Arcana Coelestia · 2019. 3. 8. · Arcana Coelestia spiegazione degli arcani celesti contenuti...
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Arcana Coelestiaspiegazione degli arcani celesti contenuti nella Parola del Signore,
a partire dal libro della Genesi
Volume 1 (paragrafi 1 – 1113)
EMANUEL SWEDENBORG
Traduzione a cura di fondazioneswedenborg.wordpress.com dalla versione inglese di JohnClowes/Potts
2016 No copyright – Public domain (apporre il diritto d'autore sul significato interiore dellaParola, è offendere il Signore e il cielo)
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INDICE
Genesi 1
Genesi 2
Accesso alla vita eterna
Genesi 3
Accesso alla vita eterna
Genesi 3
Accesso alla vita eterna
Genesi 4
La natura della vita dell'anima
Genesi 4
Cenni sulle opinioni degli spiriti in merito all'anima
Genesi 5
Cielo e felicità celeste
Genesi 5
Cielo e felicità celeste
Genesi 6
Cielo e felicità celeste
Genesi 6
Le società che costituiscono il cielo
Genesi 7
Gli Inferni
Genesi 7
Gli Inferni
Genesi 8
Gli Inferni
Genesi 8
Genesi 1
I. Dalla semplice lettera della Parola dell'Antico Testamento nessuno potrebbe maicomprendere il fatto che questa parte della Parola contiene profondi segreti del cielo, e checontiene, in generale e nel particolare, riferimenti al Signore, al suo cielo, alla chiesa, alculto religioso, e a tutte le cose ad esse connesse, perché dal senso letterale della Parola,chiunque può vedere che, in generale, tutto in essa fa riferimento solo a riti esteriori e alleusanze della chiesa ebraica. Eppure, la verità è che ovunque nella Parola ci sono coseinteriori che non appaiono affatto nel senso letterale, ad eccezione di quelle poche che ilSignore ha rivelato e spiegato agli apostoli; come per esempio, che i sacrifici rappresentanoil Signore; che la terra di Canaan e Gerusalemme significano il cielo, ed in virtù di ciò sonodenominate Canaan celeste e Gerusalemme celeste, ed il paradiso ha un simile significato.
II. Tuttavia, il mondo cristiano, è ancora profondamente inconsapevole del fatto che tuttele cose nella Parola, sia in generale, sia nel particolare, perfino nei particolari più minuti efino al minimo iota, fanno riferimento e contengono al loro interno cose spirituali e celesti,e quindi l'Antico Testamento non è considerato sotto questo profilo. Nondimeno, che laParola sia realmente di questo tenore può essere noto dalla sola considerazione che,essendo del Signore e dal Signore, deve necessariamente contenere al suo interno cose cheappartengono al cielo, alla chiesa e alla fede religiosa; altrimenti non potrebbe chiamarsi laParola del Signore, né potrebbe dirsi che vi è la vita in essa. Perché da dove sortisce la suavita se non da quelle cose che appartengono alla vita, vale a dire, dal fatto che tutto in essa,sia in generale, sia in particolare è in relazione con il Signore, che è la vita stessa; così tuttociò che interiormente non è in relazione con lui, non è vivo; e si può affermarepropriamente che ogni espressione nella Parola che non ha una relazione con lui, non èDivina.
III. Senza tale vita, la Parola nella sua lettera è morta. Il caso è analogo per l'uomo, che,come è noto nel mondo cristiano, è sia interiore, sia esteriore. Quando è separatodall'uomo interno, l'uomo esterno è il corpo, e quindi è morto; perché è l'uomo interno cheha la vita ed è questi la causa del modo in cui la natura dell'uomo esterno si manifesta,essendo l'uomo interno, la sua anima. Quindi la Parola, rispetto alla sola lettera, è come ilcorpo, senza anima.
IV. Finché la mente si sofferma sul mero senso letterale, nessuno può vedere in alcunmodo che tali cose sono contenute in esso. Pertanto in questi primi capitoli della Genesi,nulla è rilevabile dal significato letterale, se non che si tratta della creazione del mondo,del giardino dell'Eden, denominato paradiso, e di Adamo, creato quale primo uomo. Chisi può spingere oltre? Ma sarà adeguatamente illustrato nelle pagine seguenti che tali
questioni contengono arcani che non sono ancora stati rivelati, e che il primo capitolo dellaGenesi nel senso interiore tratta in generale della nuova creazione dell'uomo, o della suarigenerazione, ed in particolare della chiesa più antica; e questo in modo tale che non vi èla minima espressione in esso che non rappresenti, significhi, e riguardi queste cose.
V. Che sia davvero così nessuno può saperlo in alcun modo, se non dal Signore. Si puòquindi affermare in esordio che per misericordia Divina del Signore mi è stato concesso daalcuni anni di essere costantemente e ininterrottamente in compagnia di spiriti e angeli, diudirli e di parlare con loro. In questo modo, mi è stato dato di sentire e vedere cosemeravigliose nell'altra vita, di cui nessun uomo è mai venuto a conoscenza, o ha mai avutoidea prima di allora. Sono stato istruito circa i diversi tipi di spiriti; lo stato delle animedopo la morte; l'inferno, ovvero lo stato deplorevole di coloro che non hanno fede; il cielo,o lo stato benedetto di coloro che hanno fede; e in particolare, in relazione alla dottrinadella fede che è riconosciuta nel cielo universale; in merito a tali argomenti, permisericordia Divina del Signore, si dirà nelle pagine seguenti.
Genesi 11. In principio Dio creò il cielo e la terra.
2. E la terra era una massa amorfa e vuota; e le tenebre ricoprivano l'abisso. E lo spirito di Dioaleggiava sulle acque.
3. E Dio disse: Sia la luce, e la luce fu.
4. E Dio vide che la luce era cosa buona; e Dio distinse tra la luce e le tenebre.
5. E Dio chiamò la luce giorno e chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina del primo giorno.
6. E Dio disse: Vi sia un firmamento in mezzo alle acque, e vi sia distinzione tra le acque superiori e leacque inferiori.
7. E Dio fece il firmamento, e fece una distinzione tra la acque che erano sotto il firmamento, e le acqueche erano sopra di esso; e così fu.
8. E Dio chiamò il firmamento, cielo. E fu sera e fu mattina del secondo giorno.
9. E Dio disse: Le acque sotto il cielo, si raccolgano insieme in un unico luogo, e sia esso asciutto, e cosìfu.
10. E Dio chiamò l'asciutto terra; ed il raduno delle acque lo chiamò mare; e Dio vide che era cosabuona.
11. E Dio disse: La terra produca tenera erba; l'erba produca semi e gli alberi portino frutto secondo laloro specie, e abbiano in sé la propria semenza, sulla terra; e così fu.
12. E la terra produsse tenera erba, l'erba portò in sé i semi secondo la rispettiva specie, e gli alberiportarono i frutti con la semenza al loro interno, secondo la loro specie; e Dio vide che era cosabuona.
13. E fu sera e fu mattina del terzo giorno.
14. E Dio disse: Ci siano luminari nel firmamento del cielo, per distinguere tra il giorno e la notte; eservano quale segno per le stagioni, per i giorni, e per gli anni.
15. E servano da luminari nel firmamento del cielo, per illuminare la terra; e così fu.
16. E Dio fece due grandi luminari, il luminare maggiore per governare di giorno e il luminare minoreper governare di notte; e le stelle.
17. E Dio li pose nel firmamento del cielo, per dare luce sulla terra;
18. E per governare il giorno e la notte, e distinguere tra la luce e le tenebre; e Dio vide che era cosabuona.
19. E fu sera e fu mattina del quarto giorno.
20. E Dio disse: Brulichino le acque di una moltitudine di esseri viventi e volino gli uccelli sopra laterra, nel firmamento del cielo.
21. E Dio creò grandi animali acquatici, e ogni essere vivente di cui brulicano le acque, secondo larispettiva specie; e tutti gli uccelli, secondo la loro specie; e Dio vide che era cosa buona.
22. E Dio li benedisse, dicendo: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite le acque dei mari, e simoltiplicarono pure gli uccelli sopra la terra.
23. E fu sera e fu mattina del quinto giorno.
24. E Dio disse: Produca la terra animali viventi secondo la loro specie; gli animali domestici, e ognialtra specie dotata di movimento da se stessa, e gli animali selvaggi della terra, secondo la lorospecie; e così fu.
25. E Dio fece gli animali selvaggi della terra secondo la loro specie, e gli animali domestici secondo laloro specie, e tutti i rettili della terra, secondo la loro specie e Dio vide che era cosa buona.
26. E Dio disse: Facciamo l'uomo a nostra immagine, e a nostra somiglianza;e abbia dominio sui pesci del mare e sugli uccelli dei cieli, sulle bestie, e su tutta la terra, e anche sututti i rettili che strisciano sulla terra.
27. E Dio creò l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò.
28. E Dio li benedisse e Dio disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela edominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogniessere vivente che striscia sulla terra.
29. E Dio disse: Ecco, io vi affido ogni erba che porta la semenza su tutta la terra e ogni albero che portafrutto, e porta in sé la propria semenza, che vi sarà utile per nutrirvi.
30. E per tutti gli animali selvaggi della terra, a tutti gli uccelli del cieli, e tutto ciò che striscia sullaterra in cui è un'anima viva, ogni erba verde sarà di nutrimento; e così fu.
31. E Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era molto buono. E fu sera e fu mattina del sesto giorno.
Contenuti
6. I sei giorni, o periodi, che sono altrettanti stati consecutivi di rigenerazione dell'uomo,sono in generale come segue.
7. Il primo stato è quello che comprende l'infanzia e che precede la rigenerazione. Esso èchiamato vuoto e tenebre. E il primo movimento, che è la misericordia del Signore, è lospirito di Dio che aleggia sulle acque.
8. Il secondo stato è quando viene fatta una distinzione tra quelle cose che sono delSignore, e quelle che sono proprie dell'uomo. Le cose che sono del Signore sono chiamatenella Parola resti, e sono soprattutto le conoscenze della fede, che sono state apprese fin
dall'infanzia, e che vengono custodite, e non si manifestano fino a quando l'uomo nonentra in questo stato. Al giorno d'oggi questo stato esiste raramente, senza tentazione,disgrazia, o dolore, per cui le cose del corpo e del mondo cioè, quelle che sono propriedell'uomo, sono poste in quiescenza, e restano inerti. Così le cose che appartengonoall'uomo esterno sono separate da quelle che appartengono all'uomo interno. Inquest'ultimo risiedono i resti, che sono custoditi dal Signore fino a questo momento, e perquesto uso.
9. Il terzo stato è quello del pentimento, in cui l'uomo, attraverso il suo uomo interno,parla piamente e devotamente, e produce beni, come le opere di carità, ma che sonoinanimate, perché egli pensa che siano da se stesso. Questi beni sono chiamati, erba tenera,e anche il seme d'erba cedevole, ed inoltre, albero da frutto.
10. Il quarto stato è quando l'uomo è influenzato dall'amore, e illuminato dalla fede. Egliinfatti in precedenza discorreva piamente, e compiva il bene, facendo ciò in conseguenzadella tentazione e dell'angustia nella quale lavorava, e non dalla fede e dalla carità; perchéla fede e la carità rinfocolano ora il suo uomo interno, e sono chiamate i due luminari.
11. Il quinto stato è quando l'uomo si esprime attraverso la fede, e conferma in tal modose stesso nella verità e nel bene; allora le sue opere sono animate, e sono chiamate pesci delmare, e uccelli del cielo.
12. Il sesto stato è quando, dalla fede, e quindi dall'amore egli afferma ciò che è vero, ecompie ciò che è buono; le sue opere allora sono chiamate esseri viventi e animali domestici.E non appena egli comincia ad agire secondo una fede e un amore unanimi, diventa unuomo spirituale, che è chiamato una immagine. La sua vita spirituale è allietata e sostenutada quelle cose che appartengono alla conoscenza della fede, e alle opere della carità, chesono chiamate il suo "nutrimento"; e la sua vita naturale è allietata e sostenuta da quellecose che appartengono al corpo e ai sensi, da cui nasce un conflitto, finché l'amore nonguadagna il dominio, ed egli diviene un uomo celeste.
13. Tra gli uomini rigenerati, non tutti accedono a questo stato. La maggior parte, neltempo presente, raggiunge solo il primo stato, alcuni solo il secondo, altri il terzo, quarto oquinto, pochi il sesto, e quasi nessuno il settimo.
Significato interiore
14. Nella presente opera, con il nome Signore si intende il salvatore del mondo, GesùCristo, e lui solo; ed egli è chiamato Signore senza l'aggiunta di altri nomi. Nel cielouniversale, egli è riconosciuto e adorato come il Signore, perché ha tutto il potere sovranonei cieli e sulla terra. Lui anche comandò ai suoi discepoli di chiamarlo così, dicendo: Voi
mi chiamate Signore e dite bene, perché io sono (Giovanni 13:13). E dopo la suaresurrezione i suoi discepoli lo chiamarono Signore.
15. Nel cielo universale l'unico padre conosciuto è il Signore, perché lui e il Padre sonouno, come egli stesso ha detto:
Io sono la via, la verità e la vita. Filippo gli rispose, mostraci il Padre, Gesù gli disse: Io sono datanto tempo con voi, e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre.Perché dunque, tu dici, Mostraci il Padre? Non credi tu che io sono nel Padre, e il Padre è inme? Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me (Giovanni 14:6, 811)
16. Versetto 1. In principio Dio creò i cieli e la terra. Il tempo più antico si chiama principio.Presso i profeti e in diversi luoghi della Parola esso è chiamato, i giorni del passato, eanche, i giorni dell'eternità. Il principio attiene anche al primo periodo della rigenerazionedell'uomo, perché allora egli nasce a nuova vita, e riceve la vita. La rigenerazione stessa èquindi una nuova creazione dell'uomo. Le espressioni creare, formare, e fare, in quasi tuttele parti degli scritti profetici significano rigenerazione, ma con una differenza nelsignificato. Come in Isaia:
Tutti quelli che portano il mio nome, che io ho creati per la mia gloria, che ho formati, che hofatti. (Isaia 43:7).
Perciò il Signore è chiamato il redentore, colui che precede il grembo, l'artefice, e anche ilcreatore; come nello stesso profeta:
Io sono il tuo unico Dio, santo, creatore di Israele, e tuo re (Isaia 43:15)
In Davide:
Questo sarà scritto per l’età a venire, e il popolo che sarà creato loderà l’Eterno (Salmi 102:18)
Tu mandi il tuo spirito, essi sono creati, e tu rinnovi la faccia della terra. (Salmi 104:30)
Che cielo significhi l'uomo interno e terra, l'uomo esterno prima della rigenerazione, puòessere visto da quanto segue.
17. Versetto 2. E la terra era una massa amorfa e vuota; e le tenebre ricoprivano l'abisso. E lospirito di Dio aleggiava sulle acque. Prima della sua rigenerazione, l'uomo è chiamato massaamorfa e vuota, e anche suolo ove nulla del bene e della verità è stato seminato; amorfo indicache non vi è nulla del bene, e vuoto sta a significare che non vi è nulla della verità. Da ciòderiva fitta oscurità, cioè, la stupidità, e l'ignoranza di tutte le cose appartenenti alla fedenel Signore, e di conseguenza, di tutte le cose che appartengono alla vita spirituale eceleste. Un tale uomo è così descritto dal Signore attraverso Geremia:
Veramente il mio popolo è stolto, non mi conosce; son dei figliuoli insensati, e non hannointelligenza; sono abili nel fare il male; ma del bene non hanno alcuna conoscenza. Io guardo laterra, ed ecco è desolata e deserta; e i cieli sono senza luce (Geremia 4:2223)
18. I volti dell'abisso sono le cupidigie dell'uomo non rigenerato, e le falsità che di làhanno origine, di cui egli interamente consiste, e in cui è completamente immerso. Inquesto stato, non essendovi alcuna luce, è come un abisso, o qualcosa di oscuro e confuso.Queste persone sono anche chiamate abissi, e profondità del mare, in molti passi della Parola,i quali vengono prosciugati o distrutti, prima che l'uomo sia rigenerato. Come in Isaia:
Svegliati come nei giorni andati, come nelle antiche età! Non sei tu che prosciugasti il mare, leacque del grande abisso, che facesti delle profondità del mare una via per il passaggio deiredenti? E i riscattati dall’Eterno torneranno. (Isaia 51:911).
Un tale uomo, visto dal cielo, appare come una massa nera, priva di vitalità. Le stesse espressioni,in generale, stanno a significare la distruzione dell'uomo che precede la rigenerazione, spessocitata nei profeti; perché prima che l'uomo possa conoscere ciò che è vero, ed essere influenzato daciò che è bene, ci deve essere una rimozione delle cose che ostacolano e oppongono resistenza allaloro ammissione; così il vecchio uomo deve necessariamente morire, prima che l'uomo nuovopossa essere concepito.
19. Per spirito di Dio si intende la misericordia del Signore, di cui si dice che aleggia o cova,come una gallina cova le sue uova. Le cose sulle quali aleggia, sono tali quali sono statecustodite e nascoste nell'uomo dal Signore. Queste nella Parola vengono chiamate, tuttociò che resta o residuo, costituito dalle conoscenze del vero e del bene, le quali non simanifestano alla luce del giorno, fino a quando le cose esteriori non sono estinte. Questeconoscenze sono qui chiamate i volti delle acque.
20. Versetto 3. E Dio disse: Sia la luce, e la luce fu. Il primo stato è quando l'uomo cominciaa comprendere che il bene e il vero sono qualcosa di superiore. Gli uomini meramenteesteriori, non sanno neppure cosa siano il bene ed il vero; essi sono persuasi del fatto chetutto ciò che è bene appartiene all'amore di sé e all'amore del mondo; e tutto ciò che è vero,è tale in quanto favorisce questi amori; ignorano infatti che tali beni, in realtà sono mali, etali verità, in realtà sono falsità. Ma quando l'uomo nasce a nuova vita, inizia acomprendere per la prima volta che il bene di sé non è un bene, e poiché accedemaggiormente alla luce, comprende che quel bene è il Signore, e che egli è il bene e laverità stessa. Che gli uomini debbano sapere che il Signore esiste, egli stesso lo insegna inGiovanni:
Salvo che crediate che Io sono, voi morirete nei vostri peccati (Giovanni 8:24)
Inoltre, poiché il Signore è il bene in sé, o la vita, e la verità in sé, ovvero la luce, e che diconseguenza non vi è né bene né verità se non dal Signore, è così affermato nella Parola:
In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio, e Dio era il Verbo. Tutte le cose sono statefatte da lui, e senza di lui nulla è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era laluce degli uomini. E la luce splende nelle tenebre. Egli era la vera luce che illumina ogni uomoche viene al mondo (Giovanni 1:1, 34, 9).
21. Versetti 4, 5. E Dio vide che la luce era cosa buona, e Dio fece distinzione tra la luce e letenebre. Dio chiamò la luce giorno, e chiamò le tenebre notte. La luce viene chiamata cosa buona,perché è dal Signore, che è il bene in sé. Le tenebre rappresentano tutte quelle cose che,prima che l'uomo nasca a nuova vita, appaiono come la luce, perché il male è apparsocome il bene, e il falso come il vero; eppure sono tenebre, consistenti esclusivamente nellecose proprie dell'uomo, che come tali restano. Tutto ciò che è del Signore è paragonato algiorno, perché è nella luce; e tutto ciò che è proprio dell'uomo e paragonato alla notte,perché è nelle tenebre. Questi paragoni sono frequenti nella Parola.
22. Versetto 5. E fu sera e fu mattina del primo giorno. Cosa si intenda per sera e per mattinaora può essere rivelato. Sera significa che ogni stato precedente, che è uno stato di ombra, odi falsità e di assenza di fede; mattino è ogni stato successivo, essendo uno stato di luce, odi verità e di conoscenza della fede; sera, in senso generale, significa tutte le cose che sonoproprie dell'uomo; mentre mattina, tutte le cose che sono dal Signore, come si dice inDavide:
Lo spirito del Signore parlò per mezzo mio, e la sua parola era sulla mia lingua; il Dio di Israeleha parlato, la roccia d'Israele mi ha parlato. Egli è come la luce del mattino, quando si leva ilsole, e anche come una mattina senza nuvole, quando dalla luminosità, dalla pioggia, la teneraerba germoglia dalla terra (2 Sam. 23:24)
Poiché sera significa assenza di fede, e mattino quando vi è la fede, quindi, la venuta delSignore nel mondo si chiama mattino; e il momento in cui arriva, siccome allora non c'èfede, è chiamato sera, come in Daniele:
Il solo Santo, mi disse, dalla sera, fin quando diventa mattina, duemila e trecento (Dan. 8:14, 26)
Allo stesso modo mattino ricorre nella Parola per indicare ogni venuta del Signore; diconseguenza è espressione di nuova creazione.
23. Niente è più usuale nella Parola che il termine giorno per indicare il tempo stesso. Come inIsaia:
Il giorno del Signore è vicino. Ecco, il giorno del Signore verrà. Io farò tremare i cieli e la terrasarà scossa dal suo posto nel giorno dell'ira e della mia indignazione. Il suo tempo è prossimo avenire, ed i suoi giorni non saranno prolungati (Isaia 13:6, 9, 13, 22)
La sue origini risalgono a un'antichità remota. In quel giorno Tiro sarà dimenticata persettant'anni, quanti sono gli anni di un re. (Isaia 23:7, 15)
Giorno viene usato per indicare il tempo, e viene anche utilizzato per indicare lo stato diquel tempo, come in Geremia:
Guai a noi, perché il giorno è passato, e le ombre della sera si allungano (Ger. 6:4)
Se voi vanificherete la mia alleanza sul giorno e la notte, non vi sarà giorno e notte nella lorostagione (Ger. 23:20, 25)
Rinnova i nostri giorni, come ai vecchi tempi (Lam. 5:21)
24. Versetto 6. E Dio disse: Vi sia un firmamento in mezzo alle acque, e le acque siano distintedalle acque. Dopo che lo spirito di Dio, o la misericordia del Signore, ha introdotto nelgiorno le conoscenze del vero e del bene, e ha dato la prima luce, che il Signore è, che egli èil bene stesso, e la verità stessa, e che non c'è nulla del bene e della verità, se non da Lui,poi ha operato una distinzione tra l'uomo interno ed esterno, e di conseguenza, tra leconoscenze proprie dell'uomo interno, e le conoscenze custodite nella memoria cheappartengono all'uomo esterno. L'uomo interno viene chiamato firmamento; e leconoscenze che sono nell'uomo interno sono chiamate le acque sopra il firmamento, e leconoscenze custodite nella memoria dell'uomo esterno sono chiamate le acque sotto ilfirmamento.
[2] L'uomo prima di essere rigenerato, non sa dell'esistenza di un uomo interno eneppure conosce la sua natura e le sue qualità. Egli suppone che uomo esterno e internonon siano distinti l'uno dall'altro. Questo perché essendo egli immerso nelle cose mondanee corporee, ha calato in esse le cose che appartengono al suo uomo interno, e ha costituitoun'entità confusa e oscura da cose che sono nettamente distinte. Per questo è detto, Ci siaun firmamento nel mezzo delle acque e poi, Ci sia distinzione tra le acque che sono sotto ilfirmamento e quelle che sono sopra di esso, come è detto nel successivo versetto:
E Dio fece il firmamento, e fece una distinzione tra la acque che erano sotto il firmamento, e leacque che erano sopra di esso; e così fu. E Dio chiamò il firmamento cielo (Gen. 1:78)
[3] La prossima cosa dunque che l'uomo realizza nel corso della rigenerazione è che vi èun uomo interno, e che le cose che sono nell'uomo interno, sono i beni e le verità, le qualiprovengono dal Signore solo. Ora, siccome l'uomo esterno, quando rigenerato, è di naturatale da sostenere ancora che i beni che egli compie, li fa da se stesso; e le verità , che egliprofferisce, originano da se stesso; e che, essendo tale, egli è condotto da esse al Signore,come se, fare ciò che è buono e dire ciò che è vero, fossero cose sue proprie, per taleragione nella Parola si fa riferimento prima alle acque che sono sotto il firmamento, e poialle acque che sono sopra di esso. È anche un arcano del cielo, che l'uomo, dalle cose sueproprie, vale a dire le fallacie dei sensi, come pure le cupidigie, è guidato e veicolato dalSignore verso ciò che è bene e ciò che è vero, in modo che ogni movimento e momento dirigenerazione, sia in generale e, in particolare, un avanzamento dalla sera alla mattina,cioè dall'uomo esterno all'uomo interno, o dalla terra al cielo. Pertanto il firmamento,ovvero l'uomo interno, è ora chiamato cielo.
25. Allargare la terra ed estendere i cieli, è un modo di dire comune presso i profeti, inmerito alla rigenerazione dell'uomo. Come in Isaia:
Così dice il Signore tuo redentore, che ti ha formato dal grembo materno; Io sono il Signore cheha creato tutte le cose, che da solo ha esteso i cieli, che da solo ha modellato, la terra (Isaia44:24).
E ancora, dove si parla apertamente dell'avvento del Signore:
La canna non sarà spezzata ed il lucignolo fumante non sarà spento; insegnerà la giustiziasecondo verità. (Isaia 42,3);
cioè, egli non metterà al bando le falsità, né debellerà le cupidigie, ma guiderà verso ciòche è bene e vero; di qui segue:
Il Signore ha creato i cieli, e li ha spiegati; Egli ha fatto la terra, e ciò che di lì scaturisce. Egli hadato il respiro alle genti che vivono su di essa, e lo spirito a coloro che camminano in essa (Is.42:5).
Per non parlare di altri passi dello stesso tenore.
26. Versetto 8. E fu sera e fu mattina del secondo giorno. Il significato di sera, di mattina e digiorno, è stato mostrato sopra al versetto 5.
27. Versetto 9. E Dio disse: Le acque sotto il cielo, siano riunite in un solo luogo, e appaia la terraasciutta, e così fu. Quando è noto che vi è sia un interiore, sia un esteriore nell'uomo, e chele verità ed i beni fluiscono dall'interiore nell'esteriore, dal Signore, sebbene non appaiacosì, allora tali verità e beni, o le conoscenze del vero e del bene nell'uomo rigenerato, sonoimmagazzinate nella sua memoria, e sono ordinate tra i suoi saperi; perché tutto ciò che èintrodotto nella memoria dell'uomo esterno, sia esso naturale, spirituale, o celeste, resta lìcome conoscenza mnemonica, e viene portato via da lì dal Signore. Queste conoscenzesono le acque riunite in un unico luogo, e sono chiamate mari, e l'uomo esterno stesso èchiamato terra asciutta o semplicemente terra, come di seguito.
28. Versetto 10. E Dio chiamò l'asciutto terra, e la raccolta delle acque, mari; e Dio vide che eracosa buona. E frequente nella Parola l'uso del termine acque per indicare le conoscenze e diconseguenza, mari per indicare un insieme di conoscenze. Come in Isaia:
La terra sarà ripiena della conoscenza [scientia] del Signore, come le acque che ricoprono il mare(Is. 11:9)
E nello stesso profeta, dove si tratta della mancanza di conoscenze:
Le acque si ritireranno, ed il fiume sarà prosciugato e diventerà completamente secco, e lecorrenti si allontaneranno (Isaia 19:56)
In Aggeo, parlando di una nuova chiesa:
Farò tremare i cieli e la terra ed il mare ed il suolo; e farò tremare tutte le nazioni, e affluirannole ricchezze di tutte le genti; e io riempirò questa casa di gloria (Ag. 2:67)
E riguardo all'uomo durante lo stato di rigenerazione, in Zaccaria:
Vi sarà un giorno, noto all’Eterno; non sarà né giorno né notte, ma a sera vi sarà luce. E in quelgiorno avverrà che delle acque vive usciranno da Gerusalemme; metà delle quali volgerà versoil mare orientale, e metà verso il mare occidentale, tanto d’estate quanto d’inverno. (Zaccaria14:78)
Davide anche, descrive un uomo distrutto, che deve esse rigenerato e che adorerà ilSignore:
Il Signore non disprezza i suoi prigionieri; lo lodino i cieli e la terra, i mari e tutto ciò che simuove in essi (Salmi 69:3334)
Che la terra indichi un recipiente, è comprensibile in Zaccaria:
Il Signore ha disteso i cieli e ha fondato la terra, e ha formato lo spirito dell’uomo dentro di lui(Zaccaria 12:1)
29. Versetti 11, 12. E Dio disse: La terra produca tenera erba; l'erba produca semi e gli alberiportino frutto secondo la loro specie, e abbiano in sé la propria semenza, sulla terra; e così fu. E la
terra produsse tenera erba, l'erba portò in sé i semi secondo la rispettiva specie, e gli alberiportarono i frutti con la semenza al loro interno, secondo la loro specie; e Dio vide che era cosabuona. Quando la terra, ovvero l'uomo, è stato così preparato a ricevere i semi celesti dalSignore, e a produrre qualcosa di ciò che è buono e vero, allora il Signore prima fa sì chequalcosa di tenero germogli, che si chiama tenera erba; quindi qualcosa di più utile, cheporta ancora una volta i semi in sé, chiamato erba che porta i semi, e finalmente qualcosadi buono che diventa fecondo, e si chiama albero da frutto, il cui seme è in sé, ciascunosecondo la propria specie. L'uomo che deve essere rigenerato è dapprima di una qualitàtale che egli sostiene che il bene che fa, e la verità che proferisce, sia da se stesso, quando inrealtà tutto il bene e tutta la verità sono dal Signore, e dunque chi sostiene che siano da sestesso, non possiede l'essenza della vera fede; ciò nondimeno egli può riceverlasuccessivamente; perché non può ancora credere che esse siano dal Signore, trovandosi inuno stato di preparazione per la ricezione dell'essenza della fede. Questo stato è quirappresentato dalle cose inanimate, e quello successivo dell'essenza della fede, dalle coseanimate.
[2] Il Signore è colui che semina, il seme, cioè la sua Parola, e la terra è l'uomo, come luistesso ha affermato (Matt. 13:1924, 3739; Marco 4:1421, Luca 8:1116). In proposito eglistesso ha reso queste descrizioni:
Così è il regno di Dio, come un uomo quando introduce il seme nella terra, e dorme e si levanotte e giorno; e il seme prospera e si innalza, ed egli ignora in che modo ciò avvenga; perché laterra porta frutto da se stessa, prima lo stelo, poi la spiga, e dopo la spiga colma di grano (Marco4:2628)
Con il regno di Dio, in senso universale, si intende il cielo universale; in un senso piùristretto, l'autentica chiesa del Signore; e in un senso particolare, colui che è nell'autenticafede, o che è rigenerato da una vita di fede. Perciò un tale persona è anche chiamata cielo,perché il cielo è in lui; e così pure il regno di Dio, perché il regno di Dio è in lui, come ilSignore stesso insegna nel Vangelo di Luca:
Essendo richiesto dai farisei quando il regno di Dio verrà, egli rispose loro e disse: Il regno diDio non viene in un modo che possa essere osservato; né si dirà, Eccolo qui! o, eccolo lì! Perchévedete, il regno di Dio è dentro di voi (Luca 17:2021)
Questa è la terza fase nella rigenerazione dell'uomo, essendo il suo stato di pentimento; edegli procede dall'ombra alla luce, o dalla sera alla mattina, perciò si dice (versetto 13), E fusera e fu mattina del terzo giorno.
30. Versetti 1417. Poi Dio disse: Vi sia dei luminari nel firmamento per separare il giorno dallanotte; e servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni; e servano da luminari nelladistesa dei cieli per dar luce alla terra. E così fu. E Dio fece due grandi luminari: il luminaremaggiore, per presiedere al giorno, e il luminare minore per presiedere alla notte; e le stelle. E Dio lipose nel firmamento per dar luce alla terra. Non si può comprendere cosa si intenda perluminare maggiore se prima non è noto quale sia l'essenza della fede, e anche qual sia lasua progressione presso coloro che rinascono a nuova vita. La vera essenza della fede è ilsolo Signore, perché chi non crede nel Signore non può avere la vita, come egli stesso hadichiarato in Giovanni:
Chi crede nel Figlio ha la vita eterna, ma colui che non crede nel Figlio non vedrà la vita, e l'iradi Dio si abbatterà su di lui (Giovanni 3:36)
[2] La progressione della fede presso coloro che rinascono a nuova vita, avviene comesegue. In un primo momento essi non hanno la vita, perché è solo nel bene e nel vero chec'è vita, e non può esservi nel male e nel falso; dopo, essi ricevono la vita dal Signoremediante la fede, inizialmente la fede della memoria, che è una fede di mera conoscenza;poi la fede nell'intelletto, che è una fede intellettuale; infine, mediante la fede nel cuore,che è la fede dell'amore, o la fede salvifica. I primi due generi di fede, sono rappresentatidal versetto 3 al versetto 13, dalle cose inanimate; mentre la fede resa vivida dall'amore èrappresentata dal versetto 20 al versetto 25, dalle cose animate. Dunque il soggetto diquesti passi è l'amore e la fede che di lì deriva, i quali sono chiamati luminari; l'amore è illuminare maggiore che governa il giorno; la fede che deriva da quell'amore è il luminareminore che governa la notte; e poiché questi due luminari dovrebbero fare uno, si dice diloro, al singolare: Vi sia dei luminari [sit luminaria], e non al plurale [sintluminaria].
[3] L'amore e la fede nell'uomo interno sono come il calore e la luce nell'uomo esternocorporeo, per cui il primo è rappresentato da quest'ultimo. È per questo che si dice deiluminari che sono posti nel firmamento, o nell'uomo interno, un luminare maggiore nellasua volontà, ed uno minore nel suo intelletto; ma essi appaiono nella volontà enell'intelletto, così come come fa la luce del sole negli oggetti a cui è indirizzata. È la solamisericordia del Signore ad influenzare la volontà con l'amore, e l'intelletto con la verità,ovvero con la fede.
31. Che per i grandi luminari si intendono l'amore e la fede, che sono anche chiamati sole,luna e stelle si evince dai profeti, come in Ezechiele:
Quando ti estinguerò, velerò i cieli e ne oscurerò le stelle; coprirò il sole di nuvole, e le luna nondarà la sua luce; tutti i luminari della luce del cielo oscurerò alla tua vista e farò scendere letenebre sul tuo paese (Ez. 32:78)
In questo passo si fa riferimento al faraone e agli egiziani, che nella Parola, rappresentanola mera percezione dei sensi e la conoscenza esteriore; e qui, a causa della mera percezionedei sensi e della conoscenza esteriore, l'amore e la fede sono stati estinti. Cosi in Isaia:
Il giorno dell'Eterno giunge per gettare il paese nella desolazione, perché le stelle del cielo e lecostellazioni di lì non daranno la loro luce; il sole si oscurerà al suo sorgere e la luna non faràbrillare la sua luce (Isaia 13:910)
E ancora, in Gioele:
Il giorno dell'Eterno viene, un giorno di tenebre e di densa oscurità; la terra trema innanzi a lui,i cieli sono scossi; il sole e la luna si oscurano, e le stelle recedono dal loro splendore (Gioele 2:12, 10)
[2] Ancora, in Isaia, parlando dell'avvento del Signore, dell'illuminazione delle genti, e diconseguenza, di una nuova chiesa, ed in particolare di tutti coloro che sono nelle tenebre, ericevono la luce, e sono dunque rigenerati:
Sorgi, risplendi, poiché la tua luce è giunta; ecco, le tenebre coprono la terra, e una fitta oscuritàavvolge i popoli; ma su di te si leva l’Eterno, e i popoli cammineranno alla tua luce, e i re allosplendore del tuo levare; il Signore sarà per te una luce di eternità, il tuo sole non tramonteràpiù, neppure la tua luna tramonterà, perché il Signore sarà per te una luce di eternità (Isaia 60:13, 20)
Così in Davide:
Il Signore nella sua sapienza ha fatto i cieli; egli ha steso la terra sopra le acque; egli ha creatograndi luminari, il sole per regnare sul giorno, la luna e le stelle per regnare sulla notte (Salmi136:59).
Glorificate il Signore, voi sole e luna, glorificatelo, voi tutte le stelle di luce, glorificatelo, voi cielidei cieli, e voi acque al di sopra dei cieli (Salmi 148:34)
[3] In tutti questi passi, luminari significano amore e fede. In virtù del fatto che i luminari,rappresentano e significano l'amore e la fede verso il Signore, è stato disposto nella chiesaebraica che un luminare debba essere tenuto perennemente acceso dalla sera alla mattina,perché ogni precetto in quella chiesa è rappresentativo del Signore. Di questo luminare èscritto:
Ordina ai figli di Israele, che portino olio per la lampada, affinché la fiamma sia accesaperennemente. Nella tenda del convegno, senza il velo, che è davanti alla testimonianza,Aronne ed i suoi figli terranno le lampade sempre accese dalla sera fino al mattino, davantiall'Eterno (Esodo 27:2021).
Che queste cose significhino l'amore e la fede, che il Signore suscita per illuminare l'uomointerno, e per mezzo di questo, l'uomo esterno, è cosa che attiene alla Divina misericordiadel Signore, e che sarà illustrata nel luogo appropriato.
32. L'amore e la fede inizialmente sono chiamati grandi luminari, e poi l'amore è chiamatoil luminare maggiore e la fede, il luminare minore; e si dice dell'amore, che governa il giorno, edella fede che governa la notte. Poiché si tratta di arcani che sono nascosti, soprattutto neltempo presente, è permesso della misericordia Divina del Signore, che siano rivelati. Ilmotivo per il quale questi arcani, sono così particolarmente custoditi nel tempo presente èche questa è la consumazione dei tempi, quando non c'è quasi nessun amore, e diconseguenza, quasi nessuna fede, come il Signore stesso ha preannunciato nei vangeli conqueste parole:
Il sole si oscurerà, e la luna non darà la sua luce, e le stelle cadranno dal cielo e le potenze deicieli saranno scosse (Matt. 24:29).
Con il sole si intende qui l'amore, che viene oscurato; con la luna si intende la fede, che nonillumina; con le stelle si intendono le conoscenze della fede, che cadono dal cielo, e chesono virtù e potenze dei cieli.
[2] La chiesa più antica non riconosceva alcuna fede diversa dall'amore stesso. Gli angelicelesti, inoltre, non conoscono altra fede se non quella che appartiene all'amore. Il cielouniversale è un cielo di amore, perché non c'è altra vita nei cieli che la vita dell'amore. Daquesto deriva tutta la felicità celeste, che è così grande che nulla di essa può esseredescritto, né può mai essere concepito da qualsiasi idea umana. Coloro che sonoinfluenzati dall'amore, e amano il Signore dal cuore, comprendono, dichiarano, epercepiscono che tutto l'amore, e di conseguenza tutta la vita che attiene unicamenteall'amore quindi tutta la felicità, provengono esclusivamente dal Signore, e che essi nonhanno nulla dell'amore, della vita, o della felicità, da loro stessi. Questo è il Signore, da cuiproviene tutto l'amore, che è stato rappresentato anche dal grande luminare ovvero dalsole alla sua trasfigurazione, poiché sta scritto:
Il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce (Matt. 17:2)
Le cose più intime sono rappresentate dal volto, e le cose che procedono da esso, dallevesti. Così il Divino del Signore è rappresentato dal sole, ovvero l'amore, e la sua Divinaumanità dalla luce, o sapienza che procede dall'amore.
33. Ciascuno può comprendere che nessuna vita è possibile se non vi è alcun amore, eche nessuna gioia è possibile, salvo che essa scaturisca dall'amore. Quale è, tuttavia,l'amore, tale è la vita, e tale la gioia: se si eliminasse l'amore, o, il che è lo stesso, i desideri– perché questi appartengono all'amore – l'idea di esso cesserebbe immediatamente, ed untale uomo diverrebbe come una persona morta, come mi è stato mostrato dal vivo.L'amore di sé e l'amore del mondo hanno in loro una certa somiglianza alla vita ed allagioia, ma poiché sono del tutto opposti all'amore autentico, che è quello di un uomo cheama il Signore sopra ogni cosa, e il suo prossimo come se stesso, deve essere evidente cheessi non sono forme di amore, ma di odio, perché, nella misura in cui chiunque ama sestesso ed il mondo, nella stessa misura odia il suo prossimo, e così pure, il Signore. Perciòil vero amore è l'amore per il Signore, e la vera la vita è una vita di amore per lui, e la veragioia è la gioia di quella vita. Non ci può essere che un solo amore autentico, e dunque,una sola vita autentica, da cui fluiscono le gioie e felicità autentiche, come quelle degliangeli nei cieli.
34. L'amore e la fede non ammettono alcuna separazione, perché sono una sola cosa; cosìquando si fa menzione dei luminari essi sono considerati come uno, e si dice, Sia, [sit] i
luminari nella distesa dei cieli. Riguardo a questa circostanza mi è concesso di esporre iseguenti particolari meravigliosi. Gli angeli celesti, in virtù dell'amore celeste in cui sonodal Signore, sono introdotti attraverso l'amore in tutte le conoscenze della fede, e sono inuna vita di luce e intelligenza tale che solo una minima parte di essa può essere descritta.Mentre, gli spiriti che sono nella mera conoscenza dottrinale della fede, senza amore, sonoin una freddezza della vita e nella oscurità della luce tali che non possono nemmenoavvicinarsi alla prima soglia di accesso ai cieli, ma rifuggono da essa. Alcuni di loro, purnon avendo vissuto secondo i suoi precetti, dicono che hanno creduto nel Signore, nelmodo descritto dal Signore stesso in Matteo:
Non tutti quelli che mi diranno: Signore, Signore, entreranno nel regno dei cieli, ma chi fa la miavolontà. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuonome? (Matt. 7:2122)
[2] Perciò è evidente che coloro che sono nell'amore, sono anche nella fede, e quindi nellavita celeste, ma non quelli che dicono di essere nella fede, e non sono in una vita di amore.La fede senza l'amore è come la luce del sole priva del calore, come d'inverno, quandonulla prospera, ma tutte le cose sono intorpidite e immobili; mentre la fede che procededall'amore è come la luce del sole a primavera, quando tutte le cose crescono e fiorisconoin conseguenza del calore fecondo del sole. È esattamente così riguardo alle cose spiritualie celesti, che di solito sono rappresentate nella Parola attraverso quelle esistenti nelmondo. L'assenza di fede o la fede priva dell'amore sono paragonate dal Signoreall'inverno, laddove è preannunciata la fine dei tempi, in Marco:
Pregate affinché la vostra fuga non avvenga d'inverno, perché quelli saranno giorni di afflizione(Marco 13:1819).
Fuga significa la fine dei tempi, e anche il tempo della dipartita di ogni uomo. Invernosignifica una vita priva di amore; e il giorno della tribolazione è il corrispondente stato diprofonda miseria nell'altra vita.
35. L'uomo ha due facoltà: la volontà e l'intelletto. Quando l'intelletto è governato dallavolontà, questi fanno una mente indivisa, e quindi una vita indivisa, perché allora, ciò chel'uomo vuole e compie, lo pensa e lo intende. Ma quando l'intelletto è in contrasto con lavolontà (come presso coloro che dicono di avere fede, eppure vivono in contraddizionecon la fede), allora la mente è divisa in due, parti, di cui una desidera elevare se stessa nelcielo, mentre l'altra tende a precipitarsi verso l'inferno; e poiché la volontà è ciò che agisce
in ogni atto, l'uomo intero si butterebbe a capofitto nell'inferno se il Signore non avessepietà di lui.
36. Coloro che hanno separato la fede dall'amore non sanno nemmeno cosa sia la fede.Quando si pensa alla fede, alcuni suppongono che si tratti semplicemente di un pensiero;altri, che si tratti di un pensiero rivolto verso il Signore; pochi, suppongono che si trattidella dottrina della fede. Ma la fede non è solo una conoscenza ed il riconoscimento ditutte le cose inerenti la dottrina della fede, ma è soprattutto l'obbedienza a tutte le cose chela dottrina della la fede insegna. Il punto fondamentale che essa insegna, cui gli uominidevono obbedire, è l'amore per il Signore, e l'amore verso il prossimo, perché se un uomonon fa proprio questo precetto, non è nella fede. Questo il Signore insegna chiaramente inmodo da non lasciare alcun dubbio in merito, in Marco:
Il più importante di tutti i comandamenti è: Ascolta, Israele, il Signore Dio nostro è l'unicoSignore; ama dunque il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tuamente, e con tutta la tua forza: questo è il comandamento più importante; e il secondo è simile,amerai il tuo prossimo come te stesso, non ci sono altri comandamenti più importanti di questi(Marco 12:2931)
In Matteo, il Signore chiama il primo di questi, il primo e più importante comandamento e diceche da questi comandamenti dipendono tutta la legge ed i profeti (Matteo 22:3741). La legge ed iprofeti sono la dottrina universale della fede, e l'intera Parola.
37. È detto che i luminari sono segno delle stagioni, dei giorni e degli anni. In queste parolesono contenuti più arcani di quelli che possono attualmente essere spiegati, seppure nelsenso letterale non appaia nulla del genere. Basti qui rilevare che ci sono alternanze di cosespirituali e celesti, sia in generale, sia in particolare, che sono paragonate ai cambiamentidei giorni e degli anni. I mutamenti dei giorni sono dalla mattina al mezzogiorno, quindialla sera, e attraverso la sera, alla mattina; e i mutamenti degli anni sono simili, essendoquesti, dalla primavera all'estate, quindi all'autunno, e attraverso l'inverno, alla primavera.Dunque vi sono mutamenti di calore e luce, e anche nelle produzioni della terra. A questimutamenti sono paragonate le alternanze delle cose spirituali e celesti. La vita senza talialternanze e varietà sarebbe immobile, di conseguenza, non sarebbe affatto la vita, né siriuscirebbe a individuare e distinguere il bene e la verità, e ancor meno si riuscirebbe apercepirli. Queste alternanze sono chiamate nei profeti ordinanze [statuta], come inGeremia:
Così dice l'Eterno, che ha dato il sole per illuminare il giorno, e ha ordinato la luna e le stelle perilluminare la notte, queste leggi non verranno meno davanti a me (Geremia 31:3536)
e nello stesso profeta:
Così dice l'Eterno, Se non avessi stabilito il mio ordine del giorno e della notte, le leggi del cieloe della terra sarebbero venute meno (Geremia 33:25)
Ma riguardo a queste cose, per Divina misericordia del Signore, si rimanda a Genesi 8:22.
38. Versetto 18. Per governare il giorno e la notte, e per distinguere tra la luce e le tenebre; e Diovide che ciò era buono. Con il giorno si intende il bene, con la notte, il male; perciò i benisono chiamati opere del giorno, mentre i mali, opere della notte; per luce si intende laverità, e per oscurità, la falsità, come dice il Signore:
Gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce. Colui che fa la verità viene alla luce (Giovanni3:19, 21)
Versetto 19. E fu sera e fu mattina del quarto giorno.
39. Versetto 20. E Dio disse: Producano le acque in abbondanza rettili e anime viventi e volinogli uccelli sopra la terra attraverso l'ampia distesa dei cieli. Dopo che i grandi luminari sonostati accesi e collocati nell'uomo interno, e l'esteriore riceve la luce da loro, allora l'uomoincomincia a vivere. Fino ad allora egli non può dire di aver vissuto, in quanto chepensava che il bene che egli ha fatto fosse da se stesso, e la verità che ha profferito fosse dase stesso, e poiché l'uomo da stesso è morto, e non vi è in lui nient'altro che ciò che è malee falso, dunque tutto ciò che egli opera da se stesso non è vivo, cosicché egli non può fare ilbene che in sé è bene. Che l'uomo non possa neppure pensare ciò che è bene, né volere ciòche è bene, di conseguenza, che non possa fare ciò che è bene, tranne che dal Signore, deveessere chiaro a tutti, dalla dottrina della fede, perché il Signore dice in Matteo:
Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo (Matteo 13:37)
Né può sortire alcun bene, tranne dalla fonte autentica del bene, che è uno solo, come eglidice in un altro luogo:
Nessuno è buono tranne uno, Dio (Luca 18:19).
[2] Nondimeno, quando il Signore sta resuscitando l'uomo, cioè, quando lo starigenerando alla vita, gli permette dapprincipio di supporre che egli faccia ciò che è bene eprofferisca ciò che è vero da se stesso, perché in quel frangente è incapace di concepireun'idea differente, né può in alcun altro modo essere indotto a credere, e poi a percepire,che tutto il bene e la verità siano unicamente dal Signore. Un siffatto convincimentodell'uomo circa le sue verità ed i suoi beni sono paragonati con l'erba tenera, e anche con ilseme di erba cedevole, e infine con l'albero che porta frutto, i quali sono tutti inanimati; maora che l'uomo è vivificato dall'amore e dalla fede, e riconosce che il Signore opera ognibene in lui ed è la fonte di ogni verità che egli pronuncia, questi è paragonato prima aipesci che nuotano nell'acqua e agli uccelli che volano sopra la terra, e anche alle bestie, che sonotutte le cose animate e sono chiamate anime viventi.
40. Con i rettili che prosperano nelle acque si intende ciò che è nella memoria dell'uomoesterno; con gli uccelli in generale, si intendono le cose razionali e intellettuali, cheappartengono all'uomo interno. Che i rettili o i pesci significhino ciò che appartiene allamemoria dell'uomo esterno, è evidente da Isaia:
Sono venuto e non c'era nessun uomo; ecco con la mia minaccia prosciugo il mare, e riduco ifiumi in deserto; il loro pesce diviene fetido per mancanza d'acqua e muore di sete; rivesto i cielidi nero (Is. 50:23)
[2] Ma ciò è ancora più evidente in Ezechiele, dove il Signore descrive il nuovo tempio, ouna nuova chiesa in generale, e l'uomo di quella chiesa, vale a dire, una personarigenerata, perché chi è rigenerato è un tempio del Signore:
Il Signore il Signore mi disse, queste acque, che fluiscono dal confine orientale e si dirigonoverso il mare, quando saranno entrate nel mare, saranno purificate; ed avverrà che ogni animavivente che si muove lungo il fiume prospererà, e ci sarà grande abbondanza; poiché quandoqueste acque fluiranno là, essi saranno risanati, e ovunque giungano le acque del fiumi vi saràvita; e avverrà che i pescatori giungeranno da Engedi fino a EnEglaim, per gettare le loro reti; evi sarà pesce di diverse specie, come il pesce del mare grande, in abbondanza (Ez 47:810)
Con pescatori da Engedi fino a Eneglaim e con il gettare le reti, si intendono coloro cheistruiranno l'uomo naturale nelle verità della fede.
[3] Che gli uccelli significhino le cose razionali e intellettuali è evidente dai profeti, comein Isaia:
Chiamo da oriente un uccello, e da una terra lontana l'uomo che effettui il mio disegno (Isaia46:11)
E in Geremia:
Ho guardato, ed ecco, non c'erano uomini, e tutti gli uccelli del cielo erano fuggiti (Ger. 4:25)
In Ezechiele:
Pianterò un germoglio di un alto cedro, e crescerà un ramo, e porterà frutto, e sarà un cedromagnifico; e sotto di esso abiteranno ogni uccelli di ogni specie, all'ombra dei suoi ramidimoreranno (Ez. 17:2223)
E in Osea, parlando di una nuova chiesa, o di un uomo rigenerato:
E in quel giorno farò per loro un'alleanza con le fiere, con gli uccelli del cielo, e con ogni altraspecie che prospera sulla terraferma (Os. 2:18)
Che fiera non significhi bestia feroce, né uccello, uccello, deve essere chiaro a tutti, perché ilSignore afferma che farà una nuova alleanza con essi.
41. Tutto ciò che è proprio dell'uomo non ha vita in sé, e ogni volta che che si manifestaalla vista appare rigido, come una sostanza ossea e scura; mentre, tutto ciò che è dalSignore, ha la vita in sé, cioè ciò che è spirituale e celeste, e che quando viene presentatoalla vista appare umano e vivente. Può sembrare incredibile, ciò nondimeno, è vero cheogni singola espressione, ogni singola idea, e ogni piccola parte del pensiero in uno spiritoangelico, è viva, e contiene nei suoi minimi particolari un affezione che procede dalSignore, che è la vita stessa. E quindi tutte le cose che sono dal Signore, hanno la vita inesse, perché contengono la fede verso di Lui, e sono qui rappresentate dalle anime viventi.Hanno anche una specie di corpo, qui rappresentato da ciò che si muove o striscia. Questeverità, tuttavia, sono ancora segreti profondi per l'uomo, ora menzionati in questa sedeperché si tratta dell'anima vivente, e delle cose che si muovono.
42. Versetto 21. E Dio creò le grandi balene, ed i pesci che prosperano nelle acque, secondo la lorospecie, e tutti gli uccelli, secondo la loro specie; e Dio vide che era cosa buona. I "pesci", come si èdetto in precedenza, significano le conoscenze esteriori della memoria dell'uomo, oraanimate attraverso la fede dal Signore, e quindi vitali. Le "balene" significano i loroprincipi generali, cui sono subordinati i particolari; perché non c'è nulla nell'universo chenon sia subordinato a qualche principio generale, come un mezzo attraverso il quale puòesistere e sussistere. Le balene, o grandi pesci a volte sono citate dai profeti, per indicare ingenerale le conoscenze esteriori. Il faraone, sovrano d'Egitto (attraverso il quale èrappresentata saggezza umana o l'intelligenza, ovvero la conoscenza esteriore in generale),è denominato grande balena. Come in Ezechiele:
Ecco, io sono contro di te, faraone re d'Egitto, grande balena che giaci in mezzo ai tuoi fiumi, edici, il fiume è mio, ed io stesso l'ho fatto (Ezechiele 29:3)
[2] E in un altro passo:
Avvertite il faraone re d'Egitto, e ditegli, tu sei come una balena nei mari, ti slanci nei tuoi fiumi,e turbi le acque con i tuoi piedi (Ezechiele 32:2)
queste parole stanno a significare coloro che desiderano entrare nei misteri della fede permezzo delle conoscenze esteriori della loro memoria, e quindi da se stessi. In Isaia:
In quel giorno il Signore, con la sua spada, grande, forte e invincibile, punirà il leviatano, illungo serpente, ed anche il leviatano, il serpente tortuoso, e ucciderà le balene che sono nelmare (Is. 27:1)
Per uccidere le balene che sono nel mare si intendono le persone che ignorano anche i principigenerali della verità. Così, in Geremia:
Nabucodonosor il re di Babilonia, mi ha divorato, egli mi ha turbato, ha fatto di me un vasovuoto, mi ha inghiottito come una balena, ha riempito il suo ventre con le mie delizie, egli mi hacacciato (Ger 51:34),
volendo con ciò intendere che aveva inghiottito le conoscenze della fede, qui chiamatedelizie, come ha fatto la balena con Giona; la balena rappresenta coloro che considerano iprincipi generali delle conoscenze della fede alla stregua di mere conoscenze esteriori, eagiscono di conseguenza.
43. Versetto 22. E Dio li benedisse, dicendo: Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque deimari, e gli uccelli si moltiplichino sopra la terra. Tutto ciò che ha in sé la vita dal Signore,fruttifica e si moltiplica immensamente; non tanto durante la vita dell'uomo nel corpo, maad un grado sorprendente nell'altra vita. Essere fecondi, nella Parola è riferito alle cose cheappartengono all'amore, e moltiplicare, alle cose che appartengono alla fede; il frutto cheappartiene all'amore contiene il seme, con la quale moltiplica se stesso in abbondanza. Labenedizione del Signore nella Parola significa fecondità e moltiplicazione, perché questeprocedono dalla prima. Versetto 23. E fu sera e fu mattina del quinto giorno.
44. Versetti 24, 25. E Dio disse: Produca la terra anime viventi secondo la loro specie; gli animalidomestici, e ogni altra specie dotata di movimento, e gli animali selvaggi della terra, secondo la lorospecie; e così fu. E Dio fece gli animali selvaggi della terra secondo la loro specie, e gli animalidomestici secondo la loro specie, e tutti i rettili della terra, secondo la loro specie e Dio vide che eracosa buona. L'uomo, al pari della terra, non è in grado di produrre nulla di buono se primanon sono radicate in lui le conoscenze della fede, attraverso le quali egli è in grado disapere ciò che deve essere creduto e fatto. Compito dell'intelletto è ascoltare la Parola, edella volontà di metterla in atto. Ascoltare la Parola e non metterla in pratica, è comesostenere di credere, e nondimeno, vivere in disaccordo con la propria fede; nel qual casociò che si ascolta è separato da ciò che si fa, ed il risultato di ciò è una mente divisa,propria di coloro che il Signore chiama stolti nel seguente passo:
Chiunque ascolta le mie parole e le mette in pratica, è simile ad un uomo savio che ha costruitola sua casa sulla roccia; ma chiunque ascolta le mie parole e non le mette in pratica, è simile adun uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia (Matteo 7:24, 26)
Le cose che appartengono all'intelletto sono rappresentate, come si è mostrato sopra, daipesci che popolano i mari e anche dagli uccelli sopra la terra e dal firmamento; mentre quelleche appartengono alla volontà sono rappresentate dalle anime viventi che la terra produce edalle bestie, dai rettili e anche dagli animali selvatici della terra.
45. Coloro che vivevano nei tempi più antichi conoscevano il significato delle cosepertinenti l'intelletto e la volontà; e quindi nei profeti, e costantemente nella Paroladell'Antico Testamento, simili cose sono rappresentate da diversi tipi di animali. Glianimali sono di due tipi; quelli feroci, così chiamati perché sono offensivi; e quelli buoni,
che sono innocui. I mali dell'uomo sono rappresentati dalle bestie feroci, come orsi, lupi,cani; viceversa i gli animali di indole docile, come giovenche, pecore e agnelli. Gli animalicui si fa riferimento qui sono buoni e docili, e quindi rappresentano le affezioni rette,poiché qui si tratta di coloro che sono rigenerati. Le cose inferiori nell'uomo, che sono inrelazione con il corpo, sono chiamate animali selvatici di quella terra, e sono le cupidità ed ipiaceri.
46. Che le bestie significhino le affezioni malvagie presso l'empio e buone presso il retto è evidente da numerosi passi della Parola, come in Ezechiele:
Ecco, volgo a voi il mio sguardo; sarete arati e seminati, e io moltiplicherò su di voi l'uomo e labestia, ed essi si moltiplicheranno e porteranno frutto, e vi farò abitare secondo l'uso dei vostritempi antichi (Ez 36:9, 11)
riguardo alla rigenerazione, In Gioele:
Non temete voi bestie del mio campo, perché le dimore del deserto sono diventate rigogliose(Gioele 2:22).
In Davide :
Ero così sciocco, da essere come un animale al tuo cospetto (Salmi 73:22)
In Geremia, in merito alla rigenerazione:
Ecco vengono i giorni, dice l'Eterno, che io seminerò la casa d'Israele e la casa di Giuda con ilseme dell'uomo, e con il seme della bestia, e veglierò su di loro per costruire e piantare(Geremia 31:2728)
[2] Animali selvatici ha un simile significato, come in Osea:
In quel giorno farò per loro un'alleanza con l'animale selvatico del campo e con gli uccelli delcielo, e con i rettili sulla terra (Os. 2:18)
In Giobbe:
Tu non devi avere paura degli animali selvatici della terra, perché la tua alleanza è con le pietredel campo, e gli animali selvatici del campo saranno in pace con te (Giobbe 5:2223)
In Ezechiele:
Farò con voi un patto di pace, e le fiere saranno allontanate dalla terra, affinché possiate abitaresicuri nel deserto (Ez. 34:25)
In Isaia:
Gli animali selvatici del campo mi onorano, perché ho fatto sgorgare le acque nel deserto (Isaia43:20)
In Ezechiele:
Tutti gli uccelli del cielo costruivano i loro nidi tra i suoi rami, e tutti gli animali selvaticiprolificavano sotto i suoi ramoscelli, e tutte le grandi nazioni dimoravano sotto la sua ombra(Ez. 31:6).
Questo si dice degli assiri, con i quali si intende l'uomo spirituale, in relazione al giardinodell'Eden. In Davide:
Lodatelo voi tutti i suoi angeli, glorificate il Signore dalla terra, voi balene, alberi da frutto,animali selvatici, e ogni bestia, rettile e uccello (Salmi 148:2, 7, 910)
Qui si fa riferimento alle stesse cose, con i termini balene, alberi da frutto, animali selvatici,animali domestici, rettili e uccelli, i quali, se non significassero i principi vitali nell'uomo, nonpotrebbero mai essere chiamati a glorificare l'Eterno.
[3] I profeti distinguono accuratamente tra animali domestici e animali selvatici, della terra, eanimali domestici e animali selvatici dei campi. Nondimeno, i beni nell'uomo sono chiamati
animali domestici, proprio come coloro che sono più vicini il Signore nel cielo sono chiamatianimali sia in Ezechiele, sia in Giovanni:
Tutti gli angeli che stavano intorno al trono, agli anziani, ed ai quattro animali, si prostraronodinanzi al trono e adorarono l'agnello (Ap. 7:11; 19:4)
Anche quelli a cui deve essere predicato il vangelo sono chiamati creature, perché essidevono essere rigenerati:
Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura (Marco 16:15)
47. Che queste parole contengano arcani in merito alla rigenerazione, è evidente ancheda ciò che è stato detto nel versetto precedente, sul fatto che la terra debba produrrel'essere vivente, l'animale domestico e l'animale selvatico, mentre nel versetto seguente l'ordineviene cambiato, ed è detto che Dio creò l'animale selvatico della terra, e allo stesso modol'animale domestico, perché in principio e dopo fino a quando diventa celeste, l'uomoprogredisce come da se stesso; e così la rigenerazione comincia dall'uomo esterno, eprocede in quello interno; quindi qui c'è un altro ordine, e le cose esteriori sonomenzionate per prime.
48. Di qui si evince che l'uomo è nel quinto stato della rigenerazione quando parla da unprincipio di fede, che appartiene all'intelletto, e conferma in tal modo se stesso nella veritàe nel bene. Le cose che poi sortiscono da lui sono animate e sono denominate pesci del maree uccelli dei cieli. Egli è nel sesto stato, quando dalla fede, che deriva dall'intelletto, e dalconseguente amore, che appartiene alla volontà, egli pronuncia le verità, e opera il bene;quello che allora sortisce da lui è denominato anima vivente e animale domestico. Eallorquando egli comincia ad agire secondo l'amore e la fede, diventa un uomo spirituale,il quale è chiamato immagine di Dio, che è il soggetto di cui ora si tratta.
49. Versetto 26. E Dio disse: Facciamo l'uomo a nostra immagine, e a nostra somiglianza; e abbiadominio sui pesci del mare e sugli uccelli dei cieli, sulle bestie, e su tutta la terra, e anche su tutti irettili che strisciano sulla terra. Nella chiesa più antica, presso i cui membri il Signoreconversava faccia a faccia, il Signore è apparso come un uomo; in merito a questo tema,molto può dirsi, ma il tempo non è ancora giunto. Essi non chiamavano nessuno uomo, senon il Signore stesso, e tutte le cose a lui appartenenti; né essi usavano mai la parolauomini, se non in relazione alle cose in loro stessi – vale a dire tutto il bene dell'amore e
tutta la verità della fede di cui percepivano di esserne stati dotati dal Signore. Di questecose affermavano essere dell'uomo, in quanto esse appartenevano al Signore.
[2] Quindi nei profeti, per uomo e figlio dell'uomo, in senso supremo, si intende il Signore;e nel significato interiore, sapienza e intelligenza, cioè tutti coloro che sono rigenerati.Come in Geremia:
Vidi la terra, ed ecco, era deserta e desolata, ed i cieli, e non avevano luce. Io guardai, ed ecconon vi era alcun uomo, e tutti gli uccelli del cielo erano fuggiti (Geremia 4:23, 25)
In Isaia, in cui, in senso interiore, uomo sta per una persona rigenerata, e in senso supremo,per il Signore stesso, in quanto unico uomo:
Così dice l'Eterno il Santo di Israele, e il suo Creatore, Ho fatto la terra e ho creato l'uomo sopradi essa; con le mie mani, ho steso i cieli, e ho il comando di tutto il loro esercito (Is. 45:1112)
[3] Il Signore è apparso dunque ai profeti come un uomo, come in Ezechiele:
Sopra la distesa, c'era come una pietra di zaffiro, che somigliava ad un trono, e su di essoappariva la figura di un uomo che stava assiso sopra (Ez. 1:26)
E quando fu visto da Daniele fu chiamato il figlio dell'uomo, cioè, l'uomo:
Ed ecco, ho veduto venire sulle nuvole del cielo, come un figliol d'uomo, si è accostato alvegliardo, e lo hanno condotto dinanzi a lui; e gli è stato dato il potere, la gloria, e un regno,affinché tutti i popoli, nazioni e lingue possano essere al suo servizio. Il suo potere è un potereeterno, che non passerà, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto (Daniele 7:1314).
[4] Il Signore spesso chiama se stesso il figlio dell'uomo, cioè l'uomo e, come in Daniele,annuncia la sua venuta nella gloria:
Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria (Mt.24:30)
Le nubi del cielo nel significato interiore della Parola, rappresentano il potere e gloria eccelsa,le quali, in tutte le cose, sia in generale, sia in particolare si riferiscono unicamente alSignore ed al suo regno; ed è da questo che il senso interiore trae la sua potenza e gloria.
50. Della chiesa più antica intesa per immagine del Signore molto altro ancora può esseredetto. L'uomo ignora del tutto il fatto che egli è governato dal Signore per mezzo degliangeli e degli spiriti, e che presso ciascuno, ci sono almeno due spiriti e due angeli.Attraverso gli spiriti l'uomo è in comunicazione con il mondo degli spiriti, e attraverso gliangeli, con il cielo. Se non vi fosse la comunicazione per mezzo degli spiriti con il mondodegli spiriti, e per mezzo degli angeli con il cielo, e quindi attraverso il cielo con il Signore,l'uomo non potrebbe vivere affatto; la sua vita dipende interamente da questa unioneinsieme, tale che, se gli spiriti e gli angeli si ritirassero, egli perirebbe immediatamente.
[2] L'uomo non rigenerato è governato in modo differente rispetto all'uomo rigenerato.Finché egli non è rigenerato ci sono spiriti maligni presso di lui, i quali hanno il dominiosu di lui più degli angeli che, seppur presenti, sono capaci a malapena di guidarlo in modoche egli non si immerga più profondamente nel male, e di piegarlo in un qualche bene,anzi lo piegano verso il bene facendo leva sulle cupidigie sue proprie, e verso la veritàattraverso la fallacia dei sensi. Egli dunque è in relazione con il mondo degli spiritiattraverso gli spiriti che sono presso di lui, ma non tanto con il cielo, perché dominano glispiriti maligni, mentre gli angeli contrastano il loro dominio.
[3] Ma quando l'uomo è rigenerato, gli angeli dominano e ispirano in lui ogni bene eogni verità, e la paura e l'orrore dei mali e delle falsità. Gli angeli infatti guidano, nella loroqualità di ministri, perché è il Signore solo che governa l'uomo per mezzo degli angeli edegli spiriti. E poiché questo avviene attraverso il ministero degli angeli, qui è premesso,al plurale, Facciamo l'uomo a nostra immagine; e ancora, poiché il Signore solo governa edispone, è detto nel versetto seguente, al singolare, Dio lo ha creato a sua immagine. Questo ilSignore dichiara inoltre chiaramente in Isaia:
Così dice il Signore tuo redentore, colui che ti ha formato dal grembo materno, "Sono io, ilSignore, che ho creato ogni cosa, che ho dispiegato i cieli da solo, ho disteso la terra (Isaia 44:24)
Gli angeli stessi inoltre sostengono che non esiste alcun potere in loro, ma che agisconounicamente in virtù del Signore.
51. Riguardo all'immagine, un'immagine non è una somiglianza, ma è conforme allasomiglianza; perciò è detto: Facciamo l'uomo a nostra immagine, e poi a nostra somiglianza.L'uomo spirituale è una immagine, e l'uomo celeste una somiglianza o similitudine. In
questo capitolo si tratterà dell'uomo spirituale; di seguito, dell'uomo celeste. L'uomospirituale, che è una immagine, è chiamato dal Signore figlio di luce, come in Giovanni:
Colui che cammina nelle tenebre non sa dove va. Mentre avete la luce credete nella luce,affinché siate figli della luce (Giovanni 12:3536)
Egli è chiamato anche amico:
Voi siete miei amici se fate ciò che io vi comando (Giovanni 15:1415)
L'uomo celeste, che è una somiglianza è chiamato figlio di Dio in Giovanni:
A quanti lo hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio, anche a coloro che credononel suo nome; che non sono nati dal sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma daDio (Giovanni 1:1213)
52. Finché l'uomo è spirituale, il suo governo procede dall'uomo esterno verso l'interno,come è detto in questo versetto: Abbiano il dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo,sulle bestie, su tutta la terra, e su tutti i rettili che vi strisciano. Ma quando diviene celeste, e fadel bene dall'amore, allora il suo governo procede dall'uomo interno verso l'esterno, comeil Signore, in Davide, descrive se stesso, e quindi anche l'uomo celeste, che è una suasomiglianza:
Tu lo facesti affinché avesse dominio sulle opere delle tue mani; tu hai posto ogni cosa sotto isuoi piedi, le greggi e gli armenti, e anche le bestie selvatiche, gli uccelli del cielo ed i pesci delmare, e tutto ciò che sopravanza attraverso i sentieri del mare (Salmo 8:68)
Ecco quindi le bestie sono nominate per prime, quindi gli uccelli, e poi i pesci del mare,perché l'uomo celeste procede dall'amore, che appartiene alla volontà, a differenzadell'uomo spirituale che procede dalla fede, la quale appartiene all'intelletto nella cuidescrizione i pesci e gli uccelli sono menzionati per primi e di seguito le bestie.
53. Versetto 27. E Dio creò l'uomo a sua immagine, ad immagine di Dio lo creò. Il motivo percui immagine è qui menzionata due volte è che la fede, la quale appartiene all'intelletto, è
chiamata la sua immagine, mentre l'amore, che appartiene alla volontà, e che nell'uomospirituale viene dopo mentre nell'uomo celeste precede si chiama immagine di Dio.
54. Maschio e femmina li creò. Cosa si intende per maschio e femmina, nel senso interiore, eraben noto presso la chiesa più antica, ma quando il senso interiore della Parola fu perdutopresso la loro posterità, anche questo arcano si estinse. I loro matrimoni furono leprincipali fonti di felicità e gioia, e ogni cosa essi la ponevano a confronto con ilmatrimonio, al fine di percepirne la delizia. Essendo anche uomini interiori, essi trovavanodiletto solo con le cose interiori. Le cose esteriori che si presentavano alla loro vistasuscitavano il pensiero di ciò che esse rappresentavano interiormente. Quindi le coseesteriori non erano nulla per loro, salvo che potessero in qualche misura essere causa dimutamento nei loro pensieri circa le cose interiori, e da queste alle cose celesti, e quindi alSignore, che era il loro tutto, e di conseguenza il matrimonio celeste, da cui hannopercepito la felicità dei loro matrimoni a venire. Perciò l'intelletto nell'uomo spirituale èstato chiamato maschio e la volontà femmina e quando questi agissero in modo unanimequesto era denominato matrimonio. Da quella chiesa è stata introdotta la forma linguisticadivenuta poi abituale, secondo cui la chiesa stessa, dalla sua affezione del bene, è statachiamata figlia e vergine come la vergine di Sion, la vergine di Gerusalemme e anche moglie.Ma su questi temi si veda il capitolo seguente, al versetto 23, e il capitolo 3, versetto 15.
55. Versetto 28. E Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra esoggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, e su ogni essere vivente, chestriscia sulla terra. Poiché le genti più antiche chiamarono matrimonio, la congiunzionedell'intelletto e della volontà, ovvero della fede e dell'amore, ogni bene prodotto da quelmatrimonio fu chiamato fecondità, e ogni verità, moltiplicazione. Perciò essi sono cosìchiamati nei profeti, come ad esempio in Ezechiele:
Moltiplicherò su di voi gli uomini e gli armenti, ed essi si moltiplicheranno e saranno fecondi, evi farò abitare come nei vostri tempi antichi, e godrete dei miei benefici più che in principio, evoi conoscerete che io sono il Signore. Condurrò presso di voi degli uomini, il mio popoloIsraele (Ez. 36:1112)
Con il termine uomo si intende qui l'uomo spirituale che è chiamato Israele; con tempiantichi si intende la più chiesa antica, per principio, la chiesa antica dopo il diluvio. Ilmotivo per cui moltiplicazione che attiene alla verità, è menzionata per prima, e fecondità,che attiene al bene, di seguito, è che il versetto tratta di chi deve essere rigenerato, e non dichi che è già rigenerato.
[2] Quando l'intelletto è unito alla volontà, ovvero la fede all'amore, l'uomo è chiamatodal Signore una terra sposata, come in Isaia:
La tua terra non sarà più chiamata abbandonata, ma tu sarai chiamata la mia gioia è in lei, eterra sposata, perché il Signore si compiace in te, e la tua terra sarà sposata (Is. 62:4)
I frutti che originano di là, che appartengono alla verità, sono chiamati figli, e quelli cheappartengono al bene sono chiamati figlie, e questo molto spesso nella Parola.
[3] La terra è ricolma, o piena, quando ci sono molte verità e beni; perché quando ilSignore benedice e parla all'uomo, vale a dire, lavora su di lui, vi è un incremento enormedel bene e della verità, come dice il Signore in Matteo:
Il regno dei cieli è simile a un granellino di senapa, che un uomo prese e seminò nel suo campo,il quale è davvero il più piccolo di tutti i semi, ma una volta cresciuto, è il più grande tra tutte lepiante, e diviene un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono e costruire il loro nidi nei suoirami (Matteo 13:3132)
Il granello di senapa è il bene dell'uomo prima che diventi spirituale, che è il più piccolo ditutti i semi, perché egli pensa di compiere il bene da se stesso, quando invece ciò cheprocede dall'uomo, di per sé, non è altro che il male. Ma, non appena egli è in uno stato dirigenerazione, c'è qualcosa del bene in lui, nel suo minimo.
[4] Quando poi infine la fede è unita con l'amore, esso si accresce, diventa una pianta e,infine, quando la congiunzione è completa, diventa un albero, e poi gli uccelli del cielo (si faqui riferimento alle verità, o a soggetti dell'intelletto) costruiscono il loro nido fra i suoi rami,che sono le cose che appartengono alla memoria. Quando l'uomo è spirituale, così comedurante il tempo del suo divenire spirituale, egli è in uno stato di combattimento, e quindisi dice, soggiogate la terra ed esercitate il dominio.
56. Versetto 29. E Dio disse: Ecco, io vi do ogni pianta che produce seme sulla faccia della terra; eogni albero da frutto; l'albero che produce il seme vi servirà da alimento. L'uomo celestetrova il suo diletto solo nelle cose celesti le quali, essendo in accordo con la sua vita, sonochiamate cibo celeste. L'uomo spirituale è dilettato dalle cose spirituali e, siccome questesono in accordo con la sua vita, sono chiamate cibo spirituale. L'uomo naturale, allo stessomodo, si diletta con le cose naturali che, essendo parte della sua vita, sono chiamate cibo, econsistono essenzialmente le cognizioni custodite dalla memoria. Poiché qui si trattadell'uomo spirituale, il suo cibo spirituale è descritto per rappresentazioni, come la pianta
che produce il seme, e l'albero da frutto, che sono chiamati, in generale, albero che produce ilseme. Il suo cibo naturale è descritto nel versetto seguente.
57. La pianta che produce il seme è ogni verità che concerne l'uso; l'albero in cui è il frutto è ilbene della fede; frutto è ciò che il Signore dà all'uomo celeste, e il seme che produce il frutto èciò che egli dà all'uomo spirituale; perciò e è detto, l'albero che produce il seme, vi servirà daalimento. Che il cibo celeste è chiamato frutto dell'albero, è evidente dalla capitoloseguente, dove si tratta dell'uomo celeste. A conferma di ciò saranno qui citate solo questeparole del Signore in Ezechiele:
Lungo il fiume, su una riva e sull'altra crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui foglie nonappassiranno, né il loro frutto si esaurirà; si rinnoverà ogni mese; perché le sue acque sgorganodal santuario, e il suo frutto sarà di alimento; e le foglie come medicina (Ez. 47:12)
Le acque che sgorgano dal santuario, significano la vita e la grazia del Signore, che è ilsantuario. Il frutto è la sapienza, che sarà loro di alimento, la foglia è l'intelligenza, cheservirà per il loro uso, e questo uso è chiamato medicina. Invece, che il cibo spirituale èchiamato erba, si evince in Davide:
Mio pastore, non manco di nulla; tu mi fai riposare in pascoli erbosi (Salmi 23:12)
58. Versetto 30. A tutti gli animali selvatici della terra, agli gli uccelli del cielo, e a tutti gli esseriche strisciano sulla terra, in cui vi è un alito di vita, io do ogni erba per cibo. E così avvenne. Ilcorpo naturale dello stesso uomo è qui descritto. Il suo aspetto naturale è rappresentatodagli animali selvatici della terra e dagli uccelli del cielo, cui sono dati per alimento le verduree le erbe. Sia il suo alimento naturale, sia il suo alimento spirituale sono così descritti inDavide:
Il Signore fece crescere l'erba per il bestiame, e le piante per l'uomo, affinché egli potesseprodurre il pane dalla terra (Salmi 104:14)
ove il termine bestiame è usato per indicare sia gli animali selvatici, sia gli uccelli del cielo,che sono menzionati nei versetti 11 e 12 dello stesso salmo.
59. Il motivo per cui il le verdure e le erbe sono qui descritte per rappresentare il cibodell'uomo naturale è questo. Nel corso della rigenerazione, alla fine della quale l'uomo
diviene spirituale, egli è continuamente impegnato in combattimenti, in relazione ai quali,la chiesa del Signore è chiamata militante. Perché prima della rigenerazione le cupidigiehanno il dominio, a causa del fatto che l'uomo è interamente composto da cupidigie e dallefalsità di lì discendenti. Durante la rigenerazione queste cupidigie e falsità non possonoessere istantaneamente soppresse, perché questo causerebbe la distruzione dell'uomointero, essendo tale la vita che ha [fin qui] acquisito. Quindi gli spiriti maligni seguitano arestare presso di lui per lungo tempo, affinché possano eccitare le cupidigie, e questepossano quindi essere allontanate, in molteplici modi, fino al punto che esse possonoessere orientate dal Signore verso il bene, e l'uomo possa così essere riformato. Durante icombattimenti, gli spiriti maligni, che nutrono il massimo odio contro tutto ciò cheappartiene al bene e al vero, cioè, contro ogni cosa che concerne l'amore e la fede verso ilSignore vale a dire il bene ed il vero autentici, i quali hanno vita eterna in loro nonlasciano all'uomo altro alimento se non ciò che è rappresentato dalla verdura e dallagramigna. Nondimeno, il Signore dà all'uomo anche un alimento che viene paragonatoalla pianta che porta il seme e all'albero da frutto, i quali sono stati di quiete e pace, con leloro gioie e delizie. Il Signore dona questo cibo all'uomo, ad intervalli.
[2] Se il Signore non proteggesse l'uomo continuamente, in ogni minimo lasso di tempo,questi perirebbe istantaneamente, in conseguenza dell'odio indescrivibilmente intenso eletale che è diffuso nel mondo degli spiriti contro ogni cosa che appartiene all'amore e allafede verso il Signore. Posso affermare questo fatto con certezza essendo stato ormai daalcuni anni (nonostante la mia permanenza nel corpo) in società con gli spiriti, nell'altravita, anche con quelli della peggiore indole; e sono stato talvolta circondato da migliaia diessi, cui è stato permesso di sputare il loro veleno, e infestarmi con tutti i metodi possibili,eppure senza che fossero capaci di torcere un solo capello della mia testa, essendo io sottola protezione del Signore. Dall'esperienza di tanti anni sono stato accuratamente istruitoriguardo al mondo degli spiriti ed alla sua natura, nonché riguardo a ciò che attiene aicombattimenti che devono affrontare coloro che devono essere rigenerati, al fine diraggiungere la felicità della vita eterna. Ma siccome nessuno può essere adeguatamenteistruito in tali soggetti da un descrizione generale, e per effetto di questa credervi con unafede incrollabile, i particolari, per misericordia Divina del Signore, saranno illustrati nellepagine seguenti.
60. Versetto 31. E Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fumattina del sesto giorno. Questo stato viene definito molto buono, i primi sono semplicementedefiniti buoni, perché ora le cose che appartengono alla fede sono congiunte con quelle cheappartengono all'amore, e quindi si realizza un matrimonio tra le cose spirituali e le cosecelesti.
61. Tutte le cose inerenti le conoscenze della fede sono chiamate spirituali, e tutte quelleconcernenti l'amore per il Signore e per il nostro prossimo sono chiamate celesti. Le primeappartengono all'intelletto dell'uomo, e le altre alla sua volontà.
62. I tempi e gli stati della rigenerazione dell'uomo in generale ed in particolare sono sei,e sono chiamati i giorni della sua la creazione. Perché, per gradi, dal non essere affattouomo, acquisisce per prima, qualcosa dell'uomo e, a poco a poco, giunge al sesto giorno, incui egli diventa un'immagine di Dio.
63. Nel frattempo il Signore combatte continuamente per lui contro i mali e le falsità, eattraverso i combattimenti, lo fortifica nella verità e nel bene. Il tempo del combattimento èil tempo delle opere del Signore. Perciò nei profeti l'uomo rigenerato viene chiamatol'opera delle dita di Dio. Né egli si riposa fino a quando l'amore ha il dominio sull'uomo.Quindi, il combattimento cessa. Quando l'opera è in uno stadio così avanzato che la fede ècongiunta con l'amore, è chiamata molto buona, perché il Signore eleva l'uomo alla dignitàdella sua somiglianza. Alla fine del sesto giorno gli spiriti maligni si allontanano, e glispiriti angelici prendono il loro posto, e l'uomo è introdotto nel cielo, ovvero nel paradisoceleste, in merito al quale si tratterà nel capitolo seguente.
64. Ecco allora il significato interiore della Parola, la sua autentica essenza, che nonappare affatto dal senso letterale. Ma così tanti sono i suoi arcani che interi volumi nonbasterebbero a svelarli. Solo pochissimi sono qui esposti, e quelli necessari a confermare ilfatto che la rigenerazione è il tema sotteso in questa parte della Parola, e che essa procededall'uomo esterno verso l'uomo interno. È così che gli angeli percepiscono la Parola. Loroignorano completamente il senso letterale della Parola, di ogni singolo termine. Ancormeno conoscono i nomi di nazioni, città, fiumi, e persone, che ricorrono di frequente nelleparti storica e profetica della Parola. Essi hanno un'idea univoca del significato delleparole e dei nomi. Così per Adamo nel cielo percepiscono la chiesa più antica, ma nonpropriamente quella chiesa, bensì la fede nel Signore di quella chiesa. Per Noèpercepiscono la chiesa presso i discendenti della chiesa più antica, esistente fino al tempodi Abramo. Per Abramo essi non intendono un individuo, ma una fede salvifica che èrappresentata da quel nome; e così via. Dunque essi percepiscono cose spirituali e celesti,completamente estranee al significato letterale di parole e nomi.
65. Alcuni hanno udito questi termini fino al primo ingresso del cielo, quando stavoleggendo la Parola, e da lì hanno iniziato una conversazione con me. Essi hanno dichiaratoche non riuscivano a capire un briciolo di qualsiasi parola e neppure una sola lettera inessa, ma soltanto ciò che è significato nel senso interiore, che hanno dichiarato essere cosìmirabile, in una sequenza tale che loro lo definiscono splendore.
66. Ci sono nella Parola, in generale, quattro differenti stili. Il primo è quello della chiesapiù antica. La loro modalità di espressione era tale che quando menzionavano le cose
terrestri e mondane pensavano alle cose spirituali e celesti, dalle prime rappresentate. Essiquindi non solo si esprimevano per rappresentazioni, ma le articolavano anche in unasorta di serie storiche, per conferire loro una maggiore vitalità; e questo era per lorosublime. Questo è lo stile di cui Anna profetizzò, dicendo:
Parla di ciò che è sublime! sublime! Esca dalla tua bocca ciò che è antico (1 Sam. 2:3)
Tali rappresentazioni sono chiamate in Davide detti oscuri dell'antichità (Salmi 78:24).Questi particolari concernenti la creazione, il giardino dell'Eden, ecc, Mosè trasse daidiscendenti della più antica chiesa, fino al tempo di Abramo.
[2] Il secondo stile è quello storico, che si trova nei libri di Mosè, dal tempo di Abramo inpoi, e in quelli di Giosuè, Giudici, Samuele, e Re. In questi libri i fatti storici sono così comeappaiono nel senso letterale. Eppure tutti contengono, sia in generale, sia nel particolare,ben altre cose nel senso interno, le quali, per Divina misericordia del Signore, sarannoesposte nel loro ordine nelle pagine seguenti. Il terzo stile è quello profetico, che è nato daciò che è stato così altamente venerato nella chiesa più antica. Questo stile, tuttavia, non èin forma storica e diacronica come lo stile più antico, ma è discontinuo, ed è scarsamentecomprensibile, salvo che nel senso interno, in cui sono i più profondi arcani, che sonoordinati in una serie perfetta, e riguardano l'esterno e l'interno dell'uomo, i molteplici statidella chiesa, il cielo stesso, e nel senso più profondo, il Signore. Il quarto stile è quello deisalmi di Davide, che è intermedio tra lo stile profetico ed il linguaggio comune. In questostile, nel senso interno, si fa riferimento al Signore, rappresentato dalla persona di Davide,in quanto re.
Genesi 2 67. Poiché per Divina misericordia del Signore mi è stato dato di conoscere il significatointeriore della Parola, in cui sono custoditi i più profondi arcani, che non sono mai venutia conoscenza di nessuno, né può essere altrimenti, salvo che non fosse nota la naturadell'altra vita (perché moltissime cose del senso interno della Parola riguardano,descrivono e coinvolgono le cose di quella vita) mi è permesso rivelare quello che ho vistoe udito nel corso di diversi anni in cui mi è stato concesso di essere in compagnia di spiritie angeli.
68. Sono ben consapevole che molti diranno che nessuno possa parlare con gli spiriti e gliangeli finché vive nel corpo. E molti diranno che si tratta di fantasia; altri, che ho riferitoqueste cose per acquisire credito, e altri ancora faranno altre obiezioni. Ma da tutto questoio non sono scoraggiato, perché ho visto, ho udito, ho sentito.
69. L'uomo è stato così creato dal Signore per essere in grado mentre vive nel corpo diparlare con gli spiriti e gli angeli, come in effetti è avvenuto nei tempi più antichi. Perché,essendo lo spirito rivestito di un corpo, egli è omogeneo con loro. Ma poiché col tempo gliuomini si sono immersi nelle cose corporali e mondane a tal punto da non interessarsiquasi a null'altro oltre ciò, la via di comunicazione è stata chiusa. Ciò nondimeno, nonappena l'uomo cessa di essere immerso nelle cose corporee, la via è riaperta, ed egli è fragli spiriti, ed in comunione di vita con loro.
70. Poiché mi è permesso di rivelare ciò che per molti anni ho udito e visto, va detto, inprimo luogo, cosa accade all'uomo quando viene resuscitato, ovvero come passa dalla vitadel corpo nella vita eterna. Affinché io potessi sapere che gli uomini vivono dopo la morte,mi è stata data la capacità di parlare e stare in compagnia con molti tra quelli che avevoconosciuto durante la loro vita nel corpo. E questo, non solo per un giorno o unasettimana, ma per mesi, e quasi un anno, parlando e associandomi con loro, esattamentecome in questo mondo. Si meravigliavano oltremodo per il fatto che, quando vivevano nelcorpo erano, e moltissimi altri con loro, persuasi nella certezza che non avrebbero vissutodopo la morte; quando in realtà dopo appena un giorno dalla morte del corpo, l'uomo èintrodotto nell'altra vita. Perché la morte è una continuazione della vita.
71. Ma, affinché questi soggetti non risultino sparsi e scollegati, qualora fossero associatia quelli contenuti nel testo della Parola, è permesso, dalla Divina misericordia del Signore,di disporli in ordine, all'inizio e alla fine di ogni capitolo, oltre a quelli che sono espostiincidentalmente.
72. Alla fine di questo capitolo, quindi, mi è permesso di riferire in che modo l'uomoviene risuscitato dai morti ed entra nella vita eterna.
Genesi 2 1. E i cieli e la terra e tutte le loro schiere furono compiuti.
2. E il settimo giorno Dio portò a compimento l'opera che aveva fatto; e nel settimo giorno si riposò da ogniopera che aveva fatto.
3. E Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in quel giorno si riposò da ogni sua opera che avevacreato.
4. Questa è la nascita dei cieli e della terra, quando Dio li creò, nel giorno in cui il Signore fece la terra e icieli.
5. E non c'era alcun arbusto nel campo, e nessuna erba era cresciuta, perché il Signore non aveva ancorafatto piovere sulla terra. E non c'era alcun uomo che coltivasse il suolo.
6. Ed egli fece una nebbia che saliva dalla terra, e irrigava tutta la superficie del suolo.
7. E il Signore plasmò l'uomo dalla polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita, e l'uomodivenne un essere vivente.
8. E il Signore piantò un giardino a oriente, in Eden, e vi pose l'uomo che aveva fatto.
9. E il Signore fece crescere dal suolo ogni albero meraviglioso alla vista, dai frutti deliziosi. Anche l'alberodella vita era al centro del giardino, e l'albero della conoscenza del bene e del male.
10. Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, e da lì si divideva, in quattro corsi.
11. Il nome del primo è Pison; esso scorre attorno a tutta la regione di Avìla, dove c'è l'oro.
12. E l'oro di quella terra è fine. Vi è la resina odorosa e la pietra d'onice.
13. Il nome del secondo è Gihon; esso scorre attorno alla regione di Cush.
14. Il nome del terzo è Tigri; esso scorre a oriente verso l'Assiria. E il quarto è l'Eufrate.
15. il Signore prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, affinché lo coltivasse e si prendesse cura di esso.
16. E il Signore diede un comando all'uomo, dicendo: Puoi mangiare di ogni albero del giardino.
17. Ma dell'albero della conoscenza del bene e del male, tu non dovrai mangiarne; perché nel giorno in cui nemangerai tu morirai.
Contenuti
73. Quando dopo la morte, l'uomo diviene spirituale, quindi, da spirituale divieneceleste, di cui qui si tratta (versetto 1).
74. L'uomo celeste è il settimo giorno, in cui il Signore riposa (versetti 23).
75. La sua conoscenza e la sua razionalità sono descritti dall'arbusto e dall'erba checrescono dal suolo, inumiditi dalla nebbia (versetti 56).
76. La sua vita è descritta dalla espirazione in lui del soffio della vita (versetto 7).
77. Successivamente la sua intelligenza è rappresentata dal giardino dell'Eden, a oriente,in cui gli alberi piacevoli alla vista sono le percezioni della verità, e gli alberi dai fruttiappetibili sono le percezioni del bene. L'amore è rappresentato dall'albero della vita, lafede dall'albero della conoscenza (versetti 89).
78. La sapienza è intesa con il fiume nel giardino. Di là originavano quattro corsi; ilprimo dei quali è il bene e la verità; il secondo è la conoscenza di tutte le cose del bene edel vero, cioè dell'amore e della fede. Questi soggetti attengono all'uomo interno. Il terzocorso è l'intelletto; e il quarto sono i saperi appresi nel mondo, che appartengono all'uomoesterno. Tutti procedono dalla sapienza, e quest'ultima, dall'amore e dalla fede nel Signore(versetti 1014).
79. L'uomo celeste è quel giardino. Ma siccome il giardino è dal Signore, è consentito aquell'uomo di godere di tutte queste cose, e tuttavia, non può possederle come sueproprie (versetto 15).
80. È anche permesso all'uomo di raggiungere la conoscenza del bene e del vero permezzo di ogni percezione da parte del Signore, ma egli deve farlo non da se stesso e dalmondo, né investigare nei misteri della fede per mezzo delle percezioni dei sensi e deisaperi mondani; perché ciò causerebbe la morte della sua natura celeste (versi 1617).
Significato interiore 81. Questo capitolo tratta dell'uomo celeste, come nel precedente si è trattato i quellospirituale, che sopravvive al decesso dell'uomo nel mondo. Ma siccome si ignora al giornod'oggi chi sia l'uomo celeste e, a malapena si sa chi sia l'uomo spirituale, o l'uomo morto,mi è permesso di precisare brevemente la natura di ciascuno, affinché possa esserneapprezzata la differenza. In primo luogo, un uomo morto non riconosce nulla del vero edel bene, se non ciò che appartiene al corpo e al mondo, ed è questo che adora. L'uomospirituale riconosce la verità e il bene spirituali e celesti; ma lo fa da un principio di fede,che è anche alla base delle sue azioni, piuttosto che dall'amore. L'uomo celeste crede epercepisce la verità e il bene spirituali e celesti, non riconoscendo altra fede diversa daquella che procede dall'amore, dalla quale anche egli agisce.
[2] Secondo: i fini che muovono l'uomo nel mondo attengono unicamente alla sua vitacorporea e mondana; né si sa cosa sia la vita eterna, ovvero chi sia il Signore, o seppure se
ne abbia una qualche conoscenza, non vi si crede. I fini che muovono l'uomo spiritualeattengono alla vita eterna, e quindi al Signore. I fini che muovono l'uomo celesteriguardano il Signore, e quindi il suo regno e la vita eterna.
[3] Terzo: l'uomo nel combattimento [spirituale. NdT] quasi sempre soccombe, e quandonon combatte, i mali e le falsità hanno il dominio su di lui; ed egli è uno schiavo. I suoivincoli sono esteriori, come ad esempio la paura della legge, la paura di perdere la vita, laricchezza, i guadagni e la fama che egli ha a cuore. L'uomo spirituale è in combattimento;ma è sempre vittorioso, i vincoli da cui è legato sono interiori, e sono chiamati vincoli dicoscienza. L'uomo celeste non è in combattimento, e quando è assalito dai mali e dallefalsità, li disprezza, ed è perciò chiamato conquistatore. Egli è apparentemente libero davincoli. I suoi legami che non sono evidenti, sono le percezione del bene e della verità.
82. Versetto 1. E i cieli e la terra furono compiuti, e tutte le loro schiere. Con queste parole siintende che l'uomo è ora reso spirituale, tale da essere diventato il sesto giorno. Il cielo è ilsuo uomo interno; terra, il suo esterno, e le loro schiere sono l'amore, la fede e le conoscenzeche di là procedono, che in precedenza erano rappresentate dai grandi luminari e le stelle.Che l'uomo interno è chiamato cielo e l'esterno terra, si evince dai passi della Parola giàcitati nel capitolo precedente, cui possono essere aggiunti i seguenti, in Isaia:
Farò un uomo più raro dell'oro massiccio, e anche un uomo più prezioso dell'oro di Ofir. Perciòcolpirò il cielo con terrore, e la terra sarà scossa dal suo luogo (Isaia 13:1213)
Tu hai dimenticato il Signore tuo creatore, che ha dispiegato i cieli, e posto le fondamenta dellaterra. Ma io metterò le mie parole nella tua bocca, e ti nasconderò all'ombra della mia mano,affinché io possa stendere il cielo, e gettare le fondamenta della terra (Isaia 51:13, 16)
Da queste parole è evidente che sia il cielo, sia la terra sono riferiti all'uomo; perché, anchese si riferiscono principalmente alla più antica chiesa, nondimeno, gli interiori della Parolasono di una tale natura che qualsiasi cosa si dica della chiesa può anche dirsi di ognisingolo membro di essa, il quale, a meno che non sia una chiesa, non potrebbe essere unaparte della chiesa, esattamente come colui che, a meno che non sia un tempio del Signorenon può essere ciò che è significato per il tempio, vale a dire, la chiesa e il cielo. È perquesta ragione che la più antica chiesa è chiamata uomo al singolare.
83. I cieli e la terra e tutte le loro schiere si dice che sono compiuti quando l'uomo è diventatoil sesto giorno, perché allora la fede e l'amore fanno uno. Quando essi sono congiunti,l'amore, e non la fede, o in altre parole il principio celeste, e non quello spirituale, prevale,e questo è l'uomo celeste.
84. Versetti 2, 3. E il settimo giorno Dio portò a compimento l'opera che aveva fatto; e nelsettimo giorno si riposò da ogni opera che aveva fatto. E Dio benedisse il settimo giorno e losantificò, perché in quel giorno si riposò da ogni sua opera che aveva creato. L'uomo celeste è ilsettimo giorno che, siccome il Signore ha lavorato nel corso dei sei giorni, si chiama la suaopera; e poiché tutti i combattimenti cessano allora, il Signore si dice che riposa da ogni suaopera. A questo riguardo il settimo giorno è stato santificato, e chiamato il sabato, da unaparola in ebraico che significa riposo. E così l'uomo fu creato, formato, e fatto, come sievince da queste parole.
85. Che l'uomo celeste sia il settimo giorno, e che il settimo giorno era perciò santificato, echiamato sabato, sono arcani che fino ad ora non erano ancora stati svelati. Perché nessunoha acquisito la conoscenza della natura dell'uomo celeste, e pochi quella dell'uomospirituale, il quale, in conseguenza di questa ignoranza, è stato posto sullo stesso pianodell'uomo celeste, nonostante la grande differenza che esiste tra loro, come può esserevisto al n. 81. Riguardo al settimo giorno e all'uomo celeste, che questi sia il settimo giorno osabato si evince dal fatto che il Signore stesso è il sabato; perciò dice:
Il figlio dell'uomo è Signore anche del sabato (Marco 2:27)
le quali parole implicano che il Signore è l'uomo stesso, e il sabato stesso. Il suo regno neicieli e sulla terra è chiamato, da lui, sabato, o pace eterna e quiete.
[2] La chiesa più antica, che è qui trattata, è stata il sabato del Signore, sopra tutte quelleche si sono succedute. Ogni successiva chiesa interiore del Signore è anche un sabato; ecosì pure ogni persona rigenerata quando diviene celeste, perché è una somiglianza delSignore. I sei giorni di combattimento o di lavoro precedono [il sabato. NdT]. Queste coseerano rappresentate nella chiesa ebraica dai giorni lavorativi, e dal settimo giorno, che erail sabato; perché in quella chiesa non vi era niente che non fosse rappresentativo delSignore e del suo regno. La medesima cosa è stata rappresentata anche dall'arca, quandoavanzava, e quando si fermava. Perché, nelle sue peregrinazioni nel deserto sono statirappresentati i combattimenti e le tentazioni; e per il suo fermarsi, lo stato di pace. Perciò,quando essa era in cammino, Mosè diceva:
Sorgi, Signore, e lascia che i tuoi nemici si disperdano, e scompaiano dal tuo cospetto coloro cheti odiano. E quando sostava, egli diceva, Torna il Signore, alle miriadi d'Israele (Num. 10:3536).
In quel passo si fa riferimento all'arca in movimento dal monte di Jehovah alla ricerca diun luogo di sosta per loro. (Num. 10:33).
[3] Il riposo dell'uomo celeste è rappresentato dal sabato in Isaia:
Se ti asterrai dal metterti in cammino il sabato, dall'occuparti dei tuoi affari nel giorno della miasantità, e chiamerai le cose del sabato mirabili delizie al santo di il Signore; e lo onoreraiastenendoti dalle tue occupazioni, dai tuoi diletti e dalle frequentazioni, né proferirai parola,allora tu sarai gradito a il Signore, e io ti eleverò sulle sommità della terra, e ti nutrirò conl'eredità di Giacobbe (Isaia 58:1314).
Questa è la qualità dell'uomo celeste che non agisce secondo il proprio desiderio, masecondo il beneplacito del Signore, che è il suo desiderio. Così egli gode di una pace internae della felicità qui rappresentata dalla elevazione fino alle sommità della terra e al tempostesso della quiete e della gioia, che è rappresentata dall'essere alimentato con l'eredità diGiacobbe.
86. Quando l'uomo spirituale, che è diventato il sesto giorno, comincia ad essere celeste, dicui si è appena trattato qui sopra, è la vigilia del sabato, rappresentata nella chiesa ebraicadalla santificazione del sabato dalla sera. L'uomo celeste è il mattino di cui si tratta inquesta sede.
87. Un'altra ragione per cui l'uomo celeste è il sabato, o quiete, è che il combattimentocessa quando egli diviene celeste. Gli spiriti maligni si ritirano e quelli angelici siapprossimano, e così pure gli angeli celesti; e quando questi sono presenti, gli spiritimaligni non possono più rimanere, e fuggono lontano. E poiché non era l'uomo stesso cheha effettuato il combattimento, ma il Signore solo, per l'uomo, è detto che il Signore siriposò.
88. Quando l'uomo spirituale diviene celeste, è chiamato opera di Dio, perché solo ilSignore ha combattuto per lui, lo ha creato, formato, e fatto, e quindi qui è detto, Dio finìla sua opera nel settimo giorno, e per due volte, che si riposò da ogni sua opera. L'uomo vieneripetutamente chiamato dai profeti opera delle mani e delle dita di il Signore, come in Isaia,parlando dell'uomo rigenerato:
Così ha detto il Signore, il santo d'Israele, e suo creatore, Voi cercate segni della mia presenza,segni riguardanti i miei figli, e volete ingerirvi dell'opera delle mie mani. Io ho fatto la terra, eho creato l'uomo sopra di essa. Con le mie mani ho steso i cieli, e ho ordinato tutte le loroschiere. Poiché così ha detto il Signore che crea i cieli, Dio stesso che ha formato e ha fatto la
terra; egli non ha creato un vuoto, ma lo ha fatto per essere abitato. Io sono il Signore e non c'èaltro Dio fuori di me (Isaia 45:1112, 18, 21).
È pertanto evidente che la nuova creazione, o la rigenerazione, è opera del Signore solo. Leespressioni creare, formare e fare, sono impiegate in un modo del tutto distinto nel passo quisopra, creare il cielo, formare la terra, e farli, e in altri luoghi, nello stesso profeta:
Tutti coloro che portano il mio nome, che io ho creato per la mia gloria, ho fatto e ho formato(Isaia 43:7)
ed anche nel precedente ed in questo capitolo della Genesi, come nel passo più sopra, siriposò da ogni sua opera, che Dio aveva fatto creando. Nel senso interiore questa terminologiaesprime sempre idee distinte; così pure laddove il Signore è chiamato creatore, fattore oartefice.
89. Versetto 4. Questa è la nascita dei cieli e della terra, quando Dio li creò, nel giorno in cui ilSignore fece la terra e i cieli. La nascita dei cieli e della terra rappresenta la formazionedell'uomo celeste. Che della sua costituzione qui si tratta si evince da tutto ciò che segue;come l'erba che non è ancora spuntata; che non vi era uomo che coltivasse la terra; comepure che il Signore plasmò l'uomo, e successivamente, che egli fece tutte le bestie e gliuccelli del cielo, della cui creazione si è trattato nel precedente capitolo. Da tutto ciò sievince che qui si tratta di un altro uomo. Ciò è ancora più evidente dal fatto che ora per laprima volta il Signore è chiamato il Signore, mentre nei passi precedenti, nei quali si ètrattano dell'uomo spirituale, egli è chiamato semplicemente Dio. Inoltre, ora si famenzione del suolo e del campo, mentre nei passi precedenti compare solo il termine terra.In questo versetto inoltre il cielo è menzionato per la prima volta prima della terra e poiterra prima di cielo. Il motivo di ciò è che terra significa l'uomo esterno, e cielo l'uomointerno, e nell'uomo spirituale la rigenerazione inizia dalla terra, cioè, dall'uomo esterno,mentre nell'uomo celeste, che è qui trattato, essa inizia dall'uomo interno, ovvero dal cielo.
90. Versetti 5, 6. E non c'era alcun arbusto nel campo, e nessuna erba era cresciuta, perché ilSignore non aveva ancora fatto piovere sulla terra. E non c'era alcun uomo che coltivasse il suolo.Ed egli fece una nebbia che saliva dalla terra, e irrigava tutta la superficie del suolo. Per arbustonel campo e per erba del campo si intende in generale tutto ciò che l'uomo esternoproduce. L'uomo esterno è chiamato terra finché egli rimane spirituale; ed è chiamato suoloe anche campo quando diviene celeste. La pioggia, che è subito dopo chiamata nebbia, è latranquillità della pace, quando cessa il combattimento.
91. Tuttavia, non si può percepire ciò che queste cose implicano, a meno che non sisappia in che stato è l'uomo, nella transizione dall'essere spirituale al divenire celeste,perché sono profondamente nascoste. Fintanto che è spirituale, l'uomo esterno non èancora disposto a obbedire e servire l'uomo interno, e quindi c'è un combattimento. Maquando diviene celeste, allora l'uomo esterno comincia a obbedire e servire l'uomo interno,e quindi il combattimento cessa, e ne deriva la tranquillità (vedi n. 87). Questa tranquillitàè rappresentata dalla pioggia e dalla nebbia perché è come un vapore con il quale l'uomoesterno è bagnato e irrorato da quello interno, ed è proprio questa tranquillità, il fruttodella pace, che produce quelli che sono chiamati arbusti del campo ed erbe dei campi che, inparticolare, sono cose della mente razionale e della memoria da un'origine spiritualeceleste.
92. La natura della tranquillità della pace dell'uomo esterno, alla cessazione delcombattimento, o dell'agitazione causata da cupidigie e falsità, può essere conosciuta soloda coloro che hanno fatto esperienza dello stato di pace. Questo stato è così mirabile chesupera ogni idea di gioia: non è solo la cessazione del combattimento, ma è la vita cheprocede dalla pace interiore, e che influenza l'uomo esterno in un modo tale che non puòessere descritto. Le verità della fede, e i beni dell'amore, derivano la loro vita dalla gioiadella pace.
93. Lo stato dell'uomo celeste, così dotato della tranquillità della pace, ravvivato dallapioggia e liberato dalla schiavitù di ciò che è male e falso, è così descritto dal Signore inEzechiele:
Farò con loro un'alleanza di pace, e allontanerò le fiere dalla regione, ed essi abiteranno sicurinel deserto, e dormiranno nei boschi. Farò di loro e dei luoghi intorno al mio colle unabenedizione; e farò scendere la pioggia nella sua stagione; piogge di benedizione esse saranno.E l'albero del campo darà i suoi frutti, e la terra darà i suoi prodotti, e abiteranno sicuri sullaloro terra. E conosceranno che io sono il Signore, colui che ruppe le redini del loro giogo, e liliberò dalle mani di coloro che li resero schiavi. E voi, mio gregge, gregge del mio pascolo, sieteun uomo, e io sono il vostro Dio (Ez. 34:2527, 31).
E che questa venga siglata nel terzo giorno, che nella Parola ha lo stesso significato disettimo è così affermato in Osea:
Dopo due giorni egli ci ridarà la vita. Nel terzo giorno ci risusciterà, e vivremo davanti alsuo cospetto, e noi conosceremo e saremo alla sequela di il Signore: egli procede come l'albae viene a noi come la pioggia, come la pioggia fine che irriga la terra (Osea 6:23).
Che questo stato sia paragonato alla crescita del campo è affermato in Ezechiele, quando siparla della Chiesa antica:
Ti ho moltiplicato come la messe nel campo, e sei cresciuto rigoglioso con ornamenti eccellenti(Ezechiele 16:7)
Ed è anche paragonato a:
Un germoglio della piantagione del Signore, e un'opera delle mani del Signore (Is. 60:21)
94. Versetto 7. E il Signore plasmò l'uomo dalla polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alitodi vita, e l'uomo divenne un essere vivente. Per plasmare l'uomo, dalla polvere del suolo siintende formare il suo uomo esterno, che prima non era uomo, perché si dice (versetto 5)che non c'era nessun uomo che coltivasse il suolo. Soffiare nelle sue narici un alito di vita significadargli la vita della fede e dell'amore. Per l'uomo divenne un'anima vivente si intende che ilsuo esteriore è stato reso vivo.
95. La vita dell'uomo esterno viene qui trattata. La vita della sua fede o intelletto, nei dueversetti precedenti. E la vita del suo amore ovvero la volontà in questo versetto. Fin quil'uomo esterno non ha acconsentito a mettersi al servizio dell'uomo interno, essendoimpegnato in un combattimento continuo con lui, e quindi l'uomo esterno non haconseguito la dignità di uomo. Ora, però, essendo fatto celeste, l'uomo esterno comincia aobbedire e servire l'uomo interno, e diventa dunque uomo essendo così reso dalla vita dellafede e dalla vita dell'amore. La vita della fede lo prepara, ma è la vita dell'amore che loporta ad essere uomo.
96. È detto che il Signore soffiò nelle sue narici perché nei tempi antichi, e nella Parola, pernarici era inteso tutto ciò che fosse gradevole in conseguenza del suo profumo, che significapercezione. In proposito si è ripetutamente scritto di il Signore, che emanava una fragranzadi quiete dagli olocausti, e da quelle cose che rappresentavano il Signore e il suo regno. Epoiché le cose che attengono all'amore e alla fede sono le più gradevoli a il Signore, si diceche soffiò un alitò di vita nelle sue narici. Di qui l'unto di il Signore, cioè, del Signore, èchiamato soffio delle narici (Lam. 4:20). E il Signore stesso ha inteso la medesima cosa peralitare sui suoi discepoli, come è riportato in Giovanni:
Alitò su di loro e disse, Ricevete lo Spirito Santo (Giovanni 20:22)
97. Il motivo per il quale la vita è rappresentata con il soffio e con il respiro è inoltre, chegli uomini della chiesa più antica percepivano lo stato dell'amore e della fede dagli statidella respirazione, che furono successivamente cambiati nei loro posteri. Di questarespirazione nulla può ancora essere detto, perché attualmente queste cose sono del tuttosconosciute. Le genti più antiche conoscevano bene questo arcano; così pure coloro chesono nell'altra vita; ma nessuno ormai, nel mondo. Questo è il motivo per cui lo spirito o lavita sono stati paragonati al vento. Il Signore anche usa questa similitudine parlando dellarigenerazione dell'uomo, in Giovanni:
Il vento soffia dove vuole e tu ne odi la voce, e non sai da dove viene o dove va. Così è per tutticoloro che sono nati dallo Spirito (Giovanni 3:8)
Così in Davide:
Dalla parola di il Signore furono fatti i cieli, e tutte le loro schiere dal soffio della sua bocca(Salmi 33:6)
Tu togli loro il respiro, ed essi muoiono; e ritornano nella loro polvere. Mandi il tuo spirito, edessi sono creati, e rinnovi i volti della terra (Salmi 104:2930)
Che il respiro sta per la vita della fede e dell'amore, appare in Giobbe:
Egli è lo spirito dell'uomo, e il soffio dell'Onnipotente ha dato loro l'intelletto (Giobbe 32:8).
Lo spirito di Dio mi ha creato, e il soffio dell'Onnipotente mi ha dato la vita (Giobbe 33:4).
98. Versetto 8. E il Signore piantò un giardino a oriente in Eden, e vi pose l'uomo che avevaformato. Per giardino è intesa l'intelligenza; per Eden, l'amore; per oriente. il Signore. Diconseguenza, per giardino di Eden a oriente è intesa l'intelligenza dell'uomo celeste, chefluisce dal Signore attraverso l'amore.
99. La vita, o l'ordine della vita, presso l'uomo spirituale, è tale che sebbene il Signorefluisca, attraverso la fede, nelle cose che appartengono al suo intelletto, alla ragione e allamemoria, ciò nondimeno, poiché il suo uomo esterno lotta contro l'uomo interno, apparecome se l'intelligenza non fluisca dal Signore, ma dallo stesso uomo, attraverso le cose
della sua memoria e ragione. Viceversa, la vita, o l'ordine della vita, presso l'uomo celeste,è tale che il Signore fluisce attraverso l'amore e la fede congiunta a quell'amore, nelle coseappartenenti al suo intelletto, alla ragione e alla memoria. E siccome non c'è alcuncombattimento tra l'uomo interno e l'uomo esterno, egli si accorge che è davvero così.Dunque l'ordine che fino a questo punto era stato invertito presso l'uomo spirituale è oradescritto come ristabilito presso l'uomo celeste e, questo ordine, o uomo, è chiamatogiardino a oriente in Eden. Nel significato supremo il giardino piantato da il Signore in Eden, aoriente è il Signore stesso. Nel significato più profondo, che è anche il significato universaleil giardino piantato da il Signore in Eden, a oriente è il regno del Signore, e il cielo in cui ècollocato l'uomo quando è diventato celeste. Il suo stato è quindi tale che egli è con gliangeli nel cielo, ed è come se fosse uno di loro; perché l'uomo è stato creato in modo chepur vivendo in questo mondo, possa allo stesso tempo essere nel cielo. In questo stato tuttii suoi pensieri, le idee del pensiero, e anche le sue parole e azioni, sono aperte, anche dalSignore, e contengono al loro interno ciò che è celeste e spirituale. Perché ciascuno ha lavita del Signore nel suo intimo, che gli permette di avere tale percezione.
100. Che giardino significhi intelligenza, e Eden, amore, appare anche in Isaia:
Il Signore consolerà Sion, egli sarà di sollievo in tutti i suoi luoghi di rovina. Tramuterà il suodeserto in Eden, e la sua desolazione in giardino del Signore. Gioia e letizia saranno in essi; lodie melodie di canto (Is. 51:3).
In questo passo, deserto, gioia e lodi sono termini rappresentativi delle cose celesti dellafede, ovvero sono in relazione con l'amore. Invece, desolazione, letizia e melodie di cantorappresentano le cose spirituali della fede, ovvero sono in relazione con l'intelletto. Leprime sono in relazione con l'Eden, le seconde con il giardino. In Isaia le due espressioniricorrono costantemente quali rappresentazioni degli stessi soggetti, uno dei quali perintendere le cose celesti, e l'altro, le cose spirituali. Cosa si intenda poi per giardino in Eden,può essere visto in ciò che segue, al versetto 10.
101. Che il Signore sia l'oriente appare anche dalla Parola, come in Ezechiele:
Mi ha condotto al cancello, fino alla porta che guarda verso oriente. Ed ecco la gloria del Dio diIsraele è giunta dalla via ad oriente; e la sua voce era come la voce di acque immense, e la terrarisplendeva della sua gloria (Ez. 43:12, 4).
Il sacro costume diffuso nella chiesa rappresentativa ebraica di volgere il volto versooriente, quando pregavano, deriva dal fatto che il Signore è l'oriente.
102. Versetto 9. E il Signore fece crescere dal suolo ogni albero meraviglioso alla vista, dai fruttideliziosi. Anche l'albero della vita era al centro del giardino, e l'albero della conoscenza del bene edel male. Albero significa percezione. Albero meraviglioso alla vista significa percezionedella verità. Albero dai frutti deliziosi significa la percezione del bene. Albero della vitasignifica l'amore e la fede che ne deriva. Albero della conoscenza del bene e del malesignifica la fede che discende dalle percezioni dei sensi, cioè dalle mere conoscenzemondane attinte dalla memoria.
103. Il motivo per cui gli alberi qui rappresentano la percezione è che ora è trattato l'uomoceleste, mentre è altrimenti quando si tratta dell'uomo spirituale; poiché dalla natura delsoggetto dipende il predicato.
104. Attualmente non si sa cosa sia la percezione. È una sorta di sensazione interiore,proveniente unicamente dal Signore, circa ciò che è vero e di ciò che è bene. Essa era bennota nella chiesa più antica. Questa percezione è talmente perfetta presso gli angeli cheessi hanno coscienza e conoscenza di ciò che è vero e di ciò che è bene; di ciò che è dalSignore; e altresì, dell'indole di ciascuno che è alla loro presenza, semplicemente dal suoapprossimarsi, e da una sola delle sue intenzioni. L'uomo spirituale, non ha la percezione,ma ha coscienza. Un uomo morto [il cui spirito è chiuso verso il cielo. NdT.] non ha nemmenocoscienza. Molti non sanno cosa sia la coscienza, e ancora meno cosa sia la percezione.
105. L'albero della vita è l'amore e la fede che ne deriva. Il centro del giardino è la volontàdell'uomo interno. La volontà, che nella Parola è chiamata cuore è il dominio principale delSignore presso l'uomo e l'angelo. Ma poiché nessuno può fare il bene da stesso, la volontàovvero il cuore non appartiene all'uomo, sebbene sia a lui attribuita. La cupidigia, che eglichiama volontà, appartiene all'uomo. Poiché dunque, la volontà è il centro del giardino,dove si trova l'albero della vita, e l'uomo non ha la volontà, ma la sola cupidigia, l'alberodella vita è la misericordia del Signore, da cui proviene tutto l'amore e la fede e, diconseguenza, tutta la vita.
106. Ma, la natura dell'albero del giardino, ovvero della percezione, dell'albero della vita,ovvero dell'amore e della fede di lì discendente, dell'albero della conoscenza, ovvero dellafede derivante di ciò che è sensuale e attinto dalle conoscenze mondane, verrà mostratanelle pagine seguenti.
107. Versetto 10. Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, e da lì si divideva, in quattrocorsi. Un fiume usciva da Eden è la sapienza che procede dall'amore, perché Eden èl'amore. Irrigare il giardino significa donare l'intelligenza. Da lì si divideva in quattrocorsi, è una descrizione dell'intelligenza per mezzo di quattro fiumi, come segue.
108. Le genti più antiche, quando paragonavano l'uomo ad un giardino, paragonavanoanche la sapienza e le cose ad esse correlate ai fiumi. Né si limitano a paragonarle, ma in
realtà chiamavano esattamente così questi soggetti, perché tale era il loro modo diesprimersi. Così è stato anche successivamente, per i profeti, che talvolta usavanoparagoni, talvolta, chiamavano così quegli stessi soggetti. Come in Isaia:
La tua luce sorgerà nelle tenebre, e la tua fitta oscurità sarà come la luce del giorno, e tu saraicome un giardino irrigato, come una cascata le cui acque non si ritirano (Isaia 58:1011)
Riferendosi a coloro che ricevono la fede e l'amore. Nello stesso profeta, parlando di coloroche sono rigenerati:
Come pianure si estendono, come giardini che fiancheggiano il fiume, come alberi d'aloepiantati dal Signore, come cedri lungo le acque (Num. 24:6)
In Geremia:
Beato l'uomo che confida nel Signore, egli sarà come albero piantato nell'acqua che mette le sueradici lungo il letto del fiume (Ger. 17:78)
In Ezechiele l'uomo rigenerato non è paragonato ad un giardino o un albero, ma èchiamato esattamente così:
Le acque lo avevano nutrito, la loro profondità lo avevano innalzato, il fiume gli scorrevaintorno, e mandava i suoi emissari a tutti gli alberi del campo. Era maestoso nella suagrandezza, nella lunghezza dei suoi rami, perché la sua radice era salda sotto grandi acque. Ilcedri nel giardino di Dio non lo nascondevano, gli abeti non raggiungevano le sue fronde, e iplatani non raggiungevano i suoi rami, né tutti gli alberi del giardino di Dio lo eguagliavano inbellezza. Ho reso la sua bellezza dalla moltitudine dei suoi rami, e tutti gli alberi dell'Eden cheerano nel giardino di Dio lo invidiavano (Ezechiele 31:4, 79)
Da questi passi è evidente che quando le genti più antiche paragonavano l'uomo o le coseinerenti l'uomo ad un giardino, aggiungevano le acque e i fiumi da cui poteva essereirrigato, e per queste acque e fiumi, si intendono le cose che potevano favorirne la crescita.
109. Che, sebbene la sapienza e l'intelligenza appaiano nell'uomo, esse appartengono,come è stato detto, solo al Signore, è chiaramente affermato in Ezechiele per mezzo dianaloghe rappresentazioni:
Ecco, le acque sgorgano da sotto la soglia del tempio verso oriente, perché la facciata deltempio dà a oriente. Ed egli disse: Queste acque sgorgano lungo la riva verso oriente, scendonoin pianura, e sfociano nel mare, ed essendo condotte in mare, le acque saranno purificate. Eavverrà che ogni essere vivente che attraverserà l'acqua dei fiumi vivrà. E da una riva all'altradel fiume vi saranno alberi da frutto in abbondanza, le cui foglie non cadranno, né i frutticesseranno; ma si rinnoveranno nella loro stagione, perché queste sue acque sgorgano dalsantuario, e il suo frutto sarà di nutrimento, e le foglie per medicina (Ezechiele 47:1, 89, 12)
Qui il Signore è inteso per l'oriente e il santuario da cui le acque ed i fiumi sgorgano. Allostesso modo in Giovanni:
Egli mi mostrò un fiume d'acqua viva, brillante come cristallo, che sgorgava dal trono di Dio edell'agnello. Nel mezzo della via e del fiume da una riva all'altra, vi era l'albero della vita, cheporta dodici frutti, uno per ogni mese; e le foglie dell'albero servivano per la guarigione dellenazioni (Apocalisse 22:12)
110. Versetti 11, 12. Il nome del primo è Pison; esso scorre attorno a tutta la regione di Avila,dove c'è l'oro. E l'oro di quella terra è fine. Vi è la resina odorosa e la pietra d'onice. Il primofiume, Pison, significa l'intelligenza della fede che procede dall'amore. La terra d'Avilasignifica la mente. L'oro, significa il bene. La resina odorosa e la pietra d'onice significa laverità. L'oro è menzionato due volte perché significa il bene dell'amore ed il bene dellafede che procede dall'amore. La resina odorosa e la pietra d'onice significanorispettivamente, la verità dell'amore e la verità della fede che procede dall'amore. Tale èl'uomo celeste.
111. È questione molto difficile descrivere queste cose nel loro senso interiore, perchéoggi nessuno sa cosa si intenda per fede che procede dall'amore, e per sapienza eintelligenza da lì discendenti. Perché gli uomini esteriori non hanno cognizione di altro senon di ciò che attingono dalle conoscenze di cui hanno memoria, che essi chiamanointelligenza, saggezza e fede. Essi non sanno nemmeno cosa sia l'amore, e molti ignoranoanche cosa sia la volontà e l'intelletto, e credono che essi costituiscano una sola mente. Enondimeno, ognuna di queste cose è distinta, sì, assolutamente distinta. E il cielouniversale è ordinato dal Signore in una maniera eminentemente distinta a seconda delledifferenze dell'amore e della fede, che sono innumerevoli.
112. Deve essere noto inoltre che non vi è alcuna sapienza che non proceda dall'amore e,di conseguenza, dal Signore. Né alcuna intelligenza se non dalla fede, quindi anch'essa dalSignore. E che non vi è alcun bene, se non dall'amore e, di conseguenza, dal Signore. E
nessuna verità se non dalla fede, quindi, dal Signore. Quelle che non sono dall'amore edalla fede, e quindi dal Signore, sono invero definite con questi nomi, ma sono spurie.
113. Niente è più ricorrente nella Parola che il bene della sapienza o dell'amorerappresentato con l'oro. L'oro nell'arca, nel tempio, nella tavola, nel candeliere, nei vasi, esulle vesti di Aronne, significa e rappresenta il bene della sapienza o dell'amore. Quindi,anche nei profeti, come in Ezechiele:
Con la tua sapienza e intelligenza hai raggiunto le tue ricchezze, e hai arricchito di oro e argentoi tuoi tesori (Ez. 28:4)
dove è affermato chiaramente che dalla sapienza e dall'intelligenza provengono oro eargento ovvero il bene e il vero, perché per argento si intende qui la verità, come anchenell'arca e nel tempio. In Isaia:
Una moltitudine di cammelli ti invaderà, dromedari di Madian e di Efa. Tutti verranno da Saba,e porteranno oro e incenso, e canteranno le lodi al Signore (Isaia 60:6)
E ancora:
I savi da oriente, che giunsero alla nascita di Gesù, si prostrarono e lo adorarono. E quandoaprirono i loro scrigni, presentarono a lui i doni: oro, incenso e mirra (Matteo 2:1, 11)
Anche qui oro significa bene, incenso e mirra, le cose che sono gradevoli in quantoprocedenti dall'amore e dalla fede, e che sono quindi chiamate le lodi di il Signore. Perciò sidice in Davide:
Egli vivrà, e gli sarà dato dell'oro di Saba. Saranno a lui elevate preghiere, sempre; e ogni giornosarà benedetto (Salmi 72:15)
114. La verità della fede è significata e rappresentata nella Parola dalle pietre preziose, cosìpure dalle pietre incastonate nel pettorale del giudizio, e sull'efod che Aronne indossavasulle spalle. Nel pettorale oro blu, cremisi lucente, lino scarlatto doppia tinta, lino fineritortorappresentano cose inerenti l'amore. E le pietre preziose, quelle inerenti la fede, dall'amore;così pure le due pietre del memoriale sulle giunture omerali dell'efod, che erano pietre di
onice, incastonate nell'oro (Esodo 28:922). Tale significato delle pietre preziose, è ancheevidente in Ezechiele, dove, parlando di un uomo dotato di beni celesti, che sono sapienzae intelligenza, si dice:
Pieno di sapienza, e perfetto in bellezza, tu sei stato in Eden, il giardino di Dio. I tuoi indumentierano adorni di ogni pietra preziosa, rubino, topazio, diamante, berillo, onice, diaspro, zaffiro,crisoprasio, smeraldo e oro. La manifattura di castoni e legature era in te; nel giorno in cui fosticreato essi furono preparati; tu eri perfetto nei tuoi lineamenti dal giorno in cui fosti creato (Ez.28:1213, 15)
da queste parole deve essere chiaro a tutti che qui non si intendono le pietre, bensì le cosecelesti e spirituali della fede; sì, ogni pietra rappresenta un determinato principio dellafede.
115. Quando le genti più antiche parlavano di terre comprendevano quale fosse ilsignificato, esattamente come coloro che oggi hanno cognizione del fatto che per la terra diCanaan e il monte Sion si intende il cielo; dunque essi non pensano al suolo o allamontagna quando questi luoghi sono menzionati, ma solo alle cose che essi significano. Ècosì anche per la terra di Avila, che è menzionata in Genesi 25:18, dove si dice dei figli diIsmaele, che essi abitarono da Avila fino a Shur, che precede l'Egitto, andando verso l'Assiria.Coloro che sono nelle idee celesti percepiscono da queste parole, nient'altro chel'intelligenza e ciò che fluisce dall'intelligenza. Così, per circondare termine usato inrelazione al fiume Pison, di cui si dice che circonda tutto il paese di Avila essi percepisconoil fluire all'interno. Così pure per le pietre di onice sull'Efod indossato sulle spalle diAronne, di cui è detto che sono incastonate nell'oro (Esodo 28:11), essi percepiscono che ilbene dell'amore deve influire nella verità della fede. E così in molti altri passi.
116. Versetto 13. Il nome del secondo è Gihon; esso scorre attorno alla regione di Cush. Ilsecondo fiume che si chiama Gihon significa la conoscenza di tutte le cose cheappartengono al bene e alla verità, ovvero all'amore e alla fede; e la terra di Cush significala mente. La mente è costituita dalla volontà e dall'intelletto. Ciò che si dice del primofiume si riferisce alla volontà, e ciò che si dice di quest'ultimo, all'intelletto, di cui fannoparte le conoscenze del bene e della verità.
117. La terra di Cush, o l'Etiopia, inoltre, abbondava in oro, pietre preziose, e spezie che,come detto in precedenza, significano rispettivamente bene, verità, e le cose da lì derivate,quali le conoscenze dell'amore e della fede. Questo è evidente dai passi sopra citati (n. 113)da Is. 60:6; Matt. 2:1, 11; Sal. 72:15. Che simili cose siano significate nella Parola da Cush o
Etiopia, e anche da Saba, si evince dai profeti, come in Sofonia, dove anche i fiumi di Cushsono citati:
Al mattino darà il suo giudizio alla luce, perché allora mi rivolgerò al popolo con un linguaggiochiaro, affinché tutti invochino il nome di il Signore, e lo servano offrendo la spalla. Dalpassaggio dei fiumi di Cush i miei devoti porteranno le loro offerte (Sof. 3:5, 910)
E in Daniele, parlando del re del settentrione e del mezzogiorno:
Egli avrà potestà sui tesori d'oro e d'argento, e su tutte le cose desiderabili d'Egitto. I Libici e gliEtiopi saranno al suo seguito (Dan. 11:43)
ove Egitto indica le conoscenze esteriori, ed Etiopi le conoscenze.
[2] Così, in Ezechiele:
I mercanti di Saba e Raama, questi erano i tuoi mercanti, a capo dei commerci di tutte le spezie,di ogni pietra preziosa, e dell'oro (Ez. 27:22)
con i quali, allo stesso modo, sono intese le conoscenze della fede. Così in Davide,parlando del Signore, e conseguentemente, dell'uomo celeste:
Nei suoi giorni fiorisca la giustizia e la pace in abbondanza fino a quando non ci sarà la luna. Ire di Tarsis e delle isole portino doni. I re di Saba e di Seba offrano un dono (Salmi 72:7, 10).
Queste parole, come è chiaro dalla loro correlazione con i passi precedenti e successivi,significano le cose celesti della fede. Analogo significato è attribuito alla regina di Saba,che andò da Salomone, prospettò questioni complesse, e portò in dono spezie, oro e pietrepreziose (1 Re 10:1, 2). Perché tutte le cose contenute nella parte storica della Parola, cosìcome nei profeti, significano, rappresentano, e implicano arcani.
118. Versetto 14. Il nome del terzo è Tigri; esso scorre a est verso l'Assiria. E il quarto èl'Eufrate. Il fiume Tigri è la ragione, o la lucidità della ragione. Assur è la mente razionale,il fiume che scorre a est verso Assur significa che la lucidità della ragione viene dal
Signore attraverso l'uomo interno, nella mente razionale, che è l'uomo esterno. Phrath oEufrate, sono le conoscenze esteriori, che sono le ultime.
119. Che Assur significhi la mente razionale, o logica dell'uomo, si evince dai profeti,come in Ezechiele:
Ecco, Assur era un cedro del Libano, dai bei rami, dalle fronde ombrose ed elevato in altezza. Ela sua chioma si stagliava tra fitti rami. Le acque alimentavano la sua crescita, le acque profondelo innalzavano. Il fiume scorreva attorno (Ez. 31:34)
La mente razionale è chiamata cedro del Libano, la chioma tra i fitti rami rappresenta leconoscenze esteriori, che sono in questa condizione. Questo è ancora più chiaro in Isaia:
In quel giorno ci sarà una strada dall'Egitto all'Assiria, e l'Assiria entrerà in Egitto, e l'Egitto inAssiria, e gli Egiziani saranno al servizio dell'Assiria. In quel giorno Israele sarà terzo conl'Egitto e l'Assiria, una benedizione in mezzo alla terra, affinché il Signore Sebaoth li benedica,dicendo: Benedetto sia l'Egitto mio popolo, l'Assiria opera delle mie mani e Israele mia eredità(Isaia 19:2325)
Con il termine Egitto in questo e vari altri passi si intendono le conoscenze esteriori, lamente razionale per Assiria, e l'intelligenza per Israele.
120. Come per Egitto così anche per Eufrate, sono intese le conoscenze esteriori ovveroquelle appartenenti alla memoria, e anche le cose sensuali da cui queste conoscenzediscendono. Questo è evidente dalla Parola, nei profeti, come in Michea:
La mia nemica ha detto, Dov'è il Signore tuo Dio? Il giorno in cui egli costruirà le tue mura, quelgiorno i confini saranno ampliati. Quel giorno egli giungerà da Assur, alle città d'Egitto, e alfiume [Eufrate] (Michea 7:1012)
Così si espressero i profeti riguardo alla venuta del Signore che avrebbe rigenerato l'uomoin modo che egli potesse diventare come un uomo celeste. In Geremia:
Perché ti inoltri per le vie dell'Egitto, a bere le acque di Sihor? Perché ti inoltri per le vie diAssur, a bere le acque del fiume [Eufrate]? (Ger 2:18),
dove Egitto e Eufrate significano indistintamente le conoscenze appartenenti alla memoria,e Assur i ragionamenti che di lì discendono. In Davide:
Tu hai sradicato una vite dall'Egitto. Hai scacciato le nazioni. Tu le hai trapiantate. Tu haiinviato i loro germogli fino al mare, ed i suoi ramoscelli al fiume [Eufrate] (Sal 80:8, 11)
dove Eufrate significa ciò che è sensuale e appartiene alla memoria. Perché l'Eufrate segnail confine tra i domini di Israele verso l'Assiria, così come le conoscenze presenti nellamemoria segnano il confine dell'intelligenza e della sapienza dell'uomo spirituale e celeste.La stessa cosa è intesa da ciò che è stato detto ad Abramo:
Alla tua discendenza darò questa terra, dal fiume d'Egitto al grande fiume, il fiume Eufrate(Gen. 15,18).
Questi due termini hanno un simile significato.
121. La natura dell'ordine celeste, ovvero come procede la vita, è evidente da questifiumi, vale a dire dal Signore, che è l'Oriente e che da lui procede la sapienza, attraverso lasapienza l'intelligenza, attraverso l'intelligenza la ragione, e per mezzo della ragione leconoscenze presenti nella memoria sono vivificate. Questo è l'ordine della vita, e tali sonogli uomini celesti, e poiché gli anziani d'Israele rappresentano gli uomini celesti, essi eranochiamati savi, intelligenti ed eruditi (Dt 1:13, 15). Perciò si dice di Bezaleel, che costruì l'arca,che era:
Pieno dello spirito di Dio, in sapienza, intelletto, e conoscenza, e nell'esecuzione di ogni opera(Es. 31:3; 35:31, 36:12)
122. Versetto 15. il Signore prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, affinché lo coltivasse e siprendesse cura di esso. Per il giardino di Eden sono intese tutte le cose dell'uomo celeste,come descritte. Per, coltivare e prendersi cura di esso, si intende che gli è permesso goderedi tutte queste cose, ma non di possederle come sue proprie, perché appartengono alSignore.
123. L'uomo celeste riconosce, in quanto percepisce che tutte le cose, sia in generale, siain particolare, sono del Signore. Anche l'uomo spirituale riconosce questa materia, ma conla bocca, perché ha imparato ciò dalla Parola. L'uomo mondano e corporeo non riconosce
né ammette che le cose stiano così. Ma tutto quello che egli ha presso di sé, lo chiamaproprio, e immagina che qualora dovesse perdere tale possesso, egli perirà comunque.
124. Che la sapienza, l'intelligenza, la ragione e la conoscenza non sono dell'uomo, madel Signore, è chiaramente evidente da tutto ciò che il Signore ha insegnato, come inMatteo, dove il Signore si paragona al padrone di casa che piantò una vigna, la circondòcon una siepe e la affidò ai vignaioli (21:33), e in Giovanni:
Lo Spirito di verità vi guiderà alla verità tutta intera; perché egli non parlerà da se stesso, maogni cosa che avrà udito la dirà. Egli mi glorificherà, perché riceverà del mio e lo annunzierà avoi (Giovanni 16:1314)
Un uomo non può ricevere nulla se non gli è stato dato dal cielo (Giovanni 3:27)
Che ciò sia realmente così è noto a tutti coloro che sono a conoscenza anche solo di pochiarcani del cielo.
125. Versetto 16. E il Signore diede un comando all'uomo, dicendo: Puoi mangiare di ogni alberodel giardino. Per, mangiare di ogni albero, si intende conoscere, in virtù della percezione,ciò che è bene e vero; perché, come prima è stato illustrato, albero significa percezione. Gliuomini della chiesa più antica avevano le conoscenze della vera fede per mezzo dirivelazioni, perché essi conversavano con il Signore e con gli angeli, ed erano inoltreistruiti per mezzo di visioni e sogni, che erano sommamente gradevoli e paradisiache.Avevano dal Signore la percezione continua, in modo che quando riflettevano su ciò cheera custodito nella memoria percepivano immediatamente se si trattava di coseappartenenti al bene ed alla verità, tanto che quando appariva alcunché di falso, essi nonsolo lo evitavano, ma addirittura lo consideravano con orrore: tale è lo stato degli angeli.In luogo di questa percezione della chiesa più antica, tuttavia, è succeduta in seguito laconoscenza del bene e del vero, da ciò che era stato in precedenza rivelato, e poi da ciò cheè stato rivelato nella Parola.
126. Versetto 17. Ma dell'albero della conoscenza del bene e del male, tu non dovrai mangiarne;perché nel giorno in cui ne mangerai tu morirai. Queste parole, unitamente a quelle appenaillustrate, significano che è consentito addentrarsi nella conoscenza della verità e del beneper mezzo di ogni percezione che procede dal Signore, piuttosto che da sé stessi e dalmondo; cioè a dire che non si devono indagare i misteri della fede attraverso le percezionidei sensi e ciò che si attinge dalla memoria perché così facendo la fede celeste è distrutta.
127. Il desiderio di indagare i misteri della fede attraverso le percezioni dei sensi e ciòche si attinge dalla memoria non fu soltanto la causa della caduta della posterità dellachiesa più antica, di cui si tratterà nel seguente capitolo, ma è anche la causa della cadutadi ogni chiesa; perché di lì discendono non solo le falsità, ma anche i mali della vita.
128. L'uomo mondano e corporeo dice in cuor suo, se non sono istruito nella fede, e intutto ciò che la riguarda, attraverso le percezioni dei sensi, in modo che io possa vedere, oper mezzo delle cose appartenenti alla memoria così che io possa comprendere, non potròcredere. Ed egli conferma questo convincimento persuadendosi che le cose naturali nonpossono essere contrarie a quelle spirituali. Così egli è desideroso di essere istruitomediante le percezioni dei sensi in ciò che è celeste e Divino, il che è impossibile come lo èper un cammello passare attraverso la cruna di un ago. Quanto più egli aspiri adaccrescere la propria sapienza, mediante tali mezzi, tanto più acceca se stesso, finché allafine non ha nessuna fede, neppure crede che vi sia qualcosa di spirituale, o che la vitaeterna esista. Questo deriva dall'assunto che egli ha fatto proprio, cioè mangiare dei fruttidell'albero della conoscenza del bene e del male dei quali più ci si nutre, più ci si approssimaalla morte. Viceversa, colui che desidera essere savio dal Signore, e non dal mondo,sostiene in cuor suo che si debba avere fede nel Signore, cioè, nelle cose che il Signore haaffermato nella Parola, perché esse sono verità. E secondo questo principio disciplina isuoi pensieri. Egli conferma ciò nelle cose della ragione, della conoscenza, dei sensi, e dellanatura, e quelle che non sono compatibili sono spazzate via.
129. Ciascuno può sapere che l'uomo è governato dai principi che egli fa propri,ancorché essi siano falsi, e che ogni sua cognizione ed ogni ragionamento asseconda queiprincipi. Perché innumerevoli considerazioni tendono a sostenerli presentandosi alla suamente, di conseguenza egli si conferma in ciò che è falso. Pertanto, colui che fa proprio ilprincipio secondo cui non si debba credere in nulla che non si possa vedere nécomprendere, questi non potrà mai credere nelle cose spirituali e celesti, le quali nonpossono essere viste con gli occhi, o concepite dall'immaginazione. Ma l'ordine autentico èche l'uomo sia savio dal Signore, cioè attraverso la sua Parola e quindi da tutte le cose chedi lì procedono, e che sia illuminato anche nelle questioni della ragione e nelle conoscenzapresenti nella memoria. Perché non è affatto vietato apprendere le scienze, dal momentoche sono utili alla sua vita e piacevoli. Né è proibito, a colui che è nella fede, di pensare edesprimersi secondo la conoscenza del mondo. Ma ciò deve avvenire nel rispetto di questoprincipio, credere alla Parola del Signore e, per quanto possibile, confermare le veritàspirituali e celesti per mezzo delle verità naturali, in una modalità che risulti familiarepresso il mondo erudito. Il punto di partenza quindi deve essere il Signore e non sé stessi,perché il primo è la vita, mentre l'altro è la morte.
130. Chi desidera essere saggio dal mondo ha per suo giardino le percezioni dei sensi e leconoscenze presenti nella memoria. L'amore di sé e l'amore del mondo sono il suo Eden. Ilsuo oriente è l'occidente, ovvero se stesso. Il suo fiume Eufrate è tutta la sua conoscenzaattinta dalla memoria, che è oggetto di condanna. Il suo secondo fiume dove si troval'Assiria è il ragionamento fatuo produttivo di falsità. Il suo terzo fiume, dove è l'Etiopiasono i principi del male e del falso di lì derivanti, che sono le conoscenze della sua fede. Ilsuo quarto fiume è la saggezza di lì discendente, che nella Parola si chiama magia. E quindil'Egitto che significa le conoscenze attinte dalla memoria dopo che la conoscenza èdiventata gioco di prestigio, rappresenta un tale uomo, perché, come si può vedere dallaParola, questi desidera essere saggio da se stesso. Di tale uomo è scritto in Ezechiele:
Così dice Jehovih il Signore, ecco, io sono contro di te, Faraone, re d'Egitto, la grande balena chegiace nel mezzo del fiume, che ha detto, il fiume è mio, e io l'ho fatto per me stesso. E la terrad'Egitto sarà arida e desolata, ed essi sapranno che io sono l'Eterno, a causa di colui che hadetto: Il fiume è mio, e io l'ho fatto (Ez 29:3, 9)
Tali uomini sono chiamati anche alberi dell'Eden all'inferno, nello stesso profeta, dove vienecitato anche Faraone, o l'Egiziano, in questo passo:
Quando lo avrò fatto precipitare all'inferno con i suoi che si inabissano nel baratro; a chi vorràessere messo al cospetto per gloria e magnificenza tra gli alberi dell'Eden? Anche tu saraiprecipitato insieme con gli alberi dell'Eden nella terra inferiore, in mezzo agli incirconcisi, con itrafitti di spada. Questo è Faraone e tutta la sua gente (Ezechiele 31:16, 18)
dove gli alberi dell'Eden indicano le conoscenze dalla Parola, che essi profanano attraversoragionamenti.
Genesi 2, versetti 1825 18. E il Signore disse: Non è bene che l'uomo rimanga solo, gli farò un aiuto, affine a lui.
19. E il Signore plasmò dalla terra tutti gli animali dei campi, e tutti gli uccelli del cielo, e licondusse all'uomo per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamatoogni essere vivente, quello sarebbe stato il suo nome.
20. E l'uomo impose il nome ad ogni animale, agli uccelli del cielo, e alle bestie selvatiche deicampi, ma per l'uomo non fu trovato un aiuto a lui affine.
21. E il Signore indusse un profondo torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e larichiuse con la carne al suo posto.
22. Dalla costola, che il Signore aveva tolta all'uomo, egli compose la donna e la condusse all'uomo.
23. E l'uomo disse: questa ora è ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Perciò sarà chiamata donnaperché dall'uomo è stata tratta.
24. Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre, e si unirà a sua moglie, e saranno una sola carne.
25. Tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, e non provavano vergogna.
Contenuti
131. Qui si tratta dei posteri della chiesa più antica, che furono inclini al proprio sé.
132. Poiché l'uomo è tale da non essere soddisfatto nell'essere guidato dal Signore, madesidera essere guidato anche da se stesso e dal mondo, o dal suo proprio, esattamente delsuo proprio, che gli era stato concesso, si tratta qui di seguito (versetto 18).
133. Prima gli è stato dato di conoscere le affezioni del bene e le conoscenze della veritàche gli sono state donate dal Signore; ma nondimeno egli propende per il suo proprio(versetti 1920).
134. Perciò egli è lasciato nella condizione del suo proprio, e gli è dato un proprio, che èrappresentato dalla costola plasmata in una donna (versetti 2123).
135. La vita celeste e spirituale sono aggiunte al proprio dell'uomo, in modo che esse appaiono come una (versetto 24).
136. E l'innocenza dal Signore viene instillata in questo proprio, in modo da risultareaccettabile (versetto 25).
Significato interiore
137. I primi tre capitoli della Genesi trattano in generale della chiesa più antica, che èchiamata uomo, dagli albori fino alla sua fine. La parte iniziale tratta del suo stato piùfiorente, quando essa era un uomo celeste. Qui si tratta ora di coloro che sono inclini alloro proprio e ai loro posteri.
138. Versetto 18. E il Signore disse: Non è bene che l'uomo rimanga solo, gli farò un aiuto, affinea lui. Con solo si vuole intendere che non era contento di essere guidato dal Signore, madesiderava essere guidato da sé e dal mondo; per aiuto affine a lui è significato il propriodell'uomo, che viene successivamente chiamato costola plasmata in una donna.
139. Nei tempi antichi si diceva che coloro che abitavano da soli erano sotto la guida delSignore come gli uomini celesti, perché tali uomini non erano più infestati dai mali, o daspiriti malvagi. Questo è stato rappresentato nella chiesa ebraica anche dal loro abitare dasoli quando ebbero cacciato le nazioni. Per questo motivo a volte si dice della chiesa delSignore, nella Parola, che è sola, come in Geremia:
Alzati, sorgi quale nazione serena che abita nella pace, dice il Signore, che non ha né cancelli, nésbarre; essi dimorano soli (Ger. 49:31)
Nella profezia di Mosè:
Israele abita in pace, appartato (Deut. 33:28).
E ancora più chiaramente nella profezia di Balaam:
Ecco, un popolo abita in disparte, e non deve essere annoverato tra le nazioni (Num. 23:9)
dove per nazioni si intendono i mali. Questi posteri della chiesa più antica non era dispostiad abitare da soli, cioè, ad essere un uomo celeste, ovvero ad essere guidati dal Signorecome un uomo celeste, ma, come la chiesa ebraica, hanno voluto essere annoverati tra lenazioni. E poiché essi desideravano questo, si dice, non è bene che l'uomo sia solo, perché chidesidera è già nel male, e ciò gli è concesso.
140. Che per un aiuto, affine a lui è inteso il proprio dell'uomo, si evince sia dalla naturadel suo proprio, sia da quanto segue. Poiché tuttavia l'uomo della chiesa che è qui trattato,
era incline al bene, un proprio gli fu concesso, ma di un genere che appariva come fossesuo, e quindi si dice un aiuto affine a lui.
141. Innumerevoli cose si potrebbero dire del proprio dell'uomo, illustrandone la naturapresso l'uomo corporeo e mondano, presso l'uomo spirituale e presso l'uomo celeste.Presso l'uomo corporeo e mondano, il proprio è il suo tutto; egli non conosce altro che ilsuo proprio, e immagina, come in precedenza si è detto, che se dovesse perdere questosuo proprio, egli perirebbe. Anche nell'uomo spirituale il proprio ha una simile apparenzaperché, sebbene egli sappia che il Signore è il tutto della vita, e dona la sapienza e lacapacità di intendere, e di conseguenza il potere di pensare e di agire, ciò nondimeno,questa conoscenza è più una professione delle sue labbra che il convincimento del suocuore. Invece l'uomo celeste discerne che il Signore è il tutto della vita e dà il potere dipensare e di agire, perché egli percepisce che è esattamente così. Egli non desidera mai ilsuo proprio, tuttavia un proprio gli è dato dal Signore, unitamente alla percezione delbene e del vero, insieme alla gioia. Gli angeli sono in tale proprio, e sonocontemporaneamente nella massima pace e serenità, perché nel loro proprio ci sono quellecose che appartengono al Signore, che governa il loro proprio, ovvero governa loro, permezzo di questo stesso proprio. Questo proprio è l'autentico sé celeste, mentre quellodell'uomo corporeo è il sé infernale. Ma di questo proprio si tratterà di seguito.
142. Versetti 19, 20. E il Signore plasmò dalla terra tutti gli animali dei campi, e tutti gli uccellidel cielo, e li condusse all'uomo per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomoavesse chiamato ogni essere vivente, quello sarebbe stato il suo nome. E l'uomo impose il nome adogni animale, agli uccelli del cielo, e alle bestie selvatiche dei campi, ma per l'uomo non fu trovatoun aiuto a lui affine. Per animali, sono intese le affezioni celesti, e per uccelli del cielo, leaffezioni spirituali, vale a dire, per animali è inteso ciò che attiene alla volontà, e peruccelli, ciò che attiene all'intelletto. Per condurli all'uomo per vedere come li avrebbechiamati, è inteso permettergli di conoscere la loro qualità. Per imporre loro i nomi, siintende che egli le conosceva. Ma pur conoscendo la qualità delle affezioni del bene e delleconoscenze della verità, facoltà che gli è stata data dal Signore, nondimeno, egli è incline alsuo proprio, che è espresso negli stessi termini utilizzati prima, cioè che non fu trovato unaiuto a lui affine.
143. Che per bestie e animali erano anticamente intese le affezioni e simili cose nell'uomo,può suonare strano al presente; ma poiché gli uomini di quei tempi coltivavano ideecelesti e, poiché queste nel mondo spirituale sono rappresentate dagli animali, e infatti glianimali sono le loro rappresentazioni pertanto, quando si esprimevano in questi terminiessi intendevano nient'altro che ciò. Neppure si intende altro nella Parola in quei luoghi incui sono menzionati gli animali sia in generale sia nel particolare. L'intera Parola profeticaè piena di tali concetti; perciò chi ignora il significato particolare di ogni animale, non può
comprendere ciò che la Parola contiene nel senso interno. Ma, come è stato già osservato,gli animali sono di due specie quelle maligni o nocivi, e quelli buoni o innocui e per glianimali buoni, quali per esempio pecore, agnelli e colombe, sono intese le affezioni delbene. E poiché questo è il celeste, ovvero l'uomo spirituale celeste, di cui si tratta, questi èesattamente ciò che si intende qui. Che gli animali in generale significhino le affezioni puòessere visto sopra, come dimostrano alcuni passi della Parola (n. 4546), cosicché non sononecessarie ulteriori conferme.
144. Che per imporre il nome si intenda conoscere la qualità, è perché gli antichi dal nomecomprendevano l'essenza di una cosa, e per vedere e chiamare per nome, intendevanoconoscere la qualità. La ragione di ciò era che essi imponevano i nomi ai loro figli e alleloro figlie in base alle cose che erano rappresentate da ciascun nome; perché ogni nomeaveva qualcosa di peculiare in sé, da cui essi potevano conoscere la natura dei loro figli,come si vedrà più avanti in questa opera, quando, per la Divina misericordia del Signore,si arriverà a trattare dei dodici figli di Giacobbe. Poiché dunque i nomi implicavanol'origine e la qualità delle cose nominate, nient'altro era inteso per chiamare per nome.Questo era il modo consueto di parlare tra loro; ma chiunque non comprenda questo puòmeravigliarsi di un tale significato.
145. Nella Parola anche, con nome è intesa l'essenza di una cosa, e per vedere e chiamareper nome, si intende conoscere la qualità. Come in Isaia:
Io ti darò i tesori delle tenebre, e le ricchezze nascoste in luoghi segreti, affinché tu possaconoscere che io, Signore, che ti chiamo per nome, sono il Dio di Israele. Per amore di Giacobbemio servo, e Israele il mio eletto, ti ho chiamato per nome. Ti ho dato un cognome, eppure tunon mi hai conosciuto (Isaia 45:34)
In questo passo, chiamare per nome e cognome significa prevedere la qualità. Nello stessoprofeta:
Tu sarai chiamato con un nome nuovo, che la bocca del Signore profferirà (Isaia 62:2)
volendo intendere, cambiare qualità, come risulta dai versetti precedenti e successivi.Nello stesso profeta:
Non temere, o Israele, perché io ti ho redento, ti ho chiamato con il tuo nome; tu mi appartieni(Isaia 43:1)
volendo intendere che il Signore conosceva la loro qualità. Sempre nello stesso profeta:
Levate gli occhi in alto, ed ecco chi ha creato queste cose, che trae fuori il loro esercito pernumero. Egli li chiamerà tutti per nome (Isaia 40:26)
il che significa che li conosceva tutti. Nell'Apocalisse:
Tu hai alcuni anche in Sardi che non hanno contaminato le loro vesti: colui che vince saràadorno di bianche vesti, e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma lo riconosceròdavanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli (Ap. 3:45)
I loro nomi non sono scritti nel libro della vita dell'Agnello (Ap. 13:8)
Per nomi in questi passi non sono affatto intesi i nomi, bensì le qualità. Neppure nel cielo èmai noto il nome di alcuno, bensì la sua qualità.
146. Da quanto è stato detto, si può scorgere tra le cose che precedono. Nel versetto 18 sidice: Non è bene che l'uomo sia solo: gli farò un aiuto a lui affine e ora si parla di animali euccelli i quali tuttavia erano stati menzionati prima e, subito si ripete che per l'uomo non èstato trovato un aiuto, a lui affine che significa che, sebbene gli è stato permesso di conoscerela sua qualità, quanto alle affezioni del bene, e alle conoscenze della verità, nondimeno,egli è incline al suo proprio; perché coloro che sono tali da desiderare ciò che è il loroproprio, cominciano a disprezzare le cose del Signore, quantunque esse siano chiaramenterappresentate e mostrato loro.
147. Versetto 21. E il Signore indusse un profondo torpore sull'uomo, che si addormentò; glitolse una delle costole e la richiuse con la carne al suo posto. Per costola, che è un osso deltorace, si intende il proprio l'uomo, in cui vi una qualche vitalità, un qualcosa che è caro alui. Per carne al posto della costola, si intende un proprio in cui vi è vitalità; per profondotorpore, s'intende lo stato nel quale l'uomo è stato lasciato in modo che possa sembrare ase stesso di avere ciò che è il suo proprio, stato che assomiglia al sonno, perché mentre è intale condizione egli non sa altro se non che vive, pensa, parla e agisce, da se stesso. Maquando comincia a realizzare che questo è falso, egli è allora destato in quanto è uscito dalsonno, e diviene sveglio.
148. Il motivo per cui ciò che è proprio dell'uomo (e in effetti proprio è ciò che è a luicaro) è chiamato costola che è un osso del torace, è che tra le genti più antiche il pettosignificava la carità, perché contiene sia il cuore, sia i polmoni. Le ossa significavano le
cose più vili, perché possiedono il minimo della vitalità, mentre la carne, erarappresentativa di quella vitalità. Il fondamento di questi significati è uno dei più profondiarcani noti agli uomini della chiesa più antica, in merito al quale in virtù della Divinamisericordia del Signore si tratterà qui di seguito.
149. Nella Parola anche, il proprio dell'uomo è rappresentato dalle ossa, ed infatti, unproprio vivificato dal Signore, come in Isaia:
Il Signore disseterà la tua anima in periodi di siccità, e rinvigorirà le tue ossa, e tu sarai come ungiardino irrigato (Isaia 58:11)
Allora vedrete, e il vostro cuore si rallegrerà, e le vostre ossa saranno rigogliose come lavegetazione (Isaia 66:14)
In Davide:
Tutte le mie ossa diranno: Signore, chi è come te? (Salmi 35:10)
Questo è ancora più evidente in Ezechiele, dove si parla di ossa che accolgono la carne, ehanno lo spirito in loro:
La mano del Signore mi mise nel mezzo della valle, ed era pieno di ossa; ed egli mi disse,profetizza su queste ossa, e di' loro: Ossa secche, ascoltate la parola del Signore, così diceJehovih il Signore a queste ossa, Ecco, io porto il respiro in voi, e vivrete, e io porrò nervi su divoi, e farò aderire la carne su di voi, e vi coprirò con la pelle, e metterò il respiro in voi, evivrete, e voi conoscerete che io sono il Signore (Ez. 37:1, 46).
[2] Il proprio dell'uomo, se visto dal cielo, appare come un qualcosa di completamenteosseo, inanimato, e particolarmente brutto, di conseguenza, come in sé morto. Ma quandoè vivificato dal Signore appare come la carne. Perché il proprio dell'uomo è qualcosa chesemplicemente non ha la vita in sé, anche se in lui appare come qualcosa, anzi come ognicosa. Qualunque sia la vita in lui, essa procede dalla vita del Signore, e se questa fosseritirata egli cadrebbe morto come una pietra, perché l'uomo è solo un organo della vita, ecome è l'organo, tale è l'affezione della vita. Il Signore solo possiede ciò che è suo proprio.Da questo suo proprio ha redento l'uomo, e da questa stesso lo salva. Il proprio del
Signore è la vita, e dal suo proprio, il proprio dell'uomo, che in sé è morto, è vivificato. Ilproprio del Signore è anche inteso dalle parole del Signore in Luca:
Uno spirito non ha carne e ossa come vedete che io ho (Luca 24:39)
È stato anche inteso da non un osso di agnello pasquale sarà rotto (Esodo 12:46).
150. Lo stato dell'uomo quando è nel suo proprio, o quando suppone di vivere da sestesso, viene paragonato con il sonno profondo e infatti dagli antichi era chiamato sonnoprofondo e nella Parola si dice di essi che fu infuso su di loro lo spirito del profondo torpore(Isaia 29:10), e che dormono un sonno (Ger. 51:57). Che il proprio dell'uomo è di per sémorto, e che nessuno ha la vita da se stesso, è stato dimostrato in modo così chiaro nelmondo degli spiriti, che gli spiriti maligni che amano unicamente il loro proprio, eostinatamente insistono sul fatto che vivono da se tessi, sono stati convinti dall'esperienzadiretta, e sono stati costretti ad ammettere che non vivono da se stessi. Per un certonumero di anni mi è stato permesso in modo particolare di approfondire ciò che è ilproprio dell'uomo, e mi è stato concesso di percepire chiaramente che non potevo pensarealcunché da me stesso, ma che ogni idea del pensiero fluiva, e volte potevo percepire comee da dove essa scorreva. L'uomo che sostiene di vivere da se stesso è quindi nel falso, e datale convincimento, che vive da se stesso, si appropria di tutto il male e di tutto il falso, ilche non sarebbe mai accaduto se il suo convincimento fosse stato conformità con la verità.
151. Versetto 22. Dalla costola, che il Signore aveva tolta all'uomo, egli compose la donna e lacondusse all'uomo. Per comporre, si intende ricostruire ciò che è caduto. Per costola, siintende il proprio dell'uomo, l'uomo non vivificato. Per donna, si intende il propriodell'uomo vivificato dal Signore. Per, la condusse all'uomo, si intende che ciò checostituisce il suo proprio gli è stato concesso. La posterità di questa chiesa non ha voluto,al pari dei suoi ascendenti, essere un uomo celeste, ma ha preferito essere sotto guida delproprio sé. Inclinandosi dunque verso il suo proprio, questo è stato loro concesso, ma è unproprio vivificato dal Signore, e perciò è denominato donna, e poi moglie.
152. Deve essere osservato con il giusto discernimento che la donna non è stata compostadalla costola di un uomo, e che profondi arcani sono qui sottintesi, tali che nessuno finorane è venuto a conoscenza. Che per donna sia inteso il proprio dell'uomo può essereconosciuto dal fatto che la donna fu ingannata; perché niente inganna mai l'uomo, se nonil suo proprio, ovvero, l'amore di sé e l'amore del mondo.
153. Delle ossa è detto che furono composte in una donna, ma non è detto che la donna fucreata o plasmata o fatta, come prima, trattando della rigenerazione. La ragione di ciò èche comporre sta risollevare ciò che è caduto; e in questo senso viene utilizzato nella Parola,
dove comporre è in relazione ai mali, e risollevare è in relazione alle falsità; e restaurare, è inrelazione ad entrambi, come in Isaia:
Riedificheranno le rovine eterne, ricostruiranno gli antichi ruderi, restaureranno le cittàabbandonate, le desolazioni di generazione in generazione (Is. 61:4).
Le rovine in questo e in altri passi significano i mali. Le desolazioni significano le falsità.Ricostruire è riferito ai mali, restaurare, alle falsità. Questa distinzione è accuratamenterispettata in altri luoghi nei profeti, come laddove si dice in Geremia:
Nondimeno, io ti ricostruirò, e tu sarai riedificata, o vergine d'Israele (Ger. 31:4).
154. Nessun male né falso è mai possibile salvo che non sia dal proprio dell'uomoovvero, dal suo proprio, perché il proprio dell'uomo, è il male stesso, e di conseguenzal'uomo non è altro che male e falsità. Questa è mi risultato palese dal fatto che quando lecose che costituiscono il proprio dell'uomo si presentano alla vista nel mondo degli spiriti,esse appaiono così deformi che è impossibile rappresentare alcunché di più brutto. Vi sonoperò differenze in base alla natura del proprio, tali che colui al quale le cose del suoproprio sono esposte visibilmente è preso da orrore e dal desiderio di fuggire da se stessocome da un demonio. Invece, le cose del proprio dell'uomo che sono state vivificate dalSignore appaiono belle e gradevoli, con varietà a seconda della vita a cui il celeste delSignore può essere associata; e infatti coloro che sono stati dotati della carità o vivificati daessa, appaiono come ragazzi e ragazze dall'aspetto incantevole. Coloro che sononell'innocenza, appaiono come bambini nudi, variamente ornati di ghirlande di fiori checircondano il loro petto, e diademi sul loro capo, che rilucono come diamanti cheproducono una sorta di aura, e hanno una percezione della felicità fin nell'intimo.
155. Le parole, una costola è stata composta in una donna, hanno più cose intimamentenascoste in loro di quante sia possibile per chiunque scoprire dal significato letterale,perché la Parola del Signore è tale che il suo contenuto più profondo concerne il Signorestesso e il suo regno, e da ciò deriva tutta la vita della Parola. E così nel passo successivo, sitratta del matrimonio celeste considerato nella sua più intima accezione. Il matrimonioceleste è di una tale natura che esiste nel proprio, quando questo, vivificato dal Signore, èchiamato sposa e moglie del Signore. Il proprio dell'uomo dunque, così vivificato ha unapercezione di tutto il bene dell'amore e della verità della fede, e possiede quindi tutta lasapienza e l'intelligenza congiunta con un'inesprimibile gioia. Ma la natura di questoproprio vivificato, che si chiama sposa e moglie del Signore, non può essere spiegato in
modo conciso. Basti pertanto, osservare che gli angeli percepiscono che vivono dalSignore; e nondimeno, quando non riflettono sull'argomento non sanno altro che vivonoda se stessi; ma c'è una generale affezione di natura tale che al minimo scostamento dalbene dell'amore e dalla verità della fede, essi percepiscono un cambiamento e, diconseguenza, sono nel godimento della loro pace e felicità, che è inesprimibile, quandosono nella loro percezione generale che essi vivono dal Signore. È anche questo proprioche si intende in Geremia, dove si dice:
Il Signore ha creato una cosa nuova nella terra, una donna circonderà l'uomo (Ger. 31:22)
È il matrimonio celeste che è inteso anche in questo passo, dove per una donna si intende ilproprio, vivificato dal Signore. L'espressione circonderà è riferita alla donna, in quantoquesto proprio è tale da circondare, esattamente come la carne comprende il cuore.
156. Versetto 23. E l'uomo disse: questa ora è ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Perciòsarà chiamata donna perché dall'uomo è stata tratta. Ossa delle ossa e carne della carne"significa il proprio dell'uomo esterno. Ossa, è il proprio non vivificato, e carne, lo stessoproprio vivificato. Uomo, indica l'uomo interno e, per via della sua congiunzione conl'uomo esterno, come si afferma nel versetto successivo, il proprio che prima era chiamatodonna è qui denominato moglie. Ora significa che è accaduto in questo momento perché lostato è mutato.
157. Poiché ossa delle ossa e carne della carne significavano il proprio dell'uomo esterno incui era quello interno, per tale ragione nei tempi antichi tutti coloro che sono statidenominati ossa delle ossa e carne della carne che potrebbero essere chiamati i loro propri,appartenevano ad un casato, una famiglia, o erano in qualsiasi grado di parentela. CosìLabano ha detto di Giacobbe,
Sicuramente tu sei mio osso e mia carne (Gen. 29:14).
E Abimelec disse dei fratelli di sua madre, e della famiglia della casa del nonno materno,
Ricordatevi che io sono vostre ossa e vostra carne (Giudici 9:2).
Le tribù di Israele anche dicevano di se stesse a Davide,
Ecco, noi siamo tue ossa e tua carne (2 Sam. 5:1).
158. Che per uomo sia inteso l'uomo interno, o ciò che è lo stesso, colui che è intelligentee savio, è chiaro in Isaia:
Guardo, ma non c'è alcun uomo, tra di loro, e non vi è alcun consigliere (Isaia 41:28)
volendo intendere che non c'è alcun savio né intelligente. Anche in Geremia:
Attraversate le strade di Gerusalemme, e vedete se vi si può trovare un uomo, che formuligiudizi e che ricerchi la verità (Geremia 5:1)
Colui che formula giudizi denota una persona savia e colui che cerca la verità, una personaintelligente.
159. Ma non è agevole intuire questo soggetto, salvo che non sia compreso lo statodell'uomo celeste. Nell'uomo celeste l'uomo interno è distinto da quello esterno, a talpunto che l'uomo celeste percepisce ciò che appartiene all'uomo interno, e ciò cheappartiene all'uomo esterno, ed in che modo l'uomo esterno è governato attraversol'interno dal Signore. Tuttavia, lo stato della posterità di questo uomo celeste, a causa deldesiderio del suo proprio, che appartiene all'uomo esterno, era così cambiato che essi nonpercepivano più l'uomo interno distintamente da quello esterno, ma credevano che l'uomointerno fosse tutt'uno con l'uomo esterno, perché tale percezione ha luogo quando l'uomoè incline al suo proprio.
160. Versetto 24. Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre, e si unirà a sua moglie, e sarannouna sola carne. Lasciare il padre e la madre, significa recedere dall'uomo interno, poiché èl'interno che concepisce e produce l'esterno. Si unirà a sua moglie, significa che l'internopermea l'esterno. Saranno una sola carne, significa che sono lì congiunti; perché inprecedenza l'uomo interno e l'esterno attraverso l'interno erano spirito, ma ora sonodivenuti carne. Quindi la vita celeste e spirituale era congiunta al proprio, in modo chepotessero essere una cosa sola.
161. Questa posterità della chiesa più antica era ancora nel bene; e poiché desideravanovivere nell'uomo esterno ovvero nel loro proprio, questo è stato loro permesso dal Signore.Ciò che è spirituale celeste, tuttavia, è stato misericordiosamente instillato in quel proprio.In che modo interno ed esterno agiscano come uno, o in che modo essi appaiono comeuno, non può essere compreso salvo che sia noto l'influsso del primo nell'altro. Al fine di
concepire un'idea di essi, si consideri ad esempio un'azione. Solo se in un'azione vi ècarità, cioè, amore e fede, e in questi il Signore, quell'azione può essere definita un'operadella carità, o il frutto della fede.
162. Tutte le leggi della verità fluiscono direttamente dai principi celesti, ovverodall'ordine della vita dell'uomo celeste. Perché il cielo intero è un uomo celeste, dalSignore solo che è l'Uomo celeste. E siccome egli è il tutto in tutto il cielo ed in ogni uomoceleste, essi sono quindi denominati celesti. Poiché ogni legge della verità discendedirettamente dai principi celesti, o dall'ordine della vita dell'uomo celeste, così pure inmodo particolare vale per la legge dei matrimoni. È dal matrimonio celeste (o del cielo) econformemente ad esso che ogni matrimonio sulla terra discende. E questo matrimonio ètale che c'è un solo Signore e un solo cielo, o una chiesa a capo della quale è il Signore. Lalegge del matrimonio che di lì deriva è che ci deve essere un solo marito e una moglie; intali circostanze il matrimonio nel mondo è rappresentativo del matrimonio celeste, ed èun'immagine dell'uomo celeste. Questa legge non solo è stata rivelata agli uomini dellachiesa più antica, ma è stata anche impressa nel loro uomo interno, perché in quel tempol'uomo non aveva che una moglie, ed insieme costituivano una casa. Ma quando i loroposteri hanno cessato di essere uomini interni, per divenire esterni, essi si sposavano conuna pluralità di mogli. Poiché gli uomini della chiesa più antica nel loro matrimoniorappresentavano il matrimonio celeste, l'amore coniugale era per loro una specie di cielo edi felicità celeste. Ma quando è iniziato il declino della chiesa, essi hanno perduto lapercezione della felicità nell'amore coniugale, coltivando il piacere nel numero, che è unadelizia propria dell'uomo esterno. Questo è denominato dal Signore la durezza del cuore acausa della quale fu loro permesso, a partire da Mosè, sposare una pluralità di mogli,come il Signore stesso insegna:
Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha scritto questo precetto, ma fin dall'inizio dellacreazione Dio li creò maschio e femmina. Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e siunirà a sua moglie, e i due saranno una sola carne, perché non sono più due ma una sola carne.Quello dunque che Dio ha unito l'uomo non lo separi (Marco 10,:59)
163. Versetto 25. Tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, e non provavano vergogna.Essere nudi e non provare vergogna, significa che essi erano innocenti, perché il Signoreaveva infuso l'innocenza nel loro proprio, per evitare che la loro nudità potesse appariresconveniente ai loro occhi.
164. Il proprio dell'uomo, come è stato detto prima, non è nient'altro che il male; equando è esposto alla vista appare oltremodo deforme. Invece, quando la carità el'innocenza, sono infuse dal Signore nel proprio, esso appare gradevole e bello (come
prima osservato, n. 154). Carità e innocenza non solo discolpano il proprio (vale a dire, ciòche è male e falso nell'uomo) ma per così dire, lo sopprimono, come si può osservare neibambini piccoli, in cui ciò che è male e falso non è solo nascosto, ma è ancora piacevole,finché amano i loro genitori, e la loro innocenza infantile si manifesta. Di qui può esserecompreso il perché nessuno possa essere ammesso nel cielo a meno che non possieda inqualche misura l'innocenza, come il Signore ha affermato:
Lasciate che i fanciulli vengano a me, non impedite loro di avvicinarsi, perché di essi è il regnodi Dio. In verità io vi dico, chiunque non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entreràin esso. Ed egli li prese tra le braccia, mise le mani su di loro, e li benedisse (Marco 10:1416).
165. Che la nudità di cui non provavano vergogna significa l'innocenza è dimostrato daquanto segue, perché quando l'integrità d'animo e l'innocenza furono allontanate, essiprovarono vergogna della loro nudità, che appariva sconveniente ai loro occhi, e perciò sinascosero. È ugualmente evidente anche dalle rappresentazioni nel mondo degli spiriti,perché quando gli spiriti vogliono scagionare se stessi e dimostrare la loro innocenza, sipresentano nudi per testimoniare la loro innocenza. Ciò è particolarmente evidente dagliinnocenti nel cielo, che appaiono come bambini nudi, adorni di ghirlande secondo lanatura della loro innocenza. Mentre quelli che presentano un'innocenza più tenueappaiono abbigliati in vesti sfolgoranti (di seta color diamante, per così), come gli angeliche di tanto in tanto erano visti dai profeti.
166. Queste sono alcune delle cose contenute in questo capitolo della Parola, ma quelliqui indicati, non sono che pochi cenni. E siccome qui è trattato l'uomo celeste che, neltempo presente è un soggetto quasi sconosciuto, anche questi pochi cenni non possono cheapparire oscuri per alcuni.
167. Se qualcuno potesse conoscere quanti arcani contiene ogni singolo versetto, nesarebbe meravigliato, perché gran parte degli arcani non può essere espresso con le parolee solo una minima parte è rappresentata nella lettera. In altre parole: le parole e i carattericonosciuti nel mondo, sono vividamente rappresentati nel mondo degli spiriti, in unordine magnifico. Perché il mondo degli spiriti è un mondo di rappresentazioni, e tutto ciòche è vividamente rappresentato ivi è percepito, in relazione alle singoli particolaricontenuti nelle rappresentazioni, da parte degli spiriti angelici che si trovano nel secondocielo. Gli spiriti angelici del terzo cielo percepiscono le medesime cose in un modo piùcompiuto, in inesprimibili idee angeliche, e questo in una varietà sconfinata, secondo ilbeneplacito del Signore. Tale è la Parola del Signore.
Resurrezione dell'uomo dalla morte,e ingresso nella vita eterna
168. Essendo consentito descrivere nell'ordine, in che modo l'uomo passa dalla vita delcorpo nella vita eterna, affinché il modo in cui viene risuscitato possa essere conosciuto,questo mi è stato mostrato, non de relato, ma per esperienza diretta.
169. Sono stato condotto in uno stato di insensibilità limitatamente ai sensi del corpo,quindi in una condizione simile a quello delle persone che stanno per morire, rimanendocomunque intatta la mia vita interiore, le facoltà del mio pensiero e la respirazione, inmodo che io potessi percepire e ricordare ciò che accade a coloro che sono morti e stannoper essere resuscitati.
170. Gli angeli celesti erano presenti presso la regione del cuore, in un modo tale che ilmio cuore sembrava unito a loro, come se avessi perso il controllo della mia persona,tranne il pensiero e la percezione conseguente, e questo per alcune ore.
171. Sono stato così allontanato dalla comunicazione con gli spiriti del mondo deglispiriti, al punto che pensavo di aver lasciato la vita del corpo.
172. Oltre agli angeli celesti, che occupavano la regione del cuore, c'erano anche dueangeli seduti alla mia testa e, mi è stato dato di percepire che accade così per tutti.
173. Gli angeli che sedevano alla mia testa erano in assoluto silenzio, semplicementecomunicavano i loro pensieri attraverso il volto, in modo che io potessi percepire cheun'altra espressione era come indotta in me, anzi due, perché c'erano due angeli. Quandogli angeli percepiscono che la loro espressione viene ricevuta, sanno che l'uomo è morto.
174. Dopo che i loro volti sono stati riconosciuti, hanno indotto alcuni mutamenti nellaregione della bocca, e quindi hanno comunicato i loro pensieri, perché ciò è usuale pressogli angeli celesti, e mi è stato permesso di percepire il loro discorso.
175. Ho percepito un odore aromatico, come quella di un cadavere imbalsamato, perchéquando gli angeli celesti sono presenti, l'odore cadaverico viene percepito come se fossearomatico. Se invece lo stesso odore è percepito in presenza di spiriti maligni, neimpedisce il loro avvicinamento.
176. Intanto percepivo che la regione del cuore era mantenuta strettamente congiuntacon gli angeli celesti, come era evidente anche dalla pulsazione.
177. Mi è stato ispirata l'idea secondo cui l'uomo è tenuto dagli angeli in pensieri pii esanti sui quali si sofferma in punto di morte. Ho inoltre percepito che coloro che stanno
morendo di solito pensano alla vita eterna, e raramente alla salvezza e alla felicità, e perciògli angeli li tengono nel pensiero della vita eterna.
178. In questo pensiero essi sono mantenuti per un certo tempo dagli angeli celesti primache questi si allontanino e, quelli che vengono resuscitati vengono poi lasciati con gliangeli spirituali, ai quali sono associati. Nel frattempo hanno una vaga idea di seguitare avivere nel corpo.
179. Non appena le parti interne del corpo si raffreddano, le sostanze vitali sono separatedall'uomo, ovunque si trovino, anche se rinchiuse in mille intrecci labirintici, perché tale èla potenza della misericordia del Signore (che in precedenza avevo percepito comeun'attrazione vivente e vigorosa) che nulla di essenziale può rimanere ove la vita del corposi è estinta.
180. Gli angeli celesti che sedevano alla testa sono rimasti con me per qualche tempodopo che ero, come resuscitato, ma conversavano solo tacitamente. Ho percepito dal lorodiscorso che facevano luce di tutte le fallacie e falsità, sorridendo ad esse, non con l'intentodi derisione, ma semplicemente perché non si curavano di esse. Il loro discorso è interiore,privo di suono; è in questo tipo di linguaggio che comunicano con le anime con le qualisono presenti per primi.
181. Fin qui l'uomo, così resuscitato dagli angeli celesti, possiede solo una vita oscura,ma quando arriva il momento per lui di essere affidato agli angeli spirituali, poi, dopo unpo' che gli angeli spirituali si sono avvicinati, gli angeli celesti si allontanano. Mi è statomostrato come gli angeli spirituali operano in modo che l'uomo possa ricevere il beneficiodella luce, come descritto nella prosecuzione di questo soggetto all'inizio del capitoloseguente.
Genesi 3
Seguito concernente l'ingresso nella vita eterna dicoloro che sono stati resuscitati dalla morte
182. Quando gli angeli celesti sono con una persona resuscitata, essi non la lasciano,perché amano tutti. Tuttavia quando l'anima è di indole tale che non può più essere incompagnia degli angeli celesti, è ansiosa di partire da loro, e quando questo avvienearrivano gli angeli spirituali, a darle l'uso della luce, perché prima essa non vedeva nulla,ma aveva solo la facoltà del pensiero.
183. Mi è stato mostrato come questi angeli operano. Sembrava come se srotolassero lapalpebra dell'occhio sinistro verso il setto nasale, in modo che l'occhio potesse essereaperto onde permettere l'uso della luce. All'uomo appare come se ciò sia stato fattorealmente, ma è solo un apparenza.
184. Dopo che questa piccola membrana è stata srotolata, in apparenza, è visibile un po'di luce, seppure offuscata, come vedrebbe un uomo attraverso le palpebre quando sisveglia. E colui che è resuscitato è in uno stato di tranquillità, essendo ancora custoditodagli angeli celesti. Lì appare quindi una sorta di ombra di un colore azzurro, con unapiccola stella, e mi sono accorto che ciò avviene variamente.
185. Poi sembra come se qualcosa sia srotolato delicatamente dal volto, la cui percezioneviene comunicata al resuscitato, essendo gli angeli particolarmente cauti nell'allontanarequalsiasi idea da questi proveniente, eccetto quelle di natura dolce e lieve, come quelledell'amore. E ora è dato al resuscitato di sapere che egli è uno spirito.
186. Ha inizio dunque la sua vita. Questi in un primo momento è felice e soddisfatto,poiché sembra a sé stesso di essere venuto alla vita eterna, che è rappresentata da unaluminosa luce bianca che si arricchisce di riflessi dorati, con la quale è significata la suaprima vita, che è celeste e spirituale.
187. Lo stato successivo del suo essere associato in una società degli spiriti benigni èrappresentato da un giovane uomo seduto su un cavallo e diretto verso l'inferno, ma ilcavallo non può muovere un passo. Egli è rappresentato come un giovane perché quandoentra per la prima volta nella vita eterna, egli è tra gli angeli, e quindi appare a se stesso diessere nel fiore della giovinezza.
188. La sua vita successiva è rappresentata dallo scendere da cavallo e dal passeggiare apiedi, perché non può far muovere il cavallo da quel luogo, e si insinua in lui il pensieroche egli deve essere istruito nelle conoscenze di ciò che è vero e ciò che è bene.
189. In seguito il percorso si articola dolcemente verso l'alto, il che significa che dalleconoscenze di ciò che è vero e di ciò che è bene, e dal riconoscimento del proprio, deveessere guidato per gradi verso il cielo. Perché nessuno può essere condotto lì, senza talericonoscimento del proprio, e delle conoscenze del vero e del bene. Il seguito di questosoggetto può essere visto alla fine di questo capitolo.
Genesi 3 1. E il serpente era il più astuto degli animali selvatici della terra che il Signore aveva fatto. Equesti disse alla donna, è vero che Dio ha detto che non dovete mangiare di alcun albero delgiardino?
2. E la donna disse al serpente, noi possiamo mangiare dei frutti degli alberi del giardino.
3. Ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto, non lo dovete mangiare, né toccare,altrimenti morirete.
4. E il serpente disse alla donna, voi non morrete.
5. Perché Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi saranno aperti, sarete come Dio, econoscerete il bene e il male.
6. E la donna vide che l'albero era buono da mangiarsi, e che era gradevole alla vista, e desiderabileper l'intelletto, ed ella prese del frutto di quell'albero e ne mangiò, e ne diede anche all'uomo che eracon lei, ed egli ne mangiò.
7. E gli occhi di entrambi si aprirono, e seppero di essere nudi, e intrecciarono foglie di fico, e ne fecerocinture per loro.
8. Ed essi udirono la voce del Signore incedere nel giardino, nell'aria del mattino. E l'uomo e sua moglie sinascosero dal volto del Signore in mezzo all'albero del giardino.
9. E il Signore chiamò l'uomo e gli disse, Dove sei?
10. Ed egli rispose, Ho udito la tua voce nel giardino, e ho avuto paura, perché ero nudo, e mi sono nascosto.
11. Ed egli disse, Chi ti ha detto che eri nudo? Hai mangiato forse dell'albero di cui ti avevo comandato dinon mangiare?
12. E l'uomo rispose, La donna che tu mi hai posto accanto, lei mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato.
13. E il Signore Dio disse alla donna, Cosa hai fatto? E la donna rispose: Il serpente mi ha ingannata e io neho mangiato.
Contenuti
190. In questi passi è trattato il terzo stato della chiesa più antica, caratterizzato daldesiderare a amare il proprio sé.
191. Perché dall'amore di sé, cioè, dall'amore del proprio, essi cominciarono a noncredere a niente che non potessero comprendere attraverso i sensi, essendo la partesensuale rappresentata dal serpente; l'amore di sé, o l'amore del proprio, dalla donna, e laparte razionale dall'uomo.
192. Di qui il serpente, o parte sensuale, persuase la donna ad indagare le questionirelative alla fede nel Signore al fine di esaminare se fossero realmente così, il che èrappresentato dall'espressione mangiare dell'albero della conoscenza. E la parte razionaledell'uomo che acconsentì è rappresentata da l'uomo che ne mangiò (vv. 16).
193. Ma si accorsero che erano nel male; di qui l'intuizione rappresentata dal fatto che iloro occhi furono aperti e dal loro udire la voce di Signore (vv. 78), e dalle foglie di fico dacui si fecero cinture (v. 7), e dalla loro vergogna o dal loro nascondersi in mezzo all'alberodel giardino (vv. 89), così come da loro riconoscimento e confessione (vv. 1013). Da ciò èevidente che la bontà naturale era rimasta in loro.
Significato interiore
194. Versetto 1. E il serpente era più astuto degli animali selvatici della terra che il Signore Dioaveva fatto. E questi disse alla donna, è vero che Dio ha detto che non dovete mangiare di alcunalbero del giardino Con il serpente qui si intende la parte sensuale dell'uomo di cui egli sifida. Per animale selvatico della terra qui, come prima, è intesa ogni affezione dell'uomoesterno. Per donna è inteso il proprio dell'uomo. Per il serpente che dice, è vero che Dio hadetto che non dovete mangiare di alcun albero del giardino, si intende che essi iniziarono adubitare. Il tema qui trattato concerne la terza posterità della chiesa più antica, checominciò a non credere nelle cose rivelate, salvo che non vedessero e sentissero che eranocosì. Il loro primo stato, che indica i loro dubbi, è descritto in questo e nei passiimmediatamente successivi.
195. Le genti più antiche non paragonavano tutte le cose dell'uomo agli animali e agliuccelli, ma semplicemente le denominavano così, Questo loro modo usuale di parlare èrimasto anche nella Chiesa antica dopo il diluvio, ed è stato preservato tra i profeti. Essichiamavano serpenti le cose sensuali nell'uomo, perché come i serpenti vivono a contattocon la terra, così le cose sensuali sono quelle contigue al corpo. Di qui anche iragionamenti riguardanti i misteri della fede, fondati sull'evidenza dei sensi, furono daloro chiamati veleno di serpente e gli stessi speculatori, serpenti. E poiché tali personeragionano in funzione della realtà sensibile, cioè, dalle cose visibili (come sono le coseterrene, corporee, mondane, e naturali), si dice che il serpente era più astuto di qualsiasianimale selvatico della terra.
[2] Così in Davide, parlando di coloro che seducono l'uomo attraverso ragionamenti:
Essi affilano la loro lingua come un serpente, il veleno dell'aspide è sotto le loro labbra (Salmi140:3)
Sono traviati fin dal grembo, pronunciano solo falsità. Il loro veleno è simile al veleno di unserpente, come il sordo aspide velenoso che tura le sue orecchie per non sentire la voce dei savi(Salmi 58:36)
I ragionamenti che sono di un tenore tale che gli uomini non vogliono neppure ascoltareciò che dice un savio, o la voce del savio, sono qui chiamati veleno di un serpente. Di qui èscaturito un proverbio tra gli antichi, secondo cui il serpente si tura le orecchie. In Amos:
Come quando un uomo entra in una casa, appoggia la mano sul muro, e un serpente lo morde.Non sarà forse tenebra e non luce il giorno del Signore? Densa oscurità, senza traccia alcuna diluce? (Amos 5:1920)
La mano sul muro significa il potere fondato sul sé, e la fede nelle cose sensuali, da cuiconsegue la cecità, che qui è descritta.
[3] In Geremia:
La voce d'Egitto procede come un serpente, perché essi avanzano in forze, e giungono contro dilei armati di scure come tagliaboschi. Essi abbattono la sua selva, dice l'Eterno, perché non sipossono contare. Perché si sono moltiplicati più delle locuste, e sono innumerevoli. La figliad'Egitto è esposta alla vergogna. Ella è consegnata nelle mani della gente del nord (Ger. 46:2224)
Egitto sta a significare i ragionamenti sulle cose Divine attraverso concetti sensuali e conoscenzemondane. Tali ragionamenti sono chiamati voce di serpente, e la cecità in tal modo causata, èrappresentata dalla gente del nord. In Giobbe:
Veleno di aspide ha succhiato. La lingua della vipera lo ucciderà. Egli non vedrà i ruscelli, ifiumi di miele e burro (Giobbe 20:1617)
Fiumi di miele e burro sono le cose spirituali e celesti, che non possono essere viste daglispeculatori. I ragionamenti sono chiamati veleno di aspide e lingua di vipera. Di più sulserpente, è esposto più avanti ai versetti 14 e 15.
196. Nei tempi antichi erano chiamati serpenti coloro che facevano più affidamento nellecose sensuali che in quelle rivelate. Ma è ancora peggio al giorno d'oggi, perché ora ci sonopersone che non solo non credono se non in ciò che possono vedere e sentire, ma che
confermano anche se stessi in tale incredulità attraverso le conoscenze [scientifica] ignotepresso gli antichi, e quindi vi è in loro stessi un maggior grado di cecità. Affinché sia notocome questi accechino se stessi, in modo tale da non vedere né sentire alcunché da cuipossano formulare conclusioni riguardanti le cose del cielo, dalle percezioni dei sensi,dalle conoscenze presenti nella memoria e dalla filosofia le quali non sono solo i serpentisordi ma anche i serpenti volanti di cui spesso si parla nella Parola, che sono la cosa piùperniciosa li prenderemo come esempio in merito a quello in cui credono circa lo spirito.
[2] L'uomo sensuale, o colui che crede solo alle percezioni dei suoi sensi, nega l'esistenzadello spirito, perché non lo vede, dicendo: Non è nulla perché io non lo sento: ciò che vedoe tocco so che esiste. L'uomo la cui conoscenza è attinta dalla memoria ovvero colui chetrae le sue conclusioni dalle discipline mondane della conoscenza, dice: Cos'è lo spirito senon vapore o forse calore, o qualche altro ente della sua scienza, che svanisce nel nulla inun momento? Non hanno gli animali anche un corpo, i sensi, e qualcosa di analogo allaragione, e nondimeno si afferma che questi moriranno, mentre lo spirito di uomosopravvivrà. Così essi negano l'esistenza dello spirito.
[3] I filosofi inoltre, che dovrebbero essere più acuti del resto dell'umanità, parlano dellospirito in termini che loro stessi non comprendono, perché tra loro disputano, sostenendoche non una singola espressione è applicabile allo spirito, in quanto non contiene alcunchédi materiale, organico, o esteso. Così, astraendo lo spirito dalle loro idee, il loro concetto dispirito svanisce nel nulla. I più sani tuttavia affermano che lo spirito è il pensiero; ma neiloro ragionamenti sul pensiero, in conseguenza della separazione da ciò che è sostanziale,alla fine concludono che deve svanire quando il corpo spira. Così coloro che ragionanoattraverso le percezioni dei sensi, le conoscenze attinte dalla memoria e la filosofia, neganol'esistenza dello spirito, e quindi non credono a niente di ciò che è detto a proposito dellospirito e delle cose spirituali. Diverso è per coloro la cui indole non è sofisticata, i cd.semplici, i quali se interrogati circa l'esistenza dello spirito, dicono di sapere che esiste,perché il Signore ha detto che vivranno dopo la morte: così invece di spegnere la loro parterazionale, la vivificano per mezzo della Parola del Signore.
197. Tra le genti più antiche, che erano uomini celesti, per il serpente era intesa lacircospezione e anche la parte sensuale attraverso cui esercitavano tale circospezione inmodo da evitare infortuni. Tale significato di serpente è evidente dalle parole del Signore aisuoi discepoli:
Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti esemplici come le colombe (Matteo 10:16)
E anche dal serpente di bronzo che è stato posto nel deserto, con il quale era intesa la partesensibile nel Signore, che da sé stesso è l'uomo celeste, e si prende cura e provvede pertutti. Perché tutti coloro che si sono rivolti a lui sono stati salvati.
198. Versetti 2, 3. E la donna disse al serpente, noi possiamo mangiare dei frutti degli alberi delgiardino; ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto, non lo dovetemangiare, né toccare, altrimenti morirete Il frutto dell'albero del giardino è il bene e la veritàrivelata loro dalla chiesa più antica; il frutto dell'albero che sta nel mezzo del giardino, dicui non dovevano mangiare è il bene e la verità della fede che essi non dovevano imparareda sé. Che non dovevano neppure toccarlo, significa che era loro vietato ragionare intornoal bene e alla verità della fede da se stessi, ovvero dalle percezioni dei sensi e dalleconoscenze attinte dalla memoria. Altrimenti morirete, significa che così la fede, ovverotutta la sapienza e intelligenza, perirebbero.
199. Che il frutto dell'albero del quale potevano mangiare significhi il bene e la verità dellafede rivelata loro dalla chiesa più antica, o le conoscenze della fede, è evidente dal fattoche si afferma essere il frutto dell'albero del giardino di cui potevano mangiare e non l'albero delgiardino come prima, quando si è trattato dell'uomo celeste, o della chiesa più antica (Gen.2:16). L'albero del giardino, come lì è chiamato, è la percezione di ciò che è bene e vero; quelbene e quel vero in quanto procedono da quella origine, sono qui chiamati frutto, e spessosono anche rappresentati dal frutto nella Parola.
200. Il motivo per cui l'albero della conoscenza di cui qui si è parlato, è posto nel mezzo delgiardino sebbene in precedenza (Gen. 2:9), l'albero della vita è stato detto essere nel mezzodel giardino, e non l'albero della conoscenza, è che il mezzo del giardino significa l'intimo; enell'intimo dell'uomo celeste, o della più antica chiesa, era l'albero della vita, che è l'amore ela fede che di lì deriva; mentre presso questo uomo, che può essere chiamato uomospirituale celeste, o presso questa posterità, la fede era il mezzo del giardino, ovvero il suointimo. È impossibile descrivere più compiutamente la qualità degli uomini che vissero neltempi più antichi, perché al giorno d'oggi è del tutto sconosciuta, essendo la loro indoledel tutto diversa da quella che caratterizza chiunque attualmente. Tuttavia, al fine di dareun cenno circa la loro natura, si può dire che dal bene conoscevano la verità, ovverodall'amore desumevano ciò che appartiene alla fede. Ma quando quella generazione passò,ne succedette un'altra di un'indole completamente diversa, perché anziché discernere laverità dal bene, ovvero ciò che appartiene alla fede dall'amore, acquisivano la conoscenzadel bene per mezzo della verità, ovvero ciò che appartiene all'amore dalle conoscenzedella fede, e presso moltissimi tra loro non vi era quasi nient'altro se non tale conoscenza.Questo fu il cambiamento apportato dopo l'alluvione per impedire la distruzione delmondo.
201. Considerando dunque che un tale genio come quello del popolo più antico,anteriore al diluvio non è più stato rinvenuto, né esiste al giorno d'oggi, non è facilespiegare in modo intelligibile cosa le parole di questo passo nel loro senso autenticoimplicano. Esse sono, tuttavia, comprese perfettamente nel cielo, perché gli angeli e glispiriti angelici che si chiamano celesti, sono dello stesso genio del popolo più antico che furigenerato prima del diluvio. Mentre gli angeli e gli spiriti angelici denominati spiritualisono di un genio simile ai rigenerati dopo il diluvio, anche se in entrambi i casi presentanouna varietà infinita.
202. La chiesa più antica, che era un uomo celeste, era di un carattere tale che non solo siasteneva dal mangiare dell'albero della conoscenza cioè, dall'apprendere ciò che appartienealla fede dalle percezioni dei sensi e dalle conoscenze attinte dalla memoria, ma neppure sipermetteva di toccare quell'albero, cioè, di pensare a qualsiasi soggetto della fedeattraverso le percezioni dei sensi e dalle conoscenze attinte dalla memoria, per il timore diessere degradati dalla vita celeste alla vita spirituale. Tale è anche la vita degli angelicelesti, i più interiormente celesti tra essi infatti, non sopportano neppure di udire laparola fede, né qualsiasi cosa che abbia a che fare con ciò che è spirituale e, se altri parlanoin questi termini essi invece della fede percepiscono l'amore, con una differenza nota soloa loro stessi. Dunque tutto ciò che attiene alla fede loro lo desumono dall'amore e dallacarità. Ancor meno possono sopportare l'ascolto di qualsiasi ragionamento sulla fede, emeno che mai sulle conoscenze attinte dalla memoria perché, attraverso l'amore, hannouna percezione da parte del Signore di ciò che è bene e vero; e da questa percezione sannoimmediatamente se una cosa è così, o non lo è. Quindi, se si afferma qualsiasi cosa dellafede, essi rispondono semplicemente che è così, o che non lo è, perché lo percepiscono dalSignore. Questo è ciò che è significato dalle parole del Signore in Matteo:
Il vostro parlare sia sì, sì; no, no; perché tutto ciò che è di più, viene dal maligno (Matteo 5:37)
Questo allora è ciò che si intende per, si astenevano dal toccare il frutto dell'albero dellaconoscenza, perché se lo avessero toccato, sarebbero stati nel male, cioè, sarebbero, diconseguenza morti [spiritualmente. NdT]. Tuttavia gli angeli celesti conversano su variargomenti come gli altri angeli, ma in un linguaggio celeste, che prende forma e derivadall'amore, ed è più ineffabile del linguaggio degli angeli spirituali.
203. Gli angeli spirituali invece, parlano della fede, e confermano anche le cose della fedeattraverso quelle dell'intelletto, della ragione e della memoria, ma giammai traggono leconclusioni riguardanti materie della fede da tali fondamenti: quelli che fanno questo sononel male. Sono inoltre dotati dal Signore della percezione di tutte le verità della fede, anchese non eccelsa come la percezione degli angeli celesti. La percezione degli angeli spirituali
è una sorta di coscienza vivificata dal Signore e anzi, appare come una percezione celeste,eppure non è così, ma è solo una percezione spirituale.
204. Versetti 4, 5. E il serpente disse alla donna, voi non morrete. Perché Dio sa che nel giornoche ne mangerete, i vostri occhi saranno aperti, sarete come Dio, e conoscerete il bene e il male. Iloro occhi che si aprono mangiando del frutto dell'albero, significa che se avesseroesaminato i soggetti della fede attraverso le percezioni dei sensi e le conoscenze [exsensuali et scientifico], cioè da se stessi, avrebbero visto chiaramente queste cose in unaapparenza ingannevole. E che sarebbe stati come Dio, conoscendo il bene e il male, indicache se avessero fatto così, da se stessi, sarebbero stati simili a Dio, e avrebbero potutocondursi da se stessi.
205. Ogni versetto contiene un particolare stato o cambiamento di stato, nella chiesa: iversi precedenti, riassumono lo stato di una inclinazione verso il sé, nondimeno con lapercezione della illiceità di tale inclinazione; questi versi, raffigurano la condizione di unincipiente dubito circa la liceità di tale inclinazione, in quanto essi intendevano sottoporreal vaglio ciò che è stato udito dagli antenati. In tal modo i loro occhi sarebbero stati aperti,finché in conseguenza della supremazia dell'amore di sé, cominciarono a pensare chepotevano condursi da sé, e quindi essere come il Signore; perché tale è la natura dell'amoredi sé, che non è disposto a sottomettersi alla guida del Signore, e preferisce condursi da sé,e affidarsi alle percezioni dei sensi e alle conoscenze attinte dalla memoria rispetto a ciòche si debba credere.
206. Chi ha una convinzione incrollabile che i suoi occhi sono aperti, e che come Dio sache cosa è bene e il male, più di quelli che amano se stessi, e al tempo stesso primeggianonell'erudizione mondana? E nondimeno, dove trovarne di più ciechi? Essi semplicementedisputano, e sarà dimostrato che essi non hanno alcuna conoscenza né tanto meno credononell'esistenza dello spirito. Essi sono completamente all'oscuro circa la natura della vitaspirituale e celeste, perché negano l'esistenza della vita eterna; perché credono di esserecome le bestie che periscono. Neppure riconoscono il Signore, ma adorano solo se stessi ela natura. Quelli tra loro che desiderano essere cauti nelle loro espressioni, affermanol'esistenza di un ente supremo [ens] la cui natura essi ignorano, che governa tutte le cose.Questi sono i principi in cui si confermano in molti modi attraverso le percezioni dei sensie le conoscenze attinte dalla memoria, e se osassero, farebbero lo stesso davanti a tuttol'universo. Anche se queste persone desiderano essere considerate come dei, o come i piùsaggi tra gli uomini, se gli venisse domandato se sanno di qualcosa che della loro vita chenon gli appartiene, risponderebbero nulla, e che se fossero privati del loro proprio non neresterebbe nulla. Se gli venisse chiesto che significa vivere dal Signore, risponderebberoche è una fantasticheria. Se gli venisse chiesto cosa sia la coscienza, direbbero che è unparto della fantasia, che può essere utile a soggiogare il popolo. Se gli venisse chiesto se
sanno cosa sia la percezione, semplicemente riderebbero di ciò e la definirebbero autenticaspazzatura. Questa è la loro saggezza, questi i loro occhi aperti e questi i loro dei. Principicome questi, che essi sostengono in modo più chiaro del giorno, sono i fondamenti suiquali ragionano intorno ai misteri della fede; e quale può essere il risultato, se non unabisso di oscurità? Questi sopra tutti gli altri sono i serpenti che seducono il mondo. Maquesta posterità della più antica chiesa non era ancora di una tale indole. Quella che haassunto una simile natura è trattata dal versetto 14 al versetto 19 del presente capitolo.
207. Versetto 6. E la donna vide che l'albero era buono da mangiarsi, e che era gradevole allavista, e desiderabile all'intelletto, e prese un frutto e ne mangiò, e ne diede anche a suo marito cheera con lei, e anch'egli ne mangiò. Buono da mangiarsi, significa la cupidigia; gradevole allavista, significa la fantasticheria; e desiderabile all'intelletto significa il piacere. Questecaratteristiche costituiscono il proprio ovvero la donna. Per marito che mangia il frutto, siintendo il consenso della parte razionale (n. 265).
208. Questa fu la quarta posterità della più antica chiesa, che fu sedotta dall'amore di sé enon era disposta a credere a ciò che le era stato rivelato, salvo che non potesse averneconferma dalle percezioni dei sensi e dalle conoscenze attinte dalla memoria.
209. Le espressioni qui impiegate, come l'albero era buono da mangiarsi, gradevole alla vista edesiderabile all'intelletto sono state adattate all'indole di coloro che vivevano in quei tempipiù antichi, con particolare riferimento alla volontà, perché i loro mali scaturivano dallavolontà. Dove la Parola tratta delle genti che vissero dopo il diluvio, tali espressionivengono usate per riferirsi non tanto alla volontà quanto all'intelletto. Perché le genti piùantiche traevano la verità dal bene, mentre coloro che vissero dopo il diluvio traevano ilbene dalla verità.
210. Cosa sia il sé, ovvero il proprio dell'uomo può essere definito in questo modo. Ilproprio dell'uomo è tutto il male e la falsità che nasce dall'amore di sé e dall'amore delmondo, e dal non credere nel Signore o nella Parola, ma in sé stessi, e dal sostenere che ciòche non può essere appreso attraverso i sensi o per mezzo della conoscenza attinta dallamemoria è nulla. In questo modo gli uomini diventano nient'altro che male e falso, equindi considerano tutte le cose in un ordine invertito. Ciò che è male essi lo consideranocome il bene e ciò che è bene lo considerano come il male. Il falso lo considerano vero e ciòche è vero lo considerano falso. Delle cose che esistono realmente essi sostengono che nonesistono. E delle cose che non sono nulla essi sostengono che sono il tutto. Essi chiamanoodio l'amore, tenebre la luce, morte la vita e viceversa. Nella Parola, tali uomini sonochiamati zoppi e ciechi. Tale è dunque il proprio dell'uomo, che in sé stesso è infernale eorrendo.
211. Versetto 7. E gli occhi di entrambi si aprirono, e seppero che erano nudi. I loro occhi siaprirono, indica la loro conoscenza e riconoscenza, da un dettame interiore, che eranonudi, cioè non erano più nell'innocenza, come prima, ma nel male.
212. Che per avere gli occhi aperti s'intende un dettame interiore è evidente da espressionisimili nella Parola, a partire da ciò che Balaam dice di se stesso, che in conseguenza dellevisioni che ha avuto, si definisce l'uomo i cui occhi sono aperti (Num. 24:3). E da Gionata, chequando ha assaporato il nido d'ape e ha ricevuto un dettame dall'intimo, secondo cui ciòera male, ha detto che i suoi occhi hanno visto, cioè, sono stati illuminati, in modo che egli hapotuto vedere ciò che non sapeva (1 Sam. 14:29). Inoltre nella Parola, gli occhi sono spessoutilizzati per indicare la capacità d'intendere, e quindi un dettame interiore di lìprocedente, come in Davide:
Illumina i miei occhi, affinché io non dorma del sonno della morte (Salmi 13:3)
dove gli occhi indicano la capacità d'intendere. Quindi, in Ezechiele, parlando di coloro chenon sono disposti a credere, i quali, hanno occhi per vedere, e non vedono (Ezechiele 12:2). InIsaia:
Chiudi i loro occhi, affinché non vedano con gli occhi (Isaia 6:10)
volendo intendere che dovrebbero essere resi ciechi, perché non devono comprendere.Così Mosè disse al popolo,
Il Signore non ti ha dato un cuore per conoscere, né occhi per vedere, né orecchie per udire(Deut. 29:4)
dove cuore indica la volontà, e occhi la capacità d'intendere. In Isaia si dice del Signore, cheaprirà gli occhi ai ciechi (Isaia 42:7). E nello stesso profeta: Gli occhi dei ciechi, liberati dalladensa oscurità e dalle tenebre, vedranno (Isaia 29:18).
213. Per sapere di essere nudi si intende conoscere e riconoscere di non essere piùnell'innocenza come prima, ma nel male, come è evidente dall'ultimo versetto del capitoloprecedente, dove si dice, essi erano nudi, l'uomo e sua moglie, e non provavano vergogna e dovesi può scorgere che non vergognarsi della nudità significa essere innocenti. Il contrario èsignificato dal loro provare vergogna come nel versetto in cui si dice che essi intrecciarono
foglie di fico e si coprirono perché dove non c'è l'innocenza, la nudità è di scandalo evergogna, perché è accompagnata dalla coscienza di pensare il male. Per questo motivo lanudità ricorre nella Parola per indicare una sorta di infamia e di male, ed è tipica di unachiesa perversa, come in Ezechiele:
Tu eri nuda e scoperta, e oltraggiata (Ez. 16:22)
La hanno lasciata nuda e indifesa, e la sue nudità non sono state coperte (Ez. 23:29)
In Giovanni:
Ti consiglio di acquistare da me un abito bianco affinché tu possa essere vestito, e la vergognadella tua nudità non appaia (Ap. 3:18)
E riguardo all'ultimo giorno:
Beato chi veglia e custodisce le sue vesti affinché non cammini nudo e non si veda la suavergogna (Ap. 16:15)
In Deuteronomio:
Se un uomo ha trovato qualche nudità nella moglie scriva per lei un libello di ripudio (Deut.24:1)
Per lo stesso motivo ad Aronne ed ai suoi figli fu comandato di indossare calzoni di linoprima di accostarsi all'altare, e al ministro, di coprire la carne della sua nudità, affinché non simacchi d'iniquità, e non muoia (Esodo 28:4243).
214. Essi sono chiamati nudi perché abbandonati nel loro proprio. Perché quelli che siabbandonano nel loro proprio cioè a se stessi, non hanno più alcuna intelligenza nésapienza, né fede, e di conseguenza sono nudi, in quanto alla verità e al bene, e sonoquindi nel male.
215. Che il proprio dell'uomo non è altro che male e falsità mi è apparso evidente dalfatto che qualsiasi cosa gli spiriti avessero affermato da loro stessi era talmente maligno efalso che ogni volta che mi veniva dato di conoscere che parlavano da se stessi, sapevo cheerano nella falsità, anche se mentre parlavano erano così profondamente persuasi dellaverità di ciò che affermavano da non avere dubbi. Lo stesso accade presso gli uomini cheparlano da se stessi. E allo stesso modo, non appena qualcuno iniziava a ragionare intornoai soggetti della vita spirituale e celeste, o della fede, percepivo che essi dubitavano, eperfino negavano; perché il ragionare intorno alla fede appartiene al dubbio e allanegazione. E poiché tutto ciò procede dal sé ovvero dal loro proprio, essi sprofondano inautentiche falsità e, di conseguenza in un abisso di densa oscurità, cioè, di falsità, e quandosono in questo abisso la più insignificante delle obiezioni prevale su mille verità,esattamente come se una particella minuta di polvere a contatto con la pupilla dell'occhiobloccasse l'universo e tutto ciò che esso contiene. Di tali persone il Signore dice in Isaia:
Guai a coloro che si reputano saggi e intelligenti (Isaia 5:21)
La tua saggezza e il tuo sapere ti hanno allontanato, e tu hai detto in cuor tuo, io, e nessun altrooltre a me. E il male scenderà su di te, e non saprai da dove è sorto, una calamità si abbatterà sudi te, e non sarai in grado di evitarla e la devastazione ti colpirà improvvisamente, e non lapotrai scongiurare (Isaia 47:1011)
In Geremia:
Ogni uomo è reso stolto dal sapere, ogni artigiano rimane confuso dalle sue opere, perché gliidoli che ha fuso sono falsità, n'è vi è il soffio vitale in essi (Geremia 51:17).
Un idolo scolpito è la falsità, e una immagine fusa il male, del proprio dell'uomo.
216. E intrecciarono foglie di fico, e ne fecero cinture per loro. Per, intrecciare le foglie, è intesogiustificarsi. Il fico, rappresenta il bene naturale, e per, far cinture per loro, si intendeessere colpiti da vergogna. Così si esprimevano le genti più antiche, e così descrivevanoquesta posterità della chiesa, per significare che invece dell'innocenza di cui avevano inprecedenza goduto, possedevano solo il bene naturale, da cui il loro male era nascosto; edessendo nel bene naturale, furono colpiti dalla vergogna.
217. Che la vite è utilizzata nella Parola per intendere il bene spirituale, e il fico il benenaturale, è del tutto ignoto nel tempo presente, perché il significato interiore della Parola è
andato perduto; tuttavia, laddove ricorrono queste espressioni, sono intesi o implicati talisoggetti, come anche in ciò che il Signore affermava nelle parabole riguardo alla vigna e alfico, come in Matteo:
Gesù, vedendo un albero di fico sulla via, si avvicinò ad esso, ma non trovando altro che fogliedisse, che nessun frutto spunti da te d'ora in poi per sempre, e immediatamente il fico si seccò(Matteo 21:19)
con cui si intende, che nessun bene, neanche il bene naturale, fu rinvenuto sulla terra.Simile è il significato della vite e del fico in Geremia:
Provavano forse vergogna delle loro abominazioni? No, non si vergognavano affatto, e nonsapevano neppure arrossire. Perciò, quindi sicuramente li metterò da parte, dice l'Eterno. Nonvi saranno uve sulla vite, né fichi sul fico, e le foglie cadranno (Geremia 8:1213),
con cui si intende che tutto il bene, sia spirituale, sia naturale, è perito, dal momento cheessi erano così depravati da aver perso anche il senso della vergogna, come quelli che algiorno d'oggi sono nel male, e che, lungi dall'arrossire per la loro malvagità, ne fanno illoro vanto. In Osea:
Trovai Israele come uva nel deserto. Ho visto i vostri padri come primizie nel giovane fico(Osea 9:10)
E in Gioele:
Non temete, voi bestie dei miei campi, perché l'albero porterà il suo frutto, il fico e la vitedaranno la loro potenza (Gioele 2:22)
La vite qui indica il bene spirituale, e il fico il bene naturale.
218. Versetto 8. Ed essi udirono la voce di Signore Dio incedere nel giardino, nell'aria delmattino. E l'uomo e sua moglie si nascosero dal volto di Signore Dio in mezzo all'albero delgiardino. Per la, voce di Signore Dio che incede nel giardino, è inteso un dettame interioreche ha causato in loro un senso di paura, essendo questo dettame il residuo dellapercezione di cui erano stati dotati. Per, aria o respiro del mattino, è inteso un periodo
della chiesa quando essa possedeva ancora qualche residuo di percezione. Per,nascondersi dal volto di Signore Dio, si intende il timore del dettame interiore, comeaccade a coloro che sono consapevoli del male. Per il centro dell'albero del giardino, in cuiessi si nascondevano, è significato il bene naturale. Ciò che è intimo è chiamato il centro.L'albero indica la percezione, come in precedenza; ma poiché vi era scarsa percezioneresidua, l'albero è menzionato al singolare, come se ci fosse un solo residuo.
219. Che per la voce di Signore Dio che incede nel giardino si intende un dettame interiore, dicui avevano paura, è evidente dal significato di voce nella Parola, dove la voce di Signore èusata per designare la stessa Parola, la dottrina della fede, la coscienza o un precettopercepito dentro di sé, e anche ogni rimprovero che di lì sortisca. Per questa ragione ituoni sono chiamati voci del Signore, come in Giovanni:
L'angelo gridò a gran voce, come leone ruggente, e quando ebbe gridato, sette tuoni feceroudire la loro voce (Ap. 10:3)
volendo intendere che vi era dunque una voce sia esteriore, sia interiore. E ancora:
Nei giorni in cui il settimo angelo farà udire la sua voce il mistero di Dio sarà compiuto (Ap.10:7)
In Davide:
Cantate a Dio, cantate inni al Signore, che cavalca sulla sommità dei cieli più antichi. Ecco, eglimanda la sua voce, una voce potente (Salmi 68:3233)
La sommità dei cieli più antichi indica la sapienza della chiesa più antica. Voce, la rivelazione,e anche un dettame interiore. E ancora:
La voce del Signore è sulle acque; la voce del Signore è nella potenza; la voce del Signore è nellagloria; la voce del Signore spezza i cedri; la voce del Signore separa le fiamme; la voce delSignore scuote il deserto; la voce del Signore fa partorire le cerve e sferza le foreste (Salmi 29:35, 79)
E in Isaia:
Il Signore farà udire la potenza della sua voce; perché attraverso la voce del Signore Assur saràabbattuta (Is. 30:3031).
220. Per la voce che incede si intende che vi era un residuo di percezione, e che era, per cosìdire, isolato e inascoltato, come è evidente anche dal seguente versetto in cui è detto, ilSignore chiamò l'uomo. Così in Isaia:
Voce di uno che grida nel deserto. La voce disse, grida (Is. 40:3, 6)
Il deserto è la chiesa dove non c'è fede. La voce di uno che grida è l'annuncio dell'avvento delSignore, e in generale ogni annuncio della sua venuta, come con il rigenerato, presso ilquale vi è un dettame interiore.
221. Che con l'aria o il respiro del giorno è inteso il periodo in cui la chiesa aveva ancorauna minima percezione residua, è evidente dal significato di giorno e di notte. Le genti piùantiche paragonavano gli stati della chiesa alle cadenze del giorno e della notte. Allecadenze del giorno quando la chiesa era ancora nella luce; per cui questo stato vieneparagonato con il respiro o aria del giorno, perché vi era ancora qualche residuo dipercezione da cui essi sapevano che erano caduti. Anche il Signore chiama lo stato dellafede giorno, e la mancanza della fede notte; come in Giovanni:
Devo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; la notte viene quandonessuno può operare (Giovanni 9:4)
Per lo stesso motivo gli stati di rigenerazione dell'uomo sono stati chiamati giorni nelcapitolo 1 della Genesi.
222. Che per nascondersi dal volto del Signore significa avere paura del dettame interiore,come accade a coloro che sono consapevoli del male, è evidente dalla loro risposta(versetto 10): Ho udito la tua voce nel giardino, e ho avuto paura perché sono nudo. Il volto delSignore, è misericordia, pace e ogni bene, come è chiaramente evidente dalla benedizione:
Il Signore faccia risplendere i suoi volti su di te, e sia misericordioso verso te. Il Signore volga isuoi volti su di te, e ti dia pace (Num. 6:2526)
E in Davide:
Dio sia misericordioso con noi e ci benedica, e faccia risplendere i suoi volti su di noi (Salmi67:1)
Molti dicono: Chi ci mostrerà il bene? Signore, volgi la luce dei tuoi volti su di noi (Salmi 4:6)
La grazia del Signore è perciò chiamata l'angelo dei volti. in Isaia:
Farò menzione delle grazie del Signore. Egli ha ricambiato loro secondo le sue grazie, e secondola moltitudine di esse. Egli e diventato il loro salvatore. In tutta la loro afflizione egli era afflitto,e l'angelo dei suoi volti li ha salvati. Nel suo amore e nella sua pietà li ha redenti (Isaia 63:79)
223. Poiché il volto del Signore è grazia, pace e ogni bene, è evidente che annovera tuttinella sua grazia e non nega mai il suo sostegno ad alcuno; ma è l'uomo che, quando è nelmale, allontana il suo volto, come dice il Signore in Isaia:
Le vostre iniquità vi hanno separato dal vostro Dio, e i vostri peccati hanno distolto il suo voltoda voi (Isaia 59:2)
e in questo passo, si nascosero dal volto del Signore, perché erano nudi.
224. Grazia, pace e ogni bene, ovvero i volti di Signore sono l'origine del dettame ispiratoa coloro che hanno la percezione, e anche, seppure in modo differente, a coloro che hannocoscienza, i quali agiscono con misericordia. Tali attributi Divini sono ricevuti secondo lostato in cui l'uomo è. Lo stato di questo uomo, cioè, della posterità della chiesa più antica,era uno stato di bene naturale, e coloro che sono nel bene naturale, sono di natura tale chesi nascondono attraverso la paura e la vergogna, perché sono nudi. Mentre quelli che sonoprivi del bene naturale non si nascondono, perché sono insensibili alla vergogna, riguardoai quali, in Geremia 8:1213. (vedi sopra, n. 217).
225. Che nel mezzo dell'albero del giardino significhi il bene naturale, in cui vi è una certapercezione che è chiamata albero, è evidente anche dal giardino in cui l'uomo celesteabitava, perché tutto ciò che concerne il bene e la verità si chiama giardino con differenzecorrispondenti all'indole dell'uomo che lo coltiva. Il bene non è tale, se nel suo intimo non
è celeste, attraverso cui, dal Signore, giunge la percezione. Questo intimo è qui chiamato ilmezzo come anche in altre luoghi della Parola.
226. Versetti 9, 10. E il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse, Dove sei?Ed egli rispose, Houdito la tua voce nel giardino, e ho avuto paura, perché ero nudo, e mi sono nascosto. Il significatodi chiamare, della voce nel giardino, del loro essere impauriti perché erano nudi e dinascondersi, è stato precedentemente spiegato. È usuale nella Parola che all'uomo siachiesto dove si trovi e cosa stia facendo, sebbene il Signore conosca preventivamente ognicosa. La ragione di ciò è che l'uomo interrogato, possa riconoscere ed ammettere la propriacondotta.
227. Poiché è opportuno che l'origine della percezione, del dettame interiore e dellacoscienza, sia conosciuto, e siccome al giorno d'oggi è cosa pressoché ignota, posso riferirequalcosa sull'argomento. È una eminente verità che l'uomo sia governato dal Signore permezzo degli spiriti e degli angeli. Quando gli spiriti maligni iniziano a dominare l'uomo,gli angeli operano al fine di dissuadere l'uomo dai mali e dalle falsità. Ha luogo quindi uncombattimento. È da questa lotta che l'uomo è avverte in sé la percezione, di un dettameinteriore e della coscienza. Da queste, e anche dalle tentazioni, l'uomo potrebbechiaramente realizzare che gli spiriti e gli angeli sono realmente presso di lui, se non fossecosì profondamente immerso nelle cose corporee da non credere a nessuna cosa in meritoagli spiriti e agli angeli. Tali persone, anche se avvertissero questi combattimenti percentinaia di volte, seguiterebbero a sostenere che sono fantasie e l'effetto di una mentedisordinata. Mi è stato permesso di sentire tali combattimenti, e di percepirli in modotangibile, migliaia e migliaia di volte, e questo per diversi anni. E mi è stato altresìpermesso di sapere chi, cosa, e dove avevano luogo queste lotte, chi le provocava, quandoarrivavano e quando si allontanavano. E mi è stato permesso di conversare con loro.
228. È impossibile descrivere la raffinata percezione da cui gli angeli scoprono seun'affermazione è contraria alla verità della fede e al bene dell'amore. Essi percepiscono laqualità di ciò che odono, mille volte più perfettamente dell'uomo stesso, il quale non saquasi nulla di ciò. Il più insignificante dei pensieri di in un uomo è percepito dagli angelipiù compiutamente di quanto l'uomo percepisca il suo più grande. Questo è davveroincredibile, ma nondimeno, è vero.
229. Versetti 1113. Ed egli disse, Chi ti ha detto che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero dicui ti avevo comandato di non mangiare?E l'uomo rispose, La donna che tu mi hai posto accanto,lei mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato. E il Signore Dio disse alla donna, Cosa hai fatto? E ladonna rispose: Il serpente mi ha ingannata e io ne ho mangiato. Il significato di queste parole èevidente da quanto è stato spiegato prima, cioè, che la parte razionale dell'uomo eraincline a farsi ingannare dal suo proprio, perché questo gli era caro (vale a dire, l'amore disé), in modo che egli credeva solo a ciò che poteva vedere e sentire. Tutti possono vedere
che il Signore Dio non parla con un serpente, e in effetti non vi era alcun serpente; né eglisi rivolge alla parte sensuale che è rappresentata dal serpente. Queste parole implicano unsignificato differente, cioè essi erano consci del fatto che si erano lasciati ingannare daisensi, e tuttavia, in conseguenza dell'amore di sé, erano desiderosi di accertare la verità diciò che avevano udito in merito il Signore, alla fede in lui, prima aderirvi.
230. Il male prevalente di questa posterità era l'amore di sé, non accompagnatodall'amore del mondo, come accade al giorno d'oggi, perché essi abitavano all'internodelle famiglie e dei propri nuclei familiari, e non nutrivano alcun desiderio di accumularericchezza.
231. Il male della chiesa più antica esistita prima del diluvio, così come quello dellachiesa antica dopo il diluvio, e anche quello della chiesa ebraica e, successivamente, il maledella nuova chiesa o chiesa delle nazioni, dopo la venuta del Signore, e anche quella dellachiesa attuale, era ed è che essi non credono nel Signore ovvero, nella Parola, ma credonoin se stessi e nei propri sensi. Quindi non c'è fede, e dove non c'è fede non c'è neppureamore verso il prossimo, di conseguenza tutto è falsità e male.
232. Nel tempo presente, però, è molto peggio che in passato, perché ora gli uominipossono confermare l'incredulità dei sensi con le conoscenze attinte dalla memoria,conoscenze mondane che erano ignote agli antichi, e ciò ha dato vita ad un gradoindescrivibile di oscurità. Se gli uomini sapessero quanto è grande l'oscurità prodotta dallaloro scienza ne resterebbero sbalorditi.
233. Esplorare i misteri della fede per mezzo della conoscenza attinta dalla memoria ècosa impossibile quanto lo sia per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, oper un nervo governare le più fini fibrille del torace e del cuore. Così grossolano, anzi, dipiù, è ciò che si riferisce ai nostri sensi e alla conoscenza attinta dalla memoria, rispetto aciò che è spirituale e celeste. Chi vuole indagare le cose nascoste della natura, che sonoinnumerevoli, scopre ben poco, e nelle sue investigazioni cade in errore, come è ben noto.A maggior ragione si cade inevitabilmente in errore, investigando le verità nascoste dellavita spirituale e celeste, in cui esistono miriadi di misteri per ogni singolo mistero nascostoin natura!
[2] Si consideri in proposito questo solo esempio: l'uomo da se stesso non può fare se nonciò che è male, allontanandosi con ciò dal Signore. Eppure, non è l'uomo a fare queste cose,ma gli spiriti maligni che sono presso di lui. Né questi spiriti maligni fanno ciòdirettamente, bensì il male stesso che essi hanno fatto proprio. Tuttavia, l'uomo che agiscenel male si allontana dal Signore, e questa colpa gli viene imputata. E ciò nondimeno, eglivive unicamente dal Signore. Per converso, da se stesso l'uomo non può fare ciò che èbene, e volgersi verso il Signore. Questa operazione è fatta dagli angeli. Neppure gli angeliagiscono da se stessi, ma unicamente dal Signore. Eppure l'uomo è in grado, come da se
stesso, di fare ciò che è buono, e di volgersi verso il Signore. Queste fatti in nessun modopossono essere compresi attraverso i nostri sensi, le scienze mondane e la filosofia. E sequesti ultimi dovessero essere consultati, inevitabilmente si perverrà alla negazione dellaloro verità, così come di ogni altra verità soprannaturale.
[3] Da quanto detto risulta evidente che coloro che in materia di fede consultano lepercezioni dei sensi e la conoscenza attinta dalla memoria, si immergono non solo indubbio, ma anche nella negazione, cioè, nella densa oscurità e, di conseguenza, in tutte lecupidigie. Infatti, poiché credono in ciò che è falso, essi agiscono anche conformemente aciò che è falso. E siccome sostengono che ciò che è spirituale e celeste non esiste, credonoche non vi sia altro all'infuori di ciò che è del corpo e del mondo. E così amano tutto ciòche appartiene a sé e al mondo, e in questo modo nutrono cupidigie e aspirano ai mali chescaturiscono da ciò che è falso.
Genesi 3, versetti 1419 14. E il Signore Dio disse al serpente, Poiché hai fatto questo, sii maledetto sopra ogni bestia, esopra ogni animale selvatico del campo; sul tuo ventre striscerai, e mangerai polvere tutti i giornidella tua vita.
15. Porrò inimicizia tra te e la donna, e tra la tua stirpe e la sua stirpe. Ed ella calpesterà la tuatesta, e tu insidierai il suo calcagno.
16. E alla donna disse: Moltiplicherò le tue sofferenze ed i tuoi concepimenti; con le dogliepartorirai i tuoi figli, e dovrai obbedienza al tuo uomo, ed egli ti governerà.
17. E all'uomo disse: Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero dicui ti avevo comandato, dicendo: Tu non devi mangiarne; maledetto sia il suolo per causa tua. Conenorme sforzo ti procurerai da esso nutrimento tutti i giorni della tua vita.
18 Spine e cardi produrrà per te, e tu mangerai l'erba dei campi.
19. Con il sudore della fronte ti procurerai il pane, finché non ritornerai alla terra. Perché da essasei stato tratto. Perché polvere tu sei e alla polvere ritornerai.
Contenuti
234. Lo stato successivo della chiesa fino al diluvio è qui descritto e, poiché a quei tempila chiesa aveva distrutto completamente se stessa, è predetto che il Signore sarebbe venutonel mondo e salvare il genere umano.
235. Coloro che non sono disposti a credere ad alcuna cosa che non possa esserepercepita con i sensi la parte sensuale dei quali è il serpente hanno maledetto se stessi, esono diventati infernali (versetto 14).
236. Quindi per evitare che tutta l'umanità precipitasse in un inferno, il Signore hapromesso che sarebbe venuto nel mondo (versetto 15).
237. La chiesa è ulteriormente rappresentata dalla donna la quale, nella misura in cui amase stessa, ovvero il suo proprio, diviene incapace di apprendere la verità, anche se le è datauna parte razionale al fine di governarla (versetto 16).
238. La qualità della parte razionale viene quindi descritta, in quanto ha dato il suoconsenso, e si è quindi dannata, ed è diventata infernale, in modo che la ragione è andataperduta ed è rimasto il raziocinio (versetto 17).
239. La dannazione e la rovina sono qui descritte, ed anche la loro natura ferina (versetto18).
240. In successione, la loro avversione a tutto ciò che concerne la fede e l'amore, e che intal modo dall'essere uomini sono diventati non uomini (versetto 19).
Significato interiore
241. Il popolo più antico, essendo uomini celesti, erano di un'indole tale che di ognioggetto che vedevano nel mondo o sulla faccia della terra, essi pensavano alle cose celestie Divine rappresentate da quegli oggetti. La loro vista non era che uno strumento, e così diconseguenza, il loro discorso. Chiunque può comprendere ciò dalla propria esperienza,perché se presta attenzione al significato delle parole di un oratore, egli effettivamentesente le parole, ma è come se le avesse udite, percependone solo il senso. E uno che pensapiù profondamente non presta attenzione neppure al senso delle parole, ma ad unsignificato più universale. Ma i posteri di cui qui si tratta non erano come i loro padri,perché quando vedevano gli oggetti del mondo e ogni cosa visibile sulla faccia della terra,essi li amavano, le loro menti andavano in estasi, pensavano ad essi e, attraverso essi, allecose celesti e Divine. Dunque presso di loro ciò che è sensuale ha cominciato a essereprincipale anziché strumentale come accadeva prima, presso i loro padri. E quando ciò cheè del mondo diviene il principale, allora gli uomini ragionano in funzione di ciò sulle cosedel cielo, e così facendo si rendono ciechi. Anche questo può essere noto a chiunqueattraverso la propria esperienza, perché chi si sofferma sulle parole dell'oratore,piuttosto che sul significato delle parole, ne apprende solo una minima parte, e ancorameno della loro portata universale, talvolta giudica di tutto ciò che un uomo dice da unasingola parola, o anche da una singola particella grammaticale.
242. Versetto 14. E il Signore Dio disse al serpente, Poiché hai fatto questo, sii maledetto sopraogni bestia, e sopra ogni animale selvatico del campo; sul tuo ventre striscerai, e mangerai polveretutti i giorni della tua vita. Per, il Signore disse al serpente, si vuole intendere che essipercepirono che fu la loro parte sensuale la causa [della loro caduta]. Il serpente maledettosopra di ogni bestia e di sopra di ogni animale selvatico, significa che la loro parte sensualesi allontanò da ciò che è celeste, e si volse verso ciò che attiene al corpo, e quindi si dannò.Bestia e animale selvatico qui significano le affezioni, come più sopra. Che il serpentedebba strisciare sul suo ventre significa che la loro parte sensuale non poteva più guardareverso l'alto alle cose del cielo, ma solo verso il basso, a quelle del corpo e del mondo. Il suomangiare polvere tutti i giorni della sua vita, significa che la loro parte sensuale divennetale che non poteva vivere, se non attraverso tutto ciò che appartiene al corpo e al mondo,vale a dire, che era diventata infernale.
243. Negli uomini celesti più antichi la parte sensuale del corpo era di una natura tale daessere conforme e asservita al loro uomo interno, e di là di ciò, essi non si curavano
ulteriormente delle cose inerenti le percezioni dei sensi. Ma dopo che avevano cominciatoad amare se stessi, anteposero le cose inerenti la parte sensuale dell'uomo alle coseappartenenti all'uomo interno, e quando queste ultime furono separate, essi divennerocorporei, e così si dannarono.
244. Avendo prima dimostrato che per il Signore Dio che parla al serpente, è inteso cheessi percepirono che la loro parte sensuale era la causa della loro caduta, non è piùnecessario aggiungere altro.
245. Che disse al serpente, sii maledetto sopra ogni bestia, e sopra ogni animale selvatico delcampo significa che la loro parte sensuale si era allontanata da ciò che è celeste, volgendosiverso ciò che è del corpo, e si è dunque dannata, può essere chiaramente dimostrato dalsignificato interiore della Parola. Il Signore Dio non maledice nessuno. Non è mai adiratocon nessuno, non conduce mai nessuno in tentazione, non punisce mai nessuno, egiammai maledice alcuno. Tutto questo è fatto dall'orda infernale, perché tali cose nonpossono mai procedere dalla fonte della misericordia, della pace e della bontà. Il motivodel tenore letterale in questi passi e in altri luoghi della Parola, ove si narra che SignoreDio non solo allontana il suo volto, è adirato, punisce e tenta, ma perfino uccide emaledice, è che gli uomini possano credere che il Signore governa e dispone tutto e ognicosa nell'universo, anche il male stesso, le punizioni e le tentazioni. E, quando hannoricevuto questa idea più generale, possono poi imparare in che modo egli governa edispone di tutte le cose trasformando il male della pena e della tentazione in bene.Nell'insegnamento e nell'apprendimento della Parola, le verità più generali vengonoprima; e quindi il senso letterale è pieno di queste cose.
246. Che la bestia e l'animale selvatico del campo significhino le affezioni è evidente daquanto detto in precedenza (n. 4546), a cui è consentito aggiungere il seguente passo daDavide:
Tu, o Dio, mandi la pioggia della tua bontà; tu confermi tua eredità operosa; il tuo animaleselvatico abiterà in essa (Salmi 68:910)
dove animale selvatico indica l'affezione del bene, perché è detto che abiterà nel eredità diDio. La ragione per cui qui, e anche nel capitolo 2:1920 sono nominati la bestia e l'animaleselvatico dei campi, mentre nel capitolo 1:2425, sono nominati la bestia e l'animaleselvatico della terra, è che il presente passo tratta della chiesa o dell'uomo rigenerato,mentre il primo capitolo si riferisce a ciò che non era ancora una chiesa, ovvero a un uomoche sta per diventare rigenerato. Perché la parola campo è riferita alla chiesa, o ai rigenerati.
247. Che il serpente che striscia sul suo ventre indica che la loro parte sensuale non potevapiù guardare verso l'alto alle cose del cielo, ma solo verso il basso a quelle del corpo e dellaterra, è evidente dal fatto che nei tempi antichi per ventre si intendevano quelle cose piùvicine alla terra. Mentre per petto quelle al di sopra della terra; e per testa, ciò che è piùelevato. Si è detto qui che la parte sensuale, che di per sé è la parte più bassa della naturadell'uomo, striscia sul suo ventre perché è rivolta verso ciò che è mondano. La depressionedel ventre, fino alla terra, e l'aspersione della polvere sulla testa, avevano un significatosimile nella chiesa ebraica. Così leggiamo in Davide:
Perché ci nascondi il tuo volto e dimentichi la nostra miseria e oppressione? Perché la nostraanima è nella polvere e il nostro ventre si trascina al suolo. Sorgi, vieni in nostro aiuto, salvaciper il bene della tua misericordia (Salmi 44:2527)
dove anche è evidente che quando l'uomo si allontana dal volto del Signore, egli fende conil ventre la polvere e la terra. In Giona allo stesso modo, per ventre della balena, nel qualeera stato gettato, sono significate le parti inferiori della terra, come è evidente dalla suaprofezia:
Fuori dal ventre dell'inferno ho gridato, e tu hai ascoltato la mia voce (Giona 2:2)
dove l'inferno indica la terra inferiore.
248. Pertanto, quando l'uomo mira alle cose celesti, si dice che va a testa alta e guardaverso l'alto o in avanti. Mentre, quando ha a cuore le cose corporee e terrene, si dice che èpiegato a terra e guarda verso il basso o indietro come in Levitico:
Io sono il Signore vostro Dio, che vi ha fatto uscire dall'Egitto, affinché non foste ridotti inschiavitù, e che ha rotto i legami del vostro giogo, e vi ha fatto andare a testa alta (Lev. 26:13)
In Michea:
Voi non solleverete dunque il collo, né andrete a testa alta (Michea 2:3)
In Geremia:
Gerusalemme ha peccato, perciò la disprezzano, perché hanno visto la sua nudità. Sì, leigemeva e si è voltata indietro. Dall'alto egli ha scagliato un fuoco nelle mie ossa, e ha mi ha fattotornare indietro. Egli mi ha reso desolata (Lam. 1:8, 13)
E in Isaia:
Il Signore, tuo Redentore, che volge i saggi all'indietro, e trasforma in stoltezza la loroconoscenza (Isaia 44:2425)
249. Che mangiare polvere tutti i giorni della vita significa che la loro parte sensuale divennetale che non potevano vivere di nient'altro che non appartenesse al corpo e la terra, vale adire, che erano diventati infernali, è evidente anche dal significato di polvere nella Parola,come in Michea:
Pasci il tuo popolo come nei giorni dell'eternità. Le nazioni vedranno e tutte le loro forzeimpallidiranno. Esse mangeranno la polvere come serpenti, è saranno scossi nei visceri, comerettili della terra (Michea 7:14, 1617)
Per giorni d'eternità si intende la chiesa più antica. Le nazioni rappresentano, coloro checonfidano nel loro proprio, di cui si dice che mangeranno la polvere come il serpente.In Davide:
I barbari si inchineranno davanti a Dio, e i suoi nemici mangeranno la polvere (Salmi 72:9)
Barbari e nemici sono coloro che hanno a cuore unicamente le cose del mondo. In Isaia:
Polvere sarà il pane del serpente (Isaia 65:25)
Poiché polvere significa coloro che non hanno riguardo per le cose spirituali e celesti, masolo per ciò che è corporeo e suolo, perciò il Signore ha ingiunto ai suoi discepoli discrollarsi di dosso la polvere dai loro piedi se la città o la casa in cui fossero entrati non si fosse
dimostrata degna (Matteo 10:14). (Che polvere denoti ciò che è dannato e infernale, verràulteriormente mostrato al versetto 19).
250. Versetto 15. Porrò inimicizia tra te e la donna, e tra la tua stirpe e la sua stirpe. Eglicalpesterà la tua testa, e tu insidierai il suo calcagno. Ciascuno è consapevole del fatto chequesta è la prima profezia dell'avvento del Signore nel mondo. E appare così chiaramentedalle parole stesse, e quindi dai profeti, che perfino gli ebrei sapevano che un Messiadoveva venire. Finora però nessuno ha compreso il significato particolare del serpente, edella donna, del seme del serpente del seme della donna, della testa del serpente che doveva esserecalpestata e del calcagno che il serpente deve insidiare. Devono quindi essere spiegati. Con ilserpente qui si intende tutto il male in generale, ed in particolare l'amore di sé. Con ladonna si intende la chiesa. Con il seme del serpente, si intende ogni infedeltà. Con il semedella donna si intende la fede nel Signore. Con Egli, il Signore stesso. Con la testa delserpente, il dominio del male in generale e, in particolare il dominio dell'amore di sé. Concalpestare, si intende lo sprofondare, in modo che esso strisci sul ventre e mangi la polvere.Con il calcagno, si intende la parte naturale più grossolana (cioè ciò che è corporeo), che ilserpente deve insidiare.
251. Il motivo per cui il serpente significa tutto il male in generale, e in particolare l'amoredi sé, è che tutto il male ha avuto la sua origine da quella parte sensuale della mente eanche dalle scienze che da principio sono state rappresentate dal serpente. Dunque quidenota il male di ogni genere, e in particolare l'amore di sé, o l'odio contro il prossimo e ilSignore, che è la stessa cosa. Poiché questo male o odio è molteplice e composto danumerosi generi e ancora più numerose specie, viene descritto nella Parola attraverso varitipi di serpenti, come basilischi, aspidi, vipere, serpenti di fuoco e serpenti volanti, serpentiche strisciano, in base alle differenze di veleno, che è l'odio. Così si legge in Isaia:
Non esultate, Filistei, perché la verga che vi percuoteva si è rotta. Perché dalla radice delserpente uscirà un basilisco, e il suo frutto sarà un serpente di fuoco che vola (Isaia 14:29)
la radice del serpente indica quella parte della mente, o quel principio che è collegato con isensi e le scienze. Il basilisco indica il male che ha origine nella falsità che da lì deriva. E ilserpente volante di fuoco significa la cupidigia che deriva dall'amore di sé. Nello stessoprofeta simili cose sono così descritte in altri passi:
Si schiudono le uova di basilisco, e la ragnatela è tessuta. Colui che mangia delle loro uovamuore, e dall'uovo schiacciato esce una vipera (Is. 59:5).
Il serpente qui descritto nella Genesi si chiama nella Rivelazione il grande drago rosso," e il serpenteantico, e anche diavolo e satana che inganna il mondo intero (12:3, 9; 20:2); dove, anche in altri luoghi,per diavolo non si intende qualsiasi particolare diavolo che domina sugli altri, ma tutta l'orda dispiriti maligni, ed il male stesso.
252. Che per la donna si intende la chiesa, è evidente dal quanto detto sopra (n. 155) inmerito al matrimonio celeste. Tale è la natura del matrimonio celeste, che il cielo, e perciòla chiesa, si uniscono al Signore dal loro proprio, tanto che essi sono nel loro proprio,perché senza di ciò non vi può essere unione. Quando il Signore nella sua grazia infondeinnocenza, pace e bene in questo proprio, esso conserva ancora la sua identità, ma divieneun sé celeste e lieto (come si può vedere al n. 164). La qualità del proprio celeste e angelicodal Signore, e la qualità del proprio, che prende le mosse dal sé, che è infernale e diabolico,non possono essere illustrate. La differenza è come quella tra il cielo e l'inferno.
253. È in virtù del proprio celeste e angelico che la chiesa è chiamata donna, e anchemoglie, sposa, vergine, e figlia. È chiamata donna nell'Apocalisse:
Una donna vestita di sole e la luna sotto i suoi piedi, e sul suo capo una corona di dodici stelle.E il drago ha perseguitato la donna che aveva partorito il figlio dell'uomo (Ap. 12:1, 45, 13)
In questo passo per donna si intende la chiesa. Per sole si intende l'amore. Per luna siintende la fede. Per stelle, come sopra, le verità della fede, ciascuna delle quali è odiata eperseguitata oltremodo dagli spiriti maligni. La chiesa è chiamata donna, e anche moglie inIsaia:
Il tuo creatore è tuo marito, Signore degli eserciti è il suo nome, ed il tuo redentore è il Santod'Israele, il Dio di tutta la terra è chiamato. Perché come una donna abbandonata e afflitta nellospirito il Signore ti ha chiamato, e come la sposa della giovinezza (Isaia 54:56),
dove il creatore è chiamato anche marito, perché unito al proprio della chiesa. La donnaabbandonata e la moglie della giovinezza significano in particolare la chiesa antica e la chiesapiù antica. Analogamente in Malachia:
Il Signore ha reso testimonianza fra te e la moglie dei tuoi figli (Malachia 2:14).
È chiamata moglie e sposa nell'Apocalisse:
Vidi la città santa, la nuova Gerusalemme scendere da Dio, dal cielo, preparata come una sposaadorna per il suo sposo: vieni qui, ti mostrerò la sposa, la moglie dell'Agnello (Apocalisse 21:2,9)
La chiesa è chiamata vergine e figlia in tutti i profeti.
254. Che per il seme del serpente si intende ogni infedeltà, è evidente dal significato diserpente, vale a dire ogni male. Seme è ciò che produce ed è prodotto, o ciò che genera ed ègenerato; e poiché è della chiesa che qui si tratta, l'infedeltà è ad essa riferita. In Isaia, lachiesa ebraica nel suo stato pervertito, è chiamata seme di malfattori, seme di adulteri e semedi menzogna:
Guai alla nazione peccatrice, popolo carico di iniquità, seme di malfattori e progenie didistruttori. Hanno abbandonato Signore, hanno provocato il Santo d'Israele e si sono voltatiindietro (Isaia 1:4)
Avvicinatevi, figli della maga, seme di adultero. Non siete voi figli di trasgressione e seme dimenzogna? (Isaia 57:35)
E ancora, parlando del serpente o drago, come è chiamato Lucifero:
Tu sei stato scacciato dal tuo sepolcro come un germoglio spregevole, perché hai corrotto latua terra e hai ucciso il tuo popolo. Il seme dei malfattori sarà dimenticato in eterno (Isaia14:1920)
255. Che il seme della donna significhi la fede nel Signore è evidente dal significato didonna cioè chiesa, il cui seme non è altro che la fede, perché è dalla fede nel Signore che lachiesa è chiamata chiesa. In Malachia, la fede è chiamata Seme di Dio:
Il Signore ha reso testimonianza tra te e la moglie della tua giovinezza; e ha fatto in modo chefoste un solo spirito. Perché altrimenti si cercherebbe il seme di Dio? Ma esaminati nello spirito,affinché non abbi a tradire la moglie della tua giovinezza (Malachia 2:1415)
In questo passo la moglie della giovinezza è la chiesa antica e la più antica tra le chiese, delcui seme (o fede) il profeta parla. In Isaia inoltre, riferendosi alla chiesa:
Verserò le acque, sul suolo assetato, e ruscelli sulle [terre] secche. Effonderò il mio spirito sultuo seme e la mia benedizione sulla tua discendenza (Is. 44:3)
In Apocalisse:
Il drago si infuriò contro la donna e mosse guerra con il resto della sua discendenza, cheosservava i comandamenti di Dio e custodiva la testimonianza di Gesù Cristo (Ap. 12:17).
E in Davide:
Ho fatto un patto con il mio eletto, ho giurato a Davide mio servo, per l'eternità io stabilisco ilsuo seme, e il suo seme durerà per sempre, e il suo trono come i giorni dei cieli. Il suo semedurerà per l'eternità, e il suo trono come il sole davanti a me (Salmi 89:34, 29, 36)
dove per Davide si intende il Signore. Per trono, il suo regno. Per sole si intende l'amore. Perdiscendenza, la fede.
256. Non solo la fede, ma anche il Signore stesso è chiamato il seme della donna perché eglisolo dona la fede, e quindi è la fede, e perché, nella sua misericordia, era lieto di nascerenel mondo dal momento che la chiesa era sprofondata nel suo proprio, infernale ediabolico a causa dell'amore di sé e dell'amore del mondo in modo che con la suapotenza Divina avrebbe potuto unire il Divino celeste con il proprio Umano nella suaessenza Umana, in modo che in lui essi potessero essere uno. E, a meno che questa unionenon fosse stata effettuata, il mondo intero sarebbe completamente perito. Poiché il Signoreè dunque il seme della donna, non è detto esso ma egli.
257. Che con la testa del serpente si intenda il dominio del male in generale, e inparticolare dell'amore di sé, è evidente dalla sua natura, che è così terribile che non solopersegue il dominio, ma perfino il dominio di ogni cosa esistente nel mondo. Né rimaneda ciò soddisfatto, volendo aspirare anche a governare ogni cosa nel cielo, e poi, noncontento di questo, il male mira a dominare sul Signore stesso e, anche allora non èsoddisfatto. Questo è insito in ogni scintilla dell'amore di sé. Se esso fosse assecondato eliberato da ogni restrizione, esploderebbe e si innalzerebbe fino all'altezza cui aspira.
Perciò è evidente in che misura il serpente, o il male dall'amore di sé, arda dal desiderio diesercitare il dominio, e quanto odi tutti coloro che rifiutano il suo dominio. Questa è quellatesta del serpente che si esalta, e che il Signore calpesta, fino a terra, fino a farla strisciare sulsuo ventre e a mangiare la polvere, come affermato nel versetto immediatamente precedente.Così anche è descritto il serpente o drago chiamato Lucifero in Isaia:
O Lucifero, tu hai detto nel tuo cuore, ascenderò fino ai cieli, innalzerò il mio trono al di sopradelle stelle di Dio, e siederò sul monte dell'adunanza, a settentrione. Ascenderò sopra lasommità delle nubi, sarò pari al più elevato in dignità. Eppure tu sarai precipitato all'inferno,nelle profondità dell'abisso (Isaia 14:1215)
Il serpente o drago è anche descritto nella Rivelazione riguardo al modo in cui esalta la suatesta:
Un enorme drago rosso, aveva sette teste e dieci corna, e molti diademi sulle teste; ma fuprecipitato sulla terra (Apocalisse 12:3, 9)
In Davide:
Il Signore dice al mio Signore: Siedi alla mia destra, affinché io faccia dei tuoi nemici lo sgabello dei tuoipiedi: Signore manda la verga della tua forza da Sion. Egli giudica le nazioni, semina la morte, schiacciala testa di moltitudini, beve del ruscello sulla via, poi solleva la testa (Salmo 110:12, 67)
258. Che per calpestare o aggredire si intenda il deprimere, in modo da costringere astrisciare sul ventre e mangiare la polvere, è ora evidente da questo e dai passi precedenti.Così anche in Isaia:
Il Signore ha abbattuto quelli che abitano in alto. La città che si esalta sarà umiliata. Egli laumilierà fino a terra, la farà prostrare fin nella polvere; dal piede sarà calpestata (Isaia 26:46)
Egli getta a terra con la forza delle mani; essi devono essere calpestati, corona di orgoglio (Isaia28:23)
259. Che per il calcagno si intenda la parte naturale più infima o corporea non può esserecompreso salvo che sia conosciuto il modo di pensare delle genti più antiche riguardo allevarie cose inerenti l'uomo. Essi comparavano le cose celesti e spirituali con la testa e ilvolto; ciò che proviene da queste, come carità e misericordia, al torace; le cose naturali, aipiedi; le cose naturali infime, alle piante dei piedi, e le più infime e corporee in assoluto, altallone. Né si limitavano a fare riferimento ad esse, ma così anche le nominavano. Le cosedi più infimo valore della ragione, cioè, le scienze, sono state rappresentate anche da ciòche Giacobbe profetizzò riguardo a Dan:
Dan sarà un serpente sulla strada, una vipera sul sentiero, che morde i garretti del cavallo e ilcavaliere cade all'indietro (Gen. 49:17)
Anche in Davide:
L'iniquità dei miei talloni mi tormenta (Salmi 49:5)
Allo stesso modo in ciò che è detto di Giacobbe, quando uscì dal grembo materno,
Che la sua mano afferrò il calcagno di Esaù; perciò fu chiamato Giacobbe (Gen. 25:26)
perché il nome Giacobbe deriva dal calcagno, e perché la chiesa ebraica, rappresentata da Giacobbe,ferì il tallone. Un serpente può aggredire solo le cose naturali più infime e, salvo che non sia unaspecie di vipera, non può aggredire le cose naturali più intime dell'uomo, e ancor meno le sue cosespirituali, e men che meno, tutte le sue cose celesti, che il Signore preserva e custodisce nell'uomo asua insaputa. Le cose che sono così custodite dal Signore sono denominate nella Parola, resti. In chemodo il serpente distrusse le cose naturali più infime presso le genti vissute prima del diluvio, daciò che è sensuale e dall'amore di sé; presso gli ebrei, dalle cose sensuali, dalle tradizioni, dalleinezie, e dall'amore di sé e del mondo; e in che modo nel tempo presente ha distrutto e continua adistruggerle attraverso ciò che è sensuale, le scienze, la filosofia, e al tempo stesso l'amore di sé edel mondo, per Divina misericordia del Signore sarà esposto qui di seguito.
260. Da quanto detto risulta evidente che è stato rivelato alla chiesa di quel tempo che ilSignore sarebbe venuto nel mondo per salvarli.
261. Versetto 16. E alla donna disse: Moltiplicherò le tue sofferenze ed i tuoi concepimenti; con ledoglie partorirai i tuoi figli, e dovrai obbedienza al tuo uomo, ed egli ti governerà. Per la donna, èora intesa la chiesa quanto al suo proprium, che è amato. Per, moltiplicherò le tue
sofferenze, è inteso il combattimento, e la conseguente ansietà. Per, concepimento, ognipensiero. Per i figli che lei avrebbe partorito con le doglie, sono intese le verità che avrebbecosì acquisito. Per uomo, qui come in precedenza, è intesa la parte razionale cui essa dovràobbedienza e che, come tale, la governerà.
262. Che la Chiesa sia rappresentata dalla donna è stato mostrato in precedenza, ma qui ilriferimento è alla chiesa pervertita dal proprio, perché la posterità della chiesa più antica,che era diventata pervertita, è trattata in questi passi.
263. Quando dunque la parte sensuale allontana o danna l'uomo, la conseguenza è chegli spiriti maligni cominciano a combattere con forza, e gli angeli di guardia lifronteggiano, e quindi questo combattimento è descritto dalle parole: moltiplicherò le tuesofferenze ed i tuoi concepimenti; con le doglie partorirai i tuoi figli cioè, riferendosi al pensiero ealla comprensione della verità.
264. Che il concepimento e la nascita di figli nella Parola, siano intese in un senso spiritualeconcepimento per il pensiero e la disposizione dell'animo, e figli per le verità, è evidente daOsea:
Riguardo a Efraim, la loro gloria volerà via come un uccello, dalla nascita, dal grembo, e dalconcepimento. Anche se avranno i loro figli, ma io li sottrarrò loro affinché non diventinouomini. Guai a loro quando li abbandonerò (Osea 9:1112)
dove Efraim significa l'intelligenza, o la comprensione della verità, e figli le verità stesse. Siè già detto altrove in relazione a Efraim, o colui che è intelligente, che è diventato stolto:
I dolori del travaglio sono sopraggiunti su di lui, egli è un figlio stolto, perché quando saràgiunto il momento non sarà pronto a lasciare il grembo dei figli (Os 13,13)
E in Isaia:
Vergognati Sidone, perché il mare ha parlato, la fortezza marina, ha detto, Non ho doglie, nonho partorito, né ho allevato giovani uomini, né vergini. Come è d'uso in Egitto, si partoriràsecondo quanto accade a Tiro (Is. 23:45)
dove per Sidone si intendono coloro che sono stati nella conoscenza della fede, che peròhanno distrutta a causa delle scienze, e così sono diventati sterili.
[2] Sempre nello stesso profeta, trattando della rigenerazione, e dove, ugualmente, leverità della fede sono rappresentate dai figli:
Prima del travaglio ha partorito, e prima delle doglie ha dato alla luce un figlio maschio. Chi hamai udito una simile cosa? Chi ha visto una simile cosa? Può forse la terra portare frutti in unsol giorno senza il mio comando? dice l'Eterno. Non sono forse io che le comando di portarefrutto? dice il tuo Dio (Isaia 66:79)
Beni e verità, essendo concepiti e nati dal matrimonio, sono pertanto chiamati figli dalSignore in Matteo:
Colui che semina il buon seme è il figlio dell'uomo; il campo è il mondo e il seme sono i figli delregno (Mt. 13:3738)
Ed egli chiama i beni e le verità della fede salvifica, figli di Abramo (Giovanni 8:39). Perché il seme(come affermato in n. 255) indica la fede, laddove i figli, che sortiscono dal seme, sono i beni e leverità della fede. Di qui anche il Signore, essendo egli stesso il seme, chiama sé stesso Figliodell'uomo, cioè, la fede della chiesa.
265. Che per uomo [vir] è intesa la parte razionale appare dal versetto 6 del presentecapitolo, in quanto la donna aveva dato il frutto al suo uomo, ed egli ne mangiò. Con ciò siintende il suo consenso, e lo stesso è evidente anche da quanto è stato detto dell'uomo al n.158, dove per uomo si intende colui che è savio e intelligente. Qui però uomo denota laparte razionale, perché in conseguenza della distruzione della sapienza e intelligenza,conseguente alla consumazione del frutto dell'albero della conoscenza, nient'altro èrimasto. Perché il razionale è un'imitazione dell'intelligenza, essendo per così dire la suaparvenza.
266. Siccome ogni legge e precetto discende da ciò che è celeste e spirituale, come dal suoautentico principio, ne consegue che questa legge del matrimonio richiede che la moglie,che agisce in ragione del desiderio, che è il suo proprio, piuttosto che in forza dellaragione, che è il proprio dell'uomo, debba essere sottoposta alla sua prudenza.
267. Versetto 17. E all'uomo disse: Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiatodell'albero di cui ti avevo comandato, dicendo: Tu non devi mangiarne; maledetto sia il suolo percausa tua. Con enorme sforzo ti procurerai da esso nutrimento tutti i giorni della tua vita. Perl'uomo che aveva dato ascolto alla voce della moglie, è significato il consenso della parterazionale, dell'uomo, a causa del quale egli si è allontanato e ha dannato se stesso e, diconseguenza, tutto l'uomo esterno, che è rappresentato dalla locuzione, maledetto sia il
suolo per causa tua. Per, trarrai nutrimento da esso con enorme sforzo, si intende che ilfuturo stato della sua vita sarebbe miserabile, e questo fino alla fine di quella chiesa,ovvero, per tutti i giorni della sua vita.
268. Che per suolo si intende l'uomo esterno è evidente da ciò che è stato detto inprecedenza sulla terra, sul suolo e sul campo. Quando l'uomo è rigenerato, non si chiamapiù terra ma suolo, perché il seme celeste è stato impiantato in lui. Egli è anche paragonatoal campo ed è chiamato campo in vari luoghi della Parola. I semi del bene e della verità sonoimpiantati nell'uomo esterno, cioè, nella sua affezione e nella sua memoria, e nonnell'uomo interno, perché non c'è nulla del proprio nell'uomo interno, ma solo in quelloesterno. Nell'uomo interno vi sono i beni e le verità, e quando questi non affiorano, l'uomoè esteriore o corporale. Nondimeno, tali beni e verità sono comunque custoditi nell'uomointerno, ad insaputa dell'uomo, in quanto non emergono se non quando l'uomo esterno,per così dire, muore, ovvero, di solito quando l'uomo incorre in tentazioni, disgrazie,malattie e nell'ora della morte. La parte razionale appartiene anche all'uomo esterno (n.118), ed è di per sé una sorta di medium tra l'uomo interno e l'uomo esterno, perché l'uomointerno, attraverso la parte razionale, interagisce con l'esterno corporeo. Ma quando acausa della parte razionale, l'uomo esterno si separa dall'uomo interno, l'esistenzadell'uomo interno non è più nota, né di conseguenza l'intelligenza e la sapienza cherisiedono nell'uomo interno.
269. Che il Signore Dio non maledica il suolo, ovvero l'uomo esterno, ma che è l'uomoesterno ad allontanarsi o separarsi da quello interno, e quindi a dannarsi, è evidente daquanto è stato precedentemente esposto (n. 245).
270. Che per trarre nutrimento dal suolo con enorme sforzo si intenda uno stato miserabiledella vita è evidente da ciò che precede e segue, senza contare che per mangiare, nel sensointeriore, si intende vivere. Ciò è evidente anche dal fatto che tale stato di vita insorgequando gli spiriti maligni cominciano a combattere, e gli angeli di guardia li fronteggiano.Questo stato di vita diventa più miserabile, quando gli spiriti maligni acquistano ildominio, perché allora governano l'uomo esterno, e gli angeli hanno il governo del solouomo interno, di cui rimane così poco che difficilmente possono attingervi alcunché perdifendere l'uomo. Di qui hanno origine l'angoscia e l'ansia. I morti sono raramentesensibili all'angoscia e all'ansia, perché non sono più uomini, anche se pensano in questitermini più di altri, perché non conoscono più dei bruti ciò che è spirituale e celeste, e cosasia la vita eterna; e al pari di questi guardano verso il basso, alle cose terrene, o versol'esterno alle cose del mondo. Essi assecondano solo il loro proprio, e soddisfano le proprieinclinazioni ed i sensi, con il concorso di tutta la loro parte razionale. Essendo morti, nonpossono più fronteggiare alcun combattimento spirituale o tentazione e, qualora fosseroesposti a tali combattimenti, la loro vita sprofonderebbe sotto il peso di questi, e in tal
modo si dannerebbero ancora di più, e si precipiterebbero ancora più profondamente nelladannazione infernale: quindi ciò è risparmiato loro fino all'ingresso nell'altra vita, dove,non essendo più nel pericolo di morire, né di conseguenza in qualsiasi tentazione oavversità, sono in grado di sopportare sofferenze ben più gravi, quali quelle quirappresentate dal suolo maledetto, e dal procurarsi da esso nutrimento con enorme sforzo.
271. Che tutti i giorni della tua vita significhi la fine dei giorni della chiesa è evidente dalfatto che qui il soggetto trattato non è il singolo uomo, ma la chiesa e il suo stato. La finedei giorni di quella chiesa fu al tempo del diluvio.
272. Versetto 18. Spine e cardi produrrà per te, e tu mangerai l'erba del campo. Per, spina ecardi, si intendono la dannazione e la rovina; e per, mangerai l'erba del campo, si intendeche egli debba vivere come un animale selvatico. L'uomo vive come un animale selvatico,quando il suo uomo interno è così separato dall'esterno da non avere su di esso unasignificativa influenza. Perché l'uomo è uomo da ciò che egli riceve attraverso il suo uomointerno, dal Signore; ed è un animale selvatico da ciò che deriva dall'uomo esterno, che,separato da quello interno è, di per sé, nient'altro che un animale selvatico, avendo unasimile natura e desideri, appetiti, fantasie, sensazioni e forme organiche simili. Chetuttavia egli sia in grado di ragionare, e, come appare a se stesso, acutamente, lo si devealla sostanza spirituale che riceve l'influsso della vita dal Signore. Tale influsso è peròpervertito nell'uomo esterno, e diviene la vita del male, che è la morte. Di qui è statochiamato uomo morto.
273. Che spine e cardi significhino dannazione e rovina, è evidente dalla vendemmia edagli alberi da frutto che rappresentano gli opposti, che sono le benedizioni e lemoltiplicazioni. Che spina, cardo, radice, rovo e ortica, abbiano un tale significato è evidentedalla Parola, come in Osea:
Ecco, sono andati via a causa della rovina; l'Egitto li ospiterà, Menfi sarà la loro tomba. I lorotesori d'argento, saranno ereditati dall'ortica; il rovo prenderà il posto delle loro tende (Osea 9:6)
Qui Egitto e Menfi significano il cercare vanamente di comprendere le cose Divine da lorostessi e attraverso le loro scienze. Nello stesso profeta:
Le alture di Aven, il peccato di Israele, saranno distrutti. Spina e cardo cresceranno sui loroaltari (Osea 10:8),
dove le alture di Aven significano l'amore di sé; e spina cardo e sugli altari significa laprofanazione. In Isaia:
Lutto sui campi rigogliosi e sui fecondi vigneti. Sul suolo del mio popolo crescerà il pruno (Is.32:1213)
E in Ezechiele:
Non ci sarà più alcun pruno pungente nella casa d'Israele, né alcuna spina dolorosa da tutti ipopoli confinanti (Ezechiele 28:24)
274. Che per mangiare l'erba del campo (cioè, il cibo selvatico) si intenda vivere come unanimale selvatico, è evidente da quanto si dice di Nabucodonosor in Daniele:
Tu sarai cacciato dall'uomo, e la tua dimora sarà con la bestia del campo. Ti sarà dato damangiare erba come i buoi, e sette tempi passeranno su di te (Dan. 4:25)
E in Isaia:
Non hai udito ciò che ho fatto e creato dai tempi antichi. Ora l'ho condotto alla fine che saràquella di bastioni abbandonati, città fortificate in rovina e dei loro abitanti sfiniti, spaventati econfusi, come erba del campo, verde del prato, erba sui tetti e campo di grano riarso prima dellatrebbiatura (Isaia 37:2627)
Qui è spiegato ciò che si intende per erba del campo, verde del prato, erba sui tetti e camporiarso, perché il tema qui trattato è il tempo prima del diluvio, reso da molto tempo fa, e dai tempiantichi.
275. Versetto 19. Con il sudore della fronte ti procurerai il pane, finché non ritornerai alla terra.Perché da essa sei stato tratto. Perché polvere tu sei e alla polvere ritornerai. Per, mangiare il panecon il sudore della fronte, si intende essere contrari a ciò che è celeste. Per, ritornare allaterra da cui era stato tratto, si intende il ricadere nell'uomo esterno, come era prima dellarigenerazione. E, tu sei polvere, e alla polvere ritornerai, significa che egli è dannato einfernale.
276. Che per mangiare il pane col sudore della fronte si intenda essere contrari a ciò che èceleste è evidente dal significato di pane. Con il termine pane si intende tutto ciò che èspirituale e celeste, che è il cibo degli angeli, i quali privati di esso cesserebbero di vivere,al pari degli uomini privati del pane o del nutrimento. Il pane celeste e spirituale nel cielocorrisponde anche al pane sulla terra, da cui il primo è rappresentato come mostrato inmolti passi nella Parola. Che il Signore è il pane, perché da Lui procede tutto ciò che èceleste e spirituale, è insegnato in Giovanni:
Questo è il pane che discende dal cielo, colui che mangia di questo pane vivrà in eterno(Giovanni 6:58)
Anche per questa ragione il pane e il vino sono i simboli impiegati nella santa cena. Ilceleste è rappresentata anche dalla manna. Che ciò che è celeste e spirituale, rappresenta ilcibo degli angeli è evidente dalle parole del Signore:
L'uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio (Mt. 4:4)
cioè dalla vita del Signore, da cui procede tutto ciò che è celeste e spirituale.
[2] L'ultima discendenza della più antica chiesa, che visse immediatamente prima deldiluvio, ed è qui trattata, si era così a fondo perduta e immersa nel sensuale e nelle cosecorporee, che non era più disposta ad ascoltare la verità della fede, ciò che è il Signore, oche sarebbe venuto a salvarli, e quando tali soggetti sono stati posti alla loro attenzioneessi si sono allontanati. Questa avversione è rappresentata da mangiare il pane con il sudoredella fronte. Così pure gli ebrei, a causa della loro indole tale che essi non riconoscevanol'esistenza delle cose celesti, e desideravano unicamente un messia mondano, nonpotevano che provare avversione per la manna, perché era una rappresentazione delSignore, chiamandola vile pane, a causa di ciò furono inviati tra loro serpenti velenosi(Num. 21:05, 6). Inoltre le cose celesti donate loro nelle avversità e miserie, quando eranoin lacrime, sono state chiamate da loro il pane delle avversità, il pane della miseria e il panedelle lacrime. Nel versetto davanti a noi, ciò che era ricevuto con l'avversione è chiamato ilpane del sudore della fronte.
277. Questo è il senso interiore. Colui che si attiene strettamente alla lettera, non capiscealtro che l'uomo debba procurarsi il pane per sé dal suolo, attraverso il lavoro, ovvero conil sudore della fronte. Uomo qui non sta a significare un uomo qualsiasi, ma la chiesa
antica. Né suolo qui significa suolo; e neppure pane, il pane; né giardino, il giardino, ma lecose celesti e spirituali ad essi corrispondenti, come è stato sufficientemente dimostrato.
278. Che per tornare al suolo dove egli è stato tratto è inteso che la chiesa sarebbesprofondata nell'uomo esterno, come era prima della rigenerazione, è evidente dal fattoche suolo significa l'uomo esterno, come precedentemente indicato. E che polvere significaciò che è dannato e infernale è evidente anche da quanto è stato detto del serpente, che acausa del fatto che è stato maledetto, è scritto che debba mangiare la polvere." A quanto èstato lì mostrato in merito al significato di polvere si possono aggiungere i seguenti passi daDavide:
Tutti quelli che scendono nella polvere e quelli le cui anime non sono state vivificate, siprostreranno davanti al Signore (Salmi 22:29)
Se tu nascondi il tuo volto, essi sono turbati; se togli loro il respiro, essi muoiono e ritornanonella polvere (Salmi 104:29)
il che significa che quando gli uomini si allontanano dal volto del Signore, essi spirano, ecosì ritornano alla polvere, cioè, sono dannati e diventano infernali.
279. Tutti questi versi dunque, considerati in serie, implicano che la parte sensualeallontana l'uomo dal celeste (versetto 14); che il Signore sarebbe venuto al mondo alloscopo di congiungere la parte sensuale e la parte celeste dell'uomo (versetto 15); che uncombattimento insorge quale conseguenza del fatto che l'uomo esterno allontana se stesso(versetto 16); di qui derivano le avversità (versetto 17); la dannazione (versetto 18), edinfine l'inferno (versetto 19). Queste cose seguono in successione in quella chiesa, dallaquarta discendenza fino al diluvio.
Genesi 3, versetti 2024 20. E l'uomo diede a sua moglie il nome di Eva, perché era la madre di tutti i viventi.
21. E Signore Dio fece per l'uomo e per sua moglie mantelle di pelle, e li vestì.
22. E Signore Dio disse: Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi, quanto alla conoscenza del benee del male. Ora egli non stenda la sua mano per prendere anche i frutti dell'albero della vita, permangiarne e vivere per l'eternità.
23. Perciò Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da cui era statotratto.
24. Ed egli scacciò l'uomo e stabilì dei cherubini a oriente verso il giardino di Eden e la fiamma diuna spada roteante, per custodire la via dell'albero della vita.
Contenuti
280. Questi versi trattano sommariamente della chiesa più antica e di coloro che sonocaduti; quindi anche della sua discendenza fino al diluvio, quando essa cessò di esistere.
281. Della chiesa più antica che era celeste, e dalla vita della fede nel Signore, chiamataEva e la madre di tutti i viventi (versetto 20).
282. Della sua prima discendenza, in cui vi era il bene spirituale celeste; e della suaseconda e terza, in cui vi era bene naturale, rappresentato dalle mantelle di pelle che SignoreDio fece per l'uomo e sua moglie (versetto 21).
283. Della quarta discendenza, nella quale il bene naturale cominciò ad essere dissipato,e che, se fossero stati rigenerati o istruiti nelle cose celesti della fede, sarebbero periti; il cheè rappresentato con, non stenda egli la sua mano, e non prenda anche dell'albero della vita, permangiarne, e vivere per l'eternità (versetto 22).
284. Della quinta discendenza, che era priva di ogni bene e verità, ed era degradata allostato in cui erano stati prima della rigenerazione, il che si intende con il suo essere mandatofuori dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto (versetto 23).
285. Della sesta e settima discendenza, che erano prive di ogni conoscenza esteriore diciò che è bene e vero, e si erano abbandonate ai loro sudici amori e convinzioni; essendoquesto provveduto affinché non profanassero le cose sante della fede, il che èrappresentato dal loro essere cacciati, e dai cherubini posti a presidiare il giardino, con lafiamma di una spada, per impedire l'accesso all'albero della vita (versetto 24).
Significato interiore
286. Questo e i precedenti capitoli, fino ai versi ora in esame, trattano delle genti piùantiche e della loro rigenerazione; in primo luogo, di coloro che vivevano come animaliselvatici, ma alla fine sono diventati uomini spirituali. Poi di coloro che sono diventatiuomini celesti, e costituivano la più antica chiesa. Poi di quelli che sono caduti, e dei lorodiscendenti, nell'ordine, attraverso la prima, la seconda, la terza discendenza e quellesuccessive, fino al diluvio. Nei seguenti versi, che concludono il capitolo, abbiamo unaricapitolazione di quanto accaduto nel periodo che intercorre dal tempo in cui l'uomodella chiesa più antica è stato creato, fino al diluvio, dunque è una conclusione di tutto ciòche precede.
287. Versetto 20. E l'uomo diede a sua moglie il nome di Eva, perché era la madre di tutti iviventi. Per uomo si intende qui l'uomo della chiesa più antica, ovvero l'uomo celeste. Permoglie e per madre di tutti i viventi si intende la chiesa. Ella è chiamata madre perché è laprima chiesa. Vivente in virtù del possesso della fede nel Signore, che è la vita stessa.
288. Che per uomo si intende l'uomo della più antica chiesa, ovvero l'uomo celeste, è statomostrato in precedenza. E allo stesso modo è stato anche mostrato che solo il Signore èuomo, e che per mezzo di Lui ogni uomo celeste è uomo, in quanto a sua somiglianza.Quindi ogni membro della chiesa, senza distinzioni o eccezioni, è stato chiamato uomo, einfine questo nome è stato attribuito a tutti coloro che nel corpo apparivano come uomini,per distinguerli dalle bestie.
289. È stato anche mostrato più sopra che per moglie si intende la chiesa, e nel sensouniversale, il regno del Signore nei cieli e sulla terra, e da questo ne consegue che lo stessodeve intendersi per madre. Nella Parola, la chiesa spesso è chiamata madre, come in Isaia:
Dov'è il libello di ripudio di vostra madre? (Isaia 50:1)
In Geremia:
Tua madre è coperta di vergogna. Lei che ti ha partorito è assalita dalla vergogna (Ger. 50:12)
In Ezechiele:
Tu sei la degna figlia di tua madre che odiava il suo uomo ed i suoi figli. Tua madre era un'ittitae tuo padre un amorreo (Ez. 16:45),
dove uomo indica il Signore e tutto ciò che è celeste; figli, le verità della fede, una ittita ciòche è falso: e amorreo ciò che è male. Nello stesso profeta:
Tua madre è come una vite nella tua somiglianza, piantata vicino alle acque; ella è rigogliosa ericca di fronde per l'abbondanza di acqua (Ez 19:10).
Qui madre rappresenta la chiesa antica. Il termine madre è più in particolare applicabile allachiesa più antica, perché fu la prima chiesa, e l'unica ad essere celeste, e pertanto, amatadal Signore più di ogni altra.
290. Che la chiesa sia stata chiamata la madre di tutti i viventi in virtù del possesso dellafede nel Signore, che è la vita stessa, è anche evidente da quanto è già stato mostrato. Nonvi può essere più di una vita, da cui procede la vita di tutti, e non vi può essere la vita, chesia autenticamente vita, se non attraverso la fede nel Signore, che è la vita stessa. Né vi puòessere fede in cui è la vita, se non per mezzo di Lui, vale a dire, a meno che Egli non sia inessa. Per questo motivo, nella Parola, il Signore è il solo chiamato vivente, e Signore vivente(Ger. 5:2; 12:16; 16:14, 15; 23:07; Ez. 5:11), colui che vive nell'eternità (Dan. 4:34, Rev. 4:10,5:14, 10:6), la sorgente della vita (Sal 36:9), sorgente di acqua viva (Ger 17:13). Il cielo (che viveda lui) è chiamato la terra dei viventi (Isaia 38:11, 53:8, Ez. 26:20, 32:2327, 32; Salmi 27:13,52:5, 142:5). E sono chiamati viventi coloro che sono nella fede nel Signore, come in Davide:
Chi ripone la nostra anima tra i vivi (Salmi 66:9)
Di coloro che possiedono la fede è detto che sono nel libro delle vite (Salmi 69:28), e nel librodella vita (Ap. 13:8; 17:8, 20:15). Perciò anche di coloro che ricevono la fede in lui si dice chesono vivificati (Osea 6:2;. Salmi 85:6). Per converso, ne consegue che coloro che non sononella fede sono chiamati morti, come in Isaia:
I morti non vivranno. Refaim non si rialzerà, perché tu li hai visitati e li hai fatti perire (Is. 26:14)
cioè coloro che si sono gonfiati con l'amore di sé; rialzarsi significa accedere alla vita. Deiprimi è detto inoltre che sono trafitti (Ez. 32:2326, 2831). Essi sono chiamati anche mortidal Signore (Mt. 4:16; Gv. 5:25; 8:21, 24, 51, 52). L'inferno è anche chiamato morte (Is. 25:8;28:15).
291. In questo versetto viene descritto il primo periodo, quando la chiesa era nel fioredella sua giovinezza, che rappresenta il matrimonio celeste, riguardo al quale essa èdescritta attraverso il matrimonio, ed è chiamata Eva, una parola il cui significato è vita.
292. Versetto 21. E Jehovah Dio fece per l'uomo e per sua moglie mantelle di pelle, e li vestì.Queste parole significano che il Signore li ha istruiti nel bene spirituale e naturale. Taleistruzione è espressa con la locuzione fece per loro e li vestì. E il bene spirituale e naturale èrappresentato dalle mantelle di pelle.
293. In nessun caso tali significati possono affiorare dal tenore letterale del testo; ciònondimeno sono qui avviluppati in profondità, in modo che risulti con evidenza cheJehovah Dio non ha confezionato alcun indumento di pelle per loro.
294. Né risulterebbe evidente a chiunque che una mantella di pelle significa il benespirituale e naturale, se non attraverso la rivelazione del significato interno, ed ilsuccessivo raffronto dei passi della Parola ove ricorrono espressioni simili. Qui è usato iltermine generico pelle. Ma per la pelle di una pecora o di un montone, si intendono queglianimali che nella Parola indicano le affezioni del bene, della carità, e ciò che appartienealla carità, come è stato rappresentato dalle pecore utilizzate nei sacrifici. Sono chiamatipecore coloro che sono dotati del bene della carità, cioè del bene spirituale e naturale, equindi il Signore è chiamato il pastore delle pecore e coloro che sono dotati della carità sonochiamati il suo gregge, come tutti sanno.
295. Il motivo per cui si dice di loro che furono vestiti con mantelle di pelle è che le gentipiù antiche usavano dire essere nudo intendendosi riferire alla loro innocenza. Ma quandoessi persero la loro innocenza si resero conto di essere nel male, che è anche chiamatonudità. Affinché tutte le cose appaiano storicamente coerenti (secondo il modo di parlaredelle genti più antiche), qui è detto che furono vestiti affinché non rimanessero nudiovvero, nel male. Che fossero nel bene spirituale e naturale è evidente da quanto è statoosservato sopra, dal versetto 1 al 13 del presente capitolo, così come da ciò che è riferito,che Jehovah Dio fece per loro mantelle di pelle, e li vestì. Nello specifico, qui è trattata la primaed in particolare la seconda e la terza discendenza della chiesa, che era dotata di tale bene.
296. Che le pelli di capretti, pecore, capre, montoni e arieti, significano i beni spirituali enaturali, è evidente dal significato interiore della Parola, laddove si fa riferimento aGiacobbe, e anche all'arca. Di Giacobbe si dice che egli indossava le vesti di Esaù e le suemani ed il collo, erano coperte di pelle di capretto. E quando Isacco le annusò, disse, l'odore dimio figlio è come l'odore di un campo (Gen. 27:15, 16, 27). Che queste pelli significano i benispirituali e naturali, per Divina misericordia del Signore, sarà illustrato in quel passo.Dell'arca si dice che la copertura della tenda era di pelli di tasso e ariete (Esodo 26:14; 36:19),e che quando erano in testa, Aronne ed i suoi figli coprivano l'arca con un rivestimento di
pelli di tasso e così pure sulla tavola e sul suo drappo, sul candelabro, sull'altare d'oro, esugli oggetti del ministero e dell'altare (Num. 4:614). Per Divina misericordia del Signore,in quel passo si potrà anche vedere che queste pelli significano il bene spirituale enaturale, perché tutto ciò che era nell'arca, nel tabernacolo, o nella tenda, e tutto ciò cheAronne indossava quando era vestito con gli abiti della santità, significa ciò che èspirituale celeste, in modo che non c'era una minima cosa che non avesse una propriarappresentazione.
297. Il bene celeste non è vestito, perché è intimo, ed è innocente. Mentre il benespirituale celeste è la veste intima. E il bene naturale è la veste più esterna, ed èdenominata indumento, come in Ezechiele, parlando della chiesa antica:
Ti ho vestito con una veste ricamata, e ti ho dato calzari di tasso. Ti ho cinto i fianchi con unaveste di bisso, e ti ho coperto di seta (Ez. 16:10)
In Isaia:
Metti le tue splendide vesti, o Gerusalemme, città santa (Isaia 52:1)
In Apocalisse:
Coloro che non hanno macchiato le proprie vesti, cammineranno con me in vesti candide,perché ne sono degni (Ap. 3:45)
dove è altresì detto dei ventiquattro anziani che erano vestiti di bianche vesti (Ap. 4:4).Pertanto, i beni più esteriori, che sono quelli spirituali celesti, e naturali, sono rappresentatida indumenti; anche coloro che sono dotati dei beni della carità appaiono nel cielo in vestisfolgoranti, ma qui, perché sono ancora nel corpo, con mantelle di pelle.
298. Versetto 22. E Jehovah Dio disse: Ecco l'uomo è diventato come uno di noi, quanto allaconoscenza del bene e del male. Non stenda ora la sua mano, e non prenda anche dell'albero dellavita, per mangiarne, e vivere per l'eternità. All'inizio del versetto Jehovah Dio" è nella primapersona singolare, e poi nella prima persona plurale, perché per Jehovah Dio si intende ilSignore, e al tempo stesso il cielo angelico. Che l'uomo conosca il bene e il male significa cheè diventato celeste, e come tale, saggio e intelligente. Non stenda la sua mano, e non prendaanche dell'albero della vita significa che non doveva essere istruito nei misteri della fede,
perché in tal modo non avrebbe potuto essere mai salvato per l'eternità, significato reso davivere per l'eternità.
299. Qui ci sono due arcani: il primo, che Jehovah Dio significa il Signore e il cielo altempo stesso. Il secondo, che se quell'uomo fosse stato istruito nei misteri della fede,avrebbe perso la vita eternamente.
300. Per quanto riguarda il primo arcano, che con Jehovah Dio si intende il Signore e altempo stesso il cielo, deve osservarsi che nella Parola, sempre per un motivo segreto, ilSignore è a volte chiamato semplicemente Jehovah, a volte Jehovah Dio a volte Jehovah e poiDio, a volte Jehovih il Signore a volte il Dio d'Israele e a volte soltanto Dio. Così, nel primocapitolo della Genesi, dove si dice anche, in prima persona plurale, Facciamo l'uomo anostra immagine. Ivi è chiamato soltanto Dio, e non è chiamato Jehovah Dio fino al capitoloseguente, dove si fa riferimento all'uomo celeste. È chiamato Jehovah, perché egli solo è, evive dunque, in quanto all'essenza. È chiamato Dio, perché può fare tutte le cose, dunque,in quanto alla potenza, come è evidente dalla Parola, dove si rinviene questa distinzione(Isaia 49:4, 5; 55:7, Salmi 18:02, 28, 29, 31;. 31:14). Per questo motivo ogni angelo o spiritoche ha parlato con l'uomo, e che si riteneva fosse in possesso della potenza, è statochiamato Dio, come appare in Davide:
Dio presiede l'assemblea Divina, egli giudicherà in mezzo agli dei (Salmi 82:1)
Chi nel cielo può reggere il confronto con Jehovah? Chi tra i figli degli dei sarà paragonato aJehovah? (Salmi 89:6)
Rendete grazie al Dio degli dei, rendete grazie al Signore dei signori (Salmi 136:23)
Anche gli uomini in quanto dotati di potenza vengono chiamati dei, come in Sal. 82:6,Giovanni 10:34, 35. Di Mosè si dice che è un dio al cospetto del Faraone (Esodo 7:1). Perquesto motivo la parola Dio in ebraico è al plurale Elohim. Ma poiché gli angeli non hannoalcun potere da se stessi, come del resto essi riconoscono, ma solo dal Signore, e siccome viè un solo Dio, dunque, per Jehovah Dio nella Parola si intende il Signore. Ma dove tutto èeffettuato attraverso il ministero degli angeli, come nel primo capitolo della Genesi, siparla di Lui al plurale. Ecco anche perché dell'uomo celeste, in quanto uomo, non potendoessere messo a confronto con il Signore, ma soltanto con gli angeli, si dice, l'uomo èdiventato come uno di noi, in quanto alla conoscenza del bene e del male cioè, è savio eintelligente.
301. L'altro arcano è che se fossero stati istruiti nei misteri della fede sarebbero morti ineterno, che è il significato dalle parole, ora egli non stenda la sua mano, e prenda anchedell'albero della vita, per mangiarne, e vivere per l'eternità. Quando gli uomini hanno invertitol'ordine della vita, e hanno rifiutato di vivere, o di diventare savi, se non da se stessi e dalloro proprio, hanno iniziato a mettere in discussione la validità di tutto ciò che hannoudito circa la fede. E poiché essi hanno agito così da se stessi e dalle proprie coseprovenienti dai sensi e dalle scienze, sono stati necessariamente indotti alla negazione, e diconseguenza alla bestemmia e alla profanazione, in modo che alla fine non si sono fattiscrupolo di mescolare le cose profane con ciò che è santo. Quando un uomo diviene di unatale indole, egli è dannato nell'altra vita e non rimane per lui alcuna speranza di salvezza.Perché le cose mescolate dalla profanazione rimangono talmente confuse che ogni voltache qualsiasi idea di sacro affiorasse, allo stesso tempo, una idea di qualcosa di profano ècongiunta con essa; la conseguenza è che la persona non può essere in alcuna società, salvoin una di quelle dei dannati. Tutto ciò che è presente in qualsiasi idea del pensiero e, cometale, congiunta con esso, è più squisitamente percepita nell'altra vita, e anche dagli spiritinel mondo degli spiriti, e molto di più dagli spiriti angelici, così finemente che da una solaidea essi conoscono il carattere di una persona. La separazione delle idee profane da quellesante, quando queste sono congiunte non può essere effettuata se non per mezzo ditormenti infernali tali che se un uomo ne fosse consapevole eviterebbe accuratamente laprofanazione così come eviterebbe l'inferno stesso.
302. Questo è il motivo per cui i misteri della fede non sono mai stati rivelati agli ebrei.Non è stato neppure detto chiaramente che sarebbero sopravvissuti alla morte, né che ilSignore sarebbe venuto nel mondo per salvarli. Così grande era l'ignoranza e la stupiditàin cui sono stati mantenuti, e sono tuttora tenuti, che non sapevano e non sannodell'esistenza dell'uomo interno, o di alcunché di interiore, perché se avessero conosciutodi esso, o se ne avessero saputo anche soltanto adesso, in modo da riconoscerlo, il lorocarattere è tale che avrebbero profanato questo arcano, e non vi sarebbe stata alcunasperanza di salvezza per loro nell'altra vita. Questo è ciò che intende il Signore inGiovanni:
Egli ha accecato i loro occhi, e ha fermato il loro cuore, affinché non vedano con i loro occhi, nonintendano col cuore, e non si convertano, ed io li guarisca (Giovanni 12:40)
E ancora il Signore, rivolgendosi ad essi in parabole, senza spiegarne significato, perché(come dice lui stesso),
Guardando non vedano, e udendo non ascoltino e non comprendano (Matteo 13:13)
Per lo stesso motivo tutti i misteri della fede sono stati nascosti loro, e sono stati nascostisotto figure rappresentative della loro chiesa, e per la stessa ragione lo stile profetico è diun tale carattere. Una cosa è la conoscenza; altro è riconoscere. Colui che conosce ma nonriconosce è come se non abbia mai conosciuto. Ma colui che riconosce e poi bestemmia eprofana, è ciò che si intende con queste parole del Signore.
303. La vita di cui l'uomo si appropria è conforme a tutte le cose di cui è persuaso, cioèche riconosce e crede. Quello di cui è non è persuaso o non riconosce né crede, noninfluiscono sulla sua mente. E quindi nessuno può profanare le cose sante a meno che nonne sia stato così convinto da riconoscerle, e tuttavia, di seguito, negarle. Coloro che non lericonoscono, pur avendone conoscenza, è come se non sapessero, e sono come coloro checonoscono cose che non hanno alcuna esistenza. Tali erano gli ebrei al tempo dell'avventodel Signore, e perciò si dice nella Parola che erano devastati o in rovina, cioè che nonavevano più alcuna fede. In tali circostanze, gli uomini non danneggiano il contenutointimo della Parola aperta a loro, perché sono come persone che guardano, eppure nonvedendo, odono, eppure non ascoltano; i cui cuori sono bloccati; di cui il Signore dice inIsaia:
Andate a riferire a questo popolo, Udite, eppure non comprendete, vedete, eppure non sapete.Sia il loro il cuore indurito, e le loro orecchie pesanti e i loro occhi foderati, affinché non vedanocon gli occhi, non sentano con gli orecchi e non intendano con il cuore e non si convertano, inmodo che essi possano essere guariti (Isaia 6:910)
Che i misteri della fede non sono rivelati agli uomini finché sono in uno stato di rovina,tale che non credono più (affinché, come detto in precedenza, non possano profanarli), ilSignore lo dichiara apertamente nei versi seguenti dello stesso profeta:
Allora dissi: Fino a quando, Signore? Ed egli rispose, Fino a quando le città non saranno nelladesolazione, fino ad essere disabitate, e le case, abbandonate, e il suolo completamente desolatoe finché il Signore non abbia estirpato l'uomo (Isaia 6:12)
È chiamato uomo colui che è savio, o che riconosce e crede. Gli ebrei erano quindi nelladesolazione, come già detto, al tempo dell'avvento del Signore; e per la stessa ragione sonoancora tenuti nella rovina dalle loro cupidigie, e soprattutto dalla loro avarizia, tale che,anche se sentono parlare del Signore mille volte, e anche se le immagini rappresentative
della loro chiesa fanno direttamente riferimento al Signore, ciò nondimeno essi nonriconoscono né credono alcunché. Questo poi è stato il motivo per cui gli antidiluvianifurono scacciati dal giardino di Eden, e ridotti in in una rovina tale che non erano più ingrado di riconoscere alcuna verità.
304. Da tutto ciò è evidente che cosa si intenda con le parole, affinché egli non stenda lamano e non prenda anche dell'albero delle vite, per mangiarne, e vivere per l'eternità. Prenderedell'albero delle vite e mangiarne, significa sapere fino a riconoscere ciò che è dell'amore edella fede. Perché vite al plurale indicano amore e fede, e mangiare significa qui comealtrove, sapere. Per vivere per l'eternità non si intende vivere nel corpo per l'eternità, mavivere dopo la morte, nella dannazione eterna. Un uomo che è morto non è chiamato cosìperché è morto dopo la vita del corpo, ma perché vivrà una vita di morte, perché la morte èla dannazione e l'inferno. L'espressione vivere, è usata con un significato simile inEzechiele:
Voi date la caccia alle anime del mio popolo, e salvate le anime che vivono per voi. Voi mi aveteprofanato tra la mia gente, per uccidere anime che non moriranno, e per far vivere anime chenon vivranno (Ez. 13:1819)
305. Versetto 23. Perciò Jehovah Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo dacui era stato tratto. Per, essere scacciato dal giardino di Eden, si intende essere privati ditutta l'intelligenza e della sapienza. E per, lavorare il suolo da dove era stato tratto, è intesoche l'uomo era diventato corporeo, come era prima della rigenerazione. Che per esserescacciato dal giardino di Eden, si intenda essere privati di tutta l'intelligenza e dellasapienza è evidente dal significato di giardino e di Eden" come sopra riferito. Perchégiardino significa intelligenza, o la comprensione della verità, e Eden essendorappresentativo dell'amore, è simbolo della sapienza, vale a dire la volontà del bene. Che,lavorare il suolo da dove era stato tratto, significa diventare corporeo, come era primadella rigenerazione, è stato mostrato sopra (versetto 19), dove ricorrono termini simili.
306. Versetto 24. Ed egli scacciò l'uomo e stabilì a oriente verso il giardino di Eden i cherubini ela fiamma di una spada roteante, per custodire la via dell'albero delle vite. Per, cacciare l'uomo, siintende privarlo completamente della volontà del bene e della comprensione della verità,fino al punto da essere separato da queste e da non essere più uomo. Per, stabile cherubinia oriente, si intende evitare l'intrusione dell'uomo in qualsiasi cosa segreta della fede Per,oriente verso il giardino di Eden, si intende ciò che è celeste, da cui procede l'intelligenza.E per i cherubini è significata la provvidenza del Signore nel prevenire che un tale uomopossa entrare nelle cose della fede. Con la fiamma di una spada roteante è inteso l'amoredi sé con i suoi insani desideri e le conseguenti persuasioni, che sono tali che egli vuole
davvero entrare, ma viene portato via e allontanato verso ciò che è corporeo e suolo, equesto allo scopo di custodire la via dell'albero delle vite, cioè, di impedire la profanazionedelle cose sacre.
307. Qui è trattata la sesta e la settima posterità, che perirono con il diluvio, e furonocompletamente scacciate dal giardino dell'Eden, cioè, persero del tutto la capacità diintendere, e divennero come se non fossero stati uomini, essendosi abbandonati alle lorofolli cupidigie e convinzioni.
308. Poiché il significato di oriente e di giardino di Eden è stato illustrato più sopra, non ènecessario soffermarsi ulteriormente su di essi. Ma che i cherubini indichino la provvidenzadel Signore, onde evitare che l'uomo possa in modo insano entrare nei misteri della fede,dal suo proprio, cioè attraverso ciò che appartiene ai sensi e alla scienza, ed in tal modo,profanarli, e annientare se stesso, è evidente da tutti i passi della Parola in cui si famenzione dei cherubini. Poiché gli ebrei erano di una tale indole che se avessero possedutouna chiara conoscenza della venuta del Signore, delle figure rappresentative della chiesa,in quanto corrispondenza del Signore, della vita dopo la morte, dell'uomo interno e delsignificato interiore della Parola, avrebbero profanato tutto ciò e avrebbero perso la vita ineterno. Quindi ciò è stato rappresentato dai cherubini sul propiziatorio all'interno dell'arca,sulle tende del tabernacolo, sul velo, e anche nel tempio, per significare che il Signore liaveva in custodia (Esodo 25:1821; 26:1, 31; 1 Re 6:2329, 32). Perché l'arca, in cui era latestimonianza, assume lo stesso significato dell'albero delle vite in questo passo, vale adire, il Signore e le cose celesti che appartengono esclusivamente alla lui. Perciò anche ilSignore è così spesso chiamato il Dio d'Israele seduto sui cherubini e quindi parlava conMosè e Aronne tra i cherubini (Esodo 25:22;. Num. 7:89). Questo è chiaramente descritto inEzechiele, dove si dice:
La gloria del Dio di Israele si è elevata dal cherubino sul quale era, alla soglia del tempio. Edegli ha chiamato l'uomo vestito di lino, e gli ha detto: Passa nel mezzo della città, in mezzo aGerusalemme, e apponi un segno sulla fronte degli uomini che gemono e sospirano per tutti gliabomini che vi si compiono. E agli altri ha detto: Seguitelo attraverso la città e colpite; nonrisparmiate nessuno e non usate pietà. Sterminate vecchi, giovani vergini, bambini e donne;riempite i campi di morte (Ez. 9:37)
Egli ha detto all'uomo vestito di lino, Va alla ruota sotto il cherubino e riempi le tue manicon i carboni ardenti che si trovano fra i cherubini, e disperdili sulla città. Il cherubino hasteso la mano tra i cherubini dove era il fuoco in mezzo ai cherubini, ne ha preso, e lo hamesso nelle mani di colui che era vestito di lino, che lo ha preso ed è uscito (Ez. 10:2, 7).
Da questi passi è evidente che la provvidenza del Signore nell'impedire agli uomini diaccedere ai misteri della fede è rappresentata dai cherubini, e che quindi i primi, sono statilasciati alle loro folli cupidigie, anche qui rappresentate dal fuoco che deve essere sparso sullacittà e che nessuno deve essere risparmiato.
309. Che per la fiamma di una spada roteante si intende l'amore di sé con le sue follicupidigie e convinzioni, tali che essi desiderano entrare [nei misteri della fede], ma sonoallontanati dalle cose corporee e terrene, può essere confermato attraverso una quantità dipassi nella Parola tale che se ne potrebbero riempire pagine intere; citeremo solo questi daEzechiele:
Profetizza e annunzia: Così dice Jehovah, Annunzia una spada, una spada, affilata, e anchetemprata per fare una strage; è così affilata da essere come un fulmine. La spada si duplichi e sitriplichi, la spada del massacro; la spada dello sterminio, che entra nelle loro camere da letto,che trafigge il loro cuore e moltiplica le loro ferite. Ho esposto tutte le loro case al terrore dellaspada. Ahimè! Essa opera come il fulmine (Ezechiele 21:910, 1415)
Qui la spada significa la desolazione dell'uomo tale che egli non vede nulla di ciò che èbene e vero, ma soltanto falsità e cose opposte alle prime, le quali sono rappresentate dalmoltiplicarsi delle ferite. É detto anche in Naum, di coloro che desiderano entrare nei misteridella fede, Il cavaliere in sella, e la spada fiammeggiante, e lo scintillio della lancia, e unamoltitudine di cadaveri (Naum 3:3).
310. Ogni particolare espressione in questo versetto coinvolge così tanti arcani di intimotenore (consono all'indole di questo popolo che perì nel diluvio, un'indole completamentediversa da quella di coloro che hanno vissuto dopo il diluvio), che è impossibile esporli.Possiamo brevemente osservare che i loro progenitori, i quali costituivano la più anticachiesa, erano uomini celesti, e di conseguenza una semente celeste era impiantata in loro.Di qui trae origine la radice celeste della loro discendenza. La semente da un'origineceleste è tale che l'amore governa tutta la mente e ne fa un tutt'uno. Perché la menteumana si compone di due parti, la volontà e l'intelletto. L'amore ovvero il bene appartienealla volontà; la fede, ovvero la verità appartiene all'intelletto. Dall'amore o bene quellegenti più antiche percepivano ciò che appartiene alla fede o verità, in modo che la loromente era una. Presso la discendenza di tale popolo la semente celeste resta, e ogniallontanamento dalla verità e dal bene, da parte loro è più dannoso, poiché tutta la loromente diventa così perversa da rendere quasi impossibile la rigenerazione nell'altra vita. Èdiverso per coloro che non possiedono il seme celeste, ma soltanto il seme spirituale, comeera per il popolo che visse dopo il diluvio, e come è anche per la gente nel tempo presente.Non essendovi amore in questi, di conseguenza, manca la volontà del bene, ma c'è ancora
la capacità della fede, ovvero capacità d'intendere la verità, per mezzo della quale essipossono essere condotti ad un certo grado di carità, sebbene in un modo diverso, cioèattraverso l'insinuazione della coscienza da parte del Signore, che trova il suo fondamentonelle conoscenze della verità e del bene conseguente. Il loro stato è pertanto molto diversodal popolo antidiluviano, e di esso, per Divina misericordia del Signore, si dirà qui diseguito. Si tratta di arcani di cui le attuali generazioni sono assolutamente ignare, perché algiorno d'oggi nessuno sa chi sia l'uomo celeste, e neppure l'uomo spirituale, e ancor menoquale sia la qualità della mente umana e della vita che di lì deriva, ed il conseguente statodopo la morte.
311. Nell'altra vita, lo stato di coloro che perirono nel diluvio è tale che essi non possonoessere nel mondo degli spiriti, o con altri spiriti, ma sono in un inferno separato dagliinferni ove sono gli altri [spiriti infernali] situato sotto una montagna. Questa appare comeuna montagna intermedia in conseguenza delle loro orribili fantasie e convinzioni. Le lorofantasie e convinzioni sono tali da produrre un così profondo stato di torpore negli altrispiriti i quali non sanno se sono vivi o morti, in quanto li privano di ogni comprensionedella verità, in modo che essi non percepiscono nulla. Tale era anche il loro poterepersuasivo quando dimoravano nel mondo. E poiché è stato previsto che nell'altra vitanon sarebbero stati in grado di associarsi con altri spiriti senza indurre su di loro una sortadi morte, tutti loro sono estinti, e il Signore dalla sua Divina misericordia, ha indotto altristati in coloro che hanno vissuto dopo il diluvio.
312. In questo versetto, lo stato di questo popolo, gli antidiluviani è pienamentedescritto, in quanto sono stati scacciati ovvero separati dal bene celeste e in quanto icherubini sono stati collocati da oriente verso il giardino di Eden. Questa espressione, da orienteverso il giardino di Eden fa riferimento esclusivamente a loro, e non può essere utilizzata inrelazione a coloro che hanno vissuto in seguito, di cui è stato detto, dal giardino di Edenverso oriente. Allo stesso modo, le parole la fiamma di una spada roteante riferite alla gente deltempo presente, sarebbero state la spada infuocata roteante. Né sarebbe stato detto l'alberodelle vite ma l'albero della vita, per non parlare di altre cose connesse in serie, che nonpossono essere spiegate, essendo comprensibili solo agli angeli, ai quali il Signore le rivela,Perché ogni stato contiene infiniti arcani, nemmeno uno dei quali è noto agli uomini.
313. Da quanto è stato detto fin qui del primo uomo, è evidente che tutto il maleereditario esistente al giorno d'oggi non è venuto da lui, come erroneamente si suppone.Perché per uomo qui è intesa la più antica chiesa; e quando viene nominato Adamo,s'intende che l'uomo veniva dalla terra, ovvero che dall'essere nonuomo si è fatto uomoattraverso la rigenerazione da parte del Signore. Questa è l'origine ed il significato delnome. Ma, riguardo al male ereditario, la questione è differente. Chiunque commette unpeccato in attualità, induce in tal modo su di sé un carattere, ed il male di qui è impiantato
nella sua discendenza, e diventa ereditario. Il male dunque si trasmette da ogni genitore,dal padre, dal nonno, dal bisnonno, e dai loro avi in successione, e quindi si moltiplica e siarricchisce ad ogni generazione, incrementato presso ogni persona, dei suoi peccati attuali,e non si dissipa mai fino a diventare innocuo, tranne in coloro che sono rigeneratidal Signore. Ogni attento osservatore può apprezzare l'evidenza di questa verità nel fattoche le cattive inclinazioni dei genitori restano visibilmente nei loro figli, così che unafamiglia, e persino un'intera etnia, può essere in tal modo distinta da ogni altra.
Ingresso dell'uomo nella vita eterna seguito 314. Dopo che l'uso della luce è stato dato al resuscitato, o anima, in modo che possaguardarsi intorno, gli angeli spirituali, che in precedenza gli hanno parlato e hannosoddisfatto gentilmente le sue richieste, gli danno informazioni sull'altra vita, ma soltantonella misura in cui essi sono in grado di riceverle. Se questi erano nella fede, e se lodesiderano, gli vengono mostrate le cose splendide e magnifiche del cielo.
315. Ma se la persona resuscitata o anima non è di una carattere tale da accettare diessere istruito, egli desidera allora sbarazzarsi della compagnia degli angeli, cosa che essipercepiscono squisitamente, perché nell'altra vita vi è una comunicazione di tutte le ideedel pensiero. Eppure, non lo lasciano neanche allora, ma è lui che si dissocia da loro. Gliangeli amano tutti, e non desiderano altro che essere gentili e al servizio dei resuscitati,istruirli, e condurli al cielo. In questo consiste la loro massima gioia.
316. Quando l'anima si dissocia dagli angeli, viene ricevuta dagli spiriti angelici che, allostesso modo, gli rendono tutti i buoni uffici mentre è in loro compagnia. Se però la sua vitanel mondo è stata tale che egli non può rimanere in compagnia del bene, egli desiderasbarazzarsi anche di questi spiriti, e questo processo viene ripetuto più e più volte, fino ache non si associa con coloro che sono pienamente in accordo con la sua vita precedentenel mondo, tra i quali egli trova, per così dire, la propria vita. E allora, conduce con lorouna vita come quella che aveva vissuto quando era nel corpo. Ma dopo il ritorno alla vitamondana, sono iniziati in una nuova vita; alcuni dopo lungo tempo, altri in breve tempo,sono condotti verso l'inferno. Ma coloro che sono stati nella fede verso il Signore, dal loronuovo inizio della vita, sono condotti, passo dopo passo, verso il cielo.
317. Tuttavia, alcuni avanzano più lentamente verso il cielo, altri più velocemente. Hovisto alcuni che sono stati elevati al cielo subito dopo la morte, di cui mi è concesso citaresolo due esempi.
318. Un certo spirito è venuto a me e mi ha parlato. Questi, come era evidente da alcunisegni, era morto di recente. In un primo momento non sapeva dove si trovava,
supponendo di essere ancora nel mondo. Ma quando si è reso conto che era nell'altra vita,e che non era più in possesso, della casa, delle ricchezze e simili cose, essendo in un altroregno, dove è stato privato di tutto quello che possedeva nel mondo, è stato preso daansia, e non sapeva dove recarsi, né dove dimorare. Allora è stato informato che il Signoresolo provvede per lui e per tutti; ed è stato lasciato a se stesso, in modo che i suoi pensieripotessero prendere la direzione voluta, come nel mondo. Adesso egli poteva considerare(perché nell'altra vita i pensieri di tutti possano essere chiaramente percepiti) il da farsi,essendo stato privato di tutti i mezzi di sussistenza. E mentre era in questo stato di ansietà,è stato condotto in associazione con alcuni spiriti celesti che appartenevano alla provinciadel cuore, e che gli hanno usato ogni attenzione che egli potesse desiderare. Poi, è statonuovamente lasciato a se stesso, e ha cominciato a pensare, dalla carità, al modo in cuiavrebbe potuto ricambiare una gentilezza così grande. Di qui era evidente che, quandoaveva vissuto nel corpo era stato nella carità della fede, perciò è stato immediatamenteassunto nel cielo.
319. Ho visto anche un altro che è stato immediatamente elevato nel cielo dagli angeli, èstato accettato dal Signore ed esposto alla gloria del cielo; per non parlare di molte altreesperienza riguardo ad altri che sono stati condotti nel cielo dopo un certo lasso di tempo.
Genesi 4
Sulla natura della vita dell'anima o spirito 320. Riguardo all'oggetto generale della vita delle anime, cioè del noviziato degli spiriti,dopo la morte, posso affermare dalla mole di esperienza acquisita che quando un uomoentra nell'altra vita, non è consapevole del fatto che egli è in quella vita, ma suppone diessere ancora in questo mondo, e di essere ancora nel corpo. Tanto è vero che, quando gliviene detto che è uno spirito, la sua reazione è di stupore e meraviglia, sia perché si ritrovaesattamente come un uomo, nei suoi sensi, desideri e pensieri, sia perché durante la suavita in questo mondo non aveva creduto nell'esistenza dello spirito o, come nel caso dialcuni, non aveva creduto che lo spirito potesse essere ciò che ora egli ha realizzato essere.
321. Un secondo fatto di portata generale è che uno spirito gode di facoltà sensorialimolto più raffinate e di facoltà del pensiero e del linguaggio di gran lunga superiori diquando si vive nel corpo, tali che le due condizioni possono a malapena essere messe aconfronto; anche se gli spiriti non sono consapevoli di questo fino a quando non sonodotati dal Signore di tale cognizione.
322. Si consideri la falsità del concetto secondo cui gli spiriti non abbiano una sensibilitàpiù raffinata che durante la vita del corpo. Io so, per esperienze ripetute migliaia di volte,che è vero il contrario. Chi non è disposto a credervi, in forza dei proprie idee preconcettesulla natura dello spirito, apprenderà ciò dalla propria esperienza, quando entrerànell'altra vita, dove sarà spinto a credere ciò dalle circostanze. In primo luogo gli spiritigodono della vista, perché vivono nella luce; gli spiriti benigni, gli spiriti angelici, e gliangeli, in una luce così intensa che la luce meridiana di questo mondo non può essereparagonata ad essa. La luce in cui vivono, e vedono, per misericordia Divina del Signore,sarà descritta qui di seguito. Gli spiriti hanno anche un udito così fine che l'udito del corponon può essere paragonato ad esso. Per anni gli spiriti hanno parlato con me quasicontinuamente; e anche il loro discorso, per misericordia Divina del Signore sarà diseguito descritto. Hanno anche il senso dell'olfatto che, per misericordia Divina delSignore sarà di seguito trattato. Hanno un senso più squisito del tatto, da dove originano idolori ed i tormenti subiti all'inferno. Perché tutte le sensazioni sono in relazione con iltatto, di cui esse sono semplicemente diversità e varietà. Gli spiriti hanno desideri eaffezioni che non possono essere paragonate a quelle che avevano nel corpo, di cui, permisericordia Divina del Signore, sarà di seguito trattato. Gli spiriti ragionano conmaggiore chiarezza e discernimento di quanto facessero durante la loro vita nel corpo. Cisono più cose contenute all'interno di una singola idea del loro pensiero che in un migliaiodi idee che avevano avuto in questo mondo. Parlano insieme con eccellente acume,sottigliezza, sagacia, e distinzione, che se un uomo potesse percepire qualcosa di esso ne
rimarrebbe stupefatto. In breve, sono in possesso di tutto ciò che gli uomini possiedono,ma in maniera più perfetta, tranne la carne e le ossa e le imperfezioni conseguenti. Essiriconoscono e percepiscono anche che quando vivevano nel corpo, era lo spirito chepercepiva le sensazioni e che, sebbene la facoltà sensoriali si manifestavano nel corpo, ciònondimeno non avevano sede nel corpo. E quando dunque il corpo viene messo da parte,le sensazioni sono molto più squisite e perfette. La vita consiste nell'esercizio dellasensazione, perché senza di essa non c'è vita, e secondo la facoltà della sensazione, nellostesso modo si caratterizza la vita; come chiunque può osservare.
323. Alla fine del capitolo, verranno esposti alcuni esempi di coloro che durante la lorodimora in questo mondo aveva pensato diversamente intorno alla natura dello spirito.
Genesi 4 1. E l'uomo conobbe Eva, sua moglie, la quale concepì e partorì Caino, e disse: Ho acquistato unuomo Signore.
2. E aggiunse che aspettava suo fratello Abele. E Abele era un pastore del gregge, e Caino un lavoratore delsuolo.
3. E alla fine dei giorni avvenne che Caino fece dei frutti del suolo un'offerta al Signore.
4. E anche Abele, dei primogeniti del suo gregge, e del loro grasso, fece un'offerta. Il Signore ammirò Abele ela sua offerta.
5. E non si curò di Caino e della sua offerta; e Caino si accese d'ira, e il suo volto era abbattuto.
6. E Signore disse a Caino: Perché tu sei adirato, e perché il tuo volto è abbattuto?
7. Se agisci bene, non sei tu esaltato? E se non agisci il bene, il peccato giace alla porta. Il suo desiderio è perte, e tu domini su di esso.
8. E Caino parlò con suo fratello Abele; ed avvenne che quando erano nel campo Caino si levò contro suofratello Abele, e lo uccise.
9. E il Signore disse a Caino: Dov'è Abele, tuo fratello? E lui rispose, Non lo so, sono forse il guardiano dimio fratello?
10. Ed Egli disse: Cosa hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello, grida a me dal suolo.
11. E ora tu sei maledetto dal suolo, che ha aperto la sua bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tuamano.
12. Quando lavorerai il suolo, esso non cederà a te d'ora in poi i suoi frutti; ramingo e fuggiasco sarai sullaterra.
13. E Caino disse al Signore, la mia iniquità è troppo grande per essere perdonata.
14. Ecco, oggi tu mi hai scacciato dai volti del suolo; e dai tuoi volti sarò nascosto; e sarò fuggiasco eramingo nella terra, e avverrà che chiunque mi avrà trovato, mi ucciderà.
15. E il Signore gli disse: Perciò chiunque uccide Caino, subirà la vendetta per sette volte. E il Signore miseun segno su Caino, affinché nessuno, trovandolo, lo potesse colpire.
16. E Caino si allontanò dai volti del Signore, e abitò nel paese di Nod, ad oriente di Eden.
17. E Caino conobbe sua moglie; ed ella concepì e partorì Enoch. Egli stava costruendo una città, cui diedelo stesso nome di suo figlio, Enoch.
18. E a Enoc nacque Irad; e Irad generò Mehujael; e Mehujael generò Methusael; e Methusael generòLamech.
19. E Lamec prese con sé due mogli: il nome della prima era Adah, e il nome dell'altra, Zillah.
20. E Adah partorì Jabal; che fu il padre di coloro che dimorano nelle tende, presso il bestiame.
21. E il nome di suo fratello era Jubal, che fu il padre di tutti i suonatori di cetra e flauto.
22. E Zillah, anche lei partorì TubalCain, maestro di quanti lavorano il bronzo e il ferro; e lasorella di TubalCain fu Naamah.
23. E Lamech disse alle sue mogli, Adah e Zillah, Ascoltate la mia voce, voi mogli di Lamech, e porgete levostre orecchie al mio discorso, perché ho ucciso un uomo per ogni mio ferita, e un ragazzo per ogni miolivido.
24. Se Caino sarà vendicato sette volte, Lamech settantasette volte.
25. E l'uomo conobbe ancora sua moglie, ed ella generò un figlio, e lo chiamo Set. Perché Dio mi haconcesso una nuova discendenza al posto di Abele, ucciso da Caino.
26. E a Set, nacque un figlio; ed egli lo chiamò Enosh. Poi cominciarono ad invocare il nome delSignore.
Contenuti
324. Delle dottrine separate dalla Chiesa, ovvero delle eresie, si tratta qui; e di una nuovachiesa che sorse in seguito, denominata Enosh.
325. La chiesa più antica aveva la fede nel Signore attraverso l'amore; ma vi furonoalcuni che separarono la fede dall'amore. La dottrina della fede, separata dall'amore fuchiamata Caino; e la carità, che è l'amore verso il prossimo, fu chiamata Abele (versetti 12).
326. Entrambi i culti sono descritti, quello della fede separata dall'amore, dall'offerta diCaino; e quello della carità, dall'offerta di Abele (versetti 34). Che il culto dalla carità eragradito, ma non il culto separato dalla fede (vv. 45).
327. Che lo stato di coloro che erano nella fede separata, che volge verso il male, èrappresentato dall'accendersi di ira di Caino e dalla sua espressione abbattuta. (versetti 56).
328. E che la qualità della fede è nota dalla carità; e che la carità vuole essere con la fede,se la fede non è predominante, e non è esaltata al di sopra della carità (versetto 7).
329. Che la carità che si è estinta in coloro che hanno separato la fede, e la hannoanteposta alla carità, è rappresentata da Caino che uccide suo fratello Abele (versetti 89).
330. L'estinzione della carità è rappresentata dalla voce del sangue (versetto 10); la dottrinaperversa, dalla maledizione dal suolo (versetto 11); la falsità e il male di lì originato,dall'essere ramingo e fuggiasco sulla terra (versetto 12). E poiché essi si erano allontanati dalSignore, erano in pericolo di morte eterna (versetti 1314). Ma poiché è attraverso la fedeche la carità può essere impiantata, la fede è stata resa inviolabile, e questo è rappresentatoda mise un segno su Caino (versetto 15). E la sua rimozione dalla sua precedente posizione èrappresentata da fatto che Caino abitò ad oriente di Eden (versetto 16).
331. La diffusione di questa eresia è chiamata Enoch (versetto 17).
332. Le eresie che derivavano da questa sono rappresentate anche dai loro nomi, nell'ultimo dei quali, chiamato Lamech, non vi era rimasto nulla della fede (versetto 18).
333. Una nuova chiesa sorse poi, che si intende per Adah e Zillah ed è rappresentata dailoro figli Jabal, Jubal e TubalCain; le cose celesti dalla chiesa di Jabal, quelle spirituali dallachiesa di Jubal, e quelle naturali della chiesa di TubalCain (versetti 19 22).
334. Che questa chiesa sorse quando ogni cosa della fede e della carità si era estinta, edera stata fatta violenza ad esse, che era sacrilega nel più alto grado (versetti 2324).
335. Una sintesi del soggetto è data: dopo chela fede, rappresentata da Caino, avevaspento la carità, una nuova fede è stata data dal Signore, nella quale è stata impiantata lacarità. Questa fede è denominata Set (Versetto 25).
336. La carità impiantata attraverso la fede è denominata Enosh, ovvero un altro uomoche è il nome di quella chiesa (versetto 26).
Significato interiore
337. Poiché questo capitolo tratta della degenerazione della più antica chiesa ovverodella falsificazione della sua dottrina, e di conseguenza, delle sue eresie e sette, sotto inomi di Caino e dei suoi discendenti – deve essere noto che non vi è alcuna possibilità dicomprendere in che modo la dottrina è stata falsificata, o quale fosse la natura delle eresiee sette di quella chiesa, salvo che la natura della chiesa autentica sia correttamentecompresa. Della chiesa più antica si è detto abbastanza per giungere alla conclusione cheera un uomo celeste, e che non riconosceva alcuna fede diversa dall'amore per il Signore everso il prossimo. Attraverso questo amore essi avevano la fede dal Signore, ovvero unapercezione di tutte le cose che appartengono alla fede, e per questo non erano disposti aparlare di fede, perché essa non deve essere separata dall'amore, come si è visto sopra (n.200, 203).
[2] Tale è l'uomo celeste, e tale è descritto attraverso rappresentazioni in Davide, ove siparla del Signore come del re, e dell'uomo celeste come il figlio del re:
Affida al re i tuoi giudizi, e al figlio del re la tua giustizia. Portino i monti pace al popolo egiustizia le colline. Ti temeranno con il sole, e fin verso i volti della luna, di generazione ingenerazione. Nei suoi giorni fiorirà il giusto, e vi sarà pace in abbondanza, finché non ci sarànessuna luna (Salmi 72:1, 3, 5, 7)
Per sole si intende l'amore; per luna la fede. Per montagne e colline si intende la più anticachiesa. Di generazione in generazione si intendono le chiese, dopo il diluvio. Finché non cisarà nessuna luna è detto perché la fede sarà l'amore. (si veda anche Isaia 30:26).
[3] Tale era la chiesa più antica, e tale era la sua dottrina. Ma è diverso nel tempopresente, perché ora la fede viene anteposta alla carità. Ciò nondimeno, attraverso la fede,la carità è data dal Signore, e allora la carità acquisisce il primato. Da ciò consegue che neitempi più antichi la dottrina è stata falsificata quando essi hanno fatto professione di fede,separandola dall'amore. Coloro che hanno falsificato la dottrina in questo modo, ovverohanno separato la fede dall'amore, cioè hanno fatto professione della sola fede, furonoallora chiamati Caino, e tale cosa fu allora considerata in tutta la sua gravità.
338. Versetto l. E l'uomo conobbe Eva, sua moglie, la quale concepì e partorì Caino, e disse: Hoacquistato un uomo dal Signore. Con l'uomo e sua moglie Eva è intesa la chiesa più antica,come è stato già illustrato. Il suo primogenito, è la fede, che è qui chiamata Caino.L'affermazione di quella chiesa: "Ho acquistato un uomo, Signore" significa che pressocoloro che erano chiamati Caino, la fede è stata riconosciuta e valorizzata di per sé.
339. Nei tre capitoli precedenti è stato sufficientemente dimostrato che uomo e sua moglierappresentano la più antica chiesa. Era consueto per quelle genti più antiche attribuirenomi che rappresentavano determinate cose, e allo stesso modo formulare una genealogia.Perché le cose della chiesa sono legate tra loro in questo modo, essendo le stesse concepitee nate da un altro, come nella generazione. Quindi è ricorrente nella Parola nominare lecose della chiesa concezioni, nascite, prole, neonati, bambini, figli, figlie, giovani e così via. Laparte profetica della Parola abbonda di tali espressioni.
340. Che le parole: Ho acquistato un uomoSignore significhino che presso quelli che sonochiamati Caino la fede è stata riconosciuta e valorizzata di per sé, è evidente da quantodetto all'inizio di questo capitolo. In precedenza, avevano ignorato cosa fosse la fede,perché avevano una percezione di tutte le cose della fede. Ma quando hanno cominciato afare una dottrina distinta della fede, hanno preso le cose di cui avevano percezione e lehanno ridotte in dottrina, definendo ciò Ho acquistato un uomoSignore, come se avesseroscoperto qualcosa di nuovo. E così ciò che prima era scritto nel cuore è diventato una meraquestione di sapere. Anticamente si attribuiva un nome ad ogni cosa nuova, e in questomodo si esprimevano le cose rappresentate da quei nei nomi. Quindi il significato delnome Ismaele è spiegato attraverso l'affermazione, Il Signore ha udito la sua afflizione (Gen.16,11). Quello di Ruben, con l'espressione, Il Signore ha visto la mia afflizione (Gen. 29:32). Ilnome Simeone, dall'affermazione, Il Signore ha sentito che ero trascurata (Genesi 29:33).Quello di Giuda da, Questa volta loderò Signore (Gen. 29:35). Un altare costruito da Mosè fuchiamato, Signore il mio vessillo (Esodo 17:15). Allo stesso modo la dottrina della la fede èqui denominata Ho acquistato un uomoSignore, o Caino.
341. Versetto 2. E aggiunse che aspettava suo fratello Abele. E Abele era un pastore del gregge, eCaino un lavoratore del suolo. Il secondo figlio della chiesa è la carità, rappresentata da Abelee dal fratello. Il pastore del gregge rappresenta colui che esercita il bene della carità. Unlavoratore del suolo è colui che è privo di carità, per quanto possa essere nella fedeseparata dall'amore, che non è la fede.
342. Che il secondo figlio della chiesa sia la carità, è evidente dal fatto che la chiesaconcepisce e genera nient'altro che la fede e la carità. La stessa cosa è rappresentata dalprimo dei figli di Lea, da Giacobbe. Ruben rappresenta la fede. Simeone, la fede in atto.Levi, la carità (Gen. 29:32, 33, 34), da cui anche la tribù di Levi ha ricevuto il sacerdozio, eha rappresentato il pastore del gregge. Poiché la carità è il secondo figlio della chiesa, sichiama fratello, ed è denominata Abele.
343. Che pastore del gregge sia colui che esercita il bene di carità, deve essere evidente atutti, perché questa è una figura familiare nella Parola, sia nel Vecchio, sia nel NuovoTestamento. Colui che guida e insegna è chiamato pastore, e coloro che sono guidati e
istruiti sono chiamati gregge. Colui che non conduce al bene della carità e non insegna nelmerito, non è un vero pastore. E colui che non è guidato verso il bene, e non apprende ciòche è bene, non è del gregge. Non sarebbe necessario cercare conferme circa il significatodi pastore e gregge nella Parola, ma possono essere citati i seguenti passi. In Isaia:
Il Signore darà la pioggia al tuo seme, con cui avrai seminato il suolo, e il pane prodotto dalsuolo; in quel giorno egli pascerà il tuo bestiame in un ampio prato (Isaia 30:23),
dove il pane prodotto dal suolo rappresenta la carità. Nello stesso profeta:
Jehovih il Signore pascerà il suo gregge come un pastore; egli terrà a raccolta gli agnelli con ilsuo braccio, e li porterà sul petto, e condurrà dolcemente quelli più giovani (Isaia 40:11).
In Davide:
Porgi l'orecchio, Pastore d'Israele, tu che guidi Giuseppe come un gregge, tu che siedi suicherubini, risplendi (Salmo 80:1).
In Geremia:
La figlia di Sion è come una donna incantevole e leggiadra; i pastori e le loro greggi verranno alei; essi pianteranno le tende intorno a lei attorno; pasceranno le greggi nel suo spazio (Geremia6:02, 3).
In Ezechiele:
Così dice Jehovih il Signore, io li moltiplicherò come un gregge uomini, come un gregge sacro,come il gregge di Gerusalemme nel suo tempo designato. Così le città in rovina sarannoripopolate con greggi di uomini (Ez. 36:3738).
In Isaia:
Tutte le greggi di Arabia saranno radunate presso di te; i montoni di Nebaioth saranno al tuoservizio (Isaia 60:7)
Quelli che conducono il gregge al bene della carità sono coloro che radunano il gregge;mentre quelli che non conducono il gregge al bene disperdono il gregge. Perché il raccogliereinsieme e l'unire appartengono alla carità; viceversa il disperdere deriva dalla mancanzadi carità.
344. A cosa giova la fede, cioè, le conoscenze depositate in memoria [scientia], le nozioni[cognitio], e la dottrina della fede, se non al fine che l'uomo possa diventare come la fedeinsegna? E la cosa principale che essa insegna è la carità (Marco 12:2835;. Matteo 22:3439).Questo è il fine di tutto ciò che essa ha in vista, e se questo non può essere conseguito, cosaè tutta la conoscenza o la dottrina, se non autentico nulla?
345. Che il lavoratore del suolo è colui che è privo di carità, per quanto possa essere nellafede separata dall'amore, che non è la fede, è evidente da quanto segue: che Signore nonha avuto riguardo per la sua offerta, e che egli ha ucciso suo fratello, cioè, ha distrutto lacarità, rappresentata da Abele. Quelli di cui si dice che lavorano il suolo sono coloro cheguardano al corpo e alle cose terrene, come è evidente da ciò che è stato detto in Genesi3:19, 23, dove si legge che l'uomo è stato cacciato fuori del giardino di Eden, perché lavorasse ilsuolo.
346. Versetto 3. E alla fine dei giorni avvenne che Caino fece dei frutti del suolo un'offerta aSignore. Con la fine dei giorni si intende con l'andar del tempo. Per frutti della terra siintendono le opere della fede senza la carità. E per offerta a Signore si intende il culto chedi lì procede.
347. Che per la fine dei giorni sia significato l'andar del tempo, è evidente a tutti.Dapprima, quando vi era autenticità nella fede essi, la dottrina qui chiamata Caino nonsembra essere stata così inaccettabile, così come è diventata dopo, come è evidente dalfatto che essi hanno chiamato i loro figli un uomoSignore. Dunque all'inizio la fede non eracosì separata dall'amore, come alla fine dei giorni, o con l'andar del tempo, come è il casocon ogni dottrina di fede autentica.
348. Che per frutto del suolo si intendono le opere della fede senza carità, appare anche daquanto segue; perché le opere della fede priva della carità sono opere di nessuna fede,essendo in se stesse morte, perché esse appartengono esclusivamente all'uomo esterno. Diesso è scritto in Geremia:
Da dove sortisce la via da cui gli empi prosperano? Tu li hai introdotti, e hanno messo radici; sisono moltiplicati, e hanno anche portato i loro frutti; tu sei vicino alla loro bocca, e lontano dalleloro menti. Per quanto tempo la terra deve fare cordoglio e l'erba di ogni campo appassire? (Ger12,12, 4).
Vicino alla bocca, ma lontano dalle menti indica coloro che sono nella fede separata dallacarità, di cui si dice anche che la terra piange. Nello stesso profeta tali opere chiamate fruttodelle opere:
Il cuore è ingannevole sopra ogni cosa, ed è disperato, chi lo può conoscere? Io Signore indagonel cuore e nella mente, al fine di rendere a ciascuno secondo la sue condotta, e secondo il fruttodelle sue opere (Ger. 17:910).
In Michea:
La terra diventerà un deserto a causa di coloro che vi dimorano, e a causa del frutto delle loroopere (Michea 7:13).
Che tale frutto non è un frutto, o che l'opera non abbia in sé la vita, e che sia il frutto, sia laradice periscono, è affermato in Amos:
Ho distrutto davanti a loro gli Amorriti, la cui altezza eguagliava quella dei cedri, e la cui forzaeguagliava quella delle querce; eppure ho distrutto il suo frutto dall'alto, e le sue radici da sotto(Amos 2:9).
E in Davide:
Il loro frutto tu farai distruggere dalla terra, e la loro discendenza dai figli dell'uomo (Salmo21:10).
Viceversa le opere di carità hanno la vita in loro, e di esse si afferma che mettono radici inbasso, e portano frutto verso l'alto, come in Isaia:
I superstiti sfuggiti della casa di Giuda continueranno a mettere radici in basso, e porterannofrutto verso l'alto (Isaia 37:31).
Per portare frutti verso l'alto si intende agire dalla carità. Tale frutto è chiamato il fruttodell'eccellenza nello stesso profeta:
In quel giorno il germoglio di Signore sarà magnifico e glorioso, e il frutto della terra eccellentee leggiadro per coloro che sono fuggiti da Israele (Isaia 4:2).
E anche, il frutto della salvezza, ed è così chiamato dallo stesso profeta:
Scendete o cieli dall'alto, e le nubi facciano piovere giustizia; la terra si apra, e faccia produrreloro il frutto della salvezza, e fiorisca insieme la giustizia; Io, Signore ho creato tutto questo. (Is.45,8).
349. Che per offerta si intende il culto è evidente dalle figure rappresentative della Chiesaebraica, in cui i sacrifici di ogni genere, nonché le primizie frutti della terra e di tutti i suoiprodotti, e il sacrificio del primogenito, sono tutti chiamati offerte, in cui consisteva il loroculto. E poiché queste figure rappresentavano cose celesti, e facevano riferimento alSignore, deve essere evidente a tutti che il culto autentico era rappresentato da questeofferte. Infatti che sarebbe una figura rappresentativa senza la cosa che essa rappresenta?O che cosa è una religione esteriore, priva dell'interiore, se non sorta di idolo e una cosadeprivata della vita? L'esteriore ha la vita dalle cose interiori, vale a dire, attraverso queste,da parte del Signore. Da queste considerazioni, è evidente che tutte le offerte di una chiesarappresentativa indicano il culto del Signore. E riguardo a queste, per misericordia Divinadel Signore, tratteremo in particolare, nelle pagine che seguono. Che per le offerte siintende in generale il culto, è evidente in tutti i profeti, come in Malachia:
Chi potrà resistere al giorno della sua venuta? Egli siederà come raffinatore e purificatored'argento, e purificherà i figli di Levi e li affinerà come oro e argento, ed essi presenteranno alSignore un'offerta di giustizia. Allora l'offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita alSignore, come nei giorni dell'eternità, e come negli anni antichi (Malachia 3:24).
Una offerta di giustizia è un'offerta interiore, che i figli di Levi, cioè, i fedeli più pii,offriranno. I giorni dell'eternità significano la chiesa più antica, e gli anni antichi la chiesaantica. In Ezechiele:
Nella montagna della mia santità, nella montagna dell'altezza di Israele, ci sarà tutta la casad'Israele, tutta quella terra, mi adora. Là Io li accetto, e lì richiederò le vostre offerte e le primiziedelle vostre offerte, in tutte le vostre cerimonie (Ezechiele 20:40).
Offerte e primizie delle offerte nelle cerimonie sono le opere santificate dalla carità, dal Signore.In Sofonia:
Da oltre i fiumi di Etiopia coloro che mi adorano porteranno offerte (Sof. 3:10).
Etiopia indica coloro che sono nel possesso delle cose celesti, che sono l'amore, la carità, ele opere della carità.
350. Versetto 4. E anche Abele, dei primogeniti del suo gregge, e del loro grasso, fece un'offerta.Signore ammirò Abele e la sua offerta. Per Abele qui come in precedenza è intesa la carità; eper i primogeniti del gregge, è inteso ciò che è santo, che è del Signore solo; per grasso èsignificato il celeste stesso, che parimenti appartiene al Signore. Il Signore ammirò Abele, ela sua offerta, sta a significare che le cose della carità, ed il culto che si fonda sulla carità,sono graditi al Signore.
351. Che Abele significhi la carità, è stato mostrato in precedenza. Per la carità si intendel'amore verso il prossimo, e la misericordia; perché chi ama il prossimo come se stesso èanche compassionevole verso di lui nelle sue sofferenze, come verso se stesso.
352. Che i primogeniti del gregge significano ciò che è del Signore solo è evidente dalleprimizie e dai primogeniti nella chiesa rappresentativa, i quali erano tutti santi, perchéfacevano riferimento al Signore, che è il solo primogenito. Amore e fede da lì derivate sonole primizie. Tutto l'amore appartiene al Signore, e non un briciolo di esso è dell'uomo,pertanto, il Signore è il solo primogenito. Questo è stato rappresentato nelle antiche chiesedal primogenito dell'uomo e della bestia offerti in sacrificio a Signore (Esodo 13:2, 12, 15), edalla tribù di Levi, che nel senso interiore significa amore, nonostante Levi sia nato dopoRuben e Simeone, che nel senso interiore significano la fede che è stata accettati, in luogodi tutti i primogeniti, e che costituisce il sacerdozio (Num. 3:4045; 8:1420). Del Signore inquanto primogenito di tutto, con riguardo alla sua essenza umana, così è scritto in Davide:
Egli mi chiamerà, Padre mio, Dio mio, e la roccia della mia salvezza. Farò di lui il mioprimogenito, e sarà elevato sopra i re della terra (Salmi 89:2627).
E in Giovanni:
Gesù Cristo, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra (Ap. 1:5).
Si osservi che il primogenito del culto significa il Signore, e il primogenito della chiesa, lafede.
353. Con il termine grasso si intende il celeste stesso, che appartiene anche al Signore.Celeste è tutto ciò che attiene all'amore. La fede è anche celeste quando è dall'amore. Lacarità è il celeste. Tutto il bene della carità è celeste. Tutti questi erano rappresentati davari tipi di grasso nei sacrifici, e distintamente da ciò che ricopriva il fegato, dal grasso dimaiale, dal grasso sui reni, dal grasso di copertura dell'intestino, e sull'intestino. Questeparti erano sacre, e venivano offerta come olocausti sull'altare (Es 29:13, 22; Lev. 3:3, 4, 14;4:89, 19, 26, 31, 35, 8:16, 25). Sono state perciò chiamate il pane del sacrificio consumato dalfuoco in onore del Signore (Lev. 3:14, 16). Per lo stesso motivo al popolo ebraico era proibitomangiare qualsiasi del grasso di animale, da una sorta di legge perenne, tramandata digenerazione in generazione (Lev. 3:17, 7:23,25). Questo perché quella chiesa era tale da nonriconoscere neppure le cose interiori, e ancora meno quelle celesti.
[2] Che grasso significhi le cose celesti, e i beni della carità, è evidente nei profeti, come inIsaia:
Perché scambiate argento per ciò che non è pane, e il vostro lavoro per ciò che non sazia?Seguitemi con diligenza, e mangiate ciò che è buono, e lasciare che la vostra anima goda di cibisucculenti (Is. 55:2).
E in Geremia:
Colmerò l'anima dei sacerdoti di grasso, e il mio popolo sarà saziato del mio bene (Ger. 31:14),
dove è fin troppo evidente che grasso si intende, il bene celeste e spirituale. Quindi, inDavide:
Si saziano dell'abbondanza della tua casa, e tu li fai abbeverare al fiume delle tue prelibatezze.Perché presso di te è la fontana delle vite. Nella tua luce vediamo la luce (Salmi 36:89).
Qui abbondanza e fontana delle vite significano il celeste, che è dell'amore. Il fiume diprelibatezze e la luce, stanno a significare lo spirituale, che appartiene alla fede dall'amore.Sempre in Davide:
La mia anima sarà saziata di midollo e di grasso, e la mia bocca ti loderà con labbra melodiose(Salmi 63:5),
dove, allo stesso modo, grasso indica ciò che è celeste, e labbra melodiose ciò che è spirituale.Che si tratti di ciò che è celeste è evidente dal fatto che sazia l'anima. Per la stessa ragionele primizie, che erano il primogenito della terra, sono chiamate grasso (Num. 18:12).
[3] Poiché le cose celesti sono di innumerevoli generi, e di ancor più innumerevoli specie,sono descritte in generale nel canto che Mosè recitò davanti al popolo:
Burro di vacca e latte di pecora, con grasso di agnello e di montone e di ariete di Bashan, e dicapre, con olio di germe di grano; e tu berrai sangue d'uva, non mescolato (Deut. 32,14).
È impossibile per chiunque conoscere il senso di queste espressioni, salvo che attraverso ilsignificato interiore. Senza di ciò, espressioni come burro di vacca, latte di pecora, grasso diagnello, grasso di montone e capra, degli arieti di Bashan, olio di germe di grano e sangue d'uvasarebbero parole vuote; eppure tutti e tutte e ciascuna di esse significano i generi e lespecie delle cose celesti.
354. Che il Signore ammirò Abele, e la sua offerta significhi che le cose della carità, e tutto ilculto che si fonda in essa, sono graditi al Signore, è stato spiegato in precedenza, siariguardo ad Abele, sia alla sua offerta.
355. Versetto 5. E non si curò di Caino e della sua offerta; e Caino si accese d'ira, e il suo voltoera abbattuto. Per Caino, come è stato detto, è intesa la fede separata dalla amore, ovverouna dottrina tale da ammettere la possibilità di questa separazione. Per, non curarsidell'offerta, si intende, come è stato già detto, che il suo culto era inaccettabile. Per Caino siaccese d'ira e il suo volto era abbattuto, si intende che l'interiore era mutato. Con il termineira si intende che la carità era venuta meno; e per il volto è inteso l'interiore, che si diceabbattuto quando viene modificato.
356. Che per Caino sia significata la fede separata dall'amore, o una dottrina che ammettedi questa separazione, e che per non si curò della sua offerta si intende che il suo culto nonera accettabile, è stato mostrato prima.
357. Che Caino si accese d'ira significa che la carità era venuta meno è evidente da ciò cheviene poi riferito circa l'uccisione di suo fratello Abele, con il quale è significata carità. L'iraè un sentimento generale suscitato da ciò che si oppone all'amore di sé e alle sue cupidigie.Questo è chiaramente percepito nel mondo degli spiriti maligni, perché lì esiste una sortadi rabbia diffusa contro il Signore, quale conseguenza del fatto che gli spiriti maligni nonhanno alcuna carità, ma odio, e tutto ciò che non asseconda l'amore di sé e l'amore delmondo, genera opposizione, che si manifesta con l'ira. Nella Parola, ira, rabbia e anchefurore, sono spesso associate a Signore, ma sono sentimenti dell'uomo, e sono attribuiti alSignore perché così appare, per un motivo di cui sopra si è fatta menzione. Così è scritto inDavide:
Mandò contro di loro l'ira della sua narice, e rabbia, furore, avversità e una turba di angelimalvagi, egli ha spianato la strada alla sua ira; non ha risparmiato la loro anima dalla morte(Salmi 78:4950).
Giammai Signore prova ira per alcuno, ma sono gli uomini a manifestarla da loro stessi.Né egli invia angeli del male tra loro, è l'uomo che li attira a sé. E quindi è aggiunto cheegli ha spianato la strada alla sua ira, e non ha risparmiato la loro anima dalla morte. E perciò sidice in Isaia: Saranno convocati al cospetto di Signore, e tutti coloro che si saranno infuriaticontro di lui saranno coperti di vergogna (Isaia 45:24), da cui è evidente che la rabbiarappresenta i mali, ovvero, la mancanza della carità.
358. Che per volto abbattuto è inteso che l'interiore è cambiato, è evidente dal significatodi volto e dal suo abbattersi. Il volto, presso gli antichi, significava le cose interiori, le qualirisplendono attraverso il volto. E nei tempi più antichi gli uomini erano tali che il volto erain perfetta armonia con la sua parte interiore, in modo che dal volto di un uomo ciascunopoteva conoscere quale fosse la disposizione di spirito o indole. Essi consideravano unacosa mostruosa manifestare una cosa esteriormente e pensarne una differente.Simulazione e inganno erano quindi considerate cose ripugnanti; perciò le cose interiorierano manifestate nel volto. Quando la carità irradiava dal volto, il volto era, per così dire,innalzato. E quando accadeva il contrario, il volto era per così dire abbattuto. Di qui è statoanche affermato del Signore che egli alza i suoi volti sull'uomo come nella benedizione(Num. 6:26; e Salmi 4:6), con la quale è significato che il Signore dona la carità all'uomo.Cosa si intenda per abbattimento del volto appare di Geremia:
Non vi mostrerò il mio volto abbattuto, perché io sono pietoso, dice Signore (Ger 3:12)
Il volto de Signore è la misericordia, e quando innalza il suo volto su qualcuno nessuno,significa che per la sua grazia gli dona la carità; e viceversa quando il volto si abbatte, cioè,quando il volto dell'uomo si abbatte.
359. Versetto 6. E il Signore disse a Caino: Perché tu sei adirato, e perché il tuo volto èabbattuto? Il Signore disse a Caino, significa il dettato della coscienza. Che la sua ira siaccese, e che il suo volto era abbattuto significa come prima che la carità era venuta meno,e che l'interiore era mutato.
360. Che il Signore disse a Caino significhi il dettato della coscienza, non ha bisogno dialcuna conferma, come è stato illustrato più sopra in un analogo passo.
361. Versetto 7. Se agisci bene, non sei tu esaltato? E se non agisci il bene, il peccato giace allaporta. Il suo desiderio e per te, e tu governi su di lui. Se agisci bene, non sei tu esaltato significache se sei ben disposto, tu hai la carità. Se non agisci bene, il peccato giace alla porta,significa che se non sei ben disposto, tu non hai la carità, ma il male. Per te è il suodesiderio, e tu domini su di lei, significa che la carità è desiderosa di stare con te, ma nonpuò perché tu desideri dominare si di essa.
362. La dottrina della fede, chiamata Caino, è qui descritta; questa, in conseguenza dellaseparazione della fede dall'amore si è separata anche dalla carità, che è il frutto dell'amore.Ovunque vi sia una chiesa, ivi nascono le eresie, perché gli uomini quando ragionano suqualche particolare soggetto della fede, ne fanno la cosa principale. Perché tale è la naturadel pensiero dell'uomo che, quando si sofferma su un determinato particolare della fede,la antepone ad ogni altra cosa, soprattutto quando la sua immaginazione la rivendicacome una propria scoperta, e quando l'amore di sé e del mondo lo esaltano. Tutto sembraquindi concordare e confermare, finché alla fine egli dichiara solennemente che è così,anche se è una falsità. Esattamente in questo modo quelli denominati Caino antepongonola fede all'amore, e di conseguenza, vivono senza amore. E l'amore di sé e l'immaginazionedi lì derivante, cospirano al fine di per confermarli in questa falsa persuasione.
363. La natura della dottrina della fede denominata Caino è visibile dalla sua descrizionein questo versetto, da cui risulta che la carità era in grado di essere congiunta alla fede, main modo che la carità avesse il predominio e non la fede. Per questo motivo è detto inprima battuta: Se agisci bene non sei tu innalzato? volendo con ciò intendere, Se tu sei bendisposto, la carità può essere presente. Perché agire bene significa, nel senso interiore,essere disposti al bene, dal momento che fare ciò che è bene deriva dal volere ciò che èbene. Nei tempi antichi l'azione e la volontà erano unanimi. Dall'azione essi scorgevano lavolontà, essendo sconosciuta a quei tempi la dissimulazione. Che innalzamento significa
che la carità è presente è evidente da quanto già detto del volto, cioè che sollevare il voltosignifica avere la carità, e che avere il volto abbattuto significa il contrario.
364. In secondo luogo, è detto: Se non agisci bene, il peccato giace alla porta che significa, senon sei disposto al bene, non vi è alcuna carità, ma solo il male. Tutti possonocomprendere che il peccato è alla porta significa che il male pronto e desideroso di entrare;perché quando non c'è la carità vi sono crudeltà e odio, e di conseguenza ogni male. Ilpeccato, in generale, è chiamato il diavolo. Questi, cioè, la sua turba di spiriti infernali, èsempre a portata di mano quando l'uomo è privo di carità. Il solo mezzo per allontanare ildiavolo e la sua turba dalla porta di accesso della mente è l'amore per il Signore e verso ilprossimo.
365. In terzo luogo è detto: Per te è il suo desiderio, e tu domini su di lei, con cui è significatoche la carità è desiderosa di dimorare insieme alla fede, ma non può farlo perché la fedevuole predominare su di essa, il che è contrario all'ordine. Finché la fede mira ad avere ildominio, essa non è la fede, e diventa autentica fede la carità ha il governo. Perché la caritàè sopra ordinata alla fede, come è stato mostrato in precedenza. La carità possono essereparagonata alla fiamma, che è l'essenziale del calore e della luce, perché calore e lucederivano da essa. E la fede in uno stato di separazione può essere paragonata alla luceprivata del calore della fiamma, quando invero c'è luce, ma è la luce dell'inverno in cuiintorpidisce e muore.
366. Versetto 8. E Caino parlò con suo fratello Abele; ed avvenne che quando erano nel campoCaino si levò contro suo fratello Abele, e lo uccise. Caino parlò ad Abele, indica un intervallo ditempo. Caino, come si è già detto, significa la fede separata dall'amore; Abele, la carità,fratello della fede, rispetto alla quale è qui per due volte chiamata suo fratello. Camposignifica tutto ciò che appartiene alla dottrina. Caino si levò contro suo fratello Abele e louccise significa che la fede separata estingue la carità.
367. Non è necessario confermare queste cose attraverso simili passi della Parola, se nonper dimostrare che la carità è il fratello della fede, e che campo significa tutto ciò che attienealla dottrina. Che la carità sia il fratello della fede è evidente a chiunque dalla natura ol'essenza della fede. Questa fratellanza fu rappresentata da Esaù e Giacobbe, e fu causadella controversia circa la primogenitura e il conseguente dominio. È stata inoltrerappresentata da Pharez e Zarah, i figli di Tamar, da Giuda (Gen. 38:28, 29, 30), e daEfraim e Manasse (Gen. 48:13, 14). In tutti questi passi, così come in altri simili, vi è unadisputa sulla primogenitura e il conseguente dominio. Perché sia la fede, sia la carità sonoi frutti della chiesa. La fede è chiamata uomo, come fu Caino, nel versetto 1 di questocapitolo, e la carità è chiamata fratello, come in Isa. 19:02, Ger. 13:14, e in altri luoghi.L'unione della fede e della carità è chiamato il patto dei fratelli (Amos 1:9). Simile alsignificato del dualismo tra Caino e Abele è stato quello tra Giacobbe ed Esaù, come
appena detto. Anche Giacobbe era desideroso di predominare su suo fratello Esaù, come èevidente anche in Osea:
Vigila su Giacobbe e sulla sua condotta; secondo le sue azioni sarà ricompensato; egli soppiantòsuo fratello nel grembo materno (Osea 12:23).
Nondimeno, che Esaù, o la carità da questi rappresentata, debba infine prevalere risultadalla visione profetica del loro padre Isacco:
Vivrai della tua spada, e servirai tuo fratello; e avverrà, quando avrai il dominio, che spezzeraiil suo giogo dal tuo collo (Gen. 27:40).
Ovvero, che è la stessa cosa, la chiesa dei gentili, o nuova chiesa, è rappresentata da Esaù,e la chiesa ebraica è rappresentata da Giacobbe; e questa è la ragione per cui così spesso èdetto che gli ebrei debbano riconoscere i gentili come fratelli; e nella chiesa dei gentili, ochiesa primitiva, tutti erano chiamati fratelli, dalla carità. Coloro che ascoltano la Parola ela mettono in atto sono altresì chiamati fratelli dal Signore (Luca 8:21); quelli che ascoltanola Parola sono tali da avere la fede; quelli che la mettono in atto sono tali da avere la carità;ma coloro che ascoltano, o affermano di avere fede, e omettono le opere, ovvero nonhanno la carità, non sono fratelli, perché il Signore li paragona agli stolti (Matteo 7:24, 26).
368. Che campo significa dottrina, e di conseguenza tutto ciò appartiene alla dottrinadella fede e della carità, è evidente dalla Parola, come in Geremia:
O mia montagna nel campo, darò i tuoi beni e tutte le tue ricchezze per un bottino (Ger. 17:3).
In questo passo campo significa dottrina, beni e ricchezze sono le ricchezze spirituali dellafede, o le cose che appartengono alla dottrina della fede. Nello stesso:
Scompare forse la neve del Libano dalle alture del mio campo? (Ger. 18:14).
Si afferma di Sion, quando privata della dottrina della la fede, che deve essere arata comeun campo (Geremia 26:18, Michea 3:12). In Ezechiele:
Ha preso del seme della terra, e per metterlo in un campo di semina (Ezechiele 17:5)
facendo riferimento alla chiesa e alla sua fede; perché la dottrina viene chiamata campo dalseme che è in essa. Nello stesso profeta:
E tutti gli alberi della campagna sapranno che io Signore abbatterò l'albero alto (Ezechiele17:24).
In Gioele:
Il campo è devastato, la terra piange, perché il grano è rovinato, il vino nuovo è guasto, e l'olioinaridito, i vignaioli si vergognano, il raccolto dei campi è perduto, tutti gli alberi del camposono appassiti (Gioele 1:1012)
dove il campo significa dottrina, alberi, i saperi e vignaioli gli adoratori. In Davide:
Il campo esulterà e tutto ciò che è in esso; poi tutti gli alberi della foresta canteranno (Salmi96:12)
dove è perfettamente evidente che il campo non può esultare, né gli alberi della forestacantare, bensì le cose che sono nell'uomo, che sono le conoscenze della fede. In Geremia:
Fino a quando la terra sarà nel lutto e l'erba di ogni campo appassirà? (Ger 12:4)
dove è anche evidente che né la terra né le erbe del campo possono piangere; ma leespressioni si riferiscono a qualcosa nell'uomo, mentre in uno stato di rovina. Unpassaggio simile ricorre in Isaia:
Le montagne e le colline innanzi a te irromperanno in un canto, e tutti gli alberi della campobatteranno le mani (Isaia 55:12)
Anche il Signore nella sua previsione relativa alla consumazione dei tempi, chiama ladottrina della fede campo:
Allora due uomini saranno nel campo, l'uno sarà preso e l'altro lasciato (Matteo 24:40, Luca17:36)
dove per campo si intende la dottrina della fede, sia quella autentica, sia quella falsa.Poiché campo significa dottrina, chiunque riceve un seme di fede, sia esso un uomo, lachiesa, o il mondo, è anche chiamato campo.
369. Da questo ne consegue che le parole Caino si levò contro il fratello Abele e lo uccise,quando erano insieme nel campo significano che, mentre fede e carità provenivano dalladottrina della fede, nondimeno la fede separata dall'amore non poteva che ignorare equindi spegnere la carità; come è il caso di coloro che oggi sostengono che solo la fede siasalvifica, senza l'apporto della carità, perché esattamente con questa persuasione spengonola carità, anche se sanno e ammettono con le labbra che non è la fede a salvare, a meno chenon vi sia amore.
370. Versetto 9. E il Signore disse a Caino: Dov'è Abele, tuo fratello? E lui rispose, Non lo so,sono forse il custode di mio fratello? Il Signore disse a Caino, indica una sorta di sensibilitàinteriore che ispirò loro un dettato sulla carità, ovvero il fratello Abele. Caino risponde:Non lo so, sono forse il custode di mio fratello? Significa che quella fede considerava lacarità come nulla, e non voleva essere asservita ad essa, di conseguenza, quella federespingeva recisamente ogni cosa della carità. Tale era diventata la loro dottrina.
371. Con il discorso del Signore, le genti più antiche intendevano la percezione, perchésapevano che il Signore dava loro la facoltà di percepire. Questa percezione è statamantenuta finché non è stato messo in discussione il primato dell'amore. Quando l'amoreper il Signore cessò, e di conseguenza, l'amore verso il prossimo, la percezione si estinse.Ma nella misura in cui l'amore rimase, tale rimase la percezione. Tale facoltà percettiva erapropria della più antica chiesa; ma quando la fede si separò dall'amore, come nellepopolazioni dopo il diluvio, e la carità è stata resa mediante la fede, allora è succeduta lacoscienza, la quale ispira anche un dettato, ma in un modo diverso, di cui, per Divinagrazia del Signore, si dirà qui di seguito. Quando la coscienza impone un dettato, è detto,allo stesso modo nella Parola che il Signore parla, perché la coscienza è costituita da coserivelate, dalle conoscenze, e dalla Parola; e quando la Parola parla, o impone un comando,è il Signore che parla; di conseguenza nulla è più comune, anche al giorno d'oggi, quandosi parla di una questione di coscienza o di fede, che affermare, il Signore dice.
372. Essere custode significa servire, come i guardiani e i portinai (cioè, i custodi dellasoglia) nella chiesa ebraica. La fede è chiamata custode della carità, per il fatto che è al suoservizio, ma secondo i principi della dottrina è stata chiamata Caino al fine che la fedeabbia il governo, come è stato detto nel versetto 7.
373. Versetto 10. Ed egli disse: Cosa hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello, grida a me dalsuolo. La voce del sangue di tuo fratello, significa che fu usata violenza alla carità; le gridadel sangue esprimono un'accusa di colpevolezza, e suolo significa scisma o eresia.
374. Che le voce del sangue significhi la violenza usata contro la carità è evidente da moltipassi nella Parola, in cui voce indica tutto ciò che accusa, e sangue ogni genere di peccato, esoprattutto l'odio; perché chiunque provi odio verso il suo fratello, lo uccide nel suo cuore,come insegna il Signore:
Voi avete udito che fu detto agli antichi: Non uccidere, chi avrà ucciso sarà giudicato. Ma iodico a voi, che chiunque si adira con il proprio fratello avventatamente sarà giudicato, e chi avràdetto a suo fratello, stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chiunque gli dica, pazzo, saràsottoposto al fuoco della Gehenna (Matteo 5:2122)
con queste parole si intendono i gradi di odio. L'odio è contrario alla carità, e nuoce inqualsiasi modo possibile, se non con la mano, ancora nello spirito, ed è trattenuto solo davincoli esteriori che frenano l'atto della mano. Perciò tutto l'odio è sangue, come inGeremia:
Perché non ti avvii nel sentiero giusto alla ricerca dell'amore? Anche nelle tue vesti intime èstato trovato il sangue delle anime dei bisognosi e innocenti (Geremia 2:3334).
[2] E poiché l'odio è rappresentato dal sangue, così altrettanto ogni tipo di iniquità, perchél'odio è la fonte di tutte le iniquità. Come in Osea:
Giurano il falso, mentono, uccidono, rubano, commettono adulterio, rapinano, e versanosangue; perciò è il paese in lutto e tutti quelli che vi abitano languono (Osea 4:23).
E in Ezechiele, parlando di crudeltà:
Giudicherai la città sanguinaria, e le farai conoscere tutto il suo abominio, una città che spargesangue nel mezzo di essa? Tu sei diventata colpevole a causa del tuo sangue che hai versato (Ez.22:24, 6, 9).
La terra è piena di assassini, e la città è colma di violenza (Ez. 7:23).
E in Geremia:
A causa dei peccati dei profeti di Gerusalemme, e delle iniquità dei suoi sacerdoti, che hannoversato il sangue dei giusti in mezzo ad essa, essi vagano come ciechi per le strade, e sono staticontaminati con il sangue (Lam. 4:1314).
In Isaia:
Quando il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion, e avrà sanato Gerusalemme dalsangue versato, con spirito di giudizio, e con spirito di purificazione (Is. 4:4).
I palmi delle vostre mani sono macchiati di sangue, e le vostre dita di iniquità (Is. 59:3).
In Ezechiele, parlando degli abomini di Gerusalemme, che sono chiamati assassini:
Ti sono passato vicino e ti ho visto dibatterti nel tue sangue, e ti ho detto, Vivi nel tuo sangue, sì,ti ho detto vivi nel tuo sangue (Ezechiele 16:6, 22).
[3] La crudeltà e l'odio degli ultimi tempi sono anche descritti dal sangue nellaRivelazione (16:3, 4). Il sangue è nominato al plurale, perché tutte le cose ingiuste eabominevoli sgorgano dall'odio, come tutte quelle buone e sante procedono dall'amore.Perciò colui che prova odio verso il prossimo ucciderebbe se potesse; e infatti lo uccide intutti i modi possibili; e questo è ciò che si intende per usare violenza al prossimo, che qui ècompiutamente rappresentato dalla voce del sangue.
375. Una voce che grida e la voce di un grido sono espressioni comuni nella Parola, ericorrono in ogni circostanza in cui vi è clamore, tumulti o disordini, e anche in occasionedi un lieto evento (come in Esodo 32:1718;. Sof. 1:910;. Isa. 65:19, Ger. 48:3). Nel presentepasso denota un'accusa.
376. Da ciò ne consegue che le grida del sangue significano l'imputazione della colpa;perché coloro che usano la violenza sono ritenuti colpevoli. Come in Davide:
Il male ucciderà l'empio, e coloro che odiano il giusto saranno dichiarati colpevoli (Salmi 34:21).
In Ezechiele:
Tu sei diventata colpevole per il sangue che hai versato (Ez 22:4).
377. Che suolo significa qui uno scisma o eresia, è evidente dal fatto che campo significadottrina, e quindi suolo, avendo il campo in esso, è uno scisma. L'uomo stesso è anchesuolo e campo, perché queste cose sono inseminate in lui. Perché l'uomo è uomo da ciò cheviene inseminato in lui, un uomo buono e giusto, dai beni e dalle verità; un uomomalvagio e falso, dai mali e dalle falsità. Colui che è in ogni particolare dottrina ereticaprende il nome da essa, così come nel passo appena esaminato il termine suolo è usato perindicare uno scisma o eresia nell'uomo.
378. Versetto 11. E ora tu sei maledetto dal suolo, che ha aperto la sua bocca per ricevere ilsangue di tuo fratello dalla tua mano. Tu sei maledetto dal suolo, significa che attraverso loscisma era diventato dannato. Che ha aperto la sua bocca, significa che l'eresia si èimpossessata di loro. Ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano, significa che è statafatta violenza alla carità, che si è estinta.
379. Che tale sia il significato di questo passo è evidente da ciò che precede; e che esseremaledetto significhi essere contrario al bene, è stato già dimostrato (n. 245). Perché leiniquità e le abominazioni, o gli odi, sono ciò che danna l'uomo, in modo che egli guardisolo verso il basso, cioè, alle cose corporee e terrene, quindi a coloro che sono dell'inferno.Questo avviene quando la carità è bandita e si estingue, perché allora il legame checongiunge il Signore con l'uomo viene reciso, poiché solo la carità, o amore e lamisericordia, sono ciò che ci congiunge con lui, e giammai la fede senza la carità, perchéquesta non è la fede, essendo mera conoscenza, come ad esempio l'orda infernale stessapuò possedere, e con la quale essa può abilmente ingannare i buoni, e fingere se stessacome società di angeli di luce, e come i predicatori più malvagi talvolta sono soliti fare, conuno zelo, come quello della pietà, sebbene nulla sia più lontano dal loro cuore di quelloche procede dalle loro labbra. Può qualcuno essere di giudizio così debole da credere chela fede residente solo nella memoria, o il pensiero che da lì deriva, possa essere di qualcheaiuto; quando tutti sanno dalla propria esperienza che nessuno apprezza le parole o ilconvincimento di un altro, non importa di quale natura, salvo che siano conformi alla suavolontà o intenzione? È questo che li rende piacevoli, e che congiunge un uomo con unaltro. La volontà è il vero uomo, e non il pensiero o il discorso cui egli non aderisce. Unuomo acquista la sua natura e disposizione dalla volontà, perché questa influisce su di lui.Se qualcuno pensa ciò che è bene, l'essenza della fede, cioè la carità, è nel suo pensiero,perché la volontà di fare ciò che è bene è in esso. Ma se dice che pensa ciò che è bene, e
nondimeno, vive perfidamente, questi non può fare altro che ciò che è male, e pertantonon vi è fede.
380. Versetto 12. Quando tu lavorerai il suolo, esso non cederà a te d'ora in poi i suoi frutti;ramingo e fuggiasco sarai sulla terra. Per lavorare il suolo si intende coltivare questo scisma oeresia. Non cederà a te i suoi frutti, significa che sarà sterile. Essere ramingo e fuggiascosulla terra significa non conoscere ciò che è bene e vero.
381. Che lavorare il suolo significhi coltivare questo scisma o eresia, si evince dalsignificato di suolo cui si è fatto cenno sopra. Che non cedere i suoi frutti implichi la suasterilità, è evidente da quanto è stato detto del suolo, dalle parole stesse, nonché da questaconsiderazione, che coloro che professano la fede senza la carità, non professano alcunafede, come si è detto sopra.
382. Che essere ramingo e fuggiasco sulla terra significhi non sapere ciò che è bene e vero, èevidente dal significato di vagabondaggio e fuga nella Parola. Come in Geremia:
Profeti e sacerdoti vagano come ciechi per le strade; si sono macchiati di sangue. Non si possonotoccare neppure i loro indumenti (Lam. 4:1314)
dove profeti sono coloro che insegnano, e sacerdoti, coloro che vivono conformemente aquell'insegnamento; vagano come ciechi per le strade significa ignorare ciò che è vero e bene.
[2] In Amos:
Su una parte del campo era piovuto, e la parte del campo dove non era piovuto appassì. Cosìdue o tre città andarono a ramengo verso una città per attingere acqua, e non poteronodissetarsi (Amos 4:78)
dove per la parte del campo su cui era piovuto è significata la dottrina della fede dalla carità eper la parte del campo su cui non era piovuto, la dottrina della fede, senza la carità. Per vagarealla ricerca dell'acqua, si intende cercare la verità.
[3] In Osea:
Efraim è stato percosso, la sua radice è inaridita, essi non porteranno frutto; il mio Dio lirigetterà, perché non gli hanno dato ascolto; e andranno raminghi fra le nazioni (Osea 9:16, 17).
Efraim indica qui la comprensione della verità, o fede, perché era il primogenito diGiuseppe. La radice inaridita significa la carità che non può portare frutto. Vanno a ramengotra le nazioni coloro che non sanno ciò che è vero e bene.
[4] In Geremia:
Muovete guerra contro l'Arabia e devastate i figli d'oriente. Fuggite, andate lontano; gli abitantidi Hazor si sono precipitati nelle profondità per trovare riparo (Ger 49:28, 30).
Arabia e figli d'Oriente, significano il possesso di ricchezze celesti, o delle cose cheappartengono all'amore, che, quando è devastato, si dice che fugge e va a ramengo, cioè,essere fuggitivi e vagabondi, quando non si fa nulla di ciò che è bene. Degli abitanti di Hazor,o coloro che possiedono le ricchezze spirituali, che sono quelle della fede, si dice che sisono precipitati nelle profondità cioè, che essi periscono.
[5] In Isaia:
Tutte i tuoi capi vagano insieme, sono stati messi al bando senza un tiro d'arco, sono fuggitilontano (Is. 22:3)
facendo riferimento alla valle della visione, ovvero la fantasia che la fede sia possibile senzala carità. Di qui affiora il motivo per cui si dice, in un passo successivo (Isaia 22:14), checolui che professa la fede separata dalla carità è un ramingo e fuggiasco, cioè non sa nulladel bene e della verità.
383. Versetto 13. E Caino disse al Signore, la mia iniquità è troppo grande per essere perdonata.Caino disse al Signore, indica una piena confessione che egli era nel male, indotta da unaqualche sofferenza interiore. La mia iniquità è troppo grande per essere perdonata,significa la disperazione per questo motivo.
384. Quindi sembra che qualcosa del bene sia rimasto in Caino; ma che tutto il bene dellacarità poi si è estinto, è evidente da ciò che si dice di Lamech (versetti 19, 2324).
385. Versetto 14. Ecco, oggi tu mi hai scacciato dai volti del suolo; e dai tuoi volti sarò nascosto;e sarò fuggiasco e ramingo nella terra, e avverrà che chiunque mi avrà trovato, mi ucciderà. Esserescacciato dai volti del suolo significa essere separato da tutte le verità della chiesa. Esserenascosto dai tuoi volti, significa essere separato da tutto il bene della fede, dall'amore.Essere fuggiasco e ramingo nella terra, significa ignorare la verità e il bene. Chiunque miavrà trovato mi ucciderà, significa che tutto il male e il falso lo potrebbero distruggere.
386. Che per essere cacciato fuori dai volti del suolo si intenda essere separato da tutte leverità della Chiesa è evidente dal significato di suolo, che, nel senso autentico e proprio, èla chiesa, o l'uomo della chiesa, e quindi qualunque sia la dottrina che la Chiesa stessa
professa, come mostrato sopra. Il significato di una parola varia necessariamente infunzione del soggetto trattato, e perciò anche coloro che professano una fede erronea, cioècoloro che professano uno scisma o un'eresia, sono chiamati anche suolo. Qui però esserescacciato dai volti del suolo significa non essere più nella verità della chiesa.
387. Che per essere nascosto dai tuoi volti si intenda essere separati da tutto il bene dellafede, dall'amore, è evidente dal significato dei volti del Signore. Il volto del Signore, comedetto in precedenza, è la misericordia, da cui procedono tutti i beni della fede, dall'amore,e quindi i beni della fede sono qui rappresentati dai suoi volti.
388. Per ramingo e fuggiasco sulla terra si intende, come prima, ignorare la verità e il bene.
389. Che chiunque mi avrà trovato mi ucciderà, significhi che ogni male e falsità lodistruggerebbero, segue da ciò che è stato detto. Perché quando un uomo si priva dellacarità, si separa dal Signore, dal momento che è solo la carità, cioè l'amore verso ilprossimo, e la misericordia, che congiungono l'uomo con il Signore. Dove non c'è carità, viè disgiunzione, e dove c'è disgiunzione, l'uomo è abbandonato a se stesso ovvero al suoproprio, e quindi tutto ciò che pensa è falso, e tutto ciò che vuole è male. Queste sono lecose che uccidono l'uomo, ovvero che lo inducono a non possedere nulla della vita cheresta.
390. Coloro che sono nel male e nella falsità sono nel terrore continuo di essere uccisi,così come è descritto in Mosè:
La vostra terra è nella desolazione, e le vostre città in rovina. Sui vostri superstiti infonderò ladolcezza del cuore nella terra dei loro nemici. E il suono di una foglia agitata dal vento liperseguiterà; e fuggiranno come chi è in fuga da una spada; e cadranno senza che alcuno liinsegua, e inciamperanno ciascuno sul proprio fratello, come davanti ad una spada,quand'anche nessuno li insegua (Lev. 26:33, 3637).
In Isaia:
I perfidi agiscono perfidamente, sì, nella perfidia agiscono perfidamente. E avverrà che coluiche fugge dal tormento della paura cadrà nella fossa, e colui che vien fuori dal mezzo altrabocchetto sarà preso nel tranello, la trasgressione pesa su di loro, cadranno e non riuscirano arialzarsi (Isaia 24:1620).
In Geremia:
Ecco, io mando il terrore su di voi, dai dintorni sarete ricacciati verso le vostre dimore, enessuno radunerà chi va ramingo (Ger. 49:5)
In Isaia:
Noi fuggiremo a cavallo, perciò vi darete alla fuga. Cavalcheremo veloce; invero, sono quelliche vi inseguono che vi renderanno veloci; mille di voi fuggiranno alla minaccia di uno; allaminaccia di cinque vi darete alla fuga (Isaia 30:1617).
In questi e altri passi della Parola, coloro che sono nella falsità e nel male sono descritticome in fuga, e come nel terrore di essere uccisi. Hanno paura di tutti, perché non hannonessuno che li protegga. Tutti coloro che sono nel male e nella falsità odiano il prossimo, inmodo che tutti nutrono la brama di uccidersi reciprocamente.
391. Lo stato degli spiriti maligni nell'altra vita dimostra in modo palese che coloro chesono nel male e nella falsità hanno paura di tutti. Quelli che si sono privati di ogni caritàvagano e fuggono da un luogo all'altro. Ovunque vadano, in qualsiasi società, questisubito percepiscono il loro carattere, al loro arrivo, perché tale è la percezione che esistenell'altra vita; e non solo essi sono allontanati, ma li puniscono severamente, con una taleanimosità che se potessero li ucciderebbero. Gli spiriti maligni godono del massimopiacere nel punire e tormentare un altro spirito; è la loro massima gratificazione. Fino adora non era noto che il male e il falso sono essi stessi la causa di ciò, perché qualunque cosaognuno desideri per l'altro, la medesima ritorna su di sé. La falsità ha in sé la pena dellafalsità, e il male ha in sé la pena del male, e di conseguenza gli spiriti maligni hanno in lorola paura di tali sanzioni.
392. Versetto 15. E Signore gli disse: Perciò chiunque uccide Caino, subirà la vendetta per settevolte. E il Signore mise un segno su Caino, affinché nessuno, trovandolo, lo potesse colpire.Chiunque uccide Caino subirà la vendetta sette volte, significa che usare violenza allafede, anche quando essa è così separata, sarebbe un sacrilegio. Il Signore appose un segnosu Caino, affinché nessuno trovandolo, lo potesse colpire, significa che il Signore ha tenutoconto della fede in una maniera particolare, in modo che potesse essere preservata.
393. Prima di passare a spiegare il senso interiore di questo ultimo versetto, è necessariosoffermarsi sulla fede. La chiesa più antica era di una natura tale da non riconoscerealcuna fede, tranne quella che appartiene all'amore, tanto che non erano disposti neppurea parlare di fede, perché attraverso l'amore verso il Signore percepivano tutte le cose cheappartengono alla fede. Tali sono anche gli angeli celesti di cui si è fatto cenno sopra. Mapoiché è stato previsto che la razza umana non avrebbe potuto restare di tale indole, ma
avrebbe separato la fede dall'amore verso il Signore, e avrebbe fatto della fede, unadottrina dal suo proprio, è stato provveduto affinché essi fossero davvero separati, ma inmodo tale che attraverso la fede, cioè attraverso le conoscenze della fede, gli uominipotessero ricevere dal Signore la carità, in modo che la conoscenza [cognitio] ovverol'ascolto debba venire prima, e poi, attraverso la conoscenza o l'ascolto, la carità, cioèl'amore verso il prossimo, e la misericordia, potessero essere donate dal Signore. Questacarità deve non solo essere inseparabile dalla fede, ma deve anche essere anteposta allafede. Poi invece della percezione di cui godeva la chiesa più antica, è succeduta lacoscienza, acquisita attraverso la fede unita alla carità, il cui dettato ispirava non ciò che èvero, ma che una determinata cosa è vera; e questo perché il Signore così si è espressonella Parola. Le chiese dopo il diluvio, furono per lo più di questa natura, come era anchela chiesa primitiva ovvero quella sorta dopo l'avvento del Signore. Nello stesso modo gliangeli spirituali sono distinti dagli angeli celesti.
394. Ora, poiché questo è stato previsto, ed è stato provveduto, affinché la razza umananon perisca nella morte eterna, è qui dichiarato che nessuno debba fare violenza a Caino,con il quale è rappresentata la fede separata dalla carità. Ed inoltre, che un segno è statoapposto su di lui, il che significa che il Signore ha distinto la fede in un modo particolare, alfine di garantirne la conservazione. Questi sono arcani finora sconosciuti, e fannoriferimento al Signore in ciò che ha detto riguardo al matrimonio, e agli eunuchi, inMatteo:
Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; e vi sono eunuchi che sonostati resi eunuchi dagli uomini; e vi sono eunuchi che si sono resi tali per il regno di Dio. A coluiche è in grado di comprendere, sarà dato di comprendere (Matteo 19:12)
Quelli che sono nel matrimonio celeste sono chiamati eunuchi; quelli che sono tali inquanto così nati dal grembo, assomigliano agli angeli celesti; quelli così resi dagli uomini,sono come gli angeli spirituali, e quelli così resi da loro stessi, sono come gli spiritiangelici, che non agiscono in virtù della carità ma per obbedienza.
395. Che con le parole chi uccide Caino, subirà la vendetta per sette volte si intenda che fareviolenza alla fede, anche quando è così separata, sarebbe sacrilego, è evidente dalsignificato di Caino, che è la fede separata dalla carità, e dal significato di sette, vale a direciò che è sacro. Il numero sette è stato considerato sacro, come è noto, a motivo dei seigiorni della creazione e del settimo, che è l'uomo celeste uomo, nel quale è la pace, ilriposo, e il sabato.1 Di qui questo numero ricorre così frequentemente nei riti della chiesaebraica, ed è in ogni luogo ritenuto sacro, e di qui anche i periodi più o meno lunghi ditempo sono stati distinti in sette, e furono chiamati settimane, come i grandi intervalli di
tempo fino alla venuta del messia (Dan. 9:2425), e il tempo di sette anni chiamatosettimana da Labano e Giacobbe (Genesi 29:2728). Per la stessa ragione, ovunque ricorra, ilnumero sette è considerato santo o inviolabile. Così leggiamo in Davide:
Sette volte al giorno devo lodarti (Salmi 119:164).
In Isaia:
La luce della luna sarà come la luce del sole, e la luce del sole sarà sette volte più intensa, comela luce di sette giorni (Isaia 30:26)
dove il sole indica l'amore, la luna, la fede dall'amore, che deve essere conforme all'amore.Poiché i periodi di rigenerazione dell'uomo sono sei, prima dell'arrivo del settimo, che è,l'uomo celeste, così anche i periodi della sua distruzione, fino al momento in cui non restanulla di celeste. Questo è stato rappresentato dai sette periodi di schiavitù degli ebrei, el'ultimo, ovvero la dominazione babilonese, che durò sette decenni ovvero settanta anni. Sidice anche diverse volte che la terra debba riposare di sabato. Lo stesso è rappresentato daNabucodonosor, in Daniele:
Il suo cuore sarà mutato, e il cuore di una bestia gli sarà dato, e passeranno sette tempi su di lui(Dan. 4:16, 23, 32).
E in Giovanni, in merito alla devastazione degli ultimi tempi:
Ho visto un altro segno nel cielo, grande e meraviglioso: sette angeli, che avevano gli ultimisette flagelli (Ap. 15:1, 68);
I Gentili devono percorrere la città santa alla profondità di 40 piedi per due mesi, ovvero seivolte sette (Ap 11:2).
Ho visto un libro scritto dentro e sul retro, sigillato con sette sigilli (Ap. 5:1).
Per lo stesso motivo il livello di gravità e di intensità delle pene sono state espresse dalnumero sette, come in Mosè:
Se dopo tutto questo voi rifiuterete di obbedirmi, allora io vi castigherò sette volte per i vostripeccati (Lev. 26:18, 21, 24, 28).
E in Davide:
Rendi dunque ai nostri vicini sette volte il male di cui si sono macchiati (Salmi 79:12)
Ora, siccome era sacrilego fare violenza alla fede poiché, come è stato ha detto, essadoveva essere al servizio si dice che chiunque dovesse uccidere Caino, subirà la vendetta persette volte.
396. Che il Signore pose un segno su Caino, in modo che nessuno potesse colpirlo significhi cheil Signore distingue la fede in un modo particolare affinché possa essere conservata, èevidente dal ,significato di segno e di apporre un segno a qualcuno, come mezzo didistinzione. Così in Ezechiele:
Il Signore disse: Va' in mezzo alla città, passa nel mezzo di Gerusalemme, e poni un segno sullafronte degli uomini che gemono e sospirano per tutti gli abomini (Ez. 9:4)
dove per segnare la fronte non si intende apporre un marchio o una riga sulla parteanteriore della testa, ma distinguerli dagli altri. Così in Giovanni, si dice che:
Le cavallette devono danneggiare soltanto gli uomini che non avevano il marchio di Dio sullafronte (Ap. 9:4)
dove avere il marchio, anche qui è inteso quale mezzo per distinguere.
[2] E nello stesso libro leggiamo di un marchio sulla mano e sulla la fronte (Ap. 13:16). Lastessa cosa è stata rappresentata nella Chiesa ebraica vincolando il primo e grandecomandamento con la mano e la fronte, di cui si legge in Mosè:
Ascolta, Israele, il Jehovah il nostro Dio è il solo Signore; e tu amerai il Signore tuo Dio con tuttoil tuo cuore, con tutta l'anima tua e con tutta la tua forza, e legherai queste parole con un segnosulla tua mano, e saranno come un pendaglio tra gli occhi (Deut. 6:4, 8; 11:13, 18).
Attraverso questo è stato rappresentato che essi devono considerare il comandamentodell'amore sopra ogni cosa, e quindi il significato di apporre un segno sulla mano e sulla lafronte diventa manifesto.
[3] Così in Isaia:
Io verrò a radunare tutte le nazioni e le lingue; ed essi verranno e vedranno la mia gloria; e ioporrò un segno su di loro (Isaia 66:1819).
E in Davide:
Volgiti a me e abbi pietà di me, dona la tua forza al tuo servo, e salva il figlio della tua serva.Poni su di me un segno del bene, e quelli che mi odiano vedranno e si vergogneranno (Salmi86:1617)
Da questi passi il significato di segno è ormai evidente. Che nessuno dunque supponga cheun marchio fu apposto su una persona in particolare, chiamata Caino, perché il sensointeriore della Parola contiene cose molto diverse da quelle contenute nel senso letterale.
397. Versetto 16. E Caino si allontanò dai volti dei Signore, e abitò nel paese di Nod, ad orientedi Eden. Con le parole, Caino si allontanò dai volti del Signore, è inteso che la fede è stataseparata dal bene della fede, dall'amore. Abitò nel paese di Nod, significa essere al di fuoridella verità e del bene. A oriente di Eden, significa essere nei pressi della menteintellettuale, dove prima regnava l'amore.
398. Che allontanarsi dai volti del Signore, significhi essere separato dal bene della fede,dall'amore può essere visto nella spiegazione del versetto 14. Che abitare nel paese di Nodsignifichi essere al di fuori della verità e del bene è evidente dal significato della parolaNod, cioè essere ramingo e fuggiasco; e che essere ramingo e fuggiasco significhi essereprivato della verità e del bene, può essere visto sopra. Che a oriente di Eden significhi vicinoalla mente intellettuale, dove prima regnava l'amore, e anche nei pressi della menterazionale, dove prima regnava la carità, è evidente da quanto è stato detto circa ilsignificato di oriente di Eden, cioè che oriente è il Signore, e Eden l'amore. Presso gli uominidella chiesa più antica, la mente, composta della volontà e dell'intelletto, era una; perché la
volontà era tutto, in modo tale che l'intelletto apparteneva alla volontà. Questo perché nonsi faceva alcuna distinzione tra l'amore, che è dalla volontà, e la fede, che è dall'intelletto,perché l'amore era il tutto, e la fede apparteneva all'amore. Ma dopo che la fede è stataseparata dall'amore, come è il caso di coloro che furono denominati Caino nessuna volontàha regnato più a lungo, e siccome in quella mente l'intelletto regnava al posto dellavolontà, ovvero la fede, al posto dell'amore, si dice che questi abitava a oriente di Eden;perché come è stato appena osservato, la fede era distinta, o aveva un marchio apposto sudi essa in modo che potesse essere conservata per l'uso dell'umanità.
399. Versetto 17. E Caino conobbe sua moglie; ed ella concepì e partorì Enoch. Egli stavacostruendo una città, cui diede lo stesso nome di suo figlio, Enoch. Le parole Caino conobbe suamoglie, ed ella concepì e partorì Enoch, significano che questo scisma o eresia ne produsseun altro da sé che fu chiamato Enoch. Per la città che stava costruendo, si intende tutta lafalsa dottrina di lì discendente, e poiché lo scisma o eresia è stato chiamato Enoch, si diceche alla città è stato apposto il nome di suo figlio, Enoch .
400. Che Caino conobbe sua moglie, ed ella concepì e partorì Enoch significhi che questoscisma o eresia ne produsse un altro da sé, è evidente da quanto è stato detto inprecedenza, così come da quanto affermato nel primo versetto, che l'uomo e sua moglieEva concepirono Caino; così pure le cose che ora seguono sono simili concezioni e nascite,sia riguardo alla chiesa, sia alle eresie, dalle quali è sortita una genealogia, perché questesono reciprocamente legate. Da un'eresia ne sono sortite una serie di esse.
401. Che per Enoch sia rappresentata un'eresia con tutta la sua dottrina eretica è inqualche misura evidente dalla stesso nome, che significa l'istruzione così iniziata.
402. Che per la città che è stata costruita è intesa tutta la dottrina eretica sortita da quellaeresia, è evidente da ogni passo della Parola in cui ricorre il nome di una città; perché innessun caso si vuol intendere una città, ma invariabilmente qualcosa della dottrina eretica.Gli angeli ignorano del tutto le città ed i loro nomi, dal momento che non hanno, népossono avere alcuna idea di città, in virtù del fatto che le loro idee sono spirituali e celesti,come è stato mostrato sopra. Essi percepiscono solo ciò che una città e il suo nomerappresenta. Così, per la città santa, che è anche chiamata la santa Gerusalemme, nient'altrosi intende che il regno del Signore, in generale, ovvero ogni individuo, in particolare in cuiè quel regno. La città e il monte Sion ha anche un simile significato; il secondo indica ilceleste della fede, e la prima, il suo spirituale.
[2] Il celeste e lo spirituale sono anche descritti attraverso città, palazzi, case, muri,fondazioni dei muri, bastioni, cancelli, travi e il tempio nel mezzo, come in Ezechiele 48; inApocalisse 21:15 fino alla fine, dove viene chiamata anche la santa Gerusalemme, versetti2, 10 e in Geremia 31:38. In Davide è chiamata città di Dio, il luogo santo dei tabernacoli
della sommità (Salmi 46:4), in Ezechiele, la città del Signore (Ezechiele 48:35), e di cui èscritto in Isaia:
I figli dello straniero costruiranno le tue mura, tutti quelli che ti disprezzavano si sono prostratifino alla pianta dei tuoi piedi; ed essi ti chiamano la città del Signore, la Sion del santo d'Israele(Is. 60:10, 14)
In Zaccaria:
Gerusalemme sarà chiamata la città della verità; e la montagna di Sion, la montagna dellasantità (Zaccaria 8:3)
dove la città della verità, o Gerusalemme, indica le cose spirituali della fede, e la montagnadella santità o di Sion, le cose celesti della fede.
[3] Poiché le cose celesti e spirituali della fede, sono rappresentate da una città, cosìanche tutte le cose dottrinali sono rappresentate dalle città di Giuda e di Israele, ognunodei quali, quando il nome ha un suo peculiare significato di qualcosa di dottrinale; ma ciònon può essere conosciuto se non attraverso il senso interiore. Siccome le cose dottrinalisono rappresentate da città, così pure le eresie, e in questo caso ogni particolare città,secondo il suo nome, significa una particolare idea eretica. Al momento sarà mostrato daiseguenti passi della Parola, che in generale una città significa qualcosa di dottrinale,oppure eretico.
[4] Così si legge in Isaia:
In quel giorno ci saranno cinque città nel paese d'Egitto, che parleranno la lingua di Canaan, egiureranno a Jehovah Zebaoth; una sarà chiamata città di Heres (Isaia 19:18),
in cui il soggetto trattato è la cognizione mnemonica delle cose spirituali e celesti al tempodell'avvento del Signore. Quindi, di nuovo, trattando della valle della visione, cioè, dellafantasia:
Tu sei piena di tumulti, città tumultuosa, città esultante (Is. 22:2).
In Geremia, parlando di coloro che sono a mezzogiorno, cioè, nella luce della verità, e che siè estinta:
Le città del sud sono sotto assedio, e nessuno le libera (Ger 13:19)
Il Signore ha deciso di distruggere le mura della figlia di Sion; pertanto, il terrapieno e ilbastione sono in rovina; e languono insieme. Le sue porte sono abbattute, egli ha distrutto espezzato le travi (Lam. 2:89)
dove chiunque può vedere che per mura, bastione, porte, e travi, sono intese esclusivamentele cose dottrinali.
[5] Allo stesso modo in Isaia:
Questa canzone sarà cantata nel paese di Giuda, abbiamo una fortezza; egli ha posto mura ebastioni per la nostra salvezza; aprite le porte, affinché la nazione giusta, che custodisce lafedeltà possa entrare (Isaia 26:12)
Io ti esalto e lodo il tuo nome, perché tu hai fatto di una città, un mucchio di sassi, di una cittàfortificata, rovine; la fortezza degli stranieri non sarà mai più ricostruita. Perciò un popolovaloroso ti onora; la città della più terribile delle nazioni, ti teme (Isaia 25:13)
in questi passi non vi è alcun riferimento ad una particolare città. Nel profezia di Balaam:
Edom, sarà in eredità, e uno di Giacobbe dominerà e distruggerà il resto della città (Num. 24:1819)
ove deve essere chiaro a tutti che città qui non significa città. In Isaia:
La città del nulla è in rovina; ogni casa è chiusa, affinché che le grida per le strade, al posto delvino, non possano entrare (Isaia 24:1011)
dove la città del nulla indica la vacuità della dottrina e le strade qui come altrove significanole cose che appartengono alla città, la falsità, o la verità. In Giovanni:
Quando il settimo angelo versò la sua coppa, la grande città fu divisa in tre parti, e le città dellenazioni caddero (Ap. 16:17, 19).
Che la grande città indica qualcosa di eretico, e che la città delle nazioni indica altrettanto,deve essere evidente a tutti. Deve essere noto altresì che la grande città era la donna cheGiovanni vide (Apocalisse 17:18); e che la donna rappresenti una chiesa di quel carattere èstato mostrato prima.
403. Abbiamo visto ora cosa significa città. Ma siccome tutta questa parte della Genesiviene presentata in una forma storica, a coloro che si soffermano sul senso letterale devesembrare che una città è stata costruita da Caino, e che è stata chiamato Enoch, anche sedal senso letterale essi potrebbero anche desumere che la terra fosse già densamentepopolata, nonostante che Caino era solo il primogenito di Adamo; la serie storica contienequesto in sé. Ma, come abbiamo osservato sopra, le genti più antiche erano aduse apresentare tutte le cose sotto forma di una storia, in tipi rappresentativi, e questo era perloro piacevole nel massimo grado, perché faceva sembrare vive tutte le cose narrate.
404. Versetto 18. E a Enoc nacque Irad; e Irad generò Mehujael; e Mehujael generò Methusael; eMethusael generò Lamech. Tutti questi nomi significano eresie derivanti dalla prima,denominata Caino, ma poiché nessuno di essi ha alcunché di reale, salvo il nome, non ènecessario aggiungere altro. Qualcosa potrebbe essere riferito dalle derivazioni dei nomi;ad esempio, Irad significa colui che discende da una città, quindi dall'eresia chiamataEnoch, e così via.
405. Versetto 19. E Lamech prese con sé due mogli: il nome della prima era Ada, e il nomedell'altra, Zilla. Per Lamech, che era il sesto in ordine da Caino, è intesa la desolazione, inconseguenza del fatto che non vi è più alcuna fede. Per le sue due mogli è inteso il sorgeredi una nuova chiesa; per Ada, la madre delle sue cose celesti e spirituali; e per Zilla, lamadre della sue cose naturali.
406. Che per Lamech sia significata la desolazione, ovvero che non vi è più alcuna fede, èevidente dai versetti seguenti (2324), in cui è detto che uccise un bambino perun'ammaccatura, perché ivi, per un uomo si intende la fede, e per un bambino, la carità.
407. Lo stato di una chiesa in generale è così circostanziato. Nel decorso del tempo sidiscosta dalla vera fede finché resta del tutto priva di fede, quando si dice che essa è nelladesolazione. Questo è stato il caso presso la più antica chiesa tra coloro che eranodenominati Cainiti, e anche presso l'antica chiesa dopo il diluvio, nonché presso la chiesaebraica. Al tempo dell'avvento del Signore quest'ultima era in un tale stato di desolazioneda non sapere nulla riguardo al Signore, e in merito al fatto che egli era venuto nel mondoper la loro la salvezza, e sapevano ancor meno sulla fede in lui. Così era pure presso la
chiesa cristiana primitiva, ovvero quella sorta dopo l'avvento del Signore, che nel tempopresente è così completamente in rovina che non è rimasta alcuna fede in essa.Nondimeno, rimane sempre qualche nucleo di una chiesa, che non è riconosciuto dacoloro che sono nella rovina, riguardo alla fede; e così è stato presso la più antica chiesa, dicui è rimasto un residuo fino al tempo del diluvio, e ha avuto un seguito dopoquell'evento. Il residuo di quella chiesa è stato denominato Noè.
408. Quando una chiesa è in una tale desolazione che non vi è più alcuna fede, allora enon prima, si ha un nuovo inizio, cioè, una nuova luce risplende, che nella Parola èchiamata mattino. La ragione per cui la nuova luce o mattino non risplende finché la chiesanon è completamente in rovina, è che le cose della fede e della carità sono state mescolatecon le cose profane, e fintanto che rimangono in questo stato è impossibile che qualsiasicosa della luce o della carità, possa essere insinuato, in quanto le zizzanie distruggono tuttoil buon seme. Ma quando non vi è più fede, la fede non può più essere profanata, perché gliuomini non credono più a quello che viene dichiarato a loro; e ciò che non è riconosciutoné creduto, ma semplicemente conosciuto, non può essere profanato, come è statoosservato in precedenza. Così è per gli ebrei nel tempo presente, i quali essendo vissuti trai cristiani sono consapevoli del fatto che il Signore è riconosciuto dai cristiani quale ilmessia che essi stessi hanno previsto, e ancora continuano ad aspettare. Pur tuttavia nonpossono profanare questa evidenza perché non la riconoscono, né credono in essa. Ed è lostesso presso i maomettani ed i gentili che hanno sentito parlare del Signore. È per questomotivo che il Signore non è venuto nel mondo fino a quando ogni riconoscenza e ogni fedeera perduta presso la chiesa ebraica.
409. È andata allo stesso modo con l'eresia chiamata Caino, che nel corso del tempo ècaduta in rovina, perché sebbene riconoscesse l'amore, ad esso ha anteposto la fede, e di lìsono sorte altre eresie fino a Lamech, che è stata la sesta nell'ordine, dove persino la fede èandata completamente perduta. Quando questo tempo è arrivato, una nuova luce habrillato, e una nuova chiesa è sorta, qui denominata Ada e Zilla che sono chiamate le moglidi Lamech. Esse sono chiamate le mogli di Lamech, perché non possedevano la fede,proprio come la chiesa ebraica interiormente ed esteriormente, che ugualmente non avevala fede. Sono ancora chiamate mogli nella Parola le chiese rappresentate da Lea e Rachele, ledue mogli di Giacobbe. Lea rappresenta la chiesa esteriormente, e Rachele interiormente.Queste chiese, anche se appaiono come distinte, sono ancora congiunte; perché il loroesteriore o rappresentante, separato dall'interiore, non è altro che qualcosa di idolatrico omorto, mentre l'interiore insieme all'esteriore costituiscono una chiesa, come la stessachiesa rappresentata da Ada e Zilla. Tuttavia poiché Giacobbe e la sua posterità, comeLamech, non avevano la fede, la chiesa non poteva rimanere presso di loro, ma è statatrasferita ai cristiani, che non vivevano empiamente, ma nell'ignoranza. La chiesa
raramente, se non mai, resta presso coloro che hanno distrutto la verità tra loro, ma vienetrasferita a coloro che non sanno nulla della verità, perché questi abbracciano la fede moltopiù facilmente rispetto ai primi.
410. La rovina è di due generi: in primo luogo, di coloro che sanno ma non desideranosapere, o che vedono e non desiderano vedere, come gli ebrei antichi e i cristiani di oggi. Ein secondo luogo, di quelli che, in conseguenza della loro ignoranza, non conoscono névedono alcunché, come i cristiani antichi e moderni. Quando l'ultimo tempo di distruzionematura su coloro che sanno e non desiderano sapere, cioè, che vedono e non desideranovedere, allora risorge una chiesa, ma non tra di loro, ma presso quelli che essi chiamanopagani. Ciò è avvenuto presso la chiesa più antica che era prima del diluvio, presso lachiesa antica che è succeduta al diluvio, e anche presso la chiesa ebraica. Il motivo per cuiuna nuova luce risplende allora e non prima è, come è stato detto, che solo allora nonpossono più essere profanate le cose che sono state rivelate, perché non sono piùriconosciute, né credute.
411. Che la distruzione debba compiersi prima che una nuova chiesa possa sorgere, èspesso dichiarato dal Signore nei profeti, ed è lì chiamata distruzione o rovina in relazionealle cose celesti della fede e desolazione, in relazione alle cose spirituali della fede. Si fariferimento anche alla consumazione e alla mietitura (vedi Is. 6:9, 1112; 23:8 fino alla fine, 24;42:1518, Ger 25; Dan. 8; 9:24 fino alla fine; Sof. 1; Deut. 32; Ap. 15, 16, e capitoli seguenti).
412. E Ada partorì Jabal; che fu il padre di coloro che dimorano nelle tende, presso il bestiame. PerAda si intende, come prima, la madre delle cose celesti e spirituali della fede. Per Jabal,padre di coloro che dimorano nelle tende, presso il bestiame, si intende la dottrinariguardo alle cose sante dell'amore, e i beni provenienti da lì, che sono celesti.
413. Che per Ada si intenda la madre delle cose celesti della fede, è evidente dal suoprimogenito Jabal, chiamato padre di coloro che dimorano nelle tende, presso il bestiame, chesono celesti, perché significano le cose sante dell'amore ed i beni provenienti da lì.
414. Che per dimorare sotto le tende si intenda ciò che è santo dell'amore, è evidente dalsignificato di tenda nella Parola. Come in Davide:
Signore, chi abiterà nella tua tenda? Chi dimorerà nel monte della tua santità? Colui checammina rettamente, opera con giustizia, e afferma la verità nel suo cuore (Salmi 15:12)
in questo passo, cosa s'intenda per abitare nella tenda o nel monte della santità è descrittodalle cose sante dell'amore, vale a dire, camminare rettamente, e operare con giustizia.Nello stesso libro:
La loro discendenza ha attraversato tutta la terra, e la loro lingua, la fine del mondo. In loro haposto una tenda per il sole (Salmi 19:4)
dove il sole indica l'amore. Nello stesso libro:
Abiterò nella tua tenda per l'eternità, confiderò nel segreto delle tue ali (Salmi 61:4)
dove la tenda indica ciò che è celeste, e il segreto delle ali ciò che è spirituale che da lì deriva.In Isaia:
Con la misericordia il trono è stato reso fermo, e su di esso siede un giudice in verità, nellatenda di Davide, che giudica con giudizio ed è sollecito nella giustizia (Isaia 16:5)
dove anche tenda indica ciò che è santo dell'amore, come si può vedere dalla menzione digiudicare con giudizio e usare sollecitudine nella giustizia. Nello stesso profeta:
Guarda a Sion, la città della nostra festa; i tuoi occhi vedranno Gerusalemme, dimora tranquilla,e tenda che non sarà più rimossa (Isaia 33:20)
facendo riferimento alla Gerusalemme celeste.
[2] In Geremia:
Così dice il Signore: Ecco, io affrancherò le tende di Giacobbe dalla cattività, e avrò pietà sullesue dimore, e la città sarà ricostruita sulle sue rovine (Ger 30:18)
la cattività delle tende significa la distruzione di ciò che è celeste, o delle cose santedell'amore. In Amos:
In quel giorno si rialzerà il tabernacolo di Davide che è caduto; ne riparerò le brecce, ericostruirò le sue rovine, come nei giorni dell'eternità (Amos 9:11),
dove il tabernacolo in modo analogo indica ciò che è celeste e le cose sante di lì provenienti.In Geremia:
Tutto il paese è devastato, improvvisamente sulla mia tenda e sui miei teli incombe la rovina(Ger. 4:20)
La mia tenda è devastata, e tutte le mie corde sono lacerate. I miei figli si sono allontanati da mee non sono più. Non c'è nessuno per fissare la tenda e stendere i teli (Ger 10:20),
dove tenda implica le cose celesti, e teli e corde le cose spirituali di là derivanti. Nello stessoprofeta:
Le loro tende e le loro greggi si prendono; si portano via i loro teli, e tutta la loro roba, e i lorocammelli (Ger. 49:29),
parlando dell'Arabia e dei figli d'oriente, con i quali sono rappresentati coloro chepossiedono ciò che è celeste o santo. Nello stesso profeta:
Nella tenda della figlia di Sion, il Signore ha versato la sua ira come fuoco (Lam. 2:4),
riferendosi alla distruzione delle cose celesti o sante della fede.
[3] La ragione per cui viene usato il termine tenda nella Parola per rappresentare le cosecelesti e sante dell'amore è che nei tempi antichi i riti sacri del culto erano celebrati nelleloro tende. Ma quando hanno iniziato a profanare le tende con culti profani, è statocostruito il tabernacolo, e poi il tempio, e quindi le tenda rappresentava tutto quello che èstato successivamente indicato in primo luogo dal tabernacolo, e poi dal tempio. Per lostesso motivo un uomo santo si chiama tenda, tabernacolo e tempio del Signore. Che tenda,tabernacolo e tempio abbiano lo stesso significato, è evidente in Davide:
Una cosa ho chiesto al Signore, che io perseguo, che io possa rimanere nella casa del Signoretutti i giorni della mia vita, contemplare il Signore nella mitezza, visitare presto il suo tempio.Perché nel giorno del male, egli mi nasconderà nel suo tabernacolo, nel segreto della sua tenda,egli mi nasconderà, egli mi porterà in alto, sopra una roccia. E ora il mia volto sarà innalzatocontro tutti i nemici intorno a me, e offrirò nella sua tenda sacrifici di esultanza (Salmi 27:46).
[4] Nel senso supremo, il Signore, quanto alla sua essenza umana è la tenda, il tabernacoloe il tempio, quindi ogni uomo celeste è così chiamato, e anche tutto ciò che è celeste e santo.Ora, siccome la più antica chiesa era amata dal Signore più intimamente della chiesa chene seguì, e siccome gli uomini a quel tempo vivevano da soli, cioè, nelle loro famiglie, ecelebravano un culto santo nelle loro tende, perciò le tende sono state considerate piùsante del tempio, che è stato profanato. In ricordo di ciò è stata istituita la festa deitabernacoli, quando si riunivano nel periodo del raccolto, durante la quale, come il popolopiù antico, dimoravano nelle tende (Lev. 23:3944; Deut. 16,13; Osea 12:9).
415. Che per padre del bestiame si intenda il bene che deriva dalle cose sante dell'amore, èevidente da ciò che è stato mostrato sopra, al versetto 2 di questo capitolo, dove è statoillustrato che pastore del gregge significa il bene della carità. Qui però il termine padre vieneutilizzato al posto di pastore e bestiame invece di gregge. La parola bestiame di cui Jabal sidice essere il padre, segue immediatamente dopo tenda, da cui è evidente che significa ilbene che proviene dal sacro dell'amore, e che ivi si intende una dimora o pascolo, o ilpadre di coloro che abitano sotto le tende e nei pressi del pascolo. Che queste espressionisignifichino i beni dalle cose celesti dell'amore, è evidente da vari passi della Parola. Comein Geremia:
Raccoglierò ciò che resta del mio gregge dove li ho dispersi, e io li ricondurrò ai loro pascoli,affinché possano essere fecondi e moltiplicarsi (Ger. 23:3)
In Ezechiele:
Li nutrirò in un buon pascolo, e sulle alture di Israele sarà il loro pascolo. Si adageranno in unbuon prato e saranno nutriti in un grasso pascolo prati sui monti d'Israele (Ezechiele 34:14),
in cui prati e pascoli indicano i beni dell'amore, di cui è evidenziata l'abbondanza. In Isaia:
Egli darà la pioggia al seme con cui seminerai il suolo. E il pane che trarrai dal suolo sarà pienodi grasso e olio. In quel giorno egli nutrirà il tuo bestiame in un ampio prato (Isaia 30:23),
dove per pane è significato ciò che è celeste, e per grasso per il nutrimento del bestiame, ibeni che ne derivano. In Geremia:
Il Signore ha redento Giacobbe, ed essi verranno a cantare sulle alture di Sion, e affluirannoinsieme per il bene del Signore, per il grano, per il vino nuovo, per l'olio, e per i figli del greggee del branco. E la loro anima sarà come un giardino irrigato (Ger 31:1112),
dove il sacro del Signore è rappresentato da grano e olio, e i beni che ne derivano dal vinonuovo e dai figli del gregge e del branco o del bestiame. Nello stesso profeta:
I pastori e le greggi verranno alla figlia di Sion. Essi piantano le loro tende nei suoi dintorni; essisfameranno tutti nella sua terra (Ger. 6:3).
La figlia di Sion indica la chiesa celeste, cui tende e greggi si riferiscono.
416. Che le cose sante dell'amore ed i beni che ne derivano siano qui rappresentati èevidente dal fatto che Jabal non fu il primo di quelli che venne ad abitare nelle tende e neipascoli, poiché è detto allo stesso modo di Abele, il secondogenito di Adamo ed Eva, che eraun pastore. E Jabal fu il settimo in ordine di discendenza da Caino.
417. Versetto 21. E il nome di suo fratello era Jubal, che fu il padre di tutti i suonatori di cetra eflauto. Per il nome di suo fratello era Jubal, si intende la dottrina delle cose spirituali dellastessa chiesa. Per il padre di tutti i suonatori di cetra e flauto, s'intende le verità ed i benidella fede.
418. Il versetto precedente tratta delle cose celesti, che sono dell'amore, mentre questoversetto tratta delle cose spirituali che sono della fede, e queste sono espresse da cetra eflauto. Che per gli strumenti a corde, come cetra e simili, si intendono le cose spiritualidella fede è evidente da molte considerazioni. Tali strumenti, e anche il canto, nel cultodella chiesa rappresentativa, indicano nient'altro che questo, ed è per questo che c'eranotanti cantanti e musicisti. La causa di questa rappresentazione è la gioia celeste cheproduce gioia del cuore, che è stata espressa dal canto, e successivamente dagli strumentia corda che emulavano e esaltavano il canto. Ogni affezione del cuore è accompagnata dalcanto, e di conseguenza da ciò che è collegato con il canto. L'affezione del cuore è celeste,ma il canto conseguente è spirituale. Che il canto e ciò che assomiglia ad esso rappresentaciò che è spirituale mi è stato reso evidente dai cori angelici, che sono di due tipi, celeste espirituale. I cori spirituali sono facilmente distinguibili dai celesti, dal tono vibrante delcanto, paragonabile al suono di strumenti a corda, di cui, per misericordia Divina delSignore, si parlerà in seguito. Il più antico popolo nella sua parte celeste corrisponde allaregione del cuore, e nella sua parte spirituale corrisponde alla regione dei polmoni, econseguentemente a tutto ciò che riguarda i polmoni, così come la voce, il canto e similicose, e quindi le voci o i suoni di tali strumenti. Il fondamento di ciò non era soltanto che il
cuore ed i polmoni rappresentano un tipo di matrimonio, come quello dell'amore e dellafede, ma anche che gli angeli celesti appartengono alla regione del cuore, e quelli spiritualialla regione dei polmoni. Che queste cose sono intese nel presente versetto, può ancheessere conosciuto dal fatto che questa è la Parola del Signore, e che essa sarebbe priva divita, se non vi fosse altro significato oltre quello esplicito che Jubal era il padre di tutti isuonatori di cetra e flauto; né sarebbe di alcuna utilità a chiunque conosca il merosignificato letterale.
419. Poiché le cose celesti sono le cose sante dell'amore e i beni che ne derivano, le cosespirituali sono le verità e i beni della fede; perché appartiene alla fede comprendere nonsolo ciò che è vero, ma anche ciò che è bene. Le conoscenze di fede coinvolgono ambedue igeneri. Ma essere come la fede insegna è essere celeste. Siccome la fede coinvolge le cosespirituali e quelle celesti, qui viene rappresentata con due strumenti, cetra e flauto. Lacetra, come tutti sanno, è uno strumento a corde, e quindi significa la verità spirituale;mentre il flauto essendo intermedio tra uno strumento a corda e uno strumento a fiato,significa il bene spirituale.
420. Nella Parola si fa menzione di diversi strumenti, ciascuno dei quali ha il suo propriosignificato, come si vedrà, per misericordia Divina del Signore, nel luogo appropriato. Quiciteremo solo ciò che è scritto in Davide:
Farò sacrifici di esultanza nella tenda del Signore. Canterò, sì, canterò lodi al Signore (Salmi27:6)
dove per tenda si esprime ciò che è celeste, e per esultanza, cantare e cantare le lodi, si intendeciò che di spirituale da lì deriva. Nello stesso libro:
Cantate al Signore, o voi giusti, perché la sua lode è piacevole per i retti. Lodate il Signore con lacetra, cantate a lui con il salterio, a dieci corde. Cantate a lui un canto nuovo, suonate con arte econ spiccata intensità; perché la Parola del Signore è giusta, e tutta la sua opera è nella verità(Salmi 33:14)
che indica le verità di fede, riguardo alle quali queste cose sono dette.
[2] Le cose spirituali, ovvero le verità e i beni della fede, erano celebrate con la cetra ed ilsalterio, con canti e simili strumenti, mentre le cose sante o celesti della fede eranocelebrate con strumenti a fiato, quali trombe e simili. Tanti strumenti erano utilizzati neltempio e, in conseguenza di ciò, gli strumenti hanno finito per essere compresi e associatiai soggetti che erano celebrati per loro mezzo.
[3] Nello stesso libro:
Ti loderò con il salterio, riconoscerò ogni tua verità, o mio Dio; a te canterò le lodi con la cetra,unico santo d'Israele; le mie labbra canteranno inneggiando a te, e la mia anima, che tu hairedento (Salmi 71:2223)
dove anche qui sono intese le verità della fede. Nello stesso libro:
Rendete grazie al Signore, cantate inni con la cetra al nostro Dio (Salmi 147:7)
Rendere grazie fa riferimento alle cose celesti della fede, e perciò è nominato il Signore, ecantare inni con la cetra fa riferimento alle cose spirituali della fede, perciò è nominato Dio.Nello stesso libro:
Lodino tutti il nome del Signore nella danza, cantino lodi a lui con il timpano e la cetra (Salmi149:3),
dove timpano significa il bene, e cetra, la verità che essi lodano.
[4] Nello stesso libro:
Lodate Dio con il suono della tromba; lodatelo con il salterio e la cetra; lodatelo con timpani edanze; lodatelo con strumenti a corda e flauti; lodatelo con cimbali dal suono intenso; lodatelocon cembali di esultanza (Salmi 150:35)
Questi strumenti indicano i beni e le verità della fede che erano i soggetti della lode;perché nessuno può ragionevolmente credere che così tanti strumenti sono stati qui citati,se non perché ciascuno ha un differente significato. Di nuovo, facendo riferimento alleconoscenze del bene e della verità:
Manda la tua luce e la tua verità, concedi che esse mi guidino, che possano condurmi allamontagna della tua santità, alle tue dimore, ed entrerò presso l'altare di Dio. A Dio, la letiziadella mia esultanza. Sì, io ti lodo con la cetra, o Dio, mio Dio (Salmi 43:3, 4)
[5] In Isaia, riferendosi alle cose che sono della fede, e alle conoscenze che ne derivano:
Prendi una cetra, vai in giro per la città, suona con talento, canta molte canzoni, affinché tupossa essere ricordata (Isaia 23:16)
Lo stesso è espresso ancora più chiaramente in Giovanni:
I quattro animali e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all'agnello, avendo ognuno diloro cetra e coppe d'oro colme di offerte di incenso, che erano le preghiere dei santi (Ap. 5:8)
in cui deve essere evidente a tutti che gli animali e gli anziani non avevano cetre, ma cheper cetre sono intese le verità della fede, e per le coppe d'oro piene di offerte di incenso, i benidella fede. In Davide le esecuzioni con gli strumenti sono chiamate preghiere e lodi (Salmo42:5; 69:31). E in un altro passo in Giovanni:
Ho sentito una voce dal cielo come il fragore delle acque, e ho udito la voce dei suonatori dicetra con i loro strumenti che cantavano una canzone nuova (Ap. 14:23)
E in un altro passo:
Li ho visti in piedi su un mare di cristallo, con le cetre di Dio (Ap. 15:2)
È degno di nota che angeli e spiriti distinguono i suoni in base alle loro differenze rispettoal bene e alla verità, non solo quelli prodotti nel canto e dagli strumenti, ma anche quelli divoci. Ed essi non ammettono nessuno, se non coloro che sono in armonia, in modo che vipuò essere una concordia dei suoni, e di conseguenza degli strumenti, con la natura el'essenza del bene e della verità.
421. Versetto 22. E Zilla, anche lei partorì TubalCain, maestro di quanti lavorano il bronzo e ilferro; e la sorella di TubalCain fu Naamah. Per Zilla, è intesa, come affermato in precedenza,la madre delle cose naturali della nuova chiesa. Per TubalCain, maestro di quantilavorano bronzo e ferro, si intende la dottrina del bene naturale e la verità. Il bronzo,rappresenta il bene naturale, e il ferro, la verità naturale. Con Naamah, la sorella di TubalCain, si intende una chiesa simile, o la dottrina del bene naturale e la verità di quellachiesa.
422. La qualità di questa chiesa si può scorgere attraverso la chiesa ebraica, che era siainteriore, sia esteriore. La chiesa interiore era costituita delle cose celesti e spirituali; e lachiesa esteriore, delle cose naturali. La chiesa interiore è stata rappresentata da Rachele, equello esteriore da Lea. Ma, poiché Giacobbe, o piuttosto la sua posterità che nella Parola siintende con Giacobbe era tale da desiderare solo le cose esteriori, ovvero il culto esteriore,perciò Lea è stata data a Giacobbe prima di Rachele; e per gli occhi ottenebrati di Lea erarappresentata la chiesa ebraica. Per Rachele invece, s'intende la nuova chiesa dei cristiani.Per questo motivo Giacobbe è inteso in entrambi i sensi nei profeti, in uno indica la chiesaebraica nel suo stato perverso, e nell'altro l'autentica chiesa esteriore dei cristiani. Quandosi fa riferimento alla chiesa interiore, essa è chiamata Israele; ma di questo soggetto, permisericordia Divina del Signore, si dirà di seguito.
423. TubalCain è chiamato maestro dei fabbri e non padre, come era per Jabal e Jubal. Laragione di ciò è che prima non c'erano le cose celesti e spirituali o interiori. Il termine padreviene conferito a Jabal e Jubal, per indicare che tali cose interiori da allora hanno iniziato adesistere e che le cose naturali o esteriori esistevano prima, ma ora sono associate alle coseinteriori, in modo che TubalCain non è chiamato padre, ma maestro dei fabbri.
424. Per fabbro nella Parola è inteso un uomo savio, intelligente e erudito, e qui per ognifabbro che lavora ottone e ferro sono intesi coloro che conoscono il bene naturale e la verità.Come in Giovanni:
Con tale violenza la grande città di Babilonia sarà distrutta, e non sarà più ritrovata. E la vocedei musici e dei suonatori di cetra, flauto e tromba non si udrà più in lei; e nessun maestro d'artisarà più trovato in lei (Ap. 18:2122)
I suonatori di cetra qui come sopra rappresentano le verità; i suonatori di tromba, i beni dellafede; per maestro d'arte è inteso chiunque abbia conoscenza o memoria della verità e delbene. In Isaia:
Il fabbro fonde la scultura, e l'orafo la ricopre d'oro e fonde catene d'argento d'oro. Si cerca unartista saggio che sappia scolpire un idolo che non sarà rimosso (Is. 40:1920)
facendo riferimento a coloro che attingendo alla fantasia modellano per se stessi ciò che èfalso un idolo e lo insegnano in modo che appaia vero. In Geremia:
Allo stesso tempo in cui sono infatuati crescono diventano folli, la dottrina delle vanità, non èche il nulla. L'argento battuto viene da Tarsis, e l'oro da Uphaz, opera di scultori e orafi.Indossano paramenti blu, opera di sapienti artigiani (Geremia 10:1, 89)
volendo intendere chi insegna falsità, e raccoglie dalla Parola cose con cui forgiare la suainvenzione, per cui si parla di dottrina delle vanità e di opera di sapienti. Tali persone sonostate rappresentate nei tempi antichi dagli artigiani che forgiano idoli, cioè, falsità, chericoprono d'oro, cioè con una parvenza del bene, e con l'argento, ovvero un'apparenzadella verità, e indossano abiti blu, ovvero le cose naturali, che sono in apparenza conformialla loro dottrina.
425. Non è noto nel mondo al giorno d'oggi che ottone significa il bene naturale, e ancheche ogni metallo menzionato nella Parola ha un significato specifico in nel senso interiore.Così, l'oro, rappresenta il bene celeste, l'argento, la verità spirituale, l'ottone, il benenaturale, il ferro, la verità naturale, e così via con gli altri metalli, e in modo analogo legno epietra. Tali cose erano rappresentate da oro, argento, ottone e legno, usati nell'arca, neltabernacolo e nel tempio, riguardo ai quali, per misericordia Divina del Signore, si dirà quidi seguito. Che tale è il loro significato è evidente dai profeti, come in Isaia:
Tu succhierai il latte dei gentili, e succhierai dal petto di re. Farò venire oro anziché ottone,argento anziché ferro, ottone anziché legno, e ferro anziché pietra. Istituirò quale tuo tributo lapace e quale tuo governo la giustizia (Isaia 60:1617)
trattando dell'avvento del Signore, del suo regno, e della chiesa celeste. Oro anziché ottonesignifica il bene celeste al posto del bene naturale. Argento anziché ferro significa la veritàspirituale al posto della verità naturale. Ottone anziché legno significa il bene naturale alposto del bene corporeo. Ferro anziché pietra significa la verità naturale al posto della veritàsensuale. In Ezechiele:
Javan, Tubal, Mesech, questi erano i tuoi mercanti, e commerciavano con te con schiavi e oggettidi rame (Ezechiele 27:13)
parlando di Tiro, con cui sono rappresentati coloro che possiedono le ricchezze spirituali ecelesti. Gli oggetti di ottone sono i beni naturali. In Mosè:
Un paese dove le pietre sono ferro e dai cui monti estrarrai il rame (Deut. 8:9)
dove anche le pietre indicano la verità sensuale; ferro, la verità naturale, cioè la veritàrazionale, e rame il bene naturale. Ezechiele vide:
Quattro creature viventi, o cherubini, i cui piedi scintillavano come di rame brunito (Ez. 1:7),
dove ancora una volta, rame significa il bene naturale. Il piede dell'uomo rappresenta ciòche è naturale. Allo stesso modo apparve a Daniele:
Un uomo vestito di lino, i cui fianchi erano cinti d'oro di Uphaz. Il suo corpo era come ilcrisolito, e le sue braccia ed i suoi piedi simili all'aspetto del rame brunito (Dan. 10:56)
Che il serpente di bronzo (Num. 21:9), rappresentava il bene sensuale ed il bene naturale delSignore può essere visto in precedenza.
426. Che ferro significa la verità naturale è ancora più evidente da ciò che Ezechiele dicedi Tiro:
Tarso commerciava con te a causa della moltitudine delle tue ricchezze. Scambiava con teargento, ferro, stagno e piombo. Dan, Javan e Meusal fornivano ferro luminoso per i tuoicommerci, cassia e calamo figuravano tra le tue mercanzie (Ez 27:12, 19)
Da queste parole, nonché da quanto detto precedentemente e successivamente, nellostesso capitolo, è chiaramente evidente che le ricchezze celesti e spirituali sono qui intese, eche ogni particolare espressione, e anche i nomi citati, hanno un peculiare significato,perché la Parola del Signore è spirituale, e non verbale.
[2] In Geremia:
Si può spezzare il ferro, anche il ferro da settentrione, e il rame? Le tue sostanze e le tuericchezze abbandonerò alla rapina, e questo per tutti i tuoi peccati (Geremia 15:1213)
dove ferro e rame significano rispettivamente verità e bene naturale. Che il ferro provengada settentrione significa ciò che è sensuale e naturale; perché ciò che è naturale, rispetto aciò che è spirituale e celeste, è come densa oscurità, cioè, il settentrione rispetto alla luceovvero il mezzogiorno, ovvero come l'ombra che è rappresentata qui anche Zilla, che è la
madre. Che le sostanze e le ricchezze sono quelle celesti e spirituali è anche chiaramenteevidente.
[3] Ancora in Ezechiele:
Prendi una padella di ferro, e ponila come barriera tra te e la città, e volgi i tuoi volti verso diessa, e lascia che sia posta sotto assedio, e tu ti porrai contro di essa (Ezechiele 4:3)
dove ancora è evidente che ferro significa verità. La forza è attribuita alla verità, poiché nonle si può resistere, e per questo motivo si dice del ferro con il quale è rappresentata laverità, o la verità della fede che riduce in frantumi e schiaccia; come in Daniele (2:34, 40), ein Giovanni:
A colui che trionferà darò il potere sovrano sulle nazioni, affinché egli possa pascerle con unaverga di ferro. Come i vasi d'argilla saranno rotti in frantumi (Ap. 2:2627)
La donna partorì un figlio maschio, che avrebbe governato tutte le nazioni con una verga diferro (Ap. 12:5)
[4] Che la verga di ferro sia la verità che è della Parola del Signore, è spiegato in Giovanni:
Vidi il cielo aprirsi, ed ecco un cavallo bianco, e colui che lo cavalcava era chiamato fedele eleale, e in giustizia egli giudica e combatte. Era avvolto in un mantello intriso di sangue, e il suonome è chiamato il Verbo di Dio. Dalla sua bocca esce una spada affilata, con la quale devecolpire le nazioni. Egli le governa con una verga di ferro (Ap. 19:11, 13, 15)
427. Versetto 23. E Lamech disse alle sue mogli, Ada e Zilla, Ascoltate la mia voce, voi mogli diLamech, e porgete le vostre orecchie al mio discorso, perché ho ucciso un uomo per ogni mia ferita, eun ragazzo per ogni mio livido. Per Lamech, è intesa la distruzione, come prima. Per invitarele sue mogli Ada e Zilla ad ascoltare la sua voce, si intende la confessione, che può esserefatta solo se vi è una chiesa, che, come si è detto, è rappresentata dalle sue mogli. Houcciso un uomo per ogni mia ferita, significa che aveva estinto la fede, perché per uomo, èintesa la fede. Ho ucciso un ragazzo per ogni mio livido, significa che aveva estinto lacarità. Con ferita e livido si intende che l'integrità della chiesa era compromessa; per feritache la fede era in stato di abbandono; e per livido, che la carità era in rovina.
428. Dal contenuto di questo e del versetto successivo, è chiaramente evidente che perLamec si intende la distruzione; perché si dice che egli aveva ucciso un uomo e un ragazzo, eche se Caino deve essere vendicato per sette volte, Lamech sarà vendicato settantasette volte.
429. Che per uomo è intesa la fede, è evidente dal primo versetto di questo capitolo, in cuiEva disse, quando partorì Caino, Ho ottenuto un uomoSignore, con cui era intesa la dottrinadella fede, definita uomoSignore. Ciò è altrettanto evidente anche da ciò che è statomostrato sopra, circa l'uomo, con il quale si intende l'intelletto che appartiene alla fede. Dacui consegue che si era estinta la carità, qui chiamata ragazzo, o bambino; perché colui chenega e uccide la fede, allo stesso tempo nega e uccide la carità che nasce dalla fede.
430. Ragazzo, o bambino nella Parola, significa innocenza, e anche carità, perché l'autenticainnocenza non può esistere senza la carità, né l'autentica carità senza innocenza. Ci sonotre gradi di innocenza, che si distingue nella Parola con i termini neonato, lattante, ebambino; e siccome non c'è autentica innocenza senza autentico amore e carità, perciò, con itermini neonato, lattante, e bambino sono rappresentati i tre gradi dell'amore: cioè, teneroamore, come quello di un neonato verso la madre; amore come quello di un neonato versoi suoi genitori; e carità, come quella di un bambino verso il suo istitutore. Così si dice inIsaia:
Il lupo dimorerà insieme con l'agnello, il leopardo si sdraierà accanto al capretto; e il vitello e illeoncino e il bestiame pascoleranno insieme; e un fanciullo li guiderà (Is. 11:6)
Qui agnello, capretto, e vitello significano i tre gradi dell'innocenza e dell'amore; lupo,leopardo, e leoncino, il loro opposti; e fanciullo, la carità. In Geremia:
Voi commettete questo grande male contro le vostre anime, estirpando da voi marito e moglie,bambini e lattanti, dal seno di Giuda, in modo che di voi non resti nulla (Ger. 44: 7)
marito e moglie indicano le cose dell'intelletto e della volontà, ovvero della verità e delbene; neonati e lattanti, indicano i primi gradi dell'amore. Che bambino e fanciullo significanoinnocenza e carità è evidente dalle parole del Signore in Luca:
Condussero a lui dei bambini perché li toccasse. E Gesù disse: Lasciate che i fanciulli vengano ame, e non li trattenete, perché di essi è il regno di Dio. In verità io vi dico, Chiunque nonaccoglie il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà (Luca 18:15, 17)
Il Signore stesso è chiamato un fanciullo o bambino (Isaia 9: 6), perché è l'innocenza stessa el'amore stesso, e nello stesso passo si parla di lui come meraviglioso, consigliere, Dio, eroe,padre dell'eternità, principe della pace.
431. Che per ferita e livido è significato che non c'era più integrità ferita, per via delladistruzione della fede, e livido, per via della rovina della carità è evidente dal fatto cheferita è riferita all'uomo e livido al fanciullo. La distruzione della fede e la rovina dellacarità sono descritte negli stessi termini in Isaia:
Dalla pianta del piede fino alla testa non c'è nulla di sano dentro; solo ferite, contusioni e piagheaperte che non sono state pulite, né fasciate, né lenite con olio (Is. 1: 6)
In questo passo, ferita fa riferimento alla distruzione della fede, e contusione alla rovinadella carità, e piaghe ad entrambe.
432. Versetto 24. Se Caino sarà vendicato sette volte, Lamech settantasette volte. Queste parolesignificano che essi avevano estinto la fede rappresentata da Caino al quale, fare violenzaera considerato sacrilego. E allo stesso tempo avevano spento la carità che nasce attraversola fede, sacrilegio questo, peggiore del primo, e per questo era posta una condanna, cioè, lavendetta per settantasette volte.
433. Che Caino debba essere vendicato sette volte significa che era sacrilego fare violenza aquella fede separata, rappresentata da Caino, come è stato già mostrato nel versetto 15. Eche per una vendetta di settantasette volte si intende un sacrilegio molto peggiore, la cuiconseguenza è la dannazione, è evidente dal significato di settantasette volte. Che il numerosette sia santo discende dal fatto che il settimo giorno indica l'uomo celeste, la chiesa celeste,il regno celeste, e, nel significato supremo, il Signore stesso. Da qui il numero setteovunque si manifesti nella Parola, significa ciò che è santo, o ciò che vi è di più sacro; equesta santità e sacralità fa riferimento o è conforme alle cose di cui qui si tratta. Da quidiscende il significato del numero settanta, che comprende sette epoche; perché un'epoca,nella Parola, consta di dieci anni. Quando qualcosa di ciò che era più santo o sacro dovevaessere espressa, era usata l'espressione settantasette volte, come quando il Signore ha dettoche un uomo deve perdonare suo fratello non fino a sette volte, ma fino a settantasettevolte (Mt. 18:22), volendo intendere con ciò che si debba perdonare tutte le volte che pecca,in modo che il perdono dovrebbe essere senza fine, o dovrebbe essere eterno, e in quantotale, santo. Quindi, che Lamech debba essere vendicato settantasette volte significa ladannazione, a causa della violazione di quanto vi è di più sacro.
434. Versetto 25. E l'uomo conobbe ancora sua moglie, ed ella generò un figlio, e lo chiamo Set.Perché Dio mi ha concesso una nuova discendenza al posto di Abele, ucciso da Caino. Per uomo esua moglie, qui è intesa la nuova chiesa rappresentata sopra da Ada e Zilla; e per suofiglio, il cui nome era Set, è intesa una nuova fede, con la quale poteva essere riacquistatala carità. Per, Dio mi ha concesso una nuova discendenza al posto di Abele, ucciso daCaino, è inteso che la carità, che Caino aveva separato ed estinto, è stata ora donata dalSignore a questa chiesa.
435. Che l'uomo e sua moglie qui significhino la nuova chiesa rappresentata da Ada e Zillanessuno poteva saperlo né dedurlo dal senso letterale, perché l'uomo e sua moglie stavano asignificare originariamente la più antica chiesa e la sua discendenza. Ma ciò è chiaramenteevidente attraverso il significato interiore, nonché dal fatto che subito dopo, nel capitolosuccessivo (versetti 14), l'uomo e sua moglie, ed il loro primogenito Set, sono nuovamentemenzionati, ma con parole completamente diverse, e in questo caso è intesa la primadiscendenza della più antica chiesa. Se non vi fosse altro significato nel versetto corrente,non ci sarebbe bisogno di usare la stessa espressione. Come nel primo capitolo vienetrattata la creazione dell'uomo, dei frutti della terra, e degli animali, così nel secondocapitolo sono trattati nuovamente, perché, come è stato detto, nel primo capitolo è trattatala creazione dell'uomo spirituale, mentre nel secondo capitolo il soggetto trattato è lacreazione dell'uomo celeste. Ogni volta che vi è ridondanza di una stessa persona o cosa,c'è sempre una differenza di significato, il quale non può essere assolutamente conosciutose non attraverso il significato interiore. Qui, la connessione conferma il significato che èstato dato, ed inoltre vi è la considerazione aggiuntiva che l'uomo e la moglie sono terminigenerali che significano la chiesa madre di cui qui si tratta.
436. Che per suo figlio, chiamato Set, è intesa una nuova fede, con la quale la carità puòessere raggiunta, è chiaro da quanto detto in precedenza, nonché da quanto riferito diCaino sul quale un segno è stato posto, affinché nessuno lo uccidesse. La fede separatadall'amore è rappresentata da Caino; la carità, da Abele. La fede nel suo stato di separazioneha estinto la carità, il che è stato rappresentato da Caino che uccide Abele. La conservazionedella fede al fine che la carità possa essere quindi impiantata dal Signore è statarappresentata dal segno posto dal Signore su Caino affinché nessuno lo uccidesse. Che poiil sacro dell'amore ed il bene di là derivato è stato donato dal Signore mediante la fede èstato rappresentato da Jabal, generato da Ada; e che lo spirituale della fede che è statodonato, è stato rappresentato da suo fratello Jubal; e che da questi sono venuti il benenaturale e la verità, è stato rappresentato da TubalCain, generato da Zilla. In questi dueversetti conclusivi del quarto capitolo della Genesi abbiamo la conclusione, e, quindi, ilriassunto, di tutti questi argomenti, nel significato interiore, vale a dire che l'uomo e suamoglie significano la nuova chiesa rappresentata da Ada e Zilla; e che per Set è significata la
fede attraverso cui la carità è impiantata; e nel versetto seguente, per Enosh è significata lacarità che viene impiantata per mezzo della fede.
437. Che per Set qui si intende una nuova fede, attraverso cui si giunge alla carità, si spiegacon il suo nome, di cui si dice è stato dato a lui perché Dio ha concesso una nuovadiscendenza al posto di Abele, ucciso da Caino. Che Dio ha designato una nuova discendenzasignifica che il Signore ha dato un'altra fede; perché un altro seme è la fede attraverso laquale si giunge alla carità. Che seme significa fede può essere visto più sopra (n. 255).
438. Versetto 26. E a Set, anche a lui è nato un figlio; ed egli lo ha chiamato Enosh. Poicominciarono ad invocare il nome del Signore. Per Set, è intesa la fede attraverso la quale sigiunge alla carità, come è detto sopra. Per suo figlio, il cui nome era Enosh, è intesa unachiesa che considerava la carità come preponderante rispetto alla fede. Per invocare ilnome del Signore, è inteso il culto di quella chiesa, dalla carità.
439. Che per Set è intesa la fede attraverso la quale si giunge alla carità è stato mostrato nelversetto precedente. Che per suo figlio, il cui nome era Enosh è intesa una chiesa checonsiderava la carità predominante rispetto alla fede, è altrettanto evidente da quanto èstato detto prima, come anche dal fatto che esso è chiamato Enosh, il cui nome significauomo, ma non un uomo celeste, bensì un uomo spirituale. Lo stesso è evidente anche dalleparole che seguono: allora cominciarono a invocare il nome del Signore.
440. Che dalle parole appena citate si intende il culto di quella chiesa, dalla carità, èevidente dal fatto che invocare il nome del Signore è un'espressione consueta e generaleinerente il culto del Signore; e che questo culto procedeva dalla carità è evidente dal fattoche il Signore è qui menzionato, mentre nel versetto precedente si fa riferimento a Dio. Edinoltre il Signore non può essere adorato se non dalla carità, dal momento che il cultoautentico non può procedere dalla fede che non appartiene alla carità, perché quest'ultimaè soltanto delle labbra e non del cuore. Che invocare il nome di Signore è un'espressioneconsueta e generale per indicare il culto del Signore, appare dalla Parola; così è detto diAbramo, che costruì un altare al Signore, e invocò il nome del Signore (Gen. 12:8; 13:4); eancora, che piantò un boschetto a Beersheba, e invocò lì il nome del Signore, Dio dell'eternità(Gen. 21:33). Che questa espressione comprende tutto il culto, è evidente in Isaia:
Il Signore, il Santo d'Israele ha detto, tu non mi hai invocato, o Giacobbe, ma ti sei stancatodi me, o Israele. Tu non hai portato neppure un piccolo agnello per olocausto, né mi haionorato con i tuoi sacrifici. Non ti ho indotto a servirmi con un'offerta, né ti ho molestatoaffinché tu bruciassi incenso (Isaia 43: 2223)
in cui è esposta una sintesi di tutto il culto rappresentativo.
441. Che l'invocazione del nome del Signore non ha inizio in questo periodo èsufficientemente evidente da quanto è stato già detto in relazione alla più antica chiesa,che più di ogni altra adorava il Signore; e anche dal fatto che Abele portò l'offerta deiprimogeniti del gregge. Quindi in questo passo per invocare il nome del Signore niente altroè inteso se non il culto della nuova chiesa, dopo che la precedente fu estinta da parte dicoloro che sono denominati Caino e Lamech.
442. Dal contenuto di questo capitolo come sopra illustrato, è evidente che nell'epoca piùantica vi erano molte dottrine ed eresie separate dalla chiesa, ad ognuna delle quali è statoattribuito un nome. Tali dottrine erano il risultato di un pensiero molto più profondo diquanto avviene al giorno d'oggi, perché tale era l'indole degli uomini di quel tempo.
Esempi tratti dalle esperienze con gli spiriti circa il loro pensierodurante la vita nel corpo in merito all'anima o allo spirito
443. Nell'altra vita è dato di percepire chiaramente quali opinioni ciascuno avevasostenuto durante la vita terrena, riguardo all'anima, allo spirito e alla vita dopo la morte.Questo perché fino a quando ciascuno è mantenuto in uno stato simile a quello della vitaterrena, pensa nello stesso modo, e il suo pensiero viene comunicato all'esternochiaramente come se parlasse a voce alta. Nel caso di una persona, non molto tempo dopola sua morte, ho percepito (ciò che egli stesso ha confessato), che egli aveva effettivamentecreduto nell'esistenza dello spirito, ma aveva immaginato che dopo la morte avrebbecondotto un'esistenza oscura, perché con l'estinzione della vita del corpo non sarebberimasto altro che ciò che è debole e oscuro. Questo perché aveva considerato vitaesclusivamente dalla prospettiva corporea, e quindi aveva un'idea dello spirito come unasorta di fantasma; ed era persuaso di ciò nel vedere che anche i bruti hanno la vita, quasicome gli uomini. Ora però era meravigliato del fatto che gli spiriti e gli angeli vivono nellaluce più eccelsa, godono di intelligenza sopraffina, sapienza e felicità, con una percezionecosì perfetta che difficilmente può essere descritta. Di conseguenza, la loro vita, lungidall'essere oscura, è sommamente luminosa e distinta.
444. Conversando con uno che mentre viveva in questo mondo riteneva che lo spiritonon avesse alcuna esistenza, e per tale motivo non ammetteva alcuna parola che neimplicasse l'esistenza, gli ho chiesto che cosa pensava ora di se stesso, considerato cheormai era un anima o spirito, e possedeva vista, udito, olfatto, uno squisito senso del tatto,desideri, pensieri, tanto che egli stesso pensava di essere esattamente come nel corpo. Egliè stato tenuto nella stessa idea che aveva nella vita terrena, e mi ha risposto che lo spirito èmero pensiero. Mi era permesso di chiedergli di rimando se, avendo vissuto nel mondo,egli fosse a conoscenza che non vi può essere vista fisica senza un organo della vista
ovvero gli occhi. E allora come vi può essere vista interiore, o pensiero? Non deve esserviuna qualche sostanza organica da cui sortisce il pensiero? Ha quindi ammesso che durantela sua vita terrena aveva coltivato l'illusione che lo spirito fosse solo pensiero, privo dialcunché di organico o esteso. Ho aggiunto che se l'anima o lo spirito fossero solo pensierol'uomo non avrebbe bisogno di un così grande cervello, considerato che il cervello èl'organo della vista interiore; perché se così non fosse il teschio potrebbe essere vuoto, e ilpensiero agirebbe ancora in esso come lo spirito. Da questa sola considerazione, nonchédall'interazione dell'anima nei muscoli, che dà luogo a una così grande varietà dimovimenti, ho affermato che egli può essere certo che lo spirito è organico, cioè, unasostanza organica. Al che ha ammesso di essere in errore, e si stupiva di essere stato cosìstolto.
445. È stato inoltre osservato che presso gli eruditi non vi altra convinzione se non chel'anima, che vive dopo la morte, cioè lo spirito, è un pensiero astratto. Questo è palesedalla loro indisponibilità ad ammettere qualsiasi termine che implichi l'estensione e ciòche concerne l'estensione, perché il pensiero avulso da un soggetto non è esteso, mentre ilsoggetto del pensiero, e gli oggetti del pensiero, sono estesi; e riguardo agli oggetti che nonsono estesi, gli uomini li definiscono attraverso confini e attribuiscono loro un'estensione,in modo che possano comprenderli. Questo dimostra molto chiaramente che gli eruditinon hanno altra concezione dell'anima o spirito se non che è mero pensiero, e quindifiniscono per persuadersi che svanirà quando muoiono.
446. Ho discusso con gli spiriti in merito all'opinione prevalente tra gli uomini al giornod'oggi, circa la negazione dell'esistenza dello spirito, in quanto tale assunto non può esserepercepito con i loro occhi, né compreso attraverso le conoscenze apprese; e quindi non solonegano che lo spirito abbia estensione, ma anche che sia una sostanza, disputando sulconcetto di sostanza. E poiché negano che lo spirito abbia estensione e mettono indiscussione che sia una sostanza, negano anche che lo spirito sia in qualche luogo, e diconseguenza, che sia nel corpo umano; eppure il più umile degli uomini può sapere che lasua anima o spirito è nel suo corpo. Quando ho detto queste cose, gli spiriti, che eranoalcuni tra i più semplici, si stupivano della stoltezza degli uomini di questa epoca. Equando hanno udito i termini su cui disputavano, come parti senza parti, li hanno definitiassurdi, ridicoli e farseschi; soggetti che non dovrebbero occupare in nessun caso la mente,perché chiudono la via verso l'intelligenza.
447. Un certo spirito novizio, udendomi parlare dello spirito, ha chiesto:
Che è uno spirito?
In quanto supponeva di se stesso di seguitare a vivere nel corpo. E quando gli ho dettoche c'è uno spirito in ogni uomo, e che rispetto alla sua vita l'uomo è uno spirito; che ilcorpo è semplicemente lo strumento che permette all'uomo di vivere sulla terra, e che
carne e ossa, cioè il corpo, non è la sede della vita, nel modo più assoluto; vedendo che eradisorientato, gli ho chiesto se avesse mai sentito parlare dell'anima. Ha risposto:
Che cos'è l'anima?Io non so che cosa è un'anima.
Mi è stato poi permesso di dirgli che lui stesso era ormai un'anima, o uno spirito, comeavrebbe potuto dedurre dal fatto che era sopra la mia testa, e non poggiava i piedi perterra. Gli ho chiesto se egli riusciva a percepire questa sua condizione, ed è fuggito inpreda al terrore, gridando:
Sono uno spirito! Sono uno spirito!
Un certo ebreo era convinto di vivere completamente nel corpo, al punto che potevadifficilmente essere persuaso del contrario. E quando gli è stato mostrato che era unospirito, egli ancora persisteva nel sostenere che era un uomo, perché poteva vedere esentire. Tali sono coloro che, durante la loro vita in questo mondo, si sono dedicatiunicamente al corpo. A questi esempi moltissimi altri potrebbe esserne aggiunti, ma questisono stati riportati al solo scopo di confermare il fatto, che lo spirito è nell'uomo, e non ilcorpo, che presiede alla percezione della sensazione.
448. Ho conversato con molti che avevo conosciuto in questa vita (e questo l'hosperimentato a lungo, per mesi e anni), in un linguaggio molto chiaro, anche piuttostointimo, come con gli amici in questo mondo. L'oggetto della nostra conversazione era avolte lo stato dell'uomo dopo la morte, ed essi si stupivano del fatto che durante la vita delcorpo nessun uomo conosce o crede che vivrà dopo l'estinzione del corpo, quando invecevi è allora una continuazione della vita, e di un tenore tale che l'uomo passa da una vitaoscura in una vita luminosa, e coloro che sono nella fede verso il Signore, in una vita che èsempre più luminosa. Desideravano che io riferissi ai loro amici che sono vivi, e chescrivessi dello loro condizione, perfino che li aggiornassi sulla condizione dei loro amiciqui. Ma io ho risposto che se avessi parlato o scritto ai loro amici queste cose, essi nonavrebbero creduto, e avrebbero pensato ad un delirio, si sarebbero fatti beffe di loro, eavrebbero preteso segni o miracoli prima di credere; ed inoltre mi sarei esposto alla loroderisione. Queste cose sono vere, ma forse in pochi vi crederanno. Perché gli uomininegano di cuore l'esistenza degli spiriti, e anche quelli che non lo fanno, non sono dispostia credere che chiunque possa parlare con gli spiriti. Nei tempi antichi non vi era talediffidenza riguardo agli spiriti, ma così è ora, quando dal folle raziocinio gli uominitentano di scoprire cosa sono gli spiriti, e le loro definizioni e supposizioni li privano deldiscernimento; e più nutrono il desiderio essere eruditi, più perdono il senno.
Genesi 5
Il cielo e la gioia celeste 449. Finora la natura del cielo e della gioia celeste non è stata resa nota a nessuno.Coloro che hanno pensato ad esse hanno concepito un'idea fin troppo generica egrossolana. Ho appreso che idea si sono fatti su questo soggetto in modo chiaro daglispiriti che erano recentemente passati dal mondo nell'altra vita; perché quando lasciati a sestessi, come se fossero in questo mondo, pensano nello stesso modo. Al riguardo possoesporre alcuni esempi.
450. Alcuni che durante la loro dimora in questo mondo erano persuasi di esserepreminentemente illuminati riguardo alla Parola, avevano concepito una così falsa idea daritenere di essere nel cielo quando erano in alto, e immaginavano che da quella posizioneavrebbero potuto governare tutte le cose di sotto, e quindi essere nella gloria di sé e nellapreminenza sugli altri. A causa del loro essere in un tale fantasia, e al fine di mostrare loroche erano in errore, sono stati condotti in alto, e da lì è stato permesso in qualche misura digovernare sulle cose di sotto; ma hanno scoperto con vergogna che questo era un cieloimmaginario, e che il cielo non consiste nell'essere in alto, ma è ovunque ci sia qualcunoche è nell'amore e nella carità, ovvero in ciò in cui è regno del Signore; e che il cielo nonconsiste nel desiderare di essere più eminente di altri, perché il desiderio di essere piùgrande di altri, non è il cielo, ma l'inferno.
451. Un certo spirito, che durante la sua vita nel corpo aveva esercitato l'autorità, avevaconservato nell'altra vita il desiderio di esercitare il comando. Ma gli è stato detto che eraora in un altro regno, che è eterno; che il suo dominio sulla terra era estinto; e che dove eraora nessuno è degno di stima se non nella misura in cui egli è nel bene, nella verità, e nellagrazia del Signore; ed inoltre, che è in quel regno, come sulla terra, ciascuno è consideratosecondo la sua ricchezza e il favore del suo sovrano; e che lì, bene e verità sono lericchezze, e il favore del sovrano è la grazia del Signore; e che, se avesse voluto esercitare ilcomando in qualsiasi altro modo, egli sarebbe stato considerato un ribelle, dato che era oranel regno di un altro. Udendo ciò provava vergogna.
452. Ho conversato con spiriti i quali immaginavano che il cielo e la gioia celesteconsistessero nell'essere il più grande. Ma gli è stato detto che nel cielo è più grande il piùumile, perché chi desidera essere da meno ha la più grande felicità, e di conseguenza è ilpiù grande; perché che cosa è essere il più grande se non essere il più felice? È questo che ilpotente cerca attraverso il potere, e il ricco attraverso la ricchezza. Gli è stato detto, inoltre,che il cielo non consiste nel desiderare di essere da meno al fine di essere il più grande,perché in tal caso la persona aspira effettivamente e desidera essere il più grande; ma che
il cielo consiste in questo, che dal cuore si desideri il meglio per gli altri più che per sestessi, e il desiderio di essere al servizio degli altri, al fine di promuovere la loro felicità, equesto senza alcun fine egoistico, ma per amore.
453. Alcuni hanno una concezione indecente del cielo, del quale immaginano si accedaper mera ammissione, attraverso una stanza in cui sono ammessi attraverso una porta, chesi apre, e poi vengono introdotti dai custodi.
454. Alcuni pensano che il cielo consista in una vita di agi, in cui sono serviti da altri; magli viene detto che non vi è felicità possibile nell'essere a riposo quale mezzo di felicità,perché così tutti vorrebbero che la felicità degli altri sia al servizio della propria felicità; equando tutti desiderano questo, nessuno avrebbe la felicità. Una tale vita non sarebbe unavita attiva, ma una vita oziosa, in cui si crescerebbe intorpiditi, e nondimeno si potrebbesapere che non c'è felicità se non in una vita attiva. La vita angelica consiste nell'uso e neibeni della carità; perché gli angeli non conoscono felicità superiore che insegnare edistruire gli spiriti che arrivano dal mondo; nell'essere al servizio degli uomini; controllaregli spiriti maligni che sono in prossimità degli uomini, affinché non oltrepassino i limitiassegnati loro; ispirare negli uomini il bene; sollevare i morti alla vita eterna, e poi, se leanime sono tali da rendere ciò possibile, introdurli nel cielo. Da tutto questo si percepiscepiù felicità di quanto possa eventualmente essere descritto. Così essi sono l'immagine delSignore; amando il prossimo più di se stessi; e per questo motivo il cielo è il cielo. Quindila felicità angelica è nell'uso, attraverso l'uso e secondo l'uso, cioè, corrisponde ai benidell'amore e della carità. Quando coloro che avevano l'idea che la gioia celeste consistessenel vivere nel proprio agio, respirando pigramente la gioia eterna, hanno udito questecose, gli è stato dato di comprendere, affinché provassero vergogna, cosa realmente fosseuna tale vita, e percepiscono che è più triste, che è distruttiva di ogni gioia, e che dopo unbreve periodo di tempo avrebbero detestato e provato nausea per essa.
455. Un tale che in questo mondo era stato particolarmente erudito in merito alla Parola,aveva l'idea che la gioia celeste consistesse nell'essere in una luce gloriosa, come quella chesi scorge quando i raggi solari appaiono di un colore dorato, in modo che egli supponevaconsistesse in una vita di agi. Affinché riconoscesse di essere in errore, tale luce gli è stataconcessa, ed egli, essendo in mezzo alla luce, era felice come se fosse nel cielo, come delresto ha detto. Ma non poteva restare a lungo in essa, perché a poco a poco si annoiava eperdeva completamente la gioia.
456. Il più istruito di tutti loro ha affermato che la gioia celeste consisteva unicamente nellodare e glorificare il Signore, essendo irrilevante il compimento dei beni della carità, e chequesta è una vita attiva. Ma gli è stato detto che lodare e celebrare il Signore non è una vitacosì attiva come egli crede; è solo un effetto di quella vita; perché il Signore non habisogno di lodi, ma desidera che si facciano i beni della carità, e in conformità di questo si
riceve la felicità dal Signore. E ancora queste persone istruite non potevano concepirealcuna idea della gioia, ma della servitù, nel fare questi beni della carità. Ma gli angelihanno testimoniato che una tale vita è la più libera di tutte, e che è congiunta con unafelicità indicibile.
457. Quasi tutti coloro che passano da questo mondo nell'altra vita suppongono chel'inferno sia lo stesso per tutti, e che allo stesso modo, il cielo sia uguale per tutti. Eppure,in entrambi ci sono infinite diversità e varietà, e né il cielo, né l'inferno di una persona èmai esattamente come quello di un altra; così come nessun uomo, spirito o angelo è maiesattamente come un altro. Quando ho semplicemente pensato alla possibilità cheesistessero due esattamente uguali, l'orrore si è sollevato presso gli abitanti del mondodegli spiriti e del cielo angelico, ed essi hanno affermato che ognuno è formatodall'armonia di molte componenti, e come è l'armonia, tale è l'indole di ciascuno, e che èimpossibile la sussistenza di ciascuno se non attraverso l'armonia di tutte le parti. Nellostesso modo ogni società nel cielo costituisce un'unità, e così pure tutte le società insieme,cioè, il cielo universale, e questo unicamente dal Signore, attraverso l'amore. Un certoangelo ha indicato le varietà del più universale dei generi delle gioie degli spiriti, cioè, delprimo cielo, nel numero di quattrocentosettantotto, da cui possiamo dedurre quantoinnumerevoli debbano essere i generi meno universali e le specie in ogni genere. E siccomece ne sono tanti in quel cielo, quanto illimitati devono essere i generi di felicità nei cielidegli spiriti angelici, e ancora di più nel cielo degli angeli.
458. Gli spiriti maligni talvolta hanno supposto l'esistenza di un altro cielo oltre quellodel Signore, e gli è stato permesso di cercare dovunque potevano, ma in ragione della loroconfusione non avrebbero mai potuto raggiungere alcun cielo. Perché gli spiriti maligni siprecipitano in follie sia dall'odio che nutrono contro il Signore, sia dalla loro sofferenzainfernale, e indugiano in tali fantasie.
459. Ci sono tre cieli: il primo è la dimora degli spiriti retti; il secondo, degli spiritiangelici, e il terzo, degli angeli. Spiriti, spiriti angelici, e angeli sono tutti distinti in celestie spirituali. Celesti sono coloro che attraverso l'amore hanno ricevuto la fede dal Signore,come gli uomini della più antica chiesa di cui si è trattato più sopra. Spirituali sono quelliche attraverso le conoscenze della fede hanno ricevuto la carità del Signore, e che agisconoconformemente a ciò che hanno ricevuto. La continuazione di questo argomento seguiràalla fine di questo capitolo.
Genesi 5 1. Questo è il libro della discendenza dell'uomo. Nel giorno in cui Dio creò l'uomo, lo fece asomiglianza di Dio.
2. Maschio e femmina li creò, li benedisse e diede loro il nome di uomo, nel giorno in cui furonocreati.
3. E l'uomo aveva centotrenta anni quando generò un figlio a sua somiglianza, e a sua immagine,cui diede il nome di Set.
4. Dopo aver generato Set, l'uomo visse ottocento anni; e generò figli e figlie.
5. E tutti i giorni che l'uomo visse erano novecentotrenta anni; e morì.
6. E Set aveva centocinque anni quando generò Enosh.
7. E Set visse, dopo aver generato Enosh per ottocentosette anni e generò figli e figlie.
8. E tutti i giorni che Set visse erano novecentododici anni; e morì.
9. E Enosh aveva 90 anni quando generò Kenan.
10. E Enosh visse, dopo aver generato Kenan, per ottocentoquindici anni; e generò figli e figlie.
11. E tutti i giorni che Enosh visse erano novecentocinque anni; e morì.
12. E Kenan aveva settant'anni quando generò Mahalaleel.
13. E Kenan visse, dopo aver generato Mahalaleel, per ottocentoquaranta anni; e generò figli efiglie.
14. E tutti i giorni che Kenan visse erano novecentodieci anni; e morì.
15. E Mahalaleel aveva sessantacinque anni quando generò Jared.
16. E Mahalaleel visse, dopo aver generato Jared, ottocentotrenta anni; e generò figli e figlie.
17. E tutti i giorni che Mahalaleel visse erano ottocentonovantacinque anni; e morì.
18. E Jared aveva centosessantadue anni, quando generò Enoch.
19. E Jared visse, dopo aver generato Enoch, ottocento anni; e generò figli e figlie.
20. E tutti i giorni che Jared visse erano novecentosessantadue anni;e morì.
21. Ed Enoch aveva sessantacinque anni; quando generò Methuselah.
22. Ed Enoch camminò con Dio, dopo aver generato Methuselah, per trecento anni; e generò figli efiglie.
23. E tutti i giorni che Enoch visse erano trecentosessantacinque anni.
24. Ed Enoch camminò con Dio; ed egli non era più perché Dio lo prese.
25. E Methuselah aveva centottantasette anni quando generò Lamech.
26. E Methuselah visse, dopo aver generato Lamech, settecentottantadue anni; e genero figli efiglie.
27. E tutti i giorni che Methuselah visse erano novecentosessantanove anni; e morì.
28. E Lamech aveva centottantadue anni quando genero un figlio.
29. E lo chiamò Noè, dicendo, Egli sarà di conforto per il nostro lavoro e per le fatiche delle nostremani sul suolo che il Signore ha maledetto.
30. E Lamech visse, dopo aver generato Noè, per cinquecentonovantacinque anni; e generò figli efiglie.
31. E tutti i giorni che Lamech visse erano settecentosettantasette anni; e morì.
32. E Noè aveva cinquecento anni quando generò Sem, Cam e Jafet.
Contenuti
460. Questo capitolo tratta specificamente della diffusione della più antica chiesa, digenerazione in generazione, quasi fino al diluvio.
461. La più antica chiesa, che era celeste, è ciò che è chiamata uomo, e somiglianza di Dio(versetto 1).
462. Una seconda chiesa che non era così celeste come la più antica chiesa è chiamata Set(versetti 23).
463. Una terza chiesa è stata chiamata Enosh (versetto 6); una quarta Kenan (versetto 9);una quinta Mahalaleel (versetto 12); una sesta Jared (Versetto 15); una settima Enoch(versetto 18); e un'ottava chiesa, Metuselah (versetto 21).
464. La chiesa detta Enoch è descritta come una dottrina derivata da ciò che è statorivelato e percepito dalla più antica chiesa, la cui dottrina, anche se non in uso in quelmomento, era stata preservata per l'uso dei posteri. Questo è il significato dall'espressioneEnoch non era più, perché Dio lo prese (versetti 2224).
465. Una nona chiesa è stata chiamata Lamech (versetto 25).
466. Un decima, la madre di tre chiese dopo il diluvio, è stata denominata Noè. Questachiesa è stata chiamata l'antica chiesa (versetti 2829).
467. Lamech è descritta come chiesa destituita della percezione di cui godeva la più anticachiesa; e Noè è descritta come una nuova chiesa (versetto 29).
Significato interiore
468. Da quanto è stato detto e mostrato nel capitolo precedente, è evidente che i nomirappresentano eresie e dottrine. Quindi si può vedere che attraverso i nomi in questocapitolo non sono intese persone, ma cose, e nel caso di specie, dottrine, o chiese, che sonostate conservate, nonostante i cambiamenti che hanno subito, dalla chiesa più antica fino aquella rappresentata da Noè. Ogni chiesa nel corso del tempo decresce, e alla fine restanopochi seguaci; e quei pochi rimasti al tempo del diluvio sono stati chiamati Noè.
[2] Che la vera chiesa vada decrescendo finché non restano che pochi fedeli, è evidenteda altre chiese che hanno subito questa sorte. Quelli che rimangono sono chiamati nellaParola resti e residuo, e di essi si dice che sono nel mezzo o al centro della terra. E poichéquesto vale in generale e nel particolare, così è per la chiesa, in senso universale, e per ognisingolo uomo, nel particolare. Perché, a meno che il Signore non preservasse i residui diogni uomo, questi perirebbe in eterno, dal momento che la vita spirituale e celeste è in queiresti. Così anche in senso generale o universale, se non ci fosse sempre qualcuno presso cuila chiesa o la vera fede è rimasta, la razza umana perirebbe. Perché, come è generalmentenoto, una città, anzi a volte un regno intero, viene salvato per il bene di pochi. A questoriguardo la sorte della chiesa è la medesima del corpo umano; finché il cuore batte, la vitaè possibile per l'intero organismo. Ma quando il cuore è indebolito, le altre parti del corpocessano di essere nutrite, e l'uomo muore. Gli ultimi resti sono quelli rappresentati da Noè;perché come risulta da Genesi 6:12, nonché in altri luoghi tutta la terra era diventatacorrotta.
[3] Dei residui esistenti presso ogni individuo come pure presso la chiesa in generale, èscritto diffusamente nei profeti; come in Isaia:
Colui che viene lasciato in Sion e chi sarà rimasto in Gerusalemme, sarà chiamato santo, e anchetutti quelli che sono iscritti alla vita in Gerusalemme, quando il Signore avrà lavato le brutturedelle figlie di Sion, e avrà pulito Gerusalemme dal sangue versato (Isaia 4:34)
nel cui passo la santità fa riferimento ai residui, vale a dire a ciò che resta della chiesa, edell'uomo della chiesa; perché quelli che sono superstiti in Sion e Gerusalemme nonpotevano essere considerati santi solo in quanto rimasti. Nello stesso profeta:
E avverrà in quel giorno, che i resti di Israele, quelli che sono scampati della casa di Giacobbe,non potranno più restare sotto colui che li ha perseguitati, ma rimarranno presso Signore ilSanto d'Israele in verità. I resti torneranno, ciò che resta di Giacobbe, fino a Dio onnipotente (Is.10: 2021).
In Geremia:
In quei giorni e in quei tempi, si cercherà l'iniquità di Israele, ma essa non sarà più; e i peccati diGiuda non saranno trovati; poiché io li perdonerò a coloro di cui avrò ottenuto un residuo (Ger.50:20)
In Michea:
I resti di Giacobbe saranno, in mezzo a molti popoli, come la rugiada del Signore, come pioggiasull'erba (Michea 5:7)
[4] Il residuo o i resti di un uomo, o della chiesa, sono stati anche rappresentati dai decimi,che erano considerati sacri; quindi anche un numero contenente il dieci era sacro, e dieci faquindi riferimento a ciò che rimane; come in Isaia:
Il Signore dovrà allontanare l'uomo, e molte cose saranno lasciate in mezzo al paese; enondimeno, una decima parte di esso farà ritorno, e sarà esposta alla desolazione; come unaquercia e un leccio, quando la chioma è gettata via, essendo il tronco il suo seme santo (Isaia 6:1213)
dove il residuo è chiamato seme santo. E in Amos:
Così dice il Signore, Delle città che superano i mille abitanti, ne saranno risparmiati uncentinaio, e di quelle che superano un centinaio di membri ne saranno risparmiati dieci nellacasa d'Israele (Amos 5:3)
In questi e molti altri passi, nel significato interiore si intendono i resti di cui abbiamoparlato. Che una città è preservata per il bene dei resti della chiesa, è evidente da quelloche è stato detto di Abramo riguardo a Sodoma:
Abramo rispose: Forse dieci possono essere trovati lì; ed egli disse, Non la distruggerò peramore di quei dieci (Genesi 18:32)
469. Versetto 1. Questo è il libro della discendenza dell'uomo. Nel giorno in cui Dio creò l'uomo,lo fece a somiglianza di Dio. Il libro della discendenza, è una enumerazione di quelli checostituirono la più antica chiesa; nel giorno che Dio creò l'uomo, indica la sua sostanzaspirituale; e lo fece a somiglianza di Dio, implica la sua sostanza celeste: quindi è unadescrizione della più antica chiesa.
470. Che il libro della discendenza è una enumerazione di quelli che costituirono la piùantica chiesa è particolarmente evidente da quanto segue, perché da questo all'undicesimocapitolo, cioè al tempo di Eber, i nomi non significano persone, ma cose reali. Nel tempopiù antico il genere umano si distingueva in case, famiglie, e nazioni; una casa eracomposta da marito e moglie con il loro i bambini, insieme con alcuni dei loro familiari alservizio; una famiglia, da un numero maggiore o minore di case, che vivevano nondistanti, eppure non insieme; e una nazione, da un numero maggiore o minore di famiglie.
471. Il motivo per cui si stabilirono così, distinguendosi solo in case, famiglie e nazioni, èche da questa suddivisione la chiesa si sarebbe conservata integra, in modo che tutte lecase e le famiglie potessero restare dipendenti dalla loro madre, e quindi rimanerenell'amore e nel culto autentico. È da notare inoltre che ogni casa era distinta dalle altre invirtù della particolare attitudine; infatti è noto che i bambini, e anche i discendenti piùlontani, traggono dai loro genitori un particolare carattere, che li contraddistingue nelvolto ed in molte altre peculiarità. Pertanto, affinché non vi potesse essere confusione, mauna precisa distinzione, piacque al Signore che essi dimorassero in questo modo. Così lachiesa era una rappresentazione vivente del regno del Signore; perché nel regno delSignore ci sono innumerevoli società, ognuna distinta da tutte le altre, secondo ledifferenze nell'amore e nella fede. Questo, come osservato in precedenza, è ciò che siintende per vivere da solo, e abitare nella tenda. Per questo stesso motivo anche è piaciuto alSignore che la chiesa ebraica fosse distinta in case, famiglie, e nazioni, e che tutti dovesserocontrarre matrimonio all'interno della propria famiglia; ma riguardo a questo, permisericordia Divina del Signore si tratterà di seguito.
472. Che per il giorno in cui Dio creò l'uomo è significato il suo essere fatto spirituale e cheper Dio lo fece a sua somiglianza è significato il suo essere fatto celeste, risulta da quanto èstato detto e mostrato sopra. L'espressione creare si riferisce propriamente all'uomoquando viene creato di nuovo, o rigenerato; e la parola fare, quando egli è statoperfezionato; perché nella Parola è osservata un'accurata distinzione tra creare, plasmare efare, come si è visto sopra nel secondo capitolo, dove si dice dell'uomo spirituale fattoceleste che Dio si riposò da tutta la sua opera, che Dio aveva creato facendo; e in altri passi
anche, creare si riferisce all'uomo spirituale, e fare, cioè, perfezionare, all'uomo celeste (sivedano i paragrafi 16 e 88).
473. Che una somiglianza di Dio è un uomo celeste, e un'immagine di Dio, un uomospirituale, è stato anche mostrato in precedenza. un'immagine è il preliminare dellasomiglianza, e una somiglianza è una replica reale, perché un uomo celeste è interamentedisciplinato dal Signore, in quanto sua somiglianza.
474. Poiché dunque il tema qui trattato è la nascita e la diffusione della più antica chiesa,questa è subito descritta come proveniente da uno stato spirituale ad uno stato celeste,perché le propagazioni seguono da ciò.
475. Versetto 2. Maschio e femmina li creò, li benedisse e diede loro il nome di uomo, nel giornoin cui furono creati. Per maschio e femmina, è inteso il matrimonio tra fede e amore. Per,diede loro il nome di uomo, è inteso che erano la chiesa, che, in un senso particolare, sichiama uomo.
476. Che per maschio e femmina è inteso il matrimonio tra fede e amore è stato affermato emostrato sopra, dove è stato illustrato che maschio o uomo significa l'intelletto equalunque cosa appartenga ad esso, di conseguenza, tutto ciò che concerne la fede; e che lafemmina o donna significa la volontà, o le cose inerenti la volontà, di conseguenza, tuttociò che è in relazione con l'amore; pertanto tutto ciò fu chiamato Eva, che significa vita, cheè solo dall'amore. Per la femmina quindi è anche intesa la chiesa, come è statoprecedentemente mostrato; e per maschio, un uomo della chiesa. Il soggetto qui è lo statodella chiesa, quando era spirituale, e che è stato in seguito reso celeste. Per questo maschioè menzionato prima di femmina, come anche nel capitolo 1:2627. L'espressione creare faanche riferimento all'uomo spirituale; ma dopo, quando il matrimonio è compiuto, cioè,quando la chiesa è stata resa celeste, non è detto maschio e femmina, ma uomo che, in ragionedel loro matrimonio, significa entrambi; perciò segue l'espressione, e diede loro il nome diuomo con cui s'intende la chiesa.
477. Che uomo sia la più antica chiesa è stato più volte detto e illustrato in precedenza;perché nel significato supremo il Signore stesso è il solo uomo. Di qui la chiesa celeste, èchiamata uomo, in quanto somiglianza, e anche la chiesa spirituale, in quanto immagine.Ma in senso generale è chiamato uomo colui che è dotato di una capacità di intendereumana; perché l'uomo è uomo in virtù dell'intelletto, e in base ad esso un individuo è piùuomo di un altro, anche se la distinzione di un uomo da un altro deve essere fatta secondola sua fede fondata nell'amore per il Signore.
[2] Che la chiesa più antica, e ogni chiesa autentica, e quindi coloro che sono della chiesa,ovvero che vivono dall'amore per il Signore e dalla fede in lui, sono in particolar modochiamati uomo è evidente dalla Parola, come in Ezechiele:
Moltiplicherò sopra voi gli uomini, gli animali e tutta quanta la casa d'Israele; moltiplicheròsopra di voi uomini e animali, in modo che possano proliferare e portare frutto; e vi faròdimorare come nell'antichità; e farò per voi meglio che ai vostri inizi; e farò camminare l'uomosu di voi, il mio popolo Israele (Ez. 36:1012)
dove per antichità è significata la più antica chiesa; per inizi, le chiese antiche; per casa di Israele epopolo d'Israele la chiesa primitiva, o la chiesa cristiana; tutte queste chiese sono chiamate uomo.
[3] Così in Mosè:
Ricorda i giorni dell'eternità, medita sul tempo trascorso di generazione in generazione; quandol'Altissimo distingueva le nazioni, quando divideva i figli dell'uomo, egli pose i confini deipopoli secondo il numero dei figli d'Israele (Dt. 32:78)
dove per i giorni dell'eternità si intende la più antica chiesa; di generazione in generazione, lechiese antiche; per figli dell'uomo si intendono coloro che erano nella fede verso il Signore.La stessa fede è intesa per il numero dei figli d'Israele. Il fatto che una persona rigenerata siachiamata uomo appare in Geremia:
Guardai la terra, ed ecco era vuota e deserta; e i cieli, e non vi era luce. Guardai, ed ecco, non viera uomo, e tutti gli uccelli dei cieli erano volati via (Ger. 4:23, 25),
dove terra significa l'uomo esterno; cielo l'uomo interno; uomo, l'amore del bene; gli uccellidei cieli, la comprensione della verità.
[4] Nello stesso profeta:
Ecco, vengono i giorni in cui seminerò la casa d'Israele, e il casa di Giuda, con il seme dell'uomo,e con il seme della bestia (Ger. 31:27)
dove uomo significa l'uomo interno; bestia quello esterno. In Isaia:
Guardatevi dunque dall'uomo, dalle cui narici non v'è che un soffio; chi è l'uomo perché debbaessere tenuto in conto? (Is. 2:22)
dove per uomo è inteso l'uomo della chiesa. Nello stesso profeta:
Il Signore scaccerà l'uomo lontano, ma molte cose saranno lasciate nel mezzo del paese (Is. 6:12)
parlando della devastazione dell'uomo, quando non esiste più alcun bene né verità. Nellostesso profeta:
Gli abitanti della terra saranno arsi, e dell'uomo resterà molto poco (Isaia 24:6)
dove per uomo si intende coloro che hanno fede. Nello stesso profeta:
I sentieri sono stati resi deserti, nessuno più transita sulla via, l'alleanza è infranta, le città sonodisprezzate, l'uomo non è più tenuto in considerazione, la terra è in lutto e langue (Isaia 33:89)
intendendo l'uomo che nella lingua ebraica è chiamato Enosh. Nello stesso profeta:
Farò un uomo più prezioso dell'oro fino, e un uomo più prezioso dell'oro di Ophir; perciò faròtremare i cieli e la terra sarà scossa dalle fondamenta (Is. 13:1213)
dove uomo in primo luogo è Enosh e poi, Adamo.
478. Il motivo per cui è chiamato Adamo è che in lingua ebraica Adamo significa uomo; eche non viene mai chiamato esplicitamente Adamo ma uomo è molto evidente da questopasso e anche da quelli precedenti, nei quali in alcuni casi, non viene citato al singolare,ma al plurale, e anche dal fatto che il termine fa riferimento sia all'uomo, sia alla donna,entrambi chiamati uomo. Che si faccia riferimento ad entrambi, ognuno può intuirlo dalleparole, perché è detto, Ha chiamato il loro nome uomo, nel giorno in cui sono stati creati eanalogamente nel primo capitolo: Facciamo l'uomo a nostra immagine, e abbia il dominio suipesci del mare (Genesi 1:2728). Quindi emerge anche che il soggetto trattato non è lacreazione di un uomo in particolare, che sarebbe stato il primo del genere umano, bensì lapiù antica chiesa.
479. Per dare un nome, o chiamare per nome, è intesa nella Parola la conoscenza dellaqualità delle cose, come si è visto sopra, e nella presente fattispecie essa è in relazione con
la qualità della più antica chiesa, volendo intendere che l'uomo è stato tratto dal suolo,ovvero rigenerato dal Signore, perché la parola Adamo significa suolo; e che poi, quando èstato reso celeste è diventato più eminentemente uomo, in forza della fede discendentedall'amore per il Signore.
480. Che sono stati chiamati uomo nel giorno in cui furono creati, appare anche dal primocapitolo (Gen. 1:2627), cioè, alla fine del sesto giorno, che corrisponde alla sera del sabato,o quando il sabato o settimo giorno ha inizio; perché il settimo giorno, ovvero il sabato, èl'uomo celeste, come si è visto in precedenza.
481. Versetto 3. E l'uomo aveva centotrenta anni quando generò un figlio a sua somiglianza, e asua immagine, cui diede il nome di Set. Con centotrenta anni è significato il tempo prima dellanascita di una nuova chiesa, che, non essendo molto dissimile dalla più antica, è detto cheè nata a sua somiglianza, e a sua immagine; tuttavia, il termine somiglianza è in relazione allafede, e immagine in relazione all'amore. Questa chiesa è stata chiamata Set.
482. Cosa significano nel senso interiore gli anni e il numero degli anni, ricorrenti in questocapitolo, è stato fino ad ora sconosciuto. Chi si sofferma sul significato letterale suppone sitratti degli anni solari, quando invece dal primo al dodicesimo capitolo non vi è nulla distorico in ciò che è esposto nel senso letterale; ma tutte le cose in generale e ogni singolacosa, in particolare, contengono altre questioni. E questo è il caso non solo dei nomi, maanche dei numeri. Nella Parola ricorrono di frequente il numero tre, e anche il numerosette, per descrivere qualcosa di santo o di eminentemente sacro in ordine agli stati che itempi o altre cose implicano o rappresentano; e il significato è lo stesso nei minimiintervalli di tempo come nei più grandi perché, come le parti appartengono all'insieme,così le minime cose appartengono alle più grandi. Perché ci deve essere una somiglianzaaffinché l'insieme possa propriamente sortire dalle sue parti, o ciò che è più grande daisuoi minimi elementi. Così in Isaia:
Ora il Signore ha parlato, dicendo: Entro tre anni, come gli anni del mercenario, la gloria diMoab svanirà (Is. 16:14)
Ecco quel che il Signore mi disse, Entro un anno, computato secondo l'uso del mercenario, tuttala gloria di Kedar scomparirà (Is. 21:16)
dove sono esposti intervalli di tempo minori e maggiori. In Abacuc:
Signore, ho udito la tua gloria, e ho avuto timore. O Signore, fai rivivere la tua opera nel mezzodegli anni; nel mezzo degli anni fai conoscere la tua opera (Ab. 3:2)
dove nel mezzo degli anni, significa l'avvento del Signore. Negli intervalli minori è intesaogni venuta del Signore, come quando l'uomo è rigenerato; negli intervalli maggiori,quando la chiesa del Signore risorge di nuovo. Ciò è anche chiamato anno del riscatto inIsaia:
Il giorno della vendetta è nel mio cuore, ed è giunto l'anno del mio riscatto (Isaia 63:4)
Così anche i mille anni in cui Satana doveva essere incatenato (Ap 20:2, 7), e i mille annidella prima resurrezione (Ap 20:46), i quali, in alcun modo significano mille anni, ma iloro stati; perché, al pari dei giorni che esprimono degli stati, così anche gli anni; e gli statisono descritti attraverso il numero degli anni. Perciò è evidente che i tempi in questocapitolo implicano anche stati; perché ogni chiesa era in un diverso stato di percezionerispetto alle altre, secondo le differenti attitudini, ereditate e acquisite.
483. Con i nomi che seguono: Set, Enosh, Kenan, Mahalaleel, Jared, Enoch, Methuselah,Lamech e Noè, sono rappresentate altrettante chiese, di cui la prima e principale erachiamata uomo. La caratteristica principale di queste chiese era la percezione, per cui ledifferenze delle chiese di quel tempo erano differenze principalmente nella percezione.Posso qui riferire riguardo alla percezione, che nel cielo universale regna nient'altro cheuna percezione del bene e della verità, che è tale da non poter essere descritta, coninnumerevoli sfumature, in modo che nessuna società [celeste] gode della stessapercezione; le percezioni ivi esistenti si distinguono in generi e specie, ed i generi sonoinnumerevoli, e le specie di ogni genere sono allo stesso modo, innumerevoli; ma in meritoa questi soggetti, per misericordia Divina del Signore si tratterà qui di seguito. Dalmomento che ci sono innumerevoli generi e innumerevoli specie in ogni genere, e ancoradi più innumerevoli varietà in ogni specie, è evidente quanto poco o nulla, il mondoattuale conosca delle cose celesti e spirituali, poiché si ignora cosa sia la percezione, e sepure venisse esposta, non si crederebbe all'esistenza di una tale cosa; e così pureaccadrebbe in merito ad altre cose. La chiesa più antica rappresentava il regno celeste delSignore, anche in relazione alle differenze generali e particolari della percezione; mapoiché la natura della percezione, anche nel suo aspetto più generale, è attualmente deltutto sconosciuta, ogni riferimento ai generi e alle specie della percezione di queste chieseapparirebbe necessariamente oscuro e insolito. Essi erano allora distinti in case, famiglie enazioni, e contraevano matrimonio all'interno delle loro case e famiglie, in modo chepotessero perpetrarsi i generi e le specie della percezione, ed essere derivati dai genitori
esattamente come lo sono le propagazioni dei caratteri alla nascita; è per questo che coloroche appartenevano alla più antica chiesa abitano insieme nel cielo.
484. Che la chiesa chiamata Set era quasi come la più antica chiesa è evidente dal fattoche si dica che l'uomo generò a sua somiglianza, secondo la sua immagine, e diede il nomedi Set; il termine somiglianza è in relazione con la fede, e l'immagine, con l'amore. Chequesta chiesa non fosse identica alla più antica chiesa riguardo all'amore e alla suaconseguente fede, è evidente dalla precedente affermazione maschio e femmina li creò, libenedisse e chiamò il loro nome uomo, con cui è inteso l'uomo spirituale del sesto giorno, comesi è detto sopra, in modo che la somiglianza di questo uomo era con l'uomo spirituale delsesto giorno, vale a dire, l'amore non era ancora predominante; ciò nondimeno, la fede eracongiunta con l'amore.
485. Il fatto che una chiesa diversa è qui intesa per Set, rispetto a ciò che è stato descrittoin precedenza (Gen. 4:5), può essere visto al n. 435. Che chiese di dottrina diversa sonostate chiamate con lo stesso nome, è evidente da quelle che nel capitolo precedente (Gen. 4:1718) sono state chiamate Enoch e Lamech, mentre qui altre chiese sono ugualmentechiamate Enoch e Lamech (Gen. 5:21, 30)
486. Versetto 4. Dopo aver generato Set, l'uomo visse ottocento anni; e generò figli e figlie. Pergiorni si intendono i periodi e gli stati in generale; per anni, si intendono i periodi e glistati in particolare; per figli e figlie sono intese le verità e i beni che percepivano.
487. Che per giorni sono intesi i tempi e gli stati, in generale, è stato mostrato nel primocapitolo, in cui i giorni della creazione non hanno altro significato. Nella Parola è usualechiamare tutti i tempi giorni, come è manifestamente il caso in questo verso, e in quelli cheseguono (5, 8, 11, 14, 17, 20, 23, 27, 31); e quindi lo stato dei tempi in generale è ancherappresentato dai giorni; e quando vengono aggiunti gli anni, poi attraverso le stagionidegli anni sono intese le qualità degli stati, quindi gli stati, in particolare. Il più anticopopolo aveva numeri propri, con i quali essi intendevano varie cose relative alla chiesa,come i numeri tre, sette, dieci, dodici e molti che sono stati composti da questi e altri, con iquali descrivevano lo stato della chiesa; in ragione di ciò, questi numeri contengono arcaniche richiederebbero molto tempo per essere svelati. Costituivano una sorta di rendicontodegli stati della chiesa. La stessa cosa ricorre in molte parti della Parola, in particolare, inquella profetica. Nei riti della chiesa ebraica vi erano anche i numeri, in relazione ai tempie alle misure, come ad esempio riguardo a sacrifici, offerte, oblazioni, e altre cose, cheovunque significano cose sante. Le cose qui coinvolte, pertanto, nel numero ottocento e nelversetto successivo, nel numero novecentotrenta e nel numero di anni nei versetti seguenti,cioè, i cambiamenti di stato della loro chiesa sotto il profilo generale, sono esorbitanti peressere raccontate. Più avanti, per misericordia Divina del Signore, coglieremo l'occasione
per mostrare il significato dei numeri fino a dodici, perché fintanto che il significato diquesti non è noto, sarebbe impossibile comprendere il significato dei numeri composti.
488. Che per giorni si intendono gli stati, in generale, e per anni, gli stati in particolare,appare dalla Parola, come in Ezechiele:
Tu hai affrettato i tuoi giorni, e sei giunta al termine dei tuoi anni (Ez. 22:4)
parlando di coloro che commettono abomini, e colmano la misura dei loro peccati, il cuistato, in generale, è rappresentato dai giorni, e in particolare dagli anni. Così in Davide:
Tu aggiungi giorni ai giorni del re, e ai suoi anni, di generazione in generazione (Salmi 61:6)
parlando del Signore e del suo regno, dove anche giorni e anni significano lo stato del suoregno. Nello stesso libro:
Ripenso ai giorni antichi, gli anni lontani (Salmi 77:5)
dove i giorni antichi rappresentano gli stati della chiesa più antica , e gli anni lontani, glistati della chiesa antica. In Isaia:
Il giorno della vendetta è nel mio cuore, e l'anno del mio riscatto è giunto (Isaia 63:4)
parlando degli ultimi tempi, dove il giorno della vendetta significa uno stato di dannazione,e l'anno del riscatto, uno stato di beatitudine. Nello stesso profeta:
Per proclamare l'anno di grazia del Signore, e il giorno di vendetta del nostro Dio; per consolaretutti gli afflitti (Isaia 61:2)
in cui entrambi i giorni e gli anni significano stati. In Geremia:
Rinnova i nostri giorni come nei tempi antichi (Lam. 5:21)
dove si fa palese riferimento allo stato.
[2] In Gioele:
Il giorno del Signore viene, perché è vicino, a portata di mano; un giorno di tenebre e dicaligine, un giorno di nubi e oscurità, tale che non c'è mai stato, né ce ne sarà dopo, negli anni avenire, di generazione in generazione (Gioele 2:12)
dove giorno indica uno stato di tenebre e di caligine, di nubi e oscurità, ciascuno inparticolare, e tutti in generale. In Zaccaria:
Estirperò l'iniquità di questo paese in un sol giorno; In quel giorno ogni uomo inviterà il suovicino sotto la vite, e sotto l'albero di fico (Zaccaria 3:910)
Un giorno, noto al Signore, non vi sarà giorno né notte, e avverrà che a sera risplenderà la luce(Zaccaria 14:7)
dove è chiaro che si fa riferimento allo stato, perché è detto che ci sarà un giorno senzagiorno né notte, e alla sera vi sarà luce. Lo stesso emerge dalle espressioni del Decalogo:
Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano prolungati, e tu possa essere felicesulla terra (Deut. 5:16; 25:15)
dove i giorni prolungati non significano la lunghezza della vita, ma uno stato di felicità.
[3] In senso letterale, è inevitabile che appaia come se giorno significhi tempo, ma nelsenso interiore significa stato. Gli angeli, che sono nel senso interiore, non sanno cosa sia iltempo, perché essi non hanno il sole e la luna che contraddistinguono le cadenze deltempo; di conseguenza essi non sanno cosa siano i giorni e gli anni, ma hanno cognizionesolo degli stati e dei relativi cambiamenti; e quindi agli occhi degli angeli, che sono nelsenso interiore, tutto ciò che riguarda la materia, lo spazio e il tempo scompare, come nelsenso letterale di questo passo in Ezechiele:
Il giorno è vicino, vicino è il giorno del Signore, un giorno di nuvola; sarà il tempo delle nazioni(Ez. 30:3)
e in Gioele:
Ahi, che giorno! Perché il giorno del Signore è vicino, e verrà come distruzione (Gioele 1:15)
dove un giorno di nuvola significa una nuvola, ovvero la falsità; il giorno delle nazioni significa lenazioni, ovvero malvagità; il giorno del Signore significa distruzione. Quando la nozione di tempoviene rimossa, resta il concetto dello stato delle cose esistenti in quel tempo. Il caso è lo stessoriguardo ai giorni e agli anni che sono così spesso menzionati in questo capitolo.
489. Che per figli e figlie si intendono le verità e i beni di cui essi avevano una percezione,rispettivamente per figli le verità, e per figlie i beni, è evidente da molti passi nei profeti;perché nella Parola, come anche nei tempi antichi, le concezioni e le nascite della chiesasono chiamate figli e figlie, come in Isaia:
Le nazioni cammineranno alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere; alza gli occhi intornoe guarda; tutti si radunano insieme e vengono a te; i tuoi figli verranno da lontano, e le tue figliesono condotte al tuo fianco; allora li vedrai incedere insieme, e il tuo cuore sarà pieno di stuporee si allargherà (Is. 60:35)
dove i figli rappresentano le verità, e le figlie, i beni.
[2] In Davide:
Liberami e salvami dalle mani dei figli dello straniero, la cui bocca pronuncia vanità; che i nostrifigli siano come piante rigogliose in gioventù, e le nostre figlie siano pietre angolari scavatenella forma di un tempio (Salmi 44:1112)
dove i figli dello straniero significano le verità spurie o le falsità; i nostri figli significano leverità; le nostre figlie, i beni.
[3] In Isaia:
Dirò al settentrione, Rinuncia, e al mezzogiorno, Non trattenerli; riporta i miei figli da lontano, ele mie figlie dalle estremità della terra; libera i ciechi, ed essi vedranno; i sordi, ed essi udranno(Isaia 43:6, 8)
in cui, i figli significano le verità; le figlie, i beni; i ciechi, coloro che vorrebbero vedere leverità; e i sordi, coloro che vorrebbero obbedire ad esse.
[4] In Geremia:
La vergogna ha divorato la fatica dei nostri padri dalla nostra giovinezza; i loro greggi, i loroarmenti, i loro figli e le loro figlie (Ger. 3:24)
dove figli e figlie significano verità e beni. Che bambini e figli significano le verità è palese in Isaia:
Giacobbe non avrà più da vergognarsi, non vedrà ridursi il suo volto come cera pallida; perchéquando vedrà i suoi bambini, opera delle mie mani nel mezzo di lui, santificheranno il mionome, e consacreranno il solo Santo di Giacobbe, e avranno timore del Dio di Israele; anchecoloro che errano nello spirito sapranno comprendere (Is. 29:2224).
dove il solo Santo di Giacobbe, il Dio di Israele, significa il Signore; i bambini significano irigenerati, che hanno la percezione del bene e della verità, come è in effetti spiegato.
[5] Nello stesso profeta:
Esulta, o sterile, tu che non hai partorito, perché sono più i figli dell'abbandono che i figli dellamoglie sposata (Isaia 54: 1).
dove i figli dell'abbandono significano le verità della chiesa primitiva, o quella dei gentili; ifigli della moglie sposata, sono le verità della chiesa ebraica.
[6] In Geremia:
La mia tenda è devastata e tutte le mie corde sono strappate; i miei figli mi hanno lasciato e nonsono più (Ger. 10:20)
dove i figli significano le verità. Nello stesso profeta:
I suoi figli saranno come una volta, la loro adunanza sarà ristabilita innanzi a me (Ger. 30:20)
dove i figli significano le verità dell'antica chiesa. In Zaccaria:
Io risveglierò i tuoi figli, o Sion, con i tuoi figli, o Javan, e farò di voi come la spada di un prode(Zac. 9:13)
volendo intendere le verità della fede, dall'amore.
490. Nella Parola figlie spesso rappresentano i beni; come in Davide:
Figlie di re erano tra le tue predilette; alla tua destra era la regina ornata nel migliore degli ori diOfir; la figlia di Tiro portava un dono; la figlia del re è tutta splendore; in oro cesellato sono lesue vesti; al posto dei tuoi padri saranno i tuoi figli (Salmi 45:1017)
dove il bene e la bellezza dell'amore e della fede sono descritti attraverso le figlie. Perquesto le chiese sono chiamate figlie in virtù dei beni, come la figlia di Sion e la figlia diGerusalemme (Is. 37:22, e in molti altri luoghi); sono anche chiamate figlie del mio popolo (Is.22:4.), figlia di Tarso (Is. 23:10), figlia di Sidone (versetto 12), e figlie nel campo (Ez. 26:6,8).
491. Le stesse cose si intendono per figli e figlie in questo capitolo (versetti 4, 7, 10, 13, 16,19, 26, 30), e, come è la chiesa, tali sono i figli e le figlie, cioè, tali sono le verità e i beni; leverità e i beni di cui qui si parla sono tali quali erano distintamente percepite, presso la piùantica chiesa, la principale e progenitrice di tutte le altre chiese che si sono succedute.
492. Versetto 5. E tutti i giorni che l'uomo visse erano novecentotrenta anni; e morì. Con giornie anni qui sono intesi gli stati, come sopra; per la morte dell'uomo si intende che talepercezione non esisteva più.
493. Che per giorni e anni si intendono gli stati, non necessita di ulteriore spiegazione, senon per dire che nel mondo ci debbono necessariamente essere tempi e misure, ai quali inumeri fanno riferimento perché sono gli estremi della natura; ma ogni volta che ricorrononella Parola, i numeri dei giorni, degli anni, e anche delle misure, hanno un significatoavulso dal tempo e dalle misure; come dove si dice che ci sono sei giorni di lavoro, e che ilsettimo è santo; che il giubileo dovrebbe essere proclamato ogni quarantanove anni, edovrebbe essere celebrato nel cinquantesimo anno; che le tribù d'Israele erano dodici,come anche gli apostoli del Signore; che c'erano settanta anziani, e altrettanti discepoli delSignore; e così in molti altri casi in cui i numeri hanno un significato speciale estraneo alsoggetto letterale cui si riferiscono; e quando quindi si sopprime il significato letterale,allora sono gli stati ad essere rappresentati dai numeri.
494. Che morto, significa che non vi era più tale percezione è evidente dal significato dellaparola morto cioè, di una cosa che cessa di essere tale come era stata. Così in Giovanni:
All'angelo della chiesa di Sardi scrivi: Queste cose dice colui che ha i sette spiriti, e le sette stelle,Io conosco le tue opere, che sostieni di vivere, ma sei morto; sii vigile, e consolida le cose cherestano, che stanno per morire; perché non ho trovato le tue opere perfette davanti a Dio(Apocalisse 3:12)
In Geremia:
Caccerò via tua madre che ti ha partorito, in un altro paese dove non foste generati, e làmorirete (Ger. 22:26)
dove madre significa la chiesa. Infatti, come abbiamo detto, lo stato della chiesa decresce edegenera, e perde la sua integrità incontaminata, soprattutto a causa dell'aumento delmale ereditario, perché ogni genitore che si succede aggiunge nuovo male a quello che haereditato. Tutto il male attuale nei genitori si esprime secondo una particolare indole, chequando ricorre spesso, diviene loro familiare, e si aggiunge al loro male ereditario, e sitrasmette nei loro figli, e così ai posteri. In questo modo il male ereditario è immensamenteaumentato nei discendenti. Che sia così è evidente dal fatto che le cattive inclinazioni deibambini sono esattamente come quelle dei loro progenitori. Alquanto falsa è l'opinione dicoloro che sostengono che non vi sia male ereditario se non quello che essi adduconoessere stato impiantato in noi da Adamo (si veda al n. 313). La verità è che ognunoproduce un male ereditario attraverso i propri peccati attuali, che aggiunge ai mali che haereditato, e che in questo modo si accumulano, e rimangono in tutti i discendenti, né sonodiminuiti tranne che in quelli che vengono rigenerati dal Signore. In ogni chiesa questa è lacausa principale della degenerazione, e fu così presso la più antica chiesa.
495. In che modo lo stato della più antica chiesa è diminuito non può apparire a menoche non si sappia che cosa è la percezione; perché era una chiesa percettiva, come neltempo presente non ne esistono. La percezione di una chiesa consiste in questo, che i suoimembri percepiscono dal Signore ciò che è bene e vero, allo stesso modo degli angeli; nontanto il bene e la verità della società civile, quanto il bene e la verità dell'amore verso ilSignore e della fede in lui. Da una professione di fede che è confermata dalla vita si puòvedere ciò che è la percezione, e se abbia una qualche esistenza.
496. Versetto 6. E Set visse centocinque anni, e generò Enosh. Set, come è stato osservato, è laseconda chiesa, meno celeste della più antica chiesa, da cui discende, e nondimeno, è una
delle più antiche chiese. Che essa, visse centocinque anni, significa, come prima, i tempi egli stati; che generò Enosh, significa che da essa discese un'altra chiesa che è stata chiamataEnosh.
497. Che Set è la seconda chiesa, meno celeste della più antica chiesa, da cui discende, enondimeno, è una delle più antiche chiese, può apparire da quanto detto sopra riguardo aSet (versetto 3). Le chiese, come è stato detto, gradualmente, nel corso del tempo,decrescono nella loro qualità essenziale, per i motivi sopra specificati.
498. Che essa generò Enosh cioè che da essa discese un'altra chiesa chiamata Enosh èevidente dal fatto che in questo capitolo i nomi non significano altro che le chiese.
499. Versetti 7, 8. E Set visse, dopo aver generato Enosh per ottocentosette anni e generò figli efiglie. E tutti i giorni che Set visse erano novecentododici anni; e morì. I giorni, e il numero deglianni, significano qui come prima i tempi e gli stati. Figli e figlie, hanno lo stesso significatoesplicitato più sopra; e così pure l'affermazione, morì.
500. Versetto 9. Ed Enosh visse novant'anni, e generò Kenan. Per Enosh, come si è dettoprima, è rappresentata la terza chiesa, ancora meno celeste della chiesa denominata Set, enondimeno, è una delle più antiche chiese. Per Kenan, è intesa una quarta chiesa,succeduta alle precedenti.
501. Riguardo alle chiese che nel corso del tempo si sono succedute una all'altra, e di cuisi dice che una è nata da un'altra, il caso è simile a ciò che avviene con i frutti, o con i lorosemi. In mezzo a questi, cioè, nel loro intimo, ci sono per così dire i frutti dei frutti o i semidei semi, attraverso cui vivono le generazioni successive. Le più remote sono dall'intimoverso la circonferenza; le meno antiche, dall'essenza del frutto o del seme che è in loro,fino alla cuticola o rivestimento in cui i frutti o semi terminano. O come nel caso delcervello, nelle cui parti intime vi sono sottili forme organiche chiamate sostanze corticali,dalle quali e verso le quali, le operazioni dell'anima procedono; e da cui in ordine regolarei rivestimenti più raffinati seguono in successione, poi quelli più densi, e, infine, irivestimenti generali chiamati meningi, che sono chiusi in rivestimenti ancora più generali,e infine nel più generale di tutti, che è il cranio.
502. Queste tre chiese, uomo, Set ed Enosh, costituiscono la più antica chiesa, distinta inordine dalla perfezione delle percezioni: la facoltà percettiva della prima chiesagradualmente diminuisce nelle chiese successive, e diviene più generale, come è statoosservato riguardo al frutto , o al suo seme, o al cervello. La perfezione consiste nellafacoltà di percepire distintamente; facoltà che è diminuita quando la percezione è menonetta e più in generale. Una percezione più oscura quindi succede in luogo di quella cheera chiara, e così comincia a decrescere.
503. La facoltà percettiva della più antica chiesa consisteva non solo nella percezione diciò che è bene e vero, ma anche nella felicità e nella gioia derivante dall'agire bene; senzatale felicità e gioia, nel fare ciò che è bene la facoltà percettiva non ha vita, ma in virtù ditale felicità e gioia, riceve la vita. La vita dell'amore e la fede che ne deriva, di cui eradotata la più antica chiesa, è la vita nell'esercizio dell'uso, cioè nel bene e nella veritàdell'uso: a partire dall'uso, per mezzo dell'uso, e conformemente all'uso, è la vita data dalSignore; non vi può essere vita in ciò che è privo di uso, perché tutto ciò che non è uso, ègettato via. In virtù dell'uso le genti più antiche erano una somiglianza del Signore, equindi nella facoltà percettiva sono diventate immagini di lui. La facoltà percettivaconsiste nel sapere ciò che è bene e vero, di conseguenza, ciò che appartiene alla fede: coluiche è nell'amore non è felice nel sapere, ma nel fare ciò che è bene e vero, cioè, nelcompiere l'uso.
504. Versetti 10, 11. Ed Enosh visse, dopo aver generato Kenan, ottocentoquindici anni, e generòfigli e figlie. E tutti i giorni di Enosh furono novecentocinque anni, e poi morì. Qui, allo stessomodo i giorni e il numero degli anni, e anche, figli e figlie, e la sua morte, significano lestesse cose.
505. Enosh, come prima osservato, è la terza chiesa, e nondimeno, è una delle chiese piùantiche, ma meno celeste, e di conseguenza, meno percettiva, della chiesa denominata Set;e quest'ultima non era così celeste e percettiva come la chiesa madre, chiamata uomo.Queste tre costituiscono la più antica chiesa, che, rispetto alle successive, era come il cuoredel frutto, o del seme, mentre le chiese successive erano come le parti più grossolane.
506. Versetto 12. E Kenan visse settant'anni e generò Mahalaleel. Con Kenan si intende laquarta chiesa, e per ,"Mahalaleel, la quinta.
507. La chiesa detta Kenan, non deve essere considerata alla stregua delle tre più perfette,in quanto alla percezione, che nelle prime chiese era distinta, e poi ha cominciato adiventare generale, cosi come il cuore del frutto o del seme è più morbido della parte piùesterna; lo stato [di questa chiesa] non è descritto, ma risulta da quanto segue, dalladescrizione delle chiese denominate Enoch e Noè.
508. Versetti 13, 14. E Kenan visse, dopo aver generato Mahalaleel, ottocentoquaranta anni, egenerò figli e figlie. E tutti i giorni di Kenan furono novecentodieci anni, e poi morì. I giorni e ilnumero degli anni hanno lo stesso significato qui sopra. Figli e figlie, qui anche significanoverità e beni, di cui, i membri della chiesa avevano percezione, ma in modo più generale.Anche qui, morte significa similmente la cessazione di un tale stato di percezione.
509. Deve essere qui sottolineato che tutte le cose sono definite in relazione allo statodella chiesa.
510. Versetto 15. E Mahalaleel visse sessantacinque anni e generò Jared. Con Mahalaleel èintesa, come sopra detto, la quinta chiesa; con Jared, la sesta.
511. Poiché la facoltà percettiva è decresciuta, e da essere nitida o distinta, è diventatapiù generale o oscura, così è accaduto anche per la vita dell'amore o degli usi; perché,come è la vita dell'amore o degli usi, tale è la facoltà percettiva. Celeste è conoscere la veritàattraverso il bene. La vita di coloro che costituivano la chiesa denominata Mahalaleel, eratale che essi preferivano il piacere delle verità piuttosto che la gioia degli usi, come mi èstato dato di conoscere per esperienza, tra loro, nell'altra vita.
512. Versetti 16, 17. E Mahalaleel visse, dopo aver generato Jared, ottocentotrenta anni, e generòfigli e figlie. E tutti i giorni che Mahalaleel visse furono ottocentonovantacinque anni, poi morì. Ilsignificato di questi versetti è lo stesso di quelli che precedono.
513. Versetto 18. E Jared visse centosessantadue anni, e generò Enoch. Con Jared, come primadetto, è intesa la sesta chiesa; con Enoch, la settima.
514. Della chiesa denominata Jared nulla è riferito in particolare; ma il suo carattere puòessere conosciuto dalla chiesa Mahalaleel, che la ha preceduta, e dalla chiesa "Enoch" chele è succeduta, tra le quali era intermedia.
515. Versetti 19, 20. E Jared visse, dopo aver generato Enoch, ottocento anni e generò figli efiglie. E tutti i giorni di Jared furono novecentosessantadue anni, e morì. Il significato di questeparole è anche simile a quelle dei versetti che precedono. Che l'età dei popoli vissuti primadel diluvio, non era così grandi, come quella di Jared (novecentosessantadue anni) e diMethuselah (novecentosessantanove anni) deve essere evidente a chiunque, specialmenteda ciò che, per misericordia Divina del Signore, si dirà al versetto 3 del prossimo capitolo,dove leggiamo: I loro giorni saranno centoventi anni; pertanto, il numero degli anni nonsignifica l'età di un uomo in particolare, ma i tempi e gli stati della chiesa.
516. Versetto 21. E Enoch visse sessantacinque anni e generò Methuselah. Con Enoch, comeprima detto, è intesa la settima chiesa; e con Methuselah, l'ottava.
517. La qualità della chiesa Enoch, è descritta nei versetti seguenti.
518. Versetto 22. Ed Enoch camminò con Dio, dopo aver generato Methuselah, per trecento anni;e generò figli e figlie. Per, camminare con Dio, si intende la dottrina in materia di fede. Chegenerò figli e figlie, concerne le questioni dottrinali relative alla verità e al bene.
519. Vi furono alcuni a quei tempi che elaborarono dottrine dalle cose che erano stateoggetto di percezione nella più antica chiesa e nelle successive, in modo che tale dottrinapotesse servire come regola per conoscere ciò che era bene e vero: queste persone eranochiamate Enoch. Questo è ciò che si intende con le parole, Enoch camminò con Dio; e così fuchiamata questa dottrina, rappresentata dal nome di Enoch, che significa istruire. Lo stesso
è evidente anche dal significato dell'espressione, camminare, e dal fatto che si dice cheabbia camminato con Dio, non con il Signore. Camminare con Dio sta per insegnare e viveresecondo la dottrina della fede, mentre, camminare con il Signore sta per vivere la vitadell'amore. Camminare è un'espressione abituale con la quale si intende vivere, comecamminare nella legge, camminare nelle regole e camminare nella verità. Camminare è indiretta relazione con la via, la quale a sua volta è in relazione con la verità, di conseguenzacon la fede, o con la dottrina della fede. Cosa si intende nella Parola per camminare, può inqualche misura apparire dai seguenti passi.
[2] In Michea:
Ti ha mostrato, o uomo, ciò che è bene e che cosa Signore ti ingiunge di fare: agire con giustizia,amore per la misericordia, e camminare umilmente con il tuo Dio? (Michea 6: 8)
dove camminare con Dio significa vivere secondo ciò che è qui specificato; qui, si dice conDio, mentre con Enoch è usata un'altra parola che significa appresso a Dio, in modo chel'espressione risulta ambigua. In Davide:
Tu hai liberato i miei piedi dalla caduta, in modo che io possa camminare davanti a Dio nellaluce dei viventi (Salmi 56:13)
dove camminare davanti a Dio significa camminare nella verità della fede, che è la luce deiviventi. Allo stesso modo in Isaia:
Le persone che camminano nelle tenebre hanno visto una grande luce (Is. 9:1)
Così dice il Signore per mezzo di Mosè:
Io camminerò nel mezzo, e sarò vostro Dio, e voi sarete il mio popolo (Lev. 26:12)
per intendere che essi devono vivere secondo la dottrina della legge.
[3] In Geremia:
Esse saranno sparse davanti al sole, alla luna, e agli eserciti del cielo, che essi hanno amato, e acui hanno servito, e al seguito dei quali hanno camminato, e che essi hanno cercato (Ger 8:2)
dove viene fatta una distinzione tra le cose dell'amore, e quelle della fede; le cosedell'amore essendo espresse da amare e servire; e quelle della fede, da camminare e cercare.In tutti gli scritti profetici ogni espressione è usata con accuratezza, né un termine è maiusato al posto di un altro. E camminare con il Signore o innanzi al Signore, significa, nellaParola, vivere la vita dell'amore.
520. Versetti 23, 24. E tutti i giorni che Enoch visse erano trecentosessantacinque anni. EdEnoch camminò con Dio; ed egli non era più perché Dio lo prese. Che, tutti i giorni di Enocherano trecentosessantacinque anni, significa che fu un breve periodo. Per, camminare conDio, si intende, come sopra, la dottrina della fede. Per, non era più, perché Dio lo prese, siintende la conservazione della dottrina per l'uso dei posteri.
521. In merito all'espressione non era più, perché Dio lo prese, inerente la conservazione diquella dottrina per l'uso dei posteri, il caso di Enoch, come già detto, è che si riduce indottrina ciò che nella chiesa più antica chiesa formava oggetto diretto di percezione e che,al tempo di quella chiesa non era accessibile; perché sapere dalla percezione è cosa moltodiversa dall'apprendere per mezzo della dottrina. Coloro che sono nella percezione nonhanno bisogno di imparare dalle formule della dottrina ciò che sanno già. Ad esempio,colui che è aduso a ragionare secondo il bene, e a pensare bene, non ha bisogno diapprenderlo attraverso regole, perché in questo modo la sua facoltà di pensare beneverrebbe compromessa. Perché a coloro che apprendono dalla percezione, il Signoreconcede di sapere ciò che è bene e vero in una modalità interiore; viceversa, a chi imparadalla dottrina, la conoscenza è data in una modalità esteriore, ovvero quella dei sensicorporei; e la differenza è come quella tra la luce e l'oscurità. Deve poi considerarsi che lepercezioni dell'uomo celeste sono tali da non ammettere descrizioni, perché esse entranonelle cose più minute e particolari, quali tutte le varietà secondo gli stati e le circostanze.Ma è stato previsto che la facoltà percettiva della più antica chiesa sarebbe perita, e che poil'uomo avrebbe appreso dalle dottrine ciò che è vero e bene, ovvero che, dal buio sarebbevenuto alla luce. Perciò qui è scritto che Dio lo prese, cioè, ha conservato la dottrina perl'uso dei posteri.
522. Lo stato e la qualità della percezione presso coloro che erano chiamati Enoch mi èstato reso noto. Era una sorta di percezione oscura, generica, senza alcuna distinzione;perché in tale stato, la mente proietta la vista al di fuori di sé, nelle cose dottrinali.
523. Versetto 25. E Methuselah aveva centottantasette anni quando generò Lamech. ConMethuselah, è intesa l'ottava chiesa, e con Lamech, la nona.
524. Nulla è scritto in merito alla qualità di questa chiesa; ma che la sua facoltà percettivafu generica e oscura, è evidente dalla descrizione della chiesa detta Noè; la perfezione èdunque decrescente, e con la perfezione, la sapienza e l'intelligenza.
525. Versetti 26, 27. E Methuselah visse, dopo aver generato Lamech, settecentottantadue anni; egenero figli e figlie. E tutti i giorni che Methuselah visse erano novecentosessantanove anni; e morì.Queste parole hanno un significato simile alle precedenti.
526. Versetto 28. E Lamech visse centonovanta anni, e generò un figlio. Con Lamech è quiintesa la nona chiesa, in cui la percezione della verità e del bene era così generica e oscurache non viene attribuito un nome alla chiesa immediatamente successiva, in modo che lachiesa fu distrutta. Con figlio, si intende il sorgere di una nuova chiesa.
527. Che per Lamech è intesa una chiesa in cui la percezione della verità e del bene eracosì generica e oscura da non avere un successore, di conseguenza, una chiesa devastata,appare da quanto è stato detto nel capitolo precedente, e da quanto segue nel versettosuccessivo. Lamech nel capitolo precedente ha quasi lo stesso significato che in questo, cioè,devastazione (riguardo alla quale si veda Genesi 4:18, 19, 23, 24); e colui che lo generò èanche chiamato quasi con lo stesso nome, Methusael, in modo che le cose rappresentate dainomi sono analoghe. Con Methusael e Methuselah è significato qualcosa che sta per morire;e con Lamech ciò che è distrutto.
528. Versetto 29. E lo chiamò Noè, dicendo, Egli sarà di conforto per il nostro lavoro e per lefatiche delle nostre mani sul suolo che il Signore ha maledetto. Con Noè, è significata la chiesaantica. Per, conforto del nostro lavoro e della fatica delle nostre mani, sul suolo che ilSignore ha maledetto, è intesa la dottrina, per cui ciò che era stato pervertito sarebbe statorestaurato.
529. Che per Noè è significata la chiesa antica, o la madre di tre chiese dopo il diluvio,emergerà dalle pagine seguenti, dove si tratterà ampiamente di Noè.
530. Con i nomi in questo capitolo, come si è detto, sono rappresentate le chiese o, il che èlo stesso, le dottrine; perché la chiesa esiste e ha il suo nome dalla dottrina; quindi Noèrappresenta la chiesa antica, o la dottrina che è rimasta della più antica chiesa. Si è giàdetto del declino delle chiese o dottrine, fino a quando non rimane alcunché del bene edella verità della fede; e quindi nella Parola è detto che la chiesa è devastata. E nondimeno,ciò che rimane è sempre preservato, o alcuni presso i quali il bene e la verità della federimangono, sebbene siano in pochi; perché, soltanto se il bene e la verità della fede sonostati conservati in questi pochi, vi può essere congiunzione del cielo con l'umanità.Riguardo ai resti che sono singolarmente, in un uomo, quanto più limitati sono, tantominori sono gli argomenti della ragione e della conoscenza che possono essere illuminati.Perché la luce del bene e della verità fluisce dai resti, o attraverso i resti, dal Signore. Se
non vi fossero resti in un uomo, questi non sarebbe un uomo, ma un essere molto più vileche un bruto; minore è il numero dei resti, meno egli è un uomo; e più resti ci sono, piùegli è un uomo. I resti sono come una stella celeste, che, più piccola è, meno luce dà, e piùgrande è, più luce dà. Il poco che è rimasto dalla più antica chiesa era tra coloro checostituivano la chiesa detta Noè; ma questi non erano resti di percezione, ma diperfezione, e anche di dottrina derivata dalle cose della percezione nelle più antichechiese. Quindi una nuova chiesa è stata ora elevata dal Signore; ed essendo questa di uncarattere completamente diverso dalle più antiche chiese, si deve chiamare chiesa anticaper il fatto che esisteva alla fine dei tempi prima del diluvio, e nel periodoimmediatamente successivo. Di questa chiesa, per misericordia Divina del Signore, si diràancora di seguito.
531. Che per conforto del nostro lavoro e della fatica delle nostre mani, sul suolo che il Signoreha maledetto è intesa la dottrina, per cui ciò che era stato pervertito sarebbe stato restaurato,emergerà anche, per misericordia Divina del Signore, nelle pagine che seguono. Per lavorosi intende che non potevano percepire ciò che è vero, salvo che con fatica e sofferenza. Perfatica delle mani sul suolo che il Signore ha maledetto è inteso che non potevano agire secondoil bene. Così è descritto Lamech, cioè, la chiesa devastata. C'è lavoro e fatica delle mani,quando, da se stessi o dal loro proprio, gli uomini devono cercare ciò che è vero e fare ciòche è bene. Ciò che procede da questo è il suolo che Signore ha maledetto cioè, nient'altro cheil falso e il male (ciò che si intende con maledizione del Signore può essere visto sopra, n.245). Conforto fa riferimento al figlio, o Noè, con cui è intesa una nuova rigenerazione,quindi una nuova chiesa, che è la chiesa antica. Con questa chiesa, ovvero Noè, allo stessomodo è significato, ciò che resta e il conforto che viene che viene da ciò che resta, propriocome è stato detto della più antica chiesa che era il settimo giorno, in cui Signore riposò (sivedano i n. 8488).
532. Versetti 30, 31. E Lamech visse, dopo aver generato Noè, cinquecentonovantacinque anni, egenerò figli e figlie. E tutti i giorni di Lamech erano settecentosettantasette anni, e morì. ConLamech, come prima detto, è significata la chiesa devastata Per figli e figlie, sonosignificate le concezioni e le nascite di una tale chiesa.
533. Poiché niente di più è scritto riguardo a Lamech, se non che generò figli e figlie, chesono le concezioni e le nascite di una tale chiesa, non è necessario soffermarsi oltre sulsoggetto. Come era la chiesa, tali erano le nascite da essa. Entrambe le chiese denominateMethuselah e Lamech si estinsero poco prima del diluvio.
534. Versetto 32. E Noè aveva cinquecento anni quando generò Sem, Cam e Jafet. Con Noè,come è stato detto, è intesa la chiesa antica. Per Sem, Cam e Jafet sono intese le tre chieseantiche il cui progenitore è la chiesa denominata Noè.
535. Che la chiesa denominata Noè non è da annoverare fra le chiese che precedettero ildiluvio, appare dal versetto 29, dove si dice che essa sarebbe stata di conforto per il lorolavoro e per la fatica delle loro mani, sulla terra che il Signore ha maledetto. Il conforto sta nel fattoche essa sarebbe sopravvissuta. Ma riguardo a Noè e ai suoi figli, per misericordia Divinadel Signore, si tratterà qui di seguito.
536. Poiché nelle pagine che precedono molto è stato detto a proposito della percezioneposseduta dalle chiese che esistevano prima del diluvio, mentre nel tempo presente questapercezione è una cosa totalmente sconosciuta, tale che alcuni possono immaginare che siauna sorta di rivelazione continua, o qualcosa di radicato nell'uomo; altri che è una cosapuramente immaginaria, e altro ancora. Poiché la percezione è la stessa percezione celestedata dal Signore a coloro che sono nella fede dall'amore, e poiché vi è percezione nel cielouniversale di una varietà infinita: quindi affinché vi possa essere tra gli uomini qualcheidea di ciò che è la percezione, per misericordia Divina del Signore, mi è consentito nellepagine seguenti di descrivere i principali tipi di percezione che esiste nei cieli.
Seguito del cielo e della gioia celeste
537. Un certo spirito si è approssimato alla mia sinistra, chiedendomi se sapevo in chemodo egli avrebbe potuto accedere al cielo. Mi fu permesso di dirgli che l'ammissione nelcielo è prerogativa esclusiva del Signore, il quale solo conosce le qualità di ciascun uomo.Moltissimi arrivano dal mondo con l'unico intento di raggiungere il cielo, essendoabbastanza ignoranti riguardo a cosa sia il cielo, e cosa, la gioia celeste. Il cielo è amorereciproco, e la gioia celeste è la gioia che ne deriva. Pertanto coloro che non conosconoquesti soggetti vengono prima istruiti attraverso esperienze reali. Ad esempio, vi era uncerto spirito, recentemente arrivato dal mondo, che allo stesso modo, desiderava il cielo, ein modo che egli potesse percepire la natura del cielo e qualcosa della gioia celeste, il suointimo è stato aperto. Ma non appena le ha percepite ha cominciato a lamentarsi e acontorcersi, e ha supplicato di essere riportato indietro, dicendo che non avrebbe potutorestare a causa dell'angoscia; e di conseguenza il suo intimo è stato chiuso verso il cielo, ein questo modo è stato riportato alla sua condizione. Da questo esempio possiamo vederecon quali rimorsi di coscienza e con quale angoscia sono tormentati coloro che non sonostati preparati per essere ammessi nella stretta via.
538. Vi erano alcuni che intendevano essere ammessi nel cielo senza sapere che cosafosse il cielo. Gli era stato detto che se non erano nella fede dall'amore, entrare nel cielosarebbe stato pericoloso come andare verso una fiamma; e nondimeno hanno insistito.Quando sono arrivati al prima ingresso, vale a dire, la sfera inferiore degli spiriti angelici,erano tormentati così intensamente che si sono fuggiti a capofitto indietro, e in questo
modo hanno appreso quanto sia pericoloso semplicemente avvicinarsi al cielo finché nonsi è preparati dal Signore a ricevere le affezioni della fede.
539. Un certo spirito che durante la sua vita nel corpo era stato adultero, nutriva ildesiderio di essere ammesso alla prima soglia del cielo. Appena arrivato ha cominciato asoffrire e a percepire la propria puzza cadaverica, finché non poteva sopportarla più. Glisembrava che se fosse andato oltre sarebbe perito, ed è stato quindi gettato giù nella terrainferiore, infuriato per il fatto che aveva dovuto subire quel tormento alla prima soglia delcielo, solo perché si era avvicinato ad una sfera che era contraria a quella degli adulteri.Egli è tra i miserabili.
540. Quasi tutti coloro che entrano nell'altra vita ignorano la natura della felicità celeste edella beatitudine, perché non conoscono la natura e la qualità della gioia interiore. Essiconcepiscono un'idea di ciò conforme ai piaceri e le gioie del corpo e del mondo. Ciò cheessi ignorano o suppongono essere nulla, cioè la verità, è che i piaceri e le gioie del corpo edel mondo sono inesistenti e fallaci. Pertanto, affinché coloro che sono disposti verso ilbene possano apprendere e conoscere cosa sia la gioia celeste, vengono condotti in primoluogo in paradisi che superano ogni immaginazione (riguardo ai quali, per misericordiaDivina del Signore, si farà cenno di seguito), ed essi credono di essere arrivati nel cielo.Ma, viene insegnato loro che non si tratta di autentica felicità celeste, e gli è quindipermesso sperimentare gli stati interiori della gioia che sono percepibili nel loro intimoessere. Essi vengono poi condotti in uno stato di pace, fin nel loro essere più profondo, econfessano che nulla di ciò è affatto esprimibile o immaginabile. E infine sono introdotti inuno stato di innocenza, anche nella loro intima affezione. In questo modo gli è permesso diapprendere la natura della verità spirituale e del bene celeste.
541. Alcuni spiriti che erano ignari della natura della gioia celeste sono statiinaspettatamente assunti in cielo dopo essere stati condotti in un stato tale da renderequesto possibile, vale a dire uno stato in cui le loro cose corporee e le loro vanità eranosospese. Da lì ho sentito uno che mi diceva che ora per la prima volta percepiva quanto ègrande la gioia nel cielo, e che si era ingannato enormemente avendo un'altra idea di essa,ma che ora percepiva nel suo intimo essere una gioia incommensurabilmente più grandedi quanto avesse mai provato in nessun piacere fisico, come gli uomini che sono nelpiacere della vita del corpo, che egli chiamò caduco.
542. Coloro che sono assunti in cielo in modo che essi possano conoscere la sua qualità, ohanno le loro cose corporee e le vanità in uno stato di sospensione perché nessuno puòentrare in cielo portando con sé ciò che è corporeo è le idee fantasiose concepite nel mondo oppure sono circondati da una sfera di spiriti che miracolosamente temperano tali cose inquanto sono impure e causano disarmonia. Presso alcuni viene aperto il loro intimo. Inquesti e altri modi essi vengono preparati, secondo la loro vita e l'indole di lì acquisita.
543. Alcuni spiriti desideravano conoscere la natura della gioia celeste, e sono statipertanto autorizzati a percepirla nel loro intimo, a tal punto che non potevano piùsopportarla; e tuttavia, non si trattava della gioia angelica, essendo quasi pari alla minimagioia angelica, come mi è stato dato di percepire da una comunicazione della loro gioia. Daciò era evidente non solo che esistono i gradi della gioia, e che quando qualcuno riceve lasua gioia più profonda, è nella sua gioia celeste e non può sopportare ciò che è ancora piùinteriore, perché risulterebbe doloroso.
544. Alcuni spiriti che sono stati ammessi nel cielo dell'innocenza, del primo cielo, mihanno parlato di là, confessandomi che lo stato di gioia e letizia era tale che non avrebberomai potuto concepire alcuna idea di esso. Nondimeno, questo era solo il primo cielo, e visono tre cieli, e stati distinti di innocenza in ciascuno, con le loro innumerevoli varietà.
545. Ma affinché io potessi conoscere la natura e la qualità del cielo e della gioia celeste,per lungo tempo e spesso, mi è stato permesso dal Signore di percepire le delizie dellegioie celesti, in modo che le conosco per esperienza reale, ma non posso in alcun mododescriverle. Tuttavia, al fine di dare qualche idea di esse posso dire che la gioia celeste èun'affezione di innumerevoli delizie e gioie che formano una generale e simultanea gioia,nella quale vi sono armonie di innumerevoli affezioni che non vengono percepitedistintamente, perché la percezione è generale. Eppure mi fu permesso di percepire che cisono cose innumerevoli all'interno di essa, in un ordine che non può mai essere descritto,poiché esse fluiscono dall'ordine del cielo. Tale ordine esiste in ogni minima cosadell'affezione, che nell'insieme si presenta ed è percepita come qualcosa di molto generalesecondo la capacità di colui che è il soggetto dell'affezione. In una parola, in ogni gioiagenerale o affezione ci sono illimitate cose coordinate in una forma più perfetta, e non vi ènulla che non sia vivo o che non influenzi anche le cose più intime del nostro essere,perché le gioie celesti procedono attraverso le cose più intime. Ho percepito anche che legioia e le delizie appaiono come se procedano dal cuore, e molto dolcemente si diffondonoattraverso tutte le intime fibre, e quindi nelle diramazioni, con un tale senso intimo digioia che la fibra è come se fosse nient'altro che gioia e bontà; e allo stesso modo, laderivante sfera percettiva e sensibile, è vivificata dalla felicità. In confronto con questegioie la gioia dei piaceri del corpo è come polvere grossolana e pungente rispetto ad unapura e delicata brezza.
546. Affinché io potessi conoscere la condizione di coloro che desiderano essere nel cieloma non sono tali da poter essere ammessi lì, una volta quando ero in qualche societàceleste, un angelo mi è apparso come bambino con una corona di fiori blu sulla testa, eghirlande di altri fiori cinte sul seno. Mi è stato dato di sapere che ero in una società dovevi era la carità. Alcuni spiriti disposti al bene sono stati poi ammessi nella stessa società, enel momento in cui entravano, sono diventati molto più intelligenti, e parlavano come
spiriti angelici. Poi sono stati ammessi alcuni che sostenevano di essere innocenti da sestessi, il cui stato è stato rappresentato alla mia vista da un bambino che vomitava il lattedalla sua bocca. Tale è il loro stato. Poi sono stati ammessi alcuni che sostenevano di essereintelligenti da se stessi, e il loro stato era rappresentato dai loro volti, che apparivanotaglienti, e sembravano indossare un cappello a punta. E le loro facce non sembravanoessere umane, ma come scavate e prive di vita. Questo è lo stato di coloro che credono diessere spirituali da loro stessi, cioè, in grado di avere fede da se stessi. Altri spiriti eranostati ammessi, ma non potevano rimanere lì; erano sgomenti, tormentati e fuggivano via.
Genesi 6
Cielo e gioia celeste 547. Le anime che entrano nell'altra vita ignorano tutte la natura del cielo e della gioiaceleste. Moltissimi credono si tratti di una sorta di gioia in cui possono essere ammessi, aprescindere dal modo in cui hanno vissuto, perfino quelli che hanno nutrito l'odio contro illoro prossimo e hanno trascorso la loro vita in adulteri, essendo del tutto ignari del fattoche il cielo è l'amore reciproco e casto, e che la gioia celeste è la felicità che ne deriva.
548. A volte ho parlato con spiriti appena giunti dal mondo, circa lo stato della vitaeterna, dicendo loro quanto importante fosse per loro sapere chi è il Signore di questoregno, e quale è la natura e la forma del suo governo, proprio come quelli di questomondo che vanno in un altro regno e sono particolarmente interessati a conoscere chi e diche indole è il re, qual è la natura del governo, e molti altri particolari concernenti il regno.A maggior ragione dovrebbero informarsi di questo regno, dove vivranno per sempre. Hodetto loro che il Signore solo governa il cielo e l'universo, perché chi governa l'uno devegovernare l'altro; e che il regno in cui si trovavano ora è il regno di Dio, le cui leggi sonoverità eterne, ognuna delle quali si basa sulla legge fondamentale secondo cui gli uominidevono amare il Signore sopra tutte le cose e il prossimo come se stessi, e ora ancora più diloro stessi, perché se fossero come gli angeli, questo è ciò che devono fare. A tutto questonon vi fu alcuna replica, perché nella loro vita mondana avevano udito qualcosa delgenere, ma non vi avevano creduto. Si meravigliarono che vi fosse un tale amore nel cielo,e che è possibile per alcuni amare il prossimo più di se stessi, avendo udito che dovevanoamare il loro prossimo come se stessi. Ma sono stati istruiti che nell'altra vita tutto il bene èimmensamente aumentato, e che la vita nel corpo è tale che gli uomini non possonoandare oltre l'amore per il prossimo come se stessi, perché sono nelle cose del corpo; ma,nell'altra vita, l'amore diviene più puro, e infine angelico, che consiste nell'amare ilprossimo più di loro stessi. L'effettività di tale amore è evidente dall'amore coniugale cheesiste presso alcune persone, che si esporrebbero alla morte pur di impedire che la loroconsorte possa essere ferita; e anche dall'amore dei genitori per i loro figli, in quanto unamadre sopporterebbe la fame piuttosto che vedere il figlio affamato. E questo avvieneanche tra gli uccelli e gli animali. E allo stesso modo si è disposti ad affrontare dei pericolia causa di una sincera amicizia; e anche dell'amicizia di facciata, che simula la veraamicizia, offrendo le cose migliori a coloro cui vogliamo bene, rendendo grandi servigianche quando essi non vengono dal cuore. E infine, la sua effettività è evidente dallanatura stessa dell'amore, che trova la sua gioia nell'essere al servizio degli altri, non per ilbene di sé, ma per il bene dell'amore stesso. Tutto questo non può essere compreso da
coloro che amano se stessi più degli altri, e che nella vita mondana sono stati avidi diguadagno; e meno fra tutti, dagli avari.
549. Lo stato angelico è tale che ciascuno comunica la propria beatitudine e felicità aglialtri. Perché nell'altra vita c'è una raffinata comunicazione e percezione di tutte le affezionie pensieri, in modo che ogni persona comunica la sua gioia a tutti, e tutti a ciascuno, inmodo che ognuno è come se fosse il centro di tutti. Questo è la forma celeste. E quindi piùve ne sono che costituiscono il regno di Dio, tanto maggiore è la felicità, perché aumenta inproporzione al numero, ed è per questo che la felicità celeste è indicibile. Questacomunicazione di tutti con ciascuno e di ciascuno con tutti si innesca quando tutti amanogli altri più di se stessi. Ma se qualcuno desidera il meglio per se stesso più che per gli altril'amore di sé diviene dominante, e non comunica nulla agli altri se non l'idea del sé, che èautenticamente fallace, e quando ciò viene percepito la persona è immediatamente banditae respinta.
550. Come nel corpo umano ogni cosa, sia in generale sia in particolare, contribuisce agliusi generali ed individuali di tutto l'organismo, così è nel regno del Signore, il quale ècostituito come un uomo, e infatti è denominato il grande uomo. In questo modo ciascunocontribuisce in prossimità o da distanza più remota, e in molti modi, alla felicità di tutti, eciò in conformità con l'ordine istituito e conseguentemente mantenuto dal Signore solo.
551. Dal cielo universale che è in relazione con il Signore, e da tutto ivi, sia in generale,sia in particolare, che è in relazione con l'unico e autentico essere sia universalmente, nelsuo insieme, sia nelle sue singole parti, procede l'ordine, l'unione, l'amore reciproco e lafelicità; perché così ogni persona ha a cuore il benessere e la felicità di tutti, e tutti, quelladi ciascuno.
552. Che tutta la gioia e la felicità nel cielo sono dal Signore solo, mi è stato dimostrato damolte esperienze, delle quali la seguente può essere riferita. Ho visto alcuni spiriti angeliciche con la massima diligenza modellavano un candelabro con le sue candele, e fiori delpiù fastoso ornamento in onore del Signore. Per una o due ore mi è stato permesso diappurare con quale enorme premura lavoravano per rendere l'opera raffinata erappresentativa, ritenendo che stavano facendo ciò da se stessi. Ma mi è stato dato dipercepire che da loro stessi non avrebbero potuto modellare alcunché. Dopo qualche orahanno affermato di aver fatto un candelabro raffinato e rappresentativo in onore delSignore, e se ne rallegravano di cuore. Ma ho detto loro che da se stessi non avevanoideato e modellato nulla; il Signore solo ha fatto ciò per loro. Inizialmente stentavano acrederci, ma essendo spiriti angelici erano illuminati, e quindi hanno ammesso che eracosì. Così è per tutte le cose rappresentative, e per ogni cosa inerente l'affezione ed ilpensiero in generale e in particolare, e anche per la gioia celeste e la felicità, la parte piùpiccola delle quali è dal Signore solo.
553. Coloro che sono nell'amore reciproco nel cielo, procedono continuamente verso laprimavera della loro giovinezza, e ad una più lieta e felice primavera che si accresce perl'eternità, secondo l'avanzamento e il grado dell'amore reciproco, della carità e della fede.Le donne che sono morte in età avanzata e si sono indebolite con gli anni, se hanno vissutonella fede verso il Signore, nella carità verso il prossimo, e nell'amore coniugale con i loromariti, raggiungono nell'altra vita il fiore della giovinezza e una bellezza che supera ogniidea di bellezza percepibile alla vista naturale. Perché è la bontà e la carità checostituiscono ed espongono la loro immagine, facendola risplendere in ogni minimaespressione del volto, in modo che esse siano le stesse forme della carità: chi le vede nerimane ammirato. La forma della carità, come si presenta nell'altra vita, è tale che è lacarità stessa che si espone ed è ritratta, e questo in modo tale che l'intero angelo, esoprattutto il volto, è per così dire la carità, essendo questa chiaramente percepibile allavista e dalla mente. Quando questa forma è contemplata, è la bellezza inesprimibile checolpisce con la carità l'intimo della mente dello spettatore. Attraverso la bellezza di questaforma le verità della fede sono esposte alla vista in un'immagine, e sono anche percepiteper mezzo di essa. In tali forme, o in tale bellezza, si presentano nell'altra vita coloro chehanno vissuto nella fede verso il Signore, cioè nella fede della carità. Tutti gli angeli sonotali forme, con innumerevoli varietà, e di tale natura è il cielo.
Genesi 6 1. E avvenne che l'uomo cominciò a moltiplicarsi sulle facce della terra, e nacquero loro delle figlie.
2. E i figli di Dio videro che le figlie dell'uomo erano cosa buona; e presero per sé moglie secondo la loroscelta.
3. E il Signore disse, Il mio spirito non resterà per sempre nell'uomo, perché egli è carne; e i suoi giornisaranno centoventi anni.
4. C'erano i Nephilim nella terra a quei tempi; e specialmente dopo, quando i figli di Dio si univano allefiglie degli uomini, e queste partorivano loro dei figli; gli stessi diventarono uomini potenti e di fama, diindole simile a quella delle genti antiche.
5. E il Signore vide che la malvagità dell'uomo si era moltiplicata sulla terra, e che le fantasie dei pensieridel cuore erano soltanto disegni malvagi ogni giorno.
6. E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra, e se ne addolorò in cuor suo.
7. E il Signore disse, Annienterò l'uomo che ho creato sulle facce del suolo, e gli animali, i rettili e gli uccellidel cielo; perché sono pentito di averli creati.
8. E Noè trovò grazia agli occhi di Signore.
Contenuti
554. Il tema qui trattato è lo stato dei popoli prima del diluvio.
555. Che presso l'uomo, dove era la chiesa, la bramosia rappresentata dalle figlie iniziòad avere il dominio. Anche che fecero commistione tra le questioni dottrinali della fede ele loro cupidità, consolidando in loro stessi i mali e le falsità, qui rappresentati conl'espressione i figli di Dio prendono per mogli le figlie dell'uomo (versetti 12).
556. E laddove non vi sono resti del bene e della verità, si è predetto che l'uomo debbaessere riformato, affinché possa conservare i resti, rappresentati dai centoventi anni(versetto 3).
557. Coloro che precipitarono le cose dottrinali della fede nella loro cupidità, e inconseguenza di ciò, così come dell'amore di sé, concepirono terribili persuasioni della lorograndezza in confronto agli altri, sono rappresentati dai Nephilim (versetto 4).
558. A causa di ciò non rimase più alcuna volontà o percezione del bene e della verità(versetto 5).
559. La grazia del Signore è descritta attraverso il pentimento e lo struggimento (versetto 6).Che divennero tali che la loro cupidigie e persuasioni si rivelarono necessariamente fatali
per loro (versetto 7). Pertanto, affinché il genere umano potesse essere salvato, un nuovachiesa doveva sorgere, la quale è denominata Noè (versetto 8).
Significato interiore
560. Prima di procedere oltre è opportuno fare qualche cenno riguardo allo stato dellachiesa prima del diluvio. In generale, era come per le chiese successive, come con la chiesaebraica prima dell'avvento del Signore, e la chiesa cristiana dopo il suo avvento, in quantoerano state corrotte e falsificate le conoscenze della fede autentica; ma in particolare,riguardo all'uomo della chiesa prima del diluvio, questi nel corso del tempo concepìorribili persuasioni, e precipitò il bene e la verità della fede in vili cupidità, finché ne restòben poca cosa di essi. Quando giunsero in questo stato, ne rimasero soffocati come da sestessi, perché l'uomo non può vivere senza residui; poiché, come è stato detto, è in ciò cheresta che la vita dell'uomo è superiore a quella dei bruti. Dai resti, cioè, attraverso i resti,dal Signore, l'uomo è capace di essere uomo, di conoscere ciò che è bene e vero, diriflettere su questioni di ogni genere, e di conseguenza, di pensare e di ragionare; perchésoltanto nei resti è la vita spirituale e celeste.
561. Ma cosa sono i resti? Non sono soltanto il bene e la verità che l'uomo ha imparatodalla Parola del Signore fin dall'infanzia, e quindi ha impresso nella sua memoria, ma sonoanche tutti gli stati che ne derivano, come ad esempio gli stati d'innocenza dall'infanzia; glistati d'amore verso i genitori, i fratelli, gli insegnanti, gli amici; gli stati di carità verso ilprossimo, e anche di pietà per i poveri e i bisognosi; in una parola, tutti gli stati del bene edella verità. Questi stati insieme con il bene e la verità impressi nella memoria, sonochiamati resti, che sono preservati nell'uomo dal Signore e sono custoditi, a sua insaputa,nel suo uomo interno, e sono completamente separati dalle cose che sono propriedell'uomo, cioè, dai mali e dalle falsità. Tutti questi stati sono così conservati nell'uomo dalSignore in modo che nulla di essi è perduto, come mi è stato dato di sapere dal fatto cheogni stato di un uomo, dalla sua infanzia all'estrema vecchiaia, non solo rimane nell'altravita, ma gli viene anche restituito; infatti i suoi stati ritornano esattamente come eranomentre viveva in questo mondo. Non solo il bene e la verità impressa nella memoriarimangono e vengono restituiti, ma anche tutti gli stati d'innocenza e di carità. E quandoricorrono stati di male e di falsità perché anche questi, anche il più piccolo, ritornano esono restituiti allora questi stati sono temperati dal Signore per mezzo degli stati delbene. Da tutto questo è evidente che se un uomo non avesse resti, sarebbe necessariamentenella dannazione eterna. Si veda in proposito ciò che è stato detto prima al n. 468.
562. Il popolo prima del diluvio era tale che alla fine non possedeva quasi nessun resto,perché era di un'indole imbevuta di persuasioni terribili e abominevoli riguardo a tutte le
cose che accaddero loro o sulle quali si soffermarono i loro ragionamenti. Da tale condottanon vollero retrocedere di un briciolo in quanto erano posseduti dal più grande amore disé, fino a considerarsi come dei, ed a ritenere il proprio pensiero divino. Una talepersuasione non è mai esistita in alcun popolo, né prima né dopo, perché essa è mortale oasfissiante. Quindi nell'altra vita, coloro che sono vissuti prima del diluvio non possonostare con altri spiriti, perché quando sono presenti annichiliscono ogni facoltà di pensieroiniettando le loro spaventose persuasioni; per non parlare di altri aspetti che, permisericordia Divina del Signore, saranno esposti di seguito.
563. Quando un tale convincimento si impossessa di un uomo, è come una colla checattura nel suo abbraccio appiccicoso il bene e le verità che altrimenti rimarrebbero. Ilrisultato è che i resti non possono più essere custoditi, e quelli che sono stati custoditi, sonoinservibili. Perciò quando queste persone arrivarono al vertice di tale persuasione, siestinsero di loro propria iniziativa, e furono soffocate da un'inondazione non dissimile daun diluvio. Quindi la loro estinzione è paragonata a un diluvio e, anche secondo l'usanzadelle genti più antiche, è descritta come tale.
564. Versetto 1. E avvenne che l'uomo cominciò a moltiplicarsi sulle facce della terra, e nacqueroloro delle figlie. Con il termine uomo, è qui inteso il genere umano esistente a quel tempo.Con le facce della terra, è intesa la regione dove era diffusa quella chiesa. Per figlie,s'intendono qui le cose inerenti la volontà dell'uomo, di conseguenza, le bramosie.
565. Che per uomo è qui inteso il genere umano esistente a quel tempo, di indolemalvagia o corrotta, appare dai seguenti passi: Il mio spirito non resterà per sempre nell'uomo,perché egli è carne (versetto 3). Il male degli uomini si moltiplicava sulla terra, e il loro cuoreconcepiva soltanto disegni malvagi (versetto 5). Distruggerò l'uomo che ho creato" (versetto 7); enel capitolo successivo (Genesi 7:2122), Perì ogni animale che striscia sulla terra, e ogni uomo,nella cui narici era il soffio dello spirito delle vite. Dell'uomo è già stato detto che solo il Signoreè uomo, e che da lui ogni uomo celeste, o chiesa celeste, si chiama uomo. Quindi tutte lealtre chiese sono chiamate uomini; tutte indistintamente, a prescindere dalla qualità dellaloro fede, per distinguerle dai bruti. Ciò nondimeno, l'uomo non è uomo, e come taledistinto dai bruti, se non in forza dei resti, che sono del Signore. Da questi anche un uomoè chiamato uomo; egli è così chiamato a causa dei resti, che appartengono al Signore; è dalui che ha il nome di uomo. Perché un uomo non è affatto uomo, ma il più vile dei bruti, ameno che non abbia i resti.
566. Che per le facce della terra s'intende tutta quella regione dove la chiesa era diffusa, èevidente dal significato di terra. Perché nella Parola è fatta un'accurata distinzione tra terrae globo. Per terra è ovunque significata la chiesa, o qualcosa che appartiene alla chiesa; e daquesto deriva il nome di uomo, o Adamo, che significa terra. Per globo in vari luoghi si
intende dove non c'è alcuna chiesa, o qualsiasi cosa appartenente alla chiesa, come nelprimo capitolo, dove ricorre il termine globo, perché ancora non c'era alcuna chiesa, ouomo rigenerato. La terra compare per la prima volta nel secondo capitolo, perché allorac'era una chiesa. Allo stesso modo si dice qui, e nel capitolo successivo (Gen. 7:4, 23), cheogni sostanza dovrebbe essere distrutta dalle facce della terra indicando la regione in cui lachiesa era; ma in Gen. 7:3, parlando di una chiesa che sta per essere creata, si dice, permantenere vivo il seme sulle facce della terra. Terra ha lo stesso significato ovunque nellaParola; come in Isaia:
Il Signore avrà pietà di Giacobbe, sceglierà ancora Israele, e li metterà sul loro stesso suolo.Anche gli stranieri si uniranno a loro e formeranno un solo popolo. E la casa d'Israele lierediterà sulla terra del Signore (Is. 14:12)
parlando della chiesa che è stata fatta; viceversa, dove non vi è alcuna chiesa, nello stessocapitolo è usato il termine globo (Is. 14: 9, 12, 16, 2021, 2526).
[2] Nello stesso profeta:
E la terra di Giuda sarà il terrore d'Egitto; in quel giorno ci saranno cinque città nel paesed'Egitto che parleranno la lingua di Canaan (Is. 19:1718)
dove terra significa chiesa, e paese, dove non c'è chiesa. Nello stesso profeta:
La terra barcollerà come un ubriaco. Il Signore punirà i nemici che sono in alto, i sovrani nelglobo (Is. 24:2021)
In Geremia:
A causa del suolo arido, perché non c'è pioggia sulla terra, i contadini avviliti si coprono il capo;anche la cerva partorisce nel campo (Ger. 14:45)
dove globo è ciò che contiene la terra, e terra è ciò che contiene il campo.
[3] Nello stesso profeta:
Ha portato il seme della casa d'Israele dal paese del nord, da tutte le regioni dove li ho guidati,ed essi abiteranno sulla loro terra (Ger. 23:8)
dove paese e regioni sono i luoghi dove non ci sono chiese. Terra è dove c'è una chiesa o ilculto autentico. Nello stesso profeta:
Accoglierò i resti di Gerusalemme. Quelli che sono stati lasciati in questo paese, e quelli cheabitano nel paese d'Egitto, saranno nello scompiglio a causa del male di tutti i re della terra. Emanderò la spada, la fame e la pestilenza in mezzo a loro, finché non saranno consumati dallaterra che ho dato a loro e ai loro padri (Ger. 24:810)
dove terra significa la dottrina e il culto che ne deriva; e allo stesso modo nello stessoprofeta, capitolo 25:5.
[4] In Ezechiele:
Io vi radunerò da tutti i paesi dove siete stati dispersi, e voi conoscerete che io sono il Signorequando vi farò tornare nella terra d'Israele, nella regione per la quale io stesi la mano per darlaai vostri padri (Ezechiele 20:4142)
dove terra significa il culto interiore; paese è quando non c'è culto interiore. In Malachia:
Farò retrocedere i parassiti per il tuo bene, affinché non corrompano il frutto della terra, né lavite sarà sterile nel campo e tutte le nazioni vi chiameranno beati, perché sarete in un paese didelizie (Malachia 3:1112).
dove paese indica il contenitore, e quindi significa chiaramente l'uomo, che è chiamatopaese. Terra indica la chiesa, o la dottrina.
[5] In Mosè:
Cantate, o voi nazioni, suo popolo, egli farà espiazione per la sua a terra, suo popolo (Deut.32:43)
volendo intendere la chiesa dei gentili, che è chiamata terra. In Isaia:
Prima che il bambino impari a respingere il male e a scegliere il bene, la terra che tu hai inabominio sarà abbandonata da entrambi i suoi re (Is. 7:16)
parlando dell'avvento del Signore. La terra sarà abbandonata fa riferimento alla chiesa, o lavera dottrina della fede. Che terra e campo sono così chiamati in quanto sono fecondati conil seme è evidente; come in Isaia:
Allora egli concederà la pioggia per il seme con cui avrai seminato il suolo. I buoi e gli asini chelavorano la terra (Is. 30:2324)
E in Gioele:
Il campo è devastato, e la terra è in lutto, perché il grano è devastato (Gioele 1:10)
Quindi, allora è evidente che uomo, che in lingua ebraica è chiamato Adamo, da terra,significa la chiesa.
567. Tutta quella regione è chiamata la regione della chiesa dove vivono coloro che sonoistruiti nella dottrina della vera fede; come il paese di Canaan, quando la chiesa ebraica eralì, e l'Europa, dove è ora la chiesa cristiana; i territori e i paesi al di fuori di queste nonsono la regione della chiesa, o le facce della terra. Dove fosse la chiesa prima del diluvio,può anche apparire dai territori compresi dal corso dei fiumi che uscirono dal giardino diEden. I medesimi sono citati in varie parti della Parola per descrivere i confini del paese diCanaan; e anche da quanto segue, riguardo ai Nephilim che erano in quel paese. E chequesti Nephilim si stabilirono nel paese di Canaan è evidente da ciò che viene detto dei figlidi Anak, che erano dei Nephilim (Num. 13:33).
568. Che figlie significano le cose inerenti la volontà di quell'uomo, di conseguenza lebramosie, è evidente da quanto è stato detto e mostrato in merito ai figli e alle figlie nelprecedente capitolo (Genesi 5:4), dove figli significano la verità, e figlie il bene. Figlie ovveroil bene, appartengono alla volontà, tuttavia, come è l'uomo tale è il suo intelletto, e tale lasua volontà. Quindi tali sono anche i figli e le figlie. Il presente passo tratta dell'uomo inuno stato di corruzione tale che egli non ha volontà, ma mera cupidigia, che egli supponeessere la propria volontà. Che l'uomo delle cui figlie qui si tratta, era un uomo corrotto, èstato mostrato prima. Il motivo per cui figlie significano le cose inerenti la volontà ovvero dove non vi è volontà di agire bene – la cupidigia, ed il motivo per cui figli significano lecose inerenti l'intelletto ovvero dove non vi è capacità d'intendere la verità – le fantasie, è
che il genere femminile e tale che la volontà o la cupidigia è prevalente sull'intelletto. Taleè l'intera disposizione delle loro fibre e tale è la loro natura. Mentre il genere maschile ètale che la ragione o intelletto è prevalente, così pure essendo la disposizione delle suefibre e la sua natura. Quindi il matrimonio dei due è come quello della volontà edell'intelletto in ogni uomo; e poiché nel tempo presente non vi è alcuna volontà del bene,ma solo cupidigia e, ciò nondimeno qualcosa di intellettuale e razionale può essereimpartito, questa è la ragione per la quale molte leggi furono emanate nella chiesa ebraicacirca le prerogative del marito e l'obbedienza della moglie.
569. Versetto 2. E i figli di Dio videro che le figlie dell'uomo erano cosa buona; e presero per sémoglie secondo la loro scelta. Per i figli di Dio, si intendono le cose dottrinali della fede. Perfiglie come già è stato detto, le cupidità. Per, figli di Dio che videro che le figlie dell'uomoerano cosa buona e presero per sé moglie secondo la loro scelta, si intende che le cosedottrinali della fede si congiunsero con le cupidità.
570. Che per figli di Dio si intendono le cose dottrinali della fede, è evidente dalsignificato di figli (riguardo al quale si veda sopra, e anche nel capitolo precedente,versetto 4, dove figli indicano le verità della chiesa). Le verità della chiesa sono cosedottrinali che, considerate in sé, erano verità che gli uomini di cui qui si tratta, avevanoereditato dalle genti più antiche, perciò esse sono chiamate i figli di Dio; specularmente, lecupidità sono chiamate figlie dell'uomo. La qualità dei membri di questa chiesa è quidescritta, vale a dire, che essi sprofondavano le verità della Chiesa, che erano sante, nelleloro cupidità e così facendo, le contaminavano; e in questo modo confermavano i principidi cui erano così fortemente persuasi. In che modo questo avveniva può essere facilmenteverificato da chiunque, osservando ciò che accade in se stessi e negli altri: quelli che sipersuadono riguardo a qualsiasi argomento, si confermano in tale convinzione da tutto ciòche immaginano essere vero, anche da quello che è contenuto nella Parola del Signore;perché mentre si aggrappano ai principi di cui si sono persuasi, fanno di tutto perassecondare tale convinzione in loro. E più uno è sotto l'influenza dell'amore di sé, piùsaldamente egli si conferma in queste persuasioni. Tale era questo genere umano riguardo al quale, per misericordia Divina del Signore, si dirà oltre, quando tratterà dellaloro abominevoli persuasioni che, strano a dirsi, non gli è mai permesso di insinuareattraverso ragionamenti, ma solo attraverso cupidità, perché altrimenti annienterebberotutto ciò che è razionale negli spiriti presenti. Quindi emerge che cosa si intende per i figlidi Dio che videro che le figlie dell'uomo erano cosa buona e presero per sé moglie secondo la loroscelta, cioè, che essi congiunsero le cose dottrinali della fede con le loro cupidità.
571. Quando un uomo è di natura tale da sprofondare la verità della fede nelle sueinsane cupidità, profana con ciò le verità, e priva se stesso dei resti, i quali anche serimangono, non possono essere portati oltre, in quanto sono esposti alla profanazione.
Perché la profanazione della Parola produce una sorta di callosità, che causaun'ostruzione, e assorbe il bene e la verità dai resti. Dunque si guardi l'uomo dallaprofanazione della Parola del Signore, che contiene le verità eterne in cui è la vita, sebbenecolui che è nei falsi principi non crede che esse siano verità.
572. Verso 3. E il Signore disse, Il mio spirito non resterà per sempre nell'uomo, perché egli ècarne; e i suoi giorni saranno centoventi anni. Per “il Signore disse, Il mio spirito non resteràper sempre nell'uomo” si intende che l'uomo non avrebbe più seguitato a percorrere le viedel Signore. Perché egli è carne, significa, perché era diventato corporeo; e i suoi giornisaranno centoventi anni, significa che sarebbero rimasti i resti della fede. Questa è ancheuna previsione riguardante una futura chiesa.
573. Che con l'affermazione del Signore, Il mio spirito non rimarrà per sempre nell'uomo siintende che l'uomo non si sarebbe più comportato come in passato, è evidente da ciò che èaccaduto prima e da quello che segue. Perché gli uomini erano diventati tali, attraverso lacommistione delle cose dottrinali, ovvero delle verità della fede con le cupidità, che nonpotevano più essere ricondotti all'ordine, cioè, conoscere che cosa è il male. Tutta lacapacità di percepire la verità e il bene si era spenta a causa delle loro persuasioni, tali cheessi credevano essere vero solo ciò che era conforme alle loro convinzioni. E, riguardo aciò che segue, per il fatto che dopo il diluvio l'uomo della chiesa divenne diverso, essendodotato di coscienza in luogo della percezione, attraverso la quale poteva essere richiamatoall'ordine. Il biasimo dallo spirito del Signore significa quindi un dettato interiore, unapercezione, o una coscienza; e lo spirito del Signore indica l'influsso di ciò che è vero e bene;come anche in Isaia:
Non sarò in disputa per l'eternità, non sarò per sempre adirato, perché lo spirito e le anime cheho creato ne resterebbero sopraffatte (Is. 57:16)
574. Che carne significa che l'uomo era diventato corporeo, risulta dal significato di carnenella Parola, dove è utilizzato per indicare sia ogni uomo in generale, e anche, inparticolare, l'uomo corporeo. È utilizzato per indicare ogni uomo, in Gioele:
Effonderò il mio spirito sopra ogni carne, e i tuoi figli e le tue figlie profetizzeranno (Gioele 2:28)
dove carne significa uomo, e spirito l'influsso della verità e del bene dal Signore. In Davide:
Tu che hai udito le preghiere, a te ogni carne verrà (Salmi 65:2)
dove carne indica ogni uomo. In Geremia:
Maledetto l'uomo che confida nell'uomo e fa della carne il suo braccio (Ger. 17:5)
dove carne significa uomo, e braccio, potenza. In Ezechiele:
Che ogni carne può conoscere (Ez. 21:45)
In Zaccaria:
Sia muta, ogni carne, al cospetto del Signore (Zaccaria 2:13)
dove carne indica ogni uomo.
[2] Cosa significa in particolare l'uomo corporeo, è evidente da Isaia:
L'egiziano è uomo e non Dio, e suoi cavalli sono carne e non spirito (Isaia 31:3)
a significare che il loro sapere è corporeo; cavalli qui e altrove nella Parola indicano larazionalità. Nello stesso profeta:
Dilanieranno la mano destra, e avranno fame; divoreranno la mano sinistra, e non sarannosoddisfatti; mangeranno tutta la carne del proprio braccio (Is. 9:20),
tali cose significano il proprio dell'uomo, che è completamente corporeo. Nello stessoprofeta:
Egli consumerà l'anima, e anche la carne (Is. 10:18)
dove carne significa le cose corporee. Nello stesso profeta:
La gloria del Signore sarà rivelata, e ogni carne la vedrà; disse la voce, Grida; ed egli ha detto,Cosa griderò? Tutta la carne è erba (Isaia 40:56)
Carne qui significa ogni uomo che è corporeo.
[3] Nello stesso profeta:
Nel fuoco Signore combatterà, con la sua spada contro tutta la carne, e i caduti per mano delSignore, si moltiplicheranno (Is. 66:16)
dove fuoco significa la punizione per le cupidità; spada, la punizione per le falsità; e carne lecose corporee dell'uomo. In Davide:
Dio si ricordò che erano carne, un soffio che passa via, e non ritorna (Salmi 78:39)
parlando del popolo nel deserto che desiderava la carne, perché erano corporei. Il lorodesiderio per la carne significava che desideravano solo cose corporee (Num. 11:3234).
575. Che per i giorni dell'uomo sono centoventi anni si intende che vi sarebbero stati deiresti della fede, emerge da quello che è stato detto nel capitolo precedente (Genesi 5:34)dei giorni e agli anni che rappresentano periodi di tempo e stati; e anche dalla circostanzache le genti più antiche, dai numeri variamente composti intendevano stati e cambiamentidi stato nella chiesa. Tuttavia, la natura del loro calcolo è ormai completamente perduta.Qui allo stesso modo, sono menzionati i numeri degli anni, con un significato impossibileda comprendere per chiunque, a meno che non sia prima acquisita la conoscenza delsignificato nascosto di ogni singolo numero da uno a dodici, e così via. È chiaro che essicontengono al loro interno qualcosa d'altro che è segreto; perché il fatto che gli uominidovessero vivere per centoventi anni non ha alcun legame con la parte che precede dellostesso versetto; né essi vissero per centoventi anni come è evidente dai popoli che visserodopo il diluvio (capitolo 11), dove si narra di Sem che visse, dopo aver generato Arphaxad, percinquecento anni; e che Arphaxad visse, dopo aver generato Selah, per quattrocentotre anni; e cheSelah visse, dopo aver generato Eber per quattrocentotre anni; e che Eber visse, dopo aver generòPeleg per quattrocentotrenta anni; e che Noè visse, dopo il diluvio per trecentocinquanta anni(Gen. 9:28) e così via. Ma ciò che è coinvolto nel numero centoventi, appare solo dalsignificato di dieci e dodici, i quali essendo moltiplicati tra loro danno centoventi, E dalsignificato di questi numeri componenti può comprendersi che centoventi significa i restidella fede. Il numero dieci nella Parola, come anche i decimi, significano e rappresentano i
resti, che sono conservati dal Signore nell'uomo interno, e che sono santi, perchéappartengono al Signore solo. Il numero dodici significa la fede, o tutte le cose relative allafede nel suo insieme; il numero pertanto composto da questi, significa i resti della fede.
576. Che il numero dieci, e anche i decimi, significano i resti, è evidente dai seguenti passidella Parola:
Molte case, grandi e belle, saranno nella desolazione, senza un abitante; perché dieci acri divigna daranno un bat, e un homer di semi daranno un efa (Is. 5:910)
riferendosi alla distruzione delle cose spirituali e celesti: dieci acri di vigna daranno un batsignifica che i resti delle cose spirituali erano pochi; e un homer di semi darà un efa significache vi erano resti minimi delle cose celesti. Nello stesso profeta:
E molte cose sono abbandonate in mezzo al paese, ma in esso ci sarà una decima parte, chetornerà, e tuttavia essa deve essere consumata (Isaia 6:1213)
dove in mezzo al paese significa l'uomo interno; la decima parte significa la minimaconsistenza dei resti. In Ezechiele:
Amministrate rettamente la giustizia, abbiate un efa giusto, e un bat giusto: l'efa e il bat devonoessere della giusta misura, un bat per contenere un decimo di un homer, e un efa un decimo diun homer; la loro misura sarà rapportata all'homer; e un bat di olio, un decimo di un kor, diecibat sono un homer (Ez 45:1011, 14);
in questo passo si fa riferimento alle cose sante del Signore attraverso le misure, con lequali sono intesi i generi delle cose sante. Dieci qui indica i resti delle cose celesti e diquelle spirituali che ne derivano. Se tali santi arcani non fossero contenuti nel presentipasso, quale potrebbe essere l'uso o l'intento di descrivere tante misure determinate danumeri, come si fa in questo e nei precedenti capitoli nello stesso profeta, dove il soggettoè la Gerusalemme celeste e il nuovo tempio?
[2] In Amos:
La vergine Israele è caduta, e non si rialzerà. Così dice il Signore Jehovih, nella città da cui sonofuggiti in mille ne rimarranno cento, e in quella da cui sono fuggiti cento, ne rimarranno diecialla casa d'Israele (Amos 5:23)
dove, parlando dei resti, si dice che molto poco sarebbe rimasto, essendo solo una decimaparte, o resti di resti. Nello stesso profeta:
Detesto l'orgoglio di Giacobbe e i suoi palazzi. La città, e il sua splendore cesseranno, e avverràche se rimarranno dieci uomini in una casa, anche essi moriranno (Amos 6:89)
riferendosi ai minimi resti che rimarrebbero. In Mosè:
L'Ammonita e il Moabita non entreranno nella congregazione del Signore, anche la loro decimagenerazione non entrerà nella congregazione di Signore per l'eternità (Dt. 23:3)
L'Ammonita e il Moabita significano la profanazione delle cose celesti e spirituali della fede,dei cui resti si fa riferimento in ciò che precede.
[3] Quindi emerge anche che i decimi rappresentano i resti. E così in Malachia:
Portate tutte le decime nel tesoro del tempio, affinché ci possa essere ricchezza nella mia casa;poi mettetemi alla prova in questo, se non si apriranno per voi le cateratte del cielo, percolmarvi di benedizioni (Mal. 3:10)
Affinché ci possa essere ricchezza nella mia casa significa i resti nell'uomo interno, che vengonoparagonati alla ricchezza, perché sono insinuati in modo impercettibile tra tanti mali efalsità; ed è da questi resti che ogni benedizione arriva. Che tutta la carità dell'uomoprovenga dai resti che sono nell'uomo interno, è stato anche rappresentato nella chiesaebraica dalla presente legge: che quando si fosse provveduto a prelevare tutte le decime, sisarebbe dovuto beneficiare il Levita, lo straniero, l'orfano e la vedova (Deut. 26:12 ss.).
[4] In virtù del fatto che i resti sono del Signore solo, le decime sono chiamate la santitàdel Signore; come in Mosè:
Tutte le decime del paese, delle granaglie del suolo, dei frutti dell'albero, appartengono alSignore, la santità del Signore. Tutte le decime della mandria e del gregge, di ogni capo chepassa sotto il bastone del pastore, il decimo sarà la santità del Signore (Levitico 27:3031)
Che il Decalogo consisteva di dieci precetti, o dieci parole, e che il Signore li ha scritti sutavole (Deut. 10:4), significa i resti; e il loro essere stati scritti dalla mano del Signoresignifica che ciò che rimane appartiene al Signore solo; il loro essere nell'uomo interno erarappresentato dalle tavole.
577. Che il numero dodici significa la fede, o le cose dell'amore e la fede che ne deriva inun unico insieme, potrebbe anche essere confermato da molti brani della Parola, come idodici figli di Giacobbe e il loro nome, le dodici tribù di Israele, e i dodici apostoli delSignore. Ma in merito a questo argomento, per misericordia Divina del Signore, si tratteràdi seguito, specialmente in Genesi 29 e 30.
578. Soltanto da questi numeri è evidente cosa contenga la Parola del Signore nel suoseno e nei suoi intimi recessi, e quanti arcani sono ivi nascosti che non appaiono affatto aocchio nudo. E così è ovunque: ci sono simili cose in ogni termine.
579. Che presso le genti vissute prima del diluvio, di cui qui si tratta, vi erano pochissimiresti, sarà manifesto da ciò che, per misericordia Divina del Signore, si dirà di loro inseguito; e poiché i resti non potevano essere conservati presso di loro, è qui predetto dellanuova chiesa chiamata Noè che sarebbe stata dotata di resti. Anche riguardo a ciò, permisericordia Divina del Signore, si dirà di seguito.
580. Versetto 4. C'erano i Nephilim nella terra a quei tempi; e specialmente dopo, quando i figlidi Dio si univano alle figlie degli uomini, e queste partorivano loro dei figli; gli stessi diventaronouomini potenti e di fama, di indole simile a quella delle genti antiche. Per Nephilim si intendecoloro che attraverso una persuasione della propria preminenza e del proprio rango hannofatto luce su tutte le cose sante e vere. E specialmente dopo, quando i figli di Dio siunivano alle figlie degli uomini, ed esse partorivano loro dei figli, significa che questo si èverificato quando essi hanno immerso la dottrina della fede nelle loro cupidità, dando vitaa false persuasioni. Sono chiamati uomini potenti per via del loro amore di sé. Di fama e diindole simile a quella delle genti antiche, significa che erano come le generazioni che lihanno preceduti.
581. Che per Nephilim si intendono coloro che attraverso una persuasione della propriapreminenza e del proprio rango hanno fatto luce su tutte le cose sante e vere, appare daciò che precede e da ciò che segue, vale a dire, che hanno immerso la dottrina della fedenella loro cupidità, rappresentata dai figli di Dio che si univano alle figlie degli uomini, e questapartorivano loro dei figli. La persuasione concernente l'ego e le sue fantasie aumenta di pari
passo con la moltitudine delle cose che entrano in essa, finché alla fine diviene indelebile.E quando la dottrina della fede si aggiunge ad essa, allora in forza della più fermaconvinzione fanno luce su tutte le cose sante e vere, e diventano Nephilim. Questa genereumano, che è vissuto prima del diluvio, è di indole tale che uccide e soffoca tutti gli spiriti,attraverso le proprie terribili fantasie (che emanano da loro come una sfera velenosa esoffocante) fino al punto che gli spiriti sono completamente privati della facoltà dipensare, e si sentono mancare. Se il Signore con la sua venuta al mondo non avesseliberato il mondo degli spiriti da quella razza velenosa, nessuno avrebbe potuto esistere lì,e di conseguenza il genere umano, che è governato dal Signore attraverso gli spiriti,sarebbe perito. Essi sono quindi ora relegati in un inferno, sotto una sorta di nebbia fitta eroccia, sotto il tallone del piede sinistro; né fanno il minimo tentativo di salire sopra diesso. Così il mondo degli spiriti è libero da questa orda eminentemente pericolosa.Riguardo ad essa e alla sua velenosissima sfera di persuasioni, per misericordia Divina delSignore, si dirà di seguito. Questi sono coloro che sono chiamati Nephilim, e che fanno lucesu tutte le cose sante e vere. Si fa ulteriormente menzione di loro nella Parola, i lorodiscendenti furono chiamati Anakim e Rephaim. Che questi fossero chiamati Anakim èevidente da Mosè:
Lì abbiamo visto i giganti, figli di Anak, dei Nephilim, e sembravamo ai nostri occhi comelocuste e così noi eravamo ai loro occhi (Num. 13:33)
Che furono chiamati Rephaim appare anche da Mosè:
Gli Emim abitavano prima nel paese di Moab, un popolo grande, e numeroso, alto di staturacome gli Anakim. Erano anche annoverati tra i Rephaim, come gli Anakim, e i Moabiti lichiamano gli Emim (Deut. 2:1011)
I Nephilim non sono più menzionati oltre; invece i Rephaim sono descritti dai profeti inmodo simile, come in Isaia:
L'inferno in basso è in agitazione per te; per venirti incontro, esso ha suscitato Rephaim per te(Is. 14: 9),
parlando dell'inferno che è la dimora di tali spiriti. Nello stesso profeta:
I morti non vivranno più, Rephaim non risorgerà, perché tu li hai visitati e li hai distrutti, e diloro non resta memoria (Is. 26:14)
dove si fa riferimento anche al loro inferno, dal quale non risorgeranno. Nello stessoprofeta:
I morti vivranno, i miei cadaveri risorgeranno. Destatevi e cantate, voi che abitate nella polvere,perché la rugiada del prato è la tua rugiada; ma tu paese di Rephaim sarai gettato via (Isaia26:19)
Paese di Refphim è l'inferno cui sopra si è fatto cenno. In Davide:
Compi forse prodigi per i morti? Risorgerà forse Rephaim per renderti lode? (Salmi 88:10)
facendo ugualmente riferimento all'inferno dei Rephaim, i quali non possono rialzarsi einfestare la sfera del mondo degli spiriti con il terribile veleno delle loro convinzioni. Ma èstato provveduto dal Signore affinché l'umanità non debba più essere intrisa di tali terribilifantasie e convinzioni. Quelli che vissero prima del diluvio erano di natura e indole taleche potevano essere permeati da tali persuasioni, per un motivo ancora sconosciuto,riguardo al quale, per misericordia Divina del Signore si dirà in seguito.
582. Dopo, quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini, e queste partorivano loro deifigli. Che questo significa che sono diventati Nephilim quando avevano immerso la dottrinadella fede nella loro cupidità è evidente da ciò che è stato detto e mostrato in precedenzasopra nel versetto 2, cioè che i figli di Dio significano le cose dottrinali della fede, e che figliesignificano le cupidità. La nascita conseguente a una tale unione mette necessariamenteallo scoperto e profana le cose consacrate della fede, perché le cupidità dell'uomo, sonoquelle inerenti l'amore di sé e del mondo, che sono integralmente opposte a ciò che è santoe vero. Adesso nell'uomo prevalgono le bramosie, in modo che quando ciò che è santo evero, è riconosciuto come tale, è precipitato nelle cupidità, insieme all'uomo stesso, perchéle cupidità non possono essere sradicate; aderiscono a ogni idea, e nell'altra vita le ideevengono comunicate da uno all'altro, in modo che non appena qualsiasi idea di ciò che èsanto e vero è diffusa, ciò che è profano e falso si unisce ad essa, e ciò vieneimmediatamente percepito. Per tale ragione tali persone devono essere separate econfinate all'inferno.
583. Che i Nephilim sono chiamati uomini potenti a causa dell'amore di sé, è evidente daivari passi della Parola, dove essi sono chiamati potenti; come in Geremia:
I potenti di Babele hanno smesso di combattere, si sono ritirati nelle loro tenute, la loro forzaviene meno, sono diventati come donne (Ger. 51:30)
dove per potenti di Babele si intendono quelli che sono divorati dall'amore di sé. Nellostesso profeta:
Una spada è contro i bugiardi, e impazziranno, una spada è contro i prodi, e saranno abbattuti(Ger. 50:36)
Li ho visti abbattuti, e voltandosi indietro, i loro prodi erano malridotti, e sono stati messi infuga, senza guardare indietro. La paura era d'intorno. Il più veloce non fuggirà, né il prodeabbandonerà il suolo. Avanzate con i cavalli e caricate con i carri, in modo che i prodi di Cush,Put e Lidia escano allo scoperto (Ger. 46:56, 9)
riferendosi alla persuasione conseguente ai ragionamenti. Nello stesso profeta:
Che dite, siamo potenti, e uomini di forza, abili alla guerra? Moab è devastata (Ger. 48: 1415)
La città è capitolata, la fortezza è stata espugnata, e il cuore dei prodi di Moab in quel giorno èdiventato come il cuore di una donna nelle doglie del parto (Ger. 48:41).
Allo stesso modo è detto:
Il cuore dei potenti di Edom (Ger. 49:22)
Il Signore ha riscattato Giacobbe, e lo ha liberato dalle mani di chi era più forte di lui (Ger.31:11)
Che gli Anakim, che appartenevano ai Nephilim, sono stati chiamati potenti è evidente daMosè:
Tu attraverserai il Giordano oggi, per andare a conquistare nazioni più grandi e più numerosedi te, città grandi e fortificate fino al cielo. Un popolo grande e di statura imponente, i figli degliAnakim che tu conosci, e di cui hai udito; chi può reggere il confronto con i figli di Anak? (Dt. 9:12).
584. Versetto 5. E il Signore vide che la malvagità dell'uomo si era moltiplicata sulla terra, e chele fantasie dei pensieri del cuore erano soltanto disegni malvagi ogni giorno. Il Signore vide che lamalvagità degli uomini si era moltiplicata sulla terra, significa che cominciarono a nonavere alcuna volontà di agire secondo il bene. Tutti i propositi del suo cuore non eranoaltro che male quotidiano, significa che non vi era alcuna percezione della verità e delbene.
585. Che per la malvagità dell'uomo si era moltiplicata sulla terra si intende che cominciaronoa non avere alcuna volontà di agire secondo il bene è evidente da ciò che è stato dettosopra, e cioè che non vi era alcuna volontà, ma solo cupidità; e dal significato di uomo sullaterra. Nel senso letterale terra è dove l'uomo è. Nel senso interiore, terra è dove l'amore è, epoiché l'amore è dalla volontà, ovvero dalla cupidità, per terra si intende la volontà stessadell'uomo. Perché l'uomo è uomo dalla volontà, piuttosto che dalla conoscenza edall'intelletto, perché questi discendono dalla sua volontà. Egli non è disposto a conoscerené a comprendere qualsiasi cosa che non discenda dalla sua volontà; anzi, anche quandoparla o fa qualcosa contro la sua volontà, ancora c'è qualcosa della volontà che in modoremoto governa il discorso o l'azione. Che la terra di Canaan, o la terra santa rappresental'amore, e di conseguenza la volontà dell'uomo celeste, potrebbe essere confermato damolti passi della Parola. Allo stesso modo, le terre di varie nazioni denotano i loro amori,che in generale sono l'amore di sé e l'amore del mondo; ma siccome questo soggetto è cosìricorrente, non è necessario soffermarsi ora su di esso. Quindi, emerge che per la malvagitàdell'uomo sulla terra è significato il suo male naturale, che è la volontà, di cui si dice esseremoltiplicata perché non era in uno stato di completa abiezione, ma che desiderava il benedegli altri, anche se per il bene di sé. E il completamento della perversione è significato daipropositi del suo cuore.
586. Le fantasie dei pensieri del cuore erano soltanto disegni malvagi ogni giorno, significa chenon vi era alcuna percezione della verità e del bene, per la ragione, come prima detto edimostrato, che essi avevano immerso la dottrina della fede nelle loro sudice cupidità, equando ciò si è verificato tutta la percezione è andata perduta, e ha ceduto il posto ad unaterribile persuasione, che è una fantasia mortale, profondamente radicata, che è stata lacausa della loro estinzione e soffocamento. Questa mortale persuasione è quirappresentata dalle fantasie dei pensieri del cuore; ma per fantasie del cuore, senza la parola
pensieri, si intende il male dell'amore di sé, o le cupidità, come nel capitolo seguente, doveSignore ha detto, dopo che Noè ebbe offerto l'olocausto, Non maledirò più il suolo a causadell'uomo, perché la fantasia del cuore dell'uomo è malvagità dalla sua infanzia (Genesi 8,21). Unafantasia, è ciò che l'uomo concepisce per se stesso, e di cui egli persuade se stesso; come inAbacuc:
A che giova un idolo, che lo scultore ha scolpito, un'immagine fusa e un oracolo falso, nei qualilo scultore confida sebbene abbia fabbricato idoli muti? (Ab. 2:18)
Idolo scolpito significa false persuasioni originate da principi concepiti e covati da se stessi.Lo scultore è colui che è quindi autopersuaso, alla cui immaginazione si fa riferimento. InIsaia:
O la vostra perversione! Il vasaio sarà forse reputato alla stregua dell'argilla. Un'opera può diredel suo autore, Egli non mi ha fatto; e il vaso può dire del vasaio, Egli non comprende? (Is.29:16)
l'opera qui significa il pensiero concepito nel proprio dell'uomo e la persuasione di ciò cheè falso che ne deriva. Un'opera o una fantasia in generale, è ciò che un uomo concepisce dalcuore o dalla volontà, e anche ciò che concepisce dal pensiero o dalla persuasione, come inDavide:
Il Signore conosce la nostra indole, egli si ricorda che siamo polvere (Salmi 103:14)
In Mosè:
Conosco la sua immaginazione che egli mette in opera questo giorno, dapprima che lo portassiin questo paese (Deut. 31:21)
586 bis1. Versetto 6. E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra, e se ne addolorò in cuorsuo. Che si pentì significa la misericordia. Che se ne addolorò nel cuore, ha un similesignificato. Il pentirsi fa riferimento alla sapienza. Addolorarsi nel cuore, all'amore.
1 Questo paragrafo è duplicato nella versione originale in latino (NdT.).
587. Che il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra significa la misericordia, e che sene addolorò in cuor suo ha un simile significato, è evidente da questo, che il Signore giammaisi pente, perché prevede tutte le cose in eterno, sia in generale, sia in particolare; e quandoha fatto l'uomo, cioè, lo ha creato di nuovo, e lo ha perfezionato fino a farlo divenireceleste, ha anche previsto che nel decorso del tempo sarebbe diventato come qui èdescritto e, in virtù del fatto egli previde questo non poteva pentirsi. Questo apparechiaramente in Samuele:
L'invincibile di Israele non mente, né si pente, perché egli non è uomo da pentirsi (1 Sam. 15:29).
E in Mosè:
Dio non è un uomo che debba mentire, o il figlio dell'uomo che debba pentirsi. Forse che eglidice e poi non fa? Forse che gli parla e poi non adempie? (Num. 23:19)
Allora pentirsi significa essere misericordioso. La misericordia del Signore, include tuttociò che viene fatto dal Signore verso gli uomini, che sono in uno stato tale che il Signore hapietà di loro, ciascuno secondo la propria condizione. Così egli ha pietà dello stato di coluial quale permette sia inferta una pena, e ha anche pietà per coloro ai quali concede ilgodimento del bene. È dalla misericordia che ha origine la pena, perché la misericordiatrasforma tutto il male della pena in bene. Ed è dalla misericordia concedere il godimentodel bene, perché nessuno merita tutto ciò che è bene; perché tutti gli uomini sono nel male,e da se stesso ciascuno si precipiterebbe verso l'inferno, per cui è dalla misericordia cheegli è sottratto di là. Non si tratta di altro che di misericordia, in quanto il Signore non habisogno di alcun uomo. Misericordia deve il suo nome al fatto che libera l'uomo dallemiserie e dall'inferno; quindi è denominata misericordia in relazione all'umanità, perchéessa è in un tale stato di sofferenza, ed è l'effetto dell'amore verso tutti, perché tutti sonocosì.
588. Ma si dice del Signore che egli si pente ed è addolorato in cuor suo, perché sembra chevi sia un tale sentimento nella pietà umana, in modo che ciò che si dice qui del pentimentodel Signore e della afflizione è detto secondo l'apparenza, come in molti altri passi nellaParola. Nessuno può conoscere la misericordia del Signore, perché trascende infinitamentela comprensione dell'uomo. Ma quale sia la misericordia umana è a tutti noto, che si possaessere pentiti e afflitti; e se l'uomo avesse concepito una sua idea di misericordia secondo ilproprio apprezzamento, non avrebbe avuto alcuna idea di essa, e quindi non potrebbeessere istruito. E questo è il motivo per cui le caratteristiche umane sono spesso riferite o
attribuite al Signore, come che il Signore punisce, conduce in tentazione, distrugge, ed èadirato. Invero egli giammai punisce alcuno, non conduce alcuno in tentazione, nondistrugge nulla, né è mai arrabbiato. Ma, poiché queste condotte fanno riferimento alSignore, ne consegue che il pentimento e l'afflizione possono essere a lui riferiti; perché ilriferimento a questi segue da quegli altri, come appare chiaramente dai seguenti passidella Parola.
[2] In Ezechiele:
La mia ira sarà consumata, darò sfogo della mia collera, e sarà causa di pentimento (Ez. 5:13)
Qui, perché ira e collera sono citate, si fa anche riferimento al pentimento. In Zaccaria:
Come decisi di affliggervi quando i vostri padri mi provocarono all'ira, dice il Signore Zebaoth,e non mi pentii di ciò, così ancora in questi giorni beneficerò Gerusalemme e la casa di Giuda(Zacc. 8:1415)
Qui si dice che il Signore decise di affliggere, e invero egli non ha mai pensato di fare delmale ad alcuno, ma soltanto il bene a tutti ed a ciascuno. In Mosè, quando pregò tolleranzadel volto del Signore:
Allontana l'irruenza della tua collera e desisti dal proposito di affliggere il tuo popolo; e ilSignore si pentì del male che avrebbe fatto al suo popolo (Es. 32:12, 14)
Anche qui l'irruenza della tua collera è attribuita al Signore, e di conseguenza il pentimento.In Giona, il re di Ninive, dichiara:
Chissà che Dio non desista e si ravveda, allontanando da sé l'ardore della sua ira, in modo chenoi non abbiamo a perire? (Giona 3:9)
Qui allo stesso modo ravvedimento è citato unitamente a ira.
[3] In Osea:
Il mio cuore si commuove; il mio intimo si accende di compassione. Non darò sfogo all'ardoredella mia ira (Os 11:89)
dove allo stesso modo si dice del cuore che si accende di compassione, proprio come nelverso che stiamo esaminando, ove si dice che egli è addolorato nel cuore. Il pentimentochiaramente rappresenta una sconfinata misericordia. Così in Gioele:
Volgiti verso il Signore tuo Dio; perché egli è misericordioso e compassionevole, lento all'ira egeneroso nell'amore, e sollecito nel ravvedersi del male (Gioele 2:13);
dove anche ravvedersi rappresenta palesemente la misericordia. In Geremia:
Se essi daranno ascolto, e devieranno dalla loro cattiva strada, mi pentirò del male (Ger. 26: 3)
volendo intendere l'avere misericordia. Nello stesso profeta:
Se quella nazione desisterà dalla sua malvagità, mi ravvedrò del male (Ger. 18:8)
dove anche ravvedersi significa avere misericordia a condizione che essi avessero desistitodal male. Perché è l'uomo che allontana da se stesso la misericordia del Signore: il Signorenon distoglie mai la misericordia dall'uomo.
589. Da questi e molti altri passi è evidente che la Parola si esprime secondo le apparenzepresso l'uomo. Chi voglia dunque confermare falsi principi dalle apparenze secondo lequali la Parola si esprime, può farlo, attraverso innumerevoli passi. Ma una cosa èconfermare per falsi principi desunti dalla Parola; altro è credere con semplicità, in ciò cheè scritto nella Parola. Colui che conferma falsi principi, prima assume un principio dalquale non intende recedere, ed estrapola conferme ovunque, anche dalla Parola, fino apersuadersi cosi saldamente che non può più vedere la verità. Chi invece credesemplicemente, ovvero con semplicità di cuore, non assume principi, ma pensa che ciò cheil Signore dice è senz'altro la verità e, se istruito attraverso altre affermazioni della Parola,circa il modo in cui la Parola deve essere compresa, egli acconsente e gioisce nel suocuore. Anche l'uomo che crede semplicemente che il Signore sia adirato, punisca, siravveda e si affligga, e così credendo teme il male e si adopera per il bene, non incorre inalcun pericolo. Perché la sua fede lo induce anche a credere che il Signore vede ogni cosa,
ed essendo in tale fede egli è poi illuminato in altre materie della fede, se non prima,nell'altra vita. Completamente differente è il caso di coloro che, a causa di un folle amoredi sé o del mondo, sono persuasi nel credere in cose che hanno desunto dai principi cheinizialmente hanno assunto.
590. Che pentimento si riferisca alla sapienza, e afflizione del cuore, all'amore, esorbita dallaumana comprensione, salvo che il soggetto venga illustrato con concetti conformi allanatura dell'uomo, cioè, mediante delle apparenze. In ogni idea del pensiero umano c'èqualcosa dell'intelletto e della volontà, ovvero del suo pensiero e del suo amore.Qualunque idea che non abbia nulla dalla sua volontà ovvero del suo amore non è un'idea,perché al di fuori della sua volontà l'uomo non può pensare affatto. C'è una specie dimatrimonio, perpetuo e indissolubile, tra pensiero e volontà, tale che le idee del pensieroumano ineriscono o aderiscono alle cose che appartengono alla sua volontà, ovvero al suoamore. Da questo stato di cose nell'uomo può essere conosciuto, o meglio, appare possibileformare un'idea di ciò che è contenuto nella misericordia del Signore, cioè, sapienza eamore. Così nei profeti, soprattutto in Isaia, ci sono quasi ovunque duplici espressioniriguardanti ogni cosa. Una attinente a ciò che è spirituale, l'altra, ciò che è celeste. Lospirituale della misericordia del Signore è la sapienza; il celeste è l'amore.
591. Versetto 7. E Signore disse, Annienterò l'uomo che ho creato sulle facce del suolo, e glianimali, i rettili e gli uccelli del cielo; perché sono pentito di averli creati. Il Signore disse,annienterò l'uomo, significa che l'uomo distruggerà se stesso. Che ho creato sulle facce delsuolo, significa la discendenza dell'uomo appartenente alla più antica chiesa. Uomini,animali e rettili, significa che tutto ciò che appartiene alla volontà si estinguerebbenell'uomo. Gli uccelli dei cieli, rappresentano l'intelletto ovvero ciò che appartiene allacapacità d'intendere o al pensiero. Perché sono pentito di averli creati, significa come si èdetto prima, la compassione.
592. Il Signore disse, Annienterò l'uomo. Che ciò significhi che l'uomo avrebbe annientatose stesso è evidente da ciò che è stato spiegato prima, e cioè che si dice del Signore chepunisce, che tenta, che infligge il male, che annienta o uccide e che maledice. Come peresempio, che uccise Er, primogenito di Giuda; e Onan, un altro figlio di Giuda (Genesi 38:7, 10). Che il Signore fece strage di tutti i primogeniti d'Egitto (Es. 12:12, 29). E così inGeremia:
Di quelli che ho ucciso nella mia ira e nel mio furore (Ger. 33:5)
In Davide:
Egli scagliò su di loro il furore della sua collera; rabbia veemente, ira e sdegno, e inviò gli angelidel castigo (Salmi 78:49)
In Amos:
Può una sciagura piombare su una città, senza che il Signore l'abbia causata? (Amos 3:6)
In Giovanni:
Sette coppe d'oro colme dell'ira di Dio, che vive in eterno (Ap. 15:1, 7; 16:1)
Tutte queste cose sono attribuite al Signore, e nondimeno, sono del tutto contrarie alla suanatura. Queste cose sono a lui ascritte per il motivo spiegato prima; e anche al fine che gliuomini possano concepire un'autentica idea generale del fatto che il Signore governa edispone tutte le cose, sia in generale, sia in particolare; e affinché possano successivamenteimparare che nulla del male viene dal Signore, né che egli uccide; bensì che è l'uomo aportare su di sé il male, la rovina e la distruzione di se stesso. E tuttavia, non è l'uomo, magli spiriti maligni che promuovono e veicolano in lui queste pulsioni maligne; enondimeno, tali condotte sono imputabili all'uomo, perché egli è persuaso di agire da sestesso. Così ora qui si dice del Signore che annienterebbe l'uomo, quando in realtà era uomoche voleva annientare ed estinguere se stesso.
[2] Tale stato appare in modo evidente da coloro che nell'altra vita sono nel tormento enell'inferno, e che si lamentano continuamente e attribuiscono tutto il male della loro penaal Signore. Così nel mondo degli spiriti maligni ci sono quelli che raggiungono il loromassimo diletto nel danneggiare e affliggere gli altri; e coloro che sono feriti e punitipensano che ciò venga dal Signore. Ma gli viene detto, ed è mostrato loro, che neppure ilpiù lieve dei mali viene dal Signore, ma sono loro stessi che lo portano su di sé; perchétale è lo stato e tale l'equilibrio di tutte le cose nell'altra vita, vale a dire che il male torna sucolui che ha agito male, e diventa il male della punizione. E per la stessa ragione, èinevitabile. Si dice che questo è consentito al fine di emendarsi dal male. E il Signoretrasforma tutto il male della pena in bene; in modo che non vi può essere altro che il benedal Signore. Ma finora a nessuno è stato svelato cosa sia tale permesso. Ciò che è permessosi crede sia fatto da colui che permette, in quanto egli permette. Ma la questione èpiuttosto differente, e riguardo alla stessa, per Divina misericordia del Signore, si tratteràdi seguito.
593. Che ho creato sulle facce del suolo. Che ciò significa l'uomo dalla generazionesuccessiva alla più antica chiesa, è evidente non solo dall'affermazione, l'uomo che avevacreato, cioè, che aveva rigenerato; e successivamente che aveva fatto, cioè, avevaperfezionato, o rigenerato finché egli divenne celeste; ma anche dal suo essere fatto sullefacce del suolo. Il suolo è dove la chiesa è, come è stato mostrato prima. Lo stesso è evidentedal fatto che la generazione cui si riferisce questo passo è quella che ha sprofondato le cosedottrinali della fede nella loro cupidità. E quelli che non padroneggiavano le cosedottrinali della fede non avrebbero potute agire così. Coloro che sono al di fuori dellachiesa sono nell'ignoranza della verità e del bene, e quelli che sono nell'ignoranza possonotrovarsi in una sorta di condizione di innocenza ove parlassero e agissero in contrasto conle verità e il bene della fede. Perché essi possono agire in virtù di un certo zelo per il cultoche hanno appreso fin dall'infanzia, e che quindi credono essere vero e bene. Ma ècompletamente diverso presso chi possiede la dottrina della fede. Questi possonomescolare verità con falsità, e le cose sacre con quelle profane. A causa di ciò la loro sortenell'altra vita è molto peggiore della sorte di coloro che sono chiamati gentili, riguardo aiquali, per Divina misericordia del Signore, si dirà di seguito.
594. L'uomo, gli animali e i rettili. Che questo significa che tutto ciò che appartiene allavolontà egli lo estinguerebbe, è evidente dal significato di uomo, e di rettili. L'uomo è uomoesclusivamente dalla volontà e dall'intelletto, in forza dei quali, si distingue dai bruti. Intutti gli altri aspetti è molto simile ad essi. Nel caso di questi uomini ogni volontà del benee ogni verità dell'intelletto erano perite. Al posto della volontà del bene emersero follicupidità e in luogo della capacità di intendere la verità, folli fantasie. Questi sono statimescolati con le loro cupidità, e così facendo, sono andati perduti i resti. Che tutte le cosedella volontà sono chiamati animali e rettili è evidente da quanto è stato detto inprecedenza riguardo agli animali e ai rettili. Ma qui, poiché si tratta del caratteredell'uomo, le affezioni maligne sono rappresentate dagli animali, e di conseguenza lecupidità. I rettili rappresentano il piacere, materiale e sensuale. Che tali cose sonosignificate da bestie e rettili non necessita di ulteriori dimostrazioni dalla Parola, perché sene è trattato in precedenza (vedi n. 4546, 142143).
595. Che gli uccelli dei cieli significa tutto ciò che appartiene all'intelletto, cioè alpensiero, può anche essere visto più sopra (n. 40).
596. Versetto 8. E Noè trovò grazia agli occhi di Signore.. Per Noè è significata una nuovachiesa. Che egli trovò grazia agli occhi di Signore significa che il Signore ha previsto che ilgenere umano poteva essere salvato.
597. Per Noè è significata una nuova chiesa, che sarà chiamata l'antica chiesa, allo scopodi distinguerla dalla più antica chiesa, che fu prima del diluvio, mentre questa sorse dopoil diluvio. Lo stato di queste due chiese era completamente diverso. Lo stato della chiesa
più antica era tale che era stata dotata dal Signore della percezione del bene e della veritàche ne deriva. Lo stato della chiesa antica, o Noè, divenne tale che essi avevano coscienzadel bene e della verità. Così come è la differenza tra avere la percezione e avere coscienza,tale era la differenza di stato tra la più antica chiesa e la chiesa antica. La percezione non èla coscienza: il celeste gode della percezione; lo spirituale ha la coscienza. La chiesa piùantica era celeste; la chiesa antica era spirituale.
[2] La chiesa più antica godeva di una percezione immediata, dal Signore, attraverso lacomunione con gli spiriti e gli angeli, come anche dalle visioni e dai sogni; di qui è statodato loro di avere una conoscenza generale di ciò che è bene e vero. E dopo aver acquisitouna conoscenza generale, questi principi guida, per così dire, sono stati confermati dainnumerevoli cose, mediante la percezione; e queste innumerevoli cose erano i particolaridei principi generali. Così i principi guida sono stati corroborati di giorno in giorno; tuttociò che non era in accordo con i principi generali essi lo percepivano come tale; e tutto ciòche era conforme lo percepivano come tale. Questo è anche lo stato degli angeli celesti.
[3] I principi generali della più antica chiesa erano verità celesti ed eterne quali, che ilSignore governa l'universo, che tutto il bene e la verità sono dal Signore, che tutta la vita èdal Signore, che il proprio dell'uomo non è altro che il male, e in se stesso è morto, insiemea molte altre cose di simile tenore. E hanno ricevuto dal Signore una percezione diinnumerevoli cose che confermavano e sostenevano queste verità. Presso di loro l'amoreera il fondamento della fede. Dall'amore è stato dato loro, dal Signore, di percepire tuttociò che era della fede, e quindi presso di loro la fede era l'amore, come si è detto inprecedenza. Ma la chiesa antica divenne completamente diversa, riguardo alla quale, permisericordia Divina del Signore, si tratterà di seguito.
598. Egli trovò grazia agli occhi del Signore significa che il Signore aveva previsto che ilgenere umano poteva essere salvato. La misericordia del Signore coinvolge e guarda allasalvezza di tutto il genere umano; ed è lo stesso per la sua grazia con la quale si intende lasalvezza del genere umano. Con Noè è rappresentata non solo una nuova chiesa, ma anchela fede di quella chiesa, che era la fede della carità. Così il Signore ha previsto cheattraverso la fede della carità il genere umano sarebbe stato salvato (in merito a tele fede,qui di seguito).
[2] Ma c'è una differenza nella Parola tra misericordia e grazia, e ciò in conformità con ladifferenza che esiste in coloro che le ricevono; la misericordia è destinata a coloro che sonocelesti, e la grazia a coloro che sono spirituali. Perché il celeste non riconosce altro che lamisericordia, e lo spirituale nient'altro che la grazia. Il celeste non sa cosa sia la grazia; e lospirituale ha una scarsa cognizione della misericordia, e la associa alla grazia. Questoderiva dalla loro differente condizione di deferenza; coloro che sono in uno stato dideferenza, col cuore, implorano la misericordia del Signore; e coloro che sono in uno stato
intellettuale di deferenza implorano la sua grazia. E se questi ultimi imploranomisericordia, ciò ha luogo in uno stato di tentazione o avviene solo dalla bocca e non dalcuore. Poiché la nuova chiesa denominata Noè non era celeste ma spirituale, non è dettoche trovò misericordia, ma grazia, agli occhi di Signore
[3] Che vi sia una distinzione nella Parola tra misericordia e grazia è evidente da moltipassi in cui il Signore è chiamato misericordioso e clemente (come in Salmi 103:8; 111:4; 145:8;Gioele 2:13). La distinzione viene altresì fatta in altri luoghi, come in Geremia:
Così dice il Signore, il popolo sfuggito alla spada ha trovato grazia nel deserto, quando sonoandato a dargli riposo, a Israele. Il Signore gli è apparso da lontano, Ti amo di un amore eterno;perciò nella misericordia ti ho attirato (Ger. 31:23)
dove grazia si riferisce allo spirituale, e misericordia, al celeste. In Isaia:
Eppure il Signore è disposto ad usarvi clemenza. Perciò si leverà per avere pietà di voi (Is.30:18)
Anche qui grazia concerne lo spirituale, e misericordia, il celeste. Così nel capitolo seguente,dove Lot dice all'angelo:
Ecco, io tuo servo ho trovato grazia ai tuoi occhi, e tu sei stato misericordioso con me, persalvare la mia anima (Genesi 19:19)
Che grazia si riferisca alle cose spirituali, che sono della fede ovvero dell'intelletto, èevidente anche qui, in quanto si dice, ho trovato grazia ai tuoi occhi. E che misericordia siriferisca alle cose celesti che sono dell'amore, o della volontà, è evidente dal fatto chedell'angelo si dice che abbia operato misericordia e salvato l'anima.
Genesi 6, versetti 922 9. Questa è la discendenza di Noè. Noè era un uomo giusto e integro nelle sue generazioni: Noècamminava con Dio.
10. Noè generò tre figli: Sem, Cam e Jafet.
11. E la terra era corrotta davanti a Dio. E la terra era piena di violenza.
12. E Dio vide la terra, ed ecco era corrotta, poiché ogni uomo aveva corrotto la propria condottasulla terra.
13. E Dio disse a Noè, La fine di ogni uomo si è presentata dinanzi a me, perché la terra è piena diviolenza, dai loro volti, ed ecco, li distruggerò insieme alla terra.
14. Costruisciti un'arca di legno di cipresso; la doterai di scompartimenti e la cospargerai di pece, dentro efuori.
15. E la farai di queste dimensioni: trecento cubiti di lunghezza, cinquanta cubiti di larghezza etrenta cubiti di altezza.
16. Farai all'arca una finestra fino all'altezza di un cubito dal tetto. Farai la porta dell'arca sullafiancata, per accedere a tre ponti, uno inferiore, uno intermedio e uno superiore.
17. Manderò una grande inondazione sulla terra, per distruggere ogni carne in cui vi è alito di vitasotto i cieli; tutto ciò che è sulla terra perirà.
18. E stipulerò il mio patto con te; e tu entrerai nell'arca, tu i tuoi figli, tua moglie e le mogli deituoi figli.
19. E di ogni specie vivente di ogni carne, una coppia di ciascuno di essi farai entrare nell'arca, permantenerli in vita con te; e siano maschio e femmina.
20. E di ogni specie di uccelli, animali e rettili, una coppia di ciascuno di essi farai entrarenell'arca, per mantenerli in vita.
21. Ti procurerai ogni genere di viveri e scorte che saranno di nutrimento per te e per loro.
22. E Noè fece tutto ciò che Dio gli aveva comandato. Così egli fece.
Contenuti
599. Il tema qui trattato è lo stato della chiesa denominata Noè prima della suarigenerazione.
600. L'uomo appartenente a questa chiesa qui descritta, era tale che poteva essererigenerato (versetto 9); ma di lì sorsero tre generi di dottrina, rappresentate da Sem, Cam eJafet (versetto 10).
601. Che l'uomo vissuto nel periodo seguente alle genti appartenenti alla più anticachiesa non poteva essere rigenerato, a causa delle sue persuasioni e folli cupidità (versetti1112); di qui avrebbe distrutto se stesso (versetto 13).
602. Ma l'uomo della chiesa detta Noè, che è rappresentato dall'Arca, non era così(versetto 14); e i resti presso di lui sono rappresentati dalle misure (versetto 15); le coseinerenti il suo intelletto, dalla porta e dagli scompartimenti (versetto 16).
603. Che essa sarebbe stata conservata quando il resto sarebbe perito a causa diun'inondazione del male e della falsità (versetto 17).
604. Che le verità e i beni che erano presso di lei si sarebbero salvati (versetto 18); equindi ciò che apparteneva all'intelletto e alla volontà, per mezzo della rigenerazione(versi 1920). Perché in quanto ricevente, doveva essere preparata (versetto 21); e che cosìfu fatto (versetto 22).
Significato interiore
605. Il soggetto qui trattato è la formazione di una nuova chiesa, denominata Noè; e lasua formazione è descritta dall'arca in cui sono stati accolti gli esseri viventi di ogni specie.Ma come accade usualmente, prima che la nuova chiesa pot\esse sorgere era necessarioche l'uomo della chiesa soffrisse molte tentazioni, che sono rappresentate dal sollevamentodell'arca, dalla sua fluttuazione, e dal suo stazionamento sulle acque del diluvio. E infine,che è diventata un autentico uomo spirituale ed è stato resa libera, è descritto dal ritirodelle acque, e le molte cose che seguono. Chiunque si soffermi sul solo senso letterale,(segnatamente in questi passi) e conseguentemente su tutte le cose che sono storicamentecollegate, secondo l'idea di una sequenza di eventi, non può scorgere quanto sopradescritto. E nondimeno, tale era lo stile degli uomini di quel tempo, e la parte piùinteressante di essi era che tutte le cose dovevano essere avvolte in figure rappresentative,disposte in forma di storia; e più coerente era la sequenza storica, migliore eral'adattamento del soggetto al loro pensiero. Perché in quei tempi antichi gli uomini nonerano tanto inclini allo studio delle scienze come nel tempo presente, ma si soffermavanosu pensieri profondi, il cui frutto era tale come è stato descritto. Questa era la sapienzadegli antichi.
606. Che il diluvio, l'Arca, e quindi le cose descritte in relazione a queste significhinorigenerazione, e anche le tentazioni che precedono la rigenerazione, è in qualche modo
noto tra gli eruditi nel tempo presente, i quali anche paragonano la rigenerazione e letentazioni alle acque del diluvio.
607. Ma il carattere di questa chiesa sarà descritto qui di seguito. Affinché un'idea di essapossa essere esposta qui, deve essere brevemente premesso che la chiesa più antica eraceleste, come già mostrato; questa chiesa invece divenne spirituale. La chiesa più anticaaveva una percezione del bene e della verità; questa, ovvero l'antica chiesa, non aveva talepercezione, ma una sorta di dettato interiore, che può essere definito coscienza.
[2] Ma ciò che è ancora sconosciuto nel mondo, e forse difficile da credere, è che gliuomini della chiesa più antica avevano una respirazione interna, ed una mutuarespirazione esterna. Cioè essi, al pari degli angeli, comunicavano con le idee piuttosto checon le parole, come avvenne in seguito e come avviene nel tempo presente. E potevanoesprimere tali idee attraverso innumerevoli mutamenti nello sguardo e nel volto, e inparticolare nelle labbra. Nelle labbra vi sono innumerevoli serie di fibre muscolari che neltempo presente sono bloccate, ma essendo libere presso gli uomini di quel tempo, essipotevano effettivamente rappresentare le loro idee ed esprimere in un minuto ciò cheattualmente richiederebbe un'ora per articolare suoni e parole. E in ogni caso, essipotevano farlo più compiutamente e chiaramente di quanto sia possibile attraverso leparole e le combinazioni di parole. Questo può forse sembrare incredibile, eppure è vero.E ci sono molti altri, non di questa terra, che si esprimevano, e nel tempo presente siesprimono in un modo simile; riguardo a tale argomento, per misericordia Divina delSignore, si tratterà di seguito.
[3] Mi è stato dato di conoscere la natura di quella respirazione interna, e come nel corsodel tempo è cambiata. Poiché le genti più antiche godevano di una respirazione, comequella degli angeli, essi erano in profonde idee del pensiero, ed erano in grado di avereuna percezione tale che non può essere descritta. E quand'anche potesse essere descrittacome era realmente, non sarebbe creduta, in quanto non sarebbe compresa. Ma nellegenerazioni successive questa respirazione interna a poco a poco si è spenta; e pressocoloro che erano in preda a terribili persuasioni e fantasie, divenuta tale che non potevanopiù formare alcuna idea del pensiero tranne ciò che è completamente degradato, il cuieffetto fu che essi non poterono sopravvivere, e quindi si estinsero tutti.
608. Quando la respirazione interna cessò, la respirazione esterna a poco a poco lesuccedette, quasi come quella dei nostri giorni; e insieme alla respirazione esterna, unlinguaggio di parole, o di suoni articolati in cui erano determinate le idee di pensiero. Cosìlo stato dell'uomo fu del tutto cambiato, e divenne tale che egli non poteva più avere lapercezione, ma in luogo di essa, una sorta di dettato interiore che può essere definitocoscienza, perché era qualcosa di intermedio tra la percezione e la coscienza nota neltempo presente. E quando tale determinazione delle idee del pensiero ha avuto luogo, vale
a dire, in parole pronunciate, essi non poterono più essere istruiti, come l'uomo più antico,attraverso l'uomo interno, ma attraverso l'esterno. E quindi al posto delle rivelazioni dellachiesa più antica, succedettero le cose dottrinali, che prima dovevano essere ricevute daisensi esterni, e attraverso questi le loro idee materiali della memoria potevano essereformate, e da queste, le idee del pensiero, con le quali erano istruiti. Quindi questa chiesaaveva un'indole del tutto diversa da quella della chiesa più antica, e se il Signore nonavesse portato il genere umano verso questa indole, ovvero in questo stato, nessunoavrebbe potuto essere salvato.
609. Poiché lo stato dell'uomo della chiesa denominata Noè era del tutto cambiatorispetto a quello dell'uomo della chiesa più antica, non poteva più, come detto prima,essere istruito e illuminato nello stesso modo come l'uomo più antico; perché il suo internoerano chiuso, in modo che egli non aveva più comunicazione con il cielo, eccetto per ciòche era inconscio. Né, per la stessa ragione, poteva essere istruito ad eccezione di quanto siè detto prima, dall'esterno, cioè attraverso i sensi. Per questo motivo, per provvidenza delSignore, le questioni dottrinali della fede, insieme ad alcune delle rivelazioni della chiesapiù antica, sono state conservate per l'uso di questa posterità. Queste cose dottrinalifurono raccolte prima da Caino, e sono state custodite affinché non andassero perdute.Perciò si dice di Caino che un marchio è stato apposto su di lui, perché nessuno lo uccida (inmerito, si veda quanto è stato detto in Gen. 4:15). Tali questioni dottrinali sono statesuccessivamente ridotte in dottrina da Enoch; ma poiché questa dottrina non era in uso aquel tempo, ma era per i posteri, si dice che Dio l'aveva preso. (Si veda anche Gen. 5:24). Taliquestioni dottrinali della fede sono ciò che è stato preservato dal Signore per l'uso deiposteri ovvero di questa chiesa. Perché era previsto dal Signore che la percezione sarebbeandata persa, e quindi è stato provveduto affinché queste cose dottrinali rimanessero.
610. Versetto 9. Questa è la discendenza di Noè. Noè era un uomo giusto e integro tra le suegenerazioni: Noè camminava con Dio. Per la discendenza di Noè, si intende la descrizionedella riforma o rigenerazione della nuova chiesa. Che Noè era un uomo giusto e integrotra i suoi contemporanei, significa che era tale che poteva essere dotato di carità. Giusto, èin relazione con il bene della carità, e integro, con la verità della carità. Generazioni, sonoquelle della fede. Per camminare con Dio, si intende qui come sopra, in riferimento aEnoch, la dottrina della fede.
611. Che per la discendenza di Noè si intende la descrizione della riforma o rigenerazionedella nuova chiesa è evidente da ciò che è stato detto in precedenza (Gen. 2:4; Gen. 5:1).
612. Noè era un uomo giusto e integro nelle sue generazioni. Che ciò significa che egli era taleche poteva essere dotato della carità è evidente dal significato di giusto e integro. Giusto, fariferimento al bene della carità, e integro alla verità della carità. E anche dal fondamentaledi quella chiesa che era la carità, in merito alla quale, per misericordia Divina del Signore,
si tratta qui di seguito. Che giusto fa riferimento al bene della carità, e integro alla veritàdella carità, è evidente dalla Parola, come in Isaia:
Essi mi cercheranno tutti i giorni e vorranno conoscere le mie vie, come un nazione che praticala giustizia, e non abbandona il giudizio del suo Dio; essi invocheranno sentenze di giustizia, edesidereranno essere in prossimità di Dio (Is. 58:2)
Qui giudizio rappresenta le cose inerenti la verità, e giustizia quelle inerenti il bene. Faregiudizio e giustizia è diventata per così dire una formula consolidata per, fare ciò che è veroe ciò che è bene (come in Isaia 56:1; Ger. 22:3, 13, 15; 23:5; 33:14, 16, 19). Il Signore ha detto:
Il giusto risplenderà come il sole nel regno del Padre mio (Matteo 13:43)
giusto significa colui che è dotato di carità. E riguardo alla consumazione dei tempi, hadetto:
Verranno gli angeli e separeranno i malvagi dai giusti (Matteo 13:49)
Qui anche giusto significa colui che è dotato del bene della carità.
[2] Integro significa la verità che è dalla carità, perché vi è verità da molte altre origini; maciò che è dal bene della carità del Signore si chiama integro e un uomo integro, come Davide:
Chi abiterà nella tua tenda? Chi dimorerà sul monte della tua santità? Colui che camminaintegro, opera rettamente e pronuncia la verità nel suo cuore (Salmi 15:12)
L'uomo integro è qui descritto. Nello stesso libro:
Con l'uomo retto tu mostri la tua santità; con l'uomo integro tu mostri la tua perfezione. (Salmi18:25)
dove l'uomo integro è colui che è così dalla santità, o dal bene della carità. Nello stessolibro:
Il Signore non sottrarrà alcun bene a coloro che camminano nell'integrità (Salmi 84:11)
[3] Che un uomo integro è colui che è autentico dal bene, o che parla e agisceautenticamente dalla carità, è evidente dalle parole camminare e via, spesso in relazione conciò che è integro, cioè interezza o completezza, e anche dalle parole onestà e rettitudine cheappartengono alla verità. Come in Davide:
Istruirò l'uomo integro finché egli verrà a me. Camminerò nella mia casa nella perfezione delmio cuore (Salmi 101:2)
e nel sesto versetto:
Chi cammina nella via della perfezione, sarà al mio servizio (Salmi 101:6)
Beati sono gli integri nella condotta, che camminano nella legge di Signore (Salmi 119:1)
Integrità e rettitudine mi proteggano (Salmi 25:21)
Osserva l'uomo integro, e guarda il giusto, perché il fine di quell'uomo è la pace (Salmi 37:37)
È evidente da questi passi che è chiamato giusto colui che fa ciò che è bene, ed è chiamatointegro colui che agisce autenticamente di lì, vale a dire che opera secondo giustizia egiudizio. Santità e giustizia sono il celeste della fede; perfezione e giudizio, sono lo spiritualeche ne deriva.
613. Che le generazioni sono quelle della fede, non affiora dal significato letterale, che èstorico; ma siccome qui si tratta unicamente di cose interiori, le generazioni della fede sonoqui intese. Ugualmente in altri passi della Parola, come in Isaia:
Quelli che sono da te ricostruiranno le antiche rovine; ricostruirai le fondamenta di generazionein generazione; e saranno chiamati riparatori di di brecce e restauratori di strade che tornerannoad essere percorse (Isaia 58:12)
Tutte queste cose significano ciò che è della fede; le antiche rovine significano le cose celestidella fede; fondamenta di generazione in generazione sono le cose spirituali della fede, cheerano perdute dai tempi antichi. Nello stesso profeta:
Essi ricostruiranno gli antichi e ruderi, riedificheranno l'antica desolazione, rinnoveranno lecittà in rovina, le desolazioni di generazione in generazione (Isaia 61:4)
con un simile significato. Ancora nello stesso profeta:
Non lavoreranno invano, né genereranno per una morte precoce; perché essi sono il semebenedetto del Signore, e la loro prole con loro (Is. 65:23)
Anche qui generare si riferisce alle cose della fede; lavoro alle cose dell'amore. In relazione aquest'ultimo si dice che sono il seme benedetto del Signore; rispetto al primo termine, chesono la prole.
614. Che camminare con Dio significa la dottrina della fede, si può vedere da ciò che èstato detto prima riguardo a Enoch (v. 22, 24), di cui anche si dice che camminò con Dio; eivi significa la dottrina della fede conservata per l'uso dei posteri. E poiché questa è ladiscendenza, per il cui uso è stata conservata, il soggetto è ora qui ripreso.
615. La qualità dell'uomo di questa chiesa è qui descritta in generale; non come egli fosse– perché della sua formazione si tratta di seguito ma come poteva diventare, vale a dire,che attraverso le conoscenze della fede poteva essere dotato della carità, e così agire dallacarità, e dal bene della carità, conoscere ciò che è vero. Per questo motivo il bene dellacarità ovvero la giustizia precede la verità della carità ovvero l'integrità. La carità, comeprima detto, è l'amore verso il prossimo e la misericordia; ed è di un minor gradodell'amore della chiesa più antica, che era l'amore verso il Signore. Così l'amore oradecresce ed è diventato più esteriore, e deve essere chiamato carità.
616. Versetto 10. Noè generò tre figli: Sem, Cam e Jafet. Noè generò tre figli, significa chesorsero tre tipi di dottrina, rappresentati da Sem, Cam e Jafet.
617. Noè generò tre figli. Che questo significa che sorsero tre tipi di dottrina è evidente datutto ciò che è stato mostrato prima sui nomi per i quali non si intende altro che le chiese,o, il che è lo stesso, le dottrine. Così è qui; ma qui sono semplicemente menzionate per laloro connessione con le cose che precedono, cioè che è stato previsto dal Signore chel'uomo di questa indole poteva essere dotato della carità. E tuttavia, ancora tre differentidottrine dovevano succedere, rappresentate da Sem, Cam e Jafet. delle quali, permisericordia Divina del Signore, si tratta qui di seguito.
618. Che Noè era giusto e integro, che camminava con Dio, che generò tre figli è detto alpassato, e tuttavia queste espressioni riguardano il futuro. Deve essere noto che il sensointeriore è tale che esso non è in relazione con il tempo; e questo favorisce la linguaoriginale, dove a volte la stessa parola si riferisce a qualsiasi periodo, senza usare ulterioriparole; per questo mezzo le cose interiori appaiono più evidenti. La lingua deriva questodal senso interiore, che è più molteplice di quanto si possa credere; e come tale non subiscele distinzioni e limitazioni del tempo.
619. Versetto 11. E la terra era corrotta davanti a Dio. E la terra era piena di violenza. Per laterra è significato il genere umano, come si è detto sopra. Si dice che era corrotta a causadelle loro persuasioni terribili; e che era piena di violenza a causa delle loro folli cupidità.Qui e nei seguenti versi di questo capitolo si dice Dio, perché allora non c'era alcunachiesa.
620. Che per terra è significato il genere umano è evidente da quanto già detto in meritoal significato di terra e suolo. Terra è un termine usato molto spesso nella Parola; e con essosi intende la regione in cui è la vera chiesa del Signore, come la terra di Canaan; e anche unaregione dove non c'è una chiesa, come la terra d'Egitto, e dei gentili. Quindi significa ilgenere umano che ivi dimora. La chiesa è denominata terra dall'amore celeste, come laterra di Canaan. E la terra dei gentili, dall'amore impuro. Ed è chiamata suolo dalla fede che èimpiantata; perché, come si è detto, la terra o il paese è il contenitore del suolo, è il suolo èil contenitore del campo, proprio come l'amore è il contenitore della fede, e la fede è ilcontenitore delle conoscenze della fede che sono impiantate. Qui per terra è inteso ilgenere umano nel quale tutte le cose dell'amore celeste e della chiesa erano estinte.
621. Che la terra era corrotta a causa della loro persuasioni terribili, e piena di violenza acausa delle loro folli cupidità è evidente dal significato dei termini corrotto e violenza. NellaParola ogni termine ha una sua precisa collocazione, ed è impiegato per esprimereefficacemente il soggetto cui si riferisce; e ciò è fatto in un modo così accurato che nelsenso interiore appare immediatamente, come in questo caso dalle parole corrotto eviolenza. Corrotto fa riferimento alle cose dell'intelletto che sono andate in rovina. Violenzaalle cose della volontà, quando sono devastate. Così corrompere si riferisce alle persuasioni;e violenza alle cupidità.
622. Che corrompere si riferisca alle persuasioni è evidente in Isaia:
Essi non faranno il male né opera di corruzione, in tutta la montagna della mia la santità.perché la terra sarà ripiena della conoscenza del Signore (Is. 11:9)
e così in 65:25, dove fare il male è in relazione con la volontà, ovvero le cupidità, ecorrompere con l'intelletto, ovvero le false persuasioni. Nello stesso profeta:
Guai alla nazione peccatrice, popolo carico di iniquità, seme di malfattori, generazione dicorruttori! (Is. 1:4)
Qui, come in altri luoghi, nazione e seme di malfattori denotano i mali che sono dellavolontà, o le cupidità; Popolo e generazione di corruttori le falsità che sono dell'intelletto,ovvero le persuasioni. In Ezechiele:
Tu ti corrompesti più di loro in tutta la tua condotta (Ez. 16:47)
Qui corrotto si riferisce alle cose dell'intelletto, della ragione, o del pensiero; perchécondotta è una parola che significa verità. In Davide:
Tu hai fatto ciò che è corrotto, e hai fatto azioni abominevoli (Salmi 14: 1).
Ciò che è corrotto indica persuasioni terribili; e abominevoli, le folli cupidità che sono nelleloro opere, o che emergono dalle loro opere. In Daniele:
Dopo sessantadue settimane il Messia sarà soppresso senza sua colpa, e la gente del principeche dovrà venire corromperà la città e il santuario, e la sua fine verrà con un diluvio (Dan. 9:26)
Anche qui corrompere indica le persuasioni di ciò che è falso, cui fa riferimento il diluvio.
623. La terra era piena di violenza. Che questo si riferisca alle loro folli cupidità, esoprattutto a quelle che provengono dell'amore di sé, o dalla estrema superbia, è evidentedalla Parola. Si chiama violenza quando gli uomini fanno violenza alle cose sante
profanandole, come fecero questi popoli antidiluviani che immersero le cose dottrinalidella fede in tutti generi di cupidità. Come in Ezechiele:
I miei volti allontanerò da loro, ed essi profaneranno il mio segreto luogo, e i ladri entreranno inesso e lo profaneranno. Prepara una catena; perché la terra è piena di delitti, e la città è piena diviolenza (Ez. 7:2223)
La violenza qui descritta è tale come è stata descritta sopra. Nello stesso profeta:
Mangeranno il loro pane nell'angoscia, e berranno la loro acqua nella desolazione, poiché la loroterra è completamente devastata, a causa della violenza di tutti quelli che vi abitano (Ez. 12:19).
Il pane che mangeranno nell'angoscia sono le cose celesti, e l'acqua che essi berranno nelladesolazione sono le cose spirituali, alle quali hanno fatto violenza, ovvero che hannoprofanato.
[2] In Isaia:
La loro tela non servirà per indumento; né saranno vestiti nelle loro opere; le loro sono opered'iniquità, e l'atto della violenza è nelle loro mani (Isaia 59:6)
Qui tela e indumenti si riferiscono alle cose dell'intelletto, cioè del pensiero. Iniquità eviolenza alle cose della volontà, cioè, alle opere. In Giona:
Che si ravvedano tutti dalla cattiva condotta, e dalla violenza che è nelle loro mani (Giona 3:8)
dove la cattiva condotta fa riferimento alle falsità, che sono dell'intelletto; e la violenza aimali, che sono della volontà. In Geremia:
Una voce verrà in un anno, e la violenza nel paese (Ger. 51:46)
Una voce significa le cose inerenti l'intelletto. Violenza, quelle inerenti la volontà. In Isaia:
Egli non ha fatto alcuna violenza, né vi era alcun inganno nella sua bocca (Isaia 53:9)
Anche qui violenza significa le cose inerenti la volontà. Inganno nella sua bocca, quelleinerenti l'intelletto.
624. Che qui non si tratta di uno stato della chiesa è evidente dal fatto che qui e neiseguenti versi di questo capitolo è usato il nome Dio, mentre nei versetti precedenti,Signore. Quando non c'è una chiesa è usato il termine Dio, e quando vi è una chiesa,Signore; come nel primo capitolo della Genesi, quando non c'era alcuna chiesa, è dettoDio; ma nel secondo capitolo, quando c'è una chiesa, si dice Signore Dio. Il nome Signore èsantissimo, e appartiene soltanto alla chiesa; mentre il nome Dio non è altrettanto santo,perché non vi è nazione che non abbia dei, e quindi il nome Dio non era così santo. Anessuno era permesso pronunciare il nome Signore, a meno che non fosse a conoscenzadella vera fede; ma chiunque poteva pronunciare il nome Dio.
625. Versetto 12. E Dio vide la terra, ed ecco era corrotta, poiché ogni uomo aveva corrotto lapropria condotta sulla terra. Dio vide la terra, significa che Dio conosceva l'uomo. Eracorrotta, significa che non vi era altro che falsità. Perché ogni uomo aveva corrotto lapropria condotta sulla terra, significa che la natura esteriore dell'uomo aveva distruttotutta la capacità d'intendere la verità.
626. Dio vide la terra. Che questo significa che Dio conosceva l'uomo è evidente achiunque; perché Dio, che conosce tutto e ogni cosa, dall'eternità, non ha bisogno divedere se l'uomo è tale. Perché vedere è umano, e quindi, come si è detto al sesto verso ealtrove, la Parola è scritta in conformità dell'apparenza delle cose rispetto all'uomo; equesto a tal punto che di Dio si dice anche che vede con gli occhi.
627. Poiché ogni uomo aveva corrotto la propria condotta sulla terra. Che questo significa chela natura esteriore di quell'uomo aveva distrutto tutta la capacità d'intendere la verità èevidente dal significato di carne (riguardo al quale si veda il versetto 3), che in generalesignifica ogni uomo, e nel particolare l'uomo corporeo, o tutto ciò che è del corpo. E dalsignificato di condotta cioè, la capacità d'intendere la verità, che è la verità stessa. Checondotta si riferisca alla capacità d'intendere la verità, cioè, alla verità, è evidente dai passiche sono stati addotti in diversi luoghi prima, e anche dal il seguente. In Mosè:
Il Signore disse: Levati, scendi prontamente di qui, perché il tuo popolo si è corrotto; hannodeviato improvvisamente dalla via che avevo comandato loro; e si sono fatti un idolo (Deut.9:12, 16)
il che significa che si erano allontanati dai comandamenti, che sono le verità.
[2] In Geremia:
I tuoi occhi sono aperti su tutte le vie dei figli dell'uomo, per dare a ciascuno secondo le sue vie,e secondo il frutto delle sue opere (Ger. 32:19)
Le vie significano una vita conforme ai comandamenti; il frutto delle sue opere, è una vitadalla carità. Quindi una via fa riferimento alle verità, che sono quelle dei precetti e deicomandamenti. E il significato di figli dell'uomo e di uomo è conforme a ciò che è statoesposto in precedenza. Così in Geremia 7:3, e 17:10. In Osea:
Visiterò le sue vie, e rendere a lui secondo le sue opere (Os. 4:9)
In Zaccaria:
Retrocedete dalle vostre vie empie, e dalle vostre opere malvagie. Questo è quanto il Signore hain proposito di fare a noi secondo le nostre vie, e secondo le nostre opere (Zacc. 1:4, 6)
Qui il significato è analogo, ma al contrario di prima, perché sono vie empie e opere malvagie.In Geremia:
Darò loro un cuore, e una via (Ger. 32:39).
Cuore significa il bene, e via la verità. In Davide:
Fammi conoscere la via dei tuoi comandamenti; rimuovi da me la via della menzogna; econcedimi la tua legge misericordiosa. Ho scelto la via della verità. Percorrerò la via dei tuoicomandamenti (Salmi 119:27, 2930, 32)
Qui la via dei comandamenti sta per la via della verità, opposta alla quale è la via dellamenzogna.
[3] Nello stesso libro:
Fammi conoscere le tue vie, o Signore, insegnami i tuoi sentieri. Conduci la mia strada nella tua verità,e insegnami (Salmi 25:45)
Qui allo stesso modo via significa palesemente verità. In Isaia:
A chi il Signore ha chiesto consiglio, chi lo istruisce, e gli insegna il sentiero della giustizia, e gliinsegna la conoscenza e lo istruisce sulla via della comprensione (Is. 40:14)
volendo intendere la comprensione della verità. In Geremia:
Così dice il Signore, state sulle vie e guardate, e chiedete dei vecchi sentieri, dove è la buonastrada, e percorretela (Ger. 6:16)
Anche qui via sta per la capacità d'intendere la verità. In Isaia:
Io guiderò i ciechi in una via che non conoscevano, in sentieri che non hanno conosciuto licondurrò (Is. 42:16)
I termini via, percorso, sentiero, strada e vicolo fanno riferimento alla verità, perché portanoalla verità; come anche in Geremia:
Essi sono inciampati nelle loro vie, negli antichi sentieri, per camminare in sentieri secondari, inuna via non tracciata (Ger. 18:15)
Così nel libro dei Giudici:
Ai tempi di Jael le vie erano deserte, e i viandanti camminavano su sentieri tortuosi. Le stradeerano deserte in Israele (Giudici 5:6)
628. Il senso interiore è che ogni uomo, nella terra in cui era la chiesa aveva corrotto la suavia in modo che non poteva più comprendere la verità. Perché ogni uomo era diventatocorporeo, non solo quelli di cui al versetto precedente, ma anche quelli chiamati Noè, di cui
qui si tratta specificamente e nel versetto seguente, perché così essi erano prima di essererigenerati. E poiché era rimasto poco della chiesa, si fa riferimento a Dio e non al Signore.Ciò significa che non c'era nulla della verità, e nel verso seguente, che non c'era nulla delbene, fatta eccezione per i resti che essi avevano, denominato Noè (perché senza resti nonvi può essere alcuna rigenerazione), e per le materie dottrinali che conoscevano. Ma nonc'era alcuna capacità d'intendere la verità, come mai vi può essere, tranne dove c'è unavolontà dal bene. Quando manca tale la volontà, non c'è intelletto; perché come è lavolontà, tale è l'intelletto. Le genti più antiche aveva una volontà dal bene, perché avevanol'amore per il Signore; e in virtù di ciò avevano una capacità d'intendere la verità; è taleintelletto perì completamente insieme alla volontà. Tuttavia, una sorta di verità razionale,e di bene naturale, sono rimasti presso quelli denominati Noè, perciò questi potevanoessere rigenerati.
629. Versetto 13. E Dio disse a Noè, La fine di ogni uomo si è presentata dinanzi a me, perché laterra è piena di violenza, dai loro volti, ed ecco, li distruggo insieme alla terra. Dio disse, significache così era. La fine di ogni uomo si è presentata dinanzi a me, significa che il genereumano non poteva che perire. Perché la terra è piena di violenza, significa che nonavevano più una volontà dal bene. Ecco, io li distruggo insieme alla terra, significa chel'umanità sarebbe perita insieme alla chiesa.
630. Che Dio disse significa che così era, è evidente dal fatto che nel Signore non c'è altroche l'essere.
631. Che la fine di ogni uomo si è presentata dinanzi a me significa che l'umanità non potevache perire è evidente dalle parole stesse, e dal significato di carne, che significa ogni uomo,in generale, e in particolare l'uomo corporeo, come già mostrato.
632. Che la terra è piena di violenza significa che essi non aveva più una volontà dal bene èevidente da quanto è stato detto e mostrato in precedenza riguardo al significato diviolenza (al versetto 11). Nel versetto precedente si parla della capacità d'intendere laverità, e qui della volontà dal bene, perché entrambe erano perite insieme all'uomo diquella chiesa.
633. In nessun uomo vi può essere alcuna comprensione della verità e la volontà dalbene, neanche presso quelli che appartenevano alla chiesa più antica. Ma quando gliuomini diventano celesti sembra come se abbiano una volontà dal bene e una capacitàd'intendere la verità, e nondimeno, queste vengono unicamente dal Signore, come ancheessi sanno, riconoscono e percepiscono. Anche per gli angeli è così. Tanto è vero che chinon conosce, riconosce e percepisce che così è, non ha alcuna comprensione della verità, néalcuna volontà dal bene. Presso ogni uomo, e ogni angelo, anche il più celeste, il suoproprio non è altro che falsità e male; poiché è noto che i cieli non sono immacolati al
cospetto del Signore [Giobbe 15:15], e che tutto il bene e tutta la verità sono unicamente dalSignore. Ma nella misura in cui un uomo o un angelo è suscettibile di essere perfezionato,per misericordia Divina del Signore si perfeziona, e riceve per così dire, una capacitàd'intendere la verità e una volontà dal bene. Ma che egli possieda e padroneggi questefacoltà è solo un'apparenza. Ogni uomo può essere perfezionato e di conseguenza riceverequesto dono per misericordia del Signore secondo la reale condotta della sua vita, e inmodo adatto al male ereditario impiantato dai suoi genitori.
634. Ma è estremamente difficile dire in modo intellegibile cosa sia la capacitàd'intendere la verità e la volontà dal bene nel significato suo proprio, per la ragione che unuomo suppone che tutto quello che pensa appartenga all'intelletto, in quanto lo chiamacosì. E tutto ciò che desidera egli suppone essere della volontà, poiché così lo definisce. Eciò è più difficile da spiegare, perché la maggior parte degli uomini contemporaneiignorano il fatto che le cose inerenti l'intelletto sono distinte da quelle inerenti la volontà.Perché quando pensano ad una determinata cosa, essi dicono di volerla; e quandovogliono una determinata cosa, dicono di pensare ad essa. Questa è una delle cause delladifficoltà, e un altro motivo per cui questo argomento può difficilmente essere compreso èche gli uomini sono esclusivamente in ciò che è del corpo, cioè, la loro vita è confinatanelle cose più esteriori.
[2] E per queste ragioni non sanno che c'è in ogni uomo qualcosa che è interiore, equalcosa che è ancora più intimo a ciò; e che la sua parte corporea e sensuale è solo la piùesterna. I desideri, e le cose inerenti la memoria, sono interni; le affezioni e le cose razionalisono ancora più interiori; e la volontà dal bene e la capacità d'intendere la verità sono lepiù intime. E queste sono così distinte tra loro che nulla può mai essere più distinto.L'uomo corporeo fa tutt'uno di queste cose, e le confonde. È per questo che egli crede chequando il suo corpo muore tutto perisca; sebbene in realtà egli inizi a vivere, esattamenteallora, rispetto a ciò che in lui è interiore, ed è disposto in serie nel suo ordine. Se le sueparti interiori non fossero così distinte, e ordinate in successione, l'uomo non avrebbe maipotuto essere spirito nell'altra vita, spirito angelico, e angelo, che sono quindi distinti inbase ai loro interni. Per questo motivo ci sono tre cieli, distinti l'uno dall'altro. Da questeconsiderazioni può ora essere in qualche misura evidente cosa sono, in senso proprio, lacomprensione della verità e la volontà dal bene; e che di esse sono dotati soltanto gliuomini celesti, o gli angeli del terzo cielo.
635. Ciò che è detto nel versetto precedente e in questo, significa che alla fine dei giornidella chiesa prima del diluvio, tutta la capacità d'intendere la verità e volontà dal beneerano perite, in modo che tra gli antidiluviani che erano stati imbevuti di persuasioniterribili e cupidità immonde, non appariva di esse neppure una traccia. Ma presso quellidenominati Noè vi erano dei resti, dai quali però non poteva sortire alcuna capacità
d'intendere la verità né la volontà dal bene, ma solo la verità razionale e il bene naturale.Perché il funzionamento dei resti è conforme alla natura dell'uomo. Attraverso i restiquesto popolo poteva essere rigenerato; né le persuasioni ostacolano l'opera del Signorecon i resti. Le persuasioni, o principi di falsità, quando radicate nell'uomo impedisconoogni operazione; e se queste non sono prima sradicate l'uomo non può mai essererigenerato; riguardo a questo soggetto, per misericordia Divina del Signore, si tratterà diseguito.
636. Li distruggerò insieme alla terra. Che ciò significa che insieme alla chiesa l'umanitàsarebbe perita è evidente dal fatto che si dica insieme alla terra; perché la terra in senso latosignifica amore, come detto in precedenza, e quindi il celeste della chiesa. Qui, dalmomento che nessun amore e nulla di celeste è rimasto, la terra significa l'amore di sé, etutto ciò che è in contrasto con il celeste della chiesa. E nondimeno, c'era un uomo dichiesa, perché essi avevano cose dottrinali della fede. Infatti, come detto prima, la terra è ilcontenitore del suolo, e il suolo è il contenitore del campo. Allo stesso modo l'amore è ilcontenitore della fede, e la fede è il contenitore delle conoscenze della fede.
637. Che li distruggerò insieme con la terra significava che insieme alla chiesa il genereumano sarebbe perito, concerne il fatto che se la chiesa del Signore doveva essereinteramente estinta sulla terra, l'umanità non avrebbe potuto esistere in alcun modo, matutte e due sarebbero perite. La chiesa, come detto in precedenza, è come il cuore: fino aquando il cuore vive, i visceri e le membra possono vivere. Ma non appena il cuore muore,tutte le altre parti periscono. La chiesa del Signore sulla terra è come il cuore, da cuil'umanità, anche quella parte di essa, al di fuori della chiesa, ha la vita. Il motivo èalquanto sconosciuto a tutti, ma affinché qualcosa di esso possa essere noto, si puòaffermare che tutto il genere umano sulla terra è come un corpo con le sue parti, in cui lachiesa è come il cuore. E a meno che non ci sia una chiesa che, come con un cuore, possaessere unita al Signore attraverso il cielo e il mondo degli spiriti, vi sarebbe separazione. Ese ci fosse disgiunzione dell'umanità dal Signore, questa immediatamente perirebbe.Questo è il motivo perché sin dalla creazione dell'uomo c'è sempre stata qualche chiesa, eogni volta che una chiesa ha iniziato ad andare in rovina, essa è tuttavia sopravvissutapresso alcuni.
[2] Questa è stata anche la ragione della venuta del Signore nel mondo. Se nella suamisericordia Divina non fosse venuto nel mondo, l'intero genere umano su questa terrasarebbe perito, perché la chiesa era allora nella sua ultima estremità, ed era sopravvissutoben poco del bene e della verità. Il motivo per cui l'umanità non può vivere se non ècongiunta con il Signore attraverso il cielo e il mondo degli spiriti, è che considerato in sestesso l'uomo è molto più vile dei bruti. Se lasciato a se stesso si precipiterebbe nella rovinadi se stesso e di tutte le cose; perché non desidererebbe altro che ciò che significherebbe la
distruzione di se stesso e di tutto. L'ordine in cui egli è stato creato è che ciascuno debbaamare l'altro come se stesso; mentre ora tutti amano se stessi più degli altri, e quindiodiano tutti gli altri. Presso gli animali bruti il caso è ben diverso: essi vivono secondol'ordine in cui sono. Viceversa, l'uomo vive in un modo del tutto contrario al suo ordine.Pertanto, se il Signore non avesse compassione di lui, e non lo congiungesse a sé attraversogli angeli, non potrebbe vivere un solo istante; ma questo l'uomo non lo sa.
638. Versetto 14. Costruisciti un'arca di legno di cipresso; la doterai di scompartimenti e lacospargerai di pece, dentro e fuori. Con arca, è significato l'uomo di quella chiesa; per legno dicipresso, le sue concupiscenze; per scompartimenti, le due parti dell'uomo, che sono lavolontà e l'intelletto; per rivestimento di pece dentro e fuori, si intende la suapreservazione da un'inondazione di cupidità.
639. Che per arca si intende l'uomo di quella chiesa, denominata Noè, è abbastanzaevidente dalla descrizione di essa nei versetti seguenti; e dal fatto che la Parola del Signoreovunque fa riferimento alle cose spirituali e celesti, vale a dire che la Parola è spirituale eceleste. Se l'arca con il suo rivestimento di pece, le sue misure, la sua costruzione e ildiluvio, non significasse niente di più di quel che il tenore letterale esprime, non vi sarebbenulla di spirituale e celeste, ma solo qualcosa di storico, che non sarebbe più utile per ilgenere umano di una qualsiasi opera simile di scrittori secolari. Ma poiché la Parola delSignore ovunque nel suo seno o nell'intimo coinvolge e contiene cose spirituali e celesti, èchiaramente evidente che per l'arca e tutte le cose dette dell'arca, si intendono cosenascoste non ancora rivelate.
[2] È lo stesso in altri luoghi, come nel caso della piccola arca nella quale Mosè eranascosto, tra i giunchi sulla riva del fiume (Es. 2:3); e per citare un esempio più generale, lostesso vale per l'arca santa nel deserto, costruita secondo il modello mostrato a Mosè sulmonte Sinai. Se ogni singola cosa di questa arca non fosse stata rappresentativa delSignore e del suo regno, non sarebbe stato altro che una sorta di idolo, e di culto idolatrico.Allo stesso modo il tempio di Salomone non era affatto santo per sé, o per l'oro, l'argento,il cedro, e la pietra, ma a causa di tutte le cose che questi elementi rappresentavano. E cosìqui, se l'arca e la sua costruzione, con il suoi particolari, non significasse qualcosa dinascosto della chiesa, la Parola non sarebbe la Parola del Signore, ma una sorta di letteramorta, al pari di qualsiasi opera di scrittore profano. Pertanto è evidente che l'arca significal'uomo della chiesa, o la chiesa chiamata Noè.
640. Che per legno di cipresso si intendono le concupiscenze, e per scompartimenti le dueparti di questo uomo, che sono la volontà e l'intelletto, finora non era noto ad alcuno. Népuò essere conosciuto il significato di queste cose, a meno che non venga detto prima dellostato di quella chiesa. La chiesa più antica, come è stato detto più volte, conoscevadall'amore tutto ciò che apparteneva alla fede o, il che è lo stesso, attraverso la volontà dal
bene, aveva la capacità d'intendere la verità. Ma la loro posterità ricevette, anche pereredità le bramosie, che sono della volontà, le quali governarono su di loro, avendo in esseprecipitato le cose dottrinali della fede, diventando quindi Nephilim. Quando dunque ilSignore ha previsto che se l'uomo avesse continuato ad essere di tale natura sarebbe peritoin eterno, ha provveduto affinché la volontà fosse separata dall'intelletto, e affinché l'uomofosse formato, non come prima per mezzo della volontà dal bene, ma attraverso la capacitàd'intendere la verità, in modo che potesse essere dotato della carità, che appare come unavolontà dal bene. Tale nuova chiesa, divenne quella denominata Noè, e quindi essa era ditutt'altra natura rispetto alla chiesa più antica. A questa chiesa, sono succedute altre chiesea quel tempo, come quella denominata Enosh (vedi Gen. 4:26), e anche altre di cui nonabbiamo traccia della loro denominazione e descrizione. Solo questa chiesa Noè è descritta,perché era di una natura completamente diversa dalla chiesa più antica.
641. Dato che l'uomo di questa chiesa doveva essere riformato per quella parte di essoinerente l'intelletto, prima che potesse essere riformato nell'altra parte di esso, denominatavolontà, qui è descritto in che modo le cose della volontà erano separate da quelledell'intelletto, ed erano, per così dire, celate e custodite per evitare che venissero a contattocon la volontà. Perché se le cose della volontà, cioè le cupidità, fossero state eccitate,l'uomo sarebbe perito, come si mostrerà, per misericordia Divina del Signore, qui diseguito. Queste due parti, la volontà e l'intelletto, sono così distinte nell'uomo che nullapotrebbe essere più distinto, come mi è stato anche dato di sapere con certezza dal fattoche le cose dell'intelletto degli spiriti e degli angeli fluiscono nella parte sinistra della testao del cervello, e le cose della volontà nella destra. Ed è la stesso riguardo al volto. Quandogli spiriti angelici esercitano un influsso, lo fanno delicatamente come il più leggero soffiod'aria. Viceversa quando gli spiriti maligni esercitano un influsso, imperversano nellaparte sinistra del cervello con fantasie terribili e persuasioni, e nella destra con le cupidità,essendo il loro influsso come un'inondazione di fantasie e cupidità.
642. Da tutto ciò è evidente quanto questa prima descrizione dell'arca, con la suacostruzione di legno di cipresso, i suoi scompartimenti, e il suo rivestimento interno edesterno di pece, abbia a che fare con una parte dell'uomo, la volontà, che è stata preservatadalle inondazioni; e la sola parte esposta che è quella dell'intelletto, è descritta nel versetto16, rappresentata dalla finestra, dalla porta, dal ponte inferiore, da quello di mezzo e daquello superiore. Queste cose difficilmente possono essere credute, perché finora nessunone ha avuto cognizione. Ciò nondimeno esse sono assolutamente vere. Tuttavia questisono i significati più generali e meno nascosti che l'uomo ignora. Se i significati particolarifossero riportati egli non comprenderebbe neppure uno solo di essi.
643. Riguardo al significato stesso delle parole, che legno di cipresso significhiconcupiscenze, e scompartimenti le due parti dell'uomo, è evidente dalla Parola. Il legno di
cipresso è un legno ricco di zolfo, come l'abete, e altre conifere. In ragione del suo tenore dizolfo si dice che significa concupiscenze, perché prende facilmente fuoco. Le genti piùantiche paragonavano le cose inerenti l'uomo (e le consideravano come avessero unasomiglianza) con l'oro, l'argento, il bronzo, il ferro, la pietra e il legno. Il suo intimo celesteall'oro, il celeste inferiore, al bronzo, e ciò che era più basso, o corporeo di esso, al legno. Eil suo intimo spirituale lo paragonavano all'argento, il suo spirituale inferiore al ferro, e ciòche era più basso, alla pietra. Questo è nel significato interiore di tali elementi, quandosono menzionati nella Parola, come in Isaia:
Farò venire oro anziché bronzo, argento anziché ferro, bronzo anziché legno, e ferro anzichépietra. Istituirò quale tuo tributo la pace e quale tuo governo la giustizia (Is. 60:17)
Qui si tratta del regno di Dio, in cui non vi sono tali metalli, bensì le cose spirituali ecelesti; e che questo è il loro significato interiore è evidente dalla menzione di pace egiustizia. Oro, bronzo e legno qui corrispondono l'uno all'altro, e rappresentano cose celesti odella volontà, come detto in precedenza. Argento, ferro e pietra corrispondono l'unoall'altro, e rappresentano cose spirituali o dell'intelletto.
[2] In Ezechiele:
Essi saccheggeranno le tue ricchezze e le tue mercanzie; le tue pietre e il tuo legname (Ez. 26:12)
È evidente che per ricchezze e mercanzie non si intendono quelle terrene, ma quelle celesti espirituali. E ugualmente per pietre e legname essendo le pietre, le cose inerenti l'intelletto, eil legname quelle inerenti la volontà. In Abacuc:
Le pietre dei muri grideranno, e le travi di legno faranno eco (Ab. 2:11)
La pietra indica l'intelletto nel grado più basso. E il legno, la volontà nel grado più basso,che fa eco quando ogni cosa è tratta dalla percezione dei sensi. Nello stesso profeta:
Guai a chi dice al legno, svegliati; e alla pietra muta, alzati. Essi non possono insegnare nulla.Sono ricoperti di oro e argento, ma non c'è vita in loro. Ma il Signore è nel tempio del sua santità(Ab. 2:1920)
Anche qui legno rappresenta la cupidità. Pietra l'intelletto nel grado più basso; e quindi ilfatto che sia muta e che non possa insegnare alcunché fa riferimento ad essa. Non c'è vita inloro, significa che in essi non vi è niente di celeste né di spirituale, esattamente come untempio in cui vi sono pietra e legno, legati insieme con oro e argento, per rappresentarecoloro i quali non pensano nulla di ciò che questi metalli rappresentano.
[3] In Geremia:
Paghiamo con argento per bere la nostra acqua; dobbiamo acquistare la nostra legna (Lam. 5:4)
Qui acqua e argento significano le cose dell'intelletto; e legna, quelle della volontà. Nellostesso profeta:
Dicono al legno, tu sei mio padre; e alla pietra, tu ci hai generato (Ger. 2:27)
Qui legno rappresenta la cupidigia, che è dalla volontà, da cui discende il pensiero; e pietrala conoscenza sensibile da cui è il generare. Quindi, in luoghi diversi nei profeti, servire illegno e la pietra sta per adorare idoli di legno e pietra, con cui si intende che erano in predaa cupidità e fantasie; e anche commettere adulterio con il legno e la pietra come in Geremia(3:9). In Osea:
Il mio popolo consulta un pezzo di legno, e l'idolo di legno gli da' il responso; perché unospirito di prostituzione li ha allontanati (Os. 4:12)
il che significa che inseguono idoli scolpiti nel legno, o cupidità.
[4] In Isaia:
Il Tophet è preparato da tempo, profondo e largo è il rogo, il soffio del Signore è come untorrente di zolfo (Is. 30:33)
Qui fuoco, zolfo e legno sono sinonimo di folli cupidità. In generale, legno indica le cose dellavolontà nel grado più basso; il legno pregiato, come il cedro e simili, quelli che sono dalbene, come per esempio, il legno di cedro nel tempio, e il legno di cedro impiegato nellapulizia della lebbra (Lev. 14:4, 67); anche il legno gettato nelle acque amare di Marah, dacui l'acqua divenne dolce (Es. 15:25), in merito al quale, per misericordia Divina del
Signore, si dirà in quella sede. Ma il legno che non era pregiato, e quello utilizzato perscolpire idoli, nonché quello usato per i pali funebri e simili, indica le cupidità; come inquesto passo, il legno di cipresso, a causa del suo tenore di zolfo. Così in Isaia:
Il giorno della vendetta del Signore i torrenti saranno trasformati in pece, e la polvere in zolfo, ela terra ne diventerà pece ardente (Is. 34:9)
Pece sta per terribili fantasie; zolfo per abominevoli cupidità.
644. Che per scompartimenti si intendono le due parti dell'uomo, che sono la volontà el'intelletto, è evidente da quanto è stato detto prima: che queste due parti, la volontà el'intelletto, sono accuratamente distinte l'una dall'altra, e che per questa ragione, comeprima detto, il cervello umano è diviso in due parti, chiamate emisferi. L'emisfero sinistropresiede alla facoltà intellettuale, e quello destro alla volontà. Questa è la distinzione piùgenerale. Oltre a questo, sia la volontà, sia l'intelletto sono distinti in innumerevoli parti,perché così tante sono le divisioni delle cose intellettuali dell'uomo, e quelle della volontà,che non potranno mai essere descritte o enumerate neppure in relazione ai generiuniversali, e ancor meno in relazione alle loro specie. Un uomo è una sorta di cielominimo, corrispondente al mondo degli spiriti e al cielo, in cui tutti i generi e tutte lespecie delle cose dell'intelletto e della volontà sono distinte dal Signore nel più perfettoordine, in modo che nemmeno l'ultimo di essi resti indistinto. Riguardo a, ciò permisericordia Divina del Signore, si dirà qui di seguito. Nel cielo queste divisioni sonochiamate società; nella Parola, abitazioni, e dal Signore, dimore (Giovanni 14:2). Anche quiessi sono chiamate dimore, perché si riferiscono all'arca, che significa l'uomo della chiesa.
645. Che per rivestita di pece all'interno e all'esterno, significa protezione da unainondazione di cupidità, è evidente da quanto è stato detto prima. Perché l'uomo di questachiesa è stato il primo ad essere riformato riguardo al suo intelletto, e perciò è statopreservato da una inondazione di cupidità, che avrebbe reso vana ogni opera di riforma.Nel testo originario infatti non era detto che l'arca dovesse essere rivestita di pece, ma erausata una parola che significa protezione, derivante da espiare o propiziare, che quindi,hanno un significato analogo. L'espiazione o la propiziazione del Signore è la protezionedall'inondazione del male.
646. Versetto 15. E la farai di queste dimensioni: trecento cubiti di lunghezza, cinquanta cubitidi larghezza e trenta cubiti di altezza. I numeri qui come prima rappresentano i resti, cheerano pochi. La lunghezza, è loro santità, la larghezza, la loro la verità, e l'altezza, il lorobene.
647. Che questi elementi hanno un tale significato, come che i numeri trecento, cinquanta etrenta, significano i resti, che sono pochi; che la lunghezza, la larghezza e l'altezza significanorispettivamente la santità, la verità, e il bene, non può non apparire strano a chiunque, emolto distante dal significato letterale. Ma oltre a ciò che è stato detto e mostrato inprecedenza riguardo ai numeri (al versetto 3 di questo capitolo, che centoventi ivi significa iresti della fede), può essere evidente a tutti anche dal fatto che coloro che sono nel sensointeriore, così come gli spiriti angelici e gli angeli, sono al di là di tutte le cose terrene,corporee, e mondane, e, quindi, sono oltre tutto ciò che ha a che fare con i numeri e lemisure; ciò nondimeno è dato loro dal Signore di percepire la Parola completamente, inmodo avulso dai numeri e dalle misure. E poiché questi particolari coinvolgono cosecelesti e spirituali, così lontane dal senso della lettera, sembra che non vi possano essere.Tali sono in generale e nel particolare le cose celesti e spirituali. E da ciò si può dedurrequanto folle sia desiderare ed inseguire quelle cose che appartengono alla fede, mediantele percezioni dei sensi e le conoscenze; e altrettanto folle è essere disposti a credervi solo acondizione di poterle percepire e apprendere in questo modo.
648. Che nella Parola numeri e misure significano le cose celesti e spirituali, è evidentedalle misure della nuova Gerusalemme e del tempio, in Giovanni, e in Ezechiele.Chiunque può vedere che per la nuova Gerusalemme e il nuovo tempio si intende il regno delSignore nei cieli e sulla terra, e che il regno del Signore nei cieli e sulla terra non è soggettoalle misure terrene; e tuttavia le sue dimensioni quanto a lunghezza, larghezza e altezzasono indicate con i numeri. Da questo chiunque può concludere che attraverso i numeri e lemisure si intendono cose sante, come in Giovanni:
Mi fu data una canna simile a una verga; e l'angelo si fermò, e mi disse: Alzati, e misura iltempio di Dio, e l'altare, e il numero di quelli che si prostrano in esso (Apocalisse 11:1)
E riguardo alla nuova Gerusalemme:
Le mura della nuova Gerusalemme erano grandi e alte, con dodici porte, e oltre le porte dodiciangeli, con i nomi scritti, che sono i nomi delle dodici tribù dei figli d'Israele. A oriente tre porte,a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte, a occidente tre porte. Le mura della cittàavevano dodici fondamenta, e in esse il nome dei dodici apostoli dell'Agnello. Colui che parlavacon me aveva una canna d'oro, per misurare la città, le sue porte e le mura stesse. La città era aforma di quadrato, e la sua lunghezza era grande quanto la larghezza. E misurò la città con lacanna, dodicimila stadi; e la sua lunghezza, la larghezza e l'altezza erano uguali. Misurò lemuro, centoquarantaquattro cubiti, che è la misura di un uomo, cioè di un angelo (Ap 21:1217)
[2] Il numero dodici ricorre qui ovunque, essendo un numero eminentemente santoperché rappresenta le cose sante della fede (come detto sopra, al versetto 3 di questocapitolo, e come si vedrà, per misericordia Divina del Signore, ai capitoli ventinovesimo etrentesimo della Genesi). E perciò si aggiunge che questa misura è la misura di un uomo,cioè, di un angelo. Allo stesso modo, il nuovo tempio e la nuova Gerusalemme in Ezechiele,sono entrambi descritti in relazione alle loro misure (40:3, 5, 7, 9, 11, 1314, 22, 25, 30, 36,42, 47; 41: 1 fino alla fine; 42: 515; Zac. 2:12). Anche qui i numeri non significano altro cheil santo celeste e spirituale. Cosi pure, tutti i numeri inerenti le dimensioni dell'arca (Esodo25:10); del propiziatorio; della tavola d'oro; del tabernacolo; e dell'altare (Es. 25:10, 17, 23,26 e 27:1); e tutti i numeri e le dimensioni del tempio (1 Re 6:23), e molti altri.
649. Ma qui i numeri o le misure dell'arca non significano null'altro che i resti che eranopresso l'uomo di questa chiesa in procinto di essere riformata, i quali erano minimi. Ciò èevidente dal fatto che in essi predomina il numero cinque, che nella Parola significa alcunio pochi, come in Isaia:
Vi resteranno solo spigolature, come alla bacchiatura dell'ulivo, due o tre bacche in cima alramo superiore, quattro o cinque sui rami più carichi (Is. 17:6),
dove due, tre e cinque significano alcuni. Nello stesso profeta:
Mille saranno come uno, alla minaccia di uno solo; alla minaccia di cinque vi darete alla fuga;finché sarete lasciati come un palo sulla cima di una montagna (Is. 30:17)
dove anche cinque significa alcuni. Così anche la sanzione minima oltre al risarcimento,nella Parole, è fissata in un quinto (Lev. 5:16; 6:5; 22:14; Num 5:7). E la minima aggiuntaquando veniva riscattata una bestia, una casa, un campo, o le decime, era la quinta parte(Lev. 27:13, 15, 19, 31).
650. Che lunghezza significhi santità, larghezza, verità, e altezza il bene di tutte le cosedescritte dai numeri, non può dunque efficacemente essere confermato dalla Parola,perché ogni singola misura fa riferimento ad uno specifico soggetto, volta per voltatrattato. Così lunghezza riferita al tempo significa ciò che è perpetuo e l'eternità, comelunghi giorni in Salmi 23:6, e 21:4; ma riferita allo spazio, indica la santità, come nel passocorrente. E lo stesso dicasi per larghezza e altezza. C'è una dimensione trina di tutte le coseterrene, ma tali misure non possono essere univocamente riferite alle cose celesti espirituali. A seconda del contesto, al di là delle dimensioni si intende una maggiore o
minore perfezione, e anche una maggiore o minore qualità e quantità. Pertanto qui laqualità, concerne la presenza dei resti; e la quantità, che erano pochi.
651. Versetto 16. Farai all'arca una finestra fino all'altezza di un cubito dal tetto. Farai la portadell'arca sulla fiancata, per accedere a tre ponti, uno inferiore, uno intermedio e uno superiore. Conla finestra fino all'altezza di un cubito dal tetto, si intende la parte intellettuale. Per laporta sulla fiancata, si intende l'udito. Per i ponti inferiore, intermedio e superiore, siintendono le cose della conoscenza, della ragione e della comprensione.
652. Che la finestra significa la parte intellettuale, e la porta l'udito, e, quindi, che inquesto versetto è trattata la parte intellettuale dell'uomo, è evidente da quanto dettoprima: che l'uomo di questa chiesa doveva essere riformato in questo modo. Ci sono duevite nell'uomo; una è della volontà, l'altra dell'intelletto. Diventano due vite quando lacupidigia prende il posto della volontà. Allora è l'altra parte, quella intellettuale che puòessere riformata. Poi attraverso questa, una nuova volontà può essere data, così che i duepossono ancora costituire una vita, cioè, della carità e della fede. A causa del fatto chel'uomo era ormai tale da non avere volontà, ma mera cupidigia in luogo della prima, laparte che appartiene alla volontà era chiusa come è stato affermato al versetto 14 el'altra parte, quella intellettuale è stata aperta, che è l'argomento trattato in questo versetto.
653. Quando un uomo viene riformato, il che ha luogo attraverso combattimenti etentazioni, questi spiriti maligni sono associati con lui per ispirare le sue cose dellaconoscenza e della ragione; e gli spiriti che suscitano le cupidità sono tenuti accuratamentelontano da lui. Perché ci sono due tipi di spiriti maligni, quelli che agiscono suiragionamenti dell'uomo, e quelli che agiscono sulle sue bramosie. Gli spiriti maligni cheeccitano i ragionamenti di un uomo, concepiscono tutte le sue falsità, e cercano diconvincerlo che sono vere, e trasformano anche le verità in falsità. Un uomo devecombattere contro questi quando è in tentazione; ma in realtà è il Signore che combatte,attraverso gli angeli che sono presso l'uomo. Non appena le falsità sono separate, edisperse, da questi combattimenti, l'uomo è pronto a ricevere le verità della fede. Fino aquando prevalgono le falsità, un uomo non può ricevere le verità della fede, perché iprincipi di falsità si frappongono. Quando dunque egli è pronto a ricevere le verità dellafede, poi, per la prima volta possono essere impiantati in lui i semi celesti, che sono i semidella carità. I semi della carità non possono mai essere impiantati nel suolo dove regna lafalsità, ma solo quando le verità regnano. Così è per la riforma o la rigenerazionedell'uomo spirituale, e così è stato per l'uomo di questa chiesa denominata Noè. Quindi, lafinestra e la porta dell'arca, di cui qui si tratta, e i suoi ponti inferiore, intermedio e superioreriguardano esclusivamente l'uomo spirituale, o intellettuale.
654. Questo concorda con ciò che nel tempo presente è noto nelle chiese: che la fedeviene dall'ascolto. Ma la fede non è affatto la conoscenza delle cose che sono della fede, o
che devono essere credute. Questo è solo conoscenza mnemonica; laddove la fede èriconoscimento. Non vi può essere però nessun riconoscimento da parte di chiunque, ameno che il principio della fede è in lui, vale a dire, la carità, che è, l'amore verso ilprossimo e la misericordia. Quando c'è la carità, allora vi è il riconoscimento, o la fede. Chiapprende altrimenti è lontano dalla conoscenza della fede, come lo è la terra dal cielo.Quando è presente la carità, che è la bontà della fede, allora è presente il riconoscimento,che è la verità della fede. Quando dunque un uomo viene rigenerato secondo le cose dellaconoscenza, della ragione e della comprensione, il suolo può infine essere preparato, cioè la sua mente per ricevere la carità; da cui, o dalla vita di cui, egli successivamente, pensae agisce. Allora, e non prima, egli è riformato o rigenerato.
655. Che la finestra, che doveva essere pari all'altezza di un cubito dal tetto significa la parteintellettuale, chiunque può comprenderlo da quanto è stato detto ora; e anche dal fattoche, nel trattare della costruzione dell'arca, con la quale si intende l'uomo della chiesa, lasua parte intellettuale non può che essere rappresentata da una finestra sul tetto. E così inaltri luoghi della Parola: la parte intellettuale dell'uomo, che è, la sua vista interna, che sitratti di ragione, o mero ragionamento, è chiamata finestra. Così in Isaia:
O tu afflitta, sferzata dalla tempesta e sconsolata, farò le tue luci [finestre] di rubini, le tue portedi carbonchi, e tutto i tuoi confini di pietre incantevoli (Isaia 54:1112).
Qui le luci stanno per finestre, da cui la luce è ammessa, o trasmesse. Le luci o finestre inquesto passo sono le cose intellettuali che provengono dalla carità, e quindi sonoparagonate ad un rubino; le porte", sono le cose razionali che ne derivano; e il confine è ciòche attiene alla conoscenza e ai sensi . La chiesa del Signore è qui trattata.
[2] Tutte le finestre del tempio di Gerusalemme hanno un analogo significato: la più alta diesse, rappresenta le cose intellettuali; quella intermedia, le cose razionali; e la più bassa, lecose della conoscenza e dei sensi; perché c'erano tre piani (1 Re 6:4, 6, 8). Allo stesso modole finestre della nuova Gerusalemme in Ezechiele (40:16, 22, 25, 33, 36). In Geremia:
La morte è entrata dalle nostre finestre, è entrata nei nostri palazzi; per falciare i bambini perstrada, e i giovani nelle piazze (Ger. 9:20)
Le finestre del piano di mezzo sono qui intese, che sono le cose razionali, volendointenderne la loro estinzione.; i bambini per strada significano un principio di verità.
[3] Poiché finestre significano le cose intellettuali e razionali che sono della verità, essesignificano anche i ragionamenti che sono della falsità. Così nello stesso profeta:
Guai a colui che edifica la sua casa senza giustizia, e i suoi piani senza giudizio; e dice, Micostruirò una grande casa su più piani, e vi farò praticare finestre, la farò pavimentare con legnodi cedro, e dipingere di vermiglio (Ger. 22:1314)
Qui le finestre significano i principi di falsità. In Sofonia:
Frotte di bestie giaceranno in mezzo a lei, ogni volatile selvaggio della sua specie, sia ilcormorano, sia il tarabuso sono fra i suoi melograni. una voce canterà alla finestra; la rovinasarà sulla soglia (Sof. 2:14)
Questo si dice di Assur e di Ninive. Assur rappresenta l'intelletto, qui devastato. Una voceche canta alla finestra, i ragionamenti dalle fantasie.
656. Che la porta sul fianco significata l'ascolto è ora evidente, e non è dunque necessarioche venga confermato da esempi simili nella Parola. Perché l'orecchio è per gli organiinterni di percezione, come una porta sul lato è per una finestra posta in alto; o, il che è lostesso, l'udito sta all'orecchio come la parte intellettuale sta alla percezione interiore.
657. Che per il piano inferiore, intermedio e superiore si intendono le cose della conoscenza,della ragione e della comprensione segue anche da quanto è stato mostrato. Ci sono tregradi delle cose intellettuali nell'uomo; il più basso è quello della conoscenza; nel mezzo èil razionale; il più alto, l'intellettuale. Questi sono così distinti fra loro che non dovrebberomai essere confusi. Ma l'uomo non è consapevole di questo, perché sostiene che la vitaconsista in ciò che può essere percepito dai sensi e appreso con la conoscenza; e in talepersuasione, non può nemmeno sapere che la sua parte razionale è distinta da quellainerente la conoscenza; e ancora più ignora l'ulteriore distinzione con la sua parteintellettuale. Eppure la verità è che il Signore influisce dalla parte intellettuale dell'uomo,nella sua parte razionale, e attraverso il suo razionale nella conoscenza custodita nellamemoria, che è il luogo in cui risiedono le percezioni sensoriali, della vista e dell'udito.Questo è il vero influsso, e questa è la reale interazione dell'anima con il corpo. Senzainflusso della vita del Signore nelle cose dell'intelletto dell'uomo o meglio, dentro le cosedella volontà e attraverso queste, in quelle dell'intelletto e attraverso le cose dell'intellettonelle cose razionali, e attraverso le cose razionali nelle sue conoscenze che sono dellamemoria, la vita sarebbe impossibile per l'uomo. E anche se un uomo è nella falsità e neimali, nondimeno, c'è un influsso della vita del Signore attraverso le cose della volontà e
dell'intelletto; ma le cose che fluiscono, vengono ricevute nella parte razionale secondo lasua forma. Questo influsso dà all'uomo la capacità di ragionare, di riflettere e di intenderecosa sono la verità e il bene. Ma riguardo a queste cose, per misericordia Divina delSignore, si tratterà di seguito; e anche della vita dei bruti.
658. Questi tre gradi, che in generale sono denominati delle cose intellettuali dell'uomo,vale a dire, la comprensione, la ragione, e la conoscenza mnemonica, sono ancherappresentati come detto, dalle finestre, dai tre piani del tempio di Gerusalemme (1 Re 6:4, 6,8), e anche come detto più sopra, dai fiumi che uscirono dal giardino dell'Eden a oriente.Oriente lì indica il Signore. Eden, l'amore che è dalla volontà. Giardino l'intelligenza che nederiva. Fiumi la sapienza, la ragione, e la conoscenza mnemonica (riguardo alle quali siveda ciò che è stato detto prima, in Gen. 2:1014).
659. Versetto 17. Manderò una grande inondazione sulla terra, per distruggere ogni carne in cuivi è alito di vite sotto i cieli; tutto ciò che è sulla terra perirà. Con il diluvio, è intesaun'inondazione di male e falsità. Distruggere ogni carne in cui vi è alito di vita sotto i cieli,significa che l'intera posterità della chiesa più antica avrebbe distrutto se stessa. Tutto ciòche è sulla terra perirà, significa coloro che erano di quella chiesa e che era diventati di unatale indole.
660. Che per diluvio è significata una inondazione del male e della falsità è evidente daquanto detto prima, riguardo ai posteri della chiesa più antica: che erano posseduti da follicupidità, e che avevano immerso le cose dottrinali della fede in esse, e di conseguenzaerano nelle false persuasioni che avevano estinto ogni verità e bene, e allo stesso tempoavevano chiuso la strada ai resti, in modo che questi non potevano più essere utili. Quindinon poteva essere altrimenti che essi avrebbero distrutto se stessi. Quando la strada per iresti è chiusa, l'uomo non è più uomo, perché non può più essere protetto dagli angeli, maè del tutto posseduto da spiriti maligni, la cui unica attività e scopo è quello di estinguerel'uomo. Da qui è giunta la morte degli antidiluviani, rappresentata da un diluvio.L'influsso delle fantasie e cupidigie degli spiriti maligni non è diverso da una specie didiluvio; e per questo è chiamato diluvio o inondazione in vari luoghi della Parola, di cui, permisericordia Divina del Signore, si tratterà in ciò che è premesso al capitolo seguente.
661. Per distruggere ogni carne in cui vi è alito di vita sotto i cieli. Che questo significa chel'intera posterità della chiesa più antica avrebbe distrutto se stessa, è evidente da ciò che èdetto sopra, e dalla descrizione data di essi, prima: che hanno ereditato dai loro avi insuccessione, un'indole tale che più di altri sono stati imbevuti di terribili persuasioni; esoprattutto per la ragione che avevano immerso le cose dottrinali della fede che essipossedevano, nelle loro cupidità. È diverso per coloro che non hanno accesso alle cosedottrinali della fede, ma vivono completamente nell'ignoranza; questi non possono agire
così, e quindi non possono profanare cose sante, ciò che chiude la strada ai resti; e diconseguenza, gli angeli del Signore non possono allontanarli da loro stessi.
[2] I resti, come è stato detto, sono tutte le cose dell'innocenza, della carità, dellamisericordia, e tutte le cose della verità della fede, che dalla sua infanzia l'uomo ha avutodal Signore, e ha appreso. Tutte queste cose sono custodite; e se un uomo non le avesse,non vi potrebbe essere nulla dell'innocenza, della carità e della misericordia, e quindi nulladel bene e della verità nel suo pensiero e nelle sue azioni, in modo che egli sarebbe peggiodelle bestie selvagge. E sarebbe lo stesso se avesse avuto i resti di queste cose e ne avessechiuso la via, a causa di immonde cupidità e terribile persuasioni dalla falsità, in modo chei resti non potessero più essere utili. Tali erano gli antidiluviani che distrussero loro stessi,e che sono rappresentati da tutta la carne in cui vi è alito di vite, sotto i cieli.
[3] Carne come prima indicato, significa ogni uomo, in generale, e l'uomo corporeo inparticolare. L'alito di vite significa tutta la vita in generale, ma propriamente la vita dicoloro che sono stati rigenerati, di conseguenza, nel caso di specie, l'ultima posterità dallachiesa più antica. Sebbene non vi fosse la vita della fede tra loro, ciò nondimeno avevanoereditato dai loro genitori una sorta di seme di essa, che avevano soffocato; ciò che quiviene chiamato alito di vite, o (come in Genesi 7:22) nelle sue narici c'era un alito di vite. Carnesotto i cieli significa ciò che è meramente corporeo. Cieli sono le cose dell'intelletto cheappartengono della verità e le cose della volontà che appartengono al bene, le quali, ove siseparassero dal corpo, determinerebbero l'estinzione dell'uomo. Ciò che tiene in vital'uomo è la sua congiunzione con il cielo, vale a dire, attraverso il cielo, con il Signore.
662. Tutto ciò che è sulla terra perirà. Significa che quelli che appartenevano a quella chiesaerano diventati di questa indole. È stato mostrato prima che terra non significa tutto ilmondo, ma solo quelli che appartenevano alla chiesa. Così nessun diluvio qui è inteso,men che meno un diluvio universale, ma l'estinzione o il soffocamento della chiesa alloraesistente, quando essa si separò dai resti, e quindi dalle cose dell'intelletto che sono dallaverità e le cose della volontà che sono dal bene, e quindi dai cieli. Che terra indica laregione in cui è la chiesa, e quindi coloro che vivono in quella regione, può essereconfermato dal seguente brani della Parola, in aggiunta a quelli già citati. In Geremia:
Così dice il Signore, Tutta la terra sarà desolata; ma non la distruggerò. Per questo ci saràcordoglio sulla terra, e i cieli sopra saranno neri (Ger. 4:2728)
Qui la terra indica coloro che appartengono alla chiesa che è devastata. In Isaia:
I cieli tremeranno, e la terra sarà scossa dal suo luogo (Is. 13:13)
La terra indica l'uomo che è stato devastato, nel luogo ove è la chiesa. In Geremia:
In quel giorno i capitolati al cospetto del Signore saranno da un'estremità all'altra della terra(Ger. 25:33)
Qui la da un'estremità all'altra della terra non significa il mondo intero, ma solo la regione incui era la chiesa, e di conseguenza gli uomini di quella chiesa. Nello stesso profeta:
Verrà la spada su tutti gli abitanti della terra; un tumulto giunge fino alla fine della terra; perchéil Signore è in collera con le nazioni (Ger. 25:29, 31)
In questo passo, allo stesso modo, non è inteso il mondo intero, ma solo la regione dove èla chiesa è, quindi l'uomo appartenente a quella chiesa; le nazioni qui denotano le falsità. InIsaia:
Ecco, il Signore esce dalla sua dimora per visitare l'iniquità degli abitanti della terra (Is. 26:21)
Qui il significato è lo stesso. Nello stesso profeta:
Non avete udito? Non vi è stato fin dal principio? Non avete voi compreso le fondamenta dellaterra? (Is. 40:21)
Il Signore, che ha creato i cieli, Dio stesso che ha plasmato la terra, la ha formata e la ha stabilita(Is. 45:18)
La terra indica l'uomo della chiesa. In Zaccaria:
Il Verbo del Signore, che ha disteso i cieli, ha realizzato la fondazione del mondo, e ha formatolo spirito dell'uomo nel suo intimo (Zaccaria 12:1)
dove terra significa chiaramente l'uomo della chiesa. Terra si distingue da suolo come losono l'uomo della chiesa e la chiesa stessa, o come sono l'amore e la fede.
663. Versetto 18. Farò un'alleanza con te; e tu entrerai nell'arca, e i tuoi figli, tua moglie, e lemogli dei tuoi figli. Fare un'alleanza significa che sarebbe stato rigenerato; che lui, la moglie,i suoi figli, e le mogli dei suoi figli sarebbero entrati nell'arca, significa che sarebbe statosalvato. I figli sono le verità; le mogli sono i beni.
664. Nel precedente versetto si è trattato di coloro che avevano distrutto se stessi, mentrequi si tratta di quelli che dovevano essere rigenerati e quindi salvati, che sono chiamatiNoè.
665. Che fare un'alleanza significa che sarebbe stato rigenerato è evidente dal fatto chenon vi può essere alleanza tra il Signore e l'uomo diversa dalla congiunzione dell'amore edella fede, e quindi un'alleanza significa insieme. Perché il matrimonio celeste che è la piùautentica alleanza, non esiste se non presso quelli che vengono rigenerati; in modo che inun senso più ampio, per rigenerazione si intende alleanza. Il Signore entra in alleanza conl'uomo quando lo rigenera; e quindi presso gli antichi, un patto non rappresentavanient'altro che questo. Nulla può essere raccolto dal senso letterale, se non che l'alleanzacon Abramo, Isacco e Giacobbe, e in molti altri luoghi, con i loro discendenti, riguardavaloro personalmente, quando erano tali da non poter essere rigenerati; perché avevano fattodel culto qualcosa di esteriore, supponendo che la santità poggiasse sulle cose esteriori delculto, senza che le cose interiori fosse essere unite ad esse. E quindi le alleanze fatte conloro erano solo rappresentative della rigenerazione. Allo stesso modo, i loro riti, conAbramo stesso, con Isacco e Giacobbe, i quali erano rappresentativi delle cose dell'amore edella fede. Allo stesso modo i sommi sacerdoti e i ministri del culto, qualunque fosse laloro indole, anche quelli che erano malvagi, potevano rappresentare il santissimosacerdozio celeste. Nella rappresentazione non è rilevante la persona, ma ciò che essarappresenta. Così tutti i re di Israele e di Giuda, anche il peggiore, rappresentavano laregalità del Signore, perfino il Faraone, che pose Giuseppe a capo dell'Egitto. Da queste emolte altre considerazioni – di cui per misericordia Divina del Signore si tratta qui diseguito – è evidente che le alleanze così spesso stipulate con i figli di Giacobbe erano soloriti religiosi rappresentativi.
666. Che alleanza non significa altro che rigenerazione e le cose che riguardano larigenerazione è evidente da vari passi della Parola, dove il Signore è chiamato alleanzaperché è lui solo che rigenera, e a lui che deve rivolgersi l'uomo rigenerato, ed è il tuttodell'amore e della fede. Che il Signore è l'alleanza in sé, è evidente in Isaia:
Io il Signore ti ho designato secondo giustizia, e ti terrò per mano, e ti preserverò, e farò con teun'alleanza di popolo, che sia luce delle nazioni (Is. 42:6)
dove alleanza indica il Signore; e luce delle nazioni, la fede. Così in Isaia 49:6,8. In Malachia:
Ecco, io mando il mio angelo, e il Signore che voi cercate improvvisamente entrerà nel suotempio. L'angelo dell'alleanza che voi sospirate, ecco, egli viene. Chi resisterà al giorno della suavenuta? (Mal. 3:12),
dove il Signore è chiamato angelo dell'alleanza. Il sabato è chiamato alleanza eterna (Es.31:16), perché significa il Signore stesso, e l'uomo celeste, rigenerato da lui.
[2] Poiché il Signore è l'alleanza stessa, è evidente che ciò che congiunge l'uomo con ilSignore è l'alleanza in quanto amore e fede, e tutto ciò che è dell'amore e della fede perché questi sono dal Signore e il Signore è in loro; e così l'alleanza stessa è in loro, nelluogo in cui sono ricevuti. Questi non hanno esistenza se non presso un uomo rigenerato,in cui tutto ciò che è del rigeneratore o del Signore è dell'alleanza, o è l'alleanza. Come inIsaia:
La mia misericordia non si allontanerà da te, né l'alleanza della mia pace sarà rimossa (Is. 54:10)
dove misericordia e alleanza di pace indicano il Signore e ciò che gli appartiene. Nello stessoprofeta:
Porgete l'orecchio e venite a me, ascoltate e la vostra anima vivrà, e farò un'alleanza eterna convoi, la misericordia accordata a Davide. Ecco, io l'ho costituito testimone tra i popoli, sovrano elegislatore tra le nazioni (Isaia 55:34)
Davide qui significa il Signore. Alleanza eterna è in quelle cose e da quelle cose che sono delSignore, e questo si intende per andare da lui e ascoltare, in modo che l'anima viva.
[3] In Geremia:
Darò loro un solo cuore, una sola via, in modo che abbiano a temermi tutti i giorni, per il lorobene, e per il bene dei loro figli dopo di loro. E farò un'alleanza eterna con loro, e non miallontanerò da loro, e li beneficerò; e ispirerò nel loro cuore il timore di me (Ger. 32:3940).
Questo è detto di coloro che devono essere rigenerati, e delle cose a loro inerenti, cioè, uncuor solo e una sola via, cioè, la carità e la fede, che sono del Signore e quindi dell'alleanza.Nello stesso profeta:
Ecco vengono i giorni, dice il Signore, che io farò una nuova alleanza con la casa d'Israele e conla casa di Giuda. Non secondo l'alleanza che feci con i loro padri, perché loro vanificarono lamia alleanza: ma questo è il patto che farò con la casa d'Israele dopo questi giorni. Metterò lamia legge nel loro intimo, la scriverò sul loro cuore; e io sarò il loro Dio, ed essi saranno il miopopolo (Ger. 31:3133).
Qui il significato di alleanza è spiegato chiaramente, cioè l'amore e la fede nel Signore che èpresso coloro che devono essere rigenerati.
[4] E ancora in Geremia, l'amore è chiamato alleanza del giorno, e la fede, alleanza dellanotte (Ger. 33:20). In Ezechiele:
Io, il Signore, sarò il loro Dio, e il mio servo Davide principe in mezzo a loro, e farò con loroun'alleanza di pace, e faro sparire dal paese le bestie feroci; ed essi abiteranno sicuri nel desertoe dormiranno nelle foreste (Ez. 34:2425)
Qui evidentemente si tratta della rigenerazione. Davide indica il Signore. Nello stessoprofeta:
Davide sarà il loro principe per l'eternità. Farò un'alleanza di pace con loro. Stringerò un pattodi eternità con loro. Porrò il mio santuario in mezzo a loro per l'eternità (Ez. 37:2526)
Qui anche si tratta della rigenerazione. Davide e il santuario indicano il Signore. Nellostesso profeta:
Ho stretto un'alleanza con te, e tu divenisti mia; ti ho lavato con acqua, ti ho tolto il sangue e tiho unto con olio (Ez. 16: 89)
dove si intende chiaramente la rigenerazione. In Osea:
In quel giorno farò per loro un'alleanza con la bestia selvaggia del campo, e con gli uccelli deicieli, e con i rettili della terra (Os. 2:18)
facendo riferimento alla rigenerazione; la bestia selvaggia del campo, significa le cose chesono della volontà. Gli uccelli del cielo, le cose dell'intelletto. In Davide:
Egli ha redento il suo popolo; egli ha stabilito la sua alleanza per l'eternità (Salmi 111:9)
anche qui si tratta della rigenerazione. Si dice alleanza perché è data e ricevuta.
[5] Ma di coloro che non sono rigenerati, ovvero che fondano il culto in cose esteriori, chemirano e adorano se stessi e che desiderano e ragionano come se fossero dei, si dice cherendono il vana l'alleanza, perché si separano dal Signore. E in Geremia:
Hanno abbandonato l'alleanza del Signore loro Dio, e si sono inchinati ad altri dèi, e li hannoserviti (Ger. 22:9)
In Mosè:
Colui che viola l'alleanza servendo altri dèi il sole, la luna, l'esercito dei cieli sarà lapidato(Deut. 17:2 ss.)
Il sole indica l'amore di sé; la luna i principi di falsità; l'esercito dei cieli le falsità stesse. Datutto ciò è ora evidente ciò che l'arca dell'alleanza significava dove era l'alleanza otestimonianza, cioè, significava il Signore stesso. E anche il libro dell'alleanza, significava ilSignore stesso (Es. 24:47; 34:27; Deut. 4:13,23). E similmente il sangue dell'alleanza (Es. 24:6,8) significava il Signore stesso, che è il solo rigeneratore. Di qui alleanza significa larigenerazione stessa.
667. Tu entrerai nell'arca, e i tuoi figli, tua moglie, e le mogli dei tuoi figli. Che questo significache la chiesa denominata Noè sarebbe stata risparmiata è evidente da quanto detto prima eda ciò che segue: che è stato salvato perché rigenerato.
668. Che figli significa le verità, e figlie i beni, è stato anche mostrato nel capitolo 5,versetto 4, dove si fa riferimento a figli e figlie. Ma qui si fa riferimento ai figli e alle mogli,perché mogli sono i beni congiunti con la verità; perché nessuna verità può sortire se non vi
è un bene o il piacere nel bene stesso. Nel bene e nel piacere di fare ciò che è bene, è la vita;non nella verità, tranne che la verità proceda dal bene e dal piacere ad esso correlato. Daquesto, prende forma la verità ed è generata, e così è la fede, che è dalla verità, ed ègenerata dall'amore, che è dal bene. La verità è come la luce. Senza il sole o senza unafiamma non c'è luce; è da ciò che si forma quella luce. La verità è solo la forma del bene; ela fede è solo la forma dell'amore. La verità è formata dal bene, secondo la qualità delbene; e la fede è formata dall'amore, secondo la qualità dell'amore e della carità. Eccoallora il motivo per cui si fa riferimento a marito e moglie che significano i beni uniti allaverità. Perciò si dice nel versetto seguente che una coppia di ogni specie entrò nell'arca, unmaschio e una femmina; perché senza beni uniti alle verità non vi è alcuna rigenerazione.
669. Versetto 19. E di ogni specie vivente di ogni carne, una coppia di ciascuno di essi faraientrare nell'arca, per mantenerli in vita con te; e siano maschio e femmina. Per specie vivente,sono intese le cose dell'intelletto; per ogni carne, le cose della volontà; per una coppia diciascuno di essi farai entrare nell'arca, s'intende la loro rigenerazione; maschio, è la verità;femmina, il bene.
670. Che per specie vivente sono intese le cose dell'intelletto, e per ogni carne quelle dellavolontà, è evidente da ciò che è stato detto prima, e da quello che segue. Con specie viventenella Parola si intende ogni essere vivente in generale, di qualsiasi tipo (come nel capitolo1, versetti 20 24, e 2,19). Ma qui, essendo associata con ogni carne, significa le cosedell'intelletto; per la ragione prima esposta, secondo cui l'uomo di questa chiesa dovevaessere rigenerato prima in quanto all'intelletto. E quindi nel versetto seguente gli uccelli(che significano le cose intellettuali o razionali) sono nominati prima delle bestie, cherappresentano le cose della volontà. Carne significa specificamente ciò che è corporeo, cheè della volontà.
671. Una coppia di ciascuno di essi farai entrare nell'arca, per mantenerli in vita con te. Chequesto significa la loro rigenerazione è evidente da quanto è stato detto nel versettoprecedente: che la verità non può essere rigenerata se non attraverso i beni e le sue delizie;e neppure quindi le cose della fede, se non attraverso quelle che sono della carità. E perquesto motivo si dice qui che le coppie di ciascuna specie debbano entrare, cioè, sia le veritàche sono dell'intelletto, sia i beni che sono della volontà. Un uomo non rigenerato non haalcuna capacità di intendere la verità, né la volontà del bene, ma solo ciò che sembra esseretale, e nel linguaggio comune si chiama così. Ciò nondimeno, può ricevere le verità dellaragione e della conoscenza, che però non hanno la vita in sé. Egli può anche avere unasorta di beni della volontà, come presso i pagani, e anche i bruti, ma nemmeno questihanno la vita in sé. Tali beni nell'uomo, non hanno la vita in sé fino a quando non èrigenerato e sono dunque resi vivi dal Signore. Nell'altra vita è chiaramente percepito ciòche non è vivo e ciò che è vivo. La verità che non è viva è immediatamente percepita come
qualcosa di materiale, fibroso, ostruito; e il bene che non è vivo, come qualcosa di legnoso,ossuto, roccioso. Mentre la verità e il bene, resi vivi dal Signore sono aperti, vitali,spirituali e celesti; e questo in ogni idea e in ogni atto, anzi, in ogni minimo particolare diessi. Questo allora è il motivo per cui si dice che le coppie devono entrare nell'arca,affinché siano tenute in vita.
672. Che il maschio significa la verità e la femmina, il bene è stato detto e mostrato prima.In ogni minima cosa dell'uomo c'è la somiglianza di una sorta di matrimonio. Tutto ciò cheè dell'intelletto è quindi accoppiato con qualcosa della volontà, e senza un taleaccoppiamento o matrimonio nulla può essere generato.
673. Versetto 20. E di ogni specie di uccelli, animali e rettili, una coppia di ciascuno di essi faraientrare nell'arca, per mantenerli in vita. Uccelli, significano le cose intellettuali; animali, lecose della volontà; rettili, significa ciò che è più infimo di essi. Una coppia di ciascuno diessi farai entrare nell'arca per mantenerli in vita, significa come prima, la lororigenerazione.
674. Che gli uccelli significhino le cose intellettuali o razionali è stato mostrato prima (n.40), e anche che gli animali significano le cose della volontà o le affezioni (n. 45, 46, 143,144, 246). Che i rettili significano ciò che è più in basso, chiunque può comprenderlo dalfatto che ciò che è più in basso striscia sul suolo. Che una coppia di ogni specie entrerà, peressere mantenuta in vita significa la loro rigenerazione, è stato mostrato nel versettoprecedente.
675. Poiché è detto gli uccelli secondo la loro specie, gli animali secondo la loro specie e i rettilisecondo la loro specie deve essere noto che in ogni uomo ci sono innumerevoli generi, eancora di più, innumerevoli specie, delle cose inerenti l'intelletto e la volontà, e che tuttequeste sono accuratamente distinte le une dalle altre, anche se l'uomo lo ignora. Madurante la rigenerazione dell'uomo il Signore le estrae tutte, nel loro ordine, le separa e ledispone in modo che possano essere convogliate verso le verità, e i beni possano esserecongiunti con esse, secondo gli stati, che sono altrettanto innumerevoli. Tutte queste cosenon possono mai essere perfezionate neppure per l'eternità, perché ogni genere, ognispecie, e ogni stato, comprende cose illimitate, anche quando non sono composte, e ancorpiù in combinazione. L'uomo ignora tutto ciò; ancora meno può sapere in che modo èrigenerato. Questo è ciò che il Signore dice a Nicodemo della rigenerazione dell'uomo:
Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene, o dove va. Così èchiunque sia nato dallo spirito (Giovanni 3:8)
676. Versetto 21. Ti procurerai ogni genere di viveri e scorte che saranno di nutrimento per te eper loro. Che egli debba procurare a se stesso ogni genere di viveri, ha a che fare con i benie le delizie; che debba fare scorte, indica le verità; che sono di nutrimento per sé e per loro,significa sia i beni, sia le verità.
677. Prima che un uomo possa essere rigenerato è necessario provvedere alle cose chepossono servire come mezzi, cioè i beni e le delizie delle affezioni, in quanto mezzi dellavolontà; e le verità dalla Parola del Signore, in quanto mezzi per l'intelletto. Fino a quandoun uomo non è dotato di questi mezzi non può essere rigenerato, essendo questo il cibo.Questo è il motivo per cui l'uomo non è rigenerato fino a che non arriva all'età adulta. Maogni uomo ha il suo peculiare cibo, che è fornito per lui dal Signore prima che siarigenerato.
678. Che il suo procurarsi ogni genere di viveri significa i beni e le delizie è evidente daquanto detto sopra: che i beni e le delizie costituiscono la vita dell'uomo; e non le verità,perché le verità ricevono la loro vita dai beni e dalle delizie. Dall'infanzia alla vecchiaianulla della conoscenza o della ragione può essere introdotta se non per mezzo di ciò che èbene e delizia, e queste cose sono denominate cibo, perché l'anima vive e trae il suosostentamento da lì; ed esse sono il cibo, perché senza di esse l'anima di un uomo non puòvivere, come chiunque può dedurre, esaminando la questione.
679. Che fare scorte per sé significa le verità è quindi evidente; perché scorte fa rifermentoalle cose che sono nella memoria dell'uomo, dove vengono raccolte. E l'espressione implicainoltre che sia i beni, sia le verità debbano essere raccolti nell'uomo prima di essererigenerato; perché senza i beni e le verità riuniti che sono i mezzi attraverso i quali ilSignore può operare un uomo non può mai essere rigenerato, come è stato detto. Da ciòsegue che sarà di nutrimento per te e per loro significa sia i beni, sia le verità.
680. Che beni e verità siano i viveri autentici dell'uomo deve essere chiaro a chiunque,perché chi è privo di essi non ha vita, ma è morto. Quando un uomo è mortospiritualmente, i cibi con i quali alimenta la sua anima sono le delizie dei mali e i piaceridelle falsità che sono alimenti di morte e sono anche quelli che vengono dalle cosecorporee, mondane e naturali, che non hanno nulla della vita in loro. Inoltre, un tale uomonon sa cosa sia il cibo spirituale e il cibo celeste, tanto che ogni volta che i termini cibo opane sono menzionati nella Parola crede si tratti del cibo del corpo; come nella preghieradel Signore, le parole Dacci il nostro pane quotidiano egli suppone si tratti unicamente delsostentamento del corpo; e quelli che estendono le loro idee ulteriormente dicono che ciòincluda anche altre cose necessarie al corpo, come l'abbigliamento, il patrimonio, e simili.Hanno anche acutamente negato che si faccia riferimento ad altro genere di cibo,nonostante vedano chiaramente che le parole precedenti e seguenti hanno a che fare con le
cose celesti e cose spirituali, e con il regno del Signore. E inoltre, potrebbero agevolmenteconoscere che la Parola del Signore è celeste e spirituale.
[2] Da questo e altri esempi simili è sufficientemente chiaro quanto corporeo sia l'uomoal giorno d'oggi; e che, come gli ebrei, è disposto a considerare tutto ciò che viene dettonella Parola nel senso più grossolano e materiale. Il Signore stesso insegna chiaramentecosa si intende nella sua Parola per cibo e pane. Riguardo al cibo, così dice in Giovanni:
Gesù disse, Procuratevi non il cibo che perisce, ma il cibo che dura per la vita eterna, che ilFiglio dell'uomo dà a voi (Giovanni 6:27)
E riguardo al pane, egli dice, nello stesso capitolo:
I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti. Questo èil pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non morirà. Io sono il pane vivo, discesodal cielo; chi mangia di questo pane vivrà in eterno (Giovanni 6:4951, 58)
Ma al giorno d'oggi ci sono uomini come quelli che udirono queste parole e dissero:Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo? E ancora: Molti discepoli tornarono indietroe non andarono più con lui (Giovanni 6:60, 66). A questi il Signore rispose: Le parole che iovi dico, che sono spirito e vita (Giovanni 6:63).
[3] E così riguardo all'acqua, che significa le cose spirituali della fede, delle quali ilSignore così dice in Giovanni:
Gesù disse, chi beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darònon avrà mai più sete; e l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua chezampilla per la vita eterna (Giovanni 4:1314)
Ma al giorno d'oggi ci sono quelli che sono come la donna che davanti al pozzo domandò alSignore: Signore, dammi quest'acqua, affinché io non abbia più sete, e non debba più venire quiad attingere acqua (Giovanni 4:15).
[4] Che nella Parola cibo non significhi altro che il nutrimento spirituale e celeste, che è lafede nel Signore, e l'amore, è evidente da molti passi nella Parola, come in Geremia:
Il nemico ha steso la mano su tutte le cose più preziose di Gerusalemme; perché lei ha visto lenazioni penetrare nel suo santuario, del quale tu avevi comandato che non sarebbero entratinella tua assemblea. Tutti il popolo geme in cerca di pane; essi hanno dato le loro ricchezze incambio di cibo per tenere in vita la loro anima (Lam. 1:1011)
Qui non è inteso altro che il pane spirituale, perché il soggetto è il santuario. Nello stessoprofeta:
Ho chiamato quelli che mi amavano, ma mi hanno ingannato; i miei sacerdoti e miei anzianisono caduti nella città, alla ricerca di cibo per se stessi, per tenere in vita la loro anima (Lam.1:19)
con lo stesso significato del passo precedente. In Davide:
Tutti aspettano che tu dia loro il cibo, quando viene il tempo; ne dai loro, ed essi fanno scorta; tuapri la mano, ed essi si saziano di bene (Salmi 104:27, 28)
Qui anche si intende il cibo spirituale e celeste.
[5] In Isaia:
Chiunque ha sete venga alle acque; e colui che non ha denaro, venga, acquisti e ne mangi; sì,venite e acquistate gratuitamente vino e latte (Isaia 55:1)
dove vino e latte significano rispettivamente le bevande spirituale e celeste. Nello stesosprofeta:
Una vergine concepirà e partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Emmanuele; burro e miele eglimangerà, affinché egli sappia rigettare il male e scegliere il bene; e avverrà che per l'abbondanzadi latte essi mangeranno burro; perché burro e miele mangeranno quelli che sono rimasti nelmezzo del paese (Isa. 7:1415, 22)
Qui mangiare miele e burro significa appropriarsi di ciò che è spiritualeceleste; quelli chesono rimasti significa i resti, in merito ai quali anche in Malachia:
Portate tutte le decime nella casa del tesoro, affinché vi possa essere cibo nella mia casa (Mal.3:10)
Le decime rappresentano i resti. (Riguardo al significato di cibo si veda sopra, n. 5658, 276.)
681. La natura del cibo celeste e spirituale può essere meglio conosciuta nell'altra vita. Lavita degli angeli e degli spiriti non è sostenuta da ogni genere di cibo come è in questomondo, ma da ogni parola che esce dalla bocca del Signore, come il Signore insegna in Matteo4:4. La verità è che solo il Signore è la vita di tutti, e che da lui provengono tutte le cose, siain generale, sia in particolare, che angeli e spiriti pensano, dicono, e fanno, e anche ciò chegli spiriti maligni pensano, dicono e fanno. Il motivo per cui questi ultimi dicono e fannocose malvagie è che così ricevono e corrompono tutti i beni e le verità che sono delSignore. La ricezione e l'affezione sono secondo la forma del destinatario. Questo puòessere paragonato ai vari oggetti che ricevono la luce del sole, alcuni dei quali trasformanola luce ricevuta in colori sgradevoli e spiacevoli, mentre gli altri la cambiano in coloripiacevoli e belli, secondo la forma, costituzione e disposizione delle loro parti. Tutto ilcielo e tutto il mondo degli spiriti vive dunque da tutto ciò che esce dalla bocca delSignore, e da questo ogni individuo ha la sua vita; e non solo tutto il cielo e il mondo deglispiriti, ma anche tutto il genere umano. So che queste cose non saranno credute, ciònondimeno, per continua esperienza di anni posso affermare che sono eminentementevere. Gli spiriti maligni nel mondo degli spiriti, non sono disposti a credere che sia così; equindi è stato spesso dimostrato loro, dal vivo, fino a quando non riconoscono con sdegnoche è vero. Se gli angeli, gli spiriti e gli uomini fossero privati di questo cibo, essispirerebbero in un attimo.
682. Versetto 22. E Noè fece tutto ciò che Dio gli aveva comandato. Così egli fece. Noè fece tuttociò che Dio gli aveva comandato, significa che così avvenne. Il fatto che sia detto due volte"fece" significa che si adoperò per entrambi [il bene e la verità].
683. Riguarda alla ridondanza di fece, che coinvolge sia il bene sia la verità, deve esserenoto che nella Parola, in particolare nei profeti, una cosa è descritta in modo duplice. Cosìin Isaia:
Passa sicuro per una via che non aveva mai percorso con i suoi suo piedi; chi ha realizzato efatto questo? (Isaia 41:34)
dove un'espressione si riferisce al bene, e l'altra alla verità; o, una riguarda ciò che è dellavolontà, e l'altra ciò che è dell'intelletto; vale a dire, egli passa sicuro, attiene alla volontà; eper una via che non aveva mai percorso con i piedi è inerente all'intelletto; ed è lo stesso per le
parole realizzato e fatto. Quindi le cose che riguardano la volontà e l'intelletto, ovverol'amore e la fede, o il che è lo stesso, le cose celesti e spirituali, sono così congiunte insiemenella Parola che in ogni cosa c'è la somiglianza di un matrimonio, e una relazione con ilmatrimonio celeste. E così qui, dove lo stesso termine è ripetuto.
Le società che compongono il cielo 684. Ci sono tre cieli: il primo è la dimora degli spiriti retti, il secondo degli spiritiangelici, e il terzo degli angeli. E un cielo è più intimo e puro di un altro, in modo che essisono accuratamente distinti. Ogni cielo, il primo, il secondo, e il terzo, è distinto ininnumerevoli società; e ogni società consiste di molti individui, che per la loro armonia eunanimità costituiscono per così dire una sola persona; e tutte le società insieme sonocome un uomo. Le società sono distinte l'una dall'altra secondo le differenze dell'amorereciproco, e della fede nel Signore. Queste differenze sono così innumerevoli chenemmeno il genere più universale di esse può essere calcolato; e non vi la minimadifferenza che non sia disposta in un ordine perfetto, in modo da cooperarearmoniosamente in un'unità comune e in una unanimità degli individui, e quindi allafelicità di tutti da ciascuno di essi, e di ciascuno da tutti. Ogni angelo e ogni società èquindi l'immagine del cielo universale, ed è per così dire, un piccolo cielo.
685. Ci sono meravigliose consociazioni nell'altra vita che può essere paragonate allerelazioni sulla terra: vale a dire, riconoscerci reciprocamente come genitori, figli, fratelli elegami di sangue e per matrimonio, essendo l'amore secondo tale varietà di relazioni.Queste varietà sono infinite, e le percezioni condivise sono così squisite che non possonoessere descritte. Le relazioni non si fondano affatto sui legami di sangue o affinità esistentinel mondo; e neppure sull'identità, sul ceto sociale della persona, ma soltanto sulla varietàdell'amore reciproco della fede di cui hanno avuto dal Signore la facoltà di ricevere,quando hanno vissuto nel mondo.
686. È la misericordia del Signore, cioè il suo amore verso il cielo universale e il genereumano, quindi è il Signore solo che determina tutte le cose, sia in generale e in particolarenelle società. È questa misericordia che produce l'amore coniugale, e da questo, l'amoredei genitori per i bambini, che sono le forme principali e fondamentali dell'amore. Daquesti vengono tutti gli altri generi di amore, con varietà infinita, i quali sono disposti piùchiaramente nelle società.
687. Essendo tale la natura del cielo, nessun angelo né spirito può avere la vita a menoche non sia in una società, e quindi in un'armonia di molti. Una società non è altro chel'armonia di molti, perché nessuno ha una vita separata dalla vita degli altri. Anzi, nessunangelo, spirito o società può avere la vita (cioè, essere ispirati dal bene, esercitare lavolontà, essere ispirati dalla verità, o pensare), a meno che non ci sia una congiunzioneattraverso le società con il cielo e con il mondo degli spiriti. Ed è lo stesso per il genereumano: nessun uomo non importa chi e che come egli sia può vivere (cioè, essereispirati dal bene, esercitare la volontà, essere ispirati dalla verità, o pensare), se non nelmodo in cui è congiunto con il cielo attraverso gli angeli che sono presso di lui, e con il
mondo degli spiriti, e con l'inferno, attraverso gli spiriti maligni che sono presso di lui.Perché ogni uomo mentre vive nel corpo è in una società di spiriti e di angeli, ma è deltutto ignaro di ciò. E se non fosse congiunto con il cielo e con il mondo degli spiritiattraverso la società in cui egli è, egli non potrebbe vivere neppure per un momento. È lostesso per il corpo umano. Ogni parte che non sia congiunta con il resto per mezzo di fibree vasi, e quindi mediante funzioni, non è una parte del corpo, ed è immediatamenteseparata e respinta, come se non avesse vitalità. Le stesse società alle quali gli uominierano associati durante la vita del corpo, sono mostrate loro quando giungono nell'altravita. E quando, dopo la vita del corpo, giungono nella loro società, entrano nella loroautentica vita che avevano nel corpo, e da questa vita iniziano una nuova vita; e cosìsecondo la vita che hanno vissuto nel corpo essi sono precipitati in un inferno, o sonoelevati al cielo.
688. Poiché vi è tale congiunzione di tutti con ciascuno e di ciascuno con tutti, vi è ancheuna simile congiunzione della più individuale e peculiare delle affezioni e del piùsingolare e particolare dei pensieri.
689. Vi è quindi un equilibrio di tutti e di ciascuno rispetto alle cose celesti, spirituali enaturali; in modo che nessuno può pensare, sentire e agire se non da molti, eppureciascuno è persuaso di possedere tali facoltà da se stesso. Allo stesso modo non vi è nullache non sia bilanciato dal suo opposto, e gli opposti da intermedi, in modo che ognuno dase stesso, e molti insieme, vivono nel più perfetto equilibrio. E quindi non può capitare achiunque il male senza essere immediatamente controbilanciato; e quando vi è unapreponderanza del male, il male ovvero il malfattore è punito dalla legge dell'equilibrio,come da se stesso, ma unicamente al fine che il bene possa ristabilire l'equilibrio. L'ordineceleste consiste in una tale forma e nel conseguente equilibrio; e tale ordine è formato,disposto, e conservato dal Signore solo, per l'eternità.
690. Deve essere noto, inoltre, che non vi è mai una società interamente e assolutamenteidentica ad un'altra, né vi è una sola persona uguale ad un'altra in ogni società, ma c'è unaconcordante earmoniosa varietà di tutti; e le varietà sono ordinate dal Signore in modo da cooperare perun fine, che si realizza per mezzo della carità e la fede in lui. Di qui la loro unità. Per lostesso motivo il cielo e la gioia celeste di uno non è mai esattamente e assolutamenteidentico a quelli di un altro; ma secondo le varietà dell'amore e della fede, tale è la varietàdel cielo e della gioia celeste.
691. Queste cose in generale riguardo alla società celesti espongo per molteplice equotidiana esperienza. Nello specifico, per misericordia Divina del Signore si tratterà diseguito.
Genesi 7
Gli inferni 692. Come per il cielo, così riguardo all'inferno, l'uomo ha solo un'idea molto grossolana,che è così oscura che è quasi del tutto nulla. È come l'idea che può avere della terra chi nonsi è mai spinto oltre la propria capanna nel bosco. Questi non sa nulla dei suoi imperi eregni, ancora meno delle sue forme di governo, delle sue società, o della vita nelle società.Fino a quando non si conoscono queste cose non si può che avere una nozione genericadella terra, così grossolana da essere quasi nulla. È lo stesso riguardo alle idee della gentecirca il cielo e l'inferno, quando invece in ognuno di essi ci sono cose innumerevoli einfinitamente più numerose che in qualsiasi mondo. Quanto innumerevoli esse siano puòessere evidente anche solo da questo: che, così come nessuno mai ha lo stesso cielo, cosìnessuno mai ha lo stesso inferno come un altro, e che tutte le anime, comunque abbianovissuto nel mondo,dalla prima creazione, giungono in una società dell'uno o dell'altro esono radunate insieme.
693. Come l'amore verso il Signore e verso il prossimo, insieme con la gioia e la felicitàche ne deriva costituire il cielo, così l'odio contro il Signore e contro il prossimo, insiemecon la conseguente pena e tormento, costituiscono l'inferno. Ci sono innumerevoli generidi odi, e più ancora innumerevoli specie; e gli inferni sono altrettanto innumerevoli.
694. Come il cielo dal Signore, attraverso l'amore reciproco, costituisce per così dire unuomo solo e un'anima sola, e quindi mira ad un fine, che è la conservazione e la salvezzadi tutti verso l'eternità, così, dall'altra parte, l'inferno, dal proprio dell'uomo, attraversol'amore di sé e del mondo, vale a dire, attraverso l'odio, costituisce uno diavolo e unamente, e quindi mira ad un fine, che è la distruzione e la dannazione di tutti per l'eternità.Che tale sia il loro sforzo è stato percepito migliaia e migliaia di volte, così che se il Signorenon li preservasse tutti in ogni istante, essi perirebbero.
695. Ma la forma e l'ordine imposto dal Signore sugli inferni è tale che tutti sono tenutilegati e confinati con le loro cupidità e fantasie, di cui la loro stessa vita è costituita; equesta vita, essendo la vita della morte, si trasforma in tormenti terribili, così gravi che nonpossono essere descritti. Perché la più grande gioia della loro vita consiste nell'essere ingrado di punire, torturare e tormentare l'altro, e questo con arti sconosciute nel mondo,attraverso le quali sanno come indurre sofferenza, come se fossero nel corpo, e allo stessotempo, attraverso orribili fantasie terribili orrori e molti di questi tormenti. L'ordadiabolica prova un così grande piacere in questo che se potesse accrescere ed estendere lepene e i tormenti all'infinito, neanche allora sarebbe soddisfatta, ma brucerebbe ancorauna volta all'infinito; ma il Signore vanifica i loro sforzi, e allevia i tormenti.
696. Tale è l'equilibrio di tutte le cose nell'altra vita, in generale e nel particolare che ilmale punisce se stesso, in modo che nel male è insita la punizione del male stesso. È lostesso con la falsità, che si ritorce contro colui che è nella falsità. Quindi ognuno porta lapunizione e il tormento su di sé, e si precipita al tempo stesso in mezzo all'orda diabolicache infligge tale tormento. Il Signore non invia mai nessuno all'inferno, ma vorrebbestrappar via tutti dall'inferno, e ancora meno infligge i tormenti. Ma, poiché lo spiritomaligno si precipita all'inferno da se stesso, il Signore volge tutta la pena ed il tormento albene, e per qualche uso. Nessuna pena è mai possibile a meno che il Signore non abbia invista un fine, nell'uso; perché il regno del Signore è un regno dei fini e degli usi. Ma gli usiche possono essere adempiuti da chi è in un inferno sono i più umili. Quando sonoimpegnati negli usi essi non sono in alcun tormento, ma alla cessazione dell'uso essivengono rimandati nel loro inferno.
697. Presso ogni uomo ci sono almeno due spiriti maligni e due angeli. Attraverso glispiriti maligni egli è in comunicazione con l'inferno; e attraverso gli angeli, con il cielo.Senza tale comunicazione con entrambi, nessun uomo può vivere, neppure per unmomento. Così ogni uomo è in qualche società infernale, anche se lo ignora. Ma i lorotormenti non sono avvertiti da lui, perché è in uno stato di preparazione per la vita eterna.La società in cui un uomo è stato, è a volte mostrata nell'altra vita; perché l'uomo torna adessa, dopo la vita che aveva nel mondo; e da lì egli tende o verso l'inferno, o è elevatoverso il cielo. Così un uomo che non vive nel bene della carità, e non desidera esserecondotto dal Signore, è un uomo infernale, e dopo la morte diventa anche un diavolo.
698. Oltre agli inferni ci sono anche le distruzioni, riguardo alle quali vi sono moltiriferimenti nella Parola. Perché in conseguenza dei peccati attuali un uomo prende su di séaltri innumerevoli mali e falsità della vita, che egli accumula e fa propri. Ciò accade anchea coloro che hanno vissuto rettamente. Prima che questi possano essere ammessi nel cielo,i loro mali e le loro falsità devono essere dissipati, e questa dissipazione è denominatadistruzione. Ci sono molti tipi di distruzione, e periodi più o meno brevi di distruzione.Alcuni sono ammessi nel cielo in un periodo relativamente breve, e altri subito dopo lamorte.
699. Affinché io possa testimoniare il tormento di coloro che sono in un inferno, e ladistruzione di coloro che sono nella terra inferiore, più volte sono stato inviato lì. Essereinviati in un inferno non significa essere trasportati da un luogo all'altro, ma essere lasciatiin qualche società infernale, restando l'uomo nello stesso posto. Ma posso riportare quisolo questa esperienza: ho chiaramente percepito che una sorta di muraglia mi circondava,e questa si accresceva sensibilmente. E mi è stato detto che era il muro di bronzo di cui siparla nella Parola. Si è formata la colonna di spiriti angelici affinché io potessi scendere insicurezza nello stato degli infelici. Quando ero lì ho udito lamenti pietosi, come ad
esempio, o Dio! O Dio! Abbi pietà di noi! Abbi pietà di noi! E questo per lungo tempo. Mifu permesso di parlare a quei disgraziati, e ciò per un tempo considerevole. Silamentavano soprattutto degli spiriti maligni, i quali non desideravano altro e bruciavanodalla brama di tormentarli. Erano nella disperazione, in quanto credevano che il lorotormento sarebbe stato eterno. Ma mi fu permesso di confortarli.
700. Essendo gli inferni, come è stato detto, così numerosi, al fine di dare qualcheragguaglio di essi, devono essere trattati come segue: (1) gli inferni di coloro che hannovissuto una vita di l'odio, vendetta e crudeltà. (2) Gli inferni di coloro che hanno vissutonell'adulterio e nella perversione; e nell'inganno, e nella stregoneria. (3) Gli inferni degliavari; della immonda Gerusalemme e dei predoni del deserto, e gli inferni putridi dicoloro che hanno vissuto nel mero piacere. (4) Altri inferni distinti da quelli sopra elencati.(5) Infine dello stato di coloro che sono nella distruzione. La descrizione di questi soggettisarà premessa e aggiunta ai seguenti capitoli.
Genesi 7 1. Il Signore disse a Noè: Entra nell'arca con tutta la tua famiglia; perché ho visto la tuarettitudine dinanzi a me in questa generazione.
2. Di ogni animale puro prendine sette coppie, maschio e femmina; e degli animali impuri prendinedue coppie, maschio e femmina.
3. Degli uccelli del cielo prendine anche sette paia, maschio e femmina, per conservarne il semesulle facce di tutta la terra.
4. Perché tra sette giorni farò piovere sulla terra, quaranta giorni e quaranta notti; e ogni sostanzache ho creato la sterminerò dalle facce del suolo.
5. E Noè fece tutto ciò che Signore gli aveva comandato.
6. E Noè era un figlio di seicento anni, quando il diluvio si abbatté sulla terra.
7. E Noè entrò nell'arca con i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli, prima del diluvio.
8. Degli animali puri e di quelli impuri, degli uccelli, e dei rettili.
9. Entrarono nell'arca per coppie, maschio e femmina, come Dio aveva comandato a Noè.
10. E avvenne dopo sette giorni che le acque del diluvio erano sopra la terra.
11. Nell'anno seicentesimo della vita di Noè, nel diciassettesimo giorno del secondo mese, erupperotutte le sorgenti del grande abisso e si aprirono le cateratte del cielo.
12. E piovve sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti.
13. Nello stesso giorno Noè, Sem, Cam e Jafet, i figli di Noè, e la moglie di Noè e le tre mogli deisuoi figli, entrarono nell'arca.
14. Essi, e tutti gli animali selvatici, secondo la loro specie, e tutto il bestiame secondo la lorospecie, e tutti i rettili, secondo la loro specie; e tutti gli uccelli secondo la loro specie, e tutti i volatilie gli esseri alati.
15. Ed entrarono da Noè nell'arca, a coppie di ogni carne in cui è un alito di vita.
16. E coloro che entrarono, erano maschio e femmina di ogni carne, come Dio gli aveva comandato.E il Signore chiuse l'ingresso all'arca dopo di lui.
17. E il diluvio durò quaranta giorni sulla terra, e le acque crebbero e sollevarono l'arca, ed essa fuinnalzata sopra la terra.
18. E le acque furono travolgenti e crebbero molto sopra la terra; e l'arca galleggiò sulle acque.
19. E le acque furono travolgenti e crebbero molto sopra la terra, e tutte le alte montagne che eranosotto il cielo furono sommerse.
20. Le acque coprivano la cima delle montagne di quindici cubiti.
21. E ogni carne che si muoveva sulla terra morì, come gli uccelli, il bestiame, gli animali selvaticie i rettili; e ogni uomo.
22. Tutti quelli nelle cui narici era la respirazione di un alito di vite e tutto ciò che era nella terraasciutta, perì.
23. Egli distrusse ogni sostanza che era sopra le facce del suolo, dall'uomo, al bestiame, ai rettili eanche agli uccelli dei cieli; e furono distrutti dalla terra; e solo Noè sopravvisse, e quelli che eranocon lui nell'arca.
24. Le acque travolsero la terra per centocinquanta giorni.
Contenuti
701. Il soggetto qui trattato in generale è la preparazione di una nuova chiesa. Poiché ilsoggetto trattato nel capitolo precedente è rappresentato dalle cose intellettuali di quellachiesa, qui sono trattate le cose della volontà (versetti da 1 a 5).
702. I passi successivi vertono sulle tentazioni di quella chiesa, che sono descritti inrelazione alle sue cose intellettuali, nei versetti da 6 a 10, e riguardo alle cose della volontà,nei versetti 1112.
703. I passi successivi vertono sulla protezione di questa chiesa, e sulla suaconservazione (versetti da 13 a 15). Ma quale fosse il suo stato, che era fluttuante, èdescritto nei versetti da 16 a 18.
704. Infine si fa cenno al carattere dell'ultima posterità della chiesa più antica che eraposseduto da false persuasioni e bramosie dell'amore di sé a tale misura che perì (versetti1924).
Significato interiore
705. Il soggetto qui specificamente trattato è il diluvio, il cui significato non sono solo letentazioni che l'uomo della chiesa chiamata Noè ha dovuto subire prima che potesse essererigenerato, ma anche la rovina di chi non poteva essere rigenerato. Entrambe le tentazionie le rovine sono rappresentate nella Parola da diluvi o inondazioni e sono così chiamate. Letentazioni sono descritte in Isaia:
Per un breve istante t'ho abbandonata, ma con immensa compassione ti raccoglierò di nuovo. Inun impeto di rabbia ho nascosto le mie facce da te per un momento; ma nella misericordiaeterna avrò pietà di te, dice il Signore tuo redentore. Ora è come al tempo del diluvio, con Noè,quando giurai che le acque non avrebbero più travolto la terra; così ho promesso di nonadirarmi con te e di non minacciarti, O tu, afflitta e sbattuta nelle tempeste, senza conforto (Isaia54:79, 11)
Questo si dice della chiesa che deve essere rigenerata, e per quanto riguarda le suetentazioni, che sono chiamate tempo del diluvio con Noè.
[2] Il Signore stesso chiama le tentazioni diluvio in Luca:
Gesù disse, Chiunque viene a me, e ascolta le mie parole e le mette in pratica è simile a un uomoche, costruendo una casa, scava in profondità, e pone le fondamenta sulla roccia; e quandovenne un diluvio, il torrente si abbatté su quella casa, ma non poté scuoterla, perché eracostruita sulla roccia (Luca 6:4748)
Che le tentazioni sono qui rappresentate dal diluvio deve essere chiaro a tutti. In Isaia si facenno anche alle rovine:
Il Signore farà risalire contro di loro le acque del fiume, contro il re d'Assiria e tutta la suapotenza e gloria; egli travolgerà tutti i suoi canali, e strariperà da tutte le sponde; travolgeràGiuda e la sommergerà fino al collo (Isaia 8:78).
Per il re d'Assiria qui si intendono le fantasie, i principi di falsità e i ragionamenti che nederivano che lasciarono nella desolazione l'uomo e condussero alla rovinano i popoli chevissero prima del diluvio.
[3] In Geremia:
Così dice il Signore: Ecco le acque salgono da settentrione, e diventano un torrente che straripae travolge la terra, la città e suoi abitanti (Ger. 47:23)
Questo è detto dei Filistei, che rappresentano coloro che si persuadono di falsi principi, daiquali ragionano intorno alle cose spirituali. Tali ragionamenti inondano l'uomo, comeaccadde ai popoli che vissero prima del diluvio. La ragione per la quale sia le tentazioni,
sia le rovine sono rappresentate nella Parola da diluvi o inondazioni è che ricorrono incircostanze simili; perché gli spiriti maligni influiscono con le loro persuasioni e falsiprincipi in cui sono, ed eccitano queste cose nell'uomo. Presso l'uomo che deve essererigenerato, queste sono le tentazioni; ma presso l'uomo che non è rigenerato sono rovine.
706. Versetto 1. E il Signore disse a Noè, Entra nell'arca con tutta la tua famiglia; perché hovisto la tua rettitudine dinanzi a me in questa generazione. Il Signore disse a Noè, significa checosì avvenne (il Divino è ora chiamato Signore perché qui è inteso in quanto alla carità).Entra nell'arca con tutta la tua famiglia, significa le cose che sono della volontà, che è lacasa. Entrare nell'arca qui significa essere preparati. Perché ho visto la tua rettitudine inquesta generazione, significa che egli era dotato del bene da cui avrebbe potuto essererigenerato.
707. Qui sono esposte le stesse cose dette nel quinto versetto del capitolo precedente, conlievi differenze. Così pure nei versetti che seguono. Chi non è addentro al significatointeriore della Parola non può non pensare che questa sia una mera ripetizione della stessacosa. Tali ridondanze si verificano in altri passi della Parola, soprattutto nei profeti, dovela stessa cosa è espressa con parole diverse; e a volte viene anche ripresa e descritta unaseconda volta. Ma, come è stato già detto, la ragione è che ci sono due facoltà nell'uomo,che sono distinte tra loro, la volontà, e l'intelletto, e le due sono trattate distintamente nellaParola. Questa è la ragione della ridondanza. Che questa sia la fattispecie sarà evidente daquanto segue.
708. Il Signore disse a Noè. Che questo significa che così avvenne, è evidente dallaconsiderazione che presso il Signore non vi è nient'altro che l'essere: ciò che egli dice è ciòche si realizza. Esattamente come nel precedente capitolo al versetto 13, e altrove, dovel'espressione Il Signore disse significa che così avvenne.
709. Il Divino qui è chiamato Signore perché il soggetto ora trattato è la carità. Nelcapitolo precedente, dal nono versetto alla fine non è chiamato Signore, ma Dio, per laragione che il soggetto trattato è la preparazione di Noè (cioè dell'uomo appartenente allachiesa denominata Noè) rispetto alle cose del suo intelletto inerenti la fede. Mentre ilsoggetto qui trattato è la sua preparazione rispetto alle cose della volontà inerenti l'amore.Quando si fa riferimento alle cose dell'intelletto, o le verità della fede, il Divino è chiamatoDio, mentre quando si fa riferimento alle cose della volontà, o i beni dell'amore, il Divino èchiamato Signore. Perché le cose dell'intelletto, o della fede, non costituiscono la chiesa,bensì le cose della volontà, che sono dall'amore. Il Signore è nell'amore e nella carità e nonnella fede, salvo che non sia una fede dall'amore o dalla carità. Perciò nella Parola la fede èrappresentata dalla notte e l'amore dal giorno come nel primo capitolo della Genesi, dove siparla dei grandi luminari dicendo che il luminare maggiore ovvero il sole, che significa
amore, governa il giorno, e il luminare minore ovvero la luna, che significa la fede, governala notte (Gen. 1:14, 16); ed è lo stesso nei profeti (Ger. 31:35; 33:20; Salmi 136: 8, 9; Ap. 8:12).
710. Entra nell'arca con tutta la tua famiglia. Che questo significa le cose che sono dellavolontà è quindi evidente. Nel precedente capitolo, dove sono rappresentate le cosedell'intelletto, ciò è espresso in modo diverso, vale a dire: Tu entrerai nell'arca, con i tuoifigli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli (versetto 18). Che una casa significhi la volontà e ciòche è della volontà è evidente in vari luoghi della Parola; come in Geremia:
Le loro case saranno date ad altri, insieme ai loro campi e alle loro mogli (Ger. 6:12)
Qui case e anche campi e mogli rappresentano le cose che sono della volontà. Nello stessoprofeta:
Costruite case e abitate in esse; e piantate giardini e mangiate dei loro frutti (Ger. 29:5, 28)
Qui costruite case e abitate in esse si riferisce alla volontà; piantate giardini all'intelletto: ed èlo stesso in altri passi. La casa del Signore è spesso menzionata per rappresentare la chiesain cui l'amore è preponderante; la casa di Giuda per rappresentare la chiesa celeste; e la casad'Israele per rappresentare la chiesa spirituale. Poiché casa significa la chiesa, la mente diun uomo della chiesa (in cui sono le cose della volontà e dell'intelletto, ovvero della caritàe della fede) è anche rappresentata dalla casa.
711. Che per entrare nell'arca si intende essere preparati, è stato già detto, al versetto 18del capitolo precedente. Ma là significava chi era preparato per la salvezza in relazione allecose dell'intelletto, che sono le verità della fede; mentre qui si fa riferimento alle cose dellavolontà, che sono i beni della carità. A meno che un uomo non sia preparato, vale a dire,dotato delle verità e dei beni, non può in alcun modo essere rigenerato, e ancor menosubire tentazioni. Perché gli spiriti maligni che sono presso di lui in un momentoecciterebbero le sue falsità ed i suoi mali; e se le verità e i beni non sono presenti, in modoche i primi possano essere neutralizzati dal Signore, e quindi dispersi, l'uomosoccomberebbe. Tali verità e beni sono i resti che sono custoditi dal Signore per questi usi.
712. Perché ho visto la tua rettitudine dinanzi a me in questa generazione Che ciò significa cheegli era dotato del bene da cui poteva essere rigenerato, è stato mostrato nel nono versettodel capitolo precedente. In quel passo retto o giusto significa il bene della carità; e perfetto,la verità della carità. Ivi è detto generazioni al plurale, perché si fa riferimento alle cosedell'intelletto; e qui, generazione al singolare, perché si fa riferimento alle cose della volontà.
Perché la volontà comprende in sé le cose dell'intelletto, ma l'intelletto non comprenderein sé quelle della volontà.
713. Versetto 2. Di ogni animale puro prendine sette coppie, maschio e femmina; e degli animaliimpuri prendine due coppie, maschio e femmina. Per ogni animale puro sono intese le affezionibenigne; sette significa che esse sono sante. Maschio e femmina significa che le verità eranocongiunte con i beni. Per animali impuri sono intese le affezioni malvagie; per due si intendeciò che è profano; per maschio e femmina le falsità congiunte con i mali.
714. Che le affezioni benigne sono rappresentate da ogni animale puro è evidente daquanto è stato detto e illustrato prima riguardo agli animali (n. 4546, 142143, 246). Ilmotivo per cui essi rappresentano le affezioni è che l'uomo in se stesso, e considerato in ciòche è suo proprio, non è altro che un animale. Possiede una simile percezione dei sensi, esimili appetiti, desideri e affezioni. Il suo bene, anzi, anche i suoi desideri dominanti, sonomolto simili; come l'amore per i compagni della sua specie, l'amore dei suoi figli, e di suamoglie; in modo che non vi sono affatto differenze tra loro. Ciò nondimeno, il suo essereuomo, ed il fatto di essere da più della bestia, consiste nell'avere una vita interiore, che glianimali non hanno né possono mai avere. Questa vita interiore è la vita della fede edell'amore da parte del Signore. E se questa vita non fosse nell'intimo di tutto ciò che egliha in comune con le bestie, egli non sarebbe affatto distinto da queste. Si consideri un soloesempio, l'amore verso i compagni: se egli li amasse solo per amore di se stesso, e non cifosse niente di celeste o Divino nel suo amore, da ciò potrebbe essere chiamato uomo, inquanto lo stesso avviene presso le bestie. Se dunque non ci fosse la vita dell'amore, dalSignore, nella sua volontà, e la vita della fede, dal Signore, nel suo intelletto, non sarebbeun uomo. In virtù della vita di cui è dotato dal Signore, egli vive dopo la morte; perché ilSignore lo attrae a sé. E così egli può essere nel suo cielo con gli angeli, e vivere perl'eternità. E anche se un uomo vivesse come una bestia selvaggia, e amasse assolutamentenient'altro che se stesso e ciò che riguarda se stesso, nondimeno, così grande è lamisericordia del Signore perché essa è Divina e infinita che egli non lo lascia, ma respiracontinuamente nella sua propria vita, attraverso gli angeli. E anche supponendo che egliriceva il contrario, pervertendo l'influsso Divino, ciò non gli impedisce di essere ancora ingrado di pensare, di riflettere, di capire se una cosa è buona o cattiva in relazione a ciòche è morale, civile, mondano, o corporeo e quindi se è vero o falso.
715. Come le genti più antiche sapevano, e quando erano nell'umiliazione di sériconoscevano, essi non erano altro che bestie e bestie feroci, ed erano uomini solo in virtùdi ciò di cui erano dotati dal Signore, quindi, tutto ciò che riguardava loro stessi, non sololo paragonavano ma lo chiamavano anche bestie e uccelli; in particolare, le cose della lorovolontà le paragonavano alle bestie e le chiamavano bestie. E le cose dell'intelletto leparagonavano agli uccelli e le chiamavano uccelli. Ma essi distinguevano tra affezioni
benigne e affezioni malvagie. Quelle benigne le paragonavano ad agnelli, pecore, bambini,capre, arieti, giovenche, buoi, per la ragione che erano buoni, mansueti e utile per la vita,in quanto se ne poteva trarre nutrimento e abbigliamento. Queste sono le principali bestiepure. Ma le bestie cattive, feroci e non utili alla vita, sono gli animali impuri.
716. Che le cose sante si intendono con il numero sette è evidente da ciò che è stato dettoprima riguardo al settimo giorno, o il sabato (n 8487.), vale a dire, che il Signore è il settimogiorno; e che dal lui ogni chiesa celeste, o l'uomo celeste, è un settimo giorno. Infatti ilceleste stesso, è cosa santissima, perché è dal Signore solo. Per questo motivo, nella Parolasette significa ciò che è santo; e infatti, come qui, nel significato interiore il concetto dinumero non ha alcuna rilevanza. Perché coloro che sono nel significato interiore, come gliangeli e gli spiriti angelici, non sanno nemmeno cosa sia il numero. Quindi non si intendequi che sette coppie dovessero essere prese delle bestie pure; ovvero che il beneparagonato al male fosse nella proporzione di sette a due; ma che le cose della volontà dicui è stato dotato questo uomo di chiesa erano i beni, che sono santi, attraverso i qualipoteva essere rigenerato, come si è detto sopra.
[2] Che sette significa ciò che è sacro, o le cose sante, è evidente dai rituali nella chiesarappresentativa, in cui il numero sette ricorre così di frequente. Ad esempio, essispargevano sangue e olio per sette volte, come riferito in Levitico:
Mosè prese l'olio dell'unzione, unse il tabernacolo e tutto ciò che era in esso, e lo santificò; easperse l'altare per sette volte, e unse l'altare e la vasca per santificarli (Lev. 8:1011)
Qui sette volte sarebbe del tutto privo di significato se ciò che è santo non fosse cosìrappresentato. E in un altro passo: Quando Aronne è entrato in luogo santo è ha detto:
Egli prenderà del sangue di giovenco e lo cospargerà con il suo dito sul propiziatorio dal latoorientale; e farà per sette volte l'aspersione del sangue con il dito davanti al propiziatorio (Lev.16:14)
E così all'altare:
Egli farà l'aspersione del sangue su di esso con il suo dito per sette volte, per purificarlo esantificarlo (Lev. 16:19)
I particolari qui singolarmente e nell'insieme, significano il Signore stesso, e pertanto ilsanto dell'amore; vale a dire, il sangue, il propiziatorio e anche l'altare e l'oriente, verso ilquale il sangue doveva essere asperso, e quindi anche il numero sette.
[3] E anche nei sacrifici, di cui in Levitico:
Se qualcuno avrà peccato per errore, e se il sacerdote unto avrà peccato facendo così ricadere lacolpa sul popolo, sacrificherà il giovenco davanti Signore, e il sacerdote intingerà il dito nelsangue, e aspergerà col sangue sette volte davanti al Signore, verso il velo del santuario (Lev.4:23, 6).
Qui, ugualmente sette significa ciò che è santo; perché il soggetto trattato è l'espiazione,che è dal Signore solo, e pertanto il soggetto trattato è il Signore stesso. Riti simili sonostati anche istituiti riguardo alla pulizia della lebbra, di cui in Levitico:
Del sangue dell'uccello, con legno di cedro, il panno scarlatto e l'issopo, Il sacerdote aspergeràsu di lui che deve essere purificato dalla lebbra sette volte, e lo renderà puro. Allo stesso modoaspergerà con olio che era sopra il palmo della mano sinistra, sette volte davanti al Signore. Ecosì in una casa dove c'era la lebbra, prenderà il legno di cedro e issopo e il panno scarlatto, econ il sangue dell'uccello aspergerà per sette volte (Lev. 14:67, 27, 51)
Qui chiunque può vedere che non c'è significato nel legno di cedro, nel panno scarlatto,nell'olio, nel sangue di un uccello e neppure nel numero sette, se non per il fatto che essi sonorappresentativi delle cose sante. Togliete loro ciò che è santo, e tutto ciò che rimane èmorto, o profanamente idolatrico. Ma quando rappresentano cose sante c'è culto Divino inessi, che è interiore, ed è soltanto rappresentato dalle cose esteriori. Gli ebrei infatti nonpotevano sapere il significato di queste cose; né nessuno al giorno d'oggi sa ciò che è statointeso per il legno di cedro, l'issopo, il panno scarlatto e l'uccello. Ma se fossero statisemplicemente disposti a pensare che erano coinvolte cose sante che non conoscevano, e secosì avessero adorato il Signore, o il messia che doveva venire, che li avrebbe guariti dallaloro la lebbra cioè dalla loro profanazione delle cose sante essi avrebbero potuto esseresalvati. Perché coloro che pensano e credono così sono immediatamente istruiti nell'altravita, se lo desiderano, riguardo a tutte le cose rappresentate.
[4] E allo stesso modo è stato ordinato riguardo alla giovenca rossa:
Il sacerdote prenderà del suo sangue con il dito e aspergerà verso la tenda del convegno persette volte (Num. 19:4)
Come il settimo giorno o sabato significava il Signore, e di qui, l'uomo celeste, e il celestestesso, così il settimo giorno nella chiesa ebraica era la più sacra di tutte le osservanzereligiose; e da qui deriva il sabato del sabato, nel settimo anno (Lev. 25:4), e il giubileo, cheera proclamato dopo sette settennati, ovvero dopo quarantanove anni (Lev. 25:89). Chenel senso più sublime sette significa il Signore, e quindi il santo dell'amore, è evidenteanche dal candelabro d'oro e dalle sue sette lampade (riguardo al quale in Es. 25:3133, 37;37:1719, 23, Num. 8:2, 3; Zech. 4:2) e di cui così è scritto in Giovanni:
Sette candelabri d'oro; e in mezzo ai sette candelabri uno somigliante a un figlio dell'uomo (Ap.1:1213)
Appare molto chiaramente in questo passo che il candelabro con sette lampade significa ilSignore, e che le lampade sono le cose sante dell'amore, ovvero le cose celesti; e perciòerano sette.
[5] Nello stesso libro:
Dal trono uscirono sette torce di fuoco, che bruciavano davanti al trono, che erano i sette spiritidi Dio (Ap. 4:5)
Qui le sette torce, che uscirono dal trono del Signore sono le sette luci, o lampade. Lo stessosignificato ha ovunque il numero sette nei profeti, come in Isaia:
La luce della luna sarà come la luce del sole, e la luce del sole sarà sette volte più intensa, comela luce di sette giorni, nel giorno che il Signore fascerà la piaga del suo popolo (Is. 30:26)
Qui la luce sette volte più intensa, come la luce di sette giorni non significa sette volte, ma ilsanto dell'amore rappresentato dal sole. Si veda anche quanto è stato detto e mostrato inprecedenza riguardo al numero sette (capitolo 4, versetto 15). Da tutto questo èchiaramente evidente che tutte le volte in cui ricorrono dei numeri nella Parola, ilsignificato interiore non ha nulla a che fare con i numeri (come è stato anche indicato inprecedenza, capitolo 6:3).
717. È inoltre evidente da tutto ciò che il soggetto qui trattato attiene alle cose dellavolontà dell'uomo, ovvero il bene e le cose sante in lui, inerenti la volontà. Perché si dice
che egli prenderà sette coppie delle bestie pure; e lo stesso si dice nel versetto seguente, degliuccelli. Ma nel capitolo precedente (versetti 1920), non è detto che prenderà sette, ma duecoppie. Perché lì si tratta delle cose dell'intelletto, che non sono sante in sé, ma sono santedall'amore, che è dalla volontà.
718. Che maschio e femmina significa che le verità erano congiunte con i beni, si evince dalsignificato di uomo che rappresenta la verità, che è dell'intelletto, e dal significato difemmina per rappresenta il bene, che è dalla volontà; e anche dal fatto che l'uomo non ha ilminimo pensiero, né la minima affezione e azione, in cui non vi sia una sorta dimatrimonio dell'intelletto con la volontà. Senza questa sorta di matrimonio, nulla potrebbeesistere o essere prodotto. Nelle forme organiche dell'uomo, sia composite sia semplici,anche nella più semplice, c'è un passivo ed un attivo, i quali, se non fossero accoppiaticome in un matrimonio, come tra marito e moglie, egli non potrebbe essere dov'è, e ancormeno produrre alcunché. Ed è lo stesso per tutta la natura universale. Questi matrimoniperenni derivano la loro fonte e origine dal matrimonio celeste, da cui è impressa nellanatura universale, sia animata sia inanimata, un'idea del regno del Signore.
719. Che le affezioni malvagie siano rappresentate dagli animali impuri è evidente daquanto è stato detto e mostrato prima risguardo agli animali puri. Essi sono chiamati puriperché sono miti, buoni e utili. Quelli impuri – di cui esistono generi e specie sono, alcontrario, feroci, aggressivi e non utili. Nella Parola essi sono anche descritti come lupi,orsi, volpi, maiali, e molti altri; e diverse cupidità e disposizioni malvagie sonorappresentate con essi. Riguardo al fatto che è detto che anche le bestie immonde (cioè, leaffezioni malvagie) debbano essere condotte nell'arca, la verità è che l'uomo di quellachiesa è qui descritto nella sua indole, attraverso l'arca, e quindi attraverso le cose cheerano nell'arca, o che sono state condotte nell'arca; vale a dire, le cose che sono descritteerano nell'uomo prima che fosse rigenerato. C'erano in lui le verità e i beni di cui era statodotato dal Signore prima della rigenerazione. Perché senza verità e senza beni nonavrebbe mai potuto essere rigenerato. Ma qui si fa riferimento ai mali che erano in lui,rappresentati dagli animali impuri. Ci sono mali nell'uomo che devono essere dispersimentre viene rigenerato, cioè, che devono essere allentati e temperati dal bene. Perché ilmale attuale ed ereditario nell'uomo non può essere disperso ed eliminato. Esso restaimpiantato nell'uomo e può solo essere allentato e temperato dai beni, ad opera delSignore che non ferisce, e non appare, il che è un arcano fino ad ora sconosciuto. I malireali sono quelli che possono essere allentati e temperati, non i mali ereditari; cosa che èugualmente ignota.
720. Che coppie significhi cose relativamente profane è evidente dal significato delnumero due. Una coppia o due, non solo significa matrimonio (ed è, quando si fariferimento al matrimonio celeste, caso in cui il numero è sacro), ma significa anche lo
stesso come sei. Vale a dire, come i sei giorni di lavoro sono legati al settimo giorno diriposo, o il giorno santo, così anche il numero due è correlato al tre. Quindi il terzo giornonella Parola è considerato come il settimo, e coinvolge quasi lo stesso senso, in virtù dellarisurrezione del Signore, nel terzo giorno. E quindi la venuta del Signore nel mondo enella gloria, e ogni venuta del Signore, è descritta ugualmente dal settimo e dal terzogiorno. Per questo motivo i due giorni che precedono non sono santi, ma relativamenteprofani. Così in Osea:
Venite, ritorniamo al Signore, perché ci ha ferito, ed egli ci guarirà; ci ha percosso, ed egli cifascerà. Dopo due giorni ci ridarà la vita; il terzo giorno ci farà rialzare, e noi vivremo al suocospetto (Osea 6:12)
E in Zaccaria:
Avverrà in tutto il paese, dice il Signore, che due parti saranno sterminate e periranno, e la terzasarà risparmiata; e io condurrò la terza parte attraverso il fuoco, e sarà purificata come èpurificato l'argento (Zaccaria 13: 89)
Che l'argento fosse più puro quando era purificato sette volte appare nel Salmo 12:6; dacui è evidente che sette non significa il numero sette, ma le cose che sono sante. E allostesso modo coppie non significa paia, ma le cose relativamente profane; e quindi ilsignificato non è che le bestie immonde, o le affezioni malvagie, messe a confronto con glianimali puri, o affezioni benigne, erano poche, e nel rapporto di 2 a 7. Perché i malidell'uomo sono di gran lunga più numerosi dei beni.
721. Che maschio e femmina rappresentano le falsità congiunte con i mali è evidente daquanto è stato detto sopra. Perché qui maschio e femmina è riferito alle bestie immonde;mentre prima era riferito alle bestie pure; e quindi l'espressione lì significava le veritàcongiunte con i beni. Qui invece, le falsità congiunte con mali. Come è il soggetto, tale è ilpredicato.
722. Versetto 3. Degli uccelli del cielo prendine anche sette paia, maschio e femmina, perconservarne il seme sulle facce di tutta la terra. Per gli uccelli del cielo, sono significate le cosedell'intelletto. Sette, significa che sono quelle sante; maschio e femmina, sono le verità e ibeni. Per conservarne la specie sulle facce di tutta la terra, significa la verità della fede.
723. Che gli uccelli del cielo rappresentino le cose dell'intelletto, è stato mostrato inprecedenza, dunque non è necessario soffermarsi ulteriormente sul soggetto.
724. Allo stesso modo sette significa cose che sono sante, e qui, le verità sante, le qualisono sante dal fatto che procedono dai beni. Nessuna verità è santa a meno che nonproceda dal bene. Un uomo può profferire molte verità dalla Parola, e quindi dallamemoria, ma se non sono sostenute dall'amore ovvero dalla carità, nulla di santo puòessere associato ad esse. Chi ha amore e carità, riconosce le verità e crede in esse dal cuore.Ed è lo stesso per la fede, di cui tanti sostengono che sia autonomamente salvifica: se nonvi è alcun amore ovvero la carità, da cui la fede viene, non c'è fede. L'amore e la carità sonociò che rende santa la fede. Il Signore è nell'amore e nella carità, non nella fede, quandoquesta sia separata dalla carità. Nella fede separata è l'uomo stesso, in cui non c'è nulla, senon impurità. Perché quando la fede è separata dall'amore, la sua lode, o il propriovantaggio, sono le cause che muovono il suo cuore, e da cui egli parla. Questo tuttipossono riconoscerlo dalla propria esperienza. Chi dica a chiunque che lo ama, che lopreferisce agli altri, che lo riconosce come il migliore degli uomini, e simili affermazioni, enondimeno nel cuore pensa diversamente, fa questo solo con la sua bocca e nel cuore nega,e, talvolta, si fa gioco dell'altro. Ed è lo stesso per la fede. Ciò mi è stato reso ampiamentechiaro attraverso varie esperienze. Coloro che nella vita del corpo hanno predicato ilSignore e la fede con tanta eloquenza, insieme con finta religiosità, per stupire i loroascoltatori, e non lo hanno fatto dal cuore, nell'altra vita sono tra coloro che nutrono il piùgrande odio verso il Signore, e che perseguitano i fedeli.
725. Che per maschio e femmina sono significate le verità e i beni è evidente da quantodetto e mostrato prima, cioè che uomo e maschio significano la verità, e moglie e femmina ilbene. Maschio e femmina fanno riferimento alle cose dell'intelletto, mentre marito e moglie,alle cose della volontà, per la ragione che il matrimonio è rappresentato dal marito e dallamoglie, piuttosto che da maschio e femmina. Perché la verità non può mai, di per sécontrarre matrimonio con il bene; viceversa il bene può contrarre matrimonio con la verità;perché non c'è verità che non sia prodotta dal bene e quindi accoppiata con il bene. Se sisottrae il bene dalla verità, non ne resta altro che parole.
726. Per conservarne il seme sulle facce di tutta la terra. Che per questo si intende la veritàdella fede è evidente dal seme che viene tenuto in vita da questa chiesa. Con seme siintende la fede. Il resto dei discendenti della più antica chiesa distrussero il seme celeste espirituale nel loro intimo, attraverso cupidità immonde e persuasioni terribili. Ma affinchéil seme celeste non perisse, quelli che sono denominati Noè sono stati rigenerati, e questoper mezzo del seme spirituale. Queste si intende qui. Di tali cose si dice che sono tenute invita che ricevono la vita del Signore, perché la vita è solo in quelle cose che sono delSignore, come deve essere evidente a tutti, dal fatto che non c'è vita in quelle cose che nonsono della vita eterna, o che mirano alla vita eterna. La vita che non è eterna non è la vita,ma in un breve tempo perisce. Né può essere associata alle cose che cessano di essere, masolo a quelle che non cessano mai di essere. Quindi è, e vive realmente solo ciò che è
nell'intimo delle cose che appartengono al Signore; perché tutto ciò che è, e ha vita perl'eternità, è da lui. Per la vita eterna si intende la felicità eterna, di cui si veda ciò che èstato detto e mostrato in precedenza (n. 290).
727. Versetto 4. Perché tra sette giorni farò piovere sulla terra, quaranta giorni e quaranta notti;e ogni sostanza che ho creato la sterminerò dalla facce del suolo. Tra sette giorni, significa l'iniziodella tentazione. Pioggia, significa tentazione. Quaranta giorni e quaranta notti, significa ladurata della tentazione. Sterminerò ogni sostanza che ho creato dalle facce del suolo,significa il proprio dell'uomo, che deve essere distrutto quando egli viene rigenerato. Lestesse parole indicano anche l'estinzione di coloro che appartennero alla più antica chiesache distrusse se stessa.
728. Che tra sette giorni qui significa l'inizio della tentazione è evidente dal senso interioredi tutte le cose menzionate in questo passo, nel quale si tratta della tentazione dell'uomochiamato Noè. Si tratta, in generale, sia della sua tentazione, sia della distruzione totale diquelli che appartennero alla più antica chiesa, i quali erano diventati come è statodescritto. Perciò tra sette giorni non significa solo l'inizio della tentazione, ma anche la finedella distruzione. Il motivo per cui queste cose sono intese con il periodo di sette giorni èche sette è un numero sacro, come è stato detto e mostrato prima (al versetto 2 di questocapitolo, e nel capitolo 4:15, 24; e ai paragrafi n. 8487). Tra sette giorni indica la venuta delSignore nel mondo, e anche la sua venuta nella gloria, e ogni venuta del Signore inparticolare. Si tratta di un numero caratteristico e rappresentativo di ogni venuta delSignore, che è il principio di coloro che devono essere rigenerati, ed è la fine di coloro chesono nella rovina. Così per l'uomo di questa chiesa, la venuta del Signore fu l'inizio dellatentazione; perché quando l'uomo è tentato egli comincia a diventare un uomo nuovo e adessere rigenerato. E allo stesso tempo era la fine di quelli della più antica chiesa che eradiventata tale che non poteva non perire. Esattamente come quando il Signore è venutonel mondo, la chiesa di quel tempo era nel suo ultimo stadio di rovina, e ne è sorta unanuova.
[2] Che queste si intendono per, tra sette giorni è evidente in Daniele:
Settanta settimane sono fissate sul tuo popolo, e sopra la tua città santa, per porre fineall'empietà, per confinare i peccati, e per purificarsi dall'iniquità, per introdursi nella giustiziadei secoli, per suggellare la visione e la profezia, e per ungere il santo dei santi. Sappiatedunque e comprendete che dalla proclamazione della ricostruzione di Gerusalemme, fino allavenuta del messia, il principe, passeranno sette settimane (Dan. 9:2425)
Qui settanta settimane e sette settimane significano la stessa come sette giorni, vale a dire, lavenuta del Signore. Ma qui c'è una profezia manifesta, i tempi sono ancora piùreligiosamente e accuratamente designati dai numeri settenari. È evidente quindi non soloche sette così associato a cadenze temporali, rappresenti la venuta del Signore, ma anchel'inizio di una nuova chiesa, rappresentata dalla unzione del santo dei santi, e dallaricostruzione di Gerusalemme. E allo stesso tempo, l'ultima distruzione si intende con leparole settanta settimane son fissate sulla tua città santa, per porre fine all'empietà, per confinare ipeccati.
[3] Così in altri luoghi della Parola, come in Ezechiele, dove egli dice di se stesso:
Sono giunto presso i deportati di TelAbib, che abitano in riva al fiume Kebar, e sono rimastoattonito in mezzo a loro sette giorni; e al termine dei sette giorni la parola del Signore mi furivolta (Ez 3:1516)
Anche qui sette giorni indicano l'inizio della venuta; perché dopo sette giorni, mentre eglisedeva tra coloro che erano in esilio, la parola del Signore gli fu rivolta. Nello stessoprofeta:
Essi seppelliranno Gog, per purificare il paese, per sette mesi; al termine dei sette mesicominceranno le ricerche (Ez. 39:12, 14)
Anche qui sette indica il termine della distruzione, e l'inizio della venuta. In Daniele:
Si muti il cuore di Nabucodonosor; un cuore di bestia gli sarà dato, e questa condizione dureràper sette tempi (Dan. 4:16, 25, 32)
volendo intendere in modo analogo, la fine della rovina e l'inizio di un uomo nuovo.
[4] Settant'anni di prigionia babilonese hanno lo stesso significato. I numeri settanta esette hanno un eguale significato, siano essi sette giorni o sette anni o sette secoli che sonoper l'appunto settant'anni. La distruzione era rappresentata dagli anni di prigionia; l'iniziodi una nuova chiesa con la liberazione e la ricostruzione del tempio. Cose simili sono staterappresentate anche dal servizio di Giacobbe presso Labano, dove ricorrono queste parole:
Io ti servirò sette anni per Rachele; e Giacobbe servì sette anni per Rachele. E Labano disse,Porta a termine questa settimana, e io ti darò anche lei, per il servizio che tu mi renderai peraltri sette anni. E Giacobbe fece così, e portò a termine quella settimana (Gen. 29:18, 20, 2728)
Qui sette anni di servizio implicano lo stesso significato, e anche che dopo i giorni di setteanni giunge il matrimonio e la libertà. Questo periodo di sette anni, è stato chiamatosettimana, come anche in Daniele.
[5] Lo stesso si intende anche con il comando di circondare la città di Gerico per settevolte e poi le mura sarebbero crollate; e si dice che:
Il settimo giorno si alzarono con l'alba e circondarono la città nello stesso modo per sette volte, eavvenne che alla settima volta i sette sacerdoti suonarono le sette trombe e il muro crollò(Giosuè 6:1020)
Se queste cose non avessero un tale significato, il comando di circondare la città per settevolte, e che vi sarebbero stati sette sacerdoti e sette trombe, non sarebbe mai stato dato. Daquesti e molti altri passi (come Giobbe 2:13; Ap 15:1, 67; 21:9), è evidente che sette giornisignifica l'inizio di una nuova chiesa, e la fine di quella vecchia. Il passo corrente, che trattasia dell'uomo della chiesa chiamata Noè e della sua tentazione, sia dell'ultima posteritàdella più antica chiesa, che distrusse se stessa in sette giorni non può avere altro significatoche l'inizio della tentazione di Noè e la fine o devastazione finale ed estinzione della piùantica chiesa.
729. Che per piovere si intende la tentazione è evidente da ciò che è stato detto e mostratonell'introduzione di questo capitolo, cioè, che un diluvio o inondazione delle acque, che è quidescritto dalla pioggia significa non solo la tentazione, ma anche la distruzione. E lo stessoemergerà anche da ciò che sarà detto del diluvio nelle pagine seguenti.
730. Che per quaranta giorni e quaranta notti si intende la durata della tentazione èchiaramente evidente dalla Parola del Signore. Che quaranta indichi la durata dellatentazione discende dal fatto che il Signore stesso ha affrontato la tentazione per quarantagiorni (come è indicato in Matteo 4:1, 2; Luca 4:2; Marco 1:13). E poiché le cose istituitenella chiesa ebraica e nelle altre chiese rappresentative prima della venuta del Signoreerano tutte immagini di lui, così anche i quaranta giorni e le quaranta notti, perchérappresentano e significano in generale ogni tentazione, e in particolare la durata dellatentazione, qualunque essa sia. E poiché un uomo quando è nella tentazione è nelladistruzione di tutte le cose del suo proprio, e del corpo (perché le cose che sono del suoproprio e del corpo devono perire, e questo attraverso combattimenti e tentazioni, prima
di rinascere come un uomo nuovo, ovvero di essere reso spirituale e celeste), per questaragione anche quaranta giorni e quaranta notti significano la durata della distruzione. Ed è lostesso qui, dove il soggetto trattato è sia la tentazione dell'uomo della nuova chiesa,denominata Noè, sia la distruzione di coloro che vissero prima del diluvio.
[2] Che il numero quaranta indichi la durata della tentazione e della distruzione,prescindendo dalla sua maggiore o minore ampiezza, è evidente in Ezechiele:
Tu giacerai sul fianco destro, e porterai l'iniquità della casa di Giuda per quaranta giorni,computando un giorno per ogni anno (Ez. 4:6)
Quaranta indica qui la durata della distruzione della chiesa ebraica, nonché la tentazionedel Signore; poiché è detto che egli avrebbe dovuto portare l'iniquità della casa di Giuda.Nello stesso profeta:
Io ridurrò il paese d'Egitto in rovina e desolazione; nessun piede di uomo vi passerà attraverso,non un piede di bestia vi passerà attraverso, ed esso non sarà più abitato per quarant'anni. Eridurrò il paese d'Egitto in rovina in mezzo alle lande desolate, e le sue città, in mezzo alle cittàche sono state devastate saranno disabitate per quarant'anni (Ez. 29:1012)
Anche qui quaranta indica la durata della rovina e della desolazione; e nel significatointeriore quarant'anni non è un periodo di tempo ma solo in generale, la desolazione dellafede, prescindendo dall'ampiezza temporale minore o maggiore che sia. In Giovanni:
La corte che è fuori dal tempio lasciala da parte non la misurare; perché è stata data ai popoli,che calpesteranno la città santa per quarantadue mesi (Apocalisse 11: 2).
[3] E ancora in Giovanni:
Fu data alla bestia una bocca con la quale proferiva parole superbe e bestemmie; e le fu datopotere di fare la guerra per quarantadue mesi (Apocalisse 13: 5)
volendo intendere la durata della devastazione, perché chiunque può sapere che perquarantadue mesi non si intende un preciso lasso di tempo. Ma l'origine dell'uso delnumero quarantadue in questo passo (che ha lo stesso significato del numero quaranta) è che
sette giorni significano la fine della devastazione, e un nuovo inizio, e sei giorni significanolavoro, dai sei giorni di lavoro o combattimento. Sette sono dunque moltiplicati per sei, equindi danno luogo al numero quarantadue, che significa la durata della devastazione e ladurata della tentazione, o del lavoro e del combattimento di colui che deve essererigenerato, nel quale vi è la santità. E, come è evidente da questi passi nella Rivelazione, inluogo del numero tondo quaranta è stato usato il numero quarantadue.
[4] Che il popolo israelita fu condotto per quaranta anni nel deserto prima di essereintrodotto nel paese di Canaan, ugualmente rappresenta e significa la durata dellatentazione, e anche la durata della distruzione. La durata della tentazione, dal loro esseresuccessivamente condotti nella terra santa; la durata della distruzione, dal fatto che tuttiquelli maggiori di venti anni, che uscirono dall'Egitto, ad eccezione di Giosuè e Caleb,morirono nel deserto (Numeri 14:3335; 32:814). Le cose contro cui spesso essimormorarono significano le tentazioni; e le piaghe e la distruzione che così spesso siabbatterono su di loro indicano le devastazioni. Che queste cose significano le tentazioni ele devastazioni per misericordia Divina del Signore, sarà mostrato in luogo appropriato.Di queste cose è scritto in Mosè:
Ricordati di tutto il cammino per il quale Signore tuo Dio ti ha condotto in questi quarant'anninel deserto, ti ha afflitto, ti ha tentato, per conoscere quello che avevi nel cuore, e se avrestiosservato i suoi comandamenti, o no (Deut. 8:23, 16)
Che Mosè rimase per quaranta giorni e quaranta notti sul monte Sinai, significa pure ladurata della tentazione, cioè significa la tentazione del Signore, come è evidente dal suodimorare sul monte per quaranta giorni e quaranta notti, senza mangiare pane né bereacqua, supplicando per il popolo affinché non fosse distrutto (Deut. 9:9, 11, 18, 2529;10:10).
[5] Il motivo per cui quaranta giorni significa la durata della tentazione è, come è statoappena detto, che il Signore stesso ha affrontato la tentazione dal diavolo per quarantagiorni. E quindi siccome tutte le cose erano rappresentative del Signore quando l'ideadelle tentazioni era presente presso gli angeli, quella idea era rappresentata nel mondodegli spiriti da cose simili a quelle di questo mondo, come è il caso di tutte le ideeangeliche, nella loro discesa nel mondo degli spiriti. Allo stesso modo l'idea dellatentazione è stata presentata dal numero quaranta perché il Signore doveva essere tentatoper quaranta giorni. Presso il Signore, e di conseguenza presso il cielo angelico, è lo stessose una cosa è presente o se è di là da venire; ciò che deve venire, è presente, o ciò che sideve fare, è fatto. Da qui discende la rappresentazione delle tentazioni, come anche delledevastazioni, nella chiesa rappresentativa, attraverso il numero quaranta. Ma questo
soggetto non può ancora essere accuratamente compreso, perché l'influsso del cieloangelico nel mondo degli spiriti non è noto, né che tale è la natura di questo influsso.
731. Ogni sostanza che ho creato la sterminerò dalle facce del suolo. Che questo significa ilproprio dell'uomo, che è come se distrutto quando viene vivificato, è evidente da quanto èstato detto prima di questo proprio. Il proprio dell'uomo è tutto il male e il falso. Finchéquesto perdura, l'uomo è morto; ma quando egli entra nelle tentazioni si disperde, cioè, èallentato e temperato dalla verità e dai beni, dal Signore, e quindi è vivificato e apparecome se non fosse presente. Che non appare e che non è più dannoso è inteso consterminerò. E nondimeno non è distrutto, ma rimane. È quasi come il bianco e il nero, chequando variamente modificati dai raggi di luce si trasformano in bellissimi colori come ilblu, giallo e viola, che secondo la loro disposizione si presentano in sfumature belle epiacevoli, come nei fiori, pur rimanendo profondamente ed essenzialmente bianco e nero.Ma siccome qui si tratta contestualmente della devastazione finale di quelli cheappartenevano alla più antica chiesa, per sterminerò ogni sostanza esistente che ho creato, dallefacce del suolo si intende anche coloro che perirono (come anche nel versetto seguente, 23).La sostanza che ho creato è ogni uomo, in cui c'era un seme celeste, o che era della chiesa; equindi, sia qui che nel versetto seguente, è usato il termine suolo che significa l'uomo dellachiesa in cui sono stati impiantati il bene e la verità. Questo seme, in quelli denominati icui mali e falsità devono essere dispersi, come si è detto prima crebbe gradualmente.Mentre presso quelli che vissero prima del diluvio, che perirono, fu estinto dalla zizzania.
732. Versetto 5. E Noè fece tutto ciò che Signore gli aveva comandato. Questo significa comeprima, che così avvenne. Facendo un confronto con il capitolo precedente, versetto 22,dove si dice per due volte Noè fece, qui invece, solo una volta; e lì viene utilizzato il nomeDio, mentre qui, Signore. La ragione è che lì si fa riferimento alle cose dell'intelletto;mentre qui a quelle della volontà, essendo le prime diverse e distinte dalle altre. Viceversa,le cose della volontà mirano alla congiunzione con le cose dell'intelletto. Perché l'intellettoè dalla volontà. Questo è il motivo per cui lì è detto due volte che Noè ha fatto, e qui solouna volta; e anche perché è usato il nome Dio, mentre qui, Signore.
733. Versetto 6. E Noè era un figlio di seicento anni, quando il diluvio si abbatté sulla terra. Noèaveva seicento anni, significa il suo primo stato della tentazione. Il diluvio si abbatté sullaterra, significa l'inizio della tentazione.
734. Il capitolo precedente (Genesi 6:1322) tratta delle verità dell'intelletto, sulle qualil'uomo della chiesa denominata Noè è stato istruito dal Signore prima di essere rigenerato.Questo capitolo (versetti 15), tratta dei beni della volontà, dei quali anche egli è statodotato dal Signore. Poiché si fa riferimento ad entrambi, appare come una ripetizione. Maora, nei versetti 611 il soggetto trattato è la tentazione, e qui il suo primo stato, quindil'inizio della tentazione. E, come chiunque può vedere, vi è una ridondanza, infatti si dice
in questo versetto che Noè era un figlio di seicento anni quando il diluvio si abbatté sulla terra; enell'undicesimo versetto che era nel secentesimo anno della sua vita, nel secondo mese neldiciassettesimo giorno del mese. E così nel settimo versetto si dice che Noè entrò nell'arca con isuoi figli e le loro mogli, e anche nel tredicesimo versetto. Ancora una volta è detto neiversetti ottavo e nono che le bestie entrarono nell'arca; e anche nei versetti da 14 a 16. Da ciòè evidente che anche qui vi è una ripetizione di quanto è stato detto prima. Chi si soffermaunicamente sul senso letterale non può comprendere altro che si tratta di una storiaripetuta. Ma qui come altrove non c'è la minima parola che sia superflua e inutile; perché èla Parola del Signore. La ridondanza pertanto, sottende un altro significato. E qui, infatti,come prima, il significato è che la prima tentazione, è quella inerente le cose dell'intelletto;l'altra è la sua tentazione inerente le cose della volontà. Queste tentazioni seguono unadopo l'altra presso colui che deve essere rigenerato. Perché essere tentati dalle cosedell'intelletto è ben altra cosa che essere tentati dalle cose della volontà. La tentazione dallecose dell'intelletto è lieve; mentre la tentazione dalle cose della volontà è grave.
735. Il motivo per cui la tentazione inerente le cose dell'intelletto, ovvero le falsità in unuomo, è lieve, è che l'uomo è nella fallacia dei sensi, le cui percezioni sono tali che egli nonpuò fare a meno di entrarvi, e per la stessa ragione possono facilmente dissolversi. Così èper tutti coloro che si soffermano sul senso letterale della Parola, vale a dire secondo lafallacia dei loro sensi. Se essi hanno semplicemente fede in queste cose perché è la Paroladel Signore, allora nonostante siano in errore, desiderano essere istruiti. Come ad esempio,un uomo il quale crede che il Signore sia adirato e punisca, e usi il male verso i malvagi,avendo egli tratto questa convinzione dal senso della lettera, nondimeno può facilmenteessere istruito su quale sia l'autentica verità. E così pure, chiunque creda semplicemente dipoter fare il bene da se stesso, e che se in sé è retto, riceverà la ricompensa nell'altra vita,anche questi può facilmente essere istruito che il bene che egli fa è dal Signore, e il Signorenella sua misericordia dà la ricompensa gratuitamente. E perciò quando questi sono nelletentazioni inerenti le cose dell'intelletto, ovvero quelle inerenti le fallacie dei sensi,possono essere tentati solo lievemente. E questa è la prima tentazione ed è avvertita astento come una tentazione di cui ora si tratta. Ma la situazione è diversa per coloro chenon credono alla Parola con umiltà del cuore, ma si persuadono nelle fallacie e nelle falsitàperché assecondano le loro cupidità. Coloro che sono spinti da questi motivi elaborano dase stessi molti ragionamenti secondo la loro erudizione e poi confermano i medesimifacendo un uso strumentale della Parola, imprimendo e confermando in se stessi che ciòche è falso sia vero.
736. Riguardo a Noè, ovvero l'uomo di questa nuova chiesa, egli era di un'indole tale checredeva con umiltà di cuore in ciò che aveva appreso dalla più antica chiesa, che eranomaterie dottrinali, raccolte e ridotte in una qualche forma dottrinale da parte di coloro chesono stati denominati Enoch. Ed era di una natura del tutto diversa da quella degli
antidiluviani che perirono, denominati Nephilim, i quali immersero le cose dottrinali dellafede nelle loro folli cupidità, concependo in tal modo terribili persuasioni, da cui nonvollero retrocedere, per quanto istruiti da altri e nonostante fosse stata mostrata loro lafalsità di quelle persuasioni. Ci sono nel tempo presente anche uomini di inclinazionecome i primi e uomini di quell'altra inclinazione. Quelli simili ai primi, possono esserefacilmente rigenerati, ma gli altri con difficoltà.
737. Noè era un figlio di seicento anni. Che questo significa il suo primo stato di tentazioneè evidente, perché qui e fino a Heber nell'undicesimo capitolo, i numeri, i periodi di anni ei nomi non significano altro che cose reali; come anche i secoli e tutti i nomi nel quintocapitolo. Che seicento anni qui significa il primo stato della tentazione, si evince dai numeridominanti in seicento, che sono dieci e sei, due volte moltiplicati per se stessi. Un numeromaggiore o minore derivante dai medesimi fattori non ne cambia il significato. Riguardoal numero dieci, è stato dimostrato già (nel capitolo 6, versetto 3), che significa i resti; e chesei qui significa lavoro e combattimento è evidente da molti passi nella Parola. Inprecedenza si è trattato della preparazione dell'uomo denominato Noè per la tentazione,affinché egli fosse dotato dal Signore delle verità dell'intelletto e dei beni della volontà.Queste verità e beni costituiscono i resti, che non sono accessibili finché l'uomo non vienerigenerato. Nel caso di coloro che devono essere rigenerati attraverso le tentazioni, i lororesti sono accessibili agli angeli che sono presso di lui, i quali traggono dai resti ciò che ènecessario a difendere l'uomo contro gli spiriti maligni che eccitano le falsità in lui, equindi lo assalgono. Poiché i resti sono rappresentati dal numero dieci e i combattimenti dalsei, per questo motivo si dice che gli anni sono seicento, in cui i numeri dominanti sonodieci e sei, e significano uno stato di tentazione.
[2] Riguardo al numero sei in particolare, che significhi combattimento è evidente fin dalprimo capitolo della Genesi, dove sono descritti i sei giorni in cui l'uomo è statorigenerato, prima di diventare celeste, e in cui vi era un continuo combattimento, ma alsettimo giorno, la quiete. È per questa ragione che ci sono sei giorni di lavoro e il settimo èil sabato, che significa riposo. Perciò il servo ebreo serviva per sei anni, e il settimo annoera libero (Esodo 21:2; Deut. 15:12, Ger. 34:14); ed inoltre che per sei anni si seminava laterra e si raccoglievano i frutti, ma il settimo anno si lasciava riposare il suolo (Es. 23:1012), e allo stesso modo con la vigna; e che il settimo anno era il sabato del sabato dellaterra, il sabato del Signore (Lev. 25:3, 4). Poiché sei significa lavoro e combattimento,significa anche la dispersione delle falsità, come in Ezechiele:
Ecco sei uomini provenivano dalla via della porta superiore che guarda a settentrione, e tuttiavevano la loro arma di dispersione in mano (Ez. 9:2)
e nello stesso profeta, contro Gog:
Ti farò retrocedere, e ti ridurrò ad un sesto, e ti condurrò verso settentrione (Ez. 39: 2)
Qui sei e riduzione a un sesto indicano la dispersione; il settentrione, la falsità; Gog, quelli chededucono questioni dottrinali dalle cose esteriori, per cui essi distruggono il cultointeriore. In Giobbe:
Da sei tribolazioni ti libererà, e alla settima il male non ti toccherà (Giobbe 5:19)
cioè il combattimento delle tentazioni.
[3] Ma il numero sei ricorre nella Parola anche con un significato diverso da lavoro,combattimento o dispersione delle falsità, vale a dire, il santo della fede, in virtù della suarelazione con il numero dodici, che significa la fede e tutte le cose della fede nel loroinsieme; e anche per via del suo legame con il numero tre, che significa ciò che è santo; dacui deriva l'autentico significato del numero sei; come in Ezechiele (capitolo 40, versetto 5),dove la canna di un uomo, con la quale egli misurò la città santa di Israele, misurava seicubiti; e in altri luoghi. La ragione di questa derivazione è che il santo della fede è presentenei combattimenti delle tentazioni, e che i sei giorni di lavoro e combattimento mirano alsanto del settimo giorno.
738. Noè viene qui definito figlio di seicento anni, perché figlio significa verità dell'intelletto,come è stato esposto in precedenza. Ma nell'undicesimo versetto egli non è chiamato figlioperché lì è trattata la sua tentazione per le cose della volontà.
739. Che per diluvio di acque si intende l'inizio della tentazione è evidente dal fatto che quisi tratta della tentazione delle cose inerenti l'intelletto che, come si è detto, è la prima e lapiù lieve; e per questo motivo si parla di diluvio di acque e non semplicemente di diluviocome nel diciassettesimo versetto. Perché le acque significano soprattutto le cose spiritualidell'uomo, le cose intellettuali della fede, e i loro opposti, che sono le falsità; come puòessere confermato da molti passi della Parola.
[2] Che diluvio o inondazione di acque significhi tentazione, è evidente da quanto espostonell'introduzione a questo capitolo. Così anche in Ezechiele:
Dice Jehovih il Signore, susciterò dal mio furore un vento tempestoso, e a causa della miacollera cadrà una pioggia torrenziale, e grandine per la mia ira, fino alla devastazione in modoche sia distrutto il muro che avete intonacato di fango (Ez. 13:1314)
Vento tempestoso e pioggia torrenziale indicano la desolazione della falsità. Muro intonacato difango denota la menzogna che appare come verità. In Isaia:
Il Signore Dio è riparo dalla tempesta, ombra dalla calura, perché lo sbuffo dei violenti è comeun'inondazione contro il muro (Is. 25:4)
Una inondazione qui significa la tentazione per le cose dell'intelletto, e si distingue dallatentazione per le cose della volontà, denominata calura.
[3] Nello stesso profeta:
Ecco, il Signore, manda un uomo forte e potente, come una tempesta di grandine, un uraganodistruttore, come una diluvio di acque torrenziali e impetuose (Isaia 28:2)
dove sono descritti i gradi della tentazione. Nello stesso profeta:
Quando passerai attraverso le acque io sarò con te; e attraversando i fiumi, le acque non tisommergeranno; quando camminerai attraverso il fuoco non ti brucerai, e la fiamma non tiustionerà (Is. 43:2)
Acque e fiumi qui denotano le falsità e fantasie. Fuoco, e fiamma, i mali e le cupidità. InDavide:
Per questo i fedeli ti invocano nel momento del giudizio; affinché il diluvio di acque impetuosenon li travolga; tu sei il mio rifugio; tu mi proteggi nelle avversità (Salmi 32:67),
dove il diluvio di acque impetuose indica la tentazione che è anche chiamata diluvio. Nellostesso libro:
Il Signore siede sul diluvio; sì, il Signore siede sovrano per sempre (Salmi 29:10)
Da questi passi, e da quanto premesso all'inizio di questo capitolo, è evidente che diluvio oinondazione di acque non significa nient'altro che le tentazioni e le distruzioni, anche sedescritte storicamente, alla maniera delle genti più antiche.
740. Versetto 7. E Noè entrò nell'arca con i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli, primadel diluvio. Noè entrò nell'arca prima del diluvio, significa che egli era protetto dallatentazione. I figli, significano le verità, come si è stato detto. Moglie, significa i beni; e lemogli dei figli, le verità congiunte ai beni.
741. Noè entrò nell'arca prima del diluvio. Che questo significa che era protetto deve esserenoto a chiunque. Le tentazioni non sono altro che i combattimenti di spiriti maligni con gliangeli che sono presso un uomo. Gli spiriti maligni richiamano nella mente tutte le cosesbagliate che fin dall'infanzia un uomo ha fatto o anche soltanto pensato, quindi, sia i suoimali, sia le sue falsità, e lo introducono così nella dannazione, e non c'è nulla che dia loromaggior piacere che fare ciò, perché le delizie della loro vita consistono in questo. Maattraverso gli angeli il Signore custodisce l'uomo, e frena gli spiriti maligni e i geniinfernali dall'oltrepassare i confini loro consentiti, evitando che l'uomo sia influenzato aldi là di ciò che è in grado di sopportare.
742. Che per figli sono intese le verità, per moglie i beni, e per mogli dei figli,le veritàcongiunte con i beni, è stato spiegato prima al versetto diciottesimo del capitoloprecedente, in cui ricorrono le stesse parole. Per verità e beni qui denominate figli e mogli si intendono quelle cose che erano nell'uomo chiamato Noè, per mezzo delle quali è statoprotetto dalla tentazione. Tale è il più antico stile della Parola, avente la postura esterioredella narrazione, al di sotto della quale sono custoditi gli arcani celesti.
743. Versetti 8, 9. Degli animali puri e di quelli impuri, degli uccelli, e dei rettili. Entrarononell'arca per coppie, maschio e femmina, come Dio aveva comandato a Noè. Per animali puri, siintendono, come si è già detto, le affezioni benigne; per animali impuri, le cupidità; peruccelli, si intendono in generale, i pensieri; per rettili, la parte sensuale e ogni suo piacere.Per coppie, si intendono le cose corrispondenti; che essi entrarono nell'arca, significa cheerano protetti. Maschio e femmina, significa, come prima, la verità e il bene. Come Dioaveva comandato a Noè, significa che così avvenne.
744. Che le affezioni benigne sono rappresentate dagli animali puri è stato detto espiegato in precedenza, al secondo verso di questo capitolo, e di conseguenza non ènecessario soffermarsi ulteriormente su questo soggetto. Così pure per le cupidità, ovverole affezioni maligne rappresentate dagli animali impuri.
745. Che per volatili o uccelli in generale si intendono i pensieri, può essere compreso daquanto è stato detto in precedenza degli uccelli, i quali significano le cose dell'intelletto
ovvero le cose razionali. Ma lì sono stati chiamati uccelli del cielo e qui solo uccelli; e quindisignificano i pensieri in generale. Perché vi sono molte specie di uccelli, sia puri, siaimpuri, i quali sono distinti nel quattordicesimo versetto in uccelli, volatili e bestie alate. Gliuccelli puri sono i pensieri inerenti la verità; quelli impuri sono le falsità. Riguardo a questisoggetti, per Divina misericordia del Signore, si tratterà qui di seguito.
746. Rettili. Che questi rappresentino la parte sensuale e ogni suo piacere, è stato detto emostrato in precedenza. Le genti più antiche paragonavano le cose sensuali dell'uomo e isuoi piaceri ai rettili, e le chiamavano anche così, perché sono le cose più esteriori e, percosì dire, strisciano sulla superficie di un uomo, e non deve essere loro consentito dielevarsi più in alto.
747. Che a coppie significa le cose che corrispondono, chiunque può comprenderlo dalfatto che non sarebbero tali se non corrispondessero a vicenda, come fanno i beni e leverità da una parte, e i mali e le falsità dall'altra. Perché vi è in tutte le cose una parvenzadi matrimonio o di accoppiamento, come delle verità con i beni, e dei mali con le falsità, invirtù del matrimonio delle cose inerenti dell'intelletto con quelle inerenti la volontà. Einvero, ogni cosa ha la sua unione o accoppiamento, senza il quale non potrebbesussistere.
748. Che il loro entrare nell'arca significa che erano protetti, è stato spiegato al settimoversetto, dove il riferimento a Noè, ai suoi figli e alle loro mogli.
749. Che maschio e femmina significa verità e bene, può essere visto da quanto è statodetto in precedenza, nei versetti 2 e 3 di questo capitolo, dove maschio e femmina è riferitoagli uccelli, e marito e moglie, al bestiame. La ragione di ciò è stata già esposta, e cioè che viè un matrimonio delle cose della volontà con quelle dell'intelletto, e non altrettanto dellecose dell'intelletto, in sé considerato, con quelle della volontà. I primi sono legati comemarito e moglie, gli altri come maschio e femmina. E poiché il soggetto qui trattato, comeprima detto, è la tentazione dell'uomo, in relazione alle cose del suo intelletto, si dicemaschio e femmina, intendendo con ciò un combattimento o la tentazione per le cosedell'intelletto.
750. Come Dio aveva comandato a Noè. Che questo significa che così avvenne, è statomostrato al versetto 22 del capitolo precedente, e in questo capitolo al versetto 5.
751. Poiché l'argomento qui trattato è la tentazione dell'uomo appartenente alla nuovachiesa denominata Noè, e siccome pochi conoscono la natura delle tentazioni (perché neltempo presente pochi sono sottoposti a tali tentazioni, e quelli che le subiscono nonavvertono altro che una sorta di sofferenza insita in loro stessi) tale argomento deve esserespiegato brevemente. Ci sono spiriti maligni di cui si è detto prima, che nel momento dellatentazione richiamano le falsità e i mali dell'uomo; e infatti suscitano dalla sua memoria
tutto quello che egli ha pensato e fatto dalla sua infanzia. Gli spiriti maligni fanno ciò conun'abilità e una malvagità così grandi da essere indescrivibili. Viceversa gli angeli chesono presso l'uomo, suscitano i suoi beni e le sue verità e, con questi mezzi, lo difendono.Di questo combattimento ciò che sente e percepisce l'uomo, è la sofferenza e il rimorso dicoscienza.
[2] Ci sono due tipi di tentazioni, una per le cose dell'intelletto, l'altra per quelle dellavolontà. Quando un uomo è tentato dalle cose dell'intelletto, gli spiriti maligni richiamanosolo le cose cattive di cui si è reso colpevole qui rappresentate dalle bestie impure e loaccusano e lo condannano; invero essi richiamano anche le sue buone azioni quirappresentate dalle bestie pure ma le pervertono in mille modi. Allo stesso tempo,richiamano alla memoria i suoi pensieri qui rappresentati dai volatili e simili cose,rappresentate anche dai rettili.
[3] Tale tentazione è leggera, ed è percepita solo dalla rievocazione di tali cose nellamente, e da una conseguente ansietà. Ma quando un uomo è tentato dalle cose dellavolontà, i suoi pensieri e le sue azioni non sono più di tanto richiamate, ma ci sono deigeni maligni (come gli spiriti maligni di questo genere possono essere chiamati) che loinfiammano con le loro bramosie e folli desideri in cui egli stesso è immerso, e quindicombattono per mezzo delle stesse cupidità dell'uomo; cosa che essi fanno empiamente esegretamente in modo che non si possa credere che sia ascrivibile a loro. Perché in unmomento infondono loro stessi nella vita delle cupidità dell'uomo, e quasiistantaneamente pervertono e mutano un'affezione per il bene e la verità in un'affezionedel male e del falso, in un modo tale che l'uomo non può sapere altro se non che ciò è fattoda se stesso, di sua spontanea volontà. Questa tentazione è più grave, ed è percepita comeuna sofferenza interiore e un acceso tormento. Di questo si dirà in seguito. Che sia così miè stato dato di percepirlo e conoscerlo da molteplici esperienze; e anche quando e come glispiriti maligni o geni esercitano la loro influenza e infestano. E ancora, riguardo a chierano, e da dove provenivano, per misericordia Divina del Signore, si farà una particolaremenzione di seguito.
752. Versetto 10. E avvenne dopo i sette giorni che le acque del diluvio erano sopra la terra.Questo significa, come prima, l'inizio della tentazione.
753. Che per sette giorni si intende l'inizio della tentazione è stato mostrato sopra alquarto versetto; ed è in relazione a ciò che è accaduto prima, e cioè che questa tentazione,inerente le cose dell'intelletto, che era al suo inizio, si è compiuta. E poiché questa primatentazione concerneva le cose dell'intelletto, è descritta attraverso le acque del diluvio, comesopra al settimo versetto, e dal diluvio delle acque, al sesto versetto, i quali significanopropriamente tale tentazione, come è stato ivi mostrato.
754. Versetto 11. Nell'anno seicentesimo della vita di Noè, nel diciassettesimo giorno del secondomese, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e si aprirono le cateratte del cielo. Perseicentesimo anno, secondo mese, e diciassettesimo giorno, è inteso il secondo stato dellatentazione. Eruppero tutte le sorgenti del grande abisso, significa l'ultima tentazioneinerente le cose della volontà. Si aprirono le cateratte del cielo, significa l'ultima tentazioneinerente le cose dell'intelletto.
755. Che per il seicentesimo anno, secondo mese, e diciassettesimo giorno sia inteso il secondostato della tentazione, segue da quanto è stato detto finora; dal sesto all'undicesimoversetto è trattato il primo stato della tentazione, inerente le cose dell'intelletto. Poiché orasegue il secondo stato, quello inerente le cose della volontà, questo è il motivo per cui l'etàdi Noè è nuovamente richiamata. È stato detto prima che era un figlio di seicento anni, e orache venne il diluvio nel seicentesimo anno della sua vita, nel secondo mese e nel diciassettesimogiorno. Nessuno potrebbe supporre che attraverso l'età di Noè, di cui vengono specificatigli anni, i mesi e giorni, si intende uno stato della tentazione inerente le cose della volontà.Ma, come è stato già detto, questo era lo stile narrativo sia orale, sia scritto, in uso presso legenti più antiche. Essi si dilettavano soprattutto nell'arte di articolare cadenze temporali enomi, e quindi nel costruire una narrazione simile alla storia reale; in questo consisteva laloro sapienza.
[2] Ora è stato mostrato sopra, al versetto 6, che seicento anni non significa altro che ilprimo stato della tentazione, e così pure in questo versetto, seicento anni; ma affinché sipossa intendere il secondo stato della tentazione, sono aggiunti i mesi e i giorni. E invero,due mesi o il secondo mese, significa il combattimento stesso, come è evidente dal significatodel numero due nel secondo versetto di questo capitolo, dove si dimostra che ha lo stessosignificato di sei, cioè lavoro e combattimento, e anche la dispersione. Mentre il numerodiciassette significa sia l'inizio, sia la fine della tentazione, perché è composto dai numerisette e dieci. Quando questo numero indica l'inizio della tentazione, coinvolge i giorni finoa sette, o una settimana di sette giorni. Che questo indica l'inizio della tentazione è statoillustrato sopra, al quarto versetto di questo capitolo. Ma quando indica la fine dellatentazione (al versetto 4 del capitolo 8), allora sette è un numero santo, al quale il numerodieci che significa i resti è aggiunto, perché senza i resti l'uomo non può essererigenerato.
[3] Che il numero diciassette significhi l'inizio della tentazione è evidente in Geremia,quando al profeta fu comandato di comprare un campo da Hanameel, figlio di suo zio, cheera in Anathoth; e questi pesò il suo denaro, diciassette sicli di argento (Ger. 32:9). Chequesto numero indica anche la prigionia in Babilonia, che rappresenta la tentazione deifedeli e la devastazione dei pagani, e quindi l'inizio della tentazione e allo stesso tempo lafine della tentazione, o la liberazione, è evidente da quanto segue, nello stesso capitolo. La
prigionia nel trentaseiesimo versetto, e la liberazione nel trentasettesimo versetto eseguenti. Tale numero non sarebbe apparso nella profezia, se non avesse avuto, al pari ditutti gli altri termini, un significato nascosto.
[4] Che diciassette indica l'inizio della tentazione, è anche evidente dall'età di Giuseppe,che era un figlio di diciassette anni quando fu mandato dai suoi fratelli e venduto in Egitto(Genesi 37:2). Il fatto che sia venduto in Egitto ha un simile significato, come verràmostrato nel capitolo di riferimento, per Divina misericordia del Signore. Ci sono vicendestoriche rappresentative di ciò che accadde in realtà; ma qui i fatti storici sono costruiti, enon si sono svolti così come descritto nel senso letterale. Ciò nondimeno, i fatti realmenteaccaduti, coinvolgono arcani del cielo, in ogni singola parola, esattamente come per lestorie costruite. Tutto ciò non può che apparire strano, perché nella descrizione di ognifatto storico la mente si lega alla rievocazione di ciò che è descritto nel senso letterale, ed èdifficile per essa liberarsi da questo vincolo, e pertanto si pensa che nient'altro siasignificato e rappresentato.
[5] Ma che vi sia un significato interiore in cui risiede la vita della Parola (e non nellalettera, la quale, senza il significato interiore è priva di vita) deve essere evidente ad ognipersona intelligente. Senza il significato interiore come fa qualsiasi descrizione storicanella Parola a differenziarsi dalla storia raccontata da qualsiasi scrittore profano? E allora acosa servirebbe conoscere l'età di Noè, il mese e il giorno in cui avvenne il diluvio se ciònon contenesse un arcano celeste? E chi non comprende la portata profetica dellalocuzione, tutte le sorgenti del grande abisso eruppero, e le cateratte del cielo si aprirono? Per nonparlare di altre simili considerazioni.
756. Che tutte le sorgenti del grande abisso eruppero significa l'ultima tentazione inerente lecose della volontà è evidente da quanto detto sopra in merito alle tentazioni, che esse sonodi due tipi, uno concernente le cose dell'intelletto, l'altro quelle della volontà, e chequest'ultimo rispetto al primo è più gravoso. Ed è evidente altresì dal fatto che fino aquesto punto si è trattato della tentazione inerente le cose dell'intelletto. E ancora, èevidente dal significato di abisso vale a dire, le cupidità e le falsità che ne derivano (comeprima al n.18). Ed è evidente anche dai seguenti passi della Parola. In Ezechiele:
Così dice Jehovih il Signore, quando io farò di te una città desolata, come le città disabitate,quando porterò l'abisso su di te, le grandi acque ti sommergeranno (Ez. 26:19)
dove abisso e grandi acque indicano il culmine della tentazione. In Giona:
Le acque mi hanno sommerso fino all'anima; l'abisso mi ha avvolto (Giona 2:5)
dove anche le acque e l'abisso denotano il culmine della tentazione. In Davide:
Di abisso in abisso al fragore delle tue cascate; tutto il tuo impeto e la tua marea mi travolge(Salmi 42:7)
anche qui abisso indica chiaramente il culmine della tentazione. Nello stesso libro:
Egli ha prosciugato il mar Rosso con un rimprovero; e li ha condotti attraverso l'abisso come neldeserto. E li ha salvati dalla mano di chi li odiava. E li ha riscattati dalla mano del nemico. E leacque hanno sommerso i loro avversari (Salmi 111:911)
ove abisso indica le tentazioni nel deserto.
[2] Nei tempi antichi, l'inferno era paragonato all'abisso. E le cupidità e le falsepersuasioni erano paragonate alle acque, ai fiumi, e anche al fumo che fuoriesce dalleprofondità. E gli inferni presso alcuni appaiono così, cioè, come abissi e come i mari,riguardo ai quali, per Divina misericordia del Signore, si tratterà qui di seguito. Da quegliinferni giungono gli spiriti maligni che infestano, e anche quelli che tentano l'uomo; e leloro fantasie che essi riversano, e le cupidità con le quali infiammano l'uomo, sono comeinondazioni ed esalazioni di tali abissi. Perché come si è detto in precedenza, attraverso glispiriti maligni l'uomo è congiunto con l'inferno, e attraverso gli angeli con il cielo.Pertanto, quando si dice che tutte le sorgenti dell'abisso eruppero si intendono tali cose. Chel'inferno è denominato abisso e che le insane emanazioni da essa sono chiamate fiumi èevidente in Ezechiele:
Così dice Signore il Signore, nel giorno in cui egli scese nell'inferno ho proclamato un lutto, hocoperto l'abisso sopra di lui, ho fermato il corso dei fiumi e le grandi acque ristagnano (Ez.31:15)
L'inferno è anche chiamato abisso o baratro, in Giovanni (Ap 9:12, 11; 11:7; 17:8; 20:1, 3).
757. Le cateratte del cielo furono aperte. Che questo significa il culmine estremo dellatentazione inerente le cose dell'intelletto è anche evidente da quanto si è detto sopra. Letentazione inerenti le cose della volontà, ovvero le cupidità, non possono in alcun modoessere separate dalle tentazioni inerenti le cose dell'intelletto; perché se fossero separate
non vi sarebbe alcuna tentazione, ma un'inondazione, come presso coloro che vivono nelfuoco delle bramosie, nelle quali, come gli spiriti infernali, provano le delizie della lorovita. Sono chiamate cateratte del cielo a causa dell'inondazione di falsità o ragionamenti, inmerito ai quali anche in Isaia:
Colui che fugge dal terrore cadrà nella fossa; e colui che risalirà dalla fossa sarà preso al laccio;perché le cataratte dall'alto sono aperte e le fondamenta della terra si scuotono (Is. 24:18)
758. Versetto 12. E piovve sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti. Ciò significa che latentazione perdurò. Pioggia significa tentazione. Quaranta giorni e quaranta notti, denotala sua durata.
759. Che la pioggia qui indica la tentazione è evidente da quanto è stato detto e mostratosopra, in merito a diluvio e inondazione. E anche dal significato delle sorgenti dell'abisso cheeruppero e delle cateratte del cielo che si aprirono, rappresentando anche queste, le tentazioni.
760. Che quaranta giorni e quaranta notti significano la loro durata, si è visto sopra, alversetto 4. Quaranta, come detto in precedenza, significa qualsiasi durata della tentazione,maggiore o minore che sia, e anche della tentazione più grave, che concerne le cose dellavolontà. Perché dai piaceri continui, e dall'amore di sé e del mondo, di conseguenza, dallecupidità che sono le attività connesse a questi due generi di amore, l'uomo acquisisce unavita da se stesso, di una specie tale che non è altro che una vita di queste cose. Questa vitanon può assolutamente essere in armonia con la vita celeste; perché nessuno può amare lecose del mondo e del cielo allo stesso tempo, considerato che amare le cose del mondo èguardare verso il basso, e amare le cose celesti è guardare verso l'alto. A maggior ragionechi ama se stesso non può allo stesso tempo amare il prossimo, e ancor meno il Signore.Chi ama se stesso, odia tutti quelli che non sono al suo servizio. L'uomo che ama se stessoè molto lontano dall'amore e dalla carità celesti, le quali consistono nell'amare il prossimopiù di se stessi, e il Signore sopra ogni cosa. Da ciò è evidente quanto sia lontana la vitadell'uomo dalla vita celeste, e perciò egli è rigenerato dal Signore per mezzo delletentazioni, ed è piegato in modo da ricondurlo all'ordine. Questo è il motivo per cui taletentazione è grave, perché tocca la vita di un uomo in profondità, la assale, la distrugge ela trasforma. Perciò è descritta con le parole, le sorgenti dell'abisso eruppero, e le cateratte delcielo si aprirono.
761. Che la tentazione spirituale nell'uomo è un combattimento degli spiriti maligni congli angeli che sono presso di lui, e che questa lotta è comunemente avvertita nella suacoscienza, è stato detto prima; e riguardo a questa lotta deve essere noto anche che gliangeli continuamente proteggono l'uomo e scongiurano i mali che gli spiriti maligni si
sforzano di procurare ai suoi danni. Lo proteggono anche dal falso e dal male, perchésanno molto bene da dove le sue falsità e mali vengono, vale a dire, dagli spiriti maligni edai geni. L'uomo non produce nulla di ciò che è falso, né il male da se stesso, ma sono glispiriti maligni presso di lui che li producono, e allo stesso tempo fanno in modo chel'uomo creda che vengano da se stesso. Tale è la loro malignità. Anzi di più, nel momentoin cui infondono e forzano questa convinzione, lo accusano e lo condannano, come possoconfermare da molte esperienze. L'uomo che non ha fede nel Signore non può essereilluminato in modo da credere che egli non fa il male da se stesso, e di conseguenza, siappropria del male da se stesso, e diventa come gli spiriti maligni che sono presso di lui.Poiché gli angeli sanno questo, nelle tentazioni finalizzate alla rigenerazione essiproteggono anche le falsità e i mali nell'uomo, perché egli soccomberebbe altrimenti.Perché non c'è nulla in un uomo, se non il male e la falsità che ne derivano; così che egli èun mero assemblaggio dei mali e delle loro falsità.
762. Ma le tentazioni spirituali sono poco conosciute nel tempo presente. Né sonopermesse in modo così frequente come in passato, perché l'uomo non è nella verità dellafede, e quindi soccomberebbe. Al posto di queste tentazioni ce ne sono altre, comedisgrazie, dolori e ansie, dovute a cause naturali e fisiche. E anche disturbi e malattie delcorpo, che in qualche misura sottomettono e spezzano la vita di piaceri e cupidità di unuomo, e lo inducono ad elevare i suoi pensieri verso soggetti interiori e religiosi. Maqueste sono tentazioni non spirituali, che sono sperimentate solo da coloro che hannoricevuto dal Signore una coscienza della verità e del bene. La coscienza è in sé il piano incui le tentazioni spiegano i loro effetti.
763. Finora si è trattato delle tentazioni. Ora segue il fine della tentazione, consistente nelfare in modo che una nuova chiesa potesse sorgere.
764. Versetto 13. Nello stesso giorno Noè, Sem, Cam e Jafet, i figli di Noè, la moglie di Noè e letre mogli dei suoi figli, entrarono nell'arca. Che essi entrarono nell'arca, significa qui comeprima, che essi furono salvati. Noè significa ciò che fu di quella chiesa. Sem, Cam e Jafet,ciò che è stato delle chiese che di lì sono derivate. I figli di Noè rappresentano le cosedottrinali. Le tre mogli dei suoi figli, significano le chiese da loro derivate.
765. Finora si è trattato della tentazione dell'uomo della chiesa denominata Noè. Inprimis, la sua tentazione inerente le cose dell'intelletto, che sono le verità della fede(versetti 610); e poi la sua tentazione inerente le cose della volontà, che sono i beni dellacarità (versetti 11, 12). Il fine delle tentazioni era che un uomo di chiesa o che una nuovachiesa potesse rinascere per loro mezzo, considerato che la più antica chiesa era perita.Questa chiesa denominata Noè era, come si è detto prima, di un carattere diverso da quellodella chiesa più antica; vale a dire, era spirituale, la cui caratteristica è che quell'uomosorse ancora una volta per mezzo di materie dottrinali della fede, e dopo che queste
furono impiantate, una coscienza fu insinuata in lui, per evitare che egli potesse agirecontro la verità e il bene della fede. In questo modo fu dotato della carità, che governa lacoscienza da cui egli si determinava nell'agire. Da ciò è evidente l'indole dell'uomospirituale; questi non è uno che crede alla fede salvifica senza la carità, ma fa della caritàl'essenziale della fede, e agisce da essa. Che un tale uomo ovvero questa chiesa, potessesorgere, era il fine in vista, e quindi di quella chiesa ora si tratta, come è evidente anchedalla ridondanza; perché è detto: nello stesso giorno Noè, Sem, Cam e Jafet, i figli di Noè, lamoglie di Noè e le tre mogli dei suoi figli entrarono nell'arca. E anche sopra nel versetto 7, macon queste parole: e Noè, i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli entrarono nell'arca. Ora,siccome il soggetto trattato è la chiesa, i figli sono nominati, Sem, Cam e Jafet per intenderel'uomo della chiesa. Mentre quando vengono chiamati figli, senza i nomi, rappresentano leverità della fede. Inoltre, ciò che è stato detto nei versetti 8 e 9 sulle bestie e gli uccelli cheentrarono nell'arca si ripete ancora una volta, nei versetti da 14 a 16, ma qui con unadifferenza riferibile al soggetto della chiesa.
767 2Entrarono nell'arca. Che questo significa che furono salvati (vale a dire, l'uomo dellachiesa denominata Noè, e le altre chiese da questa discendenti e derivate) è evidente daquanto si è detto sopra della locuzione entrarono nell'arca.
768. Che per Noè è significato ciò che era della chiesa, e per Sem, Cam e Jafet ciò che eradelle chiese di li derivate è evidente dal fatto che qui non solo sono chiamati suoi figli,come prima nel settimo versetto, ma sono chiamati con il loro nome. L'attribuzione delnome significa l'uomo di quella chiesa. L'uomo di chiesa non è soltanto la chiesa stessa, maè tutto ciò che appartiene alla chiesa. Si tratta di un termine generico per comprenderetutto ciò che è della chiesa, come è stato detto in precedenza della più antica chiesa, che èstata chiamato uomo, e allo stesso modo delle altre chiese che sono state nominate. Così,Noè e Shem, Cam e Jafet stanno a significare tutto ciò che è della chiesa e delle chiese chesono derivate dalla prima, in un unico insieme.
[2] Tale è lo stile narrativo nella Parola. Così dove è nominato Giuda, nei profeti, siintende la chiesa celeste, o tutto ciò che è di quella chiesa. Dove è nominato Israele siintende la chiesa spirituale, o tutto ciò che è di quella chiesa. Dove è nominato Giacobbe siintende il culto esteriore. Perché presso ogni uomo di chiesa vi è un interno e un esternodella chiesa; l'interno è dove è la chiesa autentica, l'esterno è ciò che deriva da essa, equest'ultima è rappresentata da Giacobbe.
[3] Diverso è caso, quando nella Parola gli uomini non sono nominati. Il motivo di ciò èche il nome è un riferimento rappresentativo del regno del Signore. Il Signore è il solouomo, ed è il tutto del suo regno; e poiché la chiesa è il suo regno sulla terra, il Signore solo
2 Il n. 766 è omesso nella versione originale in latino, probabilmente per un refuso. [NdT]
è il tutto della chiesa. Il tutto della chiesa è l'amore o la carità; e quindi un uomo (o ciò che èlo stesso, uno chiamato per nome) significa amore o carità, cioè, il tutto della chiesa. E suamoglie significa semplicemente la chiesa che di lì deriva. Così qui. Ma che genere di chiesesono significate con Sem, Cam, e Jafet, per Divina misericordia del Signore, sarà spiegatoqui di seguito.
769. Che per i figli di Noè sono intese materie dottrinali è evidente dal significato di figli,come mostrato in precedenza. Perché non vi può essere nessuna chiesa senza dottrina. Equindi ad essi non è attribuito un nome, ma si afferma che sono suoi figli.
770. Che per moglie di Noè sia intesa la chiesa stessa, e che per le tre mogli dei suoi figli lechiese stesse derivate dalla prima, è evidente da ciò che è stato detto prima, cioè, chequando l'uomo della chiesa è nominato, si intende il tutto della chiesa. E per sua moglie èintesa anche la chiesa stessa, come chiarito in precedenza (n. 252, 253). Diverso è il casoquando nella Parola ricorrono le locuzioni marito e moglie, o maschio e femmina. Perché permarito e maschio si intendono le cose dell'intelletto, ovvero le verità della fede; e per mogliee femmina, le cose della volontà, o i beni della fede.
771. Poiché ogni espressione nella Parola è dal Signore, e possiede dunque ciò che èDivino nel suo intimo, è evidente che non c'è parola, neppure uno iota, che non significhi enon coinvolga qualcosa di Divino. E così è qui, quando si dice tre mogli, e le mogli dei suoifigli, e anche con loro. Ma sarebbe troppo lungo spiegare ciò che i particolari nella Parolasottendono singolarmente. È sufficiente dare solo un'idea generale della loro rilevanza.
772. Versetti 14, 15. Essi, e tutti gli animali selvatici, secondo la loro specie, e tutto il bestiamesecondo la loro specie, e tutti i rettili, secondo la loro specie; e tutti gli uccelli secondo la loro specie,e tutti i volatili e gli esseri alati. Ed entrarono da Noè nell'arca, a coppie di ogni carne in cui è unalito di vita. Per essi è inteso l'uomo della chiesa in generale. Per tutti gli animali selvaticisecondo la loro specie, è inteso ogni bene spirituale. Per tutto il bestiame secondo la lorospecie, si intende ogni bene naturale. Per tutti i rettili secondo la loro specie, si intendeogni bene sensuale e corporeo. Per tutti gli uccelli secondo le loro specie, ogni veritàspirituale. Per tutti i volatili, la verità naturale. Per tutti gli esseri alati, la verità sensuale.Che entrarono da Noè nell'arca, significa come prima, che essi furono salvati. A coppie diogni carne in cui è un alito di vita, significa una nuova creatura, ovvero che essi hannoricevuto una nuova vita dal Signore.
773. Che per essi sia inteso l'uomo della chiesa in generale, o tutto ciò che era di quellachiesa è evidente dal suo riferimento a coloro che sono stati nominati appena prima, cioè,Noè, Sem, Cam e Jafet, i quali, anche se sono quattro, insieme costituiscono uno. In Noè, concui in generale si intende l'antica chiesa, sono contenuti, come in un genitore i semi, dellechiese che sono succedute; e per questa ragione essi significata la chiesa antica. Tutte quelle
chiese denominate Sem, Cam e Jafet insieme, costituiscono quella che si chiama chiesaantica.
774. Che per animali selvatici secondo la loro specie è inteso ogni bene spirituale, e per bestiesecondo la loro specie, ogni bene naturale, e per rettili, ogni bene sensuale e corporeo, è statoaffermato e mostrato prima (n. 45, 46, 142, 143, 246). A prima vista può sembrare come sel'animale selvatico non possa rappresentare il bene spirituale; e nondimeno, che questo sia ilsuo reale significato appare dalla serie di espressioni, di cui è fatta menzione dopo essi,cioè in primis, l'uomo della chiesa. Poi l'animale selvatico; poi bestie; ed infine rettili. Così,animale selvatico implica ciò che è di valore più elevato ed eccellenza rispetto a bestia. Laragione di ciò è che nella lingua ebraica l'espressione animale selvatico indica un animale incui vi è un'anima vivente. E così qui non significa ogni animale selvatico, ma ogni animalein cui vi è un'anima vivente, poiché la stessa parola poteva assumere un diversosignificato a seconda del contesto. Che per animali, bestie e rettili si intendono coseriguardanti la volontà, è stato affermato e mostrato prima, e sarà ulteriormente illustratoin quanto segue, dove si tratterà degli uccelli.
775. Si dice di ciascuno secondo la sua specie, perché ci sono generi e specie di tutti i beni,spirituali e naturali, e anche dei corrispondenti beni sensuali e corporei. Tanti sono i generidei beni spirituali, e altrettanti i generi anche delle verità spirituali, che non possono essereenumerati; ancora meno possono essere enumerate le specie di ciascun genere. Nel cielotutti i beni e tutte le verità, celesti e spirituali, sono così distinti nei loro generi, e questinelle loro specie, che non c'è la parte più minima di essi che non sia distinta; e sono cosìinnumerevoli che si può affermare che le differenze specifiche sono illimitate. Da ciò sipuò scorgere quanto povera e pressoché inesistente sia la sapienza umana, che a malapenaconosce l'esistenza di cose quali il bene spirituale o la verità spirituale, e ancor meno necomprende il significato. Dai beni celesti e spirituali e dalle verità che ne derivano,discendono i beni e le verità naturali. Perché non vi può mai essere né sussistere nulla delbene e della verità naturale che non nasca dal bene spirituale, e questo dal bene celeste. Selo spirituale dovesse ritirarsi dal naturale, il naturale sarebbe nulla. L'origine di tutte lecose è in questo ordine: ogni cosa, sia in generale, sia in particolare, è dal Signore. Da luiprocede il celeste; da lui, attraverso il celeste, procede lo spirituale. Dallo spiritualeprocede il naturale. Dal naturale procede il corporeo e il sensuale. E poiché tuttiprocedono dal Signore in questo ordine, quindi sussistono anche da lui, perché, come ènoto, la sussistenza è un perpetuo venire ad esistenza. Coloro che hanno una diversaconcezione del venire ad esistenza e dell'evoluzione delle cose, come coloro che adorano lanatura e deducono da essa l'origine delle cose, sono in preda a convinzioni così folli che lefantasie delle bestie selvatiche della foresta possono essere considerate molto più sane.Sono moltissimi gli uomini di questa indole, che reputano se stessi al di sopra degli altri insapienza.
776. Che tutti gli uccelli secondo la loro specie significa ogni verità spirituale, ogni volatile, laverità naturale, e ogni essere alato la verità sensuale, è evidente da quanto è stato detto emostrato prima in merito agli uccelli (si veda il n. 40). Le genti più antichi paragonavano ipensieri dell'uomo agli uccelli, perché relativamente alle cose della volontà, i pensieri sonocome uccelli. Siccome qui si fa menzione di uccelli, volatili ed esseri alati, e in questasuccessione, per intendere le cose intellettuali, razionali, e sensuali nell'uomo, affinchénessuno possa dubitare del significano di queste cose, alcuni passi della Parola possonoessere citati a conferma, da cui sarà anche chiaro che per bestie si intendono cose tali comesono state affermate.
[2] Così in Davide:
Tu gli hai dato il potere sulle opere delle tue mani: tu hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi; tuttele greggi, gli armenti, le bestie dei campi, gli uccelli del cielo e i pesci del mare (Salmi 8:68)
Questo si dice del Signore, il cui dominio sull'uomo e sulle cose inerenti l'uomo, viene cosìdescritto. Altrimenti quale sarebbe il dominio sulle bestie e sugli uccelli? Nello stesso libro:
Gli alberi da frutto e tutti i cedri, gli animali selvatici e tutte le bestie, i rettili e gli uccelli in volo,lodino il nome del Signore (Salmi 148:910, 13)
Albero da frutto significa l'uomo celeste; cedro l'uomo spirituale. Animale selvatico, bestia erettile sono i loro beni, come nel versetto in esame. Uccelli in volo sono le loro verità; datutto ciò essi possono lodare il nome del Signore. In alcun modo l'animale selvatico, la bestia,il rettile e l'uccello possono fare ciò. Negli scritti profani queste figure possono esseredefinite iperboli, ma non ci sono iperboli nella Parola del Signore, unicamente cosesignificative e rappresentative.
[3] In Ezechiele:
I pesci del mare, gli uccelli del cielo, gli animali selvatici dei campi, tutti i rettili e tutti gliuomini che sono sulla faccia della terra, tremeranno alla mia presenza (Ez. 38:20)
Che queste cose sono qui significate da bestie e uccelli, è palese; perché dove sarebbe lagloria del Signore se i pesci, gli uccelli e le bestie tremassero? Qualcuno può supporre chetale affermazione sia santa se non coinvolgesse cose sante? In Geremia:
Guardo, ed ecco non c'era nessun uomo, e tutti gli uccelli del cielo erano fuggiti (Ger. 4:25)
intendendo per uomo, tutto il bene e la verità. Uomo qui significa anche il bene dell'amore.Nello stesso profeta:
Essi [i pascoli] sono bruciati, nessuno più vi passa, né gli uomini odono più la voce del bestiame;sia gli uccelli del cielo, sia il bestiame sono fuggiti, perduti (Ger. 9:9)
per intendere che tutta la verità e il bene sono allontanati.
[4] Ancora nello stesso profeta:
Fino a quando il paese sarà in lutto, e l'erba di ogni campo seccherà? Per la malvagità dei suoiabitanti le bestie e gli uccelli periranno, perché essi dicono, egli non vede ciò che facciamo (Ger.12: 4)
Qui le bestie indicano i beni, e gli uccelli le verità, i quali perirono. In Sofonia:
Annienterò l'uomo e la bestia, farò perire gli uccelli del cielo e i pesci del mare, e porrò pietred'inciampo agli empi; e sterminerò l'uomo dalla faccia della terra (Sof. 1:3)
Qui l'uomo e la bestia, indicano le cose che sono dell'amore e del bene; gli uccelli del cielo e ipesci del mare le cose che sono dell'intelletto, cioè le verità. Questi sono chiamati pietred'inciampo perché i beni e le verità sono di ostacolo per gli empi ma non per le bestie e gliuccelli. Ad essi in relazione alla qualità dell'uomo si fa espressamente riferimento inDavide:
Gli alberi del Signore sono sazi, i cedri del Libano che egli ha piantato, dove gli uccelli fanno illoro nido (Salmi 104:1617)
Gli alberi del Signore e i cedri del Libano indicano l'uomo spirituale; gli uccelli, le sue veritàrazionali o naturali, che sono come nidi.
[5] Era inoltre usuale l'espressione gli uccelli faranno i loro nidi tra i rami per intendere laverità, come in Ezechiele:
Nella montagna all'altezza di Israele lo pianterò, e esso allargherà i suoi rami, e porterà frutto, ediventerà un cedro magnifico; e sotto di lui dimoreranno gli uccelli di ogni specie; all'ombra deisui rami ogni volatile farà la loro dimora (Ez. 17,23)
ad indicare la chiesa dei gentili, che era spirituale. Questo è il cedro magnifico. Per uccelli diogni specie si intendono tutte le verità. Nello stesso profeta:
Tutti gli uccelli del cielo fecero i loro nidi tra i suoi rami, e sotto le sue fronde tutte le bestieselvatiche partorirono, e sotto la sua ombra dimorarono tutte le grandi nazioni (Ez. 31:6)
Questo si dice di Assur, che è la chiesa spirituale ed è chiamata cedro. Gli uccelli del cieloindicano le sue verità; le bestie i suoi beni. In Daniele:
Il suo fogliame era magnifico, i suoi frutti abbondanti, e vi era da mangiare per tutti; le bestiedel campo godevano dell'ombra sotto di esso, e gli uccelli del cielo dimoravano fra i suoi rami(Dan. 4:12, 21)
Qui le bestie indicano i beni, e gli uccelli del cielo le verità, come deve essere evidente a tutti;perché altrimenti bestie e uccelli avrebbero dovuto dimorare lì? Ed è lo stesso per ciò che ilSignore dice:
Il regno di Dio è simile a un granellino di senapa, che un uomo ha preso e piantato nel suogiardino. Ed esso crebbe e divenne un albero, e gli uccelli del cielo si posarono fra i suoi rami(Luca 13:19; Matteo 13:31, 32; Marco 4:31, 32).
777. È ora evidente che uccello significa verità spirituale, volatile verità naturale, e esserealato, verità sensuale; e che le verità si distinguono in questo modo. Verità sensuali sonoquelle della vista e dell'udito, e sono chiamate esseri alati perché sono le più esteriori; e taleè il significato di ala riferito anche ad altri soggetti.
778. Ora, siccome gli uccelli del cielo significano le verità dell'intelletto, e quindi i pensieri,ma indicano anche i loro opposti, come fantasie o falsità, che essendo parte del pensiero
dell'uomo sono anche chiamate uccelli, come per esempio quando si dice che i malvagisaranno dati in pasto agli uccelli del cielo e alle bestie feroci, con ciò intendendo le fantasie e lecupidità (Isaia 18: 6; Ger 7:33, 16:4, 19: 7, 34:20; Ez. 29:5, 39:4). Il Signore stesso paragona lefantasie e le false persuasioni a uccelli, dove dice:
Il seme caduto sul ciglio della strada fu calpestato, e gli uccelli del cielo vennero e lomangiarono (Matteo 13:4; Luca 8:5; Marco 4:4, 15)
dove uccelli del cielo non sono altro che le falsità.
779. Ed entrarono da Noè nell'arca. Che questo significa che furono salvati, è già statomostrato. Il significato di entrarono in coppie, può essere visto in Genesi 6:19.
780. Di ogni carne in cui era un alito di vita. Che ciò significa una nuova creatura, o che essiricevettero una nuova vita dal Signore, è evidente dal significato di carne, vale a dire, ingenerale, tutto il genere umano, ed in particolare l'uomo esterno, come è stato mostrato inprecedenza. Quindi, carne in cui era un alito di vita, significa l'uomo rigenerato, perché nelsuo proprio c'è la vita del Signore che è la vita della carità e della fede. Ogni uomo non èaltro che carne; ma quando la vita della carità e della fede è alitata in lui dal Signore, lacarne è resa vitale, e diviene spirituale e celeste, ed è chiamata nuova creatura (Marco16:15) essendo stata nuovamente creata.
781. Versetto 16. E coloro che entrarono, entrarono maschio e femmina di ogni carne, come Dioaveva comandato; e il Signore chiuse l'accesso dopo di lui. Coloro che entrarono, significa lecose inerenti l'uomo della chiesa. Entrarono maschio e femmina, significa che erano dotatidei beni e delle verità di ogni specie. Come Dio aveva comandato, significa che erano statipreparati per la ricezione dei beni e delle verità. E il Signore chiuse l'accesso dopo di lui,significa che l'uomo non godeva più della comunicazione con il cielo, come era pressol'uomo della chiesa celeste.
782. Finora, fino al versetto 11, è stata descritta la chiesa che è stata preservata in coloroche furono denominati Noè. Segue lo stato di quella chiesa, che in questo capitolo èdescritta, nel suo principio, come è stato già spiegato. Poi viene descritta la qualità diquesto stato della chiesa. I singoli versetti e anche le singole parole coinvolgono peculiaritàdel suo stato. E poiché ora è trattato lo stato della chiesa, quanto detto poco prima si ripete.Come nell'espressione, coloro che entrarono, entrarono maschio e femmina di ogni carne. E nelversetto immediatamente precedente è detto, ed entrarono da Noè, a coppie, di ogni carne.Questa ripetizione nella Parola significa che si fa riferimento ad un altro stato. Altrimenti,come chiunque può comprendere, sarebbe una ridondanza completamente inutile.
783. Che essi entrarono, significa le cose che erano presso l'uomo della chiesa, è perciòevidente; e ne consegue anche che entrarono maschio e femmina, di ogni carne, significa cheerano stati dotati dei beni e delle verità di ogni genere, perché è stato affermato e mostratopiù volte in precedenza che maschio e femmina significano verità e beni. Come Dio avevacomandato, significa che erano stati preparati a ricevere i beni e le verità, come è stato giàchiarito prima. Presso il Signore, comandare significa preparare e fare.
784. E il Signore chiuse l'accesso dopo di lui. Che questo significa che l'uomo non era più incomunicazione con il cielo come era presso l'uomo della chiesa celeste, risulta dallaseguente spiegazione. Lo stato della più antica chiesa era tale che i suoi membri erano inuna sorta di comunicazione interiore con il cielo, e così attraverso il cielo con il Signore.Erano nell'amore verso il Signore. Coloro che sono nell'amore verso il Signore sono comeangeli, con la sola differenza che sono rivestiti di un corpo. Gli interni furono scoperti eaperti dal Signore. Ma questa nuova chiesa era diversa. Essi non erano nell'amore per ilSignore, ma nella fede, e mediante la fede erano nella carità verso il prossimo. Essi nonpotevano godere di una comunicazione interiore, come l'uomo della chiesa più antica, masoltanto esteriore. Tuttavia, la natura interiore o esteriore della comunicazione risulterebbetroppo ardua da spiegare. Ogni uomo, anche l'empio, è dotato di comunicazione con ilcielo, attraverso gli angeli presso di lui (ma con una differenza in relazione al grado, cioè,più vicino o più remoto), perché altrimenti l'uomo non potrebbe esistere. I gradi di questacomunicazione sono illimitati. Un uomo spirituale non può avere una comunicazioneuguale a quella di un uomo celeste, per la ragione che il Signore è nell'amore, e nonaltrettanto nella fede. E questo è ciò che si intende con il Signore chiuse l'accesso dopo di lui.
[2] Già da quei tempi il cielo non è più stato aperto nel modo in cui lo era presso l'uomodella chiesa più antica. È vero che molti dopo hanno parlato con gli spiriti e gli angeli:come Mosè, Aronne, e altri, ma in un modo completamente diverso, riguardo al quale, perDivina misericordia del Signore, si dirà di seguito. Il motivo per cui il cielo è stato chiuso èprofondamente nascosto. E poiché è così chiuso nel tempo presente, l'uomo ignora lapresenza di spiriti, e angeli, presso di lui, e crede di essere completamente solo, quando èprivo di compagnia nel mondo e quando è nei suoi pensieri. E nondimeno, è sempre incompagnia di spiriti, che osservano e percepiscono ciò che l'uomo pensa, e che cosaintende ed escogita, in modo così nitido e compiuto come se fosse palesato davanti a tuttinel mondo. Questo l'uomo lo ignora, per quanto è chiuso il cielo per lui, eppure ciò èautenticamente vero. La ragione è che se il cielo non fosse così chiuso all'uomo, quandoquesti non è in alcuna fede, e ancora meno nella verità della fede, e ancora meno nellacarità, sarebbe estremamente pericoloso per lui. Questo anche si intende con le parole:
Il Signore Dio scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiammadella spada roteante per custodire la via dell'albero della vita (Gen. 3:24)
si vedano anche i n. 301303.
785. Versetti 17, 18. E il diluvio durò quaranta giorni sulla terra, e le acque crebbero esollevarono l'arca, ed essa fu innalzata sopra la terra. E le acque furono travolgenti e crebbero moltosopra la terra; e l'arca galleggiò sulle acque. Per quaranta giorni è significata la durata dellachiesa detta Noè; per diluvio, le falsità che ancora la inondavano. Che le acque crebbero esollevarono l'arca, ed essa fu innalzata sopra la terra, significa che tale era la suafluttuazione. Le acque furono travolgenti e crebbero molto sopra la terra, e l'arca galleggiòsulle acque, significa che le sue fluttuazioni, quindi, aumentarono in frequenza e forza.
786. Che per quaranta giorni è significato la durata della chiesa chiamata Noè è statomostrato in precedenza (al versetto 4). Qui è detto quaranta giorni; lì quaranta giorni equaranta notti; perché in quel luogo è stata rappresentata la durata della tentazione, in cuile notti sono i turbamenti.
787. Che per diluvio sono intese le falsità che ancora pervadevano la chiesa, segue ancheda ciò che è stato mostrato in precedenza. Perché diluvio o inondazione non si intende altroche un'inondazione di falsità. Prima (versetto 6), il diluvio di acque significa la tentazione,come è stato mostrato; che è anche un'inondazione di falsità che gli spiriti maligni eccitanonell'uomo. Il caso è lo stesso qui, ma senza la tentazione, e perciò è detto semplicementediluvio, piuttosto che diluvio di acque.
788. Le acque crebbero e sollevarono l'arca, ed essa fu innalzata sopra la terra. Che ciò significache tale era la sua fluttuazione, e che le acque furono travolgenti e crebbero molto sopra la terra;e l'arca galleggiò sulle acque, significa che le sue fluttuazioni erano aumentate in frequenza eforza, non può essere evidente a meno che non sia prima spiegato quale fosse lo stato diquesta chiesa denominata Noè. Noè non era l'antica chiesa stessa, ma era come il genitore oil seme di quella chiesa, come è stato detto prima. Noè insieme a Sem, Cam e Jafet,costituiscono l'antica chiesa, che successe immediatamente alla chiesa più antica. Ogniuomo della chiesa chiamata Noè discendeva dalla chiesa più antica, e riguardo al maleereditario era quindi in uno stato quasi simile a quello del resto della posterità della chiesapiù antica, che perì. Quelli che erano in un tale stato non potevano essere rigenerati e resispirituali come invece potevano coloro ai quali tale qualità non era stata trasmessa per viaereditaria. Che la loro qualità era ereditaria, è stato dichiarato sopra (n. 310).
[2] Affinché la questione possa essere intesa più chiaramente, coloro che, come gli ebrei,sono della stirpe di Giacobbe, non possono essere rigenerati così agevolmente come icristiani, perché hanno un'innata opposizione alla fede, non solo per via dei principiappresi dall'infanzia e successivamente consolidati, ma anche per disposizione ereditaria.Che ciò possa aver a che fare anche con una predisposizione ereditaria, può in qualchemisura essere evidente dalla loro essere di una diversa indole, di costumi diversi, e anchedi differenti tratti caratteriali, rispetto ad altri uomini, da cui essi sono distinguibili daglialtri; e questi caratteristiche le ricevono per via ereditaria. Ed è lo stesso per le qualitàinteriori, perché i costumi e i tratti del caratteristiche sono rappresentativi delle loroqualità interiori. Perciò gli ebrei convertiti fluttuano più di altri tra il vero e il falso. Era lostesso per i primi uomini della chiesa antica, denominata Noè perché erano del genere edel seme degli uomini più antichi. Queste sono le fluttuazioni qui descritte, e anche inquanto segue, che Noè era un contadino e piantò una vigna; e che bevve del vino, che era ubriaco,e giaceva scoperto all'interno della sua tenda (Gen. 9:2021). Che erano pochi, è stato resoevidente dal fatto che l'uomo di quella chiesa è stato rappresentato nel mondo degli spiriticome un uomo alto e magro, vestito di bianco, in un'abitazione di piccole dimensioni. Etuttavia, erano loro che avevano conservato presso di loro e padroneggiavano le cosedottrinali della fede.
789. In questi versetti sono descritte le fluttuazioni dell'uomo di questa chiesa. In primoluogo perché è detto che le acque cioè, le falsità crebbero; poi, che sollevarono l'arca, e chela innalzarono sopra la terra; poi, che le acque furono travolgenti e crebbero molto sopra la terra; einfine, che l'arca galleggiò sulle acque. Ma per spiegare ogni grado di fluttuazione sarebbearduo e inutile. È sufficiente sapere che questa è la descrizione. Si farà solo menzione a ciòche è inteso con l'affermazione che l'arca fu innalzata sopra la terra, e galleggiò sulle acque.Poiché non si può comprendere ciò se prima non si è istruiti circa il modo in cui l'uomo ètrattenuto dai mali e dalle falsità, e poiché questa è una cosa nascosta, deve esserebrevemente spiegata. In generale, ogni uomo, anche il rigenerato, è tale che se il Signorenon lo trattenesse dai mali e dalle falsità, egli si precipiterebbe a capofitto in un inferno.Nel momento stesso in cui non è trattenuto, si precipita a capofitto in esso. Ciò mi è statoreso noto per esperienza, ed è stato anche rappresentato da un cavallo (come primadescritto, n. 187, 188). Questo contenimento dai mali e dalle falsità è in effetti una sorta disollevamento, in modo che i mali e le falsità sono percepiti in basso, e l'uomo sopra.Riguardo a questa elevazione, per Divina misericordia del Signore, si parlerà di quiseguito. È questa elevazione che si intende per l'arca fu innalzata sopra la terra, e galleggiòsulle acque.
790. Che le acque qui e nei seguenti versetti significhino le falsità è evidente dai passidella Parola addotti all'inizio di questo capitolo, e dal versetto 6, dove si è trattato del
diluvio o inondazione di acque. Ivi è mostrato che le inondazioni delle acque significanodesolazioni e tentazioni, che coinvolgono la stessa falsità. Perché desolazioni e tentazioninon sono altro che inondazioni di falsità che sono insinuate dagli spiriti maligni. Che taliacque significhino le falsità è perché nella Parola le acque in generale significano ciò che èspirituale, cioè, ciò che è dell'intelletto, della ragione e della conoscenza custodita nellamemoria; e poiché questo è il loro significano, essi significano anche i loro contrari, perchéogni falsità è un qualcosa di pertinenza della conoscenza custodita in memoria, e apparecome una cosa della ragione e dell'intelletto, perché è del pensiero.
[2] Che acque significhino cose spirituali è evidente da molti passi nella Parola; e chesignifichino anche le falsità, emerge dai seguenti passi, oltre a quelli già citati, ad ulterioreconferma. In Isaia:
Questa nazione ha rifiutato le acque di Shiloah che procedono dolcemente; quindi ecco ilSignore fa piombare su di loro le acque impetuose e travolgenti del fiume, che strariperà datutte le sue sponde (Isaia 8:67)
Le acque che procedono dolcemente qui indicano le cose spirituali; le acque impetuose etravolgenti, le falsità. Nello stesso profeta:
Guai alla terra infestata da insetti alati, che è al di là dei fiumi dell'Etiopia; che mandaambasciatori sul mare, e canoe di papiro sulle acque. Andate, messaggeri veloci, a una nazioneafflitta e calpestata, il cui paese è solcato da fiumi (Isaia 18:12)
qui si intendono le falsità che sono della terra infestata da insetti alati.
[3] Nello stesso profeta:
Quando passerai attraverso le acque io sarò con te, e nell'attraversare i fiumi, le acque non tisommergeranno (Isaia 43:2)
Le acque e i fiumi indicano le difficoltà, e anche le falsità. In Geremia:
Perché corri in Egitto, a bere le acque di Shihor? Perché corri in Assiria, a bere le acque delfiume? (Ger. 2:18)
dove le acque indicano le falsità dai ragionamenti. Nello stesso profeta:
Chi è che irrompe come un diluvio? Le sue acque sono in movimento come quelle dei fiumi.L'Egitto irrompe come un diluvio le cui acque ci travolgono. Esso dice, Salirò, sommergerò laterra, e distruggerò la città e suoi abitanti (Ger. 46:78)
dove ancora una volta le acque denotano le falsità derivanti dai ragionamenti.
[4] In Ezechiele:
Così dice Jehovih il Signore, Quando farò di te una città deserta, come le città disabitate, quandoavrò portato su di te l'abisso, e le grandi acque ti sommergeranno, allora ti farò sprofondareinsieme a coloro che scendono nel baratro (Ez. 26:1920)
Le acque qui indicano i mali e le falsità che ne derivano. In Abacuc:
Tu hai attraversato il mare con i tuoi cavalli, le paludi di grandi acque (Ab. 3:15)
dove le acque indicano le falsità. In Giovanni:
E il serpente vomitò dalla sua bocca una fiumana d'acqua sulla donna per farla travolgere dallacorrente (Apocalisse 12:1516)
Anche qui acqua indica le falsità e le menzogne. In Davide:
Manda la tua mano dall'alto, salvami e liberami dalle grandi acque, dalla mano dei figli deglistranieri, la cui bocca pronuncia menzogne, e la cui destra è fraudolenta (Salmi 144:78)
Grandi acque qui evidentemente indicano le falsità. I figli dello straniero significano anche lefalsità.
791. Finora si è trattato di Noè ovvero degli uomini rigenerati denominati Noè, che eranonell'arca e che furono innalzati sopra le acque. La trattazione verterà ora sui discendenti dellachiesa più antica che erano sotto le acque, ovvero che furono sommersi dalle acque.
792. Versetti 19, 20. E le acque furono travolgenti e crebbero molto sopra la terra, e tutte le altemontagne che erano sotto il cielo furono sommerse. Le acque coprivano la cima delle montagne diquindici cubiti. Le acque furono travolgenti e crebbero molto sopra la terra, significa che lefalse persuasioni imperversavano. E che tutte le alte montagne che erano sotto il cielofurono sommerse, significa che tutto il bene e tutta la carità si estinsero. Le acquecoprivano la cima delle montagne di quindici cubiti, significa che nulla era rimasto dellacarità. Quindici, significa così poca cosa da essere quasi nulla.
793. Il soggetto di cui ora si tratta fino alla fine di questo capitolo, sono i popoliantidiluviani che perirono, come è evidente dai particolari descritti. Coloro che sonoaddentro, nel significato interiore possono comprendere immediatamente, anche da unasingola parola, qual è l'argomento trattato; e soprattutto possono sapere questo dallaconnessione delle parole. Quando cambia il tema della trattazione, contemporaneamentele cambiano le parole, oppure le stesse parole stanno in una differente connessione. Ilmotivo è che ci sono parole che propriamente rappresentano le cose spirituali, e parolepeculiari alle cose celesti; o, il che è lo stesso, ci sono parole caratteristiche delle questionirelative all'intelletto, e altri tipiche delle questioni relative alla volontà. Ad esempio: laparola desolazione si riferisce alle cose spirituali, e la parola distruzione delle cose celesti.Città si riferisce alle cose spirituali; montagna alle cose celesti; eccetera. E – la cosa non devesorprendere nella lingua ebraica le parole molto spesso si distinguono dal loro suono;perché, in quelle che appartengono all'ambito spirituale le primi tre vocali sonosolitamente dominanti, e in quelle che appartengono all'ambito celeste, prevalgono leultime due vocali. Che in questi versetti è trattato un soggetto differente, appare anchedalla ripetizione di cui si è già detto poiché è detto, come nel versetto precedente, e leacque crebbero molto sopra la terra e lo stesso è evidente anche da quanto segue.
794. E le acque crebbero molto sopra la terra Che questo significa che le false persuasioniincrementarono è evidente da quanto detto e mostrato sopra in merito alle acque, vale adire, che le acque del diluvio o inondazioni, significano le falsità. Qui, poiché le falsità o lepersuasioni di ciò che è falso erano aumentate, si dice che le acque crebbero molto, dove nellalingua originale è usato il superlativo. Le falsità sono principi e convinzioni di ciò che èfalso, e che questi erano aumentati enormemente tra gli antidiluviani è evidente da tuttociò che è stato detto prima. Le persuasioni aumentano immensamente quando gli uominimescolano le verità con le cupidità, ovvero usano strumentalmente le verità perassecondare l'amore di sé e del mondo. Perché allora in mille modi pervertono le verità inmodo che appaiono in accordo. Perché chi ha imbevuto o legato se stesso ad un principiofalso non lo conferma con tutto ciò che ha appreso, anche attraverso la Parola? C'è qualcheeresia che non operi così, impossessandosi di soggetti per dimostrare, anche a forza, espiegando in modi diversi, distorcendo cose che non possono essere in accordo, in modoche esse appaiano in armonia?
[2] Per esempio, colui che adotta il principio che la fede da sola è salvifica, senza i benidella carità; non può che tessere un intero sistema di dottrina dalla Parola, e questo senzaminimamente prendersi cura di considerare, o semplicemente vedere, ciò che dice ilSignore, che l'albero si riconosce dal suo frutto e che ogni albero che non fa buon frutto vienetagliato e gettato nel fuoco? (Matteo 3:10, 7:1620, 12:33). Cosa è più piacevole di vivereassecondando i desideri della carne, e nondimeno, essere salvati se soltanto si conosce ciòche è vero, e nondimeno, non si fa nulla del bene? Ogni cupidità che un uomo assecondaforma l'essenza della sua volontà, e ogni principio o falsa persuasione costituisce l'essenzadel suo intelletto. Queste essenze fanno uno quando le verità o dottrinali della fede sonoimmerse nelle cupidità. Ogni uomo dunque forma da se stesso una sorta di anima, e cosìdopo la morte la fa diventare la sua vita. Nulla quindi è più importante per un uomo chesapere ciò che è vero. Quando egli sa ciò che è vero, e lo sa così bene che non può esserepervertito, allora difficilmente può essere così immerso nelle cupidità da subirne questoletale effetto. Cosa un uomo dovrebbe avere più a cuore che la sua vita per l'eternità? Senella vita del corpo egli distrugge la sua anima, egli non la distrugge per l'eternità?
795. Tutte le alte montagne che erano sotto il cielo furono sommerse. Che questo significa chetutti i beni della carità erano estinti è evidente dal significato di montagne tra le genti piùantiche. Presso di loro le montagne significavano il Signore, per la ragione che tenevano illoro culto per il Signore in montagna, perché questi erano i luoghi più elevati della terra.Qui per montagne si intendono le cose celesti che sono state anche chiamate le più elevate di conseguenza, l'amore e la carità, e quindi i beni dell'amore e della carità, che sonocelesti. E in senso opposto sono anche chiamati montagne coloro che sono vanitosi; e quindiuna montagna sta anche a significare l'amore di sé. La chiesa più antica è ancherappresentata nella Parola dalle montagne, in ragione del fatto che sono elevate sopra laterra e più vicine, per così dire, al cielo, e ai principi delle cose.
[2] Che le montagne rappresentino il Signore, e tutte le cose celesti da lui, ovvero i benidell'amore e della carità, è evidente dai seguenti passi della Parola, da cui è chiaro che cosaesse significhino nei singoli particolari; perché tutte le cose della Parola, sia in generale, siain particolare, hanno un significato secondo il soggetto cui sono riferite. In Davide:
I monti porteranno pace, e le colline giustizia (Salmi 72:3)
Le montagne qui indicano l'amore per il Signore; le colline, l'amore verso il prossimo, comeera presso la chiesa più antica chiesa, che, in virtù di questa indole è anche rappresentatanella Parola da montagne e colline. In Ezechiele:
Nella montagna della mia santità, nella montagna dell'altezza di Israele, dice Jehovih il Signore,tutta la casa d'Israele sarà al mio servizio (Ez. 20:40)
La montagna della mia santità qui indica l'amore per il Signore; la montagna dell'altezza diIsraele, la carità verso il prossimo. In Isaia:
E avverrà negli ultimi giorni, che il monte della casa del Signore sarà stabilito nella sommità deimonti, e sarà innalzato sopra le colline (Is. 2:2)
dove i monti indicano il Signore, e quindi tutto ciò che è celeste. Nello stesso profeta:
In questa montagna il Signore preparerà per tutti i popoli un ricco banchetto. Egli strapperà suquesto monte il velo. (Is. 25:67)
Montagna qui indica il Signore, e quindi tutto ciò che è celeste.
[3] Nello stesso profeta:
E vi saranno su ogni montagna elevata, e su ogni collina alta, fiumi e torrenti di acque (Is. 30:25)
dove montagna indica i beni dell'amore; collina, i beni della carità, da cui procedono leverità della fede, che sono i fiumi e torrenti di acque. Nello stesso profeta:
Voi canterete come nella notte in cui si celebra una festa; e avrete la gioia nel cuore, comequando chi si dirige al suon del flauto, alla montagna del Signore, alla roccia di Israele (Is. 30:29)
La montagna di Signore qui indica il Signore, in quanto ai beni dell'amore; la roccia di Israele,il Signore, in quanto ai beni della carità. Nello stesso profeta:
Il Signore scenderà a combattere sul monte Sion e sulla sua collina (Is. 31:4)
Il monte Sion, qui e altrove in molti luoghi, indica il Signore, e quindi tutto ciò che è celestee che è amore; collina indica ciò che è celeste di grado inferiore, cioè la la carità.
[4] Nello stesso profeta:
O Sion che porti la buona novella, sali sull'alta montagna; Gerusalemme che rechi la buonanovella, alza la tua voce con forza (Isaia 40:9)
Per salire sull'alta montagna e portare la buona novella si intende adorare il Signore dall'amoree dalla carità, che sono nell'intimo, e sono quindi chiamate anche le più eminenti, perché ciòche è più profondo è chiamato eminente. Nello stesso profeta:
Esultino gli abitanti di Sela, dalla cima delle montagne elevino le loro grida (Is. 42:11)
Gli abitanti di Sela rappresentano coloro che sono nella carità. Elevare le loro grida dalla cimadelle montagne significa adorare il Signore dall'amore. Nello stesso profeta:
Come sono belli sulle montagne i piedi di colui che porta buone novelle, che annunzia la pace,che porta buone novelle del bene, che annunzia la salvezza (Isaia 52:7)
Per portare la buona novella sulle montagne s'intende predicare il Signore dalla dottrinadell'amore e della carità, e da questa adorarlo. Nello stesso profeta:
Le montagne e le colline esulteranno di gioia davanti a voi, e tutti gli alberi dei campibatteranno le mani (Isaia 55:12)
ad indicare l'adorazione del Signore dall'amore e dalla carità, che sono le montagne e lecolline E dalla fede che ne deriva, rappresentata dagli alberi dei campi.
[5] Nello stesso profeta:
Farò di tutte le mie montagne una strada, e le mie vie saranno elevate (Isaia 49:11)
dove le montagne indicano amore e carità, e strada e vie, le verità della fede che ne derivano,di cui si dice che sono elevate quando procedono dall'amore e dalla carità che è il lorointimo. Nello stesso profeta:
Colui che ripone la sua fiducia in me possederà la terra come un patrimonio, e erediterà lamontagna della mia santità (Is 57:13)
dove si fa riferimento al regno del Signore, in cui non v'è altro che l'amore e la carità. Nellostesso profeta:
Farò uscire una discendenza da Giacobbe, da Giuda un erede delle mie montagne, e il mioeletto ne sarà padrone (Isaia 65:9)
le montagne qui indicano il regno celeste e beni del Signore; Giuda, la chiesa celeste. Nellostesso profeta:
Così dice l'eminente ed eccelso, che abita l'eternità, il cui nome è santo, Io dimoro nel luogo altoe santo (Is. 57:15)
Alto qui indica ciò che è santo; e quindi in relazione all'altezza sopra la terra, le montagnesignificano il Signore e le sue sante cose celesti. Ed è per questa ragione che il Signorepromulgò la legge dal monte Sinai. L'amore e la carità si intendono anche per il Signore,rappresentato dalle montagne, dove, parlando della consumazione dei tempi, egli dice:
Allora coloro che saranno in Giudea, fuggano in montagna (Mt. 24:16; Luca 21:21; Marco 13:14)
dove Giudea indica la chiesa devastata.
796. Poiché la chiesa più antica teneva il sacro culto sulle montagne, l'antica chiesa fece lostesso. E quindi in tutte le chiese rappresentative di quel tempo, e anche in tutte le nazioni,era diffusa l'usanza di consumare sacrifici sui monti e di erigere tempi, come è evidente daciò che è riferito di Abramo (Genesi 12:1; 22:2); e degli ebrei prima della costruzione deltempio (Deut. 27:47; Giosuè 8:30; 1 Sam. 9:1214, 19; 10:5; 1 Re 3:24); delle nazioni (Deut.12:2; 2 Re 17:911.); e degli ebrei idolatri (Isaia 57:7; 1 Re 11: 7; 14:23; 22:43; 2 Re 12: 3; 14:4;15:34; 3435; 16:4; 17:911; 21:5; 23:5, 89, 13, 15).
797. Da tutto ciò è ora evidente qual sia il significato di acque da cui furono sommerse lemontagne, cioè, le false persuasioni, che estinguono tutto il bene della carità.
798. Le acque coprivano la cima delle montagne di quindici cubiti. Che ciò significa che non erarimasto nulla della carità, e che quindici significa così poca cosa da essere quasi nulla, èevidente dal significato del numero cinque (di cui sopra, al capitolo 6, versetto 15), dove èstato mostrato che nello stile della Parola, ovvero nel significato interiore, cinque significapochi; e poiché il numero quindici è composto da cinque, che significa pochi, e da dieci, chesignifica i resti (come si è visto sopra, capitolo 6, versetto 3), così, quindici significa i resti,che presso questo popolo erano pressoché nulli. Perché così tante erano le falsepersuasioni che si era estinto ogni bene. Perché i resti presso gli antidiluviani, a causa deifalsi principi, e ancor più, delle false persuasioni, si erano così completamente chiusi enascosti che non potevano più affiorare, e se fossero stati portati alla luce sarebbero statiimmediatamente falsificati. Perché tale è l'essenza delle convinzioni che rigetta non soloogni verità e assorbe ogni falsità, ma perverte anche ogni verità che ivi sorge.
799. Versetti 21, 22. E ogni carne che strisciava sulla terra morì, come gli uccelli, il bestiame, glianimali selvatici e i rettili; e ogni uomo. Tutti quelli nelle cui narici era la respirazione di un alito divite e tutto ciò che era nella terra asciutta, perì. Ogni carne che strisciava sulla terra morì,significa che coloro che erano gli ultimi discendenti della chiesa più antica, si estinsero. Peruccelli, bestie, animali selvatici e rettili, si intendono le loro persuasioni, laddove uccelli,significa le affezioni di ciò che è falso; bestie, le cupidità; animali selvatici; i piaceri, erettili, le cose materiali e terrene. Che nel loro insieme sono chiamati, ogni uomo. Tuttiquelli nelle cui narici era la respirazione di un alito di vite, indica gli uomini che eranodella chiesa più antica nelle cui narici era la respirazione di un alito di vite, cioè in cui erala vita dell'amore e della fede che ne deriva. Tutti quelli che erano sulla terra asciutta,significa quegli uomini in cui non vi erano tali vite; che essi morirono, significa che siestinsero.
800. E ogni carne che strisciava sulla terra morì. Che questo significa che coloro che erano gliultimi discendenti della chiesa più antica chiesa si estinsero è evidente da quanto segue,dove essi sono tratteggiati in relazione alle loro convinzioni e cupidità. Essi sono primachiamati carne che striscia sulla terra, per la ragione che erano diventati del tutto sensuali ecorporei. Le cose sensuali e le cose corporee, come si è detto, erano rappresentate nellachiesa più antica dai rettili; e quindi per la carne che strisciava sulla terra si intende un taleuomo, divenuto ormai completamente sensuale e corporeo. Che carne significa tuttal'umanità in generale, e in particolare l'uomo corporeo, è stato detto e mostrato inprecedenza.
801. Dalla descrizione che qui è stata fatta degli antidiluviani, emerge con chiarezza lapeculiarità dello stile narrativo presso le genti più antiche, e quindi la natura dello stileprofetico. Essi sono descritti qui e fino alla fine di questo capitolo; in questi versetti sonodescritti in relazione alle loro convinzioni, e nel versetto, in relazione alle loro cupidità.
Cioè, vengono prima descritti in relazione allo stato del loro intelletto, e poi rispetto allostato della loro volontà. E sebbene fossero in realtà privi delle cose inerenti l'intelletto e lavolontà, nondimeno consideravano come tali i loro opposti; vale a dire, le falsepersuasioni, che non sono affatto cose inerenti l'intelletto, ma appartengono al pensiero ealla ragione; e anche le cupidità, che non sono affatto cose della volontà. Gli antidiluvianisono descritti, come si è detto, prima rispetto alle loro false persuasioni, e poi rispetto alleloro cupidità, che è il motivo per cui le cose contenute nel versetto 21 sono ripetute nelversetto 23, ma in un diverso ordine. Tale è anche lo stile profetico.
[2] Il motivo è che presso l'uomo ci sono due vite: una, delle cose dell'intelletto; l'altra,delle cose della volontà, e queste vite sono accuratamente distinte l'una dall'altra. L'uomoconsiste di entrambe, e anche se nel tempo presente sono separate nell'uomo, tuttavia,fluiscono l'una nell'altra, e per la maggior parte si uniscono. Che esse si uniscano, e in chemodo siano unite, può essere descritto e mostrato in molteplici modi. Poiché l'uomoconsiste dunque di queste due parti (l'intelletto e la volontà, di cui una sfocia nell'altra),quando l'uomo è descritto nella Parola, è descritto con distinti riferimenti all'una e all'altraparte. Questa è la ragione delle ripetizioni, e senza di esse la descrizione difetterebbe diuna parte. È lo stesso per ogni altra cosa com'è circostanziata, rispetto alla volontà eall'intelletto, che sono i soggetti di queste cose e in quanto tali da esse procedono; una cosaseparata dal suo soggetto, cioè, dalla sua sostanza, non è nulla. E questo è il motivo per cuile cose sono descritte nella Parola in modo analogo rispetto ad ogni parte costitutiva,perché in tal modo si giunge ad una descrizione più compiuta.
802. Che qui si faccia riferimento alle persuasioni, e alle cupidità nel versetto 23, puòscorgersi dal fatto che in questo versetto gli uccelli sono nominati per primi, e poi le bestie.Perché uccelli significa ciò che è dell'intelletto, o della ragione, e bestie ciò che è dellavolontà. Ma quando sono descritte cose che appartengono alle cupidità, come nel versetto23, le bestie sono nominate per prime, e poi gli uccelli; e questo per la ragione, come si èdetto, che l'una fluisce reciprocamente nell'altra, e quindi la loro descrizione è piena.
803. Come gli uccelli, le bestie, gli animali selvatici e i rettili. Che questi significhino lepersuasioni di coloro in cui gli uccelli rappresentano le affezioni di ciò che è falso, bestie lecupidità, gli animali selvatici, i piaceri e i rettili le cose corporee e terrene, è evidente da ciòche è stato già mostrato in merito al significato di uccelli e di bestie (riguardo agli uccelli aln. 40, e sopra a versetti 14 e 15 di questo capitolo; riguardo alle bestie anche nello stessoluogo, e ai n. 45, 46, 142, 143, e 246). Poiché uccelli indicano le cose dell'intelletto, dellaragione e della conoscenza custodita nella memoria, essi significano anche i contrari, comeciò che discende da una ragione pervertita, dalle falsità, e dalle affezioni di ciò che è falso.Le convinzioni degli antidiluviani sono qui ampiamente descritte, vale a dire, che erano inloro le affezioni di ciò che è falso, le cupidità, i piaceri, le cose corporee e terrene. L'uomo
ignora che tutte queste cose siano all'interno delle persuasioni, credendo che un falsoprincipio o una falsa persuasione, sia una semplice e generica idea. Ma questo è unenorme errore, essendo il caso completamente differente. Ogni singola affezione di unuomo deriva la sua esistenza e natura dalle cose del suo intelletto e allo stesso tempo daquelle della sua volontà, in modo che tutto l'uomo, sia riguardo a tutte le cose del suointelletto, sia per tutte le cose della sua volontà, è in ogni sua affezione, e anche nelle cosepiù peculiari e singolari della sua affezione.
[2] Questo mi è stato reso evidente da numerose esperienze, ad esempio (per citarne solouno) che la qualità di uno spirito possa essere conosciuta nell'altra vita da una sola ideadel suo pensiero. Infatti gli angeli sono dotati dal Signore del potere di conoscereistantaneamente, quando guardano qualcuno, quale sia il suo carattere, senza alcunapossibilità d errore. È quindi evidente che ogni singola idea e ogni singola affezione di unuomo, anche ogni minimo particolare di essa, è un'immagine e una somiglianza di lui;cioè, è presente in essa, in modo remoto, qualcosa di tutto il suo intelletto e di tutta la suavolontà. In questo modo, dunque sono descritte le terribili persuasioni degli antidiluviani:che erano in loro, le affezioni di ciò che è falso, e le affezioni di ciò che empio, o cupidità, eanche i piaceri, e, infine, le cose corporee e terrene. Tutto questo è presente in talipersuasioni; e non solo nelle persuasioni in generale, ma anche nei particolari dellepersuasioni, nei quali spiccano le cose corporee e terrene. Se l'uomo sapesse quanto c'èall'interno di un falso principio e di una falsa persuasione, rabbrividirebbe. Si tratta di untipo di immagine dell'inferno. Tuttavia, se è nell'innocenza o nell'ignoranza, le falsità in luipossono essere facilmente disperse.
804. È aggiunto, ogni uomo, con cui si intende che queste cose erano in quell'uomo. Sitratta di una conclusione generale che include tutto ciò che la precede. Tali formule dichiusura sono spesso aggiunte.
805. Tutti quelli nelle cui narici era la respirazione di un alito di vite. Che questo significa gliuomini della chiesa più antica nelle cui narici era la respirazione di un alito di vite, vale adire, la vita dell'amore e della fede che ne deriva, è evidente da quanto è stato detto prima(n. 9697). Tra le genti più antiche, la vita era rappresentata dal respiro nelle narici, o dalrespirare che è la vita del corpo corrispondente alle cose spirituali, come il battito del cuore èla vita del corpo corrispondente alle cose celesti.
[2] Qui è detto, nelle cui narici era la respirazione di un alito di vite perché trattando degliantidiluviani, nei quali per eredità dai loro progenitori, vi era un seme celeste, questostesso si estinse ovvero fu soffocato. Vi è ancora un altro aspetto che si trova nascosto inqueste parole, di cui abbiamo già parlato (n. 97), e cioè che l'uomo della chiesa più anticaaveva una respirazione interna, e come tale concorde e simile a quella degli angeli, riguardoalla quale, per Divina misericordia del Signore, si dirà qui di seguito. Questa respirazione
era in armonia con lo stato dell'uomo interno. Ma nel corso del tempo è stata mutata nellasua posterità, fino a quest'ultima generazione, in cui tutto ciò che era angelico perì. Essiallora non condividevano più la respirazione con gli angeli nel cielo. Questa è stata la veracausa della loro estinzione; e quindi è detto che essi perirono, e che nelle loro narici larespirazione dell'alito di vite, cessò.
[3] Dopo questi tempi la respirazione interna cessò, e con essa la comunicazione con ilcielo e di lì, la percezione celeste, e ad essa succedette la respirazione esterna. E poiché lacomunicazione con il cielo era cessata, gli uomini della chiesa antica non potevano piùessere uomini celesti come gli appartenenti alla chiesa più antica, ma erano spirituali.Riguardo a queste cose, per Divina Misericordia del Signore si dirà qui di seguito.
806. Tutti ciò che era nella [terra] asciutta. Che questo significa coloro che non erano più intale vita, e che perirono significa che si estinsero, segue da ciò che è stato mostrato. E poichétutta la vita dell'amore e della fede si estinse, è detto qui terra asciutta, dove non c'è acqua,vale a dire, dove non c'è più nulla di spirituale, ancora meno celeste. Le false persuasioniestinsero e, per così dire, soffocarono tutto lo spirituale e il celeste; come tutti possonoconoscere, attraverso una cospicua esperienza, e prestando attenzione. Coloro che hannoconcepito opinioni, delle più false, e che si legano ad esse in modo ostinato, non sonodisposti ad ascoltare tutto ciò che è contrario ad esse. Così, non desiderano essere istruitineppure se la verità fosse posta davanti ai loro occhi. A maggior ragione questo è il caso,di coloro che adorano un idolo nella falsa persuasione della sua santità. Tale è la loroindole che disprezzano ogni verità, e quando le accettano, le pervertono e le immergononelle fantasie. Ciò si intende per terra asciutta ove non c'è acqua né vegetazione. Così inEzechiele:
Prosciugherò i fiumi, e abbandonerò il paese nelle mani degli uomini malvagi; e farò della terrae di quanto essa contiene un luogo desolato (Ez. 30:12)
Per prosciugherò i fiumi si intende che non vi è più nulla di spirituale. E in Geremia:
Il vostro paese è divenuto un deserto (Ger. 44:22)
Paese deserto qui indica la terra desolata e in rovina, così che non vi è più nulla della veritàe del bene.
807. Versetto 23. Egli distrusse ogni sostanza che era sopra le facce del suolo, dall'uomo, albestiame, ai rettili e anche agli uccelli dei cieli; e furono distrutti dalla terra; e solo Noè sopravvisse,
e quelli che erano con lui nell'arca. Egli distrusse ogni sostanza, significa le cupidità che sonodall'amore di sé. Che era sopra le facce del suolo, significa la posterità della chiesa piùantica. Dall'uomo alla bestia, ai rettili, e anche agli uccelli del cielo, significa la natura dellaloro malvagità. L'uomo, la natura stessa, la bestia, le cupidità, i rettili, i piaceri, gli uccellidel cielo, le falsità che ne derivano. E furono distrutti dalla terra, è la conclusione, che lapiù antica chiesa si estinse. Noè solo sopravvisse, e quelli che erano con lui nell'arca,significa che coloro che appartenevano alla nuova chiesa furono salvati. Quelli che eranocon lui nell'arca, significa tutte le cose che erano della nuova chiesa.
808. Egli distrusse ogni sostanza. Che questo significa le cupidità che sono dall'amore di séè evidente da quanto segue, dove queste sono descritte attraverso le loro figurerappresentative. Sostanza fa riferimento alle cose della volontà, perché dalla volontà, tuttele cose presso l'uomo emergono, cioè, vengono alla luce e sussistono. La volontà è la stessasostanza dell'uomo, ovvero l'uomo stesso. Le cupidità degli antidiluviani erano dall'amoredi sé. Ci sono due tipi universali di cupidità: un tipo appartiene all'amore di sé, l'altroall'amore del mondo. Un uomo non desidera altro che ciò che ama, e quindi i desideriappartengono al suo amore. Presso questi uomini l'amore di sé era dominante, e diconseguenza, le sue cupidità. Perché essi amavano così tanto se stessi da considerarsi dei,non riconoscendo un Dio sopra se stessi; e di questo si erano persuasi.
809. Che era sulle facce del suolo. Che questo significa i posteri della chiesa più antica èevidente dal significato di suolo (di cui sopra), vale a dire la chiesa, e quindi ciò che è dellachiesa. Qui, siccome di ogni sostanza che era sulle facce del suolo è detto che fu distrutta, ilsignificato è che quelli che appartenevano alla chiesa più antica, erano di una tale indoleche si estinsero. Qui si dice, suolo mentre nel ventunesimo versetto si dice, terra, per laragione che la chiesa non fa mai riferimento alle cose dell'intelletto, ma alle cose dellavolontà. La conoscenza religiosa e le sue corrispondenti convinzioni razionali, in nessunmodo costituiscono la chiesa o l'uomo di chiesa, ma essi sono dalla carità, che procededalla volontà. Tutto ciò che è essenziale proviene dalla volontà; e conseguentemente, ciòche è dottrinale non fa la chiesa, a meno che non miri, sia in generale, sia in particolare allacarità; perché allora la carità ne diviene il fine. Dal fine si comprende il genere delladottrina, se è dalla chiesa o no. La chiesa del Signore, come il regno del Signore nei cieli, ècostituito da null'altro che amore e carità.
810. Dall'uomo alla bestia, ai rettili e anche agli uccelli e dei cieli. Che queste parolesignifichino la natura della loro malvagità; uomo, quella natura stessa; bestia, le cupidità;rettili i piaceri e uccelli dei cieli, le falsità che ne derivano, è evidente dal significato di tuttequeste cose, come indicato in precedenza; pertanto, non è necessario soffermarsi su di esse.
811. E furono eliminati dalla terra. Che questa è la conclusione, cioè la fine della chiesa piùantica; che per Noè soltanto sopravvisse, e quelli che erano con lui nell'arca si intende che
furono preservati coloro che costituivano la nuova chiesa; e che con quelli che erano con luinell'arca" si intendono tutte le cose che erano della nuova chiesa, non necessita di ulteriorispiegazioni, essendo evidente.
812. Versetto 24. E le acque travolsero la terra per centocinquanta giorni. Questo significal'ultimo limite della chiesa più antica; centocinquanta è l'ultimo limite, e il principio.
813. Che questo significa l'ultimo limite della chiesa più antica, e che centocinquanta èl'ultimo limite, e il principio, non può essere dimostrato così agevolmente attraverso laParola come per i numeri più semplici che ricorrono più spesso. Eppure è evidente dalnumero quindici (riguardo al quale si veda sopra al versetto 20), che significa così pocacosa da essere pressoché nulla; e questo è ancora più vero per il numero centocinquanta,composto da quindici moltiplicato per dieci, il che significa gli ultimi resti. Lamoltiplicazione di minime quantità (come la moltiplicazione di un mezzo, un quarto, o undecimo), dà come risultato qualcosa di ancora più infinitesimale, in modo che alla finediventa quasi nulla; di qui, la fine o l'ultimo limite. Lo stesso numero ricorre nel capitolosuccessivo (Genesi 8:3), dove è detto: le acque si ritirarono al termine di centocinquanta giorni,con lo stesso significato.
[2] I numeri indicati nella Parola sono da intendersi in un senso del tutto avulso daquello della lettera. Sono introdotti (come è stato detto e mostrato prima) solo per tenereinsieme la serie storica che è nel senso letterale. Così dove ricorre il numero sette, si intendeciò che è santo, indipendentemente dai tempi e dalle misure cui il numero è associato.Perché gli angeli, che percepiscono il senso interiore della Parola, ignorano completamenteil concetto di tempo e di misura, nonché i numeri ad essi associati; eppure capiscono laParola completamente, quando l'uomo ne dà lettura. Quando dunque un numero ricorrenella Parola, essi non possono avere altra idea del numero se non ciò che per mezzo diesso si intende. Quindi, qui da questo numero comprendono l'ultimo limite della chiesapiù antica; e nel capitolo successivo (versetto 3) l'inizio della chiesa antica ovvero dellachiesa che le succedette.
Seguito degli inferniDegli inferni di coloro che hanno trascorso la loro vita in odi, vendette e crudeltà
814. Poiché tali spiriti nutrono un odio mortale, e quindi non desiderano altro che lavendetta e la morte dell'altro, e non si arrestano fino ad allora, sono conservati nel piùprofondo e cadaverico inferno, dove c'è un fetore ripugnante come quello delle carcasse;ed è sorprendente a dirsi, tali spiriti sono così felici in quel fetore che lo preferiscono allefragranze più gradevoli. Tale è la loro terribile natura, e la loro conseguente fantasia. Unsimile fetore esala realmente da quell'inferno. Quando l'inferno è aperto (il che si verificararamente, e solo per un breve periodo di tempo), un fetore così insopportabile emana daesso che gli spiriti non possono rimanere nelle vicinanze. Alcuni geni, o meglio furie, cheerano stati condotti fuori di lì affinché potessi conoscere la loro indole, infettarono la miasfera con un tale alito velenoso e pestilenziale che gli spiriti presso di me non potevanorimanere; e allo stesso tempo il mio stomaco fu così colpito che vomitai. Essimanifestavano la loro presenza con le sembianze di un bambino, dal volto sgraziato, conun pugnale nascosto, con il quale puntavano verso di me, tenendo una tazza in mano. Daquesto mi è stato dato di sapere che avevano in mente di uccidere, o con il pugnale o con ilveleno, sotto una parvenza di innocenza. Inoltre erano nudi, ed erano di carnagione nera.Ma immediatamente sono stati rimandati nel loro inferno cadaverico, e mi è stato dato diosservare il modo in cui affondavano giù. Assumevano un andatura inclinata sul latosinistro, fino ad una grande distanza, senza scendere, e poi precipitavano, prima in quelloche appariva come un fuoco, poi in un fumo ardente come di una fornace, e poi sottoquella fornace, verso la parte anteriore, dove vi erano molte caverne cupe tendenti verso ilbasso. Lungo il percorso meditavano e pianificavano propositi malvagi soprattuttocontro gli innocenti senza ragione. Quando sprofondavano verso il basso attraverso ilfuoco elevavano grandi lamenti. Affinché essi possano essere distinti accuratamente inmerito alla loro origine e indole, quando vengono inviati all'esterno, portano una sorta dianello al quale sono affissi dei punti come in ottone, che premono con le mani e sicontorcono. Questo è un segno della loro indole e del fatto che sono che sono di questanatura, e che sono confinati.
815. Coloro che così si dilettano nell'odio e nella conseguente vendetta, che non sonosoddisfatti nell'uccidere solo il corpo, ma desiderano distruggere l'anima di coloro che, ciònondimeno, il Signore ha redento, vengono inviati verso il basso attraverso un'aperturamolto scura, che conduce verso le parti più basse della terra, ad una profonditàproporzionata al grado della loro odio e del loro desiderio di vendetta; e ivi vengonocolpiti da terrore e orrore grave, e allo stesso tempo sono conservati nel desiderio divendetta; e non appena questo aumenta, sono precipitati in abissi più profondi.
Successivamente, essi vengono inviati in un luogo sotto la Gehenna, dove appaiono grandie terribili serpenti dal ventre colossale (tali da apparire come se fossero reali) dai cui morsisono tormentati, soffrendo acutamente. Queste cose sono avvertite distintamente daglispiriti, corrispondendo alla loro vita proprio come le cose del corpo corrispondono allavita di coloro che sono nel corpo. Nel frattempo, essi vivono in terribili fantasie per unperiodo, fino a quando non sanno più che sono stati uomini. La loro vita, che hanno trattoda tali odi e vendette, non può essere estinta altrimenti.
816. Siccome ci sono innumerevoli generi di odi e vendette, e specie ancora piùinnumerevoli, e un genere non ha lo stesso l'inferno di un altro, e poiché è quindiimpossibile rendere conto di essi singolarmente nel loro ordine, posso riferire ciò che hovisto. È venuto a me uno che sembrava essere un nobile. (Quelli che mi apparivano eranovisibili nitidamente, come alla luce del giorno, e ancora più nitidamente, ma attraverso lamia vista interna; perché per misericordia Divina del Signore, mi è stato dato di essere incompagnia degli spiriti.) Al suo primo approccio fingeva, facendo cenno che eglidesiderava comunicarmi molte cose, chiedendomi se ero un cristiano; ho risposto che loero. Lui ha aggiunto che eravamo in troppi, e ha chiesto di poter restare da solo con me, inquanto aveva da dirmi qualcosa che gli altri non potevano udire. Ma ho replicato chenell'altra vita le persone non possono essere sole, come gli uomini pensano di essere sullaterra, e che molti spiriti erano presenti. Egli allora si è avvicinato di soppiatto dietro di medalla parte posteriore della mia testa, e poi ho percepito che era un assassino. Mentre era lìho avvertito come una pugnalata al cuore, e come un colpo mortale alla testa. Ma siccomeero protetto dal Signore, non avevo nulla da temere. Che genere di artificio avesse usato,non lo so. Credendomi morto, ha detto agli altri che era stato presso un un uomo cheaveva ucciso in quel modo, con un ictus mortale da dietro, dicendo che era così abile inquell'arte che l'uomo ignorava completamente ciò che gli è successo, finché è caduto aterra morto, e non sarebbe stato messo in dubbio che lui stesso era innocente. Mi è statodato di sapere che di recente avuto lasciato la vita del mondo, dove aveva commesso unsimile atto. La punizione di tali individui è terribile. Dopo aver sofferto a lungo tormentiinfernali, alla fine assumono sembianze più mostruose, come se non avessero un volto, maqualcosa di orribile, come di stoppa. Infine essi dismettono tutto ciò che avevano diumano, e allora chiunque rabbrividisce alla loro vista, così vagano come bestie selvagge, inluoghi bui.
817. Vi fu uno, uscito da una dimora infernale, che venne a me dal lato sinistro e miparlò. Mi è stato dato di percepire che apparteneva ad un'orda di malvagi. Ciò che avevafatto nel mondo mi è stato comunicato nel modo seguente. È stato condotto un po' inprofondità, nella terra inferiore, di fronte, un po' a sinistra, e lì ha cominciato a scavare unafossa, come si fa per i morti che devono essere sepolti. Da ciò è emerso il sospetto che nellavita del corpo si fosse reso responsabile di qualche azione mortale. Poi è apparsa una bara
coperta di un panno nero. In quel momento, sollevandosi dal feretro venne un altro da me,e in maniera devota mi ha raccontato che era morto, e che credeva di essere statoavvelenato da un uomo, e che questo è ciò che aveva pensato nell'ora della sua morte, manon sapeva se fosse più di un sospetto. Quando lo spirito infame ha udito questo, haconfessato che aveva commesso una simile azione. Alla confessione è seguita la punizione.È stato per due volte rotolato nella fossa oscura che aveva scavato, ed è diventato nerocome una mummia egiziana, sia nel volto, sia nel corpo, e in quella condizione è statocondotto in alto, al cospetto di spiriti e angeli, e si è udito un grido: Che diavolo! Questi èdivenuto freddo, di un gelo infernale, ed è stato rimandato nel suo inferno.
818. C'è un inferno terribile sotto al di sotto del fondo schiena [del grande uomo infernale.Ndt], dove sembrano colpirsi l'un l'altro con i coltelli, puntandosi l'un l'altro i coltelli nelpetto come furie; ma nell'atto di assestare il colpo il coltello viene continuamente sottrattoloro. Tali sono coloro che hanno tenuto gli altri in un tale odio che bruciavano dalla bramadi ucciderli crudelmente; e da ciò avevano sviluppato un'indole così terribile. Questoinferno mi è stato aperto (ma solo per un po' a causa delle loro terribile crudeltà), in modoche potessi vedere la natura del loro odio mortale.
819. Vi è a sinistra, in una sezione corrispondente alle parti basse del corpo, una sorta dilago stagnante, grande, e di lunghezza superiore alla larghezza. Sulle sue rive appaiono acoloro che si trovano lì, una sorta di serpenti mostruosi, dall'alito pestilenziale, che abitanonelle acque stagnanti. Più lontano, sulla riva sinistra, appaiono quelli che mangiano lacarne umana, e si divorano a vicenda, serrando i loro denti sulle spalle degli avversari.Ancora più lontano, sulla sinistra appaiono grandi pesci, enormi balene, che inghiottonouomini e li vomitano fuori. A maggiore distanza, sulla sponda opposta, appaiono voltiorribili, troppo mostruosi per essere descritti, soprattutto quelli di vecchie donne, checorrono in modo frenetico. Sulla riva destra vi sono quelli che cercano di dilaniarsi l'unl'altro con strumenti crudeli, che cambiano in accordo con i terribili sentimenti del lorocuore. Nel mezzo del lago ovunque è nero, come se fosse stagnante. Talvolta sono rimastosorpreso nel vedere gli spiriti condotti in questo lago, ma alcuni giunti da lì mi hannoinformato che questi erano coloro che avevano coltivato un odio viscerale contro ilprossimo; e che ogni volta che il loro odio si è acceso in più occasioni, essi hanno provato ilmassimo piacere; e che nulla procura loro maggior diletto che provocare un giudizio dicondanna e l'irrogazione di una pena sulla loro vittima, non curandosi delle conseguenzeche avrebbe subito a causa della legge, compresa l'applicazione della pena di morte. Inqueste cose (come sopra descritte) sono gli odi e le crudeltà degli uomini dopo la vita delcorpo. Le fantasie a cui i loro odi e crudeltà danno luogo, costituiscono la realtà della vita.
820. Nell'altra vita coloro che hanno praticato la rapina e la pirateria amano i liquamiputridi e l'urina fetida sopra tutti gli altri liquidi, e sembrano abitare essi stessi in mezzo
queste cose, e tra piscine stagnanti e maleodoranti. Un certo ladro mi si avvicinò,digrignando i denti, il cui suono si udiva chiaramente come se provenisse da quell'uomo,il che era strano, dal momento che non aveva denti. Sosteneva di preferire le latrine alleacque più limpide, e che il fetore dell'urina era ciò che amava. Ha dichiarato chedesiderava dimorare in pozze di urina, piuttosto che in qualsiasi altro luogo.
821. Ci sono quelli che esteriormente appaiono con un volto ed una reputazioneonorabili, tali che nessuno può sospettare di loro qualcosa di diverso, essendo questi adusiad apparire così, con ogni artificio, per il piacere di essere elevati ad onori, e di acquisirericchezza, conservando la reputazione. Essi quindi non agiscono apertamente; ma siservono di altri uomini e, con l'inganno, privano gli uomini dei loro beni, non curandosidel fatto che le loro famiglie possano da ciò perire di fame. Essi stessi vorrebbero esserepersonalmente impegnati in questa infamia, senza alcuna coscienza, se potessero sfuggirealla pubblica riprovazione. Essi acquisiscono dunque un'indole tale, come se perpetrasserodirettamente tali azioni. Sono ladri occulti, e il tipo di odio di cui sono portatori è unito aldisprezzo e allo scherno per gli altri, all'avidità per i guadagni, alla spietatezza, eall'inganno. Nell'altra vita questi uomini desiderano essere considerati inappuntabili,sostenendo di non aver fatto nulla di riprovevole, avendo agito di nascosto. E perdimostrare di essere senza colpa, si tolgono gli abiti e si presentano nudi per attestare inquesto modo la loro innocenza. Ma, nel momento in cui sono esaminati, la loro indole èchiaramente percepita da ogni singola parola e ogni singola idea del loro pensiero, senzache loro ne siano conoscenza. Nell'altra vita, desiderano, senza alcuno scrupolo dicoscienza, uccidere chiunque si trovi in loro compagnia. Essi hanno anche un'ascia conloro, e un maglio nella mano, e sembra esservi un altro spirito presso di loro, che essicolpiscono sulla schiena; ma non fino allo spargimento di sangue, perché hanno pauradella morte. Non possono lanciare queste armi dalle loro mani, anche se si sforzano difarlo con tutte le forze, perché l'effettiva ferocia della loro disposizione di scagliarsi controspiriti e angeli, viene loro impedita. La loro dimora si trova ad una distanza intermedia, aldi sotto dei piedi [del grande uomo infernale. Ndt] nella parte anteriore.
822. C'è una sorta di odio contro il prossimo, che trova la sua gioia nel ferire e tormentarechiunque; e maggiore è il male inflitto, maggiore è la soddisfazione. Molti di questiappartengono allo strato più rude della della gente comune. Poi ci sono quelli che nonappartengono alla gente comune e che hanno una disposizione simile, ma esteriormentesono di buone maniere, essendo stati allevati nella buona società, e temendo anche lesanzioni stabilite dalla legge. Dopo la morte, la parte superiore del corpo di questi spiritiappare nuda, e i loro capelli arruffati. Si infastidiscono l'un l'altro, rincorrendosi emettendo le palme delle mani gli uni sulle spalle degli altri, e poi saltano sopra le loroteste, per poi saltare alle spalle e sferrare un attacco con i pugni. Quelli di cui si è detto cheavevano buone maniere, agiscono in modo simile, ma prima si scambiano il saluto, poi
vanno alle spalle del prossimo e lo attaccano con i pugni; ma quando si incrociano l'unl'altro faccia a faccia, si scambiano il saluto, e di nuovo fanno il giro dietro la schiena ecolpiscono con il pugno. In questo modo mantengono le apparenze. Questi appaiono aduna certa distanza sul lato sinistro [del grande uomo infernale. Ndt] ad un'altezza intermedia.
823. Qualunque cosa un uomo abbia fatto nella vita del corpo, successivamente ritornanell'altra vita, ed egli viene restituito in ciò che ha fatto e anche pensato. Quando le sueinimicizie, odi e inganni ritornano, le persone contro la quale ha agito e ha segretamentetramato sono contestualmente rese presenti a lui. Così accade nell'altra vita; riguardo aquesta presenza, per misericordia Divina del Signore, si dirà qui di seguito. I pensieri cheun uomo ha nutrito contro altri, affiorano apertamente, perché c'è una percezione di tutti ipensieri. Quindi emergono stati deplorevoli, perché non potendo più essere nascosto,l'odio irrompe apertamente. Presso gli empi, tutte le loro cattive azioni e pensieri ritornanoin vita; ma non è così per i giusti. Presso di essi gli stati di amicizia e di amore ritornano,accompagnati dalla massima gioia e felicità.
Genesi 8
Seguito degli inferni
Degli inferni di coloro che hanno trascorso la loro vita in adulteri e lascivia.Nonché degli inferni dei mistificatori e delle streghe.
824. Sotto il tallone del piede destro3 [del grandissimo uomo infernale. Ndt] vi è un infernoabitato da coloro che trovano il loro diletto nella crudeltà e allo stesso tempo nell'adulterio,e che provano in essi la più grande gioia della loro vita. È degno di nota che coloro chesono stati crudeli nella vita del corpo, sono stati anche, più di altri, adulteri. Tali sonoquelli che abitano in questo inferno, dove si praticano metodi di crudeltà indicibili. Con leloro fantasie si rendono simili a mortai e pestelli, come quelli usati per la frantumazionedelle erbe, con cui essi schiacciano e torturano chiunque possono; e si rendono anche similiad ampi ceppi, come quelli dei carnefici; e a trivelle, con cui si scambiano crudeli violenzel'uno all'altro; per non parlare di altre terribili crudeltà. Ivi dimorano alcuni ebrei che nelmondo avevano trattato così crudelmente i cristiani. E nel tempo, la popolazione diquell'inferno è in aumento, in particolare a causa di coloro che provengono dal cosiddettomondo cristiano e hanno riposto tutta la gioia della loro vita nell'adulterio, i quali per lamaggior parte sono anche crudeli. A volte la loro gioia si trasforma nella puzza diescrementi umani, che esala oltremodo quando quell'inferno è aperto. Io l'ho percepito nelmondo degli spiriti, ed in quel momento sono quasi caduto in deliquio a causa del suoeffetto. Questo tremendo fetore, a volte pervade l'inferno, e a volte cessa; perché è la lorogioia derivante dagli adulteri, che viene mutata in tale ripugnante fetore. Nellaprogressione della loro condizione, quando essi sono passati attraverso un tale stato dicose, sono lasciati in solitudine, stazionano nel tormento, e diventano come sgradevolischeletri, conservando comunque la loro vita.
825. A livello delle piante dei piedi [del grandissimo uomo infernale. NdT], a notevoledistanza davanti, c'è un inferno che si chiama Gehenna, dove hanno la loro dimora donnespudorate che hanno riposto tutta la loro gioia nell'adulterio, considerandolo non sololecito ma anche onorevole, e che con argomenti artificiosi sull'onorabilità hanno attrattoingenui e innocenti in queste cose. Lì appare una sorta di bagliore di fuoco, come se sioscurasse il cielo per via di un grande incendio; e questo è accompagnato da calore
3 Tutti gli inferni e le società infernali che li compongono, considerati nel loro insieme, al cospetto delSignore appaiono nell'immagine di un uomo deforme e mostruoso così come specularmente, l'interocielo e tutte le società che lo compongono, considerati nel loro insieme, al cospetto del Signore appaionocome un uomo di straordinaria grazia e bellezza. Per una comprensione più compiuta di questo arcano,si veda in Cielo e inferno, nn. 5986 ed i seguenti estratti degli arcani celesti:https://fondazioneswedenborg.wordpress.com/parte1cielo1212/
ardente, come mi è stato dato di sentire dall'infervoramento della mia faccia; e c'è un odoreche esala da esso, come di ossa e capelli bruciati. A volte questo inferno è mutato interribili serpenti, che le mordono; e poi queste aspettano la morte, ma non possono morire.Alcune donne rilasciate da questo inferno sono venute da me dicendo che vi era un caloreardente là; ma che quando esse sono autorizzate ad avvicinarsi a qualsiasi società di spiritiretti il calore è cambiato in freddo intenso; e quindi al calore ardente si alterna il freddopresso di loro, da un estremo all'altro, da cui sono miseramente tormentate. Ciònondimeno, hanno i loro intervalli durante i quali sono nel calore della loro bramaardente. Ma, come è stato detto, la loro condizione è mutevole.
826. Vi erano alcuni, di entrambi i sessi, del cosiddetto mondo cristiano, che nella lorovita del corpo avevano creduto che l'adulterio fosse non solo lecito ma addirittura santo, equindi avevano tenuto matrimoni collettivi, come essi empiamente li chiamano, sotto unaparvenza di santità. Ho visto che erano inviati nella Gehenna; ma quando arrivavano lì uncambiamento aveva luogo; il bagliore di fuoco della Gehenna, che è rubicondo, al loroarrivo diveniva bianco; ed è stato percepito che non potevano essere insieme concordi.Questa folla infame è stata quindi separata e condotta altrove, in una regione più indietro(in un altro mondo, era detto), dove sarebbero stati immersi in pozze stagnanti, e da lìsarebbero stati trasportati in una nuova Gehenna a loro destinata. Si udiva nella Gehennauna sorta di sibilo che non può essere descritto; e il sibilo o ronzio della Geenna era piùrude rispetto a quello di coloro che avevano profanato la santità attraverso i loro adulteri.
827. Coloro che hanno agito con inganno riguardo all'amore coniugale e all'amore per ibambini, in modo da fugare ogni sospetto del coniuge, circa la loro castità, innocenza eamicizia, e in tali e vari altri artifici, si sono dati in modo sicuro all'adulterio, sono in uninferno sotto i glutei, in fetidi escrementi; e sono devastati fino a diventare come ossa,avendo usato l'inganno. Questi non sanno neppure cosa sia la coscienza. Ho parlato conloro, ed erano sorpresi del fatto che chiunque dovrebbe avere una coscienza e dovrebbesostenere che l'adulterio è contro la coscienza. Mi è stato detto che è impossibile per taliadulteri senza coscienza entrare nel cielo come lo è per i pesci salire in aria, o per gli uccellivolare nell'etere, perché non appena si avvicinano hanno una sensazione di soffocamento,e il loro piacere è trasformato in un tremendo fetore; e che non possono che essereprecipitati all'inferno, e diventare infine come ossa, con una minima vita, perché hannoacquisito per se stessi una vita di un tale carattere che quando la perdono, rimane moltopoco della vita autenticamente umana.
828. Coloro che sono posseduti dalla lussuria per la deflorazione, e che trovano la loropiù grande gioia nel prendere vergini e rapinarle della loro verginità, senza alcuno scopodi matrimonio e dei figli, e che dopo tale rapina abbandonano, detestano, e rendono le lorovittime prostitute, subiscono nell'altra vita il più severo castigo, perché una vita del genere
è contraria all'ordine naturale, spirituale e celeste; e perché non è solo contraria all'amoreconiugale, che è considerato santissimo nel cielo, ma è anche contraria all'innocenza, cheessi hanno violato e ucciso, seducendo delle innocenti che altrimenti avrebbero potutoessere impregnate nell'amore coniugale ad una vita di prostituzione. Perché è il primofiore dell'amore che introduce le vergini nel casto amore coniugale, e congiunge le mentidi una coppia sposata. E poiché la santità del cielo è fondata sull'amore coniugale esull'innocenza, e tali uomini sono interiormente assassini, sembra a loro stessi di essere insella ad un cavallo violento, che li disarciona in modo che sono sbalzati dalla sella con unafuria tale che temono per la loro vita, e sono da ciò terrorizzati. Successivamente appaionoa se stessi sotto la pancia del cavallo furioso, nell'atto di passare attraverso il ventre delcavallo. Poi improvvisamente appare loro come se fossero nel ventre di una luridaprostituta, che a sua volta si trasforma in un dragone, e lì rimangono avvolti nel tormento.Questa punizione si ripete molte volte durante centinaia e migliaia di anni, fino a che nonsono pervasi dall'orrore di questi desideri. Riguardo alla loro prole mi è stato detto chesono peggio di altri bambini, perché ereditano dal padre una simile indole; e quindiraramente nascono bambini da tali relazioni, e quelli che nascono non restano a lungo inquesta vita.
829. Coloro che nella vita del corpo coltivano pensieri osceni, e traviano oscenamente ciòche altri sostengono, anche le cose sante, e questo anche in età adulta e in vecchiaiaquando nulla è rimasto della loro naturale dissolutezza, nell'altra vita non desistono, epensano e si esprimono in modo eguale; e siccome lì i loro pensieri sono percepiti, e,talvolta, emergono in oscene rappresentazioni, davanti agli altri spiriti essi recano offesa.La loro punizione è che in presenza degli spiriti che hanno offeso sono prostrati di getto erotolati rapidamente e ripetutamente come un rullo da sinistra a destra, e poitrasversalmente in un'altra posizione, e ancora in un'altra, finché non rimangono nudi osemi nudi, secondo la natura della loro dissolutezza, e nello stesso tempo, è instillata inloro la vergogna. Poi sono avvitati dalla testa e piedi, in orizzontale, come su un asse. Latorsione induce il dolore, perché ci sono due forze che agiscono, una li fa girare su sestessi, l'altra li tira indietro, in modo che alla pena si aggiunge il dolore di essere lacerati. Aseguito di tali punizione è concessa l'opportunità al miserabile sofferente di sottrarsi dallavista degli altri spiriti, e un senso di vergogna è instillato in lui. Ciò nondimeno, ci sonocoloro che lo cercano per vedere se persiste in queste cose; ma finché egli è in uno stato divergogna e sofferenza è in guardia. Così sembra a se stesso di essere nascosto, anche se ènoto dove si trova. Questo castigo appare di fronte, ad una certa distanza. Ci sono ancheragazzi, giovani e giovani uomini che dalla follia e dall'ardente desiderio della loro etàhanno concepito abominevole idee, come che le mogli, in particolare quelle giovani eattraenti, non dovrebbero essere per il marito, ma per se stesse e i loro simili, rimanendo ilmarito quale unico capo della famiglia e educatore dei bambini. Questi si distinguono
nell'altra vita dal suono fanciullesco del loro discorso. Essi sono dietro ad una certaaltezza. Quelli di loro che si sono consolidati in tali principi, conformando ad essi la lorovita, sono gravemente puniti nell'altra vita, con lo scardinamento delle articolazioni dallaloro sede, e la torsione in un verso e nell'altro, attraverso spiriti che possono con la loroarte indurre in essi la fantasia di essere nel loro corpo, e allo stesso tempo possono indurredolore fisico. A causa di questi violenti avvicendamenti, insieme con la loro strenuaresistenza, essi sono così afflitti che sembra loro come se fossero smembrati e fatti a pezzi,con dolore spaventoso; e questo di volta in volta, fino a quando non provano orrore pertali idee e smettono di pensare in questo modo.
830. Coloro che ingannano gli uomini con sottili raggiri, che manifestano unadisposizione ed un modo di parlare amichevoli, ma celano dentro un velenoso inganno, equindi allettano gli uomini allo scopo di rovinarli, sono in un inferno più terribile rispettoagli inferni degli altri, peggiore anche dell'inferno degli assassini. Sembra a loro stessi divivere tra i serpenti; e più pernicioso è stato il loro inganno, più terribili e velenosi, e piùnumerosi sono i serpenti che li circondano e li tormentano. Loro non sanno altro che sonoserpenti; avvertono simili dolori e simili tormenti. Pochi forse ci crederanno, e nondimeno,ciò è vero. Questi sono coloro che praticano l'inganno con premeditazione, e provano inesso la gioia della loro vita. Le pene del mistificatore sono varie, ciascuna secondo lanatura della frode. In generale tali persone non sono tollerate nelle società, ma vengonoespulse; perché ogni pensiero concepito da qualunque spirito viene istantaneamenteconosciuto e percepito da coloro che sono vicino; così essi percepiscono se vi è inganno, eche genere di inganno. Pertanto, essendo alla lunga espulsi dalle società, restano insolitudine; e poi appaiono con una faccia larga, di ampiezza pari a quella di quattro ocinque facce degli altri, con un largo e carnoso berretto bianco, seduti come l'immaginedella morte, nel tormento. Ci sono altri che sono ingannevoli per natura, quindi non tantoper premeditazione, né clandestinamente sotto mentite spoglie. Essi sono notiistantaneamente, e il loro pensiero è chiaramente percepito. Essi se ne fanno un vanto,come se ciò li rendesse scaltri. Questi non abitano nello stesso inferno dei precedenti, ma,per la misericordia Divina del Signore, si dirà di più di loro, di seguito.
831. Vi sono donne che hanno vissuto abbandonandosi alle loro inclinazioni naturali,curandosi unicamente di se stesse e del mondo, facendo consistere la gioia della loro vitanel decoro esteriore e, in conseguenza di ciò sono state tenute nella massima stima nellabuona società. Hanno, quindi, con la pratica e l'abitudine, acquisito l'abilità di insinuarsinei desideri e nei piaceri degli altri, sotto il pretesto di ciò che è onorevole, ma con lo scopodi ottenere il controllo su di essi. Hanno condotto quindi una vita di dissimulazione einganno. Come altri, hanno frequentato le chiese, ma al solo scopo di apparire virtuose epie; ed inoltre erano senza coscienza, e molto inclini ad atti vergognosi e adulteri, nellamisura in cui questi potessero restare nascosti. Queste donne pensano nello stesso modo
nell'altra vita, ignorando cosa sia la coscienza, e prendendosi gioco di coloro che parlanodi essa. Entrano nelle affezioni degli altri, qualunque esse siano, simulando la virtù, lacarità, la pietà e l'innocenza, che sono i loro mezzi per ingannare; ma ogni volta che i lorocondizionamenti verso ciò che è esteriore sono rimossi, si precipitano in cose più empie eoscene.
[2] Queste sono le donne che diventano incantatrici o streghe nell'altra vita, alcune dellequali sono chiamate sirene; e lì diventano esperte di arti sconosciute nel mondo. Esse sonocome spugne che assorbono trucchi indicibili; e sono di una tale abilità che li mettono inpratica rapidamente. Le arti ignote in questo mondo che esse imparano nell'altra vita sonoqueste. Esse possono parlare come se fossero in un altro luogo, in modo che la loro vocesia udita come se provenisse da spiriti retti. Possono per così dire essere presenti pressomolti nello stesso tempo, persuadendo quindi altri di essere presenti ovunque. Possonoparlare con più persone contemporaneamente, e in diversi luoghi allo stesso tempo.Possono mutare ciò che fluisce dagli spiriti retti, e anche ciò che fluisce dagli spiritiangelici, e in diversi modi possono pervertirlo istantaneamente in favore di loro stesse.Possono assumere le sembianze di un altro, dalle idee che hanno concepito di lui. Possonoispirare in chiunque un'affezione per loro stesse insinuando loro stesse nell'affezione diun'altra persona. Possono sottrarsi improvvisamente alla vista, e fuggire senza essereviste. Possono apparire agli occhi di molti spiriti con una fiamma bianca sulla testa, che èun segno angelico. Possono in modi diversi simulare l'innocenza, anche rappresentandobambini che esse baciano. Esse inducono anche altri, che le odiano, ad ucciderle (perchésanno che non possono morire), divulgando il fatto e accusandoli di omicidio.
[3] Esse hanno estratto dalla mia memoria tutto ciò che di male avevo pensato e fatto, equesto con grande abilità. Mentre dormivo hanno parlato con gli altri come se da me, inmodo che gli spiriti erano persuasi di ciò di cose false e oscene. E praticano molte altrearti. La loro natura è così convincente che non rimane spazio per alcun dubbio. Quindi leloro idee non sono condivise come quelle degli altri spiriti. E i loro occhi sono simili aquelli dei serpenti, in quanto vedono e prestano attenzione in ogni direzione allo stessotempo. Queste streghe o sirene sono gravemente punite, alcune nella Gehenna, altre in unaspecie di selva tra i serpenti; altre sono straziate e sballottate con grande dolore e tortura.Gradualmente sono separate da ogni società e diventano come scheletri dalla testa ai piedi.Il seguito di questo soggetto segue alla fine del capitolo.
Genesi 8 1. E Dio si ricordò di Noè, di ogni animale selvatico e di ogni bestia che era con lui nell'arca; e Diofece in modo che i venti soffiassero sulla terra, e le acque si placarono.
2. Le sorgenti dell'abisso e le cateratte del cielo si chiusero, e la pioggia si arrestò.
3. E le acque gradualmente si ritirarono dalla terra, e dopo centocinquanta giorni calarono.
4. E l'arca si fermò sulle montagne di Ararat nel diciassettesimo giorno del settimo mese.
5. E le acque calarono gradualmente fino al decimo mese. Il primo giorno del decimo mese,emersero le cime delle montagne.
6. E avvenne che alla fine del quarantesimo giorno Noè apri la finestra che aveva fatto nell'arca.
7. E mandò un corvo che uscì e ritornò finché le acque furono prosciugate dalla terra.
8. E mandò una colomba per vedere se le acque si fossero ritirate dalle facce del suolo.
9. Ma la colomba non trovò dove posare le zampe e ritornò all'arca perché le acque ricoprivanocompletamente le facce della terra. Ed egli stese la mano, la prese e la riportò presso di sé nell'arca.
10. Ed egli attese ancora per altri sette giorni; poi mandò nuovamente la colomba fuori dall'arca.
11. E la colomba tornò da lui sul far della sera; e aveva nel becco una foglia di ulivo strappata; cosìNoè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra.
12. Ed egli attese ancora per altri sette giorni, poi mandò fuori la colomba; ma essa non tornò piùda lui.
13. Nel primo giorno del primo mese dell'anno seicentouno della vita di Noè, le acque furonoprosciugate dalla terra. E Noè rimosse la copertura dell'arca, e vide che le facce del suolo eranoasciutte.
14. Nel ventisettesimo giorno del secondo mese la terra fu asciutta.
15. E Dio ordinò a Noè, dicendo.
16. Esci dall'arca, tu, tua moglie, i tuoi figli e le mogli dei tuoi figli con te.
17. Tutti gli animali che sono con te di ogni carne, quali gli uccelli, le bestie e tutti i rettili chestrisciano sulla terra, portali con te, affinché essi possano diffondersi sulla terra, essere fecondi, emoltiplicarsi sulla terra.
18. E Noè uscì, ed i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli con lui.
19. Tutti gli animali selvatici, tutti i rettili, tutti gli uccelli e tutto ciò che striscia sulla terra,secondo la sua specie, uscirono fuori dell'arca.
20. E Noè edificò un altare al Signore; e prese di ogni animale puro e di tutti gli uccelli puri, e offrìolocausti sull'altare.
21. E il Signore odorò il profumo di quiete; e il Signore disse in cuor suo, Non maledirò più il suoloa causa dell'uomo; perché l'immaginazione del cuore dell'uomo è malvagia fin dalla sua infanzia;né colpirò più alcuna cosa vivente, come ho fatto.
22. Durante tutti i giorni della terra, il tempo del seme e del raccolto, del freddo e del caldo,dell'estate e dell'inverno, del giorno e della notte, non cesseranno.
Contenuti
832. Il soggetto, che ora segue nel corretto ordine è l'uomo della nuova chiesa, chiamatoNoè; e infatti il soggetto è il suo stato dopo la tentazione, nonché la sua rigenerazione, eoltre.
833. Viene trattato il suo primo stato dopo la tentazione, e la sua fluttuazione tra ciò che èvero e ciò che è falso, fino a quando le verità cominciano ad apparire (versetti 15).
834. Il suo secondo stato, che è triplice: il primo, quando le verità della fede non sonoancora emerse; il successivo, quando le verità della fede sono presenti insieme con lacarità; e poi, quando i beni della carità risplendono (versetti 614).
835. Il suo terzo stato, quando comincia ad agire e pensare dalla carità, che è il primostato del rigenerato (versetti 1519).
836. Il suo quarto stato, quando agisce e pensa dalla carità, che è il secondo stato delrigenerato (versetti 2021).
837. Infine, è descritta la nuova chiesa, elevata al posto della precedente (versetti 2122).
Significato interiore
838. Nei due capitoli precedenti è stato trattato della nuova chiesa chiamata Noè vale adire l'uomo di quella chiesa: prima, la sua preparazione a ricevere la fede, e dalla fede, lacarità; poi, la sua tentazione; e successivamente, la sua protezione, quando la chiesa piùantica periva. Quello che qui segue è il suo stato dopo la tentazione, che è descrittoesattamente nell'ordine in cui è avvenuto, sia presso di essa, sia presso tutti coloro chediventano rigenerati. Perché la Parola del Signore è tale che ovunque si tratta di unapersona, si tratta di tutti gli uomini, e di ogni individuo, con sfumature secondo ladisposizione di ciascuno: questo è il senso universale della Parola.
839. Versetto 1. E Dio si ricordò di Noè, di ogni animale selvatico e di ogni bestia che era con luinell'arca; e Dio fece in modo che i venti soffiassero sulla terra, e le acque si placarono. Dio siricordò, significa la fine della tentazione e l'inizio della rigenerazione. Per Noè, si intende,come prima, l'uomo della chiesa antica; per ogni animale selvatico e ogni bestia che eracon lui nell'arca, si intende tutto ciò di cui era dotato. Per Dio fece in modo che i ventisoffiassero sulla terra, e le acque si placarono, si intende la disposizione di tutte le cose nelloro ordine.
840. E Dio si ricordò. Che questo significa la fine tentazione e l'inizio della rigenerazione èevidente da quanto precede e segue. Dio si ricordò significa, in particolare, che egli èmisericordioso, perché la sua rimembranza è la misericordia; e questo in particolar mododopo la tentazione, perché allora la nuova luce risplende. Finché la tentazione continua,l'uomo ritiene che il Signore sia assente, perché egli è turbato da geni malvagi cosìseveramente che a volte si riduce alla disperazione, e difficilmente può credere che ciònondimeno, vi sia un Dio. Eppure il Signore è presente in modo così stringente che eglinon può mai credere. Ma quando la tentazione cessa, l'uomo riceve la consolazione, equindi comincia a credere che il Signore è presente. Perciò nel passo corrente, le parole,Dio si ricordò, sono espresse secondo l'apparenza e indicano la fine della tentazione, el'inizio della rigenerazione. Dio si dice che ricordi, e non il Signore, perché ancora l'uomoera in uno stato che precede la rigenerazione. Ma quando viene rigenerato, allora il Divinoè chiamato Signore (alla fine di questo capitolo, versetti 20, 21). La ragione è che la fede nonè ancora congiunta con la carità, perché l'uomo è per la prima volta rigenerato quandoagisce dalla carità. Nella carità il Signore è presente, ma non altrettanto nella fede primache questa sia congiunta alla carità. La carità è l'autentica essenza e la vita dell'uomonell'altra vita; e poiché il Signore è la vita stessa, finché l'uomo non ha la vita, è detto cheDio e non il Signore sia presso di lui.
841. Che per Noè s'intende, come prima, l'uomo della chiesa antica; e per ogni animaleselvatico e ogni bestia che era con lui nell'arca tutto ciò che gli apparteneva, è evidente daquanto è stato detto in precedenza riguardo a Noè, e in merito al significato di animaleselvatico e bestia. Nella Parola animale selvatico è inteso in un duplice senso, vale a dire,quelle cose nell'uomo che sono vitali, e quelli che sono morte. Significa ciò che è vivo,perché tale termine nella lingua ebraica significa una cosa vivente; ma poiché le genti piùantiche nella loro umiliazione si consideravano alla stregua di animali selvatici, tale parolaha assunto anche il significato di ciò che è morto nell'uomo. Nel presente passo per animaleselvatico si intende sia ciò che è vivo, sia ciò che è morto in un unico insieme,conformemente alla condizione dell'uomo dopo la tentazione, in cui i vivi e i morti, ovverole cose che sono del Signore, e quelle che sono proprie dell'uomo appaiono così confuseche egli sa a malapena ciò che è vero e ciò che è bene. Ma il Signore allora riduce e dispone
tutte le cose nell'ordine, come è evidente da quanto segue. Che un animale selvaticosignifichi ciò che è vivo in uomo, può essere visto nel capitolo precedente (Gen. 7:14), e nelpresente capitolo (Gen. 8:17, 19); che significhi anche ciò che è morto in un uomo, èevidente da quanto sopra indicato in merito agli animali selvatici e alle bestie (n. 4546,142143, 246).
842. E Dio fece in modo che il vento soffiasse sulla terra, e le acque si placarono. Che questosignifica la disposizione di tutte le cose nel loro ordine, è evidente dal significato di ventonella Parola. Tutti gli spiriti, retti e maligni, sono paragonati, rappresentati e anchechiamati venti; e nella lingua originaria spiriti sono espressi dalla stessa parola che significaventi. Nelle tentazioni (qui rappresentate dalle acque che si placano, come si è visto sopra),gli spiriti maligni causano un'inondazione, dall'influsso che alimenta ed eccita le fantasienell'uomo; e quando questi spiriti o le loro fantasie sono disperse, si dice nella Parola chesoffia un vento, e specificamente un vento da oriente.
[2] È lo stesso presso un uomo durante la tentazione e quando il tumulto o la tentazionedelle acque cessa, come ho imparato attraverso ripetute esperienze; perché gli spiritimaligni nel mondo degli spiriti a volte si riuniscono in orde, e quindi provocano tormentifinché non vengono dispersi da altre orde di spiriti, provenienti in gran parte da destra, equindi dalla regione orientale, i quali colpiscono i primi incutendo paura e terrore, inmodo che questi ultimi non pensano nient' altro che a dileguarsi. Quindi coloro che sierano associati sono dispersi in tutte le regioni, e in tal modo le società di spiriti costituiteper scopi malvagi vengono dissolte. Le orde di spiriti che le disperdono sono chiamatevento d'oriente. Ma ci sono anche innumerevoli altri metodi di dispersione, chiamati ancheventi orientali riguardo ai quali, per Divina misericordia del Signore si dirà di seguito.Quando gli spiriti maligni sono quindi dispersi, allo stato di agitazione e turbolenzasuccede la serenità, o il silenzio, come avviene anche presso l'uomo che è passatoattraverso la tentazione. Perché mentre nella tentazione egli è nel mezzo di una tale ordadi spiriti, quando questi sono allontanati o dispersi, segue per così dire la quiete, che èl'inizio della disposizione di tutte le cose nell'ordine.
[3] Prima che tutto venga ridotto in uno stato di ordine, è usuale che le cose siano in unamassa confusa, o per così dire, nel caos, in modo che ciò che non concorda possa essereseparato, e allora il Signore dispone tutto nell'ordine. Questo processo può essereparagonato con quanto accade in natura, dove tutte le cose in generale e nel particolaresono inizialmente comprese in una massa confusa, prima di essere disposte in ordine.Così, ad esempio, se non ci fossero tempeste nell'atmosfera, per dissipare ciò che èeterogeneo, il cielo non potrebbe mai diventare sereno, ma diverrebbe funesto per viadegli accumuli pestiferi. Così in modo analogo nel corpo umano, a meno che tutte le cosenel sangue, sia quelle eterogenee, sia quelle omogenee, non confluiscano continuamente in
un solo cuore, dove sono mescolate, vi sarebbe una mortale agglutinazione dei liquidi, chenon potrebbero altrimenti essere disposti distintamente secondo i rispettivi usi. Così pureè per l'uomo nel corso della sua rigenerazione.
[4] Che vento, e in particolare vento d'oriente, non significhi altro che la dispersione dellefalsità e dei mali, o, il che è lo stesso, di spiriti e geni maligni, e la successiva disposizionenell'ordine, si può scorgere dalla Parola, come in Isaia:
Tu li vaglierai, e il vento li separerà, e il turbine li disperderà; e gioirai nel Signore, ti glorierainel Santo d'Israele (Is. 41:16)
Qui la separazione fa riferimento al vento e la dispersione al turbine, che scaccia i mali;allora coloro che sono rigenerati si rallegreranno nel Signore. In Davide:
Ecco, i re si radunarono, e avanzarono insieme; videro e rimasero sorpresi e atterriti efuggirono. Furono colti da tremore, come il dolore di una donna che partorisce. Con il ventod'oriente spezzi le navi di Tarsis (Salmi 48:47)
Qui è descritto il terrore e la confusione provocata dal vento d'oriente, che soffia nel mondodegli spiriti, cui fa riferimento il significato interiore della Parola.
[5] In Geremia:
Getterò il loro paese nella desolazione li disperderò come con un vento d'oriente davanti alnemico. Volterò loro le spalle, nel giorno della loro rovina (Ger. 18:1617)
Qui allo stesso modo vento d'oriente sta per la dispersione delle falsità. Simile è anche larappresentazione del vento orientale che prosciugò il Mar Rosso, affinché i figli d'Israelepotessero passarvi attraverso, come descritto in Esodo:
Il Signore li fece retrocedere attraverso un forte vento orientale che soffiò per tutta la notte,rendendolo asciutto il mare, e le acque si divisero (Es. 14:21)
Il significato delle acque del Mar Rosso è simile a quello delle acque del diluvio nelpresente passo, come è evidente dal fatto che gli egiziani (con i quali sono rappresentati i
malvagi) ivi annegarono, mentre i figli di Israele (con i quali sono rappresentati irigenerati, come da Noè qui) passarono oltre. Con il mar Rosso come per il diluvio, èrappresentata la dannazione, come anche la tentazione. Quindi per vento d'oriente siintende la dispersione delle acque, cioè, dei mali della dannazione, o della tentazione,come è evidente dal canto di Mosè dopo l'attraversamento (Es. 15:119); e anche da Isaia:
Il Signore prosciugherà interamente il golfo del mar d'Egitto, e con il suo possente ventostenderà la mano sopra il fiume, e lo ridurrà in sette, sui quali gli uomini marcerannoall'asciutto. E vi sarà una strada per il resto del suo popolo, superstite dall'Assiria, come fu perIsraele il giorno che uscì dal paese d'Egitto (Is. 11:1516)
Qui una strada per il resto del popolo superstite dall'Assiria significa la disposizione secondol'ordine.
843. Versetto 2 Le sorgenti dell'abisso e le cateratte del cielo si chiusero, e la pioggia si arrestò.Queste parole significano che la tentazione cessò. Le sorgenti dell'abisso, significano i malidella volontà. Le cateratte del cielo, significano le falsità dell'intelletto. La pioggia significala tentazione stessa in generale.
844. Da questo al sesto versetto è trattato il primo stato dell'uomo di questa chiesa, dopola tentazione; e ciò che è detto nel presente passo significa la cessazione della tentazione.Della sua tentazione, sia riguardo a ciò che è della volontà, sia riguardo a ciò che èdell'intelletto, è stato precedentemente trattato; e alla sua cessazione, in relazione alle cosedella volontà si fa riferimento con le sorgenti dell'abisso si chiusero. E alla sua cessazione, inrelazione alle cose dell'intelletto si fa riferimento con le cataratte del cielo si fermarono. Chequeste espressioni hanno tale significato è stato affermato e mostrato nel precedentecapitolo (Genesi 7:11); e anche che pioggia significa la tentazione stessa (Genesi 7:12), percui non c'è bisogno di soffermarsi più a lungo su questo argomento.
845. Il motivo per cui le sorgenti dell'abisso significano la tentazione riguardo a ciò che èdella volontà, e le cateratte del cielo la tentazione riguardo a ciò che è dell'intelletto, è che lecose della volontà dell'uomo sono influenzate dall'inferno, piuttosto che le cosedell'intelletto, a meno che questo non sia immerso nelle cupidità che sono dalla volontà. Imali, che sono dalla volontà, sono ciò che condanna l'uomo e lo spinge giù all'inferno, enon altrettanto le falsità, a meno che queste non siano congiunte con i mali, perché poi gliuni seguono gli altri. La verità di questa affermazione può essere vista esaminando lacondizione di coloro che sono nella falsità, e che nondimeno, sono salvati, che è il caso dimolti tra i non cristiani, che hanno vissuto nella carità naturale e nella misericordia, e tra icristiani che hanno creduto con semplicità di cuore. La loro ignoranza e semplicità li
giustifica, perché in essa vi può essere innocenza. Ma è altrimenti presso coloro che si sonoconfermati nelle falsità, e hanno così acquisito una tale vita di falsità che rifiutano erespingono tutta la verità; perché questa vita di falsità deve essere distrutta prima chequalunque cosa della verità e quindi del bene possa essere introdotta. Peggiore è la sortedi quelli che si sono confermati nelle falsità sotto l'influenza delle loro cupidità, in modoche le falsità e le cupidità sono venute a costituire una sola vita; perché questi sono coloroche si precipitano in un inferno. Questo è il motivo per cui la tentazione inerente ciò che èdella volontà è rappresentata dalle sorgenti dell'abisso che sono gli inferni, e la tentazioneinerente ciò che è dell'intelletto, dalle cateratte del cielo, che sono le nuvole, da cui provienela pioggia.
846. Versetto 3. E le acque gradualmente si ritirarono dalla terra, e dopo centocinquanta giornicalarono. Le acque gradualmente si ritirarono dalla terra, significa le fluttuazioni tra ciò cheè vero e ciò che è falso; e dopo centocinquanta giorni le acque calarono, significa che letentazioni cessarono. Centocinquanta giorni, qui come sopra, indica una conclusione.
847. E le acque gradualmente si ritirarono dalla terra. Che questo significa fluttuazioni tra ciòche è vero e ciò che è falso è evidente da ciò che è stato detto: che le acque del diluvio, oinondazioni, in relazione a Noè, significavano le tentazioni; perché il primo stato dopo latentazione, le acque gradualmente si ritirarono, non può significare nient'altro che lafluttuazione tra verità e falsità. La natura di questa fluttuazione, tuttavia, non può essereconosciuta finché noto è nota quale sia la tentazione, perché come è la tentazione, tale è lafluttuazione che segue. Quando la tentazione è celeste, allora la fluttuazione è tra il bene eil male; quando la tentazione è spirituale, la fluttuazione è tra ciò che è vero e ciò che èfalso; e quando la tentazione è naturale, la fluttuazione è tra le cose che appartengono allecupidità e quelle ad essa contrarie.
[2] Ci sono molti tipi di tentazioni, che sono in generale celesti, spirituali e naturali; equeste non debbono essere mai confuse. Tentazioni celesti possono esistere solo pressocoloro che sono nell'amore per il Signore, e quelle spirituali solo presso quelli che sononella carità verso il prossimo. Le tentazioni naturali sono del tutto distinte dalle prime, e ineffetti non sono tentazioni, ma semplicemente ansie derivanti dalle affezioni naturali,quando incombono disgrazie, malattie. Da questo breve resoconto può in qualche modoessere noto ciò che la tentazione è, vale a dire, l'angoscia e l'ansia generata da qualunquecosa si oppone alle affezioni di ciascuno. Così, presso coloro che sono nell'amore per ilSignore, qualunque cosa assalga questo amore produce una sofferenza intima, che è latentazione celeste. Presso coloro che sono nell'amore verso il prossimo, ovvero la carità,tutto ciò che assale questo amore causa tormento della coscienza, e questa è la tentazionespirituale.
[3] Ma presso chi è naturale, quelle che spesso sono chiamate tentazioni o rimorsi dellacoscienza non sono tentazioni, ma solo ansie causate dal fatto che le loro affezioni sonominacciate, come quando temono per la perdita dell'onore, e delle cose gradevoli delmondo, la reputazione, i piaceri, la vita del corpo e simili; tuttavia queste ansie sonosuscettibili di produrre un qualche bene. Le tentazioni sono inoltre sperimentate da coloroche sono nella carità naturale, e di conseguenza da tutti i tipi di eretici, dai seguaci di altrereligioni e dagli idolatri, e derivano da attacchi alla vita della loro fede che essi amano. Maqueste sono solo angustie che emulano le tentazioni spirituali.
848. Quando le tentazioni assalgono, è come se vi fosse una fluttuazione, e se latentazione era spirituale, è una fluttuazione tra ciò che è vero e ciò che è falso. Ciò puòessere sufficientemente evidente da questo, che la tentazione è l'inizio della rigenerazione;e come ogni rigenerazione ha per fine che l'uomo possa ricevere la nuova vita, o meglio,che egli possa ricevere la vita, e dal non essere uomo al poter essere fatto uomo, ovvero damorto ad essere reso vivente. Perciò, quando la sua vita precedente, che è solo animale,viene distrutta dalle tentazioni, egli non può che oscillare tra ciò che è vero e ciò che èfalso. La verità è dalla nuova vita, la falsità dalla vecchia. E a meno che la vita precedentenon è distrutta, e segue questa fluttuazione, è impossibile seminare qualsiasi semespirituale, perché non vi è alcun suolo.
[2] Quando poi la vita precedente è distrutta e ad essa segue la fluttuazione, l'uomo sa amalapena ciò che è vero e buono, e in effetti vi è ben poco di qualche cosa come la verità.Così, ad esempio, quando egli riflette sui beni della carità, ovvero le cosiddette buoneopere, e si interroga se egli possa compierle da se stesso e attribuirsene il merito, è in unatale oscurità che, quando è informato sul fatto che nessuno può fare il bene da se stesso odal suo proprio, e ancora meno attribuirsene il merito ma che tutto il bene viene dalSignore, e tutto il merito è unicamente suo egli si smarrisce nello stupore. E così è in tuttele altre questioni inerenti la fede; ciò nondimeno, le tenebre e l'oscurità della sua menteaffievoliscono e quest'ultima diventa sensibilmente e gradualmente illuminata.
[3] La rigenerazione è esattamente come la nascita dell'uomo e la sua infanzia. La suavita è allora molto oscura; egli sa quasi nulla, e quindi in un primo momento riceveimpressioni solo generali delle cose, che a poco a poco diventano più distinte quandoacquisiscono idee specifiche alle quali seguono particolari ancora più minuti. Così iconcetti generali sono illustrati dai particolari, in modo che il bambino impara non solol'esistenza delle cose, ma anche la loro natura e qualità. Così è presso tutti coloro cheemergono dalla tentazione spirituale; e lo stato di coloro nell'altra vita che sono stati nellafalsità e sono stati distrutti, in relazione alla loro falsità, è anche similare. Questo stato èchiamato fluttuazione, ed è qui descritto dalle acque che gradualmente si ritirarono.
849. E dopo centocinquanta giorni calarono. Che ciò significa la cessazione delle tentazioni,ora segue chiaramente da quanto è stato detto. Che centocinquanta giorni indica unaconclusione è evidente da quanto è stato detto di questo numero nel capitolo precedente(Genesi 7:24); quindi qui è la cessazione della fluttuazione e l'inizio di una nuova vita.
850. Versetto 4. E l'arca rimase sulle montagne di Ararat nel diciassettesimo giorno del settimomese. L'arca rimase, significa rigenerazione. Il settimo mese, significa ciò che è santo. Ildiciassettesimo giorno del mese, significa ciò che è nuovo; e i monti di Ararat,rappresentano la luce.
851. Che l'arca rimase significhi rigenerazione è evidente dal fatto che l'arca significal'uomo di questa chiesa; e che tutte le cose che conteneva significano tutte le cose che eranoin lui, come è stato compiutamente mostrato prima. Quando dunque si dice che l'arcarimase, significa che questo uomo era stato rigenerato. Il senso letterale effettivamentesembra implicare che il rimanere dell'arca significhi la cessazione delle fluttuazioni cheseguono alla tentazione (di cui si parla nel versetto precedente); tuttavia, le fluttuazioni,che sono i dubbi e l'oscurità riguardo a ciò che è vero e bene, non cessano, ma persistonoper lungo tempo, come risulterà evidente da quanto segue. Perciò è evidente che lasuccessione delle cose è differente nel senso interiore; e poiché questi sono arcani, èconsentito in questa sede di spiegarli. L'uomo spirituale, al pari dell'uomo celeste, dopoaver resistito alle tentazioni, diventa allo stesso modo il riposo del Signore; e in seguito,similmente egli diventa il settimo (non il settimo giorno, come l'uomo celeste) mese.(Riguardo all'uomo celeste in quanto riposo del Signore, ovvero sabato e settimo giorno, siveda sopra, n. 8488.) Poiché tuttavia c'è una differenza tra uomo celeste e uomo spirituale,il riposo del primo è espresso nella lingua originale con una parola che significa il sabato,mentre il riposo di quest'ultimo è espresso da un altro termine, da cui prende il nome Noè,che propriamente significa riposo.
852. Che il settimo mese significa ciò che è santo, è ampiamente evidente da quantoillustrato in precedenza (n. 8487, 395, 716). Questa santità corrisponde a quanto è statodetto riguardo all'uomo celeste (Genesi 2:3) che il settimo giorno era santificato, perché inesso Dio si riposò.
853. Che il diciassettesimo giorno significa ciò che è nuovo, è evidente da quanto è statodetto e mostrato dello stesso numero nel capitolo precedente (Gen. 7:11; n. 755), dove siintende un inizio; e ogni inizio è qualcosa di nuovo.
854. Che i monti di Ararat significano la luce è evidente dal significato di montagna, che èil bene dell'amore e della carità (n. 795); e dal significato di Ararat, che è la luce, e infatti,con esse e si intende la luce del rigenerato. La nuova luce, o la prima luce del rigenerato,non deriva mai la sua esistenza dalle conoscenze delle verità della fede, ma dalla carità. Le
verità della fede sono come raggi di luce; l'amore o la carità è come una fiamma; e la lucedi colui che viene rigenerato non è dalle verità della fede, ma dalla carità, essendo le stesseverità della fede raggi di luce che si dipartono da essa. Quindi è evidente che i monti diArarat significano tale luce. Questa è la prima luce percepita dopo la tentazione, edessendo la prima, è oscura, ed è chiamata lumen, non lux.
855. Da queste cose è ora evidente ciò che questo versetto nel senso interiore significa,cioè, che l'uomo spirituale è un santo riposo, in virtù di una nuova luce intellettuale chederiva dalla carità. Queste verità sono percepite dagli angeli in una varietà cosìmeravigliosa, e in un ordine così mirabile, di cui l'uomo non potrebbe comprendere altroche un'unica idea, di migliaia e migliaia di cose in una serie molteplice che come tali, nonpossono essere descritte. Tale è la Parola del Signore attraverso il suo senso interiore,anche quando nel senso letterale sembra essere una mera storia, come quando qui è dettoche l'arca si fermò nel diciassettesimo giorno del settimo mese, sui monti di Ararat.
856. Versetto 5. E le acque calarono gradualmente fino al decimo mese. Il primo giorno deldecimo mese, emersero le cime delle montagne. E le acque calarono gradualmente, significa chele falsità cominciarono a scomparire. Il decimo mese, significa le verità che fanno parte deiresti. Il primo giorno del mese le cime delle montagna emersero, significa che le veritàdella fede, cominciarono ad affiorare.
857. E le acque calarono gradualmente. Che questo significa che falsità cominciarono ascomparire è evidente dalle parole stesse, nonché da quanto sopra mostrato (versetto 3),dove si dice che le acque si ritirarono, gradualmente. Qui si dice che le acque calaronogradualmente e come per la locuzione precedente, sono intese le fluttuazioni tra ciò che èvero e ciò che è falso, ma queste ultime fluttuazioni sono diminuite. Perché nellefluttuazioni successive alla tentazione (come prima detto) l'uomo non sa cosa sia la verità,ma gradualmente le fluttuazioni cessano, così appare la luce della verità. La ragione di ciòè che, finché l'uomo è in un tale stato, l'uomo interno, cioè il Signore attraverso l'uomointerno, non può operare sull'esterno. Nell'uomo interno sono i resti, che sono le affezionidi ciò che è bene e vero, come descritto in precedenza; nell'esterno sono presenti lecupidità e le falsità che ne derivano; e finché queste ultime non sono sottomesse ed estinte,la strada non è aperta per i beni e le verità provenienti dall'interno, cioè attraversol'interno dal Signore.
[2] Le tentazioni, dunque, hanno per scopo che gli esterni dell'uomo possano esseresottomessi e quindi essere resi obbedienti ai suoi interni, come può essere evidente pertutti dal fatto che non appena gli amori dell'uomo sono aggrediti e spezzati (come in casodi disgrazie, malattia e dispiaceri), le sue cupidità cominciano a placarsi, e allo stessotempo, egli comincia a parlare piamente; ma non appena ritorna nel suo stato precedente,l'uomo esterno prevale ed egli pensa scarsamente a queste cose. Lo stesso accade in punto
di morte, quando le cose corporee cominciano a estinguersi; e quindi tutti possono vederecosa è l'uomo interno, e cosa il suo esterno; e anche cosa è ciò che resta, e come le cupiditàe i piaceri, che sono dell'uomo esterno, ostacolano l'azione del Signore, attraverso l'uomointerno. Da ciò è anche chiaro a tutti il risultato delle tentazioni, ovvero del tormentointeriore denominato rimorso di coscienza, vale a dire, che l'uomo esterno è resoobbediente al suo interno. L'obbedienza dell'uomo esterno non è altro che questo: che leaffezioni di ciò che è bene e vero non siano ostacolate, contrastate e soffocate dalle cupiditàe dalle falsità che ne derivano. La cessazione delle cupidità e delle falsità è descrittaattraverso le acque calarono gradualmente.
858. Che il decimo mese indica le verità che sono in ciò che resta, è evidente dal significatodi dieci, che concerne i resti (n. 576.); e da quanto detto sopra riguardo ai resti nell'uomointerno.
859. Che nel primo giorno del mese le cime delle montagne emersero significhi che le veritàdella fede iniziarono ad affiorare, è evidente dal significato di montagne (n. 795), essendoqueste rappresentative dei beni dell'amore e della carità. Le loro cime cominciano avedersi quando l'uomo viene rigenerato, e viene dotato della coscienza, e quindi dellacarità. Chi immagina di vedere le cime delle montagne, ovvero le verità della fede, perqualsiasi altra causa diverse dai beni dell'amore e della carità, si inganna alquanto, perchésenza di esse vede nello stesso modo degli ebrei e dei profani. Le cime delle montagne sonole prime luci che appaiono.
860. Da queste cose è anche evidente che ogni rigenerazione procede dalla sera allamattina, come si afferma per sei volte nel primo capitolo della Genesi, dove si tratta dellarigenerazione dell'uomo, e dove la sera è descritta nei versetti 2 e 3; e la mattina nei versetti4 e 5. In questo passo il sorgere delle prime luci, ovvero lo stato di questo mattino èdescritto attraverso le cime delle montagne emersero.
861. Versetto 6. E avvenne che alla fine del quarantesimo giorno Noè apri la finestra che avevafatto nell'arca. E avvenne che alla fine del quarantesimo giorno, significa la durata delprimo stato e l'inizio del successivo. Noè aprì la finestra che aveva fatto nell'arca, significaun secondo stato, quando le verità della fede gli apparvero.
862. E avvenne che alla fine del quarantesimo giorno. Che questo significa la durata dellostato precedente, e l'inizio del successivo, è evidente dal significato di quaranta, che è statospiegato al n. 730, dove, trattando della tentazione, si dice quaranta giorni e quaranta notti,per indicare la durata della tentazione. Ma poiché il soggetto qui è lo stato successivo allatentazione, si dice quaranta giorni, ma non quaranta notti. Il motivo è che la carità, che nellaParola è espressa dal giorno ed è chiamata giorno, ora comincia ad apparire. E la fede cheprecede non essendo congiunta con la carità, viene paragonata alla notte ed è chiamata
notte (come in Genesi 1:16, e in altri luoghi della Parola). Nella Parola la fede è chiamataanche notte per il fatto che riceve la sua luce dalla carità, come la luna fa attraverso il sole.Di qui, la fede è paragonata alla luna ed è chiamata luna. E l'amore, ovvero la carità vieneparagonata con il sole ed è chiamata sole. Quaranta giorni (o la durata che essi significano)fanno riferimento sia a ciò che precede, sia a ciò che segue, perciò si dice, alla fine delquarantesimo giorno. Quindi, significano la durata del primo stato e l'inizio di ciò di cui orasi tratta. Qui dunque inizia la descrizione del secondo stato dell'uomo di questa chiesadopo la tentazione.
863. Noè apri la finestra che aveva fatto nell'arca. Che questo significa un secondo stato,quando appaiono a lui le verità della fede, è evidente dalle ultime parole del versettoprecedente: le cime delle montagne emersero e dal loro significato, come anche dal significatodi finestra (vedi n. 655) vale a dire l'intelletto, o, il che è lo stesso, la verità della fede; esimilmente dal suo essere il primo sorgere della luce. Riguardo all'intelletto, o verità dellafede, rappresentata dalla finestra, si può osservare qui come sopra, che nessuna verità dellafede è possibile se non dal bene dell'amore o della carità, in quanto non vi può essereautentica comprensione salvo che attraverso ciò che è della volontà. Se si rimuove quelloche è della volontà, non c'è alcun intelletto, come è stato spesso mostrato; quindi neconsegue che se si rimuove la carità, non c'è alcuna fede. E siccome la volontà dell'uomo èmera avidità, al fine di prevenire l'immersione di ciò che è del suo intelletto, ovvero laverità della fede, nella sua cupidità, il Signore ha mirabilmente provveduto affinché ciòche è dell'intelletto sia separato da ciò che è della volontà dell'uomo, con un certo mezzo,che è la coscienza, e in cui la carità può essere impiantata. Senza questa mirabileprovvidenza nessuno mai avrebbe potuto essere salvato.
864. Versetto 7. E mandò un corvo che uscì e ritornò finché le acque furono prosciugate dallaterra. E mandò un corvo che uscì e ritornò, significa che le falsità ancora recavanoturbamento. Con il corvo, si intendono le falsità; e per uscire e ritornare, si intende che taleera il loro stato. Finché le acque furono prosciugate dalla terra, significa l'apparentedispersione delle falsità.
865. E mandò un corvo che uscì e ritornò. Che qui si intende che le falsità recavano ancoraturbamento è evidente dal significato di corvo e di uscire e ritornare, riguardo ai quali saràdetto di più in seguito. In questo passo viene descritto il secondo stato dell'uomo che deveessere rigenerato, dopo la tentazione, quando le verità della fede, come il primo sorgeredella luce, cominciano ad apparire. Tale è la natura di questo stato che le falsità recanocontinuamente disturbo, in modo che assomiglia al crepuscolo del mattino, quando un po'dell'oscurità della notte rimane; cosa che è qui rappresentata dal corvo. Le falsità pressol'uomo spirituale, in particolare prima della sua rigenerazione, sono come il denso mantodi una nuvola. La ragione è che egli non può conoscere alcunché della verità della fede se
non da ciò che viene rivelato nella Parola, dove tutte le cose sono espresse in modogenerale; e i concetti generali sono come la coltre di una nuvola, perché ogni generalecomprende in sé migliaia e migliaia di elementi particolari, e ogni particolare migliaia emigliaia di elementi singolari, essendo tutti i generali illustrati dai particolari e daisingolari. Questi non sono mai stati rivelati all'uomo, perché entrambi sono indescrivibili einconcepibili, e quindi non possono essere riconosciuti né si può credere alla loroesistenza, perché sono in contrasto con la fallacia delle percezioni sensoriali dell'uomo, alcui superamento l'uomo difficilmente acconsente.
[2] È del tutto altrimenti presso l'uomo celeste, che è dotato della percezione dal Signore.Perché in lui i particolari e i singolari possono essere insinuati. Per esempio: che l'autenticomatrimonio è quello di un uomo con una moglie; e che tale matrimonio è rappresentativodel matrimonio celeste e quindi la felicità celeste può essere in esso, e giammai in unmatrimonio di un uomo con una pluralità di mogli. L'uomo spirituale, che conosce questodalla Parola del Signore, vi acconsente, e quindi assume come una questione di coscienzache il matrimonio con più di una moglie è un peccato; ma egli non conosce questo soggettonel dettaglio. L'uomo celeste invece percepisce migliaia di cose che confermano questoconcetto generale, in un modo tale che il matrimonio con più mogli suscita la suaripugnanza. Poiché l'uomo spirituale conosce solo i concetti generali, e la sua coscienza ècostituita da questi; e siccome i concetti generali sono stati esposti nella Parola in manieratale da risultare compatibili con la fallacia dei sensi, è evidente che innumerevoli falsità,che non possono essere disperse, aderiscono e si insinuano in essi. Queste falsità sono quirappresentate dal corvo che uscì e ritornò.
866. Che il corvo significa le falsità è evidente in modo generale da quanto è stato detto emostrato sopra riguardo agli uccelli, che significano le cose dell'intelletto, della ragione edella memoria, e anche l'opposto, che sono i ragionamenti e le falsità. Entrambi questiultimi sono descritti nella Parola attraverso varie specie di uccelli. Le verità dell'intelletto,attraverso uccelli gentili, belli e puri; e le falsità attraverso uccelli famelici, brutti e sporchi,a seconda della specie della verità o della falsità. Falsità grossolane e ingenti sonorappresentate da gufi e corvi; da gufi perché vivono nel buio della notte e da corvi, perchésono di un colore nero. Come in Isaia:
Il gufo e anche il corvo vi dimoreranno (Is. 34:11)
dove la chiesa ebraica è descritta come dimora di palesi falsità rappresentate dal gufo e dalcorvo.
867. Che uscì e ritornò significhi che tale era il loro stato, è evidente dalle falsità pressol'uomo nel suo primo stato e nel secondo stato dopo la tentazione, e cioè che le falsitàimperversano, vanno e vengono, per il motivo sopra esposto; che l'uomo in quel momentoè, e può essere solo nella conoscenza delle cose più generali, sulle quali fluiscono lefantasie emergenti dalle cose corporee, sensuali e mondane, che sono in contrasto con leverità della fede.
868. Finché le acque furono prosciugate sulla terra. Che questo indica l'apparentedissipazione delle falsità è evidente dallo stato dell'uomo quando viene rigenerato. Tutticredono attualmente che i mali e le falsità nell'uomo siano del tutto separati e rimossidurante la rigenerazione, in modo che quando egli diventa rigenerato, nulla del male, odella falsità rimane, ed egli è puro e giusto, come qualcosa che è stato lavato e purificatocon acqua. Questo concetto è, tuttavia, del tutto falso; perché non un solo male, né la falsitàpossono essere scrollati di dosso e rimossi. E ciò che è stato ereditato dall'infanzia, eacquisito con azioni e opere, rimane. Così l'uomo, nonostante sia rigenerato, non è altroche male e falsità, come viene mostrato alla vita delle anime dopo la morte. La verità diquesta affermazione è chiaramente manifesta dalla considerazione, che non vi è nulla delbene né della verità nell'uomo se non dal Signore, e che tutto il male e la falsità sononell'uomo, dal suo proprio; e che l'uomo, lo spirito, e anche l'angelo, se lasciatominimamente in se stesso, si precipiterebbe in un inferno. Perciò è anche detto nella Parolache il cielo non è puro. Questo è riconosciuto dagli angeli, e chi non lo riconosce non puòessere tra gli angeli. È soltanto la misericordia del Signore che li libera, e li tira fuoridall'inferno e impedisce loro di precipitarsi là da loro stessi. Che siano trattenuti dalSignore, dal precipitarsi in un inferno, è chiaramente percepito dagli angeli, e in qualchemisura anche dagli spiriti retti. Gli spiriti maligni, tuttavia, come gli uomini, non credonociò ; ma spesso è stato dimostrato loro quanto, per Divina misericordia del Signore, saràdetto dall'esperienza, qui di seguito.
[2] Poiché dunque lo stato dell'uomo è tale che il male e la falsità non possono mai esserescrollati di dosso, né rimossi, perché la sua vita consiste esattamente nel male e nel falso, ilSignore, per Divina misericordia, mentre rigenera l'uomo, attraverso le tentazionisoggioga così i suoi mali e le falsità che appaiono come estinti, sebbene non lo siano, sonosemplicemente sottomessi, in modo che non possano combattere contro i beni e le veritàche sono dal Signore. Allo stesso tempo, il Signore, attraverso le tentazioni, dà all'uomoanche una nuova facoltà di ricevere i beni e le verità, dotandolo delle idee e delle affezionidel bene e della verità (a cui i mali e le falsità possono essere piegati) e ispirando nelle suecognizioni generali (di cui sopra) i particolari, e in questi, i singolari, che sono custoditinell'uomo a sua insaputa, perché sono interiori alla sfera della sua comprensione epercezione. Questi sono di natura tale da servire come ricettacoli o contenitori,in modo che la carità possa essere insinuata in loro dal Signore, e nella carità, l'innocenza.
Questa splendida tempra presso l'uomo, lo spirito e l'angelo, può essere rappresentata, dauna sorta di arcobaleno, e per questo motivo l'arcobaleno è stato eretto a segnodell'alleanza (Genesi 9:1217), in merito al quale, per misericordia Divina del Signore, sitratterà in quel capitolo. Quando l'uomo è stato così formato, si dice che è rigenerato, purrestando presso di lui tutti i suoi mali e le sue falsità, ma allo stesso tempo egli èpreservato da tutti i suoi beni e dalle sue verità. Tutti i mali e le falsità dell'uomo malvagiotornano nell'altra vita esattamente come erano nella vita del corpo, e sono mutate infantasie infernali e punizioni. Viceversa, presso l'uomo retto, tutti i suoi stati di bene everità, come l'amicizia, la carità e l'innocenza, sono richiamati nell'altra vita e, insieme conle loro delizie e felicità, sono immensamente amplificati e moltiplicati. Queste cose sonociò che si intende per il prosciugamento delle acque, vale a dire la dispersione delle falsità.
869. Versetto 8. E mandò una colomba che era presso di sé, per vedere se le acque si fosseroritirate dalle facce del suolo. Con la colomba, si intendono le verità e beni della fede pressocolui che deve essere rigenerato. E mandò una colomba per vedere, significa lo stato diricezione delle verità e dei beni della fede. Se le acque si fossero ritirate, significa le falsitàche ostacolano. Le facce della suolo, significano le cose che sono nell'uomo della chiesa; sidice suolo, perché questo è il primo stato in cui l'uomo diventa una chiesa.
870. Che per la colomba si intendano le verità e i beni della fede presso colui che deveessere rigenerato è evidente dal significato di colomba nella Parola, in particolare la colomba,che si posò su Gesù quando fu battezzato, di cui leggiamo in Matteo:
Quando Gesù fu battezzato, uscì subito fuori dall'acqua, ed ecco i cieli si aprirono, ed egli videlo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui (Matteo 3:16; Giovanni 1:32; Luca3:2122; Marco 1:1011)
Qui la colomba non significava altro che la santità della fede; e il battesimo la rigenerazione;volendo intendere, in relazione alla nuova chiesa che doveva sorgere, la verità e il benedella fede, che è ricevuto attraverso la rigenerazione dal Signore. Cose simili sono staterappresentate attraverso le colombe o le tortore offerte in sacrificio e olocausto nella chiesaebraica, di cui leggiamo in Levitico (Lv. 1:1417; 5:710, 12:6, 8; 14:21, 22, 15:14, 29, 30;Num. 6:10, 11; Luca 2:2224), come è evidente dai diversi passi. Che avessero un talesignificato tutti possono comprenderlo dalla sola considerazione che essi devononecessariamente rappresentare qualcosa; perché altrimenti non avrebbero alcun significatoe non sarebbero in alcun modo Divini; perché ciò che è esteriore della chiesa è qualcosa diinanimato, e vive attraverso ciò che è interiore, e questo dal Signore.
[2] Che una colomba in generale significhi le cose intellettuali della fede, è evidente anchenei profeti, come in Osea:
Efraim sarà come una colomba stupida e senza giudizio; ora chiamano l'Egitto; ora vanno inAssiria (Os. 7:11)
E ancora, riguardo a Efraim:
Torneranno, come uccelli dall'Egitto, e come colombe dal paese d'Assiria (Os. 11:11)
Qui Efraim rappresenta colui che è intelligente, Egitto colui che ha la scienza, Assiria coluiche è razionale, colomba ciò che attiene alle cose intellettuali della fede. Qui anche ilsoggetto è la rigenerazione della chiesa spirituale. Ancora in Davide:
O Signore, non consegnare la vita della tua tortora, alle fiere (Salmi 74:19)
dove fiere rappresenta coloro che non sono in alcuna carità; la vita della tortora, la vita difede. Si veda anche ciò che è stato detto e mostrato in precedenza sugli uccelli, chesignificano le cose intellettuali: quelli mansueti, incantevoli, puri e utili, le verità e i beniintellettuali; e gli uccelli feroci, brutti, impuri e inutili, il contrario, ovvero le falsità, come ilcorvo, che qui è opposto alla colomba.
871. E mandò una colomba per vedere. Che questo significa uno stato di ricezione delleverità e dei beni della fede è evidente dalla successione delle cose, come anche da quantosegue, dove sono esposti i tre stati di rigenerazione di questo uomo, dopo le tentazioni,che sono rappresentati dal fatto che la colomba è inviata per tre volte. Qui il senso letteralelascia intendere la sua esplorazione; poiché è detto che egli mandò fuori la colomba pervedere, se le acque si fossero ritirate; cioè se le falsità erano ancora così pervasive i beni e leverità non potevano essere ricevuti. Ma presso il Signore non vi è alcuna esplorazione,perché egli conosce tutte le cose, sia in generale, sia in particolare. Nel significato interiorequindi, le parole significano, non l'esplorazione, ma lo stato, e qui nello specifico, il primostato, quando le falsità erano ancora di ostacolo, che è significato dalle parole, se le acque sifossero ritirate.
872. Che per le facce del suolo si intendano quelle cose che sono nell'uomo della chiesa, eche il suolo è menzionato perché questo è il primo stato quando l'uomo sta diventando una
chiesa, è evidente dal significato di suolo (si veda sopra), cioè l'uomo della chiesa, che sichiama suolo quando i beni e la verità della fede possono essere seminate in lui, ma primadi ciò egli è chiamato terra. Così nel primo capitolo della Genesi, prima che l'uomo diventiceleste, è denominato terra. E quando è diventato celeste, come descritto nel secondocapitolo, è chiamato suolo e campo. È lo stesso in questo capitolo. Semplicemente dalleparole terra e suolo si può vedere che cosa è inteso nel significato interiore, non solo qui,ma in tutta la Parola. Con suolo nel senso universale è significata la chiesa; e diconseguenza, è anche significato l'uomo della chiesa; perché, come si è detto prima, ogniuomo della chiesa è una chiesa.
873. Versetto 9. Ma la colomba non trovò dove posare le zampe e tornò da lui all'arca perché leacque ricoprivano completamente le facce della terra. Ed egli stese la mano, la prese e la riportòpresso di sé nell'arca. Ma la colomba non trovò dove posare le zampe, significa che nulla delbene e della verità della fede potevano ancora mettere radici. E tornò da lui all'arca,significa che il bene e la verità apparivano a lui, come se fossero dalla fede. Perché le acquericoprivano completamente le facce della terra, significa che le falsità erano ancoratraboccanti. Ed egli stese la mano, significa la sua potenza. E la prese e la riportò presso disé nell'arca, significa che egli fece ciò che era bene e pensò ciò che era vero da se stesso.
874. Qui è descritto il primo stato della rigenerazione dell'uomo di questa chiesa dopo latentazione, che è comune a tutti quelli che vengono rigenerati; vale a dire, che essisuppongono di fare ciò che è bene e pensare ciò che è vero da loro stessi; e siccome sonoancora in una grande oscurità, il Signore permette che indugino in questi ragionamenti.Ma tutto il bene che compiono e tutta la verità che pensano mentre sono in taleimmaginazione non è il bene e la verità della fede. Perché qualunque cosa l'uomo producada se stesso, non può essere bene, perché è da se stesso cioè, da una fonte che è impura eimmonda. Da questa fonte impura e immonda non può scaturire mai alcun bene, perchél'uomo è sempre nel pensiero del proprio merito e della propria giustizia; e alcuni arrivanoal punto di disprezzare gli altri in confronto con se stessi, come il Signore insegna in Luca18: 914; e altri sbagliano in altri modi. Le cupidità del proprio dell'uomo si mescolano traloro, in modo che ciò che esteriormente appare essere bene, interiormente è sozzura. Perquesto motivo il bene che l'uomo fa in questo stato non è il bene della fede; e il caso è lostesso con ciò che egli assume essere la verità, perché anche quando ciò che egli ritiene,possa essere autenticamente vero, tuttavia fin tanto che procede dal suo proprio èeffettivamente la verità della fede, ma il bene della fede non è in essa; e tutta la verità,affinché sia verità della fede deve avere in essa, dal Signore, il bene della fede. Allora perla prima volta ci sono il bene e la verità.
875. Ma la colomba non trovò dove posare le zampe. Che questo significa che nulla del bene edella verità della fede, poteva ancora mettere radice, è evidente dal significato di colomba
cioè, verità della fede, e dal significato di posare le zampe, vale a dire, mettere radici. Laragione per cui non poteva mettere radici è spiegata nel seguito, e cioè che falsità eranoancora traboccanti. Ma ciò non può essere compreso se non è noto in che modo larigenerazione dell'uomo spirituale viene effettuata.
[2] Presso questo uomo le conoscenze della fede devono essere impiantate nella suamemoria dalla Parola del Signore, o dalle cose dottrinali da essa derivate (che l'anticachiesa attingeva da ciò che è stato rivelato alla chiesa più antica), e quindi la sua menteintellettuale deve essere istruita. Ma fino a quando in essa traboccano le falsità, le veritàdella fede, comunque seminate, non possono mettere radici. Rimangono sulla superficie,cioè nella memoria; né il suolo è adatto per esse fino a quando le falsità non sono statedisperse in modo che non appaiono, come si è detto prima.
[3] Il suolo autentico di questo uomo viene preparato nella sua mente intellettuale, equando è stato preparato, il bene della carità è insinuato dal Signore, e da questo, lacoscienza, da cui poi egli agisce, cioè, attraverso cui il Signore opera il bene e verità dellafede. Così il Signore rende le cose intellettuali di questo uomo distinte da quelle della suavolontà, in modo che non siano mai unite; perché se fossero unite, egli perirebbe in eterno.
[4] Presso l'uomo della chiesa più antica le cose dell'intelletto erano unite a quelle dellavolontà, come sono anche presso gli angeli celesti. Ma presso l'uomo di questa chiesaantica non erano unite, né lo sono presso ogni uomo spirituale. Sembra infatti come se ilbene della carità che egli faccia sia dalla sua volontà, ma questa è solo un'erroneaapparenza. Tutto il bene della carità che egli compie procede unicamente dal Signore, nondalla volontà, ma attraverso la coscienza. Se il Signore lasciasse minimamente agire l'uomodalla sua propria volontà, invece del bene questi opererebbe male, odio, vendetta ecrudeltà.
[5] È lo stesso per la verità che l'uomo spirituale pensa e pronuncia: se non pensasse, néparlasse dalla coscienza, e quindi dal bene che è del Signore, egli non potrebbe maipensare né dire la verità se non come fanno i diavoli dell'inferno quando si fingono angelidi luce. Tutto ciò è chiaramente manifesto nell'altra vita. Da queste cose è evidente in chemodo avviene e ciò che è la rigenerazione dell'uomo spirituale: invero essa è laseparazione della sua parte intellettuale dalla sua volontà, mediante la coscienza, che èformata dal Signore nella sua parte intellettuale. E tutto ciò che è fatto per mezzo di essaappare come sia fatto dalla volontà dell'uomo, ma in realtà è fatto dal Signore.
876. E tornò da lui all'arca. Che questo significa il bene e la verità che appaiono come sefossero dalla fede, è evidente da ciò che è stato detto, e anche da quanto segue. Nelsignificato interiore, tornare all'arca non significa liberazione, perché ciò è rappresentatodall'essere mandato e non dal tornare, come è evidente da quanto segue, nel dodicesimo
versetto, ove egli mandò la colomba ed essa non tornò più a lui; e inoltre nei versiquindicesimo e sedicesimo ove è comandato a Noè di uscire dall'arca; e nel versettodiciottesimo, dove egli uscì. L'arca indica lo stato dell'uomo di questa chiesa prima dellarigenerazione, in cui era in cattività, ovvero prigioniero e minacciato da tutte le parti, daimali e dalle falsità, o dalle acque del diluvio. E così, il fatto che la colomba torni da Noèall'arca, significa che il bene e la verità rappresentati dalla colomba tornarono di nuovopresso l'uomo. Perché qualunque bene, un uomo supponga di fare da se stesso, torna a lui,dal momento che concerne se stesso; perché egli lo fa o per ostentarlo al mondo, o agliangeli, o affinché possa meritare il cielo, o affinché possa essere il più grande nel cielo.Queste cose sono nel proprio dell'uomo e in ogni sua idea, anche se esteriormente c'è unaparvenza del bene e della verità della fede. Il bene e la verità della fede sono interiormentebene e verità dal loro intimo; cioè tutto il bene e la verità della fede fluiscono dal Signoreattraverso l'intimo dell'uomo. Ma quando ciò che un uomo fa è dal suo proprio, ovvero dalmerito, allora gli interni sono impuri e gli esterni appaiono puri; proprio come con unaprostituta che appare attraente nel volto; o come una mummia etiope, o meglio, egiziana,avvolta in un indumento bianco.
877. Perché le acque erano sulle facce di tutta la terra. Che questo significa che le falsità eranoancora traboccanti è evidente dal significato delle acque del diluvio, cioè le falsità (che èstato sufficientemente dimostrato in precedenza), e anche dalle parole stesse.
878. Egli stese la mano, la prese e la portò con sé nell'arca. Che questo significa il suo potere, eche egli fece ciò che era bene e pensò ciò che era vero da se stesso, è evidente dalsignificato di mano cioè potenza, e quindi il suo potere da cui ha fatto queste cose. Perchéstendere la mano, prendere la colomba e portarla con sé, significa attribuire a se stesso la veritàrappresentata dalla colomba. Che per mano è inteso il potere e anche l'autorità e la fiducia inse stessi che ne deriva, è evidente da molti passi della Parola, come in Isaia:
Io punirò il frutto della grandezza del cuore del re di Assiria perché egli ha detto, Per la forzadella mia mano ho agito e per la mia sapienza, perché sono intelligente (Isaia 10:1213)
dove mano denota chiaramente la sua forza alla quale egli attribuì ciò che fece, e questa èstata la causa della sua punizione. Nello stesso profeta:
Moab stenderà lì le mani, come il nuotatore nell'atto di nuotare, e sarà umiliato il suo orgogliocon le cateratte sulle sue mani (Isaia 25:11)
dove le mani denotano la forza del proprio dell'uomo, da cui egli considera se stesso sopragli altri, quindi dell'orgoglio.
[2] Nello stesso profeta:
I loro abitanti avevano le mani corte, erano impauriti e coperti di vergogna (Isaia 37:27)
mani corte significa prive di forza. Nello stesso profeta:
L'argilla dirà forse al vasaio, Che hai fatto? E la tua opera è senza mani? (Isaia 45:9)
Qui essere senza mani significa non avere alcun potere. In Ezechiele:
Il re farà cordoglio, e il principe si rivestirà di stupore, e le mani del popolo del paese sarannoturbate (Ez. 7:27)
dove le mani denotano il potere. In Michea:
Guai a quelli che meditano l'iniquità e opere malvagie nei loro letti; alla luce del mattino locompiono, perché la mano è il loro Dio (Michea 2:1)
dove mano indica il proprio potere in cui essi confidano, come loro Dio. In Zaccaria:
Guai al pastore del nulla, che abbandona il gregge; la spada sarà sul suo braccio e sul suo occhiodestro. Il suo braccio avvizzirà, e il suo occhio destro sarà completamente oscurato (Zaccaria.11:17)
[3] Siccome mani significa poteri, i mali e falsità dell'uomo sono continuamente chiamatinella Parola le opere delle sue mani. I mali sono dal proprio della volontà dell'uomo, le falsitàsono dal proprio del suo intelletto. Che questa sia la sorgente dei mali e delle falsità èevidente dalla natura del proprio dell'uomo, che non è altro che male e falso (come si puòvedere sopra, n. 39, 41, 141, 150, 154, 210, 215). Poiché mani in generale significano potere,molte volte nella Parola le mani sono attribuite a Jehovah, o al Signore, e quindi per mani"
è intesa, nel significato interiore, l'onnipotenza, come in Isaia:
Signore, la tua mano è alzata (Is. 26:11)
che indica il potere Divino. Nello stesso profeta:
Il Signore stende la sua mano, e tutti periscono (Isaia 31:3)
che indica il potere Divino. Nello stesso profeta:
Sull'opera delle mie mani osate impartirmi ordini? Le mie mani hanno disteso i cieli e tutte leloro schiere impartisco ordini (Is. 45:11, 12)
che indica il potere Divino. Il rigenerato è spesso chiamato nella Parola opera delle manidel Signore. Nello stesso profeta:
La mia mano ha posto le fondamenta della terra, e la mia mano destra ha misurato i cieli con ilpalmo (Is. 48:13)
dove mano e destra rappresentano l'onnipotenza.
[4] Nello stesso profeta:
È così corta la mia mano che non può redimere? Oppure non ho la forza per liberare? (Isaia 50:2)
che indica la potenza Divina. In Geremia:
Tu hai fatto il cielo e la terra con la tua gran potenza e col tuo braccio steso; ed hai portato il tuopopolo fuori dal paese d'Egitto con segni e prodigi, con una mano forte e con un braccio steso(Ger. 32:17, 21)
che indica la potenza Divina; la potenza è nominata nel diciassettesimo versetto, e la manonel ventunesimo. Che Israele fu portato fuori dall'Egitto con mano forte e braccio steso èun'espressione ricorrente. In Ezechiele:
Così dice Jehovih il Signore, Nel giorno in cui ho scelto Israele, e ho steso la mia mano fino allaprogenie della casa di Giacobbe, e ho mi sono manifestato a loro nel paese d'Egitto, ho steso lamia mano verso loro, per farli uscire dal paese d'Egitto (Ez. 20:56, 23)
In Mosè:
Israele vide la grande mano con la quale il Signore ha agito contro gli Egiziani (Es. 14:31)
[5] Che per mano si intenda la potenza è ormai chiaramente manifesto da questi passi.Infatti la mano è così sinonimo di potenza che ne è divenuto anche il suo rappresentante,come è evidente dai miracoli che sono stati fatti in Egitto, quando a Mosè fu comandato distendere il suo bastone, o la mano, e così si sono compiuti; come in Esodo:
Mosè stese il suo bastone verso il cielo, e il Signore fece piovere grandine sul paese d'Egitto(Esodo 9:22, 23).
Mosè stese la sua mano verso il cielo, e ci furono dense tenebre (Es 10:21, 22)
Mosè stese la mano sul mare, e il Signore rese asciutto il mare; e Mosè stese la sua mano sulmare, e il mare ritornò al suo livello abituale (Es. 14:21, 27)
Nessuno che sia dotato della capacità di ragionare correttamente può credere che vi fosseun tale potere nella mano o nella verga di Mosè, ma poiché il sollevare e lo stendere lamano fa riferimento alla potenza Divina, è diventata una figura rappresentativa nellachiesa ebraica.
[6] Allo stesso modo quando Giosuè tese la lancia, in Giosuè:
E il Signore disse a Giosuè: Stendi la lancia che hai in mano verso Ai; perché la darò nelle tuemani; e non appena Giosuè stese la lancia che aveva in mano verso la città, entrarono nella città
e la conquistarono. E Giosuè non ritirò la mano che brandiva la lancia, finché tutti gli abitanti diAi non furono sacrificati (Giosuè 8:18, 26)
Da ciò vengono in rilievo le figure rappresentative che erano l'esteriore della chiesaebraica; e anche nella Parola il cui significato esteriore non sembra essere rappresentativodel Signore e del suo regno, come qui lo stendere la mano, e così pure tutte le altre cose,che non hanno alcun aspetto rappresentativo, laddove la mente si sofferma solo sullanarrazione storica. È evidente anche quanto gli ebrei fossero regrediti dalla comprensioneautentica della Parola e dei riti della chiesa, riducendo tutto il culto al solo aspettoesteriore, fino al punto di attribuire il potere alla verga di Mosè e alla lancia di Giosuè,quando invece non c'era più potere in essi che nel legno. Ma poiché l'onnipotenza delSignore era così rappresentata, e ciò si comprende nel cielo quando essi stendevano la loromano o la verga, di qui derivavano i segni e i miracoli.
[7] Così anche era quando Mosè sulla cima della collina alzò le mani, e Giosuè prevalse; equando abbassò le sue mani, Giosuè fu sconfitto; e quindi tennero le sue mani sollevate(Es. 17:913). Allo stesso modo le mani venivano imposte su coloro che dovevano essereconsacrati, come il popolo con i leviti (Num. 8:9, 10, 12), e Mosè con Giosuè, quando questiprese il suo posto (Num. 27:18, 23), in modo che il potere potesse così essere conferito. Diqui discendono anche i riti ancora osservati di inaugurazione e benedizione mediantel'imposizione delle mani. In quale misura la mano sia significativa e rappresentativa dellapotenza, è evidente da ciò che viene detto nella Parola riguardo a Uzza e Geroboamo. DiUzza è detto che egli introdusse la mano nell'arca di Dio, la prese, e quindi morì (2 Sam 6:6, 7). L'arca rappresenta il Signore, e quindi tutto ciò che è santo e celeste. Il fatto che Uzzaintrodusse la mano nell'arca, è significativo del potere proprio dell'uomo, ovvero, ciò che èil suo proprio. E siccome questo è profano, la parola mano è compresa, ma non espressa,affinché non sia percepito dagli angeli che una cosa profana abbia toccato ciò che è santo,per poi morire.
[8] E poiché Uzza introdusse la mano, morì. Di Geroboamo è detto:
E avvenne che, quando il re udì la parola dell'uomo di Dio, che inveiva contro l'altare, sollevò lamano dall'altare, dicendo Prendetelo. E la mano che ha aveva puntato contro di lui s'inaridì, inmodo che non poteva più ritrarla a sé. Allora disse all'uomo di Dio, Prega i volti del Signore tuoDio per me affinché la mia mano possa essere ristabilita. E l'uomo di Dio pregò i volti delSignore, e la mano del re fu ristabilita, e tornò come era prima (1 Re 13:46) .
Qui allo stesso modo per sollevare la mano si intende il potere proprio dell'uomo, ovvero ilsuo proprio, che è profano, e che intendeva violare ciò che è santo, sollevandola control'uomo di Dio; perciò la mano si è inaridita; ma siccome Geroboamo era un idolatra e
quindi non poteva commettere profanazione, la sua mano è stata ristabilita. Che la manosignifica e rappresenta la potenza si può evincere dalle rappresentazioni nel mondo deglispiriti, dove un braccio nudo talvolta appare alla vista, in cui vi è la forza sufficiente perschiacciare le ossa di qualcuno spremerne il midollo fino a ridurlo in briciole, causandotanto terrore da sciogliere il cuore; e in effetti questa forza è realmente in esso.
879. Versetti 10, 11. Ed egli attese ancora altri sette giorni; poi mandò nuovamente la colombafuori dall'arca. E la colomba tornò da lui sul far della sera; e aveva nel becco una foglia di ulivostrappata; così Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra. Egli attese ancora altri settegiorni, significa l'inizio del secondo stato della rigenerazione. Sette giorni significa ciò cheè santo, perché ora si tratta della carità. Poi mandò nuovamente la colomba fuori dell'arca,significa lo stato di ricezione dei beni e delle verità della fede. E la colomba tornò da luisul far della sera, significa che a poco a poco i beni e le verità cominciarono ad apparire.Sera indica, come il crepuscolo, ciò che precede il mattino. E aveva nel becco una fogliad'ulivo, significa un principio di verità e fede. Foglia è la verità. Oliva, il bene della carità.Strappata, significa che la verità della fede è da esso. In bocca, significa ciò che è statomostrato. Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra, significa che le falsità cheprima ostruivano erano diminuite.
880. Ed egli attese ancora altri sette giorni. Che questo significa l'inizio del secondo statodella rigenerazione, si può evincere dalle cadenze che intercorrono tra il primo stato(descritto nei versetti ottavo e nono) e questo secondo stato (descritto nei versi decimo eundicesimo). Per mantenere il legame storico, il tempo intercorso è espresso dal suoattendere. In che modo abbia luogo il secondo stato della rigenerazione può essere visto inuna certa misura da ciò che è stato detto e mostrato del primo stato, quello in cui le veritàdella fede non potevano ancora mettere radici, perché le falsità erano di impedimento. Leverità della fede iniziano a radicarsi quando l'uomo comincia a riconoscere e credere, chenon erano radicate prima. Ciò che l'uomo ascolta dalla Parola e tiene in memoria è solo lasemina; ma il radicamento non ha inizio fino a quando l'uomo non accetta e riceve il benedella carità. Tutta la verità della fede è radicata dal bene della fede, cioè, per mezzo delbene della carità. È come per il seme che viene gettato in terra quando è ancora inverno ela terra è fredda; lì infatti si trova, ma non può mettere radici. Ma non appena il calore delsole riscalda la terra a primavera, comincia a spuntare la prima radice dal seme, poi questasi fa strada nel suolo. È lo stesso per il seme spirituale che viene impiantato, ma non metteradici finché il bene della carità, per così dire, non riscalda. Poi per la prima volta mette lasua radice, e successivamente porta frutto.
[2] Ci sono tre cose nell'uomo che si incontrano e congiungono, vale a dire, il naturale, lospirituale, e il celeste. Il suo naturale non riceve alcuna vita se non dallo spirituale, e lospirituale non riceve alcuna vita se non dal celeste, e il celeste non riceve alcuna vita se
non dal Signore solo, che è la vita stessa. Ma affinché sia acquisita un'idea ancora piùprecisa: il naturale è il ricettacolo che riceve lo spirituale, ovvero il recipiente in cui lospirituale viene versato; e lo spirituale è il ricettacolo che riceve il celeste, ovvero ilrecipiente in cui viene versato il celeste. Così, attraverso il celeste, la vita procede dalSignore. Tale è l'influsso. Celeste è tutto il bene della fede; nell'uomo spirituale è il benedella carità. Spirituale è la verità, che non diventa mai verità della fede a meno che non viè in essa il bene della fede, che è il bene della carità, in cui è la vita stessa dal Signore.Affinché un'idea ancora più chiara possa essere acquisita: il naturale dell'uomo è l'operadella carità, con le mani o la bocca, e quindi attraverso gli organi del corpo; ma questaopera in sé è morta, e non ha vita se non dallo spirituale che è in essa; e lo spirituale nonha vita se non dal celeste, che ha la vita dal Signore. Da ciò è detto che l'opera è buona,poiché non vi è nulla di buono se non dal Signore
[3] Deve essere evidente a tutti che in ogni opera di carità l'opera in sé non è altro che unaffare materiale, e che se l'opera abbia la vita, ciò è ascrivibile alla verità della fede che è inessa; e inoltre, la verità della fede non è altro che un affare inanimato, la cui vita èriconducibile al bene della fede. Inoltre il bene della fede non ha la vita se non dal Signoresolo, che è il bene stesso e la vita stessa. Questo dimostra perché gli angeli celesti nondesiderano sentir parlare di fede, e ancora meno delle opere (si veda il n. 202). Perché gliangeli celesti attribuiscono all'amore sia la fede, sia le opere, facendo derivare da questo lafede e le opere della fede, in modo che presso di loro sia le opere, sia la fede svaniscono, enon resta altro che l'amore e il bene che ne deriva, e all'interno del loro amore è il Signore.In virtù del fatto che questi angeli sono dotati di idee così celesti, essi sono distinti daquegli angeli che sono chiamati spirituali, essendo il loro pensiero (insieme con illinguaggio che ne deriva) molto più incomprensibile del pensiero e del linguaggio degliangeli spirituali.
881. Che sette significa ciò che è santo, poiché il soggetto qui trattato è la carità, si evincedal significato di sette (come descritto sopra, n. 395, 716). Sette ricorre qui per mantenere lacoerenza storica dell'insieme; infatti sette e sette giorni nel significato interiore attiene allasantità, che questo secondo stato ha dal celeste, cioè dalla carità.
882. Poi mandò nuovamente la colomba fuori dall'arca. Che questo significa lo stato diricezione dei beni e delle verità della fede è evidente da quanto è stato detto all'ottavoversetto, dove ricorre analoga espressione, ma con la differenza che lì è detto, mandò lacolomba che era presso di sé; per la ragione ivi spiegata, che a quel tempo egli aveva agitosecondo il ciò che reputava vero e buono da se stesso, vale a dire, credeva che ciò fosse nelsuo proprio potere; il che è espresso dalle parole presso di sé.
883. E la colomba tornò a lui sul far della sera. Che questo significa che a poco a poco i beni ele verità della fede cominciarono ad apparire, e che sera indica come nel crepuscolo ciò che
precede la mattina, si evince da quanto è stato detto sopra, all'ottavo versetto; nonché dalfatto che si fa riferimento alla sera, riguardo alla quale si veda ciò che è stato detto nelprimo capitolo della Genesi, dove ricorre per sei volte l'espressione e fu sera e fu mattina.Sera rappresenta la rigenerazione, e in effetti tale è lo stato dell'uomo quando è ancoranell'ombra, o quando ancora intravede un solo spiraglio di luce. Il mattino è descritto neltredicesimo versetto quando Noè rimuove la copertura dell'arca e vede. Sera ricorre tantevolte in relazione alla chiesa ebraica perché significava il crepuscolo prima del mattino.Per lo stesso motivo essi iniziavano i loro sabati e le loro celebrazioni di sera, e ad Aronnefu comandato di accendere la lampada sacra di sera (Es. 27:2021).
884. E nel becco aveva una foglia di ulivo strappata. Che questo significa un principio diverità della fede; e che foglia è la verità; oliva il bene della carità, e che strappata indica chela verità della fede è tratta da esso; e nel becco, che ciò è stato mostrato, tutto ciò si evincedal significato dell'ulivo, nonché dalle stesse parole. E che vi era solo un principio apparedal fatto che c'era una sola foglia.
885. Che foglia significa verità si evince da molti passi della Parola dove l'uomo èparagonato ad un albero, o è chiamato albero, e dove i frutti significano il bene della carità, ela foglia la verità che ne deriva (i infatti essi sono simili); come in Ezechiele:
Su entrambe le rive del fiume, cresceranno alberi da frutto di ogni specie, le cui foglie nonappassiranno, né i frutti si consumeranno; si rinnoveranno ogni mese, perché ivi sgorgano leacque del santuario; e i loro frutti saranno di alimento, e le loro foglie per medicina (Ez. 47:12;Ap. 22: 2)
qui albero indica l'uomo della chiesa in cui è il regno del Signore; i suoi frutti, il benedell'amore e della carità; le sue foglie, le verità che ne derivano, che servono per l'istruzionedel genere umano e per la sua rigenerazione. In virtù di ciò la foglia è chiamata medicina.Nello stesso profeta:
Non svellerà le sue radici, e taglierà i suoi frutti che appassiscono? Tutti i tralci che ha messoappassiscono (Ez. 17:9)
Questo si dice della vite, cioè la chiesa, in uno stato di distruzione, il cui bene, che è il fruttoe la cui verità, che è il tralcio, così inaridiscono.
[2] In Geremia:
Beato l'uomo che confida nel Signore; egli sarà come un albero piantato presso l'acqua; la suafoglia è verde; ed egli non sarà in ansia nell'anno della siccità, né cesserà dal portare frutto (Ger.17:78)
dove foglia verde sta per la verità della fede, quindi la fede autentica che è dalla carità. Così,in Davide (Salmi 1:3); e ancora in Geremia:
Non ci sarà più uva sulla vite, né fichi sul fico; la foglia è caduta (Ger. 8:13)
Uva sulla vite sta per il bene spirituale; fichi sul fico, indicano il bene naturale; foglia, laverità, che in questo caso è caduta. Così in Isaia (34:4). Lo stesso si intende con il fico cheGesù vide e non vi trovò altro che foglie, e che quindi fece inaridire (Matteo 21:19, 20;Marco 11:1314, 20). Nello specifico, con questo albero di fico si intendeva la chiesa ebraica,in cui non c'era più alcun bene naturale; e la dottrina o la verità custodita in essa, sono lefoglie. Perché una chiesa devastata è tale che conosce la verità, ma non è disposta acomprenderla. Simili sono quelli che dicono di conoscere la verità o le cose della fede, etuttavia, non hanno nulla del bene della carità: essi sono solo foglie di fico cheappassiscono.
886. Che olive significa il bene della carità si evince dal significato che assume nellaParola, non solo il termine oliva, ma anche olio. È con olio d'oliva, insieme alle spezie, chesacerdoti e re erano unti, ed era con olio di oliva che le lucerne erano alimentate (si veda Es.30:24, 27:20). L'olio d'oliva era usato per l'unzione e per le lucerne perché rappresentavatutto ciò che è celeste, e di conseguenza tutto il bene dell'amore e della carità. Perché l'olioè l'essenza stessa dell'albero, ed è come se fosse la sua anima, esattamente come il celeste, oil bene dell'amore e della carità, è l'essenza stessa o l'anima stessa della fede; e quindi,l'olio ha questo tenore rappresentativo. Che olio significa ciò che è celeste, o il benedell'amore e della carità, può essere confermato da molti passi nella Parola; ma siccomequi si fa riferimento all'ulivo, ci si limiterà ad esporre alcuni passi che confermano il suosignificato. Come in Geremia:
Il Signore ti ha chiamato verde ulivo, dai bei frutti (Ger. 11:16)
ivi è chiamata così la chiesa più antica o celeste, i cui fondamenti pervennero fino allachiesa ebraica. Quindi tutte le figure rappresentative della chiesa ebraica concernevano lecose celesti, e attraverso queste, il Signore.
[2] In Osea:
I suoi rami si estenderanno, e la sua maestosità sarà simile a quella dell'olivo, e la sua fragranzacome quella dell'albero del Libano (Osea 14:6)
facendo riferimento alla chiesa che deve essere fondata, la cui maestosità è simile a quelladell'olivo, cioè, il bene dell'amore e della carità; e la cui fragranza come quella dell'albero delLibano" è l'affezione per la verità della fede che ne deriva. Libano sta per i suoi cedri, chesignificano le cose spirituali, ovvero le verità della fede. In Zaccaria, parlando delcandelabro:
Due ulivi, l'uno a destra e l'altro a sinistra del candelabro; questi sono i due figli, oli puri chestanno presso il Signore di tutta la terra (Zaccaria 4:3, 11, 14)
Qui i due ulivi indicano il celeste e lo spirituale, quindi l'amore, che è della Chiesa celeste, ela carità, che è della chiesa spirituale. Questi sono alla destra e alla sinistra del Signore. Ilcandelabro qui significa, così come nella rappresentazione della chiesa ebraica, il Signore; lesue lucerne significano le cose celesti, da cui derivano quelle spirituali, come da unafiamma procedono i raggi di luce, ovvero la luce. In Davide:
Tua moglie sarà come vite feconda ai lati della tua casa; i tuoi figli come piante di ulivo (Salmi128:3)
dove tua moglie sarà come una vite indica la chiesa spirituale; figli le verità della fede,denominati piante di ulivo, perché procedono dai beni della carità. In Isaia:
Eppure resteranno spigolature, come nello scuotimento di un albero di ulivo, resteranno due otre bacche in cima al ramo (Is. 17:6)
in cui il soggetto trattato sono i resti nell'uomo; le spigolature di un albero di ulivo, stanno peri resti celesti. In Michea:
Frangerai le olive, ma non ti ungerai di olio; vendemmierai, ma non berrai il vino (Michea 6:15)
E in Mosè:
Pianterai le vigne e attenderai ad esse, ma non berrai il vino; avrai ulivi entro i tuoi confini, manon ti ungerai con l'olio (Dt. 28:3940)
in cui il soggetto è l'abbondanza di insegnamenti dottrinali circa i beni e le verità dellafede, che a causa del loro carattere, quel popolo respinse. Da questi passi è evidente che lafoglia rappresenta la verità della fede, e l'ulivo il bene della carità; e che un similesignificato ha la foglia d'ulivo, che la colomba portava nel becco, cioè, che ora apparivaall'uomo dell'antica chiesa un principio di verità della fede dal bene della carità.
887. Che le acque si erano ritirate dalla terra. Che questo significa che le circostanze eranocosì mutate, perché le falsità che erano di impedimento, erano meno abbondanti di prima,si evince dal significato delle stesse parole di cui sopra, nell'ottavo versetto. Le falsità, cheerano d'impedimento, e che sono diminuite nel secondo stato, di cui ora si tratta, chel'uomo ha acquisito, restano presso di lui, in modo che non possono essere eliminate, comesi è detto. Ma quando l'uomo viene rigenerato, sono impiantate le verità alle quali le falsitàsono sottomesse dal Signore, e quindi appaiono come se fossero state dismesse, per mezzodei beni con cui l'uomo è dotato.
888. Versetto 12. Ed egli attese ancora per altri sette giorni, poi mandò fuori la colomba; ma essanon tornò più da lui. E attese per altri sette giorni, indica l'inizio di un terzo stato; settegiorni significa ciò che è santo. Poi mandò fuori la colomba, significa lo stato di ricezionedel bene e della verità della fede. Ma essa non tornò più da lui, significa lo stato di libertà.
889. Ed egli attese ancora per altri sette giorni. Che questo significa l'inizio di un terzo stato,e che sette significa ciò che è santo, è evidente da quanto appena detto sul secondo stato, incui ricorrono parole simili.
890. Poi mandò fuori la colomba. Che questo indica uno stato di ricezione dei beni e delleverità della fede si evince anche da quanto è stato detto al decimo versetto, dove ricorronole stesse parole e lo stesso significato, con la differenza che non del secondo stato, ma delterzo qui si tratta. Il terzo stato è espresso dalla colomba che non fa ritorno, e anche dalla
rimozione della copertura dell'arca ad opera di Noè, e infine, dalla sua uscita dall'arcaperché le facce del suolo erano asciutte e la terra era asciutta.
891. Ma essa non tornò più da lui. Che questo significa uno stato di libertà segue ora dalfatto che la colomba (ovvero la verità della fede), e gli altri uccelli, come anche le bestie, eNoè stesso, non erano più trattenuti nell'arca a causa delle acque del diluvio. Finché eranonell'arca, erano in uno stato di schiavitù, o di cattività o prigionia, sballottati dalle acquedel diluvio, ovvero dalle falsità. Questo stato, insieme allo stato della tentazione, è descrittonel capitolo precedente (versetto 17), dalle acque crescenti, che sollevano l'arca e lainnalzano sopra la terra; e anche nel versetto successivo dall'incremento delle acque e dalfatto che l'arca galleggiava sulla superficie delle acque. Nel presente capitolo (versetti 1518) lo stato di libertà dell'uomo è descritto dall'uscita di Noè dall'arca, insieme a tutti quelliche erano con lui, la colomba innanzitutto (cioè, la verità della fede dal bene), perché ognilibertà è dal bene della fede, cioè, dall'amore del bene.
892. Quando l'uomo è stato rigenerato, per la prima volta entra in uno stato di libertà,essendo stato prima in uno stato di schiavitù. Schiavitù è quando l'uomo è dominato dallecupidità e dalle falsità. Libertà è quando l'uomo è governato dalle affezioni del bene edella verità. In che modo ciò avvenga, nessun uomo può mai percepirlo finché è in unostato di schiavitù, ma solo quando entra in uno stato di libertà. Quando si è in uno stato dischiavitù, cioè si è sotto il dominio delle cupidità e delle falsità, l'uomo che è sottomessoad esse crede di essere in uno stato di libertà; ma questa è una falsità grossolana, poichéegli è guidato dalla gioia delle cupidità e dai loro piaceri, cioè dalla gioia di ciò che ama; epoiché questo ha luogo nel piacere, gli sembra di essere libero. Ogni uomo, che sia guidatoda un qualsiasi amore, e che si lasci condurre dovunque esso lo porta, crede di esserelibero, quando in realtà sono gli spiriti diabolici, e la loro orda vorticosa che è in lui, che lostanno trascinando via. Questo uomo crede di essere nella massima libertà, tanto che egliritiene che la perdita di questo stato lo farebbe sprofondare in una vita più misera, anzi innessuna vita; e sostiene ciò non solo perché egli ignora l'esistenza di qualsiasi altra vita,ma anche perché è nell'impressione che nessuno possa essere elevato nel cielo se nonattraverso miserie, povertà, e perdita dei piaceri. Ma che questa impressione sia falsa mi èstato dato di conoscere attraverso una cospicua esperienza di cui, per Divina misericordiadel Signore, si tratterà qui di seguito. L'uomo non entra mai in uno stato di libertà finchénon è stato rigenerato, ed è guidato dal Signore attraverso l'amore per ciò che è bene evero. Quando è in questo stato, allora per la prima volta egli può conoscere e percepirecosa sia la libertà, perché allora sa cosa è la vita, cosa è la vera gioia della vita, e cosa è lafelicità. Prima di questo lui non sa nemmeno cosa sia il bene, e a volte chiama il bene piùgrande, ciò che in realtà è il male più grande. Quando coloro che sono in uno stato dilibertà dal Signore vedono, e ancor di più quando sentono, una vita di cupidità e falsità,essi la aborriscono come farebbero coloro che vedessero l'inferno aprirsi davanti ai loro
occhi. Ma siccome è pressoché ignoto a moltissimi cosa sia una vita di libertà, può esserequi brevemente descritto. Una vita di libertà, o la libertà, è semplicemente e unicamenteessere guidati dal Signore. Ma poiché ci sono molte cose che impediscono all'uomo diessere capace di credere che questa sia una vita di libertà, sia perché gli uomini sonosottoposti a tentazioni, che hanno luogo al fine che essi possano essere liberati dal dominiodegli spiriti diabolici; sia perché essi non conoscono altro piacere se non quello dellecupidità che procedono dall'amore di sé e dall'amore del mondo, nonché dall'averconcepito una falsa opinione riguardo a tutte le cose della vita celeste, in modo che essinon possono essere istruiti attraverso descrizioni, né per diretta esperienza, diconseguenza, per Divina misericordia del Signore, sarà esposta di seguito una taleesperienza.
893. Versetto 13. Nel primo giorno del primo mese dell'anno seicentouno della vita di Noè, leacque furono prosciugate dalla terra. E Noè rimosse la copertura dell'arca, e vide che le facce delsuolo erano asciutte. Nel primo giorno del primo mese dell'anno seicentouno, significa unestremo confine; in principio, il primo giorno del mese, significa un termine iniziale; leacque furono prosciugate dalla terra, significa che le falsità non apparivano più; e Noèrimosse la copertura dell'arca, e vide, significa la rimozione delle falsità per mezzo dellaluce delle verità della fede, che egli ha riconosciuto e in cui ha avuto fede; e le facce delsuolo erano asciutte, significa la rigenerazione. Che il seicentounesimo anno indica unestremo confine si evince dal significato del numero seicento, riguardo al quale si veda ilcapitolo precedente versetto 6, n. 737, dove si intende un inizio, e lì infatti indica l'iniziodella tentazione, essendo il suo termine qui indicato con lo stesso numero, trascorso unanno intero, in modo che ciò che è accaduto, ha avuto luogo alla fine dell'anno, che quindisi aggiunge al primo giorno del mese con cui è significato il termine iniziale. Ogni periodointero è designato nella Parola come giorno, settimana, mese o anno, anche se si tratti diun secolo o di mille anni, come per i giorni del primo capitolo della Genesi, con i quali siintendono i periodi di rigenerazione dell'uomo della chiesa più antica. Infatti giorno eanno, nel senso interiore non significano altro che un tempo; e siccome significano untempo che indica uno stato, perciò nella Parola anno ricorre continuamente con ilsignificato di un tempo e uno stato. Come in Isaia:
Per proclamare l'anno beneplacito del Signore, e il giorno della vendetta del nostro Dio; perconsolare tutti gli afflitti (Isaia 61:2)
dove si fa riferimento alla venuta del Signore. Nello stesso profeta:
Il giorno della vendetta era nel mio cuore, e l'anno del mio riscatto è giunto (Isaia 63:4)
dove anche giorno e anno indicano un tempo e uno stato. In Abacuc:
O Signore, fai rivivere la tua opera nel corso degli anni; nel corso degli anni rendila nota (Ab.3:2)
dove anni indicano un tempo e uno stato. In Davide:
Dio, tu stesso, e i tuoi anni non si consumano (Salmi 102:28)
dove anni indicano i tempi, ma è chiaro che presso Dio non c'è alcun tempo. Così nel passoin questione, l'anno del diluvio in alcun modo significa un anno determinato, ma untempo indeterminato, e allo stesso tempo uno stato. Riguardo agli anni si veda quanto èstato detto in precedenza, n. 482, 487, 488, 493.
894. Nel primo giorno del primo mese. Che questo significa un termine iniziale, è ormaichiaro. Ciò che è maggiormente coinvolto in queste parole è troppo profondamentenascosto per essere descritto oltre ciò che può essere indicato come un periodo indefinitodi tempo entro il quale la rigenerazione dell'uomo si compie, così che egli può affermare diessere perfetto. Perché ci sono illimitati stati di male e di falsità in ogni uomo, non solostati semplici, ma anche stati, in molteplici modi, composti, che devono essere dismessi inmodo da non riemergere più, come si è detto sopra. In alcuni stati l'uomo può dire diessere perfetto, ma in infiniti altri non è così. Quelli che sono stati rigenerati nella vita delcorpo e hanno vissuto nella fede per il Signore e nella carità verso il prossimo sonocontinuamente perfezionati nell'altra vita.
895. Le acque furono prosciugate dalla terra. Che questo significa che le falsità nonapparivano più, si evince da ciò che è stato detto. Specificamente significa che le falsitàsono state separate dalla volontà dell'uomo di questa chiesa. Terra qui significa la volontàdell'uomo, che non è altro che la cupidigia. Perciò è detto che le acque furono prosciugatedalla terra. Il suo suolo, come detto sopra, è nella sua parte intellettuale, in cui le veritàsono seminate, mai nella sua parte che presiede alla volontà, che presso l'uomo spirituale èseparata dall'intelletto. Perciò si dice poi in questo versetto che le facce del suolo eranoasciutte. Presso l'uomo della chiesa più antica vi era un suolo nella sua parte che presiedealla volontà, in cui il Signore ha seminato i beni, affinché l'uomo dai beni potesseconoscere e percepire le verità, ovvero dall'amore, acquisire la fede. Ma se questo metodofosse applicato nel tempo presente, l'uomo perirebbe in eterno, perché la sua volontà è
totalmente corrotta. In che modo abbia luogo la semina nella parte dell'uomo che presiedealla sua volontà, oppure, nella sua parte intellettuale, si evince dalle rivelazioni che sonostate fatte all'uomo della chiesa più antica, per mezzo delle quali egli sin dalla sua infanziaè stato introdotto nella percezione dei beni e delle verità; e siccome quelle rivelazionierano seminate nella sua parte che presiede alla volontà, egli, senza che fosse necessariaun'istruzione percepiva innumerevoli cose, in modo che da un principio generaleconosceva, dal Signore, i particolari e i singolari che ora gli uomini debbono imparare perconoscere, eppure, possono apprenderne appena la millesima parte. Perché l'uomo dellachiesa spirituale non conosce altro se non ciò che impara, e quello che sa in questo modo,lo trattiene e crede essere vero. Infatti, anche se impara ciò che è falso, e questo è impressonella sua mente come vero, egli mantiene tale idea, perché non ha nessun altra percezionedi quel soggetto. Coloro che hanno coscienza hanno dalla coscienza una sorta di dettame,ma null'altro che l'idea circa la verità di una cosa perché così l'hanno avvertita e appresa.Questo è ciò che costituisce la loro coscienza, come è evidente da chi ha la coscienza di ciòche è falso.
896. E Noè rimosse la copertura dell'arca, e vide. Che questo significa l'affiorare della lucedelle verità della fede che egli aveva riconosciuto e in cui aveva fede, una volta che lefalsità erano state rimosse, si può evincere dal significato di rimuovere la copertura vale adire togliere ciò che ostacola il passaggio della luce. Siccome per arca si intende l'uomodella chiesa antica che doveva essere rigenerato, per copertura non si intende altro che ciòche ostacola o impedisce di vedere il cielo, o la luce. Ciò che impediva era la falsità; perciòè detto che egli vide. Nella Parola vedere significa comprendere e avere fede. Qui significache l'uomo ha riconosciuto le verità e ha avuto fede in esse. Una cosa è conoscere le verità,altro è riconoscerle, e altro ancora avere fede in esse. Conoscere è la prima cosa dellarigenerazione, riconoscere è la seconda, e avere fede, la terza. Quale differenza intercorratra sapere, riconoscere e avere fede è evidente dal fatto che i peggiori uomini possonoconoscere, e tuttavia non riconoscono, come gli ebrei e coloro che tentano di distruggere lecose dottrinali attraverso ragionamenti pretestuosi. Ed inoltre dal fatto che i non credentipossono riconoscere, e in alcune circostanze predicare, confermare e persuadere con zelo;ma nessun non credente può avere la fede.
[2] Coloro che hanno fede, sanno, riconoscono, credono, hanno la carità e hannocoscienza; e, pertanto, la fede non può mai essere associata se non a coloro ai quali questequalità si attagliano. Questo dunque significa essere rigenerati. Semplicemente sapere ciòche è della fede, attraverso la memoria dell'uomo, senza il concorso della sua ragione.Riconoscere ciò che è della fede è un'adesione razionale indotta da determinate cause, invista di certi fini. Ma avere la fede è dalla coscienza, cioè, ad opera del Signore attraversola coscienza. Questo si evince manifestamente da coloro che sono nell'altra vita. Molti traquelli che conoscono semplicemente, sono all'inferno. Anche molti tra coloro che
riconoscono sono all'inferno, perché il loro riconoscimento nella vita del corpo ha avutoluogo solo in alcuni stati; e quando nell'altra vita essi percepiscono che ciò che avevanopredicato, insegnato, e di cui avevano persuaso gli altri è vero, sono colti da grandemeraviglia e riconoscono solo quando viene richiamata la loro memoria, in relazione a ciòche avevano predicato. Quelli invece che hanno avuto la fede sono tutti nel cielo.
897. In questo passo il soggetto trattato è l'uomo dell'antica chiesa rigenerato,rappresentato dal vedere, riconoscere e avere fede. Che vedere abbia questo significato sievince dalla Parola, come in Isaia:
Non avete guardato al creatore di queste cose, né avete visto da lontano ciò che egli hapreparato (Is. 22:11)
riferendosi alla città di Sion. Non vedere da lontano è non riconoscere, e ancor meno averefede. Nello stesso profeta:
Rendi il loro cuore insensibile, rendi sordi i loro orecchi, e cechi i loro occhi, affinché nonvedano con gli occhi, non sentano con le loro le orecchie, e il loro cuore rimanga insensibile enon tornino a me per essere risanati (Isaia 6:10)
Vedere con i loro occhi sta per riconoscere e avere fede. Nello stesso profeta:
Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce (Is. 9:2)
riferendosi alle genti che hanno ricevuto la fede, come qui è detto di Noè, che rimosse lacopertura dell'arca e vide. Nello stesso profeta:
E in quel giorno i sordi udranno le parole del libro, e occhi dei ciechi vedranno attraverso lacaligine e le tenebre (Is. 29:18)
riferendosi alla conversione delle nazioni alla fede, Vedere sta per ricevere la fede. Nellostesso profeta:
Ascoltate, o sordi, e guardate, voi ciechi, affinché possiate vedere (Is. 42:18)
dove il significato è simile. In Ezechiele:
Che hanno occhi per vedere ma non vedono, che hanno orecchie per udire, ma non sentono,perché sono una casa ribelle (Ez. 12:2)
riferendosi a coloro che sono capaci di comprendere, riconoscere e avere fede e, ciònondimeno, non vogliono. Che vedere significhi avere fede si evince con chiarezza dallarappresentazione del Signore attraverso un serpente di bronzo nel deserto, alla cui vistatutti tutti furono guariti, di cui in Mosè:
Fatti un serpente e ponilo su una pertica; e avverrà che chiunque sarà morso e lo guarderà,resterà in vita. Fatto ciò, avvenne che quando il serpente ebbe morso qualcuno, se questi avevaguardato il serpente di bronzo, restava in vita (Num. 21:8, 9)
dal cui passo tutti possono comprendere che vedere significa la fede; infatti, qui vedere nonaltro significato che la fede nel Signore. Di qui anche è evidente che Ruben, primogenito diGiacobbe, il cui nome significa vedere, nel significato interiore rappresenta la fede. (si vedain proposito quanto è stato detto in precedenza della chiesa primogenita n. 352, 367).
898. E le facce del suolo erano asciutte. Che questo significa la rigenerazione è evidente dalsignificato di suolo cioè, l'uomo della chiesa, come è stato ripetutamente dimostratoin precedenza. Delle facce del suolo si dice che sono asciutte quando le falsità nonappaiono più.
899. Versetto 14. Nel ventisettesimo giorno del secondo mese tutta la terra fu asciutta. Ilsecondo mese indica lo stato che precede la rigenerazione. Il ventisettesimo giorno delmese significa ciò che è santo. La terra fu asciutta significa che egli è stato rigenerato.Queste parole sono la conclusione di ciò che è avvenuto prima, e un inizio di quantosegue.
900. Che secondo mese significhi l'intero stato prima della rigenerazione si evince dalsignificato di due nella Parola. Due ha lo stesso significato di sei, cioè, il combattimento e illavoro che precedono la rigenerazione. Periodi di tempo grandi e piccoli, sonocomunemente distinti nella Parola in tre o in sette, e sono chiamati giorni, settimane, mesi,anni o secoli. Tre e sette sono santi, due e sei che precedono, non sono santi, ma sonorelativamente profani, come mostrato prima (n. 720). Tre e sette sono entrambi santiinoltre, perché fanno riferimento al giudizio finale, di là da venire. Il giudizio finale viene
a ciascuno quando il Signore viene, sia in generale, sia in particolare. Per esempio, c'è statoun giudizio finale, quando il Signore è venuto nel mondo, e ci sarà un giudizio finale,quando egli verrà nella gloria. Vi è un giudizio finale quando egli viene presso qualunqueuomo in particolare; e vi è anche un giudizio finale per chiunque, quando giunge la morte.Quest'ultimo giudizio è ciò che si intende per terzo giorno e settimo giorno, che è santo percoloro che hanno vissuto rettamente, ma non lo è per coloro che hanno vissuto in modoempio. Quindi terzo giorno o settimo giorno, si riferiscono indistintamente a coloro che sonogiudicati per la morte, e a coloro che sono giudicati per la vita. E quindi questi numerisignificano ciò che non è santo per coloro che sono giudicati per la morte, e ciò che è santoper coloro che sono giudicati per la vita. Il due e il sei, che precedono il tre e il sette fannoriferimento in generale a tutto quello stato che precede. Questo è il significato del due e delsei in relazione a qualsiasi soggetto, come si evince più chiaramente da quanto segue, circail numero ventisette.
901. Che ventisette significhi ciò che è santo è evidente dal fatto che è composto dal tremoltiplicato due volte per se stesso. Nel ventisette quindi tre è il numero dominante. Cosìconsideravano i numeri le genti più antiche e per essi non intendevano altro che le cose daquesti rappresentate. Che tre abbia lo stesso significato di sette è evidente da quanto è statodetto in precedenza. C'è una ragione nascosta circa il fatto che il Signore sia risorto il terzogiorno. La stessa risurrezione del Signore coinvolge ogni santità, e ogni altra risurrezione,e quindi nella chiesa ebraica questo numero è diventato rappresentativo, di ciò che è santoe nella Parola è santo. Così come è nel cielo, in cui non vi è alcuna idea dei numeri, ma inluogo del tre e del sette vi è un'idea generale della santità, della risurrezione e della venutadel Signore.
[2] Che tre e sette significhino ciò che è santo si evince dai seguenti passi nella Parola. InMosè:
Chi avrà toccato il cadavere di una qualsiasi persona sarà immondo per sette giorni; questi sipurificherà facendo espiazione il terzo giorno, e il settimo giorno; ma se non farà espiazione il terzogiorno, e il settimo giorno, non sarà puro. Chi avrà toccato un uomo ucciso con la spada, o un cadavere,o le ossa di un uomo o un sepolcro, sarà impuro per sette giorni; il puro aspergerà l'impuro nel terzogiorno e nel settimo giorno; e il settimo giorno egli avrà fatto espiazione. Ed egli laverà le sue vesti, efarà abluzioni con l'acqua, e sarà puro alla sera (Num. 19: 1112, 16, 19).
Che queste cose siano rappresentative, o che le cose esteriori indichino quelli interiori, èchiaramente evidente, come che diverrebbe impuro chiunque tocchi un cadavere, unuomo ucciso, le ossa di uomo, un sepolcro. Tutte queste cose significano nel sensointeriore il proprio dell'uomo, che è morto e profano. Così anche il lavarsi con l'acqua e
l'essere puro alla sera sono cose rappresentative, e anche il terzo giorno e il settimo giorno,che significano ciò che è santo perché in quei giorni egli doveva essere purificato e sarebbequindi pulito.
[3] Allo stesso modo riguardo a quelli che sono tornati dalla battaglia contro Madian:
Resterete fuori dell'accampamento per sette giorni. Chi tra voi avrà ucciso un uomo, e chiunque hatoccato un uomo ucciso, si purifichi il terzo giorno e il settimo giorno (Num. 31:19)
Se questo fosse un semplice rito, e il terzo giorno e il settimo non fossero rappresentativi esignificativi della santità o della espiazione, sarebbe una cosa morta, come ogni cosa chenon abbia una causa, e come una causa senza un fine, o come una cosa separata dalla suacausa, o questa separata dal suo fine, e quindi in alcun modo Divina. Che il terzo giorno erarappresentativo e quindi significativo di ciò che è sacro, si evince chiaramente dalla venutadel Signore sul monte Sinai, ove fu ordinato:
Disse il Signore a Mosè: Va' dal popolo, e santificalo oggi e domani, e lavino le loro vesti, e sianopronti il terzo giorno; perché il terzo giorno il Signore apparirà agli occhi di tutto il popolo sulmonte Sinai (Es. 19: 1011, 1415).
[4] Allo stesso modo Giosuè attraversò il Giordano il terzo giorno:
Giosuè comandò, passate in mezzo all'accampamento, e comandate al popolo, dicendo:preparate il viatico perché fra tre giorni attraverserete il Giordano, per andare ad ereditare laterra (Giosuè 1:11, 3:2)
La traversata del Giordano rappresentava l'introduzione dei figli di Israele, cioè di coloroche sono rigenerati, nel regno del Signore. Giosuè, che li ha guidati, rappresenta il Signore;e questo è stato fatto il terzo giorno. Poiché il terzo giorno era santo, come lo era il settimo,è stato ordinato che l'anno delle decime fosse il terzo anno, e che quindi il popolo dovessemostrare la sua santità attraverso le opere di carità (Dt. 26: 1215); le decime rappresentano iresti, i quali poiché appartengono solo al Signore, sono santi. Che Giona rimase tre giorni etre notti nel ventre della balena (Giona 1:17) rappresenta palesemente la sepoltura e larisurrezione del Signore nel terzo giorno (Matt. 12:40).
[5] Che tre significhi ciò che è santo è evidente anche nei profeti, come in Osea:
Dopo due giorni il Signore ci farà rivivere; il terzo giorno ci eleverà, affinché possiamo viveredavanti a lui (Os. 6:2)
dove anche il terzo giorno indica chiaramente la venuta del Signore e la sua risurrezione. InZaccaria:
E avverrà che in tutto il paese due terzi saranno sterminati e periranno, ma un terzo saràconservato, e saggerò il terzo con il fuoco, lo raffinerò come l'argento, e lo saggerò come l'oro(Zaccaria 13:89)
dove la terza parte, come tre, indica ciò che è santo. La terza parte riveste lo stesso significatodel numero tre e anche la terza parte di una terza parte, come nel presente passo, perché tre èla terza parte della terza parte di ventisette.
902. Che la terra asciutta significa che l'uomo era rigenerato si evince da quanto dettoprima circa il prosciugamento delle acque dalla terra, e circa il fatto che le facce del suolofossero asciutte, nei versetti 7 e 13.
903. Versetti 15, 16. E Dio parlò a Noè, dicendo, Esci dall'arca, tu, tua moglie, i tuoi figli e lemogli dei tuoi figli con te. E Dio parlò a Noè, indica la presenza del Signore presso l'uomo diquesta chiesa. Esci dall'arca, significa libertà. Tu e tua moglie, significa la chiesa. E i tuoifigli e le mogli dei tuoi figli con te, significa le verità, e i beni congiunti con le verità, cheerano in lui.
904. E Dio parlò a Noè. Che questo indica la presenza del Signore presso l'uomo di questachiesa è evidente dal significato interiore della Parola. Il Signore parla con ogni uomo,perché qualunque cosa l'uomo voglia e pensi, che è buono e vero, è dal Signore. Pressoogni uomo vi sono almeno due spiriti malvagi e due angeli. Gli spiriti malvagi eccitano isuoi mali, e gli angeli ispirano ciò che è buono e vero. Ogni cosa buona e vera ispiratadagli angeli è dal Signore; così il Signore parla continuamente all'uomo, ma in un mododiverso con un uomo piuttosto che con un altro. Presso coloro che si lasciano trascinaredagli spiriti maligni, il Signore parla come se fosse assente o da lontano, in modo chedifficilmente possa essere detto che egli stia parlando all'uomo. Ma presso quelli che sonoguidati dal Signore, egli parla quasi come se fosse presente; ciò si può evincere facilmentedal fatto che nessuno può mai pensare alcunché di buono e di vero se non dal Signore.
[2] La presenza del Signore ha luogo secondo lo stato dell'amore verso il prossimo e dellafede in cui è l'uomo. Nell'amore verso il prossimo il Signore è presente, perché egli è in
ogni bene; ma non altrettanto nella fede, senza l'amore. La fede senza l'amore e la carità èuna cosa separata o disgiunta. Ovunque c'è congiunzione ci deve essere un mezzo dicongiunzione, che non è altro che l'amore e la carità, come deve essere evidente a tutti dalfatto che il Signore è misericordioso verso tutti, ama tutti, e vuole rendere tutti felici perl'eternità. Colui che quindi non è in questo amore cioè nell'essere misericordioso verso glialtri, nell'amarli e nel voler renderli felici non può essere congiunto con il Signore, perchéè diverso da lui e non è affatto a sua immagine. Guardare al Signore attraverso la fede, eallo stesso tempo odiare il prossimo, non è solo essere lontano, ma è anche frapporrel'abisso dell'inferno tra se stessi e il Signore, nel quale essi cadrebbero se si avvicinasseroulteriormente; infatti l'odio per il prossimo è quell'abisso infernale che è in mezzo.
[3] La presenza del Signore ha inizio presso l'uomo quando questi ama il prossimo; ilSignore è nell'amore, e fintanto che un uomo è nell'amore, il Signore è presente; e finché ilSignore è presente, egli parla con l'uomo. L'uomo crede che il suo pensiero sia da se stesso,quando in realtà nessuna idea gli appartiene, e neppure la minima parte di un'idea è da sestesso; ma ciò che di male e falso è in lui, procede dagli spiriti maligni dall'inferno, e ciòche del bene e del vero è in lui, procede attraverso gli angeli, dal Signore. Tale è l'influssopresso l'uomo, dal quale è la vita e l'interazione della sua anima con il corpo. Da questecose è evidente cosa si intende con le parole Dio parlò a Noè. Il suo dire a qualcuno significauna cosa, come in Genesi. 1:29; 3:1314, 17; 4:6, 9, 15; 6:13; 7:1. E il suo parlare a qualcunosignifica un'altra cosa. Qui, il suo parlare a Noè significa essere presente, perché il soggettoè ora l'uomo rigenerato, che è dotato della carità.
905. Esci dall'arca. Che questo significa libertà si evince da quanto è stato detto prima, edalla connessione in serie delle cose. Finché Noè era nell'arca, circondato dalle acque deldiluvio, il significato era che lui era in prigionia cioè, era sballottato dai mali e dalle falsitào, il che è lo stesso, dagli spiriti maligni, con i quali è ingaggiato il combattimento dellatentazione. Ne consegue che uscire dall'arca significa libertà. La presenza del Signoreimplica la libertà, l'una di seguito all'altra. Più il Signore è presente, tanto più libero èl'uomo; vale a dire che, più un uomo è nell'amore del bene e della verità, e più liberamenteegli agisce. Tale è l'influsso del Signore attraverso gli angeli. Ma per converso, l'influssodell'inferno attraverso gli spiriti maligni è impetuoso e votato al dominio; perché talispiriti non aspirano ad altro che alla sottomissione dell'uomo, in modo che egli non sia piùnulla, e che essi possano essere tutto. E quando loro sono tutto, l'uomo è quasi uno di loro,e ciò nondimeno, ai loro occhi, non è nulla. Di conseguenza, quando il Signore liberal'uomo dal loro dominio e dal loro giogo, si verifica un combattimento; e quando l'uomo èstato liberato, cioè rigenerato, attraverso gli angeli, è guidato dal Signore, così dolcementeche non vi è alcun giogo né dominio; perché è guidato dalla gioia e dalla felicità, ed èamato e stimato. Questo è ciò che il Signore insegna in Matteo:
Il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero (Matteo 11:30)
che è esattamente il contrario di ciò che accade presso gli spiriti maligni che, come si èappena detto, considerano l'uomo come nulla e, se potessero, lo tormenterebbero in ognimomento. Questo mi è stato dato di conoscere attraverso una cospicua esperienza, inmerito alla quale, per Divina misericordia del Signore, si dirà qui di seguito.
906. Che tu e tua moglie significhi la Chiesa si evince ugualmente dalla connessione inserie delle cose; come anche che i tuoi figli e le mogli dei tuoi figli significhi la verità, e i benicongiunti con le verità, che erano in lui. Che tu significa l'uomo della chiesa è evidente, eche sua moglie significhi la chiesa, e i suoi figli, le verità, e le mogli dei suoi figli, i benicongiunti con le verità è stato mostrato più volte in precedenza, dunque non è necessariosoffermarvisi ulteriormente.
907. Versetto 17. Tutti gli animali selvatici che sono con te di ogni carne, quali gli uccelli, lebestie e tutti i rettili che strisciano sulla terra, portali con te, affinché essi possano diffondersi sullaterra, essere fecondi, e moltiplicarsi sulla terra. Tutti gli animali selvatici che sono con te diogni carne, significa tutto ciò che è stato reso vitale nell'uomo di questa chiesa. Uccellisignifica qui come sopra, le cose dell'intelletto e bestia rappresenta le cose della suavolontà, ambedue appartenenti all'uomo interno. Tutti i rettili che strisciano sulla terrasignifica le cose inerenti l'uomo esterno. Portali con te, significa il loro stato di libertà.Affinché essi possano diffondersi sulla terra, significa l'operazione dell'uomo internosull'uomo esterno. Essere fecondi significa l'incremento dei beni. E moltiplicarsi, significal'incremento delle verità. Sulla terra significa presso l'uomo esterno.
908. Che tutti gli animali selvatici che sono con te di ogni carne significhi tutto ciò che è statoreso vitale nell'uomo di questa chiesa, si evince dal fatto che animale selvatico si riferisce aNoè ovvero, l'uomo di questa chiesa, ora rigenerato, e si riferisce manifestamente a ciò chesegue, vale a dire, uccelli, bestie e rettili; poiché è detto, tutti gli animali selvatici che sono conte di ogni carne, come uccelli, bestia, e tutti i rettili che strisciano sulla terra. Lo stesso terminefera nella lingua originale è reso con vita, o ciò che è vivente; ma nella Parola vieneutilizzato sia per ciò che è vitale, sia per ciò che non lo è; di conseguenza, se non si conosceil significato interiore della Parola, talvolta può risultare difficile percepire cosa si intende.La ragione di questo duplice significato è che l'uomo della chiesa più antica, nella suaumiliazione davanti al Signore, si è riconosciuto come non vivente, nemmeno come unabestia, ma solo come un animale selvatico; perché quelle genti sapevano che l'uomo eratale, considerato in se stesso, ovvero nel suo proprio. Quindi questa parola significa ciòche è vivo, e anche animale selvatico.
[2] Cosa s'intenda per ciò che è vivente si evince in Davide:
L'animale selvatico vi abiterà [nell'eredità di Dio]. Tu, o Dio, confermi il povero con il tuo bene(Salmi 68:11)
Qui per animale selvatico, che dimorerà nell'eredità di Dio, non si intende altro che l'uomorigenerato; così come nel versetto in esame, ciò che è vitale in questo uomo si intende.Nello stesso libro:
Ogni animale selvatico della foresta è mia, e le bestie, a migliaia sui monti. Conosco tutti gliuccelli dei monti, e gli animali selvatici del mio campo sono con me (Salmi 50:1011)
Qui gli animali selvatici del mio campo con me, ovvero con Dio, rappresentano l'uomorigenerato, quindi ciò che è vivente in lui. In Ezechiele:
Tutti gli uccelli del cielo hanno fatto i loro nidi tra i suoi rami, e sotto le sue fronde tutti glianimali selvatici del campo hanno partorito (Ez. 31:6)
dove si fa rifermento alla chiesa spirituale, impiantata come un albero, così come ciò che èvivente, nell'uomo di quella chiesa. In Osea:
In quel giorno farò per loro un patto con l'animale selvatico del campo e con gli uccelli del cielo(Os. 2,18)
dove il patto deve essere fatto con coloro che devono essere rigenerati. Invero animaleselvatico [fera] significa ciò che è vivente, come i cherubini, ovvero gli angeli visti daEzechiele, denominati i quattro animali selvatici o creature viventi (Ez. 1:5, 1315, 19, 10:15).
[3] Che animale selvatico in senso opposto, nella Parola rappresenta ciò che non è vivente,si evince da molti passi, di cui solo il seguente sarà citato, per conferma. In Davide:
Non abbandonare alle fiere l'anima della tua tortora (Salmi 74:19).
In Sofonia:
La città è stata ridotta alla desolazione, un rifugio per le fiere (Sof. 2,15)
In Ezechiele:
E non saranno più preda delle nazioni, né le fiere li divoreranno (Ez. 34:28).
Nello stesso profeta:
Sui suoi resti si posano tutti gli uccelli del cielo, e sotto i suoi rami dimorano tutti gli animaliselvatici del campo (Ez. 31:13)
In Osea:
Li divorerò come un leone; le fiere li dilanieranno (Os. 13: 8)
In Ezechiele:
Ti darò in pasto alle fiera della terra, e agli uccelli del cielo (Ez. 29: 5)
espressioni ricorrenti. E dal momento che gli ebrei erano confinati nel solo senso letterale,e per fiera intendevano un animale selvatico; e per uccello un volatile, ignorando le coseinteriori della Parola, e non avendo alcuna volontà di riconoscerle, né di essere istruiti,erano così crudeli e simili alle fiere che provavano diletto nel non seppellire i nemici uccisiin battaglia, lasciando che fossero divorati da uccelli rapaci e belve; che dimostra anchecosa sia un uomo simile ad un animale selvatico.
909. Che uccello significa le cose dell'intelletto e bestia le cose della sua volontà, cheappartengono all'uomo interno, e che tutti i rettili che strisciano sulla terra significa le cosecorrispondenti nel suo uomo esterno è evidente dal significato di uccello come mostrato inprecedenza (n. 40, 776), e di bestia (n. 45, 46, 142, 143, 246). Che i rettili che strisciano sullaterra significhino le cose corrispondenti nell'uomo esterno è ora evidente dalla lororelazione sia con l'uccello, ovvero le cose dell'intelletto, sia con la bestia, ovvero le cose della
volontà. Le genti più antiche chiamavano le cose sensuali e i piaceri del corpo, cosestriscianti, perché sono proprio come rettili che strisciano sulla terra. Essi paragonavanoanche il corpo dell'uomo alla terra o al suolo, come in questo passo, dove per terra non siintende altro che l'uomo esterno.
9114. Che i rettili che strisciano significhino cose corrispondenti nell'uomo esterno, è unsoggetto che deve essere spiegato in questi termini. Nell'uomo rigenerato le cose esterioricorrispondono a quelle interiori, cioè sono a queste ultime subordinate. Le cose esteriorisono ridotte all'obbedienza quando l'uomo viene rigenerato, e diviene ora immagine delcielo. Ma finché l'uomo non è stato rigenerato, le cose esteriori dominano su quelleinteriori, ed egli è quindi un'immagine dell'inferno. L'ordine consiste nelle cose celesti chehanno il governo delle cose spirituali, e attraverso queste, delle cose naturali, e attraversoqueste ultime, delle cose corporee. Ma quando le cose corporee e naturali governano sullecose spirituali e celesti, l'ordine è sovvertito, e quindi l'uomo è un'immagine dell'inferno;perciò il Signore ristabilisce l'ordine mediante la rigenerazione, e allora l'uomo divieneun'immagine del cielo. Così il Signore sottrae l'uomo dall'inferno, e lo innalza al cielo.
[2] Affinché sia nota la corrispondenza dell'uomo esterno con l'uomo interno, deve farsiqualche cenno a riguardo. Ogni uomo rigenerato è una sorta di cielo minimo, cioè èun'effigie o immagine del cielo universale, e quindi nella Parola l'uomo interno è chiamatocielo. C'è un tale ordine nel cielo che il Signore governa le cose spirituali attraverso le cosecelesti, e le cose naturali attraverso le cose spirituali, e in questo modo egli governa il cielouniversale come un solo uomo, ragione per la quale il cielo è chiamato il grandissimo uomoceleste. E vi è un tale ordine presso tutti coloro che sono nel cielo. E anche l'uomo, quando èsimile a questi, è un cielo minimo, ovvero, un regno del Signore, perché il regno delSignore è in lui; allora le cose esteriori in lui corrispondono a quelle interiori, vale a dire,sono a queste ultime subordinate, come nei cieli, che sono tre, e sono disposti come un solouomo, di cui gli spiriti costituiscono l'uomo esterno, gli spiriti angelici l'uomo interno, e gliangeli, la parte più intima dell'uomo interno (n. 459).
[3] È l'inverso per quelli la cui vita è fatta unicamente di cose corporee, cioè cupidità,piaceri, appetiti, e cose sensuali, i quali non percepiscono alcun piacere diverso da ciò cheappartiene all'amore di sé e del mondo, vale a dire, che nutrono odio contro tutti coloroche non li assecondano e non si mettono al loro servizio. Presso di essi, a causa del fattoche le cose corporee e naturali dominano sulle cose spirituali e celesti, non solo non c'èalcuna corrispondenza o obbedienza delle cose esteriori, ma vi è l'opposto, e quindil'ordine è completamente sovvertito. Ed essendo l'ordine così rovesciato, essi non possonoessere altro che immagini dell'inferno.
4 A causa di refuso nella versione originale il paragrafo 910 non è presente.
912. Che, portali con te, significhi il loro stato di libertà si evince da quanto è stato dettonel precedente versetto 15, in merito a uscire dell'arca, che significa la libertà.
913. Che, affinché essi possano diffondersi sulla terra, significa l'operazione dell'uomointerno nell'uomo esterno, e che essere fecondi significa l'incremento dei beni, moltiplicarsi,l'incremento delle verità, e sulla terra, nell'uomo esterno, si evince dalla serie delle cose, eanche da ciò che è stato e mostrato in precedenza circa il significato di fruttificare, che nellaParola fa riferimento ai beni, e circa il significato di moltiplicarsi, che fa riferimento alleverità; che terra significa l'uomo esterno è stato ugualmente mostrato in precedenza,dunque non è necessario soffermarsi più a lungo sul loro significato. Qui il soggetto èl'operazione dell'uomo interno nell'uomo esterno dopo che l'uomo è stato rigenerato, cioèquando per la prima volta il bene è reso fecondo, e la verità è moltiplicata, quando l'uomoesterno è stato ridotto a corrispondenza o obbedienza. Questa operazione non può maiavvenire prima perché tutto ciò che è corporeo si oppone al bene, e tutto ciò che è sensualesi oppone alla verità, e l'uno estingue l'amore del bene, l'altro estinzione l'amore dellaverità. La fruttificazione del bene e la moltiplicazione della verità hanno luogo nell'uomoesterno; la fruttificazione del bene nelle sue affezioni, e la moltiplicazione delle verità nellasua memoria. L'uomo esterno è qui chiamato terra su cui essi si diffondono, diventanofecondi e si moltiplicano.
914. Versetti 18, 19. E Noè andò avanti, ed i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli con lui.Tutti gli animali selvatici, tutti i rettili, tutti gli uccelli e tutto ciò che striscia sulla terra, secondo leloro famiglie, uscirono fuori dall'arca. Andò avanti, significa che così fece. Per Noè ed i suoifigli, si intende l'uomo della chiesa antica. Per la moglie e le mogli dei suoi figli con lui, siintende la chiesa stessa. Per tutti gli animali selvatici e tutti i rettili, si intendono i suoibeni; animali selvatici, i beni della uomo interno; rettili, i beni dell'uomo esterno; per tuttigli uccelli e tutto ciò che striscia sulla terra, si intendono le verità, uccelli, le veritàdell'uomo interno; e tutto ciò che striscia sulla terra, le verità dell'uomo esterno; secondo leloro famiglie, significa le coppie; uscirono fuori dell'arca, significa come prima, che cosìfecero, e allo stesso tempo significa uno stato di libertà.
915. Che per il suo andare avanti, s'intenda che così fece; che per Noè ed i suoi figli siintenda l'uomo della chiesa antica; che per la moglie e le mogli dei suoi figli con lui si intendala chiesa stessa, è evidente dalla serie delle cose, che implica che in tal modo l'antica chiesafu instaurata, perché questa è la formula di chiusura di quanto è accaduto prima. Quandola chiesa è descritta nella Parola, è descritta sia dall'uomo [vir] e la moglie, oppuredall'uomo [homo] e la moglie; quando ricorre l'espressione uomo [vir] e la moglie, per uomo èsignificato ciò che è dell'intelletto, ovvero della verità, e per moglie, ciò che è della volontà,ovvero del bene; quando ricorre l'espressione uomo [homo] e la moglie, per uomo è significatoil bene dell'amore, o amore, e per moglie, la verità della fede, o fede. Pertanto, con uomo
[homo] è significato ciò che è l'essenziale della Chiesa, e per moglie, la chiesa stessa. È cosìin tutta la Parola. In questo passo, poiché fino a questo punto è stata descritta laformazione di una nuova chiesa, il seguito all'estinzione della chiesa più antica, per Noè edi suoi figli s'intende l'uomo [homo] dell'antica chiesa, e per sua moglie e le mogli dei suoi figlicon lui, s'intende quella chiesa stessa. Qui dunque, sono chiamati in un ordine diverso daquello del versetto precedente (16), dove si dice: Uscite dall'arca, tu e tua moglie, i tuoi figli ele mogli dei tuoi figli con te, dove tu e tua moglie, e i tuoi figli e le mogli dei tuoi figli sonorispettivamente raggruppati insieme, quindi per tu e i tuoi figli è intesa la verità, e permoglie e le mogli dei figli, il bene. Ma nel versetto che stiamo esaminando l'ordine è diverso,perché, come si è detto, per tu e i tuoi figli è significato l'uomo della chiesa, e per la moglie ele mogli dei suoi figli, la chiesa stessa, che è la chiusura di quanto è stato detto inprecedenza. Noè non rappresenta l'antica chiesa, bensì i suoi figli, Sem, Cam, e Jafet, come siè detto prima. Perché tre chiese, per così dire, costituiscono questa antica chiesa, in meritoalla quale, per Divina misericordia del Signore, si tratterà qui di seguito. E queste chiese,sorsero come discendenza di una chiesa denominata Noè; perciò qui è detto, tu e i tuoi figli,e anche, tua moglie e le mogli dei tuoi figli.
916. Che tutti gli animali selvatici e tutti i rettili significhino i beni dell'uomo della chiesa;animale selvatico, i beni dell'uomo interno; rettili quelli dell'uomo esterno; e che tutti gliuccelli e tutto ciò che striscia sulla terra significhino le verità; uccelli le verità dell'uomointerno; e le cose che strisciano sulla terra quelle dell'uomo esterno, è evidente daciò che è stato detto e mostrato nel versetto precedente circa gli animali selvatici, gliuccelli, i rettili, dove si dice rettili che strisciano, perché lì s'intende sia il bene, sia la veritàdell'uomo esterno. Poiché ciò che viene detto qui è la conclusione di ciò che è stato dettoprima, si aggiungono queste cose che sono della chiesa, vale a dire, i suoi beni e le sueverità; e da essi si evince la qualità della chiesa, che divenne spirituale, tale che la carità,ovvero il bene era la cosa principale; e quindi animali selvatici e rettili sono qui menzionatiprima, e di seguito uccelli e cose che strisciano.
[2] La chiesa è chiamata spirituale quando agisce in virtù della carità, ovvero del benedella carità, mai quando si dice che ha la fede senza la carità, perché allora non è nemmenouna chiesa. Perché qual è la dottrina della fede, se non la dottrina della carità? E qual è loscopo della dottrina della fede, se non che gli uomini facciano ciò che essa insegna? Talescopo non può essere solo di sapere e pensare ciò che essa insegna, ma piuttosto di metterein atto ciò che essa insegna. La chiesa spirituale è quindi, per la prima volta, chiamatachiesa quando agisce dalla carità, che è l'autentica dottrina della fede. O, ciò che è lostesso, l'uomo della chiesa è allora, per la prima volta, una chiesa. Allo stesso modo, qual èlo scopo del comandamento? Non che l'uomo conosca, ma che egli viva secondo il
comandamento. Perché allora egli ha in sé il regno del Signore, poiché il regno del Signoreconsiste esclusivamente nell'amore reciproco e nella sua felicità.
[3] Coloro che separano la fede dalla carità, e sostengono che la salvezza consista nellafede senza le opere della carità, sono simili a Caino che uccise suo fratello Abele, cioè, lacarità. E sono come rapaci che volano su una carcassa; perché tale fede è un uccello, e unuomo senza la carità è un cadavere. Così anche, essi formano per se stessi una coscienzaspuria secondo cui, vivono come diavoli, tengono in odio il prossimo, lo perseguitano,passano tutta la loro vita in adulteri, e ciò nondimeno, sarebbero salvati, come si crede nelmondo cristiano. Che cosa può essere più gradevole ad un uomo che sentire ed esserepersuaso che egli può essere salvato, anche se vive come una bestia selvaggia? Gli stessigentili percepiscono che questo è falso, molti dei quali detestano la dottrina dei cristianiperché vedono la loro vita. L'effettiva qualità di una tale fede è evidente anche dal fattoche da nessuna parte è stata trovata una vita più detestabile di quella che si conducecomunemente nel mondo cristiano.
917. Che secondo le loro famiglie significa le coppie, è evidente da ciò che è stato dettoprima, e cioè che entrarono nell'arca, sette coppie di ogni famiglia di animali puri e due coppiedi ogni famiglia di animali impuri (Genesi 7:2, 3, 15); mentre qui si dice che uscironodall'arca, secondo la loro famiglia. La ragione di ciò è che tutte le cose erano state dispostenell'ordine dal Signore, in modo che potessero rappresentare le famiglie. Nell'uomorigenerato, i beni e le verità, ovvero le cose della carità e della fede, sono legate le une allealtre come con i vincoli di sangue e con il matrimonio, così come le famiglie procedono dada un un ceppo familiare o da un genitore, allo stesso modo, nel cielo (n. 685) dove essesono disposte in un ordine in cui i beni e le verità sono condotti dal Signore. In particolare,qui si intende che tutti i beni, sia in generale, sia in particolare, guardano alla verità loropropria, come se questi fossero congiunti in matrimonio; e proprio come la carità generale,guarda alla fede, così ogni particolare bene guarda alla verità; infatti il generale, a menoche non esista dal particolare, non è il generale, visto che è dal particolare che trae la suaesistenza, e in virtù di ciò che si chiama generale. Quindi, come ogni uomo è in generale,così anche è nei suoi più minuti particolari delle sue affezioni e delle sue idee. Di questi ècomposto, o di questi diventa come egli è in generale; e pertanto coloro che sono statirigenerati diventano tali nei particolari più piccoli come sono in generale.
918. Che uscirono fuori dell'arca significa anche uno stato di libertà è evidente da quantodetto sopra (versetto 16) dell'espressione uscire dall'arca. Cosa sia la libertà dell'uomospirituale si evince dal fatto che è governato dal Signore attraverso la coscienza. Colui cheè governato dalla coscienza, o che agisce secondo coscienza, agisce liberamente. Nulla gli èpiù ripugnante che agire contro coscienza. Perché agire contro coscienza è l'inferno in lui,mentre agire secondo coscienza è il cielo presso di lui; e da questo chiunque può vedere
che agire secondo coscienza è la libertà. Il Signore governa l'uomo spirituale attraverso lacoscienza di ciò che è bene e vero; e questa coscienza si forma, come già detto,nell'intelletto dell'uomo, ed è quindi separata da ciò che è della sua volontà. E poiché ètotalmente separata da ciò che appartiene alla sua volontà, è evidente che l'uomo non famai nulla del bene da se stesso; e poiché tutta la verità della fede è dal bene della fede, èevidente che l'uomo non pensa mai nulla di vero da se stesso, ma che questo è unicamentedal Signore. Che sembri all'uomo di fare queste cose da se stesso, è solo un'apparenza; epoiché è così, l'uomo autenticamente spirituale riconosce e crede ciò. Ne consegue che lacoscienza data all'uomo spirituale dal Signore è come una sorta di nuova volontà, in modoche l'uomo che è stato creato nuovo è dotato di una nuova volontà e per mezzo di questa,di un nuovo intelletto.
919. Versetto 20. E Noè edificò un altare al Signore; e prese di ogni animale puro, e di ogniuccello puro e offrì olocausti sull'altare. Noè costruì un altare al Signore, è espressionerappresentativa del Signore; e prese di ogni animale puro e di ogni uccello puro, indica ibeni della carità e della fede; e offrì olocausti sull'altare, significa tutto il culto che nediscende.
920. In questo versetto viene descritto il culto della chiesa antica in generale, e questoperché l'altare e l'olocausto erano le cose principali in tutto il culto rappresentativo. Ma, inprimo luogo, sarà descritto il culto esistente nella chiesa più antica, per mostrare di lì comeè sorta l'adorazione del Signore per mezzo di rappresentazioni. Gli uomini della chiesa piùantica non avevano altro culto che quello interno, come ad esempio è nel cielo; infattipresso di loro il cielo era in comunicazione con l'uomo, in modo che essi facevano uno. Equesta comunicazione era la percezione, di cui spesso si è fatto cenno in precedenza. Cosìessendo angelici, erano uomini interni, e anche se avvertivano le percezioni esteriori delcorpo e del mondo, ciò nondimeno non se ne curavano. Essi associavano ogni oggettopercepito a qualcosa di Divino e celeste. Ad esempio, quando vedevano una montagna,essi percepivano non l'idea di una montagna, ma di elevazione, e associavano l'elevazione,al cielo e al Signore, da cui ne è derivato che del Signore è stato detto che abitanell'altissimo, ed egli stesso è chiamato l'Altissimo e l'Eccelso; da cui il culto del Signore si ètenuto sulle montagne; e allo stesso modo per altre cose. Così quando osservavano ilmattino, non percepivano il mattino, quale cadenza del giorno, ma ciò che è celeste, e che èsimile al mattino e all'alba nella mente umana, da cui il Signore è denominato Mattino,Oriente e Alba. Così, quando guardavano un albero, le sue foglie e i frutti, non si curavanodi essi, ma vedevano l'uomo come è rappresentato in essi; nel frutto, l'amore e la carità,nelle foglie, la fede; e da ciò l'uomo della chiesa, non solo era paragonato ad un albero, e aun giardino, e ciò che era in lui, alle foglie e ai frutti, ma era anche chiamato così. Essi eranodi una tale natura da essere in un'idea celeste e angelica.
[2] Ognuno può sapere che un'idea generale governa tutte le particolari. Così di tutti glioggetti percepiti dai sensi, sia quelli visti, sia quelli uditi, l'uomo non se ne cura, tranne chenon confluiscono nella sua idea generale. Così a chi è lieto nell'animo, tutte le cose che odee vede appaiono liete e gioiose; ma a colui che è triste di animo, tutte le cose che ode evede appaiono tristi e dolorose; e così in altri casi. Questo perché l'affezione generale è intutti i particolari, e per effetto di ciò essi sono percepiti conformemente all'affezionegenerale; mentre tutte le altre cose non appaiono neppure, come se fossero assenti o dinessun conto. E così è stato presso l'uomo della chiesa più antica: tutto ciò che vedeva con isuoi occhi era celeste per lui; e quindi presso di lui tutto sembrava essere vivo. Questodimostra il carattere del suo culto Divino, che era interno, e in nessun modo esterno.
[3] Ma quando quella chiesa è caduta in declino, nella sua discendenza, e quando lapercezione o la comunicazione con il cielo ha cominciato ad estinguersi, un altro stato dicose è iniziato. Da allora gli uomini non hanno percepito alcunché di celeste negli oggettidei sensi, come avevano fatto prima, ma soltanto ciò che è mondano, e questo in misuracrescente e proporzionale alla perdita della loro percezione. Infine, nell'ultima posteritàprecedente al diluvio, essi percepivano degli oggetti soltanto ciò che è mondano, corporeo,e terreno. Così il cielo è stato separato dall'uomo, né vi è più stata comunicazione se non inun modo molto remoto; ed è stata aperta la comunicazione tra l'uomo e l'inferno, e di là èvenuta la sua idea generale, che fluisce nelle idee di tutti i particolari, come è statomostrato. Poi, quando qualche idea celeste si è presentata, essa era come nulla per loro,tale che alla fine non erano disposti a riconoscere neppure l'esistenza di alcunché dispirituale e celeste. Così lo stato dell'uomo mutò e subì un'inversione.
[4] Poiché il Signore ha previsto che tale sarebbe divenuto lo stato dell'uomo, haprovveduto alla conservazione delle cose dottrinali della fede, affinché gli uominipotessero conoscere ciò che è celeste, e ciò che è spirituale. Queste cose dottrinali sonostate raccolte dagli uomini della chiesa più antica, quelli denominati Caino, e anche dacoloro che sono stati chiamati Enoch, riguardo ai quali si è detto più sopra. Perciò si dice diCaino che un marchio è stato fissato su di lui perché nessuno lo debba uccidere (vediGenesi 4:15, n. 393, 394); e di Enoch che è stato preso da Dio (Genesi 5:24). Queste cosedottrinali consistevano esclusivamente in immagini rappresentative, e quindi, per cosìdire, in cose enigmatiche, cioè nel significato di vari oggetti esistenti sulla faccia della terra;come ad esempio che le montagne significavano cose celesti, e il Signore; che il mattino el'oriente hanno lo stesso significato; che gli alberi di vario genere e i loro frutti significanol'uomo e le sue cose celesti, e così via. In simili cose consistevano le loro cose dottrinali, chesono state tutte raccolte dagli oggetti rappresentativi della chiesa più antica; e diconseguenza, i loro scritti sono anche della stessa natura. E siccome essi ammiravanoquesti oggetti rappresentativi, e sembrava anche a se stessi di vedere, ciò che è Divino eceleste, e anche a causa della loro antichità, il culto da cose come queste era iniziato ed è
stato permesso, e questa è stata l'origine del loro culto sui monti, e in boschetti in mezzoagli alberi, e anche delle loro colonne o statue all'aria aperta, e finalmente degli altari eolocausti che divennero in seguito le cose principali di tutto culto. Questo culto fu iniziatodall'antica chiesa, e fu quindi trasmesso alla sua posterità e a tutte le nazioni d'intorno,oltre a molte altre cose, riguardo alla quale per Divina misericordia del Signore, si tratteràdi seguito.
921. Che Noè edificò un altare al Signore, sia una rappresentazione del Signore è evidenteda quanto è stato appena detto. Tutti i riti dell'antica chiesa erano rappresentativi delSignore, come anche i riti della chiesa ebraica. E la principale rappresentazione nei tempisuccessivi fu l'altare, e anche l'olocausto che, essendo fatto con animali puri e uccelli puri,era rappresentativo, secondo il significato di questi; gli animali puri, rappresentano il benedella carità, e gli uccelli puri, la verità della fede. Quando gli uomini della chiesa anticaoffrivano questi sacrifici, significava che offrivano in dono questi beni e queste verità alSignore. Nient'altro che questo costituisce l'offerta gradita al Signore. Ma la loro posterità,come i pagani e anche gli ebrei, hanno pervertito queste cose, senza nemmeno sapere cheavessero un tale significato, e hanno ridotto il loro culto a qualcosa di meramente esteriore.
[2] Che l'altare fosse la principale rappresentazione del Signore, è evidente dal fatto cheprima dell'istituzione dei riti, prima che l'arca fosse costruita, e prima che il tempio fosseedificato, vi erano altari, anche tra i pagani. Ciò si evince da Abramo, che quando giunsesul monte a est di Bethel, edificò un altare e invocò il nome del Signore (Genesi 12:8); esuccessivamente gli fu comandato di offrire Isacco in olocausto su un altare (Genesi 22:2,9); da Giacobbe, che costruì un altare a Luz, o Bethel (Genesi 35:67); e da Mosè, che costruìun altare sotto il Monte Sinai, e fece un olocausto (Esodo 24:46). Tutto questo fu prima chei sacrifici fossero istituiti, prima della costruzione dell'arca, il cui culto veniva celebrato neldeserto. Che vi fossero altari anche presso i gentili, si evince da Balaam, che disse a Balakdi edificare sette altari e preparare sette tori e sette montoni (Num. 23:17, 1418, 2930); eanche dal fatto che fu comandato che gli altari dei pagani dovessero essere distrutti (Deut.7:5; Gdc 2:2). Dunque il culto Divino per mezzo di altari e sacrifici non era una cosa nuova,istituita presso gli ebrei. Infatti gli altari furono edificati prima che gli uomini avesseroalcuna idea di sacrificare buoi e pecore su di essi, ma come memoriali.
[3] Che gli altari fossero una rappresentazione del Signore, e gli olocausti, lo stesso cultodel Signore, è chiaramente evidente nei profeti, come in Mosè, dove si dice di Levi,investito del sacerdozio:
Essi insegnano i tuoi giudizi a Giacobbe, e le tue leggi a Israele; pongono l'incenso sotto le tuenarici, e l'intero olocausto sopra il tuo altare (Deut. 33:10)
il che significa tutto il culto; per insegnare giudizi a Giacobbe, e leggi a Israele s'intende il cultointeriore; e per mettere l'incenso nelle narici, e l'intero olocausto sopra l'altare s'intende il cultoesteriore. In Isaia:
In quel giorno l'uomo volgerà lo sguardo al suo Creatore, ed i suoi occhi vedranno il Santod'Israele e non guarderanno agli altari, opera della sua mano (Is. 17:78)
dove guardare agli altari, è un'immagine rappresentativa del culto in generale, che dovevaessere abolito. Nello stesso profeta:
In quel giorno sarà eretto un altare al Signore in mezzo al paese d'Egitto, e una colonna pressola frontiera, in onore del Signore (Is. 19:19)
dove anche altare indica il culto esteriore.
[4] In Geremia:
Il Signore ha abbandonato il suo altare, egli ha disprezzato il suo santuario (Lam. 2:7)
Altare indica il culto rappresentativo, reso idolatra. In Osea:
Poiché Efraim ha moltiplicato gli altari del peccato, gli altari sono stati per lui causa di peccato(Os. 8:11)
gli altari qui indicano tutto il culto rappresentativo separato da quello interiore, quindi ciòche è idolatra. Nello stesso profeta:
Gli alti luoghi di Aven, peccato d'Israele, saranno distrutti; spine e rovi cresceranno sui loroaltari (Os. 10:8)
dove gli altari indica il culto idolatrico. In Amos:
Nel giorno in cui visiterò le trasgressioni d'Israele, visiterò anche gli altari di Betel, e le cornadell'altare saranno tagliate (Amos 3:14)
dove ancora una volta gli altari inddicano il culto rappresentativo divenuto idolatrico.
[5] In Davide:
Lasciate che mi portino al monte della tua santità, alla tua dimora. Andrò fino all'altare di Dio, aDio, gioia della mia gioia (Salmi 43:34)
dove altare rappresenta chiaramente il Signore. Così la costruzione di un altare nella chiesaantica e nella chiesa ebraica era rappresentativa del Signore. Poiché il culto del Signore eracelebrato principalmente con olocausti e sacrifici bruciati, queste cose quindi significavanoil culto rappresentativo, come è evidente dal fatto che l'altare in sé significa questo cultorappresentativo.
922. E prese di ogni animale puro e di ogni uccello puro. Che questo significa i beni dellacarità e le verità della fede, è stato mostrato sopra; che animale indica i beni della carità (nn.4546, 142143, 246); e che uccello indica le verità della fede (nn. 40, 776). Gli olocausti eranofatti con buoi, agnelli, capre, tortore e colombe (Lv. 1:317; Num. 15:215; 28:131). Questierano animali puri, e ognuno di essi significava qualcosa di celeste, in particolare. E poichésignificavano queste cose nella chiesa antica e rappresentavano le medesime cose nellechiese successive, è evidente che gli olocausti e i sacrifici non erano altro cherappresentazioni del culto interiore; e quando la chiesa si separò dal culto interiore,divenne idolatrica. Questo, chiunque di sana ragione lo può vedere. Perché, cosa è unaltare se non qualcosa di pietra, e cosa è un olocausto e sacrificio, se non l'uccisione di unanimale? Se vi è il culto Divino, quelle cose debbono rappresentare qualcosa di celeste, cheessi sanno e riconoscono, e che rappresentano colui che adorano.
[2] Che queste cose fossero rappresentative del Signore nessuno può ignorarlo, a menoche non sia disposto a comprendere alcunché del Signore. È dalle cose interiori, vale a dire,dalla carità e dalla fede che colui che viene rappresentato, può essere visto, riconosciuto ecreduto, come si evince chiaramente nei profeti, per esempio, in Geremia:
Così dice il Signore degli eserciti, il Dio di Israele, Aggiungete i vostri olocausti ai vostri sacrificie mangiatene la carne; perché io non diedi alcun comando ai vostri padri, riguardo agliolocausti e ai sacrifici, nel giorno in cui li feci uscire dal paese d'Egitto; ma questo ho comandatoloro, Obbedite alla mia voce, e io sarò il vostro Dio (Ger 7:2123)
Ascoltare o obbedire alla voce significa obbedire alla legge, che fa riferimento all'unicoprecetto: amare Dio sopra ogni cosa, e il prossimo come se stessi; secondo la sua legge e iprofeti (Matteo 22:3540; 7:12). In Davide:
Signore, non hai desiderato sacrifici, né offerte; non hai preteso olocausti, né offerte per ilpeccato. Ho desiderato fare la tua volontà, mio Dio; la tua legge è nel mio intimo (Salmi 40:7, 9)
[3] In Samuele, che disse a Saul,
Il Signore gradisce forse gli olocausti e i sacrifici quanto l'obbedienza alla voce del Signore?Ecco, l'obbedienza è meglio del sacrificio e dare ascolto è meglio del grasso di montone (1 Sam.15:22)
Cosa si intenda per dare ascolto alla voce può essere visto in Michea:
Mi presenterò dinanzi al Signore con olocausti, con vitelli di un anno? Sarà il Signoresoddisfatto per migliaia di montoni, o miriadi di fiumi di olio? Egli ti ha mostrato, o uomo, ciòche è bene; e ciò che il Signore richiede da te, praticare la giustizia, amare la misericordia ecamminare con il tuo Dio, con cuore umile? (Michea 6:68)
Questo è ciò che s'intende con olocausti e sacrifici di bestie e uccelli puri. In Amos:
Anche se mi farete olocausti e offerte non li accetterò; né terrò in considerazione le offerte dipace delle vostre bestie grasse. Il giudizio sia come le acque che scorrono, e la giustizia come unfiume possente (Amos 5:22, 24)
Giudizio è la verità, e giustizia è il bene, entrambi derivanti dalla carità, e questi sono gliolocausti e i sacrifici dell'uomo interno. In Osea:
Misericordia voglio e non sacrificio, e conoscenza di Dio, più degli olocausti (Osea 6:6)
Da questi passi si evince quali siano i sacrifici e gli olocausti dove non c'è carità e fede; ed èanche evidente che animali puri e uccelli puri rappresentano, in quanto significano, i benidella carità e della fede.
923. Che offrì olocausti sull'altare significhi tutto il culto è evidente da ciò che è stato giàdetto. Gli olocausti erano le cose principali del culto della chiesa rappresentativa, e così daallora in poi sono stati introdotti i sacrifici, riguardo ai quali per Divina misericordia delSignore, si tratta di seguito. Che olocausti in generale significhi il culto rappresentativo èevidente anche nei profeti, come in Davide:
Il Signore ti manderà il suo aiuto dal santuario, e ti sosterrà da Sion; si ricorderà di tutte le tueofferte e le accetterà come grassi olocausti (Salmi 20:23)
In Isaia:
Chi osserva il sabato astenendosi dal profanarlo, sarà ammesso sul mio monte santo; i loroolocausti e i loro sacrifici saranno accettati sul mio altare (Is. 56:67)
dove olocausti e sacrifici rappresentano tutto il culto; olocausti, per il culto dell'amore, esacrifici, per il culto della fede che ne deriva. Nei profeti, usualmente le cose interiori sonodescritte attraverso quelle esteriori.
924. Versetto 21. E il Signore odorò il profumo di quiete; e il Signore disse in cuor suo, Nonmaledirò più il suolo a causa dell'uomo; perché l'immaginazione del cuore dell'uomo è malvagia findalla sua giovinezza; né colpirò più alcuna cosa vivente, come ho fatto. Il Signore odorò il profumodi quiete significa che il loro culto era grato al Signore, cioè, il culto dalla carità e la fededalla carità. E il Signore disse in cuor suo, significa ciò che non sarebbe più accaduto. Nonmaledirò più il suolo, significa che l'uomo non si sarebbe più rivolto verso se stesso. Acausa dell'uomo, significa come ha fatto l'uomo dai posteri della chiesa più antica. Perchél'immaginazione del cuore dell'uomo è malvagia fin dalla sua giovinezza, significa che lavolontà dell'uomo è del tutto malvagia. Non colpirò più alcuna cosa vivente come ho fatto,significa che l'uomo non sarebbe stato più in grado di distruggere se stesso.
925. E il Signore odorò il profumo di quiete. Che questo significa che il loro culto era graditoal Signore, cioè il culto dalla carità e dalla fede che di lì procede, rappresentato conl'olocausto, è stato affermato a margine del versetto precedente. Si dice spesso nella Parolache il Signore odora un profumo di quiete, in particolare in occasione di olocausti; e questosignifica sempre ciò che è gradito o accettato, come odorare un profumo di quiete dagli
olocausti. (Esodo 29:18, 25, 41; Lev 1:9, 13, 17, 23:1213, 18; Num 28:6, 8, 13; 29:2, 6, 8, 13,36), ed anche da altri sacrifici (Lev 2:2, 9; 6:15, 21, 8:21, 28; Num. 15:3, 7, 13). Essi sonochiamati anche, consumati dal fuoco per un profumo di quiete in onore del Signore, con cuis'intende ciò che è dall'amore e dalla carità. Fuoco nella Parola e consumato dal fuoco,quando riferito al Signore e al culto per lui, significa amore. Così anche pane, e per questaragione il culto rappresentativo mediante gli olocausti e i sacrifici è chiamato il pane delsacrificio offerto al Signore per il profumo di quiete (Lev. 3:11, 16).
[2] Che profumo significhi ciò che è gradito e accettato, e quindi un profumo nella chiesaebraica era rappresentativo di ciò che è gradito, e viene offerto al Signore, ovvero delSignore, è perché il bene della carità e la verità della fede, dalla carità corrispondono adolci e deliziosi profumi. Questa corrispondenza e la natura di essa è dimostrabileattraverso le sfere degli spiriti e degli angeli nel cielo, dove ci sono sfere di amore e di fedeche sono chiaramente percepite. Le sfere sono tali che quando uno spirito retto o unangelo, o una società di spiriti retti o di angeli, si avvicina, secondo il beneplacito delSignore, è immediatamente percepita, anche a distanza, ma più sensibilmente nella suaprossimità, quale sia la qualità in relazione all'amore e alla fede di quello spirito, angelo, osocietà. Questo è incredibile, eppure è autenticamente vero. Tale è la comunicazionenell'altra vita, e tale è la percezione. Perciò, secondo il beneplacito del Signore, non vi èalcuna necessità di esplorare in molti modi la qualità di un anima o di uno spirito, perchéessa è nota al suo primo approccio. A queste sfere corrispondono sfere di odori nel mondo.Che vi sia corrispondenza tra queste è evidente dal fatto che, quando piace al Signore lesfere di amore e di fede nel mondo degli spiriti si trasformano in sfere di dolci e piacevoliprofumi, i quali sono distintamente percepiti.
[3] Da ciò è ormai evidente l'origine e il perché un profumo di quiete significa ciò che ègradito, e perché il profumo è diventato un'immagine rappresentativa nella chiesa ebraica,e perché un profumo di quiete fa riferimento a Jehovah o al Signore. Un profumo di quiete èun profumo di pace, o un gradevole senso di pace. La pace considerata nel suo insieme,abbraccia tutte le cose del regno del Signore, sia in generale, sia in particolare, perché lostato del regno del Signore è uno stato di pace, e da uno stato di pace procedono tutti glistati di felicità che risultano dall'amore e dalla fede nel Signore. Da ciò che è stato oradetto, appare chiaramente non solo la natura delle immagini rappresentative, ma ancheperché nella chiesa ebraica si usava l'incenso, e perché vi era un altare davanti al velo e alpropiziatorio; perché vi erano offerte d'incenso nei sacrifici; e anche perché così tantespezie erano usate, incenso e olio per unzione; e in tal modo ciò che è significato nellaParola per profumo di quiete, incenso e spezie, vale a dire, le cose celesti dell'amore e quellespirituali della fede che ne derivano; in generale, tutto ciò che è gradito dall'amore e dallafede.
[4] Come in Ezechiele:
Nella montagna della mia santità, nella montagna dell'altezza di Israele, vi sarà tutta la casad'Israele, in tutto il paese essi mi serviranno; accetterò, e gradirò le vostre offerte e le primiziedei vostri doni, con tutte le vostre cose sante; come un profumo di quiete vi accetterò (Ez. 20:4041).
Qui profumo di quiete si riferisce agli olocausti e alle offerte, vale a dire, al culto della caritàe alla fede che ne deriva, che sono rappresentati dagli olocausti e dalle offerte, e diconseguenza sono gradevoli, come i profumi. In Amos:
Detesto è respingo le vostre feste, e non voglio ricevere l'odore dei vostri cedimenti, perché semi offrite olocausti e doni non li accetterò (Amos 5:2122)
Qui si comprende chiaramente ciò che è gradito o accettabile. Di Isacco quando benedìGiacobbe invece di Esaù, si dice:
E Giacobbe si avvicinò e lo baciò; e lui sentì l'odore della sua veste, e lo benedisse, e disse: Ecco,l'odore di mio figlio è come il profumo di un campo che il Signore ha benedetto (Genesi 27:27)
L'odore della sua veste significa il bene naturale e la verità, che è gradevole per via della suaarmonia con il bene celeste e spirituale e con le loro rispettive verità, i quali sonorappresentati dal profumo di un campo.
926. Che il Signore disse in cuor suo significhi che così sarebbe avvenuto si evince daquanto segue. Quando è scritto che il Signore dice, niente altro si intende che ciò che dice èo ha luogo così; perché del Signore non può dirsi altro che ciò che è. Tutto ciò che è scrittodel Signore in vari luoghi della Parola, è così espresso per il bene di coloro che nonpossono apprendere nulla se non attraverso le cose come sono nell'uomo, e perciò il sensoletterale è di questa natura. Il semplice di cuore può essere istruito attraverso le apparenzeche sono presso l'uomo, perché egli difficilmente si spinge oltre le conoscenze chederivano dalle percezioni dei sensi, e quindi il linguaggio della Parola è adattato alla suacapacità d'intendere; come in questo caso, in cui si dice che il Signore disse in cuor suo.
927. Che non maledirò più il suolo a causa dell'uomo significhi che l'uomo non si sarebbe piùallontanato nello stesso modo in cui fece l'uomo della posterità della chiesa più antica, èevidente da ciò che è stato detto più sopra di questa posterità. Che maledire significa in
senso interno allontanare se stessi, si vede sopra (nn. 223, 245). Come anche in ciò chesegue, che l'uomo non si sarebbe più allontanato, così come fece l'uomo della chiesa piùantica, e che non avrebbe distrutto se stesso, è evidente da quanto è stato già detto sullaposterità della chiesa più antica, che si estinse, e circa la nuova chiesa denominata Noè.
[2] È stato mostrato che l'uomo della chiesa più antica era di un'indole tale che la volontàe l'intelletto presso di lui formavano una sola mente, ovvero che presso di lui l'amore èstato impiantato nella volontà; e quindi allo stesso tempo la fede, colmava l'altra partedella sua mente, vale a dire, l'intelletto. Da ciò, la loro posterità ereditò lo stato secondo cuivolontà e intelletto erano uno. Poi, quando l'amore di sé e le conseguenti folli cupiditàhanno cominciato a prendere possesso della loro volontà dove in precedenza vi era statol'amore per il Signore e la carità verso il prossimo – non solo hanno pervertito la volontà,ma così allo stesso hanno pervertito anche l'intelletto; e questo specialmente quandol'ultima posterità ha sprofondato se stessa nelle sue falsità nelle sue cupidità, diventandocosì Nephilim, i quali furono di una indole tale da non poter essere rigenerati, perchéentrambe le parti della mente, cioè l'intera mente, era stata distrutta. Ma poiché questo èstato previsto dal Signore, egli ha provveduto affinché l'uomo potesse essere riformato erigenerato, in questo modo, impiantando nella parte intellettuale della sua mente, unnuova volontà, che è la coscienza, e attraverso la quale il Signore potesse operare il benedell'amore, vale a dire, la carità, e la verità della fede. Infatti l'uomo è rigenerato perDivina misericordia del Signore. Questo è ciò che s'intende in questo passo, non malediròpiù il suolo a causa dell'uomo, perché l'immaginazione del cuore dell'uomo è malvagia findall'infanzia; né colpirò alcuna cosa vivente, come ho fatto.
928. Che l'immaginazione del cuore dell'uomo è malvagia fin dall'infanzia significhi che lavolontà dell'uomo è completamente malvagia, si evince da ciò che è stato appena detto.L'immaginazione del cuore non significa altro. L'uomo crede di avere una volontà retta, ma ècompletamente in errore. Quando egli fa ciò che è bene, non è dalla sua volontà, ma da unnuova volontà, che è dal Signore; quindi è dal Signore che egli fa ciò che è bene. Così,quando pensa e parla secondo la verità, è dal nuovo intelletto, che è celeste, è quindi anchedal Signore. Il rigenerato è un uomo completamente nuovo formato dal Signore, ed è perquesto che si dice di lui che è creato di nuovo.
929. Che non colpirò più ogni cosa vivente, come ho fatto significhi che l'uomo non sarebbepiù stato in grado di distruggere se stesso, è ormai evidente, perché tale è il caso in cuil'uomo è rigenerato, quando viene poi trattenuto dal male e dal falso che è presso di lui, eallora è persuaso di fare ciò che è bene e pensare ciò che è vero da se stesso. Questa è unafallace apparenza, e nondimeno, è un efficace modo di trattenerlo dal male e dal falso, inmodo che non possa distruggere se stesso. Se l'uomo fosse minimamente lasciato a sestesso, si precipiterebbe in ogni male e falsità.
930. Versetto 22. Durante tutti i giorni della terra, la semina e la raccolta, freddo e caldo, estate einverno, giorno e notte, non cesseranno. Durante tutti i giorni della terra significa in ognitempo. La semina e la raccolta significa l'uomo che deve essere rigenerato, e quindi lachiesa. Freddo e caldo significa lo stato l'uomo quando viene rigenerato, che è così rispettoalla ricezione della fede e della carità; freddo significa nessuna fede né carità; caldo, la fedee la carità. Estate e inverno significa lo stato dell'uomo rigenerato rispetto a ciò che è dellasua nuova volontà, le cui alternanze sono come l'estate e l'inverno. Giorno e notte significalo stato dello stesso uomo rigenerato in relazione al suo intelletto, le cui alternanze sonocome il giorno e la notte. Non cesseranno significa che questo avrà luogo in ogni tempo.
931. Che durante tutti i giorni della terra significa in ogni tempo si evince dal significato digiorno, cioè tempo (si vedano i nn. 23, 487488, 493). Perciò i giorni della terra, qui significatutto il tempo da quando vi è la terra, o vi sono abitanti in essa. Cessa l'esistenza degliabitanti sulla terra quando non c'è più alcuna chiesa. Perché quando non c'è chiesa, non c'èpiù alcuna comunicazione dell'uomo con il cielo, e quando questa comunicazione cessa,ogni abitante perisce. Come si è visto prima, lo stato della chiesa è paragonabile con ilcuore e i polmoni nell'uomo. Finché il cuore ed i polmoni sono integri, altrettanto a lungol'uomo vive. È allo stesso modo per il grandissimo uomo, cioè il cielo universale, fintanto che lachiesa vive. Perciò qui è detto, durante tutti i giorni della terra, la semina e la raccolta, il freddo ecaldo, estate e inverno, giorno e notte, non cesseranno. Da questo si può anche desumere che laterra non durerà per l'eternità, ma avrà la sua fine; per questo è detto, durante tutti i giornidella terra, cioè, fino a quando la terra dura.
[2] Ma credere che la fine della terra sia la stessa cosa dell'ultimo giudizio predetto nellaParola, dove sono descritti, la consumazione dei tempi, il giorno della visitazione el'ultimo giudizio, è un errore. Perché c'è un ultimo giudizio di ogni chiesa quando èdevastata ovvero quando non vi è più in essa alcuna fede. L'ultimo giudizio della chiesapiù antica fu quando si estinse nella sua ultima posterità poco prima del diluvio. L'ultimogiudizio della Chiesa ebraica fu quando il Signore è venuto nel mondo. Ci sarà anche ungiudizio finale, quando il Signore verrà nella gloria. Ciò non significherà che in quelfrangente la terra e il mondo periscono, ma che la chiesa perisce; e poi una nuova chiesa èsempre suscitata dal Signore. Al momento del diluvio fu la volta della chiesa antica, e almomento della venuta del Signore, della primitiva chiesa delle nazioni.
[3] Così anche ci sarà una nuova chiesa, quando il Signore verrà nella gloria, che siintende anche per nuovo cielo e una nuova terra; allo stesso modo per ogni uomorigenerato, che diventa un uomo della chiesa, ovvero una chiesa, il cui uomo interno,quando è stato creato di nuovo, si chiama nuovo cielo, e il suo uomo esterno, nuova terra.Inoltre c'è anche un giudizio per ogni uomo, quando muore, perché poi, in base a ciò cheha fatto nel corpo, egli è giudicato, o per la morte, o per a vita. Di conseguenza che questo
si intende per la consumazione dei tempi, la fine dei giorni, o l'ultimo giudizio – e non ladistruzione del mondo – è chiaramente evidente dalle parole del Signore in Luca:
In quella notte, due saranno in un letto; l'uno sarà preso e l'altro lasciato. Ci saranno due donneche macineranno insieme; l'una sarà presa e l'altra lasciata. Due uomini saranno in un campo,l'uno sarà preso e l'altro lasciato. (Luca 17:3436)
dove l'ultimo tempo è chiamato notte perché non c'è fede, in quanto non c'è carità. E poichéè detto che alcuni saranno lasciati, si evince chiaramente che il mondo non perirà in quelfrangente.
932. Che la semina e il raccolto significhino l'uomo che deve essere rigenerato, e quindi lachiesa, non abbisogna di ulteriori conferme dalla Parola, perché ricorre di frequente chel'uomo sia paragonato ad un campo, e quindi a una semina o al tempo della semina, e laParola del Signore, al seme e all'effetto della semina o raccolto, come ciascuno comprendereper familiarità con queste forme del discorso. In generale, qui si tratta di ogni uomo cuinon mancherà mai la semina da parte del Signore, sia che egli sia all'interno della chiesa,sia che egli sia al di fuori; cioè, sia che egli conosca la Parola del Signore, sia che non ne siaa conoscenza. Senza la semina del Signore, l'uomo non può fare nulla di ciò che è bene.Tutto il bene della carità, anche presso i gentili, è seminato dal Signore; e anche se pressoquesti non c'è il bene della fede, come ci può essere all'interno della chiesa, nondimeno,può essere acquisito il bene della fede; perché nell'altra vita quei gentili che hanno vissutonella carità, come i gentili sono soliti fare in questo mondo, quando sono istruiti dagliangeli, abbracciano e ricevono la dottrina autentica della fede e la fede della carità moltopiù facilmente di quanto non facciano i cristiani. Riguardo a questo soggetto per Divinamisericordia del Signore si tratterà di seguito. In particolare, il soggetto qui trattato èl'uomo che deve essere rigenerato, vale a dire che, da qualche parte sulla terra la chiesasarà sempre instaurata , il che si intende qui con la semina e il raccolto per tutti i giorni dellaterra. Che la semina e il raccolto, ovvero la chiesa, verranno sempre ad esistenza, fariferimento a ciò che è stato detto nel versetto precedente, cioè, che l'uomo non sarà più ingrado di distruggere se stesso come fece nell'ultima posterità della chiesa più antica.
933. Che freddo e caldo significa lo stato dell'uomo quando deve essere rigenerato, che ètale da poter ricevere la fede e la carità; e che freddo significa assenza di fede e carità, ecaldo, la carità, si evince dal significato di freddo e caldo nella Parola, in cui si fa riferimentoall'uomo rigenerato, o che deve essere rigenerato, o alla chiesa. Lo stesso è anche evidentedalla serie di ciò che precede e di quanto segue; perché il soggetto di cui si tratta è lachiesa. Nel versetto precedente, è detto che l'uomo non sarà più in grado di distruggere sestesso, in questo verso che una chiesa verrà sempre ad esistenza, la quale è stata prima
descritta circa il modo in cui viene ad esistenza, cioè quando l'uomo viene rigenerato inmodo da diventare una chiesa; poi è stata descritta la qualità dell'uomo rigenerato, così latrattazione del soggetto copre ogni stato dell'uomo della chiesa.
[2] Che lo stato dell'uomo, quando è rigenerato, è così descritto,vale a dire, da uno statodi freddo e caldo, ovvero di nessuna fede né carità, e poi di fede e carità, non può essereevidente a chiunque tranne che attraverso l'esperienza, e anzi, dalla riflessione intornoall'esperienza. E poiché sono pochi ad essere rigenerati, e tra coloro che sono rigeneratiben pochi riflettono, o sono in grado di riflettere sullo stato della loro rigenerazione, èopportuno spendere qualche parola sull'argomento. Quando l'uomo viene rigenerato,riceve la vita dal Signore; perché prima di ciò non si può dire che abbia vissuto, poiché lavita del mondo e del corpo non è la vita, essendo tale solo ciò che è celeste e spirituale.Attraverso la rigenerazione uomo riceve la vita autentica dal Signore; e poiché prima nonaveva la vita, vi è un'alternanza da nessuna vita, alla vita autentica, cioè, da nessuna fede,né carità, ad una qualche fede e carità. L'assenza di carità e fede è qui rappresentata dalfreddo, e una qualche fede e carità, dal caldo.
[3] Fintanto che l'uomo è nelle sue cose corporali e mondane, non vi è alcuna fede, nécarità, vale a dire, che egli è nel freddo, perché allora le cose corporali e mondane, checostituiscono il suo proprio, sono all'opera; e fintanto che l'uomo è in queste, egli è assenteo lontano dalla fede e dalla carità, al punto da non poter concepire alcun pensiero intornoalle cose celesti e spirituali. La ragione di ciò è che le cose celesti e quelle corporee nonpossono mai coesistere in un uomo, perché altrimenti la volontà dell'uomo ne risulterebbecompletamente estinta. Ma quando le cose corporee e la volontà dell'uomo non sonoall'opera, ma sono quiescenti, allora il Signore opera attraverso il suo uomo interno,affinché egli possa essere nella fede e nella carità, che sono qui chiamate caldo. Quando egliritorna nuovamente nel corpo è di nuovo nel freddo; e quando il corpo, o quello cheappartiene al corpo, è quiescente, e come nulla, egli è al caldo, e così via in alternanza.Perché tale è la condizione dell'uomo, che le cose celesti e spirituali non possono essere inlui insieme alla sue cose corporali e mondane, ma sono presso di lui , in alternanza. Questoè ciò avviene presso tutti coloro che devono essere rigenerati, e perdura finché lo stato dirigenerazione è compiuto. Perché in nessun altro modo l'uomo può essere rigenerato, cioèpassare dall'essere morto all'essere reso vivo. Perché, come è stato già detto, la sua volontàè del tutto in rovina, ed è quindi completamente separata dalla nuova volontà, che ricevedal Signore e che è del Signore e non dell'uomo. Quindi ora è evidente ciò che s'intendeper freddo e caldo.
[4] Che sia così ogni uomo rigenerato può conoscerlo dall'esperienza, vale a dire, chequando è nelle cose corporee e mondane, egli è assente e lontano dalle cose interiori, inmodo che il suo pensiero non si sofferma su di loro, ma si sente in se stesso e prova
freddezza al pensiero di esse. Ma quando le cose corporali e mondane sono quiescenti, egliè nella fede e nella carità. Egli può anche sapere dall'esperienza che questi stati sialternano, e che quindi quando le cose corporali e mondane cominciano a essere in eccessoe ad avere il dominio sull'uomo, questo subisce le tentazioni, fino a quando non si riducein un tale stato che l'uomo esterno diventa conforme all'interno. Tale unanimità non puòmai aver luogo finché le prime non sono quiescenti e per così dire, annichilite. L'ultimaposterità dell'antica chiesa non poteva più essere rigenerata, perché, come detto, presso diloro le cose dell'intelletto e della volontà costituivano una sola mente; e quindi le cose delloro intelletto non potevano essere separate da quelle della loro volontà, affinché essipotessero essere di volta in volta nelle cose celesti e spirituali, e nelle cose corporali emondane. Ma erano continuamente al freddo, riguardo alle cose celesti e continuamente alcaldo in relazione alle loro cupidità, così che non poteva esservi alcuna alternanza.
934. Che freddo significa nessun amore, ovvero nessuna carità né fede, e che caldo o fuocosignifica amore, ovvero carità e fede, si evince dai seguenti passi della Parola. In Giovannisi dice alla chiesa di Laodicea:
Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Vorrei tu fossi freddo o caldo. Poiché seicosì tiepido, né freddo, né caldo, ti vomiterò dalla mia bocca (Apocalisse 3:1516)
dove freddo indica l'assenza di carità, e caldo, l'abbondanza di carità. In Isaia:
Così dice il Signore, Aspetto nella mia dimora, come il calore sereno sopra la luce, come unanube di rugiada al calore della mietitura (Is. 18:4)
in cui il soggetto è la nuova chiesa che deve essere instaurata. Il calore sopra la luce e il caloredella mietitura indicano l'amore e la carità. Nello stesso profeta:
Dice il Signore, il cui fuoco è in Sion, e la cui fornace è in Gerusalemme (Isaia 31:9)
dove il fuoco rappresenta l'amore. Dei cherubini visti da Ezechiele è detto:
Tra gli esseri viventi vi erano come carboni ardenti, simili a fiaccole che andavano su e giù tragli esseri viventi; e il fuoco era luminoso, e dal fuoco fuoriuscivano bagliori (Ez. 1:13)
[2] E ancora, si dice del Signore, nello stesso capitolo:
E al di sopra della distesa che era sopra le loro teste vi era qualcosa che somigliava a un trono,di fattura simile alla pietra di zaffiro; e su quel trono vi era come un uomo al di sopra di essa; edai sui fianchi in su ho visto qualcosa che somigliava al carbone ardente circondato dal fuoco; edai suoi fianchi in giù ho visto qualcosa di simile al fuoco, e vi era splendore intorno ad esso(Ez. 1:2627; 8:2)
Anche qui il fuoco rappresenta l'amore. In Daniele:
Il vegliardo si è seduto; il suo trono era di fiamme di fuoco, e le sue ruote come fuoco ardente;Un fiume di fuoco fluiva da lui; migliaia di migliaia lo servivano, e miriadi di miriadi erano alsuo cospetto (Dan. 7:910)
Qui il fuoco rappresenta l'amore del Signore. In Zaccaria:
Poiché io, dice il Signore, sarò un muro di fuoco intorno a lei (Zaccaria 2:5)
dove si fa riferimento alla nuova Gerusalemme. In Davide:
Il Signore fa dei suoi angeli, messaggeri e dei suoi ministri, fiamme sfavillanti (Salmi 104:4)
Le fiamme sfavillanti rappresentano lo spirituale celeste.
[3] Poiché fuoco significava amore, esso è anche rappresentativo del Signore, come èevidente dal fuoco sull'altare dell'olocausto che non deve mai estinguersi (Lev. 6:1213),essendo una rappresentazione della misericordia del Signore. Per questo motivo, primache Aronne andasse al propiziatorio, doveva bruciare l'incenso con il fuoco preso l'altaredegli olocausti (Lev. 16:1214). E per la stessa ragione, affinché potesse essererappresentato che il culto era gradito al Signore, il fuoco è stato fatto scendere dal cielo perconsumare l'olocausto (come in Lev. 9:24, e altrove). Con il fuoco si intende anche nellaParola l'amore di sé e la sua cupidità, con il quale l'amore celeste non può essere inarmonia; perciò i due figli di Aronne furono consumati dal fuoco, perché avevano bruciatoincenso con un fuoco profano (Lev. 10:12). Fuoco profano è tutto l'amore di sé e del mondo,e tutta la cupidità di questi amori. Inoltre, l'amore celeste appare all'empio come un fuoco
ardente che divora, e quindi nella Parola il Signore è rappresentato come un fuoco checonsuma, come il fuoco sul monte Sinai, che rappresentava l'amore, o la misericordia delSignore, e che è stato visto dalla gente come un fuoco che consuma; e quindi essidesideravano che Mosè non li lasciasse udire la voce del Signore, e vedere quel grandefuoco, affinché non perissero (Deut. 18:16). L'amore ovvero la misericordia del Signore haquesto aspetto avverso coloro che sono nel fuoco degli amori di sé e del mondo.
935. Che estate e inverno significhino lo stato dell'uomo rigenerato, in relazione alla suanuova volontà, le cui alternanze sono come l'estate e l'inverno, è evidente da quanto èstato detto del freddo e del caldo. Le alternanze di coloro che devono essere rigenerati sonoparagonate al freddo e al caldo, mentre le alternanze presso coloro che sono stati rigeneratisono paragonate all'estate e all'inverno. Che nel primo caso si fa riferimento all'uomo chesta per essere rigenerato, mentre nel secondo caso, all'uomo che è stato rigenerato, sievince da questo, che in un caso freddo è nominato per primo, ed in secondo luogo, il caldo;mentre nell'altro caso estate è nominata per prima, e poi inverno. La ragione è che un uomoche deve essere rigenerato inizia dal freddo, cioè dall'essere privo di fede e carità; maquando è stato rigenerato, inizia dalla carità.
[2] Che vi siano alternanze presso l'uomo rigenerato ora nessuna carità, e ora unaqualche carità – si evince dal fatto che ogni uomo, anche quando rigenerato, non c'è nulla,se non il male, e tutto ciò che è bene è dal Signore solo. E poiché non vi è altro che il malenell'uomo, questi non può che subire alternanze, e ora essere come in estate, cioè, nellacarità, e ora in inverno, cioè nell'assenza della carità. Tali alternanze esistono affinchél'uomo possa essere perfezionato sempre di più, e quindi essere reso sempre più felice.Esse hanno luogo presso l'uomo rigenerato non solo durante la sua vita nel corpo, maanche quando accede all'altra vita, perché senza alternanze come l'estate e l'inverno, chefanno riferimento alla sua volontà; e come il giorno e la notte, che fanno riferimento al suointelletto – egli non può assolutamente essere perfezionato e reso più felice. Nell'altra vitaqueste alternanze sono come l'avvicendamento dell'estate e dell'inverno nelle zonetemperate, e del giorno e della notte in primavera.
[3] Questi stati sono descritti anche nei profeti con estate e inverno, e con giorno e notte,come in Zaccaria:
E avverrà in quel giorno che le acque vive usciranno da Gerusalemme; una metà di esse verso ilmare orientale, e l'altra metà verso il mare occidentale; in estate e in inverno avverrà (Zacc. 14:8)
dove si fa riferimento alla nuova Gerusalemme, ovvero il regno del Signore nel cielo esulla terra, cioè, lo stato di entrambi, che è chiamato estate e inverno. In Davide:
Signore, tuo è il giorno, tua è anche la notte; tu hai preparato la luce e il sole; tu hai fatto tutti iconfini della terra, tu hai fatto l'estate e l'inverno (Salmi 74:1617)
dove si fa riferimento a simili cose. E allo stesso modo, in Geremia:
Che il patto del giorno, e il patto della notte non siano resi vani, affinché vi possano esseregiorno e notte nel loro tempo (Ger. 33:20)
936. Che giorno e notte significhino lo stato dell'uomo rigenerato, riguardo alle cosedell'intelletto, le cui alternanze sono come il giorno e la notte, si evince da ciò che è statoappena detto. Estate e inverno fanno riferimento a ciò che appartiene alla volontà, per viadel loro rispettivo ardore e frigore, essendo così le cose della volontà. Mentre giorno e nottefanno riferimento a ciò che è dell'intelletto, per via delle sue luci e tenebre, essendo così lecose dell'intelletto. Poiché queste cose sono manifeste, non necessitano di ulterioriconferme attraverso la Parola.
937. Da tutto questo è evidente quale sia la natura della Parola del Signore nel suo sensointerno. Nel senso letterale appare così grossolana da non lasciar intendere altro, se non ilseme, la messe, il freddo e il caldo, l'estate e l'inverno, il giorno e la notte, e nondimeno,tutte queste cose coinvolgono arcani della chiesa antica, che era spirituale. Le stesse parolenel senso letterale sono di un tale carattere, da contenere tanti e così grandi arcani del cieloche non possono essere dipanati neppure nella decimillesima parte di essi. Perché inqueste parole più in generale, considerate come sono attraverso le cose terrene, gli angeli dal Signore possono scorgere, in una varietà illimitata, l'intero processo di rigenerazione,e lo stato dell'uomo che deve essere, e che è stato rigenerato; mentre l'uomo può vederviquasi nulla.
Seguito degli inferni
Degli inferni degli avari, dell'immonda Gerusalemme, dei predoninel deserto. E degli inferni, che puzzano di escrementi, di coloro che
hanno vissuto nei meri piaceri.
938. Gli avari sono i più sordidi tra gli uomini, e quelli che pensano meno di tutti allavita dopo la morte, all'anima e all'uomo interno. Essi non sanno neppure cosa sia il cielo,perché tra tutti gli uomini, essi elevano di meno i loro pensieri, anzi li sprofondano e liimmergono completamente nelle cose corporee e mondane. Di conseguenza, quandoaccedono all'altra vita, essi ignorano per un tempo lungo di essere spiriti, ma credono diessere ancora nel corpo. Le idee del loro pensiero, che per via della loro avarizia, sonodiventate, per così dire corporee e mondane, sono mutate in orribili fantasie. Per quantopossa apparire inverosimile, nondimeno è autenticamente vero che nell'altra vita i piùsordidi avari appaiono a sé stessi occupati in cantine, in cui si trovano i loro soldi, infestatedai topi. E nonostante siano tormentati dai topi, non recedono fino a quando non sonoesausti, e alla fine escono fuori da questa sorta di sepolcri.
939. Che le idee del pensiero di coloro che sono stati sordidamente avari, siano mutate inorribili fantasie, si evince dal loro inferno che si trova in profondità, molto al di sotto deipiedi. Un vapore esala da lì simile a quello che emana dai maiali le cui setole sianoraschiate a caldo. Lì si trovano le dimore degli avari. Quelli che sono condotti lì,inizialmente appaiono neri, ma raschiandosi i capelli, come si fa con i maiali, appaiono a sestessi come se fossero bianchi. Nonostante tale apparenza, restano comunque dei segni sulloro aspetto, da cui sono riconosciuti in ogni luogo in cui si dirigono. Un certo spirito neroche non era ancora stato condotto verso il suo inferno, poiché era necessario che compisseuna lunga permanenza nel mondo degli spiriti, (sebbene non fosse stato così avaro comegli altri, e nondimeno, nell'altra vita aveva mirato alle ricchezze altrui) al suo arrivoprovocò l'allontanamento degli avari i quali erano fuggiti, dicendo che egli era un ladro eche voleva ucciderli. Perché gli avari fuggono tali spiriti temendo particolarmente diperdere le loro vite. Infine avendo questi accertato che non si trattava di un simile ladro,gli hanno detto che se voleva diventare bianco non aveva altro da fare che raschiarsi icapelli, come si fa con i maiali che erano alla loro vista – e così sarebbe diventato bianco.Ma siccome non desiderava ciò, fu associato ad altri spiriti.
940. In questo inferno vi sono, per la maggior parte, ebrei, che sono stati sordidamenteavari, la cui presenza è percepita, quando essi si avvicinano ad altri spiriti, come sterco diratto. Riguardo agli ebrei, può essere fatto qualche cenno alle loro città e ai predoni neldeserto, per mostrare quanto miserabile sia il loro stato dopo la morte, specialmente di
coloro che sono stati sordidamente avari, e hanno disprezzato gli altri al loro cospetto, inragione della loro innata arroganza, derivante dalla persuasione che loro fossero il solopopolo eletto. In conseguenza dell'aver concepito e consolidato in se stessi, durante la vitanel corpo, la fantasia secondo cui sarebbero andati a Gerusalemme, la terra santa, e neavrebbero preso possesso (non essendo disposti a comprendere che per la nuovaGerusalemme s'intende il regno del Signore nel cielo e sulla terra) quando essi accedonoall'altra vita, appare ad essi una città, a sinistra della Gehenna, un po' più avanti, verso cuisi dirigono prontamente. Tale città, essendo fangosa e maleodorante, è chiamatal'immonda Gerusalemme; e lì essi corrono per le vie con le caviglie sprofondate nel fango enella polvere, elevando invettive e lamentazioni. Essi vedono queste città – io stesso le hoviste, talvolta – e le loro vie, con ogni genere di sudiciume esposto alla luce del sole. Unavolta mi è apparso un certo spirito di carnagione scura, proveniente dall'immondaGerusalemme, la cui porta di accesso sembrava essere aperta. Questi era circondato dastelle vaganti, specialmente alla sua sinistra. Nel mondo spirituale le stelle vaganti intornoad uno spirito, significano le falsità; ma è differente quando le stelle non sono vaganti.Questi si è avvicinato in prossimità della parte alta del mio orecchio sinistro, e sembravatoccarla con la sua bocca, mentre mi parlava; ma non parlava in un tono sonoro di voce,come gli altri, ma in se stesso, e in una maniera tale che io potessi udire e comprendere. Hadetto che era un rabbino ebreo, e che era stato a lungo nella città immonda, le cui vie eranocolme di fango e sporcizia . Ha aggiunto che non c'era niente da mangiare in essa, se noncibo cattivo; e alla mia domanda circa il perché uno spirito come lui desiderasse mangiare,ha risposto che egli mangiava, e che quando desiderava qualcosa da mangiare, non gliveniva offerto altro che sudiciume, e di ciò se ne addolorava oltremodo. Si domandavacosa avesse dovuto fare, avendo invano cercato di incontrare Abramo, Isacco e Giacobbe.Gli ho spiegato che era vano cercarli, e che, quand'anche li avesse trovati, non avrebberopotuto prestargli alcuna assistenza; ed ho fatto cenno ad altri arcani, dicendo che nessunodeve essere ricercato, ma solo il Signore, che è il Messia che essi avevano disprezzato sullaterra; e che egli governa il cielo universale e la terra e che ogni aiuto viene da lui solo. Egliha poi chiesto con ansia e ripetutamente dove fosse il Signore. Gli ho risposto che lo si puòtrovare ovunque, e che egli ascolta e conosce tutti gli uomini. Ma in quel frangente, altrispiriti ebrei lo hanno trascinato via.
941. Vi è anche un'altra città a destra della Gehenna, o tra la Gehenna e il lago, dove ilmiglior genere di ebrei sembrano dimorare lì. Ma questa città è mutata secondo le lorofantasie, a volte in villaggi, altre in un lago, e di nuovo in una città, i cui abitanti temonoparticolarmente i ladri, ma fintanto che rimangono in città sono al sicuro. Tra le due cittàvi è una sorta di spazio triangolare, scuro, dove sono i ladri, che sono gli ebrei, ma dellapeggior specie, i quali torturano crudelmente chiunque incontrano. Gli ebrei in preda allapaura chiamano questi ladri il signore, e il deserto in cui risiedono lo chiamano terra. Per
protezione contro i ladri, all'ingresso della città, sulla destra, c'è uno spirito retto,nell'angolo più lontano, che riceve tutti i visitatori, e davanti al quale, man mano chearrivano, essi si piegano verso la terra. Sono ammessi, procedendo ai suoi piedi, poichéquesto è il rituale di ammissione in questa città. Un certo spirito mi si è avvicinatoimprovvisamente. Gli ho chiesto da dove venisse, e mi ha risposto che stava fuggendo dailadri, che egli temeva, perché uccidono, torturano e bruciano gli uomini, perlustrando neiluoghi dove questi potrebbero essere al sicuro. Gli ho chiesto da quale paese fosse venuto.Nel suo terrore non osava rispondere altro che quella era la terra del signore, perché essichiamano quel deserto, terra, e i ladri, il signore. Successivamente i ladri si sono presentati.Erano molto neri, e parlavano con un tono di voce profondo come giganti e, strano a dirsi,quando arrivano incutono un senso di paura e orrore. Ho chiesto loro chi fossero, e mihanno risposto che erano in cerca di bottino. Ho chiesto che cosa intendessero fare del lorosaccheggio, e se sapessero che erano spiriti, e che quindi non potevano impossessarsi dialcun bottino, né accumularlo, e che tali persuasioni sono empie fantasie. Essi hannorisposto che erano nel deserto in cerca di bottino, e che torturano chiunque incontrano.Infine, hanno riconosciuto, mentre erano con me, che erano spiriti, e nondimeno nonpotevano essere indotti a credere che non vivevano più nel corpo. Coloro che fanno questescorrerie, dunque sono ebrei che minacciano di uccidere, torturare e bruciare chiunqueincontrano, perfino se sono ebrei e amici. La loro indole è chiaramente manifesta, anche senel mondo non osano esporla.
942. Non lontano dall'immonda Gerusalemme c'è ancora un'altra città che è chiamata ilgiudizio della Gehenna, dove dimorano coloro che rivendicano il cielo in ragione dellaloro propria giustizia, e condannano gli altri che non vivono secondo le loro fantasie. Traquesta città e la Gehenna appare una sorta di ponte dall'aspetto gradevole, di colorepallido o grigio, sul quale c'è uno spirito nero, che essi temono, e che impedisce loro ilpassaggio perché dall'altra parte del ponte appare la Gehenna.
943. Coloro che nella vita del corpo hanno fatto dei meri piaceri il loro unico fine,indulgendo soltanto nelle loro inclinazioni naturali, conducendo una vita nel lusso e neifesteggiamenti, avendo cura solo di se stessi e del mondo, senza alcun riguardo alle coseDivine, e che sono privi della fede e della carità, dopo la morte sono introdotti in una vitasimile a quella che avevano nel mondo. C'è un luogo ubicato davanti, a sinistra, ad unanotevole profondità, dove tutto è piacere, gioco, danza, feste, e chiacchiere. Qui tali spiritivengono convogliati, e credono quindi di essere ancora nel mondo. Dopo un breveperiodo però lo scenario cambia, e allora vengono portati verso il basso in un inferno al disotto dei glutei, dove non vi è altro che escrementi; perché nell'altra vita, tali piaceriesclusivamente corporei sono mutati in escrementi. Ho avuto modo di vedere gli spiriti dilì che trasportano letame, e che si lamentano della loro sorte.
944. Le donne che adagiandosi a vivere in sordide e vili condizioni, si sono arricchite, enel loro orgoglio si sono date ai piaceri e ad una la vita di lusso e agiatezze, sdraiate sudivani come regine, sedute a tavoli e banchetti, non curandosi di nient'altro, quandogiungono nell'altra vita, litigano miseramente l'un l'altra, si azzuffano e si trascinanoreciprocamente per i capelli, fino a diventare come furie.
945. Diverso è per coloro che sono nati nei piaceri e nelle agiatezze della vita, e che sonostati educati in queste cose fin dall'infanzia, come le regine, e altri di nobile famiglia, eanche quelli appartenenti a famiglie facoltose. Questi, quand'anche abbiano vissuto nellusso, nello splendore e nell'eleganza, a condizione che abbiano vissuto al tempo stessonella fede nel Signore e nella carità verso il prossimo, sono tra i beati nell'altra vita. Perchéprivarsi dei piaceri della vita, del potere e della ricchezza, pensando così di meritare ilcielo conducendo una vita nella miseria è una persuasione falsa. Viceversa, considerare ipiaceri, il potere e le ricchezze come nulla in confronto al Signore, e la vita del mondo,come nulla in confronto alla vita celeste, questo è ciò che si intende nella Parola riguardoalla rinuncia a queste cose.
946. Ho parlato con gli spiriti in merito al fatto che pochi forse crederanno nell'esistenzadi così tante e meravigliose cose nell'altra vita, a causa del fatto che l'uomo non ha altraconcezione della propria vita dopo la morte, se non qualcosa di grossolano e oscuro equivalente al nulla di cui si persuadono, nella considerazione che non vedono alcunaanima o spirito con i loro occhi. Perfino gli eruditi, sebbene essi affermino l'esistenzadell'anima o spirito, lo associano a parole e termini artificiosi che oscurano l'intelletto finoad estinguerne la capacità d'intendere le cose, essendo dediti a se stessi e al mondo,piuttosto che al benessere generale e al cielo, al quale credono meno degli uomini sensuali.Gli spiriti con cui ho parlato erano meravigliati del fatto che gli uomini potessero avereuna tale indole, dato che sono ben consapevoli dell'esistenza nella natura stessa, ed inciascuno dei suoi regni, di molte cose meravigliose e variegate che essi ignorano, come peresempio ciò che attiene all'orecchio interno dell'uomo, riguardo al quale un libro potrebbeessere riempito di cose mirabili e inaudite, l'esistenza delle quali è pacificamente ammessa.Ma se si afferma che dal mondo spirituale, procedono tutte le cose inerenti i regni dellanatura, sia in generale, sia in particolare, quasi nessuno vi crede, a causa del pregiudizio,come è stato detto prima, secondo cui ciò che non è visibile non esiste.
Genesi 9
Seguito degli inferni
Degli altri inferni distinti dai precedenti
947. Coloro che sono ingannevoli, che pensano di poter ottenere tutto con i raggiri e che sisono persuasi di ciò per via dei successi conseguiti nella vita del corpo, appaiono a sestessi come se abitassero in una sorta di botte, a sinistra, che è chiamata la botte infernale,su cui vi è una copertura, oltre la quale vi è un piccolo globo su una base piramidale, cheessi credono sia l'universo, sotto la loro supervisione e controllo. Questa è esattamente laloro convinzione. Quelli tra loro che hanno perseguitato subdolamente gli innocenti sonolì da tempo. Mi è stato detto che alcuni dimorano lì ormai da due secoli. Quando gli èpermesso di uscire sono posseduti da una tale fantasia da credere che l'universo sia unglobo su cui essi camminano e che essi calpestano con i loro piedi, e si consideranodivinità dell'universo. Li ho visti alcune volte e ho parlato con loro circa la loro fantasia;ma siccome erano stati di questa indole nel mondo, non potevano essere sottratti ad essa.A volte ho anche percepito con quale sottile inganno potevano pervertire i pensieri,volgendoli in un momento in altre direzioni, e sostituendoli con altri, in modo chedifficilmente potesse essere svelato ciò che avevano fatto, e questo in un modo cosìnaturale da risultare difficile da credersi. A causa della loro indole, questi spiriti nonpossono mai essere presso gli uomini, perché infonderebbero il loro veleno cosìclandestinamente e segretamente da passare inosservati.
948. Sulla sinistra c'è un'altra botte, come appare a loro, nella quale sono coloro che nellavita del corpo avevano creduto di fare il bene quando facevano il male e viceversa; cosìche avevano fatto consistere il bene nel male. Questi rimangono lì per un po', e quindisono privati della razionalità, e appaiono come addormentati, e qualunque cosa facciano,non viene imputato loro; tuttavia, appaiono a se stessi svegli. Non appena gli vienerestituita la razionalità, tornano in se stessi e sono come gli altri spiriti.
949. Verso sinistra e di fronte c'è un certo ambiente in cui non c'è luce, ma soltanto buio;di qui viene chiamato camera oscura. In esso sono quelli che hanno desiderato i beni altrui,bramandone continuamente il loro possesso, rivendicandone la proprietà tutte le volte incui riuscivano, senza coscienza, a vantare titoli pretestuosi. Ci sono alcuni là che nelmondo godevano di elevata reputazione e dignità, e nondimeno, il rispetto che si eranoguadagnati era dovuto alle loro astuzie. In tale camera si consultano tra loro, proprio comequando vivevano nel corpo, sugli artifici da usare per ingannare altre persone. Essiconsiderano il buio come una delizia. Mi è stato mostrato alla luce del sole, e ho vistonitidamente come appaiono quelli che abitano lì e che avevano agito in modo fraudolento.
I loro volti sono più orribili di quelli dei morti, di tonalità spettrale come i cadaveri, e concavità orribili, risultato di una vita nel tormento dell'ansia.
950. C'era una falange di spiriti che avanzava dal lato della Gehenna in alto verso laparte anteriore, dalla cui sfera si percepiva (essendo la qualità degli spiriti conoscibile alprimo approccio, semplicemente dalla loro sfera) che non avevano alcuna considerazioneper il Signore, e disprezzavano completamente il culto Divino. Il loro discorso eraondulatorio. Uno di loro ha parlato in maniera scandalosa contro il Signore, e fu subitoprecipitato verso un lato della Gehenna. Essi sono stati trasportati davanti sopra la testa,all'atto di avvicinarsi ad alcuni con i quali potevano congiungersi e sottometterli, ma sonostati trattenuti lungo il percorso, e gli è stato detto di desistere, perché il tentativo sarebbestato dannoso per loro, dunque si sono fermati. Poi sono apparsi alla vista. Avevano faccenere, e aveva una benda bianca intorno alle loro teste, con la quale è significato che essiconsiderano il culto Divino, e di conseguenza la Parola del Signore, come qualcosa dioscuro, utile solo per mantenere il popolo sotto il vincolo della coscienza. La loro dimora ènei pressi della Gehenna, dove volano draghi non velenosi, da cui è chiamata la dimora didraghi. Ma siccome non sono ingannevoli, il loro inferno non è così atroce. Tali spiritiattribuiscono ogni cosa a se stessi e alla propria prudenza, e si vantano di non temerenessuno. Ma è stato mostrato loro che un semplice sibilo sarebbe sufficiente a spaventarli ea metterli in fuga; e invero, è stato udito un sibilo, ed essi nel loro terrore hanno temutoche tutto l'inferno si stesse sollevando per travolgerli, e da eroi sono diventatiimprovvisamente come femminucce.
951. Coloro che nella vita del corpo si sono considerati santi, sono nella terra inferiore,davanti al piede sinistro. A volte appaiono a se stessi come se avessero un voltosplendente, che deriva dall'idea della loro santità. Ma il risultato è che essi conservanointensamente in loro il desiderio di salire al cielo, che suppongono essere in alto. Questodesiderio si accende maggiormente ed è tramutato in un'ansietà che si accresceimmensamente finché essi non riconoscono di non essere santi; e quando sono allontanatida quel luogo, essi sono messi in condizione di sentire il fetore che emana da loro, che èripugnante.
952. Un certo spirito riteneva di aver condotto una vita santa nel mondo perché erastimato come santo dagli uomini, tale da meritare il cielo. Ha affermato di aver condottouna vita pia, e aveva trascorso molto tempo in preghiera, ritenendo che ciò fosse utile aciascuno per allontanarsi dai propri interessi. Ha anche detto che era un peccatore, e cheera disposto a soffrire, qualora fosse stato calpestato dagli altri, invocando la pazienzacristiana. Era anche disposto ad essere l'ultimo, in modo che egli potesse diventare il piùgrande nel cielo. Quando è stato esaminato per vedere se avesse eseguito o si fossemostrato nella disposizione di svolgere qualsiasi cosa di buono, cioè, le opere della carità,
ha detto che lui non sapeva cosa fossero, ma solo che aveva condotto una vita santa. Masiccome aveva per proprio fine la preminenza sugli altri, che ha reputato vili in confrontoa se stesso, in un primo momento, poiché si reputava santo, è apparso in una candidaforma umana, splendente fino ai fianchi; poi è stato trasformato prima in un blu opaco, epoi in nero; e siccome desiderava dominare sugli altri, e li disprezzava in rapporto a sestesso, è diventato più nero rispetto ad altri. Riguardo a coloro che desiderano essere piùgrandi nel cielo, si veda sopra, n. 450, 452.
953. Sono stato condotto attraverso alcune dimore del primo cielo, da cui mi è statopermesso di vedere da lontano un grande mare tumultuoso con onde potenti, i cui confinisi estendevano oltre la vista. E mi è stato detto che coloro che hanno tali fantasie, e chevedono un simile mare, temendo di essere travolti da esso, sono quelli che hanno volutoessere grandi nel mondo, ignorando cosa fosse giusto o sbagliato, purché servisse adassicurare la propria gloria e fama.
954. Le fantasie che sono state accarezzate nella vita del corpo sono trasformate nell'altravita in qualcosa d'altro che, nondimeno, ha una corrispondenza con le prime. Ad esempio,presso coloro che sono stati violenti e spietati nel mondo, la loro violenza e spietatezza èmutata in un'incredibile crudeltà; e sembra a loro stessi che uccidano qualunquecompagno incontrino, e che li torturino in vari modi, raggiungendo in ciò il loro massimodiletto. Coloro che sono stati sanguinari si dilettano nel torturare gli spiriti fino allospargimento di sangue, perché essi pensano che gli spiriti siano uomini. E nel vederequalcosa di simile al sangue, sono estremamente felici perché tale è la loro fantasia.Dall'avarizia derivano [nell'altra vita] fantasie inerenti le infestazioni da topi e simili,secondo le specie di avidità. Quelli che sono stati deliziati dai meri piaceri, avendo avuto ipiaceri come loro fine ultimo, come il loro bene più alto, e per così dire, il loro cielo,trovano il loro massimo piacere nel dimorare in latrine, dove provano quanto è piùpiacevole per loro. Alcuni si dilettano in piscine fetide e puzzolenti, altri in luoghi fangosi,e così via.
955. Inoltre ci sono pene di vario genere con le quali nell'altra vita il male è punito piùgravemente, e nelle quali incorrono coloro che ritornano alle loro folli cupidità, e per viadelle quali essi provano vergogna, terrore e l'orrore per queste cupidità, finché alla finedesistono da esse. Le pene sono varie, essendo in generale le lacerazioni, gli squartamenti,le sofferenze e molte altre.
956. Coloro che si sono consumati nella vendetta e che considerano se stessi più grandidi tutti gli altri, non tenendoli in nessun conto in confronto con se stessi, subiscono laseguente pena: sono storpiati nel viso e nel corpo finché non c'è quasi più nulla di umano;il viso diventa come una torta rotonda, le braccia sembrano stracci, e questi essendo tirati,provocano l'incessante sobbalzo dello spirito verso l'alto e verso il cielo, mentre il loro
carattere è proclamato in presenza di tutti fino a quando la vergogna li penetra nell'intimo.Così questi sono costretti a inginocchiarsi e a pregare nei termini che gli sono dettati. Inseguito sono condotti ad un lago melmoso, che è vicino all'immonda Gerusalemme, e sonoimmersi e arrotolati in esso fino a quando non diventano una figura di fango; e questo èfatto più volte, fino a quando vengono sottratti da tale cupidità. In questo lago melmoso cisono donne malvagie appartenenti alla regione della vescica.
957. Coloro che nella vita del corpo hanno contratto l'abitudine di dire una cosa epensarne un'altra soprattutto quelli che mascherandosi dietro un'amicizia di facciata,hanno desiderato i beni di altri, vagano di luogo in luogo, chiedendo se possono rimanerelì, dicendo che sono poveri; e quando sono ricevuti, sono in preda al desiderio dipossedere tutto ciò che vedono. Non appena la loro indole è riconosciuta sono cacciati ecastigati; a volte sono penosamente torturati in vari modi secondo la natura dellasimulazione dolosa cui sono adusi alcuni in tutto il corpo, alcuni ai piedi, alcuni ai lombi,alcuni al petto, alcuni alla testa, e alcuni solo alla bocca. Essi sono sballottati indietro e inavanti in un modo indescrivibile, con urti violenti e lacerazioni, in modo che essi stessicredono di essere fatti a pezzi; è indotta anche una resistenza, per aumentare il dolore. Talitorture avvengono con grande varietà, e ad intervalli che si ripetono più e più volte, finchélo spirito torturato non è penetrato dalla paura e dall'orrore di dichiarare il falso conl'intento d'ingannare. Ad ogni supplizio qualcosa viene portato via, ed i torturatori sonocosì felici di infliggere la tortura che non sono disposti a desistere, anche se dovesseroandare avanti per l'eternità.
958. Ci sono società di spiriti che vagano di luogo in luogo, le quali sono molto temutedagli altri spiriti. Essi si approssimano alla parte inferiore della schiena, e infliggonotorture attraverso rapidi movimenti avanti e indietro che nessuno può evitare, che sonoaccompagnati da suoni, ed essi dirigono il movimento costrittivo verso l'alto, in una sortadi cono con la punta in alto; e chi è introdotto all'interno di questo cono, in particolareverso la parte superiore di esso, è torturato in ogni particella delle sue membra. Gli ipocritipiù consumati sono introdotti in esso e sono così puniti.
959. Mi sono svegliato nella notte, e ho avvertito la presenza di spiriti intorno a me chevolevano tendermi delle insidie, ma mi sono assopito nuovamente e ho fatto un sognotriste. E non appena sveglio, con grande meraviglia, ho visto degli spiriti improvvisamentepresenti, che punivano miseramente gli spiriti che mi avevano teso le insidie nel sonno.Essi hanno provocato nei loro corpi, per così dire – che erano visibili – e sui loro sensicorporei torture attraverso violente collisioni, con sofferenze indotte dalla resistenza.Questi spiriti punitori li avrebbero uccisi se avessero potuto, e nella loro spietatezza hannousato la violenza più estrema. I colpevoli erano per la maggior parte sirene (riguardo allequali si veda al n. 831). La punizione è durata a lungo, ed è stata eseguita con lo
spiegamento di molte società [di spiriti] intorno a me, e con mio grande stupore, tutti quelliche mi avevano teso delle insidie sono stati trovati, sebbene cercassero di nascondersi.Poiché erano sirene, hanno provato con molte arti ad eludere la pena, ma non ci sonoriuscite. Ora cercavano di ritirarsi nella natura interiore, ora dissimulavano la loro identità,ora trasferivano la punizione su altri, per mezzo di un trasferimento di idee, ora sifingevano neonati in procinto di essere torturati, ora spiriti retti, ora angeli, oltre a fare usodi molti altri artifici, ma tutto invano. Sono rimasto sorpreso del fatto che dovesseroessere punite così gravemente, ma ho percepito la gravità del crimine dalla necessitàdell'uomo di dormire in tutta sicurezza, senza la quale il genere umano perirebbe; dunqueè necessario che ci sia un così grande rigore. Ho percepito che lo stesso accade presso altriuomini che esse tentano di assalire insidiosamente nel sonno, sebbene gli uomini sianoignari di ciò. Perché a chi non è dato di parlare con gli spiriti e di essere con loro permezzo dei sensi interiori, non può percepire nulla del genere, né vedere, e nondimeno,queste cose accadono presso chiunque. Il Signore vigila sull'uomo con la massima curadurante il suo sonno.
960. Ci sono alcuni spiriti ingannevoli i quali quando vivevano nel corpo hanno praticatole loro astuzie in segreto, e alcuni di loro al fine di ingannare hanno finto di essere quasicome angeli, attraverso arti nefaste. Nell'altra vita questi spiriti imparano a ritirarsi in unregno naturale più sottile, allo scopo di sottrarsi dalla vista degli altri spiriti, credendo cosìdi essere al sicuro da ogni pena. Ma questi, al pari degli altri, subiscono la pena dellatortura, secondo la natura e la malvagità del loro inganno, e in aggiunta a ciò essi sonoincollati insieme, e quando questo accade, più essi desiderano essere sciolti l'uno dall'altro,più strettamente sono legati. Questa pena è eseguita con una tortura più intensa in ragionedei loro inganni più nascosti.
961. Alcune persone per abitudine, e altre per disprezzo, fanno uso nella conversazionefamiliare, delle cose contenute nelle Sacre Scritture come un aiuto o una formula perscherzare e mettere in ridicolo, pensando così di cogliere nel segno. Ma queste cose delleScrittura quando sono pensate e pronunciate si aggiungono alla loro corporee e immondeidee, e nell'altra vita procurano loro enormi danni. Anche queste persone subiscono lapunizione della tortura, fino a perdere questa abitudine.
962. C'è anche la pena della tortura in relazione ai pensieri, in modo che i pensieri internicombattono contro quelli esterni, il che avviene con tormento interiore.
963. Una delle pene più ricorrenti consiste nella sovrapposizione di un velo, in modo taleche, per mezzo delle fantasie che sono impresse in loro appaiono a se stessi sotto un veloche viene steso a grande distanza, e come se fossero strettamente legati ad nuvola la cuidensità aumenta in proporzione alla fantasia, sulla quale corrono avanti e indietro, inpreda al desiderio di scappare via, fino a quando non sono esausti. Questo di solito dura
per lo spazio di un'ora, più o meno, ed ha luogo con differenti gradi di tormento in misuraproporzionale al desiderio di divincolarsi. Il velo è per coloro che, nonostante vedano laverità, nondimeno, sotto l'influenza dell'amore di sé, non sono disposti a riconoscerla, eprovano una continua avversione per la verità. Quando sono sotto il velo alcuni provanouna tale ansia e terrore fino a disperare della possibilità di essere liberati, come mi è statodetto da uno spirito che era stato egli stesso liberato da tale pena.
964. Vi è un ulteriore genere di velo in cui gli spiriti sono avvolti come in un panno, inmodo tale che appaiono a se stessi legati alle mani, ai piedi, e al corpo, e viene indotto inloro un ardente desiderio di liberarsi. Siccome lo spirito è stato avvolto intorno una solavolta, crede che riuscirà a liberarsi facilmente, ma quando comincia a svolgere il velo,questo aumenta di lunghezza, e lo spirito seguita a svolgere il velo senza fine, finché cadenella disperazione.
965. Tutto questo riguarda gli inferni e le pene. Le pene e i tormenti infernali non sonotormenti della coscienza, come alcuni credono, perché coloro che sono all'inferno nonhanno avuto coscienza, e quindi non possono soffrire i tormenti della coscienza. Coloroche hanno avuto coscienza sono tra i beati.
966. È da notare che nell'altra vita nessuno subisce alcuna pena e tormento a causa delsuo male ereditario, ma solo a causa dei mali reali che egli stesso ha commesso.
967. Quando il male è punito, gli angeli sono sempre presenti per mitigare la pena ealleviare i dolori di chi soffre, ma non possono rimuoverli. Vi è infatti un tale equilibrio intutte le cose nell'altra vita che il male punisce se stesso, e a meno che non possa esseredisperso per mezzo della pena, quegli spiriti non potrebbero essere tenuti in un qualcheinferno per l'eternità, perché altrimenti infesterebbero le società del cielo, e minerebberocon la loro violenza l'ordine, istituito dal Signore, su cui poggia l'universo.
968. Alcuni spiriti avevano portato con sé dal mondo l'idea secondo cui non si deveparlare con il diavolo, ma lo si debba evitare. Ma essi sono stati istruiti sul fatto che tutticoloro i quali sono protetti dal Signore non hanno nulla da temere, anche se dovesseroessere circondati da tutto l'inferno, sia dentro che fuori. Questo è mi è stato dato diconoscere attraverso una cospicua e meravigliosa esperienza, in modo che alla fine non hoil timore che anche la peggiore delle orde infernali, possa ostacolare una miaconversazione con loro; e questo è stato permesso affinché io potessi conoscere la loroindole. A coloro che chiedevano di conferire con me, mi è stato permesso di dire non soloche questo non mi avrebbe procurato alcun danno, ma anche che i diavoli nell'altra vitasono tali come sono stati da uomini, e che quando vivevano nel mondo hanno trascorso laloro vita in odio, vendetta, e adulterio; alcuni tra loro sono poi preminentemente stimati;anzi, tra loro vi erano alcuni che avevo conosciuto nel mondo; e che il diavolo nonsignifica altro che una tale orda infernale. E inoltre, che gli uomini, mentre vivono nel
corpo, hanno presso di loro almeno due spiriti infernali, così come due angeli dal cielo; eche questi spiriti infernali dominano nel male, ciò nondimeno, sono soggiogati dal bene esono costretti a servire. Dunque è falsa l'idea secondo cui vi era un diavolo sin dall'iniziodella creazione, diverso da quelli che sono stati prima uomini nel mondo. Quando hannoudito queste cose sono rimasti stupiti, e hanno ammesso di aver avuto un'idea totalmentediversa riguardo al diavolo e all'orda diabolica.
969. In un così grande regno, in cui confluiscono tutte le anime degli uomini dalla primacreazione, solo da questa terra giunge quasi un milione di anime ogni settimana, e ognipersona fra tutti ha qualità e carattere individuale; e dove c'è la comunicazione di tutte leidee di ciascuno; e dove nonostante tutto questo, tutte le cose sia in generale, sia inparticolare, devono essere disposte nell'ordine, e questo continuamente, non può esserealtrimenti che le innumerevoli cose di questo regno non sono mai entrate in alcuna ideadell'uomo. E poiché dell'inferno, come del cielo, quasi nessuno ha concepito più di unasingola idea oscura, questi soggetti non potranno che apparire strani e meravigliosi,soprattutto a causa dal fatto che gli uomini pensano che gli spiriti non godano dellapercezione dei sensi, quando in realtà essi godono di sensazioni più squisite di quelle degliuomini; e per di più, gli spiriti maligni, con artifici sconosciuti in questo mondo, inducononegli uomini sensazioni quasi come quella del corpo, ma molto meno grossolane.
970. Alla fine del prossimo capitolo seguirà il tema delle distruzioni.
Genesi 9 1. E Dio benedisse Noè ed i suoi figli, e disse loro: Siate fecondi, moltiplicatevi e riempite la terra.
2. E la paura di voi e il terrore di voi sia su tutti gli animali della terra, e su tutti gli uccelli delcielo; e tutto ciò che striscia sul suolo, e tutti i pesci del mare, siano nelle vostre mani.
3. Tutto ciò che striscia e che ha vita vi servirà di cibo; come tutte le verdure che ho dato a voi.
4. Solo la carne con la sua anima e il suo sangue, non dovrete mangiarne.
5. E allora chiederò conto del vostro sangue, delle vostre anime; alla mano di ogni bestia selvatica,chiederò conto, e alla mano dell'uomo; e anche alla mano di suo fratello, chiederò conto dell'animadell'uomo.
6. Chiunque verserà il sangue dell'uomo nell'uomo, il suo sangue sarà versato; perché a suaimmagine Dio ha fatto l'uomo.
7. E voi siate fecondi e moltiplicatevi; diffondetevi sulla terra, e moltiplicatevi in essa.
8. E Dio disse a Noè e ai suoi figli, dicendo.
9. Ecco, io stabilisco la mia alleanza con voi e con la vostra discendenza dopo di voi.
10. Con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici, con tutti quelli chesono usciti dall'arca, e con tutti gli animali selvatici della terra.
11. E io stabilirò la mia alleanza con voi; nessuna carne sarà più travolta dalle acque del diluvio; néalcun diluvio distruggerà più la terra.
12. E Dio comandò: Questo è il segno dell'alleanza che stabilisco tra me e voi e ogni essere viventeche è con voi, per le generazioni di un'epoca.
13. Ho posto il mio arco nelle nubi, quale segno dell'alleanza fra me e la terra.
14. E quando avrò radunato le nubi sulla terra, l'arco apparirà su di esse.
15. E mi ricorderò dell'alleanza, che ho stretto con voi e ogni essere vivente di ogni carne; e leacque non eromperanno più in diluvio per distruggere ogni carne.
16. E l'arco sarà nelle nubi; e lo vedrò, affinché possa ricordarmi dell'alleanza eterna tra Dio e ogniessere vivente di ogni carne che è sulla terra.
17. E Dio disse a Noè: Questo è il segno dell'alleanza che ho stabilito fra me e ogni carne che è sullaterra.
18. I figli di Noè, che uscirono dall'arca furono Sem, e Cam e Jafet; e Cam è il padre di Canaan.
19. Questi tre erano i figli di Noè; e da essi si diffuse il genere umano su tutta la terra.
20. E Noè cominciò ad essere un uomo della terra, e piantò un vigneto.
21. Ed egli bevve del vino ed era ebbro; ed era nudo nella sua tenda.
22. E Cam, padre di Canaan, vide la nudità di suo padre, e ne informò i suoi due fratelli, che eranofuori.
23. E Sem e Jafet presero il mantello, se lo misero sulle loro spalle, ciascuno di essi, e tornandoindietro, coprirono la nudità del loro padre; e le loro facce erano rivolte indietro, e non videro lanudità del loro padre.
24. E Noè si svegliò dalla sua ebbrezza, e sapeva ciò che gli aveva fatto il più giovane dei suoi figli.
25. Ed egli disse: Maledetto sia Canaan; servo dei servi sarà per i suoi fratelli.
26. E egli disse: Benedetto sia il Signore, il Dio di Sem; e Canaan sarà suo servo.
27. Possa Dio ingrandire Jafet, ed egli abiterà nelle tende di Sem, e Canaan sarà suo servo.
28. E Noè visse, dopo il diluvio trecentocinquanta anni.
29. E tutti i giorni di Noè furono novecentocinquanta anni; ed egli morì.
Contenuti
971. Il soggetto che ora segue è lo stato dell'uomo rigenerato; in primo luogo, riguardo aldominio dell'uomo interno, e alla sottomissione dell'uomo esterno.
972. Vale a dire, che tutte le cose dell'uomo esterno sono state rese subordinate e alservizio dell'uomo interno (versetti da 1 a 3). Ma che particolare cura deve essereapprontata per evitare che l'uomo possa immergere i beni e le verità della fede nellecupidità, ovvero che, attraverso i beni e le verità che sono dell'uomo interno, questi possaconfermare mali e falsità, che lo condannerebbero necessariamente alla morte [spirituale] ealla pena (versetti 4 e 5); e quindi ne risulterebbe distrutto l'uomo spirituale, ovverol'immagine di Dio presso di con lui (versetto 6). Che se queste cose sono evitate, tuttoprocederà secondo il bene (versetto 7).
973. Si prosegue con lo stato dell'uomo dopo il diluvio, che il Signore aveva così formatoaffinché potesse essere presente presso di lui per mezzo della carità, e quindi per prevenirela sua estinzione, come accadde all'ultima posterità della chiesa più antica (versetti 811).
974. Poi, lo stato dell'uomo dopo il diluvio, che è nella capacità di ricevere la carità, èdescritto attraverso l'arco nella nube per via della sua somiglianza (versetti 1217). Questoarco fa riferimento all'uomo della chiesa, ovvero all'uomo rigenerato (versetti 12, 13); adogni uomo in generale (versetti 14, 15); in particolare, all'uomo che ha la capacità di essere
rigenerato (versetto 16); e di conseguenza, non solo all'uomo all'interno della chiesa maanche all'uomo al di fuori di essa (versetto 17).
975. Infine, è trattata la chiesa antica in generale. Per Sem è inteso il culto interno; perJafet, il corrispondente culto esterno. Per Cam, la fede separata dalla carità; e per Canaan, ilculto esterno separato da quello interno (dal versetto 19 alla fine). Questa chiesa,attraverso il desiderio di scrutare dal proprio sé le verità della fede, e attraversoragionamenti, è caduta in errori e perversioni (versetti 1921). Coloro che sono nel cultoesterno separato da quello interno, deridono la dottrina della fede stessa, in conseguenzadi tali errori e perversioni (versetto 22); ma coloro che sono nel culto interno e nelcorrispondente culto esterno, interpretano e illustrano correttamente queste cose (versetto23). Coloro che sono nel culto esterno separato da quello interno, sono i più vili (versetti24, 25); tuttavia, sono in grado di svolgere i servizi più vili nella chiesa (versi 26, 27).
976. Infine, la durata e lo stato della prima chiesa antica sono rappresentati dall'età diNoè (versetti 28, 29).
Significato interiore
977. Poiché l'argomento qui trattato è l'uomo rigenerato, qualche cenno deve essere fattoin merito all'uomo non rigenerato, perché in questo modo entrambi saranno compresi.Presso l'uomo rigenerato vi è una coscienza di ciò che è bene e vero, ed egli fa il bene epensa il vero dalla coscienza; essendo quel bene che egli fa, il bene della carità, e quellaverità che egli pensa, la verità della fede. L'uomo non rigenerato non ha coscienza, oqualora la abbia, non è la coscienza di fare il bene dalla carità, e di pensare la verità dallafede, ma essa poggia su un qualche amore di sé, ovvero del mondo, e di conseguenza èuna coscienza spuria o falsa. Presso l'uomo rigenerato c'è gioia quando agisce secondocoscienza, e ansia quando è costretto a fare o pensare in contrasto con essa. Non è cosìpresso l'uomo non rigenerato, perché moltissimi di questi uomini non sanno cosa sia lacoscienza è ancor meno conoscono cosa sia, fare qualsiasi cosa secondo coscienza o inopposizione ad essa; ma conoscono solo cosa sia fare ciò che asseconda i loro amori.Questo è ciò che dà loro gioia; e quando agiscono in modo contrario ai loro amori,provano ansia. Presso l'uomo rigenerato c'è una nuova volontà e un nuovo intelletto, equesta nuova volontà e questo nuovo intelletto sono la sua coscienza, cioè, essi sono nellasua coscienza, e attraverso questa il Signore opera il bene della carità e la verità della fede.Presso un uomo non rigenerato non vi è la volontà, ma al posto della volontà c'è lacupidità, e una conseguente propensione verso ogni male; né vi è l'intelletto, ma meroragionamento e un conseguente avvitamento verso ogni falsità. Presso l'uomo rigeneratoc'è la vita celeste e spirituale; mentre presso l'uomo non rigenerato c'è solo la vita corporea
e mondana; e la sua capacità di pensare e comprendere ciò che è bene e vero, è dalla vitadel Signore, attraverso i resti, di cui si è fatto cenno in precedenza; ed è da questo chediscende la sua facoltà di riflettere. Presso il rigenerato, l'uomo interno ha il dominio,essendo l'uomo esterno obbediente e sottomesso; ma presso il non rigenerato, l'uomoesterno domina ed il suo interno è quiescente, come se non esistesse. L'uomo rigenerato sa,o ha la capacità di conoscere e riflettere, intorno all'uomo interno, e all'uomo esterno.Viceversa, l'uomo non rigenerato è del tutto ignorante, né può conoscerli, neppure seriflette, poiché egli ignora cosa sia il bene e la verità della fede che discendono della carità.Di qui si evince chi sia l'uomo rigenerato, e chi il non rigenerato, i quali differiscono l'unodall'altro come l'estate e l'inverno, e la luce e le tenebre; ragion per cui il rigenerato è unessere vivente, mentre il non rigenerato è un uomo morto.
978. Cosa sia l'uomo interno, e cosa, l'uomo esterno, nel tempo presente è noto apochissimi. Si crede generalmente che siano una e la stessa cosa; e questo soprattuttoperché gli uomini credono di fare ciò che è bene, e pensare ciò che è vero dal loro proprio,perché è nella natura del proprio dell'uomo avere tale persuasione; quando invece l'uomointerno è distinto dall'esterno come il cielo è distinto dalla terra. Sia gli eruditi, sia quellinon istruiti, quando riflettono sul soggetto, non hanno altra idea dell'uomo interno che diun oggetto del pensiero e come tale interiore; e dell'uomo esterno che è il corpo, con la suapercezione dei sensi e dei piaceri, i quali sono tangibili. Il pensiero tuttavia, che viene cosìattribuito all'uomo interno, non appartiene ad esso; perché nell'uomo interno non ci sonoaltro che i beni e le verità che sono del Signore, e nel suo intimo, la coscienza che è stataimpiantata dal Signore; ciò nondimeno, il malvagio, e anche il peggiore degli uomini,hanno la facoltà del pensiero, e così anche coloro che sono privi della coscienza, il chedimostra che il pensiero dell'uomo non appartiene all'uomo interno, ma all'uomo esterno.Che il corpo, con le sue percezioni dei sensi e dei piaceri, non sia l'uomo esterno è evidentedal fatto che gli spiriti possiedono ugualmente un uomo esterno, anche se non hanno uncorpo simile a quello che avevano durante la loro vita in questo mondo. Ma cosa sial'uomo interno, e cosa l'uomo esterno, nessuno può saperlo a meno che non sappia che c'èin ogni uomo un celeste e uno spirituale che corrispondono al cielo angelico; un razionaleche corrisponde al cielo degli spiriti angelici; e vi è una percezione interiore dei sensi checorrisponde al cielo degli spiriti. Perché ci sono tre cieli, e altrettante partizioni nell'uomo,le quali sono perfettamente distinte l'una dall'altra. Quindi, dopo la morte l'uomo che ha lacoscienza, inizialmente è nel cielo degli spiriti, poi è elevato dal Signore nel cielo deglispiriti angelici, ed infine nel cielo angelico, il che non potrebbe avvenire se non ci fosseroin lui tutti questi cieli, con i quali e con lo stato dei quali egli ha la capacità di essere incorrispondenza. Da qui ho appreso cosa costituisce l'uomo interno, e cosa l'uomo esterno.L'uomo interno è formato da ciò che è celeste e spirituale; l'interiore o uomo intermedio,da ciò che è razionale; e l'uomo esterno da ciò che è sensuale,che non appartiene al corpo,