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TUTELA E CONSERVAZIONE ARGOMENTI E NOTIZIE a cura di LAURA T ARDITI ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

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TUTELA E CONSERVAZIONE

ARGOMENTI E NOTIZIE

a cura di LAURA T ARDITI

©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

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ANNA MARIA IANNUCCI

LE STATUE DEI SANTI APOLLINARE E VITALE A RAVENNA

Documenti e restauri

L a letteratura tradizionale ravennate •> fornisce per le colonne di piazza del Popolo a Ravenna già piazza

Maggiore (fig. 1), scarse ed imprecise notizie relative alla loro collocazione in sito per volontà dei Veneziani e passa per lo più sotto silenzio le vicende di traslazione delle statue, legate alla sorte dei diversi poteri politici alternatisi. Erette nel 1483, come testimonia la scritta sul basamento nord, 2> le colonne di granito bigio sono certamente di recupero, mentre opere di Pietro Solari detto il Lombardo (1450-1493) 3) ed eseguiti in pietra d'Istria sono i basamenti a gradoni circolari con riquadri a bassorilievo raffiguranti motivi allegorici e segni dello zodiaco, il sistema trabeazione e capitello e la residua statua di Sant'Apollinare protettore della città, che spicca con il bastone pastorale in rame sulla colonna meridionale. Di materiale diverso, " marmo fino bianco" com'è definito nell'atto del Consiglio degli Anziani del 24 gen­naio 1640 che ne decise la fornitura, 4) ed opera del bolo­gnese Clemente Molli ( .... -1678), statuario del Re di Polonia, s> la statua di San Vitale, caratterizzata da attri­buti guerrieri, è collocata sulla colonna nord fin dal 1644, com'è testimoniato dalla stessa scritta sul piccolo piedi­stallo che fissa la statua alla trabeazione.

I lavori di restauro 6> eseguiti a cura della Soprinten­denza ai Beni Ambientali e Architettonici di Ravenna nel 1980 e concernenti colonna e statua di San Vitale (figg. 2 -4 e 8) e successivamente, nel 1981, quelle di San­t' Apollinare (figg. 5-7) fornirono l'occasione per una visio­ne delle statue, dei fregi e degli architravi, permettendo osservazioni utili non soltanto al restauro, com'era logico, ma anche alla conoscenza delle vicende storiche. Si trova­rono infatti sui fregi e sugli architravi resti di iscrizioni dedicatorie accuratamente scalpellinate e pressocché illeg­gibili di cui però s'ebbe cura di eseguire calchi e docu­mentazione fotografica . Attraverso la ricognizione del materiale classense operata da Silvio Bernicoli nei primi decenni del secolo 7) si risalì ai testi originali, la cui tra­scrizione, conservata in una miscellanea classense, 8> permise il confronto con quanto rilevato.

Iscrizioni, documenti, letteratura tradizionale, esame in sito ci permettono di tracciare una breve storia degli eventi, legata come si è detto alle bizzarrie del potere politico, che coinvolsero anche la sorte delle altre statue successivamente collocate su colonne con basamenti nella stessa piazza e finite poi in luoghi diversi della città. 9)

Per incarico del governo veneziano nel 1483 Pietro Solari scolpisce i basamenti ed esegue le statue di Sant'Apollinare e del Leone di San Marco. Siamo in piena dominazione veneta a Ravenna •o> ed altri lavori interessano la piazza che viene lastricata, come ricorda Girolamo Rossi. u)

In quegli anni però Sant'Apollinare è collocato sulla colonna nord, mentre al Leone di San Marco, simbolo della Serenissima, spetta il posto d'onore sulla colonna meridionale più vicina al Palazzo Comunale. Quando la

I - RAVENNA, PIAZZA DEL POPOLO COLONNE DI SANT'APOLLINARE E SAN VITALE

(foto A.F.S. Ra 52507)

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2- RAVENNA, PIAZZA DEL POPOLO - STATUA DI SAN VITALE DOPO I RESTAURI DEL rg8o

(foto A .F .S. Ra 41398)

città fu restituita al governo pontificio nel 1509, il Leone fu tolto per volontà del Cardinale Alidosio Legato di Romagna ; 12> la colonna sud rimasta vuota assunse allora la denominazione di " vacua ", che si ritrova in alcuni documenti e per molto tempo così rimase. Con la delibera del 6 novembre 1541 13) il Consiglio decise di porre su di essa la statua di San Pietro ; l'atto fu però revocato il 28 aprile 1544 14l perché la somma stanziata dovette servire a pagare le ingenti tasse al governo pontificio. Qualche decennio più tardi durante la convocazione del 7 novembre 1563 15) si pensò ad una statua del Papa Pio IV, come segno di fede e devozione; ma anche questa delibera non ebbe esecuzione per le ristrettezze economi­che della città. Ci si limitò allora ad eseguire restauri, che riguardarono particolarmente le dorature: così sappiamo dalla scritta sul fregio della colonna nord che ci fornisce anche la data dell'operazione : il 13 ottobre 1574, sotto il pontificato di Gregorio XIII; così è confermato da un documento del 3 r ottobre r 574 che parla di dorature alla statua di Sant'Apollinare allora ancora posta sulla colonna nord. r6) È significativo che durante i restauri si siano trovate tracce di dorature nell 'incisione della meridiana settecentesca sul fusto della colonna nord e si è potuto individuare resti di colore come sottofondo di una perduta doratura sugli ovuli e i dentelli della cornice sud. Non solo la statua di Sant'Apollinare, quindi, ma tutte le colon-

ne ed architravi e capitelli erano dipinti e dorati. Il solito cronista Savini non ci credeva, ma già Bernicoli nel 1912 pubblica un decreto del 6 settembre 1483 che conferma quanto da noi rilevato. 17l

Infine una nuova delibera del 24 gennaio 1640 troverà effettiva esecuzione nel 1644 quando si pose sulla colonna nord la statua del San Vitale, eseguita a Venezia dopo aver traslato la statua di Pietro Solari sulla colonna ri­masta " vacua ". Così prevedeva la delibera e così avvenne, lo testimoniano le scritture scalpellinate sugli architravi delle colonne. La spesa occorrente si trovò con " limosini privati " e furono deputati alla fabbrica della statua, eletti dallo stesso Consiglio, " Galeottus Rasponus e Camillus Prandus. " 18>

Le scritte originali dedicatorie a Sant'Apollinare ed al Leone di San Marco furono dunque scolpite sui fregi, e documentano la storia della traslazione e sostituzione sugli architravi.

Il confronto con il manoscritto classense non permette di individuare con esattezza il posizionamento delle di­verse frasi nei fregi di entrambe le statue. Per gli archi­travi invece tale confronto è possibile: i numeri romani corrispondono ai due ordini di fasce sovrapposte, mentre ogni capoverso indica un diverso orientamento. Il fregio della colonna sud sembra interessato da scritte solo su due lati (nord e sud), mentre le facce orientate verso est ed ovest presentano solo tracce di festoni e bandinelle, che fanno intuire una decorazione con stemma. Sul lato sud è ancora leggibile la lettera M, iniziale di San Marco Evangelista. Le iscrizioni sul fregio permangono quando avvenne la traslazione, dal momento che si ebbe l'accor­tezza nel r644 di trascrivere l'intera storia sull'architrave (ex altera in hanc Columnam ubi prius S. Marci stetit Simulacrum ... transtulit). La scritta iniziava sul lato orientale nella fascia superiore che conserva l'iniziale D. (D . Apol­linarem Patronum) . La fascia inferiore corrispondente al secondo ordinale conserva l'iniziale M. (Magist. geren ... ).

Pressocché illeggibile l'iscrizione dedicatoria sul fregio della colonna che reca la statua di San Vitale; nel mano­scritto il terzo ordinale fa riferimento ai restauri del 1574 e pertanto l'iscrizione fu certo aggiunta in tempi succes­sivi. Molto più conservata è l' iscrizione apposta nell 'archi­trave; essa ci permette di ricostruire l' andamento dell 'in­tera dedicazione, grazie alla parola DIVO che dà inizio alla lettura sul lato orientale, proseguendo poi in senso antiorario per tornare sullo stesso lato, nella fascia infe­riore con le lettere PAC corrispondente all'inizio della frase Pacific. Magi. Regent. Perill. D.D.

Sul finire del XVIII secolo i nuovi ideali democratici portati dall'eco della Rivoluzione francese provocarono interventi di censura sui monumenti della città. Nel 1796 si cancellarono le iscrizioni " contenenti Elogi o Fasti di Persone Particulari, o Titulate contro il Principio della Repubblica Democratica ". E così fra l'altro si procedette a scalpellinare fregi ed architravi delle due colonne, giunte tuttavia a noi grazie alla paziente opera di trascri­zione di un anonimo religioso.

Pochi anni prima, nel 1793, si era incisa la meridiana nel fusto della colonna nord ; nel r868 se ne tolse il ferro .

Sulle vicende del XIX secolo riferisce il Savini raccon­tando l'intervento di messa a piombo delle due colonne nel r868 rg) a seguito dell 'uragano che nel 1866 aveva stra piombato la colonna di Sant'Apollinare, che dovette essere puntellata. Pochi anni dopo, nel r886, si sostituì la lama della spada di San Vitale con altra in ferro; a questi anni risalgono probabilmente le stuccature e le grappe notate nel corso dei recenti interventi. 20>

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APPENDICE : SCHEDE DI RESTAURO

ScHEDA A - STATUA E CoLONNA DI SAN VITALE

t) STATO DI CONSERVAZIONE

ra) Statua (altezza da terra da m 9t40 a m r r,85; marmo bianco poroso; armi ed elmo in rame):

Alteraz ioni cromatiche: annerimenti localizzati ; mac­chie verdi per presenza di sale di rame (contatto fra lancia e statua); imbianclmenti localizzati in parti non protette per dilavamento e conseguente migrazione dei sali solubili in superficie;

- Alteraz ioni superficiali e strutturali: croste localizza te e in parte distaccate su materiale alterato; polvere, smog e guano; pitting diffuso ; fessurazioni e sca­gliature localizzate; Danni vari : frattura del braccio sinistro, collegato con staffe in ferro arrugginite ; cadute recenti; perdite di dita della mano; parti pericolanti ; disgre­gazione delle parti !ignee interne della lancia;

- Cause di degradaz ione: esposizione agli agenti atmosferici; contatto con metalli di rame e di ferro ; corrosione di grappe e perni in ferro ca:.:sa lesioni;

- Restauri: non recenti; fissaggio del manto con per­ni in ferro e stucca tura antica (sec. XIX); ancora stuccature antiche fra piedistallo e piano d'appoggio (probabilmente del momento d'installazione, sec. XVII).

rb) Trabeaz ione e capitello (altezza dal suolo da m 9t40 a m 7A5i pietra d'Istria):

Alteraz ioni cromatiche: annerimenti delle parti pro­tette ed imbiano mento p er dilavamento ;

- Alteraz ioni superficiali e strutturali: crosta super­ficiale aderente al marmo in qualche punto sollevata, su materiale alterato; fessurazioni e scheggia tu re localizzate ; scalpellinatura di fregio ed architrave; avvallamenti del piano superiore della trabeazio.ne e conseguente ristagno dell'acqua.

re) Fusto colonna (altezza da m r,6o a m 7,245; granito grigio):

Alteraz ioni cromatiche: colatura di sali di rame sotto l'anello di congiunzione con capitello e basamento; presenza di residue dorature nella meridiana incisa.

rd) Basamento (altezza da terra: m r,6o; pietra d'Istria): - Alteraz ioni cromatiche: imbiancamento per dilava­

mento ; macchie di ossidi di ferro per presenza di staffe in ferro arrugginite;

- Alterazioni superficiali: depositi di polvere e smog;

Alteraz ioni da organismi: macchie da fiora micro­bica; Cause di degradaz ione: esposiZIOne agli agenti atmosferici; usura per calpestio; contatto con staffe corrose;

- R estauri: antichi (sec. XVII); pulitura recente (rg66) con sabbiatura a pressione che ha provocato l'appiattimento dei bassorilievi; stuccature in ce­mento.

2) INTERVENTO DI RESTAURO NEL rg8o

2a) Preconsolidamento di scaglie e frammenti pericolanti (statua, capitello, trabeazione);

2b) Pulitura : lavaggi con acqua deionizzata, impacchi e spazzole vegetali ;

3 - RAVENNA, PIAZZA DEL POPOLO - STATUA DI SAN VITALE PARTICOLARE DEL VOLTO PRIMA DEI RESTAURI

(foto A .F.S. Ra 38386)

4 - RAVENNA, PIAZZA DEL POPOLO - STATUA DI SAN VITALE PARTICOLARE DEI GAMBALI

Si rilevano gli annerimenti delle parti protette interne al manto, le fessurazioni, il pitting diffuso, i processi di alveolizzazione.

(fo to A.F.S. Ra 41186)

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5 - RAVENNA, PIAZZA DEL POPOLO

STATUA E COLONNA DI SANT'APOLLINARE

PRIMA DEI RESTAURI DEL Ig8I (foto A. F. S. Ra 38283)

6 - RAVENNA, PIAZZA DEL POPOLO COLONNA DI SANT'APOLLINARE: IL BASAMENTO A: GRADONI

PRIMA DEI RESTAURI (foto A.F.S. Ra 46176)

7 - RAVENNA, PIAZZA DEL POPOLO COLONNA DI SANT'APOLLINARE

PARTICOLARE DEL BASAMENTO DOPO I RESTAURI DEL 1981 Si notano l'eliminazione delle grappe in ferro e delle stuccature cementifizie, l'uso di nuove stuccature e di parti integrative a èase di resina acrilica, polvere di marmo e pigmento colorato in sottosquadro.

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2c) Fissaggio di parti distaccate (braccio smtstro e pan­neggio del manto) mediante perni di ottone filettato e resina epossidica (Araldite) con termoindurente cari­cato con polvere di quarzo, dopo aver eliminato le staffe in ferro arrugginite;

2d) Sostituzione delle staffe in ferro del 'basamento con altre in acciaio inossidabile, poi coperte con stuc­catura;

2e) Stuccature delle fessurazioni in profondità con resina acrilica (Prima!) al 30 % in acqua distillata più carica inerte (polvere di marmo) e pigmento colorato; stuc­cature superficiali in sottosquadro, dopo aver elimi­nato le stuccature in cemento (basamento);

2/) Consolidamento della struttura della statua interessata da fessurazioni verticali tramite 40 perni in ottone filettato dal diametro variabile da < 4 a < 24 mm e resina epossidica, più termoindurente caricato con polvere di quarzo;

2g) Protezione dei ripiani superiori di cornice, architrave e capitello con piani di resina epossidica e terme­indurente caricati con polvere di quarzo, poi levigati ed inclinati per il displuvio dell'acqua;

2h) Consolidamento e protezione: sgrassamento delle super­fici con acetone; applicazione a pennello fino a satu­razione di miscela di resina a base di Paraloid B72 sciolta con solvente nitro, diluito con acetone e tri­cloroetano, con l'aggiunta di una percentuale di sili­cone per costituire un film protettivo impermeabile. Ad ogni applicazione di resina ha seguito un tampo­namento di solvente per ottenere la massima pene­trazione;

2i) Restauro delle parti metalliche: rinforzo interno della lancia in rame con impasto di Paraloid e trucioli di legno e protezione esterna con miscela come al pun­to 2 h, per evitare altre colature di rame sulla statua. Tutte le parti metalliche sono state restaurate in laboratorio e poi si è proceduto alla vestizione della statua.

ScHEDA B- STATUA E CoLoNNA DI SANT'APOLLINARE

I) STATO DI CONSERVAZIONE

(N.B. Si sono indicate solo le parti e le voci differenti dalla scheda A, a cui si rimanda per il resto)

w) Statua (pietra d'Istria): Alterazioni superficiali e strutturali: lievi processi di disgregazione; distacco di piccoli frammenti; fessurazioni nel braccio destro;

- Restauri: antiche stuccature fra statua e piedistallo, probabilmente risalenti al momento della trasla­zione della statua (sec. XVII).

rb) Trabeazione e capitello (pietra d'Istria): Alterazioni superficiali e strutturali: croste scure in qualche parte sollevate; scalpellinatura del fregio dell'architrave, caulicolo di sud-ovest staccato e fissato con perni in ferro arrugginito (restauro antico); tracce di colore su dentelli ed ovuli della cornice (sottofondo doratura).

2) INTERVENTO DI RESTAURO NEL 1981

Vedi anche la scheda A. La statua si presentava general­mente in migliori condizioni rispetto la gemella San Vitale e non ha avuto bisogno di consolidamenti strutturali con perni di ottone e resina. Era distaccato il caulico di sud-ovest e la sua collocazione è avvenuta con il sistema dei perni filettati (vedi scheda A voce 2/).

l o

8 - RAVENNA, PIAZZA DEL POPOLO - COLONNA DI SAN VITALE PIETRO LOMBARDO: PARTICOLARE DELLA FORMELlA DELLA BASE

(foto A.F.S. Ra 52419)

Le schede di restauro sono state redatte a cura del Personale del Laboratorio di Restauro della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici di Ravenna.

I) G. Rossi (H. RuBE!), 1talicorum et Ravennatum historiarum, libri XI, Lugdium Patavorum I589, p. 648i G. FABRI, Le sagre memorie di Ravenna antica, Venezia r664, p. 332i S. PASOLINI, Lustri Ravennati, Ravenna I68o, parte III, pp. I32-I57 i F. BEL­TRAMI, 11 forestiere istruito delle cose notabili di Ravenna, Ravenna 1783, p. I07 e ss.i B. FIANDRINI, Anna/es ravennates, lib. II, p. 2I3i F . NANNI, 11 Forestiere in Ravenna, Ravenna I82I, p. 36i A. TAR­LAZZI, Memorie sacre di Ravenna, Ravenna I852, pp. 403 e 404i G. SAVINI, Ravenna piante panoramiche coll'elevazione di tutti i fabbricati della città ... , Vol. I, I905, pp. I I e I2 (manoscritto conser­vato presso la Biblioteca Classense di Ravenna) i C. Rrccr, Guida di Ravenna, Bologna I923, pp. 9 e IO i S. BERNICOLI, Arte e Artisti in Ravenna, in Felix Ravenna, gennaio I9I2, n. 5, pp. 206 e 207 i IDEM, op. cit., ottobre I9I2, n. 8, p. 3I3i IDEM, op. cit. , gennaio­marzo I9I4, n. I3, pp. 565 e 566. Fra questi scritti l'accenno allo spostamento della statua di Sant'Apollinare è presente nei testi di Savini, Bernicoli e Ricci, prima dell'articolo di A. M . IANNUCCI, Santi e papi tra le bizzarrie del potere, in 11 nuovo ravennate, n. 38, r6 ottobre I98I, p. 21.

2) Nella base nord è inciso: OPUS PETRI LOMBARD 1483 i nella base sud : OPUS PETRI LO.BARD.

3) Cfr. S. BERNICOLI, op. cit., gennaio-marzo I9I4, n. 13, pp. 556-S58i A. ANNONI, Qual'è l'opera del Lombardi nel Sepolcro di Dante?, in Felix Ravenna XXIX, gennaio-dicembre I9I9, pp. 77-Bo, tavv. VI-X.

4) Archivio Storico Comunale Ravenna, Cancelleria 39, 76 ss. 5) Cfr. F. BELTRAMI, op. cit. Qualche anno più tardi Clemente

Molli sarà l'autore della statua della Beata Vergine in Piazza Duo­mo a Ravenna. Il piedistallo della statua di S. Vitale reca la se­guente iscrizione: OPUS DNI CLEMENTIS/DE MOLLIS BONONIES./ ANNO DN. I644.

6) Circa i restauri cfr. G. PAVAN, Restaurato il grande amico del bambozzo tutto imbornato, in Il Resto del Carlino del23 ottobre I98o e Restauri in Romagna e Ferrara 1970-1980, Ravenna I98o, scheda A13, pp. 4548, redatta da A. M. IANNUCCI. I lavori hanno c~stit.uito un fondamentale momento didattico-operativo, per la partectpaZIO!le degli operatori tecnici assunti con la legge per l'occupazione g10vamle (Aurora Ancarani, Paola Pilandri, Antonella Pomicetti, Ale~sandra Pocaterra, Roberta Ricciardi , Antonella Ruffini) sotto la gUida det

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tecnici del Laboratorio di Soprintendenza (Sergio Pezzi, Roberta Casadio) e con la consulenza e supervisione di Ottorino Nonfarmale. Frammenti di marmo caduti della statua di San Vitale diedero il primo allarme sulle condizioni di degrado delle strutture; montate le impalcature si iniziarono immediatamente i lavori, ripresi l'anno successivo per la statua gemella. La campagna fotografica è stata eseguita dal Gabinetto Fotografico della Soprintendenza (Benito Babini, Nerio Murli) .

7) Cfr. BERNICOLI, op. cit., gennaio 1912, n. 5, pp. 206 e 207. 8) Biblioteca Classense Ravenna, Mob. 3.1 E2 N. 3, dal Mano­

scritto anonimo intitolato: Iscrizioni che si perdettero in tutto o in parte nella Città di Ravenna l'anno 1796 perché contenenti elogi o Fasti di Persone Particulari o Titulate contro il Principio della Re­pubblica Democratica, trascrivo : "Nel Fregio della Colonna su cui posa l S. Vitale eravi scritto :

I. Apollinari l Antist. Patrono Q.B.M. II. Ravennates pro Voto Posuer III. Sedente Gregorio XIII. l Pont. Max. Praeside aut l Prov.

Rom. Philip. Sega Nobile l Bon. Io. Bar. Mengolus Doc. l Vinc. Zapar. Eques. Benedic. l Artur. Frane. Diedo. Barth. Dona t. l Frane. a. Cornus. Iulius. Pandia l ac. Frane. Pascolus. Sapien. aere l pub. Imag. Hanc restaur. ac l auro reindui curarunt die l XIII. Octob. MD LXXIV ".

Nell'architrave della medesima: I. Divo Vitali Protectori l Nonag. Pacif. Numerus l post trans­

latum D. Apollin. l Statuam aere suo P.A.D. MDCXLIV. II. Pacif. Mag. Regent. Perill. D. D. Equ. Hieron. Iosnovo Priore l

Io. Bap. Betio. Arardo. Spreto l Hier. Fores. Anta. Gazinetto. Nel fregio della colonna su cui poggia S. Apollinare :

I. M. Evang. Venet. que regnantibus II. Rhavennates in fidei Monumentum l Posuerunt.

Nell'architrave della medesima: I. D. Apollinarem Patronum l Ex altera in hanc Columnam l

ubi prius S. Marci stetit Simulacrum l S.P.Q. Rav. transtulit MDCXLIV l

II. Magist. geren. illustriss D.D. Equite Hyer. Lunardo Priore l Artusino de Artusinis l Caesare a Iurre Prospero Morigio ".

g) IANNUCCI1 Santi e papi ... , cit., p. 21 e prima SAVINI, op. cit., pp. 1-3.

ro) Il dominio veneto durò dal 1441 al 1509, poi nel XVI secolo altri tre anni (1527-1530) costituirono una breve interruzione al governo pontificio che giunse fino al 1797.

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11) Rossi, op. cit. Sulla pavimentazione della piazza vedi SA VINI, op. cit., pp. 1-3, dove è scritto che in occasione della pavimen­tazione in sassi di Pesaro della piazza all'inizio del secolo si trovò traccia dell'originale pavimentazione veneziana in mattoni in costa delimitati da filari di ciottoli. Curiosamente la pavimentazione suc­cessiva arrivata fino al XX secolo era in ciottoli delimitati d.1 mattoni in costa.

12) Il Ricci ci informa che il Leone fu trasferito a Bologna nel cortile degli Anziani e cinto per scherno da una catena di ferro; di là passò al giardino dei campeggi a Bologna dove rimase fino alla metà del XIX secolo ; fu poi venduto e spezzato. Così pure scrive il Savini.

13) Archivio Storico Comunale, Cancelleria 29, 279· Vedasi anche l'Atto del 17 febbraio 1542, pubblicato da BERNICOLI, op. cit., p. 565.

14 In calce al documento della nota 13.

15) Cfr. Archivio Storico Comunale Ravenna, Cancelleria 32, 85.

r6) Il documento, conservato presso l'Archivio Storico Comu-nale di Ravenna (Vol. 20 contabilità, a.c. g6) è pubblicato da Silvio Bernicoli in Felix Ravenna, ottobre 1912, n. 8, p. 313: "A Francesco Diedo vengono rimborsate sei lire e mezza da lui pagate per residuo della spesa occorsa per indorare l'immagine di S. Apollinare".

17) Il documento è conservato presso l'Archivio Storico Comunale di Ravenna (Vol. 8 Cancellerie, a.c. 25r) e pubblicato sempre da Bernicoli in Felix Ravenna, gennaio 1912, n. 5, pp. 206 e 207.

r8) Vedi nota 4· rg) SAVINI, op. cit. , pp. II e 12 e fig. 13. Viene presentata

anche una fotografia della colonna sud puntellata. Riferisce l'autore che le colonne non erano imperniate, che si misero entrambe a piombo e che vennero " rinforzate internamente le basi con due macini di sasso ... L 'Accademia di Belle Arti fece allora eseguire i calchi in gesso di un quarto di capitello e di trabeazione, e vari ornati delle basi".

20) Un accenno in calce alla scheda della Biblioteca Classense alla voce " colonne veneziane " ci fornisce una notizia relativa a lavori di risarcimento dei gradini di marmo delle colonne di piazza eseguiti da Giacomo Bellabarbero nel 1632. I gradoni di base ebbero quindi un restauro nel secolo XVI, oltre a più recenti interventi di pulitura con mezzi forzati degli anni sessanta, certamente negativi per i rilievi così appiattiti. Già il Savini nel 1905 scriveva: "La gradinata è commoda al popolo per sedersi, ma con molto danno degli ornamenti che non poco sono deperiti".

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