APRILE 2015 - n° 180APRILE 2015 - n 180 PARROCCHIA San MICHELE ARCANGELO - Piazza San Michele 20871...

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APRILE 2015 - n° 180 PARROCCHIA San MICHELE ARCANGELO - Piazza San Michele 20871 ORENO di VIMERCATE (MB) -Tel. 039.669730 www.parrocchiaoreno.it

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  • APRILE 2015 - n° 180

    PARROCCHIA San MICHELE ARCANGELO - Piazza San Michele 20871 ORENO di VIMERCATE (MB) -Tel. 039.669730 www.parrocchiaoreno.it

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  • BUONE NOTIZIE

    Ringrazio tutti quelli che hanno sottoscritto l’abbonamento a “In cordata”sostenendo così il bollettino parrocchiale.

    Ringrazio quelli che ne prendono in chiesa (grazie a anche a chi lascia un’of-ferta libera) o altrove una copia per sé e un’altra per chi non la ritira perso-nalmente, ma la legge e si dimostra interessato ai pensieri e alle iniziative.

    Ringrazio chi ha voluto, attraverso la forma della pubblicità aiutare laParrocchia a raggiungere il maggior numero di persone.

    * * *

    Questi ringraziamenti sono doverosi perché stiamo vivendo un tempo diffici-le, un’epoca di grandi cambiamenti e pochi hanno ancora capito quanto èimportante la comunicazione per riuscire a dialogare con tutti, andando oltrela presenza fisica. Quanto fatto dall’Associazione che sostiene l’Asilo e la solidarietà nei con-fronti di chi dopo il lavoro rischia disperdere anche la casa, sono una testimo-nianza preziosa per tutti noi.

    Sempre nei momenti difficili la forza più potente che abbiamo a disposizioneè quella del pensiero. Da li nasce poi il desiderio di vincere la pigrizia peragire, di reagire cominciando a compiere opere che costruiscano un mondonuovo, diverso.

    Ai tanti segni di decadenza e di insuccesso che registriamo continuamente èbello poter offrire idee e iniziative che dimostrano vivacità, segno di amore edi fiducia.Questo è l’impegno che porta a scrivere ogni mese: distribuire un pane quo-tidiano di cui ha bisogno l’uomo oggi. Anche questo nutre la nostra vita.

    E’ una piccola luce di speranza che ci viene da uomini di buona volontà checredono possibile la nascita di un mondo nuovo, che non si arrendono di fron-te ad un passato che non esiste più o non da più frutti in abbondanza, che perprimi ci offrono l’alba di una visione diversa da quella che a volte siamo incli-ni a pensare.

    Anche questo è vangelo, buona notizia, è annuncio di risurrezione!

    don Marco

    3In Cordata

  • È l'ora del dubbio disperante, l’ora della fede nuda, l’ora della speranza folle, l’oradell’audacia inaudita … quando il silenzio si mischia al grido, quando le domandesembrano senza risposta, quando il buio confina con la luce, quando l’attesa di unapromessa si dilata, quando la paura ti schiaccia, quando Dio non sembra più Dio,quando la vita si fa di nuovo strada… è l’ora della Pasqua!È l'ora di inginocchiarci ai piedi della Croce, se vogliamo conoscere davvero chi èDio, con il suo amore smisurato e folle per l'umanità.È l'ora di incamminarci verso un sepolcro che si rivelerà vuoto, se vogliamo cono-scere davvero chi è l’uomo e a quale inaudita speranza è chiamato.È un’ora difficile e ardita, bella e tremenda. Come le ore della nostra vita segnatedal dolore, quando ogni via d’uscita sembra chiudersi e le lacrime impediscono divedere, come le ore segnate dall’amore, quando tutto si illumina di nuovo e gliabbracci riaprono il cuore.

    Così è il sabato santo, il giorno che amo di più, perché è il giorno cheassomiglia di più alla vita e agli uomini: giorno di solitudine e attesa. Ilsilenzio del sepolcro invade tutto e rischia di tradire ogni speranza nataattorno a quell’uomo che diceva di essere il figlio di Dio. Ma persino Luiha deluso. Ha fallito. L’attesa è dentro di noi, niente potrà strapparla via.Potremo forse ignorarla, ma non sopprimerla, restiamo inquieti: l’unicacosa che vogliamo sapere è se quell’uomo è risorto e quella resurrezio-ne c’entra con me ora, in questo istante in cui scrivo. Questa è l’unicacosa che attendiamo, se quell’uomo risorge e c’entra con me …(Alessandro D’Avenia)

    LA PASQUA, ORADIFFICILE E ARDITA

  • Il cuore dei Vangeli ci porta lì, alla Pasqua, a quel sepolcro vuoto, al giardino doveMaria e le altre donne hanno incontrato Gesù risorto.

    Custodite la parola “Resurrezione”!Non scambiatela con nessun’altra!

    Non con “sopravvivenza”, con “immortalità”,con “trasformazione”, “progresso”, “riforma”,

    neppure con “rivoluzione”.Custodite la parola “Resurrezione”,

    anche se supera, come supera,ogni vostra capacità di immaginazionee persino le vostre più ardite speranze.

    Custodite la parola “Resurrezione”E il segreto che essa racchiude.

    Perché la Resurrezione è un segreto …Un segreto non da nascondere, certo,

    ma neppure da sbandierarecome se fosse nostro anziché di Dio.

    Piuttosto siamo chiamati a vivere questo segretoCome potenza di cose nuove nella storia.

    (Paolo Ricca)

    La resurrezione di Gesù è stata senz’altro il segreto decisivo della vita del pastoree teologo protestante Dietrich Bonhoeffer - di cui mi sento alunno infinitamentedebitore e che cito spesso nelle mie omelie - che così scriveva nel suo Resistenza eresa: “È dalla resurrezione di Cristo che può spirare nel mondo presente un nuovovento purificatore. Qui c’è la risposta al “datemi un punto d’appoggio e solleveròil mondo”. Se un po’ di persone lo credessero veramente e si lasciassero guidareda questo nel loro agire terreno, molte cose cambierebbero. Vivere partendo dallaResurrezione: questo significa Pasqua”. È questo segreto che gli ha permesso dilottare contro il nazismo, di vivere e di morire nella più grande, intima e indistrut-tibile speranza. 70 anni fa, il 9 aprile 1945, pochi giorni prima della fine della guer-ra, Bonhoeffer veniva impiccato nel campo di concentramento di Flossenbürg perordine di Hitler. Dieci anni più tardi Bethge, il medico del lager scrisse così:

    Attraverso la porta semiaperta della baracca vidi che il pastoreBonhoeffer, prima di svestire gli abiti del prigioniero, si inginocchiò inprofonda preghiera col suo Signore. La preghiera così devota e fiducio-sa di quell’uomo straordinariamente simpatico mi ha scosso profonda-mente. Anche al luogo del supplizio egli fece una breve preghiera, quin-di salì coraggioso e rassegnato alla scala del patibolo. La morte giunse

  • dopo pochi secondi. Nella mia attività medica di quasi cinquant’anni nonho mai visto un uomo morire con tanta fiducia in Dio. Poco prima avevapronunciato queste parole: “È la fine, per me l’inizio della vita”.

    Credere nella risurrezione e rimandarla al futuro non basta. La speranza non è nelpassato o nel futuro, è qui e ora. La Pasqua di Gesù ci consegna oggi vitalità, ener-gia, forza, creatività per combattere il male, le ingiustizie… è stato il segreto diBonhoeffer, è stato ed è il segreto di tanti cristiani, può diventare anche il nostrosegreto.

    Un missionario viveva da tantissimi anni in Cina, paese dalla culturamillenaria e profondamente religioso. Non aveva battezzato nessuno(non era lì a convertire...), ma era riuscito in qualche modo a stabilireuna bellissima relazione con un vecchiettino cinese, con cui passava leore e le giornate a chiacchierare del più e del meno, e a discutere dellecose di Dio. Era stupendo per entrambi potersi scambiare le proprieesperienze di fede, così diverse eppure così simili. Era bello poter scopri-re, grazie all'altro, un altro volto di Dio, un altro colore del suo arcoba-leno, un altro raggio della sua luce. Un giorno il missionario arrivò aparlare della risurrezione... Come spiegare al suo amico il mistero dellarisurrezione di Gesù? Era facile raccontargli della vita di Gesù, del beneche aveva fatto, di come la gente semplice lo ricordasse proprio come unuomo buono che aveva fatto tanto bene. Ma come spiegargli la risurre-zione? Provò, e riprovò, cercò esempi, metafore... ma il suo grandeamico non riusciva a comprendere tale stupefacente mistero. Finché ungiorno il vecchio cinese disse al suo amico missionario: "Ascolta, datanti giorni ti sforzi di spiegarmi quello che io non posso capire. Credoci sia un unico modo perché io possa capire cos'è la risurrezione di Gesù:mostrami la tua risurrezione!".

    Ogni anno a primavera si ripete puntualmente il miracolo della rinascita.Guardando le gemme che nuovamente rispuntano siamo afferrati da meraviglia estupore... C'è un giardino dove possiamo ammirare i miracoli che il credere allaresurrezione di Gesù può compiere: è il cuore dell'uomo, il nostro cuore. Lì si anni-da la speranza, la vita che fiorisce, la fede e la carità che ci chiamano a una vita darisorti, una vita bella e giusta per tutti.

    “L’unica cosa che vogliamo sapere è se quell’uomo è risorto e quella resurrezionec’entra con me ora”… Quella resurrezione c’entra davvero con me, con la mia vitadi ogni giorno. Ho pianto e ho creduto. E continuo a credere.

    DON MIRKO BELLORAwww.donmirkobellora.it

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    L’Associazione Amici dell’Asilo Infantile di Oreno ha compiuto più di unanno di vita ed è quindi arrivato il momento di tracciare un bilancio di que-sta nuova avventura. L’occasione per ripercorrere la strada intrapresa è statala prima assemblea dei soci; su queste pagine vogliamo raccontare la nostraesperienza e i nuovi progetti per ringraziare tutti coloro che ci hanno aiutatoe per invitare, chi non lo avesse fatto, a rinnovare la sua adesione.

    L’associazione ha avuto principalmente due ambiti di attività. La raccoltafondi e la promozione culturale riguardante l’educazione dei nostri figli con“la scoperta delle regole”. La presenza di un banchetto dell’Associazione in piazza S. Michele, in occa-sione delle più importanti feste religiose, con proposte alimentari (il riso e ibiscotti) ma anche le stelle di Natale o le piantine aromatiche, è diventatasubito una “tradizione”. Per questo è doveroso un ringraziamento a tuttiquanti hanno portato il loro generoso contributo. Un altro momento importante è stato durante la Sagra della Patata. In quel-l’occasione, con il sostegno del Consiglio dell’asilo e del Circolo CulturaleOrenese, il cortile dell’Asilo ha visto l’apertura ufficiale della Sagra, che siè svolta con la presenza delle autorità cittadine, della Banda di Vimercate edei volontari dell’Associazione, a cui ha rivolto un caloroso saluto la presi-dente del Consiglio dell’asilo. Nei due fine settimana della Sagra sono statiinstallati dei magnifici e giganteschi gonfiabili, grandemente apprezzati daibambini, che hanno permesso un ulteriore significativo introito economico.In quei giorni, in accordo allo spirito che ci anima, è stata coinvolta anchel’Associazione Lascaux, che cura il doposcuola all’asilo. In questo modo siè cercato di rendere disponibili anche giochi realizzati con materiali poveriche permettessero di comprendere come non sempre il divertimento è neces-sariamente legati a prodotti costosi.

    Tutte queste attività hanno permesso di raccogliere circa 14.000 €. Al nettodelle spese sostenute, la cifra raccolta è stata destinata a finanziare intera-mente, in accordo con il Consiglio dell’asilo, il rifacimento del pavimento dialcune aule, la tinteggiatura dei locali connessi e l’installazione di una nuovarete di protezione nel cortile.

    Ma non abbiamo dimenticato la tradizionale festa dell’asilo! La nostra par-tecipazione si è presa cura di gestire gli aspetti di autorizzazioni, sicurezza eigiene della manifestazione. Per celebrare la festa abbiamo regalato una

    UN ANNO BELLISSIMO

  • maglietta a tutti i bambini. Inoltre abbiamo trovato un generoso sponsor cheha donato il telo ignifugo di copertura dello stand delle cucine. Questo teloora è in dotazione all’asilo. Naturalmente tutto l’introito di quella giornata difesta è stato consegnato direttamente all’asilo.

    Quale bilancio è possibile ricavare da tutte queste attività?

    Il dato più significativo è stato sicuramente la grande risposta ricevuta dallepersone: in tutte le occasioni siamo sempre riusciti a raggiungere i risultatidi vendita che ci siamo proposti! Questo dimostra non solo l’interesse e lapartecipazione della nostra comunità alla vita dell’asilo, ma anche che sonopossibili occasioni di finanziamento legate non solo strettamente alla tradi-zionale festa di fine anno. Operando in questo modo è possibile ridurre lavulnerabilità del risultato economico dal tempo meteorologico e rendere ladomenica della festa dell’asilo una festa dei bambini e delle famiglie senzaproblemi.

    L’Associazione però non vuole essere solamente un collettore di fondi.L’asilo è un luogo di incontro tra educatori e famiglie, per non ridursi unica-mente e a risolvere il problema di dove affidare i figli mentre i genitori lavo-rano.Diventa quindi importante allargare sia la fascia oraria sia coinvolgere pro-fessionisti del settore educativo, per attingere alla loro esperienza, felici dioffrire questa possibilità a tutti i genitori.Per questo motivo, nel mese di novembre, abbiamo promosso tre incontri alTeatrOreno, aperti a tutte le persone interessate, con lo psicologo GianniCaminiti sul tema: “Il sistema delle regole: istruzioni per l’uso. Dalla fami-glia autoritaria alla famiglia autorevole”. Il primo incontro, tenuto alla domenica pomeriggio è stato affiancato da unlaboratorio per i bambini, gestito dalla cooperativa Lascaux, in modo da per-mettere la partecipazione congiunta di entrambi i genitori. La risposta è stataentusiasmante 110 bambini e più di 256 genitori (la capienza del teatro).Il prossimo anno l’attività proseguirà facendo tesoro di quanto abbiamoimparato in questo anno. E’ nostra intenzione definire con il Consiglio dell’asilo gli interventi piùurgenti a riguardo delle strutture, vogliamo inoltre riproporre in autunno unnuovo ciclo di incontri su temi inerenti l’educazione. Infine un ringraziamento al Consiglio dell’asilo, alla Parrocchia, al CCO e atutti coloro che ci hanno aiutato e consigliato in questi mesi, chiediamo lorodi continuare a sostenerci per continuare a rendere l’asilo vivo e importanteper tutta la nostra comunità.

    Gianfranco Pallanza

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    12 Aprile 2015

    FAMIGLIE E STILI DI VITALa Festa Decanale a Mezzago

    È stato serrato in questi mesi il lavoro dipreparazione della grande FestaDecanale che si svolgerà a Mezzagodomenica 12 Aprile p.v. per introdurcialle tematiche di Expo 2015, sotto il tito-lo: "Con-dividere per moltiplicare.Famiglie e stili di vita". La Festa si propone di riunire e presenta-re le realtà associative e le esperienze chesul nostro territorio offrono buone prassie proposte positive nei campi dell'abita-re, del lavorare, del consumare, delprendersi cura, così da configurare epromuovere nuovi stili di vita special-mente a livello familiare. Negli ampi spazi che circondano la chie-sa di Mezzago e sono compresi nel suooratorio, saranno più di cinquanta leAssociazioni e i Gruppi che si presente-ranno attraverso i loro stand e le testimo-nianze che i loro volontari offriranno alpubblico. Infatti la presenza di questeAssociazioni e Gruppi non avrà unavalenza solo espositiva e di documenta-zione, ma vuole interagire con il pubbli-co diventando proposta di una rinnovatacultura del vivere, del lavorare, del con-sumare, ecc. Inoltre le stesse Associazioni e Gruppipartecipanti si propongono di continuarein futuro un rapporto e una collaborazio-ne fra loro, di cui sarà una prima tappal'evento unitario ufficiale che si terrà inExpo il 4 ottobre p.v., nel quale sarannosinteticamente presentati gli orientamenti

    e le esperienze emersi nelle circa ventianaloghe Feste che si terranno nel prossi-mo aprile in tutta la nostra Diocesi. Alla folta partecipazione delleAssociazioni dovrà dunque corrisponde-re una numerosa partecipazione del pub-blico da tutte le nostre Parrocchie e pos-sibilmente lungo tutto l'arco della giorna-ta. E confidiamo che le esperienze che sipotranno conoscere e confrontare aMezzago provochino nelle nostre comu-nità e nelle nostre famiglie una riflessio-ne attenta sulle grandi questioni sociali epolitiche che la modernità ci pone, qualil'urbanizzazione, l'energia sostenibile, lamobilità, l'accesso al lavoro e al cibo, glistili di vita, la custodia del creato. La Festa del 12 aprile ci aspetta a

    Mezzago a partire dalle ore 10,00;

    negli spazi attorno alla chiesadell'Assunta e sui campi dell'oratoriosaranno ad attenderci gli stand colorati efantasiosi dei Gruppi partecipanti, con irispettivi volontari che racconteranno leloro attività e risponderanno alle nostredomande. Ma ci saranno anche "Lavoriin corso" per i bambini che colorerannole grandi lettere della scritta che primadella Messa sarà collocata sulla cancella-ta dell'Oratorio, mentre altri "Laboratori"vedranno la confezione e cottura deipanini che saranno offerti a pranzo. Ementre i bambini "lavoreranno" comepanettieri e floricoltori, gli adulti, chelavorano tutti i santi giorni, si prenderan-

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    no un po' di giusto riposo, passeggiando,visitando e chiaccherando. Poi suonerà la campana della domenica ealle 11,15 ci si radunerà, ben pigiati, nellaChiesa dell'Assunta per la S. Messa, chesarà celebrata da Don Mirko e accompa-gnata dal Coretto di Mezzago. Dopo la S.Messa nella c.d. "Arca" e anche all'aper-to se ci sarà il sole, si pranzerà insieme:polenta con prodotti del territorio, tortesalate tiepide e quant'altro ogni famigliaavrà portato e vorrà "con-dividere": saràl'attuazione del tema della Festa, conse-gnato anche in una tovaglietta-ricordoche ogni famiglia si porterà a casa. Nel pomeriggio l'animazione di bambini,ragazzi e genitori sarà curata dagli adole-scenti della Comunità Pastorale S. MariaMaddalena, mentre dalle ore 15,30, ilGruppo Famiglie Progetto Mowgli offri-

    rà lo spettacolo "In cammino verso ilmare"; alle ore 16,30 per i più piccoli, nelvicino Asilo Ferrario, verrà messo inscena dai genitori: “Ti racconto una sto-ria”. Alle ore 18,00 la chiusura ufficialedella Festa con … sorpresa.Ci auguriamo che la giornata sia allietatada uno splendido sole, comunque glispazi e le attività sono predisposti ancheper il cattivo tempo. Saranno però lefamiglie con i loro bambini e tutti i parte-cipanti che daranno calore e gioia a unaFesta preparata con passione e resa pos-sibile dalla generosa risposta di tanteAssociazioni e Gruppi e dalla disponibi-lità della Parrocchia, dell'Ammi-nistrazione comunale e di tutta laComunità di Mezzago, che vogliamo giàora ringraziare.

    A cura di Don Giuseppe Ponzini

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  • Don Marco sul foglio di “Comunità Orenese” ha già ringraziato tutti coloroche avevano aderito due anni fa ad una catena di solidarietà in rispostaall’appello del “Centro di ascolto” della Caritas di Vimercate. La perdita delposto di lavoro e quindi il mancato stipendio porta diverse famiglie a nonpagare più l’affitto con il rischio di essere sfrattati. La generosità e la fedeltà è stata grande, così abbiamo ricevuto ogni mese800 € per due anni. Grazie anche a chi ha accompagnato le famiglie standoloro vicine e condividendo i tanti problemi che queste situazioni creano nonsolo dal punto di vista economico. Questo è infatti lo spirito di ogni azionecaritativa.

    La scadenza di due anni, che si era considerata per questa iniziativa, è ormaiarrivata al termine, anche se purtroppo l’emergenza per cui era nata non èterminata. A ciascuno di quelli che hanno contribuito in questi due anni donMarco ha già ricordato di sentirsi libero da ogni promessa, confidiamo perònella generosità di chi vorrà proseguire perché ci siamo impegnati, fino adicembre 2016, a sostenere un parrocchiano che ha messo a disposizione unalloggio.

    Al 15 Febbraio 2015 con i fondi raccolti si sono potuti aiutare:

    ∗ Una famiglia che ha potuto così rimborsare € 4.000 ai proprietari dellacasa.

    ∗ Una madre sola con due figli minori di 12 e 4 anni, con un lavoro regola-re, contribuendo a saldare canoni per un totale di € 1.500 fino all’assegna-zione di un alloggio, con un affitto proporzionato al suo reddito.

    ∗ Una famiglia con padre disoccupato, madre con poche ore di lavoro e conuna figlia ammalata gravemente è stata aiutata ad evitare lo sfratto sino aquando alla famiglia è stata assegnato un alloggio comunale adatto allenecessità della figlia ammalata. Il contributo è stato dato per due mensilitàpari ad € 400.

    ∗ Un contributo mensile di € 300 sino a dicembre 2014 ad una famiglia finoa quando il marito ha trovato un lavoro (gennaio 2015). Ogni tanto ancheuna bella notizia!

    ∗ Famiglia con 2 minori con il capofamiglia disoccupato da due anni. Il“Centro d’ascolto” nel 2013 aveva attivato il “Prestito della Speranza CEI”

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    FONDO AFFITTI La situazione dopo due anni di raccolta

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    che aveva consentito di pagare un anno di affitto arretrato. Insieme al contri-buto regionale di € 1.000, il fondo affitti è intervenuto con una mensilità pariad € 625 per poter pagare al locatario almeno le spese condominiali. Le rate di affitto non pagate erano 20, pari ad un ammontare di € 12.500. Sisottolinea la generosità del proprietario che non ha mai voluto iniziare le pra-tiche di sfratto per l’incolpevole morosità dimostrando sensibilità per la pre-senza dei due figli di 9 e 4 anni. Anche questa è una catena di solidarietà.

    Ci sono ancora altre persone aiutate ma non vogliamo fare un bilancio, sol-tanto volevamo rendere conto di quanto bisogno ci sia e ogni storia è un’oc-casione per condividere il fardello esistenziale, per dimostrare che veramen-te c’è una comunità cristiana (e non solo dei servizi) che partecipano allefatiche di chi si trova in difficoltà.

    Il “Gruppo di prossimità” proseguirà questo supporto per il tempo che si èstabilito di assistere le famiglie seguite da questo fondo e continuerà adinformare in modo sintetico la comunità a scadenze prefissate sulle situazio-ni in essere.

    Chi vuole può partecipare all’iniziativa mettendo in modo anonimo in unabusta, con la scritta “Fondo affitti”, il proprio contributo. Si consegna aMessa o nella cassetta in fondo alla chiesa o nella casella postale di donMarco, piazza S. Michele 7.Si ringrazia in anticipo chi vorrà aggiungersi e/o continuare a sostenere que-sta significativa iniziativa di carità.

    Il Gruppo di prossimità

    TENERE VIVALA SPERANZA

    L'episodio evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci sarà ispira-tore della presenza di Caritas all'Expo, Scarp attraverso un colloquio conpadre Enzo Bianchi, priore della comunità Bose, ci illumina a riguardo.

    “Il cibo è al centro della simbologia cristiana..” Ci spiega Enzo Bianchi“...che cos'è la messa se non un banchetto rituale, in cui si condivide il corpoe il sangue di Cristo? Il punto è che non bastano i simboli. I cristiani devonoricordare che cosa significa l'eucarestia e viverla di conseguenza. E l'euca-

  • restia è sempre frazionare del pane, dunque condivisione. E la condivisionenon può rimanere un gesto senza alcuna corrispondenza con la realtà quoti-diana che si vive tutti i giorni....”

    Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci fin da bambina mi stu-piva per il magico aumento di quei beni, in realtà le riflessioni di questo arti-colo mi fanno credere che sia il frazionamento e la condivisione di quei benia dare origine alla vera energia miracolosa (pensare alla moltiplicazione con-fonde!).

    Il racconto dell'iniziativa di Caritas Ambrosiana “Il pane spezzato è piùbuono dell'aragosta” è un esempio concreto di quel miracolo. Valeria racconta su Scarp che leggendo di questa proposta ha telefonato perdare la sua disponibilità ad invitare al pranzo di Natale delle persone che nonconosceva. Le hanno comunicato dopo poco tempo che sarebbe andata dalei una donna somala con una figlia di 8 anni. Amiche e parenti le hanno datodella matta. Il dono dello stare insieme, del confronto amichevole ha apertouna relazione, dei pensieri degli uni verso gli altri. Dal semplice gesto di con-dividere un pasto si è sprigionata una grande energia, che può davvero faremiracoli.

    Il tema dell'EXPO è forse tutto qui! La riflessione si fa solo più ampia: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, perquesto con Enzo Bianchi le domande spaziano, sembrano lontane dall'averrisposte concrete, eccone una: “Caritas ha lanciato una campagna contro lafame nel mondo e si è impegnata a presentarne i risultati proprio all'apertu-ra di EXPO. Un mondo dove non ci sia più nessun bambino malnutrito è unobiettivo raggiungibile?” La sua risposta è stata: “...Noi abbiamo bisogno, proprio perché si spenga ilgrido disperato degli affamati, di tenere viva la speranza. Con convinzione eresponsabilità. Dobbiamo aver fiducia che è possibile alleviare la condizio-ne disperata e negativa di chi soffre. Certo ci vuole molto impegno. Madipende da noi, che viviamo da questa parte del mondo, promuovere un tipodi sviluppo che sia di aiuto agli altri e non sia solo una crescita egoistica pernoi.”

    Impegno dunque, ma partendo dalla speranza che mi sembra di respirare sem-pre meno nell'aria. Scarp de' tenis contiene sempre esempi che fanno emer-gere le idee creative e intelligenti di tante persone che con il loro piccolo ogrande impegno danno esempi concreti e trasmettono sicuramente la fiduciadi poter affrontare e risolvere i problemi.

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    1936, il 6 gennaio, festa dell’Epifania, Prima Messa del nobile concittadinodon Carlo Odescalchi. Gli Odescalchi sono gli amministratori del PalazzoFoppa, di proprietà in quel periodo del cav. Biraghi.

    Il 9 maggio termina la guerra d’Etiopia. L’Italia ha un Impero. Anche il nostroCircolo Fratellanza, adeguandosi ai tempi, si trasforma in “Circolo Impero”.

    Arriva il nuovo anno 1937 e parte il coadiutore don Ercole Colombo.Diventerà un amministratore di Curia. Per fortuna arriva il nuovo coadiutore,il prof. don Carlo Sada. Ordinato sacerdote il 23 aprile 1916 è chiamato pres-so la Segreteria del card. Ferrari come collaboratore di mons. Oldani. Per 13anni svolge il suo ministero presso la parrocchia milanese di S. Maria sulNaviglio, più tardi in quella di Cesano Boscone e quindi come Vicario econo-mico in quelle di Zibido S. Giacomo e Corazzano. Conseguita nel frattempola laurea in Lettere presso l’Accademia di Brera, nel 1929 parte come inse-gnante per il Collegio Massimo d’Azeglio in Roma. Da qui, il card. Schusterlo richiama in Diocesi e lo destina a Oreno.

    Presso il Circolo Fratellanza (si continua a segnalarlo con la sua denomina-zione originale) viene fondato il gruppo Bocciofilo “Fratelli Secondi” e indet-ta una gara intersociale. I due fratelli Secondi, caduti durante la Guerra 1915-1918, sono: il tenente Geremia della classe 1887 e il soldato Tarcisio dellaclasse 1888, figli di Romolo, ex sindaco di Oreno (1896-1905). La tomba difamiglia si trova al Cimitero monumentale di via Rota, lato sinistro a ridossodell’ex Cappella centrale (e ora passaggio al Cimitero nuovo).

    A chiusura della solennità del Perdono d’Assisi, grande processione per ilborgo colla statua dell’Immacolata di S, Francesco, con cerimonia di chiusu-ra davanti alla Grotta di Lourdes. Il parroco tiene un discorso “militaresco”con la storica frase: “vedo buio” (circa la situazione dell’Italia). Segue ilgrande pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Lezzeno sul lago diComo. Vi partecipano 480 orenesi compresi Cantori e Bandisti. In treno daArcore a Como, Battello fino a Lezzeno. Salita a piedi al Santuario.

    1938 – Un articolo del “Cittadino”, del mese di febbraio, merita un’attenzio-ne perché inquadra una situazione economica caratteristica del periodo, delnostro borgo.“Sulle strade che diramano dai nostri paesi e vi s’incrociano, nelle prime ore

    Calchi NovatiAnni 1936-1939

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    del mattino è caratteristico lo spettacolo di lunghe teorie di giovani e d’uo-mini che con vari mezzi di locomozione celere, si dirigono verso le zone indu-striali e le città vicine a guadagnare il pane per sé e per le proprie famiglie.Anche la nostra Oreno vede ogni giorno ripetersi questo esodo di forti suoifigli, accentuatosi nel dopoguerra, quando la già modesta attività industria-le del nostro borgo registrò la scomparsa della Cooperativa Tessile (Tessituraa mano) e, da un decennio ormai, la chiusura della succursale del LinificioCanapificio Nazionale (Tessitura meccanica “Elli Leone” (di via Rota).

    Allora il borgo riacquistò quasi integralmente la sua fisionomia rurale e ciònon avrebbe dato dispiacere alle nostre patriarcali famiglie, conservatesibuone, sagge, piene di fede, e soprattutto ad alta quota di prolificità, se poile difficoltà della vita economica non le avessero costrette a mandare i lorocomponenti verso la città.

    E’ un fatto che i prodotti della terra non bastano in molti casi, quando poi ilceppo domestico non può sostenersi in un clima ambientale di vita scarsa estentata, che non dà risorse, che non favorisce commerci. Ecco perché mol-tissimi rurali di Oreno fanno sempre la spola coll’Ufficio di Collocamentochiedendo di venir posti in linea, pur non precisando la categoria di lavoro.I datori, nel campo delle industrie, preferiscono questi manuali e bracciantiche provengono dai campi, perché di sicuro rendimento. Dopo quanto abbia-mo esposto, noi ci poniamo una domanda: E’ un male tutto ciò? Data la situa-zione locale, e considerato quanto può dare la terra, rispondiamo no, se ilcontadino fatto operaio rimane nel suo paese, aggrappato ancora alla suaterra.

    Questo incontro delle popolazioni rurali e cittadine potrà determinare incon-venienti, ma il beneficio del quotidiano ritorno al proprio borgo è maggiore. Al più si affacciano problemi morali, specie per i giovani, che vanno studiatie risolti con adeguati mezzi, dati particolarmente laddove fiorisce l’AzioneCattolica. Intanto precisiamo subito che i mezzi di trasporto sono tali, cheanche nel periodo invernale, si può in un’ora riguadagnare il luogo di par-tenza. Il lavoro industriale, contenuto nelle 40 ore settimanali, coi turni dilavoro, anche notturno, concede ore di libertà durante il giorno che, in unafibra robusta, aliena dalla dissipazione della città, allenata alle fatiche delsolco, significano cooperazione alla tenuta dei campi, mentre che si porta incasa qualche provvida sommetta che allevia le difficoltà del vivere. Anzi nonè escluso, con un saggio governo familiare, un possibile modesto benessere.Tutto ciò viene annullato quando questo nostro operaio, attratto dal comodocittadino, dalla speranza di un maggior lucro, dall’insofferenza ai sacrifici,emigra con la famiglia in città, oppure, se giovane, vi si accasa.

  • Inaugurazione della Bocciofila in memoria dei fratelli Brambilla.Da sinistra il podestà, al centro Enrico Brambilla e la moglie Adelaide Marchesi.La bambina è Ancilla Brambilla (mamma di Pieralberto), a destra Pasquale Brambilla.

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    Il borgo diminuisce così di abitanti, slitta verso la miseria e perde i suoi figli.Moralmente, i pericoli sono accentuati. E’ necessario però che i nostri bor-ghi, Oreno compresa, invitino i loro figli a ritornarvi ogni sera, certi di tro-varvi un ambiente, una casa decente e decorosa come quella che può offrirela città. Se i borghi debbono avere le case rurali è pure necessario che sianointegrati dalle case popolari operaie, le quali saranno nel caso nostro unvalido coefficiente contro l’urbanesimo”.La primavera fa sbocciare un altro fiore sportivo. Viene fondata la Bocciofila“Fratelli Brambilla” con sede in via Scotti. I fratelli Brambilla, del ceppodetto dei “Polvara”, sono: il caporale Angelo, della classe 1889, il soldatoGiuseppe Nicodemo, della classe 1893 e il soldato Luigi, della classe 1896,figli di Enrico e Marchesi Adelaide. Tutti e tre caduti durante la guerra 1915-

  • 18. Non solo, anche Luigia, sorella dei tre Caduti, perde il marito, soldatoCitterio Pasquale, classe 1888.

    Nel mese di giugno del 1938 due grosse novità: il conte Gian GiacomoGallarati Scotti è nominato Podestà di Milano.Il Comune di Vimercate introduce, per Oreno e altre Frazioni, l’obbligo del-l’uso del carro funebre per i funerali. Grande mormorazione nel borgo, tradi-zionalmente uso al trasporto “a spalla” del feretro. Si registrano pure, nell’ambito della Società Applicazioni Compensati(Bottazzi), prima un incendio e poi un incidente sul lavoro nel quale perde lavita il concittadino Colombo Pio.

    La Compagnia Filodrammatica presenta: I due sergenti. Drammone in tre atti.

    A Vimercate, invece, in occasione della Seconda Mostra del prodotto locale,si fanno onore i concittadini fratelli Cantù di Angelo, fabbri, con artistici lavo-ri in ferro battuto, mentre il concittadino Felice Biraghi espone un lavoro ditraforo riproducente il Duomo di Milano.

    Nel 1939 muore il Papa Pio XI. In Parrocchia viene celebrato un solenneUfficio funebre con l’erezione, al centro della navata centrale, di un grandecatafalco sormontato dalle insegne pontificie e circondato dai vessilli di tuttele Associazioni religiose e civili. Ne segue poi un ciclo di conferenze tenutedal coadiutore prof. Don Carlo Sada che tesse l’elogio passando in rassegnale grandi opere del Papa della Conciliazione e della Pace.

    Il mese di marzo vede Oreno cambiare un poco del suo aspetto urbanistico.Viene abbattuto il vecchio e altissimo muro di cinta che impediva del tutto lavista dall’esterno del palazzo Arbizzoni di piazza S. Michele (sede ora diristorante).L’atmosfera politica e militare, nel frattempo incomincia a portare i primibagliori della guerra in Europa. Noi ne siamo fuori, per ora.

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    FESTA DEGLI ANNIVERSARI DI MATRIMONIO

    domenica 26/4 ore 11a Oreno

    Iscrizioni entro il 19 aprilein Segreteria Parrocchialetel 039 669 730 ore 9-12 nei giorni feriali

    arrabbiarsi senzasmettere di amare

  • Spazio destinato alla pubblicità:Contattare nr: 345 6741981

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    La protagonista del libro è un'adolescente che vive in Calabria negli anni ‘80,in una comunità. Insieme a lei c'è un’umanità fatta di disabili, tossicodipen-denti, obiettori e volontari, i quali attraverso il suo sguardo ironico della vitasono insieme piccoli e grandi, forti, ma anche fragili. La loro è una quotidia-nità tutt'altro che normale: buffa e dolorosa allo stesso tempo, piena didomande a cui la bambina, nella sua solitudine, non riesce a trovare risposta.Questo almeno fino a quando in comunità arriva Veronica, una giovane tossi-ca con un talento innato per il disegno e una grande vitalità. La bambina silega molto a lei. Grazie al rapporto che si crea tra di loro, la protagonista riu-scirà ad uscire dal guscio e ad incamminarsi nella vita adulta con un sensoprofondo dell’affetto e della perdita. Ritengo che questo libro metta il lettoredi fronte ad un’umanità dolente e coraggiosa, capace di sorprenderci e stu-pirci ogni giorno.

    "CHI RESTA DEVE CAPIRE"Alessia Viganò consiglia la lettura

    di questo libro di Cristina Lio