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Il reportage fotogr afico e cinematografico diventa spesso un’arma e anche un campo di battaglia a se stante; si affianca, per incidenza e persistenza delle tracce lasciate, ad altre forme di reportage di più antica origine, come quello della carta stampata e, in certi casi, le sopravanza. L’iniziativa che qui presentiamo si pone l’obbiettivo di raccontare il reportage di guerra e di sondare il rapporto tra l’occhio del fotoreporter e la macchina fotografica, tra il cinereporter e la camera attraverso una scelta di film di finzione e documentari e un momento di confronto fra professionisti di diverse generazioni. Il programma si inserisce all’interno del progetto integrato del Polo del ‘900 “Reportage di guerra”, coordinato dalla Fondazione Vera Nocentini. Prevede una rassegna cinematografica organizzata dall’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza. Si affiancano una tavola rotonda, due workshop e una mostra che l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza organizza in collaborazione con l’associazione WitnessJournal – Closer | Dentro il reportage. Proiezioni e workshop si svolgeranno presso il Polo del ‘900, Palazzo San Celso, Corso Valdocco 4/a – Torino. Per informazioni: Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza – [email protected] – 0114380111 Per l’iscrizione ai workshop scrivere a [email protected] INCONTRO /TAVOLA ROTONDA Venerdì 26 ottobre, ore 17.00, Sala conferenze Polo del ‘900 Immagini perdute. Il reportage di guerra Interverranno Uliano Lucas, Paolo Siccardi, Mauro Donato ( fotoreporter ). Coordinano Paola Olivetti ( ANCR) e Federico Bernini (Witness Journal). L’incontro è inserito anche nella programmazione di Closer | Dentro il reportage, organizzato in collaborazione con WJ_ Witness Journal. I relatori affronteranno i cambiamenti logistici, tecnologici, etici della professione del fotoreporter. Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza – via del Carmine 13, Torino www.ancr.to.it [email protected] – 0114380111

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Il reportage fotografico e cinematografico diventa spesso un’arma e anche un campo di battaglia a se stante; si affianca, per incidenza e persistenza delle tracce lasciate, ad altre forme di reportage di più antica origine, come quello della carta stampata e, in certi casi, le sopravanza. L’iniziativa che qui presentiamo si pone l’obbiettivo di raccontare il reportage di guerra e di sondare il rapporto tra l’occhio del fotoreporter e la macchina fotografica, tra il cinereporter e la camera attraverso una scelta di film di finzione e documentari e un momento di confronto fra professionisti di diverse generazioni.

Il programma si inserisce all’interno del progetto integrato del Polo del ‘900 “Reportage di guerra”, coordinato dalla Fondazione Vera Nocentini. Prevede una rassegna cinematografica organizzata dall’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza. Si affiancano una tavola rotonda, due workshop e una mostra che l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza organizza in collaborazione con l’associazione WitnessJournal – Closer | Dentro il reportage.

Proiezioni e workshop si svolgeranno presso il Polo del ‘900, Palazzo San Celso, Corso Valdocco 4/a – Torino.Per informazioni: Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza – [email protected] – 0114380111Per l’iscrizione ai workshop scrivere a [email protected]

INCONTRO/TAVOLA ROTONDAVenerdì 26 ottobre, ore 17.00, Sala conferenze Polo del ‘900

Immagini perdute. Il reportage di guerraInterverranno Uliano Lucas, Paolo Siccardi, Mauro Donato ( fotoreporter ). Coordinano Paola Olivetti ( ANCR) e Federico Bernini (Witness Journal).L’incontro è inserito anche nella programmazione di Closer | Dentro il reportage, organizzato in collaborazione con WJ_ Witness Journal. I relatori affronteranno i cambiamenti logistici, tecnologici, etici della professione del fotoreporter.

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RASSEGNA CINEMATOGRAFICAore 18.00 | Polo del ‘900, Palazzo San Celso, Corso Valdocco 4/a – Torino

18/10 Salvadordi Oliver Stone, USA 1986, dur. 123’Nel 1980 Richard Boyle, un reporter di guerra originario di San Francisco si reca+ in Salvador per realizzare un reportage sulla tremenda guerra civile che sta mietendo migliaia di vittime. Introduce il film Matteo Pollone (Università di Torino)

25/10 War Photographerdi Christian Frei, Svizzera 2001 , durata 96’Candidato all’Oscar nel 2002, il film documenta l’attività del fotografo di guerra James Nachtwey nelle regioni calde del Kosovo, della Palestina, dell’Indonesia tra il 1999 e il 2000. Introduce il film Matteo Pollone (Università di Torino)

31/10 Restrepo. Inferno in Afghanistandi Tim Hetherington e Sebastian Junger, USA 2010, dur. 93’Quindici uomini stanziati nell'avamposto chiamato "Restrepo" sono stati ripresi nel corso di diversi mesi dalla coppia di registi, impegnata a filmare e documentare non solo il loro lavoro ma anche il dramma della morte, lo spirito di squadra e le paure di ognuno di loro.

8/11 Generation Kill, Episodio 1 e 2 – Serie 1, regia di Susanna White ( 4 episodi) e di Simon CellanJones ( 3 episodi),dur. 68’ cad., (HBO, 2008) versione originale con i sottotitoli in italiano.Un reporter del magazine Rolling Stones, Ewan Wright, segue il primo battaglione esploratore dei marines durante la guerra irachena del 2003, documentandone le vicissitudini in una serie di articoli pubblicati poi raccolti nel romanzo dal titolo omonimo.Introduce il film Matteo Pollone (Università di Torino)

MOSTRAVenerdì 26 ottobre, ore 19.00, Sala conferenze Polo del ‘900Aperitivo e inaugurazione della mostra Stück in Serbia di Vincenzo Montefinese, tra i finalisti dell’edizione bolognese Closer | Dentro il reportage.La mostra sarà aperta fino a domenica 28 ottobre, orario 10-18

WORKSHOP Sabato 27 ottobre ore 10 - 18 e Domenica 28 ottobre ore 10 -14 , Archivio nazionale cinematografico della Resistenza 2^p.Fotogiornalismo e nuovi media a cura di Witness JournalWorkshop aperto a tutti sul mondo del foto giornalismo dall’interno: le sue regole, le sue leggi, il codice etico, l’affermarsi ormai definitivo dei media on line e i cambiamenti che lo stanno attraversando. Iscrizione 100 euro .

Sabato 27 ottobre, ore 14.30 – 19 Sala Minicinema, Polo del ‘900Fotogiornalismo e magazine on line, a cura di Witness JournalWorkshop gratuito rivolto agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e universitari sull’evoluzione delle modalità e condizioni di lavoro del fotoreporter fino ai tempi del social network : Come presentare il proprio lavoro? Come farlo emergere tra le tante proposte che i giornali e i siti d’informazione ricevono ogni giorno?

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MOSTRA

Stück in Serbia

di Vincenzo Montefinese

Secondo l'UNHCR, all'inizio del 2017, c’erano circa settemila persone bloccate in Serbia. Sono migranti in transito sulla rotta balcanica alla ricerca di migliori opportunità di vita in Europa.Quasi duemila persone, per lo più giovani provenienti dall'Afghanistan e dal Pakistan, vivono in magazzini abbandonati e appartenenti alla stazione ferroviaria di Belgrado, in Serbia. Circa il 60% di loro sono minorenni non accompagnati dai genitori. Alcuni di loro sono appena arrivati stanchi e congelati - dalla Macedonia o dalla Bulgaria. Altri sono stati rimandati / respinti dall'Ungheria e dalla Croazia, dopo aver sofferto a causa delle violenze della polizia di confine mentre tentavano di attraversare il confine. In tali magazzini abbandonati, le persone vivono in condizioni disumane. Dormono sul pavimento, avvolgendosi con coperte date dai volontari. Per proteggersi dalle temperature fredde che arrivano anche a meno di quindici gradi, accendono fuochi con binari ferroviari in legno, plastica e rifiuti di qualsiasi tipo, rendendo l'aria tossica e irrespirabile. In tali edifici fatiscenti non ci sono servizi igienici o bagni. Ogni giorno un gruppo di volontari prepara una zuppa calda che danno a più di mille persone. La maggior parte preferisce vivere nei vecchi magazzini delle ferrovie, piuttosto che trasferirsi in campi ufficiali per paura di essere espulsi dal governo. Questi migranti vogliono raggiungere i paesi europei: Francia, Italia e Inghilterra. Stanno aspettando l'apertura della rotta balcanica per il transito. Nel frattempo i confini con l'Ungheria e la Croazia sono ancora chiusi.

Vincenzo Montefinese è un fotografo freelance, nato a Taranto (Italia). Dopo aver studiato alla Facoltà di Educazione Fisica, si è laureato nel 2015 con un master in fotogiornalismo presso l’ISFCI (Istituto di fotografia e comunicazione ) a Roma. Tra i numerosi premi internazionali ricevuti si segnalano quelli conferiti dal British Journal of Photography, Moscow International Foto Awards, PX3. Le sue opere e le sue fotografie sono state pubblicate su The British Journal of Photography, Internazionale, Die Zeit, CNN, Roads & Kingdoms, La Stampa, Monocle Magazine e varie altre pubblicazioni. Il suo lavoro di documentario si concentra su questioni sociali, umanitarie e geopolitiche.

https://www.vincenzomontefinese.com/

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Breve profilo dell’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza

L’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza, con sede a Torino e fondato nel 1970 da Paolo Gobetti e Franco Antonicelli, raccoglie e conserva le pellicole cinematografiche girate durante la Resistenza, il fascismo e il nazismo, la deportazione in Italia e in Europa, la lotta contro ilfascismo in Europa; raccoglie le testimonianze filmate di protagonisti del ‘900, in particolare relativi alla memoria degli anni fra le due guerre mondiali, della guerra e della lotta partigiana, del secondo dopoguerra e delle lotte operaie; analizza e studia l’evoluzione del mezzo cinematografico come fonte documentaria e aspetto caratterizzante della storia contemporanea; organizza iniziative didattiche a vari livelli, come il concorso Filmare la storia; realizza e produce film documentari e programmi video, curandone la diffusione con incontri, rassegne cinematografiche e attività editoriali. Negli anni la cineteca ha subito un importante trattamento di restauro delle pellicole e dei video ed è quasi integralmente digitalizzata e consultabile nella sede dell’Archivio. Presidente è dal 2003 Bruno Gambarotta, direttore Paola Olivetti.

www.ancr.to.it

Breve profilo Witness Journal L’associazione, nata formalmente nel 2016, comincia in realtà nel 2007, ossia quando viene fondatoWitness Journal, primo mensile di fotogiornalismo online in Italia, basato su una piattaforma aperta al contributo di chiunque avesse la voglia e la capacità di raccontare storie attraverso le immagini. Nel corso degli anni, nonostante la crisi editoriale prima e quella economica poi, la redazione si è estesa fino a formare il gruppo che nel 2015 ha deciso di ampliare il progetto originale trasformandolo in un’associazione di promozione sociale.

WJ è costituita gruppo di persone che si occupano a vario titolo di fotografia e giornalismo con l’obiettivo di promuovere la diffusione della cultura e dell’informazione sia di carattere locale che globale. L’impegno dell’associazione si declina sostanzialmente su tre fronti precisi: le attività editoriali, la formazione in ambito fotogiornalistico e la promozione di progetti integrati

http://witnessjournal.com/

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ULIANO LUCAS

Nato a Milano nel 1942, Uliano Lucas cresce nel clima di ricostruzione civile e intellettuale che anima il capoluogo lombardo nel dopoguerra. Ancora diciassettenne, inizia a frequentare l’ambiente di artisti, fotografi e giornalisti che vivevano allora nel quartiere di Brera e qui decide di intraprendere la strada del fotogiornalismo.I primi anni lo vedono fotografare le atmosfere della sua città, la vita e i volti degli scrittori e pittori suoi amici – Enrico Castellani e Arturo Vermi, Piero Manzoni e Nanda Vigo – ma anche raccontare i nuovi fermenti nella musica e nello spettacolo, dal Cab 64 di Velia e Tinin Mantegazza ai gruppi rock degli Stormy Six e dei Ribelli. Poi arriva il coinvolgimento nelle riflessioni politiche scaturite dal movimento antiautoritario del ’68 e l’impegno in una lunga campagna di documentazione sulle realtà e le contraddizioni del proprio tempo: l’immigrazione in Italia e all’estero, la distruzione del territorio legata all’industrializzazione, le proteste di piazza degli anni ’68-’75, il movimento dei capitaniin Portogallo e le guerre di liberazione in Angola, Eritrea, Guinea Bissau, seguite con i giornalisti Bruno Crimi ed Edgardo Pellegrini per riviste come Tempo, Vie Nuove, Jeune Afrique e Koncret o per iniziative editoriali diventate poi un punto di riferimento per la riflessione terzomondista di quegli anni.Uomo colto e visionario, Lucas lavora in quel giornalismo fatto di comuni passioni, forti amicizie e grandi slanci che negli anni ’60 e ’70 tenta di opporre una stampa d’inchiesta civile all’informazione consueta del tempo, poco attenta ad una valorizzazione della fotografia e imperniata sulle notizie di cronaca rosa e attualità politica. Collabora negli anni con testate come Il Mondo di Mario Pannunzio e poi di Arrigo Benedetti, Tempo, L’Espresso, L’Europeo, Vie nuove, La Stampa, il manifesto, Il Giorno, Rinascita, o ancora con Tempi moderni di Fabrizio Onofri, Abitare di Piera Pieroni, Se – Scienza e Esperienza di Giovanni Cesareo e con tanti giornali del sindacato e della sinistra extraparlamentare. A servizi sull’attualità e sul mondo dell’arte e della cultura, alterna reportage, che spesso sfociano in libri, su temi che segue lungo i decenni: dalle trasformazioni del mondo del lavoro, alla questione psichiatrica. Racconta le nuove forme d’impegno del volontariato degli anni ’80 e ’90, le iniziative del Ciai (Centro italiano per l’adozione internazionale) in India e in Corea e le realtà della cooperazione in Africa. Durante la guerra jugoslava vive e restituisce in immagini le tragiche condizioni di esistenza della popolazione sotto assedio.Nei primi anni ’90 collabora intensamente con la rivista King, con il Corriere della Sera e il suo supplemento Sette ed è coinvolto da Guido Vergani nelle inchieste sulla Grande Milano delle pagine cittadine di Repubblica. Su questa testata pubblica diversi reportage sulle architetture e gli spazi di Milano e del suo infinito hinterland che si inseriscono in un lavoro mai interrotto sul cambiamento del territorio come specchio delle trasformazioni nell’economia e nel tessuto socio-culturale italiani.La chiusura della maggior parte dei giornali con cui collabora e i cambiamenti nel sistema dell’informazione e della

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produzione e distribuzione della notizia, lo portano però a diradare le corrispondenze giornalistiche per dedicarsi a inchieste di ampio respiro condotte insieme a giornalisti, sociologici e storici. In esse Lucas interpreta il cambiamento epocale che si sta compiendo a cavallo del nuovo millennio attraverso una ricerca estetica influenzata anche dalle tendenze del linguaggio visivo degli ultimi anni. Fra il 1998 e il 2002 viaggia in Cina, raccontando il fermento di una paese che scopre un nuovo benessere e una nuova libertà, in quel momento di rapido e vorticoso passaggio che trasformerà questa nazione da paese “in via di sviluppo” in superpotenza. E poi continua a raccontare i diversi volti del proprio tempo: i cambiamenti nel mondo del lavoro in una società ormai postindustriale, le realtà dell’emigrazione tra accoglienza, integrazione ed emarginazione, il mondo giovanile con la sua cultura e la sua irrequietezza in un quadro socio-politico segnato dall’incertezza e dalla fine delle ideologie. Da un’intensa collaborazione dei primi anni 2000 con la rivista Io e il mio bambino ha origine un racconto ancora in gran parte inedito sulla nascita e la maternità. Del 2006 è il reportage sulle carceri di San Vittore e Bollate, realizzato per la Triennale di Milano con Franco Origoni e Aldo Bonomi; del 2008 il libro Scritto sull’acqua, in cui le sue immagini sulle popolazioni borana dell’Etiopia meridionale dialogano con il racconto letterario di Annalisa Vandelli. Nel 2016 con il libro Il tempo dei lavori, Lucas torna poi a indagare il mondo del lavoro a Genova a vent’anni dall’inchiesta Lavoro/lavori a Genova. Degli ultimi anni sono anche la lunga indagine sul territorio di Bari e il racconto sull’attività del centro per richiedenti asilo di Settimo Torinese, in cui Lucas rinnova, con uno stile che riflette i cambiamenti del tempo, l’impegno di conoscenza e analisi e la capacità narrativa ed evocativa che lo hanno da sempre contraddistinto.Tatiana Agliani

http://www.ulianolucas.it/

PAOLO SICCARDI, Giornalista e photoreporter free-lance, è autore di diversi libri e mostre fotografiche: dal 2000 collabora con il settore esteri del settimanale Famiglia Cristiana. Inizia il percorso professionale negli Anni 80, alla fine degli “Anni di Piombo”, documentando a Torino i primi processi per terrorismo e le lotte operaie. Tra i suoi lavori più significativi quello sul conflitto in Afghanistan, dall'occupazione sovietica nel 1986 fino alla missione ISAF nel 2009. Nel 1987 segue la rivoluzione Sandinista contro i guerriglieri Contras. È in Giordania il 17 gennaio, giorno in cui scoppia la Prima Guerra del Golfo. Per dieci lunghi anni documenta i conflitti nell’ex-Jugoslavia e i cambiamenti geo-politici nell’area balcanica. È poi la volta del medio Oriente, in Iraq, Siria, l’Alto Golan al confine con Israele, Cisgiordania e Gaza. In Africa realizza alcuni servizi sui conflitti e le emergenze umanitarie in Senegal, Costa d’Avorio, Benin, Togo e Sud Sudan. Nel 2012 è in Siria durante l'assedio di Aleppo.

Due anni dopo inizia a documentare l’esodo delle popolazioni in fuga dalla guerra verso l'Europa. Dal 2015 segue il conflitto ucraino del Donbass. I suoi reportage, prevalentemente a carattere sociale, sono stati pubblicati dalle più importanti testate giornalistiche: Famiglia Cristiana, il Venerdì di Repubblica, Time International, Der Spiegel, Geo Japan, The Guardian, Courrier International.

La sua ultima mostra: “ArMA IL PROSSIMO TUO” è stata esposta per sei mesi al Museo Nazionale del Risorgimento a Torino con la presenza di ben oltre 75mila visitatori.

www.walkobout-ph.com

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MAURO DONATO Iscritto all’ordine dei giornalisti dal 2004, collabora con importanti agenzie nazionali e diverse testate giornalistiche come Internazionale e Famiglia Cristiana. Ha iniziato a fotografare grazie agli insegnamenti iniziali di un caro amico e mentre la passione cresceva, ha frequentato l’Istituto fotografico Bodoni. Da diversi anni insegna fotografia nelle scuole secondarie e fa parte del Collettivo X, che si propone di divulgare cultura fotografica, ma di costituire anche un'unione di fotografi e di sviluppare i progetti indipendentemente dal mercato. Ha collaborato "Exodos. Rotte migratorie, storie di persone, arrivi, inclusione" realizzata nel 2015 dalla Regione Piemonte. Da diversi anni segue le rotte migratorie vicino a Ventimiglia, a Calais e ultimamente attraverso la Croazia e la Serbia. http://www.maurodonato.it/

FEDERICO BERNINI (Livorno, 1980), è fotografo professionista e fotoreporter iscritto all’Ordine nazionale dei Giornalisti. Collabora con l’agenzia di stampa Bloomberg e con il Corriere della Sera. Attualmente vive a Torino dove dal 2011al 2017 ha collaborato con varie agenzie fotografiche, ricoprendoil ruolo di responsabile dei fotografi dell’agenzia LaPresse dal 2015 al 2017. È socio fondatore dell’Associazione Culturale Witness Journal e membro della redazione del magazine

fotografico www.witnessjournal.com. Da anni documenta

fotograficamente i principali eventi di politica e attualità nazionali e internazionali. Tra i suoi lavori vanno almeno ricordati i progetti legati all’antimafia sociale (tra 2009 e 2012, attestando le attività svolte sui terreni confiscati alla Mafia in Sicilia e alla Camorra in Campania); i fotoreportage, tra 2011 e 2015, dedicati alle zone balcaniche colpite dalla guerra degli anni Novanta (Srebrenica, Novi Sad, Vukovar, Sarajevo e Mostar); i fotoreportage, tra 2015 e 2016, dei Viaggi Apostolici di Papa Francesco in Bosnia, Grecia, Georgia, Armenia e Azerbaijan.

Attivo anche nel campo del cinema e della moda, dal 2011 documenta il Festival del Cinema di Berlino e le principali Fashion Week mondiali. Cura inoltre diversi progetti di fotografia commerciale per agenzie di comunicazione e direttamente per aziende private. Nel 2018 insieme a Marcello Fauci e Amdeo Novelli fonda Visual Crew. http://federicoberniniphoto.eu/

ANNA PAOLA OLIVETTI

Nata a Torino nel 1944, si è laureata in lettere classiche (archeologia greca). Dal 1966 al 1978 è stata redattrice del Grande dizionario Battaglia presso la casa editrice Utet. Vincitricedi concorso ha insegnato lettere nei licei torinesi. Dal 1970 collabora con l’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza, del quale è diventata direttore nel 1990. Ha partecipato alla realizzazione dei film di montaggio dell'Archivio Lotta partigiana (1975) e Le prime bande (1983). Ha partecipato in qualità di cineoperatrice e intervistatrice alle campagne di raccolta di interviste filmate dell'ANCR, (Amici di Piero Gobetti, Guerra di Spagna, Resistenza, Deportazione, Movimento operaio).

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Negli ultimi anni ha coordinato la produzione dei dvd e multimedia realizzati dall'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza: Il dolore dei poeti (2006); 600.000 NO (2008); Fabbriche e Resistenza a Torino (2011), I confini contesi (2012) e I giorni Torino - Insurrezione e liberazione, in uscita nel 2015. Ha progettato e curato la sceneggiatura e la produzione del film “Libere” sulla partecipazione delle donne alla Resistenza per la regia di Rossella Schillaci (2017).

MATTEO POLLONE è professore a contratto presso le Università degli Studi di Torino e Genova, dove insegna rispettivamente Forme e generi dello spettacolo radiotelevisvo e Storia delle teoriche del cinema. E’ autore delle monografie Il western di Anthony Mann (Le Mani, 2007) e, con Caterina Taricano, di Neil Jordan (il castoro, 2009); ha curato il volume James Bond. Fenomenologia di un mito (post)moderno (Bietti, 2015). A Torino collabora con il Circolo dei lettori, l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, la Scuola Holden e l’Aiace.

Proiezioni e workshop si svolgeranno presso il Polo del ‘900, Palazzo San Celso, Corso Valdocco 4/a – Torino.Per informazioni: Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza – [email protected] – 0114380111Per l’iscrizione ai workshop scrivere a [email protected]

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Programma completo:

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