Architanghi - Teatro Regio Torino · York», la celestiale melodia di Milonga en Ay menor di...

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I C O N C E R T I A P E R I T I V O 2 0 1 3 - 2 0 1 4 DOMENICA 30 MARZO 2014 ORE 11 PICCOLO REGIO PUCCINI Architanghi

Transcript of Architanghi - Teatro Regio Torino · York», la celestiale melodia di Milonga en Ay menor di...

I C O N C E R T I A P E R I T I V O 2 0 1 3 - 2 0 1 4

DOMENICA 30 MARZO 2014 ORE 11PICCOLO REGIO PUCCINI

Architanghi

ArchitanghiGruppo da camera del Teatro Regio

Manuela Giacomini sopranoMauro Ginestrone voce recitanteRoberto Baiocco flautoAlessandro Dorella clarinettoEnrico Luxardo violinoFranco Mori violaGiulio Arpinati violoncelloMichele Lipani contrabbassoRanieri Paluselli percussioni

in collaborazione con

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Al termine del concerto, aperitivo offerto da

Canti raminghi. Tango e canzoni, poesia e racconti di autori errantiCharles Trenet (1913-2001)Léo Chauliac (1913-1977)Que reste-t-il de nos amours?Testo di Charles TrenetMauro Ginestrone voce recitante

Marguerite Monnot (1903-1961)Édith Piaf (1915-1963)Hymne à l’amourTesto di Marguerite Monnot e Édith PiafManuela Giacomini soprano

Gabriel García Márquez (1927)L’aereo della bella addormentataMauro Ginestrone voce recitante

Astor Piazzolla (1921-1992)Milonga en Ay menorGeorge Gershwin (1898-1937)The Man I LoveTesto di Ira Gershwin (1896-1983)

Manuela Giacomini soprano

Astor PiazzollaLa muerte del ÁngelJuanito Laguna ayuda a su madreTesto di Horacio Ferrer (1933)

Mauro Ginestrone voce recitante

Quirino Mendoza y Cortés (1862-1957)Cielito lindoTesto di Quirino Mendoza y CortésManuela Giacomini soprano

Moisés Simons (1889-1945)El Manisero (The Peanut Vendor)Alberto Vindrola (1944)Sentimental milongaGabriel García MárquezLa notte dei pivieriMauro Ginestrone voce recitantePablo Beltrán Ruiz (1915-2008)

Quién seráAstor PiazzollaFear, da Five Tango SensationsHugo Blanco (1940)José Manzo Perroni (1927-?)Moliendo caféManuela Giacomini soprano

Arrangiamenti di Alberto Vindrola I racconti di Gabriel García Márquez sono liberamente adattati da Mauro GinestroneImmagini a cura di Francesco Mori

Gli Architanghi sulle ali di Ermes

Con il consueto sguardo obliquo e acuto che ha contraddistinto la loro storia sin dagli esor-di nel 2001, gli Architanghi offrono questo ultimo progetto coerentemente alla loro filosofia sul fare e pensare musica, coniugando magistralmente leggerezza e rigore, coraggio e grazia. Questo punto di vista spalanca all’ensemble “regio” le porte di combinazioni sorprendenti, dove l’arte degli intrecci e dei legami tra quelle reti di senso che sono le opere musicali, si ma-nifesta coinvolgendo conoscenze e passioni nell’impostare programmi, senza seguire gerarchie se non quelle cangianti della propria curiosità. Anche per l’occasione, il pathos delle loro aper-ture esecutive comunica quel brivido sottile, rapinoso e seducente che ha la musica quando scorrono in lei il sangue, la linfa e il respiro di Ermes, inventore della lira e della scala musicale; dio creativo dotato della sovrana lievità che nel pantheon mitologico lo identifica nel ruolo del ramingo. Ed è proprio per questo che il titolo del concerto, oltre alla risonanza letteraria che rimanda a García Márquez, sembra ispirarsi al girovagare di Ermes, facendo partecipare l’ascoltatore a una degustazione sonora del molteplice. In aggiunta, i suoi episodi, proteiformi e plurali sono illuminati da nuances letterarie, con lo spazio dato alla parola che con equilibrio si sovrappone o si alterna alle composizioni; è cantata da un soprano o interpretata da una voce recitante. A rendere ancor più suggestiva questa avventura dispersiva e magmatica, non manca l’adeguato contributo visuale realizzato con immagini e video.

Il viaggio prende avvio dalla Parigi che ha saputo attrarre, sostenere e amare artisti e intel-lettuali raminghi: il clima è quello di metà Novecento, riecheggiato da due celebri chansons che vivono «in un presente fuori dal tempo» (Gadamer). La prima è Que reste-t-il de nos amours? (1942), scritta da Charles Trenet insieme al pianista jazz marsigliese Léo Chauliac, suo ac-compagnatore tra gli anni 1938-1943. La seconda è Hymne à l’amour (1949), che Édith Piaf ha dedicato al suo grande amore tragicamente scomparso scrivendo i versi in seguito musicati dalla fedele collaboratrice Marguerite Monnot, pianista e allieva di Nadia Boulanger come in futuro lo sarà Piazzolla.

Questo preambolo vibrante di nostalgia è seguito da un testo che racconta come può essere palpitante un viaggio aereo transoceanico per un passeggero, se al suo fianco si siede una don-na bellissima quanto enigmatica e irraggiungibile, forse orientale o sudamericana. È L’aereo della bella addormentata, scritto in maniera definitiva nel 1982 da Gabriel García Márquez, dopo una rocambolesca vicenda di smarrimenti e ricostruzioni, riguardante tutte le novelle raccolte in Dodici racconti raminghi. E quando l’aereo sta per atterrare «nell’amazzonia di New York», la celestiale melodia di Milonga en Ay menor di Piazzolla, accompagnata da una serie d’immagini, allude ai pensieri che attraversano i sogni di questa creatura sprofondata senza intermittenze in un sonno da cui si sveglierà solo all’arrivo.

La Grande Mela è anche George Gershwin, emblema della “Tin Pan Alley”, fucina di songs per il teatro musicale, diventate evergreen a furia di incandescenti prove jazzistiche. Il brano scelto per questa tappa è The Man I Love (1927), remake del precedente The Girl I Love (1924) ma con il testo di Ira Gershwin nella versione al femminile, che diventerà quella defi-nitiva per il cuore del pubblico.

Il bruciante e movimentato intarsio fugato a quattro voci che introduce La muerte del Ángel (1962) ci porta con Astor Piazzolla nell’emisfero australe. Ed è sempre del maestro di Mar del Plata il brano che segue, questa volta con la letra di Horacio Ferrer ispirata alla figura di Juanito Laguna, personaggio creato dal pittore Antonio Berni per una serie di collage materici di denuncia sociale sul disagio dei bambini nelle villas miserias che stringono drammaticamente

Buenos Aires. La versione di Juanito Laguna ayuda a su madre è proposta con il testo recitato, come lo aveva interpretato proprio Ferrer nell’lp En persona, inciso con Piazzolla nel 1970.

Si ritorna a un’atmosfera romantica con il ritmo ternario di un celebre huapango, Cielito lindo (1882) del messicano Quirino Mendoza y Cortés, e quindi a quella vociante di una calle cubana dove gli ambulanti intonano i loro pregones: in questo caso è un venditore di arachidi, El manisero (1928), di cui Moisés Simons compose un colorito ritratto in musica al tavolino dell’elegante bar La Campana dell’Avana.

Ad arrangiare per gli Architanghi la musica in programma ci ha pensato Alberto Vindrola, che ha trovato spazio anche come autore con una composizione intitolata Sentimental milonga, un omaggio ai tempi lenti e ai climi languidi di Piazzolla. Dopo quest’episodio strumentale, ritorna la felice scrittura di García Márquez, nella forma immaginifica del realismo magico di La notte dei pivieri (1953), racconto che fluttua e pulsa vischioso senza schiudere varchi nel suo angoscioso spazio claustrofobico. La «dura aria tagliente di alba invisibile» in cui si snoda la trama recitata, è adagiata sulle note di Quién será, un mambo-beat coevo del messicano Pablo Beltrán Ruiz, anch’esso divenuto immortale.

Appartenente alle Five Tango Sensations (1989) di Piazzolla, Fear è l’ultimo movimento della serie, annunciato dall’onda melanconica di un contrappunto che sviluppa poche cellule melodiche, facendole emergere e scomparire in un canovaccio iridescente, dove nella sua tena-ce fibra ritmica, ossessiva e sofferente si agita l’essenza del tango.

Ultima stazione del viaggio è una pittoresca pagina della musica d’intrattenimento come Moliendo café (1958), la cui paternità è stata disputata nei tribunali venezuelani tra Hugo Blanco e suo zio José Manzo Peroni. A chi non è mai capitato di essere messo di buonumo-re dalla sua travolgente euforia? O, perfino… non ha ballato sul suo ritmo plastico, magari nell’occasione di un Capodanno o in qualche balera dal nome esotico, nella sgangherata inter-pretazione di un’orchestrina con curiose giacche di lamé?

Franco Finocchiaro

© Fondazione Teatro Regio di Torino Prezzo: € 0,50

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Juanito Laguna ayuda a su madreLetra de Horacio FerrerMúsica de Astor Piazzolla

Nacido en un malvón,le hicieron el pañalcon media hoja de Clarín1.

Su barrio de latónle dio para jugarlos cuentos de una feacaperucita rea.

Juanito que es rabón,que es bueno como el pan,a veces come su bondad.

Y aguanta sin beber,sabiendo cuanta sedda el agua de la inundación.

Caracol, caracoltan chiquito y tenaz,con la cuna a cuestas,arrorró sin sol,Juanito ayuda a su mamá.

Pichón de varón;corazón, corazónde pulgarcito de arrabal,baldea y viene y vay si ella al fin le pide el sol2,Juanito cruza el maren un jabón de lavar.

Por la noche, mamále da un dulce jornalde mil besosy lo hace dormir.

“Larará, larará,larará, larará.Dormite, Juanito,ya me olvidarás,Juanito Lagunacuando seas Juan”.

1 Il «Clarín» è uno dei principali quotidiani dell’Argentina.2 “Pedir el sol” equivale all’italiano “chiedere la luna”,

chiedere l’impossibile.

Juanito Laguna aiuta sua madreTesto di Horacio FerrerMusica di Astor Piazzolla

Nato in un geranio,usarono come pannolinouna mezza pagina di giornale1.

Il suo quartiere di baracchegli donò, per giocare,fiabe di una Cappuccetto Rosso brutta e cattiva.

Juanito, vestito di stracci,buono come il pane,a volte mangia la sua bontà.

E sopporta la sete,sapendo quanta ne provoca l’acqua dell’inondazione.

Chiocciola, chiocciola,così piccolo e tenace,con la culla in spalla,ninna nanna senza sole,Juanito aiuta sua mamma.

Cucciolotto d’uomo;cuore, cuoredi Pollicino di periferia,lava pavimenti e fa di tutto,e se alla fine lei gli chiede il sole2,Juanito attraversa il maresu d’una saponetta.

Per la notte, la mammagli dà una dolce diariadi mille bacie lo mette a dormire.

“Lararà, lararà,lararà, lararà.Dormi, Juanito,mi dimenticherai,Juanito Lagunaquando sarai Juan”.

Traduzione di Massimo Martino

DOMENICA 30 MARZO 2014 ORE 11PICCOLO REGIO PUCCINI

Architanghi

L’ORCHESTRA A PUNTATEMercoledì 9 Aprile 2014 ore 20Teatro Regio

Gli ArchiSergey Galaktionov direttore e violinoORCHESTRA DEL TEATRO REGIOBenjamin Britten: Simple SymphonyAntonio Vivaldi: Le stagioni

Venerdì 11 Aprile 2014 ore 20Piccolo Regio Puccini

I LegniEun-Sun Kim direttoreFIATI DEL TEATRO REGIOGioachino Rossini:Sinfonia da La CenerentolaSinfonia da Il barbiere di Siviglia Richard Strauss:Serenata op. 7 - Suite op. 4

Domenica 13 Aprile 2014 ore 11Teatro Regio

Gli OttoniRonald Romm direttore e trombaOTTONI E PERCUSSIONIDEL TEATRO REGIOJohann Sebastian Bach:Preludio e fuga BWV 545Andrea Gabrieli: Ave ReginaBernardino Bautista Monterde:La Virgen de la MacarenaLeonard Bernstein: West Side Story, suiteDmitrij Šostakovič: Concertino op. 94

I concerti sono presentati da Elisabetta Lipeti

ABBONAMENTO AI 3 CONCERTI: € 22 - UNDER 16: € 15Biglietti concerto del 9 aprile: € 15 - Under 16: € 10Biglietti concerto dell’11 aprile: € 10 - Under 16: € 8Biglietti concerto del 13 aprile (Stagione I Concerti Aperitivo): € 12 - Under 16: € 6Vendita diretta alla Biglietteria del Teatro Regio e presso i punti vendita Vivaticket; on line su www.vivaticket.it; telefonicamente con carta di credito - Tel. 011.8815.270 (da lunedì a venerdì ore 9-12)L’abbonamento è in vendita esclusivamente alla Biglietteria del Teatro RegioBiglietteria del Teatro Regio: piazza Castello 215 - Tel. 011.8815.241/242Da martedì a venerdì 10.30-18; sabato 10.30-16; un’ora prima dei concertiInformazioni: Tel. 011.8815.557 - www.teatroregio.torino.it

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