Applicazioni cliniche dell’ozonoterapia...ozonoterapia è oggi ampiamente utilizzata...
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N U O V E P R O S P E T T I V E I N O F T A L M O L O G I A
Applicazioniclinichedell’ozonoterapia
Sommario
1. Introduzione
2. La reazione di ozonizzazione degli oli vegetali
3. Meccanismi di azione dell’ozono e degli oli ozonizzati
4. Attività dell’ozono e degli oli ozonizzati
4.1 Attività stimolante la guarigione tissutale (wound healing)
4.2 Attività antimicrobica
5. Usi dell’ozono e degli oli ozonizzati in dermatologia
6. Usi e possibili applicazioni dell’ozono e degli oli ozonizzati in oftalmologia
7. Sicurezza di utilizzo
Fonti bibliografiche in ordine alfabetico
Sommario
1. Introduzione
2. La reazione di ozonizzazione degli oli vegetali
3. Meccanismi di azione dell’ozono e degli oli ozonizzati
4. Attività dell’ozono e degli oli ozonizzati
4.1 Attività stimolante la guarigione tissutale (wound healing)
4.2 Attività antimicrobica
5. Usi dell’ozono e degli oli ozonizzati in dermatologia
6. Usi e possibili applicazioni dell’ozono e degli oli ozonizzati in oftalmologia
7. Sicurezza di utilizzo
Fonti bibliografiche in ordine alfabetico
Il meccanismo della reazione di ozonizzazione (o ozonoli-
si) proposto da Rudolf Criegee nel 1953, prevede che
l'alchene e l'ozono formino un molozonide, tramite una
reazione di cicloaddizione 1,3-dipolare. Successivamente,
il molozonide subisce una retro-cicloaddizione 1,3-
dipolare liberando il corrispondente ossido di carbonile
(intermedio Criegee) e una aldeide o un chetone.
L'intermedio Criegee subisce di nuovo una cicloaddizione
1,3-dipolare con una aldeide o un chetone e produce un
altro ozonide intermedio, detto trioxolano (Fig. 3).
Il trioxolano, in ambiente acido, subisce una reazione di
idrolisi che libera acidi carbossilici e chetoni, se avviene in
presenza di un agente ossidante (H O ), o libera aldeidi e 2 2
chetoni, se avviene in presenza di un agente riducente
come lo zinco (Fig. 4).
In sintesi, la reazione di ozonizzazione di un olio vegetale
genera composti ossigenati come perossidi e aldeidi
(Almeida et al 2012). I perossidi sono i prodotti più impor-
tanti e comprendono ozonidi, idroperossidi e perossidi
polimerici, responsabili delle numerose attività biologiche
ascritte agli oli ozonizzati (Díaz et al., 2006) (Fig. 5).
1. Introduzione
L'Ozono (O ) è un gas altamente instabile che si forma 3
nella stratosfera per l'azione delle radiazioni ultraviolette
sull'ossigeno biatomico (O ) che viene scisso e ricombina-2
to in una nuova forma allotropica a 3 atomi (Fig. 1). È un
gas di colore bluastro, molto solubile in acqua (circa il dop-
pio dell'O ) e presenta un odore caratteristico pungente, 2
agliaceo, simile a erba recisa.
Per la sua potente azione ossidante, l'ozono viene impie-
gato da anni in forma gassosa in medicina, per via sottocu-
tanea, intramuscolare, intrarticolare, endovenosa e rettale,
nel trattamento di affezioni neurologiche, vascolari, reuma-
tologiche, odontostomatologiche, dermatologiche e oftal-
mologiche.
L'ozono fu scoperto nel 1832 da Schonbein, il quale ne
descrisse l'odore caratteristico e l'elevata capacità ossi-
dante. Nel 1857 Von Siemens costruì il primo generatore di
ozono. Nel 1892 The Lancet pubblicò un articolo che
descriveva la somministrazione di ozono per il trattamento
della tubercolosi. Le prime applicazioni importanti in
campo medico si ebbero durante la prima guerra mondia-
le, quando centinaia di soldati con ferite settiche vennero
trattati da Wolf con ozono medicale. Nel 1932 Payr intro-
dusse l'uso dell'ossigeno-ozonoterapia nella chirurgia
generale, trattando ulcere e fistole settiche. L'ossigeno-
ozonoterapia è oggi ampiamente utilizzata particolarmente
in Germania, in Svizzera e a Cuba. È riconosciuta anche in
Russia, India, Giappone, Cina, Messico, Canada e negli
USA. In Italia ha avuto ufficialmente inizio nel 1983, con la
costituzione della Società Italiana di Ossigeno-
Ozonoterapia (SIOOT).
Negli ultimi anni si è diffuso anche l'uso di prodotti a base di
derivati dell'ozono, come oli ozonizzati ottenuti dalla rea-
zione di ozonizzazione degli acidi grassi contenuti in oli
vegetali (di oliva o di girasole) trattati con ozono gassoso in
appositi miscelatori. La reazione di ozonizzazione genera
dei prodotti chiamati ozonidi o ozonuri, che a differenza
dell'ozono sono stabili e possono essere impiegati per la
preparazione di creme e di altre formulazioni per uso topico
con attività antibatteriche, antivirali e antifungine, immuno-
stimolanti e stimolanti la guarigione tissutale (Bocci, 2002).
Tali preparati sono utilizzati: in dermatologia, nel trattamen-
to coadiuvante di infezioni croniche anaerobiche ed erpeti-
che di aree cutanee e mucosali (Valacchi et al., 2005), nel
trattamento di ferite, ulcere trofiche, ustioni e piaghe da
decubito, della cellulite e dell'acne; in ginecologia, nel trat-
tamento coadiuvante di ragadi anali e vulvovaginiti; in odon-
toiatria, nelle gengiviti (Bocci, 2005), (Matsumoto et al.,
2001).
2. La reazione di ozonizzazione degli oli vegetali
La reazione di ozonizzazione di un olio è un processo chi-
mico che prevede l'esposizione dell'olio vegetale (di oliva o
di girasole) ad un flusso continuo di ozono gassoso. Inte-
ressa principalmente i doppi legami -C=C- degli acidi gras-
si insaturi contenuti nell'olio e produce derivati stabili
dell'ozono tramite una sequenza di reazioni e la formazio-
ne di diversi intermedi chiamati ozonidi o intermedi Crie-
gee, che possiedono una struttura ad anello trioxolano a
cinque atomi (R. Criegee, 1975; Diaz et al, 1997) (Fig. 2).
3. Meccanismi di azione dell’ozono e degli oli ozonizzati
Il meccanismo di azione alla base delle diverse attività
attribuite all'ozono e ai sui derivati contenuti in un olio ozo-
nizzato, non è completamente chiaro e, ad oggi è ancora
oggetto di studio. Una prima ipotesi prevede che gli ozoni-
di, a contatto con gli essudati caldi di una lesione tissutale,
si decompongono liberando ozono reattivo (O ), molto 3
solubile in acqua, che a sua volta genera perossido di idro-
geno (H O ) e lipoperossidi, responsabili delle attività attri-2 2
buite agli oli ozonizzati (Bocci, 2005), (Valacchi et al.,
2005), (Menendez et al., 2008).
In sintesi, i principali meccanismi d'azione ipotizzati per
l'ozono e i suoi derivati sono i seguenti:
1) Ossidazione diretta (attività antimicrobica e stimolante la
guarigione tissutale): gli ozonidi a contatto con gli essudati
biologici rilasciano lentamente O , trioxolano e lipoperossi-3
di in grado di distruggere, per ossidazione, diversi agenti
patogeni (batteri, virus, funghi) (Sechi et al, 2000; Valacchi
et al, 2005; Guinesi et al, 2011). Tali composti interagisco-
no con i fosfolipidi della membrana determinando lisi batte-
rica, (Sechi LA et al, 2001), bloccano vie enzimatiche come
la respirazione cellulare (Nevee 2006) e gli enzimi litici
utilizzati dai virus per colonizzare organi e tessuti (Sechi LA
et al 2001). Inoltre rilasciano O e H O responsabili 2 2 2
dell’azione disinfettante protratta e stimolante la prolifera-
zione dei fibroblasti e dei cheratinoblasti nei processi di
guarigione tissutale (Valacchi et al., 2011).
2) Rilascio di fattori di crescita (attività stimolante la guari-
Figura 1. Rappresentazione della reazione di formazionedell'ozono (O ) nella stratosfera.3
Radiazioneluminosa
O2 O O
O2O O3
+ calore
molozonide ozonide
Figura 2. Rappresentazione schematica del meccanismodi formazione degli ozonidi o intermedi Criegee.
O3
C C
OO O
C C
O O
C C
O
Figura 3. Rappresentazione del meccanismo di ozonizzazione(o ozonolisi) proposto da R. Criegee.
1,3cicloaddizione
retro-1,3cicloaddizione
O
1R 3R
2R 4R
OO O
1R 4R3R2R
OO
ruotazione
idrolisi inpresenzadi agentiossidantio riducenti
O
1R 4R3R2R
OO
molozonide
O1R
4R
3R
2RO
O
1R2R
4R
3R
OO
O
trioxolano
Zn
idrolisi riduttiva
H O2 2
idrolisi ossidativa
1R
2RC O O C
H
3RH O2
O O C3
R
HO1R
2RC
1R2R
O
O OC C
H
3R
ozonide
Figura 4. Idrolisi dell'intermedio ozonide trioxolano.
Figura 5. Formazione di perossido lipidico durante la reazionedi lipoperossidazione tra un acido grasso insaturo e ozono.
Acido grasso insaturo Perossido lipidico
R
H
R
OOHO3
carbonile +carbonil ossido
(intermedio Criegee)
Il meccanismo della reazione di ozonizzazione (o ozonoli-
si) proposto da Rudolf Criegee nel 1953, prevede che
l'alchene e l'ozono formino un molozonide, tramite una
reazione di cicloaddizione 1,3-dipolare. Successivamente,
il molozonide subisce una retro-cicloaddizione 1,3-
dipolare liberando il corrispondente ossido di carbonile
(intermedio Criegee) e una aldeide o un chetone.
L'intermedio Criegee subisce di nuovo una cicloaddizione
1,3-dipolare con una aldeide o un chetone e produce un
altro ozonide intermedio, detto trioxolano (Fig. 3).
Il trioxolano, in ambiente acido, subisce una reazione di
idrolisi che libera acidi carbossilici e chetoni, se avviene in
presenza di un agente ossidante (H O ), o libera aldeidi e 2 2
chetoni, se avviene in presenza di un agente riducente
come lo zinco (Fig. 4).
In sintesi, la reazione di ozonizzazione di un olio vegetale
genera composti ossigenati come perossidi e aldeidi
(Almeida et al 2012). I perossidi sono i prodotti più impor-
tanti e comprendono ozonidi, idroperossidi e perossidi
polimerici, responsabili delle numerose attività biologiche
ascritte agli oli ozonizzati (Díaz et al., 2006) (Fig. 5).
1. Introduzione
L'Ozono (O ) è un gas altamente instabile che si forma 3
nella stratosfera per l'azione delle radiazioni ultraviolette
sull'ossigeno biatomico (O ) che viene scisso e ricombina-2
to in una nuova forma allotropica a 3 atomi (Fig. 1). È un
gas di colore bluastro, molto solubile in acqua (circa il dop-
pio dell'O ) e presenta un odore caratteristico pungente, 2
agliaceo, simile a erba recisa.
Per la sua potente azione ossidante, l'ozono viene impie-
gato da anni in forma gassosa in medicina, per via sottocu-
tanea, intramuscolare, intrarticolare, endovenosa e rettale,
nel trattamento di affezioni neurologiche, vascolari, reuma-
tologiche, odontostomatologiche, dermatologiche e oftal-
mologiche.
L'ozono fu scoperto nel 1832 da Schonbein, il quale ne
descrisse l'odore caratteristico e l'elevata capacità ossi-
dante. Nel 1857 Von Siemens costruì il primo generatore di
ozono. Nel 1892 The Lancet pubblicò un articolo che
descriveva la somministrazione di ozono per il trattamento
della tubercolosi. Le prime applicazioni importanti in
campo medico si ebbero durante la prima guerra mondia-
le, quando centinaia di soldati con ferite settiche vennero
trattati da Wolf con ozono medicale. Nel 1932 Payr intro-
dusse l'uso dell'ossigeno-ozonoterapia nella chirurgia
generale, trattando ulcere e fistole settiche. L'ossigeno-
ozonoterapia è oggi ampiamente utilizzata particolarmente
in Germania, in Svizzera e a Cuba. È riconosciuta anche in
Russia, India, Giappone, Cina, Messico, Canada e negli
USA. In Italia ha avuto ufficialmente inizio nel 1983, con la
costituzione della Società Italiana di Ossigeno-
Ozonoterapia (SIOOT).
Negli ultimi anni si è diffuso anche l'uso di prodotti a base di
derivati dell'ozono, come oli ozonizzati ottenuti dalla rea-
zione di ozonizzazione degli acidi grassi contenuti in oli
vegetali (di oliva o di girasole) trattati con ozono gassoso in
appositi miscelatori. La reazione di ozonizzazione genera
dei prodotti chiamati ozonidi o ozonuri, che a differenza
dell'ozono sono stabili e possono essere impiegati per la
preparazione di creme e di altre formulazioni per uso topico
con attività antibatteriche, antivirali e antifungine, immuno-
stimolanti e stimolanti la guarigione tissutale (Bocci, 2002).
Tali preparati sono utilizzati: in dermatologia, nel trattamen-
to coadiuvante di infezioni croniche anaerobiche ed erpeti-
che di aree cutanee e mucosali (Valacchi et al., 2005), nel
trattamento di ferite, ulcere trofiche, ustioni e piaghe da
decubito, della cellulite e dell'acne; in ginecologia, nel trat-
tamento coadiuvante di ragadi anali e vulvovaginiti; in odon-
toiatria, nelle gengiviti (Bocci, 2005), (Matsumoto et al.,
2001).
2. La reazione di ozonizzazione degli oli vegetali
La reazione di ozonizzazione di un olio è un processo chi-
mico che prevede l'esposizione dell'olio vegetale (di oliva o
di girasole) ad un flusso continuo di ozono gassoso. Inte-
ressa principalmente i doppi legami -C=C- degli acidi gras-
si insaturi contenuti nell'olio e produce derivati stabili
dell'ozono tramite una sequenza di reazioni e la formazio-
ne di diversi intermedi chiamati ozonidi o intermedi Crie-
gee, che possiedono una struttura ad anello trioxolano a
cinque atomi (R. Criegee, 1975; Diaz et al, 1997) (Fig. 2).
3. Meccanismi di azione dell’ozono e degli oli ozonizzati
Il meccanismo di azione alla base delle diverse attività
attribuite all'ozono e ai sui derivati contenuti in un olio ozo-
nizzato, non è completamente chiaro e, ad oggi è ancora
oggetto di studio. Una prima ipotesi prevede che gli ozoni-
di, a contatto con gli essudati caldi di una lesione tissutale,
si decompongono liberando ozono reattivo (O ), molto 3
solubile in acqua, che a sua volta genera perossido di idro-
geno (H O ) e lipoperossidi, responsabili delle attività attri-2 2
buite agli oli ozonizzati (Bocci, 2005), (Valacchi et al.,
2005), (Menendez et al., 2008).
In sintesi, i principali meccanismi d'azione ipotizzati per
l'ozono e i suoi derivati sono i seguenti:
1) Ossidazione diretta (attività antimicrobica e stimolante la
guarigione tissutale): gli ozonidi a contatto con gli essudati
biologici rilasciano lentamente O , trioxolano e lipoperossi-3
di in grado di distruggere, per ossidazione, diversi agenti
patogeni (batteri, virus, funghi) (Sechi et al, 2000; Valacchi
et al, 2005; Guinesi et al, 2011). Tali composti interagisco-
no con i fosfolipidi della membrana determinando lisi batte-
rica, (Sechi LA et al, 2001), bloccano vie enzimatiche come
la respirazione cellulare (Nevee 2006) e gli enzimi litici
utilizzati dai virus per colonizzare organi e tessuti (Sechi LA
et al 2001). Inoltre rilasciano O e H O responsabili 2 2 2
dell’azione disinfettante protratta e stimolante la prolifera-
zione dei fibroblasti e dei cheratinoblasti nei processi di
guarigione tissutale (Valacchi et al., 2011).
2) Rilascio di fattori di crescita (attività stimolante la guari-
Figura 1. Rappresentazione della reazione di formazionedell'ozono (O ) nella stratosfera.3
Radiazioneluminosa
O2 O O
O2O O3
+ calore
molozonide ozonide
Figura 2. Rappresentazione schematica del meccanismodi formazione degli ozonidi o intermedi Criegee.
O3
C C
OO O
C C
O O
C C
O
Figura 3. Rappresentazione del meccanismo di ozonizzazione(o ozonolisi) proposto da R. Criegee.
1,3cicloaddizione
retro-1,3cicloaddizione
O
1R 3R
2R 4R
OO O
1R 4R3R2R
OO
ruotazione
idrolisi inpresenzadi agentiossidantio riducenti
O
1R 4R3R2R
OO
molozonide
O1R
4R
3R
2RO
O
1R2R
4R
3R
OO
O
trioxolano
Zn
idrolisi riduttiva
H O2 2
idrolisi ossidativa
1R
2RC O O C
H
3RH O2
O O C3
R
HO1R
2RC
1R2R
O
O OC C
H
3R
ozonide
Figura 4. Idrolisi dell'intermedio ozonide trioxolano.
Figura 5. Formazione di perossido lipidico durante la reazionedi lipoperossidazione tra un acido grasso insaturo e ozono.
Acido grasso insaturo Perossido lipidico
R
H
R
OOHO3
carbonile +carbonil ossido
(intermedio Criegee)
Antiossidante
Radicale libero
4. Attività dell’ozono e degli oli ozonizzati
4.1 Attività stimolante la guarigione tissutale (wound
healing)
Il processo di guarigione delle ferite e delle lesioni tissutali
può essere schematizzato in 3 fasi successive (Fig.7):
- Fase I: fase infiammatoria, di solito della durata di 2-3
giorni. Oltre alla risposta infiammatoria può subentrare
una infezione batterica successiva al trauma.
- Fase II: fase proliferativa, intermedia, con durata di
circa 2 settimane. È caratterizzata dalla formazione di
tessuto di granulazione e di nuovi vasi sanguigni
(angiogenesi), dalla migrazione e proliferazione dei
fibroblasti e cheratinociti e dalla deposizione di matrice
extracellulare (fibronectina, collagene III / I, acido
ialuronico e condroitinsolfato).
- Fase III: fase di rimodellamento del tessuto cicatriziale
finale, con durata variabile, da poche settimane fino a 2
anni. In alcuni casi, un eccessivo rilascio del fattore di
crescita TGF-β 1 può stimolare una eccessiva formazione
di tessuto fibroso cheloide (Bocci, 2005).
L’ozono e i suoi derivati possono intervenire in tutte le fasi
del processo di guarigione tissutale, impedendo la
cronicizzazione dell'infiammazione, la comparsa di una
superinfezione batterica e l'eccessiva formazione di
tessuto cheloide e velocizzando il processo di
rigenerazione dei vari strati del tessuto (wound healing). Il
meccanismo di azione alla base delle proprietà favorenti
la riparazione delle ferite, proprie dell'ozono e degli oli
ozonizzati, è da ricondurre alla stimolazione del rilascio di
fattori di crescita (Schult, 1981), alla attivazione dei
meccanismi antiossidanti endogeni (Zamora et al,
2007,2008) e del metabolismo tissutale (Silveira et al,
2008), oltre all'effetto antimicrobico.
Uno studio del 2008 ha valutato gli effetti terapeutici di un
olio ozonizzato su un modello di ferita ulcerativa, generata
su cavie da laboratorio, nella riduzione dei tempi di
guarigione tissutale. Gli autori hanno esaminato l'effetto
dell'applicazione topica di un olio ozonizzato (gruppo
ozono), rispetto ad olio d'oliva puro (gruppo olio) e a
nessun trattamento (gruppo di controllo). Il gruppo trattato
con olio ozonizzato mostrava una riduzione significativa
delle dimensioni della ferita già dopo 5 giorni (p<0,01)
rispetto al gruppo trattato con solo olio d'oliva e al gruppo
senza trattamento. Nel gruppo trattato con olio ozonizzato
gione tissutale): l'O e gli altri composti ottenuti durante la 3
reazione di ozonizzazione di un olio, stimolano il rilascio di
fattori di crescita dalle piastrine (Bocci, 2005) o dai tessuti,
in particolare di PDGF, TGF-β, e VEGF, responsabili a loro
volta del rimodellamento e della guarigione tissutale (Kim
et al., 2008, Valacchi, 2011).
3) Precondizionamento ossidativo (azione antiossidante
indiretta e stimolante il metabolismo tissutale): l'ozono è un
forte ossidante, ma somministrato a dosi controllate, tera-
peutiche, promuove un adattamento delle cellule allo
stress ossidativo (precondizionamento ossidativo) e svol-
ge una azione antiossidante indiretta, attivando i meccani-
smi antiossidanti endogeni. In particolare l'ozono stimola la
trascrizione degli enzimi ad azione antiossidante Superos-
sido dismutasi (SOD), Glutatione perossidasi (GPX) e
Catalasi, coinvolti nello scavenging dei perossidi e dei radi-
cali dell'ossigeno (ROS) (Zamora et al., 2007, 2008) (Sil-
veira et al., 2007). La attivazione di sistemi enzimatici
antiossidanti contribuisce ad accelerare la glicolisi negli
eritrociti, stimolare la produzione di sostanze deossige-
nanti come il 2,3 difosfoglicerato, stimolare il rilascio di ossi-
geno nei tessuti e quindi anche il rimodellamento e la gua-
rigione tissutale.
Altri meccanismi di azione ipotizzati per l'ozono e i suoi
derivati dell'ozono sono:
Attivazione del ciclo dell'acido citrico e conseguente
aumento della attività del sistema di trasporto mitocondria-
le, della fluidità del sangue, della pressione parziale arte-
riosa (pO ) e della flessibilità degli eritrociti.2
Modulazione metabolica dei lipidi e aumento del rilascio
dei derivati dell'acido arachidonico.
Stimolazione del sistema immunitario tramite l'induzione
del rilascio di alcune citochine come IFN-γ, TNF-α e IL-2.
(Elvis 2011), (NFOZONO n.5 / 30 Set 1998)
Figura 6. Schema delle principali attività e dei meccanismidi azione ipotizzati per l'ozono e per i suoi derivati.
Attività stimolantela guarigione e ilrimodellamento
tissutale
Attività antibatterica,antivirale, antifungina
Attivitàimmunostimolante
Attivitàantiossidante
indiretta
Blocco della respirazione cellulare,distruzione delle proteine di membrana(lisi batterica) e degli enzimi litici
Ossidazione diretta da parte di derivatiozonidi e idroperossido
Rilascio di citochineIFN-ϒ, TNF-β e IL-2
Miglioramento del microcircolo e aumentodel trasporto di ossigeno ai tessuti
Rilascio fattori di crescitaPDGF, TGF-β, e VEGF
Attivazione del ciclo dell'acido citrico eaumento attività mitocondriale
Modulazione del metabolismo dei lipidi e delrilascio dei derivati dell'acido arcachidonico
Precondizionamento ossidativocon stimolazione degli enzimi antiossidantiendogeni SOD, GPx e Catalasi
O3
O3
O3
coagulazione fibroblasti macrofagi vasisanguigni
Dannotissutale
ed emorragia Fase I: infiammatoria Fase II: proliferativa Fase III: di rimodellamento
proliferazione dei fibroblasti epidermiderigenerata
dermarigenerato
AZIONI DEGLI OLI OZONIZZATI
Rilascio di fattori di crescitaAttività antimicrobica
Attivazione delle difeseantiossidanti locali
Promozione dellariparazione tissutale
Fig.7. Fasi del processo di guarigione tissutale e probabile meccanismo di azione degli oli ozonizzati.
Attivitàantinfiammatoria
Antiossidante
Radicale libero
4. Attività dell’ozono e degli oli ozonizzati
4.1 Attività stimolante la guarigione tissutale (wound
healing)
Il processo di guarigione delle ferite e delle lesioni tissutali
può essere schematizzato in 3 fasi successive (Fig.7):
- Fase I: fase infiammatoria, di solito della durata di 2-3
giorni. Oltre alla risposta infiammatoria può subentrare
una infezione batterica successiva al trauma.
- Fase II: fase proliferativa, intermedia, con durata di
circa 2 settimane. È caratterizzata dalla formazione di
tessuto di granulazione e di nuovi vasi sanguigni
(angiogenesi), dalla migrazione e proliferazione dei
fibroblasti e cheratinociti e dalla deposizione di matrice
extracellulare (fibronectina, collagene III / I, acido
ialuronico e condroitinsolfato).
- Fase III: fase di rimodellamento del tessuto cicatriziale
finale, con durata variabile, da poche settimane fino a 2
anni. In alcuni casi, un eccessivo rilascio del fattore di
crescita TGF-β 1 può stimolare una eccessiva formazione
di tessuto fibroso cheloide (Bocci, 2005).
L’ozono e i suoi derivati possono intervenire in tutte le fasi
del processo di guarigione tissutale, impedendo la
cronicizzazione dell'infiammazione, la comparsa di una
superinfezione batterica e l'eccessiva formazione di
tessuto cheloide e velocizzando il processo di
rigenerazione dei vari strati del tessuto (wound healing). Il
meccanismo di azione alla base delle proprietà favorenti
la riparazione delle ferite, proprie dell'ozono e degli oli
ozonizzati, è da ricondurre alla stimolazione del rilascio di
fattori di crescita (Schult, 1981), alla attivazione dei
meccanismi antiossidanti endogeni (Zamora et al,
2007,2008) e del metabolismo tissutale (Silveira et al,
2008), oltre all'effetto antimicrobico.
Uno studio del 2008 ha valutato gli effetti terapeutici di un
olio ozonizzato su un modello di ferita ulcerativa, generata
su cavie da laboratorio, nella riduzione dei tempi di
guarigione tissutale. Gli autori hanno esaminato l'effetto
dell'applicazione topica di un olio ozonizzato (gruppo
ozono), rispetto ad olio d'oliva puro (gruppo olio) e a
nessun trattamento (gruppo di controllo). Il gruppo trattato
con olio ozonizzato mostrava una riduzione significativa
delle dimensioni della ferita già dopo 5 giorni (p<0,01)
rispetto al gruppo trattato con solo olio d'oliva e al gruppo
senza trattamento. Nel gruppo trattato con olio ozonizzato
gione tissutale): l'O e gli altri composti ottenuti durante la 3
reazione di ozonizzazione di un olio, stimolano il rilascio di
fattori di crescita dalle piastrine (Bocci, 2005) o dai tessuti,
in particolare di PDGF, TGF-β, e VEGF, responsabili a loro
volta del rimodellamento e della guarigione tissutale (Kim
et al., 2008, Valacchi, 2011).
3) Precondizionamento ossidativo (azione antiossidante
indiretta e stimolante il metabolismo tissutale): l'ozono è un
forte ossidante, ma somministrato a dosi controllate, tera-
peutiche, promuove un adattamento delle cellule allo
stress ossidativo (precondizionamento ossidativo) e svol-
ge una azione antiossidante indiretta, attivando i meccani-
smi antiossidanti endogeni. In particolare l'ozono stimola la
trascrizione degli enzimi ad azione antiossidante Superos-
sido dismutasi (SOD), Glutatione perossidasi (GPX) e
Catalasi, coinvolti nello scavenging dei perossidi e dei radi-
cali dell'ossigeno (ROS) (Zamora et al., 2007, 2008) (Sil-
veira et al., 2007). La attivazione di sistemi enzimatici
antiossidanti contribuisce ad accelerare la glicolisi negli
eritrociti, stimolare la produzione di sostanze deossige-
nanti come il 2,3 difosfoglicerato, stimolare il rilascio di ossi-
geno nei tessuti e quindi anche il rimodellamento e la gua-
rigione tissutale.
Altri meccanismi di azione ipotizzati per l'ozono e i suoi
derivati dell'ozono sono:
Attivazione del ciclo dell'acido citrico e conseguente
aumento della attività del sistema di trasporto mitocondria-
le, della fluidità del sangue, della pressione parziale arte-
riosa (pO ) e della flessibilità degli eritrociti.2
Modulazione metabolica dei lipidi e aumento del rilascio
dei derivati dell'acido arachidonico.
Stimolazione del sistema immunitario tramite l'induzione
del rilascio di alcune citochine come IFN-γ, TNF-α e IL-2.
(Elvis 2011), (NFOZONO n.5 / 30 Set 1998)
Figura 6. Schema delle principali attività e dei meccanismidi azione ipotizzati per l'ozono e per i suoi derivati.
Attività stimolantela guarigione e ilrimodellamento
tissutale
Attività antibatterica,antivirale, antifungina
Attivitàimmunostimolante
Attivitàantiossidante
indiretta
Blocco della respirazione cellulare,distruzione delle proteine di membrana(lisi batterica) e degli enzimi litici
Ossidazione diretta da parte di derivatiozonidi e idroperossido
Rilascio di citochineIFN-ϒ, TNF-β e IL-2
Miglioramento del microcircolo e aumentodel trasporto di ossigeno ai tessuti
Rilascio fattori di crescitaPDGF, TGF-β, e VEGF
Attivazione del ciclo dell'acido citrico eaumento attività mitocondriale
Modulazione del metabolismo dei lipidi e delrilascio dei derivati dell'acido arcachidonico
Precondizionamento ossidativocon stimolazione degli enzimi antiossidantiendogeni SOD, GPx e Catalasi
O3
O3
O3
coagulazione fibroblasti macrofagi vasisanguigni
Dannotissutale
ed emorragia Fase I: infiammatoria Fase II: proliferativa Fase III: di rimodellamento
proliferazione dei fibroblasti epidermiderigenerata
dermarigenerato
AZIONI DEGLI OLI OZONIZZATI
Rilascio di fattori di crescitaAttività antimicrobica
Attivazione delle difeseantiossidanti locali
Promozione dellariparazione tissutale
Fig.7. Fasi del processo di guarigione tissutale e probabile meccanismo di azione degli oli ozonizzati.
Attivitàantinfiammatoria
5. Usi dell’ozono e degli oli ozonizzati
in dermatologia
Le proprietà antibatteriche, antivirali, antifungine e
stimolanti la guarigione delle ferite, dell'ozono e degli oli
ozonizzati sono riconosciute e apprezzate da anni in
dermatologia. Miscele di derivati della ozonizzazione di
oli vegetali sono utilizzate nel trattamento delle infezioni
della pelle (dermatiti, piaghe, ferite infette, fistole, acne,
ustioni e ulcere), nel trattamento di infezioni del naso e
dell'orecchio, nelle infezioni vaginali (Brevetti USA N.
984.722, N. 5.270.344, N. 5.364.879, N. 2.356.062 N.
3.504.038) e nel post-operatorio. Sono utilizzate anche
nel trattamento delle ulcere gastroduodenali (Brevetto
WO 01/37829 A1), nelle infezioni intestinali (Brevetto
USA N. 5.364.879) o nella erisipela (Brevetto RU N.
2040235 A) e recentemente nel trattamento delle
infezioni da Giardia lamblia (Brevetto WO N.01/37829
A1) Tynea Pedis, Herpes simplex recidivante a livello
vaginale ed Helicobacter pylori (Menendez et al., 2005).
Inoltre sono utilizzati nel trattamento di infezioni causate
da ossiuri, papilloma virus (HPV), funghi e microrganismi
come la Candida (Brevetto WO N. 03/085072 A1). Altri
usi dell'ozono e dei suoi derivati in dermatologia sono il
trattamento coadiuvante delle ferite croniche come il
piede diabetico, delle ulcere profonde di pazienti
aterosclerotici e/o oncologici, delle piaghe da decubito e
dell'acne difficili da risolvere (Travagli et al. 2010).
Gli oli ozonizzati sono utilizzati da anni anche in
cosmetica. Dal 1950, in Francia, soluzioni oleose
ozonizzate sono impiegate nella preparazione di creme
e/o prodotti da bagno ad azione depurativa, lenitiva,
elasticizzante e stimolante la ossigenazione e la
rigenerazione del tessuto epidermico (Brevetto WO
01/37829 A1).
6 Usi e possibili applicazioni dell’ozono e degli oli
ozonizzati in oftalmologia
Le possibili applicazioni terapeutiche dell'ozono in ambito
oftalmico sono da anni oggetto di studio, in diversi centri
di oculistica nel modo, in particolare nelle cliniche oftalmi-
che di Cuba. Nei centri oftalmici cubani, dal 1990, l'ozono
è utilizzato in forma gassosa, principalmente tramite la
rinfusione di sangue trattato con una miscela gassosa di
ossigeno e ozono o la insufflazione rettale della miscela
dei due gas, nel trattamento coadiuvante di patologie
oftalmiche come la retinite pigmentosa, le disfunzioni del
nervo ottico (atrofia ottica), il glaucoma ad angolo aperto,
la retinopatia diabetica e la miopia. In tutte queste patolo-
gie oftalmiche, il trattamento con ozonoterapia ha portato
a miglioramenti significativi della salute generale degli
occhi del paziente, valutabili in termini di un miglioramen-
to della acuità visiva e del campo visivo.
Anche in Italia, dove la ricerca sulle possibili applicazioni
terapeutiche dell'ozono nei vari ambiti di medicina è ini-
ziata circa a metà del secolo scorso, sono stati pubblicati
diversi studi pilota effettuati su pazienti con patologie reti-
niche, come la degenerazione maculare senile (DMLE)
trattati con ozono per insufflazione rettale o per grande
autoemoinfusione (rinfusione di sangue prelevato dal
paziente e trattato con una miscela gassosa di ossigeno
e ozono).
In uno studio del 1990, 20 pazienti affetti da degenerazio-
ne maculare senile (DMLE), sono stati trattati per 4 mesi
con una miscela gassosa di ossigeno e ozono, sommini-
strata tramite la tecnica di grande autoemoinfusione, e si
è osservata la progressione della patologia valutando le
aree interessate da drusen e da neovascolarizzazione e
le variazioni della acuità visiva. I risultati hanno dimostra-
to un miglioramento delle condizioni generali di salute
degli occhi dei pazienti trattati con ozono e una riduzione
della progressione della patologia (E. Riva Sanseverino,
1990). Un secondo studio effettuato su pazienti con dege-
nerazione maculare senile, ha dimostrato un migliora-
mento della acuità visiva nel 64% dei pazienti trattati con
ozono per sole 2 settimane (Diadori, 1996).
Uno studio del 1996 ha valutato l'efficacia di un ciclo di
terapia con ossigeno e ozono in forma gassosa in un
paziente con distacco dell'epitelio pigmentato retinico
(EPR) ed epiteliopatia retinica diffusa, dimostrando che
l'ozonoterapia può essere proposta come supporto alla
è stato anche rilevato, dopo 7 giorni, un significativo
aumento di attività delle fibre di collagene e un maggior
numero di fibroblasti, rispetto ai due altri gruppi. Inoltre è
stata dimostrata una up-pregulation dei fattori di crescita
PDGF, TGF-β e VEGF (Kim et al. 2008).
In un secondo studio condotto su 30 pazienti con ustioni
cutanee di 2° grado in fase di riepitelizzazione,
confrontando l'olio di girasole ozonizzato con acido
ialuronico, applicati a livello topico su due porzioni di pelle
separate, 1 volta al giorno, per 12 settimane, l'olio
ozonizzato è risultato più efficace rispetto all'acido
ialuronico nella riduzione dei sintomi conseguenti
all'ustione e nel prevenire la iperpigmentazione post-
lesione (Campanati et al., 2013).
4.2 Attività antimicrobica
Numerosi studi hanno dimostrato l'elevata attività
antimicrobica dell'ozono e degli oli ozonizzati nei confronti
di numerosi ceppi batterici, tra i quali lo Staphylococcus
aureus e lo Pseudomonas aeruginosa (Menendez et al.,
2008), di funghi come Trichophyton, Epidermophyton e
Microsporum, di lieviti come Candida albicans e di
protozoi come Giardia lamblia (Menéndez et al, 2002;.
Neveen, 2006;. Hernandez et al, 2009).
Di seguito sono riportate le tabelle delle MIC (Minimal
Inhibitory Concentration, mg/ml) relative alla sensibilità di
diversi ceppi di microrganismi agli oli ozonizzati, raccolte
in una pubblicazione del 2001, che sottolinea l'ampio
spettro di azione antibatterica dei derivati dell'ozono e la
peculiare efficacia nei confronti di microrganismi
resistenti alle terapie antibiotiche standard (Tab. 1,2,3)
(Sechi LA e al, 2001).
Nel 2013 è stato pubblicato uno studio di confronto
dell'efficacia antimicrobica dell'olio extravergine di oliva
ozonizzato rispetto ad una soluzione di clorexidina
digluconato allo 0,2% e di iodopovidone al 10%,
attraverso il test di diffusione del disco. Lo studio ha
dimostrato risultati significativamente migliori dell'olio
ozonizzato rispetto alle due soluzioni di confronto verso i
principali patogeni parodontali (Montevecchi et al., 2013).
Tabella 1: Sensibilità di differenti specie di Micobatteriagli oli ozonizzati (Sechi LA et al 2001)
Specie (numero di ceppi)
M. tuberculosis H37 Rv (1)M. smegmatis mc155 (1)M. abscessus (1)M. aurum (1)M. avium (2)M. fortuitum (2)M. chelonae (2)M. tuberculosis (1)M. tuberculosis MDR (2)
-1MIC (mg ml )
0 950 952 370 952 370 95-2 372 370 950 95-2 37
Ceppi ATCC
Ent. hirae ATCC 9790Ent. faecalis ATCC 35038Ent. faecium ATCC 19474Ent. gallinarum ATCC 49573Ent. casseliflavus ATCC 25778Ent. maleodoratus ATCC 43197Ent. durans ATCC 19432Ent. solitarius ATCC 49428Ent. pseudoavium ATCC 49372Ent. avium ATCC 14025Ent. saccharolyticus ATCC 43076Ent. mundtii ATCC 43186Staph. aureus ATCC 29213Staph. epidermidis ATCC 4990E. coli ATCC 25922E. coli XL1Ps. aeruginosa ATCC 27853
-1MIC (mg ml )
9 59 59 52 379 54 759 59 59 59 59 52 379 52 374 751 184 75
Tabella 2: Sensibilità di differenti specie di enterococchi,stafilococchi, Escherichia coli e Pseudomonas aeruginosaagli oli ozonizzati (Sechi LA et al 2001)
Tabella 3: Sensibilità di differenti specie di micronrganismi aglioli ozonizzati (Sechi LA et al 2001)
Ceppi (numerodi microrganismi)
Ent. faecium (21)Ent. faecalis (10)Strep. pyogenes (40)Staph. aureus (50)Staph. epidermidis (19)E. coli (40)Ps. aeruginosa (40)
1 18-9 54 75-9 52 37-9 52 37-9 52 37-9 51 18-9 54 75-9 5
-1MIC (mg ml )
Range 50% 90%
4 754 754 754 754 754 754 75
9 59 59 59 59 59 54 75
5. Usi dell’ozono e degli oli ozonizzati
in dermatologia
Le proprietà antibatteriche, antivirali, antifungine e
stimolanti la guarigione delle ferite, dell'ozono e degli oli
ozonizzati sono riconosciute e apprezzate da anni in
dermatologia. Miscele di derivati della ozonizzazione di
oli vegetali sono utilizzate nel trattamento delle infezioni
della pelle (dermatiti, piaghe, ferite infette, fistole, acne,
ustioni e ulcere), nel trattamento di infezioni del naso e
dell'orecchio, nelle infezioni vaginali (Brevetti USA N.
984.722, N. 5.270.344, N. 5.364.879, N. 2.356.062 N.
3.504.038) e nel post-operatorio. Sono utilizzate anche
nel trattamento delle ulcere gastroduodenali (Brevetto
WO 01/37829 A1), nelle infezioni intestinali (Brevetto
USA N. 5.364.879) o nella erisipela (Brevetto RU N.
2040235 A) e recentemente nel trattamento delle
infezioni da Giardia lamblia (Brevetto WO N.01/37829
A1) Tynea Pedis, Herpes simplex recidivante a livello
vaginale ed Helicobacter pylori (Menendez et al., 2005).
Inoltre sono utilizzati nel trattamento di infezioni causate
da ossiuri, papilloma virus (HPV), funghi e microrganismi
come la Candida (Brevetto WO N. 03/085072 A1). Altri
usi dell'ozono e dei suoi derivati in dermatologia sono il
trattamento coadiuvante delle ferite croniche come il
piede diabetico, delle ulcere profonde di pazienti
aterosclerotici e/o oncologici, delle piaghe da decubito e
dell'acne difficili da risolvere (Travagli et al. 2010).
Gli oli ozonizzati sono utilizzati da anni anche in
cosmetica. Dal 1950, in Francia, soluzioni oleose
ozonizzate sono impiegate nella preparazione di creme
e/o prodotti da bagno ad azione depurativa, lenitiva,
elasticizzante e stimolante la ossigenazione e la
rigenerazione del tessuto epidermico (Brevetto WO
01/37829 A1).
6 Usi e possibili applicazioni dell’ozono e degli oli
ozonizzati in oftalmologia
Le possibili applicazioni terapeutiche dell'ozono in ambito
oftalmico sono da anni oggetto di studio, in diversi centri
di oculistica nel modo, in particolare nelle cliniche oftalmi-
che di Cuba. Nei centri oftalmici cubani, dal 1990, l'ozono
è utilizzato in forma gassosa, principalmente tramite la
rinfusione di sangue trattato con una miscela gassosa di
ossigeno e ozono o la insufflazione rettale della miscela
dei due gas, nel trattamento coadiuvante di patologie
oftalmiche come la retinite pigmentosa, le disfunzioni del
nervo ottico (atrofia ottica), il glaucoma ad angolo aperto,
la retinopatia diabetica e la miopia. In tutte queste patolo-
gie oftalmiche, il trattamento con ozonoterapia ha portato
a miglioramenti significativi della salute generale degli
occhi del paziente, valutabili in termini di un miglioramen-
to della acuità visiva e del campo visivo.
Anche in Italia, dove la ricerca sulle possibili applicazioni
terapeutiche dell'ozono nei vari ambiti di medicina è ini-
ziata circa a metà del secolo scorso, sono stati pubblicati
diversi studi pilota effettuati su pazienti con patologie reti-
niche, come la degenerazione maculare senile (DMLE)
trattati con ozono per insufflazione rettale o per grande
autoemoinfusione (rinfusione di sangue prelevato dal
paziente e trattato con una miscela gassosa di ossigeno
e ozono).
In uno studio del 1990, 20 pazienti affetti da degenerazio-
ne maculare senile (DMLE), sono stati trattati per 4 mesi
con una miscela gassosa di ossigeno e ozono, sommini-
strata tramite la tecnica di grande autoemoinfusione, e si
è osservata la progressione della patologia valutando le
aree interessate da drusen e da neovascolarizzazione e
le variazioni della acuità visiva. I risultati hanno dimostra-
to un miglioramento delle condizioni generali di salute
degli occhi dei pazienti trattati con ozono e una riduzione
della progressione della patologia (E. Riva Sanseverino,
1990). Un secondo studio effettuato su pazienti con dege-
nerazione maculare senile, ha dimostrato un migliora-
mento della acuità visiva nel 64% dei pazienti trattati con
ozono per sole 2 settimane (Diadori, 1996).
Uno studio del 1996 ha valutato l'efficacia di un ciclo di
terapia con ossigeno e ozono in forma gassosa in un
paziente con distacco dell'epitelio pigmentato retinico
(EPR) ed epiteliopatia retinica diffusa, dimostrando che
l'ozonoterapia può essere proposta come supporto alla
è stato anche rilevato, dopo 7 giorni, un significativo
aumento di attività delle fibre di collagene e un maggior
numero di fibroblasti, rispetto ai due altri gruppi. Inoltre è
stata dimostrata una up-pregulation dei fattori di crescita
PDGF, TGF-β e VEGF (Kim et al. 2008).
In un secondo studio condotto su 30 pazienti con ustioni
cutanee di 2° grado in fase di riepitelizzazione,
confrontando l'olio di girasole ozonizzato con acido
ialuronico, applicati a livello topico su due porzioni di pelle
separate, 1 volta al giorno, per 12 settimane, l'olio
ozonizzato è risultato più efficace rispetto all'acido
ialuronico nella riduzione dei sintomi conseguenti
all'ustione e nel prevenire la iperpigmentazione post-
lesione (Campanati et al., 2013).
4.2 Attività antimicrobica
Numerosi studi hanno dimostrato l'elevata attività
antimicrobica dell'ozono e degli oli ozonizzati nei confronti
di numerosi ceppi batterici, tra i quali lo Staphylococcus
aureus e lo Pseudomonas aeruginosa (Menendez et al.,
2008), di funghi come Trichophyton, Epidermophyton e
Microsporum, di lieviti come Candida albicans e di
protozoi come Giardia lamblia (Menéndez et al, 2002;.
Neveen, 2006;. Hernandez et al, 2009).
Di seguito sono riportate le tabelle delle MIC (Minimal
Inhibitory Concentration, mg/ml) relative alla sensibilità di
diversi ceppi di microrganismi agli oli ozonizzati, raccolte
in una pubblicazione del 2001, che sottolinea l'ampio
spettro di azione antibatterica dei derivati dell'ozono e la
peculiare efficacia nei confronti di microrganismi
resistenti alle terapie antibiotiche standard (Tab. 1,2,3)
(Sechi LA e al, 2001).
Nel 2013 è stato pubblicato uno studio di confronto
dell'efficacia antimicrobica dell'olio extravergine di oliva
ozonizzato rispetto ad una soluzione di clorexidina
digluconato allo 0,2% e di iodopovidone al 10%,
attraverso il test di diffusione del disco. Lo studio ha
dimostrato risultati significativamente migliori dell'olio
ozonizzato rispetto alle due soluzioni di confronto verso i
principali patogeni parodontali (Montevecchi et al., 2013).
Tabella 1: Sensibilità di differenti specie di Micobatteriagli oli ozonizzati (Sechi LA et al 2001)
Specie (numero di ceppi)
M. tuberculosis H37 Rv (1)M. smegmatis mc155 (1)M. abscessus (1)M. aurum (1)M. avium (2)M. fortuitum (2)M. chelonae (2)M. tuberculosis (1)M. tuberculosis MDR (2)
-1MIC (mg ml )
0 950 952 370 952 370 95-2 372 370 950 95-2 37
Ceppi ATCC
Ent. hirae ATCC 9790Ent. faecalis ATCC 35038Ent. faecium ATCC 19474Ent. gallinarum ATCC 49573Ent. casseliflavus ATCC 25778Ent. maleodoratus ATCC 43197Ent. durans ATCC 19432Ent. solitarius ATCC 49428Ent. pseudoavium ATCC 49372Ent. avium ATCC 14025Ent. saccharolyticus ATCC 43076Ent. mundtii ATCC 43186Staph. aureus ATCC 29213Staph. epidermidis ATCC 4990E. coli ATCC 25922E. coli XL1Ps. aeruginosa ATCC 27853
-1MIC (mg ml )
9 59 59 52 379 54 759 59 59 59 59 52 379 52 374 751 184 75
Tabella 2: Sensibilità di differenti specie di enterococchi,stafilococchi, Escherichia coli e Pseudomonas aeruginosaagli oli ozonizzati (Sechi LA et al 2001)
Tabella 3: Sensibilità di differenti specie di micronrganismi aglioli ozonizzati (Sechi LA et al 2001)
Ceppi (numerodi microrganismi)
Ent. faecium (21)Ent. faecalis (10)Strep. pyogenes (40)Staph. aureus (50)Staph. epidermidis (19)E. coli (40)Ps. aeruginosa (40)
1 18-9 54 75-9 52 37-9 52 37-9 52 37-9 51 18-9 54 75-9 5
-1MIC (mg ml )
Range 50% 90%
4 754 754 754 754 754 754 75
9 59 59 59 59 59 54 75
terapia medica e alla terapia laser in diverse patologie
retiniche. Il razionale della efficacia della ozonoterapia
nelle maculopatie è da ricercare nell'effetto positivo che
l'ozono svolge a livello del microcircolo e del metaboli-
smo cellulare, che favoriscono la rimozione del materiale
lipidico di scarto accumulato nell'EPR, e all'effetto antios-
sidante e antinfiammatorio propri dell'ozono (Perrone,
1996).
Nell'ultimo decennio sono stati pubblicati diversi studi
pilota, su animali e sull'uomo, su patologie oftalmiche
anche della superficie oculare di natura infettiva e trau-
matica trattate con ozonoterapia. Tali studi hanno valuta-
to gli effetti di alcune preparazioni a base di oli ozonizzati
applicate per via topica, nel trattamento di infezioni con-
giuntivali batteriche e virali, di cheratiti, cheratocongiunti-
viti e congiuntiviti emorragiche e di ulcere corneali, resi-
stenti alla terapia oftalmica tradizionale. Anche in tali
studi sono stati ottenuti risultati positivi, fin dai primi giorni
di trattamento, in termini di risoluzione dell'infezione e di
minor numero di giorni impiegati per la guarigione della
lesione epiteliale, per l'azione antimicrobica e stimolante
il rilascio di fattori di crescita tissutale dell'ozono
(INFOZONO - www.biaccabi.com/umana_arc.html).
Uno studio effettuato su 89 pazienti (134 occhi) con infe-
zioni congiuntivali e corneali di origine virale e infiamma-
zioni corneali, trattati con una soluzione di ozonidi in colli-
rio, ha dimostrato una significativa accelerazione dei
processi di guarigione della cornea (Gierek-Lapińska,
1992).
In uno studio del 2001 su conigli sottoposti a lavaggio
corneale con una soluzione a base di ozonidi in confronto
a iodopovidone allo 1,25%, è stato dimostrato che la pre-
parazione a base di olio ozonizzato è sicura e svolge una
efficace azione antisettica se utilizzata prima di un inter-
vento di chirurgia oftalmica (Kashiwagi k. 2001).
Un altro studio del 2007, condotto su animali affetti da
diverse patologie ulcerative croniche della superficie
oculare come cheratite, cheratocongiuntivite erpetica,
congiuntivite da Chlamidiophila felis, ulcera corneale
(erpetica o traumatica), e trattati con un collirio a base di
olio ozonizzato, ha dato risultati significativamente positi-
vi in termini di riduzione dell'infiammazione e di riduzione
dei tempi di cicatrizzazione, in confronto a trattamenti
tradizionali (Vigna, 2007).
In particolare lo studio ha valutato 59 gatti con le seguenti
patologie oculari:
- Cheratocongiuntivite erpetica (24 casi)
- Congiuntivite da Chlamidiophila felis (17 casi)
- Cheratocongiuntivite mista da virus herpes
- Chlamidiophila felis e micoplasma (7 casi)
- Ulcera corneale profonda erpetica e/o traumatica
(7 casi)
- Ulcera corneale per innesto chirurgico congiuntivale
(4 casi)
Tutti i casi sono stati trattati con un preparato in collirio a
base di olio ozonizzato. In caso di ulcera corneale, è stato
utilizzato anche un midriatico (tropicamide 0,12%) per 3
volte al giorno per evitare sinechie. Il follow-up è stato
fatto ogni 4 ore dopo l'innesto congiuntivale chirurgico,
ogni 24 ore nelle ulcere corneali e ogni 72 ore negli altri
casi. I risultati sono stati confrontati con la terapia stan-
dard a base di antibiotici in pomata somministrati local-
mente.
Cheratocongiuntivite erpetica (24 casi): la terapia con un
collirio a base di oli ozonizzati somministrato 3 volte al
giorno, ha portato, in tutti i casi trattati, ad un migliora-
mento della patologia in 5-6 giorni, nessun caso di ulcera
corneale perforata e una bassa percentuale di recidive
(8%).
Congiuntivite da Chlamidiophila felis (17 casi): tutti i casi
sono stati trattati con 2 gocce di preparato a base di olio
ozonizzato, ogni 8 ore, per 10 giorni (4 animali erano stati
trattati con cloranfenicolo senza risultati apprezzabili).
Dopo soli 3 giorni di trattamento con il preparato a base di
olio ozonizzato, tutti i gatti, compresi quelli refrattari alla
terapia antibiotica, hanno mostrato un significativo
miglioramento della patologia e dopo 10 giorni tutti
mostravano una completa guarigione. Non si sono verifi-
cate recidive.
Cheratocongiuntivite mista da herpes, Chlamidiophila f. e
micobatteri (7 casi): tutti i casi sono stati trattati con 2
gocce ogni 8 ore di preparato a base di olio ozonizzato e 1
goccia 2 volte al giorno di tropicamide 0,12%. Dopo 6
giorni di terapia con olio ozonizzato l'edema corneale era
scomparso e dopo 15 giorni si è valutata una risoluzione
completa dei sintomi e la guarigione delle ulcere corneali
erpetiche (fig. 8).
Ulcera corneale profonda (7 casi): in tali casi di norma si
procede con intervento chirurgico, ma non essendo stato
autorizzato dai proprietari degli animali, è stato sommini-
strato il preparato a base di olio ozonizzato, 3 gocce ogni
6 ore, più una goccia di tropicamide 0,12 % ogni 8 ore.
Inaspettatamente si è ottenuta la guarigione completa in
7-9 giorni in 6 casi su 7.
Ulcera corneale per innesto chirurgico congiuntivale (4
casi): dopo intervento chirurgico sono state somministra-
te 3 gocce del preparato in collirio a base di olio ozonizza-
to ogni 8 ore e il risultato è stato l'ottenimento della vasco-
larizzazione dell'innesto libero in 2 giorni e dell'integrità
corneale in 10 giorni (Vigna, 2007).
Lo studio, riportando risultati significativi in termini di
efficacia antibatterica e antivirale, e di guarigione tissuta-
le, di semplicità di somministrazione (due sole sommini-
strazioni giornaliere) e di sicurezza di utilizzo (non si sono
osservati effetti collaterali di alcun genere negli animali
trattati), sottolinea le elevate potenzialità dei derivati
dell'ozono e degli oli ozonizzati in campo oftalmico (Vi-
gna, 2007).
7. Sicurezza di utilizzo
L'ozono risulta un gas molto reattivo, irritante per la muco-
sa respiratoria se inalato puro. Le preparazioni a base di
derivati dell'ozono, come oli ozonizzati o il sangue trattato
con la miscela di gas di ossigeno e ozono poi rinfuso,
sono sicure e prive di reazioni avverse , come dimostrato
dall'ampio uso in medicina e dai test tossicologici, istolo-
gici, mutageni, genotossici e teratogeni, eseguiti su diver-
si preparati (Menendez et al., 2008). Non esistono dun-
que controindicazioni all'uso dell'ozono o degli oli ozoniz-
zati nei vari ambiti medici ad eccezione delle donne in
gravidanza in quanto non sono stati pubblicati, ad oggi,
studi su questa tipologia di pazienti.
Figura 8: Evoluzione di una ulcera corneale erpetica prima (A)e dopo (B) 6 giorni di trattamento con un preparato a basedi olio ozonizzato (Vigna, 2007)
B
A
terapia medica e alla terapia laser in diverse patologie
retiniche. Il razionale della efficacia della ozonoterapia
nelle maculopatie è da ricercare nell'effetto positivo che
l'ozono svolge a livello del microcircolo e del metaboli-
smo cellulare, che favoriscono la rimozione del materiale
lipidico di scarto accumulato nell'EPR, e all'effetto antios-
sidante e antinfiammatorio propri dell'ozono (Perrone,
1996).
Nell'ultimo decennio sono stati pubblicati diversi studi
pilota, su animali e sull'uomo, su patologie oftalmiche
anche della superficie oculare di natura infettiva e trau-
matica trattate con ozonoterapia. Tali studi hanno valuta-
to gli effetti di alcune preparazioni a base di oli ozonizzati
applicate per via topica, nel trattamento di infezioni con-
giuntivali batteriche e virali, di cheratiti, cheratocongiunti-
viti e congiuntiviti emorragiche e di ulcere corneali, resi-
stenti alla terapia oftalmica tradizionale. Anche in tali
studi sono stati ottenuti risultati positivi, fin dai primi giorni
di trattamento, in termini di risoluzione dell'infezione e di
minor numero di giorni impiegati per la guarigione della
lesione epiteliale, per l'azione antimicrobica e stimolante
il rilascio di fattori di crescita tissutale dell'ozono
(INFOZONO - www.biaccabi.com/umana_arc.html).
Uno studio effettuato su 89 pazienti (134 occhi) con infe-
zioni congiuntivali e corneali di origine virale e infiamma-
zioni corneali, trattati con una soluzione di ozonidi in colli-
rio, ha dimostrato una significativa accelerazione dei
processi di guarigione della cornea (Gierek-Lapińska,
1992).
In uno studio del 2001 su conigli sottoposti a lavaggio
corneale con una soluzione a base di ozonidi in confronto
a iodopovidone allo 1,25%, è stato dimostrato che la pre-
parazione a base di olio ozonizzato è sicura e svolge una
efficace azione antisettica se utilizzata prima di un inter-
vento di chirurgia oftalmica (Kashiwagi k. 2001).
Un altro studio del 2007, condotto su animali affetti da
diverse patologie ulcerative croniche della superficie
oculare come cheratite, cheratocongiuntivite erpetica,
congiuntivite da Chlamidiophila felis, ulcera corneale
(erpetica o traumatica), e trattati con un collirio a base di
olio ozonizzato, ha dato risultati significativamente positi-
vi in termini di riduzione dell'infiammazione e di riduzione
dei tempi di cicatrizzazione, in confronto a trattamenti
tradizionali (Vigna, 2007).
In particolare lo studio ha valutato 59 gatti con le seguenti
patologie oculari:
- Cheratocongiuntivite erpetica (24 casi)
- Congiuntivite da Chlamidiophila felis (17 casi)
- Cheratocongiuntivite mista da virus herpes
- Chlamidiophila felis e micoplasma (7 casi)
- Ulcera corneale profonda erpetica e/o traumatica
(7 casi)
- Ulcera corneale per innesto chirurgico congiuntivale
(4 casi)
Tutti i casi sono stati trattati con un preparato in collirio a
base di olio ozonizzato. In caso di ulcera corneale, è stato
utilizzato anche un midriatico (tropicamide 0,12%) per 3
volte al giorno per evitare sinechie. Il follow-up è stato
fatto ogni 4 ore dopo l'innesto congiuntivale chirurgico,
ogni 24 ore nelle ulcere corneali e ogni 72 ore negli altri
casi. I risultati sono stati confrontati con la terapia stan-
dard a base di antibiotici in pomata somministrati local-
mente.
Cheratocongiuntivite erpetica (24 casi): la terapia con un
collirio a base di oli ozonizzati somministrato 3 volte al
giorno, ha portato, in tutti i casi trattati, ad un migliora-
mento della patologia in 5-6 giorni, nessun caso di ulcera
corneale perforata e una bassa percentuale di recidive
(8%).
Congiuntivite da Chlamidiophila felis (17 casi): tutti i casi
sono stati trattati con 2 gocce di preparato a base di olio
ozonizzato, ogni 8 ore, per 10 giorni (4 animali erano stati
trattati con cloranfenicolo senza risultati apprezzabili).
Dopo soli 3 giorni di trattamento con il preparato a base di
olio ozonizzato, tutti i gatti, compresi quelli refrattari alla
terapia antibiotica, hanno mostrato un significativo
miglioramento della patologia e dopo 10 giorni tutti
mostravano una completa guarigione. Non si sono verifi-
cate recidive.
Cheratocongiuntivite mista da herpes, Chlamidiophila f. e
micobatteri (7 casi): tutti i casi sono stati trattati con 2
gocce ogni 8 ore di preparato a base di olio ozonizzato e 1
goccia 2 volte al giorno di tropicamide 0,12%. Dopo 6
giorni di terapia con olio ozonizzato l'edema corneale era
scomparso e dopo 15 giorni si è valutata una risoluzione
completa dei sintomi e la guarigione delle ulcere corneali
erpetiche (fig. 8).
Ulcera corneale profonda (7 casi): in tali casi di norma si
procede con intervento chirurgico, ma non essendo stato
autorizzato dai proprietari degli animali, è stato sommini-
strato il preparato a base di olio ozonizzato, 3 gocce ogni
6 ore, più una goccia di tropicamide 0,12 % ogni 8 ore.
Inaspettatamente si è ottenuta la guarigione completa in
7-9 giorni in 6 casi su 7.
Ulcera corneale per innesto chirurgico congiuntivale (4
casi): dopo intervento chirurgico sono state somministra-
te 3 gocce del preparato in collirio a base di olio ozonizza-
to ogni 8 ore e il risultato è stato l'ottenimento della vasco-
larizzazione dell'innesto libero in 2 giorni e dell'integrità
corneale in 10 giorni (Vigna, 2007).
Lo studio, riportando risultati significativi in termini di
efficacia antibatterica e antivirale, e di guarigione tissuta-
le, di semplicità di somministrazione (due sole sommini-
strazioni giornaliere) e di sicurezza di utilizzo (non si sono
osservati effetti collaterali di alcun genere negli animali
trattati), sottolinea le elevate potenzialità dei derivati
dell'ozono e degli oli ozonizzati in campo oftalmico (Vi-
gna, 2007).
7. Sicurezza di utilizzo
L'ozono risulta un gas molto reattivo, irritante per la muco-
sa respiratoria se inalato puro. Le preparazioni a base di
derivati dell'ozono, come oli ozonizzati o il sangue trattato
con la miscela di gas di ossigeno e ozono poi rinfuso,
sono sicure e prive di reazioni avverse , come dimostrato
dall'ampio uso in medicina e dai test tossicologici, istolo-
gici, mutageni, genotossici e teratogeni, eseguiti su diver-
si preparati (Menendez et al., 2008). Non esistono dun-
que controindicazioni all'uso dell'ozono o degli oli ozoniz-
zati nei vari ambiti medici ad eccezione delle donne in
gravidanza in quanto non sono stati pubblicati, ad oggi,
studi su questa tipologia di pazienti.
Figura 8: Evoluzione di una ulcera corneale erpetica prima (A)e dopo (B) 6 giorni di trattamento con un preparato a basedi olio ozonizzato (Vigna, 2007)
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single blind, non-randomised, controlled clinical trial. Burns. 2013 Sep;39(6):1178-83. doi: 10.1016/j.burns.2013.03.002. Epub 2013 11. Copello M, Eguía F, Menéndez S, Menéndez N. Ozone therapy in patients with Retinitis Pigmentosa. Ozone-Sci Eng 2003;25(3):223-32.12. Criegee, R. Angew. Chem. Int. Ed. Engl. 1975, 87, 745-752. 13. Diadori A, Bocci V, Carraro F, Nuti A, Corradeschi F, Ferrari G, Sabatini L, Silvestri S and Frezzotti R. Ozonetherapy and age-related macular degeneration: a pilot study. In F. Ceccherelli and F. Giron, eds. L'Ozonoterapia nel 2000.Torino: Edizioni Libreria Cortina, 1999:33-45.14. Diadori A, Nuti A, Ferrari G, Corradeschi F and Bocci V. Ozone therapy: a new perspective in ophthalmology. Vision Res 1996;36(suppl.):418.15. Diaz M, Lezcano I, Alvarez I et al. H-NMR studies of the ozonization of methil oleate. Bol Soc Chil Quim 1997; 42:349-5316. Díaz, M. F.; Gavín, J. A.; Gómez, M.; Curtielles, V.; Hérnandez, F. Ozone Sci. Eng. 2006, 28, 59.17. Díaz, M. F.; Gavín, J. A.; J. Braz. Chem. Soc. 2007, 18, 513.18. Falcon Lincheta, L., Menendez Cepero, S., Simon, R.D., Garbayo Otano, E., Moya Duque, S. and Abreu Garcia, M. (1998) Aceite ozonizado en Dermatologia. Experiencia de 9 anos. Revista CENIC Ciencias Biologicas 29, 192-195.19. Ferrer L, Santos D, Menéndez S y Pérez Z. Ozonoterapia y magnetoterapia: nuevos métodos en la rehabilitación del paciente con glaucoma crónico simple. Rev Cubana Oftalmol 1996;9(2):102-9.20. Ferrer L, Varela F y Fernández I. Mecanismo de acción local de la ozonoterapia y su combinación con el campo magnético en pacientes con glaucoma primario de ángulo abierto estadio inicial. Rev Cubana Oftalmol 2004;17(2):1-5. 21. Fischbach MA, Walsh CT. Antibiotics for emerging pathogens. Science. 2009 28;325(5944):1089-93.22. Franzini M, Ossigeno Ozono terapia, che cos'è e cosa fa, II Edizione, Edizioni SIOOT. 23. Gierek-Lapinska A, Antoszewski Z, Myga B Skowron J. Preliminary report on using therapeutic ozone in infectious conjunctivitis and keratitis and in corneal degeneration. Klin Oczna 1992 May-Jun; 94:5-6.24. Guinesi AS, Andolfatto C, Bonetti Filho I,
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63100 Ascoli Piceno
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SIOOT - Società Scientifica Ossigeno Ozono Terapia
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24020 Gorle (BG)
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Un ringraziamento pa�icolare
al prof. Marianno Franzini
per la co�ese collaborazione
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StampaTipografia Fastedit
amino acid residues in proteins in reverse micelles. Journal of Biological Chemistry 268, 3120-312650. Richaud, E.; Farcas, F.; Fayolle, B.; Andouin, L. Verdu. J. Polym. Test. 2006, 25, 829.51. Ripamonti CI, Cislaghi E, Mariani L, Maniezzo M. Efficacy and safety of medical ozone (O(3)) delivered in oil suspension applications for the treatment of osteonecrosis of the jaw in patients with bone metastases treated with bisphosphonates: Preliminary results of a phase I-II study. Oral Oncol. 2011 Mar;47(3):185-90.52. Riva Sanseverino E., Meduri R.A., Pizzini A. et al. Effects of oxygen-ozone therapy on age-related degenerative retinal maculopathy. Panminerva Med 1990;32:77-84.53. Rossi P, Galoforo A, Cardoso O., Collodo G. Caso clinico: Efficacia del trattamento con Ossigeno Ozono Terapia nel controllo della progressione di un casi di maculopatia retinica, IV World Congress on Oxigen Ozone Therapy, 26-28 settembre 2013.54. Sawadaishi, K., Miura, K., Ohtsuka, E., Ueda, T., Shinriki, N. and Ishizaki, K. (1986) Structure and sequence specificity of ozone degradation of supercoiled plasmid DNA. Nucleic Acid Research 3, 1159-1169.55. Schulz S: Ein neues Tiermodell zur integralen Messung von Heilvorgängen bei kleinen Labortieren am Beispiel von ozoniertem Olivenöl [A new animal model for the integral measurement of healing processes in small laboratory animals with ozonized oliveoil as example]. Dtsch Tierärztl Wochenschr / Ger Vet Med Weekly 1981; 88:60-64.56. Sechi L.A et al, Antibacterial activity of ozonized sun¯ower oil (Oleozon), Journal of Applied Microbiology 2001, 90, 279-284.57. Sechi LA, Lezcano I, Núñez N, Espim M, Duprè I, Pinna A, Molicotti P, Fadda G, Zanetti S. Antibacterial activity of ozonized sunflower oil (Oleozon). J Appl Microbiol. 2001 Feb;90(2):279-84.58. Sechi, L.A., Pinna, A., Pusceddu, C., Fadda, G., Carta, F. and Zanetti, S. (1999) Molecular characterization and antibiotic susceptibilities of ocular isolates of Staphylococcus epidermidis. Journal ofClinical Microbiology 37, 3031-3033.59. Shinriki, N., Ishizaki, K., Ikehata, A. et al. (1981) Degradation of nucleic acid with ozone. Biochimica et Biophysica Acta 655, 323-328.60. Silveira AM, Lopes HP, Siqueira JF Jr, Macedo SB, Consolaro A. Periradicular repair after two-visit endodontic treatment using two different intracanal medications compared to single-visit endodontic treatment. Braz Dent J. 2007;18(4):299-304.61. Travagli, I. Zanardi, G. Valacchi, and V. Bocci. Ozone and Ozonated Oils in Skin Diseases: A Review Mediators Inflamm. 2010; 2010:610418.
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