art. La respiarzione
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Transcript of art. La respiarzione
PER ANDARE “A TUTTO GAS”
BASTA SAPER RESPIRARE
Ebbene si, andare “a tutto gas” indica una macchina spinta al massimo della sua
potenza. Anche la macchina uomo per andare al massimo deve poter produrre
energia, prodotta dalla combustione del combustibile (cibo ingerito) utilizzando del
comburente, l’ossigeno inspirato. Se c’è un insufficiente apporto di ossigeno, che sia
per cause endogene o per cause esogene, nel nostro corpo si creano condizioni di
ipossia cellulare che generano una riduzione di energia fisica e soprattutto l’insorgere
di patologie degenerative, compromettendo l’integrità funzionale e strutturale
dell’intero organismo.
Lo scopo della respirazione, dunque, è quello di fornire un adeguato apporto di
ossigeno ai tessuti, garantendo allo stesso tempo un'efficace eliminazione
dell'anidride carbonica.
La frequenza respiratoria (il numero di respiri compiuti da un individuo nell'arco di
un minuto) a riposo è di 12-16 atti. Durante un esercizio fisico intenso tale frequenza
può arrivare sino a 35-45 respiri al minuto. In una sola giornata respiriamo non meno
delle 16/18.000 volte, numero che cresce proporzionalmente al grado di tensione
interna provocato da diversi fattori stressanti, che coinvolgono prima la nostra mente
e poi a cascata, il sistema nervoso, l’apparato muscolare e respiratorio.
Ciò rende evidente che un piccolo difetto nella respirazione ripetuto migliaia di volte
al giorno provoca alterazioni fisiologiche importanti.
Il diaframma, muscolo più importante della respirazione, per primo risente
dell’effetto stressante e nel tempo tende a retrarsi diventando inefficiente. Un
diaframma sempre “teso” perderà progressivamente la capacità di muoversi con
movimenti ampi e completi; diverrà sempre più basso, più piatto e il suo tessuto
connettivo, col tempo, registrerà l’accorciamento permanente delle fibre muscolari,
fissandole in una condizione di retrazione.
Un diaframma che funzionerà meno del dovuto, dovrà essere sostituito dai muscoli
accessori del collo e del tronco, determinando in futuro tensioni anomale e croniche
anche sui muscoli accessori, creando disagi ai vari organi e alla struttura scheletrica
con i quali è collegato (cervicalgia, dorsalgia, lombalgia, ecc.).
IMPARIAMO A RESPIRARE
La respirazione, per essere corretta, deve essere consapevole, conscia, respirando in
maniera lenta e soprattutto profonda (possibilmente in ambienti areati).
Fare esercizi di ginnastica respiratoria, almeno due
volte al giorno, con durata media di 5/10 minuti. Nel
tempo una volta assimilati potremmo farli ogni volta
che riteniamo opportuno.
Posizionarsi sdraiati a terra supini (pancia rivolta
verso l’alto), mettere una mano sull’addome e l’altra
sul torace (per migliorare la percezione del
movimento) iniziare facendo una profonda
inspirazione, sollevando l’addome per contrazione
del diaframma (fig. 1).
Poi trattenere il respiro qualche secondo ed infine in
modo lento e controllato fare una profonda e totale
espirazione, con una durata di 6 secondi (fig. 2).
Riprendere daccapo nei tre movimenti.
La respirazione è l’arma a nostra disposizione, la
“medicina” naturale per eccellenza per migliorare
stati di tensione muscolari.
Buona Respirazione
“DIVENTIAMO I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SALUTE”
(fig. 2)
(fig. 1)