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ARTE PALEOCRISTIANA
Con il termine arte paleocristiana si designa la produzione artistica dei primi secoli dell’era cristiana,
compresa entro limiti di tempo e di spazio convenzionali: dagli inizi fino alla fine del V sec. circa, nei
territori sotto il dominio romano.
Le testimonianze più significative risalgono in genere al III-IV secolo, poi si inizia a parlare anche di arte
dei singoli centri artistici: arte bizantina, arte ravennate, ecc.
La produzione artistica dei primi secoli del Cristianesimo si situa dunque nell'orbita della Roma Imperiale,
tanto che l'ideale cristiano assunse, ai suoi inizi, le stesse forme offerte dall'arte della tarda antichità.
Una specifica iconografia cristiana si sviluppa solo gradualmente e in accordo col progredire della
riflessione teologica.
Il Buon Pastore, Città del Vaticano, Museo Lateranense
Cristo insegna agli apostoli, affresco 130x38, inizio del IV secolo, Catacombe di Domitilla, Roma
Cristo imberbe, dettaglio dal mosaico della Consegna della legge, lunghezza 6,50 m, fine del IV secolo, Mausoleo di Santa Costanza, Roma
Giona e gli animali, 313-320, mosaico pavimentale, Basilica di Aquileia
Fenice- Graffito Catacomba di S. Callisto
Datazione
313 Editto di Milano: viene decretata la libertà di culto al Cristianesimo
325 Concilio di Nicea, primo concilio ecumenico il cui scopo è stabilire un dogma (dottrina) e contrastare l’arianesimo.
330 Fondazione di Costantinopoli
337 Morte di Costantino: periodo di anarchia; invasioni dei barbari nei territori imperiali.
Sul finire del IV secolo l’imperatore Teodosio I il Grande concede ai Goti di stanziarsi sui Balcani: politica di contenimento della pressione barbarica tramite accordi diplomatici.
A Teodosio succedono i suoi due figli: Arcadio in Oriente e Onorio in Occidente, entrambi sotto la tutela del generale Stilicone; ulteriori invasioni barbariche.
380 editto di Tessalonica: Il Cristianesimo viene proclamata religione ufficiale di Stato
402 la capitale dell’Impero d’Occidente viene spostata da Milano a Ravenna (porto di Classe e paludi); Roma subisce il saccheggio da parte dei Visigoti di Alarico.
452 Attila entra nel territorio italiano, gli Unni saccheggiano Milano.
455 I Vandali provenienti dall’Africa saccheggiano Roma.
Nel 476 l’imperatore Romolo Augustolo viene deposto dal re barbaro Odoacre che invia le insegne imperiali a Costantinopoli, ponendo fine all’Impero Romano d’Occidente.
Prima dell’Editto di Milano (313 d. C.), con il quale l’imperatore Costantino concede la libertà di culto, i cristiani si riunivano per celebrare il rito clandestinamente nelle proprie case (domus ecclesiae) o nelle catacombe. Le catacombe erano principalmente luoghi di sepoltura, che, secondo la religione cristiana, deve avvenire per inumazione. Lungo le pareti degli ambulacri sono ricavati loculi e arcosoli (nicchie con copertura ad arco), spesso decorati con affreschi, realizzati con una tecnica compendiaria (con rapidi ed essenziali tocchi di pennello).
Napoli, Catacombe
di San Gennaro
Roma, Catacombe
di
Priscilla
Le catacombe (gr. katà = sotto, lat. cumba = cavità) sono presenti in molte città italiane; a Napoli sono
le catacombe di San Gennaro (nella zona di Capodimonte) e quelle di San Gaudioso (alla Sanità)
I motivi ornamentali e i temi delle decorazioni sono dedotti della pittura romana; si
prediligono i repertori figurativi che meglio si adattano ad essere utilizzati per assumere
significati cristiani.
Si trasformano, reinterpretandole, le immagini appartenenti al mondo pagano in chiave
cristiana; la trasformazione dell'immagine in simbolo è l’aspetto più singolare e interessante
dell'arte paleocristiana.
L’ancora tagliata
trasversalmente
simboleggia la
croce e i due
pesci sono le
anime catturate
dalla fede
La colomba simboleggia
lo
Spirito Santo
Le lettere del nome greco del pesce
sono le Iniziali della frase
IESUS
XRISTUS
THEU
YIOS
SOTER
Gesù Cristo
figlio di Dio
Salvatore
Il Pavone: Simbolo
della resurrezione e
della vita eterna. Le sue
piume cadono in
autunno e rinascono in
primavera.
La croce è il principale
simbolo della religione
cristiana e ricorda
la crocifissione di
Gesù e la salvezza
portata dalla sua
passione e dalla sua
morte
I simboli figurati
Alcune scene figurate di tradizione pagana vengono assunte dall’iconografia cristiana. Anche gli eroi e le personificazioni del mondo romano sono ripresi ma collegati, con significati nuovi, a contenuti cristiani.
Apollo sul carro del sole si trasforma nella rappresentazione di Cristo come Dio-Sole. Il sole, simbolo di verità già in molte culture pagane, diviene suprema allegoria di Cristo, portatore di vita eterna e salvezza spirituale.
La figura del Moscophoros, il pastore che porta sulle spalle un vitello, presente già nell’arte greca arcaica (come quella celebre di scuola attica del VI sec. a. C.), oltre che diffusa nell’arte romana, diventa il Buon Pastore cristiano. Si sostituisce il vitello con un agnello, simbolo del “gregge” dei fedeli e prefigurazione del sacrificio di Cristo.
Altro esempio è il mito classico di Orfeo, il cui viaggio negli inferi è assimilato nell’iconografia cristiana come una prefigurazione della morte e resurrezione di Cristo. Ancora la rappresentazione di Orfeo con la cetra tra gli animali selvatici viene interpretata dai cristiani come Cristo che vince sulla natura.
Ercole, spesso rappresentato con un cinghiale, un dragone o un cervo, nel cristianesimo diventa l’allegoria della salvezza.
A queste si aggiungono le rappresentazioni di Bacco o Dioniso, o alle scene di vendemmia con gli amorini, usate dai cristiani per alludere all’Eucarestia, dove la vite e il vino indicano il sangue di Cristo.
La figura femminile con le braccia alzate che evocava la Pietas diventa ora l'Orante, tipica rappresentazione della preghiera cristiana e simbolo, dunque, della fede del defunto.
Il Buon Pastore L’Orante La vendemmia Orfeo con la cetra
Le decorazioni cristiane hanno dunque carattere fortemente simbolico: ogni immagine allude a precisi
concetti legati al cristianesimo.
Dopo il 313 si iniziano a realizzare decorazioni a mosaico e l’iconografia si arricchisce: appaiono le figure
di Cristo e della Madonna.
Mosaico absidale della Cappella di
Sant’Aquilino, metà del IV sec. Basilica di
San Lorenzo Maggiore, Milano
Cristo imberbe viene rappresentato al
centro attorniato dagli Apostoli vestiti con
abiti senatoriali. Ai suoi piedi è deposto un
contenitore con i rotoli delle Sacre
Scritture. Le figure sono immerse in uno
sfondo di tessere dorate che rappresenta
la luce del Paradiso.
Tranne che per l’aureola, la figura di Cristo
ricorda quella di un imperatore romano o
di un dio pagano
Mosaico dell’arco trionfale di Santa Maria Maggiore, Roma. 432-
440
Particolare della scena con Adorazione dei Magi
In uno spazio dorato, Gesù, già bambino, siede come un
imperatore romano su un trono decorato con gemme preziose;
dietro di lui ci sono quattro angeli vestiti di bianco mentre alla sua
destra, la Vergine, splendente di oro, indossa abiti da principessa
orientale e lo indica alla venerazione dei Magi. Alla sinistra siede
una donna velata di azzurro, ha nella mano sinistra un foglio
mentre la destra è sotto il mento (atteggiamento di riflessione).
Essa rappresenta probabilmente la saggezza divina.
Non vi è alcuna attinenza tra questa rappresentazione e la
narrazione evangelica della natività e dell’adorazione dei Magi
Mosaici della volta anulare del
mausoleo di Santa Costanza, metà IV
secolo, Roma
Roma, Santa Pudenziana circa 390
Mosaico del catino absidale
All’interno di uno spazio delimitato da un
porticato a semicerchio, vi è Cristo seduto in
trono, in posizione centrale e sopraelevata
rispetto agli Apostoli e a Pietro e Paolo, i più
vicini al Redentore, che vengono incoronati
da due figure femminili.
Queste rappresentano l’Ecclesia derivante
dal ceppo ebraico (Ecclesia ex
circumcisione) e quella derivante dal ceppo
pagano (Ecclesia ex gentibus).
Al di là del porticato si intravedono gli edifici
classici di Gerusalemme.
Al centro della città, sul Golgota, troneggia la
Croce Gemmata, simbolo di Cristo e della sua
vittoria sulla morte.
Essa è circondata dai simboli apocalittici dei
quattro Evangelisti (tetramorfo):
L’angelo per San Matteo
Il leone per San Marco
Il toro per San Luca
L’aquila per San Giovanni
Sullo sfondo un cielo rosseggiante nell’ora del
tramonto.
Architettura. Gli edifici cristiani Al contrario di quello pagano, il rito cristiano prevede una partecipazione corale della comunità dei fedeli, l’ecclesia (che nelle città-stato dell’antica Grecia era l’assemblea generale dei cittadini). Quando Costantino concede la libertà di culto vengono costruiti i primi edifici cristiani, le chiese. Esse derivano da tipologie costruttive già esistenti, convertendone gli spazi per le nuove esigenze liturgiche. Non si riadattano le tipologie del tempio (la casa delle divinità pagane) bensì quelle della BASILICA (pianta longitudinale) e del NINFEO (pianta centrale), due edifici civili tipici dell’architettura romana. - La Basilica romana era un edificio pubblico, spesso in comunicazione con il foro, che veniva utilizzato come luogo coperto soprattutto per trattare gli affari, sanare le controversie ed amministrare la giustizia. - Il Ninfeo era una struttura a pianta circolare, con al centro vasche e piante acquatiche, presso il quale era possibile sostare, imbandire banchetti e trascorrere momenti di otium.
Roma, Basilica di Massenzio, pianta e sezione assonometrica Ninfeo di Pombia
(Novara)
Roma, cd Tempio di Minerva
Medica, in realtà un ninfeo
La Basilica di Massenzio
https://www.youtube.com/watch?v=S4tw31y6ers Statua di Costantino, 330 d. C. circa, marmo. Altezza testa 260 m Musei Capitolini, Roma
Roma, Basilica Ulpia
Pianta e ricostruzione digitale
La basilica Ulpia, lunga 117 m e
larga 26 m, era il più grande
tribunale dell’antica Roma.
Si trattava di una lunga sala
rettangolare coperta da soffitto
ligneo, divisa in NAVATE da colonne
e con due ABSIDI (pareti
semicircolari) sui lati corti.
Ricostruzione della basilica Ulpia
https://www.youtube.com/watch?v
=ESkhcH15e4Q
La basilica cristiana ha un solo lato corto
semicircolare (cioè un solo ABSIDE) coperto da un quarto di sfera (CATINO); l’ingresso avviene dal lato opposto (e non sul lato lungo, come nella basilica pagana), in modo che si crei un percorso da est a ovest, in direzione del sole che nasce. Tutte le basiliche paleocristiane
presentano questo orientamento. Verrà successivamente introdotto il braccio trasversale (TRANSETTO, trans saepta: oltre i cancelli), che dà alla pianta l’aspetto simbolico di una croce e un cortile porticato sui quattro lati, il QUADRIPORTICO, destinato a coloro che
non erano ancora battezzati (catecumeni) e non erano ancora ammessi ai riti.
Catino absidale
Navata centrale
Navata laterale Navata laterale Abside
Arco trionfale
Basilica cristiana
T I POLOGI E PLA NI METR I CHE DELLE BA S I L ICHE
PIANTA A CROCE COMMISSA O A TAU (LONGITUDINALE)
PIANTA A CROCE LATINA (LONGITUDINALE)
PIANTA A CROCE GRECA (CENTRALE)
BASILICA DI SAN PIETRO
Si deve a Costantino l’edificazione della Basilica di San Pietro sul
luogo dove la tradizione voleva la sepoltura dell’apostolo Pietro,
martirizzato a Roma tra il 64 e il 67 d. C.
I lavori sarebbero cominciati tra il 319 e il 324 e probabilmente
terminati nel 350, dopo la morte dell’imperatore.
La Basilica misurava circa 110 x 65 m per 30 metri di altezza; aveva
5 navate, un lungo transetto e un ampio quadriportico, con
giardino e fontana.
Prospettiva della Basilica di San Pietro Posizione della basilica costantiniana rispetto al Circo di Nerone e alla basilica rinascimentale.
Ricostruzione della basilica costantiniana
La necropoli Vaticana: si tratta di numerosi mausolei del II e III secolo, più altre sepolture meno monumentali disposte intorno a quella che è stata identificata come la sepoltura di
Pietro.
Visita virtuale della Necropoli di San Pietro:
http://www.vatican.va/various/basiliche/necropoli/scavi_italia
n.html
https://www.youtube.com/watch?v=XsUjAsTW6cc
IPOTESI DI RICOSTRUZIONE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO CONSTANTINIANA
In epoca paleocristiana vengono ripresi anche gli schemi a pianta centrale,
dei templi e dei ninfei, per la realizzazione dei BATTISTERI e MAUSOLEI, a
pianta ottagonale o circolare, con un percorso circolare (deambulatorio)
separato con un giro di colonne dal vano centrale, talvolta coperto con
una cupola.
Al centro di questo vano sta la vasca per il battesimo (battistero) o il
sarcofago del defunto (mausoleo)
Roma, Ninfeo di Minerva Medica, inizio III sec. ca
Roma, Mausoleo di Santa Costanza, , 340-345
Battistero di San Giovanni in Fonte di Napoli
Da una porta alla destra dell’abside di Santa
Restituta, (l’antica basilica paleocristiana del IV
sec., attribuita all’imperatore Costantino, oggi
cappella del Duomo di Napoli), si accede al
Battistero di San Giovanni in Fonte, la cui
costruzione è datata dagli storici attorno al IV
secolo. L’edificio rappresenta, dunque, il più
antico battistero di occidente, e fu
probabilmente edificato dal vescovo Severo che
rivestì la carica episcopale dal 362 al 408.
L’edificio, costituito da piccoli conci di tufo, si
compone di due parti: la sala battesimale
propriamente detta, a pianta quadrata e
collegata con la basilica, e un portico
rettangolare, separato dalla sala tramite quattro
sottili colonne e coperto da una bassa volta. La
sala presenta una pianta quadrata con quattro
nicchie angolari che uniscono la struttura di base
al tamburo ottagonale. La copertura è costituita
da una piccola cupola a calotta estradossata
che si imposta su pilastri ad L, la luce entra da
quattro bifore collocate nel tamburo.
La volta del battistero era completamente
coperta di mosaici di cui sono rimaste alcune
scene, in parte frammentate.
La calotta della volta è decorata con un cielo
punteggiato da stelle d’oro, bianche e blu, a otto
raggi, sul quale si staglia il monogramma di Cristo
tra le lettere alfa e omega.
Al di sopra della croce compare la mano di Dio
(dextera dei), che regge una corona di alloro
annodata da due nastri.
La cornice a fondo d’oro che circonda la calotta è
decorata di rami, palme, canestri di frutta sui quali
si posano uccelli di vario genere, tra cui pavoni,
fagiani, pernici, pappagalli.
Su un piccolo poggio, tra due palme, è
appollaiata la fenice nimbata.
Il bordo dorato è contornato da un drappo blu e
oro da cui discendono otto ghirlande di fogliame,
frutti e uccelli, che dividono la cupola in otto
scomparti.
Degli otto scomparti racchiusi dalle ghirlande ne rimangono
solo quattro con una parte di decorazione. Il più notevole è
quello con il dono della legge.
Dietro di lui si vede una palma. L’altro lato della scena è
praticamente distrutto: non rimangono che i piedi e la parte
inferiore dell’abito di Paolo, così come la base della
seconda palma.
Le nicchie angolari sono decorate con i
simboli apocalittici del Tetramorfo, di
cui l’Angelo e il Leone sono intatti: non
hanno l’aureola ma ai lati del loro capo
sono disposte cinque stelle.
Il leone è visto di faccia, gli occhi brillanti, la gola aperta come per ruggire.
L’angelo è posto di tre quarti, ha il viso leggermente girato a destra, ma lo sguardo è diretto a sinistra.
In piedi su un globo
blu, il Cristo porge a
Pietro con la mano
destra un rotolo svolto
sul quale si legge
«Dominus legem dat».
A destra Pietro
avanza verso il Cristo
e si protende per
ricevere il dono, con
le mani coperte dai
lembi del pallio per
rispetto, e porta sulla
spalla destra una
croce
monogrammatica.
Scultura paleocristiana
La scultura paleocristiana è documentata da una grande quantità di opere comprendenti sarcofagi in
marmo, ritrovati soprattutto a Roma, e gruppi statuari di piccole dimensioni. Fa parte della produzione
scultorea paleocristiana un numero consistente di opere, realizzate nello stile aulico della tradizione
imperiale. Tra queste si possono ricordare, nella prima categoria, il Buon Pastore dei Musei Vaticani,
il Cristo docente del Museo della Civiltà romana a Roma o la serie delle Statuette del Museo di
Cleveland.
Buon Pastore. Musei Vaticani. Roma. Cristo docente. marmo. IV sec.
Museo della Civiltà romana. Roma
Sia nelle statuette che nei rilievi dei sarcofagi si ritrovano gli stessi temi rappresentati nella pittura.
Ad esempio vengono raffigurate scene tratte dall'Antico Testamento, i miracoli e la vita di Cristo, o immagini
simboliche come il Buon Pastore.
Come per la pittura, le sculture cristiane sono prodotte dagli stessi artisti che realizzano anche le opere pagane; esse
rientrano nello stesso ambito culturale e naturalmente presentano lo stesso stile e gli stessi procedimenti tecnici dei
lavori di carattere profano.
Spesso si tratta anche di opere molto raffinate e preziose che dovevano avere un costo piuttosto elevato, ed è
quindi chiaro che le commissioni provenissero da famiglie cristiane ricche. Questi oggetti cominciano a essere
richiesti a partire dal II secolo, ma la produzione conosce un rilevante aumento a partire dalla seconda metà del III
secolo.
L'uso dei sarcofagi decorati a rilievo incomincia a diffondersi nell'impero romano a partire dal II secolo, quando al
rito della cremazione dei defunti si sostituisce quello dell'inumazione. Soprattutto a Roma, ma anche in altri
importanti centri dell'impero sorgono importanti officine specializzate nella realizzazione dei sarcofagi.
Viene anche organizzato un efficiente sistema per la preparazione e il trasporto dei blocchi di marmo dalle cave
alle botteghe degli artisti. Le cave più famose sono quelle di Carrara e quelle situate in Grecia e Medio Oriente.
Le decorazioni sono sia naturalistiche e geometriche, tipiche dell’arte romana, sia raffigurazioni di Cristo (spesso
rappresentato come il Buon Pastore), degli Apostoli e dei Profeti.
Il senso dell’accostamento fra le varie scene il più delle volte non è chiaro: si ha spesso l’impressione che esse
fossero disposte secondo un mero disordine decorativo; invece le scene seguono una logica di consequenzialità o
di rimando fra i due Testamenti.
Sarcofago “della Passione” o “dell’Anástasis” Ca. 325-350 d. C., Musei Vaticani, Museo Pio Cristiano.
Sarcofago “dei due Testamenti” o “dogmatico” Ca. 325-350 d. C., Musei Vaticani, Museo Pio Cristiano
Sarcofago del Buon Pastore, bassorilievo, IV sec. d. C., Musei Vaticani, Roma
I sarcofagi cristiani
SARCOFAGO DI GIUNIO BASSO
Appartiene alla tipologia dei sarcofagi della Passione perché il soggetto delle sculture che lo ornano è costituito da scene tratte dalla Passione di Cristo e del Martirio di San Pietro e Paolo.
Realizzato in marmo pentelico, ha un'impaginazione con la divisione delle scene in uno schema rigoroso, scandito
da colonnine di una ipotetica architettura; questa disegna due registri con cinque edicole ciascuno: quello inferiore
presenta un porticato con colonne sormontate da archi e timpani, quello superiore è architravato. Ogni edicola
contiene la rappresentazione di una scena tratta dal Vecchio e dal Nuovo Testamento.
La narrazione non si svolge in modo continuo, poiché ogni riquadro è fine a se stesso. Le scene sono ricchissime di
particolari e non immediate, ma complesse, destinate a colti e non alla plebe. Lo stile appartiene alla corrente
aulica, con una realistica resa volumetrica delle figure, e ciò è dovuto all'estrazione sociale del committente che, in
quanto dignitario di corte, è ancora vicino alla tradizione del classicismo imperiale: l'iscrizione in alto è datata 359 e
ricorda l'ex-console Giunio Basso convertitosi al Cristianesimo. L’opera riprende schemi dell’arte classica nella partizione ritmica dello spazio e nella resa volumetrica delle figure che sono proporzionate, profondamente incavate e presentano panneggi accurati.
L’unico elemento che unifica gli episodi narrati è l’architettura del doppio porticato che però separa fisicamente le scene l’una dall’altra. Sarcofago di Giunio Basso, 359 ca., marmo, 141 x 243 cm, Museo del Tesoro di San Pietro, Città del Vaticano