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Appunti di storia di San Zenone - a cura di Nerino Tognon

I sec. a.C. - I sec. d.C. - Colonizzazione romana del nostro territorio (le stele) ad opera della tribù

ROMILIA di Este.

- Erezione di un tempietto romano alla dea Minerva

- La località di Minerbe prende il nome da Minerva.

360 – 380 d.C. - San Zeno (africano della Mauritania Cesariense) vescovo di Verona

- La tradizione dice che predicò il Vangelo nel territorio, distrusse il tempio

pagano e fece erigere una chiesa romanica.

1195 - Il papa Eugenio III in una sua bolla nomina San Zenone e chiama la chiesa

Pieve (cioè chiesa con altre chiese rurali sotto di sé.

1295 - La chiesa cresce di importanza e viene definita Pieve Collegiata (cioè

chiesa con capitolo di canonici, senza vescovo).

1400 - Madonna lignea (dietro l‟altare maggiore).

1454 - San Zenone diventa parrocchia (don Antonio De La Matrice).

- Bellissimo battistero in marmo (zona del presbiterio), (don Antonio De La

Matrice).

1460 - Il parroco viene nominato “praelatus” (prete di ordine superiore).

1500 - Crocifisso ligneo (parte destra del presbiterio).

1526 – 1541 - Visite pastorali di Matteo Giberti con puntigliosi resoconti in latino.

Degrado della chiesa (senza vetri e pavimenti rotti, …)

1600 - Entrano nel patrimonio della chiesa sei dipinti (mons. Piazzi) nella parte

superiore delle due pareti.

„600 – „700 - Dipinti di? Gian Giuseppe Dal Sole (Adultera - Re Magi).

Senza data - Pietà lignea (in canonica).

1818 - Nuova chiesa al posto di quella romanica con campanile (don Belloni).

1925 - Don Ballarotto volta la chiesa; durante gli scavi per allungarla vede dei

manufatti risalenti alla chiesa romanica e resti del tempio romano.

1938 - Don Ballarotto rifà la facciata in stile barocco.

1940 - Don Ballarotto abbatte il piccolo campanile pericolante.

1994 - Viene costruito il nuovo campanile.

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È indubitabile che il nome di Minerbe derivi da quello della dea Minerva, alla quale, nello stesso

luogo in cui ora sta la chiesa, la popolazione romana aveva eretto un tempio.

Tra il I secolo a. C. e il I secolo d.C. i Romani della tribù Romilia di Este avevano colonizzato il

nostro territorio: lo stanno a testimoniare le numerose lapidi trovate: otto nel Montagnanese, una a

Marea, tre a Minerbe.

L‟ultima è stata rinvenuta a San Zenone il 20 Novembre 1990 ed è probabilmente la stele funeraria

più bella di tutte quelle menzioniate: è alta tre metri e larga novanta centimetri, è integra e tutto

quello che è stato scritto è leggibile.

La volevano portare a Verona … È conservata nell‟atrio della porta laterale della chiesa.

Intanto passano i secoli e la tradizione dice che San Zeno (360-380 d. C. )ottavo vescovo di Verona

venne nel territorio, distrusse il tempio romano della dea Minerva e cristianizzò la popolazione.

Non molto tempo dopo l‟abbattimento del tempio dovette cominciare la costruzione di una piccola

chiesa romanica usando, almeno in parte, il materiale dello stesso tempio abbattuto, come ha

lasciato scritto don Carlo Ballarotto.

Per alcuni secoli, poi, non abbiamo notizie di San Zenone e della chiesa romanica.

Bisogna arrivare al 1195 quando in una sua bolla, il papa Eugenio III ricorda la PIEVE di San

Zenone. Da notare che pieve significa chiesa con altre chiese rurali sotto di sé

Nel 1295 la chiesa cresce di importanza e diventa Pieve Collegiata, cioè chiesa con capitolo di

canonici senza vescovo.

È a partire da questa data che la PIEVE di San Zenone (così afferma mons. Alberto Piazzi, prefetto

della Biblioteca Capitolare di Verona) diventa una delle tre chiese (la Cattedrale di Verona, una

chiesa a San Michele Extra e la PIEVE di San Zenone) deputate al battesimo dei cristiani.

Questo sta ad indicare quale importanza avesse assunto nella BASSA VERONESE la nostra chiesa

se il battesimo si poteva ricevere sola a San Zenone.

Nel 1460 il parroco è chiamato PRAELATUS, titolo che spettava ai preti di ordine superiore.

Dopo il battistero del 1454, opera d‟arte del tardo romanico, un„altra opera preziosa entra a far parte

dei tesori della chiesa di San Zenone: è il CROCIFISSO ligneo del „500 che si può ancor oggi

vedere nella parete destra del presbiterio.

Nelle sue visite pastorali compiute a San Zenone, monsignor Matteo Giberti, vescovo di Verona,

lascia scritto che nel 1541 la chiesa è ridotta piuttosto male: non ha vetri alle finestre e il pavimento

è tutto rotto. È da pensare che la chiesa (chissà se con ritocchi) sia ancora quella romanica di

parecchi secoli prima. Tuttavia la nuova chiesa arriverà solamente per opera del vicario foraneo don

Belloni nel 1818. Contemporaneamente il parroco eresse anche il campanile che resistette fino al

1940, quando, ormai inadeguato e pendente, il parroco don Carlo Ballarotto lo fa abbattere.

Nel 1923 lo stesso parroco aveva già girato l‟orientamento della chiesa: fu assistendo agli scavi

necessari per allungare la chiesa di quindici metri che si accorse che sotto vi stavano i resti della

vecchia chiesa romanica con resti provenienti anche dal tempio romano.

Sempre don Ballarotto incaricò nel 1938 a erigere la nuova attuale facciata in stile barocco.

Non si può finire questa succinta storia della chiesa di San Zenone senza citare la bellissima

Madonna lignea del „500 che si può ammirare oggi dietro all‟altare maggiore. Cito per ultimi due

bellissimi dipinti che si trovano in canonica CRISTO E L‟ADULTERA e l‟ADORAZIONE DEI

MAGI che ho cercato (finora non smentito) di attribuire al pittore bolognese Gian Giuseppe Dal

Sole (1654-1719).