ASCOLTO - bottegarte.eu 2017.pdf · Le Colline del territorio candidato sono un esempio di...

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anno XV 13 febbraio 2017 N. 222 Il Botteghino Fondato nel 2002 Edito da: gruppo editoriale e culturale “BottegARTE” - Bruxelles email: [email protected] sito: www.bottegarte.eu Direttore e redattore responsabile: Vito Laraspata Invio telematico: Elisa Piunno Grafismo, foto: Catherine Bourdeau Archivio: Ortensia Semoli Corrispondenti dall’Italia: M.T. Prestigiacomo e Franca Caputo Agenzie stampa: ANSA AGI - NIP Adnkronos - 9 colonne - Inform ATTENZIONE: In conformità con le nuove disposizioni in materia d'invii telematici in vigore dal 1° gennaio 2004 (Testo Unico sulla tutela della privacy emanato con D.L 196/2003 pubblicato sulla G.U. n. 174), con la presente chiediamo l'autorizzazione a spedirVi via 'e-mail' le informazioni culturali tramite il presente bollettino. Poichè la nostra rivista viene inviata gratuitamente, la vostra autorizzazione s'intende approvata tramite 'silenzio-assenso'. Chi vuole essere cancellato dalla nostra lista, può inviare un messaggio con scritto semplicemente CANCELLAMI a: [email protected] IMPORTANTE: Gli articoli non firmati sono tratti dalla diffusione delle diverse agenzie giornalistiche o da comunicati stampa. La responsabilità del loro contenuto rimane esclusivamente della fonte. La Redazione si riserva la facoltà di fare una cernita del materiale da pubblicare secondo criteri di buon gusto ed educazione, rispetto ed interesse generale, che non risultino offensivi della dignità e della reputazione di chicchessia. Le collaborazioni e gli articoli sono forniti gratuitamente e in modo del tutto benevolo. Appuntamento sul nostro sito: www.bottegarte.eu La data di pubblicazione è verso il 15 di ogni mese I SEGRETI DEL BUON ASCOLTO Sapere ascoltare non è semplicemente stare zitti quando qualcuno sta parlando. Un buon atteggiamento di ascolto si basa su almeno una di queste volontà e "intenzioni": voler comprendere l'altro, avere piacere di ascoltare l'altro, imparare qualcosa dall’altro, aiutarsi a vicenda. Una chiave del buon ascolto è la nostra intenzione e la nostra voglia di ascoltare. La prova? Quando ci piace ascoltare qualcuno parlare, o quando si imparano alcune cose interessanti ascoltando, si adotta spontaneamente e naturalmente un giusto atteggiamento di ascolto. Dunque, sappiamo tutti ascoltare! Allora perché ascoltare può essere così difficile? Spesso, quando “ascoltiamo”, la nostra intenzione profonda non è di ascoltare. Dei parassiti vengono ad occupare il no- stro ascolto con altre “intenzioni" come: - far finta di ascoltare, affinché l'altro ci trovi simpatico e cordiale; - essere interessati solo ad alcune parti dell’informazione e ignorare tutto il resto; - fare buona impressione e preparare, quindi, la replica; - cercare i punti vulnerabili dell’altro per meglio attaccarlo dopo, ecc. La lista è lunga! Ascoltare male succede a tutti. Diventa, invece, un problema a partire dal momento in cui noi constatiamo che siamo più spesso in una situazione di "pseudo-ascolto", con intenzioni parassitarie, piuttosto che in situazione di ascolto armonioso con gli altri. Il vero ascolto, cioè quello con una reale intenzione: comprensione, avere piacere, apprendimento, aiuto, influenza positivamente il clima di comunicazione con gli altri. v.l. “Una civilizzazione che non è in grado di risolvere i problemi sollevati dal suo funzionamento, è una civilizzazione decadente” Aimé Césaire (1913-2008) PALERMO CAPITALE DELLA CULTURA 2018 Lo ha annunciato il 31 gennaio il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini. A concorrere per il titolo insieme al capoluogo siciliano, le città di Alghero, Aquileia, Comacchio, Ercolano, Montebelluna Recanati, Settimo torinese, Trento e l'Unione dei comuni elimo- ericini (Buseto Palizzolo, Custonaci, Erice, Paceco, San Vito Lo Capo e Valderice). Dal premio la città riceverà un milione di euro e l'esclusione dal patto di stabilità delle spese per gli investimenti necessari per realizzare i progetti. Il ministro ha annunciato, tra l’altro, che "nel 2018 verrà designata la capitale italiana del 2020 che avrà quindi due anni a disposizione per realizzare al meglio il progetto".

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anno XV 13 febbraio 2017 N. 222

Il Botteghino Fondato nel 2002

Edito da: gruppo editoriale e

culturale “BottegARTE” - Bruxelles

email: [email protected]

sito: www.bottegarte.eu

Direttore e redattore

responsabile:

Vito Laraspata

Invio telematico: Elisa Piunno

Grafismo, foto: Catherine Bourdeau

Archivio: Ortensia Semoli

Corrispondenti dall’Italia:

M.T. Prestigiacomo e Franca Caputo

Agenzie stampa: ANSA – AGI - NIP

Adnkronos - 9 colonne - Inform

ATTENZIONE: In conformità con le

nuove disposizioni in materia d'invii

telematici in vigore dal 1° gennaio 2004 (Testo Unico sulla tutela della privacy

emanato con D.L 196/2003 pubblicato

sulla G.U. n. 174), con la presente chiediamo l'autorizzazione a spedirVi via

'e-mail' le informazioni culturali tramite il

presente bollettino. Poichè la nostra rivista viene inviata gratuitamente, la

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Chi vuole essere cancellato dalla nostra

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IMPORTANTE: Gli articoli non firmati

sono tratti dalla diffusione delle diverse agenzie giornalistiche o da comunicati

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una cernita del materiale da pubblicare secondo criteri di buon gusto ed

educazione, rispetto ed interesse generale,

che non risultino offensivi della dignità e della reputazione di chicchessia.

Le collaborazioni e gli articoli sono

forniti gratuitamente e in modo del tutto benevolo.

Appuntamento

sul nostro sito:

www.bottegarte.eu

La data di pubblicazione è

verso il 15 di ogni mese

I SEGRETI DEL BUON

ASCOLTO Sapere ascoltare non è semplicemente

stare zitti quando qualcuno sta

parlando. Un buon atteggiamento di

ascolto si basa su almeno una di

queste volontà e "intenzioni": voler

comprendere l'altro, avere piacere di

ascoltare l'altro, imparare qualcosa

dall’altro, aiutarsi a vicenda.

Una chiave del buon ascolto è la

nostra intenzione e la nostra voglia di

ascoltare. La prova? Quando ci piace

ascoltare qualcuno parlare, o quando

si imparano alcune cose interessanti

ascoltando, si adotta spontaneamente

e naturalmente un giusto

atteggiamento di ascolto. Dunque,

sappiamo tutti ascoltare!

Allora perché ascoltare può essere

così difficile? Spesso, quando

“ascoltiamo”, la nostra intenzione

profonda non è di ascoltare. Dei

parassiti vengono ad occupare il no-

stro ascolto con altre “intenzioni"

come: - far finta di ascoltare, affinché

l'altro ci trovi simpatico e cordiale; -

essere interessati solo ad alcune parti

dell’informazione e ignorare tutto il

resto; - fare buona impressione e

preparare, quindi, la replica; - cercare i

punti vulnerabili dell’altro per meglio

attaccarlo dopo, ecc. La lista è lunga!

Ascoltare male succede a tutti.

Diventa, invece, un problema a partire

dal momento in cui noi constatiamo

che siamo più spesso in una situazione

di "pseudo-ascolto", con intenzioni

parassitarie, piuttosto che in situazione

di ascolto armonioso con gli altri.

Il vero ascolto, cioè quello con una

reale intenzione: comprensione, avere

piacere, apprendimento, aiuto,

influenza positivamente il clima di

comunicazione con gli altri.

v.l.

“Una civilizzazione che non è in grado di risolvere i

problemi sollevati dal suo funzionamento, è una

civilizzazione decadente” Aimé Césaire (1913-2008)

PALERMO CAPITALE DELLA CULTURA 2018

Lo ha annunciato il 31 gennaio il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario

Franceschini. A concorrere per il titolo insieme al capoluogo siciliano, le città di Alghero, Aquileia,

Comacchio, Ercolano, Montebelluna Recanati, Settimo torinese, Trento e l'Unione dei comuni elimo-

ericini (Buseto Palizzolo, Custonaci, Erice, Paceco, San Vito Lo Capo e Valderice).

Dal premio la città riceverà un milione di euro e l'esclusione dal patto di stabilità delle spese per gli

investimenti necessari per realizzare i progetti.

Il ministro ha annunciato, tra l’altro, che "nel 2018 verrà designata la capitale italiana del 2020 che avrà

quindi due anni a disposizione per realizzare al meglio il progetto".

13 febbraio 2017 p. 2

LA PIZZA PIÙ LUNGA DEL

MONDO DI NAPOLI

NEL GUINESS DEI

PRIMATI

L’edizione 2017 del libro del Guinness World Record, nella seconda

pagina che riporta i nuovi record registrati in tutto il mondo, trova ampio

spazio l’impresa della “Pizza più lunga del mondo” del 18 Maggio 2016,

giorno in cui 5 forni a legna appositamente progettati e costruiti

esclusivamente per l’occasione, riuscirono a cuocere 1853,88 mt. di pizza

superando il precedente record raggiunto a Milano durante Expo 2015.

“Il record mondiale della pizza più lunga del mondo non poteva che

essere della nostra città” ha dichiarato l'Assessore alle Attività

Produttive Enrico Panini “Ricordo con molto entusiasmo la giornata del

18 Maggio, quando sono stati cotti più di 1800 metri di pizza in uno degli

scenari più suggestivi del mondo, il lungomare di Napoli. Questo

riconoscimento ha un valore inestimabile per la città in quanto mette

all'attenzione mondiale l'immagine del prodotto locale per eccellenza,

quello in cui si riflettono perfettamente le identità, le radici e i percorsi

di vita delle persone della nostra terra”.

“Chi vuol esser lieto sia, del doman

non v’è certezza” (Lorenzo de’ Medici)

LINGUE: MILANESI

PROMOSSI CON LA

MEDIA DEL 6/7

Secondo un’indagine della Camera di commercio di Milano su 400

persone, la maggior parte degli intervistati, il 61% conosce il vero

significato del “Blue Monday” (il terzo lunedì del mese di gennaio

comunemente noto come il giorno più triste dell’anno) e l’85,4% sa

cosa aspettarsi durante il “Black Friday” (la giornata successiva al

Giorno del ringraziamento che tradizionalmente dà inizio alla stagione

dello shopping natalizio).

Piuttosto ferrati anche nelle espressioni grammaticali: circa il 70%

traduce correttamente “sono d’accordo con te” (I agree with you) e “le

persone sono” (people are). Meno abili nell’utilizzo dei cosiddetti

“false friends”, come nel caso del termine “to firm up” (“rassodare”) è

tradotto correttamente dal 33,6% degli intervistati, mentre il 29% è

convinto che “la società di” sia il vero significato di questa parola.

Lingue importanti per i milanesi: voto 8 da 1 a 10 alla necessità di

conoscerle. Ma danno voto 6 alla diffusione effettiva. Vorrebbero

rafforzare la conoscenza a scuola (26%) e negli uffici pubblici (24%).

Ai primi posti tra le lingue straniere più conosciute dai milanesi:

l’inglese (72,1%), il francese (46,7%), lo spagnolo (21%), il tedesco

(12,6%) e il russo (1,8%). Il 19,2% degli intervistati parla solo italiano.

I milanesi vorrebbero sapere di più inglese e cinese. Per la maggior

parte degli intervistati (67,2%) l’inglese dovrebbe essere più diffuso di

ora, seguito dal cinese (17%), l’arabo (11,3%), il russo e lo spagnolo

(10%), il tedesco (7,4%) e il francese (5,6%).

L’ITALIA CANDIDA

IL PAESAGGIO

DEL PROSECCO

A PATRIMONIO UNESCO

L’area candidata, tra Valdobbiadene e Conegliano,

racchiude la zona di produzione del Prosecco

DOCG

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto

che la Commissione Nazionale italiana per l’Unesco ha deliberato

all’unanimità la candidatura italiana per il 2017-2018 nella Lista

dell’Unesco dei patrimoni mondiali dell’umanità del paesaggio

vitivinicolo del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene.

Le Colline del territorio candidato sono un esempio di paesaggio

culturale evolutivo, caratterizzato cioè da un processo continuo,

evolutosi nella storia, attraverso il quale la comunità locale, la sua

cultura artistica e le tecniche produttive si sono organizzate in risposta

a caratteristiche dell’ambiente fisico del tutto particolari. “Con questa

candidatura – ha commentato il ministro Maurizio Martina - vogliamo

affermare il grande valore culturale e ambientale che la nostra

agricoltura riveste in special modo in territori eccezionali come le

colline di Conegliano e Valdobbiadene. Allo stesso tempo rafforziamo

il posizionamento a livello di mondiale di una delle produzioni

vitivinicole più pregiate e apprezzate del nostro Paese”.

Nella zona si estendono circa 5.000 ettari di vigneto su cui operano

oltre 3.000 agricoltori. 20 poli museali, numerosi itinerari di interesse a

carattere storico ed enogastronomico, tra cui la prima strada del vino

inaugurata nel 1966. Sono 79,2 milioni le bottiglie di vino certificato

come DOCG, corrispondente a 593.798 ettolitri, prodotte nel 2014 in

centinaia di unità produttive caratterizzate prevalentemente da piccole

aziende agricole.

made in Italy

A BRUXELLES

Il 17 febbraio 2017

Come strumento di animazione del territorio

La Carovana europea della legalità arriva alle

Istituzioni europee

Dopo i tragici attentati nell'Unione Europea, in particolare a Parigi e a

Bruxelles, i media di tutto il mondo si sono concentrati su alcuni luoghi

specifici, con il rischio di stigmatizzarne popolazioni, in particolare i

giovani. Allo stesso tempo, l'Unione Europea, che aveva creato tante

speranze, si sta allontanando sempre più dai suoi cittadini. Molto spesso è

vista come una torre d'avorio senza collegamenti con la società civile, anche

a Bruxelles, dove la maggior parte delle Istituzioni hanno le proprie sedi.

La Carovana europea della legalità è uno straordinario strumento di

animazione del territorio. Si concentra sulle questioni relative alla

democrazia, alla partecipazione e alla resistenza contro ogni forma di

manipolazione.

La Carovana collabora strettamente, da 5 anni, con la ‘Ligue de

l'enseignement’ in Francia, per una lotta sempre di attualità per la legalità

democratica.

Da una ventina di anni, la lotta contro la criminalità organizzata non è più

basata esclusivamente sulle attività di repressione, ma anche e soprattutto

sulle attività di prevenzione a carattere educativo e culturale. È infatti

essenziale fare in modo che le organizzazioni criminali non possano

beneficiare di alcuna comprensione, che altrimenti permetterebbe loro di

acquisire una forma di "protezione" da parte della popolazione locale.

Date le similitudini (bacino di reclutamento, solidarietà tra gli

appartenenti, metodi violenti, finanziamenti, ecc.) tra questi nefasti

fenomeni (criminalità organizzata e fondamentalismi violenti), i metodi

consolidati della lotta al crimine organizzato possono essere utilizzati

anche per la lotta contro i fondamentalismi violenti. Questa lotta deve

essere condotta a tutti i livelli decisionali.

Nell'ambito dell'arrivo della Carovana europea della legalità, i giovani, i

loro insegnanti e gli operatori socio-culturali discuteranno del problema

del fondamentalismo violento con i responsabili politici ai differenti livelli

decisionali. Potranno così fare proposte per realizzare una rete europea di

attori della società civile coinvolti nella lotta contro la radicalizzazione e

nella promozione della legalità. La rete deve diventare un baluardo contro

la criminalità organizzata, il terrorismo, le discriminazioni e le paure.

Italia e italiani

carovana europea

curiosità

13 febbraio 2017 p. 3

”Le radici della cultura sono amare,

ma i frutti sono dolci” (Aristotele)

ANTONIETTA DE PACE PASSIONARIA DEL PROFONDO SUD

Rinchiusa in uno stanzino di un metro quadrato. Senza potersi

sdraiare, lavarsi, uscire davanti al ghigno del commissario

Campagna che la costringe a lunghi interrogatori per farle

confessare di essere una sovversiva.

Donne d’Italia

Ma lei, Antonietta De Pace, sa che la polizia borbonica non ha prove. I due

proclami di Mazzini che si portava in petto li ha appallottolati e mangiati

quando, il 26 agosto 1855, ha visto i gendarmi entrare in casa di Caterina

Valentino, per arrestarla. Loro sospettano che sia una delle tante affiliate

della Giovine Italia. Invece lei ne è, nel Meridione, uno degli ingranaggi

più importanti. Da quando il fratello di Caterina, il mazziniano

Epaminonda Valentino, cognato di Antonietta, è morto in carcere dopo la

repressione borbonica dei moti del ‘48, lei ha preso in mano tutta la rete

cospirativa che lui aveva intessuto, da oltre un decennio, tra il Salento e

Napoli. A dare battaglia al suo fianco tutta la mente pensante della Giovine

Italia pugliese che, solo un decennio prima, la guardava con sospetto

quando il cognato Epaminonda la portava alle loro riunioni segrete.

Antonietta sentiva di potere combattere la sua battaglia contro le ingiustizie

sociali la cui necessità si era rivelata in lei a 13 anni, quando aveva

conosciuto la miseria dei contadini di Ugento.

Antonietta vive da vicino la disperazione di questi derelitti. Inizia a

studiare testi di legge, matura una coscienza sociale che ora, nelle riunioni

segrete di Epaminonda, si innesta sulla sua tempra rivoluzionaria, della

quale darà prova, a 30 anni, sulle barricate di Napoli. I compagni salentini,

negli anni, hanno imparato a conoscere la vera natura, indomita e

battagliera, che si cela dietro il dolce volto della gran dama. Malgrado

abbia visto come l’artiglieria borbonica abbia avuto la meglio in solo

un’ora sui rivoltosi delle barricate di via Toledo, Antonietta non si mostrerà

affatto abbattuta. E subito tornerà in Puglia, comincerà per sollevare la

rivolta che scoppierà poche settimane in terra d’Otranto, organizzando in

prima persona il circolo patriottico di Lecce con il cognato Epaminonda,

Bonaventura ed il duca Sigismondo Castromediano.

Ma anche qui calerà presto il feroce pugno della repressione. Solo un

anno dopo il cognato morirà, a 38 anni, tra le braccia di Castromediano,

in una fetida cella del carcere leccese dell'Udienza, invocando aria,

soffocato da una crisi cardiaca. Anche in questo frangente Antonietta,

sfuggita all’ondata di arresti nel Salento, non si dà per vinta. Fingendo

relazioni sentimentali e familiari, riesce ad entrare nel carcere di Procida

per ricevere, insieme alla biancheria di detenuti conniventi, preziose

informazioni dai compagni incarcerati.

Antonietta scrive messaggi cifrati. Gli stessi che la polizia borbonica,

all’epoca del suo arresto, nel torrido agosto del 1855, trova nella sua cella

nel convento di San Paolo, dove figura come insospettabile corista. Viene

quindi rinchiusa nel carcere di S. Maria ad Agnone. Ne esce 46 volte per

deporre al processo che la vede imputata per cospirazione repubblicana.

Un processo che fa epoca. Quando l’accusa chiese la condanna a morte il

popolo gridò all’infamia, le potenze estere ritirarono i loro ambasciatori

per protesta, lasciando a Napoli solo agenti consolari. Tre giurati su sei si

pronunciarono contro la condanna e Antonietta venne liberata.

Fin dal 1857 riattiva il suo gruppo femminile, mettendolo in diretto

collegamento con il comitato mazziniano genovese. Nel 1859 lascia la

casa del cugino e si fa più ardita. La spedizione dei Mille ormai si

avvicina. Insieme a Beniamino si lancia anima e corpo nella raccolta di

fondi e adesioni. E i due scoprono di amarsi.

Dopo la breccia di Porta Pia Antonietta fonda a Napoli un Comitato di

donne per l’annessione di Roma al regno d'Italia. Paolo Emilio Imbriani,

eletto sindaco di Napoli, nella sua riforma dell’istruzione, la vuole

ispettrice scolastica. E negli anni successivi, con Beniamino intanto

diventato assessore all’Istruzione a Napoli, si dedicherà in particolare a

sostenere l’educazione delle donne, via primaria per la loro

emancipazione. Questi ed altri episodi sulla vita di Antonietta li ha

tramandati lo stesso Beniamino in un diario in cui l’innamorato marito

narra di come Antonietta le muore tra le braccia, nella villa estiva di

Portici, a 76 anni, uccisa da una forte bronchite.

CORSI DI LINGUA E CULTURA ITALIANA

All'Università Sapienza di Roma

dal 3 al 15 luglio corsi di lingua e cultura italiana per stranieri

Sino al 16 aprile sono aperte le iscrizioni alla Sapienza Summer School,

che prevede anche visite guidate ai principali luoghi artistici e monumentali della capitale

Sono aperte le iscrizioni ai corsi di lingua e cultura italiana per stranieri che si svolgeranno all'Università Sapienza di Roma 3 al 15 luglio 2017. I

corsi sono rivolti a studenti stranieri che vogliono avvicinarsi al patrimonio culturale italiano, utilizzando le competenze e le professionalità della

Facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza. L'iniziativa, denominata Sapienza Summer School, prevede due corsi paralleli, tra loro indipendenti,

uno con didattica in lingua italiana e uno con didattica in lingua inglese, entrambi con test finale di valutazione. Il progetto didattico prevede la

stretta correlazione fra le seguenti attività: conferenze tenute da docenti della Sapienza, corsi di lingua e cultura italiana, visite guidate ai principali

luoghi artistici e monumentali di Roma, con partecipazione attiva degli studenti. La scadenza per l’invio delle domande di iscrizione è il 16 aprile

2017. La modulistica e le informazioni utili su costi e programmi sono disponibili all'indirizzo: http://en.uniroma1.it/study-us/summer-school.

DIANA THEODOLI PALLINI : CAVALIERE DEL LAVORO

Un cavaliere del lavoro che arriva da Grosseto. È stata Presidente di Confagricoltura di quella città. Diana Theodoli Pallini, 59

anni, è sposata e ha due figli. Nata a Milano, vive a Roma ed è laureata in filosofia. Essere cavaliere al merito del Lavoro

significa beneficiare di una delle più alte onorificenze, provenienti dalle mani stesse di Giorgio Napolitano, (ex Presidente della

Repubblica).

Ma in quali attività ha potuto dimostrare di valere? L’agricola Diana conduce tre aziende agricole nel grossetano insieme alla sua

famiglia, ed una nel comune di Roma, con indirizzo cerealicolo e zootecnico, dotata anche di un agriturismo. Il cavallo di

battaglia dell’impresa sono la bufala e la vacca maremmana.

13 febbraio 2017 p. 4

L’Italia si conferma uno tra i paesi più longevi d’Europa, anche se la

qualità della sopravvivenza (misurata con la speranza di vita senza

limitazioni a 65 anni), seppure in miglioramento, resta sotto la media

europea. Lo si legge sul Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes)

dell’Istat. Nel 2015 la vita media alla nascita è scesa leggermente, da 82,6

a 82,3 anni.

Le cause vanno ricondotte a una combinazione di elementi: oscillazioni

demografiche e fattori congiunturali di natura epidemiologica e ambientale

che hanno comportato un aumento dei decessi nella popolazione più

anziana, peraltro osservato in diversi paesi europei. L’incremento della

mortalità non ha avuto conseguenze sulla qualità degli anni da vivere. Se

rimane stabile la speranza di vita in buona salute alla nascita (58,3 anni)

migliora sensibilmente la speranza di vita priva di limitazioni nelle attività

a 65 anni (da 9,2 del 2013 a 9,7 del 2015).

La mortalità infantile continua a diminuire (da 30 decessi ogni 10mila nati

vivi del 2012 a 29,6 del 2013), soprattutto tra i bambini di genitori

stranieri. La riduzione è sintesi di andamenti diversi a livello territoriale: il

tasso si riduce nel Mezzogiorno mentre aumenta nel Centro e, in

particolare, nel Lazio e nelle Marche. Diminuiscono anche la mortalità dei

giovani per incidenti da mezzi di trasporto (da 0,8 ogni 10mila residenti di

L’ITALIA TRA I PAESI PIÙ LONGEVI

MA SOTTO LA MEDIA UE

15-34 anni del 2012 a 0,7 del 2013) e la mortalità per tumore nelle fasce

centrali d’età (da 8,9 a 8,6 ogni 10mila residenti tra i 20 e i 64 anni), in

particolare tra gli uomini. Infine il tasso di mortalità per demenza e

malattie del sistema nervoso delle persone anziane, molto più alto al Nord

che nel resto d’Italia, cala per la prima volta (da 27,3 a 25,8 per 10mila

persone di 65 anni e più).

Tra i risultati positivi sono da rilevare la partecipazione alla scuola di

infanzia, che supera il 92% per i bambini tra i 4 e i 5 anni confermandosi

tra le più alte in Europa, e la partecipazione culturale che, dopo la notevole

diminuzione nel 2012 e nel 2013 e una lieve ripresa registrata nel 2014,

aumenta in misura significativa: la quota di persone che hanno svolto

almeno tre attività culturali sale dal 26,7 al 27,9%. Nel complesso, l’Italia

è riuscita a ridurre, ma non a colmare, il divario accumulato nei decenni

precedenti nei confronti degli altri paesi europei. La quota di 25-64enni

con almeno il diploma è di oltre 16 punti inferiore alla media europea così

come il tasso d’istruzione terziaria dei giovani 30-34enni è inferiore di

oltre 13 punti e ancora molto lontano dall’obiettivo nazionale previsto da

Europa 2020 (25-26%). Anche il tasso di abbandono scolastico (14,7% nel

2015) è al di sopra della media europea (11%) ma dal 2015 è inferiore

all’obiettivo nazionale di Europa 2020.

prezzi

delle case

MILANO LA CITTÀ PIÙ CARA

POI ROMA E FIRENZE

Il 4 luglio dello scorso anno l’Istat ha divulgato i dati sull’indice dei prezzi

delle abitazioni acquistate dalle famiglie in calo dello 0,4% rispetto al

trimestre precedente e dell’1,2% nei confronti dello stesso periodo del 2015.

Ma cosa accade nelle città metropolitane?

Secondo una rilevazione di Casa.it a livello generale i prezzi sono

sostanzialmente stabili rispetto, con alcune eccezioni. Si registrano prezzi

sostanzialmente stabili in tutte le grandi città, con alcune eccezioni in

termini positivi come Bologna (+0,6%) e Firenze (+0,3%). I cali maggiori

sono al Sud e particolarmente a Napoli (-0,8%) e Palermo (-1,0%). La stima

più prudente prevede prezzi ancora in discesa ma non al di sotto dei 2 punti

percentuali. Per quanto riguarda i prezzi di vendita, tra le città

metropolitane la più cara è Milano (3.880 €/ mq), seguita da Roma (3.580 €/

mq), Firenze (3.350 €/ mq), Bologna (3.120 €/ mq), Genova (2.950 €/ mq),

Napoli (2.630 €/ mq), Torino (2.340 €/ mq) e Palermo (1.950 €/ mq).

IL CAFFÈ RESTA UNA DELLE GRANDI

PASSIONI DEGLI ITALIANI

Senza dubbio il caffè è una delle grandi passioni degli italiani, quel

piccolo piacere quotidiano a cui davvero pochi nel Bel Paese sanno

resistere e che si traduce in miliardi di tazzine bevute ogni anno.

Ma come cambiano le abitudini dei viaggiatori

tricolore quando si trovano lontano da casa? Il motore di ricerca viaggi Kayak.it ha condotto una ricerca tra gli italiani

per scovare le preferenze e le curiose differenze che caratterizzano gli

amanti dell’oro nero. La ricerca rivela che nella routine il 49% degli

italiani beve più di due tazzine di caffè al giorno, contro meno del 3% che

ammette di non berlo mai. Un’altra grande fetta di italiani (30%) si

concede, invece, solo due caffè su base giornaliera. Tra chi cede una volta

al giorno a questo sfizio, la colazione rappresenta il momento preferito

(9%), mentre solo il 4% degli italiani sceglie la fine del pranzo per godersi

la bevanda. Guardando alle differenze regionali, emerge chiaramente che i

viaggiatori provenienti dal Sud Italia bevono più caffè: il 52% supera le

due tazzine giornaliere.

A furor di popolo la Campania si aggiudica il gradino più alto del podio

delle regioni d’Italia dove trovare il miglior caffè: il 59% degli italiani

non ha dubbi. Seguono la Sicilia il Lazio (entrambe al 14%). Le regioni

che invece chiudono la classifica sono Abruzzo e Basilicata (pari al 3%),

Umbria e Val D’Aosta (2%).

CARTOLINE DALL’ALTRA ITALIA

Scopri il mondo della nuova Emigrazione con

“Cartoline dall’altra Italia”:

http://www.9colonne.it/category/1089/cartoline-dall-altra-italia.

La web serie - realizzata con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri

e della Cooperazione Internazionale-Direzione Generale per gli Italiani

all’Estero e le Politiche Migratorie.

la passione

degli italiani

A LECCE

SI LAUREA IN FILOSOFIA A 84 ANNI

Laurea magistrale in Scienze filosofiche a quasi 84 anni: l’Università del

Salento l’ha conferita alla dottoressa Concetta Perrone, che ha discusso

una tesi in Psicologia generale su “Il ruolo dell’anziano nella società” e ha

conseguito il titolo con la votazione di 110 e lode. È stata una seduta di

laurea molto partecipata. Nella tesi Concetta Perrone, ha sottolineato come

la capacità di apprendere non si affievolisca con l’età, a patto di essere

esercitata, e che gli anziani possono avere un ruolo importante e attivo

nella società.

non è mai

troppo tardi

”Vivete per il presente, sognate per

l'avvenire, imparate dal passato” (Anonimo)

14 novembre 2016 p. 5

“Uno dei più grandi disordini dello spirito è

quello di vedere solo ciò che si vuole

vedere” (Oscar Wilde)

Tedeschi e americani

conquistati dall’Italia

Il pensiero di investire nel mattone italiano non è così démodé: l’anno

appena trascorso ha dimostrato quanto l’Italia sia appetibile per gli

stranieri che vogliono comprare una seconda casa nel nostro paese.

Secondo i dati del report annuale elaborato da Gate-away.com, il portale

immobiliare dedicato agli investitori esteri che desiderano comprare

immobili italiani, il 2016 si chiude con un bilancio favorevole: l’aumento

delle richieste è pari a +53,89%.

“Considerevole il prezzo medio degli immobili valutati - spiega Simone

Rossi, direttore generale di Gate-away.com - che si attesta sui 428mila

euro, mentre notiamo un aumento delle ricerche per case di lusso, oltre i

500mila euro, pari al 14,50% delle richieste totali. Questo può

confermare la nostra idea che l’investimento estero nell’immobiliare

italiano sia ancora appetibile. Oltre il 45% delle richieste arrivano

soprattutto da persone che hanno più di 55 anni, coloro che

probabilmente acquistano una casa in Italia per vacanze o in vista della

pensione, e che comunque hanno presumibilmente maggiori possibilità

economiche”.

Chi sono i potenziali acquirenti esteri?

I tedeschi si piazzano in cima alla classifica delle nazionalità (14,34%),

seguiti dagli americani (14,25%) e dai britannici (12,83%). Mentre le

richieste in arrivo dagli Stati Uniti restano pressoché costanti rispetto

all’anno precedente, nel 2016 la Germania ha spiccato il volo rispetto alle

richieste dall’Inghilterra. La classifica dei primi dieci paesi più attivi

include Francia (7,54%), Belgio (6,42%), Olanda (5,17%), Svizzera

(4,75%), insieme con Svezia (4,01%), Canada (2,33%), Brasile (1,65%).

Da segnalare la crescita di Argentina e Spagna, probabilmente dovuta alla

presenza carismatica di Papa Francesco, e le cinque città da dove

arrivano più richieste: Londra, Stoccolma, Parigi, Amburgo e Monaco.

E i luoghi più richiesti dagli stranieri?

Ostuni, Carovigno e Sanremo sono le città più richieste della classifica

elaborata da Gate-away.com, seguite da Siracusa, Fivizzano, Scalea,

Imperia Menaggio e Noto. Diversa la lista di preferenza se viene

considerata la provincia: Imperia (9,15%), Brindisi (7,06%), Como

(6,38%), Perugia (4,85%), Massa Carrara (3,86%), Chieti (3,67%), Siena

(2,68%), Olbia Tempio (2,63%), Cosenza (2,57%), Siracusa (2,52%). La

direttrice è segnata dalla classifica delle regioni preferite. Rispetto al

2015, la classifica delle top ten del 2016 stilata da Gate-away.com vede

invariate le prime sei posizioni occupate da Toscana (15%), Liguria

(12,7%), Puglia (11,48%), Lombardia (9,86%), Sardegna (6,98%) e

Abruzzo (6,7%). Seguono Umbria (6,04%), Sicilia (5,76%), Piemonte

(5,19%) e Marche (5,06%).

“Una menzione speciale - commenta il direttore generale di Gate-

away.com - va fatta per la Basilicata, il Molise e la Calabria che nel

2016 hanno registrato una crescita consistente di interesse - come

dimostra anche un recente articolo del New York Times, tendenza che

probabilmente si consoliderà nel 2017. La buona notizia, che vale per

tutto lo stivale e non solo per il lago di Como, è che non si ricercano solo

case di lusso: per agenzie immobiliari e privati che hanno una casa da

vendere a stranieri questo rappresenta una grande opportunità”.

immobiliare

ATTENZIONE AI TABLET E SMARTPHONE

UN BAMBINO SU QUATTRO È SCHERMO-DIPENDENTE

Un bambino su quattro (22,7%) in Italia passa circa 3 ore e mezza del suo tempo davanti a uno schermo, sia esso del pc, di un tablet o di uno

smartphone, a fronte di una media rilevata negli altri Paesi (Inghilterra, Francia, Germania e Russia) del 9,3%. È il dato che emerge da una ricerca

commissionata da Duracell per comprendere le abitudini di gioco delle famiglie. L'87% degli intervistati (quasi 9 su 10), ammette di giocare sempre

più sui dispositivi dotati di video a discapito di altre attività più tradizionali. Nelle case italiane esistono ancora dei luoghi digital free? I primi tre

luoghi sacri "non digitali" sono rappresentati dalla vasca da bagno (53,50%), dai servizi igienici (51,10%) e dal letto (35,50%).

13 febbraio 2017 p. 5

SPETTACOLI

Trovate i vostri biglietti tra una scelta

di 48000 spettacoli in più di 40 paesi

http://www.music-opera.com

Rapporto dell’Istat sulle

migrazioni internazionali

e interne della

popolazione residente

Regno Unito ,Germania, Svizzera e Francia i principali Paesi di

destinazione per gli italiani che espatriano

Nel 2015 le immigrazioni (iscrizioni in anagrafe dall'estero) ammontano a

280 mila, un valore sostanzialmente stabile rispetto all'anno precedente;

nove su dieci (89%) riguardano cittadini stranieri. Tra i flussi in entrata, la

cittadinanza più rappresentata è sempre la rumena (46 mila ingressi),

seguita dalle comunità marocchina (15 mila), cinese (15 mila) e bengalese

(12 mila).

Rispetto al 2014 sono in forte aumento gli ingressi dei cittadini dell'Africa

subsahariana: Gambia (oltre 5 mila, +209%), Mali (quasi 5 mila, +135%),

Nigeria (9 mila, +68%) e Costa d'Avorio (2 mila,+61%). Sono in calo,

invece, le immigrazioni dei cittadini filippini (4 mila, -35%), peruviani (2

mila, -31%) e moldavi (3 mila, -23%).

Continua a crescere il numero delle emigrazioni (cancellazioni dall'anagrafe

per l'estero), nel 2015 sono 147 mila, l'8% in più rispetto al 2014. Tale

aumento è dovuto esclusivamente alle cancellazioni di cittadini italiani (da

89 mila a 102 mila unità, pari a +15%), mentre quelle dei cittadini stranieri

si riducono da 47mila a 45 mila (-6%). Le principali mete di destinazione

per gli emigrati italiani sono Regno Unito (17,1%), Germania (16,9%),

Svizzera (11,2%) e Francia (10,6%).

Sono sempre di più i laureati italiani con più di 25 anni di età che lasciano il

Paese (quasi 23 mila nel 2015, +13% sul 2014); l'emigrazione aumenta

anche fra chi ha un titolo di studio medio-basso (52 mila, +9%).

Gli emigrati di cittadinanza italiana nati all'estero ammontano a oltre 23

mila: il 55% torna nel Paese di nascita, il 37% emigra in un Paese

dell'Unione europea, il restante 8% si dirige verso un Paese terzo non Ue.

Nel 2015 il saldo migratorio con l'estero si mantiene positivo per 133 mila

unità ma si riduce del 6% rispetto all'anno precedente. Ancora in calo i

trasferimenti di residenza interni al territorio nazionale (-2% sul 2014), nel

2015 hanno coinvolto appena 1 milione 284 mila individui, il valore più

basso degli ultimi dodici anni. I trasferimenti di residenza interni sono

principalmente di breve e medio raggio. Nel 76% dei casi avvengono tra

Comuni della stessa regione (971 mila), nel restante 24% tra regioni diverse

(313 mila). In calo nel 2015 anche i trasferimenti di residenza interni di

cittadini stranieri: sono stati in tutto 202 mila, quasi 37 mila in meno

rispetto al 2014.

migrazioni internazionali

https://www.change.org/p/un-intervento-per-la-lingua-italiana

Un intervento per la lingua italiana

Evitiamo gli anglicismi

13 febbraio 2017 p. 6

3 novembre 2014 p. 9

“Non esiste una via per la pace,

la Pace è la Via” (Dalai Lama)

Per un italiano su 2 (52%) il primo amore rappresenta uno dei momenti

più significativi della vita, insieme alla nascita del primo figlio (46%). Ma

se questi eventi si legano inevitabilmente alle emozioni del cuore, al terzo

posto si inserisce la prima vittoria (45%), ovvero quella sensazione di

estrema soddisfazione che colpisce le persone dopo aver conquistato un

obiettivo concreto. Il primo morso a un cibo desiderato o sconosciuto

(41%) vive del primissimo giudizio di una persona che, se positivo, resta

impresso nella propria mente, mentre il primo viaggio senza la famiglia

(38%) è un altro elemento che segna la crescita.

È quanto emerge da un’indagine condotta in occasione della campagna

social #PrimoMorsoDay, giornata dedicata alle prime volte

indimenticabili che si celebra il 4 agosto.

Ma gli italiani cosa si aspettano dalle novita’? Innanzitutto situazioni stimolanti (39%), capaci di cambiare la giornata.

Attivare mente e corpo e scoprire cose nuove, come diventare genitore o

più semplicemente ricercare l’optimum culinario. Novità deve essere

sinonimo di cambiamento (32%), che non vuol dire sconvolgere

totalmente la propria vita, ma alzare l’asticella. Questo permette di

crescere sia dal punto di vista personale, ma anche professionale,

sfruttando le occasioni che le circostanze offrono durante un percorso di

vita. Allo stesso tempo le novità possono portare nuove opportunità

(27%). Dal primo viaggio con gli amici al primo amore, permettono di

sfruttare le opportunità che si presentano lungo un percorso fatto di scelte

e decisioni.

Ma quali sono le “prime volte” più significative

per gli italiani? Sul gradino più alto del podio si posiziona il primo amore (52%). Nel

bene o nel male il rapporto sentimentale resta in cima alle preferenze

degli italiani. Innamorarsi per la prima volta segna inevitabilmente il

percorso della nostra vita ed anche se il rapporto si esaurisce, il ricordo

dei primi mesi di una relazione resta piacevole. Diventare genitori per la

prima volta (46%) è un’altra di quelle emozioni indescrivibili che aprirà

per sempre un nuovo capitolo della propria vita. Un evento di gioia,

difficile da paragonare con altre situazioni. Ma se nelle prime posizioni

era il cuore a comandare, al terzo posto tro viamo la prima vittoria (45%).

Sportiva o personale, riempie l’animo di orgoglio e felicità. Arrivare

primo nella gara di fine corso di nuoto, vincere una borsa di studio a

scuola o aggiudicarsi una promozione al lavoro, sono passaggi di vita che

non passeranno mai inosservati. Il primo morso ad una pietanza (41%)

rappresenta un gesto naturale che si compie ogni giorno, ma che in

determinate situazioni diventa rivelatore. Nel periodo estivo mangiare un

gelato o una portata di stagione, che sa offrire un mix perfetto di gusti,

genera nella testa un effetto di soddisfazione che si protrae nel tempo e

permette di legare a quel gesto un determinato periodo della propria vita.

Un’altra esperienza che segna un passaggio fondamentale nella vita di un

giovane è il primo viaggio da soli (38%). Abituati a viaggiare da sempre

con mamma e papà, quando un adolescente affronta il primo viaggio da

solo, vive uno status di paura misto a libertà. Una sensazione forte che

promuove un percorso di crescita. Inutile negare quanto il primo

matrimonio (35%) rappresenti un giorno di festa e speranza. Di certo

segna la vita della coppia e se duraturo nel tempo, sarà sempre ricordato

come uno dei giorni più belli della propria vita.

Ma se l’amore è al primo posto,

il primo bacio (32%) segue a breve distanza. I ricercatori dell’University of Texas hanno infatti condotto uno studio,

pubblicato su Daily Mail, secondo cui è più probabile che ci si ricordi il

primo bacio che non la perdita della verginità. Tutto questo è avvenuto

misurando la corrente magnetica cerebrale degli uomini e delle donne

durante lo scambio di un bacio d’amore. Il risultati dicono che i ricordi

più intensi delle persone sono legati proprio al primo “vero” bacio.

Anche la prima macchina (27%) non si scorda mai. Soprattutto per gli

appassionati è difficile dimenticare i primi frutti del proprio lavoro. Nella

società attuale questo non accade più con regolarità, ma la soddisfazione

di comprare la prima auto resta forte. L’Italia poi, è da sempre un popolo

di amanti dello sport, in primis il calcio: andare per la prima volta allo

stadio (25%) è ritenuto da molti un forte momento di piacere, che resta

impresso nella mente di tutti i tifosi. Anche il primo giorno di scuola

(21%) non si scorda mai. Ma se l’asilo ha lasciato bellissimi ricordi, la

scuola viene percepita dal bambino come un passaggio importante della

propria crescita. Si entra in un nuovo mondo, si abbandona la leggerezza

dei primi anni di vita per entrare lentamente nel mondo reale.

LA TOP 10 DELLE “PRIME VOLTE”:

DAL PRIMO AMORE ALLA PRIMA VITTORIA

Raccontate nei romanzi, sostenute da studi scientifici e confermate dalla gente, la storia insegna che esistono

delle “prime volte” indimenticabili, che restano impresse per sempre nella testa o nel cuore delle persone

Un master a Pisa per

diventare allenatore

tecnico sportivo

Al via all’Università di Pisa la prima edizione del master “Preparatore

fisico-istruttore, allenatore in sport di situazione: scherma, arti marziali,

lotta e pugilato” che qualifica alla professione di allenatore "tecnico

sportivo". L’obiettivo del corso è di formare professionisti in grado di

seguire gli atleti a livello motivazionale e fisico e di definire strategie di

gara ed innovative tecniche di gioco. Attivato dal dipartimento di

Medicina e clinica sperimentale dell’Ateneo pisano, il corso fornirà

nozioni di anatomia, fisiologia, biochimica, medicina, psicologia e

pedagogia. “Si tratta di un master unico nel panorama nazionale –

spiega il direttore, professore Ferdinando Franzoni.

Tra i docenti figurano medagliati olimpici, nonché professionisti dei

settori tecnico-sportivi del CONI.

Iscrizioni 2017 degli studenti Licei ancora in crescita - Un giovane su tre opta per

un Istituto tecnico, il 15,1% per un Istituto

professionale La tendenza è di crescita degli indirizzi liceali, scelti dal 54,6% delle

ragazze e dei ragazzi (contro il 53,1% nel 2016). Il 30,3% ha optato per un

Istituto tecnico. Il 15,1% ha scelto un Istituto professionale. Aumentano gli

iscritti al Classico: 6,6% a fronte del 6,1% del 2016. Lo Scientifico resta in

testa alle preferenze: è scelto dal 25,1% contro il 24,5% dello scorso anno.

Il Lazio si conferma la regione con la maggiore percentuale di iscritti ai

Licei, con il 66,8%. Seguono Abruzzo (60,8%); Umbria (58,8%);

Campania (58,3%); Liguria (58%). Il Veneto è la regione con meno

ragazzi che scelgono gli indirizzi liceali (45,9%) e la prima nella scelta dei

Tecnici (38,5%). Nei Tecnici seguono Friuli Venezia Giulia (37,5%) ed

Emilia Romagna (35,8%). Gli Istituti professionali sono primi nella

Basilicata (19,3%), seguiti da Campania (17,5%) e Puglia (17,3%).

istruzione

13 febbraio 2017 p. 7

“La vera conoscenza, è sapere i limiti

della nostra ignoranza” (Confucio)

SAN VALENTINO

Ma come si comportano realmente gli italiani in amore?

Groupon ha condotto un divertente sondaggio sul tema per capire fino a dove si potrebbero spingere gli italiani quando

sono davvero innamorati. In generale risulta che l’amicizia è sacra, ma 1 italiano su 4 è politically scorrect e per

conquistare la donna/uomo dei suoi sogni è disposto a mettere da parte gli amici, a mettere zizzania nella coppia e a

screditare senza pietà i pretendenti pur di farcela. C’è però una grossa fetta di persone (30%) che invece preferisce giocare

pulito e stupire il partner con un regalo folle a dichiararsi in modo plateale, correndo il rischio della figuraccia (23,5%). In

particolare, la classifica delle Regioni più “scorrette” è capitanata dal Veneto (il 45% dei veneti è pronto a mandare al

diavolo le amicizie più storiche e a fare i peggiori sgambetti per apparire migliori dell’attuale partner), seguito da Emilia-

Romagna (23,5%) e Campania (18%). Tra le Regioni più leali invece Toscana (solo il 7% dei toscani giocano sporco in

amore) e Lazio (13%). Alla domanda su cosa ti è mai capitato/cosa ti potrebbe capitare in fase di conquista, quasi la metà

degli italiani (44%) utilizza i social per spiare il partner per conoscere tutte le sue passioni, il 30% utilizza gli amici per

arrivare a lui/lei o addirittura si propone come l’amico del cuore per passare tanto tempo insieme.

E per chi il triangolo no, non l’aveva considerato? - Il 56% degli utenti Groupon si dimostra leale nei confronti degli amici: se dovesse capitare

loro di innamorarsi dell’uomo/donna del proprio migliore amico, lascerebbe perdere e metterebbe l’amicizia al primo posto. Un 14% ne parlerebbe

sinceramente con l’amico e cercherebbe di trovare insieme una soluzione. Ma c’è un buon 30% di italiani che – di fronte alla scelta – calpesterebbe anni

di amicizia pur di ottenere ciò che desidera oppure non avrebbe problemi a dichiararsi e lascerebbe a lui/lei la scelta. Nella vita – si sa – può anche

capitare di innamorarsi ma di non essere corrisposti.

In tal caso come reagiscono gli italiani? - Il 34% non molla e va avanti a provarci fino alla morte, seguito da un buon 29% che invece, preso da

una botta di autostima, lascia perdere pensando che l’altro/a non sa cosa si perda. Il 20% lascia perdere e passa direttamente oltre. C’è poi – grande

classico – chi si candida come suo migliore amico e chi invece cerca di cambiare per piacergli/le il più possibile. Il sondaggio Groupon indaga poi il più

scottante degli argomenti: il tradimento. 6 italiani su 10 non hanno dubbi: il tradimento non esiste, piuttosto lasciano il partner, ma non lo tradiranno

mai e non vorrebbero essere mai traditi… tranne il 15% che invece risponde dicendo che il tradimento è ok, se sono loro i traditori e non i traditi. Il 14%

non è così chiuso e dichiara che sarebbe disposto a perdonare, ma solo se si tratta di un piccolo momento di smarrimento. C’è poi chi è di mentalità

super open e ritiene che il tradimento possa riattivare un po’ di brio nella coppia (solo il 3%).

Alla domanda “quale sarebbe il tuo peggior San Valentino”? Il 47% degli utenti risponde trovarsi a cena con di fianco l’ex del compagna/a,

seguito dal 25% che invece non vorrebbe incontrare al ristorante il proprio ex. C’è poi un 17% che vive San Valentino come un incubo e non vorrebbe

proprio festeggiarlo, e un 10% che vive con lo spauracchio che possa arrivare nel giorno di San Valentino una proposta di matrimonio. Nonostante tutte

queste premesse, il 91% degli italiani comprerà un regalo per San Valentino per il proprio partner e spenderà una media di 126 euro per festeggiare

insieme alla propria dolce metà… anche se lo sforzo e l’importanza attribuiti al giorno di San Valentino cala con il passare degli anni vissuti insieme. In

generale, sono soprattutto le esperienze, più che gli oggetti, i regali scelti per San Valentino. Il 44% delle coppie pensa che i regali più significativi

siano quelli memorabili, come cene, weekend fuori porta, spa o esperienze sportive. Ma non tutti la pensano così: nella lista dei regali più strani ricevuti

il 14 febbraio figurano forni a microonde, ombrelli… e mazzi di broccoli.

San Valentino

(Etimologia dal latino: Valentino = che sta bene, sano, forte, robusto)

detto anche san Valentino da Terni o san Valentino da Interamna

(Interamna Nahars, ca. 176 – Roma, 273) fu un vescovo e un martire

cristiano.

Fu convertito al cristianesimo ed ordinato vescovo da san Feliciano di

Foligno nel 197.

Venne invitato a Roma da un certo Cratone, oratore greco e latino,

perché gli guarisse il figlio infermo da alcuni anni.

Guarito il giovane, lo convertì al cristianesimo insieme alla famiglia ed

ai greci studiosi di lettere latine Proculo, Efebo e Apollonio, insieme al

figlio del Prefetto della città.

Imprigionato sotto l’Imperatore Aureliano fu decollato a Roma.

Le sue spoglie furono sepolte sulla collina di Terni. Sul luogo sorse nel

IV secolo una basilica nella quale attualmente sono custodite. Altre

reliquie sono presenti presso svariate chiese. Una parte si trova nella

cattedrale di Maria Assunta di Savona.

IN AMORE 1 SU 4 É

“POLITICAMENTE SCORRETTO”

Come ogni anno, San Valentino si avvicina e tutti gli innamorati cercano di rendere felice il

proprio partner con qualcosa di davvero speciale

La rosa della riconciliazione:

Passeggiando per il suo giardino, Valentino un giorno udì due fidanzati

litigare. Invitando i due ragazzi alla ragione, egli porse loro una rosa

affinché la stringessero facendo attenzione a non pungersi con le spine e

pregando perché il loro amore fosse eterno.

I due giovani si riconciliarono immediatamente e dopo non molto tempo, si

recarono nuovamente dal Santo per celebrare il matrimonio ed invocare la

sua benedizione.

Nell’Amore risiede la solidarietà e la pace, l’unità

della famiglia e dell’intera umanità

La Chiesa cristianizzò quel rito pagano della fecondità in onore del dio

Pane, Fauno e Luperco. anticipandolo al giorno 14 di febbraio attribuendo

al martire ternano la capacità di proteggere i fidanzati e gli innamorati

indirizzati al matrimonio e ad un’unione allietata dai figli.

Tale festa, che ricorre annualmente il 14 febbraio, è oggi conosciuta e

festeggiata in tutto il mondo.

“C'è un solo bene: il sapere.

E un solo male: l'ignoranza” (Socrate)

13 febbraio 2017 p. 8

EDITORIA: “PAGINE DELLA DANTE”

IN TUTTO IL MONDO CON UN CLIC

Il 2017 riserva ai lettori delle riviste della Società Dante Alighieri, “Pagine della

Dante” e “Apice”, una novità: le riviste sono disponibili sul sito della Dante, dove i

soci potranno decidere di sottoscrivere l'abbonamento anche in versione digitale, per

portarle con sé e leggerle ovunque, anche su dispositivi mobili.

Il 2016 è stato l'anno del rinnovamento per le attività editoriali della Società Dante

Alighieri: la storica rivista “Pagine della Dante” è stata affiancata da “Apice”, il

supplemento di approfondimento dedicato ai grandi temi culturali (dopo i 750 anni

dalla nascita di Dante e la celebrazione dell’anniversario di Benedetto Croce, sarà la

volta dell’Orlando Furioso).

“Pagine della Dante” contiene approfondimenti sui Comitati in Italia e all’estero, ne

racconta la storia e ne presenta i protagonisti. Include inoltre una rassegna delle

principali attività dei Comitati e della Sede centrale. “Apice” è un supplemento

monografico che, grazie al contributo di qualificati esponenti del mondo della

cultura e di quello accademico, coniuga l’alta cultura e la divulgazione e si offre

come spazio di dibattito sugli anniversari culturali più rilevanti.

Concorso internazionale di prosa dedicato a Grazia Deledda

gli scritti dovranno pervenire entro il prossimo 15 aprile

Il Comune di Galtellì, con il patrocinio dei Parchi Letterari Italiani e della Società Dante Alighieri, ha indetto la seconda edizione del concorso

internazionale di prosa “Galtellì Literary Prize” dedicato alla grande scrittrice sarda Grazia Deledda, che nel 1927 vinse il Premio Nobel per la

letteratura e che ambientò il suo capolavoro narrativo “Canne al Vento” a Galtellì, nel romanzo chiamata Galte.

La Giuria selezionerà cinque scrittori (tre internazionali e due italiani) più due per la sezione in lingua sarda, che saranno invitati in Sardegna per la

cerimonia di premiazione, che si terrà durante il week end dal 23 al 25 giugno 2017. Il vincitore del concorso letterario sarà annunciato nel corso della

cerimonia.

Il Comune di Galtellì pubblicherà una raccolta delle migliori opere presentate e la struttura finale del libro dipenderà dagli scritti ricevuti.

“Canne al vento”, il capolavoro di Grazia Deledda pubblicato nel 1913, ambientato a Galte - Galtellì, è il romanzo scelto all'interno della grande

produzione deleddiana, per ispirare gli scrittori partecipanti al concorso. Pertanto gli elaborati dovranno approfondire le tematiche care alla Deledda,

tutte presenti nel romanzo “Canne al vento”: dal sentimento religioso alle peculiarità delle classi sociali, dalla descrizione dell'ambiente antropologico-

culturale ed ambientale, alla difesa dell'identità, ecc.

Gli elaborati potranno essere in lingua: italiana, sarda o inglese. Saranno accettati i racconti anche se scritti in altre lingue, purché tradotti e presentati in

inglese o italiano.

Gli scritti dovranno pervenire entro e non oltre il 15 aprile 2017. I testi finalisti verranno annunciati il 20 maggio 2017.

(Per informazioni, regolamento e premi del concorso : http://www.galtelliliteraryprize.com/it/

Concorso internazionale “Ciak si Gira”

per conoscere i dettagli del concorso hai tempo fino al 30 aprile 2017!

Sei un videomaker? Ti piacerebbe documentare la vita, i sacrifici, le soddisfazioni di tanti uomini e donne che dalla

nostra cara amata Puglia hanno viaggiato per il mondo e hanno raggiunto gli obiettivi ambìti?

L’Associazione Internazionale “Pugliesi nel Mondo” invita a mettere in comune le conoscenze e le attività degli

uomini e delle donne di Puglia organizzando il concorso internazionale “Ciak si Gira”.

Per maggiori informazioni e per scaricare il BANDO in PDF FAI CLICK QUI

Lo scopo di questo concorso è di offrire la conoscenza delle eccellenze dei pugliesi (che vivono in ogni parte del mondo) in ogni settore, in ogni ramo

professionale e rendere manifesta a tutti ogni attività, iniziativa ed evento in cui la Pugliesità sia in prima linea, si svolga essa in terra di Puglia o in

altre Regioni o Paesi.

VISITATE IL NOSTRO SITO www.BottegArte.eu

è in rete con una pagina riservata a

"Il Botteghino"

lo staff di BottegArte e

“IL BOTTEGHINO”

C O N C O R S I

“Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come

fanno gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”

(Gustave Flaubert)

“Qualunque petto amor d’Italia

accende” (G. Leopardi)

13 febbraio 2017 p. 9

cinema

CANCELLARA (PZ)

l’Arcivescovo Sirufo in visita alla sezione Unitre

di FrancaCaputo

Nei giorni scorsi il neo Arcivescovo di Acerenza, S.E. Mons. Francesco Sirufo, è stato ospite

presso la sezione Unitre di Cancellara. A fare gli onori di casa nella gremita saletta è stato il

Presidente dell’Associazione, prof. Rocco Saracino, che ha illustrato le attività svolte nel corso

dell’anno e le iniziative future. Mons. Sirufo, dopo aver ringraziato tutti per la calorosa

accoglienza, ha lodato i numerosi anziani seduti tra i “banchi di scuola” che oltre a mantenere

attiva la mente, sono da stimolo ai più giovani. L’argomento proposto dal presule

“dall'Ebraismo al Cristianesimo” è stato anticipato dalla distribuzione di uno schema dove erano

riportate le tappe fondamentali che hanno determinato il passaggio dall'Ebraismo al

Cristianesimo. Con estrema chiarezza, Mons. Sirufo ha raccontato fatti e personaggi che hanno

scandito la storia del popolo Ebraico fino all'origine del Cristianesimo, evidenziando differenze

e similitudini tra le due religioni. Ha accennato, inoltre, alle varie lacerazioni avvenute

all'interno della Chiesa a partire dal Grande Scisma d’Oriente, seguito dalla Riforma Luterana e

infine dalla nascita della Chiesa Anglicana, auspicando che il Movimento Ecumenico con le

numerose iniziative, possa portare un giorno non lontano all'Unità dei Cristiani. Al termine della

conferenza, l’Arcivescovo si è “mimetizzato” con gli allievi per scambiare alcune opinioni.

Presenti all'incontro don Giuseppe Calabrese, parroco di Cancellara, Don Michele Cillis e Francesco Genzano, sindaco di Cancellara, con il quale

l’Arcivescovo si è intrattenuto per un'amichevole conversazione.

RAI TECHE

RECUPERA L’EDIZIONE

DI 50 ANNI FA

Dopo il ritrovamento in Germania dell’edizione 1966, oggi presente in

archivio l’eccezionale ritrovamento di una copia del famoso Sanremo 1967

che quest’anno celebra i 50 anni.

Probabilmente la copia fu fatta in un paese del Sudamerica e oggi possiamo

rivederla, anche se in versione non integrale. La finale di Sanremo 1967

recuperata consiste in un vecchio riversamento di un vidigrafo in pellicola

16mm riproducente una versione "compattata" di quanto andato in onda la

sera del 28 gennaio 1967 dal casinò municipale di Sanremo. Contiene

purtroppo il taglio di tre esibizioni: Wilma Goich, Sergio Endrigo e Giorgio

Gaber. Sono però presenti gli altri finalisti, tra cui vanno assolutamente

segnalati: Ornella Vanoni con "La musica è finita", Don Backy con

"L'immensità", Little Tony con "Cuore matto" e Lucio Dalla con "Bisogna

saper perdere". Si tratta delle prime esecuzioni assolute di canzoni rimaste

nella storia della musica italiana, nonché di esibizioni di importanti

interpreti mai più viste dopo la messa in onda in diretta di quella sera.

Orietta Berti canta "Io tu e le rose", il brano citato nella famosa lettera di

addio di Tenco, a mo' di esempio della criticabilità delle scelte della giuria

che l'aveva mandata in finale.

Altro straordinario ritrovamento, proprio di questi giorni presso l’Archivio

della tv Cecoslovacca, è la finale di Sanremo del 1973. Presentata da Mike

Bongiorno. In questa puntata, mai vista in Italia dopo l’esecuzione,

vedremo una sorta di doppio inedito. Infatti la finale quell’anno fu registrata

a colori ma mandata in onda in B/N mentre la Cecoslovacchia ce la

restituisce in originale. In quell’occasione la Rai infatti usò per la prima

volta le telecamere a colori e oggi possiamo rivedere una puntata mai vista

in Italia. Un fatto storico per la tv italiana.

Mamma Mia Film presenta

L'Ora Legale

(2017, 92', v.o.st.fr. https://www.youtube.com/watch?v=VV1zCcAgc7o)

con Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Leo Gullotta,

Vincenzo Amato, Tony Sperandeo, Eleonora De Luca,

Ersilia Lombardo, Alessia D'Anna

la nuova commedia satirica de Ficarra et Picone

sulla legalità in un paese della Sicila

Il film è distribuito in Belgio a partire dal 8 marzo

A Bruxelles sarà presentato al Cinema Aventure

e al Kinepolis.

In un paese della Sicilia, Pietrammare,

puntuale come l'ora legale, arriva il momento

delle elezioni per la scelta del nuovo sindaco.

Da anni imperversa sul paese lo storico

sindaco Gaetano Patanè. Un sindaco pronto

ad usare tutte le armi della politica per creare

consenso attorno a sé. A lui si oppone

Pierpaolo Natoli, un professore cinquantenne,

sceso nell'agone politico per la prima volta,

sostenuto da una lista civica e da uno sparuto

gruppo di attivisti per offrire alla figlia

diciottenne, Betti, un'alternativa in occasione

del suo primo voto.

I nostri due eroi Salvo e Valentino sono schierati su fronti opposti: il

furbo Salvo offre i suoi servigi a Patanè; mentre il candido Valentino

scende in campo a fianco di Natoli a cui è legato da un vincolo di

parentela. Entrambi mirano ad ottenere un "favore" che potrebbe

cambiare la loro vita: un gazebo che permetterebbe di ampliare la

clientela, e quindi gli incassi, del piccolo chiosco di bibite posto nella

piazza principale del paese.

Sapranno i nostri concittadini fare i conti con la tanto attesa legalità?

sanremo

Succede a…

MARCO MASINI in Tour - Queste le prime date: il 30 aprile

al Teatro Verdi di Montecatini (PT), il 3 maggio al Teatro delle Muse di

Ancona. A maggio: il 5 all’Auditorium Parco della Musica – Santa

Cecilia di Roma, il 7 al Linear Ciack di Milano, il 9 al Teatro Massimo di

Pescara, il 10 all’Obihall di Firenze, il 13 al Teatro Colosseo di Torino, il

14 al Teatro Verdi di Pisa, il 16 al Teatro Politeama Greco di Lecce, il 20

al Palabanco di Brescia e il 27 al Gran Teatro Geox di Padova.

Ambasciata d’Italia a Bruxelles http://www.ambbruxelles.esteri.it/Ambasciata_Bruxelles

Cancelleria Consolare a Bruxelles http://www.consbruxelles.esteri.it/Consolato_Bruxelles

Parlamento Europeo

www.europarl.europa.eu / www.europarl.it

Commissione Europea

www.ec.europa.eu / www.ec.europa.eu/italia

Consiglio dell'Unione Europea

www.consilium.europa.eu

Corte di giustizia delle Comunità europee

www.curia.europa.eu

Comitato economico e sociale

www.eesc.europa.eu

Comitato delle regioni

www.cor.europa.eu

Gazzette Ufficiali dell'Unione Europea

www.eur-lex.europa.eu/it/index.htm / www.ted.europa.eu/

EUR Info Centres

www.ec.europa.eu/enterprise-europe-network

Associazione “SVILUPPO EUROPEO” sede fiscale a Bruxelles e rappresentanza in Italia

http://www.associazionease.eu/

Nata dalla volontà di alcuni Componenti che hanno deciso di trovare uno spazio nella loro professione per offrire, attraverso un Sito web, un contributo

di pensiero e non solo. Esperti e professionisti curano Rubriche on-line, rendendosi disponibili a fornire assistenza, ispirandosi ai principi

Fondamentali dell'Unione Europea, abbracciando argomenti come, Giustizia, Salute, Ambiente, Creatività, Arte & Cultura. Chi ha necessità di un

parere professionale, può rivolgere un quesito ai componenti dell’associazione. I Consulenti dell’Associazione Sviluppo Europeo forniranno

un’assistenza di base, mentre ulteriori approfondimenti potranno essere richiesti attraverso contatti privati tra le parti.

Chi si rivolge all’ASE - chiunque desidera cogliere informa-

zioni, news ed approfondimenti sulle materie trattate ; chiunque desideri

presentare un proprio progetto e ambisce alla buona riuscita. Chiunque

desideri curare una Rubrica potrà proporsi scrivendo a:

[email protected].

L’Associazione consente ai propri collaboratori e sostenitori di ottenere

maggiore visibilità e instaurare nuovi rapporti in un contesto europeo.

a chi si rivolge l’ASE - l’Associazione si rivolge a professio-

nisti, artisti, a sportivi, per offrire loro l’opportunità di avere un supporto

gratuito su cui contare per un’ulteriore presentazione attraverso i canali

acquisiti, mettendo anche a disposizione il sito per condurre una Rubrica

individuale, senza doversi preoccupare della gestione e dei costi di un

sito personale. Il Sito web offre un canale attraverso il quale instaurare

un rapporto diretto tra visitatore e conduttore delle rubriche.

LA PROPOSTA DELLA

COMMISSIONE:

2018 ANNO DEL PATRIMONIO

CULTURALE

La Commissione ha presentato una

proposta al Parlamento europeo

e al Consiglio per la designazione del 2018

quale Anno europeo

del patrimonio culturale

L'obiettivo è mettere in evidenza il ruolo del patrimonio

culturale dell'Europa nel promuovere la consapevolezza di

una storia e di un'identità condivise. Dai siti archeologici

all'architettura, dai castelli medievali alle tradizioni popolari

fino alle arti, il patrimonio culturale dell'Europa è il cuore

pulsante dell'identità e della memoria collettiva dei cittadini

europei. La ricca diversità dell'UE a livello nazionale,

regionale e locale è un impareggiabile catalizzatore di

interazioni tra persone di ogni età, contesto sociale e

cultura. A livello locale, il patrimonio culturale dell'Europa

incentiva la coesione e l'integrazione sociale mediante la

riqualificazione di zone degradate, la creazione di posti di

lavoro radicati nel territorio e la promozione del sentimento

di appartenenza a una comunità. Ciò accade anche a livello

dell'UE, ad esempio quando visitatori europei e del resto del

mondo esplorano l'abbazia di Cluny in Francia, l'Archivio

della Corona di Aragona in Spagna o i cantieri navali storici

di Danzica in Polonia. Per queste ragioni, in particolare in

un momento in cui i tesori culturali mondiali sono

minacciati e deliberatamente distrutti nelle zone di conflitto,

la Commissione ritiene che il patrimonio culturale meriti un

Anno europeo nel 2018.

“Per essere italiani nel mondo,

dobbiamo essere europei in Italia” (G. Agnelli)

13 febbraio 2017 p. 10

GLI EUROPEI VIVONO PIÙ A LUNGO

MA NON SEMPRE IN BUONA SALUTE

La relazione congiunta della Commissione europea e dell'OCSE "Health at a Glance:

Europe 2016" (Uno sguardo alla sanità: Europa 2016) evidenzia che le politiche volte a

prevenire le malattie e a promuovere la salute e un'assistenza sanitaria più efficiente

potrebbero salvare vite umane e portare a risparmi di miliardi di euro nell'Unione

europea. Secondo la relazione, ormai la speranza di vita è superiore a 80 anni nella

maggior parte dei paesi dell'UE. Questo record tuttavia non è sempre sinonimo di anni

vissuti in buona salute. Nell'UE circa 50 milioni di cittadini soffrono di diverse malattie

croniche e i decessi delle persone in età lavorativa a esse imputabili ammontano a oltre

mezzo milione ogni anno, il che rappresenta un costo annuo di circa 115 miliardi di

EUR per le economie dell'UE. I sistemi sanitari devono essere più efficaci: 550 000

persone in età lavorativa muoiono ogni anno a causa di malattie potenzialmente

evitabili. Il 16 % degli adulti è obeso (rispetto all'11 % nel 2000) e uno su cinque fuma. I

sistemi sanitari devono essere più accessibili: il 27 % dei pazienti va al pronto soccorso

perché non è disponibile un'assistenza sanitaria di base. In media il 15 % della spesa per

la sanità è pagata direttamente dai pazienti, ed esistono grandi disparità tra i paesi. I

sistemi sanitari devono diventare più resilienti: in tutta l'UE la parte della popolazione

nella fascia di età superiore ai 65 anni è passata da meno del 10 % nel 1960 a quasi il 20

% nel 2015 e si prevede che raggiungerà circa il 30 % entro il 2060. L'invecchiamento

della popolazione insieme a un tasso crescente di malattie croniche e vincoli di bilancio

richiederanno un'evoluzione dell'assistenza sanitaria che comprenderà lo sviluppo

dell'eSanità, la riduzione dei soggiorni in ospedale mediante una migliore

organizzazione dell'assistenza sanitaria di base e dell'assistenza extraospedaliera, nonché

la razionalizzazione della spesa farmaceutica, anche avvalendosi appieno delle

possibilità di sostituire i medicinali di marca con medicinali generici.

L’Europa è più sana di quanto

molti credono

La vera malattia in Europa

sono i suoi oppositori (Jacques Delors)

notizie dall’europa

....

13 febbraio 2017 p. 11

PREFAZIONE alla Costituzione della Repubblica Italiana

Un nobile monumento ma anche un ingombrante catorcio di Luigi Lunari

Nell’ultimo mezzo secolo, più o meno, l’uomo,

ha compiuto il novantanove per cento del

cammino scientifico e tecnico – anche qui più o

meno – dell’Homo Sapiens. Quasi tutto quello

che usavamo cinquant’anni fa nella vita

quotidiana è stato superato e sostituito con

oggetti e soluzioni più efficaci e più comode:

trasporti, comunicazioni, produzione e

distribuzione di beni, servizi… Una libreria, un

negozio di alimentari, un gabinetto dentistico, la

redazione di un giornale, una biglietteria, a volte

perfino una chiesa del giorno d’oggi sono

praticamente irriconoscibili rispetto ai loro

antenati del secolo scorso.

La Costituzione della Repubblica Italiana, nata

nel lontano 1946, è invece ancora quella di

allora. Niente di male se fosse stata accantonata

nello scaffale dei ricordi, memoria storica a

coprirsi di polvere, venerata come i ruderi di un

acquedotto romano o un poema omerico.

Purtroppo invece è ancora operante, e di tanto in

tanto obbliga il legislatore a scontrarsi con la

minaccia di “anticostituzionalità”, cioè a dire con

la rispondenza ai principi di quel documento,

scritto in un’epoca e da una cultura che non

potevano neppure immaginare le problematiche

che poi sarebbero sorte, in un mondo avviato a

nuove e inaudite dimensioni.

Serve ancora

una cosa del genere?

Ho ripreso in mano la Costituzione, e l’ho riletta

con gli occhi e il cervello che oggi mi ritrovo. Il

giudizio è tragico: al di là del fatto della sua

sostanziale inadeguatezza, anche solo su un piano

formale è malissimo scritta, piena di ripetizioni,

di espressioni e di termini superflui, non esente

da qualche contraddizione, come una bibbia dove

si trova tutto e il contrario di tutto, assolutamente

inadeguata sotto ogni profilo.

Naturalmente, non è che l’Italia si sia lasciata

paralizzare dal catorcio. Le cose sono andate

avanti. Molte delle insufficienze della

Costituzione sono state riparate da interventi

legislativi che l’hanno di fatto integrata alla luce

delle situazioni che i 556 costituenti non

potevano prevedere. Il categorico dettato dell’art.

29, sulla famiglia come “società naturale

fondata sul matrimonio” è stato aggiornato con

la legge sulle unioni civili del maggio 2016. Il

patrimonio zootecnico ed agroalimentare – per

sopperire a una dimenticanza dell’art. 9 su ciò

che la Repubblica tutela - è stato incluso fin dal

1957 nel programma della PAC (o Politica

Agricola Comune); così come le funzioni della

polizia, del servizio sanitario, dei carabinieri,

della RAI e via dicendo… tutti aggiornati nella

struttura e nel funzionamento, anche se spesso

con provvedimenti verbosi, prolissi, contorti,

deliranti di inutili dettagli, di evidente effetto

intimidatorio al limite del sadismo.

Tuttavia, è bene che dietro e al di sopra del

pulviscolo legislativo esista una Costituzione che

sommariamente ma inequivocabilmente affermi i

princìpi su cui la Repubblica si fonda. Il fatto è

che tutti questi rattoppi che si sono resi necessari

fanno del pur sacro testo una sorta di costume

d’Arlecchino in cui ogni pezza è un rinvio a

questa o quella norma: per cui è lecito chiedersi

se a un certo punto non sia più pratico e

conveniente buttare a mare la vecchia

Costituzione e farne una nuova, che raccolga i

princìpi fondanti della Repubblica quale è

divenuta nel tempo.

Un nobile monumento

nato in un grande momento...

Ma prima di rifilarla in solaio o in cantina come

ingombrante catorcio è giusto e doveroso

ricordare che fu anche – e tale rimane – un

nobile monumento, su cui sarebbe ingenerosa

anche l’affettuosa ironia con cui i nostri nonni

ricordavano i garibaldini, o i nostri padri i

cavalieri di Vittorio Veneto, e la mia generazione

– forse – i vecchi ex partigiani.

La nascita della Costituzione, nella nuova Italia

tornata alla libertà, fu veramente un grande

momento: tra i deputati che il 25 giugno del

1946 si riunirono nell’aula di Montecitorio, a

pochi si addirebbe la solenne definizione di Padri

Costituenti, quasi i presidenti americani, scolpiti

– a ragione o a torto - nelle rocce del Monte

Rushmore. Ma questo suoni a loro maggior

gloria! La stragrande maggioranza si componeva

di gente comune, come me e come te che mi

leggi: fedele specchio però della nazione,

veramente “eletti”, secondo una legittimità e una

rispondenza che la Repubblica di oggi non sa

neanche cosa siano, presa com’è nel gioco delle

liste prefabbricate di portatori di voti,

capibastone, compari, nepoti, amici, e amici di

amici. L’importanza e la solennità di quel primo

giorno non sfuggì a nessuno: Jader Jacobelli,

princeps de commentatori politici, così ne

ricorda in un cinegiornale del tempo. “vibrava –

dice – una sorta di elettricità”. Ma in tutti coloro

che in seguito – nei ricordi e nelle autobiografie

– tornarono sull’argomento (da Longo ad

Andreotti) è evidente l’importanza che ebbe quel

giorno, la precisa coscienza di aver vissuto un

evento storico.

...ma scritto malissimo

Detto questo, torniamo ad una delle critiche di

cui sopra. Malissimo scritta, abbiano detto. Ed è

purtroppo vero, anche se nessuno allora sembra

essersene accorto o aver dato peso alla cosa.

Neppure Benedetto Croce che nel 1903 aveva

fondato “La Critica” e che nel 1923 aveva

scritto “Poesia e non poesia” pare aver mai

manifestato la minima preoccupazione per la

lingua sciatta e trascurata della nascente

Costituzione e per la stancante ripetitività delle

sue formule.

Come è stato possibile, tutto questo? Un

abbozzo di spiegazione – per quello che

riguarda la forma - l’ho trovata nel mio mestiere

di sceneggiatore. Quando ci si trova attorno a

un tavolo in un certo numero di persone per

concorrere a una data sceneggiatura,

cinematografica o televisiva che sia, si scatena

una sorta di gara alla precisazione, al ritocco,

all’aggiunta: per cui se uno propone una battuta

come “entro la fine del mese” salta fuori

qualcun altro a precisare che è meglio dire

“entro e non oltre”; e per pleonastico che ciò

possa essere, nessuno ha obbiezioni di sorta;

aprendosi così una linea di credito che

autorizzerà anche lui - nel prosieguo – a

proporre un’altrettale dotta e inutile pignoleria.

Possiamo chiamare questa situazione ‘sindrome

dello sceneggiatore’. Altamente contagiosa per

via aerea, prospera soprattutto nei luoghi

affollati.

I deputati dell'Assemblea

Costituente

Ora, i deputati dell'Assemblea Costituente della

Repubblica Italiana furono 556. Ben più

numerosi dei sette o otto sceneggiatori raccolti

attorno a un tavolo, rappresentano un’occasione

ideale per il diffondersi della sindrome: tanto

più che mentre gli sceneggiatori di cui sopra

sono più o meno simili quanto a cultura e

mestiere, tra i deputati dell’Assemblea

esistevano profonde differenze, che

moltiplicavano le possibilità di correzioni,

proposte, suggerimenti reciproci. Vi erano

vecchi politici che riprendevano l’attività con il

ritorno della democrazia (quali Francesco

Saverio Nitti, Vittorio Emanuele Orlando,

Ivanoe Bonomi); vi erano i reduci dal

volontario esilio per sfuggire al regime (quali

Palmiro Togliatti e Rita Montagnana, Sandro

13 febbraio 2017 p. 12

Pertini e Pietro Nenni); vi erano quelli che l’era

fascista l’avevano vissuta in prigione (come

Giancarlo Pajetta e Eugenio Musolino), vi erano

quelli che senza aderire al fascismo avevano

trovato un rifugio e un modus vivendi (o

sopravvivendi) nell’attività professionale (quali

Enrico De Nicola, Luigi Einaudi, Concetto

Marchesi, Piero Calamandrei); vi erano i

nostalgici, della monarchia e sotto sotto anche

del fascismo (quali Alfredo Covelli e Guglielmo

Giannini), e vi erano poi i giovani, che alla vita

politica si affacciavano per la prima volta (ex-

partigiani, membri dei partiti protagonisti delle

recenti elezioni, quali Nilde Jotti e Aldo Moro,

Teresa Mattei e Giuseppe Dossetti… ; primo fra

tutti Vittorio Foà, che l’epoca fascista visse in

carcere, forse il più meritevole del titolo di padre

della Repubblica.

La sindrome

dello sceneggiatore

La molteplicità delle tipologie presenti nella

Costituente non poteva che aggravare la

sindrome dello sceneggiatore. Fu di fatto un

scontro o un confronto tra generazioni, tra

diverse esperienze, tra ideologie, tra programmi,

speranze e utopie del più vario stampo. Ma

questa sindrome non è il solo guaio sotto il

profilo letterario. Ad essa si aggiunge una certa

nebulosità lessicale, che si potrebbe anche

interpretare (“rem tene, verba sequentur”) come

scarsa chiarezza delle cose da dire; il che

peraltro non è. E – ancora - una certa ripetitività

di taluni concetti (quali ad esempio quello di

“libertà”, che una volta enunciato non si capisce

perché debba essere continuamente ribadito a

ogni pur minima occasione. Ma si tratta tutto

sommato di cose abbastanza irrilevanti, poiché

una buona legge rimane buona anche se scritta

male.

Val bene una ripulita

Tuttavia, è proprio la sua desolante qualità

letteraria che ha fatto scattare il desiderio di

mettere le mani sul sacro testo. Pensavo a una

ripulita, per mio divertimento più che altro,

nello spirito con cui ho riscritto (e me ne vanto!)

le parole guerrafondaie dell’Inno Mameli. Poi si

sa com’è: da cosa nasce cosa… e il tutto si è

trasformato in una sfrenata vivisezione della

Costituzione, con l’inconfessato, utopistico

traguardo di farne una nuova, più ragionevole,

più pratica, più attuale di quella che – come

dicevasi all’inizio – è nata in un altro mondo, in

un altro secolo, in un altro millennio.

Il lavoro che ne è nato, e che infilo in una

bottiglia da affidarsi a sua volta all’oceano, si

qualifica per una marcata discontinuità, a

seconda delle cose che più o meno mi

interessano, sulle quali penso poter dire

qualcosa, e degli interventi che intendo fare,

micro o macro che siano. Di tutto questo –

simile al passare da una marcia all’altra in

automobile - darò conto cammin facendo.

A cose fatte – perché come Mozart, che

scriveva per ultime le sinfonie delle proprie

opere liriche, anch’io scrivo queste note in corso

d’opera, se non a fine lavori – posso

richiamarmi a certi princìpi cui mi sono

costantemente attenuto: il primo è quello della

“sindrome dello sceneggiatore” già citata con

quanto ne consegue; un secondo, è quello della

semplificazione della materia, che porta

all’eliminazione del “già detto e ridetto”; un

terzo è quello che potremmo definire “legge di

Ford”, inteso per Ford il magnate

dell’automobile Henry Ford, secondo la quale

legge “quello che non c’è non si rompe”. Da

questo, l’asciuttezza delle mie formulazioni, che

non lasciano spazio a dubbi, come del resto è

dei Dieci Comandamenti; esemplare

Costituzione che con “Non uccidere” dice tutto

quel che c’è da dire: laddove se si comincia con

i “se” e con i “ma”, con i distinguo e le

eccezioni, si apre un contenzioso che non

finisce più.

Infine, una considerazione

In un mondo che minaccia di essere troppo

complicato per poter essere utilmente gestito, e

in un’Italia che molti indizi sembrano

condannare allo sfascio, vorrei richiamare

un’esortazione di Giuseppe Verdi: “Torniamo

all’antico, e sarà un progresso”. Forse quel che

davvero ci occorre è una nuova Costituzione;

che in modo chiaro e netto, in tutta semplicità

ed essenzialità, ci riporti ai princìpi del nostro

vivere civile. Non avrà immediate conseguenze

pratiche – come è del resto dei Dieci

Comandamenti, della Dichiarazione Universale

dei Diritti dell’Uomo, e di quella altrettanto

Universale dei Diritti dei Bambini - ma se non

altro sarà lì, a ricordarci senza squilli di trombe

o sventolii di bandiere “quel che non siamo,

quel che non vogliamo”.

LUIGI LUNARI

Nasce a Milano nel 1934.

Si laurea in legge a Milano, si diploma in "common law" a Londra, studia composizione e

direzione d'orchestra all'Accademia Chigiana di Siena. È stato giudice di pace.

Si occupa di teatro in varie direzioni, dedicandosi per periodi di varia durata all'insegnamento

universitario, alla saggistica, alla critica. La lunga permanenza su questa terra gli ha permesso di

essere testimone - e in qualche misura attivo protagonista - della grande trasformazione che il

teatro ha vissuto nella seconda metà del Novecento e di questo inizio del terso millennio: sia sul

piano organizzativo e strutturale, sia per quello che riguarda ogni teoria dello spettacolo e la stessa

drammaturgia. Per vent'anni dal 1961 al 1982 - collabora con Grassi e Strehler al Piccolo Teatro; è

stato anche docente universitario, critico teatrale e musicale, traduttore di più di centocinquanta

opere teatrali ("senza intimorirsi di fronte a Shakespeare e senza arricciare il naso davanti a Neil

Simon"). Vastissima anche la sua attività saggistica, dedicata in particolare a Goldoni, Molière,

Brecht e al teatro inglese dell'Otto e Novecento.

Autore di notevole eclettismo

Scrive fortunati originali televisivi ("Dedicato a un bambino", "Accadde a Lisbona", "Le cinque giornate di Milano"), e una serie di

commedie di deciso impegno civile e di satira politica, quasi tutte ispirate alla realtà sociale italiana: da "Tarantella con un piede solo"

a "Non so, non ho visto, se c'ero dormivo", da "I contrattempi del tenente Calley" a "L'incidente", "Il senatore Fox", "Sogni proibiti di

una fanciulla in fiore", "Nel nome del padre", "Tre sull'altalena".

Quest'ultima commedia - dopo un clamoroso successo al Festival di Avignone nel 1994 - si è imposta come un grande successo

internazionale: è stata tradotta in venticinque lingue ed è correntemente rappresentata in tutto il mondo. Il successo di "Tre

sull'altalena" ha attirato l'attenzione del teatro mondiale su altre commedie di Lunari: alcune di queste - quali ad esempio "Il senatore

Fox", "Nel nome del Padre" e "Sotto un ponte, lungo un fiume..." - sono state rappresentate a Parigi, Tokyo e New York. Tra i suoi

ultimi testi, "Il canto dei cigno", "Tutti gli uomini di Annalisa" e "L'ultima vittoria".

Al di fuori dell'impegno drammaturgico ha scritto tra l'altro una "Breve storia del teatro", una "Breve storia della musica – Da Orfeo a

Michael Jackson", una storia del "Teatro Veneto", un saggio su "Maria di Nazareth", e tre romanzi: una saga storica su "Hernan

Cortés e la conquista del Messico", un travolgente "Il Maestro e gli altri", e "Scveik a New York". Nel 2009, per Time Book ha curato

anche un rivoluzionario "Elogio della Recessione", attribuendone prudentemente la paternità a un Anonimo Lombardo. Nel 2012 è

uscito un suo provocatorio "La Democrazia: una signora da buttare". Nel 2013 ancora Book Time ha pubblicato i due testi scritti negli

anni '60 per il quartetto dei Gufi: "Non so, non ho visto, se c'ero dormivo" e "Non spingete, scappiamo anche noi". Nel 2014, infine, il

suo ultimo testo teatrale: "Amor sacro, amor profano".