Articolo della Presidenza dell'Ass.Naz. Vol. BIR EL GOBI -...

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La recente celebrazione alla Piccola Caprera del 73° anniversario della battaglia di Bir el Gobi ha visto la attiva partecipazione di tanti giovani che assieme a noi si sono commossi all’alzabandiera e alla fiaccolata. Come feci 6-7 anni or sono per accon- tentare Cioci, ho parlato esprimendo alcuni concetti che ho nel cuore e, ripensandoci, li voglio scrivere in modo da definirli meglio nel convinci- mento che possano essere apprezzati da tutti i lettori della Tradotta. Il Battesimo come definizione in generale ci ricorda una delle prime tappe della nostra vita col dono di una precisa identità. Infatti con quel Articolo della Presidenza dell'Ass.Naz. Vol. BIR EL GOBI - Battesimo di Fuoco 1 Organo Ufficiale dell’Associazione Volontari Bir el Gobi fra i reduci del Reggimento Giovani Fascisti - LUGLIO 2015 - n.10 Direzione-Presidenza: Ass. Naz. vol.di “Bir el Gobi” fra i reduci del Rgt. “Giovani Fascisti” “Piccola Caprera” - Via Pozzolengo, 3 - 46040 Ponti sul Mincio (MN) - Tel. e Fax 0376.88104 Editore: Piccola Caprera soc. cooperativa, via Trento 37, 37014 Castelnuovo del Garda - Registrato presso il Tribunale di Verona - n. 1939 del 18 febbraio 2012 www.piccolacaprera.it E’ COME NOI, NON SI VENDE, SI DONA E VALE QUANTO UNO PUO’ OFFRIRE Sacramento diveniamo cristiani giacché siamo figli di…e di…nati il…a…etc. Altre tappe della vita poi continueranno a definirci e metterci in condizione di rispondere al famoso: chi sei?, alla base di tutta la civiltà greca e che da allora ci ha abbracciato e ci conforta. L’individuo quindi pensa ed è in un mondo che abbiamo classificato e diviso in spirito e mate- ria, in un mondo che, sia chiaro, ci nega il suo scopo. Quindi ne deriva uno dei tanti nostri problemi da risol- vere e ci chiediamo: il mondo avrà uno scopo materiale di violenza e distruzione o uno scopo spirituale come il nostro spirito ci porta a credere? C’è un fatto indiscutibile che propende per lo scopo spirituale: l’esistenza della vita e l’enorme forza che tende a perpetuarla. E la forza della vita e la sua perpetuazione produce il pensiero dell’uomo che con la memoria e la scrittura cerca a sua volta di perpetuarlo dando un senso alla vita propriamente per sopravvi- vere alla morte della materia. Chiedo venia per questa trasgressione filosofica, che tornerà utile dopo, e torno al tema: il battesimo del fuoco. Mi sovviene, per darvi una idea migliore con una metafora, la poesia di G. Lorca: “A las cinco de la tarde”, cioè alle cinque della sera, scende il toro nell’arena… Essa narra del torero che affronta il toro, del torero che smette di sembrare e si trova solo con se stesso, cioè obbligato ad essere. Nel nostro caso, parlo del battesimo del fuoco, ci siamo sentiti soli con noi stessi davanti al nemico che magari aveva tutte le sem- bianze di un carro armato. E veniva fuori l’identità nostra, il chi sei?, degli antichi saggi: l’essere italiano, l’essere volontariamente lì a combattere per le tue verità, le tue leggi, i limiti territoria- li del tuo dominio con quelle leggi, la tua bandiera che rappresenta tutti quelli come te, che parlano, mangiano, vivono e credono come te e comprendono il tuo mondo, la tua maniera di vi- vere in questo mondo

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La recente celebrazione alla Piccola Caprera del 73° anniversario della battaglia di Bir el Gobi ha visto la attiva partecipazione di tanti giovani che assieme a noi si sono commossi all’alzabandiera e alla fiaccolata. Come feci 6-7 anni or sono per accon-tentare Cioci, ho parlato esprimendo alcuni concetti che ho nel cuore e, ripensandoci, li voglio scrivere in modo da definirli meglio nel convinci-mento che possano essere apprezzati da tutti i lettori della Tradotta. Il Battesimo come definizione in generale ci ricorda una delle prime tappe della nostra vita col dono di una precisa identità. Infatti con quel

Articolo della Presidenza dell'Ass.Naz.Vol. BIR EL GOBI - Battesimo di Fuoco

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Organo Ufficiale dell’Associazione Volontari Bir el Gobi fra i reduci del Reggimento Giovani Fascisti - LUGLIO 2015 - n.10Direzione-Presidenza: Ass. Naz. vol.di “Bir el Gobi” fra i reduci del Rgt. “Giovani Fascisti” “Piccola Caprera” - Via Pozzolengo, 3 - 46040 Ponti sul Mincio (MN) - Tel. e Fax 0376.88104 Editore: Piccola Caprera soc. cooperativa, via Trento 37, 37014 Castelnuovo del Garda - Registrato presso il Tribunale di Verona - n. 1939 del 18 febbraio 2012

www.piccolacaprera.it

E’ COME NOI, NON SI VENDE, SI DONA E VALE QUANTO UNO PUO’ OFFRIRE

Sacramento diveniamo cristiani giacché siamo figli di…e di…nati il…a…etc. Altre tappe della vita poi continueranno a definirci e metterci in condizione di rispondere al famoso: chi sei?, alla base di tutta la civiltà greca e che da allora ci ha abbracciato e ci conforta. L’individuo quindi pensa ed è in un mondo che abbiamo classificato e diviso in spirito e mate-ria, in un mondo che, sia chiaro, ci nega il suo scopo. Quindi ne deriva uno dei tanti nostri problemi da risol-vere e ci chiediamo: il mondo avrà uno scopo materiale di violenza e distruzione o uno scopo spirituale come il nostro spirito ci porta a credere? C’è un fatto indiscutibile che propende per lo scopo spirituale:

l’esistenza della vita e l’enorme forza che tende a perpetuarla. E la forza della vita e la sua perpetuazione produce il pensiero dell’uomo che con la memoria e la scrittura cerca a sua volta di perpetuarlo dando un senso alla vita propriamente per sopravvi-vere alla morte della materia. Chiedo venia per questa trasgressione filosofica, che tornerà utile dopo, e torno al tema: il battesimo del fuoco.Mi sovviene, per darvi una idea migliore con una metafora, la poesia di G. Lorca: “A las cinco de la tarde”, cioè alle cinque della sera, scende il toro nell’arena… Essa narra del torero che affronta il toro, del torero che smette di sembrare e si trova solo con se stesso, cioè obbligato ad essere.

Nel nostro caso, parlo del battesimo del fuoco, ci siamo sentiti soli con noi stessi davanti al nemico che magari aveva tutte le sem-bianze di un carro armato. E veniva fuori l’identità nostra, il chi sei?, degli antichi saggi: l’essere italiano, l’essere volontariamente lì a combattere per le tue verità, le tue leggi, i limiti territoria-li del tuo dominio con quelle leggi, la tua bandiera che rappresenta tutti quelli come te, che parlano, mangiano, vivono e credono come te e comprendono il tuo mondo, la tua maniera di vi-vere in questo mondo

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la tua famiglia, il tuo cielo… Tutte cose messe in discussione dal nemico che hai di fronte e che vuole distrug-gere te e il tuo essere. Concludo, penso di aver dimostrato che non siamo tutti uguali come dicono i marxisti, non siamo tutti uguali per identità, ma possiamo essere uguali nei diritti finché non confliggono, possiamo essere uguali nella saggezza riconoscendo altre verità, ma mai dovremmo mettere in discussione la nostra identità per accettare quella degli altri, tanto meno se ce la vogliono imporre anche a casa nostra avvalendosi di quei macachi che predicano il multiculturalismo, la globalizzazione e balle simili dato che questi prezzolati predicano non dimenticando che culturalmente provengono dall’internazionalismo nel quale volevano ci confondessimo col proletariato di tutto il mondo e la storia li ha sconfitti malgrado il viscerale antifascismo .

Volontario di guerra del Rgt. Giovani Fascisti Enzo Giordano

“Discorso tenutosi in occasione dell’ammaina Bandiera del 04.04.2015”

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“ebbero fede e a ferro freddo si scagliarono a ruina”. Onoriamoli!Dal 19 Aprile sino al 13 Maggio, sulla Quota 141 ci furono 51 Caduti, 47 feriti e 36 dispersi. Tra i Caduti, anche la M.O.V.M. Stefano David.Per chi non lo sapesse, nel dopoguerra fino a pochi anni fa, la sommità dell’altura del Gebel Srafì di Enfidaville, deno-minata appunto Quota 141; fu utiliz-zata dalla popolazione berbera del luogo come Cimitero dei bambini ed oggi, a perenne ricordo delle gesta eroiche dei volontari, svetta il Cippo commemorativo in onore del R.E. Rgt.Vol.GG.FF. che fu fortemente voluto ed inaugurato dai nostri cari Reduci nel 2008. Durante un “pellegrinaggio africano” tenutosi nel 1983 sulla Quota 141, il Vol. G.F. della Compagnia Comando del II° Battaglione, il milanese Ferruccio Martina scrisse questa poesia:

“Pasqua sulla Quota 141”

Amico mio fraterno!Ti ricordi ancora di me?Io sono morto a Srafìnel dì del Cristo risorto.La mia bara è il gebel.Chiudi gli occhi e avvicinati

la mia voce è flebile e sottile.Solo lo sciacallo ulula di rabbia.Giunta è l’alba delle memorie care!Sulla sommità aspra e brulladella modesta altura tunisinaoggi la pace e la preghiera regnanel piccolo cimitero dei bambini.Nel silenzio ovattato del luogospunta un fiore e cresce il rosmarino.Il pastorello governa le capre ed il cammelloUn lumino è sempre acceso da mano pietosa.Vieni! E cogli tu amico caroquel fiore dal mio cuor nutrito.Vieni a trovare il piccolo infanterapito dall’amor di mamma .Come vedi il Cristo benigno e giustonel mortale esilio in terra stranierami ha dato candida e pura compagnia.Ricordami sempre, ma non piangere!Amico mio fraterno!

Elenco dei Caduti durante i com-battimenti tenutisi sulla Q.141 di Enfidaville

Volontario ANDREOTTI AttilioVolontario ARONNE MarioCaporale ARCELLONI MarioVolontario BALENO GiuseppeVolontario BARONI Daniele

Il 25 Aprile del 1943, era il giorno della Santa Pasqua sulla Q.141, il Reggimento Giovani Fascisti, col sangue dei suoi Volontari, scrisse nel grande libro della storia, impareggiabili pagine di eroismo, di gloria e di Valore Militare; contrattaccando e respingendo per più volte il nemico, anche all’arma bianca, fino al giorno in cui il Generale Messe firmò la resa nella vicina località di Boufischà. Nonostante l’inevitabile ed imminente fine delle ostilità della Cam-pagna dell’Africa Setten- trionale, i Volontari, ancora una volta,

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Caporale BEDUSCHI RiccardoVolontario BERTELLI ObesCaporale BONETTI GiuseppeVolontario BECCHINI PrimoVolontario BOSO EnricoVolontario BRAGA GianfrancoCaporale Mg. BOTTIGLIA TommasoCaporale CALAMELLI AdrianoVolontario CALCAGNO AngeloVolontario CASSANI LuigiCaporale CIATO Morfeo (C.G.V.M.)Volontario CEPPI CarloVolontario CORELLI AdrianoVolontario COPPI RenatoVolontarioDAVIDStefano(M.O.V.M.)Volontario DE MARIA DomenicoVolontario DENTI OtelloVolontario DIACONI AntonioVolontario FERRARINI WalterCaporale FERRETTI LuigiVolontario FUZZI ErmesVolontario GALLIANI SergioVolontario GELODI GiancarloVolontario GREGUOLI MarioVolontario GRILLI QuintoVolontario LEONARDI E l i oCaporale LUISE AldoVolontario MARCONI EzioVolontario MENDICINO GaspareVolontario MONGUZZI LuigiMaresciallo PADOIVAN WalterVolontario PERETTI Secondo

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Volontario RAPETTI ValerioVolontario RILLI CarloSergente ROSSI TeofiloVolontario ANTO RomanoVolontario SCARONI NivesVolontario SGARAMELLA LuigiVolontario TARAMELLI LuigiVolontario VALBONESI GuidoVolontario VALENTE GianniCaporale VERONESI MarioCaporale VINCENZI LinoVolontario ZANASI SergioVolontario ZONTINI AntonioVolontario ZUCCARELLO Flavio

Motivazione della M.O.V.M.“Vol.G.F. Stefano David”(Caduto il 25.03.1943 - A.S. - Tunisia - Djebel Srafì - Q.141 - )

Dopo trenta mesi di dura lotta, durante un aspro attacco nemico, soverchiato da preponderanti forze, rifiutava più volte di arrendersi, finché, unico superstite di un posto avanzato che egli stesso comandava, stordito e gravemente ferito, veniva raccolto dal nemico che pensava di servirsene come schermo per penetrare di sorpre-sa in un nostro caposaldo.Nella notte lunare, veniva condotto presso le nostre postazioni con l’arma

bianca puntata alla schiena. Accortosi che i commilitoni gli andavano incon-tro giubilanti per aiutarlo, non esitava a gridare ad alta voce: “Seconda Com-pagnia! Fuoco, fuoco! Sono nemici!”Pagava così consapevolmente con la vita, la sublime incomparabile dedizione alla Patria.

Buongiorno a tutti ed innanzi tutto un cameratesco ringraziamento a tutti voi presenti per aver scelto di trascorrere qui alla Piccola Caprera il giorno della Santa Pasqua del nostro Signore Gesù Cristo. Grazie a Padre Romano, sempre presente, che ogni prima Domenica del mese è qui tra noi per celebrare la Santa Messa. Oggi vista la mancanza del nostro prezioso Ceri-moniere, il Lagunare Sergio Girolami, spetta a me l’onere e l’onore di condu-rre la Cerimonia commemorativa in onore del Servizio Ausiliario Femmi-nile della R.S.I., degli Alpini della Divisione Monterosa e dei Volontari di Spagna. Spero di esser all’altezza del compito affidatomi, confidando che il Comandante Fulvio Balisti unitamente ai Reduci del Reggimento che ci hanno preceduto, mi guidino,

aiutandomi e dandomi sicurezza. Francamente non so da dove iniziare perché i fatti d’arma legati ai tre reparti dell’esercito che ci vedono impegnati nel ricor-do di questa cerimonia sono tantissimi, tutti degni di esser ricordati e tutti con-traddistinti dal volontarismo di un puro senso di onore e valore militare.S.A.F.

Tra pochi giorni, il 18 aprile, ricorre quest’anno il 71° anniversario del Decreto Ministeriale n° 447 con la quale avvenne l’isti-tuzione del Corpo

“Discorso tenutosi in occasione della Cerimonia del 05.04.2015”

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Femminile Volontario per i Servizi Ausiliari delle Forze Armate Repub-blicane. L'arruolamento era volonta-rio, ed in totale le donne che si arruo-larono furono circa 6000. L'addestra-mento del personale ausiliario si svolse tra la primavera del 1944 fino alla mese di Marzo del 1945. Ci furono 22 corsi provinciali e 6 corsi nazionali. "Avanguardia", "Ardimen-to", "Siro Gajani", "Italia", "Roma", "Brigate Nere", "Giovinezza", "Fiamma", "XVIII Aprile"; questi alcuni nomi dei corsi di addestramen-to per ricordare tutte le Ausiliarie che entrarono a far parte del S.A.F. e che svolsero dignitosamente il loro servizio nelle FF.AA.RR., nella G.N.R. e nel P.F.R. Nei vari reparti dove vennero impiegate, non si contano i numerosi atti di eroismo rimasti senza encomio di queste donne soldato inquadrate sotto il comando del Generale di Brigata Piera Gatteschi. Per tutte nominiamo alla memoria le due M.O.V.M. Ausiliarie Franca Barbier e Angelina Milazzo, la M.A.V.M. Ausiliaria Silvia Polettini e la M.B.V.M. Mariella Togna. Queste donne, animate dal puro spiri-to di amor di Patria durante il conflitto furono generose protagoniste di innu-

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Concludo con una sola parola rivolta a queste donne soldato: Onore!

MONTEROSALa divisione nasce il 1º gennaio 1944 a Pavia, ma è mobilitata solamente il 15 febbraio dello stesso anno. La divisione, formata da circa 20.000 uomini, di cui solo il 20% provenienti dal Regio Esercito ed il resto tutti volontari, viene costituita dai dirigenti della Repubblica Sociale per combat-tere in ambito montano a fianco dell'esercito tedesco. Per l'addestra-mento la divisione viene inviata in Germania per 6 mesi, dove gli alpini sono addestrati da istruttori tedeschi ed armati con materiale proveniente dai magazzini della Wehrmacht. Per ricollegarmi al ricordo delle nostre ausiliarie, faccio presente che nell'or-ganico della divisione c’erano anche 30 ausiliarie alpine, le prime nella storia del corpo. Il 16 luglio dello stesso anno Benito Mussolini conse-gna la bandiera ai reggimenti, a Münsingen. In luglio, all'arrivo in Italia, viene posta sotto il comando del Corpo d'armata "Lombardia", nell'a-rea ligure, per contrastare un even-tuale sbarco delle forze alleate. Successivamente viene spostata nella Garfagnana

tra il fiume Serchio e le Alpi Apuane, bloccando i reparti brasiliani e le forze delle truppe da montagna della 5ª Armata americana, riuscendo tra il 25 e il 30 dicembre 1944, con l'opera-zione Wintergewitter, a respingere le forze alleate, obbligandole a ripiegare. Si tratta dell'unica azione della guerra, lungo la penisola italiana, nella quale le forze congiunte della RSI e tedesche riuscirono a far arretrare gli alleati. Nel gennaio 1945 circa la metà della divisione viene spostata sulle Alpi occidentali per contrastare l'avanzata americana e francese ed in questa occasione per dar man forte viene aggregato il Battaglione "Cadore", del Raggruppamento "Cac-ciatori degli Appennini" con altri Battaglioni di alpini della Divisione Littorio. La Divisione di ferro risultò essere una delle migliori divisioni dell’esercito repubblicano, la più numerosa e meglio armata; il suo organico era composto da due reggi-menti di fanteria (costituiti da sette battaglioni) e da un reggimento d’artiglieria (costituito da quattro gruppi). Alla fine della guerra contò 1.100 caduti, 142 decorazioni asse-gnate, tra le quali tre M.O.V.M. oltre che 89 encomi e numerosi croci di

merevoli episodi di corag-gio, abnegazione ed altrui-smo e per sempre resteranno d’esempio alle generazioni future. Alla data del 18 aprile 1945 le ausiliarie del S.A.F. ebbero 25 Cadute, 8 ferite e 7 disperse, anche se il prezzo più alto della loro scelta per l’onore d’Italia, lo pagarono dopo il 25 aprile 1945 quando diventarono oggetto di più vili e peggiori atti di tragico scherno, di omicidi, violenze, stupri ed anche di ritorsioni verso le famiglie di appartenenza. Tutti episodi di tale orrore e crudeltà che preferisco non trattare in questa sede.

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La Divisione Alpina Monterosa venne sciolta il 28 aprile 1945 dal marescial-lo Rodolfo Graziani, che emanò l'ordine di cessare le ostilità. Solo la 12ª Batteria del Gruppo "Mantova" e il 4° Rgt. Alpini della Divisione Litto-rio deposero le armi l'8 maggio 1945 a Porta Littoria (La Thuile) in Valle d'Aosta. A tal proposito mi è doveroso ricordare il nostro caro Volontario Giovane Fascista Mario Mantero, già reduce di “Bir El Gobi” che durante la R.S.I. col grado di tenente comandò la 6^ Compagnia del Battaglione Berga-mo schierato sul Monte Bianco a difesa dei confini d’Italia. La Divi-sione "Monterosa" è e rimarrà una divisione di ferro. Non dimentichia-moci mai e ricordiamo a coloro che ignorano la storia, che se oggi gran parte delle bellissime località di confine sono territorio italiano, lo dobbiamo a tutte quelle divisioni e reggimenti che difesero i sacri confini d’Italia. Anche per loro, una sola parola: Onore!

VOLONTARI DI SPAGNAPurtroppo quest’anno non abbiamo il piacere di aver qui tra noi il Picchetto e la delegazione ufficiale dell’A.N.C.I.S. ma ciò non ci

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permette di non ricordare. In pochi ricordano la tragica storia della Guerra civile spagnola avvenuta a partire dal 1931 fino al 1939, con la persecuzione e l’uccisione di migliaia di cattolici ad opera delle formazioni comuniste ed anarchiche finanziate dalla massone-ria. Tra sacerdoti e laici, per quanto è dato sapere oggi, la mattanza coin-volse circa 11.000 persone. Di queste, 1524 sono state beatificate e altre centinaia sono in corso di beatifica-zione. Tutti questi martiri che caddero gridando: “Viva Cristo Rey”. Dal 1936 al 1939 il Corpo Truppe Volon-tarie, in precedenza già denominato Missione Militare Italiana in Spagna, prese parte ai sanguinosi scontri oltre-confine. Il corpo di spedizione italiano, composto in gran parte da volontari, fu inviato in terra di Spagna a supporto del Generale Francisco Franco e delle forze spagnole nazio-naliste durante la guerra civile spagnola. Il Corpo fu organizzato su quattro grandi unità di livello Divi-sionale, di cui tre della Milizia: la 1ª Div. CC.NN. "Dio lo Vuole", 2ª Div. CC.NN. "Fiamme Nere", 3ª Div. CC.NN. "Penne Nere", ed in ultimo la divisione del Regio Esercito, la 4ª Div. di fanteria "Littorio".

Mezzi, armamenti e soldati italiani furono di rilevante importanza e contribuirono alla vittoria della Spagna Cattolico Cristiana del Gener-ale Franco contro i comunisti repub-blicani massonici. Con orgoglio oggi più che mai, qui alla Piccola Caprera possiamo ricordare i Caduti al grido di: Arriba Cristo! Arriba Espana!

“balilla” Alp. Guido Ongaro

Testo ed immagini tratte dalla pagina di Facebook dell’Associazione Memento. Alcune fotografie della giornata organizzata alla Piccola Caprera in compagnia delle donne del Servizio Ausiliario Femminile della Repubblica Sociale Italiana: Fiorenza Ferrini, Velia Mirri, Paola Gallo e Fiamma Morini. Dopo la cerimonia dedicata al ricordo del S.A.F., della Divisione Monterosa e dei Volontari di Spagna; nel corso della conferenza ospitata con la consueta calda accoglienza della Piccola Caprera, la volontaria di Memento Chiara Telmon ha consegnato alle ausiliarie e ai volontari del Sacrario due copie della

E' stata anche l'occasione per conoscere e approfondire l'epopea del reggimento Giovani Fascisti, ragazzi che sentirono potente la voca-zione dell'amor di Patria e si distinsero per fede, abne-gazione e disciplina in Africa Settentrionale nel corso della seconda guerra mondiale. Ancora una giornata nel segno della tradizione e della continuità ideale, per lasciar-si ispirare e illuminare dagli esempi e raccoglierne il testimone divenendo ambas-ciatori dello stesso supremo sentimento: l'Italia. Un senti-to ringraziamento alle donne del SAF e ai

“Conferenza 07.04.2015” - Libere, potenti, sicure, un giorno con le donne del S.A.F.

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ai volontari della Piccola Caprera per l'impegno e la dedizione nel coltivare il prezioso seme della tradizione.

Cari commilitoni, care ausiliarie, a tutti voi qui presenti, un cameratesco abbraccio. Come ogni anno ci ritroviamo ospiti dell’As-sociazione Nazionale Volon-tari “Bir el Gobi” alla quale rendiamo onore assieme al suo Comandante Maggiore Fulvio Balisti, le cui spoglie riposano in questo luogo sacro assieme alla sua

mento di quel tragico 8 Settembre 1943, per dimostra-re che l’onore della gente italica e delle Forze Armate poteva essere riscattato da uomini disposti al sacrificio, disgustati da vigliaccherie e tradimenti, richiamati dall’eroico prestigio della M.O.V.M. Junio Valerio Borghese, che per tutti noi era e rimane “il Comandante”; geniale soldato e perfetto gentiluomo, sempre ricordato ed ammirato. Dopo settant’an-ni siamo ancora in grado di affermare di aver fatto il nostro dovere, con onore, sacrificio e disciplina perché noi 6

eravamo dalla parte della ragione!Politicanti in malafede cercano di nascondere o deridere la nostra epopea in favore di una cosiddetta “liberazione partigiana”, risibile e mai avvenuta.Noi possiamo sostenere con cuore saldo che tutti quelli contro i quali abbiamo combattuto erano al servizio di potenze straniere. I soli che hanno lottato per la Patria sono stati i soldati della Repubblica Sociale Italiana.

La Decima Flottiglia MAS fu la prima formazione che mantenne alto il Tricolore, sebbene con un enorme buco nel mezzo per cancellare il simbolo sabaudo rappresentante di vergogna, tradimento e disonore. Veterani ed adolescenti, pur di salvare l’onore italiano malamente calpestato, presero le armi per dimostrare che i figli d’Italia non sono ne vigliacchi, ne degeneri. Ciò avvenne non solo sul suolo patrio; io e i miei commilitoni ci arruolammo alla Base atlantica

consorte.Rendiamo grazie all’officiante la Santa Messa ed all’impeccabile servizio d’ordine che sempre permette il perfetto svolgimento della cerimo-nia.Oggi è la giornata del ricordo dei nostri Caduti, quelli della gloriosa Decima Flottiglia MAS, che sacrifica-rono la loro giovinezza nel corso di tutto il secondo Conflitto mondiale; e di coloro che si ribellarono al tradi-

Discorso Adunata 05 Maggio 2015

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italiana di Bordeaux, schifati ed avvi-liti di quanto succedeva in quella che, sebbene nati in Francia, considerava-mo la nostra Patria. Pensate che qual-cuno di noi, nemmeno parlava l’ita-liano. Fummo inquadrati nella Decima, orgogliosi di far parte della schiera di volontari come l’Italia non ebbe mai e per la prima volta nella storia Patria si assistette alle donne volontarie che costituirono il Servizio Ausiliario Femminile e che vennero poi oltraggiate, vilipese ed assassi-nate. Lottammo su tre fronti, scarsa-mente armati, contro schiere di nemici abbondanti di mezzi ed equipaggia-mento. Ci battemmo anche contro altri italiani che, al nord quanto al sud, avevano deciso di servire un padrone straniero e a nulla incisero le azioni di guerriglia o assassinio alle spalle, se non a provocare le ricercate rappres-aglie a scapito d’inermi civili.Abbiamo perso tanti commilitoni sui campi di battaglia oppure trucidati a fine conflitto per avere avuto un ideale o per rancori e vendette personali. Gran parte finì nei campi di prigionia ove molti morirono di stenti, di fame e di malattie. Altri, arrestati e processati per la coerenza di aver continuato a fianco di un amico tacciato da

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nemico e combattuto un nemico improvvisamente amico.Questo il ringraziamento per i soldati dell’onore, questo il risultato della guerra civile che a distanza di settant’anni, con una falsa memoria cocciutamente voluta e coltivata da una precisa parte politica, continua a spargere l’odio fra i cittadini.Ecco il trattamento riservatoci da questa Repubblica che ancora ci discrimina con il mancato riconosci-mento al diritto di essere considerati combattenti. Noi superstiti rivendi-chiamo tale diritto per coloro i quali sono ancora tra noi e per i nostri Caduti. Un pensiero particolare agli ultimi prigionieri italiani: Massi-miliano La Torre, al quale auguriamo una perfetta guarigione, che rischia la riconsegna ai barbari e Salvatore Girone, solitario ostaggio. Possiamo immaginare quanto la solitudine amplifichi l’immerita amarezza del sopruso.Grazie, dunque a voi tutti. In alto i cuori e sempre: Decima, Marinai!...

Il Presidente dell’Associazione

Combattenti X^Flottiglia MAS – R.S.I. Marò,

Carlo Alfredo Panzarasa

In occasione delle “Giornate di prima-vera” per le “visite guidate” organiz-zate dai volontari del Fondo Ambiente Italiano, alla scoperta dei palazzi di Milano; ci siamo recati alla Casa del Mutilato e nella Galleria degli Eroi, (dove sono custodite le tavole mano-scritte di un sesto delle Medaglie d’Oro al Valore Militare della nostra Patria) con gran gioia e commozione abbiamo appurato che sono presenti anche i Volontari del Regio Esercito inquadrati nei ranghi del R.E. Rgt. “Giovani Fascisti”: Ippolito Niccolini e Stefano David.La Casa del Mutilato, fu progettata nel 1937 ed è stata fortemente voluta ed autofinanziata dai Reduci della Prima Guerra Mondiale. Al suo interno ci sono innumerevoli opere scultoree ed architettoniche. L’edificio è situato in una zona centrale della città ed è un bellissimo esempio di architettura razionale. Varcata la soglia d’ingresso, c’è un maestoso atrio monumentale ricco di bassorilievi lapidei a perenne ricordo di tutte le guerre che hanno interessato i Soldati d’Italia ed una sala adibita a Sacrario dove sono ubicate due teche che contengono la

la terra di Russia e d’Africa. Gli addetti del FAI hanno ben saputo guidare i visita-tori all’interno di tutte le sale, dove per l’occasione, erano anche stati esposti molti interessantissimi cimeli d’archivio, tra cui anche il modulo d’iscrizione di S.E. Benito Mussolini.Ad attendere i visitatori nella “Galleria degli Eroi” c’era un generale in pensione del III° Bersaglieri che ha sapientemente illustrato al pubblico, i nomi più celebri delle M.O.V.M. presenti nella sala. Al termine della visita, nella sala conferenze c’è stata

Milano, 21.03.2015“Visita guidata - giornate del F.A.I.”

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la relazione di un Alpino della Divisione Julia, reduce della Campagna di Russia, che ci ha piacevolmente intrattenuto con la sua testimonianza diretta dei fatti, a partire dall’ultima battaglia di Nikolajewka fino al suo ritorno “a baita”, detto alla maniera dei “veci alpini”.

“balilla”Alp. Guido Ongaro

Impeccabile l’organizza-zione della Cerimonia che di anno in anno raccoglie

28 Aprile ed il 15 Giugno 1945 con la sola “colpa” di essere fascisti o presunti tali. Valeria, Anna, Guido, Sante, Tiziano, Paolo, Gianmarco, Nicola e Valeriano, quest’ul-timo il fautore ed organizza-tore della Cerimonia, hanno partecipato a nome della Continuità Ideale della Piccola Caprera sfilando in corteo con il labaro dell’As-sociazione Nazionale Volon-tari “Bir el Gobi” in occa-sione del 70° anniversario del martirio dei camerati Caduti della Repubblica Sociale Italiana tenutosi a Codevigo ed organizzato dai ragazzi di Padova Co 8

della Continuità Ideale R.S.I. - R.N.C.R.- Erano presenti un gran numero di camerati giunti da diverse città d’Italia per commemorare i Caduti. All’ingresso del Campo Santo del paese, dove al suo interno è ubica-to il Sacrario dei Martiri, ha avuto luogo la Santa Messa celebrata da Padre Tam, il quale ha scosso gli animi dei presenti con una predica, (a salvaguardia dei nostri cari Valori: Dio, Patria e Famiglia) veramente da encomio! concludendo con il canto

sempre più consensi per non dimenti-care e portare la voce dei vivi a coloro che sono morti per amor di Patria.“SIGNORE FA DELLA TUA CROCE L'INSEGNA CHE PRECEDE IL LABARO DELLA MIA LEGIONE “; così è scritto all’in-gresso del Sacrario dei Martiri di Codevigo in provincia di Padova. Un sacrario che contiene le Salme e i Resti di circa 130 persone torturate ed assassinate a Guerra finita fra il 28

della Preghiera del Legionario. Come di consueto al termine della funzione religiosa, al seguito dei Labari delle Associazioni d’Arma e delle Insegne della R.S.I., tutti i presenti hanno sfilato in corteo per le strade del paese, (scortati dai Carabinieri e dalla Polizia Municipale addetta al blocco del traffico veicolare) dove è stata deposta una prima Corona d’alloro al Monumento dei Caduti e successiva-mente il corteo è proseguito sino al ponte della strada provinciale sul

Codevigo, 10.05.2015Commemorazione Martiri

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fiume Brenta, dove è stata deposta (gettandola in acqua) una seconda Corona d’alloro in onore dei Martiri barbaramente trucidati da “mano partigiana” della 28^ brigata Garibaldi comandata dal partigiano comunista ArrigoBoldrini. Tra la commozione dei partecipanti che hanno gettato fiori nelle acque del fiume Brenta, la Ceri-monia si è conclusa con il nostro camerata Valeriano che ha chiamato il PRESENTE! dedicandolo ai Martiri di Codevigo, a Tutti i Caduti della R.S.I. e a S.E. Benito Mussolini, Duce del Fascismo.

“balilla”Alp. Guido Ongaro

parte dei volontari di potersi meglio organizzare alla partecipazione del pellegrinaggio in A.S. organizzato dal gruppo regionale lombardo, quest'an-no il consiglio nazionale ha rinviato tale pellegrinaggio alla prossima estate 1957. Per le adesioni e per mag-gior chiarimenti ogni volontario dovrà rivolgersi direttamente al gruppo regionale lombardo di Via RUBENS 9 Milano (Volontario Virginio Boretti)”A Milano in Via Rubens al 9 abitava-mo noi, io mia mamma Mariuccia

mia sorella Antonietta e mio papà , il Gino. Casa nostra e' sempre stata “un porto di mare” per i GG.FF che non abitavano a Milano, ed erano in tanti. Mia mamma ospitava a dormire i volontari fino a quando lo spazio della casa lo permetteva ed io mi divertivo in queste occasioni, tutti arrivavano con qualcosa : salumi, dolci, focacce e vino come succede adesso alla Piccola Caprera e la mattina del giorno dopo si partiva con i pullman per i vari raduni. Tutte le canzoni che cantiamo adesso alla Piccola le ho imparate andando in “gita” , così concepivo a quei tempi le

Il Gino organizzava tutto da casa, scriveva a mano tutte le buste con i vari indirizzi e leccava centinaia di francobolli per mandare le comunica-zioni ai Reduci, con la macchina da scrivere batteva il testo della comuni-cazione in triplice copia e ne doveva fare tante di copie poiché erano ancora tutti “PRESENTI”, ricordo i loro racconti ancora freschi di memoria, il loro entusiasmo nel ritrovarsi, la com-plicità dei momenti che avevano passato in una fossa scavata nella terra

“LA TRADOTTA DI BIR EL GOBI ESCE QUANDO ESCE E QUANDO ARRIVA NES-SUNO LO SA'.” “Trafiletto tratto dalla Tradotta n° 5”:

“IL PELLEGRINAGGIO IN AFRICA SETTENTRION-ALE RIMANDATO AL 1957”Per dar modo alla maggior 9

Articolo Margherita Boretti SPOLVERATA DI RICORDI

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patendo la fame, il caldo ed il freddo, racconti alle volte macabri ma veritie-ri e i nomi di quelli che non erano più tornati a casa. Da mi padre e da alcuni GG.FF ho imparato il senso dell'ami-cizia che accomuna sopratutto nei momenti più difficili della vita.Sfogliando la Tradotta del 5 dicembre 1959 ho trovato una lettera scritta dal Comandante Fulvio Balisti a indiriz-zata a mio papà; la scrivo qui di segui-to ricopiandola fedelmente:(ULTIMA LETTERA SCRITTA DAL COMANDANTE BALISTI AL PRESIDENTE NAZIONALE DELL 'ASS. NAZ. “BIR EL GOBI”)

Ponti sul Mincio, 2.VII.1959Caro Boretti ,grazie della tua affettuosa visita completata dalla cortese presenza dei Milesi, penso alle vostre bambine e a Mariuccia sul lago che auguro loro propizio in ogni manifestazione della loro vita. Io non sto bene e, certo l'isolamento in cui sono piombato contribuisce ad aumentare il mio disagio morale e fisico. La nostra casa é ancora il deserto subentrato ad una oasi ricca di ogni bene di natura. Questo stato desertico si prolungherà indefinitamente, sia pure con qualche sfumatura, poiché tolta la Antonietta animatrice e ravvivatrice e creatrice di ogni calore e di ogni profu-mo é come se al sottosuolo desertico togliessero l'acqua ed alle notti la rugiada. Eppure io devo vivere per tutti voi, devo vivere perché lei stessa, di me e in me lei viva. Quando una unione come la nostra, dopo aver spaziato gli orizzonti vasti, tutti illumi-nati da astri ideali, dopo aver vissuto in letizia (quella letizia che é figlia primogenita e preferita del sogno e dell'amore) le

vicende più sog

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interessanti con il maggior disinte-resse, le più duramente contrastate, con la serenità, e' ridotta dalle circostanze al novello modo di una intimità dove non si sappia dove sia la vita dell'uno senza poter valutare la vita dell'altro, chi rimane solo e' un infelice anche se sa fare, come io farò, di ogni sua futura vicenda un motivo di offerta ed una ragione di vita ideale che abbracci la vita dell'apostolo e la vita del superstite. Scusami caro Boretti, non é questo uno sfogo, é un dolce intervallo del pianto. La Giovanna é sommamente dedicata. Voi siete tutti i miei figli ideali, ideal-mente legati alla vostra insostituibile mamma Antonietta. Ti bacio per tutti. Fulvio BalistiMargherita BorettiContinua..........

72° Anniversario delle battaglie di Tunisia 1943 / 2015

Mantenendo fede alle promesse fatte ai cari Reduci che sono “andati avanti”, incuranti delle persuasive notizie di cronaca internazionale, come ogni anno, nonostante le sfavo-

revoli condizioni di sicurezza in cui versa la Tunisia, ci siamo recati a rendere omaggio a tutti i Caduti delle battaglie dell’Africa Settentrionale, tenutesi nella primavera del 1943 sulle linee difensive Italo-Tedesche nelle zone geografiche del Mareth, di Takrouna e di Enfidaville.Nella consuetudine del pellegrinag-gio, sempre grandi nuove e forti emozioni ci hanno accompagnato. E’ stato un pellegrinaggio breve ma intenso, durato solo un finesettimana, che ha visto impegnate solamente tre persone in rappresentanza dell’Ass. Naz. Vol.”Bir el Gobi” e della Conti-nuità Ideale della Piccola Caprera nel ricordo dei nostri Caduti. Impareggia-bile è stato Giacomino che ha degna-mente sfilato con la Bandiera Sabauda sulle alture del Gebel Srafì dove impera il Monumento ai Caduti del R.E. Reggimento “Giovani Fascisti”.In cima alla Quota 141, l’immancabile vento teso non gli ha certo facilitato il compito. Tra i presenti alla Cerimonia si sono unite per la seconda volta due signore di origini piemontesi che risie-dono ad Hammamet ed un’altra signo-ra che fa parte del coro parrocchiale della Città di Sousse. Ci ha onorato della sua presenza, il solito Padre

Tunisia, A.S. Enfidaville, 23.05.2015“Pellegrinaggio Africano sulla Q.141”

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Arnoud che ha celebrato la Solenne Benedizione religiosa al Cippo e alla terra circostante di Q.141; dimostran-doci, ancora una volta, un attaccamen-to particolare di pura stima alla nostra Associazione, al nostro impegno e soprattutto, cosa più importante, ai nostri Caduti. Abbiamo rinnovato l’oneroso contratto annuale con il proprietario del terreno dove sorge il Cippo del Reggimento e al Cimitero del Commonwealth siamo riusciti a

reduci delle Fiamme Bianche della R.S.I. I racconti dei reduci sono stati accompagnati dalle bellissime parole del discorso del Professor Cangemi nella sua veste di moderatore. E’ stato un bel momento di confronto reso speciale dai reduci delle Fiamme Bianche che hanno saputo intrattenere il pubblico presente con una parteci-pazione attiva data “a suon di botte” di domande e risposte sui tempi che furono. Purtroppo le condizioni di

salute del nostro caro amico Stelvio Dal Piaz, non gli hanno permesso di essere presente alla conferenza, quindi, augurandogli i nostri migliori auguri di pronta guarigione, pubblichiamo lo scritto che ci ha fatto perve-nire a mezzo e-mail: Questa volta ho “disertato” e ne chiedo scusa a tutti Voi radunati alla Piccola Caprera per ricordare le “Fiamme Bianche“. Non voglio far mancare un mio piccolo contributo in ricordo dei miei Camerati caduti. In questa sede interessa ricor-dare l’emozione e la gioia di noi giovani inquadrati nelleorganizzazioni giovanili del

Partito Fascista quando Mussolini nell’ottobre del 1939, nominò Ettore Muti Segretario del Partito e- come tale – Comandante Generale della Gioventù Italiana del Littorio. Avere come Comandante Generale l’Eroe Ettore Muti fu il dono più bello che il Duce ci avesse potuto fare. Il segnale di mobilitazione e di vitalità non si fece attendere. Fu Lui che ideò e diresse quella che è passata alla Storia come “ la Marcia della Giovinezza “,

Giugno 2015Conferenza Fiamme Bianche

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prendere contatto con un addetto della municipalità di Enfidaville, illustrando e fornendo la documentazione che attesta l’esistenza del Cippo di Quota 141, in modo tale di poter diffondere la possibilità di visita anche ad altri turisti stranieri.

“balilla”Alp. Guido Ongaro

Nella cornice della casa del Comandante Fulvio Balisti, Sabato 06.06.2015 in “Sala Tremaglia” ha avuto luogo una prima conferenza coi

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udite – di trenta centesimi per volon-tario. Ma si verificò ovunque una così significativa gara di slancio e di spiri-to di iniziativa che il “ miglioramento del rancio “poté soddisfare anche la fame dei diciottenni più esigenti e famelici. In data 21 settembre 1940, a conclusione della “Marcia della Giovinezza“, il Comandante generale Muti inviò al Duce la seguente strin-gata relazione: “Duce, la Marcia della Giovinezza s’è conclusa questa matti-na. I giovani del Vostro tempo vengono così ad aver percorso in soli ventun giorni quattrocentoventi chilometri, in perfetta efficienza fisica con tecnica militare impeccabile e con fervore sempre crescente. L’organizzazione dei servizi è stata è stata ovunque perfetta. LLLL or 12

Da per tutto le popolazioni hanno inneggiato a Voi che avete saputo creare questi forti virgulti del tempo fascista. Con oggi, il primo raggrup-pamento è concentrato a Vicenza, il secondo e il terzo raggruppamento sono concentrati a Padova: tutti in sosta, con accresciuto fervore nella loro preparazione militare, in attesa degli ordini che vorrete dare.“Purtroppo, come la storia ci ha tramandato, molti entusiasmi vennero raffreddati dalle gelosie e dalle pastoie burocratiche degli Stati Maggiori militari che avevano già iniziato l’opera di sabotaggio alla guerra del “ sangue contro l’oro “ e impedirono l’arruolamento diretto di tutti i parte-cipanti; solo alcuni Battaglioni,vennero alla fine mobilitati, inviati in zona di operazione in Africa Setten-trionale, dove, a Bir El Gobi, località sperduta nel deserto sassoso della Libia, si coprirono di gloria ed entra-rono nella leggenda. Attraverso laricostruzione di questi fatti si com-prende come, dopo l’infausto 8 di settembre, la Gioventù del Littorio, al di là dell’anagrafe e della giovanissi-ma età, seppe prontamente mobilitarsi e fare tesoro dell’esperienza dei fratel-li maggiori che li avevano preceduti nell’assolvimento del dovere. Con questo spirito e con questi insegna-menti, gli Avanguardisti Moschettieri Volontari vengono inquadrati nei Battaglioni delle “Fiamme Bianche“. Gli eventi impedirono poi che – come ogni 24 maggio – si procedesse alla “Leva Fascista“ e, così ancora oggi noi delle “Fiamme Bianche“ siamo rimasti “avanguardisti“ senza la possi-bilità di diventare “Giovani Fascisti“ e mettere sulla divisa le mostrine con i colori di Roma. Non per questo penso che, con il nostro comportamento e il nostro mai sopito entusiasmo, non si sia dimostrato che ad eventi normali anche noi saremmo divenuti dei baldi “Giovani fascisti“. Questa giornata del ricordo, in questa terra consacratadal sacrificio dei Giovani Fascisti, la

la marcia militare di 24.000 volontari della classe 1922 con le mostrine dei colori di Roma, diciottenni militar-mente inquadrati che, dopo un periodo di vita al campo in Alta Italia per l’addestramento, iniziarono la marcia di ritorno alle proprie sedi guidati da squadristi, volontari di guerra e deco-rati al valore, attraversando città e villaggi ovunque accolti da sincere manifestazioni di entusiasmo. Un bagno di entusiasmo e di giovinezza che attraversò tutta l’Italia, zaino affardellato, fucile, giberne, gavetta, borraccia pugnale, al passo di parata e al suono delle fanfare di tutti i Coman-di provinciali della G.I.L. Certo fu una esperienza riservata ai nostri fratelli più grandi, ma la mobilitazione logi-stica coinvolse anche gli Avanguardi-sti, i Balilla (che già anelavano ad una partecipazione più diretta e coinvol-gente!) e tutta la struttura dei Comandi provinciali, compreso l’elemento femminile, avendo ogni Comando da prelevare tempestivamente dall’Au-torità militare i viveri necessari alla confezione del rancio, secondo la forza numerica segnalata anticipata-mente e dovendo ogni razione essere completata con generi acquista-ti dal commercio in ragione – udite,

vogliamo vivere con lo spirito simbo-lico di una “Leva fascista“ che assuma il significato di una rinnovata comu-nione ideale con i nostri Camerati più grandi confermando con la nostra passione di essere stati degni di Loro. Presente in spirito e con l’affetto per tutti Voi

Stelvio Dal Piaz

Commemorazione in ricordo della AERONAUTICA MILITARE (REGIA - R.S.I. - A.M.), delle FIAMME BIANCHE, del Gruppo Carri "M Leonessa" della G.N.R. e la tumulazione delle Ceneri dei Volontari Giovani Fascisti Berga-mini e Bellone

Sottotenente Elvezio Borgatti:Classe 1924, proveniente dalla scuola di Fontanellato, al Gruppo Corazzato “Leonessa” era stato assegnato alla Batteria motorizzata da 75/27 coman-data dal Tenente Ferraris, costituita con giovani provenienti dalle Fiamme Bianche. Nel dopoguerra, dopo la prigionia, Borgatti si era assunto il compito di visitare, non senza rischi, molti luoghi dove i partigiani avevano compiuto uccisioni delle quali non si doveva parlare, ricavandone notizie utili alla identificazione dei Caduti. La moglie che sempre lo accompagnava, soleva dire che il viaggio di nozze si era svolto visitando Chiese e Cimiteri.Successivamente si era distinto collaborando alla raccolta di dati, documenti e fotografie relativi al Gruppo Corazzato “Leonessa” e al loro riordino in pubblicazioni riser-vate ai reduci del reparto.

Legionario Michele Ruocco:Classe 1927, si era arruolato volonta-rio nelle Fiamme Bianche e da lì al Gruppo “Leonessa” dove era divenuto piloto di carro. Assegnato con un M13 al Comando generale della G.N.R. di Milano, aveva subito la prigionia alla

“Discorso tenutosi in occasione della Cerimonia del 07.06.2015”

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fine della guerra. Successivamente aveva magistralmente organizzato il ricordo e le onoranze ai sabotatori della Decima MAS fucilati dagli alleati nel 1944 a Sant Angelo in Formis e aveva validamente collabo-rato all’organizzazione degli incontri dei reduci del “Leonessa”.

Pilota Franco Benetti:Lo scorso mese è venuto a mancare uno degli ultimi Piloti da caccia

Ritornato libero a fine Guerra, intra-prendeva l’attività alberghiera in proprio. Assiduo frequentatore della Piccola Caprera, partecipava attiva-mente contribuendo, assieme alla moglie, alla preparazione del rancio conviviale con le sue specialità di cuoco. Nonostante sia diventato cieco nel 1997, continuavaa frequentare assiduamente la Piccola Caprera, contribuendo con la sua presenza e il suo spirito cameratesco ad arricchire i ragazzi della Continuità. La figlia

Vol. G.F. Bruno Bellone:Ciao Bruno,come tuo amico e cerimoniere della Piccola Caprea, sono stato incaricato dai ragazzi di Continuità Ideale, di darti l’ultimo saluto; un incarico di cui mi sento molto onorato.Sono passati quasi trent’anni dal nostro primo incontro e fu subito amicizia. Ricordo che quando apprendesti da comuni amici che sono un cerimoniere di AssoArma, mi prendesti per un braccio e mi dicesti queste parole: “farò in modo che tu divenga il cerimoniere della Piccola Caprera”. Nel mio archivio tengo ancora la lettera che mi

facesti inviare dalla Presidenza della Piccola Caprera, per notificarmi l’ufficialità dell’incarico. La nostra amicizia si consolidò con gli anni, anche fuori della Piccola Caprera. Ricordo i tuoi compleanni, festeggiati coi ragazzi della Piccola Caprera, oppure quando ci trovavamo dal Vol.G.F. Pipoli in Val di Stava, assieme ad amici e Volontari; forse nella valle si ricordano ancora di noi per le nostre belle canzoni della Repubblica Sociale Italiana che

Repubblicana, Franco Benetti, un assiduo frequentatore della Piccola Caprera. Nel ricordar-lo, la famiglia della Piccola Caprera, porge le più sentite condoglianze al figlio Paolo.

Vol. G.F. Vittorio Bergam-ini:E’ venuto a mancare il Volon-tario Giovane Fascista Vittorio Bergamini del I° Battaglione, nato a La Spezia nel 1922, combattente di Bir El Gobi, fatto prigioniero dagli alleati in Tunisia nel Maggio del 1943. Fuggito in modo avven-turoso, rientrava a La Spezia dove venne catturato e perse-guitato dai partigiani. 13

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facemmo echeggiare per tutta la valla-ta. Se dovessi parlare di quei ricordi dovrei scrivere un libro, ma parliamo di te. Caro Bruno, te ne sei andato in silenzio, in punta di piedi, eri co-sciente che la tua dipartita avrebbe addolorato i tantissimi che ti rispetta-vano e quanti ti volevano bene. All’accaduto ci fu subito un tam-tam e in brevissimo tempo tutti noi della Piccola Caprera, apprendemmo che eravamo orfani del Vol.G.F. (M.B.V.M.) Bruno Bellone. Bruno aveva raggiunto i suoi commilitoni, in quel angolo di cielo che l’Onnipotente ha destinato per ricomporre i ranghi del Reggimento Volontari Giovani Fascisti. Ormai il Reggimento è quasi al completo, pochi buchi ancora nei ranghi sono da completare per poi sfilare a ranghi completi con in testa la Bandiera di Guerra che non vi fu mai assegnata, ma idealmente ve la

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offriamo noi di Continuità Ideale, noi che portiamo nel cuore le vostre me-morie, la vostra storiografia, noi che ci impegniamo di trasmettere tutto quanto ci avete insegnato. Caro amico, ricordiamoci che negli ultimi tempi ci si trovava grazie alla tua gentilissima figlia Emanuela che di questo le porgiamo un ringraziamento da parte di tutta la Piccola Caprera. Ricordo il tuo ardore nel cantare “la Tradotta”, ma dopo questa il tuo grande desiderio era intonare “Batta-glioni del Duce”, con le visite alla Piccola Caprera e i nostri canti ti caricavi come una batteria fino alla prossima visita. Rivedo nell’ultima tua venuta ad ottobre durante la “Ceri-monia dei Parà”, con il tuo soprabito chiaro e la tua Medaglia che faceva spicco sul tuo petto, dopo l’omaggio al Reggimento cantando “La tradotta”, volesti il microfono per

dire due parole…non avrei mai immaginato che fosse il tuo saluto di commiato. Caro Bruno, che in cielo ti accolgono i Santi, gli Angeli e i Cherubini, ma poi ti accolgono in un grande abbraccio, i Volontari Giovani Fascisti che ti avevano preceduto: Bianchi, Cioci, Nando, Ugo e tantissimi altri commilitoni.Come Continuità Ideale, promettiamo a tutti i VV.GG.FF. che il testimone che avete passato a noi, sarà sempre onorato. La Piccola Caprera sarà sempre mantenuta secondo le vostre volontà e sarà sempre degna dei padri fondatori. Grazie per esserci stato amico per tanti anni. Tutti noi non ci rammarichiamo perché il Signore ti ha chiamato a sé, ma lo ringraziamo per averti donato a noi per tutti questi anni. Ciao Bruno, un caro saluto da tutti noi della Piccola Caprera. Il tuo Lagunare Sergio Girolami

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NOTE LIETENOTE TRISTI

Sig.ra Maria Carla Smaniotto, deceduta il 26.03.2015Vedova del Vol.G.F. Antonio Smaniotto

Sig.ra Armida Fedeli, deceduta il 30.05.2015Vedova del Vol.G.F. Renato Fedeli

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Vol.G.F. Bruno Bellone. M.B.V.M. (07.08.1922 / 14.05.2015)Volontario di Guerra del R. E. inquadra-to nei ranghi della II^ Cp. del I° Btg. GG.FF.e durante la R.S.I., Volontario nella Legione d’assalto CC.NN. "M" “Taglia-mento”

In ricordo dell’Amico della Piccola Caprera, Noè Luigi Formaggia

Camerata “Gino” Formaggia! Presente!Molto legato all'A.N.R.R.A. di Cremona in ricordo dello zio Dr. Dafne Bernardi che partecipò alla Marcia della Giovinezza, amico dei Giovani Fascisti Modesti, Denti e del Prof. Tomaso Donato aereonautica della R.S.I..A 17 anni, pur consapevole della gravità della situazione, falsificando la data di nascita si arruolava volontario nella G.N.R. nel Pontida come corri-spondente di guerra e i suoi articoli vennero pubblicati sulle cronache dell'epoca. Il 25 aprile fu arrestato in un paese nelle vicinanze di Crema e portato nella caserma Pietro da Cemmo. Riuscì a scampare alle torture per l'intervento di un agente americano che intimava ai partigiani di sospendere le torture.Aderisce a l'Uomo Qualunque e poi al M.S.I.Un aspetto significativo della sua personalità era la generosa sensibilità verso i bisognosi , che sosteneva con discrezione e senza ostentazione, si seppe da altri, direttamente beneficiati, degli aiuti da lui portati a reduci di guerra ed agli epurati che vivevano con le loro famiglie in totale miseria. A sua cura e spese è stato posto un monumento ai Caduti e Dispersi della R.S.I. nel cimitero di Crema; come pure la lapide posta alla Piccola Caprera in memoria della Medaglia d'oro Carlo Borsani. In ricordo della zio Bernar-di (frequentava la “Piccola” con Feliciani) ha donato un bacheca al Museo e fatto predisporre un porta labari nel “Covo” per favorirne la raccolta evitando dispersioni a seguito dello scioglimento delle Associazioni d’arma. Era solito mantenere contatti telefonici con tutti i reduci del Rgt. Giovani Fascisti.

L’amico della Piccola CapreraA. Resteghelli

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