ARCHITETTURA DI PRODOTTO -...
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ARCHITETTURA DI PRODOTTOARCHITETTURA DI PRODOTTO
Progettazione e Sviluppo Prodotto 175
Cos’è l’architettura di prodotto
� La scelta dell’architettura di prodotto consiste nella definizione dei seguenti aspetti:
� elementi funzionali;
� corrispondenza (mappatura) tra elementi funzionali e componenti o moduli del prodotto (componenti fisici);
� interfacce tra i componenti o moduli
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Progettazione e Sviluppo Prodotto 176
Definizione degli elementi funzionali
� La definizione degli elementi funzionali può essere effettuata adiversi livelli di dettaglio;
� Esistono linguaggi formali ed informali per la descrizione dellefunzionalità (es.: IDEF -Integrated DEFinition- o UML -Unified Modeling Language-)
� Si possono raffigurare gli elementi funzionali con diagrammi allo scopo dei evidenziarne le relazioni esistenti tra loro e con elementi esterni
Progettazione e Sviluppo Prodotto 177
Definizione degli elementi funzionali. Esempio.
� Consideriamo un carrello di trasporto per autoveicolo. Possiamo individuare le seguenti funzioni:
Connettersi al veicolo
Supportare il peso del carico
Proteggere il carico dalle intemperie
Minimizzare la resistenza dell’aria
Sospendere la struttura del carrello
Trasferire il carico alla strada
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Progettazione e Sviluppo Prodotto 178
Corrispondenza tra elementi funzionali e componenti fisici
� Consiste nell’associare funzioni a componenti. L’associazione può essere di diversi tipi:
� Uno a uno (a ciascuna funzione corrisponde un solo componente e viceversa)
� Molti a uno (a più funzioni corrisponde un solo componente)
� Uno a molti (a ciascuna funzione corrisponde più di un componente)
Progettazione e Sviluppo Prodotto 179
Le interfacce fra i componenti
� Le interfacce rappresentano il collegamento tra componenti. Possono essere di tipo meccanico (es.: collegamento filettato) o di altri tipo (es.: collegamento tramite infrarossi).
� Per alcune interfacce possono esistere degli standard internazionali (es.: elementi filettati, pneumatici / cerchi, porte USB, etc.)
� In alcuni casi può essere utile definire degli standard a livello aziendale, con conseguente maggioreintercambiabilità e riduzione del numero di componenti.
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Progettazione e Sviluppo Prodotto 180
Componenti accoppiati e disaccoppiati
� Due componenti si dicono accoppiati se la modifica di uno dei due comporta modifiche anche sull’altro.
� Viceversa due componenti non sono accoppiati se la modifica di uno non comporta modifiche sull’altro.
Progettazione e Sviluppo Prodotto 181
Architettura modulare
� L’architettura modulare si basa su:� mappatura uno a uno tra funzioni e componenti;� interfacce disaccoppiate tra i componenti
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Progettazione e Sviluppo Prodotto 182
Tipologie di architettura modulare
� Si possono identificare tre tipologie di architettura modulare: slot, bus e sectional.
� Slot: ogni componente ha un’interfaccia diversa dagli altri (i componenti non possono essere scambiati). Esempio: autoradio (implementa una funzione, è disaccoppiata dai componenti circostanti ed ha un’interfaccia specifica).
� Bus: ogni componente si connette ad un elemento “centrale” comune. Esempio: bus di un PC (tutte le schede, la RAM e la CPU si connettono ad esso).
� Sectional: tutti i componenti hanno la stessa interfaccia (modello tipo Lego)
Progettazione e Sviluppo Prodotto 183
Architettura integrale
� L’architettura integrale si basa su:� mappatura complessa (non uno a uno) tra funzioni e
componenti;� interfacce di tipo accoppiato
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Progettazione e Sviluppo Prodotto 184
Scelta dell’architettura
� In molti casi l’architettura di prodotti esistenti non è una scelta deliberata, ma piuttosto il risultato di successive modifiche
� Teoricamente si ritiene l’architettura modulare superiorealle altre, per i motivi riassunti nella trasparenza successiva
Progettazione e Sviluppo Prodotto 185
Vantaggi dell’architettura modulare
� Il prodotto è costituito da moduli indipendenti che possono essere progettati e realizzati separatamente;
� Si possono ridurre i tempi di progettazione e produzioneparallelizzando il processo (ognuno progetta e realizza il proprio componente);
� Il singolo progettista deve preoccuparsi soltanto dell’interfaccia di ciascun modulo, e non di come questi è al suo interno (strategia black box);
� Si può ottenere una vasta gamma di prodotti combinando i componenti esistenti;
� I componenti comuni possono essere realizzati con volumi elevati conseguendo economia di scala;
� È più facile modificare e migliorare il prodotto agendo sui singoli moduli.
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Progettazione e Sviluppo Prodotto 186
Svantaggi dell’architettura modulare
� Nella pratica una modularizzazione completa è difficilmente realizzabile.
� In generale si ottengono prodotti con un peso maggiore, dal momento che ciascun componente implementa una sola funzione.
� La progettazione modulare richiede uno sforzo maggiore ed è intrinsecamente più difficile di quella integrale
� Possono aversi prodotti con una minore qualità estetica
Progettazione e Sviluppo Prodotto 187
Standardizzazione dei componenti
� Uno dei risvolti positivi dell’architettura modulare è che facilita la standardizzazione dei componenti.
� La standardizzazione consiste nell’utilizzo dello stesso componente in più prodotti.
� Un componente standard è normalmente meno costoso e più affidabile di un componente costruito ad hoc.
� L’uso della standardizzazione può ridurre i tempi di sviluppo prodotto (utilizzare al massimo quello che già esiste)
� D’altro canto: la standardizzazione può frenare l’azienda nel processo di innovazione, a causa della necessità diretrocompatibilità con i prodotti esistenti.
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Progettazione e Sviluppo Prodotto 188
Carry over
� Il carry over rappresenta la percentuale di componenti utilzzata sui nuovi prodotti che è già presente sui prodotti commerciali (“do not reinvent the wheel”). I vantaggi del carry over sono:� Minimizzazione dell’investimento (lo sforzo è
concentrato solo sui componenti nuovi);
� Economia di scala (se il componente è utilizzato su più di un prodotto è maggiore il suo volume di produzione);
� Focus dell’azienda (il lavoro si concentra sullo sviluppo dei core components)
� Maggiore affidabilità (grazie all’utilizzo di componenti ampiamente testati)
Progettazione e Sviluppo Prodotto 189
Sviluppo di componenti specifici
� Lo sviluppo di componenti specifici è la tendenza opposta al carry over. Presenta i seguenti vantaggi:
� Possibilità di massimizzare le prestazioni (realizzando componenti ad hoc abbiamo un “tuning” più fine)
� Realizzazione di componenti tecnologicamente più innovativi (se il componente è utilizzato su più di un prodotto è maggiore il suo volume di produzione);
� Ottimizzare il peso del prodotto
� Ottimizzare l’aspetto estetico
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Progettazione e Sviluppo Prodotto 190
Relazione tra performance e architettura di prodotto
� Si distinguono due tipi di performance di prodotto:� Performance locali: dipendono dalle proprietà di uno o di
un gruppo ristretto di componenti (es.: efficienza dei fari di un’auto);
� Performance globali: dipendono dalle proprietà della maggior parte dei componenti (es.: consumo di un’auto).
� Le performance locali possono essere ottimizzate tramite un’architettura modulare.
� Le performance globali possono essere ottimizzate tramite un’architettura integrale.
Progettazione e Sviluppo Prodotto 191
Function sharing e geometric nesting
� Function sharing e geometric nesting sono due approcci per l’ottimizzazione delle dimensioni e del peso.
� Il function sharing consiste nell’eliminare componenti facendo svolgere a ciascuno più di una funzione (es.: nella moto BMW R1100 RS il motore è parte della struttura portante della moto).
� Il geometric nesting consiste nel disporre i componenti in modo da occupare minor spazio possibile ed occupare un volume con una determinata forma. Una conseguenza è l’accoppiamento delle interfacce con perdita della modularità.
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Progettazione e Sviluppo Prodotto 192
Definizione dell’architettura di prodotto
� È il processo che porta alla definizione dei seguenti aspetti:� configurazione geometrica del prodotto;� definizione dei blocchi principali;� definizione delle interazioni tra i blocchi
� I passi per definire l’architettura di prodotto sono:1. creare uno schema del prodotto;2. raggruppare gli elementi dello schema;3. creare una configurazione geometrica;4. identificare le interazioni fondamentali e
secondarie.
Progettazione e Sviluppo Prodotto 193
Generazione dello schema del prodotto
� Consiste nella definizione degli elementi (< 30) del prodotto. Alcuni possono essere descritti solo funzionalmente, altri possono essere componenti fisici.
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Progettazione e Sviluppo Prodotto 194
Raggruppamento degli elementi dello schema
� Consiste nell’assegnare ogni elemento dello schema ad un blocco funzionale.
Progettazione e Sviluppo Prodotto 195
Aspetti da tenere presenti nella definizione dei blocchi funzionali
� Integrazione geometrica e precisione. Raggruppare elementi che richiedono stretta integrazione geometrica.
� Function sharing. Es.: incorporare display e controlli nella stampante.
� Capacità dei fornitori. Raggruppare gli elementi per fornitori (dei quali si conosce l’affidabilità)
� Similitudine nel processo produttivo. Raggruppare elementi realizzati con la stessa tecnologia.
� Localizzazione delle modifiche. Attribuire un blocco unico agli elementi sui quali si prevede di apportare modifiche.
� Tenere conto delle varianti. Es.: differenti voltaggi a seconda del mercato
� Favorire la standardizzazione. Raggruppare in un unico blocco un insieme di elementi utilizzato in altri prodotti.
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Progettazione e Sviluppo Prodotto 196
Creare una configurazione geometrica
� Consiste nel definire il layout fisico del prodotto. Si possono utilizzare semplici modelli di cartone o modelli CAD 3D, o anche prototipi.
� Valutare la fattibilità delle interfacce geometriche tra blocchi (possibile feedback sulla fase precedente)
� Stabilire le relazioni dimensionali di massima tra i blocchi
� Coordinarsi con i designer industriali per migliorare l’estetica.
Progettazione e Sviluppo Prodotto 197
Identificare le interazioni tra blocchi
� Le interazioni tra blocchi possono essere primarie o secondarie.� Le interazioni primarie sono quelle volute dai
progettisti. Es.: foglio di carta che passa dal vassoio al rullo di stampa (passaggio di materiale).
� Le interazioni secondarie sono quelle non volute (side effects). Es: le vibrazioni del meccanismo di prelievo carta influiscono sul posizionamento della cartuccia
� I blocchi con un numero elevato di interazioni dovrebbero essere progettati da gruppi con grande capacità di comunicazione.