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    2006

    Universit degli Studi di Cassino

    segno e testoINTERNATIONAL JOURNAL

    OF MANUSCRIPTS AND TEXT TRANSMISSION

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    DANIELEARNESANO

    ARISTOTELE IN TERRA DOTRANTOI MANOSCRITTI FRAXIII EXIVSECOLO

    Non per tutti, Porfirio, ma per i dtteridi mare che noi siamo, incapsulati

    in uno scoglio.(Montale)

    noto come nella trasmissione della cultura greca dallOrientebizantino allOccidente europeo abbia avuto unimportanza determi-nante il ruolo svolto dallItalia meridionale e in particolare dalla TerradOtranto1. In queste pagine propongo al lettore il caso dei manoscrit-

    Saranno citate in forma abbreviata le seguenti opere:Aristoteles= P. Moraux [hrsg. von],Aristoteles graecus. Die griechischen Manuskripte des

    Aristoteles, Berlin-New York 1976 (Peripatoi, 8)CAG= Commentaria in Aristotelem Graeca, Berolini 1882-1909Inventaire= A. Wartelle, Inventaire des manuscrits grecs dAristote et de ses commenta-

    teurs, Paris 1963Manuscrits= Ch. Astruc et al., Les manuscrits grecs dats des XIIIeet XIVe sicles conser-

    vs dans les bibliothques de France, I.XIIIe sicle, Paris 1989Organon = Th. Waitz,Aristotelis Organon graece, Lipsiae 1844-1846RGK= Repertorium der griechischen Kopisten 800-1600, I. Handschriften aus Bibliothe-

    ken Grobritanniens, A. Verzeichnis der Kopisten, erst. von E. Gamillscheg D. Harlfinger,B. Palographische Charakteristika, erst. von H. Hunger, C. Tafeln, Wien 1981; II.Handschriften aus Bibliotheken Frankreichs und Nachtrge zu den Bibliotheken Grobritan-niens, A. Verzeichnis der Kopisten, erst. von E. Gamillscheg D. Harlfinger, B. Palogra-phische Charakteristika, erst. von H. Hunger, C. Tafeln, Wien 1989; III. Handschriften ausBibliotheken Roms mit dem Vatikan, A. Verzeichnis der Kopisten, erst. von E. Gamillschegunter Mitarbeit von D. Harlfinger P. Eleuteri, B. Palographische Charakteristika, erst.von H. Hunger, C. Tafeln, Wien 1997 (sterreichische Akademie der Wissenschaften. Verf-fentlichungen der Kommission fr Byzantinistik, III/1-3 A-C).

    1J. Irigoin, LItalie mridionale et la tradition des textes antiques, JByz, 18 (1969),37-55 (rist. in J. Irigoin, La tradition des textes grecs. Pour une critique historique, Paris 2003,

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    ti contenenti opere di Aristotele e dei suoi commentatori, vergati inTerra dOtranto fino agli inizi del secolo XIV2, nella speranza che cicontribuisca a tracciare almeno in parte una delle tante strade del testoche hanno caratterizzato la diffusione della letteratura greca classica nelSalento medievale.

    1. Il pi antico manoscritto salentino di contenuto aristotelico ilPar. gr. 2089 (foll. 39-63)3, un codice membranaceo di modestaqualit, scarsamente decorato, ultimato nel 1223 da Pergio di Gala-

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    439-465, nr. 27); G. Cavallo, La cultura italo-greca nella produzione libraria, in G. Puglie-se Carratelli [a cura di], I Bizantini in Italia, Milano 1982, 495-608; Id., Libri greci e resi-stenza etnica in Terra dOtranto, in G. Cavallo [a cura di], Libri e lettori nel mondo bizanti-no. Guida storica e critica, Roma-Bari 1982 (Biblioteca Universale Laterza, 325), 155-178;A. Jacob, Culture grecque et manuscrits en Terre dOtrante, in P. F. Palumbo [a cura di], Attidel IIIo Congresso Internazionale di Studi Salentini e del Io Congresso Storico di Terra dOtranto(Lecce, 22-25 ottobre 1976), Lecce 1980, 51-77. Per i numerosi manoscritti di originesalentina si veda O. Mazzotta, Monaci e libri greci nel Salento medievale, Novoli 1989(Scriptorium, 2), 63-101, e D. Arnesano, Il repertorio dei codici greci salentini di OronzoMazzotta. Aggiornamenti e integrazioni, in M. Spedicato [a cura di], Tracce di storia. Studiin onore di mons. Oronzo Mazzotta, Galatina 2005 (Societ di Storia Patria. Sezione di Lecce.Quaderni de LIdomeneo, 1), 25-80. Che il Salento sia stato punto di incontro fra Orien-te e Occidente documentato da molte e varie testimonianze; una di queste, laakolouthiain onore di san Francesco, stata recentemente studiata da F. Danieli, Il rito greco a Gala-tone. S. Francesco dAssisi in un codice bizantino del sec. XV, Galatina 2005 (Quaderni degliArchivi Diocesani di Nard e Gallipoli, 5).

    2 Non ho preso in considerazione il manoscritto di Cambridge, University Library,Ii.5.44, ultimato nel 1279 da Nicola dOria, copista di origine salentina ma attivo nel mona-stero del San Salvatore di Messina; si vedano le due monografie dedicate a questo copista daA. Jacob, Nicolas dOria. Un copiste de Pouille au Saint-Sauveur de Messine, QFIAB, 65(1985), 133-158; De Messine Rossano. Les dplacements du copiste salentin Nicolas dOria enItalie mridionale la fin du XIIIe sicle, BBGG, 44 (1990), 25-31. Ho escluso da questolavoro anche il manoscritto Ambr. L 106 sup. (M. Petta, Codici greci della Puglia trasferiti inbiblioteche italiane ed estere, BBGG, 26 [1972], 85-129: 99 nr. 39): il manoscritto deltutto privo di caratteristiche grafiche riferibili al Salento; esso era ritenuto otrantino sullabase di un riferimento ad una cittadina di nome Gallipoli, erroneamente identificata conquella salentina, nella seconda di alcune lettere del 1453 collocate allinizio e alla fine delcodice, indirizzate al giudice di Adrianopoli Isidoro e pubblicate da J. Darrouzs, Lettres de

    1453, REByz, 22 (1964), 72-127: 80, 112-113. Un caso analogo, in cui Gallipoli non da identificare con la cittadina ionica, costituito dal tetraevangelo Par. Suppl. gr. 79(Mazzotta,Monaci e libri greci[cit. n. 1], 94-95), attribuibile al secolo X e appartenuto adun certo Panaghiotis di Gallipoli, localit da identificare probabilmente con lomonima cit-tadina nel Chersoneso: Ch. Astruc et al., Catalogue des manuscrits grecs. Supplment grec,numros 1 150, Paris 2003, 186-188. stato infine escluso anche il Laur. Plut. 72.15(P. Canart,Manuscrits dAristote et de ses commentateurs sur papier occidental ancien, inAri-stoteles. Werk und Wirkung. Festschrift Paul Moraux, II, Berlin-New York 1987, 418-433:419-420 nr. 1), in quanto la sua scrittura non presenta una connotazione grafica incon-fondibilmente salentina.

    3 Ph. Hoffmann inManuscrits, 18-20 nr. 2.

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    tina4, che vi copi il testo dei Prolegomenidi Davide Armeno allaIsa-gogedi Porfirio, oggi mutilo allinizio5. La scrittura di Pergio6, defini-ta students cursive da Alexander Turyn7, minuscule derudit daPhilippe Hoffmann8, una corsiva priva di intento calligrafico, spon-tanea e ricca di abbreviazioni9, con forme comuni allambito docu-mentario, non solo italo-greco ma anche orientale10. Essa rappresentail filone informale delle scritture otrantine11, ricco di numerose atte-

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    4 RGKII/A, nr. 466.5 Inventaire, 111 nr. 1501; CAGXVIII, 2, XI-XII (sigla B). Al testo di Davide Armeno

    (foll. 39r-58r) seguono annotazioni varie, schemi (foll. 58r-60v) e lepitome di una por-zione del testo di Davide (foll. 60v-63v). Vanno infine segnalate alcune sentenze di uomi-ni illustri (fol. 64r), il cui testo mutilo identico a quello trascritto nel fol. 9v del Par.Suppl. gr. 681 (a. 1297/1298) da un altro copista di Galatina, di nome Calo: Ph. Hoff-mann in Manuscrits, 20; cfr. anche Ph. Hoffmann, Un recueil de fragments provenant deMinoide Mynas: le Parisinus Suppl. gr. 681, Scriptorium, 41 (1987), 115-127; il codice descritto dallo stesso Hoffmann inManuscrits, 79-81 nr. 34.

    6 H. Omont, Fac-simils des manuscrits grecs dats de la Bibliothque Nationale du IXeau XIVe sicle, Paris 1891, tav. LII, I; Manuscrits, tavv. 3-4; RGKII/C, nr. 466.

    7A. Turyn, The Byzantine Manuscript Tradition of the Tragedies of Euripides, Urbana1957, 79.

    8 Hoffmann inManuscrits, 19.9 E. M. Thompson,An Introduction to Greek and Latin Paleography, Oxford 1912, 250

    nr. 70: In a MS. intended for the students use there could be no object in stinting con-tractions and abbreviations. He would be familiar with such methods of reducing thelabour of writing and of saving space, and would be trained to read with facility the textsof books thus treated.

    10 Il rapporto con le scritture documentarie gi notato da A. , I , Thessaloniki 19742 (B , 12), 250, fig. 181;cfr. anche RGK II/B, nr. 466: berlange -Krzungsbogen und monokondylienartiggeschreibene Einzelbuchstaben (auf anderen Folien) erinnern an Urkunden der Angeloi-Periode. Per la sostanziale omogeneit fra ambito italogreco ed orientale delle scritturedocumentarie cfr. E. Crisci P. Degni, Documenti greci orientali e documenti greci occiden-tali. Materiali per un confronto, in F. Magistrale C. Drago P. Fioretti [a cura di], Libri,documenti, epigrafi medievali: possibilit di studi comparativi.Atti del Convegno internazio-nale di studio dellAssociazione Italiana dei Paleografi e Diplomatisti (Bari, 2-5 ottobre2000), Spoleto 2002 (Studi e ricerche, 2), 483-528.

    11 Le scritture informali si individuano per ductusmutevole ma sempre sciolto e piut-tosto rapido, oscillazioni nei tempi del tratteggio, con tendenza alla riduzione dei tratti,versatilit nella forma e/o squilibrio nel modulo delle lettere, legature pi o meno fre-quenti e talora deformanti, abbreviazioni; mentre come caratteri accessori possono aggiun-gersi e spesso si aggiungono linclinazione pi o meno accentuata dellasse della scrit-tura (tanto che questa stata indicata come minuscule penche) e stilemi di vario genere. Sitratta, insomma, di quelle scritture dette corsive o corsiveggianti, o scholarly hands, o scrit-ture da erudito, o scritture di ispirazione documentaria e burocratica, G. Cavallo, Scrit-ture informali, cambio grafico e pratiche librarie a Bisanzio tra i secoli XI e XII, in G. Prato[a cura di], I manoscritti greci tra riflessione e dibattito.Atti del V Colloquio Internazionaledi Paleografia greca (Cremona, 4-10 ottobre 1998), Firenze 2000 (Papyrologica Florentina,31), 219-238: 220.

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    stazioni gi dal secolo XI-XII12 e, come quello calligrafico, produttivofino al secolo XIV e oltre13. Il Par. gr. 2089 (foll. 39-63) testimo-nianza dellattivit di studio della filosofia antica in ambito scolasticosalentino14, svincolato dal predominio culturale del monastero diCasole e allorigine del crescente ruolo culturale svolto dai centri del-lentroterra e della fascia ionica.

    Alla temperie storico-grafica cui appartiene la scrittura di Pergiova attribuito anche il Laur. Plut. 72.3, un codice membranaceo di mm310 x 248, in parte palinsesto15, nel quale una mano anonima ha ver-gato lIsagogedi Porfirio e tutti i trattati dellOrganon16, secondo lordi-

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    12 Come testimonia ad esempio la scrittura del Barb. gr. 70, G. Cavallo, Manoscrittiitalo-greci e cultura benedettina (secoli X-XII), in C. D. Fonseca [a cura di], Lesperienza mona-stica benedettina e la Puglia. Atti del Convegno di studio organizzato in occasione del XVcentenario della nascita di S. Benedetto (Bari-Noci-Lecce-Picciano, 6-10 ottobre 1980), I,Galatina, 1983, 169-195: 172-173, tav. I fig. 1. Coeva alla scrittura di Pergio ad es. quel-la del Crypt. Z..II, contenente Erotematae vergato prima del 1219, Jacob, Culture grecque(cit. n. 1), 71 nr. 11; G. Cavallo, Mezzogiorno svevo e cultura greca. Materiali per una messaa punto, ByzZ, 84-85 (1991-1992), 430-440: 436, fig. 22; C. Faraggiana di Sarzana inP. Canart S. Luc [a cura di], Codici greci dellItalia meridionale(Grottaferrata, Bibliotecadel Monumento Nazionale, 31 marzo-31 maggio 2000), Roma 2000, 124 nr. 54; il mano-scritto palinsesto, E. Crisci, I Palinsesti di Grottaferrata. Studio codicologico e paleografico,Napoli 1990 (Pubblicazioni dellUniversit degli Studi di Cassino. Sezione di studi filologici,

    letterari, storici, artistici e geografici, 2), I, 49-50, 237-247, II, tav. 111.13 Per lepoca di Pergio il filone calligrafico rappresentato ad esempio dal Barb. gr. 350,contenente il typikon del monastero di San Nicola di Casole ed ultimato nel 1205 dalloieromonaco Ieroteo, P. Canart A. Jacob S. Luc L. Perria, Facsimili di codici greci dellaBiblioteca Vaticana, Citt del Vaticano 1998 (Exempla scripturarum, 5), I. Tavole, nr. 100,tav. 72; RGKIII/C, nr. 252.

    14 Intendo qui per scuola quel contesto privato, domestico, che fu fondamentale nellatrasmissione della cultura greca, A. Jacob, La formazione del clero greco nel Salento medieva-le, in P. A. Vetrugno [a cura di], Ricerche e Studi in Terra dOtranto, II, Campi Salentina1987, 221-236: 226-227. Mi pare daltra parte eccessivo parlare di una struttura scolasti-ca abbastanza sofisticata, A. Jacob, La tradizione scrittoria a Galatina dal XIII al XVI seco-lo, Bollettino Storico di Terra dOtranto, 3 (1993), 41-51: 42.

    15 D. Harlfinger inAristoteles, 238-241; E. B. Fryde, Greek Manuscripts in the PrivateLibrary of the Medici, 1469-1510, Aberystwyth 1996, I, 207, 212, 244, II, 797; sul palin-sesto si veda http://palin.iccu.sbn.it.

    16 Organon, I, 6, 80 (sigla e). Per le Categorie, il manoscritto collegato agli antichi edautorevoli Par. Coisl. 330 e Marc. gr. IV. 53, R. Bods, Introduction Aristote. Catgories,Paris 2001, CXVI. Per i Topicicfr. S. Kotzabassi, Byzantinische Kommentatoren der aristoteli-schen Topik. Johannes Italos & Leon Magentinos, Thessalonike 1999 (Etaireia byzantinonereunon, 17), 18. Per gli scolii agli Elenchi Sofisticicfr. S. Ebbesen, Commentators and com-mentaries on AristotlesSophistici Elenchi, Leiden 1981 (Corpus Latinum Commentariorumin Aristotelem Graecorum De Wulf-Mansion Centre, 7), II,XXXVII; III, 282, 293 (sigla 7203).Dagli scolii di Ammonio al De interpretatione si ricavano per tradizione indiretta fram-menti dei commentari di Siriano ad Aristotele, R. L. Cardullo, Siriano esegeta di Aristotele,I. Frammenti e Testimonianze dei Commentari allOrganon, Firenze 1995 (Symbolon. Studie testi di filosofia antica e medievale, 14), 109 (sigla F).

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    ne neoplatonico presente nei pi autorevoli testimoni bizantini17. Lascrittura una sobria corsiva, pi minuta e fitta rispetto a quella delcopista di Galatina, ricca di legature e abbreviazioni (tav. 1)18. Il codi-ce di modesta fattura, scarsamente decorato e con ogni probabilitdestinato allo studio privato o ad un ristretto ambito scolastico.

    2. Ad una fase pi matura della storia grafica salentina, alla pienapalaeographische Barockzeit19, va attribuita lopera di un copista chesi potrebbe per comodit chiamare Anonimo A, al quale Dieter Harl-

    finger ha attribuito il Vat. gr. 316 ed il Marc. gr. 26520

    . I manoscrittihanno contenuto identico: le Quaestiones quodlibetales, il commento ai

    153ARISTOTELE IN TERRA DOTRANTO

    17 Si tratta del Marc. gr. 201 e del Par. gr. 1843. Questultimo copia del vetustissimusSinait. M 138: cfr. D. R. Reinsch, Fragmente einerOrganon-Handschrift vom Beginn deszehnten Jahrunderts aus dem Katharinenkloster auf dem Berge Sinai, Philologus, 145(2001), 57-69; Ch. Brockmann, Das Papyrusfragment und die ltesten byzantinischen Text-zeugen derAnalytikades Aristoteles, Philologus, 148 (2004), 50-63; uno specimen delframmento sinaitico in T , A1998, 179, tav. 138. Per labibliografia sulle nuove scoperte del Sinai si veda ora S. D. Kontoghiannis, La bibliotecadel monastero di Santa Caterina del Sinai, in S. Chial L. Cremaschi [a cura di], Giovan-ni Climaco e il Sinai.Atti del IX Convegno ecumenico internazionale di spiritualit orto-dossa, sezione bizantina (Bose, 16-18 settembre 2001), Magnano 2002, 339-380.

    18 Essa stata attribuita al secolo XII-XIII da G. Cavallo, Scritture italo-greche librariee documentarie. Note introduttive ad uno studio correlato, in Bisanzio e lItalia. Raccolta distudi in onore di Agostino Pertusi, Milano 1982, 29-38: 35; lo studioso ha ipotizzato uno-rigine siciliana, G. Cavallo, La trasmissione scritta della cultura greca antica in Calabria e inSicilia tra i secoli X-XV. Consistenza, tipologia, fruizione, S&C, 4 (1980), 157-245: 220.Il codice apparterrebbe alla seconda met del secolo XIII per Dieter Harlfinger (Aristoteles,240), il quale vi ha scorto delle somiglianze con la grafia di Nicola dOria, copista di origi-ne salentina attivo nel monastero del San Salvatore di Messina (cfr. la bibl. citata alla n. 2).Il manoscritto invece salentino per A. Jacob, Une bibliothque mdivale de Terre dOtrante(Parisinus gr. 549), RSBN, 22-23 (1985-1986), 285-315: 307. Tra le abbreviazioni sinoti quella di - a forma di = (ad es. foll. 48r, 49v, 50v), diffusa nelle scritture salen-tine, A. Jacob, Les critures de Terre dOtrante, in La palographie grecque et byzantine, Paris1977 (Colloques internationaux du C.N.R.S., 559), 269-281: 275.

    19 V. Gardthausen, Griechische Palaeographie, Leipzig 1879, 197.20 D. Harlfinger, Die Textgeschichte der pseudo-aristotelischen Schrift

    . Ein kodikologisch-kulturgeschichtlicher Beitrag zur Klrung der berlieferungsver-hltnisse im Corpus Aristotelicum, Amsterdam 1971, 147. Sul codice vaticano cfr. I. Mer-cati P. Franchi de Cavalieri, Codices Vaticani graeci, I. Codices 1-329, Romae 1923 (rist.1980), 467-474. Sul codice marciano cfr. E. Mioni, Codices Graeci manuscripti Bibliothe-cae Divi Marci Venetiarum, I. Thesaurus antiquus. Codices 1-299, Roma 1981 (Indici e cata-loghi, 6), 381-383; Id.,Aristotelis codices graeci qui in bibliothecis venetis adservantur, Pado-va 1958 (Miscellanea Erudita, 6), 139; P. Eleuteri in G. Fiaccadori P. Eleuteri [a cura di],I Greci in Occidente. La tradizione filosofica, scientifica e letteraria dalle collezioni della Biblio-teca Marciana, Venezia 1996, 78 nr. 97. Il manoscritto appartenne al Bessarione, E. Mioni,La formazione della biblioteca greca di Bessarione, in G. Fiaccadori [a cura di], Bessarione elUmanesimo. Catalogo della mostra, Napoli 1994, 229-240: 237. AllAnonimo A ritengo sia

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    libri II-IV dei Topici21 e i trattati Sul metodo dialettico e Sul metodo reto-rico di Giovanni Italo, i trattati aristotelici Sul mondo22 e Sui tre schemidei sillogismi23. I manoscritti, entrambi palinsesti24, costituiscono itestimoni fondamentali per la costituzione del testo di GiovanniItalo25, documentando la fortuna dellautore bizantino in Italia meri-dionale26. Il manoscritto vaticano anche uninteressante testimonian-za per la storia della cultura, poich contiene un testo anonimo controi Latini27 e una lettera di Giorgio Bardane28. Avendo i due manoscrit-

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    da attribuire anche il fol. 21r-v del Crypt. ..IX, riferito recentemente al Salento daSanto Luc; su questo manoscritto cfr. A. Rocchi, Codices Cryptenses seu AbbatiaeCryptae Ferratae in Tusculano digesti et illustrati cura et studio D. A. Rocchi, hieromona-chi basiliani bibliothecae custodis, Tusculani 1883, 370-371; Crisci, I palinsesti di Grot-taferrata(cit. n. 12), 39 (lAnonimo A corrisponde al copista indicato dallo studioso comemano c); S. Luc, Su origine e datazione del Crypt. ..VI (ff. 1-9). Appunti sulla collezio-ne manoscritta greca di Grottaferrata, in L. Perria [a cura di], Tra Oriente e Occidente. Scrit-ture e libri greci fra le regioni orientali di Bisanzio e lItalia, Roma 2003 (Testi e studi bizan-tino-neoellenici, 14), 145-224: 188 e n. 164 (lAnonimo A corrisponde al copista indicatodallo studioso come mano D).

    21 Kotzabassi, Byzantinische Kommentatoren (cit. n. 16), 24, 26, 40, 40-41, 46, 64.22W. L. Lorimer,Aristotelis De Mundo, Paris 1933, 3 (Vat. gr. 316, sigla O).23 Lunica differenza costituita da un testo sulla natura di Cristo nel codice vaticano

    al posto del quale, nel manoscritto marciano, si legge lindice delle quaestionesdi Giovan-ni Italo; cfr. Organon, I, 12-13.

    24 Sul codice di Venezia si veda M. Formentin, I palinsesti greci della Biblioteca Nazio-nale Marciana e della Capitolare di Verona, , 2 (1980-1981), 146-186: 160-162;http://palin.iccu.sbn.it (con bibliografia). Il Vat. gr. 316 stato realizzato utilizzando tragli altri codices antiquioresun importante testimone delle opere di Filone Alessandrino,L. Cohn, Ein Philo Palimpsest (Vat. gr. 316), Sitzungsberichte der Preussischen Akademieder Wissenschaften, 1905, 36-52; Id., Philonis Alexandrini opera quae supersunt, V, Beroli-ni 1906. Cfr. anche G. Mercati,Appunti dal palinsesto Vaticano di Filone, RBi, 12 (1915),540-554 (rist. in G. Mercati, Opere Minori, III, 1907-1916 [Studi e testi, 78], Citt delVaticano 1937, 485-501).

    25 G. Crtli, Johannis Itali Opuscula Selecta, Tiflis 1924-1926; P. Joannou, IoannesItalos. Quaestiones quodlibetales, Ettal 1956 (Studia Patristica et Byzantina, 4); cfr. ancheP. . Stephanou,Jean Italos philosophe et humaniste, Roma 1949 (Orientalia Christiana Ana-lecta, 134), 7-12, 81.

    26

    R. Romano, Per la fortuna di Giovanni Italo nellItalia Meridionale, in Cento annidinsegnamento di Lingua e Letteratura Greca Moderna nellIstituto Universitario Orientale.Atti del Convegno Internazionale (Napoli, 26-29 novembre 1984) (= I, 1[1988]), 131-138: 137; lautore non esclude lipotesi che le opere di Giovanni Italo sianostate portate in Terra dOtranto da Nettario di Casole, di ritorno dai suoi viaggi diploma-tici in Oriente.

    27 F. Quaranta, Uninedita fuga a Bisanzio. Lanonimo calabrese del Vat. gr. 316, inA. Fyrigos [a cura di], Barlaam Calabro. Luomo, lopera, il pensiero.Atti del convegno interna-zionale (Reggio Calabria-Seminara-Gerace, 10-11-12 dicembre 1999), Roma 2000, 79-90.

    28 A. Acconcia Longo, Per la storia di Corf nel XIII secolo, RSBN, n. s., 22-23(1985-1986), 209-243: 210, 213-219, 224.

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    ti identico contenuto, verisimile che lanonimo copista li abbia rea-lizzati per conto di altri, forse su committenza. La scrittura una minu-scola barocca, simile a quella del Copista del Dioscoride e, come que-sta, rappresenta unesasperazione della grafia del cosiddetto Nicola diGallipoli29. Tra le forme pi appariscenti si notino alpha en fer delance con il corpo sottile che si chiude prima di toccare il tratto obli-quo, le legature alpha-phi30 ed epsilon-pi31, la legatura del compendiodi con la lettera seguente o con labbreviazione di 32.

    Ad ambito gallipolino riferibile il Barb. gr. 7533, un codice dimm 208 x 147, in pergamena di buona qualit, accuratamente rigato esobriamente decorato, nel quale Costantino Firate34 copi il testo del-lEtica Nicomacheae deiMagna Moralia, su commissione ()di Rinaldo di Gallipoli35. Costantino fu copista di professione, attivoprobabilmente nella stessa cittadina ionica36, come il cosiddetto Nico-la di Gallipoli e, probabilmente, il Copista del Dioscoride. La sua gra-fia37, sobria e regolare nel testo, pi barocca e aggrovigliata nel com-mento, rappresenta la prosecuzione nel pieno secolo XIII delle grafietondeggianti salentine del secolo XII38.

    155ARISTOTELE IN TERRA DOTRANTO

    29 Speciminadel Vat. gr. 316 in Cohn, Ein Philo Palimpsest(cit. n. 24), tav. I; Id., Phi-

    lonis Alexandrini(cit. n. 24); Cavallo,Mezzogiorno svevo (cit. n. 12), tav. XX fig. 23; speci-minadel Marc. gr. 265 in Formentin, I palinsesti(cit. n. 24), tav. 4; Fiaccadori Eleuteri,I Greci in Occidente(cit. n. 20), 79. Sul Copista del Dioscoride cfr. D. Arnesano, Il Copi-sta del Dioscoride. Un anonimo salentino del secolo XIII, BollClass, s. III, 24 (2003), 29-55: 47 n. 130, tavv. 1-5. Su Nicola di Gallipoli cfr. D. Arnesano E. Sciarra, Lattivit delcopista Nicola di Gallipoli e la tradizione manoscritta dellIliade in Terra dOtranto, Segno etesto, 1 (2003), 257-307: 303-305, tavv. 1-6, e A. Jacob, Il committente, il destinatario elanonimo copista. Una rilettura critica del colofone metrico del Vindobonense Suppl. gr. 37(Gallipoli, an. 1265), Atti della Accademia Nazionale dei Lincei. Classe di Scienze Mora-li, Storiche e Filologiche, s. IX, 15 (2004), 747-765.

    30 Formentin, I palinsesti(cit. n. 24), tav. 4, r. 8.31 Formentin, I palinsesti(cit. n. 24), tav. 4, r. 12.32 Formentin, I palinsesti(cit. n. 24), tav. 4, r. 3.33 V. Capocci, Codices Barberiniani graeci, I. Codices 1-163, Citt del Vaticano 1958,

    94-95; Cavallo, La cultura italo-greca(cit. n. 1), 604.34 RGKIII/A, nr. 372.35 Inventaire, 137 nr. 1858; Ch. Brockmann, Zur berlieferung der aristotelischen

    Magna Moralia, in F. Berger et al. [hrsg. von], Symbolae Berolinenses fr Dieter Harlfinger,Amsterdam 1993, 43-80: 48 (Rinaldo indicato come copista), 53, 54, 57-58.

    36A. Jacob, Gallipoli bizantina, in A. De Bernart [a cura di], Paesi e figure del vecchioSalento, III, Galatina 1989, 281-312: 307.

    37Jacob, Gallipoli bizantina(cit. n. 36), 305 fig. 490; RGKIII/C, nr. 372.38 Si pensi a materiali come lAmbr. D 108 sup., Mazzotta,Monaci e libri greci(cit. n. 1),

    p. 83, tav. XXII, o il Crypt. ..XIV (sec. XII), recentemente attribuito a mano salentina

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    Come noto, fra il 1268 ed il 1269 Gallipoli fu messa alla provadallassedio delle truppe angioine39. Gi nel corso della seconda metdel secolo XIII, tuttavia, la cittadina diede segni di ripresa, come dimo-stra il Laur. Plut. 71.35, codice in carta non filigranata di mm 226 x16640. Non forse privo di interesse soffermarsi sulla fascicolazione delmanoscritto, in rapporto al testo e ai copisti che lo hanno vergato. Nelcodice si distinguono tre sezioni, quantitativamente equivalenti (circa60 fogli ciascuna), ognuna comprensiva del trattato aristotelico e delrelativo commento41. Nella prima (foll. 1-60), costituita da sette qua-ternioni (foll. 1-56) ed un binione (foll. 57-60), il copista Ciriaco Pra-siano di Gallipoli (a)42 copi lIsagogedi Porfirio (foll. 1r-12v) con ilcommento di Ammonio (foll. 13-58v) e al fol. 58v appose la propriasottoscrizione (a. 1290/1291)43; questa prima sezione fu completata dalcopistab, che sfrutt i foll. 59r-60v, rimasti bianchi, per trascrivere deibrani di commentari anonimi. La seconda sezione (foll. 61-117), costi-tuita da sette quaternioni (foll. 61-116) e da un foglio isolato (fol. 117),fu vergata dal copista c, il quale utilizz i primi due quaternioni(foll. 61-76) per copiare il trattato Sullinterpretazione, gli altri cinque

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    da S. Luc, Su origine e datazione (cit. n. 20), 192; Crisci, I palinsesti di Grottaferrata(cit. n. 12), 31, 126-130, tavv. 50-52.

    39 A. Acconcia Longo, Lassedio e la distruzione di Gallipoli (1268-69), ASI, 146(1988), 3-22; D. Arnesano D. Baldi, Il palinsesto Laur. Plut. 57.36. Una nota storica sul-lassedio di Gallipoli e nuove testimonianze dialettali italo-meridionali, RSBN, n. s., 41(2004), 113-139: 126-130.

    40A. Turyn, Dated Greek Manuscripts of the Thirteenth and Fourteenth Centuries in theLibraries of Italy, Urbana-Chicago-London 1972, 71-73; D. Harlfinger inAristoteles, 234-237; Organon, I, 7, 80 (sigla g); Inventaire, 34 nr. 509; CAGIV, 4,XVIII (sigla La). Tale rivi-viscenza culturale prosegu a lungo: il Laur. Plut. 86.15 fu vergato a Gallipoli nel 1347 daNicola Sillav, A. Jacob, Le nom du dernier copiste grec de Gallipoli. A propos du colophon duLaurentianus 86,15 (an. 1347), Bollettino Storico di Terra dOtranto, 2 (1992), 77-83.

    41 Il binione costituito dai foll. 58-60, il foglio isolato 117, il quinione costituito daifoll. 174-183 e lultimo binione (foll. 184-187) sono alterazioni dovute al testo: succedeanche che la struttura del fascicolo varii allinterno di uno stesso volume in funzione della

    sequenza testuale, M. Maniaci, Archeologia del manoscritto. Metodi, problemi, bibliografiarecente, Roma 2002 (I libri di Viella, 34), 80.42 Egli inoltre responsabile di interventi marginali nei foll. 61v, 62r, 63r, 63v, 65v,

    66v, 67v, 68r, 68v, 69v, 70r, 71v, 72v, 73v, 74v. A Ciriaco Prasiano sono stati attribuiti ilLaur. Plut. 58.25 (contenuto grammaticale e poetico) e il Par. gr. 2556 (contenuto omeri-co e schedografico) rispettivamente da A. Acconcia Longo, Un nuovo codice con poesie salen-tine (Laurent. 58,25) e lassedio di Gallipoli del 1268-69, RSBN, n. s., 20-21 (1983-1984), 123-170: 170 (post scriptum), tavv. I-IV, e da Cavallo, La cultura italo-greca(cit. n.1), 604. Speciminadel Par. gr. 2556 in G. Cavallo, Lo specchio omerico, MEFRM, 101(1989), 609-627, tav. 19, e in Jacob, Gallipoli bizantina(cit. n. 36), 304 fig. 489.

    43 Turyn, Dated Greek Manuscripts(cit. n. 40), 72, tav. 230a.

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    (foll. 77-116) ed un foglio aggiunto (fol. 117) per il commento diPsello. La terza sezione (foll. 118-187), costituita da sette quaternioni(foll. 118-173), un quinione (foll. 174-183) ed un binione (foll. 184-187)fu copiata da Ciriaco per le Categorie(foll. 118r-137r) e da b per ilcommento di Ammonio (foll. 137v-182r) ed altri commentari anoni-mi (foll. 182v-187v). Questa struttura potrebbe essere il risultato del-lassemblaggio di tre elementi codicologici originariamente indipen-denti44, oppure la testimonianza di un caso di copia distributiva odistribuzione simultanea45. Le opere di commento sono marcate daen-ttedecorati, come entit testuali a s stanti; tuttavia, esse non sonoconsiderate alla pari del testo aristotelico ed il trattamento grafico lodimostra: mentre i trattati sono caratterizzati dal nitore di una grafiaposata, ariosa e priva di abbreviazioni, i commenti presentano unascrittura pi corsiva, serrata, ricca di abbreviazioni46.

    Sia la scrittura di Ciriaco Prasiano47 che quella del copistab (tav. 2)e c(tav. 3) rientrano nella variegata famiglia della minuscola baroccaotrantina. Ciriaco, uno dei pi abili copisti salentini, esibisce una gra-fia inconfondibile, caratterizzata dal tracciato arrotondato e dallasinuosit dei tratti di molte lettere. Si notino alpha maiuscolo concorpo sottile e appuntito, gammaminuscolo inclinato a destra, thetastretto e attraversato da un lungo tratto orizzontale, la particolare formache assume talvoltacsi, costituita da un semicerchio aperto a sinistra sulquale sono disposti due bottoncini48, lingrandimento di omicron,sigmalunato ephi; omegapresenta varie forme, tra le quali una assai

    157ARISTOTELE IN TERRA DOTRANTO

    44 B. Munk Olsen, Llment codicologique, in Ph. Hoffmann [d. par], Recherchesde codicologie compare. La composition du codexau Moyen ge, en Orient et en Occident.Communications prsentes la table ronde tenue lcole normale suprieure les 5 et6 dcembre 1990, Paris 1998, 105-129; Maniaci, Archeologia del manoscritto (cit. n.41), 72-73.

    45 P. J. Gumbert, Quelques remarques autour de lapecia, Gazette du livre mdival,15 (1989), 8-11; Maniaci,Archeologia del manoscritto (cit. n. 41), 138-139. Di questo pro-cedimento non mancano esempi in ambito bizantino, P. Canart, Quelques exemples de divi-sion du travail chez les copistes byzantins, in Hoffmann [d. par], Recherches de codicologiecompare(cit. n. 44), 49-68.

    46 Introduzione metodologica a queste problematiche in M. Maniaci, La servapadrona. Interazioni fra testo e glossa sulla pagina del manoscritto, in V. Fera G. Ferra S. Rizzo [ed. by], Talking to the Text: Marginaliafrom Papyri to Print. Proceedings of aConference held at Erice 26 September-3 October 1998, as the 12th Course of InternationalSchool for the Study of Written Records, Messina 2002, I, 3-35.

    47 Turyn, Dated Greek Manuscripts(cit. n. 40), tav. 53.48 Essa compare ad es. nel Laur. Plut. 58.25, fol. 25r, r. 6.

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    caratteristica, segnalata da Augusta Acconcia Longo49; frequentissimesono le sovrapposizioni, le seminclusioni e le inclusioni. La scrittura deicollaboratori di Ciriaco senza dubbio pi generica e meno raffinata.La grafia del copista c(tav. 3) presenta un tracciato analogo a quellodella scrittura del gi menzionato Costantino Firate, ma se ne discostaper una maggiore presenza di forme barocche. Meno anonima la gra-fia del copistab, rigida nel testo, spontanea e corsiva nel commento(tav. 2): essa simile alla scrittura di Giorgio di Aradeo, responsabilenel 1295/1296 dellaSchedografiaPar. gr. 257250.

    Simile alla scrittura del copista b del Laur. Plut. 71.35 anchequella del Laur. Plut. 72.22 (tav. 4), manoscritto di mm 213 x 160, incarta filigranata databile intorno allanno 1300, in cui una sola manoanonima copi le Categoriee lIsagogedi Porfirio, ambedue con il com-mento di Ammonio51. Forse, per il testo di Ammonio, il Laur. Plut.72.22 dipende dallo stesso modello del Laur. Plut. 71.3552. Anche nelLaur. Plut. 72.22 linizio di unopera coincide con linizio di fascicolo:una prima redazione del commento di Ammonio alla Isagoge conte-nuta nel primo quaternione (foll. 1-8), lIsagogein un quaternione e unternione (foll. 13-26)53, una seconda redazione del commento di

    Ammonio allIsagoge in un quinione e cinque quaternioni (foll. 27-

    76)54

    , le Categoriecon il commento di Ammonio in otto quaternioni(foll. 77-139)55. Sulle ragioni di questa struttura, certamente noncasuale, si torner pi avanti.

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    49Acconcia Longo, Un nuovo codice con poesie salentine(cit. n. 42), 126-127. A confer-ma del fatto che nel Laur. Plut. 71.35 Ciriaco sia responsabile, oltre che dei foll. 1r-58v, anchedei foll. 118r-137r, si osservi la presenza di questa forma di omegaad es. al fol. 118r, r. 8.

    50 Descrizione di Philippe Hoffmann inManuscrits, 64-67 nr. 27, tavv. 67-68; si vedaanche la tav. pubblicata in RGKII/C, nr. 100.

    51 D. Harlfinger inAristoteles, 254-256; Fryde, Greek Manuscripts(cit. n. 15), I, 245,II, 798; Organon, I, 7; Inventaire, 36 nr. 531; CAGIV, 4, XVIII (sigla Lb). Specimina inG. Cavallo, La produzione libraria italo-greca, in G. Cavallo C. Leonardi E. Menest

    [a cura di], Lo spazio letterario del Medioevo, 1. Il Medioevo latino, I. La produzione del testo,I, Roma 1992, tav. 26, e in Mazzotta,Monaci e libri greci(cit. n. 1), tavv. XVI-XVII.52 CAGIV, 4, XVIII: [Laur. Plut. 71.35 e Laur. Plut. 72.22] ex uno eodemque deri-

    vatos esse exemplari [...] putandum est.53 Il binione costituito dai foll. 9-12 bianco. LIsagogetermina al fol. 25v; il fol. 26r-

    v stato utilizzato per vergare degli schemi.54 Il testo di Ammonio termina al fol. 73v; ai foll. 74r-76v sono state copiate

    (Harlfinger inAristoteles, 255).55 Lultimo quaternione privo di un foglio. Il testo di Ammonio termina al fol. 138v;

    il fol. 139r-v ed il fol. 140r-v, aggiunto, sono stati utilizzati per vergare brevi testi.

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    Contenuto identico a quello del Laur. Plut. 72.22 ha il Laur. Plut.71.11, manoscritto di mm 216 x 152 in carta non filigranata, vergatoda ununica mano (tav. 5)56. LIsagoge(foll. 12r-24r) ed il commento di

    Ammonio (foll. 24v-75v) sono contenuti in otto quaternioni; le Cate-gorieed il commento di Ammonio, disposti a pericopi alternate (foll.76r-141v), sono contenuti in otto quaternioni (foll. 76-139) e unbinione (foll. 140-143)57. La scrittura, pur rientrando nellambito dellaminuscola barocca, spicca per unimpronta originale, anche grazie allu-so frequente di boucles(ad. es. ingammaalto, iota, rho in legatura conlettera precedente) ed occhielli (ad es. in delta e ny maiuscoli), e sidistingue per lirregolarit della catena grafica e del tracciato, per unductus rapido e nervoso, per laspetto particolarmente aggrovigliato,luso frequente di vistose sovrapposizioni ed inclusioni, soprattuttonelle parti di commento.

    3. Alla mano di uno stesso copista, che indicheremo come Anonimo B,Andr Jacob ha attribuito il Laur. Plut. 72.14 ed il Par. gr. 2089 (foll. 1-38)58. Il manoscritto di Firenze contiene le Categoriecon il commentodi Ammonio, disposti a pericopi alternate59; conserva, inoltre, alcunischolia metricaa Pindaro60 ed epigrammi del poeta salentino Droso di

    Aradeo61

    . Grazie ad una nota del copista, il manoscritto databileallanno 1293 circa62. Il Par. gr. 2089 (foll. 1-38) contiene il testo deiProlegomenidi Davide Armeno allaIsagogedi Porfirio, mutilo alla fine63.

    159ARISTOTELE IN TERRA DOTRANTO

    56 Harlfinger inAristoteles, 228-230; Organon, I, 11; Inventaire, 33 nr. 497.57 I foll. 2r-11v, 142r-143v, vergati dalla stessa mano, contengono altri commentari ad

    Aristotele; il fol. 1 pi tardo.58Jacob, Culture grecque(cit. n. 1), 62, 73 nr. 31. Il laurenziano descritto da Harl-

    finger inAristoteles, 480-483; il parigino descritto da Hoffmann inManuscrits, 76-78nr. 32.

    59 CAGIV, 4, XIX(sigla Ld); Inventaire, 35 nr. 523.60W. I. W. Koster, De codice fragmentum scholiorum metricorum ad Pindarum conti-

    nente, Mnemosyne, 1 (1934), 181-188; J. Irigoin, Histoire du texte de Pindare, Paris 1952(tudes et commentaires, 13), 437 nr. 105; Id., Les scholies metriques de Pindare, Paris 1958(Bibliothque de lcole des Hautes tudes, 310), 132 r. 8-135 r. 12; A. Tessier, Scholia metri-ca vetera in Pindari carmina, Leipzig 1989, XXIII (sigla La).

    61 Questi epigrammi sono presenti anche nella nota antologia Vat. gr. 1276, A. Accon-cia Longo A. Jacob, Une anthologie salentine du XIVesicle: le Vaticanus gr. 1276, RSBN,n. s., 17-19 (1980-1982), 149-228: 161-162, 165-168.

    62Jacob, Culture grecque(cit. n. 1), 73 nr. 28.63 Inventaire, 111 nr. 1501; CAGXVIII, 2, XI-XII (sigla B).

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    databile allanno 1297 circa, ancora grazie ad una nota dellAnoni-mo B64. I manoscritti, modesti nellallestimento ma non trascurati,presentano una sobria decorazione e sono ambedue palinsesti65. Latti-vit dellAnonimo B localizzabile tra Aradeo e Galatina66. La scrittu-ra (tav. 6)67 si distingue per il tracciato arrotondato e sinuoso, il mode-rato prolungamento delle aste e la ricorrente presenza di boules alleestremit dei tratti (lambda, tau,ypsilon, chi,psi, compendio di ):leffetto complessivo accentuato dagli occhielli pieni in beta, my,phia chiave di violino speculare, omegaaperto.

    opportuno soffermarsi sui testimoni salentini dei Prolegomenialla Isagogedi Davide Armeno68. I foll. 39-63 del Par. gr. 2089, copia-ti nel 1223 da Pergio di Galatina, contengono il testo corrispondente aCAG, XVIII, 2, 183 (r. 22)-219 (r. 25). I foll. 1-38, vergati nel 1297dallAnonimo B, contengono il testo corrispondente aCAG, XVIII, 2,80 (r. 5)-195 (r. 2)69. Ambedue i testimoni erano per originariamen-te integri: poich unampia porzione di testo in comune (CAG,

    XVIII, 2, 183 [r. 22]-195 [r. 2]), i foll. 1-38 sono non un restauro adhoc dei foll. 39-63, ma oggetto di un accorpamento successivo70. Ilcopista del gi citato Laur. Plut. 71.11 trascrisse nei foll. 142v-143vunepitome dei Prolegomeni alla filosofia71 presente anche nel mano-

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    64Jacob, Culture grecque(cit. n. 1), 62, 73 nr. 31.65 Harlfinger inAristoteles, 482 e http://palin.iccu.sbn.it (Laur. 72.14); Hoffmann in

    Manuscrits, 76 (Par. gr. 2089).66Acconcia Longo Jacob, Une anthologie salentine(cit. n. 61), 162; Jacob, La tradi-

    zione scrittoria(cit. n. 14), 44.67 Speciminadel Par. gr. 2089 in Hoffmann inManuscrits, 77, tavv. 79-80.68 Su Davide Armeno e gli altri autori di unIntroduzione alla filosofiasi veda C. Wild-

    berg, Three Neoplatonic Introductions to Philosophy: Ammonius, David and Elias, Herma-thena, 149 (1990), 33-51.

    69 Lo smembramento potrebbe spiegarsi sia per incidente materiale sia per le modali-t di copia e fruizione del testo, non sempre riprodotto integralmente, ma utilizzato tal-volta per realizzare brevi estratti, epitomi, veri e propri rimaneggiamenti (si pensi, ad uno

    stadio pi antico della tradizione, alle lezioni sullIsagogedello Ps.-Elia o Ps.-Davide, L. G.Westerink, Pseudo-Elias (Pseudo-David) Lectures on Porphyrys Isagoge, Amsterdam 1967,VII-XVI). Altri manoscritti salentini ci sono giunti smembrati in due o pi parti: il casodelle Omeliedi Gregorio di Nazianzo con il commento di Niceta di Eraclea contenute nelVat. gr. 1273, foll. 2-63 + Vat. gr. 1912, foll. 10a-30, 31a (P. Canart, Codices Vaticani Grae-ci. Codices 1745-1962, I. Codicum enarrationes, Citt del Vaticano 1970, 654-656, nr. IV);a queste due sezioni va ora aggiunto il Vallic. C 34 III, foll. 1-8 (come salentino gi segna-lato da S. Luc, Su due sinassari della famiglia C*: il Crypt. ..XIV (ff. 291-292) e ilRoman. Vallic. C 34III(ff. 9-16), ASCL, 66 [1999], 51-85: 63-65).

    70 Cfr. Hoffmann inManuscrits, 20.71 CAGXVIII, 2, XVII, (sigla La), 1 (r. 14)-6 (r. 2); Harlfinger inAristoteles, 230.

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    scritto di Pergio72, nei foll. 2v-7r linizio dei Prolegomeni allaIsagoge73.Per copiare questultimo testo egli non utilizz come modello la partedel Par. gr. 2089 vergata dallAnonimo B, poich mentre in questomanoscritto lopera attribuita a Niceta Davide Paflagone74, nel Laur.Plut. 71.11 attribuita ad Elia75. Durante il secolo XIII, in Terra dO-tranto circolava dunque, oltre al Par. gr. 2089 dellAnonimo B, almenoun secondo manoscritto contenente linizio dei Prolegomeni alla Isago-

    ge, nel quale lopera era attribuita ad Elia. Se questultimo manoscrittopossa essere identificato con il Par. gr. 2089 di Pergio, quando esso eraancora integro e provvisto della parte iniziale, domanda alla qualesolo unaccurata collazione potr dare risposta.

    Lattuale Par. gr. 2089 conserva il testo completo dei Prolegomenialla Isagoge, ma privo della prima parte dellopera di Davide Armeno,i Prolegomeni alla filosofia. Questopera contenuta nel Vat. gr. 2253,codice membranaceo di mm 198 x 15076. In Terra dOtranto i Prole-

    gomeni alla filosofia sembrano dunque aver avuto una trasmissionedistinta dai Prolegomeni alla Isagoge77. La scrittura del codice vaticano(tav. 7), una minuscola barocca vergata da una sola mano, presenta forti

    161ARISTOTELE IN TERRA DOTRANTO

    72

    CAGXVIII, 2, 1 (r. 14)-9 (r. 12); Hoffmann inManuscrits, 20.73 CAGXVIII, 2, 80-91 (r. 20).74 Hoffmann inManuscrits, 77.75 Harlfinger inAristoteles, 229.76 Il testo acefalo (per la caduta di un quaternione, come dimostra il calcolo basato

    sul rapporto tra la quantit di testo contenuta in un foglio del manoscritto vaticano e quel-la contenuta in una pagina delledizione dei CAG) ed stato interrotto consapevolmentedal copista in corrispondenza della fine del penultimo capitolo. Descrizione del mano-scritto in S. Lilla, Codices Vaticani graeci. Codices 2162-2254, Citt del Vaticano 1985, 424-430; CAGXVIII, 2, XII-XIII (sigla C); si aggiunga che uno dei bifogli di guardia (foll. III-IV), proveniente da un manoscritto latino di contenuto grammaticale del secolo XV, palin-sesto, contiene nello strato inferiore un testo in minuscola beneventana, D. Arnesano, Unframmento in beneventana in un altro codice salentino , http://edu.let.unicas.it/bmb/news/vaticana.html.

    77

    A causa della scarsezza di informazioni sulla tradizione manoscritta dellopera diDavide Armeno anteriormente al secolo XIII (cfr. le notizie sui testimoni in CAGXVIII,2, IX-XIX) e della mancanza di unedizione critica, non facile stabilire se i tre manoscrittisalentini (cio le due parti del Par. gr. 2089 ed il Vat. gr. 2253) dipendono da un modellocontenente lintera opera del commentatore o se questa giunse in Terra dOtranto gi sepa-rata in due parti, la prima contenente i Prolegomeni alla filosofia, la seconda i Prolegomenialla Isagoge. Nei tre testimoni fondamentali, non salentini, lopera contenuta interamen-te (Marc. gr. 599, CAGXVIII, 2, XV, sigla K, sec. XIV; Vat. gr. 1023, ibid., XIX, sigla T,sec. XIII; Vat. gr. 1470, ibid., sigla V, sec. XIII). Lesistenza di manoscritti non salentinicontenenti il solo commento allaIsagoge(ibid.,XIV-XV, sigla H; XVI, sigla L; XVII, sigla Ma;

    XVIII, sigla R), lascia cautamente ipotizzare che la divisione in due parti dellopera sia avve-nuta non in Terra dOtranto ma ad uno stadio pi antico della tradizione.

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    minuscola barocca, caratterizzate da unincipiente artificiosit e da rigi-dit nel ductus; essa si distingue per il contrasto modulare moderato, lascarsezza di legature, landamento curvilineo ed il generale schiaccia-mento. Si notino la forma di alphaminuscolo, betamaiuscolo di pic-colo modulo, thetaaperto anche quando non in legatura con la lette-ra precedente, la forma di csi, le legature alpha-phi,pi-iota, sigma-phi,tau-iotae doppio lambdacon il tratto finale del secondo lambdapro-lungato ad abbracciare la lettera successiva.

    5. Lo studio di Aristotele in Terra dOtranto testimoniato nel modopi consistente da un corpusdi manoscritti, del quale merito di Bri-gitte Mondrain aver individuato i primi cinque. La studiosa ha notatolintervento di una stessa mano allinterno del Par. gr. 2057, del Par. gr.2019, del Par. Suppl. gr. 599, del Par. gr. 2062 e del Vallic. B 93, deiquali ha inoltre notato lomogeneit codicologica82. Propongo di chia-mare questa mano Anonimo D. La sua grafia (tav. 9, rr. 1-9)83 unaminuscola derudito rapida, minuta, priva di forme barocche, ad assesolitamente inclinato (a volte a sinistra, altre volte a destra) e dal trac-ciato angoloso; le lettere, i cui nuclei sono ridotti a piccole concentra-zioni dinchiostro (alphamaiuscolo con il corpo di forma tondeggian-

    te, alphaminuscolo, deltaminuscolo, omicron), sono spesso realizzatecon rapidi tocchi di penna e risultano costituite da tratti tozzi e dritti(ny, csi,pi, tau), talvolta con un tratteggio eccessivamente semplificato,a scapito della leggibilit (tav. 9, r. 7, beta); limpression densemblenon quella di unordinata concatenazione di lettere, ma di unirregolaresuccessione di tratti lungo il rigo di base, talvolta appesantita dallim-piego di uno strumento scrittorio dalla punta spessa. Si notino alphamaiuscolo en fer de lance, kappaformato da due piccoli semicerchiseparati ephicon il tratto verticale spesso spostato verso destra rispet-to al nucleo; le legature sono rare, poco vistose ed accentuano lango-losit delle lettere: alpha-iota, epsilon-iota, tau-iota.

    Il Par. gr. 2057 un codice di mm 230 x 150 in carta filigranata,dovuto principalmente allAnonimo D (tav. 9, rr. 1-9)84, il quale tra-

    163ARISTOTELE IN TERRA DOTRANTO

    82 B. Mondrain, La constitution de corpus dAristote et de ses commentateurs aux XIIIe-XIVe sicles, CodMan, 29 (2000), 11-33: 26-28.

    83 Un altro specimen in Mondrain, La constitution de corpus dAristote(cit. n. 82), 33tav. 4 fig. 5.

    84 Foll. 1r-14r (r. 10), 14v-15r (r. 2), 15v-18r (r. 9), 18v-29r (r. 18), 29v (r. 22)-30r,30v (r. 19)-38r (r. 5), 39r, 40r (rr. 1-3), 40v-41r (r. 9), 41v, 42r (r. 27)-46r (r. 9), 46v-47r

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    scrisse il commento di Giovanni Filopono allaFisica85, con laiuto diun secondo copista86. La scrittura di questultimo (tav. 9, rr. 9-ultimo) una minuscola informale leggermente schiacciata, a tratti corsiva, atratti posata, nel complesso poco calligrafica; il ductus impacciato, iltratteggio irregolare. Si notino gamma alto con raddoppiamento deltratto verticale, tau alto con unabouclealla base del tratto verticale, ilcompendio di legato con laccento; non mancano elementi baroc-chi, come alphamaiuscolo (il cui corpo assume spesso la forma di unagoccia), betamaiuscolo, la sovrapposizione e alcune legature realiz-zate in modo pi vistoso (ad es. epsilon-ny).

    Il Vallic. B 93 un codice di mm 154 x 115 in carta filigranata87,contenente il commento di Temistio al trattato Sullanimadi Aristote-le (foll. 1r-65r), uno scritto di Galeno sullanima e sul corpo (foll. 65v-79v, 88v-89v)88 e il trattato Sullanima di Aristotele (foll. 80r-87v,

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    (r. 8-), 47r (r. 35)-47v (r. 7), 47v (r. 21)-52r (r. 19), 52v-58r (r. 17), 58v-64r, 65r, 66r-67r(r. 2), 67r (r. 24)-75r, 75v (r.20)-77r (r. 17), 77v-98v, 101r (rr. 1-25), 102r, 103r, 103v(r. 29)-103r (r. 26), 103v (rr. 1-15), 103v (r. 33)-104r (r. 12), 104v (rr. 1-10), 105r-105v(r. 2), 105v (r. 15)-106r (r. 4), 106r (r. 15)-106v (r. 15), 107r-111r (r. 9), 111v-112r, 113r(rr. 1-11), 113v-115r (r. 1), 115r (r. 13)-130r (r. 8), 130r (r. 15)-140r (r. 9), 140v-141v(r. 2), 141v (r. 17)-141v bis, 142v-144r, 144v (rr. 14-ultimo), 145r (r. 23)-148v (r. 13),

    149r-150r (r. 6), 150v-216r, 216v (r. 15)-217v, 218r (r. 11)-233v.85 H. Omont, Inventaire sommaire des manucrits grecs de la Bibliothque Nationale,Paris 1886-1888 (rist. Hildesheim-Zrich-New York 2000), II, 185 (il catalogo diOmont ora consultabile in rete, http://www.bnf.fr/pages/zNavigat/frame/catalogues_num.htm); Inventaire, 110 nr. 1487; Mondrain, La constitution de corpus(cit. n. 82),26-27. La filigrana del tipo Lettres assembles (cfr. ad es. bifoglio 34/35), simile aBriquet 9510.

    86 Foll. 14r (rr. 10-ultimo), 14v (rr. 3-ultimo), 18r (rr. 10-ultimo), 29r (r. 19)-29v (r.22), 30v (rr. 1-19), 38r (r. 5)-38v, 39v, 40r (rr. 4-ultimo), 41r (rr. 9-ultimo), 42r (rr. 1-26),46r (rr. 9-ultimo), 47r (rr. 8-34), 47v (rr. 7-20), 52r (rr. 19-ultimo), 58r (rr. 17-ultimo),64v, 65v, 67r (r. 3-24), 75v (rr. 1-19), 77r (rr. 17-ultimo), 99r-100v, 101r (r. 26)-101v,102v, 103v (rr. 1-28), 103r (rr. 26-ultimo), 103v (rr. 15-32), 104r (rr. 12-ultimo), 104v(rr. 10-ultimo), 105v (rr. 2-14), 106r (rr. 4-15), 106v (rr. 15-ultimo), 111r (rr. 10-ultimo),112v, 113r (rr. 12-ultimo), 115r (rr. 2-13), 130r (rr. 8-15), 140r (rr. 9-ultimo), 141v (rr.2-17), 142r, 144v (rr. 1-13), 145r (rr. 1-23), 148v (rr. 14-ultimo), 150r (rr. 6-ultimo),

    216v (rr. 1-14), 218r (rr. 1-10). I foll. 234-235r sono bianchi.87 E. Martini, Catalogo di manoscritti greci esistenti nelle biblioteche italiane, II, Milano1902 (rist. Roma 1967 [Indici e Cataloghi, 19]), 36. Le filigrane riconoscibili sono del tipoLettres assembles, come Briquet 9515 (cfr. foll. 30, 36, 40, 44) e 9513 (cfr. fol. 78). I fasci-coli non sono numerati.

    88 Per il commento di Temistio si vedaCAGV, 3, testo alle pagine 1-126. Il trattatodi Galeno intitolato O , I.Mueller, Claudii Galeni scripta minora, II, Lipsiae 1891, XXXIII, XCII (sigla W, testo allepagine 32-79). La fascicolazione la seguente: foll. 1-2, bifoglio; foll. 3-5, binione (fol. 3senza riscontro); foll. 6-53, quaternioni; i foll. 54/55/56-67/68/69 costituiscono un ter-nione, al centro del quale inserito un quaternione costituito dai foll. 57/58/59/60-

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    90r-115v)89. Il manoscritto fu vergato da tre copisti. Il primo, respon-sabile dei foll. 1r-8v (r. 11), esibisce una grafia che testimonia il passag-gio dalla minuscola barocca ad uno stile pi sobrio; essa presenta assediritto, tracciato arrotondato e moderato contrasto modulare; la regola-re successione delle lettere alterata dalle poche legature e dalle fre-quenti abbreviazioni. Si notino alphamaiuscolo con il corpo ridotto adun cerchietto, deltaminuscolo con il nucleo estremamente ridotto,phia chiave di violino speculare con il nucleo schiacciato ed un ampioocchiello,psia forma di croce, - in un tempo solo. I foll. 8v (r. 12)-56v, 65v-79v, 88v-89v (cio la maggior parte del commento di Temistioe lintero trattatello di Galeno) furono vergati da un copista che pro-pongo di chiamare Anonimo E; questi esibisce una grafia estrema-mente simile a quella dellAnonimo D, una minuscola derudito corsivae informale, caratterizzata per da scioltezza e nitore, tracciato menoangoloso, andamento regolare e da una pi accurata realizzazione dellesingole lettere (tav. 10a). Si notino gammamaiuscolo con tratto oriz-zontale vistosamente piegato verso lalto, epsilon maiuscolo con il trattomediano prolungato a toccare la lettera successiva (kappa, ny),piminu-scolo, chicon il tratto discendente da destra a sinistra ben pi lungo del-laltro, la legaturadelta-iotacon deltaminuscolo e iotadritto e prolun-gato sotto rigo, oppure formata dadeltamaiuscolo con langolo inferio-re destro troncato da iota, le legature di rho con la lettera successiva(iota), omegalegato con laccento circonflesso, il vistoso compendio di. I foll. 57r-65r, 80r-87v, 90r-115v (cio la parte finale del com-mento di Temistio e lintero trattato di Aritotele) vanno attribuiti allA-nonimo D (tav. 10b), insieme ad alcune annotazioni marginali90.

    165ARISTOTELE IN TERRA DOTRANTO

    61/62/63/64 ed il bifoglio 65/66; foll. 70-79, quinione; foll. 88-89 bifoglio. La correttasuccessione dei fogli rispetto al testo : 65v-69v, 89r-v, 70r-79v, 88v. Il fol. 88r bianco.

    89A. Jannone E. Barbotin,Aristote. De lme, Paris 1966, XXVIII, XLVII (sigla Rv). Lafascicolazione la seguente: foll. 80-87, quaternione; foll. 90-97 quaternione; foll. 98-105,

    quinione (foll. 100, 102, senza riscontro); foll. 106-112, quaternione (fol. 109 senzariscontro); foll. 113-115, binione (fol. 115 senza riscontro).90 Secondo lautorevole parere di Brigitte Mondrain, La constitution de corpus(cit.

    n. 82), 28, il copista indicato nel presente lavoro come Anonimo D avrebbe copiato ilsolo trattato galenico. Come gi stato osservato, la scrittura dellAnonimo E non si dif-ferenzia molto da quella dellAnonimo D; a mio avviso, il trattatello di Galeno operadellAnonimo E (il quale del resto collabor con lAnonimo D in altri manoscritti delcorpus: cfr. infra); le caratteristiche paleografiche osservate per lAnonimo D corrispon-dono invece senza alcun dubbio alla scrittura della parte finale del commento di Temi-stio (foll. 57r-65r) e, ancor pi chiaramente, a quella del trattato di Aristotele (foll. 80r-87v, 90v-115v).

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    Nel Par. Suppl. gr. 599, codice di mm 225 x 145 in carta filigra-nata, un copista anonimo verg il trattato Sullinterpretazione91. LAno-nimo D si limit ad alcuni interventi. Il copista principale ha appostouna nota al fol. 7r nella quale afferma di avere scritto gli scolii al trat-tato aristotelico direttamente dalla voce ( ) del suo maestro,il gi citato Droso di Aradeo92. Un lettore, ilpapasStefano93, ha inve-ce annotato al fol. 104v (rr. 30-33) il ricordo del proprio matrimonio,avvenuto nel 130794. La scrittura dellanonimo copista95 una minu-scola barocca caratterizzata da tracciato arrotondato, ductus posato emoderato contrasto modulare. Si notino alphamaiuscolo con il corporidotto ad un tratto spesso, betaa cuore,gammae tau alti con il trat-to orizzontale vistosamente piegato verso lalto, doppio lambdacon ledue lettere intersecate,pimaiuscolo e tau con bouleappesa allinizio deltratto orizzontale, le legature alpha-kappa minuscoli con raddoppia-mento del tratto verticale, epsilon-pi, rho-iotae tau-iota.

    Il Par. gr. 2062, codice di mm 230 x 145 in carta filigranata, stato vergato per la maggior parte dallAnonimo E, con il quale hannocollaborato lAnonimo D e alcune mani secondarie96. Il manoscrittocontiene un commento anonimo al primo libro degli Analitici primi

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    91 M. Cacouros Ph. Hoffmann in P. Ghin et al., Les manuscrits grecs dats des XIIIeet XIVesicles conservs dans les bibliothques publiques de France, II. Premire moiti du XIVesicle, Turnhout 2005, 27-30 nr. 7, tavv. 17-19 (foll. 17r, 63v, 104v); Inventaire, 119 nr.1604; sulla filigrana, del tipo Lettres assembles, cfr. Acconcia Longo Jacob, Une antho-logie salentine(cit. n. 61), 167 n. 65. Copista principale: foll. 1r-v, 3r-5r (r. 32), 7r-28v,29r-102v, 104v (rr. 1-18); Anonimo D: foll. 2r, 5r (r. 33)-6v, 103r-104r, oltre a numerosiinterventi marginali.

    92 Harlfinger in Aristoteles, 483; Acconcia Longo Jacob, Une anthologie salentine(cit. n. 61), 266-267.

    93 Considerato copista del manoscritto in RGKII/A, nr. 501.94 Stefano di Aradeo noto anche per essere stato possessore del Par. gr. 549, un

    manoscritto contenente le orazioni di Gregorio di Nazianzo e linventario di una bibliote-ca scolastica localizzabile ad Aradeo o nei dintorni, Jacob, Une bibliothque mdivale(cit.

    n. 18), 288-289, 291, 295-296.95 Specimen in RGKII/C, nr. 501.96 Omont, Inventaire sommaire (cit. n. 85), II, 186. Le filigrane rientrano nel tipo

    Lettres assembles, come Briquet 9515 e 9516. Anonimo E: foll. 1r-58r (r. 6), 63r-81r,83r-104v, 127r-132r, 133r-134v, 143r-201v, 212r-224v; Anonimo D: foll. 58r (r. 7)-62v,106r-123v, 135r-141v, 142v, 202r-211v e annotazioni marginali; le mani secondarie sonointervenute fra XIV e XV secolo: a, foll. 124r-125r (r. 19); b, foll. 125r (r. 20)-125v (r. 16);c, fol. 125v (rr. 17-30); d, fol. 126r (rr. 1-8); e, fol. 126r (rr. 9-14); f, fol. 126r (rr. 15-32[fine pagina]); varie mani hanno vergato il fol. 126v; i foll. 81v-82v, 105r-v e 132v sonobianchi; al fol. 142r si legge una nota di possesso di Antonello Drimi di Lecce, Jacob, Unebibliothque mdivale(cit. n. 18), 307-308 n. 117.

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    (foll. 1r-58r r. 6) e il commento di Giovanni Filopono al secondo librodegliAnalitici primi(foll. 58r [r. 7]-81r) in undici fascicoli (foll. 1-82)97,il commento di Temistio agli Analitici secondi(foll. 83r-104v) in trequaternioni (foll. 83-105)98, laSynopsisdellOrganon attribuita a Gre-gorio di Nazianzo99 in tre fascicoli (foll. 106-123)100, frammenti varisullIsagogedi Porfirio e sullOrganon in due fascicoli (foll. 124-134)101,laSynopsis arithmeticae di Psello in un quaternione (foll. 135-142) evari commentari anonimi agliAnalitici primi102 in nove fascicoli (foll.143-224)103; tra questi ultimi si distinguono uno (fol. 183r) in un quaternione (foll. 183-190) eduno (fol. 191r) in un altro qua-ternione (foll. 191-198). Al fol. 126v una delle mani secondarie ha ver-gato quattro epigrammi di Droso di Aradeo; essa senza dubbio quel-la di un suo scolaro, poich intitola i componimenti 104.

    Il Par. gr. 2019 un codice costituito da due parti distinte105. Laseconda (foll. 177-236) misura mm 235 x 150106, in carta filigrana-ta107 e contiene gli Elenchi sofisticiin quattro fascicoli (foll. 177-205)108

    167ARISTOTELE IN TERRA DOTRANTO

    97

    Sette quaternioni, un ternione, due quaternioni e un binione. I foll. 81v-82v sonobianchi.98 Nel terzo quaternione uno dei fogli (non agevole stabilire quale) senza riscon-

    tro. Il fol. 105r-v bianco.99J. Mossay, Repertorium Nazianzenum. Orationes. Textus Graecus, I. Codices Galliae,

    Paderborn-Mnchen-Wien-Zrich 1981 (Studien zur Geschichte und Kultur des Altertums.Neue Folge. 2. Reihe: Forschungen zu Gregor von Nazianz, 1), 96.

    100 Un ternione, un quaternione ed un ternione (nel quale i foll. 120 e 121 sono senzariscontro).

    101 Un binione ed un quaternione (nel quale il fol. 128 senza riscontro).102 Cfr. Organon, I, 26.103 Sette quaternioni, un quinione ed un fascicolo finale di sedici fogli.104Jacob, Une bibliothque mdivale(cit. n. 18), 307 n. 117.105 Omont, Inventaire sommaire(cit. n. 85), 180. Della prima parte, non salentina, si

    dir pi avanti.106 Inventaire, 108 nr. 1450; CAGII, 3, XXI (sigla La).107 Le filigrane sono del tipo Lettre F (cfr. ad es. bifoglio 186/187), come Briquet

    8145, Lettres assembles (cfr. ad es. bifoglio 209/210), simile a Briquet 9510, Lettresassembles (cfr. ad es. bifoglio 215/220), come Briquet 9393.

    108 Foll. 177-182, ternione; foll. 183-190, quaternione; foll. 191-201, senione (inrealt sono 12 fogli: la numerazione del fol. 197 ripetuta); foll. 202-205, binione. I foll.204r, 205v sono bianchi. Il fol. 205r dovuto ad una mano umanistica, che ha ancheapposto alcune note marginali: Ebbesen, Commentators and commentaries(cit. n. 16), III,287 (sigla m3).

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    con il relativo commento di Michele di Efeso in tre quaternioni (foll.206-228)109. Essa stata accuratamente studiata da Sten Ebbesen110.Il copista principale identificabile con lAnonimo E, che ha copia-to il testo aristotelico con scolii nei foll. 177r-203v111 ed il com-mento di Michele di Efeso nei foll. 206r-227v (r. 29)112. LAnonimoD113 ha vergato unaNotula de fallaciisnel fol. 204v e materiale ese-getico di diversa provenienza nei foll. 227v (r. 30)-236r114. Lo stu-dio di Ebbesen, che dal punto di vista critico-testuale ha definito ilPar. gr. 2019 an extremely disorderly manuscript, ha consentito discoprire nel codice parigino la confluenza di materiale esegetico ete-rogeneo, frutto di unintensa attivit di ricerca critica sulle fonti daparte di chi ha allestito questo complesso testimone del commentoagli Elenchi sofistici115.

    A questi cinque manoscritti individuati dalla Mondrain possibi-le aggiungere altre quattro testimonianze. La prima costituita dal ms.Modena, Biblioteca Estense, gr. 86, riconosciuto come salentino daGiuseppe De Gregorio116. La mano che ha vergato il codice senzadubbio quella dellAnonimo E (tav. 10c), mentre allAnonimo D sono

    DANIELEARNESANO168

    109 Il fol. 222 senza riscontro.110 Ebbesen, Commentators and commentaries(cit. n. 16), II, XXXI (sigla 2019).111 Ebbesen, Commentators and commentaries(cit. n. 16), III, 287, (sigla m1): gli sco-

    lii provengono da tre distinte tradizioni; i foll. 177r-203v sono indicati dallo studioso conla sigla 2019a(ibid., III, 14).

    112 Ebbesen, Commentators and commentaries(cit. n. 16), III, 287 (sigla m4); Michele diEfeso correttamente indicato come pseudo-Alessandro di Afrodisia-2; i foll. 206r-227vsono indicati dallo studioso con la sigla 2019b I (ibid., I, 292; III, 14). Sono dellavviso chem1 ed m4 siano la stessa mano, appunto quella dellAnonimo E.

    113 Mondrain, La constitution de corpus(cit. n. 82), 33, tav. 4 fig. 5.114 Ebbesen, Commentators and commentaries(cit. n. 16), III, 287 (sigla m2). I foll.

    227v-231r e i foll. 231r-236r sono indicati dallo studioso rispettivamente con le sigle2019b II (ibid., I, 292-293; III, 15) e 2019b III (ibid., I, 292; III, 14). I foll. 229-236 costi-

    tuiscono un quaternione cartaceo (mm 228 x 150; la qualit del supporto diversa dalresto del manoscritto, ma la filigrana non chiaramente individuabile), aggiunto dal copi-sta per ultimare il suo lavoro.

    115 Ebbesen, Commentators and commentaries (cit. n. 16), I, 327 (cfr. anche ibid.,292); cfr. lo stemmaibid., III, 17.

    116 V. Puntoni, Indice dei codici greci della Biblioteca Estense di Modena, SIFC, 4(1896), 379-536: 443 (rist. in Ch. Samberger, Catalogi codicum graecorum qui in mino-ribus bibliothecis italicis adservantur, I, Lipsiae 1965, 295-452: 359); G. De Gregorio inG. De Gregorio P. Eleuteri, Per un catalogo sommario dei manoscritti greci dei Commen-taria in Aristotelem Graeca et Byzantina: specimen (Leiden, Modena), in Symbolae Beroli-nenses(cit. n. 35), 117-167: 141.

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    attribuibili alcune annotazioni marginali117. Come il Par. gr. 2019, ilmanoscritto di Modena contiene il commento di Michele di Efeso agliElenchi sofistici118: cartaceo119, misura mm 233 x 151 e presenta lastessamise en pagedel parigino. I due codici, tuttavia, non sono copieidentiche. Il manoscritto di Parigi, infatti, presenta un salto dal fasci-colo al fascicolo , senza unapparente perdita di testo, mentre ilcodice di Modena presenta una numerazione dei fascicoli consecutiva,da a. Inoltre, il Par. gr. 2019 appartiene alla famiglia e contieneuna redazione testuale da Ebbesen definita Pseudo-Alessandro di

    Afrodisia-2120, mentre il Mutin. gr. 86 come si deduce gi leggendolincipit121 appartiene ad una redazione testuale diversa, precisamen-te quella che Ebbesen definisce Pseudo-Alessandro di Afrodisia-1122.Dunque gli otto fascicoli che costituiscono lodierno Mutin. gr. 86 sitrovavano in origine fra il quarto ed il quinto fascicolo del Par. gr. 2019.Nel codice originario vi era sostanzialmente lo stesso testo ma secondodue differenti redazioni:

    - Par. gr. 2019,foll. 177-205 Elenchi sofistici

    - Mutin. gr. 86 Alessandro di Afrodisia Ps.-Al. 1

    (CAG, II, 3, 1-195)- Par. gr. 2019,

    foll. 206-228 Michele di Efeso Ps.-Al. 2(Ebbesen, II, 153-182)

    Del resto, nella stessa tradizione medievale le due redazioni eranodistinte, tanto che lo stesso copista, quando il codice originario non eraancora stato smembrato, allinizio del testo di Pseudo-Alessandro di

    169ARISTOTELE IN TERRA DOTRANTO

    117

    Ad es. fol. 3v (angolo inferiore interno), 4r (margine esterno), 4v (margine infe-riore), 5r (margine esterno).118 Esso non compare in CAGII, 3 n in Ebbesen; cfr. Inventaire, 76 nr. 1040. Il testo

    corrisponde aCAGII, 3, 1 r. 1-195 r. 19.119 Non ho esaminato la carta del manoscritto di Modena.120 Ebbesen, Commentators and Commentaries(cit. n. 16), I, 268.121 Mutin. gr. 86, fol. 1r: O ....

    Par. gr. 2019, fol. 206r: E , ... (CAGII, 3, XXI, 1: leditore stampa lincipitdel codice modenese, non di quello parigino).

    122 Ebbesen, Commentators and Commentaries(cit. n. 16), I, 268, III, 15, 17.

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    Laur. Plut. 72.14, vergato dallAnonimo B e riconducibile al centro cul-turale di Aradeo131. La scrittura del Vat. gr. 1019 (tav. 11) una minu-scola barocca caratterizzata da contrasto fra la generale rotondit del trac-ciato e langolosit che talvolta connota lettere e legature; le forme pivistose, anche quando tracciate corsivamente, sono irrigidite da unese-cuzione lenta (epsilon-kappa, legatura di tau con lettera successiva), avolte stentata (epsilon-pi), e da un disegno artificioso132; ne risulta unim-

    pression densembledi fastidiosa irregolarit, accentuata dal polimorfismodi alcune lettere (alphamaiuscolo, betamaiuscolo, deltaminuscolo, tau,

    ypsilon) e dallarbitrario schiacciamento di altre (sigmaminuscolo,phi).Il terzo manoscritto da attribuire al corpus lAmbr. D 48 sup.,

    codice di mm 235 x 154 in carta filigranata, vergato dallAnonimo E econtenente il trattato Sullinterpretazionecon il commento di Ammo-nio (tav. 12)133. Il testo, accompagnato dal relativo commento, sud-diviso in cinque sezioni, o , come si legge nellainscriptio134:

    1) foll. 1r-29v Int. 16a.1-17a.37

    2) foll. 30r-61v Int. 17a.38-19b.18 (fol. 30r)

    3) foll. 62r-80v Int. 19b.19-21a.33 (fol. 62r)

    4) foll. 81r-96v Int. 21a.34-23a.26 (fol. 81r)

    5) foll. 97r-103v Int. 23a.27-24b.6 (fol. 97r)

    La prima sezione costituita da un ternione e tre quaternioni135,la seconda da quattro quaternioni, la terza da un quaternione e un

    171ARISTOTELE IN TERRA DOTRANTO

    131Jacob, Sergio Stiso (cit. n. 125), 156. Si rilevi unaltra significativa analogia con ilLaur. Plut. 72.14, cio la presenza nel codice vaticano degli scholia metricaa Pindaro (cita-ti da Jacob, ibid., 155 e n. 12). Queste coincidenze non possono essere casuali e i duemanoscritti derivano probabilmente dalla stessa fonte; cfr. Acconcia Longo Jacob, Uneanthologie salentine(cit. n. 61), 161 n. 52: Une comparaison minutieuse serait ncessairepour dterminer les liens de parent qui les unissent; il semble bien en tout cas quil failleexclure un rapport de filiation directe.

    132 questo un fenomeno tipico delle manifestazioni pi tarde della minuscola baroc-ca, che si potrebbe definire di pseudo-corsivit.

    133 D. Martini D. Bassi, Catalogus codicum graecorum Bibliothecae Ambrosianae,Milano 1906 (rist. Hildesheim-New York 1978), I, 261-262; Inventaire, 65 nr. 923; Petta,Codici greci della Puglia(cit. n. 2), 96 nr. 15. Le filigrane sono del tipo Lettres assembles,una delle quali simile a Briquet 9516.

    134 Il termine gi stato rilevato per i commentari anonimi agliAnalitici priminel Par. gr. 2062 (cfr. supra).

    135 Nel primo quaternione il fol. 13 senza riscontro. La prima inscriptio oggi per-duta a causa della caduta di uno o pi fogli.

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    senione, la quarta da due quaternioni, la quinta da un quaternione136.La differente consistenza delle sezioni si spiega con una suddivisionedel trattato basata su criteri testuali, gi nota allo stesso Ammonio, dalui rispettata e fatta risalire agli scolari di Aristotele137. Ammonio uti-lizza sempre il termine , ma nel suo lessico spesso ricorreproprio , con il significato di sezione di libro138; il termine attestato nel lessico bizantino139 e fu utilizzato dal curatore delledizio-ne aldina (a. 1503)140. interessante rilevare, nel manoscritto ambro-siano, la coincidenza di testuale e materiale.

    La quarta testimonianza il Marc. gr. 256, codice di mm 220/240x 150 in carta filigranata, contenente i Topicicon il commento di Ales-sandro di Afrodisia141. Esso fu vergato per la maggior parte dallAno-nimo D (tav. 13a)142, per il resto dallAnonimo E (tav. 13b)143. Nelmanoscritto intervenne una mano secondaria (tav. 14a)144, la quale esi-bisce una minuscola caratterizzata da asse leggermente inclinato adestra, tracciato arrotondato e ductusfluido; la regolarit della catenagrafica ritmata da forme barocche, in particolare lettere ingrandite(gamma, epsilon, tau) e legature appariscenti (epsilon-pi, legature ditau con lettera successiva). Il codice risulta costituito da quattro sezio-ni, ognuna contenente uno o pi libri del trattato e del commento e

    DANIELEARNESANO172

    136 Non si osserva alcuna numerazione dei fascicoli: pu darsi che questa fosse collo-cata nellangolo inferiore esterno e che sia andatata perduta per la consunzione del sup-porto in questo punto del codice.

    137 CAG IV, 5, 1.12-13: A ...; CAG IV, 5, 7.17 (proemio), 86.26 (Int. 17a.38), 159.24 (Int.19b.19), 214.8-9 (Int. 21a.34); CAGIV, 5, 251.27-29 (Int. 23a.27).

    138 CAGIV, 5, 86.26 (Int. 17a.38): A ...; 159.24 (Int. 19b.19): A ...; 214.8-9 (Int. 21a.34): ... ...; CAGIV, 5, 7.17; IV, 6, 67.39.

    139 B. Atsalos, La terminologie du livre manuscrit lpoque byzantine. Premire partie.Termes dsignant le livre-manuscrit et lcriture, Thessaloniki 1971 ( E.

    , 21) (rist. Thessaloniki 2001), 123.140 CAGIV, 5, XIII.141 Mioni, Codices Graeci (cit. n. 20), 370; Inventaire, 160 nr. 2142; Kotzabassi,

    Byzantinische Kommentatoren (cit. n. 16), 25; Cavallo, La cultura italo-greca(cit. n. 1), 604.142 Foll. 18v (rr. 25-34), 19r (r. 28)-192v, 217r-242v, 257v (r. 7)-258v, 263r (r. 22)-

    268v e vari interventi marginali.143 Foll. 1r-18v (r. 25), 18v (r. 35)-19r (r. 28), 193r-209r, 210r-214v, 215v-216v,

    243r-245v, 247r-v (r. 31), 248r-254r (r. 6), 254r (r. 37)-257r (r. 12), 259r-263r (r. 21),269r-276v.

    144 Foll. 209v, 215r, 246r-v, 247v (rr. 31-ultimo), 254r (rr. 6-36), 257r (r. 12)-257v (r. 6).

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    dotata di unautonoma numerazione dei fascicoli145. Allinterno dellaprima e della quarta sezione si individuano ulteriori coincidenze diunit materiali e unit testuali, che possibile schematizzare nelmodo seguente:

    I foll. 1-88

    a foll. 1-8 TopiciIb foll. 9-88 commento a TopiciI; altri commentari; TopiciII

    II foll. 89-136 commento a TopiciII

    III foll. 137-184 TopiciIII; commento aTopiciIII; altri commentari

    IV foll. 185-276

    a foll. 185-192 TopiciIVb foll. 193-216 commento a TopiciIV; commento aTopiciVc foll. 217-242 TopiciV; TopiciVId foll. 243-258 commento a TopiciVI; altri commentarie foll. 259-276 commento a TopiciVII; TopiciVII;

    commento aTopiciVIII

    Allinterno della sezione I, il primo libro dei Topici contenuto inun fascicolo (a); il relativo commento, altri commentari e TopiciII sono

    contenuti nei successivi nove fascicoli (b). La sezione II contiene ilcommento aTopiciII, in sei fascicoli. La sezione III contiene TopiciIIIcon il relativo commento ed altri commentari, in sei fascicoli. Allin-terno della sezione IV, Topici IV contenuto in un fascicolo (a); ilcommento aTopiciIV e quello aTopiciV sono contenuti in tre fasci-coli (b); TopiciV e VI sono contenuti in tre fascicoli (c); il commentoaTopiciVI ed altri commentari sono contenuti in due fascicoli (d); ilcommento aTopiciVII, TopiciVII e il commento aTopiciVIII sonocontenuti in due fascicoli (e). Si noti che il commento aTopiciVIII mutilo e che Topici VIII non conservato. La diseguale consistenzadelle quattro parti non giustificata da un criterio testuale: chi ha alle-

    stito il codice avrebbe potuto scegliere una pi coerente distribuzionedei libri del trattato aristotelico e del commento nelle sezioni146.

    173ARISTOTELE IN TERRA DOTRANTO

    145 Cfr. Mioni, Codices Graeci(cit. n. 20), 370.146 Ritengo siano da escludere ragioni di unit interna e generale dellopera (e quindi

    di una possibile tradizione distinta), che pure stata messa in discussione dagli studiosi aproposito dellesistenza di libri centrali (II-VII) e libri periferici (I, VIII). Su queste pro-blematiche ed in genere sulla struttura del trattato si veda Brunschwig, Aristote. Topiques

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    Nei manoscritti fin qui esaminati stata pi volte rilevata la coin-cidenza di sezioni materiali e sezioni testuali. Questo fenomeno statoindividuato da Marilena Maniaci nelle Bibbie atlantiche, caratteriz-zate da snodi147. Tra i manoscritti greci, la presenza degli snodi stata recentemente rilevata da Filippo Ronconi nel manoscritto Bodl.Barocci 50148. Anche nei manoscritti salentini di Aristotele si osservauna struttura a blocchi149. Nel caso del codice pluritestuale pluri-blocco150, come il Laur. Plut. 72.22, il Laur. Plut. 71.11, il Laur. Plut.72.19, il Vallic. B 93, il Par. gr. 2062, il Par. gr. 2019 ed il Vat. gr.1019151, tale struttura pu essere conseguenza del ricorso a modellidiversi152 e frutto del successivo assemblaggio dei blocchi153. Nel casodel codice monotestuale pluriblocco154, come lAmbr. D 48 sup. ed

    DANIELEARNESANO174

    (cit. n. 126), LVI-LXXXIII, specialmente LXXII-LXXVI; cfr. anche E. Braun,Zur Einheit der ari-stotelischen Topik, Kln 1959; ampia bibliografia in P. Slomkowski,AristotlesTopics, Lei-den-New York-Kln 1997 (Philosophia Antiqua, 74), 175-198.

    147 M. Maniaci, La struttura delle Bibbie Atlantiche, in M. Maniaci G. Orofino[a cura di], Le Bibbie Atlantiche. Il libro delle Scritture tra monumentalit e rappresentazione(Abbazia di Montecassino, 11 luglio-11 ottobre 2000, Firenze, 28 febbraio-1 luglio 2001),Milano 2000, 47-60: 54-58. Con il termine snodo si intende la coincidenza fra la fine diunopera e la fine di un fascicolo, la cui natura non casuale tanto pi evidente quando ilfascicolo non un quaternione, ma un insieme di bifoli di consistenza e/o struttura irrego-

    lare (pu trattarsi di un quaternione mutilo o accresciuto da uno o pi fogli o di un fasci-colo di altra struttura, come un binione, un ternione o un quinione); linterruzione pu esse-re inoltre enfatizzata dal fatto che la scrittura termina prima della fine del fascicolo, lascian-do del tutto o parzialmente vuota la pagina finale (54). Un fenomeno analogo stato osser-vato in alcuni codici dellaCommedia, nei quali i copisti tendono a far coincidere linizio diuna cantica con linizio di un fascicolo, M. Boschi Rotiroti, Codicologia trecentesca dellaCom-media. Entro e oltre lanticavulgata, Roma 2004 (Scritture e libri del medioevo, 2), 40-43.

    148 F. Ronconi, La miscellanea che non divenne mai silloge: il caso del Bodl. Barocci 50,in R. M. Piccione M. Perkams [hrsg. von], Selecta colligere, II. Beitrge zur Technik desSammelns und Kompilierens griechischer Texte von der Antike bis zum Humanismus, Alessan-dria 2005 (Hellenika, 18), 295-353.

    149 M. Maniaci, Il codice greco non unitario. Tipologie e terminologia, in E. Crisci O. Pecere [a cura di], Il codice miscellaneo. Tipologie e funzioni.Atti del Convegno interna-zionale (Cassino, 14-17 maggio 2003) (= Segno e Testo, 2 [2004]), 75-107: 79.

    150 Maniaci, Il codice greco non unitario(cit. n. 149), 88: strutturalmente non unita-rio, costituito dalla giustapposizione di unit modulari materialmente indipendenti etestualmente autonome.

    151 Questi sono codici pluritestuali pluriblocco organizzati, in quanto vi si osserva lapresenza di una progettualit, dettata, in questo caso, dal legame fra il trattato aristotelicoe le opere di commento: cfr. Maniaci, Il codice greco non unitario(cit. n. 149), 89.

    152 Cfr. Ronconi, La miscellanea che non divenne mai silloge(cit. n. 148), 308.153 Maniaci, Il codice greco non unitario(cit. n. 149), 80.154 Maniaci, Il codice greco non unitario (cit. n. 149), 87-88: un codice monote-

    stuale strutturalmente non unitario, ovvero articolato in unit snodabili e potenzialmen-te riaggregabili in forme diverse da quella originaria.

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    il Marc. gr. 256, lautonomia materiale dei libri che compongono lo-pera forse collegabile alla fruibilit del modello: la struttura dellam-brosiano potrebbe s essere conseguenza di una trasmissione distintadelle cinque parti del trattato Sullinterpretazione, ma non si pu esclu-dere che, pur allinterno di una tradizione unitaria, si volesse agevolarela fruizione di uno o pi alla volta, quindi laccessibilitsimultanea da parte dei lettori o da parte di scribi intenti allallesti-mento di copie dellopera distinte155. Pi problematico il caso delMarc. gr. 256: lincoerente ed ineguale distribuzione degli otto libri deiTopicie dei relativi commenti nei quattro blocchi difficilmente impu-tabile ad una diversa trasmissione delle parti del trattato e potrebbeinvece essere stata causata dalle variabili condizioni della disponibilitdel modello da cui si copiava. A proposito di quanto stato detto, valela pena ricordare che, come in ambito latino, anche nel Salento testi-moniata lesistenza di libri slegati156: nellinventario di una bibliotecascolastica di Aradeo, contenuto nel Par. gr. 549, si legge che, oltre ailibri veri e propri (), vi erano ,

    B, K, e 157.

    Nei manoscritti salentini di Aristotele si osserva dunque una pro-gettualit intra codicem. Nel corpusche stato ricostruito si pu rile-vare anche una progettualitinter codices158. Si tratta infatti di un cor-

    pusmaterialmente omogeneo, ideato da un personaggio di cui pos-sibile, come si vedr tra poco, ipotizzare lidentit. I manoscritti sonoaccomunati dal supporto, carta fabrianese con filigrana tipo Lettres

    175ARISTOTELE IN TERRA DOTRANTO

    155 LAmbr. D 48 sup. un codice monotestuale pluriblocco sincronico, cio com-posto da una giustapposizione di elementi codicologici (blocchi) autonomi, distinti sin dal-lorigine vuoi per ossequio ad una tradizione preesistente, vuoi per il ricorso a specifiche

    pratiche di divisione del lavoro e/o in previsione di usi ulteriori: Maniaci, Il codice greconon unitario(cit. n. 149), 88.156 S. Maleci, Il codice Barberinianus Graecus 70 dellEtymologicum Gudianum, Roma

    1995 (BollClass, Suppl. 15), 7-10. Per lambito latino cfr. D. Frioli, Tabulae, quadernidisligati, scartafacci, in C. Leonardi M. Morelli F. Santi [a cura di],Album. I luoghi dovesi accumulano i segni (dal manoscritto alle reti telematiche).Atti del Convegno di studio dellaFondazione Ezio Franceschini e della Fondazione IBM Italia (Certosa del Galluzzo, 20-21ottobre 1995), Spoleto 1996 (Quaderni di Cultura Mediolatina, 14), 25-74; si veda ancheManiaci,Archeologia del manoscritto (cit. n. 41), 72.

    157Jacob, Une bibliothque mdivale(cit. n. 18), 296-297.158 Mutuo le espressioni da Maniaci, Il codice greco non unitario(cit. n. 149), 79 n. 9.

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    assembles159, che consente di datare il corpusalcmq... molto iliniziodel secolo XIV; il formato in-quarto, le dimensioni assolute sonomm 220/240 x 135/140; la scrittura fitta ed disposta a piena pagi-na; i margini sono stretti e lamise en pagea volte irregolare; le righeper pagina sono in media 35; la decorazione inesistente. Fannoeccezione due manoscritti, il Vallic. B 93 per il formato (in-ottavo) ele dimensioni (mm 154 x 115), il Par. Suppl. gr. 599 per la mise en

    page. Si noti tuttavia che il vallicelliano contiene un trattato aristote-lico non appartenente allOrganon, mentre il parigino una sorta didoppione dellAmbr. D 48 sup. (ambedue contengono il trattatoSullinterpretazione). Allinterno del corpus possibile individuareunedizione commentata dellOrganon, codicologicamente omoge-nea, priva oggi dei soli Analitici primieAnalitici secondie costituitadai seguenti manoscritti:

    Categorie Vat. gr. 1019

    Sullinterpretazione Ambr. D 48 sup.

    Commenti agliAnalitici primieAnalitici secondi Par. gr. 2062

    Topici Marc. gr. 256

    Elenchi sofistici Par. gr. 2019 + Mutin. gr. 86

    La presenza nel Par. gr. 2062 e nel Vat. gr. 1019 di alcuni epi-grammi di Droso di Aradeo e degli scolii nel Par. Suppl. gr. 599 trat-ti dalle sue lezioni sullOrganon, consentono di ipotizzare una loca-lizzazione del corpus nella cittadina salentina160 e pi precisamentenella scuola di filosofia nata intorno a Droso. La Mondrain ha sug-gerito lipotesi che il copista qui indicato come Anonimo D possaessere identificato proprio con Droso di Aradeo161. Poeta e professo-re di filosofia, Droso si interess anche di problemi dogmatici e cri-stologici. Unimportante testimonianza in questo senso la sua lette-ra sulla frazione del pane liturgico, conservata nel manoscritto Athos,

    DANIELEARNESANO176

    159 Mondrain, La constitution de corpus(cit. n. 82), 27.160Ad Aradeo non mancava una discreta produzione libraria, Ph. Hoffmann,Aspetti

    della cultura bizantina in Aradeo dal XIII al XVII secolo, in Paesi e figure(cit. n. 36), 65-88;Giorgio di Aradeo copi nel 1295/1296 la gi citata schedografia Par. gr. 2572, mano-scritto riccamente decorato (Hoffmann, La dcoration du Parisinus[cit. n. 78], con vari spe-cimina); il codice descritto dallo studioso inManuscrits, 64-67 nr. 27.

    161 Mondrain, La constitution de corpus(cit. n. 82), 28.

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    I, 190, ultimato nel 1297 da Calo di Galatina. La let-tera stata pubblicata da Philippe Hoffmann, che ha delineato il pro-filo culturale del personaggio162.

    Come per lattivit didattico-filosofica, anche per quella polemica possibile individuare tracce scritte della mano di Droso. Vorrei segna-lare a questo proposito il Vat. gr. 652, codice di mm 283 x 195 in cartafiligranata, corredato di belle iniziali ornate, in cui un copista anonimoha vergato in minuscola barocca il testo degliAtti degli apostolie delleEpistole cattoliche(foll. 16-104)163. Prima che in epoca pi tarda Giovan-

    ni Onorio da Maglie restaurasse il manoscritto (foll. 1, 105)164

    , un letto-re salentino ne annot i margini165 e vi aggiunse gli attuali foll. 2-15, didimensioni pari a quelle del codice originario e in carta filigranata, neiquali verg il commento allaLettera ai Galatie ai Tessalonicesi, gli argu-mentadegli Atti degli Apostolie delle Letterepaoline e, soprattutto, alfol. 15v, unaquaestio sullAnticristo ed unaquaestio su Rom. 3, 20, incui Paolo afferma che tutti gli uomini sono peccatori ingiustificatidinanzi a Dio166. Questi dati diventano significativi se si tiene contoche la scrittura del dotto lettore senza dubbio quella dellAnonimoD, cio del copista identificato dalla Mondrain con Droso di Aradeo(tav. 14b). Lintervento della stessa mano in manoscritti di contenu-

    to cos (apparentemente) diverso, aristotelico e neotestamentario,rende lipotesi suggerita dalla studiosa, a mio avviso, molto pi pro-babile, poich si profila un personaggio intriso di filosofia aristoteli-

    177ARISTOTELE IN TERRA DOTRANTO

    162 Ph. Hoffmann, Une lettre de Drosos dAradeo sur la fraction du pain (Athous Iviron190, A.D. 1297/1298), RSBN, n. s., 22-23 (1985-1986), 245-284: 256-266, 247-250.

    163 R. Devreesse, Codices Vaticani Graeci, III. Codices 604-866, Citt del Vaticano1950, 76-79 (la filigrana del tipo Lettres assembles, come Briquet 9510); K. Aland,Kurzgefasste Liste der Griechischen Handschriften des Neuen Testaments, Berlin-NewYork 1994 (Arbeiten zur Neuetes tamentlichen Textforschung, 1), 151 nr. 1842. La fili-grana analoga a quella del corpusdi Arade