lahore per attendere dopo 50 giorni il nostro arrivo...

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Un’impresamotociclisticastorica delMotoclubAvventure nel Mondo.23 moto e 6 fuoristradadal Pakistanall’Italia.

Attraverso Cina,Kirghizstan,Kazakistan,Uzbekistan,Turkmenistan,Iran, Turchia,Grecia, per oltre10.000 Km dal 20 Agosto al23 Settembre

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Testo e foto diVittorio Kulczycki

LA CINA SEMBRAVA LONTANALa Cina sembrava lontana, lontanissima per un motociclista, l'idea di ripercorrere integralmente l'iti-nerario di una delle tante Vie della Seta, seguendo le tracce del grande veneziano Marco Polo, sem-brava irrealizzabile... Eppure ce l'abbiamo fatta, dopo anni di tentativi, iniziati nel lontano 1993quando la FMIci accordò una presentazione ufficiale grazie alla quale riuscimmo ad ottenere un per-messo ma che risultò troppo costoso per quei tempi; ne seguirono altri con itinerari che prevedevanol'ingresso in Tibet da Kathmandu, dalla Mongolia ma tutti naufragarono. Fino al 1999 quando il nostro corrispondente in Xinjiang ci feceintravedere la possibilità di entrare con un gruppo di moto italiane nella parte più occidentale della Cina, l'antico Turkestan Orientale, ilSinkiang o Xinjiang, confinante con il Pakistan e con le nuove repubbliche ex-sovietiche dell'Asia Centrale.L'itinerario venne studiato rapidamente in modo da uscire in tempo con un programma di massima e un preventivo di costi e fu subito un suc-cesso. Al porto di Genova quel fatidico 3 luglio 2000 eravamo 28 piloti con 22 moto e 6 auto (la 23° moto sarebbe stata spedita in aereo),assistemmo tutti e partecipammo di persona al carico, al fissaggio e alla legatura dei mezzi e prima di chiudere quei quattro container lunghi 12metri, ancora un ultimo nodo, un ultimo pezzo si polistirolo, un cartone... fra una moto e l'altra... avrebbero navigato per almeno 30 giornisu oceani e mari tempestosi, poi trasferiti su camion a Karachi avrebbero aggiunto Lahore per attendere dopo 50 giorni il nostro arrivo...

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Vittorio Kulczycki

detto “gaz gaz”

Alberto Carlini

videoperatore folle 1

Alessandro De Longis

detto “O Direttore”

Michele D’Ambrosio

il Rianimatore

Andrea Rigazio detto “Yak”Giorgio Quaranta

detto “Gücia” o “Yeti”

Gianni Frascarolo l’Eroico,

detto “Gianniiiiiiiiii!”

Riccardo Ghezzi

il genovese

Massimo Bozzini e Monica

Stragliati, in luna di miele

Eugenio Galli

detto “Il nonno”

giovanni corbo

detto “er batteria”

Osvaldo Berni detto

“il marinaio” o “il duro”

Alberto Bedeschi

ovvero “Sahara dream”

Roberto Ravanelli

detto “Minimoto”

fabrizio Giamminuti

detto “Snam”

Marco Ciancone

detto “Il vicedirettore”

Franco Arduca,

videoperatore folle 2

Giovanni Gabrieli

detto “Il duca”

Dario Faganel

detto “Bombi”

Riccardo Rapizza

detto “Varadero”

Giancarlo De Franco

detto “Cirò”

Augusto Zanetti, il meccani-

co, detto “Nazionale”

Gianluca GiulianiNicola Quartullo

detto “S...frizione”

Leonardo Agosti

detto “Leo”

Alessandro Londi,

“Brioche for ever”Christine Angela, la Mamma

Mauro De Vecchis

lo chef d’officina

Lidia Cassini, Giuseppe Vincenzi, Maurizio Bonato,

Aldo Comencini, Stefania Meazza e raffaello simonettiSandro, Riccardo e Renato Garavelli, il clan

Piero Angela, Manila Montis, Simone

e alessandro Kulczycki, Margherita Pastore

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LA PARTENZA20 Agosto, Domenica - Dopo qualche peripezia e ilcambiamento del piano dei voli, ci troviamo tutti all’ae-roporto di Francoforte in partenza con volo diretto dellaPIA per Lahore dove arriviamo il 21 mattina alle 5:00 inperfetto orario.

LO SVUOTAMENTO DEI CONTAINER21 Agosto, Lunedì - L’impatto con il caldo umido nonè drammatico, abbiamo previsto l’intera giornata ebuona parte del 22 Agosto per lo sdoganamento deimezzi. La SBS International si dimostra efficiente non-ostante la complessa burocrazia doganale. La presenza aLahore di Nicola Quartullo e Alberto Bedeschi (arriva-to prima per sdoganare in anticipo la sua moto speditavia aerea) fa si che la SBS si mobiliti subito ed inizi adimpostare con anticipo tutte le pratiche. Alle 10:30sono in dogana con Nicola dopo aver fatto firmare alcu-ni documenti ai piloti. Il caldo si fa soffocante, passiamoda un ufficio all’altro di funzionari e militari. Poi alle13:00 circa tutto il gruppo ci raggiunge al Dry Port.Manca un’ultima firma poi i nostri 4 container vengonoricaricati su 4 camion che li portano su un verde prato inpiena campagna. Una gru con cavi all’apparenza fati-scenti ci fa vivere le ultime emozioni, poi finalmente siaprono i container. Le moto e le auto sono in condizio-ne perfette, nonostante gli 80 gradi raggiunti durante iltrasferimento in nave. Lo svuotamento avviene rapida-mente, alcune moto partono subito, altre hanno bisognodi una breve messa a punto. Il sole è ancora sull’orizzon-te quando dopo appena 10 ore dal nostro arrivo in Asiasiamo tutti in sella ed in auto per percorrere i primi 20KM del nostro Asia Raid 2000. Ottima cena pakistanaal Faletti Hotel e tutti a letto, dopo questa prima gior-nata intensa ma senza dubbio positiva. Il morale è allestelle, dopo oltre 47 giorni ritroviamo, in condizioni per-fette, i nostri veicoli che avevamo lasciato al porto di

Genova il 3 Luglio. Siamo pronti ad iniziare nel miglio-re dei modi la nostra Grande Avventura Motociclisticain terra d’Asia. In serata il primo collaudo col telefonosatellitare ci permette di parlare con l’Italia, non aggior-niamo il sito perché stanchi ce ne andiamo a dormire.

NEL CAOS DELLE STRADEPAKISTANE22 Agosto, Martedì - Fa caldo, un pallido sole sale sul-l’orizzonte e ci trova già sudati a lavorare attorno a motoe auto per sistemare tutto il bagaglio. Riempiamo ilminibus che trasporterà il bagaglio dei motociclisti, poil’auto officina di Augusto Zanetti; una ricca colazione eprima delle 11:00 lasciamo l’albergo. Apre la fila il mini-bus, seguono le moto, le 4x4 e chiude l’auto officina.Entriamo nell’inferno di Lahore, un incredibile e caoti-co traffico che mette a dura prova il fisico ed i nervi ditutti. Procediamo lentamente, il caldo si fa soffocante eanche le tute della Brema, studiate appositamente per ilclima che dovevamo affrontare, sembravano corrazze diferro. 40 minuti per uscire dalla città e dopo un pòlasciamo la strada principale per Rawalpindi per unabreve deviazione al Mausoleo di Jehangir. Entriamoquindi in un mondo diverso, quello della campagnapakistana, con carretti, profumi, odori nauseaboni,capre, mucche, cammelli, buoi; un caos a livello umano.Visitiamo i bei giardini chiusi in una cinta muraria, spic-chi di paradiso terrestre creati dagli architetti moghul.La tomba Jehangir è un sarcofago in marmo bianco conpreziosi intarsi di lapislazzuli, ametiste, giade ed altrepietre preziose. Il complesso risale al 1600 la visita cipermette di rompere la tensione che avevamo accumu-lato per uscire da Lahore. Imbocchiamo l’autostrada eprocediamo abbastanza veloci con tappe di 50 km. Ma iltraffico è incredibilmente indisciplinato, non esistonosensi di marcia anche quando la strada è a due sensi, siincontrano motociclette, vespe-car, minibus, camion,capre, somari, cani, mucche che tranquillamente proce-dono in senso inverso o attraversano la strada indistur-bati. I sorpassi poi avvengono a destra, a sinistra, per sin-goli veicoli o a coppie simmultaneamente. Siamo 23moto e 6 auto e in questo marasma il rischio è continuo.Ne usciamo infine indenni con due momenti di suspan-ce: una collisione da parte di due camion in sorpassoveloce con alcuni motociclisti che evitano frammenti divetro e di metallo e ancor più grave la disavventura diAlberto Bedeschi che viene colpito in testa da un gros-so sasso tirato da un ragazzino. Alberto era partito daLahore indossando il vecchio chech di cotone compagnodi tante avventure africane ma fortunatamente aveva

poi messo il casco che lo ha salvato. Viaggiamo sotto unabuona stella, non c’è dubbio, tutto sta andando per ilmeglio, speriamo che non ci abbandoni mai, la stradaper l’Italia è lunga, lunghissima.

ARRIVO AL MAESTOSO INDO23 Agosto, Mercoledì - Tappa di trasferimento daRawalpindi a Besham. Partiamo alle 8 dopo la solitaabbondnte colazione e siamo di nuovo nel caos del traf-fico già descritto nel diario di ieri, evitiamo ulteiroricommenti, un vero casino! La strada sale di quota eattraversa cittadine e villaggetti fino a raggiungere i1300 metri. Perdiamo un paio d’ore per ritrovarci conalcuni motociclisti che avevano perso il contatto con ilgruppo. La strada prende a scendere fino a raggiungere ilfiume Indo che incontriamo nella prima volta in tutta lasua potenza: un fiume vorticoso di acque grigie cheinfonde un senso di ammirazione e timore. Arriviamoquando ormai è buio al Pakistan Tourism Motel diBesham. Un piccolo miracolo di Simone Kulczycki perriuscire ad alimentare telefono, modem e computer conun castello di spine di tipo diverso e incollaggi connastro isolante e siamo collegati con il mondo.Riusciamo ad aggiornare il sito e ricevere e-mail. A sera,come al solito verso le nostre 21:00 (le 18:00 ora italia-na) riceviamo la prima telefonata per Micheled’Ambrosio. Desideriamo esprimere un ringraziamentocollettivo a Universat Italia e a Telecom Italia per averreso possibile questo collegamento con la nostra lontanaItalia.

PERCORSI: 300 KM - PARTITI: 8:00 - ARRIVATI: DOPO IL TRAMONTO

DISSENTERIE: 1 PERSISTE, VEDREMO DOMANI

PERCORSI: 273 KM - PARTITI: 11:00 - ARRIVATI: AL TRAMONTO

DISSENTERIE: 1

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3 luglio: operazione di carico al porto di genova

Un container al momento dello scarico a Lahore

Fiume Hunza con piccolo affluente

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NEL CUORE DEL HIMALAYAFRA KARAKORUM E HINDU KUSH24 Agosto, Giovedì - La tappa odierna è lunga edimpegnativa e partiamo alle 7:05, la strada segue la valledell’Indo che nel primo tratto è stretta e tortuosa conuno fondo molto rovinato e numerosi cantieri che ripa-rano i danni di frane e smottamenti, segue un andamen-to tormentato, prima sale di quota per alcune centinaiadi metri permettendo scorci panoramici sul fiume sotto-stante, scende insinuandosi in valli laterali per poi rag-giungere il livello del fiume e così via finche la valle nonsi allarga e il fiume comincia a scendere lento lambendodune di sabbia e ammassi di ghiaia. A 30 km da Chilasla stada migliora decisamente attraversando un fondo-valle pianeggiante. Poi, come d’incanto alle nostre spal-le appare quasi d’improvviso il Nanga Parbat, il primo8000 Himalayano con le sue creste immense, i suoighiacciai pensili, le seraccate, le morene, tutto di unabellezza rara e preziosa. Restiamo ad ammirare la grandemontagna ed i giochi di luci e di ombre che gli ultimiraggi del sole disegnano sulle sue tormentate pareti dineve e di ghiaccio. La dissenteria vince la sua battaglia eun motociclista è costretto a lasciare la sua moto e pren-dere posto in un auto. Sostiamo alla confluenza delfiume Indo con l’Hunza, inbocchiamo la valle di que-st’ultimo ed entriamo a Gilgit. Ci sistemiamo nel simpa-tico Park Hotel. Come ogni sera si forma la fila per letelefonate, poi Giorgio Quaranta detto “El Gucia” ciintrattiene con le storie delle gare di moto piu’ pazze delmondo facendoci sbellicare dalle risate e ci prepara unagrolla di caffè valdostano con la correzione del AniceVarnelli offerta da Alberto Carlini. A sera la vittimadella dissenteria, assistita da Michele d’Ambrosio (ane-stesista rianimatore), da Manilla Montis (pediatra) edalle coccole materne di Christine Angela, riesce aprendere sonno. Domani starà sicuramente meglio.

PERCORSI: 354 KM - PARTITI: 7:30 - ARRIVATI: 18:30FORATURE: 3 MOTO, 1 AUTO

SU DI NOI INCOMBE IL RAKAPOSHI25 Agosto, Venerdì - Breve tappa di acclimatazione,poco più di 100 km nella valle dell’Hunza con il fiumeomonimo che traversa un paesaggio stupendo di piccolivillaggi arroccati su dirupi scoscesi, di oasi verdeggianti,di orticelli che ricevono l’acqua da incredibili acquedot-ti a cielo aperto costruiti sui fianchi della montagna. Uncurvone attorno a una parete strapiombante e ci apparela bastionata del Rakaposhi con le sue creste battute daun vento impetuoso e le sue vette che si stagliano nel-l’azzurro del cielo, uno spettacolo emozionante in parti-colare per noi motociclisti che siamo immersi in questoambiente staordinario senza filtri nella nostra splendidasolitudine. Continuiamo fino a raggiungere il RakaposhiView Point da dove si gode la vista del grande ghiacciaioche scende verso valle. Scorrono rapidamente gli ultimikm e siamo a Karimabad, ci sistemiamo al MountainView Hotel con una bella vista panoramica sulla valle.Siamo tutti sulla terrazza assolata e decidiamo di inviarea parenti e amici la prova latente che siamo tutti in otti-ma salute compreso il dissenterico (non saprete mai ilsuo nome). Infine ce ne andiamo a visitare il forte diBaltit in stile tibetano che domina la verde valle nelloscenario di montagne innevate. La dissenteria è statavinta, il telefono squilla, e molti parlano con i loro carie i loro amici, il sito sta per essere aggiornato per faresapere a tutti che stiamo bene.

LA “SPECIALE”AL NALTAR GLACIER26 Agosto, Sabato - Oggi il programma prevedevauna escursione nella valle del Naltar, un affluentedell’Hunza. Le informazioni avute sulle difficoltà dellapista sono contrastanti: dapprima sembra che sia le autoche le moto possano salire, poi solo alcune auto, poi unfaraonico consiglio del proprietario del Mountain ViewHotel, ci fa riflettere sulla opportunità di evitare inutili

PERCORSI: 110 KM - PARTITI: 9:00 - ARRIVATI: 15:15

rischi alle auto. Saliranno quindi solo 15 moto, il Toyotadi Gianluca Giuliani e la HiLux di Alessandro Londi(che al ritorno si pentirà della decisione presa), tutto ilresto del gruppo in jeep noleggiate. La salita si trasformaper i motociclisti più raspanti come il Gucia, il Ghezzi,il Berni, il De Longis, D’Ambrosio, ecc. in una vera epropria speciale. Risaliamo la valle per 22 km fino alghiacciaio che non è niente di eccezionale mentre i vil-laggetti, i campi, i frutteti, le aie dove viene battuto ilgrano sono quadretti di viate idilliaca e arcaica di unfascino unico. uno spicchio di mondo che sembra fermonel tempo, semplice e affascinante. La gente è gentile esorridente in particolare i bambini e le donne sono bel-lissimi con occhi azzurri e neri e fattezze mediterranee.Scorgiamo donne intente a lavare i panni nelle acquedei torrentelli che scendono dal monte, altre che raccol-gono le ultime albicocche e le dispongono sui tetti delleloro case per essicarle al sole. Siamo a 2800 m di quota,saliamo un breve pendio che ci porta su una terrazzanaturale a strapiombo sul ghiacciaio e sull’immensamorena. Riscendiamo poi per la stessa strada dopo averassistito Roberto Ravanelli che ha la gomma anteriore aterra e, sentendosi abbandonato, sta per affrontare i 22km con il solo cerchione... Fortunatamente AlessandroLondi gli fornisce una bomboletta di Fast che miracolo-samente terrà fino alla fine della discesa. Tornati all’al-bergo, un’oretta di relax e partenza per la breve tappa di95 km per Sust. Tappa che ci riserva in ogni caso pae-saggi incredibilmente belli come il Pasu peak, una selvadi piramidi rocciose strabiombanti e i ghiacciai chescendono dai monti del Batura e si avvicinano sulla stra-da che stiamo precorrendo. La luce del tramonto dipin-ge con caldi colori ocra le immani pareti rocciose chechiudono la valle. Durante una sosta, all’altezza di unponte sospeso, incontriamo il gruppo Sinkiang Trek concoordinatore G. Pianezza, foto ricordo, abbracci, saluti,auguri e dopo aver avuto utili informazioni sul climacinese (sembra che non faccia freddo ma che tiri un for-tissimo vento) percorriamo gli ultimi chilometri perSust. Ci sistemiamo al PTDC motel e andiamo a far ben-zina 3 o 4 km a monte di Sust, un distributore isolato, albuio, a manovella, illuminato dalle luci di una decina dimoto, sotto un cielo stellato dove scorgiamo a sud lacostellazione dello Scorpione e a nord il Piccolo Carrocon la Stella Polare che ci indica il Nord, il KunjerabPass, la Cina. Domani scavalcheremo la catenadell’Himalaya. Con una forte emozione in cuore, rien-triamo a Sust.

PERCORSI: NELLA VALLE DI NAGAR KM 44; DA KARIMABAD A SUST KM 95.PARTITI: 8:20 - ARRIVATI: 16:30 - FORATURE: 1AVVISAGLIE DI DISSENTERIE: 2 O 3VARIE: UN PICCOLO SASSO HA COLPITO ALLA FRONTE CIANCONE

(SENZA CASCO!!!); ONOMASTICO DEI NOSTRI 4 ALESSANDRO.

5Valle dell’Hunza, incontro con il gr. Sinkiang Trek - Pianezza

La Karakorum Highway

La Valle Naltar I Pasu Peaks

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IL MITICO KUNJERAB PASS27 Agosto, Domenica - Alle 8:00 precise siamo tuttidavanti al cancello della dogana. È domenica e gli ispet-tori doganali tardano ad arrivare, poi grazie all’ assisten-za del direttore della Pakistan Tourism Co. riusciamo apartire alle 10:30. Salutiamo gli autisti pakistani e tra-sbordiamo il bagaglio nel bus che ci porterà in Cina. Ciinfiliamo in una valle stretta e la risaliamo per parecchichilometri, poi il fiume comincia a dividersi in moltirami secondari che portano le acque dei ghiacciai vicini.La valle si apre e l’orizzonte si allarga sempre più, poi unaserie di tornanti, l’aria è sempre più rarefatta...... 4000,4100, 4200 e ancora su con i motori che non carburano,1° e 2° marcia, in particolare per le monocilindriche......4300, 4400, 4500, uno splendido ghiacciaio sulladestra......4600, 4700, un piccolo monumento ed eccociai 4730 m del Kunjerab Pass. Siamo a cavallo della cate-na himalayana, stiamo scavalcando in moto e auto 4x4la catena montuosa più alta del mondo. L’entusiasmo èalle stelle, foto a volontà, foto di gruppo per Brema, perFerrino, per noi, e per un ricordo che resterà indelebileper tutta la vita. Il cielo è coperto e comincia a cadereun leggero nevischio. Fa freddo. E allora.... tutti in sella,siamo in Cina. Dopo poco meno di 1 km il primo checkpost cinese. Impieghiamo una buona mezz’ora per le fotoricordo con i soldati cinesi che sono simpatici ed emo-zionati quanto noi (le donne del gruppo riscuotonogrande successo e vengono fotografate una per una conun soldato alla volta). Continua a nevischiare e si è fattotardi, iniziamo la discesa verso Tashkorgan. La valle èampia e la strada ottima. Lo scenario di picchi innevati

è splendido alla luce del sole che tramonta. Ed eccocientrare a Tashkorgan, un primo controllo con i soldati-ni cinesi che al nostro passaggio si mettono sull’attenti,poi la vera e proprio frontiera dove incontriamo SongYong della Xinjiang Nature, nostro corrispondente.Inizia un lungo e meticoloso controllo di tutti i veicoli:numero motore, numero telaio ecc. e purtroppo vengo-no al pettine errori su alcuni numeri. Song Yong fa deltutto per abbattere la burocrazia locale ma non c’è nullada fare: la Toyota di Giuliani, e le 3 moto di Berni,Rapizza e De Longis vengono bloccate. Inoltre i nostri 2più giovani partecipanti (12 anni) sono costretti a uncontrollo della vaccinazione anti polio mediante unesame....delle feci che consegnano di mala voglia....Noitutti in Cina e loro 4 al di là dei cancelli . Un momentodifficile per noi e drammatico per loro. Ma il sorriso diSong Yong ci fa prevedere per il meglio. È già notte enon è assolutamente il caso di proseguire per i 90 km checi separano dal lago Karakul. Raggiungiamo tutti l’alber-go compresi i 4 “sequestrati” che sono costretti a lascia-re i veicoli in dogana e dopo la prima cena cinese ce neandiamo tutti a letto con un filo di preoccupazione perl’indomani dopo aver ricevuto la targa cinese, patente elibretto di circolazione per ciascun veicolo.

AI PIEDI DEL MUZTAGH ATA28 Agosto, Lunedì - Possiamo partire tutti meno i 4“sequestrati”: I saluti sono fra il comico e il patetico:comico per chi parte che sfodera ogni genere di battuta

PERCORSI: 207 KM - PARTITI: 10,30 - ARRIVATI: 16,30

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Foto di gruppo al Passo Kunperab

Il Lago Karakul e il Muztag-Ata, incontri lungo la strada

Veduta del Lago Karakul e del Mt. Kongur Shan

La prima visione del Muztagh-AtaIn attesa di entrare in Cina Primo check post cinese

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“salutateci il Pakistan”,” ci vediamo in Italia” e così via;patetico per qui resta con un magone tra la gola e lo sto-maco. Ma Song Yong continua a sorridere. Il paesaggionel versante nord dell’Himalaya ha campi più lunghi epiù ampi e lo sguardo può spaziare verso monti lontani.Seguiamo di nuovo una valle con un fiume le cui acqueormai scorrono verso il nord, ad ovest si intravvedono imonti dell’Afganistan e del Tagjkistan il cui confinecorre a pochi chilometri dalla strada. Un ansa del fiume,una breve salita, una roccia strapiombante e ci si apredinnanzi il Muztagh Ata in tutta la sua maestosa immen-sa mole con i suoi 7546 m è un vero colosso che si sta-glia nel cielo azzurro con le sue nevi eterne e i suoi pode-rosi ghiacciai che scendono numerosi. Sostiamo a lungoper fotografare poi traversiamo un lungo plateau sassosogirando attorno alla grande montagna ammirandone idiversi versanti. Iniziamo la salita di un passo che sti-miamo di circa 4100 m e i motori li sentono tutti.Raggiunto il passo ci si scopre un altro straordinariopanorama sul gruppo del Kongur Shan, una bastionata dicime immense che raggiunge i 7719 m. Scendiamo rapi-damente di quota e incontriamo le prime yurte con ipastori tajiki, i branchi di yak, i cammelli (quelli vericon due gobbe) ed eccoci al lago Karakul con le sueacque azzurre che fanno da specchio alle vette circo-stanti, siamo a quota 3800 con questi due colossi,Muztagh Ata e Kongur, che fanno da scenario ad unospettacolo naturale di incredibile bellezza.Stiamo tutti consumando il packet lunch quando arriva-no le tre moto e la macchina fra un fragore di applausi.Siamo di nuovo tutti insieme appassionatamente. Nonriusciamo a stare fermi: chi se ne va in moto alla base delghiacciaio, chi a scoprire i villaggetti attorno al lago, chia cercare marmotte ed aquile. Poi a sera tutti a cena edopo una bella cantata sotto le stelle, tutti nelle yurtedove dormiremo a gruppi di otto. Per la prima volta pro-viamo un collegamento telefonico alimentando il tele-fono satellitare Thrane & Thrane fornitoci dallaUniversat, alla batteria della macchina e riusciamo aparlare con i nostri amici e i nostri cari. Una giornatastupenda ma dura per il fisico, sono ben 2 giorni chesiamo in quota e le yurte non sono proprio comodissime

anche se l’esperienza di una notte in stile locale piace atutti.

ARRIVIAMO A KASHI29 Agosto, Martedì - Scartiamo l’ipotesi di dormireuna seconda notte al lago Karakul e dopo un ultimo,breve giro nei dintorni del lago partiamo per Kashi.Perun primo tratto la strada è comoda e con un buon fondo,poi costeggia un’enorme lago semi asciutto ed infine siinfila in una stretta valle dominata da montagne inne-vate che incombono minacciose a distanza ravvicinatis-sima. E in effetti troviamo lunghi tratti di strada scon-volti da recenti frane. Poi siamo costretti a fermarci inattesa che un grosso bulldozer ripulisca la strada dallaterra e dai macigni caduti. Scendiamo rapidamente diquota e il caldo aumenta, l’aria si fa più pesante, siamocostretti a toglierci i pile e le imbottiture. Durante unodei passaggi sulle frane avviene una caduta senza conse-guenze. Poi nel guadare un fiume limaccioso due motofiniscono in 30 cm di fango e sono con il manubrio aterra, nessuna conseguenza per moto e piloti. Entriamo aKashi tutti insieme, i cinesi sono molto curiosi e si fannotutti intorno a noi, arriviamo all’albergo Seman, ottimacena, una partitina a pallone nel piazzale dell’albergo e

PERCORSI: 95 KM + CIRCA 40 KM DI ESCURSIONI - PARTITI: 10,00ARRIVATI: 14,00 - FORATURE: NESSUNA - AVVISAGLIE DI DISSENTERIE: 2 O 3VARIE: IL GRUPPO DIVISO SI RICONGIUNGE AL LAGO KARAKUL

una presa di contatto con la città e la sua realtà poi tuttia nanna. A tarda sera arriva da Urumqi Piero Angelacon sua moglie Margherita che si aggregheranno algruppo per tre giorni per l’escursione al Deserto delTaklamakan e a Yarkand.

KASHI STOP-OVER30 Agosto, Mercoledì - Oggi siamo fermi a Kashi; condue pulmini andiamo a visitare la città che offre qualchemonumento di interesse come il Mausoleo di AbakhHoja con pareti e cupola ricoperte di piastrelle policro-me e la moschea di Id Kah in totale fase di restauro omeglio ricostruzione con il portale d’ingresso che dasulla grande piazza omonima brulicante di gente. Nelpomeriggio ci immergiamo nella città vecchia, nei vico-li dove, con la consueta divisione per corporazione diartigiani, frequente in tutto l’oriente, assistiamo al lavo-ro di fabbri, falegnami, liutai, sarti, tessitori. Poi imboc-chiamo la via degli orafi con giovanetti che lavoranol’oro trasformandolo in spille, orecchini, anelli, braccia-letti, catenine. Interessante anche la fabbrica di tappetidove alcune donne lavorano ai tradizionali telai a manoannodando con grande maestria centinaia di fili colora-ti. A sera poi, dopo uno spettacolo di danze ugiuri abba-stanza genuine con canti, suoni e una presentatrice cheparlava esclusivamente cinese, ce ne andiamo in carroz-zella a cavallo alla grande piazza di Id Kah dove con ilfresco notturno confluiscono venditori ambulanti, risto-rantini mobili che offrono di tutto a prezzi bassissimi. Lagente poi affolla la piazza, mangia, guarda la televisione(tre programmi contemporaneamente) seduta in terra,gioca a biliardo, chiacchiera e passeggia. Non incontria-mo turisti.

PERCORSI: 20 KM IN BUS E CARRETTO A CAVALLO

FORATURE: 1, DELLA RUOTA DEL CARRETTO A CAVALLO RIMBORSATA

AL CARRETTIERE

SALUTE: TUTTI I PARTECIPANTI STANNO GODENDO DI OTTIMA SALUTE

VARIE: ALCUNI PILOTI SI SONO SOTTOPOSTI AL MASSAGGIO CINESE CHE

RISULTA PARTICOLARMENTE EFFICACE

PERCORSI: 190 KM - PARTITI: 12,30 - ARRIVATI: 18,00FORATURE: 0 - AVVISAGLIE DI DISSENTERIE: NESSUNO

VARIE: TRE CADUTE SENZA CONSEGUENZA

Incontro con gli Jak

Yurte uyguri nel Xinjiang

Scendendo verso Kashgar

Un villaggio sul Lago Karakul e sotto il Muztag-Ata

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ALLA RICERCA DEL DESERTODEL TAKLAMAKANKASHI-YARKAND-TARSU31 Agosto, Giovedì - Dopo la piacevole sosta a Kashipartiamo per una meta importante, il Taklamakan, l’im-menso deserto chiamato anche impriopriamente Gobiche si estende per migliaia di chilometri tra i monti delKun Lun a sud e la catena del Tien Shan e gli Altaimongoli a nord: un enorme bacino che riceve ed assor-be nelle sue sabbie le acque dei numerosi fiumi che scen-dono dalle montagne come lo Yarkand, il più grandecorso d’acqua che ha scavato un’ampia vallata. E partia-mo, dopo aver superato il solito caos di raffico di carret-ti a trazione animale, di camion, di auto a cui si aggiun-gono greggi di pecore e capre che viaggiano placida-mente sull’autostrada. Sostiamo a Yensar dove esistononumerose fabbriche di coltelli di ogni tipo, dal coltelli-no minuscolo alle scimitarre decorate, alle mannaie.Arriva la Toyota di Mauro De Vecchis con il Tènèrè diAlessandro De Longis al traino. I problemi di carbura-zione sono peggiorati fino all’arresto definitivo. Sarà ilcarburatore o la centralina? Lo vedremo domani. Lanostra guida non conosce bene la regione e ci proponeun pernottamento sulle rive di un enorme bacino adappena 40 km da Kashi. Non è certo quello che cerchia-mo, vogliamo un assaggio del grande deserto e prose-guiamo per una strada con buon fondo fino a Yarkanddove incontriamo una guida locale disposta a portarcifino ai margini del Taklamakan. Sostiamo circa un’ora aYarkand presso l’hotel dove dormiremo domani e deci-diamo di lasciare il Tènèrè di De Longis e altre 2 motomolto pesanti. E ripartiamo, traversiamo villaggi di con-tadini per strade ombreggiate da filari infiniti di pioppi.Superiamo un guado su un ponte di terra appena costrui-to, poi ancora avanti per campicelli verdeggianti dovecoltivano cotone, granoturco ed ogni tipo di ortaggio.Imbocchiamo una galleria costituita da un pergolato diottima e dolcissima uva. Ma l’ambiente circostante èsempre verde, cominciamo ad avere seri dubbi sullanostra nuove guida e un senso di delusione serpeggia nelgruppo. Al termine del pergolato un enorme gazebo dilegno con una uscita che da dà direttamente sulle primesabbie del deserto, improvvisamente, inaspettatamente,cambia il paesaggio siamo nel Taklamakan. I più espertipartono di getto e conquistano la prima duna dove ilocali hanno costruito una alta torre di osservazionefatta di tronchi. Altri motociclisti si esibiscono in splen-dide cadute con doppi salti carpiati e con qualcheammaccatura senza conseguenze per moto e pilota,seguono poi tutti gli altri ognuno alla conquista della suaduna, della sua cresta. Le auto poi cominciano a spazia-re verso l’infinito di sabbia che si apre dinanzi a noi. Per

i contadini locali costituiamo “l’evento dell’anno deltopo”; cominciano ad affluire in massa, prima i bambinie gli uomini, poi le donne, arrivano a piedi, in motorino,in bici-taxi e seguono da vicino, troppo vicino con unaimmensa curiosità ogni nostro movimento: seguono dicorsa le moto, le auto, toccano tutto, aprono le auto unacuriosità comprensibile ma senza alcun dubbio soffocan-te. Marco Ciancone, con la sua peluria rossiccia è ogget-to di grandi risate e viene invitato a cena in una casalocale. Facciamo il campo sotto una duna con le tende acinque posti fornite dalla Ferrino e dopo una buona cenaa base di spiedini alla griglia e spaghetti ci mettiamotutti intorno ad un grande fuoco e fino a tardi restiamoad ammirare le stelle e a chiacchierare ed escono, comed’incanto dagli zaini e dai borsoni bottiglie di grappa, divino e dolcetti. Anche Margherita Angela partecipa conuna Panforte che riesce a dividere in 43 pezzettini edinsieme a Piero Angela vivono da protagonisti questanostra prima esperienza nel deserto asiatico, al nostroprimo campo in Cina. Molti preferiscono dormire sottole stelle, la temperature è mite. Dopo le ultime telefona-te in Italia (riusciamo a chiamare anche da questo sper-duto villaggio che si chiama Tarsù alimentando il telefo-no della Universat con la batteria dell’auto) tutti nelsacco a pelo, chi in cima alla duna, chi accanto alla suamoto, chi sul tetto della sua auto. Il sonno si impadroni-sce del campo ed ognuno si addormenta con i suoi pen-sieri, le sue emozioni, i suoi timori, il ricordo di amici eparenti lontani.

TARSÙ - YARKAND1 Settembre, Venerdì - Le prime luci dell’alba illumi-nano il campo e i sacchi a pelo cominciano a muoversied escono le prime figure intorbidite che vanno a salirela duna per fotografare il sole nascente. Pian piano ilrisveglio generale: Giorgio Quaranta prepara il suo ritua-le caffè mattutino, Alessandro Londi distribuisce i cor-netti e le focaccine di sua produzione (ben conservatinonostante i 45 giorni nel container), poi un richiamodal gazzebo per la robusta colazione a base di fagioli,yoghurt, wurstel, patate bollite ed altro. La processionedei locali continua incessante, arrivano anche moltedonne che indossano per l’occasione i loro bei vestitivariopinti e fraternizzano con Stefania Meazza. Dopocolazione si riparte per le dune. Riccardo Ghezzi eAlessandro De Longis si esibiscono in prodezze di guidaa grande velocità scavalcando creste e suscitando l’am-

PERCORSI: 257 KM + CIRCA 20 SULLA SABBIA - PARTITI: 10:00ARRIVATI: UN’ORA PRIMA DEL TRAMONTO

STATO DI SALUTE DEL GRUPPO: OTTIMO

CADUTE: TRE O QUATTRO SULLA SABBIA

INSABBIAMENTI: NUMEROSI

mirazione non solo dei locali. Cristina Kulczycki eMauro De Vecchis, con le loro potenti Toyota 4200ccscendono pendii ripidissimi e compiono straordinarieevoluzioni sulla sabbia. Verso le 13:00 partiamo perripercorrere i 60 km che ci separano da Yarkand. Lungola strada la BMW di Giovanni Corbo si ferma definiti-vamente per esaurimento della batteria e rottura dell’al-ternatore, viene trainata fino a Yarkand dove verràacquistata una batteria da auto montata sul portapacchi.Il guasto del Ténéré è oggetto di lunghe analisi: se fossela cenbtralina, di cui siamo sprovvisti occorrerà farcelaspedire a Tashkent dove arriveremo fra 5 o 6 giorni; atale proposito allertiamo Paolo Nugari di ViaggiAvventure nel Mondo per un interventio in tal senso.Poi si decide di telefonare al meccanico, ex proprietariodella moto, a Perugia, che ci suggerisce di verificare ilpiccolo filtro sotto i due galleggianti del carburatoredove scopriamo una incredibile intasatura costituita da 3o 4 cm di materiale simile al silicone. Un vero mistero!Il bravo Augusto Zanetti rimonta tutto e la moto ripar-te regolarmente. Manutenzione di moto e auto di fronteal piazzale dell’albergo, leggiamo quindi tutti gli e-mailche parenti e amici ci inviano. Tentiamo poi di collega-re il pc portatile alla fotocamera digitale di GiovanniGabrieli senza successo. Decidiamo così di chiedereaiuto via e-mail al figlio Joseph attualmente in America.

YARKAND - KASHI2 Settembre, Venerdì - Dedichiamo la mattinata allaricerca del mercato di Yarkand e ci perdiamo nelle stra-dine di questa cittadina ai margini del deserto, ma ètroppo presto e solo a mattina inoltrata il mercato sianima di gente, aprono i negozietti, le botteghe degliartigiani e viviamo così da vicino la realtà di una Cinacosì lontana da Pechino sia per cultura (qui sono preva-lentemente musulmani) che per tradizioni. Dopo unveloce pasto nel piazzale dell’albergo partiamo e in duetappe rientriamo a Kashi allo stesso albergo Seman.Kashi si prepara al mercato domenicale.

IL MERCATO DI KASHI3 Settembre, Domenica - Oggi ci aspetta un immer-sione totale nella folla del mercato. Partiamo chi in car-rozzella, chi in taxi verso l’area dove si tiene il famoso

PERCORSI: 196 KM - PARTITI: 13:00 - ARRIVATI: 16:00STATO DI SALUTE DEL GRUPPO: OTTIMO

VARIE: LA NOSTRA STELLA SPLENDE SUL NOSTRO VIAGGIO

PERCORSI: 257 KM + CIRCA 20 SULLA SABBIA - PARTITI: 10:00ARRIVATI: UN’ORA PRIMA DEL TRAMONTO

STATO DI SALUTE DEL GRUPPO: OTTIMO

CADUTE: TRE O QUATTRO SULLA SABBIA

INSABBIAMENTI: NUMEROSI

E-MAIL RICEVUTI FINO A OGGI: 57TELEFONATE EFFETTUATE FINO A OGGI: 102

A S I A R A I D 2 0 0 0

Campo nel Karakorum Desert Riparazione alla TT a Yarkand Mercato di Kashgar

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mercato. Di questa Cina povera ma operosa e attivissimaabbiamo assistito, durante questo nostro breve soggior-no, ad una serie di scene che prese singolarmenteappaiono quasi insignificanti ma che unite insieme crea-no un quadro armonico nel quale si muovono contadiniimpegnati nel duro lavoro dei campi, artigiani che lavo-rano il ferro, il legno, il cuoio con un’arte da noi ormaidimenticata e creano gli strumenti da lavoro. Ovunqueil rumore del martello del fabbro, delle seghe circolari,dei forni da legna, dei mantici creano un sottofondo cheè l’anima della vita di questa gente. Tutto questo si con-centra nel mercato di Kashi dove ritroviamo, in una sin-tesi, la povertà e la ricchezza del Xinjiang. Già sul ponteche da accesso all’area del Sunday Market i primi vendi-tori con la loro merce in mostra sulla strada, poi il recin-to degli animali con asini, mucche, buoi, capre, pecore,volatili e cavalli che corrono su una pista di prova a lororiservata. Nel caos generale una mucca perde la pazien-za e da in escndescenza, poi cade e colpisce con un cornoGiovanni Frascarolo fortunatamente senza conseguenze.L’area dei tessuti poi è un’apoteosi di colori, sete, sciar-pe, cotoni, pelli, cappelli, giacche, il tutto ammucchia-to, esposto, nascosto e la folla, un fiume di persone cheti strattona, ti spinge , ci sono bambini, donne con l’ele-gante abito domenicale e mendicanti. Poi una serie infi-nita di ristorantini che vendono di tutto, minestre,paste, spaghetti, fagottoni di carne, brodi con carne apezzi, spiedini, teste intere di pecore, zamponi. Un pen-tolone di umanità in ebollizione. Dopo quattro ore tor-niamo al carrettino che ci aspetta fedele e attraverso ivicoli della città vecchia torniamo in albergo ognunocol suo pacchettino, un frammento della Cina da porta-re a casa. Cena eccellente e per il saluto ai nostri ospitiarriva una pecora intera arrosto e le abili mani del cuocole riducono in pochi minuti in piccoli bocconi. Un brin-disi a Song Yong, nostro fido e bravo corrispondente e aisuoi collaboratori, una bevuta di grappa cinese al gridodi “Tutti a Brindisi”. Poi sulle scale dell’albergo per leultime chiacchiere. Salutiamo Piero Angela eMargherita Pastore in partenza per l’Italia, partecipi peralcuni giorni giorni, anch’essi, protagonisti della nostraavventura asiatica.Ci attendono 3 giorni duri: domani il passo Torugart poiBishkek e Tashkent, quasi 1400 km tra i monti del TienShan e gli immensi spazi dell’Asia Centrale.

IL PASSO TORUGARTIL GIORNO PIÙ LUNGO4 Settembre, Lunedì - Oggi lasciamo la Cina e scaval-cheremo la catena del Tien Shan per entrare in

PERCORSI: 10 KM A PIEDI

STATO DI SALUTE DEL GRUPPO: OTTIMO

VARIE: IMMERSIONE TOTALE NELLA REALTÀ UYGURI

Kirghistan. La dogana cinese, ad appena 65 chilometrida Kashi apre solo alle 11:00 ed è quindi inutile partiretroppo presto, anticipiamo in ogni caso la partenza alle8:30, percorriamo rapidamente il primo tratto di strada,ma quando arriviamo i soldatini cinesi sono ancoraintenti alle grandi manovre mattutine. Alle 11:00 inpunto iniziano le pratiche di dogana ed immigrazione:un’oretta e siamo tutti in sella verso il mitico passo.Dopo pochi chilometri incontriamo lo sterrato che pro-seguirà per oltre 180 km. Il tempo non è bello, unafoschia densa di nuvole, polvere o sabbia delTaklamakan offusca il cielo e ci toglie il piacere di gode-re appieno del panorama. Arriviamo ad una vecchiabase militare, ancora in territorio cinese, e aspettiamoche arrivi l’ultima moto, la Bmw di Giovanni Frascarolo,con la sua splendida carenatura e il manubrio stradale,che sullo sterrato sta guadagnando punti al merito peruna medaglia al valore sportivo. Infine eccolo arrivare,provato ma soddisfatto e proseguiamo per il passo sem-pre seguendo il fondo valle, poi gli ultimi tornanti e ilsole, generoso, appare improvvisamente illuminandol’arco che segna il confine con ancora l’insegnadell’Unione Sovietica, CCCP. Un momento emozio-nante per tutti, c’è un’atmosfera generale di agitazione:qui arrivano i bus cinesi che attendono quelli kighisi, unvai vai di passeggeri con i loro bagagli portati a mano.Per noi i soldati fanno un’eccezione e permettono alnostro camion di avvicinarsi all’arco così come fa quellokirghiso, rapido trasferimento dei bagagli, una serieinterminabile di foto ricordo, saluti al bravo corrispon-dente cinese e incontro con quello kirghiso che si fariconoscere con un cartello: “Asia Raid 2000”. Unmomento magico poi il sole scompare dietro le nuvole.Proseguiamo in discesa per pochi chilometri e siamo difronte al cancello kirghiso, chiuso e ben protetto (anchecon un campo minato che corre lungo il recinto ad altatensione). Sono tutti a pranzo. Dovremo attendere un’o-ra e comincia a far freddo e a cadere una pioggerellinamista a nevischio. Poi infine si apre il cancello e inizia-mo le lunghe e cotiche formalità di frontiera. I soldatisembrano burberi e sgarbati, poi sempre più simpatici ecomprensivi. Con un cielo che promette pioggia, siamodi nuovo tutti in sella. Percorriamo pianori di sterratoduro, attenti a non incappare nella buca fatale, fra sassie un corrugato (tôle ondulée) profondo e snervante.Una moto in sorpasso veloce incappa nella peggioredelle buche di tutto l’itinerario, salta in aria, carambolasu se stessa per ricadere con tutto il suo peso sul porta-pacchi posteriore che ammortizza fortunosamente lacaduta, il pilota vola, vola in aria e ricade a terra protet-to dalla nostra buona stella!!! È illeso!!! E la moto, malridotta, dopo un paio di martellate è ancora in grado diproseguire. È andata bene ma poteva essere ben più

drammatica, nel bel mezzo del nulla, con centinaia dichilometri davanti e la Cina, ormai per noi chiusa, allenostre spalle. Grazie alla nostra buona stella. Il soleappare a tratti per illuminare paesaggi stupendi, yurte,vallate verdi, roccioni dipinti dal sole che tramonta.Siamo in ritardo, obbiamo arrivare all’asfalto prima deltramonto per poter proseguire anche di notte fino aNaryn, dove ci aspettano le nostre yurte e la cena caldae sicura. Ed eccolo l’asfalto tanto agognato, appare dilontano come una striscia scura che contrasta con ilbianco dello sterrato. Ci fermiamo per ricompattare ilgruppo e per raccogliere quanto il Bmw di GiovanniFrascarolo andava seminando.Poi alla luce dei fariandiamo verso via verso Naryn. Bucano CristinaAngela, Leonardo Agosti e Roberto Ravanelli. Un paiodi moto non hanno i fari e vengono assistite dalle 4x4con i fari supplementari. Gli ultimi chilometri di sterra-taccio in discesa ed eccoci tutti arrivare alle yurte diNaryn: stanchi, frastornati ma soddisfatti di questolungo, lunghissimo giorno. Rapida cena e ancor piùrapidamente tutti a letto.

NARYN - BISHKEK5 Settembre, Martedì - Ci alziamo di buon mattino,dopo la tappa di ieri occorre revisionare tutti i mezzi ecercare di riparare gli eventuali danni. Prima dal vulca-nizzatore per i pneumatici bucati, poi in un arcaica offi-cina meccanica per cercare di raddrizzare con mantice emartello la forcella della moto incidentata.Riusciamo a partire con auto e moto in condizioni sod-disfacenti e dopo aver smontato la carena del Bmw, cheoramai pende da tutte le parti. Il paesaggio e piacevole,risaliamo una valle idilliaca con un fiumiciattolo ricco ditrote e molti insediamenti di pastori con le loro yurteche vendono ai viaggiatori prodotti freschi e genuini,latte e formaggio. Superiamo un passo oltre i 3000 metrie iniziamo la discesa verso il lago Issik Kul, un bacinoenorme di acqua bluastra, il secondo lago alpino comegrandezza dopo il Titicaca, con sorgenti termali e moltosalato tanto da non ghiacciarsi neanche d’inverno. Unabreve deviazione ci porta alla spiaggia con parco giochie vecchi ombrelloni, meta di moltissimi bagnanti inepoca sovietica. Il lago è immenso, qualcuno fa il bagno,due calci al pallone e di nuovo in sella.Comincia a piovere e con l’asfalto liscio occorre moltaattenzione. Poi torna il sole velato che oramai ci accom-pagna da un paio di giorni ed entriamo in una regione

PERCORSI: 349 KM - PARTITI: 10:00 - ARRIVATI: 22:00FORATURE: 3STATO DI SALUTE DEL GRUPPO: TUTTI UN POCO SHAKERATI DALLO STERRATO

CADUTE: 1 CHE VALE 10VARIE: LA NOSTRA STELLA CONTINUA A PROTEGGERE ANCHE LE NOSTRE

IMPRUDENZE

Il mercato del bestiame a Kashgar Dopo la caduta nei pressi del Torugart Yurte kirghise

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densamente popolata, con verdi campi ben irrigati. Lastrada è buona e riusciamo a fare ottime medie.Entriamo a Bishkek al tramonto. La città ha tutte lecaratteristiche di una metropoli europea ed è moltovasta con un’estensione di oltre 8 km. La traversiamotutta: negozi di ogni tipo, boutique, supermercati, moltirussi, si respira un’aria di liberismo assoluto. Prediamoposto fuori città in un bell’albergo con un ampio parco ea sera andiamo a scaricare tutte le tensioni ed i digiuniaccumulati in questi ultimi giorni al ristoranti italianodove, fra pizze, carbonare, tagliolini al sugo, bistecche efettine panate, ci immergiamo globalmente in sapori edodori di casa nostra per finire poi in un’apoteosi di vodkelocali, di gare a braccio di ferro e così via, insomma unaserata di totale rilassamento... eccessivo forse, e l’indo-mani qualcuno accuserà i postumi di qualche bevuta ditroppo.

BISHKEK - TASHKENT6 Settembre, Mercoledì - ...ma bisogna andare, per-ché la tappa di oggi è lunghissima, circa 600 km.Partiamo con l’aria frizzante del buon mattino e, dopo ilsolito rifornimento di carburante, su ottima strada, sisusseguono le tappe di 60, 70, 80 km. Abbiamo deciso dimodificare il programma ed arrivare oggi a Tashkent eguadagnare una mezza giornata a Samarkanda.Traversiamo una regione abbastanza monotona: unacatena di montagne, il Tien Shan, con vette innevate cilascia sulla sinistra, dopo circa 200 km. Entriamo inKazakistan e le formalità sono semplici e brevi. Il pae-saggio è molto simile a quello delle grandi praterie ame-ricane: immensi campi arati, colline verdeggianti spessobordate da filari di pioppi. Rari momenti di interesseparticolare e così, concentrati sulla strada e soli con inostri pensieri, arriviamo infine alla frontiera conl’Uzbekistan. Ci fanno sostare in un grande piazzale e poilentamente inizia la trascrizione dei dati dei passaporti,dei veicoli, delle dichiarazioni doganali. In un tempolungo ma accettabile siamo pronti ad entrare nel paesedi Tamerlano... ma qualche cosa si blocca, non possiamoproseguire. Perché?! Non lo sapremo mai, 5/6 ore adattendere senza ragione, senza una spiegazione.Comincia a far freddo, molti si sdraiano a dormire sulprato e rischiamo di brutto, per averli fotografati, la con-fisca delle pellicole e delle fotocamere. È evidente chequi qualcosa non è cambiato dopo la caduta del muro diBerlino. Solo all’una di notte, finalmente, qualcuno dail permesso di raggiungere il nostro albergo e una cenaoramai stagionata. E proprio in dogana avviene il guasto

PERCORSI: 362 KM - PARTITI: 10:00 - ARRIVATI: AL TRAMONTO

STATO DI SALUTE DEL GRUPPO: OTTIMO

VARIE: POSTUMI DA VODKA BUM-BUM

più grave del viaggio: la Toyota di Alessandro Londiemette dei preoccupanti guaiti. La trainiamo fino all’ho-tel Tashkent dove arriviamo oltre le due: stanchi, infred-doliti ed affamati di una fame che non certo quella cenauzbeca potrà sfamare. A poco valgono le bottiglie dichampagne offerte dal nostro corrispondente. L’albergoha un’atmosfera lugubre, di un’eleganza funerea, condrappi, tende, velluti, broccati e un arredamento stileanni ‘40. In quest’ambiente, con questa fame, con que-sta stanchezza, festeggiamo con una bevuta i cinquan-t’anni di Alessandro De Longis... meritava di più, cer-cheremo di celebrarli più degnamente in giorni migliori,poi tutti di corsa a letto meno il bravo Mauro DeVecchis, che indossa il suo grembiulino, mette i guanti ecome un chirurgo comincia ad operare sulla Toyota feri-ta... fino alle 5 di mattina: smonta il carterino della cin-ghia di distribuzione per riuscire a scoprire il danno etrova la puleggia fuori sede a causa del grippaggio delcuscinetto e la conseguente rottura del bullone di fissag-gio di cui la parte filettata rimane incastrata nel mono-blocco. Sembra un problema insolubile eppure con unapazienza certosina, Mauro riesce in una ventina di minu-ti a svitare il moncone del perno. Ora sappiamo dellagravità del danno e possiamo dormirci sopra. NicolaQuartullo continua ad amoreggiare con la frizione dellasua Suzuki che da un paio digiorni accusa preoccupatislittamenti. Domani vedremo se la buona stella che sindall’inizio del viaggio è su di noi è ancora lassù nel cieloa mandarci i suoi influssi benefici. Un sonno profondochiude questa difficile giornata.

TASHKENT - SAMARKANDA7 Settembre, Giovedì - Ritardiamo la partenza perdare tempo a tutti di riconciliarsi con il ritmo del viag-gio sconvolto ieri sera dalla burocrazia uzbeca. Resta aTashkent Mauro con la sua Toyota, Londi con la Toyotain panne e Nicola con la sua Suzuki. La tappa di oggiprevede l’arrivo a Samarkanda al più presto possibile,modifichiamo ulteriormente il programma e decidiamodi pernottare due notti in modo di assorbire l’eventualeritardo dei veicoli in panne: Entriamo a Samarkanda,nei vialoni alberati della città buca la Toyota diGianluca Giuliani, ma per le 17 siamo tutti in albergo.Liberi fino a domani mattina, partiamo alla scoperta diquesta splendida città: chi se ne va davanti alla piazzadel Reghistan ad assistere gratuitamente allo spettacolodi Suoni e Luci con la voce di Timur che tuona dallecupole e dai minareti. Una telefonata all’albergo di

PERCORSI: 592 KM - PARTITI: 8:00 - ARRIVATI: 2:00 DI NOTTE

SALUTE: AVVISAGLIE DI DISSENTERIE E POSTUMI DA SERATA BRAVA

VARIE: GUASTO ALLA TOYOTA DI ALESSANDRO LONDI E AL SUZUKI DI

NICOLA QUARTULLO

Tashkent ci dalla buona notizia: “Sono partiti !!”. Vuoldire che tutti i problemi sono risolti e infatti arrivano atarda sera dopo aver percorso i 280 km di notte con ten-sione e momenti difficili per i blocchi stradali. Ma sonotutti qui, felici e contenti di aver risolto il problema piùgrave. Grazie all’aiuto di un personaggio incontrato inalbergo erano riusciti infatti a trovare la puleggia con icuscinetti, la cinghia di distribuzione e...incredibile e farfare al tornio il bullone di fissaggio. Dopo un’ottimacena a base di carne, spiedini, arrosti cucinati anchedalla nostra Lidia Cassini che prende possesso della cuci-na,tutti a dormire. Domani visiteremo la città diTamerlano con le sue cupole turchesi, i suoi minareti ele testimonianze della sua grande cultura.

NELLA CITTÀ DI TIMUR8 Settembre, Venerdì - Samarkanda doveva esseresplendida già ai tempi di Alessandro Magno che la defi-nì “più bella di ogni aspettativa”, poi crebbe e si svilup-pò arricchita dai suoi traffici commerciali fino all’anno1230 quando il terribile mongolo Gengis Khan la rase alsuolo, e rimase tale finchè Tamerlano, nel 1370, nondecise di riedificarla e farla capitale del suo granderegno. E questa è la città che abbiamo visitato. OggiSamarkanda è una città moderna e piacevole con gran-di viali alberati, piazze e fontane ed edifici monumenta-li, offre generosa le testimonianze della sua antica storia.Giriamo la città con autobus e guida calandoci in questadimensioine da turisti che in effetti ci sta un pò scomo-da. Ed eccoci all’osservatorio di Ulugh Bek nipote diTimur, sovrano illuminato, astronomo e scienziato, poiallo Shahi Zinda, la strada funeraria con mausolei deco-rati con maioliche policrome, una breve sosta al bazarcon pranzo nei ristorantini ed infine al Reghistan, mae-stoso complesso monumentale formato da tre medresse(scuole coraniche). Uno scenario talmente straordinarioche decidiamo di usarlo per le foto di gruppo; torneremodomani mattina di buon’ora. Cena tutti seduti sullechaicane e domani si parte per Bukhara.

SAMARKANDA E BUKHARA9 Settembre, Sabato - Come in programma riusciamoa raggiungere tutti in ordine il Reghistan per una serieinterminabile di foto di gruppo. Poi partiamo con lapolizia che ci scorta fuori città ed è comodo perché pas-siamo tutti con il rosso e gli agenti agli incroci bloccanoil traffico per lasciarci passare. Usciamo dalla città e il

STATO DI SALUTE DEL GRUPPO: BUONA

PERCORSI: 290 KM - PARTITI: 11:00 - ARRIVATI: 17:00FORATURE: 2SALUTE DEL GRUPPO: PARZIALMENTE IN RIPRESA, STANCHEZZA GENERALE

VARIE: LA POLIZIA IN INCOGNITO VEGLIA SU DI NOI

A S I A R A I D 2 0 0 0

Si fa notte alla frontiera uzbekaLe yurte di Naryn Cupole a Samarkanda

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paesaggio diventa verdeggiante, la strada è semprebuona. Procediamo con tappe di 80/100 km e per pran-zo ci fermiamo presso un casale che ci predispone inbreve tempo un centinaio di ottimi spiedini di ottimaqualità. Poi la Suzuki di Nicola Quartullo si ferma defi-nitivamente e siamo costretti a caricarla sul camionKamaz. A sera predisporremo con una serie di telefona-te a Paolo Nugari e al meccanico di Nicola, l’invio diuna nuova frizione a Teheran in tempo utile per averlagià alla frontiera tra Iran e Turkmenistan attraverso ilnostro corrispondente iraniano.Arriviamo a Bukhara e ci sistemiamo tutti all’undicesi-mo piano del Old Bukhara Hotel da dove si gode unasplendida vista della città, con le sue cupole turchesi e isuoi minareti. Serata libera ma ci ritroviamo tutti a allaLabi Houz, una piazza costruita nel 1600 attorno ad unapiscina con zampilli d’acqua che irradiano una piacevo-le frescura. Mangiamo sotto gelsi enormi dai tronchiimmani vecchi di 4-5 secoli. A sera come al solito colle-gamento telefonico, internet, e-mail ed è un piacere par-lare con parenti ed amici e leggere le loro e mail a voltesimpatiche e scherzose che ci fanno sorridere e sentirevicino agli amici lontani.

BUKHARA10 Settembre, Domenica - Giornata dedicata alla visi-ta della città che appare più ricca e più soddisfacente diSamarkanda con il suo minareto in mattoni che siintrecciano in una miriade di forme geometriche verso ilcielo. Poi medrese, moschee, mausolei e mercati copertiche qui a Bukhara assumono una originale forma archi-tettonica con cupole e cupolette e giochi di luci cheattribuiscono loro un fascino antico. Il bazar è ricco ditessuti, coltelli, scimitarre, tappeti e fra le cianfrusaglie siscoprono oggetti di antiquariato pregevole. Predisponiamo carburante e logistica per una partenzaall’alba. Le moto dovranno essere tutte con il pieno econ una tanica di riserva per il lungo percorso. Il baga-glio dovrebbe essere caricato questa sera sul camion chepartirà all’alba. Sveglia alle 5:00, colazione alle 5:20,partenza alle 6:00. Ci aspetta la traversata del KyzilkumDesert quasi 500 km. In mattinata è partito il bravoJamè Shid con tutti i passaporti, si incontrerà domanimattina con il corrispondente turkmanno per l’otteni-mento del visto così il gruppo non perderà nemmeno un

PERCORSI: 285 KM - PARTITI: 8:30 - ARRIVATI: 15:00STATO DI SALUTE DEL GRUPPO: BUONO

VARIE: CARICATA LA MOTO DI NICOLA QUARTULLO SUL CAMION

minuto sul programma e il ritardo di Samarkanda verràassorbito in modo definitivo. La moto di NicolaQuartullo resta caricata sul camion nonostante gli ulte-riori tentativi di farla ripartire. La cena a Bukhara sem-pre nei simpatici ristoranti, un gruppetto viene invitatoad un matrimonio. Poi tutti a letto, domani sarà un gior-no duro.

IL DESERTO DEL KYZYLKUM11 Settembre, Lunedì - Alle 6:30 siamo tutti in sella,ordinati seguiamo l’auto del corrispondente, poi appenausciti dalla città proseguiamo con tappa 100 km. Con l’a-ria fresca del mattino moto e piloti vanno a meraviglia, intre ore i primi 200 km, poi la media si abbassa.Traversiamo una zona desertica con dune e ciuffi di vege-tazione. Tira un forte vento traverso e fili di sabbia corro-no vorticosamente sull’asfalto. Poi il sole scompare dietrouna nuvolaglia bassa. Cade qualche goccia d’acqua e con-tinua il forte vento. Ad un certo punto temiamo la tem-

STATO DI SALUTE DEL GRUPPO: OTTIMO

VARIE: MOTO DI QUARTULLO ANCORA SUL CAMION

pesta di sabbia: il vento aumenta, la sabbia si fa piùabbondante. Poi, dopo circa 300 km, scorgiamo in lonta-nanza il fiume Aruda Rya, il vecchio mitico Oxus, edentriamo in una valle verde densamente popolata. Unagrande centrale idroelettrica, villaggi dopo villaggi, qual-che indecisione nel trovare la strada giusta, poi infineentriamo a Khiva che ci appare con il suo minareto e lesue cupole delle moschee. Raggiungiamo l’albergo appenafuori città, alcuni stramazzano sul letto stanchi della lungatappa, altri vanno a vedere il tramonto dalle mura dellacittà poi, a notte fonda, tutti a mangiare dentro le muradella città vecchia. Khiva, uno scrigno prezioso, unaatmosfera irreale, rivive sotto i nostri occhi alla luce dellaluna piena. La città è affascinante, integra nella sua strut-tura urbanistica nonostante l’eccesso di ricostruzione maè una vera perla del deserto. Ammalia tutti noi per i suoivicoletti, per i suoi bambini, per i suoi artigiani, per i suoisplendidi monumenti.PERCORSI: 493 KM - PARTITI: 6:30 - ARRIVATI: 4:00STATO DI SALUTE DEL GRUPPO: OTTIMO

VARIE: LA SUZUKI DI QUARTULLO È ANCORA CARICATA SUL CAMION,QUALCHE DISSENTERIA PER L’ECCESSO DI ALIMENTAZIONE E DI

BEVANDE FRESCHE.

Le auto e i partecipanti al seguito

Il gruppo a Samarkanda davanti al Reghistan

Veduta di Bukhara

Particolare di Bukhara

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KHIVA, LA PERLA DEL DESERTO12 Settembre, Martedì - Dedichiamo la mattinataalla visita della città, saliamo sul minareto, ammiriamola splendida cinta muraria e le quattro porte che davanoaccesso alla città. Ma il ricordo di Khiva sotto la lunapiena resterà indelebile. Abbiamo i passaporti con i vistidel Tukmenistan e possiamo partire, arriviamo al confi-ne dopo una sessantina di chilometri ed incontriamo ilcorrispondente turkmeno. In meno di un’oretta passia-mo attraverso le complicatissime procedure di immigra-zione e di importazione di veicoli in Turkmenistan gra-zie all’ottimo lavoro del corrispondente che ha predispo-sto tutto. Proseguiamo per Kunya Urgenc ma ci fermia-mo fuori città, imbocchiamo una strada di campagna e citroviamo nella foresteria di una Kolkos che ci ospiteràper la notte e per la cena. Entriamo in un’enorme saladove è stata organizzata la cena su tappeti variopinti ecuscinoni, una cena tipicamente turkomanna: ottima edabbondante. Dopo cena dal nulla arrivano auto con lanostra benzina. Poi tutti a letto, anzi 21 a letto e 20 perterra.

KARA-KUM, IL DESERTO NERO13 Settembre, Mercoledì - Partiamo di buon mattinoed andiamo a visitare i resti dell’antica Kunya Urgenc,un mausoleo che è un eccezionale prodotto architetto-nico e rappresenta l’andare del tempo, un minareto checon i suoi 60 m circa è il più alto dell’Asia Centrale, unsecondo mausoleo con la cupola a piramide come lechiese armene.Il verde va scomparendo ed entriamo nel Kara-Kum cheattraverseremo per oltre 500 km. Siamo poco meno diun granello di sabbia in questo immenso deserto eppure,alla guida delle nostre moto e delle nostre 4x4 ci sentia-mo al centro dell’universo e con questa consapevolezza

PERCORSI: 177 KM - PARTITI: 1:30 - ARRIVATI: AL TRAMONTO

SALUTE: DISSENTERIA IN GUARIGIONE, UN INFLUENZATO SI CURA

CON L’ASPIRINA

VARIE: LA TOYOTA DI GIANLUCA GIULIANI NON PARTE MA È SOLO IL

FILTRO DELLA NAFTA; CON UN MARCHINGENIO DIABOLICO MAURO

DE VECCHIS E NICOLA QUARTULLO RIESCONO A FAR PARTIRE IL

SUZUKI.

proseguiamo spediti verso Ashgabad. 250 km di stradaimpossibile provocano 2 forature, la rottura di un cer-chione di un BMW e la totale perdita d’olio di una for-cella. Il sole che tramonta ci vede al distributore di ben-zina per la solita lunga trafila per lo riempimento deiserbatoi. Poi la luna piena, appena sorta ci vede entraread Ashgabad. L’hotel Nissa è quanto di più lussuosoabbiamo visto in questo viaggio, il ristorante italiano ègestito da italiani, il cibo è ottimo ed il vino migliore.Festeggiamo il compleanno di Lidia Cassini poi piscina,idromassaggio e all’1:47 del 14 settembre a scrivere que-ste brevi note di viaggio.

ASHGABAD - QUCHAN14 Settembre, Giovedì - Ci svegliamo con la pessimanotizia: il camion dei bagagli non è arrivato. Dobbiamodecidere se proseguire per la frontiera ed attendere lì ilbagaglio o aspettare qui per maggiore sicurezza. Optiamoper la prima soluzione fidandoci del corrispondente cheproclama la massima onestà dell’autista (avevamo consi-derato l’ipotesi di un furto globale). Salutiamo gli italia-ni che gestiscono l’albergo Nissa e alle 9.00 circa partia-mo verso l’Iran. Attraversiamo la città che fa sfoggio dimonumenti ed edifici ultramoderni e puntiamo decisa-mente verso i monti. I controlli in uscita turkmena sonopiù complessi di quelli in entrata perché il corrispon-dente non ha predisposto tutte le scartoffie burocratichenecessarie. Attraversiamo una bella zona di montagneche confinano con l’Iran. Con un rapido collegamentotelefonico (temiamo le guardie di frontiera) abbiamo laprima cattiva notizia: il camion non è ancora arrivato.Lasciamo così il Turkmenistan con la certezza che idoganieri faranno passare il camion anche senza di noi.Ancora 10 km ed eccoci in Iran. Incontriamo la guidache parla perfettamente italiano. È lì dalle 7 di mattinae sono le 12.30. Iniziamo le pratiche iraniane che sonosemplici, ma lunghe. I doganieri non ci permettono ditornare al confine turkmeno per avere notizie delcamion. Siamo praticamente senza collegamento e dob-

PERCORSI: 580 KM - PARTITI: 8:00ARRIVATI: AL TRAMONTO - FORATURE: 3 E UN CERCHIONE ROTTO

STATO DI SALUTE DEL GRUPPO: OTTIMO

VARIE: IL PULMAN DEI BAGAGLI DEI MOTOCICLISTI NON È ARRIVATO.

biamo scendere per altri 3 km per il controllo dei carnet.Decidiamo di arrischiare un altro collegamento con ilsatellitare (amico fedele ed utile di tutto il viaggio) ericeviamo buone notizie: i nostri bagagli arriverannoentro un’ora. Sarà già buio, perciò decidiamo di prose-guire per il centro abitato più vicino in fila indiana.Come un suggestivo serpente luminoso, in poco più diun’ora percorriamo una strada di montagna che sale escende ed in fine entriamo a Quchan dove ci ha prece-duto l’autista iraniano per predisporre il pernottamentoin un alberghetto che assomiglia di più ad un dormito-rio. Ci viene servita una tipica cenetta iraniana conminestra, kebab e Fanta. Stanchi, ce ne andiamo a lettoe decidiamo di partire prestissimo l’indomani per recu-perare la tappa di ieri con la sveglia alle 5.00. Decidiamoinoltre di prendere la strada del deserto, che sembra otti-ma e scorrevole.Domani dobbiamo arrivare a Teheran!!!

ON THE ROAD AGAINcitazione da Osvaldo Berni detto “il marinaio”15 Settembre, Venerdì - Sveglia alle 5.00, ma MauroDe Vecchis che ha il compito di svegliare tutto il grup-po, non ha rimesso l’orologio con l’ora legale e svegliatutti alle 4.30. Così riusciamo a partire alle 6.00 dopo lasolita trafila per il rifornimento di carburante. Siamo suun’ottima autostrada, quando il sole fa capolino all’oriz-zonte. La strada che seguiamo è ai margini del grandedeserto iraniano e a tappe di 100 km corriamo versoTeheran. Sostiamo a visitare le rovine di un paio di cara-vanserragli che ci riportano col pensiero alle carovane diun tempo che nel caravanserraglio - vero e proprioalbergo fortificato - trovavano un riparo sicuro per lanotte. Al tramonto entriamo a Teheran e nella bolgiainfernale del suo traffico. Città di 12 milioni di abitanti,il venerdì sera è tutta un formicolìo di auto, motorini,camion, minibus che si muovono senza alcuna regola perle vie della città che noi dobbiamo attraversare da sud anord. Ci perdiamo, ci ritroviamo ed infine, dopo due

PERCORSI: 127 KM - PARTITI: 10:00 - ARRIVATI: 22,00STATO DI SALUTE DEL GRUPPO: DISCRETO

VARIE: RINGRAZIAMO DI NUOVO LA UNIVERSAT CHE CI HA PERMESSO

DI CONOSCERE LA SORTE DEI NOSTRI BAGAGLI CHE INFINE

SONO ARRIVATIVista di Khiva dal minareto

Si attraversa il Karakum Desert

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ore, arriviamo al superalbergo.... Dalla polvere diQuchan agli altari di Teheran. Un albergo ottimo cheoffre a tutti una bella doccia ed un buon riposo. Qui aTeheran lasceremo Alessandro e Simone Kulczycki eManilla Montis che rientreranno in Italia in volo saba-to notte.

TEHERAN - TABRIZ, INIZIALA GALOPPATA VERSO L’ITALIA16 Settembre, Sabato - Salutiamo Alessandro,Simone e Manilla, una foto ricordo, qualche lacrimuc-cia, ma bisogna andare. Ci abbracciamo con affetto persalutare i tre che se ne vanno. È un mese che viviamoinsieme come una comunità autonoma ed autosufficien-te e veder partire tre del gruppo dispiace a tutti,ma bisogna andare. Per fortuna l’autostrada per Tabrizparte dal settore nord della città, così usciamo facilmen-te dalla morsa del traffico di Teheran e siamo su buonasfalto a tappe di 100 - 150 km. Questo Iran che attraversiamo così rapidamente, ci sem-bra un paese sulla strada di una rapida occidentalizzazio-ne. La gente poi è simpatica ed ospitale, se poi diciamoche siamo italiani, allora è un’apoteosi di sorrisi.Ognuno di noi ha un episodio da raccontare sulla genti-lezza di questa gente: c’è chi si affianca in corsia ed offreuna mela, chi una scatola di dolcetti, chi addiritturascende dall’auto con un bicchiere e un termos per offrir-ci tè caldo. All’ingresso dell’autostrada poi, ci offrono dipassare gratuitamente. Le ragazze del gruppo, costrette aportare il velo, percepiscono la simpatia e comprensionedelle donne iraniane nascoste completamente sottopesanti chador neri. Insomma, grazie IRAN! Ci haiaccolti con grande entusiasmo. Da ieri ci segue una trou-pe televisiva iraniana che riprende ed intervista i parte-cipanti del gruppo. Domani saremo in televisione e ciriconosceranno lungo la strada come il gruppo degli ita-liani che vengono dalla Cina. Un giornale di Teheran

PERCORSI: 818 KM - PARTITI: 06:00 - ARRIVATI: 21:30SALUTE: SANDRO DE LONGIS È FEBBRICITANTE

PER CAUSE IGNOTE MA È ASSISTITO AMOREVOLMENTE DAL SUO

RIANIMATORE PERSONALE MICHELE DOTT. D’AMBROSIO. IL VICE DIRETTORE DOTT. MARCO CIANCONE COMINCIA A

DARE SEGNI DI CEDIMENTO DA SELLA.VARIE: FRANCO ARDUCA DIMENTICA LA CINEPRESA AD UN DISTRIBUTORE,

MA FORTUNATAMENTE (...) LA RITROVA.

pubblica la notizia del nostro gruppo; l’ambasciatore ita-liano si lamenta di non essere stato informato, ma noiproseguiamo a tappe di 100-150 km verso Tabriz. Tappalunga quella di oggi, oltre 600 km e siamo partiti un po’tardi.Il tramonto ci prende in una splendida gola, con unastrada che invita alla velocità su una lunga serie dicurve. Poi il buio, i camion con i fari abbaglianti, le autosenza fari, i sorpassi allucinanti, e finalmente le luci diTabriz e qui succede di tutto: il Gücia si ferma. non arri-va più benzina e bisogna caricare la moto, il Tenerè diDe Longis s’ingolfa di nuovo, fora lo Yak (AndreaRigazio), mentre Nicola che da 5 ore non si ferma allevarie tappe per paura che la sua frizione scoppi definiti-vamente, ci aspetta nell’albergo. Poi arriviamo in qual-che modo all’albergo, seguendo un ragazzo del posto chesi è reso disponibile spontaneamente a guidare il convo-glio con il suo motorino. Resteremo fino a tarda notte(oltre le due) a lavorare sulle moto. Poi a letto stanchi...stanchissimi.

I CAVALIERI DELL’APOCALISSECONTINUANO LA LORO GLORIOSACAVALCATA (citazione del Gücia)

TABRIZ - DOGUBAYAZIT17 Settembre, Domenica - Incredibilmente, inaspetta-tamente, imprevedibilmente ed instancabilmente siamotutti in sella e ripartiamo verso il Monte Ararat e il con-fine con la Turchia. Tappa breve e sosta lunga alla fron-tiera fra Iran e Turchia, ci vogliono 6-7 ore per passare,anche se il doganiere iraniano ci aveva visti in tv. Laburocrazia è assassina ed inoltre dobbiamo organizzareun pulmino che ci porti il bagaglio fino al confine greco.Andremo a dormire in un campeggio nei pressi diDogubayazit e finalmente, dopo tanto integralismo, cidissetiamo con buone bevute di birra ghiacciata. Perarrivare al campeggio percorriamo un paio di chilometridi strada completamente ricoperta da catrame liquido,rischiando cadute e finendo con moto e macchine com-pletamente imbrattate. I più scrupolosi lavoreranno fino

PERCORSI: 645 KM - PARTITI: 00:00 - ARRIVATI: DOPO IL TRAMONTO

STATO DI SALUTE DEL GRUPPO: STANCHEZZA GENERALIZZATA

VARIE: OGGI È SUCCESSO DI TUTTO

a tarda sera per ripulire i loro mezzi. Dopo l’ennesimosorso di whisky e wodka, ci accampiamo tutti sul pavi-mento del ristorante dove abbiamo mangiato, tuttiinsieme appassionatamente. Ma Osvaldo Berni, detto ilmarinaio soffre del male oscuro che tocca prima o poitutti noi (o quasi) e si butta letteralmente per terra,vestito così come era sulla moto. Lo coccoliamo un po’perché è proprio un personaggio: marinaio per trent’an-ni, ha conosciuto tutti i porti del mondo, assomiglia unpo’ a Kirk Douglas nel film “20.000 leghe sotto i mari”con le sue “... mille storie da raccontar, di donne ardite e difolli amor, un po’ inverosimile è sicuro, ma vere ve lo giuro”.Ma stasera è proprio a terra. La Lidia Cassini, che dormevicino a lui, lo sistema, lo copre e poi insieme gli can-tiamo un a dolce ninna nanna: “Dormi Osvaldo dormi,dormi e fai la nanna...”. Domani sarà ancora, come sem-pre “on the road again”. La luna illumina un minaretoardito proprio sopra di noi e l’indomani scopriremo chesi tratta del famoso castello di Isak Pascià che avevamoin programma di visitare. A notte inoltrata, dalla spogliastanza che ospita gli stanchi centauri s’alza la voce diFabrizio Gianminuti che intona una romanza dalRigoletto. Poi, tutti insieme, “Bella ciao”, “Sul ponte diBerati”... ecc. Poi le note si spengono pian piano, qual-cuno inizia a russare, la nobiltà dorme nei piani alti (itavoli del ristorante), i duri per terra, donne comprese,finché la stanchezza e le abbondanti bevute di wodka ewhisky hanno la meglio sui canti e le battute e uno dopol’altro ci perdiamo nel sonno profondo dei giusti.

BOGUBAYAZIT - AGRIERZURUM - SUSEHRI18 Settembre, Lunedì - È l’alba ed i più mattinieri par-tono per il castello di Isak Pascia per riprendere il primoraggio di sole che illumina il bel complesso in stile turco-curdo-armeno. Altri raggiungono, con una decina dichilometri di sterrato l’altopiano, da dove si gode una

PERCORSI: 326 KM - PARTITI: 9.00 - ARRIVATI: 20.30SALUTE: OSVALDO IN DÉBACLE, MARCO CIANCONE IN CASSA MALATTIA,

GIANLUCA IN NETTA RIPRESA.VARIE: QUI USANO PRIMA INCATRAMARE LE STRADE E POI, DOPO ALCUNI

GIORNI, STENDERE SOPRA IL BRECCIOLINO. PER BEN DUE VOLTE IN

DUE LUOGHI DIVERSI, NELLO STESSO GIORNO, SIAMO STATI

COSTRETTI A NAVIGARCI SOPRA.

La Moschea di Kunya Urgench Il gruppo a Teheran ancora al completo

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Kulczycki Vittorio BMW F 650

De Longis Alessandro Yamaha 1 VJ XT 600Z

Gabrieli Giovanni BMW F 650

Bedeschi Alberto Yamaha TT 600 E

Berni Osvaldo Honda XL PD04

Rapizza Riccardo Honda XL 1000 varadero

Corbo Giovanni BMW R 80 GS

Galli Eugenio Honda transalp XL 600V

Quaranta Giorgio Kawasaki KL 650 AE

Rigazio Andrea Yamaha XT 600

D’Ambrosio Michele Honda XL 600 PD04A

Arduca Franco Honda africa twin 750

Ravanelli Roberto Yamaha XT 550

Agosti Leonardo BMW F 650

Carlini Alberto Honda XRV 750 S

Quartullo Nicola Suzuki GSX 1100

Faganel Dario Honda transalp XL 600V

Giamminuti Fabrizio Honda transalp PD06E

De Franco Giancarlo Honda RD03

Ghezzi Riccardo Honda XR 600

Frascarolo Giovanni BMW R 100 RS

Ciancone Marco Yamaha TT 600 R

Bozzini Massimo BMW R 110 GS

FormentoGaravelli Sandro Toyota Hi-Lux

Angela Christine Toyota HDJ 100 L

Zanetti Augusto Toyota HI-Lux

Giuliani Gianluca Toyota BJ 42

De Vecchis Mauro Toyota HDJ 80

Londi Alessandro Toyota Hi-Lux

Kulczycki Simone Comincini Aldo

Kulczycki Alessandro Cassini Lidia

F. Garavelli Riccardo Vincenzi Giuseppe

Bonato Maurizio (su moto) F. Garavelli Renato

Stragliati Monica Simonetti Raffaello

Montis Manilla Stefania Meazza

SPONSOR

PILOTI MOTO PILOTI 4x4

AL SEGUITO SU 4x4

ITINERARIO KILOMETRICOPAKISTAN

21 AGO LAHORE KM 20

22 AGO LAHORE RAWALPINDI KM 273

23 AGO RAWALPINDI BESHAM KM 300

24 AGO BESHAM GILGIT KM 354

25 AGO GILGIT KARIMABAD KM 110

26 AGO KARIMABAD NALTAR SUST KM 139

CINA

27 AGO SUST KUNJERAB TASHKORGAN KM 207

28 AGO TASHKORGAN LAGO KARAKUL KM 95+40

29 AGO L. KARAKUL KASHI KM 190

30 AGO KASHI KM 20

31 AGO KASHI YARKAND TARSU KM 257+20

1 SET TARSU YARKAND KM 61+15

2 SET YARKAND KASHI KM 196

3 SET KASHI KM

KIRGHJZSTAN

4 SET KASHI TORUGART NARYN KM 349

5 SET NARYN BISHKEK KM 362

KAZAKSTAN – UZBEKISTAN

6 SET BISHKEK TASHKENT KM 592

7 SET TASHKENT SAMARKANDA KM 290

8 SET SAMARKANDA KM 0

9 SET SAMARKANDA BUKHARA KM 285

10 SET BUKHARA KM 0

11 SET BUKHARA KHIVA KM 493

TURKMENISTAN

12 SET KHIVA KUNYA URGENCH KM 177

13 SET KUNYA URGENCH ASHGABAD KM 580

IRAN

14 SET ASHGABAD QUCHAN KM 127

15 SET QUCHAN TEHERAN KM 818

16 SET TEHERAN TABRIZ KM 645

TURCHIA

17 SET TABRIZ DOGUBAYAZIT KM 326

18 SET DOGUBAYAZIT SUSEHRI KM 620

19 SET SUSEHRI BOLO ABANT KM 648

GRECIA

20 SET BOLO ABANT ALEXANDROPOLIS KM 545

21 SET ALEXANDROPOLIS KALAMBAKA KM 577

22 SET KALAMBAKA IGOUMENITSA KM 270

ITALIA

23 SET Arrivo a BARI

TOTALE KM 10.001

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splendida vista del Monte Ararat, con la sua cima coper-ta di ghiaccio che maestoso domina il confine fraTurchia, Armenia e Iran. Dopo la consueta frittatina percolazione, partiamo. Ci aspetta una lunga tappa per...non sappiamo dove arriveremo, ci fermeremo al tramon-to. Il sole scende, la notte cala e ancora non abbiamotrovato né villaggi né città. Proseguiamo quindi a notte inoltrata sino a Susehri, unpaesotto in collina che si appresta ad andare a letto,quando compaiono nella piazza principale le nostre 23moto e le 6 auto: il paese entra in agitazione. In pochiminuti siamo letteralmente accerchiati, mentre cerchia-mo di individuare un albergo, un ristorante, un postosicuro per parcheggiare.Tutti hanno qualcosa da proporre in lingua curda e inturco: è un vero caos. Appare addirittura la telecameradi una tv locale che comincia ad intervistare e riprende-re le stanche facce dei piloti. Fortunatamente interviene la polizia che si fa largo fra lafolla e gentilmente ci impone di raggiungere il parcheg-gio della loro caserma... e un problema è risolto. I poli-ziotti sono in fermento, telefonano a destra e a manca,arriva il capo della polizia, veneratissimo, viene intervi-stato, fa le sue dichiarazioni e ci lascia andare nel risto-rante più “in” della cittadina dove un’abbondantissimadanzatrice-cantante occhieggia, ammicca, tocca e tastaun po’ tutti i maschi e chiede collaborazione alle nostre4 donne. Tappa lunga, stanchezza tanta, è ora di occupa-re i 17 letti ed il pavimento dell’albergo (chissà perché ifurbi hanno sempre un letto ed i nobili no...). Due bagni, poca acqua (nel senso che la mattina nonc’era acqua) e per il secondo giorno non ci laviamo. E glieroi dormono....

PERCORSI: 620 KM - PARTITI: 10.00 - ARRIVATI: 20.00 - FORATURE: 1SALUTE: OSVALDO IL MARINAIO, DOPO LE CONSUETE 50 FLESSIONI

MATTUTINE, VIENE RITENUTO ABILE ED ARRUOLATO

VARIE: UN CAMION FA SCHIZZARE UN SASSO (GROSSO) SOTTO LA MOTO

DI DARIO FAGANEL CHE CI SALTA SOPRA E CERCA DI COLPIRE, FORTUNATAMENTE NON RIUSCENDOCI, IL COMPAGNO DI CORSA

LEO AGOSTI.

SUSEHRI - BOLU - ABANT19 Settembre, Martedì - La polizia viene a cercarci:abbiamo detto di partire alle 7 e alle 7 dobbiamo parti-re. Attraversiamo l’altopiano anatolico orientale adun’altitudine che varia tra i 1700 e i 2000 metri.Paesaggi ampi e grandiosi con alpeggi, valli di fiumitumultuosi, rocce policrome. Fa freddo, un’aria secca epungente che penetra ovunque. Poi il sole ci riscaldasempre più: tappe da 150 km rapide, soste brevi per arri-vare prima del tramonto. Dove? Viaggiamo verso ponen-te e il sole ce lo troviamo proprio in faccia, più scendeall’orizzonte e meno vediamo la strada. Sono due nottiche dormiamo ammucchiati per terra, senza lavarci equesta sera dobbiamo trovare un posto degno (ce lomeritiamo). Con un intreccio di telefonate dal nostrocellulare a Paolo Nugari a Roma e al nostro corrispon-dente turco che è in viaggio tra Ankara ed Istanbul,riusciamo a prenotare 38 posti (Leonardo Agosti ci halasciati oggi, resterà una decina di giorni in Turchia) inun paradiso che per noi ha il nome di Petrokent Club:villette di due piani con camere pulite, una doccia riccad’acqua, un ristorante quasi elegante, il tutto in un boscodi pini nei pressi del Lago Abant. Dalla polvere all’alta-re. Perdiamo contatto con il bus dei bagagli e dalPetrokent telefoniamo in giro per la città di Bolu. Tuttisembrano sapere del gruppo dei motociclisti italiani equindi il pulmino viene rintracciato, arrivano i bagagli,finalmente possiamo cambiarci e lavarci. Supercena buf-fet, vino per tutti, dalle riserve di Christine Angela. Poiin camera ad aggiornare il sito per condividere con inostri amici la nostra grande AVVENTURA.PERCORSI: 648 KM - PARTITI: 07:30 - ARRIVATI: 17:50 - FORATURE: 1SALUTE: MARCO CIANCONE HA TROVATO LA PILLOLA GIUSTA (...) -

RICCARDINO MANGIA SEMPRE PIÙ A SPROPOSITO (VEDREMO

DOMANI GLI EFFETTI)CADUTE: 1 MACCHINA FOTOGRAFICA

VARIE: MENTRE PROCEDEVA AL GRAN GALOPPO, IL PRODE YAK, LASCIATO

APERTO LO ZAINETTO (!!!), PERDEVA LA MACCHINA FOTOGRAFICA

CHE RIMBALZAVA SULL’ASFALTO E DECIDEVA DI TERMINARE ROVI-NOSAMENTE LA SUA CORSA SULLA SPALLA DELL’EROICO, NONCHÉ

SFIGATO, YETI.

BOLU - ABANT - ALEXANDROPOLISRIENTRIAMO IN EUROPA20 Settembre, Mercoledì - Lasciamo le nostre villet-te nel bosco di Abant ed iniziamo la tappa che ci ripor-terà in Europa oltre i Dardanelli, il Bosforo ed il Mar diMarmara. Tappe lunghe ed eccoci su uno dei moderniponti che uniscono l’Europa all’Asia. Un odore di mareormai dimenticato pre annuncia l’arrivo sul ponte(ma non è possibile fermarsi né fare foto o filmati). Mareazzurro, placide barchette alla pesca, una costa nondeturpata... pochi secondi ed eccoci pronti a ricalpesta-re il suolo europeo. Saltiamo Istanbul attraverso la cir-convallazione ed abbiamo la netta impressione di unacittà moderna, enorme e caotica. Almeno 50 km diquartieri moderni, fabbriche, moschee e poi di nuovonella campagna verso il confine di Ipsala. Controlliabbastanza brevi alla frontiera turca (un paio d’ore pernoi ormai sono praticamente niente) e pochi minuti perentrare in Grecia: ormai siamo decisamente tornati inEuropa. La ricerca di un camioncino per il bagaglio sirisolve grazie alla gentilezza ed efficienza di un tassistache con il “suo” telefonino fa in modo che in poco menodi mezz’ora arrivi un camion con sponda idraulica per ibagagli (utile anche per l’eventuale carico di moto). Piùdifficile la ricerca di un albergo: qui sembra sia ancoraaltissima stagione. Poi, infine, finiamo in un campeggioa Alexandropolis con appartamentini sul mare: in pochiminuti ed a notte inoltrata siamo tutti in acqua per unbagno, il primo dopo un mese di viaggio; sguazziamo alungo, poi cena greca (chi vicino al campeggio, chi inpaese) e tutti a letto (in realtà la maggior parte dorme sumaterassini e sacchi a pelo in spiaggia, o quasi, a far dacibo per zanzare fameliche). Domani sveglia alle 5, dob-biamo raggiungere le Meteore.

PERCORSI: 545 KM - PARTITI: 08:30 - ARRIVATI: 19:30 - FORATURE: 1SALUTE: RICCARDINO (COME DOVEVASI DIMOSTRARE - VEDI IERI) ACCUSA

DISTURBI INTESTINALI VARI CHE LO TENGONO (FINALMENTE) UN

PO’ QUIETO (IL GRUPPO RINGRAZIA...)VARIE: MINIMOTO (AL SECOLO ROBERTO RAVANELLI) PENSA BENE DI

ROMPERE IL FILO DELLA FRIZIONE PROPRIO NEL PUNTO DI MAGGIOR

TRAFFICO DELLA TANGENZIALE DI ISTANBUL, È STATO VISTO

SBRACCIARSI IN MEZZO A CAMION FUMANTI CERCANDO DI INTER-CETTARE AUGUSTO PER L’ASSISTENZA (NON NECESSARIA IN QUAN-TO IL FILO NON ERA ROTTO... MA QUESTA È UN’ALTRA STORIA). IL

GÜCIA INVECE RIESCE A FARSI AZZANNARE (...) DA UN CANE

GRECO (O ERA TURCO?): IN OGNI CASO COMPLIMENTI ALLO YETI.

Sosta nel deserto del Karakum

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ALEXANDROPOLIS - KALAMBAKA(METEORE)21 Settembre, Giovedì - Alle 5 in Grecia è ancorabuio pesto, non albeggia nemmeno e alzarsi è veramen-te dura, anche perché, come al solito, siamo rimasti finoalle 2 a chiaccherare. Alle 06:15 arriva il camion e, inbreve, siamo sulla strada. Il sole che sorge ci trova giàcon un centinaio di km fatti. Imbocchiamo la strada perSalonicco e Larissa: tappe da 150 km. A Salonicco cilascia anche Alberto Carlini per raggiungere l’Albaniadove l’aspettano la moglie e la figlia: discorso di com-miato quasi commovente in piedi sul tavolo del bar e lovediamo partire... Sosta per il pranzo e un po’ allo sbara-glio arriviamo tutti a Kalambaka. Ci sistemiamo in 3alberghi diversi di cui uno, di ottima categoria,ci assicu-ra il parcheggio per tutti i mezzi e l’accesso di tutti allapiscina. Tramonto sulle Meteore e ultima cena tuttiinsieme sotto un pergolato d’uva (a Kastraki) con gradi-ti ospiti i prodi triestini Claudio e Furio. Si brinda atutto e a tutti: alle moto (quelle rimaste), alle auto(ancora tutte), alle donne del gruppo (sempre splendi-de), a Maurizio (l’odiato cassiere sempre pronto a chie-dere 200 $), a Mauro (capace di smontare e rimontaremoto e jeep indifferentemente), ad Augusto (carro spaz-zatura che ha raccattato i resti dei prodi centauri inpanne) e a noi tutti. Si fissa l’appuntamento per il gran-de raduno il 21 ottobre a Roma. Brindisi con l’ottimo

Cirò della Cantina San Francesco di Cirò offerto daGiancarlo De Franco: un vino che ha sopportato 45giorni di mare e 30 di scrolloni in giro per l’Asia e, stap-pato qui in Grecia, a fine viaggio, ha conservato tutto ilsuo aroma ed il suo corpo schietto e sincero. Il Güciaimpartisce lezioni di sirtaki un po’ troppo teoriche epoco pratiche per l’assenza delle spade (???) e i più intra-prendenti cercano di dare spettacolo agli avventori grecidel locale a dir poco esterrefatti.

VERSO IL TRAGHETTOPER L’ITALIA22 Settembre, Venerdì - Sveglia caotica, Siamo siste-mati in tre alberghi nella cittadina di Kalambaka, a pocopiù di 200 km. dal traghetto che ci riporterà in Italia.Appuntamento alle 9.30 nel piazzale della GrandeMeteora. Visitiamo uno dei monasteri costruiti sui roc-cioni delle Meteore, poi lentamente iniziamo l’ultimatappa per Igoumenitsa. Superiamo il passo, una serieinterminabili di curve dove tutti ci cimentiamo con pia-cere se non fosse per quell’aria di mare che preannuncial’arrivo al porto...Il tachimetro segna lentamente gli ultimi chilometri...9.970... 10.000... Abbiamo percorso in moto e in autoquasi un quarto della circonferenza terrestre dalPakistan, alla Cina fino a quella nave che ci riporterà inItalia. Il viaggio sta finendo, un marasma di emozioni, disensazioni ci assale e un filo di quella malinconia ches’accompagna ad ogni fine ci fa trattenere il respiro; lamente corre indietro a ricordare un passato che è vici-nissimo ma che è già passato inesorabilmente: le imma-gini delle grandi montagne himalayane, le valli, i fiumivorticosi, i profumi delle strade e dei mercati delPakistan, della Cina, e di tutto l’Oriente, gli odori forti

PERCORSI: 577 KM - PARTITI: 06:30 - ARRIVATI: 17:00SALUTE: OTTIMA, MA TUTTI STANCHISSIMI (OGGI C’ERANO QUASI 40

GRADI!!! ALTRO CHE DESERTI DI TAKLAMAKAN O KARAKUM!)VARIE: RICEVIAMO NOTIZIA DELLA NASCITA DELPICCOLO DI YAK CHE

PRENDE IL NOME DI YAK JUNIOR: AUGURI ALLA MAMMA VIOLA.

e penetranti, i sapori delle cucine di Lahore, di Kashi, diNarin, di Samarkanda, di Ashgabad, di Teheran, gliidiomi sempre incomprensibili delle genti pakistane,uyguri, kirghise, kazake, uzbeke, iraniane, turche e gre-che...., lo splendore dei monumenti di Samarkanda,Bukhara e Khiva, l’immensità dei grandi deserti delTaklamakan, del Kyzylkum, del Karakum, del Dasht elKavir ... tutto vissuto intensamente, tutto si sfilaccia via,si scompone e scompare nel libro della nostra vita perriempire pagine e pagine di ricordi, di ricordi indimenti-cabili, indelebili che racconteremo centinaia di volte ainostri cari, agli amici, ai colleghi, ai nipoti ed ai proni-poti a tutti quanti vorranno condividere con noi la piùgrande di tutte le avventure ma non riusciremo mai atrasmettere l’intensità della nostra esperienza che reste-rà in ognuno di noi gelosamente conservata come unpatrimonio unico e irripetibile della nostra vitaAbbiamo vissuto per 34 giorni come una comunitànomade spostandoci attraverso nove paesi: 41 personeunite dalla stessa passione e dalla stessa determinazione,41 sconosciuti che, fin dalle prime tappe, hanno saputoe voluto trovare un’armonia, un’unità di intenti, unsenso di collaborazione che ha trascinato tutti e tuttoverso la meta, nessuno escluso, perché chi dubitava, chitentennava minimamente è stato travolto gioiosamenteda una suggestione collettiva fatta di amicizia e collabo-razione che è stata l’anima del nostro viaggio. E le 23moto e le 6 auto, fedeli compagne di viaggio con il lorocuore d’acciaio, hanno sofferto come e più di noi, su peri passi a quasi 5000 metri, dove l’ossigeno scarseggiavaed esse ansimavano su per i tornanti, soffrivano mariuscivano a passare, e poi sulle tormentate strade delTorugart e del Karakum, al caldo e al freddo, hannodigerito benzina di ogni specie dai 70 ai 98 ottani, sem-pre pronte al mattino a ripartire... e sono arrivate tuttecon le catene stiracchiate, le gomme consunte, ammac-cature, cigolii, lamenti ma sono arrivate tutte, le nostreamatissime compagne di viaggio. E al porto ci dobbiamoinfine dividere: chi parte per Bari, chi per Ancona e chiper Trieste e l’abbraccio è forte e lungo, lunghissimo tal-volta per nascondere una commozione che non riuscia-mo a trattenere... il viaggio è finito, torniamo a casa, maprima o poi tutti, inevitabilmente, inesorabilmente,appassionatamente ci ritroveremo come sempre “ON THE ROAD AGAIN FOR EVER”.

PERCORSI: 270 KM - PARTITI: 11:00 - ARRIVATI: 17:00 ALLA SPICCIOLATA

STATO DI SALUTE DEL GRUPPO: DECONCENTRATO

VARIE: VITTORIO PARTE PER PRIMO E IMBOCCA LA STRADA PER

L’ALBANIA, SE NE ACCORGE DOPO 30 KM E RITORNANDO

RECUPERA ANCHE DARIO.

Il castello di Isak Pascia

Campo curdo in Turchia

Dedico questo mio viaggio alla luna e ad una vecchia motocicletta lasciata a casa. V.K.

Page 16: ASIA RAID 2000 - Viaggi Avventure nel Mondo · montagna ed i giochi di luci e di ombre che gli ultimi raggi del sole disegnano sulle sue tormentate pareti di neve e di ghiaccio. La

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IRAN RAID MOTO 4X4Raid in moto da strada ed auto dal Golfo Persico all’Italia: una prima con i veicoli spediti via nave

e il ritorno via terra attraverso le località più interessanti dell’antica Persia. Viaggio di 3 settimane.

Partenze da giugno a ottobre

Un raid che propone agli appassionati piloti di moto e auto un’esperienza nuova e di grande interesse culturale,un’idea nata mentre percorrevamo le splendide autostrade iraniane ai margini del grande deserto Dasht e Kavir eguardavamo verso sud, verso i tesori più preziosi di questo paese, l’Iran che abbiamo riscoperto ospitale e gentilee di cui avremmo voluto vedere molto di più… ed allora perché non organizzare un viaggio ad hoc, con moto dastrada (anche con due occupanti) e auto di ogni tipo? Ed allora eccoci di nuovo in viaggio per Genova dove riempiremo i container che raggiungeranno il porto iranianodi Bandar e Abbas e dove i piloti arriveranno in aereo. Da qui non avremo che risalire verso Teheran e scoprire ilfascino di questo paese: cominceremo con la fortezza di Bam (quella del film “Il deserto dei Tartari”) poi Kerlman eShiraz per la visita all’antica Persepolis e Pasargade, poi zigzagando tra est ed ovest Yazd e Isfahan con le sue sfa-villanti cupole in maioliche verde-azzurro, i suoi minareti ed i suoi suq. Kasham e la città santa di Qum quindiTeheran la capitale con la vetta del Demavand che la domina dai suoi 6000 m. Imbocchiamo l’autostrada per Tabrize proseguiamo verso il Monte Ararat che segna il confine tra Iran e Turchia ed abbiamo di fronte la Turchia tutta dascoprire vedremo se prendere la strada del Nord per il Mar Nero o se scendere per il Lago Van per Dyarbakir e ilNemrut Dag per poi traversare la Cappadocia per Ankara Istanbul e il traghetto che dalla Grecia ci riporterà in Italiao puntare su Izmir (Smirne) e prendere la nave traghetto direttamente per l’Italia. Vedremo.

Dall’esperienza di Asia Raid 2000 nascono nuovi affascinati progettidi viaggio

MARCO POLO 2001Dal Pakistan all’Italia via terra con minibus

con autista in un mese

Periodo di partenza giugno, luglio, agosto

Ripropone lo stesso identico itinerario dell’AsiaRaid realizzato con pulmini locali con autista cheincontreranno il gruppo alle frontiere. Il viaggiopotrà essere realizzato in un mese completo conpartenza dall’Italia per Lahore o Islamabad inaereo quindi in pulmino, la Karakorum Highwayper il Passo Kunjerab, l’ingresso in Cina, il LagoKarakul e il Muztag Ata, Kashgar e il suo mercato,il Passo Torugart per il Kirghizstan poi la via per lavalle di Osh e Tashkent oppure in alternativa quel-la per Naryn e Bishkek. Poi l’Uzbekistan conSamarkanda, Bukhara e Khiva e il passaggio inTurkmenistan per la visita della sconosciuta KunyaUrgenc e la traversata del Deserto del Karakumfino a Asghabad. Attraverso il Turkmenistan rag-giungeremo prima Krasnovodsk (Turkmenbasi) poiin battello sul Mar Caspio Baku in Azerbaijan,Tiblisi, Batumi in Georgia poi il confine con laTurchia a Hopa, la lunga galoppata attraverso laTurchia, Istanbul, le Meteore e il traghetto che daIgoumenitsa ci riporterà in Italia. In alternativa l’iti-nerario attraverso l’Iran da Ashgabad a Quchan,Teheran, Tabriz e il confine turco. E non sarà unafolle corsa ma avremo tempo di visitare bene tuttoquanto andremo incontrando per poter gustare inpieno il fascino unico di questa grande traversata.

HILAMAYA MOTO RAID 4X4Una nuova Prima dal Pakistan, alla Cina, al Tibet, al Nepal in moto e auto e 4X4

scavalcando per ben due volte la catena himalayana in tre settimane

Periodo di partenza dopo il 20 agosto

Un nuovo straordinario itinerario che inizierà a Genova dove imbarcheremo moto e auto per il Pakistan, poi il voloche ci porterà a Lahore da dove, ritirati i mezzi imboccheremo la Karakorum Highway per scavalcare l’Himalaya alPasso Kunjerab e raggiungere Kashgar passando per il Lago Karakum, poi imboccheremo la nuova strada checosteggia l’immenso bacino del Deserto del Taklamakan, lambendo i contrafforti della catena montuosa del KunLun, per raggiungere le famose Grotte di Dunhuang e quindi Golmund, la “porta del Tibet”, da dove inizieremo asalire il primo passo oltre i 5000 m. per raggiungere Lhasa, “la città proibita” capitale spirituale del Tibet.Visiteremo i monasteri di Drepung, Ganden e Sera poi su verso gli alti passi himalayani, il Karo La oltre 5040m, poiGyantse, Shigatse, l’ultimo passo, il Lakpa La 5220m e Tingri l’escursione a Rombuk alla base del Mt. Everest; ecominciamo a scendere per i tornanti che partono al Ponte dell’Amicizia e siamo in Nepal, raggiungiamo Kathmandudove troveremo il container da riempire con moto e auto per la spedizione in Italia attraverso Calcutta. A noi nonresta che visitare la città e la valle e prendere il volo per l’Italia. Di comune accordo con il corrispondente in Cina ci porteremo le tende e la sua squadra di assistenti provvederà apreparare i pasti caldi quando decideremo di dormire fuori delle grandi città dove invece i pernottamenti saranno inalberghetti e i pasti in ristorantini, ciò ci permetterà di contenere al massimo la quota di partecipazione.

ASIA MOTO RAID 4X4 2001Ripetizione dell’Asia Raid 2000

Periodo di partenza dopo il 20 Agosto

Ripropone lo stesso itinerario del raid effettuatonel 2000 con due possibili varianti che potrebberofar risparmiare un buon migliaio di chilometri : 1) da Kashgar passando per il Passo Irkesham traCina e Kirghizstan da dove si proseguirebbe per lacittadina di Osh e la Valle Fergana per raggiungereTashkent 2) l’itinerario dal Turkmenistan (Ashgabad) allaTurchia evitando l’Iran e passando per Mar Caspio,Baku, Tiblisi e il confine turco di Hopa.. La duratapotrebbe così essere ridotta a un mese contro i 34giorni del viaggio appena effettuato.Il fascino di questa traversata ha un valore uniconella storia della vita di un motociclista o un pilo-ta di 4X4, un’impresa indimenticabile da riporrenello scrigno dei nostri ricordi migliori.

… E L’AMERICA ?Non vi preoccupate abbiamo già richiesto il

costo dei noli mare container per arrivare a

Guayaquil in Ecuador con ritorno da Buenos

Aires. E da Guayaquil a Buenos Aires c’è il Peru,

la Bolivia, il Cile tutto da fare in moto e auto

….. ma questo è tutto un altro continente!

I LETTORI CHE FOSSERO INTERESSATI A QUESTI PROGETTI

POTRANNO RICHIEDEREAGGIORNAMENTI SULLA STATO

DI ORGANIZZAZIONE DEI DIVERSIVIAGGI ALLA REDAZIONE

Un‘esperienza come quella vissuta dal gruppo di 41 persone che in 34 giorni ha percorso i 10.000

km da Lahore in Pakistan a Igoumenitsa in Grecia, attraverso 10 paesi, non lascia solo indelebili

ricordi di bellezze naturali ed artistiche ma fa scattare un ingranaggio mentale che inevitabilmente

ci porta ad ipotizzare nuovi progetti per viaggi e raid da programmare nel prossimo futuro.

In effetti la relativa facilità a spedire mezzi (moto e auto) via nave/container ed a ritirarli una

volta a destinazione, filtrando attraverso una burocrazia che si è dimostrata meno difficile di

quanto previsto, l’efficienza dimostrata dai corrispondenti nel rispettare gli appuntamenti ai punti

di confine, la possibilità di applicare delle formule alternative per i viaggi in Cina, in breve

la positiva esperienza di Asia Raid 2000 rende realizzabili itinerari di indiscusso fascino,

che vorremmo condividere con voi anche in questa prima fase organizzativa. E cominciamo con: