APPUNTI DI Ecologia del paesaggio · costumi, le tradizioni, la morale corrente, le religioni, le...

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GF Ecologia del paesaggio – 2015/16 1/22 Istituto di Istruzione Superiore ITC “Crescenzi” - ITG “Pacinotti” , Bologna Per le classi terze geometri A.S. 2015-2016 Docente: Giuseppe Falivene APPUNTI DI Ecologia del paesaggio NB: i seguenti appunti sono parte integrante delle lezioni frontali Lo studio dell’ecologia e quindi dell’ecosistema ci ha portato a studiare gli argomenti non più in modo unilaterale (basandosi sui principi di una sola disciplina) ma multidisciplinare, mettendo cioè in relazione fra loro le diverse componenti del sistema, studiando le dinamiche dei rapporti che si instaurano al suo interno. Abbiamo in questo modo imparato a relazionarci con i sistemi (un insieme definito di elementi legati fra loro da relazioni descrivibili) e in particolare con i sistemi complessi. Si è potuto così osservare come dalla combinazione di processi biotici e abiotici deriva la distribuzione e la quantità di specie sia vegetali che animali presenti in un determinato contesto, così come le relazioni interspecifiche e intraspecifiche e le interazioni trofiche connesse sono la base per comprendere il funzionamento e l’organizzazione dei sistemi ecologici. Proprio a livello delle relazioni trofiche si è visto come l’ecosistema è un sistema aperto lontano dall’equilibrio entropico dove il flusso di energia consente l’organizzazione di sistemi e sottosistemi tra loro interagenti (complessità degli ecosistemi). Il dominio (inteso come campo di competenza) dell’ecosistema (leggi ecologia) è solo di tipo funzionale (rapporti energetici) e non è sufficiente a coprire (comprendere) la complessità che viene espressa da un paesaggio, oggetto di studio di questa sezione del corso, composto sia di proprietà fisiche che di proprietà concettuali (cioè che scaturiscono dall’azione del pensiero dell’uomo). La complessità del paesaggio si manifesta quindi come insieme di processi che non sono, come si diceva, solo biologici e ecologici, ma anche cognitivi, culturali e economici. Risulta evidente da ciò che l’ecologia da sola non basta a spiegare la complessità del paesaggio ma si rende necessaria una visione olistica, che abbraccia la totalità delle caratteristiche del sistema. In un corso di studi di geopedologia (ecologia), rivolto a studenti aspiranti “Costruzioni Ambiente Territorio CAT”, (ex geometri), è necessario porre attenzione al paesaggio per le molteplici valenze che esso riveste, per ben operare e intervenire sul territorio. In accordo con l’obiettivo primario, individuato e fissato nella programmazione preventiva, di guidare alla formazione di una coscienza ambientale indispensabile per gestire le principali attività connesse all’esercizio della suddetta professione, nonché di cittadino, il filo conduttore dell’intero percorso didattico non poteva non essere il tema del paesaggio quale entità fisica e culturale che avvolge la nostra esistenza. I concetti che seguono hanno, fondamentalmente, la funzione di fornire informazioni tali da sollecitare lo studente a guardarsi intorno, a costruire una mentalità in base alla quale lo sguardo al paesaggio diventa un modo nuovo di conoscere e di interpretare un mondo in continua evoluzione. INDICE DEGLI ARGOMENTI Concetto di Paesaggio, Ambiente e Territorio; Sistemi complessi; Importanza della cultura e valori del paesaggio; Percezione; Matrici (processi generatori) e Lettura del paesaggio; Approcci alla conoscenza. La conoscenza è la condizione necessaria per operare e intervenire sul territorio e sul paesaggio. E’ fondamentale per tutti i protagonisti diretti e indiretti, dagli amministratori ai liberi professionisti (agronomi, architetti, geometri, ecc.), ai semplici abitanti. E’ indispensabile per poter dare significato agli oggetti paesaggistici, riconoscere i valori che il paesaggio assume in modo che ogni azione o nuovo intervento si saldino armoniosamente e funzionalmente con il contesto preesistente.

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Istituto di Istruzione Superiore

ITC “Crescenzi” - ITG “Pacinotti” , Bologna

Per le classi terze geometri A.S. 2015-2016 Docente: Giuseppe Falivene

APPUNTI DI Ecologia del paesaggio

NB: i seguenti appunti sono parte integrante delle lezioni frontali

Lo studio dell’ecologia e quindi dell’ecosistema ci ha portato a studiare gli argomenti non più in modo unilaterale (basandosi sui principi di una sola disciplina) ma multidisciplinare, mettendo cioè in relazione fra loro le diverse componenti del sistema, studiando le dinamiche dei rapporti che si instaurano al suo interno. Abbiamo in questo modo imparato a relazionarci con i sistemi (un insieme definito di elementi legati fra loro da relazioni descrivibili) e in particolare con i sistemi complessi. Si è potuto così osservare come dalla combinazione di processi biotici e abiotici deriva la distribuzione e la quantità di specie sia vegetali che animali presenti in un determinato contesto, così come le relazioni interspecifiche e intraspecifiche e le interazioni trofiche connesse sono la base per comprendere il funzionamento e l’organizzazione dei sistemi ecologici. Proprio a livello delle relazioni trofiche si è visto come l’ecosistema è un sistema aperto lontano dall’equilibrio entropico dove il flusso di energia consente l’organizzazione di sistemi e sottosistemi tra loro interagenti (complessità degli ecosistemi). Il dominio (inteso come campo di competenza) dell’ecosistema (leggi ecologia) è solo di tipo funzionale (rapporti energetici) e non è sufficiente a coprire (comprendere) la complessità che viene espressa da un paesaggio, oggetto di studio di questa sezione del corso, composto sia di proprietà fisiche che di proprietà concettuali (cioè che scaturiscono dall’azione del pensiero dell’uomo). La complessità del paesaggio si manifesta quindi come insieme di processi che non sono, come si diceva, solo biologici e ecologici, ma anche cognitivi, culturali e economici. Risulta evidente da ciò che l’ecologia da sola non basta a spiegare la complessità del paesaggio ma si rende necessaria una visione olistica, che abbraccia la totalità delle caratteristiche del sistema. In un corso di studi di geopedologia (ecologia), rivolto a studenti aspiranti “Costruzioni Ambiente Territorio CAT”, (ex geometri), è necessario porre attenzione al paesaggio per le molteplici valenze che esso riveste, per ben operare e intervenire sul territorio. In accordo con l’obiettivo primario, individuato e fissato nella programmazione preventiva, di guidare alla formazione di una coscienza ambientale indispensabile per gestire le principali attività connesse all’esercizio della suddetta professione, nonché di cittadino, il filo conduttore dell’intero percorso didattico non poteva non essere il tema del paesaggio quale entità fisica e culturale che avvolge la nostra esistenza. I concetti che seguono hanno, fondamentalmente, la funzione di fornire informazioni tali da sollecitare lo studente a guardarsi intorno, a costruire una mentalità in base alla quale lo sguardo al paesaggio diventa un modo nuovo di conoscere e di interpretare un mondo in continua evoluzione.

INDICE DEGLI ARGOMENTI

Concetto di Paesaggio, Ambiente e Territorio;

Sistemi complessi;

Importanza della cultura e valori del paesaggio;

Percezione;

Matrici (processi generatori) e Lettura del paesaggio;

Approcci alla conoscenza.

La conoscenza è la condizione necessaria per operare e intervenire sul territorio e sul paesaggio. E’ fondamentale per tutti i protagonisti diretti e indiretti, dagli amministratori ai liberi professionisti (agronomi, architetti, geometri, ecc.), ai semplici abitanti. E’ indispensabile per poter dare significato agli oggetti paesaggistici, riconoscere i valori che il paesaggio assume in modo che ogni azione o nuovo intervento si saldino armoniosamente e funzionalmente con il contesto preesistente.

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Territorio Ambiente Paesaggio

Esponiamo adesso alcune precisazioni sui significati di territorio, ambiente e paesaggio.

TERRITORIO: Si intende una più o meno vasta estensione della superficie terrestre, che può essere delimitata secondo divisioni geofisiche (monti, fiumi), secondo differenze linguistiche, secondo delimitazioni politico-amministrative che possono coincidere con quelle geofisiche e linguistiche o possono ignorarle: ha significato quasi esclusivamente spaziale e valore più estensivo-quantitativo che intensivo-qualitativo. (R. Assunto) Es.: province, comuni, ecc UN TERRITORIO RIMANE IDENTICO A SE STESSO ATTRAVERSO LE MUTAZIONI DEL SUO AMBIENTE BIOLOGICO E DEL SUO AMBIENTE STORICO-CULTURALE

AMBIENTE: il concetto di ambiente include in se due significati – biologico: vale a dire quegli aspetti fisico-chimici che condizionano la vita in virtù della configurazione di

certe località (vedi longitudine, latitudine, esposizione, altezza s.l.m., precipitazioni, temperature, conformazione geologica del suolo, idrografia ecc..)

– storico-culturale: quell’intorno legato alle trasformazioni operate dall’uomo sull’ambiente naturale e che determinano particolari condizioni di vita ( la città, la campagna, l’agricoltura, l’industria, il commercio; i costumi, le tradizioni, la morale corrente, le religioni, le testimonianze artistiche ); include in se il concetto di territorio (non vi può essere ambiente senza territorio).

• NELL’AMBIENTE C’E’ IL TERRITORIO, CON IN PIU’ LA VITA, LA STORIA, LA CULTURA L’ambiente è quindi l’ insieme dei fattori ecologici che hanno un’influenza diretta e regolatrice sui vari livelli dell’organizzazione biologica, dal singolo individuo alle popolazioni, alle comunità. E’ un termine relativo e non assoluto in quanto si parla di ambiente solo se lo si rapporta ad un soggetto, singolo o collettivo, vivente o inanimato. L’ambiente è quindi una entità relazionale, relativa e dipendente dal soggetto cui è riferita e dal tipo di relazione prescelta. Lo studio esclusivamente visivo del paesaggio non è lo studio del paesaggio ma è lo studio dell’ambiente visivo dell’uomo. Lo studio ambientale è sempre uno studio dei fenomeni interni al paesaggio e può essere condotto indipendentemente da quello paesaggistico. CHIARIAMO quindi che quando usiamo il termine AMBIENTALE ci stiamo riferendo alle relazioni fra soggetto e gli elementi del paesaggio, mentre quando usiamo il termine PAESAGGISTICO ci stiano riferendo al sistema complessivo, globale, ecologicamente unitario.

PAESAGGIO: E’ la FORMA che l’AMBIENTE conferisce al TERRITORIO.

Esso è il LUOGO della MEMORIA e del TEMPO.

Ambiente

NATURA

atmosfera

litosfera

idrosfera biosfera

CULTURA

attività creative (ARTE),

cognizioni scientifiche trasmissioni storiche

Territorio

P A E S A G G I O

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Il concetto di forma, che è parte della definizione di paesaggio, è importante per la comprensione di quello che andremo a sviluppare. Ciò che non ha forma non può essere percepito. (Studieremo più avanti il concetto di percezione). La forma esiste perché racchiude qualcosa, un qualcosa di finito, cioè separato da un limite (confine evidente) da un’altra cosa. La forma è conseguenza dell’azione sulla materia di una forza, naturale e antropica, che l’ha modellata.

Per comprendere il percorso che c’è stato nel tempo sul tema oggetto del nostro studio si riportano qui altre definizioni di paesaggio

Il termine ha origine dal francese paysage che a sua volta deriva da pays e indica l'aspetto di un luogo, l'insieme delle sue forme e delle interazioni fra di esse. In generale oggi si considera il paesaggio come qualcosa di dinamico, in continua evoluzione e, di conseguenza, difficilmente definibile poiché strettamente legato all’azione dell’uomo, il quale condiziona il paesaggio e ne viene al tempo stesso condizionato. Il primo a prendere “coscienza” del paesaggio è stato Francesco Petrarca (1304-1374) nei versi dell’Ascesa al Monte Ventoso (Mont Ventoux è un rilievo di 1.912 metri sul livello del mare, che si trova nella regione francese della Provenza, a circa sessanta di chilometri da Avignone). Nel corso dei secoli, diverse scuole di pensiero hanno provato a definire il termine paesaggio. Quelle principali lo hanno definito come:

l'insieme delle cose e delle relazioni fra di esse (secondo gli studiosi scientifico-ecologisti). Essi probabilmente lo confondono con l'universo che è l'insieme di tutte le cose e delle relazioni fra di esse o, in senso più stretto, con l'ambiente, che è tutto ciò con cui ognuno di noi è in relazione.

il risultato dell'evoluzione della natura e dell'azione dell'uomo (secondo gli storicisti). Questa è una constatazione non una definizione. Sarebbe insomma come dire che un'automobile è il prodotto di una fabbrica d'automobili, per definire un'automobile bisogna invece dire che è un veicolo a motore con quattro ruote che viaggia generalmente su strada, ecc.

l'insieme delle forme di un luogo e delle relazioni fra di esse (secondo i cosiddetti percettivisti). Essi hanno ragione e questa è una buona definizione. Infatti quando una commissione edilizia esamina un progetto di un edificio da costruire in una zona soggetta a vincolo paesistico non ne esamina la pianta o i calcoli statici, ma la forma e la mette in relazione con l'aspetto del luogo in cui sarà costruito.

Per cercare di fare un po’ di chiarezza gli Stati membri del Consiglio d’Europa il 20 ottobre 2000 si sono riuniti a Firenze ed hanno stilato la Convenzione europea del paesaggio che ha stabilito una definizione ufficiale secondo la quale si intende come paesaggio: “una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”. Va osservato che:

un territorio è una parte della superficie terrestre soggetta a una giurisdizione (un territorio nazionale, regionale, provinciale, comunale, il territorio di un parco naturale, il territorio che un animale delimita con la sua orina);

in ogni caso il termine popolazioni non può essere inteso solo nel senso di popolazioni del luogo, poiché gli aspetti di quel luogo sono percepiti da chiunque vi sia , anche se non lo abita (ad esempio i turisti) e l'immagine che ne ha un turista è generalmente un po' diversa da quella che ne ha un abitante, per cui sarebbe meglio dire solo come percepito e non anche dalle popolazioni.

La Convenzione è il primo trattato internazionale esclusivamente dedicato al paesaggio europeo nel suo insieme. Si applica a tutto il territorio delle Parti: sugli spazi naturali, rurali, urbani e periurbani. Riconosce pertanto in ugual misura i paesaggi che possono essere considerati come eccezionali, i paesaggi del quotidiano e i paesaggi degradati. Ad oggi, 32 Stati membri del Consiglio d’Europa hanno ratificato la Convenzione tra cui l’Italia con la Legge 9 gennaio 2006, n. 14 "Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea sul paesaggio, fatta a Firenze il 20 ottobre 2000" (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 16 del 20 gennaio 2006 - Supplemento ordinario n. 16).

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L’Italia, a seguito della legge 6 luglio 2002, n. 137 "Delega per la riforma dell'organizzazione del Governo e della Presidenza del Consiglio dei ministri, nonché di enti pubblici", in particolare ai sensi dell'articolo 10 ,“Delega per il riassetto e la

codificazione in materia di beni culturali e ambientali, spettacolo, sport, proprietà letteraria e diritto d'autore”, della

suddetta legge emana il

Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42

Codice dei beni culturali e del paesaggio (e successive modificazioni)

Art. 1 Principi In attuazione dell'articolo 9 della Costituzione, la Repubblica tutela e valorizza il patrimonio culturale in

coerenza con le attribuzioni di cui all'articolo 117 della Costituzione e secondo le disposizioni del presente codice.

La tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale concorrono a preservare la memoria della comunità nazionale e del suo territorio e a promuovere lo sviluppo della cultura.

art. 2 Il patrimonio culturale è costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici. Sono beni culturali le cose immobili e mobili che, …., presentano interesse artistico, storico, archeologico,

etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base alla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà.

Sono beni paesaggistici gli immobili e le aree indicati all'articolo 134, costituenti espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio, e gli altri beni individuati dalla legge o in base alla legge.

Parte terza Beni paesaggistici

…. Articolo 131 Per paesaggio si intende il territorio espressivo di identità, il cui carattere deriva dall'azione di fattori

naturali, umani e dalle loro interrelazioni. Il presente Codice tutela il paesaggio relativamente a quegli aspetti e caratteri che costituiscono

rappresentazione materiale e visibile dell'identità nazionale, in quanto espressione di valori culturali. La tutela del paesaggio, ai fini del presente Codice, è volta a riconoscere, salvaguardare e, ove necessario,

recuperare i valori culturali che esso esprime. ... La valorizzazione del paesaggio concorre a promuovere lo sviluppo della cultura. A tale fine le amministrazioni

pubbliche promuovono e sostengono, per quanto di rispettiva competenza, apposite attività di conoscenza, informazione e formazione, riqualificazione e fruizione del paesaggio nonché, ove possibile, la realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti ed integrati. …

La definizione qui contenuta (modificata per ben due volte-2006/2008) è per certi versi simile a quella della Convenzione europea del paesaggio, con la differenza che non vi appaiono le parole: così come è percepita dalle popolazioni. Tale definizione appare troppo ridotta.

La definizione che meglio racchiude in modo olistico il significato ampio del concetto di paesaggio è la

definizione che abbiamo dato all’inizio e che qui riporto:

“Il paesaggio è la forma che l'ambiente conferisce al territorio”.

Per quanto riguarda le interrelazioni fra universo, ambiente, uomo, possiamo riportare il seguente elenco: ambiente: quella parte dell'Universo con cui ognuno di noi è in relazione; veduta: il paesaggio come lo si vede da un certo luogo guardando in una certa direzione; immagine: ciò che ognuno di noi percepisce di una certa veduta; percepente: chi percepisce un certo paesaggio in un certo momento da un certo punto guardando in una certa direzione. L'immagine che ognuno di noi ha di un luogo dipende quindi dalle forme del luogo, che sono uguali per tutti, dal punto di vista, dalla direzione in cui guarda e dalla personalità del percettore: l'immagine di un bosco è percepita in modo diversi da una persona comune, da un poeta, da un forestale, da un architetto, da un naturalista e così via.

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Si descrivono adesso gli approcci allo studio del paesaggio, vale a dire due procedimenti, per analizzare e conoscere il paesaggio, basati su due punti di vista: il punto di vista soggettivo e quello oggettivo.

1. CONCEZIONE SOGGETTIVA, PERCETTIVA ED ESTETICA : Frutto del ricorso alla percezione dell’immagine ottica, di dati elementari (neutri) e elaborazione. (questo modalità ha avuto inizio a partire dagli anni 30 del novecento con lo studio della psicologia della forma). Appartiene alla sfera della sensibilità e delle emozioni individuali. Lo studio del paesaggio basato sulla percezione soggettiva è il punto di partenza di tutte le ricerche. Le fonti a cui si fa riferimento sono: fonti storiche, letterarie, pittoriche. Questo metodo ha una duplice origine

A. dal considerare la superficie terrestre come paesaggio solo dopo la trasformazione umana (architettura), il resto è selva. E’ una concezione antropogeografica.

B. dalla tradizione pittorica seicentesca della rappresentazione della realtà. Arte e scienza pur riconosciuti pilastri della civiltà non avevano pari dignità

Il Giacomini (ecologo) agli inizi degli anni 70 controbatte alla visione estetica con “ Il paesaggio è il processo evolutivo della biosfera, i cui significati intimi appartengono alle leggi naturali che governano il divenire vitale”. Il paesaggio è quindi un processo di mutazioni da inserirsi all’interno dello studio di sistemi di sistemi tipico dell’ecologia del paesaggio. Questa nuova ecologia integra la biologia, la geografia, la storia, le scienze naturali e quelle umane.

2. CONCEZIONE SCIENTIFICA E OGGETTIVA: Ricorre all’attività razionale (scientifica), approfondisce strutture e funzioni, la sua totalità (la sua natura di sistema di sistemi). Appartiene alla sfera dell’indagine scientifica. Questa seconda accezione nasce ai primi dell’800 e deriva dalla geografia fisica prima e dalle scienze naturali poi e infine in quella ecologica che tutte le comprende nella visione eco-geografica. La nuova disciplina nasce come scienza incentrata sui paesaggi umani, vicina alla geografia, alla geomorfologia e alla sociologia. Nel 1939 il biogeografo Carl Troll gettò le prime basi per la nuova disciplina dell’ ecologia del paesaggio, egli per la prima volta utilizza foto aeree per la descrizione del territorio. (NB la prima cattedra in Italia di Ecologia fu istituita a Roma solo nel 1979). Nel 1981 in Olanda si tiene il primo convegno mondiale di ecologia del paesaggio poi nel 1982 si ha la nascita della IALE (International Association for Landscaspe Ecology). La IALE definisce l’ecologia del paesaggio come disciplina che si occupa dello studio della variazione spaziale e temporale del paesaggio a diversi livelli di scala. In Italia l’ecologia del paesaggio giunge tardi, nella seconda metà degli anni 80 e nel 1989 nasce la SIEP (Società Italiana di Ecologia del Paesaggio) che dopo tre anni viene riconosciuta dalle IALE. L’ecologia del paesaggio analizza l’eterogeneità spazio-temporale del paesaggio, in funzione di fattori fisici, biotici e sociali. L’ecologia del paesaggio ha quindi un approccio multidisciplinare. Le fonti a cui si fa riferimento sono gli oggetti stessi, gli elementi di origine antropica o naturali sopravvissuti al corso del tempo e conservati sul territorio; i documenti amministrativi; i catasti; le cartografie.

I due approcci si integrano in quanto non esistono fonti totalmente oggettive. A conclusione di questa prima parte riguardante gli aspetti generali della disciplina diamo infine una definizione più ampia del concetto di paesaggio: Il paesaggio è un oggetto unitario, una realtà, un processo di trasformazione perenne di tutti gli elementi biotici e abiotici, un sistema ecologico ed ecoantropico complesso, formato da ecosistemi e antroposistemi, nonché dai sottosistemi derivanti dall’interrelarsi e dall’integrarsi dei due precedenti. Prodotto di attività trasformatrici naturali e indotte dalle esigenze materiali, culturali e psicologiche delle popolazioni umane, nella loro dimensione storica e nel loro aspetto sia oggettivo che soggettivo.

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PAESAGGIO E COMPLESSITA’ Un sistema complesso SISTEMA: Nell’ambito scientifico, qualsiasi oggetto di studio che, pur essendo costituito da diversi elementi reciprocamente interconnessi e interagenti tra loro e con l’ambiente esterno, reagisce o evolve come un tutto, con proprie leggi generali. E’ quindi un insieme definito di elementi legati fra loro da relazioni descrivibili, sia unilaterali che reciproche. Tale insieme, manifesta proprietà nuove non sempre deducibili dalle proprietà delle parti componenti e dovute alle interazioni tra le parti stesse. Queste proprietà sono denominate "emergenti" e la loro presenza conferisce all'insieme l’identità di "sistema". Uno spazio naturale può contenere molte specie di piante ed animali interagenti l’una con l’altra (es.: erba ed erbivoro) e con alcuni dei fattori abiotici come il clima e la geografia. Possiamo considerare tutti gli organismi, fattori abiotici e le interazioni tra loro, come una cosa singola: un “sistema per la sopravvivenza”, e come “sistema” manifesta proprietà emergenti (es. ciclo dei nutrienti, flusso di energia, struttura trofica, ecc.). Una foresta è più che tanti alberi messi insieme, l’H2O ha proprietà diverse da H e da O. I sistemi possono essere chiusi (se scambiano solo energia con l’esterno) o aperti (se scambiano sia energia che materia). (Tali argomenti richiamano concetti dell’ecologia generale che è opportuno fare un ripasso, in particolare sulla diversità, stabilità successioni ecologiche, climax, produttività di un ecosistema, ecc. ) Per giungere alla comprensione dei sistemi viventi (sistemi complessi) occorre un pensiero complesso.

Una piccola differenza Sistema complicato e sistema complesso

Sistemi complicati: difficili da spiegare e comprendere, ma con l’ausilio di opportune discipline la difficoltà viene superata.

Sistemi complessi: non sono interamente spiegabili e comprensibili, sono però descrivibili.

Edgar Morin, filosofo e sociologo francese, afferma che “La complessità è un tessuto di costituenti eterogenei inseparabilmente associati: l’uno e il molteplice. La complessità è il tessuto di fatti, di azioni, interazioni, retroazioni, … che costituiscono il nostro mondo sensibile.” COMPLESSITA’ – COMPLICATO – SEMPLICE radice comune: plek (parte, piega, intreccio) plicare, plectere cum- + -plicare (piegare) >>> COMPLICATUS (complicato) con pieghe: può essere SPIEGATO cum- + -plectere (intreccio) COMPLEXUS (COMPLESSO) con intrecci: non può essere spiegato

SISTEMI

COMPLICATI COMPLESSI

lineari (catena) non lineari (rete)

fragili resilienti

non adattativi adattativi

rigidi flessibili

spiegazione completa spiegazione parziale

prevedibili imprevedibili

controllabili incontrollabili

PROPRIETA’ DEI SISTEMI COMPLESSI

• presenza di una rete energetica-informativa che coinvolge tutti i componenti stabilendo influenze retroattive e interazioni

• carattere di adattività con l’ambiente

• assenza di un elemento componente principale (hub) che controlla lo stato del sistema

• condizione di equilibrio dinamico

• funzione di auto-organizzazione

• comparsa di funzioni o aspetti EMERGENTI (creazione di qualcosa che non è contenuto)

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PRINCIPI PER LA COMPRENSIONE DEI SISTEMI COMPLESSI PRINCIPIO DIALOGICO: unisce due principi o nozioni che dovrebbero escludersi a vicenda ma che sono indissociabili in una stessa realtà. E’ necessario accettare, come complementari e inscindibili, dei principi apparentemente contrapposti, quali l’uno e il molteplice, lo stabile e l’instabile … Al posto della contrapposizione (riduzionista) si assume il rapporto DIALOGICO. La dialogica permette di assumere l’inseparabilità di nozioni contraddittorie per poter concepire un fenomeno complesso. PRINCIPIO OLOGRAMMATICO: ogni elemento del sistema contiene in sé tutta la quantità di informazione dell’intero sistema (es. DNA contento in ogni cellula). Se la parte è nel tutto, anche il tutto è contenuto nella parte. Ogni singola parte vive la totalità dell'insieme, l'uomo non dovrà mai perdere di vista la consapevolezza di portare dentro dì sé la storia dell'intero universo, non dovrà mai smettere di ritenere che ogni io porta dentro di sé un noi. PRINCIPIO DEL “RICORSO DELL’ORGANIZZAZIONE” o principio ricorsivo: “Un processo ricorsivo è un processo in cui i prodotti e gli effetti sono contemporaneamente causa e prodotti di ciò che li produce”. L'andamento della vita è circolare e ricorsivo. Ogni uomo è individuo, parte di una società e parte di una specie, ma non in un ottica gerarchica, quanto piuttosto nella considerazione che ogni singola parte del processo è sia la causa che l'effetto della parte successiva e della precedente. All'interno della specie, l'uomo ne è sia il prodotto che il produttore, come ogni uomo è padre ma anche figlio e così via. E' indispensabile ritrovare il senso della totalità, ma anche l'importanza della specificità, che è l'espressione, in piccolo, della totalità, così in un abbraccio che possa integrare le contraddizioni, le perturbazioni, gli aspetti antagonisti.

COMPLESSITA’ NON VUOL DIRE COMPLETEZZA

Quelli che seguono sono alcuni esempi di errori commessi nell’affrontare problemi relativi a sistemi complessi con modello semplicistici e le conseguenze derivate da ciò.

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La diga di Assuan

– A valle della diga il ridotto apporto di limo ha spinto i contadini a utilizzare piùfertilizzanti chimici e pesticidi

– il lago artificiale è l’habitat ideale delle zanzare che trasmettono la malaria e delle lumache che trasmettono la terribile schistosomiasi (oggi ne sono contagiati oltre 200 milioni di persone)

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Complessità: valorizzare la ridondanza, la biodiversità, la multiculturalità.

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PROCESSI GENERATORI DEL PAESAGGIO

Da questo schema emerge come la formazione dei differenti paesaggi sia dovuta all’evoluzione dei

modi di produrre e di abitare, frutto delle conoscenze e competenze acquisite nel corso del tempo.

Tali azioni hanno agito sullo spazio geofisico naturale operando trasformazioni degli ecosistemi

naturali.

• La progettazione del paesaggio parte quindi da lontano, da quando

l’uomo ha incominciato a trasformare il proprio ambiente naturale

(inospitale) per creare i luoghi dell’abitare, modellati con la mano e

con lo spirito. (fino alla città come massima espressione dell’artificio)

I processi generatori del paesaggio, cioè le sequenze di eventi che

generano il paesaggio, vengono definiti MATRICI PAESAGGISTICHE.

Una matrice è una classe ordinata di eventi, azioni, processi, relazioni,

che genera ininterrotte catene di assetti e di configurazioni complesse e

mutevoli.

MATRICI DI ORIGINE NATURALE e MATRICI DI ORIGINE ANTROPICHE

MATRICI NATURALI

ABIOTICHE: processi fisici di trasformazione della materia inerte, che hanno generato e generano

l’assetto fisico della LITOSFERA, ATMOSFERA, IDROSFERA, costituendo il supporto per la vita.

Sono processi meccanici e fisico-chimici indipendenti dall’azione di organismi viventi. Sono il

risultato dell’azione delle forze esterne al pianeta (energia solare) nonché quelle interne (gravità,

dinamismi tettonici, …), I più importanti processi sono l’OROGENESI (formazione dei rilievi), LA

MORFOGENESI (formazione del modellato terrestre), LA PEDOGENESI.

BIOLOGICHE: Costituiscono la genesi della parte vivente del paesaggio. Colonizzazione dei suoli e

delle acque >> ecosistemi

MATRICI ANTROPICHE

FISICHE (o dirette): interventi dell’uomo sul paesaggio, alterandone l’assetto spontaneo originario

e costruendo un paesaggio diverso, frutto delle proprie necessità, delle tecnologie, visioni.

CULTURALI (o indirette): motivazioni non materiali delle dirette che derivano dal tipo di civiltà,

dalla cultura, dal costume, strutture sociali, psicologiche, creative e mentali in genere.

SPAZIO GEOFISICO NATURALE PAESAGGI NATURALI

Aspetti micro e macro biologici (fauna, flora, clima)

Spazio vitale dell’uomo, fonte di risorse indispensabili per l’uomo

esigenza di una > FRUIZIONE – disponibilità programmata delle risorse

TRASFORMAZIONI: - sfruttamento delle RISORSE NATURALI (cave, dighe,…)

- agricoltura e allevamenti

- insediamenti abitativi

industriali

- rete infrastrutturale

PAESAGGI DIFFERENTI

Evoluzione dei modi di

produrre e abitare

TECNICA –

TECNOLOGIA -

SCIENZA SEGNI NEL PAESAGGIO

(forma plastica e struttura)

- forme sociali, culturali, tradizioni, ritualiDocumenti storici, risorsa culturale

e economica

SALVAGUARDIA: COSCIENZA COLLETTIVA del P. come ambiente essenziale alla

vita e come spazio di sviluppo e realizzazione dei valori della cultura di un popolo.

L’IGNORANZA collettiva: degradazione INFORMARE - FORMARE

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La LETTURA DEL PAESAGGIO, cioè la sua comprensione, passa attraverso l’analisi (lo studio)

delle matrici sopra indicate secondo lo schema appresso indicato.

Lettura del supporto inerte (abiotico): composizione, struttura, origine e soprattutto la

sua forma. Discipline coinvolte: geologia, geomorfologia, idrologia e climatologia. Si tratta

quindi di conoscere le caratteristiche e l’assetto attuale che la crosta terrestre ha assunto dopo

numerose trasformazioni: valli glaciali, fluviali, i versanti scoscesi e digradanti, i rilievi e piane

vulcaniche con i loro laghi dal contorno tondeggiante, le coste marine rocciose, le falesie e le

lunghe spiagge.

Lettura della componente biologica.

1. manto vegetale. Analisi floristica e soprattutto analisi vegetazionale: componente erbacea,

arbustiva e arborea

A. autoctono: possiamo avere diversi situazioni di naturalità per quanto riguarda l’assetto

fitosociologico:

a. presente in piccole estensioni alternato a zone agricole e/o confinato in ridotte

aree boschive

b. incompleto, nel senso che manca qualche specie tipica eliminata dall’intervento

umano. In entrambi questi casi la lo stato vegetazionale è facilmente individuabile.

c. interamente mescolato con altre specie introdotte dall’uomo che ne compromette

l’integrità fitosociologica. (difficilmente individuabile)

d. ridotto ad alcune specie

e. assente. Sostituita da specie coltivate (agricole, silvicolturali, decorative)

B. alloctono. Specie estranee, esotiche e invasive. Sono specie vegetali introdotte

dall’uomo, deliberatamente o accidentalmente, al di fuori dei loro ambiti di dispersione

naturale.

VEDERE L’ANALISI VEGETAZIONALE, LO STUDIO DEI BIOMI TERRESTRI E LA

RELAZIONE tra VEGETAZIONE E FATTORI LIMITANTI

2. Fauna: distribuzione >>> elastica e variabile

relazione con la vegetazione: fauna potenziale-vegetazione

Lettura della componente antropica

Sistema insediativo umano: L’insieme delle opere e delle trasformazioni realizzate

dall’uomo in un paesaggio al fine di colonizzarlo.

L’uomo adatta a se l’ambiente circostante più che adattarsi: questa capacità non è costante (come

per gli istinti nel mondo animale) ma aumenta con l’accumulo e la trasmissione generazionale delle

conoscenze.

Paesaggi agrari: montagna, collina, pianura. Forme diverse, segni

Paesaggi urbani: - (urbani e industriali) costruzioni e architetture

Paesaggi urbani : sistemi insediativi umani diversi dall’insediamento agricolo.

1. Residenze: borghi, paesi, città, metropoli

2. Produzione: per il mantenimento e l’accrescimento materiale e culturale. assistenza sanitaria,

riposo, svago, istruzione ….. energia

3. Infrastrutture: comunicazione, trasmissione e conservazione dei dati

4. cessione di energia e di materia: smaltimento dei rifiuti, produzione di CO2, ….

Da quanto enunciato la lettura del paesaggio passa attraverso diversi livelli di indagine

(STRUMENTI PER LO STUDIO) 1° livello: è la fase scompositiva, semplificante, che analizza e valuta per settori scientifici elementari, per argomenti e parti separate e che alla fine trova momenti di sintesi e di reintegrazione degli studi. 2° livello: uso dei metodi, paradigmi, regole dell’ecologia del paesaggio integrate con l’analisi della percezione. Salto qualitativo rispetto al primo. 3° livello: studio del paesaggio con uso della teoria della complessità e le sue discipline correlate. TRACCIA SCOMPOSITIVA

1. Inquadramento del paesaggio considerato nel più ampio contesto della regione geografica e biologica (ALTA CONTESTUALIZZAZIONE)

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2. Individuazione delle grandi STRUTTURE ABIOTICHE (geologiche, geomorfologiche, idrologiche e climatiche) con i loro dinamismi e la loro storia.

3. Individuazione dei BIOMI, dei grandi sistemi e aggregati di elementi viventi, il carattere BIOLOGICO di una regione geografica;

4. definizione dei macro-sistemi ANTROPICI insediativi; 5. definizione dell’ordito storico culturale 6. scansione tipologica del paesaggio

IMPORTANZA DELLA CULTURA E VALORI DEL PAESAGGIO All’inizio abbiamo sottolineato quanto sia importante la conoscenza per poter ben operare sul nostro territorio e valorizzare al meglio le potenzialità dei nostri luoghi, per il miglioramento del benessere collettivo. E’ quindi fondamentale migliorare il nostro livello culturale in quanto, come vedremo tra poco, esso migliora la nostra fitness adattativa permettendo una migliore comprensione del paesaggio. CULTURA:E’ il nostro retaggio, materiale e intellettuale, i cui elementi fondamentali abbiamo ereditato e le cui radici cerchiamo di attingere dai resti antropici, da quei pochi resti giunti fino a noi. La cultura rappresenta, quindi, l’insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza, rielaborandole con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo. Può essere ancora definita come: “Nutrimento, arricchimento delle proprie facoltà intellettuali perseguito attraverso l’acquisizione critica di cognizioni che provengono dallo studio cosi come dall’esperienza, che diventa elemento costitutivo della personalità di ciascuno.” E’ quindi il risultato di un meccanismo di apprendimento. Senza trasmissione orale e/o scritta la cultura si perderebbe rapidamente. LA CULTURA È COME UN ALBERO IN CONTINUA CRESCITA. Ogni essere umano è parte di una società di uomini che hanno in comune retaggio di nozioni, di tradizioni, di consuetudini. Tutto ciò si estrinseca nelle sue forme di superficie (paesaggio), dal modo di vivere, dal comportamento, dalle relazioni con altri individui, dalla comunicazione il cui fattore più appariscente è il linguaggio, dal modo di pensare, di agire e di reagire. Tutti noi siamo parte di questo sistema nel quale esistono varianti dovute a cause esterne e interne. Cause esterne: - adattamento al clima, alle forme vegetali e animali, alla morfologia (ecosistema) - risorse economiche - possibilità di contatto con altri gruppi umani Cause interne (al gruppo): - livello tecnologico - struttura socio-politica - i mezzi di comunicazione - le credenze, ideologia, religione - abilità artistiche, creative del gruppo Elementi fondamentali della matrice della cultura:

1. La fabbricazione dei manufatti (cultura materiale) 2. L’uso del fuoco; 3. L’organizzazione sociale; 4. Il linguaggio; 5. Le espressioni intellettuali e religiose; 6. L’arte; 7. Il ragionamento logico ed etico, base della filosofia; 8. Le caratteristiche dell’immaginazione e dell’ingegno, sviluppo della tecnologia.

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TRE CATEGORIE DI CULTURE:

Culture preistoriche

Culture etno-tribali

Culture urbano-letterate

C. preistoriche: non si hanno informazioni scritte, né dirette né indirette. Ritrovamenti archeologici

e tradizioni orali fino al contatto con persone che conoscevano la scrittura che hanno tramandato per

iscritto. Organizzazione sociale semplice, economie prevalentemente basate sulla caccia e raccolta.

C. etno-tribali: non conoscono la scrittura, ma vivono in contesti con altre popolazioni che la

conoscono e possono trasmettere su di esse l’informazione. Organizzazione sociale e politica di una

certa complessità, mezzi di comunicazione semplici.

C. urbano-letterate: uso della scrittura e strutture abitative di carattere urbano. Organizzazione

sociale e politica complesse, economia diversificata con ampio sviluppo del settore terziario, una

tecnologia elaborata prodotta da pochi e usata da molti. Ampi canali di comunicazione.

Le ultime due Culture posseggono gli otto elementi così come per gran parte delle Culture

preistoriche degli ultimi 40.000 anni.

Gli antenati dell’uomo moderno si sono diffusi sulla terra da una primordiale area di origine e sono

pervenuti solo di recente in certi angoli della terra:

Isole delle Galapagos, nel 1535; Isole Falkland-Malvinas nel 1764; nel continente dell’Antartide le

prime basi permanenti risalgono all’inizio del 1900.

L’uomo arrivò in America e Australia circa 40.000 anni fa, nell’estremo sud del continente

americano circa 13.000 anni fa, nel nord della Scandinavia dopo il ritiro dei ghiacciai del quaternario,

7-8.000 anni fa, in Nuova Zelanda poco più di 1.000 anni fa.

In alcune parti del mondo la storia inizia a partire da circa 5000 anni fa (Mesopotamia ed

Egitto) a poco più di 100 anni fa (Africa centrale e sud-est asiatico)

IL PERIODO PREISTORICO COPRE IL 99,9 % dell’era umana (in media 10.000 volte più lungo

di quello storico.)

TRE grandi età:

1. età della caccia e della raccolta

2. età della produzione incipiente del cibo

3. età dell’economia complessa

1. l’uomo traeva i mezzi per il proprio sostentamento attraverso la caccia e la raccolta dei frutti

spontanei.

In Europa, nel Vicino Oriente e nel Nord Africa comprende:

Paleolitico e Mesolitico, si conclude tra 1000 e 6000 anni fa

ETA’ DELLA PIETRA (in alcune parti non ancora conclusa)

2. in parti del Vecchio Mondo comprende il Proto-Neolitico e Neolitico

In Europa e Medio Oriente si sviluppano l’AGRICOLTURA e l’ALLEVAMENTO del bestiame, i cui

primordi nel Medio Oriente risalgono a circa 10.000 anni or sono, per raggiungere l’Europa

centrale e occidentale dai 2000 ai 3000 anni più tardi.

Fino al XIX secolo oltre metà del globo viveva in quest’epoca.

3. ingloba tutte le culture urbane-letterate e quelle proto-urbane nonché i vari periodi di produzione

abbondante del cibo.

Alcuni fattori marcano l’inizio:

• sviluppo di una struttura politica centralizzata

• introduzione della ruota

• lavorazione del metallo

• sviluppo del commercio pianificato

subentrano insieme o in periodi diversificati

Fino a 500 anni fa meno di 1/10 DEL GLOBO VIVEVA IN QUESTO STADIO, NEL XIX sec. circa 1/3.

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VALORI DEL PAESAGGIO, riassunti in cinque ambiti:

1. VALORE ESTETICO: esalta la bellezza e le qualità percettive;

2. VALORE AMBIENTALE: si riferisce al rispetto dei caratteri naturali, la biodiversità e la

sostenibilità degli interventi antropici di pianificazione;

3. VALORE SOCIALE: riconosce nel paesaggio un fattore di IDENTITA’ COLLETTIVA, frutto del

lavoro delle popolazioni che hanno vissuto in quel determinato territorio;

4. VALORE ECONOMICO: considera il paesaggio come una ricchezza, un giacimento di risorse

agroalimentari, abitative e relazionali. Si considera anche la capacità di attrarre investimenti;

5. VALORE STORICO-CULTURALE: considera il paesaggio come un deposito della memoria

collettiva, una stratificazione di testimonianze del passato, di valori condivisi.

Chiaramente tutti questi valori si integrano reciprocamente.

Il paesaggio, come abbiamo più volte ribadito, non è un semplice contenitore di beni culturali, ma

coincide con il sistema che collega tra loro i singoli beni, diventando esso stesso un bene culturale di

portata generale.

La complessità di questo sistema è data dalla ETEROGENEITA’ degli elementi che lo compongono e

dalla MOLTEPLICITA’ delle relazioni che li legano.

Quindi la conoscenza di qualsiasi bene culturale può derivare solo se consideriamo tutti i legami che

tengono uniti i diversi elementi. Così come un testo (scritto) può essere interpretato e compreso

solo se inserito nel suo CON-TESTO (cioè nell’opera intera, ciò vale anche per un brano di un film

rispetto al tutto), così un bene culturale deve essere contestualizzato nel suo paesaggio e non preso

singolarmente isolandolo dal resto.

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L’attenzione al valore del paesaggio come bene fondamentale era già contenuto nell’art. 9 della

nostra Costituzione, ove i padri costituenti hanno ritenuto importante inserirlo nei principi

fondamentali.

Art. 9: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Altri due aspetti normativi (già citati nelle pagine iniziali) sono importanti da ricordare:

La CONVENZIONE EUROPEA DEL PAESAGGIO (Firenze, 20 ottobre 2000)

Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42: "Codice dei beni culturali e del paesaggio

La Convenzione è il primo trattato internazionale esclusivamente dedicato al paesaggio europeo nel

suo insieme.

Essa apporta un contributo importante all’attuazione degli obiettivi del Consiglio d’Europa, che sono

di promuovere la democrazia, i diritti dell’uomo, la preeminenza del diritto, nonché di ricercare delle

soluzioni comuni ai grandi problemi di società.

Nello sviluppare una nuova cultura del territorio, il Consiglio d’Europa persegue la promozione della

qualità di vita e del benessere delle popolazioni.

La Convenzione europea del paesaggio si prefissa di promuovere la protezione, la gestione e la

pianificazione dei paesaggi europei e di favorire la cooperazione europea.

Si applica a tutto il territorio: spazi naturali, rurali, urbani e periurbani. Riconosce pertanto in ugual

misura i paesaggi che possono essere considerati come eccezionali, i paesaggi del quotidiano e i

paesaggi degradati.

Segna un momento particolarmente importante nell’attenzione che viene rivolta al paesaggio e

sottolinea che ogni luogo appartiene ai suoi cittadini.

Il paesaggio acquista una dimensione collettiva: appartiene alla collettività e in primo luogo alle

comunità locali.

Si riportano qui alcune parti

Nelle DISPOSIZIONI GENERALI all’art.1 si dà la seguente definizione

"Paesaggio” designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni,

il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni;

e all’ art. 6, nell’ambito delle misure specifiche, ……. B Formazione ed educazione

Ogni Parte si impegna a promuovere :

………..

…………

c degli insegnamenti scolastici e universitari che trattino, nell’ambito delle rispettive discipline, dei

valori connessi con il paesaggio e delle questioni riguardanti la sua salvaguardia , la sua gestione e

la sua pianificazione.

La Convenzione sottolinea che tutti devono prendere coscienza del paesaggio, sia gli OUTSIDERS

(turisti, visitatori occasionali, studiosi) che gli INSIDERS (comunità locali).

Ma è evidente che:

NON SI HA SVILUPPO SENZA LA PARTECIPAZIONE EFFETTIVA, ATTIVA E CONSAPEVOLE DELLA

COMUNITA’ DETENTRICE DEL PROPRIO PATRIMONIO.

__________________

Si riporta infine IL PENSIERO DELLA Regione Emilia-Romagna: “è strategico introdurre nel

sistema scolastico l’educazione del paesaggio che, tra l’altro, costituisce un modo efficace e più

moderno di affrontare lo studio della storia, della geografia, delle scienze, del costume, dell’arte ,

delle tradizioni e delle culture locali nel loro reciproco influenzarsi.”

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LA PERCEZIONE DEL PAESAGGIO Adesso ci soffermeremo, brevemente, su un aspetto importante per la comprensione del paesaggio: la percezione

IL PAESAGGIO è, come abbiamo visto, una realtà fisica (descrizioni date dalla geografia, …) e culturale (insieme di fenomeni che possono essere percepiti e quindi compresi solamente attraverso la conoscenza pregressa dei fattori concorrenti e con l’applicazione di filtri paradigmatici) allo stesso tempo, realtà semiotica (semantica, sintattica e pragmatica) ed informativa (i segni e la loro interpretazione).

• L’ECOLOGIA (nei suoi fondamenti teorici, cos’ come abbiamo già detto) NON E’ IN GRADO DI COPRIRE TUTTA LA COMPLESSITA’ CHE PUÒ essere espressa da un PAESAGGIO come contenitore di processi distinti in diversi tipi: processi BIOLOGICI, ECOLOGICI, COGNITIVI, CULTURALI E ECONOMICI.

• da qui c’è la NECESSITÀ DI UNA SCIENZA

OLISTICA, che prenda in considerazione le caratteristiche olistiche del sistema (il territorio, la sua geografia, il suo assetto geomorfologico, la diversità biologica, la cultura della gente, le forze economiche in campo) , le individui e ne conduca opportune comparazioni ed integrazioni.

Il termine percezione è stato più volte citato in

quanto è fondamentale per la comprensione del

paesaggio.

La PERCEZIONE è LA PRESA di coscienza di

una realtà esterna attraverso i sensi.

L'uomo, in quanto essere pensante, ha sempre

cercato di comunicare i suoi pensieri e i suoi

sentimenti agli altri uomini, e lo ha fatto

attraverso linguaggi costituiti di volta in volta

da gesti, suoni, segnali, immagini.

Tra i vari linguaggi, la comunicazione visiva è

indubbiamente il più universale, il più esplicito e spesso il più esauriente.

VEDERE significa, in primo luogo, CONOSCERE IL PROPRIO AMBIENTE DI VITA IN PROFONDITA’:

comprenderne la struttura e l'organizzazione, afferrare le relazioni spaziali.

Più in generale possiamo definire la “percezione” come quell’insieme di funzioni psicologiche che

permettono all’organismo di acquisire informazioni sul suo intorno (ambiente), grazie all’azione

degli organi di senso (vista, udito, tatto, olfatto e gusto).

La percezione deve essere distinta dalla semplice “sensazione” che riguarda solo uno stato

elementare (caldo,…), una reazione agli stimoli fisici e fisiologici recepiti dagli organi di senso; nella

percezione entra in campo una elaborazione soggettiva (filtro culturale) dei segnali che arrivano agli

organi di senso.

Quindi: le sensazioni, perché si trasformino in percezioni, devono passare attraverso il nostro

retaggio, materiale e intellettuale.

Ogni organismo vivente è tale se è in grado di percepire il mondo interno e quello esterno: i segnali

espressione della vita.

La semiotica o semiologia è la disciplina che studia i segni. In virtù del fatto che il segno è in generale "qualcosa che rinvia a qualcos'altro" si può affermare che la semiotica è la disciplina che studia i fenomeni di significazione e di comunicazione. Per significazione si intende ogni relazione che lega qualcosa di materialmente presente a qualcos'altro di assente (la luce rossa del semaforo significa, o sta per, "stop"). Ogni volta che si mette in pratica o si usa una relazione di significazione allora si attiva un processo di comunicazione. Per comunicazione intendiamo quel processo mediante il quale qualcuno (l'emittente) trasmette qualcosa (il messaggio) a qualcun altro (il destinatario). La semantica è quella parte della linguistica che studia il significato delle parole, degli insiemi delle parole, delle frasi e dei testi. Indaga che cosa sono i segni linguistici e come acquistano la proprietà di trasmettere i significati: ossia, i modi in cui sono intesi dal parlante, fanno riferimento a cose e idee e sono interpretati dall'ascoltatore. Lo scopo della semantica è di associare il significato dei segni (cioè l'oggetto che indicano) con il processo di assegnazione dei significati. Sintattica: branca della semiologia che studia i rapporti formali dei segni fra di loro, prescindendo dal loro significato.

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La percezione può essere:

• PERCEZIONI BIOLOGICHE = Individual-based-landscape: paesaggio basato sulla

percezione individuale comune a tutti gli organismi

• PERCEZIONI DA FILTRO CULTURALE = Observer-based-landscape: paesaggio basato sul

filtro culturale (cultura aumento della fitness adattativa)

• PERCEZIONI NON ESPLICITE = Neutral-based-landscape: paesaggio basato sulla

percezione non esplicita (rumore di fondo, tutto quello che da un paesaggio non viene

esplicitato come portatore di significato)

Il paesaggio è entità semiotica (portatrice di significato) nella misura in cui un organismo è in grado

attraverso sensori biologici e culturali di trasformare in segni gli innumerevoli segnali che intercetta.

PAESAGGIO SEGNALI INTERCETTAZIONE DECODIFICA > SEGNO

Il segno è l’interpretazione di un segnale.

I segni sono gli elementi di base del pensiero umano e della comunicazione:

LA VITA E’ COGNIZIONE, è di per sé un segnale e quindi l’interprete dei segni

non può essere se non un essere vivente.

UN SEGNALE è una forma di comunicazione multidirezionale che un oggetto

emette.

IL SEGNO è l’interpretazione specie-specifica del segnale. (es. grido di allarme)

La percezione e quindi la comprensione delle impressioni sensorie dipende

dalla capacità di lettura e dal grado di attenzione dell'osservatore.

Non solo la qualità ma anche il grado di attenzione è importante per una

esatta percezione: un libro soltanto sfogliato o un'immagine appena guardata

comunicano solo una minima parte dei messaggi che contengono e quindi una

ridotta quantità di informazioni.

Attorno a noi è lo spazio, in esso la forma e il movimento

Sono tre momenti globali della visione che comprendono in sé ogni altro elemento costitutivo della

realtà visiva.

LA PERCEZIONE DELLO SPAZIO

Percepire lo spazio significa percepire i caratteri geometrici delle cose.

Guardando un paesaggio, un oggetto, la nostra psiche dà subito una interpretazione organizzativa

dello spazio:

Individua:

• una parte destra, una sinistra,

• un sopra, un sotto,

• un asse orizzontale, un asse verticale,

• un davanti, un dietro,

stabilisce cioè un orientamento relazionato all'osservatore che in quel momento entra in esso come

parte integrante. Un oggetto viene quindi percepito nello spazio in quanto ha una posizione

nell’ambiente ed è orientato verso una direzione rispetto a noi e rispetto ad altri oggetti. L’oggetto

cioè si trova ad una certa distanza e ha una certa forma.

Quindi percepire lo spazio significa percepire i caratteri “geometrici” delle cose, in virtù della sua

posizione nell’ambiente, il suo orientamento verso l’osservatore e verso gli altri oggetti, il suo colore.

Ma la percezione e comprensione dello spazio reale, tridimensionale, tiene conto anche di altri

fattori, in particolare del movimento - e quindi il tempo necessario per percorrere lo spazio - che

solo così può essere visto nella sua completezza, e quindi compreso. (es. gli artisti cubisti).

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Le informazioni visive che la retina invia al cervello sono vagliate e interpretate da quella specie di

«filtro correttivo» che è l'esperienza, cioè la conoscenza relazionata ai sensi (in questo caso

alla vista).

Es.: un bambino, attraversando la strada, rischia di essere investito perché non ha ancora imparato

a relazionare la velocità delle auto con la sua, né a valutare esattamente le distanze: gli manca

l'esperienza abbinata della visione e della fruizione dello spazio.

Soltanto attraverso l'esperienza possiamo giungere alla conoscenza.

La nostra percezione, fondandosi sull'esperienza, va quindi oltre la pura apparenza della realtà:

(effettua una valutazione ragionata delle sensazioni meccanicamente ricevute dall'occhio)

I nostri sensi non percepiscono mai una verità assoluta e univoca, ma piuttosto una realtà

dinamica sempre interrelazionata con la totalità dell'ambiente.

LA PERCEZIONE DEL MOVIMENTO

Tutta la realtà è in perenne trasformazione: la strada - con le auto che scorrono senza fine, i

semafori che lampeggiano, - la città che si sviluppa continuamente, le relazioni umane, producono

una tale simultaneità di impressioni visive che una comprensione totale richiede una percezione

dinamica, cioè capace di tenere conto delle trasformazioni e degli spostamenti delle forme nel

tempo: capace di leggere il movimento.

L'attenzione visiva è particolarmente attratta dal moto piuttosto che dalla staticità.

L'occhio è trascinato dalla forma in moto ed è portato a seguirne gli spostamenti.

Il senso del tempo (stimoli in successione temporale) si unisce a quello dello spazio (diverse

provenienze degli stimoli) generando l'effetto della velocità.

• La visione del movimento presuppone l’esistenza di due sistemi visivi in reciproco spostamento:

figura e sfondo. La figura tende a muoversi mentre lo sfondo tende a stare fermo. L’uomo che

corre tra la gente pare più o meno veloce nella misura in cui gli altri camminano più o meno

lentamente

LA VISIONE DEL MOVIMENTO è DETERMINATA DALLA STRUTTURA DEL CONTESTO SPAZIO-

TEMPORALE

LA PERCEZIONE DELLA FORMA

La FORMA, terzo tra i componenti fondamentali dell’immagine reale.

Riconoscere nella lettura visiva della realtà le varie forme che la compongono:

“Il modo in cui ogni parte ci appare dipende non solo dallo stimolo che sorge in quel punto, ma

anche dalle condizioni che prevalgono in altri”

1. Leggiamo più velocemente le parole scritte in orizzontale che in verticale

o La linea orizzontale è associata ad elementi statici quali l’orizzonte, il piano di

appoggio che suggeriscono sensazioni di riposo, distensione, tranquillità.

o Le forme con andamento verticale appaiono come variazione della norma, come

elementi dinamici (carattere ascensionale)

La percezione, spesso , quindi altera l'oggettività del reale fornendo al cervello informazioni inesatte

e quindi mistificate:

• molti esempi, casuali, nella realtà quotidiana

• altri, voluti, nelle immagini progettate: modificano con un atto di volontà l'ambiente.

Le forme più semplici si costituiscono in unità visive significanti così come le lettere dell'alfabeto

si raggruppano in parole, e le parole in frasi, e le frasi in pensieri.

La vicinanza è il più immediato strumento costitutivo dell'immagine: un insieme di punti

vicini si configura come gruppo e tende ad assumere una forma definita.

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Gli uomini quando vogliono costituirsi in unità si avvicinano gli uni agli altri e nasce il

villaggio, il gruppo, la comunità, LA CITTA’.

Legge della somiglianza o uguaglianza: immagini o semplicemente segni e colori con qualità visive

simili sono collegati dalla nostra psiche in unità a seconda di direzione, forma, colore, dimensioni

comuni.

Un altro importante criterio seguito dalla nostra psiche nella lettura della realtà visiva, è la ricerca

della forma chiusa in quanto più stabile, più sicura, più definita nelle sue relazioni

interne e quindi più facilmente comprensibile.

Infine alla base della leggibilità della forma stanno anche le sue caratteristiche di continuità

interna: la continuità della forma è frutto della chiarezza strutturale e ne rende perfettamente

leggibili le caratteristiche.

Il legame di continuità si attua sia attraverso la linea, reale o virtuale, che funge da legame tra le

forme, che attraverso l'avvicinamento dei vari componenti dell'immagine, o attraverso

l'accostamento di forme simili che tendono ad annullarsi come immagini singole per costituirsi

in una nuova unità autonoma.

IL LINGUAGGIO DELLA FORMA Elementi costitutivi

FIGURE GEOMETRICHE FONDAMENTALI

Le tre forme geometriche, (il quadrato, dall'intersecarsi di linee orizzontali e verticali, il triangolo

dall'incontro di linee oblique, e il cerchio dalla razionalizzazione della curva) le più semplici e le più

pure tra quelle che compongono il mondo plastico, si realizzano quasi

per processo evolutivo naturale, mediante il passaggio da entità geometriche infinite (linee) a

forme definite (segmenti), trasformando in razionale e misurabile ciò che è indefinito e

irrazionale.

STRUTTURA

La struttura distingue la forma dal caos: della forma è l'elemento più sostanziale, quello che ha

maggior peso nella determinazione delle sue caratteristiche plastiche.

Individuare la struttura di una forma significa esplicitarne, attraverso mezzi grafo-plastici, i rapporti

esistenti tra le varie parti, e più precisamente le direttrici e gli assi principali, le relazioni formali, i

rapporti dimensionali o spaziali, e ogni altra caratteristica essenziale per la determinazione della

forma o dell'insieme di forme analizzate.

Il termine struttura ha radice comune nella teoria degli insiemi, e più precisamente nella

teoria delle relazioni.

• Insieme amorfo: abitanti di una città considerando solo il numero totale.

• Insieme « strutturato »: abitanti catalogati in ordine alfabetico, di età, ecc. con

l'individuazione di relazioni che definiscono dei sottoinsiemi e con essi le loro relative

strutture, attraverso la determinazione delle relazioni significative, cioè delle relazioni che

generano le strutture stesse.

Strutture uguali, anche se derivate da insiemi diversi, possono essere sintetizzate in un unico

modello strutturale.

L'analisi strutturale

E’ un metodo di indagine del reale per scoprire le strutture e quindi la maglia di collegamenti che si

stabiliscono tra le varie parti, i nodi in cui convergono le forze.

Attraverso la lettura strutturale dell'opera (del paesaggio) si cerca l'ossatura formale attorno a cui

l'espressione si sviluppa, le linee, i punti, cioè i vettori e i nodi, i piani, gli spazi, i colori e le loro

relazioni reciproche, quali elementi del linguaggio visivo.

• La lettura della struttura diventa quindi uno dei momenti determinanti nel processo di

percezione della forma.

Anche la chiarezza strutturale contribuisce ad una facile lettura dei rapporti nella forma e quindi

ad una sua approfondita comprensione.

Le strutture possono essere più o meno complesse, ma è chiaro che la comprensione di qualsiasi

forma, sia essa geometrica o naturale, non può prescindere dalla lettura della sua struttura.

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La comprensione della struttura permette di impadronirsi dello spazio e di articolarlo visivamente in

relazione ad essa.

Riferendoci a quanto detto nella parte dedicata alla lettura del paesaggio essa avviene

attraverso:

1. l’identificazione delle componenti elementari, cioè degli oggetti costitutivi di una data

porzione di territorio: ciò corrisponde a quella che abbiamo chiamato analisi semantica.

Questa operazione comporta una scomposizione del continuum del territorio.

Ciò richiede che si individui in modo appropriato il livello al quale operare la segmentazione in

modo da ottenere segnali decodificabili in segni pertinenti alla luce degli obiettivi che ci si

propone.

2. L’individuazione delle relazioni che connettono tra loro le componenti elementari corrisponde

all’analisi sintattica. Le componenti elementari, sia del paesaggio urbano sia di quello

agricolo e naturale, si connettono tra loro attraverso un sistema di relazioni ricorrenti, che

costituiscono appunto le strutture sintattiche caratteristiche dei vari tipi di paesaggio.

3. Oltre a ciò occorre però analizzare anche come sono organizzate le forme nel sistema che

vanno a caratterizzare un determinato paesaggio.

In effetti, se facessimo solo l’analisi semantica e quella sintattica otterremmo una visione

evanescente, una struttura priva di forme e di colori.

Facciamo un esempio: dire che il paesaggio che sto esaminando è costituito da “cascine in

cima a colline ricoperte di vigneti”, ne definisco appunto il contenuto semantico (colline,

cascine e vigneti) e la struttura sintattica (le cascine sono in cima alle colline; i vigneti

ricoprono i versanti delle colline). Ma non fornisco informazioni sul modellamento (dolce o

aspro) delle colline, sul colore delle terre, sulla trama dei vigneti, sulla forma delle cascine,

sui materiali costruttivi e sui loro colori.

E non v’è dubbio che le componenti morfologiche, materiche, plastiche e cromatiche,

abbiano un ruolo importante nel differenziare i tipi di paesaggio e nel definire i connotati del

loro carattere.

Da quanto sopra si può ricavare che un’analisi strutturale del paesaggio, tesa ad individuarne i tipi e,

implicitamente, i caratteri, deve articolarsi secondo i tre livelli informativi:

1. del contenuto semantico,

2. della struttura sintattica e

3. della composizione morfologica.