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Centro Nazionale Trapianti Operativo di LUCIA RIZZATO a pag. 3 per una cultura della donazione Chi siamo, cosa stiamo facendo… DI STEFANO CRESCI * C i poniamo mai queste semplici doman- de? Il nostro ruolo nella società attuale quale è? Pensiamo ad A.I.D.O. e a tutto il Volontariato come a una palestra di civiltà, di relazione, di cittadinanza attiva e comuni- taria. Lo sviluppo di valori fondamentali da propagare con grande profondità passa at- traverso la consapevolezza che il dono non è semplicemente un gesto altruistico ma di re- sponsabilità civile nella costruzione di un Paese migliore in cui vivere tutti: noi, gli al- tri, i nostri figli e le future generazioni. Per questi motivi, A.I.D.O. non può che essere una Associazione unica: questo è un punto irrinunciabile. Anche per il livello simbolico di quest’unità nei valori. All’art. 2 della carta Costituzionale si affermano i caratteri fonda- mentali dell’essere cittadino con diritti invio- labili garantiti per il solo fatto di esistere e con doveri inderogabili di solidarietà politi- ca, economica e sociale. Qui è inserito il do- no. Qui è inserita la nostra attività di Volon- tari: cittadini consapevoli, maturi e capaci. Il nostro impegno è un dovere civile e non un atto straordinario, eroico o dal quale derivar- ne onori sociali di vario genere. FORMAZIONE CONTINUA Punto cruciale e decisivo se vogliamo avere un futuro. Se vogliamo svolgere i compiti che ci siamo responsabilmente assunti, è neces- sario avere conoscenze e competenze, analiz- zare il contesto comprendendo che il Volon- tariato è una palestra di partecipazione sem- pre aperta. Non possiamo mai smettere di prepararci a un impegno così alto. E’ irrinun- ciabile investire in termini di risorse econo- miche, fisiche e mentali su questo capitolo. Con la formazione arriva tutto il resto. RICAMBIO ASSOCIATIVO Valutando questi anni, si è ben compreso quanto sia vitale per A.I.D.O. e per gli scopi che in questa sigla racchiudiamo. Per cercare di raggiungere questo obiettivo pensiamo sia importante fare chiarezza. La gioventù è una condizione e non una qualità. Ai giovani, for- se a tutti i volontari (quale è il limite? io mi sento ancora un giovane uomo adulto), cre- diamo sia necessario garantire una maggiore flessibilità nell’impegno, maggior fiducia, af- fidando loro compiti e budget raggiungibili. Bisogna abbandonare liturgie, costruzioni mentali e atteggiamenti obsoleti e incom- prensibilmente fuori dal nostro tempo, fuori dal nostro contesto socio-culturale. Il ricam- bio si costruisce, ricercandolo, formando i vo- lontari (giovani si, ma anche meno giovani) dal primo giorno di insediamento, garantire loro la massima partecipazione ai più alti consessi associativi e investire su di essi, sulla loro crescita, in primis personale, per passare il testimone dopo un mandato o al massimo due. Se il Volontariato è partecipazione civile dobbiamo consentire a persone migliori di noi (e se non lo saranno, sarà sempre colpa BILANCIO SOCIALE 2013 Supplemento al n. 2 de L’Arcobaleno, il Bilancio Sociale 2013 di A.I.D.O. Nazionale. Giunto alla settima edizione, ha assunto soprattutto il ruolo di facilitatore del di- battito interno, analizzando, descriven- do e raccontando il sistema organizzati- vo dell’Associazione, le iniziative svolte, oltre alle relazioni e alle interazioni con i portatori di interesse. Anche questa edi- zione contiene elementi di continuità e di novità che rispondono alla duplice esigenza di valorizzare l’esperienza ac- quisita, ma anche di affrontare conti- nuamente nuove sfide. Trimestrale dell’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule- Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica - Reg. Tribunale di Roma n. 224/98 del 19 maggio 1998 Iscritto al Registro Stampa del Garante per l’Editoria - Tariffa R.O.C. - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB Roma. Direzione: Via Silvio Pellico 9 - 00195 Roma - Tel. 06/3728139 - Fax 06/37354028 - Internet: http://www.aido.it - [email protected] Si contribuisce alle spese di stampa come amici: Abbonamento 12,00 - Soci Ordinari 26,00 - Sostenitori 52,00 - Versamenti sul c/c postale n. 1007977604 intestato a L’ARCOBALENO - Via Silvio Pellico 9 - 00195 Roma oppure sul c.c. intestato a Aido Nazionale - Unicredit - IBAN: IT04J0200803295000004780281 In questo numero: Anno 17 - n. 2 Giugno 2014 forum • forum • forum Progetto di ricerca: “Dono organi, comunità immigrate” a cura di ANNAMARIA FANTAUZZI a pag. 4-5 L’ARCOBALENO 29 maggio 2014 Palazzo del Quirinale “La grave insufficienza di donatori di organi può essere colmata sol- tanto con uno scatto di sensibilità e consapevolezza dei cittadini, an- che superando il tabù del parlare del proprio destino di morte e pre- parandosi ad un evento che possa avere una ricaduta sociale positiva per chi continua a vivere e anche per chi è all’inizio della vita”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che il 29 maggio scorso al Quirinale ha presenziato alla presentazione dei risul- tati dell’ultima campagna di Pubblicità Progresso, dedicata al tema della donazione di organi e tessuti (articolo a pagina 8). PIO XII “Occorre educare il pubblico e spiegargli che consentire espressamente o tacitamente a interventi contro l’integrità del cadavere, nell’interesse di coloro che soffrono, non offende la pietà dovuta al defunto. Tale consenso può comportare per i parenti prossimi una sofferenza e un sacrificio, ma questo sacrificio si aureola di carità misericordiosa verso i fratelli sofferenti”. (14 maggio 1956) 260 0 Papa della Chiesa Cattolica Il valore della donazione segue a pag. 2 Riflessioni per un’etica della organizzazione di CONCETTA DI FILIPPO a pag. 6

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Centro NazionaleTrapianti Operativo

di LUCIA RIZZATO

a pag. 3

per una cultura della donazione

Chi siamo,cosa stiamo facendo…

DI STEFANO CRESCI*

Ci poniamo mai queste semplici doman-de? Il nostro ruolo nella società attualequale è? Pensiamo ad A.I.D.O. e a tutto

il Volontariato come a una palestra di civiltà,di relazione, di cittadinanza attiva e comuni-taria. Lo sviluppo di valori fondamentali dapropagare con grande profondità passa at-traverso la consapevolezza che il dono non èsemplicemente un gesto altruistico ma di re-sponsabilità civile nella costruzione di unPaese migliore in cui vivere tutti: noi, gli al-tri, i nostri figli e le future generazioni. Perquesti motivi, A.I.D.O. non può che essereuna Associazione unica: questo è un puntoirrinunciabile. Anche per il livello simbolicodi quest’unità nei valori. All’art. 2 della cartaCostituzionale si affermano i caratteri fonda-mentali dell’essere cittadino con diritti invio-labili garantiti per il solo fatto di esistere econ doveri inderogabili di solidarietà politi-ca, economica e sociale. Qui è inserito il do-no. Qui è inserita la nostra attività di Volon-tari: cittadini consapevoli, maturi e capaci. Ilnostro impegno è un dovere civile e non unatto straordinario, eroico o dal quale derivar-ne onori sociali di vario genere.

FORMAZIONE CONTINUAPunto cruciale e decisivo se vogliamo avereun futuro. Se vogliamo svolgere i compiti checi siamo responsabilmente assunti, è neces-sario avere conoscenze e competenze, analiz-zare il contesto comprendendo che il Volon-tariato è una palestra di partecipazione sem-pre aperta. Non possiamo mai smettere diprepararci a un impegno così alto. E’ irrinun-ciabile investire in termini di risorse econo-miche, fisiche e mentali su questo capitolo.Con la formazione arriva tutto il resto.

RICAMBIO ASSOCIATIVOValutando questi anni, si è ben compresoquanto sia vitale per A.I.D.O. e per gli scopiche in questa sigla racchiudiamo. Per cercaredi raggiungere questo obiettivo pensiamo siaimportante fare chiarezza. La gioventù è unacondizione e non una qualità. Ai giovani, for-se a tutti i volontari (quale è il limite? io misento ancora un giovane uomo adulto), cre-diamo sia necessario garantire una maggioreflessibilità nell’impegno, maggior fiducia, af-fidando loro compiti e budget raggiungibili.Bisogna abbandonare liturgie, costruzionimentali e atteggiamenti obsoleti e incom-prensibilmente fuori dal nostro tempo, fuoridal nostro contesto socio-culturale. Il ricam-bio si costruisce, ricercandolo, formando i vo-lontari (giovani si, ma anche meno giovani)dal primo giorno di insediamento, garantireloro la massima partecipazione ai più alticonsessi associativi e investire su di essi, sullaloro crescita, in primis personale, per passareil testimone dopo un mandato o al massimodue. Se il Volontariato è partecipazione civiledobbiamo consentire a persone migliori dinoi (e se non lo saranno, sarà sempre colpa

BILANCIO SOCIALE 2013Supplemento al n. 2 de L’Arcobaleno, ilBilancio Sociale 2013 di A.I.D.O. Nazionale.Giunto alla settima edizione, ha assuntosoprattutto il ruolo di facilitatore del di-battito interno, analizzando, descriven-do e raccontando il sistema organizzati-vo dell’Associazione, le iniziative svolte,oltre alle relazioni e alle interazioni con iportatori di interesse. Anche questa edi-zione contiene elementi di continuità edi novità che rispondono alla dupliceesigenza di valorizzare l’esperienza ac-quisita, ma anche di affrontare conti-nuamente nuove sfide.

Trimestrale dell’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule- Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica - Reg. Tribunale di Roma n. 224/98 del 19 maggio 1998 Iscritto al Registro Stampa del Garante perl’Editoria - Tariffa R.O.C. - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB Roma. Direzione: Via Silvio Pellico 9 - 00195 Roma - Tel. 06/3728139 - Fax06/37354028 - Internet: http://www.aido.it - [email protected] Si contribuisce alle spese di stampa come amici: Abbonamento € 12,00 - Soci Ordinari € 26,00 - Sostenitori€ 52,00 - Versamenti sul c/c postale n. 1007977604 intestato a L’ARCOBALENO - Via Silvio Pellico 9 -� 00195 Roma oppure sul c.c. intestato a Aido Nazionale - Unicredit - IBAN: IT04J0200803295000004780281

In questo numero:

Anno 17 - n. 2 Giugno 2014

forum • forum • forum

Progetto di ricerca:“Dono organi,

comunità immigrate”a cura di ANNAMARIA FANTAUZZI

a pag. 4-5

L’ARCOBALENO

29 maggio 2014

Palazzo del Quirinale

“La grave insufficienza di donatori di organi può essere colmata sol-

tanto con uno scatto di sensibilità e consapevolezza dei cittadini, an-

che superando il tabù del parlare del proprio destino di morte e pre-

parandosi ad un evento che possa avere una ricaduta sociale positiva

per chi continua a vivere e anche per chi è all’inizio della vita”.

Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che il 29

maggio scorso al Quirinale ha presenziato alla presentazione dei risul-

tati dell’ultima campagna di Pubblicità Progresso, dedicata al tema

della donazione di organi e tessuti (articolo a pagina 8).

PIO XII“Occorre educare il pubblico espiegargli che consentire espressamenteo tacitamente a interventi control’integrità del cadavere,nell’interesse di coloro che soffrono, non offende la pietàdovuta al defunto.Tale consenso può comportare per i parenti prossimi unasofferenza e un sacrificio, ma questo sacrificio si aureoladi carità misericordiosa verso i fratelli sofferenti”.(14 maggio 1956)

2600 Papa della Chiesa Cattolica

Il valore della donazione

segue a pag. 2

Riflessioni perun’etica

della organizzazionedi CONCETTA DI FILIPPO

a pag. 6

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Il 31 maggio scorso il ministero della Salute, ha lanciato la nuova Campagna 2014a favore della donazione e del trapianto di organi che persegue in particolare iseguenti obiettivi di comunicazione:

• informare i cittadini sulle attuali modalità di dichiarazione della volontà sulladonazione di organi e tessuti

• sensibilizzare i cittadini sull’affidabilità del sistema trapianti italiano in terminidi: trasparenza dei criteri di inserimento nelle listed’attesa; sicurezza delle procedure di prelievo e tra-pianto; oggettività delle regole di accertamento dimorte e massima professionalità degli operatori nel-l’accertamento stesso.

Il concept della campagnaPremiata come vincitrice di un concorso che il Ministe-ro della salute e la Fondazione “Socially Correct” hannopromosso nelle più importanti scuole italiane di designe pubblicità, la creatività esalta la straordinarietà di ungesto semplice. Con una semplice firma infatti si puòesprimere la volontà in materia di donazione degli or-gani e salvare la vita di qualcun altro, o contribuire acurare molte malattie altrimenti non curabili. Nellospot i protagonisti sono persone comuni che compionogesti quotidiani come portare la spesa, fare jogging ocaricare in macchina il passeggino, ma che, con un ve-loce movimento di camera, svelano dettagli dei costu-mi dei supereroi.Il messaggio è che i donatori sono persone assoluta-mente normali che, grazie ad una scelta semplice comefirmare una dichiarazione di volontà, possono compie-re gesti straordinari.In ognuno di noi c’è un donatore potenziale, basta sa-perlo scoprire.Il meccanismo dello “svelamento”, che genera atten-zione e curiosità, ci viene presto spiegato da un cartel-lo e dallo spk che mostrano l’headline “Per salvare unavita non servono superpoteri. Basta una firma”.

TargetLa popolazione italiana in generale, con particolare riferimento ai giovani.

Strumenti e Pianificazione MezziData l’ampiezza del target  il Ministero ha pianificato una campagna di tipo tradi-zionale, con la produzione e la diffusione di:• uno spot televisivo 30’’• un radio comunicato 30’’,integrati con una campagna web che prevede:

• la landing page www.sonoundonatore.it (sito informativo a scorrimento e di fa-cile consultazione),

• la presenza sui social network/canali video (Facebook e Youtube),• una app per coinvolgere i più giovani con iniziative virali e giochi  consultabili

direttamente dallo smartphone. L’applicazione facebook di sonoundonatore.it,permette all’utente di caricare una propria foto all’interno di una polaroid, e di

aggiungere alla stessa una delle frasi abbinate allacampagna istituzionale, oltre ad una scelta di accessorisimpatici. L’idea è quella di spingere le persone a crea-re composizioni divertenti con le proprie foto, abbi-nandole a delle frasi che - senza essere troppo istitu-zionali - rimandano alla campagna, con l’obiettivo dispingere alla condivisione del messaggio.Lo spot tv verrà trasmesso negli spazi messi a disposi-zione dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, men-tre lo spot radio avrà una durata di 30’’ e verrà tra-smesso dalle principali emittenti nazionali (RTL, RadioDeejay, Radio 105, RDS, Radio Italia).Oltre ad una campagna advertsing e ad una campagnaweb è stata prevista anche una parte “below the line”con la produzione di materiale informativo distribuitoalle associazioni di settore che fanno parte del tavolo dilavoro con il Ministero e il Centro Nazionale trapianti.

La regia dello spotLo spot è stato firmato dal regista e scrittore Fausto Brizzi,già autore di fortunate commedie quali “Notte prima de-gli esami”, “Ex” e “Maschi contro femmine”. Sarà onlinenel corso dell’estate 2014 e verrà riproposto in occasionedell’EODD 2014 (European organ donation day), che que-st’anno è stato organizzato in Italia nel mese di ottobre.

Gli step che portano alla donazioneDonare non è solo un gesto di solidarietà, è soprattuttouna scelta consapevole che si traduce in un processocomplesso a tutela del donatore e del ricevente. In que-

sta infografica abbiamo rappresentato tutti i passaggi necessari perché si possa ef-fettivamente procedere al prelievo di organi a scopo di trapianto. Per decidere inmodo consapevole è utile conoscere, sapere e capire che il sistema italiano è tra ipiù garantisti al mondo. A partire proprio dall’accertamento di morte con criterineurologici, uno stato irreversibile e definitivo da non confondere con il coma. Latua decisione sulla donazione di organi e tessuti sarà sempre rispettata dai medici.Solo se non hai dichiarato in vita la tua volontà sulla donazione, sarà interpellata latua famiglia. Perché non decidere adesso? Lo scopo di questa pagina è proprioquello di informare sui tanti modi per dire la tua in modo consapevole.

*CNT

per una cultura della donazione

L’ARCOBALENO

2

Donazione di organi:la nuova campagna del ministero

DI MARZIA FILIPPETTI*

nostra) di condurre l’Associazione verso gli obiettivi che sono bene espressi nella relazionedel Consiglio Nazionale: promozione culturale della responsabilità, del senso comunitario,relazionale e di integrazione e consapevolezza sanitaria. Solo con la continua ricerca si potràottenere il RISULTATO: creare GIUSTIZIA sociale. Giustizia deriva da Jus che significa ragione,legge. La ragione accostata alla legge: i latini ci hanno insegnato tutto.

INFORMAZIONEDopo una seria preparazione e condivisione del messaggio culturale possiamo permetterci dieffettuare una comunicazione efficace. Ovviamente, anche noi riteniamo sia necessario lavo-rare sul miglioramento del sito che ormai è inadeguato e investendo ancor di più sul web 2.0,newsletter, L’Arcobaleno on line, ma non dimentichiamo che questi spazi sociali vanno riem-piti di contenuti e solo noi possiamo riempirli di significato. Anche per molte altre ragioni, ri-

teniamo che le strutture comunali non siano la colonna portante di A.I.D.O.: molti risultati sisono ottenuti solo grazie all’azione efficace del Consiglio nazionale. Anche i Consigli Regiona-li sono cruciali per la nostra organizzazione, se sapranno essere interlocutori credibili perchéè a livello centrale (leggasi Ministero) e nelle Regioni che si snodano le strategie in ambito sa-nitario. Investendo sulla formazione/informazione potremo quindi efficacemente essere in-terlocutori credibili per le Istituzioni omogeneamente in tutta Italia (non solo a livello nazio-nale o in regioni virtuose), proporre infine un progetto serio di rete con le altre Associazionidel dono e nel lungo termine approdare alla creazione di un’unica Associazione per la pro-mozione del dono, scelta di vita responsabile slegata dal singolo tema associativo. Utopia? Noi pensiamo di no. A.I.D.O. deve avere una visione lungimirante e propositiva,nell’interesse dei cittadini, non della struttura.

*Presidente A.I.D.O. Emilia-Romagna

segue da pag. 1

Rete Nazionale Trapianti

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Il CRT comunica tempestivamente al CNTOogni potenziale donatore della propria Regione

Presenza di un’allocazionesu programma nazionale

Assenza di un’allocazionesu programma nazionale

Il CRT alloca gli organisecondo modello standard

regionale

La struttura ed il funzionamento del Centro Nazionale Trapianti sono regolati dal-l’art. 8 della Legge n. 91/99. Dal 2000 ad oggi il CNT ha demandato la gestionedelle funzioni operative ai CIR mantenendone la responsabilità rispetto alle istitu-

zioni ed alla rete. All’epoca la scelta venne condivisa da tutta la rete per diversi fat-tori: il primo indubbiamente dovuto al rispetto della storia di ciascuna aggregazioneinterregionale che si era formata attraverso complessi accordi sottoscritti tra le singo-le regioni aggregate; il secondo dovuto al fatto che i centri interregionali avevano giàun nucleo e una struttura operativa in grado di gestire programmi sovra regionali e,non ultimo, il fatto che al CNT non vi erano all’epoca le condizioni logistiche, struttu-rali, finanziarie, nonché il personale con il necessario know-how per attivare un nu-cleo operativo nazionale.

Funzioni operative da centralizzare al CNTOOggi, la rete si sta modificando e sono state recentemente definite dal Ministero edalle Regioni le condizioni che consentono al CNT di esercitare le funzioni previstedalla Legge 91/99, integrate dai programmi di trapianto a carattere nazionale e inter-nazionale che negli anni sono stati attivati. Nello specifico si tratta delle seguenti attività:• il programma urgenze (cuore, fegato, polmone) e delle relative restituzioni;• il programma pediatrico (tutti gli organi);• il programma iperimmuni (rene); • programmi nazionali particolari;• IGE – Italian Gate of Europe (attività di scambio di organi con altre nazioni)

Nel riordino quindi il CNTO si pone come interlocutore operativo a livello nazionale,garantendo h/24 il supporto necessario ai fini della gestione operativa dei programminazionali. La centralizzazione gestionale delle allocazioni unitamente a quella delle li-ste di attesa per i programmi nazionali, presenta indubbiamente dei vantaggi:• rendere più fluido il percorso di allocazione attraverso la standardizzazione dei processi; • fornire un’interpretazione univoca delle regole che attualmente disciplinano tali

programmi e quindi più efficace la loro applicazione;• consentire un controllo in tempo reale delle donazioni, dei flussi allocativi e dell’esi-

to dei processi;Quindi in un’ottica di razionalizzazione del sistema, non si può non prendere attodella necessità e dell’utilità che il riordino porta con se. E’ chiaro che per ottenere ibenefici attesi, il passaggio di queste importanti funzioni è stato attentamente pre-parato e supportato nel percorso attuativo, non solo nei suoi aspetti più tecnici, maanche in quelli istituzionali.

Operatività del CNT e interfaccia con la rete L’operatività del CNTO si sposta necessariamente sul coordinamento operativo tra leparti e sulla loro integrazione. Più in particolare: • diventa importante incentivare un flusso di comunicazione tra il CNT e i CRT;• formare gli operatori nella gestione dell’attività, in particolare le modalità di inter-

faccia e integrazione dei coordinamenti (procedure, definizione dei sistemi di co-municazione, compresa la definizione di una check-list operativa da adottare);

• motivare gli operatori attraverso la partecipazione attiva alle operazioni di coordi-namento e la consapevolezza del lavoro svolto.

Struttura organizzativaIl CNT Operativo è composto da personale medico ed infermieristico con esperienzaconsolidata nel processo di donazione e trapianto maturata nelle strutture della retenazionale trapianti. Il personale infermieristico e medico è coordinato da un dirigentedel CNT.

Funzione del personale infermieristico del CNT OperativoIl personale infermieristico opererà secondo le linee guida, protocolli e procedure talida assicurare uniformità di comportamento e massima standardizzazione nella ge-stione dei processi sia diurni che notturni.

In particolare è compito del personale infermieristico svolgere le seguenti attività dicoordinamento:• aggiornare le liste di attesa dei pazienti in attesa di trapianto per i programmi na-

zionali, interfacciandosi con le strutture che hanno in carico tali pazienti;• acquisire al momento della segnalazione tutti gli elementi possibili e utili alla valu-

tazione del potenziale donatore. • valutare l’utilizzo del donatore per i programmi nazionali;• procedere all’assegnazione degli organi per i programmi nazionali in base alle prio-

rità risultanti dalle liste di attesa e in applicazione dei criteri previsti dai protocolli invigore;

• assicurare l’immediata comunicazione dei dati relativi al donatore al centro regio-nale di riferimento della struttura individuata per l’allocazione dell’organo;

• assicurarsi in modo diretto che tutte le operazioni di prelievo e di eventuale trasferi-mento degli organi siano pianificate e governate dai centri regionali interessati;

• supportare ogni esigenza operativa dei centri periferici garantendo l’assistenza ne-cessaria al corretto svolgimento dei processi e alla risoluzioni dei problemi;

• registrare le relative attività nei preposti registri informatici di cui il sistema infor-mativo trapianti si è dotato;

• trasmettere ai colleghi, prima di lasciare il turno notturno, quanto accaduto attra-verso un report scritto ed un momento di briefing collegiale.

Funzioni del personale medico del CNTOIl personale medico del CNT Operativo partecipa al percorso valutativo del donatorefornendo tutto il supporto necessario al processo di coordinamento. Il personale medico partecipa attivamente al coordinamento durante il turno diurno enotturno, oppure on-call ogni qualvolta sia necessaria una consulenza medica speci-fica e vi siano eventi che si scostano dalla procedura standard codificata, oppure sel’operatore infermieristico che sta coordinando ha la necessità di condividere aspetticritici del processo.

ConclusioniIn conclusione, dopo 7 mesi dall’inizio dell’attività del CNTO appare importante pre-vedere momenti di revisione periodica delle procedure per verificarne la congruità ri-spetto alle mutate condizioni gestionali; e nonostante gli effetti del CNTO siano perora, come riferiti dalla rete, soddisfacenti è opportuno continuare a valutare i livelli disoddisfazione di tutti gli interlocutori della rete e gli effetti dell’iniziativa sulla gestio-ne dei programmi di trapianto.

*CNT

per una cultura della donazione

L’ARCOBALENO

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Centro Nazionale Trapianti Operativo(CNTO)

DI LUCIA RIZZATO*

Il CNTOavvisail CRT

che non ci sonoallocazioninazionali

Il CNTOalloca

l’organo/i secondoi programmi

operativinazionali

Il CNTOcontrolla

la presenzadi priorità secondo

i programminazionali

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Nel corso dei primi sei mesi del 2013, sei regioni italiane (Piemonte, Lom-bardia, Veneto, Lazio, Campania, Sicilia) sono state coinvolte in unprogetto di ricerca, voluto da A.I.D.O. Nazionale e finanziato con una

parte dei fondi raccolti con lacampagna del 5x1000.I macro obiettivi della ricerca han-no analizzato quale rapporto sus-sista tra il fenomeno della dona-zione degli organi e le comunità dimigranti presenti oggi in Italia;inoltre si è cercato di comprenderequali meccanismi e strategie met-tere in atto al fine di giungere aconclusioni pratiche per il lorocoinvolgimento.I micro obiettivi hanno invece cer-cato di valutare da un punto di vi-sta socio-antropologico il concettodi corpo, corporeità, dono e donodi una parte del sé “agli scono-sciuti”; analizzare la percezionedella morte e la sua rielaborazionein base alle culture di appartenen-za; riflettere sul rapporto immigrazione-sanità pubblica, conoscenza dei ser-vizi e della donazione gratuita degli organi; concepire modalità di coinvolgi-mento, sensibilizzazione e informazione delle comunità immigrate, a partiredai dati emersi dalla ricerca qualitativa, in base alle peculiarità di A.I.D.O.Nazionale.Le comunità indagate provenivano dall’est europeo, dall’America latina,dal continente africano e da quello asiatico e sono state coinvolte varie fedireligiose, dai cristiano-cattolici agli ortodossi, dai musulmani agli induisti aibuddhisti.Nel corso delle interviste si è cercato di indagare una molteplicità di aspettie, in via prioritaria, i seguenti:• il grado di integrazione delle comunità studiate all’interno delle rispettive

realtà territoriali, socio-economiche e culturali;• il rapporto delle stesse con le istituzioni e le strutture sanitarie, i servizi sociali

e le reti di organizzazioni associative locali;• l’etica della solidarietà diffusa all’interno di

ciascun gruppo, intesa sia in senso intraco-munitario sia in relazione al la società“esterna”;

• il duplice rapporto intessuto dai soggetticoinvolti nella ricerca con i servizi socio-sanitari del Paese d’approdo e quelli delPaese di provenienza;

• l’influenza della cultura, religione e tradi-zione di appartenenza sugli attuali atteggiamenti dei cittadini migranti, ri-spetto a concetti quali corpo, salute, malattia e guarigione;

• l’eventuale presenza di relazioni e storie di vita vissute in rapporto al temaspecifico della donazione e del trapianto di organi, sia se avvenute in Italiasia nel Paese d’origine;

• l’atteggiamento complessivo di disposizione o di resistenza verso la dona-zione degli organi, nel tentativo di far emergere la presenza di eventualiostacoli culturali o istituzionali e l’eventuale ruolo svolto da figure di me-diazione politico-culturale da impiegare per la sensibilizzazione e l’infor-mazione sull’argomento.

I ricercatori, preparati dopo un corso di formazione, hanno utilizzato l’inda-gine etnografica: metodo dell’osservazione partecipante, somministrazionedi interviste semi-strutturate, organizzazione di focus group rivolti a riceven-

ti, familiari di donatori deceduti, non donatori o potenziali donatori, sia ita-liani che stranieri, reclutati preferibilmente attraverso le associazioni apposi-tamente individuate.

Le maggior difficoltà emerse du-rante la ricerca sono state:• l’atteggiamento di sostanziale

diffidenza mostrato nei confrontidi un argomento delicato e diforte impatto emotivo per glieventuali soggetti intervistaticoinvolti personalmente in unastoria di donazione;

• la presenza di eventuali retaggiculturali o di distorsioni nell’in-terpretazione di precetti religiosi(come accade spesso nel casodell’Islam, in cui il dettame del-l’integrità del corpo e dell’ap-partenenza di questo a Dio èspesso fuorviato, determinandouna contrarietà di principio all’e-ventuale donazione – e, spesso,ricezione – degli organi);

• la difficoltà connessa alla possibile conciliazione del prelievo di organi conle abluzioni o altri trattamenti rituali riservati alla salma, nel rispetto dellasacralità di quest’ultima, tipiche tanto della religione musulmana quantodell’Induismo.

Gli intervistati hanno suggerito di:• Riportare casi di successo che dimostrino come attraverso la donazione de-

gli organi sia possibile continuare a vivere.• Sottolineare la sofferenza che una persona affetta da patologie che richie-

dono terapie invasive e complicate (es. dialisi), per fare realmente capirecosa questo significhi.

• Raccontare l’esperienza della donazione attraverso le parole di immigratiche hanno subito un trapianto (a prescindere dalla nazionalità).

• Coinvolgere la comunità di provenienza e fornire informazioni attraverso dellefigure riconosciute in ambito religioso e a li-vello nazionale (intellettuali e medici di famamondiale). Es. Per i senegalesi, il consulto diun marabout (la guida spirituale) è essenzialeper prendere una decisione: se viene espres-samente detto attraverso un marabout che ladonazione degli organi è permessa dalla reli-gione, è più facile che la pratica venga social-mente e culturalmente approvato.• Aiutare le famiglie coinvolte a comprendere

che il prelievo di organi viene effettuato come un intervento chirurgico: ilcorpo viene rispettato fino alla fine della procedura e consegnato ai familiariintegro mai deturpato, nel rispetto assoluto e totale della salma stessa.• Fornire assistenza psicologica diretta alle famiglie dei donatori, che hanno

difficoltà nell’elaborazione del lutto.• Fornire le informazioni e le ragioni alla base della donazione degli organi.• Spiegare o ricordare alla famiglia che per un paziente in morte cerebrale

non ci sono possibilità di risveglio.• Creare percorsi di sensibilizzazione che introducano la nozione di partecipa-

zione attiva per favorire il RICONOSCIMENTO da parte delle società d’acco-glienza.

• Proporre degli incentivi: la possibilità di partecipazione alle spese di rim-patrio delle salme.

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Progetto di ric“Dono organi, comunità immigrate. Aspetti socia

a cura di ANNAM

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Marocchini

«Non posso certo pensare di portarmi con me questi organi, perché non mi servi-ranno più, invece a chi sta male io posso fare qualcosa di buono. C’è nel Coranouna sura che dice: “Chi ha ucciso una persona è come se ha ucciso tutta l’Umanità;chi ha salvato una vita è come se ha salvato tutta l’Umanità “ (Corano, 5.32). Pensoche questa te la diranno tutti perché a noi è sempre presente quando dobbiamo ra-gionare se è il caso di aiutare uno oppure no». (I., Alessandria) 

«Nessuno ci ha informati dell’argomento, è veramente un tema nuovo, io sono quida quasi dieci anni ed è la prima volta che sento parlare di donazione d’organi.Non ho preclusioni sull’argomento, penso che sia giusto, la nostra religione non neparla espressamente, e quindi neanche lo vieta espressamente, dipende dalla per-sona». (D., Roma)

«No, il corpo è di Dio e deve tornare a Dio. Il sangue sì, ma il cuore o il fegato non sipossono donare, è peccato». (B., Roma)

Rumeni

«A questo punto, se non vengo sepolto in Romania ma qui, allora veramente il cor-po non mi serve più ma posso lasciarlo agli altri che sono magari malati. Che io melo porto sotto terra non mi serve a niente, che sia rumeno, moldavo o altro. Restarein Italia significa fare parte della società italiana anche da morto e quindi ti do, a teche sei Italiano, una parte di me, così ti salvo per quello che posso fare». (V., Ivrea)

«A questo punto, se non vengo sepolto in Romania ma qui, allora veramente ilcorpo non mi serve più ma posso lasciarlo agli altri che sono magari malati. Che iome lo porto sotto terra non mi serve a niente, che sia rumeno, moldavo o altro. Re-stare in Italia significa fare parte della società italiana anche da morto e quindi tido, a te che sei Italiano, una parte di me, così ti salvo per quello che posso fare».(V., Ivrea)

Senegalesi

«È successo che un nostro amico è morto tragicamente durante un incidentestradale, improvvisamente. Poiché lui era qui da solo, senza parenti, è statochiesto a noi se avessimo voluto donare gli organi… Noi abbiamo detto di no, ecomunque non sapevamo lui che cosa voleva, ma non avremmo nemmeno po-tuto chiamare in Senegal i suoi genitori per chiederglielo… È impossibile, saicosa ti dicono se gli fai una domanda del genere? Che sei uno stregone…».(Donna, Brescia)

«Non è questione di religione. È questione di cultura e di conoscenza. Perché sela religione dice che quello è malato e bisogna andare a curarlo, accetti l’opera-zione, donazione di organi, donazione di sangue, tutto questo.[…] Siamo arri-vati al XXI secolo e allora non c’è più niente da nascondere. .[…] tutto devi farecapire alla gente: che la scienza è molto più avanti di quello che pensiamo».(M.S., Catania) 

Tunisini

«Il fatto è che il corpo è sacro… nessuno di noi sa quando e dove muore, la vita è undono di Dio: donare un organo è quasi andare contro la volontà di Dio. Il problemache si pone è religioso, e cioè come tratti verrai trattato. Se la vita dipende da Dio, co-me faccio a prendere un organo da un mio parente se la morte non è arrivata? Noi la-sciamo il corpo e il corpo è sacro e ci sono persone esperte che se ne occupano. Si po-trebbe dire che la morte è un matrimonio con l’eternità, la morte è un’esperienza davivere… La donazione è ricercare pezzi di ricambio per l’immortalità». (M., Milano)

Peruviani

«Sì è vero, già da trenta anni in Perù sulla carta di identità c’è dicitura se vuoi o no do-nare gli organi, è inserito all’interno del documento nazionale di identità […]. Io sullamia carta naturalmente ho messo sì. Io sono qui da 14 anni e sto facendo le carte per lacittadinanza, mi sono laureato in Perù, e poi ho convalidato la laurea facendo un annosupplementare all’università del Sacro Cuore Gemelli di Roma, ora sono iscritto all’or-dine dei dentisti. È la prima volta che sento una informazione sulla donazione organi,peruviani sanno che in Perù si fa ma in Italia no, c’è carenza di informazioni, oppure leinformazioni si danno agli italiani per italiani e non per gli stranieri» .(N., Roma)

Sikh

«Il sikh deve fare tre cose: lavorare, pregare, donare. Questi sono i compiti dei sikh[…]. Organizziamo la donazione del sangue; sulla donazione organi nessuno è ve-nuto ad informarci, ma per noi non ci sono restrizioni e non ci sono problemi, poista alla coscienza di ognuno di noi. Il corpo per i sikh è solo un involucro, una divi-sa, che va cremato il più presto possibile. Perché essere sepolti per essere mangiatidai vermi, o per spendere tanti soldi in cimiteri? Il corpo è cremato e torna al mon-do, i soldi servono per la vita». (B., Roma)

Cingalesi

Il karma guarda ai tuoi gesti consapevoli e non a quello che fanno i tuoi organi chenon sono esseri senzienti. 

Mauriziani

«Donazione degli organi può servire, perché anche una parte del corpo rimane,mentre il corpo dopo dieci anni viene messo nelle fosse comuni. Così, in questo mo-do, qualcosa di tuo rimane anche dopo dieci anni! Anche induismo sta aprendo,perché sta diminuendo cremazione a favore di sepoltura, ma occorre sensibilizzare,spiegare». (A.N., Catania)

STRALCI DI INTERVISTE

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icerca A.I.D.O.ciali, culturali e medico-sanitari del sé nell’altro”

NAMARIA FANTAUZZI

per una cultura della donazione

L’ARCOBALENOforum • forum • forum • forum • forum • forum •

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Si è svolta a Bressanone, nei giorni 7 e 8 giugno2014 presso l’Accademia Cusanus, l’Assembleanazionale intermedia dei presidenti dei Consigli

regionali. Una due giorni in cui l’Associazione si è ri-trovata, come accade annualmente, per discutere eapprovare l’attività svolta nell’anno passato dal Con-siglio direttivo e i bilanci consuntivo 2013 e preventivo2014 predisposti a cura del Consiglio medesimo.Alla presenza di 15 delegati, 14 consiglieri nazionali ealcuni volontari dalle regioni cui la Giunta di Presi-denza nazionale ha accordato la possibilità di parteci-pare come osservatori, A.I.D.O. ha affrontato, solleci-tata dal Presidente nazionale, alcune tematiche chehanno portato i presenti a riflettere sul ruolo dell’As-sociazione nella società contemporanea. Il dibattito è stato preceduto da due momenti signifi-cativi, il primo per il ruolo di A.I.D.O. a supporto delleistituzioni, il secondo per l’impegno dell’Associazionenella ricerca. Il 6 giugno, infatti, la Giunta di Presi-denza nazionale ha partecipato al 1O meeting interna-zionale sui trapianti di organi. L’incontro, che ha vistola presenza di esponenti della sanità austriaca e italia-na, ha avuto l’obiettivo di richiamare l’accordo per itrapianti stipulato lo scorso anno tra Sudtirolo e Inn-

sbruck, segnando una tappa significativa nel consoli-damento dei rapporti tra tutti gli specialisti coinvolti.Il 7 giugno, prima dell’apertura dei lavori assemblea-ri, la dottoressa Annamaria Fantauzzi ha illustrato aivolontari presenti i risultati del progetto di ricerca“Dono, organi, comunità immigrate. Aspetti sociali,culturali e medico sanitari del sé nell’altro”. Il proget-to che ha coinvolto 6 regioni italiane (Piemonte, Lom-bardia, Veneto, Lazio, Campania, Sicilia) è stato finan-ziato grazie al contributo economico di A.I.D.O. Nazio-nale che ha utilizzato i fondi del 5permille. I lavori assembleari hanno avuto inizio con la relazionesull’attività svolta dal Consiglio direttivo presentatadal presidente Vincenzo Passarelli. La relazione, votataall’unanimità dai delegati, ha consentito ai presenti diinterrogarsi e riflettere su alcuni argomenti, riguar-danti la rete trapianti e la rete associativa, che devonoindirizzare il lavoro di A.I.D.O. nell’immediato e neglianni a venire: rapporto con le istituzioni governative esanitarie a tutti i livelli, riorganizzazione associativa,valori fondanti. Parole ed espressioni chiave: etica,giustizia, equità di accesso, pari opportunità. La discussione ha messo in luce la necessità cheA.I.D.O. rafforzi il proprio ruolo all’interno della rete

Riflessioni per un’etica della organizzazioneDI CONCETTA DI FILIPPO

L’Assemblea nazionale intermedia riunita a Bressa-none presso l’Accademia Cusanus nei giorni 7 e 8giugno 2014, a seguito del dibattito e delle conclu-

sioni del Presidente Passarelli, ribadisce quanto segue:

CONSIDERATIil programma di politica associativa per il quadrienniodi mandato in corso e gli impegni definiti dal ConsiglioNazionale e dalla Conferenza dei Presidenti regionali;

VISTAl’attività svolta nel corso del 2013 dal CD descrittadall’ampia relazione del Consiglio Nazionale,

RITIENEPienamente rispettati gli indirizzi e parte degli obiet-tivi indicati.

L’Assemblea Nazionale impegna il Consiglio Direttivoe tutta l’A.I.D.O. a:

Rete trapianti• consolidare quanto realizzato e ricercare nuovi per-

corsi che portino a colmare il divario tra necessitàterapeutica di trapianto e disponibilità di organi,attraverso: l’impegno delle strutture regionaliA.I.D.O. a definire normativamente l’organizzazionedella rete regionale dei trapianti, la definizione delruolo dei coordinatori e la formazione per tutti glioperatori sanitari.

• Operare affinché la donazione di organi non sia uncompito esclusivo della rete dei coordinatori ma unobiettivo evidente e dichiarato dell’intero sistemasanitario.

• Essere promotori del concetto di “equità di accesso”alla terapia del trapianto, caratteristica fondamen-tale per assicurare un miglioramento e un incremen-to del numero di interventi possibili che hanno comeobiettivo finale sempre ed esclusivamente il dirittoalla salute di ciascun cittadino.

• Operare con le istituzioni ad una migliore organiz-zazione che automaticamente diventa una qualifi-cazione del sistema sanitario che influenza positiva-mente l’atteggiamento alla donazione di organi.

• Collaborare e attivarsi ai progetti di prevenzionedella salute non solo per diffondere sani e correttistili di vita che limitino il ricorso ai trapianti.

Riorganizzazione associativa• Concludere il percorso avviato dalla Commissione

incaricata per aprire la consultazione a tutta la baseassociativa.

• Definire l’aspetto della contribuzione interna asso-ciativa che richiede attenzione per le evidenziatedifficoltà che le A.I.D.O. territoriali hanno espresso,pur nella riconferma del valore dello strumento cherappresenta il senso di appartenenza e di unicitàdell’associazione, considerando anche la fattibilitàdi nuovi strumenti di reperimento fondi. In partico-lare, impegna il consiglio Nazionale con la Confe-

renza dei Presidenti Regionali a valutare il possibileabbattimento fino al 50% delle quote associative perl’anno 2014, in relazione alla sostenibilità dei pro-getti nazionali deliberati e avviati.

Formazione L’Assemblea Nazionale riconferma il ruolo centraledella formazione come strumento di crescita e diqualificazione delle attività dei volontari, anche nel-l’ottica del necessario ricambio generazionale.

Rete con le altre associazioni e del donoL’Assemblea impegna l’Associazione a trasformare ilrapporto già esistente con tante realtà associative anoi vicine e strutturare una rete efficace che vada ol-tre le occasionalità delle collaborazioni in atto.

Comunicazione e rete internetSi considera irrinunciabile il processo di trasforma-zione della comunicazione: da quella tradizionale aquella 2.0. Limitare le produzioni cartacee alle ef-fettive necessità e privilegiare sempre più i nuovistrumenti di comunicazione che hanno anche ilvantaggio di essere più in linea con le nuove gene-razioni.

Bressanone, 8 giugno 2014

Claudio Latino, Alessandra Luppi, Lucia Marinangeli

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DELL’ATTIVITA’ SVOLTA NEL 2013E INDICAZIONI E PROPOSTE PER L’ANNO 2014

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Assemblea Nazionale 2014

per una cultura della donazione

L’ARCOBALENO

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trapianti al fianco delle istituzioni per migliorare l’or-ganizzazione dell’intero settore, concentrando l’atten-zione sulle dinamiche organizzative regionali e inter-regionali al fine di intervenire fattivamente sulle criti-cità del sistema. L’obiettivo comu-ne è consolidare quanto realizzatoe ricercare nuovi percorsi che por-tino a colmare il divario tra neces-sità terapeutica di trapianto e di-sponibilità di organi. I dati sull’attività di donazione etrapianto al 31 dicembre 2013 illu-strati da Passarelli hanno disegna-to la geografia di un Paese sostan-zialmente fermo da 4 anni (18 do-natori pmp) ma estremamente va-riegato, con regioni virtuose ac-canto a regioni con dati moltobassi. Attualmente il trapianto non è undiritto di tutti, non è disponibile inmaniera ubiquitaria in tutte le re-gioni italiane; manca cioè della ca-ratteristica di equità di accesso.Promuovere una politica basata sui concetti di pariopportunità e equità di accesso alla terapia del tra-pianto ha della implicazioni etiche che impongonouna riflessione profonda. Realizzare una politica equanon significa tanto garantire a tutti i membri della co-munità pari opportunità di accesso a tutto ciò che ènecessario per soddisfare qualsiasi bisogno espresso,quanto piuttosto garantire a tutti i membri della co-munità pari opportunità di accesso rispetto a ciò chela comunità stabilisce di potersi permettere per soddi-sfare una quota prioritaria di bisogni. Il trapianto hauna peculiarità rispetto a tutte le altre terapie ancheper quanto attiene alla possibilità di rendere equol’accesso: per la sua attuazione è indispensabile unarisorsa umana, il donatore del corpo dal quale verràprelevato l’organo da trapiantare. Purtroppo questarisorsa è limitata. Accertato l’ampio divario esistente tra domanda e of-ferta, bisogna capire come intervenire sulla domandae sull’offerta separatamente. Come cioè limitare la ne-cessità dei trapianti lavorando sulla prevenzione e sul-la diagnosi precoce e come aumentare il numero degliorgani disponibili.Aumentare il numero degli organi disponibile vuol di-re aumentare il numero dei donatori. Questo obiettivosi raggiunge attraverso una migliore organizzazioneospedaliera e l’allocazione della risorsa organo priori-taria all’area geografica in cui è avvenuta la donazio-ne. Numerose esperienze quali quella della Spagna,della Toscana, della Francia, della Danimarca, provanoche l’organizzazione della struttura sanitaria dallaquale dipende la donazione e l’allocazione degli orga-ni influisce più dell’informazione. E’ possibile, dun-que, incrementare il numero di donazioni creandoun’etica della organizzazione. Etica della organizza-zione significa centralità del paziente nel sistema sani-tario. I servizi devono funzionare al meglio e l’interosistema deve lavorare ogni giorno per migliorarsi, alfine di meritare la fiducia della popolazione. Infine,l’allocazione d’organo prioritaria all’area geograficain cui è avvenuta la donazione e la garanzia di effica-cia dei centri di trapianto di quell’area contribuirannoa che il cittadino possa sviluppare una cultura orienta-ta alla donazione d’organo perché può constatarne ibenefici nella propria comunità.Affinché A.I.D.O. possa contribuire alla creazione di

un’etica della organizzazione a prosecuzione del per-corso iniziato almeno nel 2008, quando ha compresola necessità di superare l’etica dei sentimenti in favoredell’etica della ragione e poi nel 2012, auspicando l’in-

serimento della risorsa organo tra i beni culturali delnostro Paese, è necessario che rifletta sui valori che de-vono indirizzare la propria mission. A chiusura dellarelazione del Consiglio direttivo nazionale, Passarelliha condiviso con tutta l’Associazione il documento suivalori, frutto della prime fasi di lavoro della Commis-sione per la riorganizzazione associativa. Il documentoesprime con decisione e chiarezza la necessità chel’Associazione, dopo 40 anni di instancabile attività, siinterroghi sulla necessità del cambiamento. A.I.D.O.deve cambiare per diventare più adeguata al contestosociale, culturale e sanitario in cui opera e per mante-nere un ruolo nel sistema della donazione. Guiderannoil suo agire la promozione culturale dei valori del civi-smo, del dono e della solidarietà, il ruolo di attore

fondamentale del Sistema trapianti, il ruolo di colle-gamento con la comunità favorendo l’integrazione, lacapacità di aggregazione e di socializzazione, il ruolodi testimonianza e di pratica, la dinamicità e l’innova-

zione, la formazione dei dirigenti,l’investimento sui giovani, il ri-cambio dirigenziale, la capacità dilavorare in rete con le altre asso-ciazioni e con le istituzioni, la valo-rizzazione della struttura operati-va, composta da dipendenti e col-laboratori retribuiti.La ricchezza dei contenuti espressiè stata raccolta dall’Assemblea cheha approvato all’unanimità il do-cumento di valutazione dell’atti-vità svolta nel 2013 e di indicazionie proposte per l’anno 2014. Il docu-mento, sintetizzando i molteplicispunti di riflessione offerti dalConsiglio nazionale e alcuni contri-buti dei partecipanti ai lavori as-sembleari, ha posto le basi per laprosecuzione del mandato qua-

driennale dell’attuale Consiglio direttivo. Resta da chiedersi quanto l’Associazione sia realmentepronta a concretizzare ovunque sul territorio le neces-sità dibattute, traducendo in atto il cambiamentoespresso da qualche anno in potenza. La condivisionedei contenuti e delle necessità dovrà portare necessa-riamente all’apertura e all’applicazione di percorsi fina-lizzati alla soluzione dei problemi interni all’Associazio-ne e comuni con la rete trapianti. Una sfida ambiziosama inevitabile per un’Associazione che intenda conti-nuare a rivestire il ruolo di interlocutore lungimirante eaffidabile per le istituzioni e di punto di riferimento peri cittadini che vedono in A.I.D.O. la valida alternativaalle istituzioni medesime per l’informazione e la raccol-ta delle espressioni di consenso alla donazione.

per una cultura della donazione

L’ARCOBALENO

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L’Assemblea è stata preceduta il 6 giugno dalMeeting internazionale sui trapianti, importante

occasione di confronto tra diverse areespecialistiche e di aggiornamento sullo stato dei

fatti a livello locale, nazionale e sovraregionalead un anno dalla firma dell’accordo di

collaborazione tra Sudtirolo e Innsbruck.

Al Meeting, svoltosi presso l’AccademiaCusanus, sono intervenuti l’Assessora alla Sanità

Martha Stocker, del dottor Ulrich Seitz,il dottor Bruno Giacon, il dottor Enrico Bertelli,

il dottor Manuel Maglione, il dottor StefhanEschertzhuber, il dottor Alessandro Nanni Costa,

Annamaria Saviolo presidente A.I.D.O.Alto Adige e i componenti della Giunta

di Presidenza nazionale A.I.D.O.

IO MEETING INTERNAZIONALE SUI TRAPIANTI DI ORGANI

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promuove la cultura della donazione;racconta le storie dei trapiantati, gli eventi e i convegni scientifici.

Il Forum approfondisce i grandi temiche accompagnano la pratica dei trapianti.

Sostieni «L’ARCOBALENO» con un versamento annuale di € 12,00c/c postale n. 1007977604

L’esperienza degli hospice italianinella donazione di corneedi M. De Faveri, R. Decarli, F. MartinazziTrapianti 1, gennaio - marzo 2014, pag. 12 - 17

La maggior parte dei tumori non costituisce una controindicazionealla donazione delle cornee. In realtà questo tema è poco trattatonel setting delle cure palliative. Lo scopo di questo studio è analiz-zare l’esperienza degli hospice  italiani nella donazione di cornee.Solo 38 hospice su 151 si sono attivati per la donazione delle cornee

e la maggior parte di esse è situata nel nord Italia. Nel 57,9% dei casi la proposta di dona-zione viene effettuata prima del decesso, ma solo raramente il tema viene affrontato diret-tamente con il paziente.

Indagine conoscitiva sui trapiantidi B. Brizzi, M. RomanoTrapianti 1, gennaio - marzo 2014, pag. 18 – 22

In Italia, come nel resto del mondo, il maggior ostacolo ai trapianti è la carenza di donato-ri. Questo limite deriva da una ridotta sensibilizzazione della popolazione circa la donazio-ne di organi e tessuti, ed è per questo che accresce sempre più la necessità di informare igiovani su questo importante tema.L’articolo propone i risultati di una ricerca condotta tra gli adolescenti delle Scuole MedieSuperiori della provincia di Pistoia. Attraverso l’analisi dei questionari somministrati è sta-to possibile individuare le conoscenze e gli atteggiamenti dei giovani sull’importante temadella donazione di organi e tessuti.

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per una cultura della donazione

L’ARCOBALENO

Direttore Responsabile: LORETTA CAVARICCI

Direttore Editoriale: VINCENZO PASSARELLI

Hanno collaborato a questo numero:

ALBERTO CONTRI, STEFANO CRESCI, CONCETTA DI FILIPPO, ANNAMARIA FANTAUZZI, MARZIA FILIPPETTI,AURELIO NAVARRA, VINCENZO PASSARELLI, NADIA PIETRANGELI, ROSSELLA PIETRANGELI, LUCIA RIZZATO.

Proprietario: A.I.D.O. Via Silvio Pellico, 9 - 00195 Roma - http://www.aido.it

Tipografia: TIPOLITOGRAFIA TRULLO

Via Ardeatina, 2479 - 00134 Santa Palomba Roma - Tel. 066535677Finito di stampare nel mese di Luglio 2014

Tiratura copie 5.000

per una cultura della donazione

L’ARCOBALENO

Segnalazioni

La domanda

Vorrei sapere se, avendo dei tatuaggi sul corpo,ci sono controindicazioni nella donazione di organi

La presenza di tatuaggi o piercing non rappresenta una controindicazionealla donazione di organi e tessuti. Tuttavia, al fine di garantire la massimasicurezza ai pazienti riceventi, l’équipe sanitaria coinvolta nel processo didonazione, deve verificare se tali comportamenti siano stati eseguiti negliultimi 12 mesi. In caso affermativo, verranno effettuati degli esami infetti-vologici con particolari tecniche biomolecolari (tecniche altamente speci-fiche) volti ad identificare l’eventuale rischio di trasmissione di malattieinfettive. Se tali accertamenti risultano negativi il donatore può donare. Incaso positivo o se non è possibile eseguire tali indagini, il donatore puòessere utilizzato solo in casi di urgenza, o di particolari patologie del rice-vente, previo consenso informato.

a cura di VINCENZO PASSARELLI

L’ARCOBALENO

Pubblicità Progressoper la donazione degli organi

DI ALBERTO CONTRI*

Il 29 maggio scorso la Fondazione Pubblicità Progresso ha il-lustrato al Presidente Napolitano i risultati raggiunti dallacampagna 2012-2013 a favore della donazione di organi e

tessuti per A.I.D.O.Pubblicità Progresso si occupa da più di quarant’anni di co-municazione sociale sviluppando nel corso della sua attività

moltissime campagne: da quella per la donazione del sangue a quella per lasicurezza sul lavoro, passando per la campagna contro i pregiudizi verso i ma-lati di AIDS e quella sul rischio idrogeologico.Quando il professor Gasbarrini, illustre epatologo del Policlinico Gemelli, ci se-gnalò la impellente necessità di reclutare nuovi donatori, ci sembrò davveroideale celebrare i quarant’anni di attività di Pubblicità Progresso con unacampagna su un tema analogo alla prima, che nel 1971 fu dedicata – e con ri-sultati eccezionali – alla donazione del sangue.Il nostro caso più soddisfacente è quello della campagna a favore della dona-zione organi, per la quale è stato costituito un Comitato Scientifico formato dalProfessor Gasbarrini, dal direttore del Centro Nazionale Trapianti dottor NanniCosta, dal presidente dell’A.I.D.O. dottor Passarelli. Il loro supporto è statofunzionale perché potessi guidare personalmente una squadra di oltre 40 pro-fessionisti e imprese, con a capo i direttori creativi Andrea Concato, RobertoFiamenghi, Matteo Righi.La campagna contiene una notevole sfida: superare l’ostacolo psicologico delpensare alla propria morte. Si è partiti così con uno spot che facesse leva sul-l’emozione, sulla decisione altruista di non lasciare ai propri cari il peso di unadecisione per una eventualità augurabilmente remota, attribuendo al passag-gio dell’armonica la metafora del dono della vita ad un altro, sulle note di unacanzone di Pacifico che dice “Tu che fai parte di me”. Lo spot rimanda ad unsito, che fornisce subito le risposte alle più frequenti domande delle persone suquesto tema: “Ma io sarò veramente morto?” “Siamo sicuri che gli organi van-no davvero dove servono?” “Siamo sicuri che non c’è un mercato nero di orga-ni?” e così via.Una delle chiavi del successo della campagna è consistita nel fatto che le ri-sposte alle FAQ non erano le solite fredde righe di testo, ma rapide video-in-terviste ai più autorevoli chirurghi dei trapianti, che – ripresi nella propria salaoperatoria o in ambulatorio – davano esaurienti e precise risposte. Se convinti,potevano poi scaricare il modulo di iscrizione da inviare all’A.I.D.O.Altro obiettivo strategico della campagna è far diventare di moda l’essere do-natori. Così si è fatto ricorso ad una tecnica pubblicitaria che in genere la Fon-dazione non ama, cui di norma si ricorre quando mancano le idee: il testimo-nial. Una mossa azzeccata: personaggi famosi di ogni età che esibivano conorgoglio una grande tessera dell’A.I.D.O. come fosse un’esclusiva platinumcard, con la scritta “Ecco la card del club più prestigioso d’Italia”.Il vero enzima che ha fatto lievitare il progetto è stato l’impegno degli univer-sitari nel partecipare al concorso loro riservato per progetti di marketing nonconvenzionale: ogni studente è diventato così funzionale alla preziosa viraliz-zazione del messaggio. E’ grazie a questo articolato progetto di comunicazioneintegrata che in 18 mesi sono stati arruolati quasi 50 mila nuovi donatori.Il bilancio di Pubblicità Progresso è di 400.000 EURO, costituito dalle quote deisoci e in gran parte dalle generose erogazioni della Fondazione Cariplo. Questopiccolo bilancio costituisce una leva che abilita ogni anno circa 300.000 eurodi lavoro gratuito di presidente e consiglieri, circa 600.000 euro di lavoro gra-tuito offerto da creativi, agenzie, case di produzione, professionisti vari. Eben 135 milioni di spazi tabellari gratuiti offerti dagli editori e concessionarie. Molti pensano che tutte queste attività siano sostenute con denaro pubblico,in realtà non è così. Il nostro auspicio è che aziende private e pubbliche vo-gliano sviluppare insieme a noi attività di Responsabilità Sociale attingendoad un know-how senza precedenti in questo settore: è un’opzione win-win,che permetterebbe a questa storia di continuare, e a loro di realizzare progettidi comunicazione sociale di grande efficacia. Attualmente siamo impegnati inuna campagna a favore della parità di genere, con l’ambizioso obiettivo, indue anni, di combattere i pregiudizi e valorizzare le diversità.

*Presidente Pubblicità Progresso