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Pag. 1 PREMIO SAN GIORGIO A ONDINA LUSA di Kristjan Knez Per la Comunità degli Italiani di Pirano, la salvaguardia, la valorizzazione e la promozione della lingua, della cultura, della storia, degli usi e costumi, del patrimonio concernente la vita materiale di matrice istro-veneta, quindi italiana, erano, sono e saranno l’obiettivo primario della sua attività. Gli Italiani rimasti nella loro terra, all’indomani dei noti e funesti eventi del secondo dopoguerra, hanno voluto conservare i tratti peculiari del loro essere, e oggi, i discendenti di quei »rimasti« condividono quegli stessi obiettivi, ossia valorizzare e scongiurare di far precipitare nell’oblio la propria identità, rispettando al contempo la cultura e la lingua di chi vive accanto a noi. In sessant’anni di esistenza la Comunità degli Italiani si è prodigata a salvare il salvabile, ma anche a trasmettere alle generazioni venture il ricco patrimonio culturale in senso lato depositato in queste contrade dalla componente italiana autoctona. Tutto ciò è stato possibile grazie a centinaia di persone che con entusiasmo, capacità, senso di appartenenza, e senza remunerazione alcuna, hanno contribuito a mantenere viva l’identità italiana di questo territorio. Se oggi si parla ancora la lingua italiana, e ancora prima il dialetto istro-veneto, questo è stato possibile solo grazie a quelle donne e a quegli uomini che hanno dedicato e dedicano tuttora gran parte del loro tempo e delle loro energie all’interno della Comunità. Ieri è stata una giornata particolare per la comunità italiana di Pirano, dopo cinquant’anni dal venir meno della toponomastica storica, e dopo diciassette anni di lavorio da parte delle istituzioni della nostra minoranza, finalmente sono state collocate le prime targhe indicanti i nomi originali delle contrade della nostra cittadina. In questi oltre tre lustri di battaglie condotte a vari livelli e in vari momenti, alcuni nostri connazionali si sono impegnati assiduamente, tra questi ricordiamo Plinio Tomasin e Ondina Lusa, alla quale quest’oggi, non a caso, conferiremo il premio San Giorgio, un riconoscimento che la nostra Comunità degli Italiani conferisce a quelle persone che si sono distinte con il loro operato. Dopo una pausa più che decennale, il nostro sodalizio ha deciso di conferire nuovamente tale premio. Lo stesso intitolato al patrono cittadino è stato già consegnato ad eminenti personalità della cultura, come il prof. Diego de Castro ed il violinista Uto Ughi. Il regolamento prevede che »La Comunità degli Italiani »Giuseppe Tartini« di Pirano conferisce il Premio ai cittadini benemeriti, a gruppi di cittadini, alle associazioni e ad altre persone giuridiche, per i risultati eccellenti da loro conseguiti nell’operato in favore del Gruppo nazionale italiano, nella promozione della lingua e della cultura italiana ed autoctona, nonché nello sviluppo della convivenza nel territorio d’insediamento storico del Gruppo nazionale italiano«. È doveroso sottolineare, inoltre, che il premio San Giorgio può essere conferito anche ad altri cittadini della Slovenia e a cittadini stranieri. Ondina Lusa, operando in loco, si è battuta affinché l’archivio cittadino rimanesse a Pirano e si è impegnata nel recupero del dialetto piranese, la cui registrazione e raccolta, durata per oltre tre decenni, trova una sua organica ripartizione nel volume »Le perle del nostro dialetto«, realizzato collaborando con Marino Bonifacio, piranese di nascita e triestino d’adozione, studioso del vernacolo della città di Tartini. Rammentiamo pure che dall’inizio degli anni novanta del secolo scorso in poi Ondina ANNO XVI Numero 4 APRILE 2006 FOGLIO DELLA COMUNITÀ AUTOGESTITA DELLA NAZIONALITÀ ITALIANA COMUNITÀ DEGLI ITALIANI “GIUSEPPE TARTINI” DI PIRANO BOLLO PAGATO PRESSO L’UFFICIO POSTALE 6330 PIRANO POŠTNINA PLAČANA PRI POŠTI 6330 PIRAN STAMPE - TISKOVINA

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PREMIO SAN GIORGIO

A ONDINA LUSAdi Kristjan Knez

Per la Comunità degli Italiani di Pirano, la salvaguardia, la valorizzazione e la promozione della lingua, della cultura, della storia, degli usi e costumi, del patrimonio concernente la vita materiale di matrice istro-veneta, quindi italiana, erano, sono e saranno l’obiettivo primario della sua attività. Gli Italiani rimasti nella loro terra, all’indomani dei noti e funesti eventi del secondo dopoguerra, hanno voluto conservare i tratti peculiari del loro essere, e oggi, i discendenti di quei »rimasti« condividono quegli stessi obiettivi, ossia valorizzare e scongiurare di far precipitare nell’oblio la propria identità, rispettando al contempo la cultura e la lingua di chi vive accanto a noi. In sessant’anni di esistenza la Comunità degli Italiani si è prodigata a salvare il salvabile, ma anche a trasmettere alle generazioni venture il ricco patrimonio culturale in senso lato depositato in queste contrade dalla componente italiana autoctona. Tutto ciò è stato possibile grazie a centinaia di persone che con entusiasmo, capacità, senso di appartenenza, e senza remunerazione alcuna, hanno contribuito a mantenere viva l’identità italiana di questo territorio. Se oggi si parla ancora la lingua italiana, e ancora prima il dialetto istro-veneto, questo è stato possibile solo grazie a

quelle donne e a quegli uomini che hanno dedicato e dedicano tuttora gran parte del loro tempo e delle loro energie all’interno della Comunità. Ieri è stata una giornata particolare per la comunità italiana di Pirano, dopo cinquant’anni dal venir meno della toponomastica storica, e dopo diciassette anni di lavorio da parte delle istituzioni della nostra minoranza, finalmente sono state collocate le prime targhe indicanti i nomi originali delle contrade della nostra cittadina. In questi oltre tre lustri di battaglie condotte a vari livelli e in vari momenti, alcuni nostri connazionali si sono impegnati assiduamente, tra questi ricordiamo Plinio Tomasin e Ondina Lusa, alla quale quest’oggi, non a caso, conferiremo il premio San Giorgio, un riconoscimento che la nostra Comunità degli Italiani conferisce a quelle persone che si sono distinte con il loro operato. Dopo una pausa più che decennale, il nostro sodalizio ha deciso di conferire nuovamente tale premio. Lo stesso intitolato al patrono cittadino è stato già consegnato ad eminenti personalità della cultura, come il prof. Diego de Castro ed il violinista Uto Ughi.

Il regolamento prevede che »La Comunità degli Italiani »Giuseppe Tartini« di Pirano conferisce il Premio ai cittadini benemeriti, a gruppi di cittadini, alle associazioni e ad altre persone giuridiche, per i risultati eccellenti da loro conseguiti nell’operato in favore del Gruppo nazionale italiano, nella promozione della lingua e della cultura italiana ed autoctona, nonché nello sviluppo della convivenza nel territorio d’insediamento storico del Gruppo nazionale italiano«. È doveroso sottolineare, inoltre, che il premio San Giorgio può essere conferito anche ad altri cittadini della Slovenia e a cittadini stranieri. Ondina Lusa, operando in loco, si è battuta affinché l’archivio cittadino rimanesse a Pirano e si è impegnata nel recupero del dialetto piranese, la cui registrazione e raccolta, durata per oltre tre decenni, trova una sua organica ripartizione nel volume »Le perle del nostro dialetto«, realizzato collaborando con Marino Bonifacio, piranese di nascita e triestino d’adozione, studioso del vernacolo della città di Tartini. Rammentiamo pure che dall’inizio degli anni novanta del secolo scorso in poi Ondina

ANNO XVI

Numero 4

APRILE

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F O G L I O D E L L A C O M U N I T À A U T O G E S T I T A D E L L A N A Z I O N A L I T À I T A L I A N AC O M U N I T À D E G L I I T A L I A N I “ G I U S E P P E T A R T I N I ” D I P I R A N O

BOLLO PAGATO PRESSO L’UFFICIO POSTALE 6330 PIRANO

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parlata piranese, ma anche nella direzione del periodico »Lasa Pur Dir«, che quest’anno festeggia il trentesimo anno di vita, per il contributo prestato all’interno

Lusa si è ingaggiata per il ripristino della toponomastica originaria del centro urbano, fece parte della commissione comunale e preparò non pochi materiali concernenti i nomi delle vie e delle piazze, sottolineando i cambiamenti avvenuti nel corso del tempo alle denominazioni dello stradario cittadino. Con il premio San Giorgio la Comunità degli Italiani »Giuseppe Tartini« di Pirano conferma la validità del lavoro svolto da Ondina Lusa, non solo nel recupero della

DAL CONSIGLIO COMUNALEdi Alberto Manzin

Il punto principale della seduta del Consiglio comunale di giovedì 30 marzo è stato sicuramente quello riguardante gli interventi edilizi nella zona di Fornace. Si tratta di un progetto abbastanza complesso, che cerca di amalgamare interessi molto diversi tra loro e di trovare un compromesso accettabile sia dai residenti che dai probabili investitori. Il progetto prevede la nascita alle porte di Pirano (zona Fornace) di complessi residenziali, commerciali, zone verdi, aree pedonali ed un grande garage. Ed è proprio con il parcheggio che si sgraverebbe il centro storico, ormai intasato dal traffico, problema questo tra i più gravi per la nostra cittadina. Visti però i prezzi esorbitanti degli appartamenti fronte mare, difficilmente questi verrebbero acquistati dai piranesi. Vendere le abitazioni a prezzo di mercato, significherebbe creare un nuovo insediamento fantasma, occupato durante l’estate, ma vuoto durante tutto il resto dell’anno. Proprio per evitare questo nuovo scempio, i consiglieri

italiani Sandro Kravanja ed Alberto Manzin, hanno proposto un emendamento affinchè il Comune acquisisca un fondo alloggi. Questo deve aggiudicarsi la proprietà di almeno la metà delle abitazioni disponibili, che verranno poi destinate ad equo canone esclusivamente ai residenti di Pirano. La mozione tende ad evitare l’ulteriore spopolamento del centro storico, poichè gli abitanti, per svariate ragioni, tendono a spostarsi in periferia. I nuovi »ricchi« proprietari degli appartamenti si appropriano così del territorio, senza però integrarsi socialmente. L’allarmismo ed il risenti-mento di noi consiglieri è scaturito pure dalle inesattezze, dagli errori di calcolo e di valutazione rilevati nello Studio sugli aspetti demografici e sociologici dell’intervento edilizio. Lo studio prevede un aumento dell’IRPEF, il ritorno graduale dei giovani a Pirano, l’aumento dell’occupazione ed altre conclusioni dilettantistiche. L’argomentazione, per la quale si devono costruire e vendere appartamenti fronte mare, per sostenere i costi dell’autosilo, è valida sino ad un certo punto. Se i residenti tendono ad abbandonare Pirano, l’autosilo servirà

solamente ai nuovi arrivati.Considerando l’alto costo della vita, la difficoltà a trovare un’abitazione, la sempre minore qualità e quantità di servizi offerti ai residenti, l’imporsi della »monocultura« turistica, si capisce come mai il numero dei piranesi residenti tenda sempre più a diminuire, mentre quello dei »vikendaši« salga costantemente.Il Comune ha il dovere di creare le condizioni affinchè i giovani rimangano sul territorio, garantendo le infrastrutture necessarie ed una quota di abitazioni ad un costo non proibitivo. Presentata pure un’interp-ellanza al Sindaco con la quale si richiedono informazioni ufficiali riguardanti la strada a scorrimento veloce. Anche se è stata più volte ribadita l’inadeguatezza del tracciato previsto, a detta di alcuni abitanti di S. Lucia, sono iniziate le rilevazioni per la collocazione del tracciato stradale secondo il progetto originario. Ricordo, a chi volesse approfondire l’argomento o informarsi sugli altri punti trattati dal Consiglio comunale, che la documentazione completa è disponibile in segreteria della Comunità.

della Biblioteca »Diego de Castro«, per l’interesse rivolto alla salvaguardia della memoria e del patrimonio storico-culturale della cittadina nonché per la sua costante presenza disinteressata all’interno delle strutture della Comunità nazionale italiana e per l’affidabilità nell’assegnarle determinati incarichi. Questo premio rappresenta pertanto un segno di riconoscimento

per quanto fatto in tutti questi decenni a favore della presenza, della lingua e della cultura italiana di Pirano. Grazie Ondina.

Kristjan Knez, Ondina Lusa e Vittorio Lusa

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Il 3 aprile si è svolta a scuola la terza giornata culturale. Noi della quarta e della quinta classe siamo andati a Pirano, perché nel mese di aprile la Comunità degli Italiani Giuseppe Tartini organizza dei laboratori per ricordare il famoso musicista.

Andrej

..Appena arrivati a Pirano siamo entrati in Casa Tartini, dove nel 1692 è nato il famoso violinista.Lì con la maestra Miriam Monica abbiamo fatto dei giochi ascoltando in sottofondo la musica di Tartini.

Matjaž

…Ascoltando la musica abbiamo fatto vari giochi. Il primo consisteva nell’imitare i diavoli, il secondo nello scrivere e disegnare nell’aria seguendo la melodia. Durante l’ultimo gioco invece dovevamo rappresentare il sogno di Tartini.

Eleanor

…Finiti gli esercizi siamo andati a visitare la stanza ricordo dove ci sono: il violino di Tartini, l’ultima lettera scritta al nipote, vari manoscritti e tante altre cose.

Tia

…Quando abbiamo finito di visitare la stanza, abbiamo fatto merenda. Prima di salutarci la maestra Fulvia ci ha regalato l’ultimo numero del Trillo ed un libro di leggende legate a Pirano.

Naska

…Al termine ci siamo fermati un

po’ ad ammirare la Piazza Tartini, il monumento al musicista, il palazzo comunale, la Casa Veneziana, il palazzo del tribunale. Dopo siamo saliti verso le mura percorredo la via Rozman.

Michel

…Durante la passeggiata siamo passati sotto alle due porte Raspo (prima porta Raspo e seconda porta Raspo) che risalgono al XV secolo. Dopo siamo andati verso le mura. Abbiamo fatto un giretto e poi siamo saliti, uno ad uno, su una delle torri.

Ane

…Purtroppo c’era un po’ di nebbia e non si vedeva molto. Per tornare in Piazza Tartini siamo passati per la via dell’Ospedale ed accanto alla chiesa di San Francesco dove sono seppelliti i genitori di Giuseppe Tartini. Alla fine siamo risaliti sull’autobus e siamo ritornati a scuola.Questa giornata è stata la mia preferita, tra quelle organizzate sino ad ora.

Tia

…Mi piacevano le mura, perché ci sono salito per la prima volta.

Michel

…La giornata è stata molto bella.Ane

…Questa giornata mi è piaciuta abbastanza, perché ho scoperto molto di più su Giuseppe Tartini.

Andrej

Scuola elementare“Vincenzo de Castro”

Classe IV-Sezione di Lucia

UNA VITA PER IL VIOLINO

Questo il titolo della conferenza dedicata a Giuseppe Tartini nato proprio in questi giorni di 314

anni fa.Alla conferenza, presentata dalla prof. Monica nella Sala delle Vedute di Casa Tartini a Pirano, hanno presenziato gli alunni della V e VII classe della scuola elementare Vincenzo de Castro di Pirano.La relatrice ha informato i ragazzi che Tartini aveva scoperto »il terzo suono« ed ha spiegato loro, mostrando a paragone un violino moderno, che egli aveva allungato l’arco, abbassando la curvatura per stabilirlo meglio sulle quattro corde dello strumento. Della biografia di Tartini è importante ricordare inoltre, che egli fondò a Padova nel 1728 la »Scuola delle Nazioni« con allievi da tutta Europa e dall’Asia.Il musicista fu ammirato anche dal celebre trattatista e violinista Leopold Mozart.Oltre alla carriera solistica terminata a Bologna appena quarantottenne, Tartini continuò a suonare nella Basilica di S.Antonio a Padova fino al 1765, quando le sofferenze al piede incancrenito non gli permisero più di suonare. In quel periodo, scrisse all’amico Ricatti : » …solo la tomba mi darà l’eterno riposo…Dio mi sorriderà ed io sorriderò con Lui«. I ragazzi hanno particolarmente gradito i quattro video-ascolti come pure l’intera biografia.Il primo filmato ha offerto agli ascoltatori l’esecuzione di una melodia dolcissima che Tartini aveva trascritto per viola a seguito dell’ascolto di un’esecuzione a Praga da parte di un violinista zingaro.Nel filmato a presentarlo sono il solista Francesco Squarcia insieme al complesso da Camera » I Cameristi Italiani«. Il secondo ascolto ha dato ai ragazzi l’opportunità di sentire il suono originale del violino (Amati ) di Tartini. Il filmato è stato realizzato nel ’92 in occasione delle celebrazioni tartiniane.

DEDICATO A GIUSEPPE TARTINI 2006

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In quell’occasione, il violinista Giuseppe Prencipe con l’Orchestra da Camera » I Cameristi Italiani« avevano eseguito il Concerto in re minore.Successivamente l’ esibizione de »I Solisti Veneti« con Claudio Scimone e Uto Ughi che aveva suonato sul suo Guarnieri una tipica melodia slava tratta da uno dei concerti del compositore.Sempre presso il duomo di S.Giorgio di Pirano, Uto Ughi aveva interpretato la famosa sonata in sol minore »Il trillo del diavolo« accompagnato dal clavicembalista Ernesto Merlini. Della famosa Sonata, Delalande riporta il commento di Tartini: »... nella notte del 1713 sognai di aver fatto un patto con il Diavolo. Gli affidai il mio violino con il quale egli suonò una stupenda sonata…Cercai di riportare l’emozione provata sul pentagramma, ma la mia versione risultò tanto inferiore, che dalla rabbia avrei lasciato il violino…«Ai ragazzi soddisfatti è stata regalata una dispensa che potranno conservare nei loro quaderni di musica per risolvere un cruciverba sul tema e per ricordare di essere stati nella Casa del grande genio.

EREDITÀ TARTINIANA

In occasione dei festeggiamenti dedicati a Giuseppe Tartini,

il 7 aprile Elio Musizza, per lunghi anni direttore della SEI di Pirano, ha tenuto presso la locale Comunita’ degli Italiani una conferenza dal titolo: “L’eredità tartiniana.’’Musizza iniziò ad occuparsi dello studio storiografico tartiniano nel 1989, anno in cui si recò a Padova grazie ad un finanziamento concessogli quale membro del comitato per le celebrazioni tartiniane. Musizza, svolgendo le sue ricerche nella biblioteca Antoniana della Basilica del Santo a Padova, conobbe il frate Leo Nardo Frasso, uno studioso tartiniano.Frasso giunse a Pirano nel 1972 per presentare il suo primo libro dedicato al virtuoso:’’L’uomo e l’artista’’. .Nel 1992, in occasione dei festeggiamenti del 300º della nascita, Frasso sarebbe dovuto ritornare con un secondo libro, ma la morte non gli permise di concludere l’opera.Elio Musizza ha suddiviso la sua esposizione nei seguenti temi: la biografia tartiniana, la Casa Tartini, la Villa Tartini, il Museo S.Mašera, l’archivio e il monumento.Della dettagliata spiegazione inerente la biografia, Gian Rinaldo Carli scrisse che Tartini studiava otto ore al giorno.Il violinista viene menzionato pure dal critico musicale Pierluigi Pietrobelli, che non considerava la sonata ‘’Il trillo del Diavolo’’ lo spartito più valido. Riteneva inoltre, che la sua musica avrebbe dovuto essere eseguita piu’ spesso.Riguardo a Casa Tartini, risulta che la ristrutturazione è durata dieci anni.Nel 1983 iniziò la prima fase dei lavori per i

quali furono spesi 38 milioni di dinari.Dopo il secondo preventivo del 1985, nell’ 86 la casa fu assegnata per intero alla CI.Riccardo Giacuzzo aveva svolto l’incarico presidenziale durante i lavori di risanamento del palazzo.Nel 1988, Casa Tartini venne inaugurata.Il compositore, senza eredi, aveva lasciato la casa alla famiglia Vatta e più tardi, la casa ospitò numerose altre famiglie.La Villa Tartini venne costruita a Strugnano attorno al 1700 e venne ristrutturata nel ‘56 dal governo sloveno. In questa bella ville situata in un bellissimo parco vicino al mare, si svolsero numerosi incontri politici.Del mobilio conservato presso il Museo di Pirano si trova una copia della stanza da letto di Tartini.Dalla consultazione dell’archivio piranese risulta che la metà dei documenti si trova a Pirano, a Venezia e a Padova, l’altra metà a Lipsia, Praga, Dresda e in altri paesi.Numerosi manoscritti non sono stati ritrovati perchè Tartini stesso li regalava ai suoi allievi.Musizza ha citato pure un’opera tartiniana inedita: ‘’La scienza del numero’’ conservata presso la biblioteca di Berlino.L’archivio piranese conserva un altro dato interessante che riguarda il padre del violinista, Gian Antonio Tartini, che aveva regalato una lampada alla Chiesa di S. Eufemia di Parenzo.

Elio Musizza

Milada Monica

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Il monumento, progettato da del Zotto non fu pronto per festeggiare i 200 anni della nascita ma venne eretto nel 1896, quattro anni più tardi. Musizza ha concluso l’esposizione con la lettura dell’’Inno a Tartini’’ composto da A. Smareglia in occasione dell’inaugurazione del monumento.Nella seconda parte della conferenza, il signor Robert de Pieri ha presentato la Casa discografica Rivoalto, legata alla produzione musicale tartiniana e al suo tempo, invitando gli interessati a visitare la chiesa in Campo San Maurizio a Venezia, dove sono esposti strumenti musicali dal ‘500 al ‘900.Dai dati forniti da de Pieri, pare che Tartini non è amato soltanto dai suoi concittadini ma è ricercato discograficamente soprattutto da: francesi, tedeschi, statunitensi e australiani.

TARTINI: CONCERTO FINALE

In occasione delle celebrazioni tartiniane, al teatro »Giuseppe Tartini« di Pirano, si è svolto l’ultimo appuntamento dedicato al violinista, didatta e compositore G.Tartini.La conferenza-concerto è stata organizzata dalla Comunità degli Italiani di Pirano, in collaborazione con il Museo Regionale di Capodistria.Il concerto, organizzato soprattutto per i ragazzi della scuola elementare e dei ginnasi italiani e sloveni del Litorale, ha visto fra il pubblico adulto numerosi amanti della musica.Il programma che abbiamo avuto occasione di ascoltare, è frutto di un recupero che Črtomir Šiškovič e Luca Ferrini hanno fatto, studiando un manoscritto conservato nella biblioteca antoniana di Padova, consistente in una cinquantina di sonate.Il violinista Šiškovič ha alle spalle

una ricca attività concertistica e diverse collaborazioni come solista con i teatri Verdi di Trieste, la Filarmonica di San Pietroburgo, la Slovenska Filharmonija, l’Orchestra Toscanini, il Teatro Regio di Parma, ecc.Ferrini è diplomato in pianoforte, clavicembalo, organo e composizione organistica.Si esibisce in tutta Europa tenendo pure seminari di interpretazione pianistica e cembalistica.Gli artisti hanno catturato l’interesse dei presenti con le spiegazioni e l’esecuzione delle seguenti quattro sonate per violino e basso continuo: Br.g2, Br A7, BrB3 Br. g5 rispettivamente in sol minore, in La maggiore, in Sib maggiore ed in sol minore » Il trillo del diavolo«.Luca Ferrini ha parlato dell’accordatura cembalistica, dei movimenti delle sonate specificando la differenza di queste con la Sonata da Chiesa, della pratica del basso continuo eseguendo al clavicembalo un basso scarno alla tonica-dominante.Successivamente ha abbellito il basso aggiungendo le fiorettature come al tempo di Tartini e dei suoi allievi. A quel tempo la pratica del basso continuo era al culmine.Ferrini ha specificato inoltre, che nell’allora Repubblica veneta, erano la viola da gamba, il contrabasso e il clavicembalo gli strumenti utilizzati per sostenere la melodia eseguita dal collega strumentista.Nei paesi settentrionali invece, gli strumenti utilizzati erano differenti.Il violinista Šiškovič ha ancora una volta esibito le sue doti interpretative e la sua destrezza tecnica soprattutto nella celebre sonata in sol minore »Il trillo del diavolo«.Secondo il musicista è poco probabile che

la perfezione di tale sonata sia soltanto frutto di un sogno, si tratta invece di un pezzo in cui è evidente una completa maturazione del maestro piranese.A prova del fatto che Tartini nel suo opus compositivo ha utilizzato temi a lui cari, Črtomir Šiškovič ha eseguito al violino l’incipit di una sonata tartiniana in Sol maggiore, che ricorda il modello della nota sonata in sol minore » Il trillo del diavolo«.A fine concerto, l’augurio finale di Ferrini per una cultura che necessita di venir salvaguardata, che al tempo di Tartini aveva un forte valore pari a quello dell’economia oggi.Consapevoli dell’immenso patrimonio locale, è necessario ricordare agli appassionati che i due concertisti, in collaborazione con il signor Robert de Pieri, hanno registrato un vasto repertorio sonatistico tartiniano disponibile su CD editi dalla Casa discografica veneta Rivoalto.Il pubblico, soddisfatto della simpatia, della musicalità, della nitidezza del suono, dell’interpretazione filologica e quant’altro ha applaudito calorosamente i due artisti.

di Neven Stipanov

Črtomir Šiškovič

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campagne istriane a Trieste, che quotidianamente giungevano sul mercato del capoluogo giuliano. Le imbarcazioni non furono utilizzate solo per il trasporto delle merci, oppure soltanto negli scontri armati, di cui alcune battaglie sono rimaste scolpite nella memoria storica (da quella di Azio del 31 a.C. tra Antonio e Cleopatra da una parte ed Ottaviamo dall’altra, a Lepanto nel 1571 tra le forze della Lega Santa e quelle della mezzaluna, da Trafalgar (1805) ove l’ammiraglio Nelson sconfisse i Francesi, agli scontri tra nipponici e americani nel Pacifico, la battaglia aereo-navale delle Midway nel 1942 o il combattimento di Leyte, nell’arcipelago delle Filippine, avvenuto nell’autunno 1944). Si tratta di fatti d’armi che alterarono il corso della storia. Ma nonostante gli eventi cruenti che si svolsero proprio in mare in scontri tra navi, è doveroso sottolineare che sulle imbarcazioni viaggiava anche la cultura, il sapere e l’arte. Nell’Adriatico orientale, grazie ai suoi intrecci e collegamenti con la sponda opposta, si è verificata una osmosi i cui risultati sono tuttora percettibili lungo questi lidi: l’arte, l’architettura, il patrimonio storico-culturale, la lingua e quant’altro testimoniano questi intensi rapporti. Questa sera abbiamo il piacere di presentare la mostra di velieri di Aldo Alessio, un’esposizione di modellini di ottima fattura, riproduzioni in scala di imbarcazioni utilizzate da popoli diversi in epoche storiche altrettanto differenti. Dai

MOSTRA «I VELIERI»

di Kristjan Knez

»Il mare non è soltanto una riserva alimentare, costituisce anche, e soprattutto, una «superficie di trasporto»: una superficie utile, se non perfetta. La nave, la rotta marittima, il porto presto attrezzato e la città mercantile sono strumenti al servizio dei centri urbani, degli stati, delle economie mediterranee: strumenti di scambio, e conseguentemente di ricchezza. Prima di diventare un legame, evidentemente, il mare ha rappresentato per molto tempo un ostacolo. Una navigazione degna di questo nome non ha avuto prima della seconda metà del terzo millennio, con le traversate degli egizi in direzione di Biblo, o meglio ancora con lo sviluppo, nel secondo millennio, dei velieri delle Cicladi muniti di vele, remi, uno sperone e soprattutto una chiglia che in qualche modo li incunea tra i flutti (contrariamente alle imbarcazioni a fondo piatto che seguivano la costa tra Biblo e l’Egitto). Per molto tempo la navigazione si è mantenuta prudente, collegando punti vicini tra loro, tanto che la meta da raggiungere era visibile sin dalla partenza. Ci si teneva vicini alla riva, filo conduttore per eccellenza, e all’inizio ci si avventurava in mare soltanto di giorno, facendo la spola tra due spiagge vicine; di sera, poi, l’imbarcazione veniva tirata in secca sulla sabbia«. (F. Braudel, Il mare, in F. Braudel, Il Mediterraneo. Lo spazio la storia gli uomini le tradizioni, Milano 1999, pp. 37-38). Per la presentazione di questa mostra ho voluto citare un passo di Fernand Braudel, insigne storico francese, che dedicò gran parte dei suoi lavori di ricerca proprio al mare, e in particolar modo al Mediterraneo, »specchio

d’acqua« circondato da tre continenti, incrocio di popoli, e di lingue, vettore di cultura e civiltà. Nel passato, quando le strade terrestri costituivano un’insidia per i viaggiatori, per secoli il mare ha rappresentato la via di comunicazione privilegiata per il trasporto delle merci e delle persone. Anche qui gli agguati non mancavano, la pirateria aveva conosciuto una crescita esponenziale, e spesso rappresentava un’attività redditizia per quelle popolazioni che annoveravano economie povere ed abitavano in regioni dai terreni sterili o quasi. E a proposito di ruberie non possiamo non menzionare gli arditi assalti degli Uscocchi che resero difficile la navigazione alle navi della Serenissima lungo l’Adriatico. I corsari non infestarono soltanto le acque dei Caraibi o del Sud-est asiatico, figure più comuni al grande pubblico in quanto soggetti di film o romanzi, basti citare quelli di Emilio Salgari. La pirateria fu un fenomeno che interessò anche le acque dei nostri mari e nel corso dell’età moderna queste azioni contraddistinsero la storia di questo spazio sia a ponente sia a levante, sia a meridione sia a settentrione e gli artefici non si differenziavano né per provenienza né per fede religiosa: cristiani e musulmani si contesero quella dimensione sino ai primi decenni dell’Ottocento. Assalti, uccisioni, saccheggi, distruzione delle imbarcazioni, imprese militari caratterizzarono lo scenario di quei secoli. Abbiamo ricordato la Repubblica di Venezia, la regina dei mari, il cui stato è sorto e si è sviluppato grazie ai commerci via mare. Le nostre cittadine, per secoli appartenenti alla Dominante ed inserite nel sistema commerciale della città lagunare, continuarono, e, anzi, svilupparono, la vocazione marinara anche dopo il tramonto della Repubblica. Le imbarcazioni trasportavano i prodotti delle

BIBLIOTECA“Diego de Castro”

ORARIO Lunedì - 10-12Martedì - 10-12

Mercoledì - 16-18Giovedì - 16-18Venerdì - 10-12

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SAN GIORGIO2006

I servizi sui festeggiamenti del

patronoSan Giorgio

saranno pubblicati sul

prossimo numero

mezzi navali degli antichi Fenici arriviamo alle navi del XVIII secolo, e ci spingiamo anche più in avanti. L’interesse di Aldo Alessio per le navi affonda le radici negli anni della sua gioventù, e non mi riferisco soltanto alla passione per il modellismo. Terminata la scuola dell’obbligo ha fatto l’apprendistato come carpentiere nell’ex cantiere di San Bernardino. Successivamente ha cambiato mestiere e di conseguenza non ha avuto più il tempo per dedicarsi a questa attività. Con la pensione, ed una maggiore disponibilità di tempo libero, Alessio ha ripreso a dedicarsi a questo suo hobby, e da una dozzina d’anni si dedica, con evidenti risultati, alla realizzazione di modelli navali, suo grande interesse, che alterna con un’altra passione ossia il suono del mandolino, che lo vede impegnato musicalmente assieme agli altri componenti del gruppo mandolinistico »Serenate« della nostra Comunità. Alessio da sempre è attratto dalle navi; dedicarsi al modellismo è stato il modo migliore per coltivare questa passione. Le imbarcazioni in scala sono il risultato di un lungo e minuzioso lavoro, il frutto di ore di paziente preparazione di ogni singolo pezzo e di indubbia abilità manuale che porta alla realizzazione del modello stesso,

curato in ogni dettaglio, anche il meno appariscente. La mia digressione storica ha un senso perché Aldo Alessio, oltre a realizzare i suoi modelli, si interessa anche dal punto di vista storico della nave, quindi vuole anche contestualizzare il periodo in cui venne costruita una determinata imbarcazione, cogliendo la sua importanza e la sua funzione. Questa mostra, per certi aspetti, chiude una sorta di cerchio inerente le attività legate al mare. Negli ultimi anni la nostra Comunità ha ospitato alcune esposizioni di indubbio interesse come quella di Nini Rossi sul cantiere di Pirano e quella di Davide Filipas sul giovane carpentiere, un’arte ricca di storia e di tradizioni che inesorabilmente sta scomparendo. Oggi presentiamo le navi, nate e costruite proprio negli squeri e negli arsenali. Imbarcazioni che giovarono all’economia di una località o di una regione, che collegavano contesti lontani e nei cui scontri determinavano la grandezza o la miseria di una nazione.

IMPORTANTE RICONOSCIMENTO PER LA COMUNITÀ DEGLI ITALIANI DI

PIRANOdi Monika Bertok

Un importante riconoscimento è stato consegnato mercoledì sera alla Comunità degli Italiani di Pirano. La Croce Rossa della Slovenia ha infatti premiato la Giuseppe Tartini per il suo impegno nel campo sociale. La targa è stata consegnata dal segretario generale della Croce Rossa, Srečko Zajc, alla presidente, Fulvia Zudič, nel corso della cerimonia d’inaugurazione della mostra dei lavori del gruppo di ceramica all’albergo Bor dello stabilimento di cura giovanile Punta Grossa di Ancarano. I lavori, che rimarranno esposti sino a giugno, saranno infatti devoluti in beneficenza . Il ricavato delle opere vendute contribuirà all’acquisto di un defibrillatore per i bambini che si curano e soggiornano nello stabilmento di Punta Grossa. Gran parte dei lavori è il frutto di un laboratorio svolto alcuni mesi fa in questo stabilimento dal gruppo di ceramica guidato da Apolonija Krejačič. Lo scorso anno un’analoga iniziativa aveva coinvolto il gruppo di pittura della

Informiamo i gentili lettori che il nostro mensile Il TRILLO può venir letto in forma elettronica

sul sito della Comunità, all’indirizzo:

www.unione-italiana.org/pirano

Aldo Alessio

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stessa Comunità degli Italiani. In tutto sono una trentina le opere che ornano la hall dell’albergo. Srečko Zajc ha lodato l’iniziativa della Comunità degli Italiani ed ha auspicato nuove collaborazioni con il sodalizio. Punta Grossa annualmente ospita centinaia di ragazzi provenienti da varie parti della Slovenia e dell’Europa. È particolarmente conosciuta l’iniziativa che vede lo stabilimento della Croce Rossa accogliere nei mesi estivi vari gruppi di bambini provenienti da aree disagiate, in particolare dalla Bosnia-Erzegovina e i bambini ucraini che portano le conseguenze del disastro di Cernobil. Il defibrillatore, ha detto la direttrice dello stabilimento di Punta Grossa, Vlasta Mramor, in caso di bisogno sarà molto utile per tutti questi ragazzi che passano qualche giorno in serenita’ tra la natura e il mare incontaminato che circondano il centro.

I lavori donati in beneficenza sono stati realizzati da:

Laura Vianello, Tanja Krstov, Sasikala Perumal, Gracijela Mušič, Miriam Milotič, Dragica Bončina-Bolanča, Marjeta Vrunč, Nadja Drenik, Elide Stubelj, Ana Jeretič, Loredana Čendak, Jasmina Kovačič, Mili Tentor, Barbara Velagič, Milica Ferenčak

DE QUA E DE LÀ (DEL CONFIN).

PRESENTATO IL NUOVO LAVORO DELLA NOSTRA

FILODRAMMATICAdi Kristjan Knez

Le frontiere innalzate nel corso del secolo scorso hanno contraddistinto il vivere delle popolazioni di quest’area. Gli eventi della storia recente, che modificarono per sempre la realtà dell’Istria, furono determinati in buona parte proprio dalle barriere che scissero la regione nel secondo dopoguerra. Questo argomento è stato affrontato anche dal Gruppo filodrammatico della Comunità degli Italiani di Pirano, che sabato 25 marzo si è presentato al pubblico con la

nuova commedia in due tempi, in dialetto istro-veneto, »De qua e de là (del confin)«, scritta e diretta da Ruggero Paghi. Oggi il confine che ci separa da Trieste sta lentamente scomparendo, e non è sicuramente quello di cinquant’anni or sono, che recise le comunità di quella che fu la Venezia Giulia, che separava due contesti completamente diversi e due sistemi tanto differenti tra loro. In un Teatro Tartini gremito di spettatori i bravi attori del sodalizio piranese hanno interpretato il dramma degli anni ‘50, caratterizzato dall’amletico quesito rimanere nella propria terra o andarsene. Quella irragionevole divisione ha alterato la realtà della città di San Giorgio, e delle altre località della penisola, stravolgendo gli equilibri etnici, ma anche la lingua, la cultura, l’essere della componente italiana, che nel giro di alcuni anni

si ridusse a sparuta minoranza. Il lavoro presentato si sofferma sulle vicende di due famiglie piranesi: una lasciò la propria terra per trovare una sistemazione nel capoluogo giuliano, l’altra rimase nella propria città. Si tratta di una storia inventata, ma al contempo verosimile in quanto toccò migliaia di famiglie in tutta la regione. Siamo nel secondo dopoguerra, sono gli anni delle incertezze e delle incognite. Due famiglie, legate da una profonda amicizia, discutono della situazione critica, della gente che se ne andava, dei licenziamenti, dei continui interrogatori da parte delle autorità jugoslave, delle quotidiane paure. Dopo un’accesa conversazione Ennio (interpretato da Marino Maurel), Mariuccia (Cesarina Smrekar) e Gino (Christian Poletti) abbandonano la patria di Tartini; Piero (Piero Rotter),

Fulvia Zudič e Srečko Zajc

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Antonietta (Antonietta Fonda) e Nives (Serena Buremi) decidono invece di rimanere, nonostante tutto e tutti. In entrambi i casi le vite cambiano, i primi si ritrovano nei campi profughi, in ambienti angusti e promiscui, e solo dopo anni di umiliazioni si sarebbero sistemati e avrebbero ottenuto un lavoro, i secondi, nonostante la crisi, lavorano assiduamente per sbarcare il lunario, Piero decise di trovare impiego come minatore nella locale miniera di Sicciole, e con turni massacranti mantiene la famiglia. Dopo un decennio le due famiglie si ritrovano. Ennio e Mariuccia rispecchiano la vita d’oltre confine: p o s s e g g o n o l’automobile, vivono in un appartamento dotato di ogni comodità, vengono in »Jugo« a fare il pieno di benzina e ad acquistare la carne. Gli amici piranesi rimasti, invece, nonostante gli sforzi non possono annoverare tanti comfort, conducono una vita semplice ma dignitosa. Nonostante non si possa fare a meno di riflettere sulla vita di quegli anni, ricordiamo che si tratta di una commedia brillante, con situazioni ricche di verve, che sono piaciute al pubblico

che più volte ha applaudito a scena aperta, di fronte a battute come »Ma anca voi de qua gavè el cafè« e la risposta »Si, ma no bon come de voi a Trieste«. Si sottolinea anche il disagio degli Istriani nella città di San Giusto, mal visti dalla cittadinanza in quanto »Portano via il lavoro ai Triestini«, perciò la volontaria »mimetizzazione« per non farsi riconoscere e l’imposizione a Gino, ormai ragazzo, di parlare

in lingua anziché in dialetto, per evitare che venga scoperta la sua provenienza. I figli delle due famiglie sono cresciuti (questa volta interpretati da Ela Jeličič ed Andrea Cebroni), Nives va a studiare all’università di Trieste e viene ospitata dagli amici piranesi di vecchia data,

e dopo un po’ si innamorano. Passano gli anni e si sposano, poi nasce anche un figlio, Federico. Antonietta rimane vedova, mentre i due giovani genitori, con un figlio ormai in età scolare, decidono di ritornare a Pirano, perché lì c’è la loro storia, la loro lingua, la loro esistenza, e vogliono acquistare una casa. Ormai il confine non rappresenta più la barriera di un tempo, la gente si sposta molto più facilmente. Con quest’ultima

parte, che possiamo interpretarla come un auspicio affinché i giovani di origine piranese ritornino nella terra dei loro avi, si conclude la commedia, che ripercorre la vita a cavallo tra i due confini nell’ultimo mezzo secolo. Ottimo anche l’allestimento delle luci e del suono, curati rispettivamente da Andrea Cebroni e Franco Bernè. La scenografia è di Elena Greco ed è

stata realizzata da Fulvia Zudič. Ringraziando gli attori della filodrammatica piranese per averci regalato una piacevole e divertente serata, non possiamo concludere se non congratulandoci per l’impegno profuso e per la grinta dimostrata sul palco del teatro cittadino.

BANDI – CORSI – CONCORSI

Bando di Concorso relativo all’assunzione di un/a impiegato/a a contratto a legge presso il Consolato Generale d’Italia a Capodistria.

***Centro culturale Tullio Crali I premio di pittura »Dario Mulitsch« 2006 (11 giugno – 21 giugno 2006-Casa Morassi –Gorizia.

***Associazione »ARCA 2000«. 4° Concorso internazionale d’illustrazione per ragazzi »Amici animali« 2006 (scadenza 30 settembre 2006)

***2. BIENNALE SLOVENA DELLA CERAMICA –Postumia (dal 4 al 31 luglio 2006)

Le persone interessate ai bandi e alle modalità dei concorsi, sono invitate a rivolgersi alla segreteria della Comunità (lunedì-venderdì 9.00 – 12.00).

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IL TRILLO, Foglio della comunità Italiana di Pirano.Redattore responsabile: Bruno Fonda.

Tel. segreterie: +386 (5) 673 30 90Contabilita: +386 (5) 673 30 91Fulvia Zudič: +386 (5) 673 01 40E-mail: [email protected]

Stampa e impaginazione:PIGRAF s.r.l.numero copie: 1100A questo numero de “Il Trillo” hanno collaborato:Alberto Manzin, Fulvia Zudič, Marisa De Rosario, Flavio Forlani, S.E. “Vincenzo de Castro” S.Lucia, Elio Musizza, Norma Doljak, Ondina Lusa, Arcangelo Svettini, Liliana Stipanov e Nadia Zigante.

Pirano, 24 aprile 2006

Nei tempi passati, il carro era il mezzo di trasporto più comune che veniva usato dai nostri contadini, prima della venuta dei mezzi motorizzati. Normalmente a Pirano e dintorni, veniva usato un carro piuttosto piccolo, anche a causa dei terreni in prevalenza montuosi nei dintorni.Comunemente veniva trainato dall’asino, oppure dal mulo o cavallo, mentre nei villaggi dell’interno, specialmente nel Buiese, usavano anche i buoi.

Nella nostra zona, la graduale scomparsa dei carri iniziò circa mezzo secolo fa, con l’introduzione dei trattori e dei motocoltivatori. Siccome ho spesso avuto contatto con il mondo agricolo, ho pensato di raccogliere alcune denominazioni dialettali dei componenti del nostro carro.

Incominciamo dalle parti portanti e telaio:Timon Sura Pàlediga Forcadèla Linguèl Cussinèl Sotocussinèl Incassadùra Ganasse Braghe.

Le parti delle ruote:Asso Rode Sèrcioni Bùcola

Covertèla Ragi Vere Slài, Tàmpagni Sòcoli, Smir.

Le parti contenenti il carico:Cassòn Tàvolasso Parapeti Ròssisse Càdene Bandine Sentadòr.

La bardatura per l’animale da traino:Balansin Còmato Tiradori Rèdine Morso Cavessa Scuria.

Con la scomparsa del carro, mancarono anche gli artigiani che li costruivano, fabbri, carrai e bastai.Gli ultimi fabbri che ancora lavoravano, erano dalle parti di Buie, a Stridone, a Momiano. L’ultimo ancora esistente che conosco, (nativo di Sicciole) vive a Vardizza.Peccato che certi vecchi mestieri si estinguono, purtroppo è la conseguenza del progresso.

“EL CARO”di Giulio Ruzzier

COMUNICATO

Mercoledì 3 maggio 2006 alle ore 10.30 in Casa Tartini a Pirano incontro della UILP e della UIM di Trieste con le persone interessate alle problematiche relative alle pensioni italiane e a quelle sulla cittadinanza. Gli interessati sono invitati a presentarsi muniti del documento di identità, del certificato di pensione italiano, del modello ObisM recentemente inviato dall’Inps, di eventuali lettere di indebito o di reiezione.La consulenza personalizzata sarà a cura di Luigi Rosa Teio, direttore regionale del patronato Ital Uil del Friuli Venezia Giulia, e Luigi Weber, presidente della UIM di Trieste.

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Carissimi amici lettori!Questo mese è stato ricco di avvenimenti. L’anniversario della nascita del nostro celebre musicista Giuseppe Tartini, la Pasqua, il nostro patrono San Giorgio ci ha certamente regalato momenti d’incontri, di festa, di rinnovate amicizie, di gioia e di serenità.

Con noi questo mese il signor Giulio Ruzzier di Parezzago che ci ricorda i lemmi dialettali legati al suo mondo.

1. Bochin A. Prigione 2. Burato B.Tutolo di pannocchia3. Càssia E. Fuscello4. Cèssa C. Aia, cortile5. Chianti G. Pianoro, terreno piano6. Cogno F. Cumulo di sassi7. Corìe D. Marmaglia8. Fiascon I. Tipica bottiglia impagliata9. Forminanti H. Bocchino per fumare10. Gatabuia L. Lastra di pietra 11. Genìa M. Ventilabro12. Graion N. Giunco, vimine13. In-fasso O. Affilare14. Làvera P. Bottiglione15. Masièra Q. Lacci di cuoio per scarpe16. Pianèl R. Siepe, sterpaglia17. Reverensa S. Caccia18. Roia T. Fiammiferi19. Salario U. Cuneo20. Sbissa V. Covone di fieno21. Stroncòn W. Fossato22. Tenâ X. Inchino23. Venco Y. SfasciatoLa soluzione dovrà pervenire entro il 14 maggio 2006. Il partecipante, la cui risposta esatta verrà estratta, riceverà la pubblicazione PIRANO –Immagini e didascalie di Guido La Pasquala a cura della FAMEA PIRANESA aderente all’Unione degli Istriani

Soluzioni del concorso pubblicato sul n. 3Barufa-Litigio, Ciapa-Prendi, Ciapado-Matto, preso, De-sbris-Di sfuggita, Fufignessi-Imbrogli, Inbranada-Imbizzarrita, Ingaiada-Incagliata, intricata, In-gringola-Elegante, Intenperâ-Diluire, Malignaso-Furbo, malizioso, Manela de venchi-Mazzo di giunchi, Miga-Mica, Pachea-Sonnolenza, Pareciâ-Apparecchiare, Sacheto-Giacca, sacchetto, Sbatociâ-Sbatacchiare, Sfasa-Cornice, Sgabusin-Ripostiglio, Stranba-Balorda, Strofal-Fannullone, Suso-Sopra.

Tra le risposte esatte è stato sorteggiato il signor Umberto Tamaro di Santa Lucia che riceverà dei fiori primaverili donati dalla fioreria Černe-Ruzzier di Parezzago.

I Proverbi ce li ricorda Berta Valente dalla Casa del Pensionato di Isola

“Fradei cortei, cognade spade”.“Parenti mal de denti”.« Pan rubado va de mufa ».« Anca la regina, ga bisogno de la visina ». “Chi parla in recia, no val una tecia”.“Soldi rubadi no resta in scarsela”.“E con ste cicole e ciacole, anca ogi ga ciapado note...”

I modi de dî ce li trasmette il signor Sergio Perentin di Pirano.

“Chi liga, ben disliga”.“El mar no lo manda i gransi”.“Santa Barbara, San Simon spaca le vele e ronpi ‘l timon”.

Ringrazio gli alunni Naska e Danijel della Scuola elementare “Vincenzo de Castro” di Pirano – sezione Lucia per i saluti che contraccambio auspicando di vederli ancora partecipare alla rubrica del dialetto.

La foto è della collezione del signor Sobota di Pirano e ci illustra il monumento a Tartini con i nostri antenati.

CONOSCIAMO IL NOSTRO DIALETTOdi Donna Luisa

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APPUNTAMENTI DI MAGGIO 2006

Venerdì 5 maggio 2006 alle ore19.00 nella sala delle vedute di Casa Tartini apertura della Mostra collettiva dei membri del HDLU Istria “Viaggio verso l’ignoto”. Alle ore 19.30 parte della collettiva sarà inaugurata alla Galleria Herman Pečarič di Pirano. La mostra viene organizzata in collaborazione con le Gallerie Costiere di Pirano.

Venerdì 12 maggio 2006 presso la Galleria Herman Pečarič di Pirano presentazione della raccolta di poesie IL GIARDINO SEGRETO di Adrijana Cah.

venerdì 12 maggio 2006 uscita del gruppo filodrammatico a Isola

Martedì 16 maggio 2006 alle ore 19.00 nella sala delle vedute di casa Tartini a Pirano presentazione del libro di Mario Bonifacio dal titolo: LA SECONDA RESISTENZA del Comitato di liberazione nazionale italiano a Pirano d’Istria nel dopoguerra 1945-1946 edito dall’Istituto Regionale per la storia nel movimento di liberazione nel FVG.

Sabato 20 e domenica 21 maggio 2006 gita a Mirabilandia per prenotazioni e informazioni contattare la segreteria entro e non oltre il 10 maggio.

Sabato 20 maggio 2006 alle ore 20.30 al teatro Tartini di Pirano CANTANDO E SUONANDO IN RIVA AL MAR Durante la serata oltre al gruppo mandolinistico “Serenate” di Pirano si esibiranno il gruppo musicale “Calegaria” di Capodistria, il duo “ Biba e Vlado” di Rovigno e l’orchestra mandolinistica della SAC “Fratellanza” di Fiume.

Venerdì 26 maggio 2006 alle ore 20.00 nella sala delle vedute di Casa Tartini a Pirano CONCERTO di Neven Stipanov.

Sabato 27 maggio 2006 a Pirano Mercatino dell’antiquariato organizzato dall’associazione “Anbot” di Pirano.

Sabato 27 e domenica 28 maggio 2006 uscita del duo “La bora” a Castelgoffredo, nell’ambito dell’incontro tra AVIS di Castelgoffredo ed i Donatori di Sangue di Pirano.

Il programma può subire modifiche. Fulvia Zudič

AVVISOInformiamo i nostri lettori che i prossimi numeri de »Il Trillo« avranno la possibilità di ospitare altri testi, contributi e fotografie di tutti coloro che sentiranno il desiderio di inviarci aneddoti, racconti di vita vissuta, vecchie storie, memorie e fotografie della Pirano di un tempo. È un modo per raccogliere ancora testimonianze, prima che queste siano cancellate dell’oblio del tempo: una maniera per documentare questa nostra presenza su questo lembo di terra istriana. Ognuno di voi certamente avrà dei racconti, delle storie di vita vissuta, ambientate o inerenti la nostra città,conservati o celati nella propria memoria: si tratta di estrapolarli e di inviarceli. Grazie per la collaborazione la redazione de “Il Trillo”

AVVISOSu decisione della Comunità autogestita della nazionalità italiana di Pirano, desideriamo invitare i nostri lettori e connazionali ad inviarci una loro proposta su come chiamare e definire la futura attività culturale- gastronomica prevista negli spazi al pianoterra della nostra Comunità, che per lunghi anni, ha ospitato la cartoleria Lipa. Si tratta di individuare il nome più giusto ed adeguato, che offra piena ampiezza di immagine di quella che sarà l’ attività futura ospitata in questi spazi.Essendo già l’ attuale proposta »Biblioteca dei sapori« completa ed indicativa desideriamo conoscere eventuali altre idee, proposte e nominazioni,che forse meglio potrebbero indicarci la futura iniziativa.Ogni nuova Vostra proposta ,inviata alla Comunità degli Italiani di Pirano, sarà presa in considerazione e valutata .Grazie per la collaborazione.

la redazione de “Il Trillo”

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L’EREDITÀ TARTINIANA A PIRANO (quarta parte)di Elio Musizza

Un cenno alla Villa Tartini di Strugnano. Venne fatta costruire dal padre di G.Tartini intorno al 1700 con pietra bianca istriana.Giuseppe vi trascorse gli anni più belli della sua fanciullezza.Oltre alla villa, il complesso comprendeva la chiesetta di S. Basso, la casa dell’ amministratore, la casa colonica, dei magazzini e la stalla.Dalle foto s’intravvedeva un piccolo molo, una scalinata in pietra verso la citata chiesetta, un alto muro di cinta verso il mare e la villa.La tenuta dei Tartini s’allargava verso l’interno e verso nord fino alla Croce di Strugnano, compresi dei terreni coltivati per lo più ad oliveti e la peschiera.I giardini circostanti la villa, ancora oggi testimoniano la ricchezza della flora mediterranea. Nel 1801 il complesso di Villa Tartini passò alla famiglia Vatta, dopo il 1900 ad altri proprietari.Nel 1956 la villa venne rimodernata dal Governo sloveno e completamente trasformata in luogo di villeggiatura, riservata a personalità politiche e di riguardo, anche ai noti ospiti stranieri.

D O C U M E N T A Z I O N E TARTINIANA AL MUSEO E ALL’ARCHIVIO DI PIRANO

Il Museo del mare “Sergej Mašera« di Pirano ebbe particolare attenzione a custodire e curare il lascito dei Tartini. Una stanza del Museo era dedicata al grande violinista piranese, tanto che ancora oggi vi si trova una stanza matrimoniale dei Tartini che fino al 1955 veniva esposta nella Villa Tartini di Strugnano. Nel Museo vi si trovano vari libri riguardanti la vita e l’opera del »Nostro« i dei Tartini in generale.Con la ristrutturazione di Casa Tartini nell’omonima piazza cittadina e dopo il restauro ed

apertura della Stanza ricordo-Stanza Tartini il Museo vi trasferì i cimeli più importanti (violino, maschera…)

ALL’ARCHIVIO DI PIRANO

Dopo la morte di Tartini, gran parte dell’archivio venne a Pirano, una parte andò al governo della Repubblica di Venezia, ed un’altra parte ancora venne presa dai suoi alunni e sparsa per tutta l’Europa.Qualcosa rimase nella Basilica di S. Antonio a Padova, dove Tartini suonò quale primo violino per diversi anni. E’ interessante il fatto che a Pirano non giunsero monoscritti delle sue numerose sonate.Quindi, in genere, se escludiamo qualche nota musicale contenuta nella lettera a Maddalena Lombardini, nell’ archivio tartiniano a Pirano si trovano ben poche note musicali con testo originale. Comunque a Pirano si trova una buona documentazione per scoprire nel Tartini il grande pensatore e scienziato.Tartini ebbe nella sua città degli ammiratori entusiasti che volevano completare il suo archivio, sì da trascrivere le sue opere nella Basilica di S. Antonio. Tra questi il più assiduo fu l’abate D.G.A. Colombo, che si mise in luce più degli altri nelle trascrizioni di opere tartiniane. Il Colombo scrisse pure dei commentari sulle opere tartiniane e qualcosa dei suoi scritti si conserva nell’archivio piranese.Inoltre si dedicarono a Tartini anche i conti Attilio Stefani e Stefano Rota, che cercarono in particolare lettere inedite ed altri manoscritti. Importante per tali ricerche l’archivio del conte Stefano Rota, che a parere degli addetti all’Archivio di Pirano, sembra si trovi conservato a Lubiana presso la famiglia

Benedetti – Kerzic.Dopo il 1945 diverse opere di matematica e fisica entrarono in proprietà della Biblioteca cittadina di Pirano e nel 1954 al Museo di Pirano. Una parte della documentazione tartiniana venne consegnata al Museo di Pirano da due cittadini piranesi Libero Maraspin e G.Venier, dietro autorizzazione della famiglia Vatta che mantenne anche nel dopoguerra l’eredità dei Tartini.Appena ultimamente gran parte della documentazione tartiniana passò all’ Archivio di Pirano che mantiene registrate 500 voci.Molti sono gli scritti originali di studi musicali, matematici, geometrici, lettere e documenti vari. Tanti sono ancora gli scritti inediti riportati pure dal libro su Tartini di Antonio Carpi nella Collana »I grandi musicisti italiani e stranieri« della Casa ed. Garzanti (anno 1945). Nell’ Archivio piranese si trovano circa 150 manoscritti di Tartini, ed una decina di documenti di dubbia provenienza, forse copiati da testi originali oppure di altri autori.Importanti sono le lettere tra le quali la già citata a Maddalena Lombardini datata 5.3.1760, che è da meravigliarsi come sia giunta a Pirano. Tale lettera è una vera lezione di violino, che contiene tutti gli elementi di approccio all’ arco e la tecnica iniziale del violino.Si deve pure citare, quale importante documento, la lettera da Praga al fratello Domenico e al nipote Pietro. Dalle lettere si può dedurre come i parenti chiedevano spesso denaro, anche perchè la famiglia Tartini s’imbattè spesso in gravi ristrettezze economiche. Tartini prometteva, ma non potè mai inviare denaro perchè ne possedeva ben poco; comunque dimostrava l’indole di un uomo comprensivo e sensibile. Di tale tono anche la lettera di Tartini

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inviata come autodifesa a Catina Buselli, che lo accusava di essere il padre di suo figlio nato a Venezia nel 1720.Per molti dati biografici su Tartini le principali lettere vennero inviate ai fratelli Domenico e Pietro e al nipote Pietro, interessanti specialmente quelle degli ultimi anni della sua vita (1769-1770), diverse conservate all’ Archivio di Pirano. Da queste, per la storia della famiglia Tartini, si aggiungono quelle di Pietro Tartini al fratello Domenico datate 2.12.1769 e 20.2.1770 (quest’ ultima quale continuazione del testamento di G.Tartini a 6 giorni prima della morte).Oltre alle lettere l’Archivio piranese conserva dei documenti come il manoscritto di G.Tartini sulle sue condizioni patrimoniali e dalle q uali risulta non fosse stato assolutamente ricco. Altri documenti riguardo la malattia, la morte e i funerali del maestro. Si aggiungono quelli riguardanti l’eredità, l’elenco delle spese per l’apertura del testamento e le spese del funerale- Padova 27.2.1770 ( un giorno dopo la morte). Dei giorni immediatamente dopo la sua morte ne parla un documento manoscritto di Antonio Raganella, inerente la valutazione di 3 volumi del Tartini d.d. 7.3.1770, su ordinazione del nipote Pietro Tartini. Alcuni importanti documenti parlano delle infruttuose ricerche per trovare la grande opera inedita di Tartini »La scienza del numero«, con copia di una lettera a tal proposito del conte Stefano Rota datata il 22.8.1780.Di un certo legame dei Tartini con Parenzo parlano dei documenti con i quali si conferma che Antonio Tartini (padre) regalò al

comune di Parenzo una lampada in argento (24.6.1698); quindi una copia di un documento afferma che Gio Antonio Tartini venne accettato nel Consiglio cittadino di Parenzo (data come sopra). Forse da collegarsi a tali legami con l’altra cittadina istriana il ritrovamento proprio a Parenzo del righello per note musicali usato dal Tartini, che a sua volta il Museo parentino inviò al Museo di Pirano che conserva l’interessante cimelio.Di notevole valore sono gli scritti tartiniani di matematica e fisica, con i quali risolve la quadratura del cerchio ed altre questioni intricate e irrisolvibili. Nella matematica e fisica Tartini cercava le basi dell’ armonia, quindi quanto scrisse

sull’armonia s’intrecciava spesso con la matematica e fisica. Alcuni dei suoi scritti matematici che si conservano all’Archivio piranese sono indicati con l’inizio del testo, come: »Date le radici duple 5: 6: 7:, e dedotte le differenze……«; »Tutto ciò che è dedotto dal quadrato del seno BO…«; »Ciò che si verifica assumendo il lato del triangolo equilatero«…ed altri.Un quadrato di 26 pagine, manoscritto inedito del Tartini, riporta il titolo »Quadratura del circolo«.Due sono i libri in manoscritto di Tartini: »Trattato di musica, e la Scienza platonica fondata nel cerchio« (vedi foto pag. 7

del libro) e »Del vero principale dell’ armonia« (Padova 1754); un altro manoscritto importante di Tartini-Riccati contiene le »Lettere scientifiche sul principio dell’armonia« assieme ad »Una dissertazione del Tartini qui inserita e non confondibile con altre sullo stesso argomento«.Di altri autori che scrissero su Tartini l’Archivio piranese conserva ancora di D.G.A. Colombo, copiatura delle opere tartiniane con un libro dal titolo: »Sulle ragioni e proporzioni - Libri VI Giuseppe Tartini – ordinati e dimostrati con molte aggiunte illustrate«.Di G. Tebaldini: »L’ archivio musicale della Cappella Antoniana in Padova«.

Due libri di G. Benedetti: »Giuseppe Tartini« stampato a Pola nel 1893 e a Trieste nel 1896 (in occasione dell’ inaugurazione del monumento a Tartini).Di Marco Tamaro: »Giuseppe Tartini, nel secondo centenario della sua nascita« Parenzo-Coana 1896.Di F. Pasini: »Il

Tartini a Giuseppe Valeriano« Ed. Vanetti, Capodistria 1906 (12 lettere inedite con appendici).A Rovereto nel 1910 venne stampata una »Dissertazione su la Ricerca del vero principio dell’ armonia di G. Tartini«, conservata pure nell’ Archivio piranese.L’ Archivio di Pirano nel suo registro d’inventario contempla ancora diverse riproduzioni di sonate di Tartini e collezioni fotografiche della Casa editrice Schmidl. Inoltre risulta registrato che il famoso trattato tartiniano ancora inedito »IL LIBRO DEL CONTRAPUNTO« si conserva alla Biblioteca di Stato di Berlino.