ARMIDA - DI COSE UN PO2 Rossini: Armida - atto primo Avvien che desti in petto Sensi di maraviglia e...

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1 Gioacchino Rossini ARMIDA Dramma per musica in tre atti Libretto di Giovanni Schmidt PERSONAGGI Goffredo duce dei Crociati tenore Rinaldo condottiero dei Crociati tenore Idraote mago re di Damasco basso Armida maga, nipote di Idraote soprano Gernando condottiero dei Crociati, norvegio tenore Eustazio fratello minore di Goffredo tenore Ubaldo Crociato tenore Carlo Crociato tedesco tenore Astarotte diavolo basso Coro di paladini, guerrieri, demoni, larve, soldati franchi, damasceni seguaci di Armida Prima rappresentazione: Napoli, Teatro San Carlo 11 novembre 1817

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Gioacchino Rossini

ARMIDA Dramma per musica in tre atti

Libretto di Giovanni Schmidt

PERSONAGGI

Goffredo duce dei Crociati tenore Rinaldo condottiero dei Crociati tenore Idraote mago re di Damasco basso Armida maga, nipote di Idraote soprano Gernando condottiero dei Crociati, norvegio tenore Eustazio fratello minore di Goffredo tenore Ubaldo Crociato tenoreCarlo Crociato tedesco tenoreAstarotte diavolo basso

Coro di paladini, guerrieri, demoni, larve, soldati franchi, damasceni seguaci di Armida

Prima rappresentazione:Napoli, Teatro San Carlo 11 novembre 1817

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Rossini: Armida - atto primo

ATTO PRIMO

(Campo di battaglia. In distanza la città di Gerusalemme)

Scena I°

(Le trombe annunziano la presenza del supremo duce, ed i Franchi, uscendo dalle rispettive tende, si schierano, facendogli i militari onori. Comparisce Goffredo dalla sua tenda, accompagnato da un

numero di paladini primari)

Donna real, piangente,Or di venirti al piedeAita ad implorar.

GOFFREDO

Venga.

(Eustazio parte)

Maggior confortoChe in sollevare un coreAssorto nel dolore,Alma non può trovar.

CORO DI PALADINI

Suol di virtude in portoL’esempio tuo, signore,Ogni anima guidar.

Scena III°

(Preceduta e seguita da molti guerrieri, fra’ quali Eustazio, comparisce Armida sopra un cocchio,

accompagnata da Idraote sotto spoglie di

privato, e da picciol seguito di Damasceni a

cavallo. Ognuno le se affolla d’intorno)

CORO GENERALE

Quell’astro mattutino,Forier de’ rai del giorno,Di tanta luce adorno5VU�ZP�TVZ[Y~�ÄUVY�Del volto peregrinoL’angelica possanzaOgni splendore avanza,6Ɉ\ZJH�VNUP�ZWSLUKVY�

(Armida scende, e guidata da Eustazio si presenta

a Goffredo).

ARMIDA

Signor, tanto il tuo nome ovunque suona,*OL�ÄUV�H»�[\VP�ULTPJP

CORO DI PALADINI

Lieto, ridente oltre l’usato,In oriente si mostra il dì.

PARTE DEL CORO

Forse la gloria, di pace allato,La tua vittoria previen così.

CORO

La tua vittoria previen così.

GOFFREDO

Ah! no: sia questoDi tregua il giorno;Dover funestoSi compirà.Arditi, all’ireFarem ritorno.Per or l’ardireCeda a pietà.

CORO DI PALADINI

Arditi, all’ireFarem ritorno.Per or l’ardireCeda a pietà.

GOFFREDO

:y��N\LYYPLYP��ÄHU�ZHJYLAll’estinto Dudon le nostre cure.Funebre pompa all’onorata salmaOggi la tomba dia. Laudi, sospiriE tributo di pianto(IIPH�S»LYVL��JOL�Z\S�ÄUPY�KP�]P[HIl sentier di virtude agli altri addita.

Scena II°

(Eustazio. I precedenti)

EUSTAZIO

Germano, a te richiede

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Rossini: Armida - atto primo

Avvien che desti in pettoSensi di maraviglia e di rispetto.Del trono di Damasco in me l’erede.(fra sè)

La cui sventura eccede Ogni più ria sventura.(Forte)io ti presento.Il barbaro Idraote,Di sangue a me congiunto, il serto avitoNon sol pensa involarmi,Che insidia i giorni miei.Se magnanimo sei, che tal ti credo,Quanto sei valoroso,Da te sperar mi giova il mio riposo.

GOFFREDO

Principessa gentil, che far poss’io? Parla.

ARMIDA

La tua pietade Io reclamo. Fra tanti,Che qui ti fan corona, eccelsi eroi,La desolata ArmidaDieci eletti campioni a te richiede.Questi a ripormi in sedeBastanti son. Fedele il popol mio,Attende solo chi l’inciti all’armi;E se avvien ch’io mi mostri di DamascoCon tal prodi alle mura,Duce, la mia fortuna è appien sicura.

�$EEDVVDQGRJOL�RFFKL��FRQ�ÀQWD�XPLOWj�aspetta la

risposta di Goffredo)

IDRAOTE

(fra sé)

Che dirà?

EUSTAZIO

(fra sè)

Quella voce, i mesti accentiPenetran l’alma mia.

GOFFREDO

(dopo aver pensato)

Reina, senti.In servigio del cielo,Sangue e sudor da noi si spande. RiedaIn libertà Sionne; su quel monteDi nostra fede ondeggi

Il venerato segno,E poi si pensi al tuo perduto regno.

(Armida mostra di piangere, Idraote freme, Eustazio ed un numero di paladini danno segni di ramma-

rico)

ARMIDA

Sventurata! or che mi restaSe pietà non trovo in te?Della morte, più funestaÈ la vita omai per me.

GOFFREDO

Calma il duolo; per te spentaLa speranza ancor non è.La promessa mia rammenta:Prendi in pegno la mia fé.

IDRAOTE

(fra sè)

Non tradirmi, amica speme;Non stancarti o mio furor.

EUSTAZIO, CORO

(fra sè)

Non ha core chi non gemeAl suo pianto, al suo dolor.

ARMIDA

(Fra sè)

Per me ognun sospira e gemePreda omai d’un folle amor.

(A Idraote)

Vieni.

EUSTAZIO

Dove?

ARMIDA

Ove mi guidaIl rigor d’avversa stella.

EUSTAZIO

(ad Armida)

Ferma...

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Rossini: Armida - atto primo

IDRAOTE

Ahi misera donzella!

EUSTAZIO

(a Goffredo)

Deh! german, pietà d’Armida.

CORO

(a Goffredo)

Deh! pietà di lei, signor.

GOFFREDO

(fra sè)

Or che farò? Ceder dovrò?M’assisti, o ciel.

ARMIDA

Speme non ho,Regger non so...Fato crudel!

EUSTAZIO, IDRAOTE

(fra sè)

*OP�W\~�ZVɈYPYIl suo martir,Alma non ha.

CORO

Veder languirInfra’ sospirReal beltà...

EUSTAZIO, IDRAOTE, CORO

(fra sè)

Oh crudeltà!

GOFFREDO

(fra sè)

M’assisti, o ciel.

ARMIDA

Fato crudel!

CORO

Signor, pietà.

EUSTAZIO

German, se togli al campoBreve drappel di noi,5VU�ÄH�JOL�YLJOP�PUJPHTWVDe’ Franchi al trionfar.All’oppugnate muraRestino i duci eroi;Guerrier noi di ventura,Possiam per lei pugnar.

IDRAOTE

Pietà, dover c’invitaGli oppressi a sollevar.

CORO

Gloria il sentier ci additaChe noi dobbiam calcar.

GOFFREDO

(dopo breve pausa)

Cedo al comun desio:Fian paghi i voti suoi.

ARMIDA

E sarà ver?

ARMIDA, EUSTAZIO, IDRAOTE

*VY�TPV��HS�ÄU�WV[YHP�ZWLYHY�

ARMIDA

Per me propizio il fato,Rallenta il suo rigore.Ah! sì, questo mio coreComincia a respirar.

TUTTI, FUORCHÉ GOFFREDO

Per te propizio il fato,Rallenta il suo rigore.Armida, il tuo bel coreCominci a respirar.

GOFFREDO

(fra sè)

Un moto inusitato, un gelido timore,Presagio di dolore,Mi sento in sen destar.

(Forte)

Cedei, guerrieri, è ver; però voglio

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Rossini: Armida - atto primo

Che dalla vostra schieraSi elegga un successor del duce spento.Ei scelga a suo talentoFra voi dieci campioni. Il chiesto donoSappia ciascuno che si concede a leiDa’ vostri sì, non da’ consigli miei.

(Goffredo parte con seguito di guerrieri, e le schiere si ritirano. Frattanto un numero di paladini va

con Eustazio in disparte e parlano alquanto fra

loro).

Scena IV°

(Eustazio, Armida, Idraote, paladini, ecc. Ger-

nando)

EUSTAZIO

(avanzandosi)

Opportuna è la scelta:Successor di Dudon Rinaldo sia.

GERNANDO

(fra sè)

Rinaldo!... Il vero ascolto?...Oh rabbia!

ARMIDA

(Fra sè)

Oh nome!Caro nome e fatal!

IDRAOTE

(sotto voce ad Armida)

Questi è l’oggettoIn cui, prima d’ogni altro, oggi vorrei,Per antico desio,Sbramar lo sdegno.

ARMIDA

(fra sè)

Questi è l’idol mio.

EUSTAZIO

Real donzella, il campoA te per or serva d’asilo. Accinto(K�VIILKPY[P�ÄH�JPHZJ\UV�

ARMIDA

(fra sè)

Ho vinto.

(Accompagnata da Eustazio, Armida entra in delle

principali tende con Idraote, col seguito de’

Damasceni e con parecchi paladini)

EUSTAZIO

Compagni, al suon di più festose gridaSi proclami Rinaldo.

(Parte col rimanente de’ paladini)

Scena V°

(Gernando)

GERNANDO

6O�ZVY[L�PUÄKH�Come! a Dudon costui succede? Il grado,*OL�]HU[V�H�TL�YLJHY�WV[LH��ÄH�Z\V&���;P�ZJ\V[P�HS�ÄU��.LYUHUKV"<U�P[HSV�NHYaVU�ZVɈYPY�WV[YHPChe tanto a te sovrasti?... Ah! non sia mai.5VU�ZVɈYPY~�S»VɈLZH�Per questa spada il giuro;Alma di gloria accesaL’ire frenar non sa.E questi son gli alloriDovuti a’ miei sudori?Ahi quale, avverso il fato,Cruda mercé mi da!

VOCI IN DISTANZA

Viva Rinaldo!...

GERNANDO

6O�HɈHUUV�Decisa è la mia sorte.

VOCI COME SOPRA

... L’eroe ch’egual non ha!

GERNANDO

Oh duol ch’egual non ha!Fiero destin tiranno!

ALTRE VOCI

Viva Rinaldo, il forte.Splendor di nostra età.

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Rossini: Armida - atto primo

GERNANDO

Ah! tutti v’unite,Miei sdegni, in quest’alma,Che, priva di speme,La calma perdé.Miei sdegni, venite:Vi bramo con me.

(Parte)

Scena VI°

(Idraote, Armida)

IDRAOTE

Sorte ci arride. Ove celata stasi3H�ÄKH�ZJOPLYH��P�WHZZP(�KPYPNLY�[»HɈYL[[H�Dell’Asia la vendetta a che non possoCompiere appien!

ARMIDA

Fra’ lacci,Dieci non sol, ma centoFia che portino il piè. Nutre ciascuno,+P�.VɈYLKV�H�KPZWL[[V�Nell’anelante pettoDi seguirmi il desir.

IDRAOTE

Ma di Rinaldo...

ARMIDA

Ah!

IDRAOTE

Sospiri! perché?

ARMIDA

Facil ti crediQuell’anima domar?

IDRAOTE

La miglior predaFia che manchi a Idraote?

ARMIDA

Eccolo...

(Fra sè)

Oh come mi balza il cor!

(forte)

Deh! vanne...

(fra sè)

Ove son io!

(forte)

Spera... chi sa?...

IDRAOTE

Figlia diletta, addio.

(Parte dal campo).

Scena VII°

(Rinaldo, Armida)

RINALDO

Principessa, sei tu! Nel rivederti8\HS�NPVPH�WYV]V����L�X\HS�HɈHUUV�PUZPLTL�I tuoi disastri intesi, e il cor ne geme.Ah! perché mai non caddeSionne ancor! Forse al rapito soglioD’appianarti la stradaSaria l’onor concesso a questa spada.Ma sdegnosa mi guardi, e non rispondi?

ARMIDA

Nello stato in cui sono,Opre, non vani detti, a me fan d’uopo.Oh quanto è mai diversoDal tuo questo mio cor! Barbari noiChiama la vostra Europa;Ma barbaro non è colui che vitaPuò dare a un’infelice, e non l’aia?

RINALDO

Senti: l’altrui favoreDuce mi vuol di prode schiera...

Vedi,

Colpa non ho se fra’ seguaci tuoi...

ARMIDA

Taci... non proseguir; schernirmi vuoi?

RINALDO

Io schernirti? T’inganni.Dal dì che ti mirai,

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Rossini: Armida - atto primo

Rispetto e...

(fra sè)

(quasi amor dicea)

(forte)

serbai.

(fra sè)

Ah pur troppo l’adoro!

ARMIDA

Va’, spietato!

RINALDO

Di che m’accusi?

ARMIDA

FingiNon comprender miei detti? o ti scordastiQuando in ermo sentieroSmarrito cavaliero, e in qual momento?...

RINALDO

Tutto, non dubitar, tutto rammento.Tua magica possanzaSottrasse i giorni mieiDe’ nemici al furor.Grata quest’alma,Costante la memoriaOgnor ne serberà.

ARMIDA

Ma in cupo oblio9PWVULZ[P�WLY~�S»HɈL[[V�TPV�:y��K»(YTPKH�S»HɈL[[V�Che la sua debolezzaTi fe’ palese. E qual mai frutto ottenni?Un marcato disprezzo,Un crudele abbandon...

RINALDO

Cessa, deh! cessa+P�[YHÄNNLYTP��(YTPKH�Se da te volsi il piè, bellica trombaAl campo m’invitò, bellico ardore,Desio di gloria.

ARMIDA

E me qui trasse amore.

RINALDO

Amor... me trajo el amor.

(fra sè)

Possente nome!Come risuoni, oh comeSu quel soave labbro,Nel mio dolente cor.

ARMIDA

:y��HTVY����:L�\U»HSTH�ÄLYHTi die natura in sorte,Recami pur la morte,,�PU�TL�ÄH�ZWLU[V�HTVY�

RINALDO

Armida...

(fra sè)

Oh ciel!

ARMIDA

Che vuoi?

RINALDO

Chiede il destin...

ARMIDA

Che mai?

RINALDO

Ch’io fugga i tuoi be’ rai:Dover mel comandò.

ARMIDA

Fuggirmi!... Eppur gli eroiSovente amor piagò.

RINALDO

(fra sè)

Misero! più speranzaDi libertà non ho.

ARMIDA

(fra sè)

Vacilla a questi accenti,Manca la sua costanza.

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Rossini: Armida - atto primo

RINALDO

Ah! non poss’io resistere...Sì, t’amerò costante.

ARMIDA

Oh inaspettato giubilo!Oh fortunato istante!

ARMIDA, RINALDO

Cara/Caro, per te quest’animaProva soavi palpiti,Ch’io esprimere non so.

(Partono)

Scena VIII°

(Gernando, alcuni paladini)

GERNANDO

(accennando Rinaldo che va con Armida)

Ecco il guerriero, il duce,Il primier degli eroi,Quel Rinaldo a ragion scelto da voi.Oh quanti, oh quanti alloriMieter per lui dovrete!L’invincibil suo brandoDi gloria al tempio già sospeso io miro.Eccovi di sue gesta un chiaro segno:Vincitor di donzelle, eroe ben degno!

CORO DE’ PALADINI

Non proseguir; rispetta,Signor, la sua virtù.

GERNANDO

Virtù! s’ingannaChi trovarla in lui spera.Virtù in Rinaldo!

Scena IX°

(Rinaldo. I precedenti)

RINALDO

(nell’atto di traversare il campo si ferma)

Il nome mio!

GERNANDO

Costui di che mai può vantarsi?Osa forse agguagliarsi a chi si pregia

D’ampio dominio e popoli soggetti?Oh! l’eroe si rispetti,Ch’altro non ha che sterile retaggioD’avi e scettri remoti.Bella, grande è la sceltaChe in lui faceste; ei meritava il donoD’esservi duce; in ver, lieto ne sono.

RINALDO

(fra sè)

Indegno!

GERNANDO

E l’accettò? Folle! ah, tant’osaSignor d’indegno stato,Signor, che nella serva Italia è nato!

RINALDO

(fra sè)

Io fremo.

GERNANDO

E non pensasteChe l’ombra di Dudone,Mentre in questo superbo i lumi gira,Freme lassù nel ciel di nobil ira?

CORO DE’ PALADINI

Prode è Rinaldo.

GERNANDO

Stolta temerità, furore,Non già valor guerrieroIn lui chi mai non vede?

RINALDO

(avanzandosi)

Ah menzognero!Se pari agli accenti hai l’anima audace,T’accingi, mendace,Quel brando a impugnar.

(Snuda la spada)

GERNANDO

Ch’io tema il tuo sdegno?Indegno, t’inganni.Son pronti a’ tuoi danniLa destra e l’acciar.

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Rossini: Armida - atto primo

(Fa lo stesso).

Scena X°

Compariscono da tutti lati paladini e guerrieri d’ogni rango. Armida. I precedenti)

CORO GENERALE

Fermate...

RINALDO

Sgombrate...

ARMIDA

(fra sè)

Rinaldo in periglio!...

ARMIDA, CORO

Ah! prodi, cessate...

RINALDO, GERNANDO

Non odo consiglio.Invan l’ira miaSi tenta frenar.

(I due paladini si azzuffano; Rinaldo incalza Ger-

nando dietro alle tende)

Scena XI°

(I precedenti, fuorché Gernando)

RINALDO

(di dentro)

Muori...

CORO

Oh colpo!

(Tutti verso la parte dove sono andati idue combat-tenti)

ARMIDA

(andando incontro a Rinaldo)

Che facesti!

RINALDO

(retrocedendo)

Quell’indegno è già punito.Di Rinaldo fu schernito, vendicato fu l’onor.

CORO

Oh sventura! Crudo scempio!Qual esempio di terror!

ARMIDA

Che terribile momento!Ah! m’opprime il mio dolor!

CORO

Sappia il duce il caso orrendo.

(Partono tutti, fuorché Rinaldo e Armida)

Scena XII°

(Armida, Rinaldo)

ARMIDA

Ah! paventa...

RINALDO

Qui l’attendo.

ARMIDA

Va’, t’ascondi al suo rigor.Deh! se cara a te son io,Non espor sì bella vita.

RINALDO

Se non cedo al tuo desio,Il dover a ciò m’invita.

ARMIDA

Come, oh dio, mi trema il cor!

RINALDO

Idol mio, serena il cor!

Scena XIII°

(Paladini amici di Gernando, paladini amici di Rinaldo circondando Goffredo, guerrieri accorsi

da ogni lato il precedenti)

PRIMO CORO

Vieni, o duce, punisci l’errore.

ARMIDA

(a Rinaldo)

Ah! mio ben...

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Rossini: Armida - atto primo

GOFFREDO

Giusto ciel, che ascoltai!

SECONDO CORO

Di Rinaldo fu leso l’onore:

PRIMO CORO

Furibondo, ei l’acciaro impugnò.

SECONDO CORO

Provocato, ei l’acciaro impugnò.

GOFFREDO

Dove mai quest’iniquo s’aggira?

RINALDO

Tal non sono. Rinaldo rimira.

GOFFREDO

Empio! trema.

RINALDO

Delitti non ho.

ARMIDA

(fra sè)

Non tradirmi, speranza fallace.

CORO

La discordia coll’orrida faceVasto incendio nel campo arrecò.

GOFFREDO

Porgi a’ lacci, ad esempio de’ rei,8\LSSH�KLZ[YH�M\YLU[L�LK�PUÄKH�

RINALDO

Questa mano alle palme, a’ trofei,5VU�H»�SHJJP�ÄUVY�Z»H]]Laa~�

ARMIDA

(sotto voce a Rinaldo)

Vanne: i passi precedi d’Armida;A momenti seguirti saprò.

TUTTI FUORCHÉ ARMIDA E RINALDO

Un astro di sangue+HSS»L[YH�Z»HɈHJJPH"Ogni alma già langue,L’agghiaccia il dolor.Caligin d’intornoIntorbida il giorno,E al campo minaccia(ɈHUUP��[LYYVY�

RINALDO

(fra sè)

M’invita la sorte,:»HɈLYYP�PS�Z\V�JYPUL�Possenti, divineRitorte d’amor,0U�]VP�ZVSV�HɉKHLa speme il mio cor.

(Parte)

ARMIDA

(fra sè)

Amica la sorteMi porge il suo crine.Possenti, divineRitorte d’amor,(YTPKH�]P�HɉKHLa speme del cor.

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Rossini: Armida - atto secondo

ATTO SECONDO

(Orrida selva. Frammezzo ad alcune piante vedessi il mare in distanza)

Scena I°

(Astarotte e coro di demoni, sorgendo di sotto terra)

Il maggior brando al capitan supremo,E per toglier Sionne al fato estremo.Il secondarla, o numi,Non fra lieve per noi? Nell’opre nostre0S�YL�KLSS»VTIYL�HɉKH"7LY�UVP�[YLTP�.VɈYLKV��LZ\S[P�(YTPKH�

CORO

+P�MLYYV�L�ÄHTTL�JPU[P�Contra il celeste imperoLà nel superno tettoSai che pugnammo un dì.È ver, cademmo vinti;Ma del valor primieroNon anco a noi nel pettoIl germe inaridì.

ASTAROTTE

(Comparisce dall’alto una nube).

Ebben, l’istante è giuntoDa porre in opra e possa e ardir. Mirate,S’appressa Armida. Ascoso,Di sua magica verga ognun di voiAl sibilo sia presto;Del nostro maggior nume il cenno è questo.

(Spariscono)

Scena II°

(Giunta a terra la nube si dilegua e presenta un carro tirato da due draghi, su cui Armida e

Rinaldo. Armida converte il carro in un seggio

GL�¿RUL��,�GUDJKL�VSDULVFRQR��5LQDOGR�q�TXDVL�fuori di sé dalla sorpresa)

RINALDO

Dove son io!...

ARMIDA

(S�ÄHUJV�TPV�

RINALDO

Oh me beato!

CORO

Alla voce d’Armida possenteAcheronte varcammo e Cocito.Questo muto ed inospite litoPer nostr’opra animar si dovrà.

ASTAROTTE, CORO

Su, consorti, qui fermisi il piede,Qui spegnete le orribili tede,+LWVUL[L�PS�]PWLYL�ÅHNLSSV"Tanto impone chi legge ne dà.

CORO

Al prodigio d’Armida novelloTutto ligio l’inferno sarà.

PARTE DEL CORO

D’Idraote la regia nipoteSuol dell’ombre frenare il muggito.

ALTRA PARTE DEL CORO

Han possanza sue magiche noteD’addoppiar l’ululato, il ruggitoove meta il dolore non ha.

CORO

Questo muto ed inospite litoPer nostr’opra animar si dovrà.

ASTAROTTE

Sovr’umano potere.Numi del tetro abisso,Or qui ci chiama.D’ogn’intorno la famaIl nome spande di Rinaldo, il primoFra’ temuti campioniDi colui che su gli astri,Per nostra pena eterna,Il tutto a suo piacer move e governa.Pur d’amoroso laccio il guerrier fortePreda rimase; Armida osò rapirgliSenno, onor, libertà, per far che manchiDegli aborriti Franchi

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Rossini: Armida - atto secondo

ARMIDA

Mio bel tesor!

RINALDO

Se tuo mi chiami...

ARMIDA

Caro, se m’ami,

ARMIDA, RINALDO

:ÄKV�KLS�MH[V�[\[[V�PS�YPNVY�

ARMIDA

Mio ben, questa che premiDella Fortuna è l’isola nomata,Sol nota a me qui si deponga omaiOgni nostro rancore,E qui tutto respiri e pace e amore.Brama di rivederti,Speme di possederti, all’altrui voglieCeder mi fe’, non già crudel desio.Finsi col franco duce mio malgrado,e il tuo brando le catene troncandoA’ miei seguaci amanti,D’Idraote e di me punì la trama.

RINALDO

Vedi il mio cor se t’ama:Tutto vada in oblio; soloIdraote io colpevol estimo.Or non si pensi che al nostro mutuo amor...Ma prigioniero perché guidarmiin orrida foresta?

ARMIDA

No; d’Amor la reggia è questa,Ecco il centro del piacer.

(Al cenno d ‘Armida la scena si cangia nell’interno G¶XQ�0DJQL¿FR�SDOD]]R��/DUYH�LQ�VHPELDQ]D�GL�genii, di ninfe, d’amorini e di piaceri ingom-

brano la scena, formando varii gruppi)

CORO

Sì, d’Amor la reggia è questa,Questo è il centro del piacer.

ARMIDA E RINALDO

A quell’/quest’alma tal portentoSembra un sogno lusinghier.A sì strano e lieto evento

Si confonde il suo pensier.

ARMIDA, RINALDO, CORO

Si, d’Amor la reggia è questa,Quest’è il centro del piacer.]

ALCUNE NINFE

Canzoni amorose, carole festose,Cantate, formate, seguaci d’Amor.

TUTTE LE NINFE

Canzoni amorose, carole festose,Cantiamo, formiamo, seguaci d’Amor.

(Succedono le danze, di quando in quando intrec-ciate col canto. Gli amorini presentano a

5LQDOGR�JKLUODQGH�GL�¿RUL�

ARMIDA

D’Amore al dolce imperoNatura ognor soggiace.Dov’è quell’alma audaceChe non apprezzi Amor?Chi, misero, non sente3H�ÄHTTH�Z\H�WVZZLU[L�Di smalto ha il core in petto,O mai non ebbe un cor.

CORO

Dov’è quell’alma audaceChe non apprezzi Amor?

ARMIDA

Gli augei tra fronde e frondeSpiegano amor col canto;(THU�WLYÄU�KLSS»VUKLI muti abitator.Aman le crude belveLà tra le ircane selve,Son per amor fecondeLe stesse piante ancor.

CORO

Dov’è quell’alma audaceChe non apprezzi Amor?

ARMIDA

La fresca età sen fugge,È la beltade un lampo,Ché l’una e l’altra struggeIl tempo vorator.

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Rossini: Armida - atto secondoDunque godete amantiDe’ vostri liet’istanti,Or che vi ride in volto+P�NPV]PULaaH�PS�ÄVY�

(Armida siede accanto a Rinaldo)

CORO

Ah! sì, godete amantiDe’ vostri liet’istanti,Or che vi ride in volto+P�NPV]PULaaH�PS�ÄVY�

(Armida, onde estinguere nel cuore di Rinaldo ogni

avanzo d’ardore di gloria, per vie più destarvi

quello dell’amore, fa comparire una larva sotto

le sembianze di giovine guerriero, circondato da

pi leggiadre ninfe, le quali a gara si accingono

a sedurlo. Egli vuole schernirsi da’ loro vezzi;

ma la voluttà, impossessandosi a grado a grado

GL�OXL��ID�FKH�¿QDOPHQWH�VL�ODVFL�WRJOLHUH�OH�VXH�guerriere insegne, sostituendo ad esse il serto e

OH�JKLUODQGH�GL�¿RUL�

CORO

Tutto spira d’Armida all’aspettoPace, amore, diletto, amistà.Tutto al regno d’Armida è soggetto,Tutto cede ove impera beltà.

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Rossini: Armida - atto terzo

ATTO TERZO

(Giardino incantato, in cui mostrasi in tutto il suo aspetto la semplice natura. Piante abbondanti di frutta,

VLHSL�H�FHVSXJOL�SLHQL�G·RJQL�VRUWD�GL�ÀRUL��DFTXH�FRUUHQWL��DOWUH�VWDJQDQWL�VXOOH�TXDOL�YHJJRQVL�LQ�PRWR�GLYHUVL�DXJHOOL��DOWUL�DXJHOOL�GL�YLYDFL�FRORUL�VYROD]]DQR�G·DOEHUR�LQ�DOEHUR��GD�XQ�ODWR�DOFXQH�VSHORQFKH�FRSHUWH�GL�PXVFR��LO�SURVSHWWR�q�OLPLWDWR�GD�DPHQH�FROOLQH�H�YDOOL�RPEURVH�DGLDFHQWL�

Scena I°

(Ubaldo, Carlo)

UBALDO

Qui, lo scritto il palesa,Vedrem Rinaldo a un folle amore in preda.

CARLO

Ah! voglia il ciel ch’ei cedaAgl’inviti d’onor.

UBALDO

Solingo è il loco.

CARLO

T’inganni. A noi sen vieneStuol di ninfe leggiadre. Odi concento...

(Lenta armonia, che a grado a grado s’avvicina e

rinforza)

UBALDO

Di fermezza e d’ardir quest’è il momento.

Scena II°

(Larve in sembianze di ninfe, cantando e danzando. I precedenti)

CORO

Qui tutto è calma, delizia, amor;Qui trova un’alma scampo al dolor.

PARTE DEL CORO

Qui l’atre sfere non han potere,L’avverso fato non ha vigor.

ALTRA PARTE DEL CORO

Questo è il beato d’amor soggiorno;L’età dell’oro qui fe’ ritorno;Oh fortunato chi vanta un cor!

TUTTO IL CORO

Qui tutto è calma, delizia, amor;

UBALDO

Come l’aurette placide:WPYHU�MYH�S»LYIL�L�P�ÄVYP�

CARLO

Par che d’amor favellinoLieti gli augei canoriA noi d’intorno.

UBALDO

E l’eco che risponde...

CARLO

E il mormorio dell’onde...

UBALDO, CARLO

Tutto a noi par che dica:Sacro a natura amicaEcco il soggiorno.Ma no: d’orribil arteQuesti gl’inganni sono;Dell’empio averno è donoCiò che natura appar.Qui l’atro crine anguifero:J\V[VU�SL�ÄLYL�,\TLUPKP�Che di velen mortiferoVan Paure ad infettar.

UBALDO

Oh quanto, amico, d’Ascalona al saggioTenuti siam! Lungo tragitto parveA noi breve cammino.Fu soccorso divinoQuest’aurea verga e questo scritto.

CARLO

In fugaIl serpente custode ed ogni feraChe ci contese il passo, volger vedemmo.A compiere or ci resta0S�KLZPH[V�ÄU�KP�UVZ[YH�PTWYLZH�

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Rossini: Armida - atto terzo

Qui trova un’alma scampo al dolor.

UBALDO

Fuggite infernei mostri;ite onde usciste.

(Scuotendo la verga d’oro, le larve spariscono)

Scena III°

Carlo, Ubaldo.

CARLO

Nuovo portento!

UBALDO

Ah! possa sgombrar così dal coreDel misero Rinaldo un folle amore.

CARLO

Lo spero.Il ciel compirà l’opra.

UBALDO

Oh quantoFia caro a Guelfo del nipote amatoIl ritorno bramato!

CARLO

Al campo tutto,(SSV�Z[LZZV�.VɈYLKV�Che punirlo volea, ch’or gli perdona,Fia gioia il riveder cotanto eroe...

UBALDO

Taci... Se non m’inganno,Da quel sentiero lento calpestioParmi sentir.

CARLO

Sì...

UBALDO

Oh sorte!Vedilo.

CARLO

È desso...Oh noi felici!

UBALDO

E seco vien colei che lo ascondePrigioniero avvilito in queste sponde.

CARLO

S’incontri...

UBALDO

No. Per or meco ti cela.Colà fra quelle piante.

CARLO

Ma di mostrarci a lui...

UBALDO

Non è l’istante.

(Si nascondono in una boscaglia).

Scena IV°

(Armida, Rinaldo, tenendosi per mano)

ARMIDA, RINALDO

Soavi catene,Se amore v’ordì,Per sempre al mio beneMi unite così.

ARMIDA

O mio Rinaldo, ammiraQuest’ameno soggiorno.Or, benché ardenteSirio si mostri in ciel, per opra mia3H�ÄVYP[H�Z[HNPVULE il pomifero autunnoSi porgono le destreIn questo fortunato asil campestre.

RINALDO

Tutto mi fa beato,Ma più di tutto Armida,Purch’io viva sicuroDi sua costanza...

ARMIDA

E che! dubiteresti...

RINALDO

Così rara beltà, che far potriaUn monarca felice...

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Rossini: Armida - atto terzo

Real donzella... lungiPer mia cagion dal regno suo natio...

ARMIDA

Sul tuo cor non ho regno, e tu sul mio?E ciò non basta? Amor me vinse.

RINALDO

E seco, Armida, gareggiastiQuando co’ vaghi rai m’imprigionasti.Anzi, maggiore è il tuoDel trionfo d’Amor; tutto poteaEi nume: tu mortal... Ma che favello?Mortal non è chi d’ogni cor può farsiAssoluta reina,Chi tanta in sé contien beltà divina.O pupille adorate.Mentre avvincete un cor, voi lo beate.Va superbo questo core De’ felici lacci suoiNel provar, bei lumi,in voi Qual d’Amore è la virtù.E l’antica libertade In oblio per voi ripone,Se vuol farne il paragone Con sì bella servitù.

ARMIDA

Resta, mio ben. Degg’io per poch’istantiLungi da te...

RINALDO

Come!...

ARMIDA

Non lieve curaMi chiama altrove. Addio.0U�IYL]L�HS�ÄHUJV�[\V�TP�YP]LKYHP�

(Parte)

Scena V°

(Rinaldo)

RINALDO

Lo splendor di quei raiSe un sol istante io perdo,Parmi perder la pace...Ma qual altro splendor m’abbaglia il ciglio!...Armi son quelle... ed armi franche!... a stentoA’ propri sguardi io credo...

Scena VI°

(Ubaldo, Carlo, Rinaldo)

UBALDO

(a Carlo)

Amico, inoltra il piè.

RINALDO

Cielo!... chi vedo!

UBALDO

Avvilito guerrier, schiavo d’amore,Ubaldo e Carlo in noi rimira.Osserva Qual ci veste le membraOnorevole incarco.E mentre il ferroNoi cinge, e mentre il brando*P�WLUKL�HS�ÄHUJV��HKVYUVVeder dobbiam di rose e in bianchi liniIl più forte tra i Franchi e tra i Latini?

RINALDO

(fra sè)

Oh rimprovero amaro!

CARLO

Il campo tutto impaziente aspiraA innalzare di Siòn sull’alte muraL’augusto suo vessillo.Desta di tromba squilloOgni soldato, anche il men forte; e soloRinaldo, il pro’ Rinaldo,L’indomito guerriero,Sconosciuto sen vive e prigioniero?

RINALDO

Deh! amici... E ver, son io... Sono infelice!...Ma voi come qui tratti,Se quest’ermo sentier...

UBALDO

Virtù celeste,Non arte stigia, a noi servì di guida.

CARLO

Ceda l’iniqua ArmidaAl poter di quel Dio che al tutto impera.

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Rossini: Armida - atto terzo

RINALDO

Armida!... ella è il mio ben...

CARLO

Sogni?

UBALDO

Deliri?In questo scudo espressoMira di tua virtù tutto l’eccesso.

(Scopre uno scudo adamantino)

RINALDO

In quale aspetto imbelleIo me ravviso, oh stelle!...Qual di viltade oggetto!...Oh immenso mio rossor!

(Rimane immobile e quasi fuori di sé)

CARLO

(fra sè)

Langue.

UBALDO

(fra sè)

Sospira.

CARLO

(fra sè)

Geme.

UBALDO, CARLO

(fra sè)

Sente d’onor già i moti.O Nume! i nostri voti secondi il tuo favor.

UBALDO

(a Rinaldo)

Vedi qual reo governo+P�[L�MH�\U�LTWPV�HɈL[[V�

CARLO

S’hai cor bastante in petto,Resisti a tant’orror.

RINALDO

(seguitando a guardarsi nello scudo)

Qual di viltade oggetto!...Oh immenso mio rossor!

CARLO

Il tuo dover ti chiama.

UBALDO

Gloria a pugnar t’invita.

UBALDO, CARLO

La tromba della famaridesti il tuo valor.

RINALDO

Cessate... ohimè! cessate...Che barbaro tormento! Io vile?...No: rammentoChe son Rinaldo ancor.

(Si squarcia e getta ogni fregio di mollezza)

UBALDO, CARLO

Or sì, che in te ritrovoL’eroe qual fosti ognor.

RINALDO

(fra sè)

Ah! qual contrasto io provoDi duol, di gloria e amor!

UBALDO, CARLO

Vieni.

RINALDO

Vi seguo...

(fra sè)

Oh dio! Lasciarla mai poss’io!

CARLO

A che t’arresti?

RINALDO

Armida!Per te mi manca il cor...

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Rossini: Armida - atto terzo

UBALDO, CARLO

Severa omai ti sgrida la voce dell’onor.

(Breve pausa)

RINALDO

Unitevi a garaVirtude, valore,Per vincere amore*OL�HɈHUUV�TP�Kn�

(Breve pausa. Frattanto Rinaldo alza gli occhi al

cielo in atto d’implorarlo)

Ma un raggio improvviso quest’alma rischiara...Ah! sì, ti ravviso celeste bontà.

UBALDO, CARLO

Splendor degli eroi, t’invola con noi;Del ciel si dichiara per te la pietà.

(Partono)

Scena VII°

(Armida frettolosa e sbigottita)

ARMIDA

Dov’è?... dove si cela?...Eppur poc’anziQui lo lasciai...Son fuor di me! Sen giace3n�Z\SSH�ZVNSPH�PS�ÄLY�J\Z[VKL�LZ[PU[V���6O�Z[LSSL��PS�TPV�WV[LY�ÄH�K\UX\L�]PU[V&Vadasi... Ma che vedo!+\L�N\LYYPLY�KP�.VɈYLKV�����VOPTu��9PUHSKV:LN\L�P�SVY�WHZZP����-LYTH[P����3»HɈHUUVMi tronca i detti... Senti...7LYÄKV��UVU�T»HZJVS[H����,IILU��K»(]LYUVLa possanza s’invochi.Furie, udite:

(scuote la verga magica)

Per la tremenda Dite, a me si guidiQuel traditor.

(Pausa)

Ma voce non rispondeDalle infernali sponde.ohimè!... fatal momento!...*OL�MV&����:LN\PHT�S»PUÄKV���6O�ÄLY�[VYTLU[V�

(Parte veloce)

Scena VIII°

(Esterno del palazzo d’Armida. Ubaldo, Carlo,

Rinaldo)

UBALDO

Sia lode al ciel, da quelle inique mura<ZJPTTV�HS�ÄU�

CARLO

Breve cammin ci resta;Vadasi al palischermo.

RINALDO

Amici, ah! voi, per pietà, rinfrancateQuesto debole cor. Solo non bastoMe stesso a superar.

CARLO

Veloce al lido, vieni, volgasi il piè.

ARMIDA

(da lontano)

;»HYYLZ[H��PUÄKV�

RINALDO

È dessa...Oh dio!... l’udiste?

CARLO

Di coraggio, amico, armar ti dei.

RINALDO

ohimè!

UBALDO

Ti giovi l’ascoltar costei.Se resisti a’ suoi vezzi,Alle lagrime sue,Il più grande a ragion sei degli eroi.

Scena IX°

(Armida frettolosa; i precedenti)

ARMIDA

Ed è pur vero?... e abbandonarmi vuoi?Crudel!

RINALDO

Vuole il destino ch’io da te volga il piè...

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Rossini: Armida - atto terzo

Gloria m’invita al campo dell’onore...

ARMIDA

,�NSVYPH�ÄH�[YHKPY�S»HTVY�la fé?

RINALDO

(partendo)

Dolce memoriaPer me sempre sarai...Rimanti in pace...

(fra sè)

Ah! mi si spezza il core.

ARMIDA

(trattenendolo)

Pace! e pace trovar può il mio dolore?

UBALDO

(sotto voce a Rinaldo)

Resisti.

CARLO

(come sopra)

A lei nascondi3»HɈHUUV��PS�K\VS�

ARMIDA

Parti, se vuoi; sol chiedoI tuoi passi seguir...

(Rinaldo leggermente la respinge, voltando il viso per celarle il suo turbamento, ed è in atto di partire)

ARMIDA

(seguitandolo)

Qual più ti piaceDi me dispor potrai; se pur ti è grato,Ancella umil raccorcerò la chioma,Or che a te fatta è vile.In aspetto servileTi seguirò dove l’ardor guerrieroFia che più ferva.Sento per condurti i destrieri e portar l’armiIn me vigor bastante;Mi avrai fedel seguace e non amante.

RINALDO

(sotto voce a’ due compagni)

ohimè! quai detti.

UBALDO

(come sopra a Rinaldo)

Inganni.

CARLO

(come sopra)

Insidie.

ARMIDA

E taci?...Sì, qual più vuoi, sarò scudiero o scudo.Forse guerrier sì crudoNon vi sarà che, per ferirti, vogliaPassarmi il sen...Ma parla.

RINALDO

Armida, è tempoChe pongasi in oblioI miei, gli errori tuoi. Resta...

(Partendo)

ARMIDA

Deh! Ferma e non gemi?

RINALDO

(fra sè)

Che pena!

ARMIDA

E asciutto il ciglio serbi ancora, spietato?Ed hai cordi lasciarmi in questo stato?Se al mio crudel tormentoSegno di duol non dai,Tu non avesti maiScintilla di pietà.Barbara tigre ircanaA te donò la vita,E l’alma tua nutritaFu ognor di crudeltà.

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Rossini: Armida - atto terzo

RINALDO

(sospirando e partendo)

Cangiar non puoi tua sorte:Non la poss’io cangiar.

ARMIDA

(trattenendolo)

Ah! dammi almen la morte:+H»�ÄUL�HS�TPV�WLUHY�

UBALDO, CARLO

(a Rinaldo)

Resisti omai da forte.

UBALDO

Vieni.

CARLO

Risolvi.

UBALDO, CARLO

Al mar.

RINALDO

Addio...

ARMIDA

Senti, idol mio!...Un sol istante io chieggo...

UBALDO

Non più.

CARLO

(trascinando Rinaldo)

Partir conviene.

ARMIDA

Vacilla... il piè... non reggo...Mi sento... oh Dio!... mancar...

�&DGH�SULYD�GL�VHQVL��5LQDOGR��FKH�VL�VDUj�allonta-

nato,retrocede in fretta)

RINALDO

Armida!... amato bene!...Deh! si soccorra

UBALDO, CARLO

Al mar.

(Lo conducono a forza)

Scena X°

(Allontanato Rinaldo, ella insensibilmente rinviene, quindi si alza, guarda intorno e dice)

ARMIDA

Dove son io!...Fuggi! Lasciarmi, ohimè! cosìPoté l’ingrato?E vivo ancora?... e palpitiMio desolato core?...

(si aggira incerta)

Che fo?...Vendetta... Amore...Di voi chi udir dovrò?...Del mio trovar si può più atroce stato!

(Rimane concentrata ne’ suoi pensieri. Frattanto sorge una larva in sembianza della Vendetta)

Vendetta...

(scuotendosi)

Ah! sì, ti miro:Te sola invoco: vieni...

(Mentre vuole avvicinarsi alla larva suddetta, sorge altra larva sotto le forme dell’Amore, sospiroso

e piangente)

Amor... con quel sospiro7LYJOt�PS�TPV�ZKLNUV�HɈYLUP&���Forse spietato sei,Sebben tu piangi, Amor.

(Verso la Vendetta)

Forse pietade è in leiCinta benché d’orror.

(Pensa alquanto, poi corre alla prima larva)

È ver... gode quest›animaIn te, fatal Vendetta.Da me repente involati7LYÄKV�(TVY"�[»HɈYL[[H�

(Sparisce la larva dell’ Amore)

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Rossini: Armida - atto terzo

Se al mio poter, voi Furie,Sorde non siete ancor,Ad inseguir traetemiUn empio, un traditor.

Scena Ultima

(Coro di demoni, recando il carro d’Armida tirato

da draghi)

CORO

Paga sarai.

ARMIDA

Distrutto Tutto qui resti, tutto.

(I demoni, armati di faci, eseguiscono, e la scena

ritorna nel primo orrore)

ARMIDA, CORO

S’altro non può, l’AvernoT’ispiri il suo furor.

(Armida ascende il carro e s’innalza a volo tra i

JOREL�GL�¿DPPH�H�GL�IXPR�

FINE DELL’OPERA