Aria Nuova... il futuro parla giovane

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Piano Offerta Formativa 2012-2013

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Aria nuova… Il futuro parla giovane

Il significato dei colori nel cammino formativo

Dal libro Verde, Giallo, Blu, Arancione, al ViolaIl libro di colore verde: anno 2007-2008: corrispondeva a sensazioni di solidità, stabilità

dove l’effetto prodotto dal colore verde rappresentava i valori saldi che non mutano; significava anche forza, perseveranza, equilibrio e stabilità.

Il libro di colore giallo: anno 2008-2009. Il giallo corrispondeva ad una condizione di libertà e autosviluppo, rappresentare l’illuminazione e la redenzione.

Il libro di colore blu: anno 2009-2010 era indice di calma denotava uno stato di adattamento. Voleva rappresentare il silenzio, la bonaccia, la tranquillità.

Il libro colore arancione: anno 2010-2011. L’arancione è il risultato della mescolanza dei colori rosso e giallo. È legato all’energia fisica e mentale, all’attività, alla creatività. La scelta dell’arancione indica il bisogno di ricerca di esperienze intense, sotto ogni aspetto, da cui trarre e sperimentare nuove sensazioni piacevoli e conoscitive. Chi lo indossa esprime gioia e affermazione del suo Io, buonumore e altruismo. Nella cultura giapponese e cinese è associato all’amore e alla felicità. È il colore della crescita, simboleggia il sole nascente, è il colore del cammino verso il cielo, verso la santità come San Luigi Guanella, è il colore della gioia. Tendenzialmente aumenta la pressione arteriosa. Rappresenta la vitalità, ricarica chi è stanco. Stimola la respirazione profonda.

Il libro di colore viola: anno 2012. Nasce dalla mescolanza di rosso e blu, è il colore della metamorfosi, della transizione, del mistero e della magia. Colore tradizionale della mistica, della spiritualità; rappresenta l’unione degli opposti, la suggestionabilità; in senso spirituale è la comunione con il Divino, in senso individuale è l’autorealizzazione.

È l’incantesimo, il sogno realizzato, uno stato magico nel quale i desideri sono soddisfatti. La persona che preferisce il violetto vuole avere dei rapporti magici, affascinare se stessa e gli altri.

Ma il suo carattere irreale e fantasioso può anche portare all’incapacità di distinguere, e di qui all’esitazione, all’incertezza, fino all’irresponsabilità. La scelta di questo colore da parte dei giovanissimi e degli stessi adolescenti dimostra che per loro il mondo è ancora un luogo magico, in cui possono ottenere tutto ciò che desiderano: stato d’animo che ha certo un suo fascino, ma che non è bene che si prolunghi nell’età adulta.

Si tratta di soggetti che necessitano di una comprensione particolare, di un trattamento pieno di riguardo e di molto affetto. Gli amanti del colore viola sono sensibili e con buon gusto, non desiderano che le proprie relazioni li trascinino in responsabilità troppo grandi da affrontare.

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ARIA NUOVA… IL FUTURO PARLA GIOVANE

INTRODUZIONE: GLI ADOLESCENTI

ALLE VARIE AGENZIE EDUCATIVE… PRIMA DI PARLARE E DARMI CONSIGLI… ASCOLTATEMI!

SONO UN Adolescente

Quando parli di adolescenza fai riferimento a me e cioè a quel periodo transitorio, successivo all’età infantile e precedente all’età adulta, compreso a livello cronologico tra i 12 e i 20 anni. I limiti d’età appena citati non possono essere considerati definitivi e precisi, di fatti ogni individuo, in base alla propria personalità, alle proprie caratteristiche e alle proprie esperienze di vita, può maturare in momenti diversi o comunque vivere in maniera personale il periodo adolescenziale.

Durante la mia adolescenza avvengono numerosi cambiamenti, non solo a livello fisico, ma anche a livello psicologico, il mio corpo si modifica in maniera decisa, abbandonando le caratteristiche infantili e prendendo forma adulta. Nelle ragazze assisto alla prima comparsa del seno, nei ragazzi alla crescita della barba e di tutti gli altri peli corporei sino ad allora assenti, il mutamento del timbro della voce ed una serie di altri mutamenti fisici che culminano, nelle ragazze, con l’inizio delle mestruazioni, e nei ragazzi, con la presenza dei primi spermatozoi attivi. Questo periodo che sto vivendo viene ritenuto estremamente delicato, e nella maggior parte dei casi piuttosto problematico, tutti questi cambiamenti infatti mi hanno trovato impreparato e mi ritrovo, costretto, a subire delle modificazioni fisiche pur non essendo per nulla pronto.

Tutto questo mi ha portato a sviluppare forti insicurezze e ho manifestato forti stati d’ansia, a causa della sensazione di inappropriatezza che mi coinvolge.

Dal punto di vista emotivo, poi, manifesto a volte un forte senso di introspezione e di disagio che ha il suo apice soprattutto quando sono a contatto con estranei dai quali mi sento osservato ma devo dire che sono assai frequenti i casi in cui divento scontroso e ribelle nei

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confronti delle regole in genere e delle autorità in particolare.Voglio affermare la mia personalità in famiglia e con i coetanei anche perché sento forte

la mia maturazione sessuale. I miei genitori si meravigliano di questo mio atteggiamento e si chiudono in se stessi senza premurarsi di instaurare un dialogo sereno con me.

Quando vedo una ragazza comincio a dimostrare il mio interesse ma sempre con un certo turbamento alle mie primissime e incerte esperienze: ma si tratta di un periodo di transizione durante il quale chiedo il sostegno dei miei genitori o di adulti.

La “teologia dell’elettrodomestico”L’educatore deve sviluppare un certo modo educativo per rapportarsi a loro, convincersi

che, non devi far discendere tutto subito da un presupposto di fede. La “teologia dell’elettrodomestico” è l’atteggiamento dell’acquirente medio dell’elettrodomestico. Ci sono tre tipi di atteggiamenti: c’è quello che lo acquista infischiandosene di un costruttore che l’abbia dotato di un libretto di istruzioni e quindi cestina quest’ultimo insieme all’imballaggio, incomincia ad usare l’elettrodomestico, lo usa malamente e dopo tre o quattro mesi si rompe. C’è anche una seconda tipologia di persone che acquistano l’elettrodomestico sempre disinteressandosi del costruttore, ma sono persone che hanno manualità con la meccanica e l’elettronica e il prodotto non si rompe perché viene usato sufficientemente bene. Ma c’è una terza tipologia di coloro che comprano e seguono le indicazioni sul libretto d’istruzioni, arrivando a conoscere anche le peculiarità del prodotto.

Lo stesso meccanismo si attua nei confronti della vita: ci sono molti che non sanno che esiste “un costruttore” e ancora meno sanno che il costruttore ha dato loro un “libretto d’istruzioni” (se lo vogliamo ampio è la Bibbia, se lo vogliamo restringere sono i primi tre capitoli della Bibbia nei quali si gioca tutta l’esistenza dell’uomo: i rapporti interpersonali, i rapporti tra i fratelli, la sessualità, il mistero della vita…) allora conduce la sua esistenza facendo “di testa sua” e se le cose gli vanno male, è infelice. Con lo stesso atteggiamento c’è anche la persona più fortunata che ha un certo senso della vita, si rapporta bene essa, ma non è fortuna, probabilmente questa persona sa cogliere comunque le scintille che il Signore ha messo in lui.

Gli Adolescenti e la FamigliaI cambiamenti adolescenziali non mettono alla prova semplicemente ragazzini e ragazzine,

ma anche le loro famiglie che si trovano a dover affrontare i mutamenti dei propri figli e a scontrarsi con la consapevolezza di una crescita imminente, e con un sempre maggior desiderio di indipendenza.

Mentre gli adolescenti si ritrovano in un’ambigua condizione che li vede da un lato, alla ricerca di protezione, proprio come accadeva durante l’infanzia, e dall’altro con una forte voglia di autonomia, i loro familiari invece, totalmente spiazzati di fronte al grande disequilibrio ormai creatosi, si ritrovano impreparati, incerti ed impauriti di fronte alle richieste di libertà, fatte da adolescenti scontrosi e spesso intrattabili.

L’atteggiamento migliore da parte della famiglia sarebbe quello il più possibile flessibile ed equilibrato, ogni genitore dunque dovrebbe accogliere sia il lato più infantile dei propri figli, quello ossia che necessita ancora guide e protezioni, sia quello che cerca di avvicinarsi all’età adulta, richiedendo spazi di libertà ed autonomia, offrendo quindi con cautela alcuni momenti d’indipendenza utili alla crescita.

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Gli Adolescenti e l’AmiciziaIl gruppo di amici, spesso creato tra i banchi di scuola, rappresenta uno spazio in cui

potersi confrontare e rispecchiare, secondo idee, valori e regole universalmente conosciute e comprese. Durante l’adolescenza il gruppo di amici si espande, diventa ampio e le persone con cui ci si confronta sono maggiori, così come le idee e gli interessi sviluppati da ragazzi e ragazze di questa età.

Conoscere nuove persone ed instaurare rapporti amichevoli diventa molto semplice, ed i momenti di libertà concessi dalla famiglia diventano monopolio assoluto degli amici, con i quali vengono condivise esperienze importanti che incrementano i legami emotivi.

È spesso questo senso di gruppo e quindi di sicurezza che porta molti adolescenti a gesti irresponsabili e sconsiderati, spesso compiuti per compiacere gli amici. È necessario dare da parte della famiglia e degli educatori la giusta importanza, offrendo ascolto, comunicazione ma soprattutto negoziazione.

L’adolescenza ed il mondo modernoSoprattutto in questa età, il giovane si rifiuta di considerare ciò che non è pensabile o

misurabile. Gli obblighi, le leggi, i contratti e le istituzioni non sono né costruzioni individuali né oggetti abbastanza solidi. Anche ora gli adolescenti credono che si agisca bene, non perché è immorale non farlo, bensì perché è la strada più conveniente per tutti, il che può essere considerato idoneo od errato a seconda dei punti di vista a cui viene sottoposto.

Il giovane cerca aiuto nei coetanei, ma non sempre un altro adolescente, intricato nei suoi problemi di diversa natura, riesce a capire il compagno... diciamo in parole povere che deve badare più ai suoi problemi.

Adolescenza e sessualità: Parlare di sessoCon l’adolescenza i ragazzi cercherebbero di rispondere alla domanda “Io chi sono?” e si

costruiscono un’identità sessuale, politica, professionale.P. Crepet osserva un generale cambiamento del concetto di identità sessuale nelle più

recenti culture giovanili. Se nel passato ogni ambivalenza in materia sessuale comportava emarginazione, oggi – dice – assistiamo tra i giovani a due fenomeni eclatanti e simmetrici: la mascolinizzazione della femmina ed la femminilizzazione del maschio, come testimoniano i codini dei ragazzi ed i tatuaggi delle loro coetanee. Molti adulti sono spaventati dall’emergere di questa “incertezza” nei tradizionali ruoli sessuali, non cogliendone l’opportunità che essa offre tanto alle femmine – che crescendo più forti e decise potranno farsi rispettare meglio delle loro madri – quanto ai maschi – che crescendo più sensibili potranno essere meno superficiali dei loro padri alle emozioni. Crepet conclude che oggi più che mai non servono “corsi di educazione sessuale” ma percorsi di esplorazione ed accompagnamento alle relazioni affettive.

“Parlare della sessualità” a dei giovani adolescenti significa un coinvolgimento emotivo forte tra genitori e figli, qualsiasi discorso esplicito sulla sessualità rivolto ai ragazzi implica un tacito discorso sulla propria sessualità. Oggi questo percorso di esplorazione ed accompagnamento nelle relazioni affettive e sessuali è sempre più necessario. Non solo per prevenire il rischio di future nevrosi, ma anche per aiutare i giovani ad affrontare i pericoli di abusi che si profilano già prima della pubertà.

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Il rapporto con l’altro sessoNaturalmente un altro fattore importante che si tende giustamente ad etichettare sugli

adolescenti è il rapporto con l’altro sesso. Infatti è proprio in questa età che si vuole scoprire l’altro sesso e che ci si “innamora”, avventurandosi spesso in storie, in relazioni, in realtà poco importanti, ma che finendo creano un’altra delusione.

Tipico di questa fascia d’età è anche la difficile accettazione di se stessi a livello fisico. Il corpo spesso cresce come non si desidera, creando situazioni di disagio. Questi sembrano principalmente problemi femminili, ma in realtà sono diventati comuni anche tra i maschi.

Gli adolescenti e l’amoreL’amore è vissuto come valore assoluto ed è un cogliere nella persona amata soltanto qualità;

di qui le continue delusioni.L’amore ha, poi, una sua dinamica, che si sviluppa in alcune fasi: incontro – attrazione –

dipendenza – innamoramento – amore.La fase molto coinvolgente e, a volte, stravolgente è l’innamoramento. Questo è

identificabile, per le sue caratteristiche, alla stessa adolescenza. Per chi è innamorato soltanto il presente è storia; il passato diventa preistoria. Attraverso l’amore, un individuo, avendo riacquistato l’equilibrio psicologico ed avendo costruito, nello stesso tempo, la sintesi dei tre fattori (emotivo, motivazionale e cognitivo), riesce a scorgere nella persona amata non solo qualità ma anche difetti e ad accettarla per quello che è nella realtà.

L’amore, perciò, al contrario dell’innamoramento, può essere rappresentato come continua conquista del bene altrui e come progetto di vita.

Rapporti prematrimoniali: perché no?‘E perché non si dovrebbe?’, chiederai. Dopo tutto, è naturale volersi sentire amati. E

quando si è giovani, le passioni possono essere molto forti, perfino sconvolgenti. Per di più, potrebbe esserci l’influenza esercitata dai compagni. Forse ti dicono che è bello avere una relazione e che, quando una persona ti piace veramente, è del tutto naturale voler avere rapporti intimi con lei. Alcuni diranno addirittura che facendo ciò si dà prova di virilità o femminilità. Non volendo essere considerato un tipo strano, può darsi tu ti senta costretto a provare.

Contrariamente all’opinione comune, non tutti i giovani hanno fretta di rinunciare alla propria verginità.

Ma perché la Bibbia proibisce i rapporti prematrimoniali?Anche nei tempi biblici alcuni avevano rapporti sessuali prima del matrimonio. Una donna

immorale avrebbe potuto sedurre un giovane. La Bibbia, comunque, avvertiva che quelli che oggi sono piaceri domani possono causare dolore.

I rapporti prematrimoniali possono determinare una nascita illegittima, un aborto o un matrimonio prematuro, con tutte le penose conseguenze che derivano da ciascuna di queste cose…

La fornicazione (rapporti prematrimoniali) è spesso causa di divorzi e di tradimenti. Nasce l’infedeltà, il rimorso, le separazioni, i divorzi (magari anche quando di mezzo ci sono i figli).

Quante persone sono coinvolte in storie sbagliate? La maggior parte delle relazioni dura solo per la cosi detta “attrazione fisica”; senza interessi in comune, ognuno uccide il proprio talento.

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Quando siamo appena adolescenti non è facile gestire correttamente le emozioni; ecco che la fornicazione fa doppio danno:

– il primo è quello di far diventare il sesso la cosa più importante della propria vita a discapito di tutto il resto (con tutte le attività connesse per farlo);

– il secondo è che molti giovani ricercano esperienze estreme, droghe, super alcolici… quello che prima ci procurava svago e benessere non ci basta più e abbiamo bisogno di esperienze più forti e trasgressive.

Molti giovani inoltre riscontrano che le relazioni prematrimoniali generano amarezza e delusione… come sensi di colpa e diminuito rispetto di sé. Un giovane 23enne ha ammesso: “Ero profondamente deluso: non ho provato quella sensazione di benessere o quell’amore ardente che immaginavo. Invece mi sono dolorosamente reso conto di quanto fosse sbagliato quell’atto. Mi sono vergognato da morire della mia mancanza di autocontrollo”.

Un’altra giovane ha confessato: “Sono tornata brutalmente alla realtà… La festa era finita e io mi sentivo nauseata, spregevole e sporca”.

Una ragazza ha ammesso: “Mi sono odiata (per la mia debolezza), e ho odiato il mio ragazzo. Difatti i rapporti sessuali, che pensavamo ci avrebbero legati di più, hanno posto fine alla nostra relazione. Non ho neppure voluto rivederlo”.

Un’altra ragazza dice: “come ragazza, mi sento sfruttata… i rapporti illeciti alimentano gelosia e diffidenza… se l’ha fatto con me forse l’ha fatto con qualcun altro… mi sono sentita estremamente gelosa, incerta e sospettosa”.

La scuolaPure la scuola è un altro bel problema se vissuta male. Infatti capita sia che lo studente

abbia voglia e desiderio di affrontare lo studio per raggiungere scopi prefissati, anche se può capitare che l’interesse verso una materia poco interessante scemi portando a scarsi risultati, sia che lo studente invece non abbia voglia di studiare.

Autolesionismo, anoressia, bulimia, bullismo, vandalismoInoltre i giovani d’oggi vengono spesso “accusati” di non avere ideali e perciò di non

combattere per niente, perché si pensa che essi trovano a disposizione tutto senza troppi sforzi, ciò li rende superficiali. Non è strano infatti che siano proprio i ragazzi, figli di genitori ricchi, ma poco presenti, che però possono far trovare loro ciò che si vuole, ad esplodere in atti estremi. Oggi giorno sono infatti vertiginosamente aumentati i casi di suicidio o tentativi di suicidio tra gli adolescenti, e comunque gli episodi di autolesionismo, di anoressia, di bulimia, di bullismo e di vandalismo stanno diventando una costante comune. Ma ora che la produzione è fatta in serie e la capacità produttiva è garantita dalle macchine, valori come senso del dovere, serietà, impegno, affidabilità, non sono più interessanti. Persino la genialità dell’inventore, dello scopritore, oggi non interessa più granché. E questo porta dritti ad un altro “paradosso”, ad un’altra assurdità, dell’era moderna: oggi invece che creare beni per colmare delle necessità siamo costretti a creare necessità per vendere i beni. Tra gli adolescenti, oggi, si sono diffusi anche i disturbi dell’alimentazione: anoressia (mancanza d’appetito) e bulimia (irrefrenabile bisogno di mangiare).

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Conflitti ed incertezzeL’adolescente incomincia a manifestare i propri stati di conflitto soprattutto attraverso

i comportamenti variabili nei rapporti con i genitori. Egli è portato ad odiarli e ad amarli l’istante successivo; da un lato, a denigrarli, e, dall’altro, a considerarli come punti di riferimento. Vuole staccarsi da loro, ma, giacché non si sente pronto per una vita autonoma, teme d’intraprendere tale iniziativa.

Tutte le situazioni, mai sperimentate, esercitano sugli adolescenti un fascino irresistibile, che affrontano, per sentirsi adulti, con impegno.

L’adolescente: soggetto socialeNel gruppo gli adolescenti discutono i propri interessi e trovano certezza alle proprie angosce,

gettando le basi del ruolo che svolgeranno, in seguito, nella società degli adulti. Risolvere con gli altri i problemi ed avere comuni esperienze ci si prepara alla vita futura: se quest’esigenza si realizza in modo armonico, gli adolescenti si trovano inseriti in un’atmosfera di fiducia e di sicurezza. In caso contrario, possono emergere sentimenti di colpa ed atteggiamenti aggressivi.

L’adolescente inizia anche a stabilire atteggiamenti eterosessuali; per questo motivo, i rapporti amichevoli perdono la caratteristica dell’esclusivismo e diventano socialmente più aperti. La tendenza eterosessuale si manifesta, ad esempio, nella cura che ognuno nutre nei confronti del proprio abbigliamento.

Adolescente e disturbi psicofisiologiciI ragazzi adolescenti, costretti ad affrontare una quantità di richieste che la società pone

e, nello stesso tempo, a controllare la rivoluzione biologica, scatenatasi durante la pubertà, non riescono a tenere stabile l’equilibrio con forme di disturbo e di sofferenza psicologica: l’angoscia, la depressione, l’ipocondria, l’anoressia, la bulimia e così via.

Spesso è agitato ed inquieto; ha vertigini, nausee e mal di testa.

Adolescenti e drogheIl mondo, sognato durante le varie contestazioni giovanili, è, in tal modo, rimasto un’utopia

e le nuove generazioni sono state costrette, per lenire le ansie e per sfuggire alle insicurezze e alle frustrazioni, a rifugiarsi nei paradisi artificiali delle droghe.

Il consumo e la diffusione delle droghe sono diventati, così, fenomeni non controllabili. L’uso della droga per un giovane non è, infatti, il punto di partenza di un disagio, ma il punto d’arrivo di una già avvenuta disgregazione a livello psicologico.

I disagi psicologici, è da tener presente, dipendono da una personalità fragile: fare, dunque, prevenzione, durante tale periodo dell’età evolutiva, significa comprendere criticamente le veloci trasformazioni delle nostre società e riuscire, così, a convivere, senza alcun disagio, con esse e a governarne rigorosamente gli sviluppi.

La pagina del vangelo: Gesù tra i dottori (Lc 2,41-52)IL RACCONTO: i suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di

Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l’usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero

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una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”. Ed egli rispose: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Ma essi non compresero le sue parole. Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

«Trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero» (Lc 2,43). Gesù sta crescendo e sente spontaneo il bisogno di trovare i suoi spazi, i suoi tempi, di affermare la propria autonomia, di confrontarsi con altri punti di riferimento. Se ha sempre seguito in tutto e per tutto i suoi genitori, ora decide di rimanere nella Città Santa e di tutto questo Maria e Giuseppe non si accorgono.

La loro “distrazione” e la distanza fisica che si crea, allude ad un distacco più profondo, doloroso, ma necessario per poter crescere. «Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel Tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava» (Lc 2,44-46). È il momento in cui un figlio cerca la sua strada. Ora non è più lui a seguire mamma e papà, sono i suoi genitori che se intendono ritrovare Gesù devono mettersi sulle sue tracce e cercare di capire dove egli si possa trovare. Ritrovatolo Maria gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo» (Lc 2 48). Ci diventa difficile non leggere in queste parole l’angoscia che provano sia i genitori che gli educatori, nel tentativo di accompagnare e stare vicino ad un ragazzo o ad una ragazza nell’età dell’adolescenza. A volte si ha l’impressione carica di angoscia d’averli veramente perduti per sempre, oppure si rischia anche di leggere alcune loro reazioni e comportamenti come un affronto personale con la paura di non veder più riconosciuto il proprio ruolo e la propria autorevolezza. Ma Gesù non voleva, né mettere in pena i suoi genitori, né tantomeno mancare loro di rispetto, sta solo crescendo e in fondo proprio Maria e Giuseppe gli hanno sempre insegnato che Dio viene prima di ogni altra cosa. È lui dunque a stupirsi della loro reazione.

Le Parole chiavi:«… Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?»

(Lc 2,49). Non è facile per un genitore e per un educatore accorgersi ed accettare fino in fondo che il proprio figlio, o quel ragazzo che ti è stato affidato, sta conquistando la propria autonomia e comincia davvero a camminare con le sue gambe nella vita, anche se per quella stessa via che gli è stata insegnata. Non è indolore accettare che in pochi anni, corsi troppo in fretta, quel fanciullo che aveva bisogno costantemente del tuo aiuto, ora ti fa capire che se la cava senza di te, seppure nel suo cuore ha bisogno di sapere che, ovunque egli andrà, ci sarà sempre qualcuno che lo cerca perché lo ama. In certi passaggi della vita non c’è altra possibilità che quella di fare i conti con una distanza ed una incomprensione che permangono nonostante le giustificazioni: «Ma essi non compresero il senso di queste parole» (Lc 2,50).

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Tutto questo fa parte del naturale cammino della crescita: ce lo rassicura il lieto fine di questa storia con Gesù che fa ritorno a casa.

“…Il figlio che pareva perduto…”, alla fine è stato ritrovato, nonostante questo non significhi che tutto ritorna semplicemente come prima. Maria e Giuseppe erano partiti alla volta di Gerusalemme con un ragazzo ed ora vi fanno ritorno con un Gesù che sta diventando un uomo.

A questo punto S. Luca per la seconda volta, quasi fosse un ritornello, dipinge i tratti essenziali di quegli anni custoditi dal silenzio della casa di Nazaret.

«… cresceva in età, sapienza e grazia davanti a Dio e agli uomini» (Lc 2,52). Poche parole, ma dense di significato che ci ricordano la gradualità e l’integrità del cammino della crescita e quindi dell’educazione e che solo lo sguardo d’amore con cui Dio ci guarda e con cui anche noi dobbiamo guardare i nostri ragazzi, è la condizione più importante por poterli aiutare a diventare davvero “grandi” nella vita.

Adolescenza: l’età del passaggio Meditando su questo testo mi viene spontaneo leggere tra le sue righe i tratti distintivi dei

nostri adolescenti ed insieme la fatica che tutti noi facciamo, genitori, educatori, insegnanti, nell’arduo tentativo di aiutarli a crescere. L’adolescenza non è una malattia, ma è certamente una rivoluzione, vissuta in maniera più o meno turbolenta, che segna il passaggio dalla fanciullezza all’età matura. Potremmo dire che si tratta quasi di una rinascita e come tale non può essere senza travaglio, né per chi la vive in prima persona, né per chi gli sta vicino. Da una parte c’è il mistero di un figlio, di un ragazzo che cresce, che cambia fisionomia, i suoi gusti ed interessi, che cerca di scoprire la propria identità, che rivendica la propria autonomia e indipendenza a volte con parole e atteggiamenti provocatori che manifestano la metamorfosi in atto, le lacerazioni, le paure, le insicurezze celate, insieme alla decisa affermazione di sé che essa comporta. È un’età che, come le altre, custodisce una propria singolare bellezza. È l’età in cui si scopre sé stessi, in cui si pensa e si progetta tutta la vita che sta davanti; è l’età delle grandi amicizie e delle prime infatuazioni. Certamente è un’età che è sottoposta a diversi rischi come quello di un passaggio eccessivamente repentino, che brucia le tappe per la voglia di diventare subito grandi, oppure al contrario, come quello di un passaggio incompiuto in cui si può rimanere, finendo per essere degli eterni adolescenti. I rischi più grandi nascono dal disorientamento e dalla fragilità, tipica di questa fase così delicata e fondamentale della vita, che rende vulnerabile soprattutto chi è lasciato solo. Dovrebbe essere l’età del passaggio alla piena consapevolezza, alla responsabilità, alla convinzione personale nella fede ed alla interiorizzazione dei valori, dovrebbe essere l’età dei grandi ideali, delle scelte da cui dipenderà l’orientamento di tutta la vita. Qualche volta diventa invece anche l’età della contestazione verso ogni forma di autorità, del rifiuto di un orientamento o di un buon consiglio, dell’abbandono della pratica religiosa. La facile suggestionabilità rende gli adolescenti la preda ambita di quel mondo che a loro non vuole bene, ma li vuole trasformare in oggetti e fonte di guadagno, attraverso la proposta di scorciatoie verso la felicità che si rivelano ben presto però, come vie senza uscita. È bene che famiglia e Comunità riflettano sulla temperie culturale del mondo in cui tutti siamo inseriti, temperie segnata, non per colpa o scelta dei ragazzi, da ricerca di benessere solo materiale, di libertà spesso smodata, di successo solo apparente, di divertimento momentaneo e a volte sbagliato. Ma con tutta la sua carica problematica, l’adolescenza resta

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un passaggio importante e necessario per diventare uomini e donne maturi; è un’avventura, un rischio da correre sino in fondo se non si vuole rimanere infanti per sempre. In questo contesto, dall’altra parte, ci sono la famiglia, la scuola, gli educatori, ci stanno le Comunità cristiane soprattutto attraverso le iniziative promosse dagli Oratori e dalle Società sportive. A tutti noi tocca rendere, se possibile, più sereno il passaggio dell’adolescenza e fare in modo che esso approdi ad una adesione libera e personale al Signore così che, nella ricerca e nella definizione della propria identità e del proprio futuro, ci sia la gioia di riscoprirsi Figli amati da Dio, amici di Gesù, chiamati a collaborare nella Chiesa e nel mondo per la realizzazione del suo Regno. Non c’è bisogno di ricordare che questo aiuto è indispensabile, ma non facile. A questa età sembra crearsi una distanza incolmabile, a volte sembra impossibile la stessa comunicazione. Si tratta il più delle volte di una incomprensione passeggera e fisiologica in vista della ridefinizione di un rapporto, un dialogo che non può più essere posto nei termini di prima. Non di rado ci si può sentire quasi traditi, risentiti, perché non ripagati di tante cure e tanto affetto, messi radicalmente in discussione, ma se avremo pazienza e amore assisteremo anche noi a quel prodigio di come da una crisalide chiusa in un guscio duro e deforme possa uscire una meravigliosa farfalla. L’adolescente ci obbliga come educatori a decentrarci da noi stessi, dai nostri sogni e dalle nostre aspettative, pur legittime, per cercare il suo vero bene, il disegno che Dio ha per quel figlio, per quel ragazzo che stiamo accompagnando e ci sembra a volte di non riconoscere più o di aver perduto per sempre. Se l’adolescenza è una nuova nascita, altri cordoni ombelicali devono essere recisi. Accettare la fatica di questa distanza, accettare di non essere l’unico punto di riferimento, ci fa riscoprire che un figlio, proprio o affidato che sia, è sempre un dono indisponibile che non ci appartiene perché ciascuno appartiene al Signore ed è affidato anzitutto a Lui nella libertà. Gli adolescenti hanno bisogno non di essere mortificati, ma incoraggiati, non di essere giudicati, ma accettati, e solo chi li ama davvero sa trovare i tempi e i modi anche per un richiamo forte e deciso, se necessario, che non teme il ricatto di perdere la stima o l’affetto di qualcuno. Gli adolescenti non hanno bisogno di adulti “amici”, hanno già i loro, hanno bisogno di guide presenti e pazienti, capaci non tanto o solo di insegnare la verità, quanto di farla scoprire e di proporla senza sconti. Un genitore, un educatore si ritrova così spiazzato e rimesso in gioco nelle proprie certezze, nel proprio ruolo, nella relazione e deve essere disposto a riprendere anche lui un cammino, a crescere, mettendosi a cercare quel figlio che si credeva perduto, ma può ancora essere ritrovato, con i tratti della guida che sa accompagnare con amore e autorevolezza. A volte si può rimanere sorpresi dalla freschezza che gli adolescenti, con la loro esuberanza, riescono a ridonare ad un mondo destinato altrimenti solo ad invecchiare. A volte, invece, si resta delusi come quel re che si vede declinare l’invito dagli invitati alle nozze di suo figlio. In questo caso non bisogna arrendersi, ma uscire per le vie, scovare questi giovani con le loro fragilità e ferite, per invitarli ad entrare e partecipare così alla festa che Dio ha preparato per loro. Quando con le migliori intenzioni ed i migliori propositi non riusciamo comunque a capire, come Maria custodiamo ogni cosa e meditiamola nel nostro cuore. Dio è più grande di noi, Lui per primo saprà farsi strada nel cuore dei nostri ragazzi.

…I “Maria e i Giuseppe” di oggi… se anche Maria e Giuseppe sono stati angosciati per Gesù, hanno provato amarezza per la sua decisione di rimanere a Gerusalemme senza avvertirli e se anche Gesù, che si è fatto in tutto simile a noi eccetto il peccato, ha vissuto una

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adolescenza analoga a quella dei nostri ragazzi, credo che possiamo con più serenità guardare a noi e non perderci d’animo, ma piuttosto cogliere l’opportunità di essere vicini ai nostri figli in un momento decisivo della vita, cercando di favorire e creare le giuste condizioni affinché la fede che abbiamo loro cercato di trasmettere diventi uno dei mattoni decisivi, anzi la pietra angolare, sulla quale essi stessi scelgano in libertà di costruire la propria esistenza ed il proprio futuro.

La parola del Papa: XXVII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ «Siate sempre lieti nel Signore!» (Fil 4,4)Cari giovani, sono lieto di rivolgermi nuovamente a voi, in occasione della XXVII Giornata

Mondiale della Gioventù.Quest’anno, il tema della Giornata Mondiale della Gioventù ci è dato da un’esortazione

della Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi: «Siate sempre lieti nel Signore!» (4,4). La gioia, in effetti, è un elemento centrale dell’esperienza cristiana.

1. II nostro cuore è fatto per la gioiaL’aspirazione alla gioia è impressa nell’intimo dell’essere umano… la gioia di vivere, la

gioia di fronte alla bellezza della natura, la gioia di un lavoro ben fatto, la gioia del servizio, la gioia dell’amore sincero e puro. E se guardiamo con attenzione, esistono tanti altri motivi di gioia: i bei momenti della vita familiare, l’amicizia condivisa, la scoperta delle proprie capacità personali e il raggiungimento di buoni risultati, l’apprezzamento da parte degli altri, la possibilità di esprimersi e di sentirsi capiti, la sensazione di essere utili al prossimo. E poi l’acquisizione di nuove conoscenze mediante gli studi, la scoperta di nuove dimensioni attraverso viaggi e incontri, la possibilità di fare progetti per il futuro. Ma anche l’esperienza, di ascoltare e suonare musica o di vedere un film, possono produrre in noi delle vere e proprie gioie.

Sono molti i giovani che si interrogano: è veramente possibile la gioia piena al giorno d’oggi? E questa ricerca percorre varie strade, alcune delle quali si rivelano sbagliate, o perlomeno pericolose. Ma come distinguere le gioie veramente durature dai piaceri immediati e ingannevoli? Come trovare la vera gioia nella vita, quella che dura e non ci abbandona anche nei momenti difficili?

2. Dio è la fonte della vera gioia… Dio vuole renderci partecipi della sua gioia, divina ed eterna, facendoci scoprire che il

valore e il senso profondo della nostra vita sta nell’essere accettato, accolto e amato da Lui… io sono voluto, ho un posto nel mondo e nella storia, sono amato personalmente da Dio.

3. Conservare nel cuore la gioia cristiana… Cari giovani, non abbiate paura di mettere in gioco la vostra vita facendo spazio a Gesù

Cristo e al suo Vangelo; è la strada per avere la pace e la vera felicità nell’intimo di noi stessi, è la strada per la vera realizzazione della nostra esistenza di figli di Dio, creati a sua immagine e somiglianza.

4. La gioia dell’amorePensando ai vari ambiti della vostra vita, vorrei dirvi che amare significa costanza, fedeltà,

tener fede agli impegni… i nostri amici si aspettano che siamo sinceri, leali, fedeli, perché il vero amore è perseverante anche e soprattutto nelle difficoltà. E lo stesso vale per il lavoro, gli studi e i servizi che svolgete. La fedeltà e la perseveranza nel bene conducono alla gioia, anche

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se non sempre questa è immediata.Per entrare nella gioia dell’amore, siamo chiamati anche ad essere generosi, a non

accontentarci di dare il minimo, ma ad impegnarci a fondo nella vita, con un’attenzione particolare per i più bisognosi. Il mondo ha necessità di uomini e donne competenti e generosi, che si mettano al servizio del bene comune. Impegnatevi a studiare con serietà; coltivate i vostri talenti e metteteli fin d’ora al servizio del prossimo.

5. La gioia della conversioneCari giovani, ricorrete spesso al Sacramento della Penitenza e della Riconciliazione! Esso è

il Sacramento della gioia ritrovata. 6. Testimoni della gioiaCari amici, per concludere vorrei esortarvi ad essere missionari della gioia. Non si può

essere felici se gli altri non lo sono: la gioia quindi deve essere condivisa. Andate a raccontare agli altri giovani la vostra gioia di aver trovato quel tesoro prezioso che è Gesù stesso.

Siate dunque missionari entusiasti della nuova evangelizzazione! Portate a coloro che soffrono, a coloro che sono in ricerca, la gioia che Gesù vuole donare. Portatela nelle vostre famiglie, nelle vostre scuole e università, nei vostri luoghi di lavoro e nei vostri gruppi di amici, là dove vivete. (Dal Vaticano,15 marzo 2012 Benedictus Pp. XVI).

L’educazione è questione di cuore, basta averne, oggi, la Password…L’educazione secondo don Guanella è specialmente opera di cuore. L’educazione è in

primo luogo un processo che mette in comunicazione il mondo interiore delle persone in uno scambio reciproco di pensieri, affetti e aiuto.

Essa non si riduce a una sequenza di azioni compiute secondo una specifica metodologia; è piuttosto una relazione desiderata, voluta e amichevole con l’altro, che, rispondendo con sentimenti di amicizia, invia messaggi e stimoli.

In tal modo nel cercare la crescita dell’altro, si tende anche alla propria e mentre si favorisce il suo perfezionamento, si ottiene anche il proprio.

Che educare sia difficile lo sanno tutti. Che nell’educazione è posto il futuro di una famiglia, di una società, della comunità ecclesiale è tanto evidente quanto necessario visto che la Chiesa italiana si è data per i prossimi 10 anni il compito di “educare alla vita buona del Vangelo”. Il Papa Benedetto XVI per primo, poi, con lui, tutta la Chiesa, ma anche la società civile si siano accorti d’essere in una emergenza ed urgenza educativa è altrettanto evidente. Oggi forse è addirittura necessario parlare di coraggio educativo. Educare è un’arte.

Difficile ma non impossibile. Un’arte di cui molti credono di possedere i segreti e a cui pochi si preparano, pur essendo un compito altamente difficile e stupendamente coinvolgente, totalizzante. Ma l’educazione non è solo strategia pedagogica che, per quanto necessaria, comunque risulta essere insufficiente e non appagante oltre che non esaustiva. Occorre metterci il cuore. Occorre investire sul rapporto personale che diventa relazione sana, costruttiva e dialettica. “L’educazione è cosa di cuore e Dio solo ne è il padrone”.

Il cuore per lui abbraccia la totalità della persona, è il cuore biblico: luogo in cui l’essere umano decide l’orientamento della sua vita, plasma la propria volontà e opera scelte concrete. Sede delle motivazioni che muovono interiormente ad agire, il cuore può rivelare la profondità delle aspirazioni che solo Dio conosce pienamente. “L’uomo – infatti – guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore”; un cuore capace di amare e perdonare, aperto alla compassione e alla

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comunione universale. Il vero problema è che è necessario dialogare col cuore dei bambini, dei ragazzi e dei giovani. Per poterlo fare occorre essere in relazione con loro. Possedere la password per entrarci è la maggiore sfida e il risultato più gratificante. Don Bosco, Don Guanella sono veri educatori perché propongono progetti di vita, commisurandoli alla realtà di ogni giovane e all’ambiente in cui può crescere e maturare. Dall’altra, colgono attraverso i loro figli spirituali, i nuovi fermenti, i bisogni emergenti della realtà in cui vivono e cercano di rispondervi con la passione per lo sviluppo integrale dei giovani, che mettono in moto l’inventiva e moltiplicano le energie. Questo significa applicare il sistema preventivo a preferenza di quello repressivo. Più facile il secondo ma più proficuo il primo anche se più lento e dispendioso. Una delle password per aprire e dialogare col cuore dei giovani è lo slogan pedagogico: “che i giovani non solo siano amati, ma che essi stessi conoscano di essere amati” consentirà di ottenere dei risultati Il risultato sarà la serenità e la crescita armoniosa e libera di tanti bambini, ragazzi e giovani: la società di domani. E non sarà poco.

Manifesto della spiritualità guanelliana

“Noi giovani crediamo possibileripercorrere anche oggi l’itinerario spirituale del Beato Luigi Guanella.Quando cantiamo o soffriamo, quando lavoriamo o amiamo,quando ci fermiamo ed incerti cerchiamo la verità,siamo sicuri che sul nostro cammino c’è Dio Padre buonoche veste i gigli del campo, e nutre gli uccelli del cielo.Un padre ricco di misericordia, che nell’ Eucaristia assume e trasformala nostra fragilità umana, formando in noi un cuore grande, come il cuore di Cristo. Personalmente

e in gruppo ci impegniamo con costanza e tenacia per accogliere, promuovere e costruire il regno della carità,

seguendo Gesù buon Samaritano.Consapevoli che è Dio che fa, troviamo motivi di speranzaanche nei sacrifici e nelle difficoltà della vita.Legati dal medesimo vincolo della carità,ci sentiamo membri della grande famiglia Guanellianae con semplicità e gioia rivolgiamo la nostra sollecitudineal fratello povero e bisognoso.A Maria, Madre della Provvidenza, affidiamo i nostri desideri e i nostri progetti e dietro i passi

del Beato Luigi Guanella,nostro amico e guida, continuiamo a camminare verso la casa del Padre”.

ULTIMO APPELLO ALLE AGENZIE EDUCATIVE: … essere punto di riferimento L’obiettivo principale di questo lavoro di lettura, progettazione e investimento, sarà quello

di offrire ai ragazzi delle persone che siano “punto di riferimento”. In questa espressione possiamo collocare un’immagine, quella del cammino: gli adolescenti, nell’avventura della loro crescita, devono sentire di incontrare persone che stiano accanto a loro per qualche tratto, più o meno lungo di strada.

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Il punto di riferimento è capace di guidare, è presente anche nei tratti confusi e difficili, mostrando i passi giusti e le forze da impiegare, attendendo con pazienza, senza mai allontanarsi troppo, ma senza neanche mandare allo sbaraglio.

Il punto di riferimento permette una verifica, il discernimento delle svolte da compiere e della direzione da tenere. E se, come a volte succede, si smarrisce il cammino, il punto di riferimento è qualcuno a cui tornare per ripartire. Al di là dell’immagine, gli educatori sono chiamati a essere snodo di collegamento visibile e concreto tra la Comunità cristiana e i ragazzi stessi. Essi saranno punti di riferimento affidabili, persone in cui poter riporre fiducia anche in momenti di tensione, crisi, smarrimento.

Gli educatori sono “segni” visibili della cura della Comunità verso i ragazzi dove ciascuno si possa sentire “chiamato per nome”, conosciuto e valorizzato per quello che è; fanno esperienza di non essere individui isolati ma inseriti nella famiglia più grande che è la Chiesa ed il mondo.

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PARTE PRIMA

LA RELAZIONE:

1. La corporeità2. L’amicizia3. L’amore di coppia4. La famiglia5. La relazione con Dio

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1. La corporeità

Aiutare gli adolescenti ad entrare in comunicazione con il proprio corpo, da diversi punti di vista: percezione di sé e del proprio aspetto, gestualità, comunicazione non verbale, interventi più o meni invasivi (abbigliamento, piercing, tatuaggi, ecc). Educare i ragazzi a superare la versione distorta del proprio corpo tipica della loro età, soffermandosi sulla “cura” di sé, intesa come preoccupazione e difficoltà ma anche come responsabilità positiva e quotidiana verso il corpo…

…che comunica: “sono solo i superficiali a non giudicare dalle apparenze” (Oscar Wilde). Partendo da questo aforisma provocatorio di Wilde, si può riflettere sul corpo come nostro “biglietto da visita” che ci presenta agli altri, analizzando il modo di vestire, la comunicazione non verbale, l’atteggiamento.

Quanto ritengo importante l’aspetto fisico? Il mio atteggiamento e il mio aspetto comunicano qualcosa di chi sono io o dei valori in cui credo oppure mi adeguo alla massa?

…che cambia: l’adolescenza è un’età di passaggi e cambiamenti, sia dal punto di vista fisico che interiore. I due livelli non viaggiano certo separati! Si può riflettere sia sul rapporto con il proprio corpo e i suoi cambiamenti sia sulle difficoltà di accettarsi e sentirsi accettato dal gruppo e dalla società. Si possono mettere a confronto due diversi modi di vivere la corporeità: il disagio del corpo, che si manifesta ad esempio nell’anoressia e nella bulimia ma anche nella esasperata ricerca di un fisico perfetto, e il prendersi cura del proprio corpo in modo sano, come ad esempio avviene nello sport.

Come vivo il confronto con i modelli imposti dalla società? Fino a che punto influiscono sul rapporto che ho con il mio corpo?

…ascoltare: il corpo non è semplicemente una proprietà sulla quale agire a proprio piacimento o una macchina. È una parte fondamentale di noi stessi che ha dei limiti e che dobbiamo saper ascoltare.

Il problema delle dipendenze e degli interventi sul proprio corpo (da piercing e tatuaggi fino alla chirurgia plastica): so comprendere ciò che mi danneggia?

… come tempio dello Spirito: sei un figlio di Dio…

LABORATORIO: ricerca su internetIL MONDO VISTO ATTRAVERSO: un LIBRO, una CANZONE, un MUSICAL, un FILM

…un Libro: dicono di teEZIO ACETI, Alla scoperta di te stesso. Guida per adolescenti ed educatori, seconda edizione

ampliata, Editrice Ancora, Milano, 1996.Un “manuale”, frutto di un confronto diretto su diverse problematiche, e una descrizione

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L’educazione sessuale accoglie in sé la dimensio-ne dell’affettività, della morale e dell’etica, perché solo in questo modo si può giungere a vivere questa fondamentale energia vitale della persona in modo armonico e che nello stesso tempo va coltivata e fatta maturare in tutta la sua bellezza e ricchezza.

del mondo e delle caratteristiche tipiche dell’adolescenza, con un’attenzione particolare allo sviluppo e alla maturazione fisica, psicologica e affettiva. Un testo utile per aiutare l’adolescente a comprendere e vivere in modo più sereno la propria corporeità.

…una CANZONE:Noi Ragazzi Di Oggi di Miguel Bosè

…un’altra Canzone: cantano su di te: DON’T LET ME GET ME di PinkUna canzone che parla del disagio verso se stessi e il proprio corpo nell’adolescenza. Io

come sto con me stesso? Come affronto questi momenti?

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…un Musical: Spettacolo teatrale in cui parti recitate si alternano a parti musicali cantate e/o danzate.

A partire dal musical “Forza venite gente” può essere interessante soffermarsi sulla figura del padre di Francesco che, preso dalla sua attenzione ai beni materiali, fatica a comprendere il figlio, il suo nuovo stile di vita e il messaggio d’amore evangelico.

Com’è che dice? (ricordando improvvisamente) Ah...dice: ama il prossimo tuo come te stesso. Ma chi l’ha detto, ma di chi? In che senso? Ma se io non amo me stesso? Metti caso che mi faccio schifo, e non poco, e allora? Come la scavalchiamo, ‘sta montagnola? Ma che pretendi, che io a me stesso mi faccia schifo e gli altri li ami? Comodo! Sai che ti dico? (sentenzia, drastico) Quando avranno fame torneranno a casa!

…Un Film: Opera cinematografica su varie tematiche sociali

Ragazze interrotte di James MangoldRimanere nel disagio o darsi una seconda possibilità? Una storia estrema e un film piuttosto

forte per riflettere sulle fughe da se stessi e sulla capacità di liberarsi da ciò che non ci rende liberi, così come fa la protagonista Susanna (Winona Rider) la quale, grazie alla scrittura, riesce a superare i suoi problemi psicologici. Richiede analisi e critica.

Forrest Gump di Robert ZemeckisLa strana storia di Forrest (Tom Hanks), un ragazzino con problemi mentali e fisici

emarginato dai coetanei ad eccezione dell’amata Jenny. Uno sguardo sulla propria vita limpido, semplice e positivo, capace di superare la difficoltà di farsi accettare per quello che si è e le sofferenze della vita.

…L’adolescente interroga CRISTO (ricerca nel Vangelo o in Internet questi brani)– Il corpo come tempio dello Spirito: 1Cor 6, 19-20.– Ama il prossimo tuo come te stesso: Mt 19,19; Mc 12,31; Lc 10,27.– Signore tu mi hai fatto come un prodigio (il corpo come dono): salmo 71.– Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona: Gn 1, 31 e salmo 8.– Sottolineare l’importanza del corpo umano a partire dal fatto che Dio si è incarnato.

…L’adolescente Interroga la ChiesaÈ molto importante che i ragazzi sappiano cosa pensa la Chiesa sulla tematica in questione.

Si può fare riferimento al Magistero, a partire dal compendio del CCC, al pensiero del Papa, ma anche alla testimonianza di persone “lontane” (i santi) e “vicine” (le persone della propria comunità).

LABORATORIO:L’adolescente interroga La Comunità Civile

I ragazzi, muniti di questionario, penne e quant’altro possa rendere l’attività più “frizzante”,

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dovranno cercare dei fedeli da intervistare. Possono rivolgersi a chiunque, dal sacerdote alla persona che si vede solo la domenica, dall’animatore al ragazzo che gioca a pallone. Tutta le persone devono essere coinvolte. L’intervista deve mirare a ricercare sia gli elementi sui quali si è riflettuto con i ragazzi, sia elementi appartenenti alle figure dei santi che si esamineranno in seguito come:

San Francesco: Sottolineare la paura di Francesco che la morte lo cogliesse vanitoso. E in ragion di questo, non si è mai comprato un saio nuovo nonostante quello che indossasse (conservato nella basilica ad Assisi) era ormai costituito più da toppe che da altro.

Beato Giuseppe Moscati: Medico del corpo e dell’anima. Memore delle parole del Signore: “ero malato e mi avete visitato” (Mt 25, 36), Giuseppe vedeva Cristo stesso nel malato, che, nella sua debolezza, nella sua miseria, nella sua fragilità e insicurezza, a lui si rivolgeva invocando aiuto; vedeva chi gli stava innanzi come una persona, un essere in cui c’era un corpo bisognoso di cura, ma anche un essere in cui vi era uno spirito anch’esso bisognoso di aiuto e di conforto.

LABORATORIO II Preparazione di una liturgia, con i canti che i ragazzi conoscono bene, con le preghiere spontanee, con il raccoglimento silenzioso e con tutto ciò che è gradevole alla vista (i segni).

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2. L’amicizia

Il termine AMICIZIA: “è un sentimento di affetto vivo e reciproco tra due o più persone dello stesso o di differente sesso, ma anche tra esseri umani ed esseri appartenenti al mondo degli animali. È considerato uno dei più importanti stati emozionali, dopo l’amore universale, alla base della vita sociale, perché fonte di collaborazione al benessere comune, aiuto e condivisione di momenti importanti”.

L’Amicizia è: Condivisione di segreti e complicità, Affinità di natura e comunanza di ispirazioni, Passare insieme dei momenti unici, Condividere un giocattolo, Fiducia e intesa reciproca, Potersi rilassare e lasciarsi andare, Poter sempre e comunque contare sull’altro.

Un sorriso al momento giusto, Parlare lo stesso linguaggio, Capirsi con uno sguardo....è vero, dopo l’amore l’amicizia è il sentimento più importante e “ricorrente”, fa parte della

nostra vita ogni giorno, fa parte del nostro essere e penso che non ne potremmo mai fare a meno… un amico è una persona che ti sta vicina nei momenti del bisogno, che ti ascolta in silenzio e ti capisce anche solo con uno sguardo, senza parlare, ti consiglia per il meglio, che ti da tutto se stesso senza secondi fini...l’amicizia è come l’amore per certi versi, da noi si dice: “un panierino và e un panierino viene”, sarebbe un dare e un avere, uno scambio reciproco, di fiducia, di segreti, di affetto, di complicità, di sensazioni, di opinioni e consigli, di consapevolezza che qualunque cosa accada l’altro per noi ci sarà sempre, nei momenti belli ma soprattutto nei momenti brutti e difficili, una spalla su cui piangere e contare per risollevarci dalle tenebre e dal buio del dolore e del dispiacere, il raggio di sole e l’orizzonte di serenità e felicità che ci da la forza di rimetterci in piedi e ricominciare a camminare...insieme, per mano, sul binario del nostro destino, che pur non incrociandosi mai con il suo corre sempre parallelo al nostro...

...quando piangi le lacrime che segnano il tuo viso possono essere amare se nessuno le raccoglie, ma se accanto a te c’è un amico queste lacrime non saranno più amare, perchè condivise e raccolte da una persona che ti vuole bene, che ti accetta per come sei, con i tuoi pregi e con i tuoi difetti! Io penso che per certi aspetti l’amicizia possa essere meglio dell’amore, è vero che come l’amore inizia e può finire in un attimo, per un’incomprensione, per una cosa detta “male”, ma l’amore per una persona finisce, passa e la vita va avanti, ma un’amicizia vera… quella rimane per sempre, qualunque persona o cosa entri a far parte della nostra vita!!

C’è una sostanziale differenza tra amici e conoscenti: i conoscenti sono quelle persone che incontri diciamo occasionalmente, possono essere i colleghi di lavoro, i compagni di studi, quelli con cui parli ogni tanto o con i quali vai a fare una bevuta una sera, ma gli amici no...gli amici quelli veri sono tutt’altro, sono un pezzetto di te, una parte irrinunciabile del tuo essere che non può mai mancare! Di conoscenti ne ho tanti si, ma di amici veri anzi, di amica vera io ne ho solo una.

L’amicizia può avere sfumature diverse. Ci possono essere amicizie superficiali e altre più profonde, alcune basate su pochi interessi comuni, altre su valori e ideali importanti. L’amicizia più vera è quella che implica il dono di sé, che non cerca il proprio tornaconto ma che desidera solo il bene dell’amico, e che la sua forma più alta è quella vissuta nella vita di fede. Quando l’amore di amicizia è vissuto nell’amore di Dio, allora l’amicizia non è più solo umana ma diventa un’amicizia spirituale, che ha in Dio il suo fondamento.

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L’amore e l’amicizia …… un giorno l’amore incontrò l’amicizia e le chiese :”cosa servi a fare se ci sono già io così grande e così bello?” L’amicizia rispose :”vado a portare un sorriso dove tu lasci una lacrima...”

Le amicizie non sono tutte uguali, la differenza è data dalla singolarità della persona. Le caratteristiche fondamentali dell’amicizia sono la RECIPROCITÀ e il DISINTERESSE. Non ci può essere una vera amicizia che non sia corrisposta, né che non sia gratuita. L’amicizia è vivere in comunione con l’altro, accettare l’altro per quello che è.

Elementi dell’amicizia: – La fiducia: l’amicizia non nasce da un giorno all’altro, ha bisogno di tempi, brevi o lunghi

che siano, ha bisogno di crescere e imparare ad aver fiducia nell’altro.– L’amore: l’amicizia deve avere a fondamento l’amore verso l’altro, bisogna imparare a

voler bene all’altro per poter fondare un’amicizia.

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– Fedeltà e libertà: l’amicizia è sempre un rischio, l’amico potrebbe tradire la nostra fiducia; tuttavia è un rischio che va affrontato.

L’amicizia è necessaria alla vita: non c’è una vita piena senza amicizia. C’è un’amicizia cristiana? I cristiani vivono un’amicizia diversa dagli altri? Nella misura

in cui il cristiano è aperto all’amore di Dio e impara ad amare gli altri in Lui, le sue amicizie non rimangono solo relazioni umane fondate su una affinità caratteriale ma hanno come fondamento Dio stesso, il suo amore e la sua fedeltà.

LABORATORIO… L’adolescente interroga la VITA facilitato da due canzoni – due film

– un laboratorio

…Canzone: Cantano su di te:– Amico – Renato Zero– Ti voglio bene – Tiziano Ferro

…dei Film “il mio migliore amiCo” di Patrice Leconte, Francia, 2006. François è un antiquario di

successo. Durante una cena per il suo compleanno, la sua socia gli fa notare… che non ha un amico! Un’agenda piena di incontri, appuntamenti e relazioni non basta a dimostrare di avere degli amici. La sfida è lanciata: François avrà dieci giorni per presentare il suo migliore amico! Nel taxi di Bruno inizia a setacciare Parigi alla ricerca di ex compagni di scuola, conoscenti, possibili amici, senza rendersi conto che, forse, proprio quel conducente di taxi potrebbe risolvere il suo problema…

“mai più Come prima” di Giacomo Campitoti, Italia, 2005. A Roma Lorenzo, Giulia, Enrico, Martina, Fava e Max sono alle prese con gli esami di maturità. I rapporti tra i ragazzi sono un po’ superficiali, e conflittuali quelli con i genitori. I sei ragazzi non sono grandi amici ed è quasi per caso che partono insieme per la vacanza. Vorrebbero andare al mare ma finiscono in montagna. Partono per un trekking che, passo dopo passo, si trasforma in una sfida, tra di loro ma anche con se stessi.

“madagasCar” di Eric Darnell, Usa, 2005. Un gruppo di animalisti libera dallo zoo di New York una giraffa, una zebra, un ippopotamo e un leone. Abituati a vivere in cattivita’, i 4 non riescono ad ambientarsi nel selvaggio habitat del Madagascar, dove finiscono per trovarsi, e anche quando “sopravvivono”, sono comunque dei diversi.

…un laBoratorio: l’ università dell’amiCizia

Ci si immagina di dover istituire l’“Università dell’amicizia”... Si definisce perciò il corso: titolo del corso universitario, docenti, programma di studi, orario settimanale (con più o meno ore per ciascuna materia), tirocini, condizioni di ammissione agli esami... Dopo aver lavorato in gruppo, si prevede un momento personale: ciascuno si interroga sulla materia in cui si sente più bravo e su quelle in cui avverte di dover imparare (magari riflettendo su cosa potrebbe aiutarlo ad assicurarsi la promozione).

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diCono sull’amiCizia

– Un amico è uno che non pretende niente da me. (Sonia, Torino).– Io non ho amici ma, “chi non mi ama non mi merita”. Peggio per loro! (frandy 72).– Se ti senti veramente un amico, non tradirmi mai, e se hai qualche cosa dentro al cuore da

dirmi, dilla quando vuoi. (Marco Armani).– ...e per difendermi un vero amico anche bugiardo è. (Dario Baldan Bembo).– Per me il termine “amicizia” ha un solo significato di “sottile sfruttamento” (Ruggero).– Tra l’amicizia e l’amore c’è la distanza di un bacio (frase in un noto cioccolatino).– Un amico, se è un “vero” amico, deve sgridarmi spesso per migliorarmi (Franco).– I maschi si che sanno essere veri amici, anche se competono; noi ragazze, invece, facciamo

solo sorrisini ipocriti: la nostra invidia è un gioco al massacro. (Laura, PN)– Gli amici sono come gli ombrelli: quando servono non ci sono mai! (Detto popolare).– Non può esserci amicizia fra un uomo e una donna: gli uomini ti sono “amici” ma solo per

finta, e ti lasciano sola non appena capiscono di non potere ottenere niente di più. (Dal film ‘Harry, ti presento Sally).

– Caro amico ti scrivo , così mi distraggo un po’ - L’amico come passatempo – (L. Dalla).– Ad un amico puoi raccontare tutto, ma è meglio che dimentichi i suoi difetti (Flavio, VE).– L’amico è il primo che corre da te... quando ti vergogni perfino a chiamarlo (D.B. ’77).– Chi trova un amico, trova un tesoro (Sir 6,5-17).– L’amico fa sempre il primo passo (Marina). – Ti conosco da due minuti, ma sento che sei già un amico per me (Kristiane).

…L’adolescente interroga CRISTOL’amicizia è un valore profondamente radicato nel messaggio biblico, ed in esso noi

dobbiamo cercarne la sua definizione e descrizione. Nella Bibbia essa si realizza non solo a livello umano, ma anche fra la creatura umana e Dio. Abramo viene chiamato “amico di Dio” (Is 41,8). Abbiamo poi l’esempio dell’amicizia fra Davide e Gionathan (1 Sam 18,1). Troviamo poi l’amicizia fra Ruth e la suocera Naomi, quella di Maria con sua cugina Elisabetta, e poi quella dell’apostolo Paolo con Marco…

testi BiBliCi

– “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. Nessuno ha amore più grande di questo: dare la propria vita per i suoi amici. Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando. Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa ciò che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udito dal Padre mio. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi; e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto sia duraturo, affinché qualunque cosa chiediate al Padre nel mio nome, egli ve la dia” (Gv 15,12-16).

– “Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una gran folla con spade e bastoni, mandata dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo: “Quello che bacerò, è lui; arrestatelo! ”. E subito si avvicinò a Gesù e disse: “Salve, Rabbì! ”. E lo baciò” (Mt 26, 47-49).

– “Era allora malato un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella…” (Gv 11).

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…L’adolescente interroga la Chiesa

– aelredo di rievaulx, L’amicizia spirituale. “Quale felicità, quale sicurezza, quale gioia avere uno con cui tu abbia libertà di parlare

come te stesso, uno cui poter senza timore confidare i tuoi sbagli, uno al quale poter rivelare senza arrossire i tuoi progressi nella vita spirituale, uno cui affidare i tuoi segreti progetti del tuo cuore! Cosa può esservi di più gioioso dell’unione di un animo con un altro, di due che diventano uno… Un amico, dice il saggio, è una medicina per la vita (Sir 6,16). Eccellente, davvero!”.

– san FranCesCo e santa Chiara

Sottolineare la bellissima amicizia spirituale vissuta da questi due santi.

– testimonianze degli animatori

Portare la testimonianza personale degli animatori riguardo l’amicizia. Gli animatori potrebbero portare qualche loro amico al gruppo.

laBoratorio ii: inContrare Cristosalmo 133 “Ecco quanto è bello e quanto è soave che i fratelli vivano insieme!...”.segno Si potrebbe realizzare un puzzle con al centro Cristo e attorno tanti personaggi legati tra

loro da tanti fili che poi convergono verso il Signore. Dopo la meditazione ciascuno dei presenti dovrebbe prendere uno dei pezzi del puzzle - a simboleggiare che l’amicizia ci lega e che ciascuno di noi non è un unico ma fa parte di una rete, di un mosaico con al centro Cristo.

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3. L’amore di coppia

Ci sono sentimenti positivi e negativi: più che della promozione dei primi e della rimozione dei secondi, si tratterà di sapersi leggere nei propri sentimenti e di imparare ad orientarli nella propria vita per la costruzione di un progetto d’amore. Lo “stare insieme” nella coppia ragazzo-ragazza, per essere vissuto nella bellezza dell’amore vero, non va consumato ma costruito passo dopo passo con l’aiuto di Dio e dei fratelli.

…L’adolescente interroga la VITA – Preparare la registrazione di interviste che riguardino lo “stare insieme” oggi. Le persone

intervistate possono anche essere divise in fasce d’età (adulti, giovani, ragazzi) in modo da poter fare poi una comparazione tra i diversi modi di pensare.

– Far vedere uno spezzone del programma “Uomini e donne” di Maria De Filippi (alcune parti e video possono essere scaricati da internet, dal sito www.mariadefilippi.mediaset.it) rispetto a come viene concepito il rapporto di coppia.

– Leggere un pezzo de Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupery e spiegarlo in seguito come esempio di avvicinamento di un’altra libertà. Si può fare riferimento alla storia del principe con la volpe.

Testimonianze:

(Marco, 22 anni)“Federica è una ragazza speciale. Da quando sto con lei il cielo mi pare sempre azzurro.

Quando usciamo mi bastano i suoi sguardi per capire quanto mi ama. Non siamo una coppia appiccicosa però quando ci abbracciamo si capisce che il nostro amore è speciale. Quando è lei a prendermi per mano o a darmi una carezza sul volto, specie nei momenti tristi, mi passa tutto e sembra per incanto che mi torni la gioia. Non mi sento solo. Non mi servono le parole. I suoi gesti sono così puliti, semplici e pieni di amore, che dimentico tutto, mi squaglio, anche quando magari il giorno precedente mi ha fatto arrabbiare”.

(Giulia, 20 anni)Sono tornata dalle vacanze, e Giorgio è cambiato. L’ho visto più freddo verso di me. Era il

mio migliore amico. Mi chiamava sempre “Giulietta”; è stato sempre per me come un fratello. Non so perché sia cambiato. Mi mancano i suoi abbracci, il suo affetto, i suoi bacetti, i suoi sorrisi, la sua mano sulla spalla, il mio poggiare il capo sul suo petto quando avevo bisogno di coccole. Con lui potevo parlare di tutto, ma soprattutto mi sentivo accolta, capita, amata. Un grande amico. Anche il mio ragazzo se n’è accorto e gli dispiace perché mi vede triste. Non faccio che piangere la sera da diversi giorni. Non ho il coraggio di chiedergli il perché. Forse ho capito! Non l’ho cercato mai questa estate, e anche l’estate scorsa ho fatto lo stesso. Ogni volta per tre mesi non mi faccio mai sentire. So che mi ha cercato più volte. Sono proprio una stupida. Non sono capace di dimostrare il mio affetto verso di lui e magari pensa che io non ci tenga a lui. È vero, Sono proprio una bambina capace solo di ricevere attenzioni e di non

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“Il primo Amore non si scorda mai”Quando si esplora per la prima volta un sentimen-to bello e intenso come l’amore la sensazione è quella di sentirsi un po’ frastornati perché le emo-zioni che proviamo sono completamente nuove e si fanno strada dentro di noi con la forza di un ci-clone: mani sudate, battito del cuore accelerato e la capacità di pensare alla nostra anima gemella anche per intere giornate e nottate.Quindi forse è proprio per questo che il vero amo-re non si scorda mai??

dare. Qualche volta lo faccio anche col mio ragazzo e questo ci fa litigare. Vorrei scrivere a Giorgio una lettera per dirglielo, ma ho paura di fare un buco nell’acqua. Ho bisogno dei suoi gesti di amicizia e di affetto, ma forse anche lui ha bisogno dei miei, almeno lo spero. Non so se riuscirò a dirglielo, ma spero tanto che lui faccia il primo passo e tutto torni come prima”.

LABORATORIO: La parola ai giovani: da queste esperienze, di Marco e Giulia, creare una tavola rotonda dove ognuno si possa

esprimere.

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… L’adolescente interroga CRISTO

– Cercare di fare una prima differenza tra emozione, istintiva e passeggera, e sentimento, come qualcosa che va costruito gradualmente, che cresce, che può durare (vedi Il tempo del batticuore, in www.chiesagiovane.it/sussAni.html). Il sentimento più grande è l’amore. L’amore, quello Vero, è quello di Dio, disinteressato, quello che Cristo ci ha insegnato. È a quel tipo di amore che bisogna puntare in un rapporto.

– Dio ci ha fatto a sua immagine e somiglianza perciò ci dona le sue stesse capacità, in particolare quella di amare e quella di generare. Ora, Dio ci ama e ci chiama a diventare persone vive, libere, capaci di fare scelte mature e di incontrare l’amore. Ma come avvicinare un’altra libertà? Con il fascino, perché solo con questo l’altro si muove e viene coinvolto. Per acquisire un grande fascino occorre essere come Cristo: è il Dio fatto uomo e non ci può essere altra creatura sulla faccia della terra più affascinante di Lui

Il pozzo di Sicàr (Gv 4, 1-42). Per conquistare l’altro, dobbiamo prendere esempio da Gesù e assumerne i tratti; apprendere la sua stessa arte d’amare, fatta di cortesia e sensibilità. Gesù si ferma al pozzo, luogo di appuntamento con l’amore (vedi Gn 24 in cui il servo di Abramo cerca moglie per Isacco e per trovarla si ferma vicino un pozzo e lì incontra Rebecca). Sedersi presso un pozzo significa dedicare tempo ed energie all’amore; significa fuggire la logica della cultura contemporanea che ci fa vedere le cose materiali come le più importanti.

… L’adolescente Interroga La Chiesa

– Deus caritas est di Benedetto XVI, la parte che si riferisce alla differenza tra Eros e Agape.

– Testimonianze prese anche dal libro de La bottega dell’orefice di Karol Wojtyla.

– Testimonianza di una coppia di sposi.

– Un personaggio molto “moderno” e vicino all’esperienza degli adolescenti potrebbe essere Sant’Agostino (qualche passaggio delle Confessioni).

CANZONE: Noi Ragazzi Di Oggi di Miguel Bosè (ricerca delle testo della canzone su internet).

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4. La famiglia

Partendo dalla realtà di tante famiglie separate, rotte, riflettere sull’immagine positiva della famiglia nel piano di Dio.

Affrontare questo tema sotto tre aspetti:a) loro appartengono a una famiglia dalla quale provengono e con la quale si

rapportano;b) i ragazzi, crescendo, dovranno scegliere e formare la propria famiglia;c) non dimenticare mai che facciamo parte della grande famiglia nella fede che è la

Chiesa.

… L’adolescente interroga la VITA con l’aiuto di un film e con un LABORATORIO1 – Si mostrano diversi spezzoni del film “E tu ricordati di me” e si invitano i ragazzi a

dire come pensano che andrà a finire il rapporto fra i protagonisti del film, che affrontano i problemi legati alla separazione e si interrogano su quali siano i valori per cui vale la pena scommettere nella famiglia, considerando gli attriti quotidiani e talvolta perfino il tradimento.

Recensione del film: Cosa manda in tilt la famiglia Ristuccia (marito, moglie, figlio e figlia: quattro mediocri)? Il padre che tenta il remake di un amore di gioventù, ma finisce sotto un’auto. La famiglia sembra ricomporsi, ma è un’illusione. Osannato dalla critica con poche eccezioni, lanciato alla grande (600 copie) con soddisfacenti incassi, il film, scritto con Heidrun Schleef, conferma che G. Muccino è il vero continuatore di Castellano & Pipolo e dei fratelli Vanzina, ma con una marcia in più: la scorrevolezza dinamica dell’azione che fa dire ai lodatori: ma come gira bene! Qui il dinamismo si risolve in un ritmo veloce senza vere motivazioni e in dialoghi mitragliati da attori ansimanti, alle prese con personaggi fortemente connotati in tipi: il Sognatore Fatuo, la Moglie Isterica, l’amante Volitiva, l’Adolescente Insicuro. Così amara e così falsa – anche senza contare le inverosimiglianze di fatto – la commedia passa per una sarcastica denuncia della volgare mediocrità televisiva dell’Italia d’oggi.

2 – LABORATORIO: Dibattito sul rapporto genitori-ragazzi:Il gruppo dei ragazzi si mette a confronto con un gruppo di educatori che interpretano il

ruolo di genitori. Un educatore insieme ad un ragazzo fanno i giudici del dibattito. A turno esprimono i motivi per cui credono di avere ragione nello stabilire regole di

comportamento in diverse situazioni (orario per uscire da casa, amicizie e fidanzamento, uso di cellulare, motorino, ore piccole e di internet…).

A metà dell’attività, si scambiano i ruoli: gli animatori fanno il ruolo dei ragazzi e i ragazzi, invece, debbono agire come se fossero i genitori dando ragioni sulle precedenti situazioni.

Lo scopo di questa attività è poter comprendere meglio i diversi punti di vista del rapporto spesso conflittuale genitori-ragazzi sullo stesso argomento, mettendosi nei panni dell’altro.

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LA FAMIGLIAPer me la famiglia è importantissima certo, sono le fon-damenta di un progetto che è l’individuo... ma c’è da dire che devi nascere con la stella...avere la fortuna di essere frutto di due menti equilibrate, sagge e quant’al-tro sia necessario per mettere a mondo dei figli... e sap-piamo bene che non sempre è così.Per quanto riguarda il ruolo della famiglia nella nostra vita... a mio parere dovrebbe formare, educare, proteg-gere, coccolare... ciascuno di noi, ma soprattutto aiu-tarci a diventare il prima possibile indipendenti da quel nucleo iniziale! (rendendoci capaci di mettere al mon-do una nuova famiglia o semplicemente conservare la nostra indipendenza...) poi chiaramente la tua famiglia d’origine sai che c’è sempre. È un baluardo.

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L’adolescente interroga CRISTONelle settimane scorse sono venute alla luce diverse situazioni da affrontare relative al

rapporto dei ragazzi in famiglia. Queste problematiche vengono scritte in diversi cartoncini per ricordarle bene, mostrandole

come sfide che possono essere superate, ma che esigono da parte nostra di vivere le caratteristiche dell’amore cristiano.

Applichiamo l’inno alla carità di San Paolo a queste diverse situazioni, analizzando e sviluppando ciascuna di queste caratteristiche.

I ragazzi si possono dividere per gruppetti, dando a ciascuno di essi alcune sfide che sono associate a una o due caratteristiche della carità cristiana accennata nell’inno.

I Cor 13: La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, [5] non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.La carità non avrà mai fine.

L’adolescente interroga LA CHIESA– Leggere insieme e commentare l’articolo del giornale su questa famiglia:

I genitori di padre Gheddo verso la beatificazioneDa molti anni vi sono testimoni che parlano della loro “fama di santità”, nel vivere la

famiglia e la cura dei poveri: l’eroismo dentro le cose quotidiane. Roma (AsiaNews) – Inizia il processo diocesano per la beatificazione dei genitori di padre Piero Gheddo, del Pime, fondatore di AsiaNews.

Presto, l’arcivescovo di Vercelli mons. Enrico Masseroni, varerà il Tribunale informativo per l’esame dei testimoni e dei testi dei due Servi di Dio Rosetta Franzi e Giovanni Gheddo. La cerimonia si celebra a Tronzano (Vercelli), dove i due giovani militanti d’Azione cattolica godono ancor oggi di una solida “fama di santità”: senza nulla di straordinario, hanno vissuto la loro breve esistenza vivendo il Vangelo nelle gioie e nelle sofferenze di una normale famiglia, nella carità e nell’accettazione gioiosa della volontà di Dio.

Rosetta Franzi, nata a Crova (Vercelli) nel 1902, insegnante elementare, ha manifestato la sua santità soprattutto nell’amore al marito e ai tre figli. Molto religiosa e caritatevole con i poveri, da ragazza aveva curato l’asilo di Crova e insegnava privatamente a uomini e donne che non erano andati a scuola; da giovane sposa e mamma a Tronzano, partecipava all’Azione cattolica ed era catechista parrocchiale. Come sposa, nei sei anni di matrimonio, si è consacrata totalmente al servizio della vita con numerose gravidanze. Con papà Giovanni volevano tanti figli: ha dato alla luce Piero (1929), Francesco (1930) e Mario (1931); poi due aborti spontanei e il 26 ottobre 1934 è morta di parto e di polmonite a 32 anni con i suoi due gemellini di cinque mesi, che non sono sopravvissuti. Il parroco del suo paese natale, pochi giorni dopo la morte, ha celebrato la Messa di suffragio con i paramenti bianchi, dichiarando ai fedeli: “Sono stato il parroco e il confessore di Rosetta. Lei era un angelo ed è già in Paradiso. Non celebriamo la Messa da morto, ma cantiamo la Messa degli Angeli”.

Giovanni Gheddo, nato a Viancino (frazione di Crova) nel 1900, si è sposato nel 1928 con Rosetta e sono vissuti a Tronzano. Uomo di grande bontà e carità e membro attivo dell’Azione

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cattolica impegnato in varie opere parrocchiali, è ancora ricordato come “il geometra dei poveri”: faceva gratis il suo lavoro per i meno abbienti. Per la sua autorità morale e religiosa, era chiamato come “conciliatore” quando in paese succedevano liti: riusciva a portare la pace, appellandosi alla Divina Provvidenza e all’amore che deve regnare nelle famiglie e nella convivenza civile. Mandato in guerra in Russia per punizione di non essersi iscritto al Partito fascista (avrebbe dovuto restare a casa come padre vedovo di tre minorenni), è morto nel dicembre 1942 in Unione Sovietica con un gesto eroico di carità. Capitano d’artiglieria della divisione Cosseria, ricevuto l’ordine di ritirarsi mentre il 17 dicembre 1942 i sovietici avevano scatenato l’offensiva, avrebbe potuto mettersi in salvo con i suoi militari, ma ha detto al suo giovane sottotenente (che doveva restare nell’ospedaletto da campo con i feriti intrasportabili): “Tu sei giovane, devi ancora farti una vita. Salvati, qui rimango io”. Le lettere di papà Giovanni dalla Russia sono state pubblicate dal figlio padre Piero in “Il testamento del capitano” (San Paolo 2002, pagg. 210). Un secondo volume, “Questi santi genitori”, racconta la storia dei due servi di Dio, con numerose testimonianze sulla loro fama di santità (San Paolo 2005, pagg. 184)”.

Qualche domanda per condividere:– Quale caratteristica di queste persone ti ha colpito di più. Perché? – Pensi che una famiglia così oggi sia possibile?– Che elementi rende questa famiglia diversa alle altre?

LABORATORIOSimbolo: In Comunità si situa un cartellone con il disegno del mondo e nel centro di

esso la gran famiglia della fede: persone di diverse culture, razze, colori, che si prendono per mano. Ci sono dei cartoncini (che rappresentano piccoli mattoncini) sui quali sono scritti i diversi atteggiamenti che rompono la fraternità in questa famiglia (ad esempio: indifferenza, egoismo, bullismo, odio…). Questi mattoncini stanno tra una persona e l’altra come una barriera.

– Gesto: Ciascun ragazzo deve alzarsi, prendere uno di questi cartoncini per cui sente uno speciale appello a trasformarlo nella propria vita, lo gira e scrive nella parte retro l’atteggiamento con cui si dispone a collaborare per creare una nuova famiglia secondo la carità cristiana. Dicendo quell’atteggiamento a voce alta lo attacca al cartellone. Alla fine tutti insieme cantano “Emmanuel”.

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5. La relazione con Dio

Non siamo dei servi che devono rispondere a comando, ma dei figli di cui Dio si prende cura. Questa relazione di figliolanza, però, perché possa concretizzarsi ha bisogno di tempo e di spazio, di intimità e di affetto, di ascolto e di condivisione... in una parola della preghiera.

INTERROGARE LA VITA

– disco/forum: i ragazzi ascolteranno una canzone con il testo davanti, sottolineando le frasi o le parole più interessanti. Ovviamente le canzoni dovranno essere attinenti al tema trattato (la relazione con Dio e il rapporto padre-figlio).

Una canzone consigliata è: “Hai un momento Dio?” di Ligabue. Questa canzone può rispecchiare lo stato d’animo di quegli adolescenti che non sentono Dio così vicino ai loro problemi o semplicemente alla propria vita.

Un’altra canzone consigliata può essere: “What if God was one of us” di Joan Osbourne, Traduzione: “e se Dio fosse uno di noi”. Questa canzone pone l’accento sul fatto che Dio non è essenzialmente colui che compie miracoli o che nonostante la sua forza e potenza non possa sperimentare la solitudine o la sofferenza. È la descrizione di un Dio più vicino alla vita umana e quindi più vicino agli uomini.

La terza canzone consigliata è “My father’s eyes” (ovvero “gli occhi di mio padre”) di Eric Clapton. Questa canzone parla del bisogno che ha il figlio di guardare negli occhi di suo padre e quindi che ha bisogno di lui.

Successivamente si possono proiettare su maxi schermo (ma anche su un muro) delle foto (con Power Point) raffiguranti problematiche attuali, sia del mondo (foto di guerre, povertà…) sia più vicine alla realtà nostra (abbandono, droga, solitudine…). Sarebbe bello mettere una canzone di sottofondo, magari una delle 3 del disco-forum, (questo poi sta alla discrezione dell’animatore) la più adatta sarebbe “What God was one of us” in quanto anche Gesù come noi ha sperimentato la solitudine, l’abbandono, la fame, la sofferenza… L’obiettivo è quello di porre l’accento sul fatto che Gesù è “prossimo” e che quindi è uno di noi appunto. Naturalmente bisogna, come sempre, affrontare il testo con spirito critico (Dio non è solo uno di noi, è molto di più).

– Visione di un’intervista realizzata dagli animatori (muniti di macchina fotografica digitale) a persone del quartiere (anche sconosciuti). Le domande da sottoporre ovviamente dovranno riguardare l’essere padre e l’essere figlio e quindi l’intervista sarà sottoposta sia a giovani (esempi di domande: cosa vuol dire per te essere figlio? Che compiti ha secondo te un figlio? È difficile essere un figlio bravo? Ecc…) sia agli adulti (esempi di domande: Cosa vuol dire essere padre/madre? Che compiti ha un padre/madre nei confronti del figlio? È difficile fare il genitore? Ecc…). Finita l’intervista, breve condivisione con i ragazzi.

– Visione de “Il re leone”: nel film della Walt Disney viene messo in evidenza come Mufasa (il padre del giovane leone Simba, se non il Re della foresta) non esiti a dare la vita per

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La pubertà è una fase della vita che annuncia l’arrivo dell’adolescenza ed è un periodo molto complesso per i ragazzi in quanto subiscono dei cambiamenti che molte volte non sono in grado di gestire.In questa fase: povertà, isolamento sociale ed abusi sono fattori di rischio per il cuore degli ado-lescenti.

proteggere il piccolo Simba in pericolo di vita. Quando Simba cresce ha una visione del padre che gli dice “ricordati chi sei, tu sei mio figlio, il mio erede, il re” e da lì Simba ricostruisce la sua vita, torna nel branco dal quale era fuggito dopo la morte del padre in quanto si sentiva responsabile dell’accaduto, e viene incoronato re).

– Lettura di un fatto di cronaca in cui emerga il rapporto padre-figlio. Un’idea potrebbe essere la “strage di Novi Ligure” non per il fatto di cronaca in sé e per sé, quanto per la “sconvolgente” reazione d’amore che ha il padre (Francesco De Nardo) nei confronti della figlia Erika, assassina insieme al fidanzato Omar della madre e del fratellino. Il padre abbraccia la figlia, le dice di dire la verità davanti ai giudici, non le nega mai il suo sostegno andandola a trovare in carcere. Questo fatto ci insegna cosa vuol dire essere padre e ci fa capire quanto

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grande possa essere l’amore di un genitore per i figli.Ecco alcuni spunti di riflessione sull’accaduto (cronaca) e sul comportamento del padre:

La CronacaAll’inizio della vicenda Erika dice al padre: “Papà, non ho colpe, è stato Omar.” Nella sala

dei colloqui del carcere minorile, gli giura che con l’assassinio della madre e del fratellino lei non c’entra, scarica tutte le responsabilità sul suo fidanzato. “È stato Omar, papà. Io ero chiusa in bagno, mi sono tappata le orecchie, credevo di vivere in un incubo”. Eppure le indagini raccontano un’altra verità. Descrivono una storia orrenda che vede Erika e Omar complici nel delitto.

La lettera di Erika«Mamma e Gianluca perdonatemi»: è il grido di dolore lanciato da Erika alla madre Susy

Cassini e al fratellino Gianluca De Nardo, trucidati con 97 coltellate in una notte di follia. «Mamma perdonami – si legge nella lettera, inviata poco prima di Natale – non m’importa se i giudici dicono che devo restare qui dentro 100 anni. L’importante è che tu mi perdoni per tutto quello che ho fatto ed per tutto il dolore che la mia mano ti ha arrecato e anche Omar». E poi c’è un pensiero affettuoso al padre: «Viene a trovarmi due volte alla settimana e mi abbraccia tanto, mi vuole bene. Spero di tornare a casa con lui».

RiflessioneC’è qualcosa di immenso, vertiginoso in quel lungo abbraccio che Francesco De Nardo

ha regalato a sua figlia Erika. “Fatti coraggio”, gli ha sussurrato col groppo alla gola. Eppure nessuno più di lui – pur scampato al massacro – è stato distrutto da quella ragazza. Il suo è un martirio che durerà tutta la vita. Due volte alla settimana porta fiori freschi sulla tomba della moglie e del figlio. Ma dove trova l’amore per sostenere e aiutare Erika? Eppure lo fa con la stessa compassione che ha illuminato la madre quando è arrivata a sussurrare “ti perdono” alla ragazza mentre veniva massacrata. Non hanno mai smesso di amare quella figlia. Un uomo e una donna normali, del nostro tempo capaci di un eroismo che noi non sappiamo guardare in faccia. Alcuni meschini sono arrivati al punto di mettere sotto accusa quei due poveri esseri umani. Perché i De Nardo erano una famiglia “piccolo borghese” (come si dice con malcelato disprezzo) e per di più andavano a messa la domenica. Due colpe imperdonabili. Erano dunque un bersaglio ideale. Si è insistito tanto sull’orrore che si nasconderebbe dietro il “perbenismo” di queste famiglie. Però non sappiamo vedere l’immensa grandezza che c’era e c’è dentro questa povera famiglia e che si è rivelata nel dolore. Se Erika un giorno sarà capace di riconoscere tutto il male in cui è sprofondata, potrà farlo solo perché capirà che l’amore da cui è stata raggiunta tramite la madre e il padre è più grande perfino del suo enorme crimine. In effetti, in questa vicenda, il male non è la vera notizia. Non sorprende. Perché ogni essere umano è capace di male oltre ogni immaginazione. Lo sappiamo. Quello che davvero dovrebbe stupire, nella tragedia di Novi Ligure, è la grandezza, l’amore e l’eroismo di quei genitori e che tiene insieme tante nostre famiglie normali. Pur provate, talora affaticate, in crisi, fragili esse sono l’impresa più eroica che uomini e donne compiono, la vera speranza del mondo.

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L’ADOLESCENTE INTERROGA CRISTOGioco: il sommergibile

Ambientazione: in fondo al mare c’è una nave scomparsa che trasportava un grande tesoro. Dobbiamo ritrovarlo! L’ammiraglio ha organizzato delle squadre di recupero: ogni squadra con il suo sommergibile dovrà cercare di localizzare il tesoro, prenderne una parte e riportarlo alla sua base il più velocemente possibile.

Materiale necessario: – fazzoletti o pezzi di stoffa per bendarsi; – tesoro (caramelle o altro)

Regole: in un punto del campo di gioco (che può essere di qualunque tipo, anzi, più ostacoli ci sono meglio è) vi sono tanti sacchetti di caramelle quante sono le squadre. Ogni squadra forma un trenino mettendo le mani sulle spalle del compagno di fronte. Tutti i componenti sono bendati tranne l’ultimo, che vede, ed è il capitano. I sommergibili così formati si muovono seguendo le istruzioni dell’ultimo giocatore, che batterà 2 volte sulle spalle del giocatore che ha di fronte se vuole che il sommergibile si muova in avanti, solo sulla spalla destra se vuole che giri a destra, solo sulla spalla sinistra se vuole che vada a sinistra, una volta con entrambe le mani se vuole che si fermi. I giocatori si passano gli ordini battendo a loro volta sulle spalle di quello che hanno di fronte, a catena, fino al primo, che muoverà il sommergibile iniziando a camminare. Arrivati al luogo dove c’è il tesoro, il primo dovrà prendere in mano un sacchettino e portarlo alla base, ma attenzione: il sommergibile anche al ritorno si deve muovere seguendo gli ordini del capitano, mai di propria iniziativa. Vince chi arriva per primo alla base di partenza con la sua parte di tesoro.

Valori educativi: Fiducia e attenzione

Una volta finito il gioco per introdurre i ragazzi verso il tema dell’incontro verrà distribuito ad ognuno di loro, seguendo un ordine orario o antiorario, un frammento con su scritto una parola presa dal seguente testo del credo. Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra e di tutte le cose visibili e invisibili. Esempio: frammento 1, “credo” ; frammento 2, “in” e così via. Tali frammenti verranno letti in sequenza e alla fine verranno incollati su un cartellone ben visibile. A questo punto si procede con la lettura del seguente testo biblico Is 43,1-7:

43,1 Ma ora così parla il SIGNORE, il tuo Creatore, o Giacobbe, colui che ti ha formato, o Israele! Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio!

43,2 Quando dovrai attraversare le acque, io sarò con te; quando attraverserai i fiumi, essi non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato e la fiamma non ti consumerà.

Una volta letto il testo (si consiglia di far leggere un animatore) si consegna il testo ai ragazzi e poi si chiede loro quali potrebbero essere le assonanze di questo brano con il gioco fatto in precedenza.

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L’ADOLESCENTE INTERROGA LA CHIESA

Una via per far comprendere ai ragazzi in modo concreto la relazione con Dio nella Chiesa è quella di aiutarli a confrontarsi con la figura di un santo in modo attivo. Questa parte del percorso può essere svolta in due incontri.

Schema del primo incontro:– Coinvolgere dall’inizio i ragazzi rivolgendo loro domande dirette sull’immagine che

hanno dei santi. Esempio: “Come vi immaginate la vita di un santo?”. Lo scopo è quello di raccogliere le loro idee, che certamente si collegheranno a un’immagine dell’essere santo stereotipata (esempio: “essere senza peccati”, “essere perfetti”).

– Fare un cartellone sul quale i ragazzi scrivono tutte le idee raccolte nella fase precedente. Si consiglia di non far fare disegni, ma di scrivere direttamente parole o brevi espressioni, di modo che non si perda troppo tempo.

Schema del secondo incontro:– Riprendere il foglio con la vita di San Francesco e dare ai ragazzi un cartellone sul quale

devono scrivere le tappe fondamentali della vita del Santo, mantenendo l’ordine cronologico degli avvenimenti. Gli animatori in questa fase devono fare in modo che i ragazzi rappresentino sul cartellone la vita del Santo quando era lontano da Dio, la sofferenza, la conversione e la vita interamente offerta a Dio. Questo per rendere possibile un confronto con il cartellone preparato nell’incontro precedente.

– Attaccare i due cartelloni su una parete e fare sedere i ragazzi di modo che tutti si trovino di fronte ai cartelloni. Effettuare il confronto tra i due cartelloni coinvolgendo i ragazzi nel trovare le differenze tra la loro immagine stereotipata della figura di un santo e la vita reale di San Francesco. L’animatore alla fine dovrebbe sottolineare come nella relazione tra Dio e le sue creature, Dio lascia piena libertà all’uomo di scoprire la propria via della felicità. Non lo costringe a seguire la via che lui ha creato, ma fa all’uomo il dono stupendo del libero arbitrio.

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PARTE SECONDA

LA RESPONSABILITÀ

1. Il tempo2. La responsabilità verso se stessi3. La responsabilità verso gli altri4. La responsabilità verso i beni5. La responsabilità verso Dio

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1. Il tempo

Riflettere sul tempo, in particolare sull’uso del tempo. Aiutare gli adolescenti a diventare consapevoli del proprio tempo e superare quel senso di noia e vuoto da riempire a tutti i costi che spesso rende sterili le loro giornate.

Tempo libero e tempo occupato: Gli impegni e l’“ozio”: come vivo il mio tempo libero? Si può riflettere sul significato che può assumere il tempo libero, soprattutto con riferimento al divertimento, alla “notte”. È il tempo per riposarsi e dedicarsi a ciò che ci sta a cuore oppure l’attesa del sabato sera diventa l’unico significato della settimana?

Dal tempo occupato al tempo che occupiamo: La velocità del mondo in cui viviamo spesso porta a vivere come in un meccanismo preconfezionato. Spesso le settimane passano sempre al solito ritmo e il tempo è solo un contenitore da riempire, mentre noi ci sentiamo vuoti e annoiati. Occorre allora “scalare la marcia”. Ciò non significa “perdere tempo” ma rallentare, riflettere e “fare deserto” per ridare valore al nostro tempo.

L’uso del tempo: Si può introdurre una riflessione molto concreta sull’uso del tempo. Aiutati magari dallo schema della propria settimana-tipo, ci si può allora chiedere: Quanto tempo dedico agli amici, alla mia famiglia, al mio oratorio? Quanto tempo spreco? Quali priorità nella mia giornata? Quali sono i miei “ladri del tempo”: la televisione, la pigrizia, lo “sballo”, ecc…?

Il tempo è nostro?: Affidare il nostro tempo nelle mani del Signore. Il tempo non è una mia proprietà ma un dono di Dio, di cui sono responsabile. Vivo il mio tempo nella promessa dell’eternità o nel consumo di ogni attimo (“si vive una volta sola”)?

L’ADOLESCENTE INTERROGA LA VITALABORATORIO: Tempo e velocità – Racconti – Film – Canzoni (ricerca su Internet)

Tempo e velocità– Portare dati sui tempi della vita di oggi (statistiche sul tempo davanti alla tv o al computer,

in auto, in famiglia, a scuola, a lavoro, al bar...) e discuterne.

– Far analizzare ai ragazzi i tempi “reali” e “ideali” (o desiderati) della loro giornata e della loro settimana. Gli animatori possono poi creare e confrontare due dischi orari (reale e ideale) che riportino le percentuali dei dati raccolti nel gruppo e che stimolino la discussione.

– Per riflettere sulla “velocità” del mondo e la necessità di rallentare, si possono proporre due esperienze opposte di tempo. In un primo momento si mostra un dvd sulla quale sono state registrate delle pubblicità. Sarà interessante notare come già dai primi secondi i ragazzi sapranno riconoscere quale prodotto viene sponsorizzato. Dopo aver costatato la rapidità con la quale oggi si comunica e si vive, si può proporre un secondo momento che faccia emergere

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Heii... lassù... mi senti... non mi senti?... allora urlo… così mi sentiranno tutti…… ricordati che ti voglio un bene dell’anima... io continuo a vivere per te... poiché se io vivo tu vi-vrai ancora su questa terra… parlo di te... vivo di te, quando non sentirai parlare più di te... vuol dire che sono al tuo fianco.

la necessità di rallentare, come ad esempio una meditazione o un’esperienza di “deserto”. Si può allora discutere su come i ragazzi abbiano percepito le due differenti “velocità” e come le abbiano vissute (difficoltà a fare silenzio, disagio, noia, intensità, serenità, ecc …).

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Racconti:

MICHAEL ENDE, Momo.La fiaba di una bambina straordinaria che combatte gli uomini grigi, i ladri malvagi che

rubano il tempo agli uomini promettendo loro ricchezza e successo. Una storia per riflettere sull’uso del tempo, che spesso si perde rincorrendo falsi idoli anzichè essere investito per gli altri e per ciò che ci sta veramente a cuore.

ANTOINE DE SAINT-EXUPERY, Il piccolo principe.La storia dell’incontro tra l’autore e un bambino molto speciale, per il quale l’essenziale è

invisibile agli occhi. In particolare il rapporto tra il principe e la sua rosa e il suo incontro con la volpe possono aiutare a riflettere sul tempo come ritmo delle nostre relazioni, sulla pazienza di investire il proprio tempo per arrivare a ciò che è davvero essenziale. “È il tempo che hai perso per la tua rosa che rende la tua rosa così importante”.

Film:

MOMODal libro di cui si è parlato sopra sono stati estratti sia un film, Momo (soggetto dello stesso

autore del libro e musiche di Branduardi) che un cartone animato, Momo alla conquista del tempo, di Enzo D’Alò.

ABOUT A BOYIl tempo per gli altri. L’incontro tra uno strano adolescente e Will, trentenne annoiato e

dedito solo a se stesso, trasforma profondamente entrambi. In particolare Will, abituato a vivere in modo egoistico e a “sprecare tempo”, impara a investirlo per gli altri, rendendo così più piena la sua vita.

L’ATTIMO FUGGENTE di Peter WeirLa storia di un gruppo di giovani studenti e di un professore di lettere che vuole insegnar

loro a “cogliere l’attimo” e a rendere straordinarie le loro vite. Si può discutere sul significato dell’espressione “carpe diem”: significa pensare solo al presente e fare tutto ciò che ci si sente di fare oppure vivere intensamente ogni attimo, inteso dunque come dono prezioso per vivere responsabilmente la propria libertà?

Canzoni:TIME OF YOUR LIFE, Green Day: può introdurre al tema del tempo come luogo della

nostra responsabilità. Non possiamo essere padroni assoluti del nostro tempo. Possiamo però accettare le sfide che la vita ci mette davanti e fare nostro ogni momento, vivendolo con consapevolezza e intensità.

NON M’ANNOIO, Jovanotti: è un altro testo interessante da utilizzare come spunto per la riflessione. La canzone si trova nell’album “Lorenzo 1992”.

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L’ADOLESCENTE INTERROGA CRISTO– “Per tutto c’è il suo tempo, c’è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo…” (Eccle 3, 1-15).

Dio fissa il tempo per ogni cosa: il tempo come dono di Dio e non come possesso. Tutto ciò che Dio ha fatto è bello nel suo tempo! Perciò “non avere angoscia”, sembra dirci, “arriverà il tempo per cui sarai pronto altrimenti rischi di essere superficiale! Vivi in pienezza quello che sai fare ora!”. Far capire ai ragazzi cosa vuol dire vivere in pienezza l’attimo presente (es: “ Che cosa avete fatto ieri?” “Ci siamo ubriacati e non ci ricordiamo niente…” “Dov’è la bellezza, la pienezza nel non ricordare niente??!!!”).

– Come Dio “cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro” (Gn 2,2), così anche la vita dell’uomo è ritmata dal lavoro e dal riposo. L’istituzione del giorno del Signore contribuisce a dare a tutti la possibilità di godere di sufficiente riposo e tempo libero (cfr. CCC 2184).

L’ADOLESCENTE INTERROGA LA CHIESA

LABORATORIO II: Video-Testimonianze

Si prepara un video montato con immagini di persone che i ragazzi conoscono, mentre sono impegnate in un diverso utilizzo del loro tempo.

Testimonianze

MARIAMaria investe il proprio tempo, un’intera esistenza per il Signore. La giovanissima Maria

mette tutta la sua vita, tutti i suoi progetti (era promessa sposa a Giuseppe) nelle mani di Dio: non è più padrona assoluta del proprio tempo, ma lo vive con consapevolezza e fiducia nel Signore. (Annunciazione, cf. Lc 1,38).

SAN BENEDETTOLa figura di San benedetto da Norcia, fondatore del monachesimo occidentale, può aiutare

a comprendere la provocazione della scelta monastica. In un tempo scombussolato dagli eventi storici e dominato dal disordine, Benedetto sceglie il silenzio della preghiera e la vita comunitaria ritirata, ma in dialogo costante con il mondo esterno. Può essere interessante approfondire la minuziosa organizzazione della vita monastica, nella quale il tempo stesso si fa preghiera e servizio a Dio.

GLI ANIMATORITestimonianza degli animatori (dove e come trovano il tempo per i loro impegni). Bisogna

mirare alla qualità della testimonianza; è dunque importante che sia l’educatore stesso ad aver raggiunto una maturità ed una consapevolezza piena del ruolo che ricopre.

Laboratorio III– Come impegnarsi concretamente a vivere meglio il proprio tempo.

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Leggere il brano biblico (Qo 3,1-15) “C’è un tempo per ogni cosa …C’è un tempo per nascere e un tempo per morire...”.

Consegnare ai ragazzi tre foglietti; in circa 10-15 minuti devono compilare i tre foglietti con su scritto MATTINA, POMERIGGIO e SERA. I ragazzi possono scrivere su questi fogli in che modo e quando intendono offrire il loro tempo con la preghiera, lo studio, le piccole opere di carità, l’aiuto in famiglia, in comunità... Si può concludere la preghiera con un canto.

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2. La responsabilità verso se stessi

Riflettere sulla persona, l’individuo umano, come risultato del trinomio di bios, psiche e pneuma. Le tre componenti vanno allenate, sviluppate in libertà, rendendosi conto che sono doni preziosi di Dio e imprescindibili l’uno dall’altro.

Ricordarci delle 4 virtù cardinali: Temperanza, Fortezza, Prudenza, Giustizia. Esse ci aiutano a perfezionare le nostre passioni, la nostra reattività, l’intelletto e la volontà.

Riconoscere i talenti che ad ognuno di noi sono stati affidati, imparare che è importante valorizzarli, mettersi in gioco e esternarli, responsabilizzarci nel farlo, per noi e la nostra crescita e nel servizio per gli altri.

Le tre componenti dell’uomo:

– bios (il nostro fisico che va protetto, curato, apprezzato), – psiche (la mente, i sentimenti e gli affetti, l’ambito psicologico del nostro essere.) e– pneuma (caratteristica unicamente umana, facoltà donataci da Dio, l’anima). Impariamo

a non sbilanciarci sull’una o l’altra facoltà, alleniamoci a metterle insieme e cresciamo saldi in tutte e tre, in un’integrazione ordinata (ricordandoci cioè che il primato dell’uomo risiede sempre nell’anima).

– Concezione della vita come un dono. È stata affidata alla libertà dell’uomo: dobbiamo trattarla come un regalo prezioso e insostituibile, ma soprattutto al di sopra di qualsiasi valore.

– Talenti: impariamo ad esprimerci al massimo nelle nostre qualità, coltiviamole, alleniamole. Anch’esse sono doni preziosi, e non vanno sotterrati o sprecati. L’uso migliore che possiamo farne è metterli al servizio e alla gioia degli altri.

– Le virtù cardinali: ci aiutano nell’essere responsabili verso noi stessi (Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza).

L’adolescente interroga la vita: CANZONI, FILM, TV (trasmissione televisiva Amici)

Canzoni:Ligabue, Una vita da medianoNel video il cantante, sottoposto alle pressioni del lancio mediatico e della fama, corre

in mezzo ad una folla di fan che inizialmente lo acclamano come loro idolo, poi, finito l’entusiasmo iniziale, passano a schernirlo. Non dobbiamo lasciare che dall’esterno ci impongano costruzioni e false facciate, o accontentarci di un ruolo da “mediano” nella nostra vita. Impegniamoci invece, cercando di fare del nostro meglio e sfruttando al massimo i nostri talenti, ad essere noi stessi e rincorrere una gloria più alta. Responsabilizziamo la nostra vita.

Film:Il cavaliere oscuro (Christopher Nolan, 2008). Con l’aiuto del commissario Gordon e del

procuratore distrettuale Harvey Dent, Barman cerca di ripulire completamente le strade di

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L’adolescenza è il periodo delle trasgressioni.Si inizia spesso dalla birra, più frizzante e piena di schiuma per passare poi al vino e ai superalcolici, specialmente se si passa una serata in discoteca o al bar.Inoltre si frequentano più spesso i fast food: ham-burger e patatine fritte, panini e cheeseburgers, gelati e coca cola.Diventano più anticonformisti e iniziano a fumare.

Gotham city dal crimine che le infesta. Il Cavaliere Oscuro non ha però fatto i conti con il Joker, che terrorizza i cittadini di Gotham e cerca di farla sprofondare nel caos e nell’anarchia. Il personaggio del Joker, è quasi accattivante nel suo ruolo: la personificazione del male gratuito, senza neanche classici fini quali la ricchezza o il potere. È il male per il gusto di generare altro male. È interessante riflettere sulla figura del “cattivo”, che qui come spesso nella realtà sembra essere più intrigante del solito, noioso, “buono”. Com’è cambiata l’idea del male che la nostra società ci propone, rispetto ad esempio a qualche anno fa? Sappiamo

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distinguere, nella nostra vita, le strade e gli esempi da seguire per il nostro bene? Quante volte abbiamo avuto il coraggio di dire di no alle strade più facili e più battute, quelle che magari ci incuriosivano di più, per preferirne altre più sicure ma spesso meno “di moda”?

Il ritmo del successo (Nicholas Hytner 2000). È la storia delle speranze e dei sogni di un gruppo di giovani studenti di danza classica dell’American Ballet, tutti protesi al successo. Con dedizione assoluta sacrificano alla loro arte i piaceri quotidiani allenandosi con rigore per superare la dura selezione che li oppone l’uno all’altro. Nel film compaiono temi tra cui la bulimia, l’amore, la passione per un sogno, l’amicizia e l’onestà. Coltivare i propri talenti non è sempre facile. Si deve stare attenti a non rompere il proprio equilibrio a causa (ad esempio) del condizionamento che può venire dalla società e dai suoi standard. Insieme all’impegno che dobbiamo sempre mettere nel coltivare le nostre passioni, ricordiamoci che anche l’amicizia, gli affetti e il rispetto di sé, servono a farci crescere. Fa tutto parte di quella cura che ognuno di noi deve avere verso se stesso.

TV:AmiciRiferimento alla trasmissione televisiva della De Filippi: ci può essere un’accezione positiva,

nel senso che soprattutto nella prima edizione si occupava della crescita e della formazione di talenti, ma anche negativa se consideriamo che, soprattutto nelle ultime edizioni, il messaggio del programma è deteriorato fino a dare più importanza alla mera competizione e alla “distruzione degli altri”, all’opinione e alla critica, ai giudizi infondati, ai litigi tra pubblico e artisti, rispetto al sano spettacolo e al semplice sviluppo dei giovani partecipanti.

LABORATORIO

– Si potrebbe chiedere ai ragazzi durante l’incontro, di realizzare uno sgabello a tre gambe (che rappresentano bios, psiche e pneuma). Si farà sperimentare che senza una delle tre gambe, o con una più alta o più bassa delle altre, lo sgabello (la persona) non può essere che in equilibrio precario.

– In cerchio ognuno scrive su un cartoncino il talento che pensa di avere.I cartoncini si mettono al centro e ciascuno ne prende uno diverso dal proprio e prova a far

suo il talento che c’è scritto in una piccola dimostrazione.Le conclusioni dell’esperimento possono essere diverse:1. Il talento è unico e personale, ognuno ha il proprio ed è difficilmente imitabile.2. È importante valorizzare il talento dell’altro, provare nuove strade, aprirsi a capire e

vedere i talenti degli altri.

– Scrivere su un foglio i nomi dei ragazzi e accanto a ciascuno il talento che si pensa di avere. Con una piccola esibizione (fa bene anche il mettersi in gioco) si prova a mettere in pratica ciò che si sa fare, cercando di evitare competizione, egoismo o invidia.

– Possibilità di realizzare spettacoli teatrali o laboratori, magari a conclusione dell’anno. A

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ognuno si dia un compito o un ruolo in modo che l’adolescente impari a essere responsabile per sé stesso e per gli altri.

L’adolescente interroga Cristo

Brani di riferimento:– Conversione di San Paolo: La vita di Paolo è caratterizzata da due momenti completamente opposti tra loro. Punto

di rottura tra il vecchio e il nuovo è l’incontro personale di Paolo con Gesù. È in questo momento che Gesù affida a Paolo la responsabilità di portare l’amore di Dio e l’annuncio di Salvezza al Mondo. Paolo, nella totalità della sua persona, fa sua questa responsabilità, se ne fa carico, crescendo interiormente per mettersi al servizio degli altri.

– Mt. 25,14-30 (la parabola dei talenti): Nella parabola dei talenti vengono messe in evidenza due diverse tipologie di responsabilità

quella positiva e quella negativa. Nella responsabilità positiva troviamo i due servi che si mettono in gioco investendo sui propri talenti e rischiando in prima persona. Entrambi si sentono responsabilizzati e partecipi al bene comune del proprio signore. Il servo con un talento solo, invece, non si mette in gioco, non rischia, non si sente partecipe del bene del suo padrone, in una parola non è responsabilizzato. Il servo del solo talento non si lascia cambiare dal “dono” del suo signore. Rimane apatico, ha paura, non avverte dentro di se il senso di responsabilità necessario per cambiare se stesso e il corso della vita sua e degli altri.

L’adolescente interroga la ChiesaI nostri mezzi di perfezionamento, le 4 virtù cardinali come il “dovere di responsabilità”

con l’aiuto della grazia, sono stati un tema affrontato da diversi santi e beati.

Fortezza: contro le passioni della reattività, ricercando su Internet questi nominativi:– Nennolina (accettazione attiva della sofferenza).– Beata Elisabetta della Trinità (L’amore se non è un sacrificio non è amore).– Giovanni Paolo (Il perdono contro le reazioni istintuali).– S.Gemma Galgani (“Chi veramente ama, volentieri soffre”).– Santa Maria Goretti (come affrontare la sofferenza).

Temperanza: contro le passioni del desiderio– Sant’Agostino– Alessandro Serenelli (l’uccisore di Santa Maria Goretti – vedere su internet)

Prudenza: il conoscere operativo o intellettoLa ricerca della volontà di Dio del disegno divino e il discernimento.– I coniugi Martiri (fare una ricerca su Internet)

Giustizia: la volontàOperare contro l’ingiustizia sociale e per la pace.

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– San Francesco (la povertà/equità e la mediazione per la pace).

Testi:

VIVI LA VITA (Poesia di Madre Teresa)Una vita vissuta secondo la responsabilità verso se stessi; ricerca e stampa questa poesia)

Frase di spunto sull’Agire Morale: “Qualsiasi azione, prima ancora di produrre effetti fuori di me (e anche se non li produce), ha effetti dentro di me.”

Canzone:

MILLE STRADE NEL MONDO – Raffaele Giacopuzzi, dall’album “Tintarella di Stella”(www.piraffa.it/sussidipg.html)

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3. La responsabilità verso gli altri

Far crescere nell’adolescente la consapevolezza della responsabilità verso gli altri. Come cristiani siamo chiamati a prenderci cura dei nostri fratelli nella fede aprendo la nostra mente ed il nostro cuore anche a coloro che sono “fuori”. Sottolineare la gratuità del nostro operare.

PAROLE CHIAVI APERTURA – GENEROSITÀCorrezione senza giudizio, considerare gli altri come fratelli nel bisogno. Si può parlare di

responsabilità verso gli altri nella fede se prima abbiamo chiarito il nostro rapporto con Cristo. Far crescere la propria identità cristiana attraverso la formazione, la preghiera ed il servizio. Aiutare concretamente il fratello di gruppo a cominciare dalla presenza fisica, soprattutto nei momenti difficili.

L’adolescente interroga la vita: film – Bullismo – Storie di Vita – Canzoni – Incontri – Libri

FILM

1. Un sogno per domani (ricerca su internet)Un ragazzo americano, provocato da un compito di scuola in cui veniva chiesto di fare

qualcosa per gli altri, inizia una catena di buone azioni che investirà altre persone con cui si aprirà un percorso di corresponsabilità.

2. Freedom Writers (ricerca su internet)Incentrare un dibattito sul loro ruolo all’interno del fenomeno “bullismo”.

3. Storie di vita (ricerca su internet)– Laura Vicuna– Madre Teresa di Calcutta– Maria Goretti

Canzoni: (ricerca su internet)– Amore amore amore, Roberto Vecchioni– Mary, Gemelli Diversi– Bugiardo, Fabri Fibra

Incontri:Si consiglia di presentare alcune realtà, anche incontrando i responsabili di varie associazioni

come: (ricerca su internet)

– Nuovi orizzonti – Sant’Egidio

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“Alimenta il movimento. Alimentazione, attività motoria e salute dall’infanzia all’adolescenza”. SANI STILI DI VITA

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– Associazione Papa Giovanni XXIII – Medici Senza Frontiere– Clown di Corsia– …

LIBRI (ricerca su internet)

Io non ho paura (N. Ammaniti). Far riferimento al passo in cui l figlio si preoccupa del ragazzo rapito.

Il Signore degli Anelli (J.R.R.Tolkien). Far riferimento al passo in cui San Gangee vuole uccidere Gollum. Frodo lo ferma perchè Gollum, durante la sua vita, avrebbe potuto compiere qualcosa di importante; infatti è lui in ultima analisi che distrugge l’anello.

INTERROGARE CRISTOAntico Testamento (ricerca sulla Bibbia o attraverso internet)

– Melchisedek (Gen 14,18).Sacerdozio aperto, non chiuso nei confini del proprio gruppo.

– Generosità verso il bisognoso (Dt 15, 7-11).

Nuovo Testamento (ricerca sulla Bibbia o attraverso internet)

– Guarigione di un paralitico (Luca 5, 17-26).La fede di altri che salva colui che non è ancora pronto all’incontro con Cristo. Responsabilità

nella fede, verso se stessi e verso gli altri.

– Correzione fraterna (Rm 14, 10-12 ; 15, 1-6).Quando punti il dito verso un tuo fratello ricorda che tre dita puntano verso di te. Non

giudicare ma prendersi cura del fratello.

– Luca 10, 25-37 (buon samaritano).Cura disinteressata per l’altro. Ciò che ci lega non è il senso di appartenenza ad un gruppo

particolare ma il sentirsi figli di Dio e dunque fratelli.

L’adolescente interroga la Chiesa

Laboratorio

Primo incontroIl primo incontro parte dalla conoscenza dei nostri destinatari. Ai nostri adolescenti

proporremo tre domande aventi come intento quello di catturare la loro attenzione e di far emergere il loro potenziale di idee e di domande in merito. L’obiettivo intermedio che si

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intende raggiungere è quello di aprire un tavolo di discussione e confronto con loro.

Le domande possibili:Che cosa cercate?Cosa chiedete alle agenzie educative che vi circondano? (famiglia, scuola, società,

parrocchia...)Quali sono le vostre esigenze?Per agevolare i ragazzi nel lavoro si consiglia l’utilizzo della tecnica del brain storming,

avvalendosi dell’ausilio di parole chiave quali (famiglia, scuola, amicizia, società, responsabilità verso gli altri).

Secondo incontroIl secondo incontro prevede la presentazione da parte degli animatori di alcune figure della

storia della Chiesa che hanno segnato la loro vita in merito alla responsabilità verso gli altri.Tale incontro ha l’obiettivo di far vedere in maniera concreta ai nostri ragazzi che altri

prima di loro hanno maturato delle scelte ben specifiche a favore degli altri. Qui di seguito segnaliamo un elenco di personaggi esemplari al nostro discorso. Sarà cura dell’animatore scegliere i personaggi che più l’aggradano.

– Don Zeno– Arnaldo Canepa (Fondatore Centro Oratorio Romani)– San Filippo Neri– Santa Maria Domenico Mazzarello– Chiara Lubic– Piergiorgio Frassati– Betancourt…

Canzone: in questa fase si può anche utilizzare ed imparare una canzone scritta da un viceparroco di Roma.

ESSERE PANE – Raffaele Giacopuzzi, dall’album “Tintarella di Stella”(Disponibile in Vicariato presso la Sinite Parvulos o su www.piraffa.it/sussidipg.html)

Terzo incontroNel terzo incontro, i ragazzi una volta messo a fuoco il loro pensiero (primo incontro), dopo

averlo riletto alla luce della vita di alcuni personaggi legati alla storia della Chiesa (secondo incontro), si cimenteranno nella ricerca su Internet di alcuni testi del Magistero come:

– Gaudium et spes – 4 , 33, 10– Deus caritas est – 20– Christifideles laici – 46– Apostolicam actuositatem – 12, 13

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4) La responsabilità verso i beni

Far crescere nell’adolescente la consapevolezza della responsabilità verso i beni. Come cristiani siamo chiamati a prenderci cura dei nostri beni in modo equilibrato ricordandoci che sono dei mezzi e non il fine della nostra vita. Sottolineare l’importanza della redistribuzione dei beni, soprattutto di quelli di prima necessità, che Dio ha donato a tutti gli uomini.

L’adolescente interroga la vita

Dimmi di chi sono, a chi appartengono, di chi sono i diamanti della Sierra?Di chi è tutta l’acqua della Terra?Delle multinazionali, dei signori della guerra o di tutte le popolazioni del pianeta Terra?(Da “Stop the train” dei 99 Posse)

Idee per l’introduzione dell’argomento

– Visionare insieme ai ragazzi alcune tra le più comuni pubblicità rivolte al mondo giovanile e riflettere sul reale uso dei beni. (Fare una ricerca su internet)

– Proporre l’identikit della stanza di un adolescente per riflettere insieme sull’omologazione e le “marche” dei beni. (Si pùò allestirne una e fotografarla)

LABORATORIO: SÌ! e NO! – Canzone – Film

SÌ!– Il banco alimentare– Il commercio responsabile equo e solidale– La raccolta differenziata– Il “comprare la merce sfusa”– L’esempio scout

NO!– Lo spreco– La filosofia dell’“usa e getta”– La rateizzazione– I vizi del consumo– La moda

CANZONEO è Natale tutti i giorni o non è Natale mai (Luca Carboni)

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LA RELAZIONE CON IL CORPO E CON DIO

FILMLa Fabbrica di CioccolatoPuò essere utile visionare qualche spezzone del film che racconta la vita dei quattro bambini

la cui vita ruota attorno al consumismo: Augustus Gloop, golosissimo di cioccolato, Violetta Beauregarde, campionessa mondiale di gomma da masticare, Veruca Salt, viziatissima figlia di un riccho industriale, e Mike Tivù, genio dell’elettronica e assuefatto dai videogiochi.

L’adolescente interroga Cristo

Il rapporto con i beni che ci propone il vangelo, invita noi tutti a considerarli come quei mattoni necessari a costruire rapporti autentici tra gli uomini.

Testi biblici: ricerca nella Bibbia, nel Vangelo o meglio ancora su Internet

“Date a Cesare quel che è di Cesare”Matteo 22,16-22Viviamo in una società dove il denaro è una delle convenzioni che ci permette di comunicare

in maniera più estesa con tutta l’umanità, ma esso può anche diventare un mezzo assoluto slegato da Dio e le sue conseguenze sono la solitudine e l’infelicità.

Le Nozze di CanaGiovanni 2,1-11Secondo questa visione i beni non sono un ostacolo, ma offrono la possibilità di sperimentare

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un sentimento di fratellanza e rinforzo dell’unità nella comunità cristiana.

La cacciata dei venditori dal tempioGiovanni 2,11-17Il tempio è la casa di Dio e del suo popolo; Gesù reagisce contro coloro che fanno di Dio

un’occasione di profitto.

La CreazioneGenesi 1,27-31 2,15Dio affida all’uomo il Creato, e quest’ultimo, in quanto “giardiniere” responsabile ha il

compito di custodirlo e di valorizzare ed esprimere la bellezza che Dio ha posto dentro di noi.

“Chi ama il denaro non si sazia di denaro”Qo 5,9-10La ricchezza può esistere, se utilizzata per “costruire” davvero un mondo secondo la volontà

di Dio.

“Ai ricchi raccomanda di arricchirsi di opere buone”San Paolo, Prima lettera a Timoteo 6,17-19La ricchezza non è un bene da disprezzare, ma può esser criticabile l’uso che ne facciamo

nel suo ruolo rispetto a Dio.

I due padroniMatteo 6,24-34Mettiamo la nostra vita al servizio della volontà di Dio: egli sa cercare e riconoscere ciò di

cui abbiamo bisogno e ci domanda di affidarci alla sua Provvidenza.

INTERROGARE LA CHIESA

Documenti

La terra è la casa della famigliaMessaggio di Sua Santità Benedetto XVI per la celebrazione della giornata mondiale della

pace, 1 Gennaio 2008, n° 7.La famiglia ha bisogno di una casa, di un ambiente a sua misura in cui intessere le proprie

relazioni. Per la famiglia umana questa casa è la terra, l’ambiente che Dio Creatore ci ha dato perché lo abitassimo con creatività e responsabilità.

Globalizzazione sì! Appiattimento culturale no!Centesimus Annus, n° 41Il possesso delle cose sia per l’uomo un mezzo di crescita.

TestimonianzeLa carità, la povertà, la semplicità

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– San FrancescoEsempio di povertà e semplicità nel rapporto con i doni del Creato.

– Madre Teresa di CalcuttaLa povertà e la vocazione alla “Missione della Carità”.

– Santa Melania JunioreMatrona romana, morta a Gerusalemme nel 439 dopo aver donato tutti i suoi averi ai

poveri.

– “Caritas”Organismo pastorale per la promozione della Carità.

– Don Ciotti e “Libera”I beni confiscati alla mafia sono reinvestiti per il bene della comunità.

– Le associazioni missionarieNelle attività proporre di entrare in contatto con le realtà missionarie e di volontariato

presenti nel quartiere: l’esperienza diretta è il modo migliore per riconoscere il vero valore dei beni.

– I BetharramitiCongregazione religiosa, fondata da Michele Garicoïts a Bétharram nel 1832, che ha come

scopo l’opera missionaria e l’educazione cristiana della gioventù.

LABORATORIO

Una “Cena Responsabile” suddivisa in tre momenti:

1) I Ragazzi e il “risparmio sostenibile”: i ragazzi si impegnano a risparmiare denaro, rinunciando a qualcosa di superfluo al fine di acquistare alcuni beni alimentari. Tali beni serviranno per la preparazione di una cena da offrire anche ad altre persone con un piccolo contributo economico.

2) Ogni ragazzo si senta protagonista sia della fase preparativa che della stessa cucina.

3) Allestire la sala da pranzo con tavoli, sedie, tovaglie e suppellettili varie.

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5. La responsabilità verso Dio

Definire in modo chiaro il termine “responsabilità”, sensibilizzando gli adolescenti al concetto che anche loro hanno un ruolo di responsabilità nell’utilizzo e nella salvaguardia del Creato poiché opera di Dio e bene dell’umanità. Educare alla responsabilità verso le opere di Dio nel rispetto delle future generazioni poiché tutti possano godere delle meraviglie della Creazione.

L’adolescente interroga la vita

LABORATORIO: Parole Chiavi: gratitudine e ringraziamento. Uso di Internet per Cineforum, Discoforum, Testi-

Cineforum:

– “Momo” (disponibile sia nella versione film che in quella di cartone animato)– “Mai più come prima” di Giacomo Campiotti– “Into the wild” di Sean Penn (un ragazzo lascia la famiglia e la città per immergersi nella

natura, ha così occasione di riflettere su Dio, sui perché della vita e ammira le bellezze del creato).

Discoforum: – “Eppure soffia” di P. Bertoli oppure nella versione di Ligabue– “Grazie mille” degli 883– “Non cancellare il mio mondo” di R. Zero– “Salmo 117” (Laudate Dominum) di A. Mozart– “Le quattro stagioni” di A. Vivaldi– “Earth Song” di M. Jackson (video proposto da Mtv)

Testi:– “Cronache di Narnia” (Aslan che crea cantando)– “XXXIII canto del Paradiso” di Dante Alighieri– Poesie di A. Merini

LABORATORIO PRATICO:

– Attraverso una gita gustare il silenzio della natura e la bellezza del creato.– Visita ad un osservatorio astronomico.

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Tutta la nostra vita, con tutto quello che compren-de, è un tempo datoci da Dio, nel quale fare frut-tificare i nostri talenti, le nostra capacità e di cui renderemo conto a Dio un giorno.Ricordiamoci però che nessuna vita è una tota-le riuscita o un totale fallimento; ogni giorno me-scoliamo nel nostro cuore, bene e male, coraggio e vigliaccheria.Si tratta di un lavoro che deve essere fatto con amore per amore, verso Dio e gli altri. Abbiamo le nostre responsabilità e doveri verso Dio e gli altri. Il Regno di Dio lo costruisce solo chi ama, perché ama e nella misura in cui ama. Solo chi non cono-sce l’amore assomiglia al servo del Vangelo, che, per non andare incontro ad un giudizio severo di Dio, nasconde sotto terra il talento avuto.

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L’adolescente interroga Cristo

– Responsabilità come gratitudine e ringraziamento

Lettura: Gen 1, 1- 31Nel silenzio della lode, il cuore dell’uomo è profondamente grato verso la fiducia accordatagli

dal Creatore nella cura dell’opera da Lui creata e ne diviene egli stesso responsabile.

– Tutto è bene! Forse le nostre scelte sono errate…Testo: Marco 7, 14 – 23 (ricerca Internet)

Secondo il Vangelo non esistono realtà intrinsecamente malvagie: tutto è buono, perché tutto è stato creato dalle mani di Dio. È il cuore dell’uomo capace di compiere il male, usando come “strumento di male” le realtà buone che Dio ci ha messo a nostra disposizione (il cibo, lo sport, la sessualità..). Per questo la nostra responsabilità consiste nel convertire il cuore, piuttosto che la realtà intorno a noi.

L’adolescente interroga la Chiesa

LABORATORIO:

– Cantico delle CreatureS. Francesco punta lo sguardo verso Colui che ha fatto tutto. Il Creato (ad esempio il fuoco)

gli fa pensare a Dio. Se è bella la natura possiamo immaginare quanto sia bello il Creato.

– Da Gregorio Nazianzieno, il Teologo (329 – 390)Se io non fossi tuo, o mio Cristomi sentirei creature perduta.Sono nato, ho vissutoma ora sento che declino.Mangio, dormo, riposo e camminomi ammalo e guariscosono preda di desideri e sofferenze.Godo del sole e di ogni frutto della terrae presto morirò diventando polverecome la polvere di ogni creatura.Ma tu sei il mio Dio ora e oltre la mortetu sei il Vivente e io vivo e vivrò in te.Se io non fossi tuo, o mio Cristomi sentirei creatura perduta. Amen

L’adolescente interroga CRISTO

LABORATORIO: Veglia di preghiera

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– CREARE UN MOMENTO DI SILENZIO Questo momento di silenzio deve servire a meravigliarsi del creato, a imparare a VEDERE

le bellezze della natura, e a capire che l’uomo può fermarsi e riflettere.– Presentazione in Power Point (precedentemente preparato) attraverso il quale i ragazzi

potranno seguire la presentazione con immagini paesaggistiche (montagne, fiori, ghiacciai,…) e frasi di brani biblici (Genesi 1).

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PARTE TERZA

LA LIBERTÀ:

1. La libertà per Dio2. La libertà dai beni3. La libertà da se stessi4. La libertà dagli altri

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1. La libertà per Dio

La vera libertà si ottiene amando Dio ed i fratelli.Agli occhi degli uomini appare segno di debolezza che la libertà vera si possa ottenere solo

quando, sulle orme di Gesù crocifisso, si ha il coraggio di consegnare tutta la propria esistenza nelle mani di Dio Padre, per essere liberi di servire gli uomini. Ma ciò che appare stoltezza ad una logica “terrena”, diventa per chi crede la vera sapienza e la vera forza della libertà!

Giovanni Paolo II parla ai giovaniIn realtà è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa

di quello che trovate; è lui la bellezza che tanto vi attrae; è lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare.

INTERROGARE LA VITANelle precedenti schede abbiamo visto “La libertà da…” in cui il rapporto può essere anche

negativo ma di cui possiamo anche non averne coscienza. Con le parole “libertà per…” indichiamo una scelta, una scelta compiuta con tutto il

cuore. La “Libertà per Dio” è dunque una scelta, la scelta di donare la nostra libertà agli altri. Il

per implica un atto umano; si può sbagliare nella scelta ma nello sbaglio s’impara.Tuttavia il “per” può avere anche un valore causale, in questo senso “libertà per Dio” può

significare anche: “io sono libero grazie a Dio”, sono libero perché Egli ha agito nella mia vita. Ma significa anche porsi la domanda: A cosa serve la mia libertà?

Per “sperimentare” la libertà è necessario fare un’esperienza. Far scoprire ai ragazzi come nel Vangelo, per giocarsi la propria libertà è necessario fare un incontro. Gesù prima lo incontriamo, poi lo seguiamo. Prima c’è l’incontro con Gesù, poi c’è il cammino. Nessuno ama chi non conosce e nessuno segue chi non ama. Il primo slancio del cuore, quindi, è proprio questo: conoscere Gesù.

Ciò si può riassumere con lo schema indicativo/imperativo, dove l’indicativo è l’incontro e l’imperativo è il doverlo seguire. Incontrarlo/Decidersi per Lui.

Per introdurre l’argomento:– Far fare ai ragazzi un esperienza di silenzio motivandola: Tentare di vivere il silenzio

è difficile: abbiamo tutti i mezzi per poter occupare gli spazi di silenzio in modo che la nostra mente e il nostro cuore siano sempre occupati da qualcosa da fare: stereo, TV, interessi, sport, ecc... sono strumenti positivi ma diventano volentieri modi che coprono ciò che di più prezioso abbiamo: la voce del Cuore, la voce di Dio. Ma perché ci capita questo, che c’è di male ad ascoltare la musica, nella TV, o in tutto il resto? Non è un male ascoltare la musica, è un peccato non avere mai tempo per ascoltare il cuore. È strano, anzi: è disumano avere paura del silenzio, cacciarlo via dai nostri programmi di vita... Se siamo sinceri scopriamo che in realtà tutte le cose che occupano i nostri spazi di silenzio (stereo, TV, moda, interessi

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vari, desideri strani...) ci controllano: siamo marionette che per vivere felici hanno bisogno di un mucchio di cose altrimenti diventiamo tristi! Il silenzio, il deserto e il coraggio di restituire a noi stessi le cose più belle che ogni uomo ha, subito sembrano ostacoli alla nostra felicità in realtà sono l’unica possibilità che abbiamo per diventare LIBERI e incontrare colui che ci vuole felici: Gesù Cristo. Lasciati condurre nel viaggio dentro il tuo cuore, Cristo vuole incontrarti anche Lì, dove troppo spesso scappi come un bambino impaurito della sua ombra... Rischia l’avventura del deserto, è l’avventura della vita!

Heii... lassù... mi senti... no? allora io grido... e non mi interessa se disturbo il paradiso……ti voglio bene... e mi manchi… voglio che tutti i cieli sentano l’amore che ho per te.

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Ricordati che il Signore non vuole nulla da te, ma vuole il meglio per te!– Attività:– stimolare l’incontro-confronto con la libertà di Gesù; Egli stupiva per la sua libertà.– far vedere agli Ado (adolescenti) attraverso quali decisioni Gesù ha scolpito i tratti del

suo volto di uomo libero.– preparate una figura di Gesù ritagliata a mò di “puzzle” (o a quadretti): su ogni rettangolo

riportate i seguenti “riassunti”. Ad ogni partecipante ne viene consegnato un pezzetto e ognuno deve cercare di attribuire al proprio testo il brano del vangelo corrispondente (i brani dei Vangeli sarebbe opportuno fotocopiarli su un foglio e darne uno a testa, oppure attaccare le fotocopie su un grande cartellone).

Gesù non si lascia condizionare dalla attese dei suoi familiari, dai loro sogni e dai loro progetti su di lui.GESù è UN UOMO LIBERO (1)

Vangeli corrispondenti:

(1) Marco 3, 31-35;Gesù non è schiavo di una legge fine a se stessa, non si lascia ingannare da chi rispetta le regole solo per salvare la faccia.GESù è UN UOMO LIBERO (2)

(2) Marco 3, 1-6;

Gesù non ha bisogno di essere applaudito, non si svende ricercando il successo ad ogni costo, non insegue le richieste di chi vuole soltanto metterlo alla prova.GESù è UN UOMO LIBERO (3)

(3) Marco 8, 1-13;

A Gesù non interessa dominare sulle persone, rifiuta ogni logica di potere e di sopraffazione, non sfrutta il consenso della gente a suo vantaggio.GESù è UN UOMO LIBERO (4)

(4) Giovanni 6, 10-15;

Gesù non si lascia condizionare dai pregiudizi sociali, supera le barriere e le divisioni di chi, in nome di qualche principio, esclude gli altri.GESù è UN UOMO LIBERO (5)

(5) Marco 2, 13-17; Marco 10, 13-16; Luca 8, 1-3;

Gesù non si lascia bloccare dalle preoccupazioni dei suoi amici, rimanere fedele a se stesso anche di fronte a chi vorrebbe fargli cambiare strada.GESù è UN UOMO LIBERO (6)

(6) Matteo 16, 21-23;

Gesù non si vendica, non reagisce con rabbia e con risentimento davanti a chi non lo accoglie e lo rifiuta.GESù è UN UOMO LIBERO (7)

(7) Luca 9, 51-56;

Gesù non valuta le persone per ciò che hanno, non si lascia prendere da un affanno esagerato per le cose, non è schiavo dei soldi e della ricchezza.GESù è UN UOMO LIBERO (8)

(8) Matteo 6, 19-21.25;

Gesù non ha paura dei potenti, non si ferma neppure di fronte alla loro minacce e alle loro intimidazione.GESù è UN UOMO LIBERO (9)

(9) Luca 13, 31-33.

– Quando ognuno avrà fatto l’accoppiamento esatto, ricomponete l’immagine del volto di Gesù su un cartellone.

– Poi, potete dare ad ogni ragazzo un foglio a forma di “viso”, sul quale ogni ragazzo dovrà scrivere cosa/quali decisioni li rendono liberi: C’è qualcosa in comune tra me e Gesù?

Questionario: LA LIBERTÀPrima parte. Per ogni domanda scegli tre opzioni e indica il loro livello di importanza,

indicando 1°, 2° e 3° posto.

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IN FAMIGLIAMi sento libero quando:– non mi rompono le scatole– sono da solo– posso fare ciò che voglio– nessuno mi comanda– ho un po’ di soldi in tasca– vengo ascoltato dalla famiglia– alla tv guardo quello che voglio– ascolto la musica a palla– ho tutto quello che desidero

Mi sento oppresso quando:– mi controllano il telefonino– mi obbligano a venire a gruppo– invadono la mia privacy– mi dicono di tornare a una certa ora– non accettano il mio modo di vestire– non posso tenere la camera in disordine– devo fare i lavori di casa– non mi danno l’autorizzazione per tatuaggi/piercing/rasta…– devo rispettare le regole– mi fanno un sacco di domande

CON GLI AMICIMi sento libero quando:– posso esprimere la mia opinione– si fa quello che propongo io– so darmi agli altri senza esigere di possederli– sono al centro dell’attenzione– mi accettano per quello che sono– mi accorgo che ho bisogno degli altri– non ho paura del loro giudizio– sempre– mai

Mi sento oppresso quando:– mi “chiudono”– non capiscono il mio stato d’animo– mi cercano solo quando gli fa comodo– mi accorgo che ho bisogno degli altri– non riusciamo a divertirci– sono considerato sempre il buffone del gruppo– mi sento obbligato a pensare e fare come loro

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– sempre– mai

NELLA COMUNITÀ CIVILEMi sento libero quando:– partecipo alla vita della comunità– ho tutto quello che voglio– riconosco i diritti e i doveri di essere cittadino– posso manifestare il mio modo di essere– posso rinunciare ai miei diritti– raggiungo i 18 anni– accetto la libertà degli altri– posso scegliere per il mio futuro

Mi sento oppresso quando:– non ho ancora 18 anni– devo rispettare le regole civili– le regole limitano il mio essere– non posso fumare nei luoghi pubblici– non posso esprimere la mia opinione– non posso suonare le mia chitarra alle 2 del pomeriggio– sono preoccupato per la mia sicurezza

NELLA FEDEMi sento libero quando:– rispetto i comandamenti– vado a messa– posso interpretare la fede secondo il mio modo di vedere– la Chiesa mi indica come interpretare la fede– dico liberamente che sono credente– discuto della mia fede con i miei amici– posso scegliere se andare a messa– vivo da cristiano– mi confesso– prego

Mi sento oppresso quando:– sono obbligato ad andare a messa– prego– rispetto i comandamenti– la Chiesa mi indica come interpretare la fede– mi confesso– a gruppo c’è un incontro di preghiera– devo vivere da cristiano

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– i genitori impongono un credo– il mio credo mi impone digiuni e sacrifici– vedo il crocifisso in luoghi laici

A SCUOLAMi sento libero quando:– studio le materie che mi piacciono– vado a scuola contento– aiuto i miei compagni– vado a scuola senza aver studiato– posso decidere di non andare a scuola se non ho studiato– non ho troppi compiti da fare– gli insegnanti non rompono– gli insegnanti sono disponibili al dialogo e al confronto

Mi sento oppresso quando:– qualcuno decide per me che scuola devo fare– non mi piace quello che studio– i miei genitori pretendono dei bei voti– mi devo fare aiutare dai compagni– non posso esprimere la mia opinione

Seconda parte. Per ogni domanda scegli una sola risposta

Ogni società, e più in piccolo ogni gruppo, crea delle regole. Per te le regole sono:– una limitazione– espressione della libertà– il male minore per convivere con gli altri– qualcosa da trasgredire– l’unico modo per organizzare una società

La libertà è un potere?– sì– no

Seguire una moda è:– un’opportunità– una libertà– una schiavitù

Nella preghiera del Padre nostro si dice: “sia fatta la tua volontà”. Quando preghi, recitare questa frase ti fa sentire:

– libero– oppresso

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Possedere = libertà?– sì– no

Sai gestire la tua libertà?– sì– no

La libertà ti spaventa?– sì– no

Se sì, perché?__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Secondo te Gesù è stato:– un uomo libero– schiavo degli uomini– schiavo di Dio

“Onora il padre e la madre”: per te i genitori sono:– datori di libertà– regole, regole, regole– coloro che pongono dei paletti per farci apprezzare la libertà– coloro che danno dei principi su cui basare le nostre scelte

Nella libertà è meglio:– la quantità– la qualità

Libertà e obblighi sono inconciliabili?– sì– no

Libertà è:– autonomia– individualismo– originalità– spontaneità

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Si dice “la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri”. È vero? Perché?__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

LIBRI– “Le ali della Libertà” di Carlo Maria Martini

CANZONI PER RIFLETTERE– Marco Masini: “La mia preghiera”– NEK: “Se non ami”, dall’album: Un’altra direzione (2009) Video da YOUTUBE– Renato Zero: “Cercami” dall’album: Amore dopo amore (1998). Il segreto di cercare

sta nella costanza della ricerca– Franco Battiato: “E ti vengo a cercare “dall’album: Fisiognomica (1988). La canzone –

simbolo di un uomo che ha cercato la verità. Una verità che non è una teoria, ma la comunione con Qualcuno… mi viene in mente il brano di Giovanni1: “Andarono e videro dove abitava e stettero con Gesù … erano circa le quattro del pomeriggio”

– Giorgia: “Parlami d’amore”

RECITAL“Viva la libertà” (dal sito www.qumran2.net)

FILM“Mai più come prima”(2005). Una persona o un avvenimento possono cambiare il senso

della vita e tutto non è più come prima. E incontrare la persona di Gesù come la cambia la vita? Dopo l’incontro con Lui può essere tutto come prima?

INTERROGARE CRISTOBrani proposti: (ricerca nel Vangelo e su Internet)– Lc 5,1-11 (La pesca miracolosa) L’incontro non cambia la nostra natura ma dà una

nuova chiave di lettura, una nuova prospettiva (diventare pescatori di uomini).– Mc 1, 16-20– Mc 2,13-14 (Vocazione di Levi).– Mt 8, 21-22 Le chiamate personali di Gesù non sono tuttavia sempre accolte

immediatamente. Possono incontrare resistenza, il buon proposito si scontra con le esigenze della sequela.

– Mc 4,1-9 (Brano del seminatore) La libertà è sforzo e decisione; è necessario essere solidi ed impegnarsi per estirpare le erbacce togliere le roccie per rendere il nostro animo terreno fertile capace di accogliere la Parola.

– Lc 9,57-62 (Condizioni per seguire Gesù) 1. Vivere l’umanità fino in fondo 2. Vivere da cristiani 3. Operare scelte di vita– Lc 19,1–10 (Incontro con Zaccheo) Appare tra le righe il desiderio di cercare Dio.

Per noi oggi è un invito a cercare Gesù, ma per incontrarlo è necessario che lo si voglia. È

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necessario domandarsi che cosa mi impedisce di vedere Gesù? Il sostantivo folla può essere sostituito con altre cose che mi impediscono di trovare Dio: l’indifferenza, la poca voglia di pregare, la scarsa conoscenza del Vangelo, ecc…

INTERROGARE LA CHIESA

Proposta di un incontro con persone che appartengono alla realtà parrocchiale, le quali possano testimoniare il loro incontro con Cristo e la loro sequela.

Es: La Testimonianza dell’animatore più improbabile (cioè il più giocherellone, quello che sembra sta lì tanto per fare…). Ovviamente questo deve avere fatto realmente esperienza di Cristo e aver deciso di seguirlo. Oppure una coppia di fidanzati, sempre le meno pensabili possano fare una scelta reale e concreta di questo tipo.

Dibattito: può essere stimolato con un cartellone con al centro scritto “Libertà per…” a cui i ragazzi affiancheranno motivazioni e argomentazioni.

Sacerdote: alla fine del confronto, utilizzando anche le frasi del cartellone, racconterà la storia di S. Paolo, un altro esempio di come l’incontro con l’amore di Dio possa far nascere il desiderio di cambiare vita, rendendola una continua risposta al suo amore.

“La LIBERTÀ è un mezzo meraviglioso che ci è stato dato x diventare capaci di amare ” Abbè Pierre

“Non la nostra azione, il nostro coraggio, la nostra forza, la nostra verità, ma solamente la verità di Dio. Perché? Perché diventare liberi non significa diventare grandi nel mondo, diventare liberi contro il fratello, liberi contro Dio; significa diventare liberi da se stessi, dalla menzogna che mi fa credere che sono io al centro del mondo; liberi da se stessi per gli altri … Essere liberi non significa nient’altro che stare nell’amore: stare nella verità di Dio. “

Dietrich Bonhoeffer

“La libertà cristiana è dunque tutt’altro che arbitrarietà; è sequela di Cristo nel dono di sé sino al sacrificio della Croce. Può sembrare un paradosso, ma il culmine della sua libertà il Signore l’ha vissuto sulla croce, come vertice dell’amore. … Questa esperienza l’hanno condivisa tanti altri testimoni della verità: uomini e donne che hanno dimostrato di rimanere liberi anche in una cella di prigione e sotto le minacce della tortura. «la verità vi farà liberi» Chi appartiene alla verità, non sarà mai schiavo di nessun potere, ma saprà sempre liberamente farsi servo dei fratelli”.

Benedetto XVI

INCONTRARE CRISTO ATTRAVERSO UNA VEGLIA DI PREGHIERA:Canto iniziale: In unità

IntroduzioneGuardiamo insieme, il grande dono che Dio ha posto nelle nostre mani: “La libertà”... La

libertà operata da Cristo è liberazione dal peccato radice di tutte le schiavitù umane. Da qui nasce la gioia di amare senza riserve, di non tenere nulla per sé, di camminare nel sentiero della vita

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assaporando tutto quello che il Signore ci dona giorno per giorno, senza credere nulla di scontato. Iniziamo, dunque questo momento di preghiera, poniamoci ai piedi di Gesù ed invochiamo lo Spirito Santo perché possa scendere su di noi e riempire il nostro cuore dei suoi doni.

Dal Salmo 18 (18,2-7.17-20.50)

1° Momento: Alla Scoperta dei nostri LimitiI Limiti sono le nostre incapacità di guardare oltre le apparenze, i nostri pregiudizi verso

l’altro, i nostri peccati, la nostra testardaggine. Sono Invisibili e talvolta si nascondono sotto forma dei nostri più grandi pregi, ma non è cosi. Il momento a cui siamo chiamati è una vera conversazione con noi stessi, la nostra anima è nuda davanti ad uno specchio. Quello di guardarci nella parte più profonda di noi, per fare emergere il nostro limite più grande che ci impedisce di essere liberi, è un lavoro faticoso e difficile, dove combatteremo contro noi stessi e contro le nostre paure, ma è un lavoro che fatto realmente e con serietà ci renderà persone migliori, ma cmq sarà solo un primo passo vero lungo un cammino di libertà.

– Qual è il mio limite più grande che mi impedisce di essere libero e di compiere azioni di bene, e quindi di essere operatore di pace, figlio della luce?

1° Segno:Devono prendere un foglietto e scrivere il proprio limite – Una volta individuato e scritto il proprio limite, depositano il foglietto in un cestino

ai piedi della Croce. Per qualche istante rimangono davanti al crocefisso. Hai desiderato veramente di fare esperienza di Gesù, anche lasciandoti “pungere” dai suoi chiodi, dalle sue provocazioni, dal suo invito a cambiare vita?

– Ricevono in cambio un lucchetto chiuso

Lettura Vangelo:Lc 5,1-11 o Mc 1, 16-20 Breve RIFLESSIONE: Gesù si è incontrato con tanta gente: chi l’ha accolto, chi invece l’ha respinto. Le sue parole hanno suscitato tanta meraviglia. C’è chi è fuggito per paura di rimanere adescato o intrappolato nelle sue richieste esigenti, c’è chi invece è rimasto affascinato comprendendo che a certi livelli si deve essere esigente…

Canto: Liberi d’amare o un altro simile

2° Momento: Superare i propri limitiAver individuato, dopo una attenta meditazione, i propri limiti che ci ostacolano ad essere

uomini e donne libere è forse il passo più difficile. Scrutare dentro di noi è davvero faticoso e difficile, ma doveroso per il cammino di fede e umano.

3° Momento: Libertà è responsabilitàL’essere liberi per davvero ci conduce verso una nuova consapevolezza: L’Altro. Più siamo

liberi e più ci sentiamo responsabili verso il nostro prossimo. La mia libertà , fondata sulla Verità e quindi su Dio, si esprime in pienezza solo nel bene verso la comunità. Gesù agisce nel prossimo, grazie ad esso noi possiamo trovare la chiave dei nostri limiti - chi parla da

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solo ha sempre ragione - e bisogna avere sempre il coraggio di confrontarsi, mettere a nudo i propri limiti , questa è la cosa più difficile dopo quella di aver preso coscienza del limite. Quest’ultimo vive nell’ombra, nel silenzio e nell’oscurità, cresce e si radica sempre più in noi.

Padre nostroPadre Santo, tu hai effuso nei nostri cuori lo Spirito Santo/per farci tuoi figli ed eredi.

Fa che accogliendo ogni giorno il dono della libertà possiamo scegliere la via del bene, e dell’amore rivelataci dal tuo figlio Gesù Cristo. Amen.

Canto finale: POVERI E LIBERI [MARCO MELLINO] o un altro simile

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2. La libertà dei beni

Accompagnare i ragazzi a comprendere come alcuni modi di cercare la felicità e la sicurezza nei propri beni materiali e spirituali porta ad essere schiavi di essi; la ricchezza non rende felici come promette se non è condivisa con gli altri. Al di là del possedere o non possedere, il Signore Gesù ci indica la strada evangelica del distacco dai beni di questo mondo, un modo nuovo di rapportarsi alle cose per diventare veri missionari e partecipare alle ricchezze infinite del Regno.

INTERROGARE LA VITA

LABORATORIO: In gruppo si trova una lista di beni che comunemente sono presenti nella nostra vita

(ad es., televisione, videogiochi, motorino, stereo, computer, macchina fotografica, cellulare, MP3, i-pod…). I ragazzi, divisi in gruppetti devono trovare, per ogni bene elencato, una situazione che esemplifichi l’essere schiavo di quel bene e l’essere libero di fronte a esso. Si approfondisca chiedendo ai ragazzi le conseguenze del primo caso e quelle del secondo. Riassumere dimostrando come alcuni modi di cercare la felicità (consumismo, individualismo, soggettivismo…) sono trappole insidiose che minacciano la libertà e la realizzazione autentica di sé.

Racconti: 1. “L’incidente”: Una giovane donna tornava a casa dal lavoro in automobile. Guidava

con molta attenzione perché l’auto che stava usando era nuova fiammante, ritirata il giorno prima dal concessionario e comprata con i risparmi soprattutto del marito che aveva fatto parecchie rinunce per poter acquistare quel modello. Ad un incrocio particolarmente affollato, la donna ebbe un attimo di indecisione e con il parafango andò ad urtare il paraurti di un’altra macchina. La giovane donna scoppiò in lacrime. Come avrebbe potuto spiegare il danno al marito? Il conducente dell’altra auto fu comprensivo, ma spiegò che dovevano scambiarsi il numero della patente e i dati del libretto. La donna cercò i documenti in una grande busta di plastica marrone. Cadde fuori un pezzo di carta. In una decisa calligrafia maschile vi erano queste parole: “In caso di incidente..., ricorda, tesoro, io amo te, non la macchina!”.

Lo dovremmo ricordare tutti, sempre. Le persone contano, non le cose. Quanto facciamo per le cose, le macchine, le case, l’organizzazione, l’efficienza materiale! Se dedicassimo lo stesso tempo e la stessa attenzione alle persone, il mondo sarebbe diverso. Dovremmo ritrovare il tempo per ascoltare, guardarsi negli occhi, piangere insieme, incoraggiarsi, ridere, passeggiare... Ed è solo questo che porteremo con noi davanti a Dio. Noi e la nostra capacità d’amare. Non le cose, neanche i vestiti, neanche questo corpo... Un papà e il suo bambino camminavano sotto i portici di una via cittadina su cui si affacciavano negozi e grandi magazzini. Il papà portava una borsa di plastica piena di pacchetti e sbuffò, rivolto al bambino. “Ti ho preso la tuta rossa, ti ho preso il robot trasformabile, ti ho preso la bustina dei calciatori... Che cosa devo ancora prenderti?”. “Prendimi la mano” rispose il bambino. (Bruno Ferrero, A volte basta un raggio di sole).

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2. Il monaco povero e il monaco riccoIn una città c’erano due monasteri. Uno era molto ricco, mentre l’altro era poverissimo.

Un giorno, uno dei monaci poveri si presentò nel monastero dei ricchi per salutare un amico monaco che viveva là. «Per un po’ non ci vedremo più, amico mio», disse il monaco povero. «Ho deciso di partire per un lungo pellegrinaggio e visitare i cento grandi santuari:

La BULIMIA essenzialmente si manifesta come una smodata tendenza ad abbuffarsi di cibo, nor-malmente ipercalorico, in un intervallo limitato di tempo, e sovente di nascosto. Tale comportamen-to è sempre causato da un forte stress emotivo, sia prima che dopo aver ingerito il cibo, tale stress provoca un forte senso di colpa, al quale soven-te il bulimico oppone una serie di comportamenti tipici, quali il fatto di auto provocare il vomito, in-gurgitare pillole dimagranti o fare cure lassative.

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accompagnami con la tua preghiera perché dovrò valicare tante montagne e guadare pericolosi fiumi». «Che cosa porti con te, per un viaggio così lungo e rischioso?», chiese il monaco ricco. «Solo una tazza per l’acqua e una ciotola per il riso», sorrise il monaco povero. L’altro si meravigliò molto e lo guardò severamente: «Tu semplifichi un po’ troppo le cose, caro mio! Non bisogna essere così sventati e sprovveduti. Anch’io sto per partire per il pellegrinaggio ai cento santuari, ma non partirò di certo finché non sarò sicuro di avere con me tutto quello che mi può servire». Un anno dopo, il monaco povero tornò a casa e si affrettò a visitare l’amico ricco per raccontargli la grande e ricca esperienza spirituale che aveva potuto fare durante il pellegrinaggio. Il monaco ricco dimostrò solo un’ombra di disappunto quando dovette confessare: «Purtroppo io non sono ancora riuscito a terminare i miei preparativi». (Bruno Ferrero, Il canto del grillo, LDC)

…utilizzare alcune canzoni del musical “Forza venite gente”Leggere e riflettere insieme ai ragazzi “La roba” di Giovanni Verga di cui viene riportata solo la parte finale: «di una cosa sola gli doleva, che cominciasse a farsi vecchio, e la terra doveva lasciarla là dov’era. Questa è una ingiustizia di Dio, che dopo di essersi logorata la vita ad acquistare della roba, quando arrivate ad averla, che ne vorreste ancora, dovete lasciarla! E stava delle ore seduto sul corbello, col mento nelle mani, a guardare le sue vigne che gli verdeggiavano sotto gli occhi, e i campi che ondeggiavano di spighe come un mare, e gli oliveti che velavano la montagna come una nebbia, e se un ragazzo seminudo gli passava dinanzi, curvo sotto il peso come un asino stanco, gli lanciava il suo bastone fra le gambe, per invidia, e borbottava: - Guardate chi ha i giorni lunghi! costui che non ha niente! – Sicché quando gli dissero che era tempo di lasciare la sua roba, per pensare all’anima, uscì nel cortile come un pazzo, barcollando, e andava ammazzando a colpi di bastone le sue anitre e i suoi tacchini, e strillava: – Roba mia, vientene con me!»

INTERROGARE CRISTO

Mc 10, 17-22: lettura e Considerazioni sul brano evangelico:

Il giovane si rivolge a Gesù con l’appellativo di “Maestro buono”, a tali parole Gesù risponde: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo”. Ciò perché l’amore di Dio è gratuito, non è un “corrispettivo” per il nostro comportamento.

Da sempre, dunque, siamo chiamati alla vita eterna, e da sempre, siamo chiamati alla sequela, anche se in modi e forme diverse. Al giovane, prostrato ai suoi piedi, Gesù ricorda i comandamenti, quei paletti che il Padre ha posto per indicare il retto cammino che conduce a lui.

In questo contesto, Marco, nella risposta che Gesù dà al giovane, mette in bocca al Maestro solo alcuni dei dieci comandamenti, quelli significativi nella dimensione sociale, e che riguardano l’amore del prossimo, banco di prova dell’amore di Dio.

Il giovane è sicuro di averli osservati, allora Gesù gli propone di andare oltre, e render più radicale e profondo l’amore per Dio, mettendo, questo amore, al primo posto tra i valori della vita, e gli suggerisce: «... Va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi». L’esigenza fondamentale della sequela è il primato di Dio,

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il resto è un di più, si può possedere o non possedere, ma è necessario che il cuore, non sia totalmente legato, assorbito nelle ricchezze, nei beni temporali, ma desideri profondamente, quel “tesoro che è nei cieli”; il cuore dell’uomo, come Agostino insegna, è fatto per Dio, e a Lui deve aspirare, pur attendendo alle realtà temporali.

L’intenzione di Gesù è quella di liberare il giovane dai suoi pesi. Gli dice: “Vai! Sono io che ti mando”, “Vendi quello che hai”. Vendere è una contrattazione, ovvero: “Dai un prezzo, un valore limitato alle cose che possiedi, dagli un confine, distaccati da quello che hai”.

Gli dice: “dallo ai poveri”, ovvero: “Scopri che le ricchezze, i tuoi doni, non sono per te, ma sono da condividere con chi è più povero, non sono tuoi ma di Dio”.

“Vieni e seguimi”. Seguire significa “mettere i piedi nelle orme di Cristo”, credere che Gesù cammina davanti a noi. Libertà dai beni non è non possedere, non è essere sprovveduti.

I beni, in se stessi, non sono un male, l’errore si manifesta quando crediamo che la vita dipenda da essi. È infatti necessario considerare i beni come “strumenti”.

Attività sul brano del giovane ricco– dividere i ragazzi in gruppetti (tre/quattro elementi per gruppo), consegnare un foglietto

bianco in cima la quale c’è scritto “Ricco” oppure ”Povero”. In un tempo definito (5 minuti) ciascun gruppo deve pensare alle caratteristiche del ricco o povero. Raccogliere i fogli senza commentare né leggerli.

– L’educatore legge il brano evangelico del giovane ricco insistendo sul fatto che “…andò via triste”.

– Riprendere i foglietti e verificare se le idee emerse erano in linea con il brano evangelico.

Per riflettere– perché la ricchezza è pericolosa? Perché diventa un idolo, fa sentire più importanti e fa

disprezzare gli altri, ma non rende felici come promette se non è condivisa (infatti il giovane se ne va via “triste”…)

– perché la povertà rende felici? Perché lascia liberi dalla schiavitù delle cose solo chi è davvero povero capisce che ha bisogno di Dio per avere ciò che la ricchezza non può comprare: la vita, l’affetto, l’amore.

INTERROGARE LA CHIESA

Si può proporre un esperienza di contatto con delle realtà della Chiesa come:– La comunità del Monastero di Noci;– Il volontariato alla mensa Caritas;

S. Francesco: Un cuore puro“Ah, frate Leone, credimi – riprende Francesco – non preoccuparti tanto della purezza

della tua anima. Volgi il tuo sguardo a Dio, ammiralo, gioisci di ciò che è nella sua santità; ringrazialo perché esiste. Questo significa, o mio giovane fratello, avere un cuore puro. E quando guardi a Dio in questo modo, non far più ritorno a te stesso, non chiederti più a che punto è il tuo rapporto con Dio. La tristezza di non essere perfetto e di scoprirsi peccatore è ancora un sentimento umano, troppo umano. Bisogna puntare lo sguardo più in alto, sempre

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più in alto; c’è Dio, ci sono l’immensità di Dio ed il suo inalterabile splendore. Il cuore puro è quello che non smette mai di adorare il Dio vivente e vero, che si interessa in modo profondo alla vita stessa di Dio e che è in grado, in mezzo a tutte le sue miserie, di vibrare dinanzi all’eterna innocenza e all’eterna gioia di Dio. Un cuore così è allo stesso tempo nudo e vestito: gli basta che Dio sia Dio. In questo soltanto trova tutta la sua pace, tutta la sua santità”. “Dio però pretende da noi sforzi e fedeltà”, fa notare frate Leone. “Sì, indubbiamente” replica Francesco; “ma la santità non è una realizzazione di sé e neppure una pienezza che ci si offre. È innanzitutto un vuoto che scopriamo e che accettiamo e che Dio viene a riempire nella misura in cui ci apriamo alla sua pienezza. Vedi, il nostro nulla, se lo accettiamo, diventa lo spazio libero in cui Dio può ancora creare. Il Signore non permette a nessuno di rubargli la gloria: egli è il Signore, l’Unico, il solo che è santo. Eppure prende per mano il povero, lo tira fuori dal fango e lo fa sedere tra i principi del suo popolo perché osservi la Sua gloria. Dio diventa così il cielo della sua anima. Contemplare la gloria di Dio, fra’ Leone, scoprire che Dio è Dio, eternamente Dio, al di là di quello che siamo o che possiamo essere, gioire pienamente di ciò che è, estasiarsi di fronte alla sua eterna giovinezza e ringraziarlo perché esiste, perché è infallibile nella sua misericordia: questa è l’esigenza più profonda di quell’amore che lo Spirito del Signore non smette mai di diffondere nei nostri cuori. Questo vuol dire avere un cuore puro. Ma tutta questa purezza non si raggiunge attraverso sforzi e sacrifici.” “Come, allora?” chiede Leone. “Bisogna semplicemente rinunciare a tutto di sé. Spazzare via ogni cosa, anche la stessa acuta percezione della nostra miseria. Fare tabula rasa, accettare di essere poveri, rinunciare a tutto ciò che è pesante, al peso stesso dei nostri errori. Vedere soltanto la gloria del Signore, lasciarsene irradiare. Dio è: questo basta. Il cuore diventa allora leggero, si sente diverso, come una rondine persa nello spazio immenso ed azzurro. È libero da ogni preoccupazione, da ogni inquietudine; il suo desiderio di perfezione è diventato pura e semplice volontà di Dio”.

(Eligio Leclerc, Sapienza di un povero, Bibl. Francescana, MI ’82)

INCONTRARE CRISTO

Celebrazione Eucaristica (organizzata dai ragazzi sulla tematica della Libertà)

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3. La libertà da se stessi

Introduzione:Affrontando il tema della libertà ci troviamo di fronte al tema dell’identità e della costruzione

della personalità. Questo tema è di cruciale importanza per i ragazzi essendo l’adolescenza il periodo in cui si costruisce la personalità.

Mettere in luce il rapporto esistente tra la ricerca di autonomia, la voglia di libertà, sentita spesso come possibilità di “fare ciò che si vuole” e la scoperta sempre maggiore della propria identità e del senso della vita: essere liberi per noi è essere veri, essere autentici.

L’ADOLESCENTE INTERROGA LA VITA: Proposte di incontri1 – Gli adolescenti sono invitati a:– fermare lo sguardo su loro stessi scoprendo le loro catene: hanno il desiderio di una

vita felice, ma spesso sono “legati”, “accartocciati” su se stessi; quali le cose che secondo me mi rendono libero? Quali le mie “regole di vita”? Quali le mie sicurezze/certezze personali?

Aiutare gli adolescenti a prendere coscienza delle proprie “schiavitù”, delle false sicurezze personali e far emergere i desideri più profondi. (Vedi anche dopo in Interrogare La Chiesa)

– Si può introdurre l’argomento della libertà da se stessi commentando insieme, per suscitare una discussione, la seguente poesia:

LA LIBERTÀ DI ESSERE SE STESSI da: “Racconti oltre” RICERCA: http://www.raccontioltre.it/3510/la-liberta-di-essere-se-stessi/

Puoi raccontare la storia di Miryam (Nm 12,1-15) – che diventa lebbrosa e impedisce il cammino verso la libertà – In questo racconto sono contemplate quasi tutte le Parole del gioco “La mongolfiera”. Riflettiamo sul racconto biblico divertendoci:

Consegnare ai ragazzi una scheda con disegnata una mongolfiera: è bella ma non può librarsi in volo perché è legata da molte parole che formano una zavorra molto pesante che impedisce di intraprendere un bel viaggio.

Per liberarla dobbiamo scegliere quelle parole che le impediscono di alzarsi in volo: le nostre schiavitù.

Liberiamola dalle parole pesanti affinché possa partire

Alcune delle parole elencate si riferiscono a sentimenti, a modi di agire che impediscono la libertà. Segnalale e confrontati con i tuoi amici spiegando loro le tue scelte.Amicizia – Volontà – Noia – Generosità – Amore – Prepotenza – Simpatia – Benevolenza – Odio – Gentilezza – Verità – Razzismo – Gelosia – Diligenza – Violenza – Aiuto – Invi-dia – Impegno – Maldicenza – Bontà – Orgoglio – Altruismo – Egoismo – Menzogna – Sincerità

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LA LIBERTÀ VIOLATA

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Hurricane (film con Denzel Washington)Può aiutare una profonda riflessione. Uno dei due protagonisti è un ragazzo di sedici anni e

questo ha molta presa sugli adolescenti. È la storia vera di Robin “Hurricane” Carter pugile nero, che punta alla conquista del titolo mondiale dei pesi medi e di un ragazzo di sedici anni che tenta di farlo scagionare. La sua carriera sarà bruscamente interrotta per l’accusa di un triplice omicidio che non ha commesso. Verrà condannato alla sedia elettrica, ma la sua pena sarà commutata in tre ergastoli. Verrà scarcerato solo nel 1988 quando viene prosciolto dai capi d’accusa.

1 – Questionario Proporre ai giovani di scrivere una lista delle dieci cose, in ordine di importanza, che

ciascuno di loro farebbe nel caso in cui il Signore permettesse loro di fare ciò che ognuno desidera. Dopo un tempo prestabilito si possono condividere le risposte e avviare la discussione. Lo scopo dell’animatore è quello di uscire dall’idea di libertà intesa come “fare ciò che mi pare”, introducendo il tema della libertà da se stessi e dell’importanza delle nostre decisioni, desideri, libertà interiore. Si potrebbe chiudere l’incontro con la domanda: «Per fare la prima cosa della tua lista sei disposto a faticare, a soffrire qualcosa?»

2 – Altri film proposti (ricerca su internet della trama , della recensione o meglio della scheda pastorale per dibattito) “Una settimana da Dio”: un uomo, per una settimana, ha gli stessi poteri di Dio.

– “Ricomincio da capo”: un uomo si sveglia ogni mattina allo stesso giorno e ogni volta, pur trovandosi nella stessa situazione, varia le sue scelte.

– “L’avvocato del Diavolo”: un giovane avvocato, sacrifica tutta la sua vita, i suoi affetti, le cose più importanti, a causa della sua ambizione. Consigliato dai 15 anni in su.

3 – Canzone “Liberi liberi” di Vasco Rossi (ricerca su internet)

L’ADOLESCENTE INTERROGA CRISTO

Antico Testamento– Salmo 51 (50)– Salmo 107 (106), 13-14. Con l’aiuto di Dio veniamo liberati dai pericoli che circondano

la nostra vita.

Nuovo Testamento

– Mc 10, 21-22: La chiamata del giovane ricco. Il brano si riferisce alle “catene” che impediscono la libertà, ma rivela anche l’amore di Gesù: “Dio, per il quale nulla è impossibile”… neppure spezzare le catene di coloro che decidono di seguirlo come discepoli…

– Lc 15,1-3;11-32: Parabola del figliuol prodigo.

L’ADOLESCENTE INTERROGA LA CHIESA

1. Introduzione

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Far comprendere, attraverso il confronto con figure di giovani santi, il vero significato della libertà interiore, ritrovando nella vita di questi testimoni la libertà da ogni singolo vizio capitale.

– San Francesco– Santa Teresina– San Gaspare– San Domenico Savio

Secondo incontroPer il secondo incontro proponiamo il confronto, ad esempio mediante spezzoni di filmati

o articoli di attualità opportunamente selezionati, tra il comportamento che i giovani di oggi sono portati ad offrire e quello tenuto daI Santi in relazione alla tematica della libertà.

Gli otto pensieri di Evagrio Pontico: ricerca su internet del significato delle parole:– Avarizia e Gola: – Tristezza e Ira:– Vanagloria e Superbia: – Lussuria: – Accidia:

INCONTRARE CRISTO

Canto: Cammineremo nella Libertà – Giosy Cento

Preghiera corale: Liberami, Gesù – Madre Teresa di Calcutta

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4. La libertà dagli altri

Introduzione:Di certo ai nostri giorni la crescente insicurezza dei giovani, la loro irrimediabile fragilità,

nascono proprio dalla mancanza d’identità e, contemporaneamente, dalla voracità dell’ego e dall’impersonalità del si. La loro libertà vive un’ansia ed una inquietudine sconfinate: niente sembra appagarla. Gesù ci ha svelato che la mèta della libertà è riprodurre l’immagine stessa di Dio e ci ha fatto scoprire il senso autentico della nostra identità, ovvero quello di essere figli di Dio, pienamente amati, non schiavi che hanno paura, ma figli, persone libere, che possono vivere nella gioia e nella pace con sé stessi, con gli altri e con Dio. Il compimento della nostra umanità si realizza unicamente nella scoperta della propria figliolanza divina e nell’accoglienza di questo dono.

«...con la libertà e la fiducia dei figli di Dio...»

LE TRAPPOLESi cerca di far emergere nei ragazzi il desiderio di affermazione personale. Si vuole far vedere

come alcuni modi di cercare la felicità e alcuni condizionamenti (pubblicità, modi di pensare, influenza del gruppo...) siano, in realtà, “trappole” insidiose per la persona, che minacciano una realizzazione autentica. La prospettiva di fondo è quella di far intravedere nell’esperienza cristiana, un modo nuovo, libero, di rapportarsi agli altri e a Dio.

INTERROGARE LA VITA

Domande per l’introdurre l’argomento– Che cosa è la libertà?– Come si vive la libertà?– Tu sei libero?

Tempi reali: far vedere spezzoni di alcuni film come spunti per riflettere su cosa è la libertà per il mondo e per noi.

Proposte di Film– L’attimo fuggente (con un’attenta guida dell’animatore per la discussione e l’interpretazione)– La leggenda del re pescatore– Le ali della libertà

Oppure si possono proporre come spunti di riflessione alcune canzoni di musica leggera come:– La libertà di volare (Nomadi)– La mia libertà (Claudio Baglioni)– Sulla mia strada (Ligabue)– Libero (Fabrizio Moro)

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– Avrai Baglioni: Dopo aver ascoltato la canzone rivedere il testo come un messaggio di Dio Padre rivolto ai suoi figli. Ogni ragazzo è invitato a trovare nel testo una situazione simile alla propria in cui si è sentito amato da Dio.

Analizzare alcune pubblicità mettendo in evidenza come queste toccano il problema del bisogno di identità Omologazione = adeguarsi a modelli dominanti, non avere un’identità propria, ma seguire la moda che spesso è scarsamente autentica.

Si può far partire la discussione da alcuni brani scelti come ad esempio il seguente tratto da: “Il gabbiano Jonathan Livingston – Richard Bach”.

“Ma perché, Jon, perché?” gli domandò sua madre. “Perché non devi essere un gabbiano come gli altri, Jon? Ci vuole tanto poco! Ma perché non lo lasci ai pellicani il volo radente? agli albatri? E perché non mangi niente? Figlio mio, sei ridotto penne e ossa!”

“Non m’importa se sono penne e ossa, mamma. A me importa soltanto imparare che cosa si può fare su per aria, e cosa no: ecco tutto. A me preme soltanto di sapere.”

“Sta’ un po’ a sentire, Jonathan” gli disse suo padre, con le buone. “Manca poco all’inverno. E le barche saranno pochine, e i pesci nuoteranno più profondi, sotto il pelo dell’acqua. Se proprio vuoi studiare, studia la pappatoria e il modo di procurartela! ‘Sta faccenda del volo è bella e buona, ma mica puoi sfamarti con la planata, dico bene? Non scordarti, figliolo, che si vola per mangiare.”

LA RELAZIONE CON IL CORPO E CON DIO

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Ma Jonathan sapeva di essere nato per la libertà, e che è suo dovere lasciar perder e scavalcare tutto ciò che intralcia, che si oppone alla sua libertà, vuoi superstizioni, vuoi antiche abitudini, vuoi qualsiasi altra forma di schiavitù.

Il piccolo principe – Antoine De Saint-Exupéry Ed. BompianiVita di Mosè – C.M. Martini Ed. BorlaDavide peccatore e credente – C.M. Martini Ed. PIEMME

Libertà dagli altri ma non dall’Altro: RaccontoC’era una volta un aquilone. Era legato ad un filo sottile e si librava nell’aria, come danzando,

pilotato dolcemente dalle mani esperte di un piccolo uomo, il suo creatore. L’aquilone gioiva nel vederlo sorridere, mentre lui danzava, ma un giorno sentì il desiderio di andare più in alto, di volare da solo e si accorse che quel filo, quel filo sottile glielo impediva. D’un tratto quell’esile filo che era stato l’unione col suo creatore divenne per lui come una catena opprimente. L’aquilone cominciò a dimenarsi, a dare strattoni, ad imprecare contro quel piccolo uomo che lo teneva prigioniero. Tanto si agitò che ad un certo punto il filo si spezzò. L’aquilone cominciò a volare da solo, finalmente libero, felice di danzare nel vento senza catene. Il piccolo uomo lo chiamava, supplicandolo di non andare troppo in alto, ma egli, ormai libero, non ascoltava le sue parole. Improvvisamente il vento divenne più forte e cominciò a sbatterlo da ogni parte, a trascinarlo in una folle corsa. Avrebbe voluto rallentare, fermarsi per un attimo, ma non poteva. Il vento lo feriva con le sue raffiche mortali, lo mandava a sbattere contro le cime degli alberi e non poteva scansarle. I rami aguzzi gli strappavano brandelli di carta, mettevano a dura prova il suo esile scheletro. L’aquilone cominciò ad aver paura, a pensare che presto il suo volo sarebbe finito per sempre. Guardò giù e, sotto di sé, vide il piccolo uomo che correva affannosamente, cercando di non perderlo di vista. Provò nostalgia per quel viso sorridente, ma il vento non gli dava tregua, sembrava divertirsi a tormentarlo. All’improvviso il vento cominciò a scemare e l’aquilone pensò che presto si sarebbe finalmente fermato. Guardò diritto davanti a sé e vide una grossa pozzanghera che sì faceva sempre più vicina. Provò un brivido di terrore, ma non poteva cambiare strada. L’acqua lo accolse in un abbraccio mortale e sentì la carta rammollirsi, disfarsi lentamente. È la fine, – pensò – ma poi, improvvisamente si sentì sollevato delicatamente da una mano familiare. Il piccolo uomo, tutto sporco di fango, lo asciugò pazientemente, curò le sue ferite, sistemò il suo esile scheletro e lo legò di nuovo con quel piccolo filo. Passarono i giorni e l’aquilone tornò a volare legato a quel filo sottile, tra le mani del piccolo uomo. Capì che era bello volare insieme a lui, danzare per lui e quel filo sottile non gli sembrò più una catena crudele, ma un appiglio sicuro, un rifugio contro le avversità. Aveva capito, finalmente, che quella libertà legata è bella.

INTERROGARE CRISTO

LABORATORIO 1: Lc 15,11-32: Parabola del Padre misericordioso (ricerca nel Vangelo)

Fare leggere la parabola da tre persone diverse o tre gruppi, impersonando ognuno uno dei protagonisti e poi intervistarli ponendo le seguenti domande:

1. Il primo figlio, più giovane, perché è andato via?

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2. Perché il fratello è rimasto?3. perché il Padre lo ha lasciato andare via?

Vorremmo partire da questa idea di base:Ogni persona che ci ha tolto la libertà prima ci ha affascinato promettendoci di rispondere ad

un nostro bisogno.Vorremmo fare arrivare i ragazzi a vedere qual è la spinta che muove i tre personaggi, cosa

sperano di ottenere. Per esempio la risposta potrebbe essere: nel primo caso il giovane cerca affetto e amicizia; invece quello grande cerca di sentirsi bravo, ammirato e stimato per questo.

Hanno ottenuto quello che volevano e cercavano? La fiducia che hanno dato è stata ripagata?Aprire la discussione e poi riportarli al testo per vedere cosa dice la parabola.Il più grande ha tutti i beni del Padre e il Padre lo supplica di entrare alla festa.Il più piccolo ha l’anello di figlio, la veste e la festa per il suo ritorno, era morto ed è ritornato

in vita, ha una nuova chance di vita anche se ha sprecato tutto.Il Padre è riuscito a mantenere la relazione con i due figli.Vorremmo portarli ad essere capaci di distinguere che la pubblicità è una cosa e il prodotto è un

altro.Il bisogno c’è ma va verificata l’offerta.Nella discussione si possono sottolineare alcuni aspetti chiave: Innanzi tutto la prima scena, un

vero e proprio padricidio (Padre, tu sei morto, dammi la parte dei soldi che mi spetta). La fame, la realtà risvegliano il giovane figlio, lontano dal padre, dalla sua lussuria. Le nostre identità imperfette fanno i conti con la realtà. Il Padre aspetta con ansia il ritorno del figlio e quando questi arriva è veramente prodigo, dà tutto. Il bacio del padre sulle labbra (esatta traduzione) è il dono del soffio di vita: il padre ridona una vita nuova. Il figlio maggiore non si è accorto che ha già tutto, è superbo. Entrambe i figli, un lussurioso e un superbo, hanno dimenticato di avere un padre, di essere figli liberi.

LABORATORIO 2: Lc 2, 41-52: Gesù dodicenne al tempio (ricerca nel Vangelo); leggere il passo e poi…

Riflessione:– Cosa ti colpisce/sorprende di questo brano?– Giudica il comportamento di Gesù…– Lo giustifichi per quello che ha fatto? Come?– Secondo te perché Gesù ha fatto questo?– Cosa c’era nella testa di Gesù in quel momento?

1. Quanto sono simile a Gesù?2. Quali tipi di libertà cerco?3. Tutte le libertà che chiedo sono giustificate? 4. Le posso realmente ottenere?5. Mettersi nei panni dei loro genitori.6. Parlare di loro in confronto a Gesù.

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Gesù due volte ci ricorda: “onora tuo padre e tua madre”, ma quando parla di famiglia dice che bisogna lasciarla, ci deve essere un distacco. Il bisogno di identità, di realizzazione, di affetto ecc… possono scatenare forme di non libertà. Gli adolescenti anche in forma maldestra fanno esperienza di libertà, di autonomia; hanno bisogno di sbagliare (es: Fata turchina che lascia sbagliare Pinocchio ma poi è lì a raccogliere i cocci).

INTERROGARE LA CHIESAS. Francesco Si libera dai beni materiali e da una libertà apparente, in questo modo diventa

davvero un uomo libero nell’incontro con Cristo.

San Paolo nonostante la prigionia e la condanna a morte Paolo era un uomo libero grazie al suo contatto con Dio

Monaci/monache di clausura Guardando la loro vita dall’esterno si può pensare che si tratta di uomini e donne in “prigione”, non liberi. In realtà siamo noi ad essere schiavi del mondo che ci circonda e il concetto di libertà vera prescinde da quella apparente.

Giovanni Paolo II Quante false forme di libertà conducono alla schiavitù! «Dove c’è lo Spirito del Signore, c’è

libertà» (2Cor 3,17). È questa, cari giovani, l’unica strada per costruire un’umanità matura e degna di questo nome. Vedete, dunque, quanto grande e impegnativa sia l’eredità dei figli di Dio, alla quale siete chiamati. Accoglietela con gratitudine e responsabilità. Non sciupatela! Abbiate il coraggio di viverla ogni giorno in maniera coerente e annunciatela agli altri. Così il mondo diventerà, sempre di più, la grande famiglia dei figli di Dio.

Benedetto XVI: “Ci chiediamo stasera: che cosa è la libertà? Come possiamo essere liberi? San Paolo ci aiuta a capire questa realtà complicata che è la libertà inserendo questo concetto in un contesto di visioni antropologiche e teologiche fondamentali. Dice: “Questa libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne (sono libero se non dipendo da nessuno, se posso fare tutto quello che voglio), ma mediante la carità siate al servizio gli uni degli altri”.

Libro: “Lascerai tuo padre e tua madre”. Dalla schiavitù dei “bravi ragazzi” alla libertà dei figli di Dio. Autore: Mimmo e Cinzia Armiento. Edit. Porziuncola Edizioni Ccc Articolo 3 La Libertà dell’uomo.

INCONTRARE CRISTO

Leggere con sottofondo musicale la LETTERA D’AMORE DEL PADRE (in PDF ,ricerca su Internet).

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PARTE QUARTA

IL PROGETTO DI VITA:

1. Il progetto di vita è per il Regno2. Il progetto di vita è per se stessi3. Il Progetto di Vita è per gli altri4. Il progetto di vita è per il mondo

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1. Il progetto di vita è per il regno

Cristo ha scelto di rivelare all’uomo l’insondabile mistero del Regno e gli ha concesso di entrare nell’amore del Padre rivelato fin dall’eternità. Dio vuole coinvolgere ciascuno di noi in questo progetto, chiamandolo a continuare l’opera di Gesù con la forza e l’aiuto dello Spirito Santo. È il grande compito che Gesù ha affidato anche a ciascuno di noi e a tutto il popolo di Dio.

Mirare a suscitare la risposta dei ragazzi e a delineare un possibile progetto di vita da realizzare per il Regno di Dio, affinché ciascuno assuma il proprio ruolo nel piano della salvezza e si renda disponibile ad offrire la propria vita per il Regno, seguendo il Cristo più da vicino.

L’Adolescente interroga la vitaIl regno si riceve per grazia. Non posso pretendere di progettare per il regno: posso solo

rendermi io adatto per il Regno. Prima si entra nel regno poi si è chiamati a lavorare nel regno. Il Regno è straordinario, ma noi non siamo il regno. Il regno di Dio è incompiuto rispetto al futuro (non finisce mai di realizzarsi in ciascuno): è presente in noi, ma non possiamo pretendere che sia come vogliamo noi. Il regno ha una regola sola: la caritas, che va dal non giudicare al dare la vita. Possiamo contemplare il regno in Gesù che ha tutte le caratteristiche del regno: piccolo, incompiuto (non riconosciuto da tutti e incompleto in noi), rifiutato.

Se il regno arriva io sono pronto? L’invito al regno di Dio non è automatico. Si prega il Padre che il Figlio ti prenda al suo servizio. Lo puoi fare se sei predisposto. Formare al regno è formarsi all’abilità evangelica, cioè assorbire l’idea che con Dio si vince perdendo, che non si fanno progetti portando Dio di qua e di là, pronti a ricevere anche il disonore del mondo.

LABORATORIO: Letture – Canzoni – Film – Gioco

Letture per riflettere:– Lettura: … fermati, tu che vai cercando la gioia, fermati, tu che sei deluso, fermati tu che

leggi, fermati tu che vuoi capire qual è il senso della tua vita.Fermati, non senti che Dio vuole parlare proprio al tuo cuore? Preferisci forse fare come

la maggior parte dei giovani, e cioè non ascoltare la voce di Colui che ti ha creato, che ti ha fatto come un prodigio e che ti chiama ad un servizio scomodo, ma che solo può realizzare pienamente la tua vita?

Hai paura? Preferisci una vita comoda ma un po’ banale, seguendo la massa che condiziona le tue scelte, senza che tu te ne accorga, o vuoi diventare qualcuno agli occhi di Chi conta veramente?

Vuoi essere felice o FELICE?Fa male, lo so, ma se il chicco di grano caduto in terra non muore, non porta frutto. Vuoi

essere una pianta sterile? Vuoi limitarti a dare solo le foglie anche se sei chiamato ad essere un albero da frutto?

Ti prego non farlo. La vita è un dono e quindi è preziosissima. Sii riconoscente di questo

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È tempo di andare... Amare... Volare; è tempo di fuggire dalle cose impossibili e aprire nuove porte, nuovi sogni ci aspettano; è tempo di guardare avanti, non avere paura di niente, non scoraggiarsi e abbracciare il mondo senza illusioni, senza dubbi, senza chiedersi troppi per-

ché; è tempo di ascoltare i propri sentimenti, ognuno è libero di esprimere i propri pensieri, Dio ha creato Menti diverse, siamo liberi! È tempo Di seguire il proprio cuore, le proprie emozioni senza ostacoli! La vita è nostra Nessuno può governarla! Seguiamo la nostra strada Senza fermarci! È tempo...

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dono, non sprecarlo.Io non ho scelto di venire al mondo e nemmeno tu che stai leggendo.Non accontentarti di sopravvivere. Sii come Gesù, offri tutta la tua vita perché ciò che

guadagnerai sarà infinitamente di più rispetto a ciò che perderai. Suor Mariapaola V.

– Michel Quoist: Se sapessimo guardare la vita con gli occhi di Dio, vedremmo che nulla è profano nel mondo, ma che, al contrario, tutto ha parte nella costruzione del Suo Regno. Così, avere Fede non è solamente alzare gli occhi per contemplare Dio, ma è guardare la Terra con gli occhi di Cristo. Se avessimo permesso allo Spirito, di penetrare il nostro essere, se avessimo a sufficienza, purificato il nostro sguardo, il mondo non sarebbe più per noi un ostacolo, ma un invito costante a lavorare per il Padre, perché in Gesù venga il Suo Regno sulla Terra come nel Cielo. Aumenta la nostra Fede per guardare e “vedere” la vita. Apri i nostri occhi Signore! AMEN

– Card. A. Ballestrero: Quale sarà il mio postoQuale sarà il mio posto nella casa di Dio? Lo so, non mi farai fare brutta figura, non mi

farai sentire creatura che non serve a niente, perché tu sei fatto così: quando serve una pietra per la tua costruzione, prendi il primo ciottolo che incontri, lo guardi con infinita tenerezza e lo rendi quella pietra di cui hai bisogno: ora splendente come un diamante, ora opaca e ferma come una roccia, ma sempre adatta al tuo scopo. Cosa farai di questo ciottolo che sono io, di questo piccolo sasso che tu hai creato e che lavori ogni giorno con la potenza della tua pazienza, con la forza invincibile del tuo amore trasfigurante?

Canzoni (ricerca su Internet)Jovanotti – L’amore Che Ho Nek – Un’altra Direzione (2009) – Se Non AmiNek – E Da Qui (2010) Negramaro – San Siro Live 2008 – MeravigliosoNiccolò Fabi – Costruire Renato Zero – Il maestro

Mariella Nava – La strada (trova il testo su internet)Il brano è ispirato a Giovanni Paolo II, e parla di un cammino importante, non facile, ma

sostenuto dalla volontà tipica di una persona volitiva, di una vocazione, verso una meta da raggiungere.

PER RIFLETTERE: Progetto di vita è sapere che la tua vita è un dono che ti viene da Dio e di cui dovrai rendere

conto; è vivere con responsabilità il tempo che ti è affidato investendolo per Dio, gli altri e per il Regno; è avere la consapevolezza e il coraggio di percorrere la strada indicata; camminare con Dio al tuo fianco come primo interlocutore anche per capire la direzione in cui andare. La mèta diventa allora, giorno per giorno, realtà.

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– La strada è metafora della tua vita; prova a ripercorrere i momenti più significativi e le esperienze che ti hanno lasciato un segno.

– Nel tuo zaino hai messo il meglio di te?– Come reagisci solitamente davanti agli ostacoli che incontri sul tuo cammino?– Hai fatto anche tu l’esperienza della “notte oscura”? Come l’hai affrontata?– Qual è la tua bussola nel viaggio della vita?– Se credi che la tua vita è vocazione, qual è per te la “perla preziosa” da trovare?

FILMI passi dell’amore di Adam Shankman – USA 2002“L’amore è sempre paziente, non è mai geloso. L’amore non è mai presuntuoso o pieno di

sè. Non è mai scortese o egoista... Non si offende e non porta rancore. L’amore non prova soddisfazione per i peccati degli altri, ma si delizia della vita. È sempre pronto a scusare, a dare fiducia... a sperare e a resistere a qualsiasi tempesta.”

Gran Torino. Walt Kowalski (Clint Eastwood) è un reduce della guerra di Corea, di carattere burbero e spavaldo, prova una grande passione per la propria Ford Torino, modello classico del 1972, custodita in garage. Walt non mostra pudore nel manifestare il proprio sentimento anticoreano, nato durante la sua campagna in Corea, quando vide morire suoi amici per mano dei nemici. A peggiorare la situazione, il quartiere da lui abitato negli ultimi anni è diventato il principale centro suburbano della comunità coreana, e le bande giovanili danno molto fastidio a Walt. Anche se frustrati e maltrattati da Kowalski, i coreani aiuteranno l’uomo a risolvere i problemi personali che tiene con la famiglia, per diventare amici e aiutarlo a ripudiare il razzismo.

Patch Adams: è un film del 1998 prodotto negli USA dalla Universal, liberamente tratto dall’autobiografia di Hunter “Patch” Adams

LABORATORIO: Regno – RaccontoRegno del mondo:Se vieni con me ti garantisco che la sofferenza sparirà dal mondo.Se vieni con me tutta la gente ti sarà grata e ti rispetterà.Se vieni con me sarà eliminata la fame nel mondo.Se vieni con me avrai il potere su tutti i politici della terra.Se vieni con me avrai il potere di eliminare le ingiustizie, etc…Regno di Dio:Se vieni con me non dovrai provvedere alla tua vita, qualcun altro lo farà per te.Se vieni con me non avrai sicurezze ma non sarai abbandonato.Se vieni con me non sarai sempre felice ma mai senza gioia.Se vieni con me sarai segno di speranza per i disperati.Se vieni con me nessuno ti onorerà ma potrai salvare una vita, etc…

Come poterli integrare?Racconto Bruno Ferrero I doni di Dio (L’importante è la rosa)Un giovane sognò di entrare in un grande negozio. A far da commesso, dietro il bancone

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c’era un angelo. “Che cosa vendete qui?”, chiese il giovane. “Tutto ciò che desidera”, rispose cortesemente l’angelo. Il giovane cominciò ad elencare: “Vorrei la fine di tutte le guerre nel mondo, più giustizia per gli sfruttati, tolleranza e generosità verso gli stranieri, più amore nelle famiglie, lavoro per i disoccupati, più comunione nella Chiesa e... e...”. L’angelo lo interruppe: “Mi dispiace, signore. Lei mi ha frainteso. Noi non vendiamo frutti, noi vendiamo solo semi”.

Una parabola di Gesù comincia così: “Il regno di Dio è come la buona semente che un uomo fece seminare nel suo campo...”. Il Regno è sempre un inizio. Un minuscolo, quasi trascurabile inizio. Dio stesso è venuto sulla terra come un seme, un fermento, un minuscolo germoglio. Un seme è un miracolo. Anche l’albero più grande nasce da un seme piccolissimo. La tua anima è un giardino in cui sono seminate le imprese e i valori più grandi. Li lascerai crescere?

L’ ADOLESCENTE INTERROGA CRISTOSi lavora per il Regno come il lievito lavora nella pasta: ben mescolato al punto di essere

invisibile, ma prezioso. Ogni uomo o donna che ha cura del mondo e lo sviluppa secondo il progetto di Dio, collabora alla costruzione del regno di Dio.

Ricerca i seguenti passi o nella bibbia o su Internet:Mt 19,24 Mt 13,44-52 Mt 13,31-33(cfr.Lc 13,18-21;cfr. Mc 4,30-32)

L’ADOLESCENTE INTERROGA LA CHIESA Lumen gentium: Grava quindi su tutti i laici il glorioso peso di lavorare, perché il disegno

divino di salvezza raggiunga ogni giorno più tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutta la terra. Sia perciò loro aperta qualunque via affinché, secondo le loro forze e le necessità dei tempi, anch’essi attivamente partecipino all’opera salvifica della Chiesa.

Andrea Mandelli – “Diciannove anni per quell’istante”“La cosa più bella è che ho tanti amici, ma la cosa ancora più bella è che, questi 19

anni, è valsa la pena di viverli per l’istante in cui L’ho incontrato. Ho impiegato tanto! Diciannove anni, ma sono stati utili per questo solo istante. Ne ho sentito sempre parlare, ma la volta dell’incontro personale è una. E una volta accaduto, questo momento non lo dimentichi più e le cose difficili diventano facili”. Andrea aveva capito che Dio non è una parola o un discorso, ma qualcosa che realmente basta alla vita e la rappacifica perché le dà compimento. Anche la grave malattia, nel frattempo manifestatasi in modo drammatico, non era diventata obiezione al cammino. Poche settimane prima di morire scrive sul suo diario: “Sembra che io stia facendo qualcosa di straordinario, di eccezionale o di eroico. Invece non è vero. Perché se Dio ci dona qualcosa che ci risveglia è perché sia chiara la ragione fra noi. Se Dio ci dà questo è perché la nostra vita sia totale. Bisogna dire un “sì” a Cristo che sia totale. La pienezza della vita sta nella verginità e nella morte. Ne sono gli atti supremi”. Cominciano, sempre più frequenti, le permanenze in ospedale anche se riempite dalla compagnia degli amici e dalla certezza che quello era il modo in cui il Signore lo stava facendo crescere umanamente. Mamma Sofia ci racconta un episodio significativo: nel reparto pediatrico dell’ospedale dove era ricoverato, venivano dei giovani volontari a far

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giocare i bambini, a tirarli un po’ su di morale; ma Andrea aveva percepito un modo di affiancarsi alle persone ammalate che non gli piaceva. Non serviva, perché implicava, magari inconsciamente, un giudizio negativo: la vita è un imbroglio e lui uno sfortunato; invece voleva che anche loro potessero capire che pur dentro la sofferenza si sentiva oggetto di amore. Riapriamo il suo diario: “Ora sono a completa disposizione. Non devo più decidere. Chiedere al Signore la forza di sopportare ancora un po’ di fatica, questo sì, lo chiedo e devo chiederlo tutti gli istanti. Ho messo a posto i miei libri di scuola e da parte quelli non miei da rendere agli amici. La scuola è appena cominciata (e io ho già cominciato a saltarla) eppure voglio tutti i libri per poter seguire. Voglio concludere ogni cosa per poter non far altro che aspettare” Andrea muore il 29 novembre del 1990 e subito mamma Sofia invita i presenti a recitare l’Angelus.

Benedetto XVI: In un mondo che cambia, il Vangelo non muta. La Buona Notizia resta sempre la stessa: Cristo è morto ed è risorto per la nostra salvezza!

L’ADOLESCENTE INCONTRA CRISTOCanto: Il Disegno (ricerca su Internet)Matteo 7,21-27: ricerca nel Vangelo LABORATORIO: una domandaLa domanda non è cosa sei chiamato a fare nel Regno, ma se ti stai attrezzando per entrarci,

se lo desideri davvero, se è proprio il tuo sogno.

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2. Il progetto di vita è per se stessi

Condurre i ragazzi verso la comprensione che la vita è dono aiutandoli a dare un orientamento più preciso alla propria vita verso un progetto stabile, percepito come risposta ad una vocazione.

Aiutarli a passare dalla visione positiva di sé, al voler progettare la propria vita secondo lo stile evangelico sviluppando la capacità di vedere nel dono della vita, secondo l’esempio di Gesù, la via alla vera libertà e alla realizzazione piena di sé.

L’ADOLESCENTE INTERROGA LA VITAIl progetto che Dio ha dato alla tua vita, è quel colore quella speciale sfumatura, così bella

da essere unica e irripetibile. E solo quando avrai scoperto quel colore sarai veramente felice, realizzato. Perché tutto ciò che fai si vestirà di quel colore... E tutto il mondo conoscerà il colore della tua anima da ciò che sarai e farai. Perciò ricorda: Dio vuole la tua felicità più di quanto la vuoi tu, e Lui fa di tutto per farti scoprire quel colore!

LABORATORIO: Canzoni – Film – Racconto

CANZONILa Vita È Adesso (Claudio Baglioni) (ricerca su Internet)Vivere (Vasco Rossi) (ricerca su Internet)

FILM Non è mai troppo tardi: Edward Cole è un magnate d’industria multimilionario. Carter

Chambers un umile meccanico afroamericano. I due uomini, malati terminali, si trovano a condividere la stessa stanza di ospedale. Nonostante le differenti origini e classi sociali, sono entrambi determinati a non subire passivamente il destino che è stato loro riservato. Decisi a realizzare tutto ciò che non hanno mai potuto fare per mancanza di tempo, denaro o per pigrizia, i due fuggono dall’ospedale e si imbarcano insieme in un’avventura straordinaria. Lungo il percorso, oltre a depennare dalla lista le esperienze compiute, i due uomini impareranno anche a riscoprire se stessi e le gioie della vita prima che per loro sia troppo tardi.

Juno: Ecco a voi Juno MacGuff (Ellen Page), un’adolescente schietta e sicura di sé che riesce a mantenere il controllo sulla sua vita con apparente indifferenza e distacco mentre vive tutti i turbamenti emotivi di una gravidanza che la traghetterà dall’adolescenza all’età adulta. Intelligente e unica nel suo genere, Juno balla solo la sua musica – preferibilmente The Stooges – ma dietro un’apparente forza e leggerezza si nasconde una teenager che sta semplicemente cercando di capire cosa fare. Mentre la maggior parte delle sue compagne della Dancing Elk passano il tempo su Internet o al centro commerciale, Juno è una brillante adolescente del Minnesota che vive seguendo delle regole tutte sue. Un pomeriggio noioso come tanti si trasforma in qualcosa di diverso quando Juno decide di fare sesso con Bleeker (Michael Cera) un ragazzo timido e riservato. Ma quando scopre di essere incinta, con la collaborazione della sua migliore amica

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USO DI PSICOFARMACI TRA GLI ADOLESCENTIDati poco incoraggianti quelli diffusi qualche giorno fa dall’associazione «Il Calabrone», con l’incarico di svolgere un’indagine sul consumo di farmaci tra gli adolescenti. Pare proprio che tranquillanti, sedativi e psicofarmaci in genere non siano proprio un mon-do sconosciuto per gli under 18.Un ragazzo su dieci ha fatto uso di psicofarmaci al-meno una volta. Si parla di un 10,7% per le ragazze e 7,5% per i ragazzi.Il campione analizzato va dai 17 ai 18 anni, questi giovani hanno compilato un test anonimo che ha fat-to luce su stress, disagi a scuola e mal di testa lan-cinanti. Il 37% dei ragazzi e il 22% delle ragazze ha dichiarato di sentirsi infelice e depresso, da qui de-riva anche un consumo di alcool sempre meno con-trollato e in alcuni casi anche di cannabis.

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Leah (Olivia Thirlby) Juno escogita un piano per trovare una perfetta coppia di genitori per il bambino che porta in grembo. Dopo qualche ricerca, le due ragazzine mettono gli occhi su Mark e Vanessa Loring (Jason Bateman e Jennifer Garner), una benestante coppia che vive nei quartieri alti e che sta cercando di avere un bambino in adozione. Per sua fortuna, Juno può contare sull’aiuto ed il sostegno del padre e della matrigna (J.K. Simmons e Allison Janney) i quali, dopo lo shock iniziale davanti alla scoperta che la figlia ha fatto sesso con Bleeker – che non sembra essere un “campione di virilità”, – fanno quadrato intorno a lei. E così vedremo papà Mac che accompagna la figlia a conoscere la potenziale coppia di genitori per accertarsi che siano a posto e la matrigna Bren che le dà tutto il sostegno emotivo di cui Juno ha bisogno per lottare contro i pregiudizi relativi ad una gravidanza così precoce. Ma quando sta per arrivare la fatidica data del parto, la vita apparentemente perfetta ed idilliaca di Mark e Vanessa comincia a mostrare qualche crepa. Con il passare dei mesi, i cambiamenti fisici di Juno rispecchiamo la sua crescita interiore e alla fine, mostrando un coraggio e un’intelligenza piuttosto insoliti in una ragazzina della sua età, Juno affronterà i suoi problemi a testa alta con un’esuberanza giovanile che è al contempo intelligente ed inaspettata.

“Sprecare la vita” di Charles BukowskiLamentele infime e triviali, costantemente ripetute, possono far ammattire un santo, per

tacere di un bravo ragazzo qualunque (me). E il peggio è che chi si lamenta nemmeno si accorge di farlo a meno che non glielo dici e perfino se glielo dici non ci crede. e così non si conclude niente ed è solo un altro giorno sprecato, preso a calci, mutilato mentre il Buddha siede nell’angolo e sorride.

Racconto: “Da dove comincerò?”Un giorno il saggio disse: «Seguirò la regola d’oro e convertirò tutti gli uomini. Ma… da

dove comincerò? Il mondo è così grande. Comincerò dal paese che conosco meglio, il mio. Ma è così vasto il mio Paese! Comincerò dalla città più vicina, la mia. Ma è così grande la mia città! Allora comincerò dalla mia strada… No, comincerò dal mio caseggiato, o meglio, comincerò dalla mia famiglia. No, finalmente ho capito che cosa vuole la regola d’oro: comincerò da me stesso».

Anonimo

L’ADOLESCENTE INTERROGA CRISTODopo aver visto cosa dice il mondo sul progetto di vita, ora vediamo cosa dice Cristo sul

“progetto di vita” di ciascuno di noi. Interrogare Cristo è chiedere,” pretendere” di sapere e conoscere qual è il progetto di felicità che lui ha su di noi, così come il Giovane ricco poniamo le nostre domande a Cristo in persona. Lo strumento per eccellenza per interrogare e dialogare con Lui è la preghiera come risulta, per esempio, dai Salmi (116 e 139) o dalla preghiera di Giona (Cap 2). Inoltre nella Bibbia sono molteplici gli esempi di progetti di Dio per gli uomini a partire da Maria e passando per la chiamata degli apostoli e i tanti discepoli che incontrarono Gesù.

LABORATORIO: AT–NT (ricerca nella Bibbia o su internet)– AT: – Salmo 116,1-9

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– Salmo 139, 1-24– Dt 8,1-6 (La prova del deserto)– Giona 2,1-11 (La preghiera di Giona)– Ger 29,11 “Io, infatti, conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo – dice il Signore

– progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza”.NT: – Mc 10, 17-22 (Uomo ricco)– Lc 1, 26-38 (L’annunciazione)– Lc 19,1-10 (Zaccheo)– Lc 5,1- 11 Chiamata dei primi quattro discepoli + Laboratorio sul brano:

“GETTAVANO LA RETE IN MARE” (Tratto da “SIMONE CHIAMATO PIETRO” di Mauro Giuseppe Lepori, Marietti)

Un pescatore che getta la rete. È nell’atto di gettare in mare la rete che gli occhi del Signore hanno visto per la prima volta Simone, il pescatore, nella sua barca assieme a suo fratello Andrea.

Gesù passava di là, come per caso. Era uno sconosciuto appena uscito dall’ombra di Nazareth. Non ha ancora un gran che da fare: la gente non lo conosce ancora, ma presto la tranquillità sarà finita. Ora passeggia sulla riva del mare di Galilea. Guarda tutto. Tutto è bello per colui che coglie in ogni dettaglio della creazione, in ogni sfumatura del tempo e della luce, l’amore del Padre, di suo Padre. (...).

Lui era lì, solo. Ecco una barca. Il suo villaggio era lontano dal mare, e ogni volta che vedeva l’immensa distesa d’acqua, e che vedeva uomini capaci di affrontarlo, ne era affascinato. Anche adesso si mette a fissare quei due uomini sulla barca. Si assomigliano, probabilmente sono fratelli. Uno, che deve essere il maggiore, comanda e dirige, a volte bruscamente, tanto più che l’altro ha un’aria taciturna e più riflessiva(...).

I due pescatori avevano ritirato il loro giacchio, una rete con un’intelaiatura fatta di pertiche, che ha la forma di una gabbia dalla quale i pesci non possono uscire troppo facilmente. Il bottino non era eccezionale, e il fratello maggiore brontolava e sembrava rimproverare il più giovane che l’ascoltava pazientemente. Doveva essersi abituato a sopportare il suo carattere. Ora la barca s’avvicinava alla riva e Gesù era così vicino al mare che la schiuma fresca delle onde gli lavava i piedi impolverati. Fissava soltanto i due uomini e un immenso flusso di tenerezza s’impadroniva del suo cuore. I due lo scorsero, e Simone smise di rimbrottare suo fratello. “Cos’ha da fissarci così?”, disse ad Andrea a denti stretti. Continuarono in silenzio i gesti abituali dell’accostamento, ma ormai la loro attenzione era attirata dall’uomo che sembrava attenderli sulla riva.

Andrea sussurrò a Simone: “Lo riconosco: è il Rabbi che ho incontrato l’altro giorno con Giovanni!”. Ma scendendo dalla barca, Simone vide che l’uomo fissava più lui che suo fratello. Non aveva mai visto un volto così bello. Un volto triste e lieto nello stesso tempo.

Simone si sentì invadere da una dolcezza immensa, tanto che dimenticò tutto, tutto quello che lo irritava ogni giorno: la barca, i pesci, la pesca, il mare, il fratello, la moglie, la suocera. Non esisteva altro che quel volto.

All’improvviso una remota tristezza cominciò a salirgli dentro, come da un abisso ignoto, una tristezza che non aveva mai provato prima. Era spesso di cattivo umore, ma essere triste non gli era connaturale. Eppure, Simone sentiva che quella tristezza gli risultava dolce. L’aveva

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per così dire bevuta dagli occhi di quell’uomo, come quando si buttava assetato sul secchio dell’acqua che sua moglie gli teneva pronto per il suo rientro dalla pesca, disgustato dall’acqua del lago che gli era schizzata addosso.

L’uomo sulla riva sembrava perso nei suoi pensieri segreti e le sue labbra sembravano voler esprimere una parola (...) Era come se da quella parola dipendesse la direzione verso la quale lo avrebbe trascinato la tristezza che quegli occhi comunicavano. E Simone intuiva che questa tristezza non gli lasciava nessuna alternativa fra la salvezza e la perdizione. Il suo volto, senza saperlo, diventava sereno, perché stava dimenticando le tensioni superficiali che gli avevano fatto aggrottare la fronte. Grazie a quel prodigio, il burbero Simone ritrovava il volto della sua infanzia? Solo nel momento in cui egli sentì uno strano nodo alla gola, si rese conto che l’uomo misterioso gli stava cambiando il cuore. Allora sorrise, e sapeva di aver già accettato qualsiasi parola sarebbe uscita da quelle labbra che ora gli sorridevano.

LABORATORIO:– Qual’è il momento in cui Pietro è cambiato e cosa ha detto?– Gesù chiede a Pietro di fidarsi di lui, della sua parola, perché gli voleva bene.Cosa vuol dire fidarsi di Gesù alla tua età?– Riesci a fidarti di Gesù? Perché?E ora tocca te. Dopo tutto quello che hai sentito, letto e pensato, con calma, prova a scrivere il tuo

progetto di vita: che tipo di persona ti piacerebbe diventare, i valori in cui credi, che posto ha Gesù nella tua vita...

IL MIO PROGETTO DI VITA È ………………………………………….(continua in un foglio a parte).– Mc 12,41-44 (L’obolo della vedova)

– At 9,1-9 (Chiamata di Saulo)

Sulla via di Damasco, Paolo viene chiamato per nome da Gesù. Gesù, quando si rivolge a qualcuno per affidargli una missione, non usa nomi generici. Egli ci conosce uno per uno, ci ama uno per uno. Anche il Padre ci conosce e ci ama singolarmente da sempre, dall’eternità. Perciò Dio ti ha chiamato alla vita, perché ha un progetto particolare nei tuoi confronti. Dio ha pensato a te, ti ha voluto. Prima di preoccuparti del tuo futuro, sai già con certezza una cosa: Dio ti ama e attende il tuo amore.

L’ADOLESCENTE INTERROGA LA CHIESA

Giovanni Paolo II: “Il periodo della giovinezza è il tempo di una scoperta particolarmente intensa dell’io umano. Davanti alla vista del giovane o di una giovane si scopre quella specifica e, in un certo senso, unica potenzialità di una concreta umanità nella quale si inscrive il progetto della vita futura. Voi giovani avete questa grande occasione: una ricchezza da scoprire ed insieme da programmare, scegliere, prevedere, assumendo decisioni in proprio”.

Benedetto XVI messaggio per la XXVI giornata mondiale della gioventù.

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Certamente, ricordando la mia giovinezza, so che stabilità e sicurezza non sono le questioni che occupano di più la mente dei giovani. Sì, la domanda del posto di lavoro e con ciò quella di avere un terreno sicuro sotto i piedi è un problema grande e pressante, ma allo stesso tempo la gioventù rimane comunque l’età in cui si è alla ricerca della vita più grande. Se penso ai miei anni di allora: semplicemente non volevamo perderci nella normalità della vita borghese. Volevamo ciò che è grande, nuovo. Volevamo trovare la vita stessa nella sua vastità e bellezza.

Qualsiasi altra cosa è insufficiente. Sant’Agostino aveva ragione: il nostro cuore è inquieto sino a quando non riposa in Te. Il desiderio della vita più grande è un segno del fatto che ci ha creati Lui, che portiamo la sua “impronta”. Dio è vita, e per questo ogni creatura tende alla vita; in modo unico e speciale la persona umana, fatta ad immagine di Dio, aspira all’amore, alla gioia e alla pace.

Per questo motivo, cari amici, vi invito a intensificare il vostro cammino di fede in Dio. Voi siete il futuro della società e della Chiesa! Come scriveva l’apostolo Paolo ai cristiani della città di Colossi, è vitale avere delle radici, delle basi solide! E questo è particolarmente vero oggi, quando molti non hanno punti di riferimento stabili per costruire la loro vita, diventando così profondamente insicuri. Voi giovani avete il diritto di ricevere dalle generazioni che vi precedono punti fermi per fare le vostre scelte e costruire la vostra vita, come una giovane pianta ha bisogno di un solido sostegno finché crescono le radici, per diventare, poi, un albero robusto, capace di portare frutto.

Chiara BadanoChiara nasce ad Aqui il 29 ottobre 1971, sin da piccola rivolge attenzione al servizio verso

gli “ultimi”, il suo progetto di vita è diventare medico per curare i bambini dell’Africa. A 9 anni dichiara: “come per me è facile imparare l’alfabeto così deve esserlo anche vivere il vangelo.” A 17 anni si ammala gravemente appresa la diagnosi Chiara non si ribella e diventa lei sostegno per le persone che le sono accanto: “Se lo vuoi tu Gesù lo voglio anche io.” “Avverto che Dio mi chiede qualcosa di più grande. A me interessa solo la volontà di Dio, fare bene quella nell’attimo presente: stare al gioco di Dio.”

“I giovani sono il futuro. Io non posso più correre però vorrei passare loro la fiaccola come alle olimpiadi. I giovani hanno una vita sola vale la pena spenderla bene.”

“È un’esigenza acuta della società e soprattutto della gioventù: il significato vero della vita, la risposta al dolore e la speranza in un poi che non finisca mai e sia certezza della vittoria sulla morte.”

San Francesco d’AssisiNel 1203-1204 pensò di partecipare alla Crociata e quindi provò a raggiungere a Lecce

la corte di Gualtieri III di Brienne, per poi muovere con gli altri cavalieri alla volta di Gerusalemme. Partecipare come cavaliere ad una crociata era a quel tempo considerato uno dei massimi onori per i cristiani d’Occidente. Tuttavia, giunto a Spoleto, si ammalò nuovamente ed ebbe un profondo ravvedimento. Avrebbe raccontato in seguito di essere stato persuaso da due rivelazioni notturne: nella prima egli scorse un castello pieno d’armi ed udì una voce promettergli che tutto quello sarebbe stato suo. Nella seconda sentì nuovamente la stessa voce chiedergli se gli fosse stato «più utile seguire il servo o il padrone»: alla risposta: «Il padrone», la voce rispose: «Allora perché hai abbandonato il padrone, per seguire il servo?»

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Francesco rinunciò al proprio progetto e tornò ad Assisi. Da allora egli non fu più lo stesso uomo. Si ritirava molto spesso in luoghi solitari a pregare.

L’ADOLESCENTE INCONTRA CRISTO

Canto iniziale: Il Signore è mio pastore (ricerca delle parole su Internet)Caro Gesù, ma sei davvero accanto a me? E mi conosci? Sai proprio tutto di me? E

quando sono caduto dov’eri? E adesso, come mi rialzo? Io la forza non ce l’ho mi devo rassegnare? Non valgo proprio niente?

Se sono così, com’è possibile che qualcuno mi voglia?

Gv 8,4-11: Gesù non accusa mai. All’adultera che avevano condotto da lui per giudicarla Gesù dice: “Donna dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. C’era un motivo concreto per giudicare, il mondo non ammette che sbagliamo, la giustizia umana ci schiaccia. Gesù invece ci da sempre una possibilità, ci invita a ricominciare “Va e d’ora in poi non peccare più”. Che speranza c’è per me? Però tu su quella croce non ci sei rimasto, sei risorto. E allora anch’io !

Lc 15, 17-20.22.24: L’abbraccio del padre ci accoglie sempre anche quando sbagliamo.Dio ha un progetto unico per me, per costruirmi come “una persona vera” proprio come

Lui.Gesù mi vuole come sono, Lui mi apprezza…Voglio tornare a te Signore, voglio ritrovarti!

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3. Il progetto di vita è per gli altri

Accompagnare i ragazzi nel cammino dal volersi progettare secondo lo stile evangelico, all’impegnarsi con generosità per gli altri rispondendo agli appelli presenti dentro il quotidiano e accettandone la fatica. Attraverso un atteggiamento di gratitudine raggiungere la consapevolezza di essere un dono per gli altri anche nelle situazioni difficili: la mia vita non è solo per me, per i miei interessi e desideri, essa mi è stata donata perché io la doni agli altri.

L’ADOLESCENTE INTERROGA LA VITALABORATORIO: Film – Film di Animazione – Intervista – Domande – Racconto –

Canzoni … Favorire (ricerca su Internet)

FILM“Honey” (2003 USA – regia Bille Woodruff ).Come passare da un sogno individuale

ad un progetto che tocca la vita di tanti, questo è il percorso che compie Honey Daniels. Poco più che ventenne, con un buon talento come coreografa, ha un sogno che riguarda il suo futuro: sfondare nel mondo della danza, realizzando videoclip. Ci riesce e dimostra di saperci fare, conquistando la stima dei cantanti con cui lavora. Eppure, dopo aver assaporato il successo e la sua fuggevolezza, lascia perdere i sogni di gloria e sente sgorgare in sé un progetto vero, coinvolgente, difficile ma non impossibile. Mentre il sogno ambizioso era declinato al singolare e solo Honey ne era protagonista, fino al punto da prendere le distanze dalle amiche di sempre, il progetto della scuola di danza coinvolge tutti coloro che le sono intorno. Il nuovo progetto permette ad Honey di porre a servizio degli altri tutte le sue doti: quelle artistiche e quelle di temperamento.

Come il suo ragazzo le ricorda: “Se ti ha fatto lavorare è perché hai talento, grinta e perché ami quello che fai! Questi sono doni di Dio!”

LABORATORIO dopo aver visto il film:– Qual è il sogno di Honey all’inizio del film?– A cosa attinge per creare le coreografie che la portano al successo?– Come si rapporta con i suoi genitori? E con i suoi amici (grandi e piccoli)?– Quali valori condividono Honey e Chaz?– In che modo la giovane si lascia provocare e coinvolgere dalla realtà che la circonda?– Da un sogno iniziale, Honey passa a un progetto: quale?

Gran Torino (USA 2008 – Regia: Clint Eastwood): Dall’isolamento estremo e determinato del protagonista, che si scontra con l’ingiustizia, la prevaricazione, l’egoismo, all’apertura del suo cuore fino al sacrificio della vita per difendere i giovani vicini di casa, coreani, vittime di una banda di connazionali.

Film di animazione:Up (ricerca su Internet)

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Progettare bene…è questione di radici…

LABORATORIO: – Per andare a salvare Kevin e Russel Carl si libera del peso dei vecchi mobili: simbolicamente la casa vuota ora può ospitare altri affetti, anche se Ellie sarà sempre nel suo cuore. Prima di conoscere i suoi nuovi amici Carl non voleva nessun legame, poi permette a Russel di diventare suo amico e a Dog di chiamarlo padrone. Cosa ne pensi?

– “È soltanto una casa”: Carl, dopo aver salvato i suoi amici, vede con nostalgia la sua casa

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volare via lontano. Ma dove si posa la casa definitivamente? Qual è il senso?– Il film si chiude con le fotografie di Carl, Russel e i loro amici incollate su un libro

speciale, il nuovo libro di avventure: qual è il senso?L’era glaciale Nella scena finale Mannie, Diego e Sid camminano insieme verso il sole,

non più tre estranei che si servono l’uno dell’altro, ma tre fratelli che si servono l’un l’altro con gratuità e senza risparmiarsi mai.

Intervista: con tema: “Il progetto di vita è per gli altri”, fatta precedentemente a gruppetti fuori dall’ ambito della Comunità, andando in ambiti diversi (personal-trainer della palestra, medico del pronto soccorso, avvocato, medico del consultorio, assessore comunale, laico ecc.). Sarà punto di partenza per una condivisione.

– Si può inoltre proporre l’intervista ad un personaggio famoso che si rende disponibile di persona o tramite il suo blog.

LABORATORIO: Chi sei?Che cosa è per te la vita?Cosa è importante nella tua vita?La vivi solo per te? O è qualcosa da condividere? Secondo te si può donare la vita per l’altro?Chi è che dona la vita per te?Cos’è che ti da la vita?

Racconto: Chi sei tu? (Felice Moscone, Parabole del Duemila, LDC)

«Maestro – domandò un giovane assetato di luce al vecchio Saggio che viveva solitario sulla Montagna –, c’è una domanda che mi tormenta notte e giorno. Mi chiedo continuamente: “Chi sei tu?”. Ma non riesco a darmi una risposta sicura. Che ne pensate voi, Maestro?». Rispose il Maestro: «È una domanda importante. E non è senza risposta. Quando ti svegli, al mattino, come affronti la vita? Ti alzi dal letto soltanto “per fare”? Allora sei uno schiavo! Ti alzi “per amare”? Sei un figlio di Dio: libero e fecondo di bene».

Canzoni: – La vita è un dono. Renato Zero– Se non ami. Nek

FAVORIRE: Favorire esperienze concrete di servizio e di solidarietà nell’ambito sociale, rendendo gli stessi adolescenti protagonisti, soggetti vivi.

L’ADOLESCENTE INTERROGA CRISTO

LABORATORIO: (ricerca dei passi o nel Vangelo o su Internet)Gv 15,2 Ogni tralcio che in me non dà frutto, lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto, lo

pota affinché ne dia di più.Lc 2,50 «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?».

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Gv 21,17 «Pasci le mie pecorelle»Gv 12,24 In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore,

rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.

L’ADOLESCENTE INTERROGA LA CHIESAMessaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la XXVI Giornata Mondiale della

Gioventù 2011 “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” (cfr. Col 2,7)Quanti cristiani sono stati e sono una testimonianza vivente della forza della fede che si

esprime nella carità: sono stati artigiani di pace, promotori di giustizia, animatori di un mondo più umano, un mondo secondo Dio; si sono impegnati nei vari ambiti della vita sociale, con competenza e professionalità, contribuendo efficacemente al bene di tutti. Nell’era della globalizzazione, siate testimoni della speranza cristiana nel mondo intero: sono molti coloro che desiderano ricevere questa speranza! Davanti al sepolcro dell’amico Lazzaro, morto da quattro giorni, Gesù, prima di richiamarlo alla vita, disse a sua sorella Marta: “Se crederai, vedrai la gloria di Dio” (cfr Gv 11,40). Anche voi, se crederete, se saprete vivere e testimoniare la vostra fede ogni giorno, diventerete strumento per far ritrovare ad altri giovani come voi il senso e la gioia della vita, che nasce dall’incontro con Cristo!”

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI PER LA XXV GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ (28 MARZO 2010)

“Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?” (Mc 10,17), ricerca del passo o nel Vangelo o su Internet.

La scoperta del progetto di vita. Nel giovane del Vangelo, possiamo scorgere una condizione molto simile a quella di ciascuno di voi. Anche voi siete ricchi di qualità, di energie, di sogni, di speranze: risorse che possedete in abbondanza! La stessa vostra età costituisce una grande ricchezza non soltanto per voi, ma anche per gli altri, per la Chiesa e per il mondo. Il giovane ricco chiede a Gesù: “Che cosa devo fare?”. La stagione della vita in cui siete immersi è tempo di scoperta: dei doni che Dio vi ha elargito e delle vostre responsabilità. È, altresì, tempo di scelte fondamentali per costruire il vostro progetto di vita. È il momento, quindi, di interrogarvi sul senso autentico dell’esistenza e di domandarvi: “Sono soddisfatto della mia vita? C’è qualcosa che manca?”. Come il giovane del Vangelo, forse anche voi vivete situazioni di instabilità, di turbamento o di sofferenza, che vi portano ad aspirare ad una vita non mediocre e a chiedervi: in che consiste una vita riuscita? Che cosa devo fare? Quale potrebbe essere il mio progetto di vita? “Che cosa devo fare, affinché la mia vita abbia pieno valore e pieno senso?” (Ibid., n. 3). Non abbiate paura di affrontare queste domande! Lontano dal sopraffarvi, esse esprimono le grandi aspirazioni, che sono presenti nel vostro cuore. Pertanto, vanno ascoltate. Esse attendono risposte non superficiali, ma capaci di soddisfare le vostre autentiche attese di vita e di felicità. Per scoprire il progetto di vita che può rendervi pienamente felici, mettetevi in ascolto di Dio, che ha un suo disegno di amore su ciascuno di voi. Con fiducia, chiedetegli: “Signore, qual è il tuo disegno di Creatore e Padre sulla mia vita? Qual è la tua volontà? Io desidero compierla”. Siate certi che vi risponderà. Non abbiate paura della sua risposta! “Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa” (1Gv 3,20)!

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TestimonianzaAffidarsi a Dio per trovare un progetto di vita: testimonianza di Rita Corazzi, disabile che

ha “buttato il cuore oltre l’ostacolo”, che ha saputo trovare il suo “progetto di vita” nonostante i grandi ostacoli che ha dovuto affrontare. Proprio come chiede Benedetto XVI nel suo messaggio ai giovani in occasione della XXV GMG. Lasciamo quindi a Rita la parola per presentarsi. «Non è facile spiegare in poche parole chi sono. Vorrei raccontarvi le mie gioie, i miei dolori, i desideri, i rimpianti, i sogni. Potrei dire che sono una ragazza come tante altre, ma non è così. Potrei intrattenervi con i racconti delle tante iniziative intraprese e delle numerose persone importanti che ho conosciuto, ma non mi sembra giusto. Allora cercherò di mostrarmi nel modo più semplice: raccontando la mia storia dall’inizio. Era una fredda e piovosa mattina, quella del 2 giugno 1986, quando io volli nascere a tutti i costi anche se era ancora troppo presto; la mamma era ricoverata in ospedale già da tre giorni e i medici cercavano di fermare le contrazioni, ma evidentemente io avevo già molta fretta. E questa è la prima cosa: io ho sempre fretta di fare tutto subito. Da questa nascita prematura sono venuti i primi problemi, accresciuti in seguito dalla lussazione all’anca dovuta a mancanza dell’acetabolo. Non riuscivo a camminare come gli altri bambini, le mie gambe non ne volevano sapere di stare in piedi, e tutto il corpo era debole e fragile, ma la mamma non si è mai arresa, e non ha permesso che lo facessi nemmeno io. Questa è la seconda cosa: non arrendersi mai. Ho fatto per anni fisioterapia, con sforzi e sacrifici enormi per una bambina; a volte piangevo per il dolore e la stanchezza, ma continuavo a tenere duro, stringevo i denti e andavo avanti con gli esercizi. Questo mi ha fortificato grandemente il carattere, anche se mi ha tolto forse parte della mia infanzia. Dopo alcuni interventi chirurgici finalizzati a risolvere la lussazione dell’anca, ho subito la terribile delusione dell’insuccesso che mi ha costretta ad usare la sedia a rotelle, dovendo evitare di caricare il peso sulle anche. Questa è la terza cosa: accettare la nuova condizione. Non è stato facile, né indolore, ma era necessario che riuscissi ad accettare questa situazione se volevo continuare a vivere, ma erano andate in crisi tutte le mie certezze e il mondo mi era crollato addosso. Un giorno ero in macchina con la mamma e le ho chiesto: “Mamma, perché Dio mi ha abbandonato?” Lei mi diede una risposta che mi ha salvato: “Dio non ti ha abbandonato, se ti è accaduto questo significa che Lui ha progetti per te sulla carrozzina, gli servi così”. Questa frase mi aprì gli occhi a una nuova prospettiva, e anche ad una nuova fede. Questa è la quarta cosa: avere fede e credere che Dio fa sempre il meglio per noi. Da allora ho cominciato a vivere, per questo dico sempre che per me quello è stato il momento della mia rinascita. E in questa nuova vita ciò che desidero maggiormente è vivere ogni momento totalmente, in modo assoluto e profondo, come se fosse l’ultimo. Adesso mi piace la mia vita, e sono soddisfatta di quello che ho raggiunto, e spero di poter arrivare alle mete che mi sono prefissata. Il mio sogno è diventare giornalista e scrittrice. Vorrei comunicare a tutte le persone che la vita può essere bella in qualsiasi situazione ci si trovi, basta solo trovare la forza di accettarla così com’è».

Altre testimonianze: (ricerca su Internet)Chiara “Luce” Badano (Sassello 29 ottobre 1971 – 7 ottobre 1990) Beatificazione 25

ottobre 2010. La scia luminosa che Chiara “Luce” ha lasciato dietro di sé porta a Dio nella semplicità e nella gioia di abbandonarsi all’Amore. è un’esigenza acuta della società di oggi e, soprattutto, della gioventù: il significato vero della vita, la risposta al dolore e la speranza in un “poi”, che non finisca mai e sia certezza della “vittoria” sulla morte.

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Jacques Fesch (Saint-Germain-en-Laye, 6 aprile 1930 – Parigi, 1 ottobre 1957) è stato un criminale francese, che in carcere si convertì.

Serva di Dio Lorena D’Alessandro Roma, 20 novembre 1964 – Roma, 3 aprile 1981 Primogenita di tre figli, Lorena D’Alessandro a soli 10 anni viene ricoverata al Policlinico

Gemelli, dove subisce un trapianto osseo a causa di un tumore alla gamba sinistra. Due anni dopo, i medici si accorgono che il tumore si sta riformando: le viene amputata la gamba, al suo posto avrà una protesi che porterà con molto coraggio e una certa disinvoltura. Studentessa al liceo classico, Lorena canta nell’animazione della Messa e fa la catechista nella sua parrocchia alla Rustica; entra anche a far parte di un gruppo del Rinnovamento nello Spirito Santo. Nel gennaio 1981, le viene diagnosticato un tumore al polmone sinistro con metastasi diffuse, che la porterà alla morte in tre mesi appena. L’8 aprile 2003 si è conclusa, presso il Vicariato di Roma, la fase diocesana della sua causa di Beatificazione.

Marcello Candia: Una vita donata agli altriL’attenzione di Candia per i lebbrosi nasce proprio a Macapà, da quando aveva scoperto,

parlando con i parenti dei malati di lebbra, che questi erano completamente abbandonati in un luogo, Marituba, vera “anticamera dell’inferno” per le orrende condizioni e lo stato di disperazione in cui i malati vivevano. Nel 1976 incoraggia ed aiuta padre Luigi Brusadelli del Pime, che a Santana (nei pressi di Macapá, sulla foce del Rio delle Amazzoni), accoglie bambini handicappati e disadattati. Nel 1977 a Macapà e nel 1982 a Belo Horizonte realizza due Carmeli, ove le religiose, oltre a dedicarsi alle preghiera, escono dal convento per assistere materialmente e spiritualmente i malati ed i lebbrosi. Nel 1980 Papa Giovanni Paolo II visita il lebbrosario di Marituba, dove incontra Marcello Candia. Nel 1982 Marcello Candia riceve il premio Feltrinelli dall’Accademia Nazionale dei Lincei “per un’impresa eccezionale di alto valore morale ed umanitario”. Sempre nel 1982 istituisce la “Fondazione Dottor Marcello Candia”, in Italia e in Svizzera, che inizieranno ad operare dopo la sua morte. Nell’agosto del 1983 Candia ritorna molto malato dal Brasile e alla fine dello stesso mese muore a Milano contornato dall’affetto della sua famiglia. Nel 12 gennaio 1991 il Cardinale Carlo Maria Martini apre il processo diocesano per la causa di canonizzazione del Servo di Dio Marcello Candia, che viene solennemente chiuso l’ 8 febbraio 1994. Il 15 luglio 1998 si conclude la redazione di Candia che viene depositata alla Congregazione per le cause dei santi in Vaticano.

L’ADOLESCENTE INCONTRA CRISTO

LABORATORIO

SegnoConsegnare dei bigliettini in bianco sui quali i giovani / ragazzi scriveranno (in modo

anonimo) un progetto di vita (cosa potrebbe uno fare da grande); una volta scritti e raccolti i biglietti, ogni partecipante prenderà un biglietto e vedere secondo lui e secondo gli altri se si hanno le capacità per realizzare questo progetto o se ci sono degli ostacoli che ne impediscono la realizzazione.

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Preghiera del rischio da recitarsi dopo che uno ha già scelto il suo progetto di vita (cosa farò da grande?)

Signore, noi vogliamo essere di quelli che rischiano la loro vita, che donano la loro vita… A che serve la vita se non per donarla? Signore, tu che sei nato come il più povero degli uomini tu che sei morto come un malfattore… liberaci dal nostro quieto vivere. Affinché, segnati dal segno della Croce, non abbiamo paura della vita di sacrificio. Rendici disponibili per la meravigliosa avventura alla quale tu ci chiami. Dobbiamo impegnare la nostra vita, Signore, sulla tua Parola. Dobbiamo mettere in gioco la nostra vita, Signore, sul tuo Amore.

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4. Il progetto di vita è per il mondo

Se guardiamo bene ci accorgiamo che, in fondo, anche senza saperlo, gli uomini lavorano a un solo progetto, o meglio desiderano tutti una cosa sola: un mondo più giusto, dove si possa vivere in pace e in libertà, dove ognuno possa vivere in una maniera degna di un uomo. La storia degli uomini è, in definitiva, la storia di questo unico, grande progetto. Dei nostri progetti umani Dio si serve per farci capire e per portare a compimento quella vocazione cristiana che tutti noi abbiamo ricevuto fin dal giorno del nostro battesimo per realizzare nella nostra vita quel progetto di salvezza e di gioia che Gesù ci ha fatto conoscere e ci ha offerto. Questa vocazione cristiana, questo impegno che ci è stato affidato per il mondo, si inserisce allora nella nostra storia personale, nel nostro progetto di vita per indirizzarci sempre nelle nostre scelte. Tutto questo però non possiamo pensare di realizzarlo da soli. È necessario cercare di condividere con gli altri i nostri progetti, le nostre aspirazioni per il futuro. La collaborazione è indispensabile, solo così il regno di Dio può crescere nel mondo. Insieme possiamo darci da fare per cercare di realizzare una maggiore fraternità e condivisione tra di noi, negli ambienti nei quali viviamo, tra gli amici con i quali trascorriamo parte del nostro tempo. La civiltà dell’amore e della solidarietà può cominciare proprio dai nostri gesti, dalle nostre scelte, dal modo con cui sappiamo collaborare tra di noi per realizzare progetti condivisi. Certo non sempre è facile collaborare e restare uniti. Per questo Gesù risorto ha donato il suo Spirito, per farci superare tutte queste difficoltà e perché la Chiesa, alla quale anche noi apparteniamo, annunzi e realizzi il progetto di pace e d’unità che Dio vuole per tutti gli uomini.

Aiutare i ragazzi ad allargare lo sguardo su un progetto molto più grande di loro che li coinvolge al di là del loro orizzonte quotidiano, rendendoli coscienti di essere protagonisti, soggetti vivi, ed inducendoli ad aprirsi, ad essere disponibili ad accogliere una vocazione specifica nella chiesa e nel mondo.

L’ADOLESCENTE INTERROGA LA VITALABORATORIO: Canzoni – Film – Frasi – AttivitàCanzoni:

Mondo – Cesare CremoniniHo fatto un sogno – Vasco RossiTutto è possibile – FinleyDare you to move (Ti sfido a muoverti) – SwitchfootSi può dare di più – Artisti variIl Mondo Che Vorrei – Vasco Rossi

Sottolineare sul testo le espressioni che più colpiscono e dire perché.

FILMGifted Hands – Il dono (FILM TV) di Thomas Carter USA, 2009,

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Un Sogno per Domani (Regia di Mimi Leder - USA, 2000); per la trama, ricerca su internet.

Per la Riflessione:

Il tema del prof. Simonet:”Pensare a un modo per cambiare il mondo e metterlo in pratica”Passa il favore: Trevor prende sul serio il compito e formula la sua ipotesi:“Ognuno deve fare tre favori a tre persone diverse che, a loro volta, devono ricambiare la

buona azione, e che a loro volta lo ricambieranno ancora, così da espandere in breve tempo un’onda di bontà e di solidarietà in grado di migliorare il mondo”.

Cosa occorre fare per mettere in pratica questa idea?“Una buona azione che sia veramente di aiuto a una persona (cioè fare qualcosa per qualcuno

che non può farla da sola), ed una volta fatta che bisogna dire a questa persona fortunata di non restituire il favore ma di ripetere a sua volta l’azione ad altre tre persone e così di seguito, in modo da generare una catena infinita di solidarietà e amore”.

LA RESPONSABILITÀ VERSO SE STESSIE VERSO I BENI…

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Problema di matematica:Supponendo che, mediamente, ogni persona impieghi un mese a passare i tre favori,

quanto tempo sarebbe necessario affinché ogni abitante della terra venisse coinvolto in questo grandioso progetto? (Risp: meno di due anni!!!)

Interpretazione cristiana della storia:Circa 2000 anni fa Gesù, il Figlio di Dio, si è fatto uomo, ha dato la sua vita per la salvezza

di tutti noi, ha fatto molte buone azioni salvando molte persone dal peccato. Ha testimoniato con la sua vita la sua proposta di amore per migliorare il mondo e l’umanità. Disse queste parole spezzando il pane: “ Fate questo in memoria di me!”.

Anche Trevor alla fine del film muore per testimoniare la sua idea per migliorare il mondo, ha pensato al bene di tutti più che al proprio, ma la sua proposta non muore con lui.

È il trionfo dell’Amore, della Solidarietà, della Fratellanza ! È il trionfo dell’Amore di Dio! Cerchiamo anche noi di mantenere le promesse fatte a Dio e di realizzare con la nostra vita un mondo di pace, armonia e amore!

Gesù non si è tenuto per sé i doni ricevuti dal Padre ma li ha donati a noi, ci ha “passato il favore” fino a dare la vita per noi. Il suo sogno era quello di creare un mondo più giusto e più bello, che si avvicinasse un po’ di più a quello che è il Regno di Dio.

E noi cosa possiamo fare?

FRASI

“È il mondo lo spazio in cui vi giocate la vostra identità”. (T. Bello)“Ogni mano, per quanto piccola, lascia un’impronta nel mondo”. (Anonimo)“Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere

i propri sogni.” (P. Coelho)

Attività:

Provare a realizzare una medicina che guarisca il mondo dalle sue malattie. Cosa serve per fare una buona prescrizione medica:

– il farmaco (eccipiente, principio attivo, aromi, la posologia ...etc)– il comportamento (esercizio fisico, riabilitazione, dieta nuova ...etc)– il presentarsi a nuovo controllo (rivedere gli esami, modificare la terapia ...etc)trasporre l’idea – il farmaco (la Parola)– il comportamento (l’Eucarestia, il servizio ...etc)– il presentarsi a nuovo controllo (sacramento della riconciliazione...)

Laboratorio dal tema: Liberi dal mondo per il mondoIn base all’età dei ragazzi si può invitarli a rappresentare una provocazione (magari

incentrando le prime slides dando corpo, suono e immagini ad interrogativi che hanno nel cuore circa il rapporto tra Dio e il mondo, dando voce al grido “Dio dove sei?”). Si possono trovare spunti di riflessione dalla canzone Dio è morto – Nomadi

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L’educatore propone un racconto: “Un giovane ragazzo ebreo studente alla scuola rabbinica della sua città, chiede di recarsi

a trovare un anziano gesuita, De Gasperis, per porgli alcune importanti domande. Dopo aver ricevuto il permesso si reca dall’anziano con una lista di sessanta domande: sull’Antico Testamento, sull’uomo, sulla coscienza etc… I due passano molto tempo insieme ma la domanda più importante, forse la decisiva, il giovane la riserva per ultima. Esclama: “noi sappiamo che quando verrà il Messia ogni cosa nel mondo cambierà. Il mondo entrerà in un’era di pace e stabilità. Voi dite che Gesù è il Messia ma in duemila anni non ha cambiato niente”. Risponde il vecchio: “è vero, ci sono ancora guerre, c’è ancora ingiustizia e povertà, ma non è vero che non ha cambiato nulla…in ottant’anni Gesù ha cambiato me”.

[In seguito a questo racconto gli animatori invitano i ragazzi a portare esempi concreti di persone che sono stati segni di speranza per il mondo]

L’ADOLESCENTE INTERROGA CRISTO

Lc 5, 17-19 “Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo, trovò il passo dove era scritto: Lo spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi e predicare un anno di grazia del Signore.”.

Mt 5,3 Le Beatitudini (ricerca su Internet)“Beati voi!”, dice Gesù, e lo ripete così tante volte da suscitare una profonda pace

in chi legge questo brano evangelico. Gesù Uomo, conosce il cuore degli uomini e sa di cosa essi hanno realmente bisogno per essere felici. Chi di noi non desidera pace, giustizia, misericordia, purezza, consolazione? Tutto ciò è possibile solo vivendo l’Amore, anche nel dolore, nell’afflizione, nella povertà! Le beatitudini ci suggeriscono uno stile di vita, che è proprio di colui che vuole essere missionario, che vuole dare un senso alla propria esistenza facendosi sale della terra e luce del mondo.

Gv 11,1-44 “Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce».

L’ADOLESCENTE INTERROGA LA CHIESA

LABORATORIO: creare un lavoro in Power Point (frasi e immagini caratterizzanti) con materiale preventivamente raccolto (anche su Internet) con l’aiuto e la supervisione degli animatori portando proposte concrete sulla vita dei Santi, il Concilio, in particolare qualche passaggio importante della Gaudium et spes e della Lumen gentium.

A conclusione del progetto, il lavoro potrà essere presentato sul sito e utilizzato nei vari incontri con l’intento di lanciare un messaggio di speranza.

Don Tonino Bello“Dio ti chiama per nome, e ti manda anche. Se il Signore ti chiama, se ci chiama è perchè ci

vuole mandare. Non ci vuole tenere accoccolati attorno a Lui. Ci vuole mandare”.

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Paolo VI: LUMEN GENTIUM – 21 novembre 1964: i laiciA loro quindi particolarmente spetta di illuminare e ordinare tutte le cose temporali, alle

quali sono strettamente legati, in modo che siano fatte e crescano costantemente secondo il Cristo e siano di lode al Creatore e Redentore. (LG 31)

Ma i laici sono soprattutto chiamati a rendere presente e operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle circostanze, in cui essa non può diventare sale della terra se non per loro mezzo. Così ogni laico, in virtù dei doni che gli sono stati fatti, è testimonio e insieme vivo strumento della stessa missione della Chiesa «secondo la misura del dono del Cristo» (Ef 4,7).(LG 33).

BENEDICTUS PP. XVI Messaggio per la XXV GMG – 15 Mar 2010Abbiamo bisogno di voi: …chi vive oggi la condizione giovanile si trova ad affrontare

molti problemi derivanti dalla disoccupazione, dalla mancanza di riferimenti ideali certi e di prospettive concrete per il futuro. Talora si può avere l’impressione di essere impotenti di fronte alle crisi e alle derive attuali. Nonostante le difficoltà, non lasciatevi scoraggiare e non rinunciate ai vostri sogni! Coltivate invece nel cuore desideri grandi di fraternità, di giustizia e di pace. Il futuro è nelle mani di chi sa cercare e trovare ragioni forti di vita e di speranza. Se vorrete, il futuro è nelle vostre mani, perché i doni e le ricchezze che il Signore ha rinchiuso nel cuore di ciascuno di voi, plasmati dall’incontro con Cristo, possono recare autentica speranza al mondo!

Sono sfide alle quali siete chiamati a rispondere per costruire un mondo più giusto e fraterno. Sono sfide che chiedono un progetto di vita esigente ed appassionante, nel quale mettere tutta la vostra ricchezza secondo il disegno che Dio ha su ciascuno di voi. Non si tratta di compiere gesti eroici né straordinari, ma di agire mettendo a frutto i propri talenti e le proprie possibilità, impegnandosi a progredire costantemente nella fede e nell’amore.

Giovanni Paolo II (1985 Lettera rivolta ai giovani in occasione dell’anno internazionale della gioventù): “Ti sono stati affidati dei doni, delle qualità dei talenti per servire il mondo nell’ambito di un progetto. Molti non sanno questo e si lasciano attraversare dalla vita senza porsi domande che aprano la crisi. Però l’umanità che non ha scoperto lo scopo, il progetto soffre, si sente inadeguata, sta male”.

Presentare e riassumere il testamento spirituale di don Oreste Benzi, infaticabile apostolo della carità, secondo la definizione di Benedetto XVI (ricerca su Internet).

Infaticabile perchè don Oreste ha speso la sua vita per la povera gente. Ha percorso più volte il mondo intero dall’Estremo Oriente all’Africa, dalla Russia all’America Latina e all’Australia, spargendo gioia e affetto a piene mani, con quel suo sorriso che disarmava anche chi gli era ostile. Ovunque ha portato quell’unica grande famiglia spirituale che è la Comunità Papa Giovanni XXIII, i papà e le mamme delle case famiglia, le famiglie, le cooperative di lavoro, la condivisione con i giovani e gli adolescenti nelle discoteche e nei pub, nelle discariche di La Paz e nei campi nomadi, nelle carceri e sulla strada per liberare le donne rese schiave, per ascoltare, per dare speranza, ma soprattutto per creare condizioni di vita nella giustizia e nella condivisione, dove nessuno è escluso.

Apostolo perchè la passione per Cristo e l’amore alla Chiesa animava ogni sua iniziativa. Sacerdote e profeta rivoluzionario che pagava di persona le sue scelte, ma obbediente fino alla radicalità verso i suoi Pastori, che considerava guide sicure nel cammino della Comunità.

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L’ADOLESCENTE INCONTRA CRISTO ATTRAVERSO LA PAROLA DEL PAPABenedetto XVI ai giovani

Tutti voi sapete cosa accade quando incontrate qualcuno interessante e attraente, come desideriate essere amici di quella persona. Sperate sempre che quella persona vi trovi a sua volta interessanti ed attraenti e voglia fare amicizia con voi. Dio desidera la vostra amicizia. E, una volta che voi siete entrati in amicizia con Dio, ogni cosa nella vostra vita inizia a cambiare. Mentre giungete a conoscerlo meglio, vi rendete conto di voler riflettere nella vostra stessa vita qualcosa della sua infinita bontà.

LABORATORIO SUL Canto “Costellazioni” di Gen Rosso: (ricerca su Internet)

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Verifica finale

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INDICE

Aria nuova... il futuro parla giovaneIl significato dei colori nel cammino formativo ..................................................... pag. 1

Introduzione: Gli adolescenti ................................................................................ pag. 3

PARTE PRIMALa relazione 1. La corporeità .......................................................................................... pag. 18 2. L’amicizia ............................................................................................... pag. 22 3. L’amore di coppia ................................................................................... pag. 28 4. La famiglia ............................................................................................. pag. 32 5. La relazione con Dio .............................................................................. pag. 36

PARTE SECONDALa responsabilità 1. Il tempo ................................................................................................. pag. 42 2. La responsabilità verso se stessi ............................................................... pag. 48 3. La responsabilità verso se gli altri ............................................................ pag. 54 4. La responsabilità verso i beni .................................................................. pag. 58 5. La responsabilità verso Dio ..................................................................... pag. 62

PARTE TERZALa libertà 1. La libertà per Dio ................................................................................... pag. 68 2. La libertà dai beni ................................................................................... pag. 80 3. La libertà da se stessi ............................................................................... pag. 86 4. La libertà dagli altri ................................................................................ pag. 90 PARTE QUARTAIl progetto di vita 1. Il progetto di vita è per il Regno ............................................................. pag. 98 2. Il progetto di vita è per se stessi ............................................................... pag. 104 3. Il progetto di vita è per gli altri ............................................................... pag. 112 4. Il progetto di vita è per il mondo ............................................................ pag. 120

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