APPLICAZIONE DELL’INDICE DI FUNZIONALITÀ FLUVIALE (IFF) …
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APPLICAZIONE
DELL’INDICE DI FUNZIONALITÀ
FLUVIALE (IFF)
AL RIO OSPO E CONFRONTO
DEI RISULTATI OTTENU TI
CON QUELLI DEL 2002
RELAZIONE 2006
NORDIO MIANI
NICOLA SKERT
JESSICA BONAZZI
MORGAN CODIGLIA ROBERTO GRAHONJA
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1 INTRODUZIONE .......................................................................................................... 3 1.1 Premessa ..................................................................................................................... 3
1.2 Sviluppo del metodo d’ Indice di Funzionalità Fluviale ..................................... 3 2 METODO DI INDICE DI FUNZIONALITA’ FLUVIALE ......................................... 3
2.1 Scheda di rilevamento ......................................................................................... 4 2.2 Protocollo d’applicazione ................................................................................... 4
Punteggio totale ................................................................................................................ 6 3 INQUADRAMENTO DEL TERRITORIO .................................................................. 7
3.1 Idrogeologia del Bacino ...................................................................................... 9 3.2 Vegetazione ....................................................................................................... 10 3.3 Fauna ................................................................................................................. 11 3.4 Macroinvertebrati bentonici .............................................................................. 11 GRUPPO ................................................................................................................. 13
4 RISULTATI ................................................................................................................. 14 Domanda ......................................................................................................................... 14 Numero ........................................................................................................................... 14 Abbreviazione ................................................................................................................. 14
4.1 Valori delle singole domande ........................................................................... 16 5 DISCUSSIONE ............................................................................................................ 33
5.1 Analisi dei vari gruppi funzionali ..................................................................... 33 5.2 Analisi della funzionalità complessiva ............................................................. 38
6 CONCLUSIONI .......................................................................................................... 42 7 BIBLIOGRAFIA ......................................................................................................... 43
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1 INTRODUZIONE 1.1 Premessa L’uomo per i propri bisogni, sia energetici che produttivi, ha sempre utilizzato le risorse offerte dai fiumi. Nonostante ciò, durante la storia, per la valutazione della qualità dei corsi d’acqua superficiali non sono mai stati usati dei metodi di indagine e d’interpretazione dei risultati avvalendosi pienamente delle tecnologie e strumenti analitici disponibili. Come riferimento alla storia più recente, la tutela ambientale è sempre stata posta in secondo piano rispetto, ad esempio, alla ricostruzione postbellica ed al conseguente sviluppo economico che hanno determinato un’urbanizzazione incontrollata sia delle coste che delle pianure alluvionali ed un inquinamento di tutti i comparti ambientali (acqua, aria e suolo). Anni dopo questi due avvenimenti, come conseguenza dei problemi ambientali da essi creati, venne erogata la Legge Merli per la tutela delle acque dall’inquinamento che però si limitava a porgere l’attenzione solamente agli scarichi, non all’intero corpo idrico, e alle acque non prendendo in considerazione l’ambiente nel suo intero. Tale legge dunque era finalizzata ad indurre il ripristino della funzionalità ecologica dei fiumi solamente per scopo utilitaristico ed economico. Più tardi, nell’Italia degli anni ’80, fu introdotto l’IBE (Indice Biotico Esteso), un nuovo metodo da affiancare a quelli classici, chimico e batteriologico, che serviva, e serve tuttora, come parametro nella valutazione della qualità dei fiumi prendendo in considerazione gli organismi acquatici che vivono in essi. I risultati che si ottengono dall’applicazione di tale indice, pongono dunque l’attenzione sulla struttura del microhabitat, del periphyton, della vegetazione acquatica e del regime idrico. Negli anni ’90, nei programmi dell’Unione Europea e dei governi nazionali si cominciano finalmente a considerare i problemi di tipo ambientale. Da qui scaturisce il D.L.vo 152/99 che prevede l’integrazione dei parametri biologici e, facoltativamente, tossicologici ai classici parametri chimici e batteriologici.
1.2 Sviluppo del metodo d’ Indice di Funzionalità Fluviale Prima di arrivare alla metodologia attuale per la valutazione della funzionalità dei fiumi ci sono stati diversi tentativi. Alla fine degli anni ’80 il professor Petersen dell’Istituto di Limnologia dell’Università di Lund in Svezia ideò il metodo RCE-I (Riparian Channel Enviromental Inventary) pubblicato nel 1992. Questa metodica consisteva nella compilazione di 16 domande con quattro risposte predefinite per ognuna di esse e permetteva di ottenere una raccolta omogenea delle caratteristiche ecologiche dei fiumi svedesi. Tale metodo fu applicato in larga scala anche ai corsi d’acqua del Trentino(Siligardi e Maiolini 1990). Dai risultati ottenuti fu evidente che il metodo avesse bisogno di modifiche per renderlo adatto ai fiumi italiani. Nel 1993 fu ideata quindi la prima variante, il RCE-2, che fu applicato sia a fiumi alpini e prealpini che a corsi d’acqua di pianura, dell’Appennino e del sud dell’Italia. Ci si rese conto però che la metodica abbisognava ancora d’ulteriori modifiche per renderla adatta a fiumi italiani di qualunque tipologia e per dare dunque una chiara visione della qualità del corso d’acqua insieme ad indicazioni utili alla gestione fluviale. Nel 1998 l’ANPA istituì un Gruppo di Lavoro per adattare il metodo alle numerose applicazioni in Italia in modo definitivo. Alla fine è stato prodotto l’IFF (Indice di Funzionalità Fluviale), il metodo attuale sostanzialmente nuovo con un indirizzo sia statistico che gestionale dei fiumi. Nel Novembre del 2000 è stato pubblicato a cura dell’ANPA il manuale ufficiale del metodo. Nel Giugno del 2001 è stato organizzato, presso l’Arpa di Trento, il primo corso nazionale per la preparazione degli operatori. 2 IL METODO IFF
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L’Indice di Funzionalità Fluviale viene utilizzato per la valutazione dello stato dell’ambiente e della funzionalità del fiume nel suo complesso. Quest’ultima è considerata come risultato dell’azione cooperativa dei fattori biotici ed abiotici degli ecosistemi circostanti che sono quello acquatico e quello terrestre. L’IFF può essere applicato a qualsiasi corso d’acqua corrente. Non è invece utilizzabile per la valutazione di ambienti di acque ferme e stagnanti e neanche per quella di ambienti di transizione o di foce nei quali ci può essere la risalita del cuneo salino che crea un ambiente diverso da quello che si dovrebbe avere in un ambiente d’acqua dolce . In alcuni casi, pur applicando il metodo a corsi d’acqua corrente, si possono ottenere dei punteggi molto bassi che in questo caso denotano una certa fragilità ecologica dell’ecosistema considerato. Mediante l’applicazione di tale metodologia dunque si possono individuare dei fiumi o corsi d’acqua fortemente vulnerabili.
2.1 Scheda di rilevamento Per l’applicazione del metodo IFF si procede innanzi tutto all’individuazione dei Tratti Omogenei del corso del fiume che presentano caratteristiche costanti . In seguito si comincia la compilazione della scheda, una per ogni Tratto Omogeneo (Tab. 1). La scheda presenta una parte introduttiva che raccoglie le informazioni relative il corso d’acqua in esame e le sue caratteristiche principali ed una parte di 14 domande che riguardano specifiche caratteristiche ecologiche del Tratto Omogeneo valutato. Ad ogni domanda sono assegnate 4 risposte predefinite ognuna con differente peso numerico. La somma dei punteggi relativi ad ogni domanda può variare da 1 a 300 e rappresenta l’Indice di Funzionalità Fluviale del Tratto. Le domande possono essere raggruppate poi in Gruppi Funzionali permettendo così l’analisi dei diversi settori ambientali.
2.2 Protocollo d’applicazione Prima di procedere all’applicazione del metodo è necessario svolgere uno studio sull’ambiente oggetto dell’analisi. Si deve procedere alla valutazione del territorio circostante il corso d’acqua attraverso una cartografia il più dettagliata possibile (1:5.000 o 1:10.000) dalla quale poter individuare i punti di più facile accesso al le sponde. Nella compilazione della scheda di valutazione ben chiare le caratteristiche del fiume acquisite precedentemente insieme alle informazioni relative al bacino, al regime idrico, alla presenza di comunità animali e vegetali e di scarichi presenti nel corso d’acqua e lungo le sue sponde. Una volta ottenute queste informazioni si procede all’applicazione del metodo rispondendo alle domande della scheda di rilevamento iniziando dai tatti a valle e andando verso monte, cioè verso la località di Caresana , e numerando i Tratti Omogenei in questa sequenza. Per non frammentare troppo l’analisi il Tratto Omogeneo non dovrebbe essere troppo piccolo e per questo è prevista una lunghezza minima da valutare chiamata Tratto Minimo Rilevabile (TMR) stabilita in base alla larghezza dell’alveo di morbida. Lungo il corso del Rio Ospo sono considerati solo i TMR di 30 m per l’alveo di morbida fino ai 5 m e di 40 m per quello largo fino a 10 m. Si accompagna con delle fotografie la compilazione della scheda che deve essere effettuata da almeno due persone sia per ragioni di sicurezza che per una maggiore obiettività delle risposte.
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Indice di Funzionalità Fluviale
Bacino: ………………………………………………… Corso d’acqua: ……………………………………… Località: ………………………………………………………………………………………. Tratto (m): ……………………. Larghezza alveo di morbida (m): …………… Quota: …………………… Data: …………………… Scheda n°: …………….. Foto n°: ………………. Codice: ………………..
Sponda Sx Dx
Alveo 1) Stato del territorio circostante a) Foreste e boschi 25 25 b) Prati, pascoli, boschi, pochi arativi ed incolti 20 20 c) Colture stagionali in prevalenza e/o arativi misti e/o colture permanenti; urbanizzazione rada 5 5 d) Aree urbanizzate 1 1
2) Vegetazione presente nella fascia perifluviale primaria a) Formazioni arboree riparie 30 30 b) Formazioni arbustive riparie 25 25 c) Formazioni arboree non riparie 10 10 d) Vegetazione arbustiva non riparia o erbacea o assente 1 1
2 bis) Vegetazione presente nella fascia perifluviale secondaria a) Formazioni arboree riparie 20 20 b) Formazioni arbustive riparie (saliceti arbustivi) e/o canneto 15 15 c) Formazioni arboree non riparie 5 5 d) Vegetazione arbustiva non riparia o erbacea o assente 1 1
3) Ampiezza della fascia di vegetazione perifluviale arborea ed arbustiva a) Fascia di vegetazione perifluviale > 30 m 20 20 b) Fascia di vegetazione perifluviale 5-30 m 15 15 c) Fascia di vegetazione perifluviale 1-5 m 5 5 d) Fascia di vegetazione perifluviale assente 1 1
4) Continuità della fascia di vegetazione perifluviale arborea ed arbustiva a) Senza interruzioni 20 20 b) Con interruzioni 10 10 c) Interruzioni frequenti o solo erbacea continua e consolidata 5 5 d) Suolo nudo o vegetazione erbacea rada 1 1
5) Condizioni idriche dell’alveo a) Larghezza dell’alveo di morbida inferiore al triplo dell’alveo bagnato 20 b) Alveo di morbida maggiore del triplo dell’alveo bagnato (fluttuazioni di portata stagionali) 15 c) Alveo di morbida maggiore del triplo dell’alveo bagnato con fluttuazioni di portata frequenti 5 d) Alveo bagnato molto ridotto o quasi inesistente (o impermeabilizzazioni del fondo) 1
6) Conformazione delle rive a) Con vegetazione arborea e/o massi 25 25 b) Con erbe e arbusti 15 15 c) Con sottile strato erboso 5 5 d) Rive nude 1 1
7) Strutture di ritenzione degli apporti trofici a) Alveo con grossi massi e/o vecchi tronchi stabilmente in cassati o presenza di fasce di canneto o idrofite 25 b) Massi e/o rami presenti con deposito di sedimento (o canneto, o idrofite rade e poco estese) 15 c) Strutture di ritenzione libere e mobili con le piene (o assenza di canneto o idrofite) 5 d) Alveo di sedimenti sabbiosi privo di alghe, o sagomature artificiali lisce a corrente uniforme 1
Sponda Sx Dx Alveo 8) Erosione a) Poco evidente e non rilevante 20 20 b) Solamente nelle curve e/o nelle strettoie 15 15 c) Frequente con scavo delle rive e delle radici 5 5 d) Molto evidente con rive scavate e franate o presenza di interventi artificiali 1 1
9) Sezione trasversale a) Naturale 15 b) Naturale con lievi interventi artificiali 10 c) Artificiale con qualche elemento naturale 5 d) Artificiale 1
10) Struttura del fondo dell’alveo a) diversificato e stabile 25 b) A tratti movibile 15 c) Facilmente movibile 5
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d) Artificiale o cementato 1
11) Raschi, pozze o meandri a) Ben distinti, ricorrenti 25 b) Presenti a distanze diverse e con successione irregolare 20 c) Lunghe pozze che separano corti raschi e viceversa, pochi meandri 5 d) Meandri, raschi e pozze assenti, percorso raddrizzato 1
12) Componente vegetale in alveo bagnato in acque a flusso turbolento a) Periphyton rilevabile solo al tatto a scarsa copertura di macrofite 15 b) Periphyton scarsamente sviluppato e copertura macrofitica limitata 10 c) Periphyton discreto, o scarsamente sviluppato con elevata copertura di macrofite 5 d) Periphyton spesso, o discreto con elevata copertura di macrofite 1
12 bis) Componente vegetale in alveo bagnato in acque a flusso laminare a) Periphyton poco sviluppato a scarsa copertura di macrofite tolleranti 15 b) Periphyton discreto con scarsa copertura di macrofite tolleranti, o scarsamente sviluppato con limitata copertura di macrofite tolleranti
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c) Periphyton discreto o poco sviluppato con significativa copertura di macrofite tolleranti 5 d) Periphyton spesso e/o elevata copertura di macrofite tolleranti 1
13) Detrito a) Frammenti vegetali riconoscibili e fibrosi 15 b) Frammenti vegetali fibrosi e polposi 10 c) Frammenti polposi 5 d) Detrito anaerobico 1
14) Comunità macrobentonica a) Ben strutturata e diversificata, adeguata alla tipologia fluviale 20 b) sufficientemente diversificata ma con struttura alterata rispetto a quanto atteso 10 c) Poco equilibrata e diversificata con prevalenza di taxa tolleranti all’inquinamento 5 d) Assenza di una comunità strutturata; di pochi taxa, tutti piuttosto tolleranti all’inquinamento 1
Punteggio totale
Livello di funzionalità
Giudizio di funzionalità
Tab 1. Scheda di rilevamento IFF Le domande:
1) Stato del territorio circostante 2) e 2 bis) Vegetazione presente nella fascia perifluviale primaria o secondaria 3) Ampiezza della fascia di vegetazione perifluviale arborea ed arbustiva 4) Continuità della fascia di vegetazione perifluviale arborea ed arbustiva
valutano le condizioni della vegetazione delle rive e del territorio circostante al corso d’acqua. Con l’analisi di queste quattro domande si può stimare come l’ambiente fluviale viene influenzato dal diverso uso del territorio circostante (fonte di apporti di materia organica, nutrienti o inquinanti che possono fluire direttamente o attraverso il dilavamento dei suoli) o dalla differente composizione e struttura delle cenosi vegetali riparie e della fascia perifluviale. Le domande: 5) Condizioni idriche dell’alveo 6) Conformazione delle rive considerano l’ampiezza riguardante l’alveo bagnato e la struttura morfologica delle rive per valutare gli effetti della frequenza e della durata delle variazioni di portata e della diversità ambientale tra alveo di morbida e fascia perifluviale sulle caratteristiche idrauliche del fiume. Le domande: 7) Struttura e ritenzione degli apporti trofici 8) Erosione 9) Sezione trasversale 10) Struttura del fondo dell’alveo
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11) Raschi, pozze o meandri considerano invece la struttura dell’alveo riconoscendo quali condizioni favoriscono la diversità ambientale e l’autodepurazione del fiume. Le domande: 12) e 12 bis) Componente vegetale in alveo bagnato in acque a flusso laminare e turbolento 13) Detrito 14) Comunità macrobentonica valutano le caratteristiche biologiche del Tratto Omogeneo. Ai valori numerici ottenuti dall’applicazione del metodo IFF si fanno corrispondere 5 Livelli di Funzionalità (L.F.) indicati con i numeri romani da I (il migliore) e V il peggiore. Ai 5 diversi Livelli di Funzionalità sono associati i Giudizi di Funzionalità (elevato buono mediocre scadente pessimo).Si sono aggiunti livelli intermedi per regolare il passaggio da un livello all’altro (Tab.2).
Tab 2. Livelli di funzionalità, relativi giudizi e colore di riferimenti
Ad ogni livello è stato associato un determinato colore per poterne identificare la posizione su una rappresentazione cartografica. I livelli intermedi sono caratterizzati da un tratteggio a barre dei due colori alternati. Nella rappresentazione cartografica vengono distinti i livelli di Funzionalità delle due diverse sponde, destra e sinistra, per cui il corso del fiume è costituito da due linee colorate corrispondenti ai rispettivi livelli. 3 INQUADRAMENTO DEL TERRITORIO Il Rio Ospo nasce in territorio sloveno e lo percorre per tre chilometri raccogliendo sia acque carsiche provenienti per la maggior parte dalla sorgente della grotta nei pressi della località di Ospo che è una tipica sorgente carsica di trabocco con un livello normale d’acqua a 91 m s.l.m., sia acque di ruscellamento che nascono da sorgenti disposte a quote inferiori su territori flyscioidi. In territorio italiano percorre la provincia di Trieste da est (Fig. 1), presso il valico di confine presso Crociata di Prebenico, ad ovest, scorrendo per quattro chilometri nell’ampia Valle delle Noghere
VALORE DI I.F.F.
LIVELLO DI FUNZIONALITA’
GIUDIZIO DI FUNZIONALITA’
COLORE
261 – 300 I elevato blu 251 – 260 I – II elevato-buono 201 – 250 II buono verde 181 – 200 II – III buono-mediocre 121 – 180 III mediocre giallo 101 – 120 III – IV mediocre-scadente 61 – 100 IV scadente arancio 51 – 60 IV – V scadente-pessimo 14 – 50 V pessimo rosso
Fig 1. Provincia di Trieste con inquadramento del Rio Ospo
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appena 3-5 m s.l.m., fino alla baia di Muggia dove sfocia (Fig. 2). Questa vallata è delimitata a Nord dal Monte d’oro e a Sud dai rilievi marmoso-arenacei ricoperti dal Bosco Vignano.
Fig 2. Corso del Rio Ospo in territorio italiano
L’aspetto odierno del paesaggio e del corso d’acqua, come ricordano Dolce, Stoch et al.(1992), sono il risultato di una lunga serie di interventi antropici che hanno sfruttato indiscriminatamente il territorio per favorire l’instaurarsi di attività produttive come l’estrazione del sale, l’agricoltura e l’industria. Nella storiografia si trovano notizie riguardanti un impaludamento della valle dell’Ospo risalenti perfino all’anno 1000 periodo in cui il fondo della valle formò paludi ed acquitrini e la foce divenne adatta per la creazione di saline e peschiere che rimasero importanti per tutto il Medioevo fino al 1800 anno in cui smisero parzialmente di essere utilizzate ed al 1827 anno in cui ne fu imposta addirittura la chiusura da parte dell’impero Austriaco. Nei periodi successivi si riformarono naturalmente paludi e canneti che rimasero presenti fino al programma d’interramento della Valle operato attraverso bonifiche e creazione di discariche del XX secolo. Nel 1953 il Governo Militare Alleato affidò all’EZIT, Ente Zona Industriale di Trieste, l’amministrazione del territorio della valle dell’Ospo identificato come comprensorio industriale. L’EZIT iniziò allora un’opera di adattamento di tale comprensorio per favorire gli insediamenti industriali. Il territorio fu ulteriormente bonificato, livellato e l’area fu usata come discarica di inerti causando in tal modo la formazione dell’attuale sito inquinato. Oltre questi lavori venne effettuata la rettificazione rispetto l’andamento originario del corso d’acqua nella parte inferiore dell’Ospo, come risulta confrontando la cartografia attuale con quella dell’800, e la rettificazione, creazione di argini e interramento dei suoi affluenti (Fig.3).
Fig 3. Carta del 1818 raffigurante il corso originario dell’Ospo
Nella zona intorno al Rio Ospo, diventata ormai industriale, dal 1953 al1973 lavorò una fabbrica di laterizi che sfruttava una cava di argilla situata lungo la riva sinistra
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dell’Ospo, ai piedi del Bosco Vignano. In questa zona, una volta abbandonati gli scavi si formarono gli odierni Laghetti delle Noghere alimentati da apporti meteorici, da tracimazioni dei corsi d’acqua vicini ed in parte da acque sotterranee (Fig. 4). Alcuni di questi laghetti sono stati interrati per favorire l’instaurarsi di industrie ma quelli rimasti hanno subito una forte rinaturalizzazione spontanea e dunque ora sono posti sottotutela dato il loro patrimonio naturalistico.
3.1 Idrogeologia del Bacino Il Bacino che alimenta il Rio Ospo (fig. 5), occupando un’area di circa 33 km² situata sia in territorio italiano che sloveno, è molto ampio (Mosetti e D’Ambrosi – “Contributi alle conoscenze geo-idrologiche della piana di Zaule”- 1962). In effetti tale area, formata da vari sotto-bacini, va dalla costa situata 700m a nord della foce dell’Ospo fino al Monte D’Oro, Caresana e San Servolo ad est. Da qui si dirige a sud-est sotto il Monte Petrigna verso il Monte Sega dove inverte la direzione portandosi ad ovest verso il Monte Soligrado ed il Monte Castellier. A questo livello i confini non sono però netti a causa della natura geologica del suolo che non permette l’identificazione di linee di spartizione ben definite. Qui il suolo è infatti costituito da un tavolato calcareo con molte fessure e numerose grotte che lasciano penetrare l’acqua che divenuta sotterranea alimenta per la maggior parte il bacino del Rosandra e solo per il 25-40% il Rio Ospo. Dal Monte Castellier il bacino continua ad ovest, presso la sella di Albaro e, dopo aver deviato verso nord-est, giunge alla costa circa 300m a sud della foce. Dal punto di vista geologico, l’Ospo scorre nella Valle delle Noghere, un’ampia pianura alluvionale costituita da uno strato di sedimenti argilloso-limosi e dunque impermeabili che al centro della valle arrivano addirittura fino ad una profondità di 20m. Al di sotto di questo strato superficiale troviamo un fondo di sedimenti ghiaioso-sabbiosi molto permeabile e spesso anche quindici metri ad una profondità superiore ai 40m. La base della piana alluvionale è costituita da roccia flyshoide (il Flysh è costituito da strati alternati di marne ed arenarie variamente stratificate) che ai lati diventa sempre più superficiale delimitando così il bacino. Grazie al Flysch che è una roccia semipermeabile si formano dei corsi d’acqua superficiali che affluiscono all’Ospo: il rio Hudicev da destra, il torrente Menariolo ed il Rabuiese da sinistra. Il bacino nord-orientale invece è costituito da una roccia calcarea che, formando fessure e grotte non consente la formazione di una rete idrica superficiale.
Fig 4. Laghetti delle Noghere
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Non esistono invece studi specifici sul regime idrico del Rio Ospo. Questo corso d’acqua ha per tutto l’anno una presenza costante di acqua in quasi tutto l’alveo anche se con variazioni notevoli soprattutto stagionali. D’estate si ha una tendenza ad avere un’esigua portata d’acqua (riscontrato effettuando l’IBE lungo il corso d’acqua ) com’è successo per esempio nell’estate 2001 in
conseguenza ad un periodo elevata siccità, mentre d’inverno si ha invece un aumento della portata d’acqua dovuta alle abbondanti precipitazioni (dicembre 2002). La portata media annua è comunque stimata attorno i valori di 0,5 -1 m³, talvolta anche con picchi più alti (D’Ambrosi e Mosetti) nei periodi di piena 5 m³/sec.
3.2 Vegetazione Le zone circostanti il fiume, soprattutto quelle nella parte superiore del bacino, il bosco Vignano e il Monte d’Oro sono ricche in biodiversità. Le comunità vegetali presenti sono state descritte da Dolce, Stoch et al.(1992). Le rive sono caratterizzate dalla presenza di boschi idrofili abituati ad un’umidità permanente e ad inondazioni periodiche. Si trovano infatti sia boschi riparali in forma frammenta di salice bianco (Salix alba) con la sua sottospecie vitellina e di pioppo nero (Populus nigra), sia alnete od ontanete costituite da ontano nero (Alnus glutinosa) e da olmo campestre (Ulmus minor). Allontanandosi dal corso d’acqua, dietro i boschi riparali e le alnete, si possono trovare alcuni esemplari di frassino dalle foglie strette (Fraxinus glutinosa). Lo stato arbustivo è abbondante sviluppandosi fittamente tra le componenti arboree ed è costituito principalmente da sanguinella (Corpus sanguinea), biancospino (Crataegus monogyna), il prugnolo (Prunus spinosa), il rovo (Rubus ulmifolius) e dalla fusaggine (Euonymus europea). Oltre a queste specie del tutto naturali, si possono trovare altre introdotte dall’uomo che si sono ben sviluppate in quest’ambiente: la robinia (Robinia pseudoacacia) ed il sambuco (Sambucus nigra) adatto ai terreni ricchi di nitrato creati dalla robinia. Nell’alveo una volta erano molto presenti i canneti ora invece, a causa di interventi di sistemazione come le rettificazioni dei corsi d’acqua, ne rimangono ben pochi presenti solamente come macchie lungo il corso del fiume formati prevalentemente dalla cannuccia d’acqua (Phragmite australis), rinvenuta di solito insieme all’equiseto massimo (Equisetum telmateya), e da alcune specie appartenenti al genere Potamogeton. La presenza invece dell’associazione di vilucchione (Calistegia sepium), di meliloto (Melilotus altissimus) e di canapa acquatica (Eupatorium cannabinum) è segno di un’eutrofizzazione del corso d’acqua.
Fig 5. Bacino del Rio Ospo: idrogeologia (modificato da Mosetti-D’Ambrosi 1962) 1) Rio Hudicev 4) Crociata di Prebenico 7) Ospo 10) Monte Sega 13) Albaro 16) Torrente Rosandra 2) Monte d’Oro 5) Torrente Menariolo 8) Caresana 11) Monte Soligrado 14) Bagnoli
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3.3 Fauna Nella zona circostante il Rio Ospo ed il fiume stesso sono presenti numerose specie di animali sia vertebrati che invertebrati (Dolce, Stoch et al.). Nella vegetazione circostante soprattutto i Laghetti delle Noghere si trovano molte specie di uccelli sia nidificanti che di passo. Molte altre specie come l’airone cinerino (Ardea cinerea), la garzetta (Egretta garzetta), i limicoli quali il piro piro piccolo (Tringa ochropus), il fratino (Charadrius alexandrinus) ed il corriere piccolo (Charadrius dubius), il cigno reale (Cyignus olor) ed il martin pescatore (Alcedo attis)si trovano anche lungo il corso stesso del Rio Ospo. La cannaiola (Acrocephalus scirpaceus) invece nidifica lungo le sponde. Nell’acqua vivono la natrice tassellata (Natrix tassellata) e la biscia dal collare (Natrix natrix). Dove la corrente non è tanto forte come nelle pozze vivono molte specie di anfibi. Si possono trovare sia larve che adulti di salamandra pezzata (Salamandra salamandra), di tritone punteggiato (Triturus vulgare), di rana verde minore (Rana esculenta), ranaverde maggiore (Rana ridibunda), di raganella (Hyla arborea), di rana agile (Rana dalmatina)e di ululone dal ventre giallo (Bombina variegata). I pesci che si trovano sono invece il cavedano (Leuciscus cephalus), la sanguinerola (Phoxinus phoxinus), l’anguilla (Anguilla anguilla), l’arborella (Alburnus alburnus), la scardola (Scardinius erythrophthalmus).
3.4 Macroinvertebrati bentonici I macroinvertebrati bentonici sono stati scelti come importanti indicatori della qualità delle acque essendo essenziali per il processo di ciclizzazione della materia organica e quindi per il meccanismo autodepurativo del fiume. Sono inoltre facilmente campionabili vivendo stabilmente nelle strutture del fondo del corso d’acqua. La loro raccolta consiste, infatti, nell’effettuazione di transetti trasversali dell’alveo del fiume smuovendo con una rete le strutture del fondo e facendo uscire gli invertebrati che in esse si rifugiano. La valutazione delle acque dolci attraverso il campionamento e l’analisi della composizione delle comunità macrobentoniche è stata introdotta in Italia da circa vent’anni (Ghetti e Bonazzi, 1981) ed è stata ulteriormente migliorata negli anni ’90; nel ’97 è stata pubblicata la metodologia definitiva (Ghetti ’97) ed è entrata stabilmente nella normativa preesistente accanto alle altre analisi grazie al Decreto Legislativo 152/99. L’ARPA del Friuli Venezia Giulia ha creato una rete di stazioni per i campionamenti IBE (Indice Biotico Esteso) lungo i fiumi della provincia. Lungo l’Ospo ne sono state allestite due: l’Ospo Ponte in una zona a scarsa urbanizzazione e l’Ospo Foce corrispondente al limite di risalita del cuneo salino dal mare (fig. 6).
Fig 6. Localizzazione delle due stazioni di campiona mento IBE lungo il corso del Rio Ospo lungo il corso del Rio Ospo
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Ospo Ponte (Fig. 7) è la stazione situata più a monte caratterizzata da acque limpide ed ossigenate e da corrente laminare di media velocità. La struttura macrobentonica è quella di un ambiente a buona funzionalità trofica – Plecotteri (Isoperla, Nemoura), Efemerotteri (Ephemerellidae, Ephemeridae, Leptophlebidae), Tricotteri, Coleotteri, Odonati, Ditteri (Simulidi) e Irudinei (Helobdella)
Ospo Foce (Fig. 8) è la stazione più a valle caratterizzata da acque torbide, poco ossigenate con fondo melmoso e corrente lenta. La popolazione macrobentonica è rappresentata da Efemerotteri resistenti (Baetidi), Coleotteri, numerose varietà di Odonati, Ditteri (Chironomidi) e Crostacei (Asellidi). Tra i Molluschi sono stati rinvenuti Gasteropodi e Oligocheti. Nel 2000, 2001,2002 sono stati fatti campionamenti stagionali,
mentre dal 2003 al 2006 sono stati fatti solo due campionamenti, uno per l’inverno-primavera ed uno per l’estate-autunno sempre nelle due stazioni (Tab. 3).
Tab 3. Valori di IBE nelle due stazioni di campionamento sul Rio Ospo
Il Rio Ospo è stato considerato come unità geografica e ad esso è stato attribuito il valore complessivo dei taxa osservati in tutti i rilievi effettuati durante l’anno. In tal modo si è determinato la massima diversità possibile in questo corso d’acqua, considerando ogni unità sistematica, conteggiandola una sola volta, anche se presente con un solo individuo in uno qualunque dei punti e delle date dei rilevamenti. Negli anni il numero di unità sistematiche è rimasto più o meno costante con una leggerissima diminuzione del numero nel 2006 (Tab. 4)
Corso d’acqua 2000 Ospo 2001 Ospo 2002 Ospo
Stazione Ponte Foce Ponte Foce Ponte Foce
I.B.E. Classe I.B.E. Classe I.B.E. Classe I.B.E. Classe I.B.E. Classe I.B.E. Classe
Inverno 12-13 I 9 II 11-10 I 11-10 I 9-8 II 8-7 II-III
Primavera 11 I 8-7 II-III 10-11 I 11-10 I 12 I 9 II
Estate 9 II 7 III 11 I *……… *…….. 12 I 7 III
Autunno 9 II 7-6 III 10 I 7-8 III-II 12 I 9 II
Corso d’acqua 2003 Ospo 2004 Ospo 2005 Ospo
Stazione Ponte Foce Ponte Foce Ponte Foce
I.B.E. Classe I.B.E. Classe I.B.E. Classe I.B.E. Classe I.B.E. Classe I.B.E. Classe
Inverno
Primavera 12-11 I 10-11 I 11 I 9 II 12-11 I 10-11 I
Estate
Autunno 9-10 II-I 5 V 11-10 I 7-8 III-II 10-9 I-II 7 III
Corso d’acqua 2006 Ospo
Stazione Ponte Foce
I.B.E. Classe I.B.E. Class
e
Inverno
Primavera 12 I 8 II
Estate
Autunno 9 II
Fig 7. Stazione di rilevamento IBE “Ospo Ponte”
Fig 8. Stazione di rilevamento IBE “Ospo Ponte”
13
GRUPPO Unità sistematiche 2000 2001 2002 2003 2004 2005
2006
Presenza/anno
PLECOTTERI
Isoperla X X X X X
X 6
Leuctra X 1
Nemoura X X X
X
4
EFEMEROTTERI
Baetis X X X X X X X 7
Centroptilum X X X X X X X 7
Cloeon X X X X X X 6
Ephemera X X X X X X X 7
Ephemerella X X X X X X X 7
Ecdyonurus X X X X X X X 7
Electrogena X 1
Habrophlebia X X X X X X X 7
Paraleptophlebia X X X X X X 6
TRICOTTERI
Beraeidae X 1
Hydropsychidae X X X X X 5
Hydroptilidae X X 2
Leptoceridae X X X X X X X 7
Limnephilidae X X X X X X 6
Polycentropodidae X X 2
Psychomydae X X X X X X 6
Rhyacophilidae X 1
Sericostomatidae X 1
COLEOTTERI
Dytiscidae X X X X X X X 7
Elminthidae X X X X X X X 7
Haliplidae X X X X X X X 7
Hydraemidae X X X X X X X 7
Hydrophilidae X X X X X 5
Helodidae X 1
ODONATI
Aeschna X X 2
Anax X X 2
Calopterix X X X X X X X 7
Chalcolestes X X X X 4
Coenagrion X X X X X X X 7
Cordulidae X 1
Ischnura X X 2
Ladona X X X X X 5
Onychogomphus X X X X X X X 7
Orthetrum X X X X 4
Platycnemis X X X X X X X 7
Pyrrhosoma X X X X X X 6
Somatochlora X X 2
Sympetrum X X X X X 5
14
Tab 4. Unità sistematiche rinvenute nel Rio Ospo dal 2000 al 2006 frequenza di rinvenimento, numero delle unità sistematiche rinvenute per anno e totale complessivo
La ricchezza faunistica di questo modesto corso d’acqua è molto elevata se confrontata con quella di altri fiumi di maggior importanza. Nel Rio Ospo infatti si ritrovano ben 73 unità. La valle dell’Ospo inoltre,compresa la zona dei laghetti delle Noghere, è di particolare importanza perché, nonostante la pressione antropica, si trovano tanti rappresentanti dell’ordine degli Odonati. Sono presenti infatti sia libellule legate all’acqua corrente che altre legate all’acqua stagnante. 4 RISULTATI Il Rio Ospo è stato monitorato attraverso l’applicazione dell’IFF solamente nella parte che scorre in territorio italiano, dal confine con la Slovenia, in località Crociata di Prebenico, fino all’incrocio con il ponte della S.S.15 che porta al confine di stato Rabuiese. Più a valle di questo punto l’Indice non è applicabile perché si ha la risalita del cuneo salino.
GRUPPO Unità sistematiche 2000 2001 2002 2003 2004 2005
2006
Presenza/anno
DITTERI
Anthomyidae X X X X X X 6 Ceratopogonidae X X X X X X X 7 Chironomidae X X X X X X X 7 Limoniidae X X X 3 Psychodidae X X X X 4 Rhagionidae X 1 Simuliidae X X X X X X 6 Stratiomydae X X X X X X 6 Tabanidae X X X X X X 6 Tipulidae X X X X 4
ETEROTTERI
Corixidae X X 2
Nepidae X X 2
Notonectidae X 1
CROSTACEI
Asellidae X X X X X X X 7
Astacidae X X 2
Gammaridae X X X X X X X 7
GASTEROPODI
Ancylidae X X X X X 5
Lymnaeidae X X X 3
Physidae X X X X X X X 7
Planorbidae X 1
Valvatidae X X X 3
BIVALVI Pisidiidae X X X X X X 6
TRICLADI Dendrocoelum X X X X 4
IRUDINEI
Dina X X X X X 5
Helobdella X X X X 4
OLIGOCHETI
Enchitraeidae X X
X 3
Haplotaxidae X 1
Lumbricidae X X X X X X X 7
Lumbriculidae X X X X X X X 7
Naididae X X X X X X X 7
Tubificidae X X X X X X X 7
ALTRI Megalotteri(Sialidae) X X X X 4
Numero di taxa Totale: 73 per anno: 50 53 57 42 43 53
39
Numero campionamenti Totale: 35 per anno: 8 7 8 4 4 4
4
15
Sono stati monitorati complessivamente 2.716 m di alveo, cioè 5.432 m di sponde. Sono stati rilevati 44 Tratti Omogenei, di lunghezza variabile tra i 30 m ed i 200 m, per una media di circa 94 m. I tratti sono stati identificati con le sigle da O-1 a O-44 (fig. 9). Nella tab. 6 vengono riportati i risultati ottenuti dalle singole domande dei Tratti Omogenei considerati, in tabella 5 la lista delle abbreviazioni.
Fig 9. Tratti Omogenei e relative lunghezze del Rio Ospo monitorato con IFF Tab 5.
Abbreviazioni delle domande IFF
Domanda Numero Abbreviazione Stato del territorio circostante 1 TER Vegetazione presente nella fascia perifluviale primaria 2 VEG 1 Vegetazione presente nella fascia perifluviale secondaria 2bis VEG 2 Ampiezza della fascia di vegetazione perifluviale 3 AMP Continuità della fascia di vegetazione perifluviale 4 CON Condizioni idriche dell’alveo 5 IDR Conformazione delle rive 6 RIV Strutture di ritenzione degli apporti trofici 7 RIT Erosione 8 ERO Sezione trasversale 9 NAT Struttura del fondo dell’alveo 10 FON Raschi, pozze o meandri 11 RAS Componente vegetale in alveo bagnato in acque a flusso turbolento 12 VEGT Componente vegetale in alveo bagnato in acque a flusso laminare 12 bis VEGL Detrito 13 DET Comunità macrobentonica 14 MBT
16
tratto m Sp. ter veg 1 amp con idr riv rit ero tras fon ras vegt vegl det mbt punteggio livello
O-01 160 sx 1 25 5 20
20 15
25 20
15 5 1 1 5 5 163 III
160 dx 1 30 5 10 15 20 158 III
O-02 200 sx 1 25 5 20
20 15
25 20
15 5 1 1 5 5 163 III
200 dx 1 25 5 20 15 20 163 III
O-03 55 sx 1 1 5 20
20 1
5 5
15 5 1 5 5 5 94 IV
55 dx 20 10 5 20 5 15 136 III
O-04 74 sx 1 10 5 20
20 1
5 1
10 5 5 10 10 5 108 III-IV
74 dx 20 10 15 20 5 15 155 III
O-05 59 sx 25 30 15 20
20 1
5 5
15 5 1 10 10 10 172 III
59 dx 5 10 5 20 5 15 136 III
O-06 117 sx 25 10 15 20
20 1
5 1
15 15 20 5 10 10 172 III
117 dx 5 30 5 20 5 15 180 III
O-07 134 sx 25 30 5 20
20 25
5 1
15 15 5 10 10 10 196 II-III
134 dx 5 30 5 20 25 15 190 II-III
O-08 58 sx 25 10 5 10
20 1
5 5
15 5 5 10 10 10 136 III
58 dx 5 10 5 20 15 15 150 III
O-09 42 sx 25 30 5 20
20 1
5 5
15 15 20 10 10 10 191 II-III
42 dx 5 30 5 20 5 15 185 II-III
O-10 128 sx 25 30 5 20
20 5
5 5
15 15 5 10 10 10 180 III
128 dx 5 25 5 20 15 15 175 III
O-11 33 sx 25 30 5 20
20 5
15 20
15 15 5 1 10 10 196 II-III
33 dx 5 25 5 20 15 15 176 III
O-12 46 sx 25 30 5 20
20 15
15 20
15 15 5 1 10 10 186 II-III
46 dx 5 30 5 10 15 20 176 III
O-13 31 sx 20 10 5 20
20 15
25 20
15 25 1 1 10 10 197 II-III
31 dx 5 10 5 20 15 20 182 II-III
O-14 30 sx 20 10 5 20
20 1
1 1
1 1 1 1 10 5 97 IV
30 dx 5 30 5 20 1 1 102 III-IV
O-15 62 sx 5 10 5 20
20 5
5 15
15 5 1 10 10 20 146 III
62 dx 5 30 5 20 5 15 166 III
O-16 75 sx 5 10 5 20
20 5
5 15
15 5 1 10 10 20 146 III
75 dx 5 30 5 20 15 15 176 III
O-17 37 sx 5 10 5 20
20 1
5 5
15 15 20 10 10 20 161 III
37 dx 5 30 5 20 5 15 195 II-III
O-18 104 sx 5 10 5 10
20 1
5 5
15 15 1 15 10 20 137 III
104 dx 5 30 5 20 5 15 181 II-III
O-19 30 sx 5 30 5 20
20 5
1 5
15 5 1 15 10 20 157 III
30 dx 5 10 5 20 5 5 137 III
O-20 43 sx 5 25 5 20
20 15
25 20
15 25 1 1 10 20 207 II
43 dx 5 10 5 20 15 20 192 II-III
O-21 98 sx 5 30 5 10
20 15
25 20
15 25 1 1 10 20 202 II
98 dx 5 30 5 20 15 20 212 II
O-22 30 sx 5 30 5 10
20 1
1 1
5 1 1 10 15 10 115 III-IV
30 dx 5 30 5 20 1 1 125 III
O-23 58 sx 5 25 5 20
20 1
5 5
15 15 1 10 15 20 162 III
58 dx 5 30 5 20 5 15 181 II-III
O-24 47 sx 5 25 5 20
20 5
5 20
15 15 1 10 15 20 181 II-III
47 dx 5 30 5 20 5 15 181 II-III
O-25 49 sx 5 30 5 20
20 1
5 5
15 15 5 10 15 20 171 III
49 dx 5 30 5 20 5 15 185 II-III
O-26 42 sx 5 25 5 20 20 15 5 15 15 5 1 1 15 20 167 III
17
42 dx 5 30 5 20 15 15 172 III
O-27 44 sx 5 30 5 20
20 15
5 15
15 15 1 1 15 20 182 II-III
44 dx 5 30 5 20 15 15 182 II-III
O-28 31 sx 5 30 5 20
15 15
5 5
15 15 5 5 15 20 175 III
31 dx 5 30 5 20 15 5 175 III
O-29 44 sx 5 30 5 20
20 5
5 5
10 15 1 10 15 20 166 III
44 dx 5 30 5 20 5 5 166 III
O-30 70 sx 20 30 5 20
20 15
5 5
15 15 1 10 15 20 196 II-III
70 dx 5 30 5 20 15 5 181 II-III
O-31 68 sx 5 25 5 20
20 15
25 20
15 15 1 1 15 20 202 II
68 dx 5 25 5 20 15 20 202 II
O-32 60 sx 5 10 5 20
20 5
5 15
15 15 5 1 15 20 156 III
60 dx 5 25 5 20 15 15 181 II-III
O-33 96 sx 5 10 15 20
20 15
5 15
15 15 5 5 15 20 180 III
96 dx 5 10 5 20 15 20 175 III
O-34 30 sx 25 25 20 20
20 1
5 15
15 15 1 1 15 20 198 II-III
30 dx 5 10 5 20 1 5 138 III
O-35 36 sx 25 30 20 20
20 5
5 20
15 15 20 1 15 20 231 II
36 dx 5 25 5 20 1 20 187 II-III
O-36 30 sx 25 30 20 20
20 1
5 1
5 15 1 10 15 20 188 II-III
30 dx 5 30 5 20 1 1 153 III
O-37 90 sx 25 30 20 20
20 25
5 15
15 15 1 10 15 20 236 II
90 dx 5 30 5 20 25 5 191 II-III
O-38 32 sx 25 30 20 20
20 25
15 15
15 15 25 15 15 20 275 I
32 dx 5 30 5 20 25 20 245 II
O-39 41 sx 25 30 20 20
20 25
5 15
15 15 1 1 15 20 227 II
41 dx 5 30 5 20 25 5 182 II-III
O-40 53 sx 25 30 20 20
20 15
15 15
15 15 20 10 15 20 255 I-II
53 dx 5 30 5 20 25 5 220 II
O-41 41 sx 25 30 20 20
20 1
15 1
10 15 20 1 15 20 213 II
41 dx 5 30 5 20 5 20 201 II
O-42 30 sx 25 30 20 20
20 5
15 20
15 15 5 1 15 20 226 II
30 dx 5 1 5 20 5 20 162 III
O-43 30 sx 25 30 20 20
20 5
15 5
10 15 1 1 15 20 202 II
30 dx 20 30 15 20 1 1 184 II-III
O-44 48 sx 25 30 20 20
20 5
15 5
10 15 1 15 15 20 216 II
48 dx 20 30 15 20 1 1 198 II-III Tab 6. Lunghezza, punteggi e livelli di funzionalità dei singoli Tratti Omogenei considerati
4.1 Valori delle singole domande Un’analisi dettagliata dei risultati ottenuti dalle singole domande permette di evidenziare in modo chiaro i comparti più danneggiati. E’ stata calcolata la frequenza dei punteggi ottenuti per ogni singola domanda e ne è stata realizzata la rappresentazione cartografica. Domanda 1 - Stato del territorio circostante (figg. 10a,b,c) I tratti iniziali scorrono a valle, nella zona industriale dell’EZIT, e dunque sono profondamente danneggiati per quanto riguarda lo stato del territorio circostante. Più a monte, verso la vicina Slovenia, la riva sinistra adempie la funzione di confine con il biotopo dei laghetti della Noghere, area naturale protetta, e di conseguenza acquisisce quasi il punteggio
18
ottimale, che invece, è pienamente raggiunto nei tratti finali quando il rio scorre lungo il Bosco Vignano.Il rimanente della riva sinistra e tutta la destra sono adiacenti ad aree ad urbanizzazione sparsa ed adibite a coltivazioni di vario genere e perciò il loro punteggio è basso. Rispetto la valutazione fatta nel 2002, la situazione rimane pressoché invariata.
Fig 10. Rappresentazione cartografica
territorio circostante
40%
10%
37%
13%
0%3%
79%
18%
0
1000
2000
3000
1 5 20 25
punteggio
lung
hezz
a (m
)
sponda sinistra
sponda destra
territorio circostante
16%
58%
6%
20%
0
2000
4000
6000
1 5 20 25
punteggio
lung
hezz
a (m
)
totale sponde
Fig. 10b. Punteggi del territorio circostante per sponda
Fig. 10c. Punteggi del territorio circostante nella totalità delle sponde
19
Fig. 10d. Confronto 2002/2006
Domanda 2 - Vegetazione presente nella fascia perifluviale primaria (figg. 11a,b,c,d) La vegetazione presente lungo quasi tutte le sponde è costituita da specie riparie sia arboree (Salix, Populus e Alnus) che arbustive (Cornus, Euonymus). Sono frequentemente presenti anche specie arboree non riparie come la Robinia pseudoacacia introdotta dall’uomo, mentre i canneti sono sporadici. Rispetto la valutazione fatta nel 2002, la situazione rimane pressoché invariata.
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
3500
1 5 20 25
2002
2006
20
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
3500
1 10 25 30
2002
2006
Fig 11d. Confronto 2002/2006
vegetazione perifluviale
2%
27% 24%
47%
1%
18% 19%
62%
0
1000
2000
3000
1 5 20 25
punteggio
lung
hezz
a (m
)
sponda sinistra
sponda destra
vegetazione perifluviale
54%
22%22%
2%0
2000
4000
6000
8000
1 5 20 25
punteggio
lung
hezz
a (m
)
totale sponde
Fig 11b. Percentuali dei punteggi della vegetazione fluviale
Fig 11c. Percentuali complessive dei punteggi
Fig 11a. Rappresentazione cartografica
21
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
3500
4000
4500
5000
1 5 15 20
2002
2006
Domanda 3 - Ampiezza della fascia di vegetazione perifluviale arborea ed arbustiva (figg. 12a,b,c,d) L’ampiezza della fascia di vegetazione perifluviale non è mai molto ampia, infatti non supera quasi mai i 5m. Solamente nei tratti a monte, verso il confine con la Slovenia, l’ampiezza della vegetazione raggiunge anche i 30 m. Rispetto la valutazione fatta nel 2002 la situazione rimane pressoché invariata nonostante si abbia un leggero aumento della percentuale delle sponde che raggiungono i 5 m, soprattutto in corrispondenza dei Laghetti delle Noghere, ed una conseguente diminuzione di quelle che raggiungono una metratura maggiore.
Fig 12a. Rappresentazione cartografica
Fig 12d. Confronto2002/2006
ampiezza vegetazione perifluviale
17%10%
73%
0% 0%6%
94%
0%0
1000
2000
3000
1 5 20 25
punteggio
lung
hezz
a (m
)
sponda sinistra
sponda destra
ampiezza vegetazione perifluviale
0%
84%
8% 8%
0
2000
4000
6000
1 5 20 25
punteggio
lung
hezz
a (m
)
totale sponde
Fig 12b. Percentuali dei punteggi della vegetazione perifluviale
Fig 12c. Percentuali complessive dei punteggi
22
Domanda 4 – Continuità della fascia di vegetazione perifluviale arborea ed arbustiva (figg. 13a,b,c,d)) La fascia di vegetazione è stata rinvenuta per la maggior parte continua lungo tutto il corso dell’Ospo, sia sulla sponda sinistra sia su quella destra. Rispetto la valutazione fatta nel 2002 si è riscontrato un leggero aumento della discontinuità della fascia di vegetazione, soprattutto della sponda sinistra, tra i tratti 18 e 22. Fig 13a. Rappresentazione cartografica
0
1000
2000
3000
4000
5000
6000
1 5 10 20
2002
2006
continuità fascia di vegetazione
89%
11%0%0%
92%
8%0%0%
0
1000
2000
3000
1 5 20 25
punteggio
lung
hezz
a (m
)
sponda sinistra
sponda destra
continuità fascia di vegetazione
91%
9%0%0%
0
2000
4000
6000
8000
1 5 20 25
punteggio
lung
hezz
a (m
)
totale sponde
Fig 13b. Continuità fascia di vegetazione per sponde
Fig 13c. Continuità fascia di vegetazione complessiva
Fig 13d. Confronto temporale
23
Domanda 5 - Condizioni idriche dell’alveo (figg. 14a,b,c) Il Rio Ospo, lungo tutto il suo corso, presenta la larghezza dell’alveo di morbida inferiore al triplo di quello bagnato, e di conseguenza la domanda ha ottenuto costantemente il punteggio ottimale. Rispetto la valutazione fatta nel 2002 la situazione rimane invariata.
Domanda 6 - Conforma
zione delle rive (figg. 15a,b,c,d) La maggioranza delle rive è ricoperta da
erbe ed arbusti. Solamente più a monte e presso i Laghetti delle Noghere si riscontra la vegetazione arborea. Nella zona industriale invece si hanno addirittura le rive nude. Rispetto la valutazione fatta nel 2002 la situazione è peggiorata. Le rive nude sono raddoppiate e si ha un sensibile aumento delle rive con sottile strato erboso, conseguentemente la percentuale delle rive con vegetazione arborea e/o massi è calata drasticamente.
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
1 5 15 20
2002
2006
Fig 14.a Rappresentazione cartografica
Fig 14b. Condizioni idriche dell’alveo Fig 14c. Confronto temporale
24
0
500
1000
1500
2000
2500
1 5 15 25
2002
2006
Domanda 7 - Strutture di ritenzione degli apporti trofici (figg. 16a,b,c,d)
conformazione rive
11%
36%
23%30%
13%
47%
31%
9%
0
1000
2000
3000
1 5 20 25
punteggio
lung
hezz
a (m
)
sponda sinistra
sponda destra
conformazione rive
12%
42%
27%19%
0
2000
4000
6000
1 5 20 25
punteggio
lung
hezz
a (m
)
totale sponde
Fig 15a. Rappresentazione cartografica Fig 15b. Confromazione delle rive
Fig 15d. Confronto temporale
Fig 15c. Confromazione complessiva
25
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
1600
1800
1 5 15 25
2002
2006
strutture di ritenzione
22%
12%
63%
3%
0
1000
2000
3000
1 5 15 25
punteggio
lung
hezz
a (m
)
alveo
Nell’alveo si osservano massi o tronchi stabilmente incassati e presenza di fasce di canneto solamente molto a valle ed in rari e brevi tratti a metà del corso del fiume. La maggior parte delle strutture di ritenzione è libera e mobile con le piene e di conseguenza c’è assenza di canneto o idrofite lungo quasi tutto l’Ospo.Rispetto il 2002, si ha un peggioramento con una forte riduzione della presenza di canneto ed un sensibile aumento delle strutture mobili.
Fig. 16a. Rappresentazione cartografica
Domanda 8 - Erosione (figg. 17a,b,c,d) Il corso del Rio Ospo, come risultato dell’intervento dell’uomo che è intervenuto rettificandone l’andamento, non presenta molti meandri e perciò l’erosione è di rado osservabile. Nel complesso si ha un’erosione maggiore solamente nelle curve e nelle strettoie, lungo la sponda destra, come effetto della corrente che comunque non è molto forte.
Fig. 16b. Struttura di ritenzione Fig. 16c. Confronto temporale
26
Rispetto il 2002 si ha un netto miglioramento della situazione poiché si ha una sensibile riduzione dell’erosione frequente che comporta scavo delle rive e delle radici. Questo risultato è stato probabilmente ottenuto come conseguenza del fatto che l’Ospo nel 2006, al contrario del 2002, non ha avuto un completo periodo di secca e dunque non si è potuta osservare completamente l’erosione poiché molte radici e sponde erano coperte dall’acqua. Domanda 9 - Sezione trasversale (figg. 18a,b,c,d) L’intervento antropico ha modificato profondamente il tragitto del Rio Ospo, tendendo a raddrizzarne il corso. Gli argini, nonostante ciò, rimangono di origine naturale e dunque, a parte la presenza di qualche briglia artificiale, la sezione trasversale può essere considerata completamente rinaturalizzata, e conseguentemente quasi tutto l percorso del fiume ottiene il massimo punteggio. Rispetto la situazione del 2002, si ha un netto aumento delle parti con sezione trasversale naturale ed una conseguente diminuzione dei tratti che presentano una sezione trasversale con lievi interventi artificiali. Questi nuovi risultati sono probabilmente stati ottenuti come conseguenza del fatto che il Rio Ospo nel 2006 ha avuto una portata d’acqua maggiore di quella del 2002 dovuta alle piogge primaverili.
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
3500
4000
1 5 15 20
2002
2006
erosione
17%
31%23%
29%
6%14%
47%
32%
0
1000
2000
3000
1 5 15 20
punteggio
lung
hezz
a (m
)
sponda sinistra
sponda destra
erosione
11%
23%
35% 31%
0
2000
4000
6000
1 5 15 20
punteggio
lung
hezz
a (m
)
totale sponde
Fig. 17a Rappresentazione cartografica
Fig. 17b. Erosione delle sponde Fig. 17c. Erosione complessiva delle sponde
Fig. 17d. Confronto temporale
27
Fig 18a. Rappresentazione cartografica
Domanda 10 - Struttura del fondo dell’alveo (figg. 19a,b,c,d) Il fondo è per la maggior parte a struttura costante, formato o da ciottoli facilmente movibili, o da sassi a granulometria maggiore, diversificati e quindi a tratti movibili. Rispetto il 2002 sono diminuiti i tratti che presentavano un fondo diversificato e stabile poiché si ha una netta riduzione della presenza di canneti che invece nella precedente valutazione erano diffusi e radicati nell’alveo permettendo così la formazione di un fondo più stabile. Fig 19a. Rappresentazione cartografica
sezione trasversale
88%
9%2%1%
0
1000
2000
3000
1 5 10 15
punteggio
lung
hezz
a (m
)
alveo
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
1 5 10 15
2002
2006
fondo dell'alveo
6%
61%
30%
2%0
1000
2000
3000
1 5 15 25
punteggio
lung
hezz
a (m
)
alveo
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
1600
1800
1 5 15 25
2002
2006
Fig 18b. Sezione trasversale Fig.18c. Confronto temporale
28
Domanda 11- Raschi, pozze e meandri (figg. 20a,b,c,d))
Il corso dell’Ospo essendo stato raddrizzato artificialmente non presenta meandri ed il fondo è omogeneo. I punteggi per questa domanda risultano perciò pessimi. Solamente in qualche tratto sparso si ha la presenza a distanze diverse di raschi e pozze con successione irregolare. Rispetto il 2002 si ha un aumento dei tratti che presentano un percorso raddrizzato e perciò una diminuzione dei raschi e delle pozze sempre come conseguenza del fatto che nel 2006 l’Ospo non ha raggiunto un periodo di secca e dunque l’acqua, più alta, ha coperto i raschi osservati nel 2002.
Fig 20a. Rappresentazione cartografica
raschi,pozze,meandri
60%
27%
12%
1%0
1000
2000
3000
1 5 20 25
punteggio
lung
hezz
a (m
)
alveo
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
1600
1800
1 2 3 4
2002
2006
Fig 20b. Presenza di raschi, pozzi e meandri Fig 20c. Confronto temporale
29
Domanda 12 – Componente vegetale in alveo bagnato in acque a flusso turbolento (figg. 21a,b,c,d) Il flusso dell’acqua nel Rio Ospo che scorre in territorio italiano è prevalentemente laminare. Si ha una leggera prevalenza di copertura macrofitica limitata e di periphyton scarsamente sviluppato più a monte mentre a valle si ha la presenza di periphyton discreto o spesso. Questa situazione porta ad un complessivo peggioramento delle condizioni rispetto il 2002, anche se nella valutazione IFF precedente dell’Ospo non era stata rilevata l’esistenza di un flusso turbolento.
Fig 21a. Rappresentazione cartografica
componente vegetale in alveo bagnato
8%34%30%28% 8%
43%
8%
41%
0
1000
2000
3000
1 5 10 15
punteggio
lung
hezz
a (m
)
flussoturbolentoflusso laminare
componente vegetale in alveo bagnato
8%
42%
11%
39%
0
1000
2000
3000
1 5 10 15
punteggio
lung
hezz
a (m
)
componentevegetalecomplessiva
Fig. 21b. Componente vegetale in alveo bagnato in flusso turbolento e marginale
Fig. 21c. Componente vegetale complessivo in alveo.
30
0
20
40
60
80
100
120
140
1 5 10 15
2002
2006
Fig 21d. Confronto 2002/2006
Domanda 12 bis – Componente vegetale in alveo bagnato in acque a flusso laminare (figg. 22a,b,c,d) Nel Rio Ospo le macrofite in alveo sono poco presenti, per cui è il periphyton a determinare la risposta. Ai fini dell’IFF si considerano costituenti del periphyton non solo microalghe, funghi, batteri e protozoi, cioè l’insieme dei microrganismi sessili e di quelli che si muovono all’interno della maglia da essi costituita, ma anche i ciuffi di alghe filamentose e altre alghe macroscopiche. Nei vari tratti del corso d’acqua il periphyton è sia scarsamente sviluppato con limitata copertura di macrofite tolleranti che discreto. Rispetto al 2002 le condizioni sono peggiorate avendo rilevato un incremento della copertura di periphyton spesso ed una sensibile riduzione di periphyton scarsamente sviluppato.
Fig 22a. Rappresentazione cartografica
31
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
1600
1 5 10 15
2002
2006
Domanda 13 – Detrito (figg. 23a,b,c,d) Rispondendo a questa domanda si ottiene un quadro chiaro dei tipi di condizioni fisico-chimiche presenti nel tratto considerato tramite la valutazione del tipo di detrito rimasto. In condizioni ideali (ossigenazione abbondante, comunità macrobentonica ricca e differenziata) i trituratori demoliscono in breve tempo le foglie riducendole a materia organica particolata grossolana (CPOM) e fine (FPOM). I frammenti vegetali sono così distinguibili e fibrosi. In caso di ipossia, comunità squilibrata ed inquinamento, l’azione dei trituratori viene alterata e prevale la demolizione dei batteri e dei funghi, con conseguente accumulo di frammenti polposi. Lungo il corso dell’Ospo si riscontra quest’ultimo caso più a valle, nella zona industriale. Risalendo il fiume verso monte e la zona dei laghetti e di Bosco Vignano, la situazione migliora arrivando ad ottenere il punteggio massimo nei tratti dai Laghetti delle Noghere al confine con la Slovenia. Rispetto al 2002 la situazione presenta un miglioramento delle condizioni poiché si riscontra un leggero aumento dei tratti aventi vegetali riconoscibili e fibrosi segno di un miglioramento della composizione della comunità macrobentonica.
componente vegetale in alveo bagnato
8%34%30%28% 8%
43%
8%
41%
0
1000
2000
3000
1 5 10 15
punteggio
lung
hezz
a (m
)
flussoturbolentoflusso laminare
componente vegetale in alveo bagnato
8%
42%
11%
39%
0
1000
2000
3000
1 5 10 15
punteggio
lung
hezz
a (m
)
componentevegetalecomplessiva
Fig 22b. Componente vegetale in alveo bagnato sia in flusso turbolento che marginale
Fig. 22c. Componente vegetale complessivo in alveo.
Fig. 22d. Confronto temporale
32
Fig 23a. Rappresentazione cartografica
Domanda 14 – Comunità macrobentonica (figg. 24a,b,c,d) La composizione della comunità macrobentonica è legata direttamente alla capacità autodepurativa del corso d’acqua, intesa come ciclizzazione della materia organica. In condizioni ottimali, la comunità e formata da organismi eterogenei sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.I tratti a flusso laminare sono formati da un’alta diversità di specie, con maggior presenza di Efemerotteri (Leptophlebidae, Ephemerellidae ed Ephemeridae) piuttosto che Heptageniidae o Plecotteri, più caratteristici di corsi a flusso turbolento. A valle si osserva la presenza di comunità alterate costituite da pochi Efemerotteri e Tricotteri e da
detrito
41%44%
15%
0%0
1000
2000
3000
1 5 10 15
punteggio
lung
hezz
a (m
)
alveo
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
1600
1 5 10 15
2002
2006
Fig 23b. Caratteristiche del detrito Fig 23c. Confronto temporale
33
taxa più tolleranti all’inquinamento.La situazione migliora nettamente andando verso monte fino ad ottenere una struttura di comunità molto ben diversificata. Rispetto la valutazione fatta nel 2002, la situazione rimane pressoché invariata
Fig 24a. Rappresentazione cartografica
comunità macrobentonica
56%
25%19%
0%0
1000
2000
3000
1 5 10 20
punteggio
lung
hezz
a (m
)
alveo
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
1600
1800
1 5 10 20
2002
2006
Fig. 24b. Caratteristiche del detrito Fig 24c. Confronto temporale
34
5 DISCUSSIONE
5.1 Analisi dei vari gruppi funzionali Secondo il manuale dell’IFF oltre a considerare l’indice complessivo bisogna anche prendere in considerazione i diversi gruppi di domande per valutare i diversi comparti ambientali. Si raccolgono le 14 domande in 4 gruppi tenendo conto degli ambiti delle diverse domande (Tab. 7). A questi 4 gruppi viene assegnato un punteggio (A, B e C) ognuno costituito da un intervallo di
valori ottenibili dalla somma dei punteggi delle varie domande facenti parte di un gruppo. Ai tre diversi punteggi viene assegnato un colore per facilitarne la rappresentazione cartografica. I Comparto ambientale: Condizioni vegetazionali delle rive e del territorio circostante (figg. 25a,b,c,d) I Gruppo funzionale: Domande 1, 2, 3, 4
tratto m Sp. I°Gruppo II°Gruppo III°Gruppo IVGruppo tratto m Sp. I°Gruppo II°Gruppo III°Gruppo IVGruppo
160 sx 51 B 35 A 66 B 58 sx 55 B 21 B 41 B O-01
160 dx 46 B 35 A 66 B
11
C
O-23
58 dx 60 B 25 B 51 B
45
A
200 sx 51 B 35 A 66 B 47 sx 55 B 25 B 56 B O-02
200 dx 51 B 35 A 66 B
11
C
O-24
47 dx 60 B 25 B 51 B
45
A
55 sx 27 B 21 B 31 B 49 sx 60 B 21 B 45 B O-03
55 dx 55 B 25 B 41 B
15
B
O-25
49 dx 60 B 25 B 55 B
45
A
74 sx 36 B 21 B 26 B 42 sx 55 B 35 A 41 B O-04
74 dx 65 B 25 B 40 B
25
B
O-26
42 dx 60 B 35 A 41 B
36
A
59 sx 90 A 21 B 31 B 44 sx 60 B 35 A 51 B O-05
59 dx 40 B 25 B 41 B
30
A
O-27
44 dx 60 B 35 A 51 B
36
A
117 sx 70 A 21 B 56 B 31 sx 60 B 30 A 45 B O-06
117 dx 60 B 25 B 70 B
25
B
O-28
31 dx 60 B 30 A 45 B
40
A
134 sx 80 A 45 A 41 B 44 sx 60 B 25 B 36 B O-07
134 dx 60 B 45 A 55 B
30
A
O-29
44 dx 60 B 25 B 36 B
45
A
58 sx 50 B 21 B 35 B 70 sx 75 A 35 A 41 B O-08
58 dx 40 B 35 A 45 B
30
A
O-30
70 dx 60 B 35 A 41 B
45
A
42 sx 80 A 21 B 60 B 68 sx 55 B 35 A 76 A O-09
42 dx 60 B 25 B 70 B
30
A
O-31
68 dx 55 B 35 A 76 A
36
A
128 sx 80 A 25 B 45 B 60 sx 40 B 25 B 55 B O-10
128 dx 55 B 35 A 55 B
30
A
O-32
60 dx 55 B 35 A 55 B
36
A
33 sx 80 A 25 B 70 B 96 sx 50 B 35 A 55 B O-11
33 dx 55 B 35 A 65 B
21
B
O-33
96 dx 40 B 35 A 60 B
40
A
46 sx 80 A 35 A 70 B 30 sx 90 A 21 B 51 B O-12
46 dx 50 B 35 A 70 B
21
B
O-34
30 dx 40 B 21 B 41 B
36
A
31 sx 55 B 35 A 86 A 36 sx 95 A 25 B 75 A O-13
31 dx 40 B 35 A 86 A
21
B
O-35
36 dx 55 B 21 B 75 A
36
A
30 sx 55 B 21 B 5 C 30 sx 95 A 21 B 27 B O-14
30 dx 60 B 21 B 5 C
16
B
O-36
30 dx 60 B 21 B 27 B
45
A
62 sx 40 B 25 B 41 B 90 sx 95 A 45 A 51 B O-15
62 dx 60 B 25 B 41 B
40
A
O-37
90 dx 60 B 45 A 41 B
45
A
75 sx 40 B 25 B 41 B 32 sx 95 A 45 A 85 A O-16
75 dx 60 B 35 A 41 B
40
A
O-38
32 dx 60 B 45 A 90 A
50
A
37 sx 40 B 21 B 60 B 41 sx 95 A 45 A 51 B O-17
37 dx 60 B 25 B 70 B
40
A
O-39 41 dx 60 B 45 A 41 B
36
A
104 sx 30 B 21 B 41 B 53 sx 95 A 35 A 80 A O-18
104 dx 60 B 25 B 51 B
45
A
O-40
53 dx 60 B 45 A 70 B
45
A
30 sx 60 B 25 B 27 B 41 sx 95 A 21 B 61 B O-19
30 dx 40 B 25 B 27 B
45
A
O-41
41 dx 60 B 25 B 80 A
36
A
43 sx 55 B 35 A 86 A 30 sx 95 A 25 B 70 B O-20
43 dx 40 B 35 A 86 A
31
A
O-42
30 dx 31 B 25 B 70 B
36
A
98 sx 50 B 35 A 86 A 30 sx 95 A 25 B 46 B O-21
98 dx 60 B 35 A 86 A
31
A
O-43
30 dx 85 A 21 B 42 B
36
A
30 sx 50 B 21 B 9 C 48 sx 95 A 25 B 46 B O-22
30 dx 60 B 21 B 9 C
35
A
O-44
48 dx 85 A 21 B 42 B
50
A
Tab 7. Gruppi funzionali di domande
35
I gruppo funzionale
51%
42%
7%34%
59%
7%
0
1000
2000
3000
A B C
punteggio
lung
hezz
a (m
)
sponda sinistra
sponda destra
I gruppo funzionale
10%
73%
17%
0
2000
4000
6000
A B C
punteggio
lung
hezz
a (m
)
totale sponde
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
3500
4000
4500
5000
A B C D
2002
2006
Quasi tutte le sponde hanno ottenuto valori medi di funzionalità poiché sono presenti lungo quasi tutto il corso dell’Ospo insediamenti agricoli ed industriali e la fascia di vegetazione seppur continua è caratterizzata da un’ampiezza limitata. I valori massimi sono stati osservati nei tratti che costeggiano i Laghetti delle Noghere ed il Bosco Vignano. Rispetto al 2002 la situazione è rimasta pressoché la stessa.
Fig 25d. Confronto 2002/2006 II Comparto ambientale: Ampiezza dell’alveo e struttura delle rive (figg. 26a,b,c,d) II Gruppo funzionale: Domande 5 e 6.
Fig 25a. Rappresentazione cartografica
Fig. 25b. Punteggi per sponda relativi al primo gruppo funzionale
Fig. 25c. Punteggi totali relativi al primo gruppo funzionale
36
La larghezza dell’alveo di morbida è ottimale lungo quasi tutto il corso del Rio Ospo essendo inferiore al triplo dell’alveo bagnato. Abbassa il punteggio la conformazione delle rive che è molto disomogenea e frammentata. Dal punto di vista delle caratteristiche idrauliche il fiume ha una buona funzionalità a valle, in corrispondenza dei Laghetti e a monte mentre nel tratto intermedio essendoci rive nude o con sottile strato erboso il punteggio si abbassa. Rispetto al 2002 la situazione si è frammentata e peggiorata ulteriormente ottenendo dei punteggi ancora più bassi nei tratti intermedi.
Fig 26a. Rappresentazione cartografica
37
III Comparto ambientale: Struttura dell’alveo (figg. 27a,b,c,d) III Gruppo funzionale: Domande 7, 8, 9, 10 e 11. Nel corso della storia il Rio Ospo ha subito pesanti interventi antropici che ne hanno modificato l’andamento attraverso rettificazioni e costruzioni di argini. Tutto questo si ripercuote sul punteggio ottenuto. La maggior parte del fiume ha una funzionalità media, alcuni tratti ottengono dei punteggi buoni, soprattutto più a monte e puntiformi sono quelli che raggiungono addirittura valori pessimi.
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
3500
4000
A B C D
2002
2006
II gruppo funzionale
47%53%
0%
60%
40%
0%0
1000
2000
3000
A B C
punteggio
lung
hezz
a (m
)
sponda sinistra
sponda destra
II gruppo funzionale
0%
46%54%
0
2000
4000
6000
A B C
punteggio
lung
hezz
a (m
)
totale sponde
Fig 26b. Punteggi per sponda relativi al secondo gruppo funzionale
Fig 26c. Punteggi totali relativi al secondo gruppo funzionale
Fig 26d. Confronto temporale
38
III gruppo funzionale
13%
84%
2%
13%
85%
2%0
1000
2000
3000
A B C
punteggio
lung
hezz
a (m
)
sponda sinistra
sponda destra
III gruppo funzionale
2%
85%
13%
0
2000
4000
6000
A B C
punteggio
lung
hezz
a (m
)
totale sponde
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
3500
4000
4500
5000
A B C D
2002
2006
Fig 27a. Rappresentazione cartografica
Fig 27d. Confronto temporale
Fig 27b. Punteggi relativi al terzo gruppo funzionale
Fig 27c. Confronto temporale
39
IV Comparto ambientale: Caratteristiche biologiche (figg. 28a,b,c,d) IV Gruppo funzionale: Domande 12, 13 e 14. Questo comparto è quello che ha ottenuto la migliore valutazione. Solamente nella zona industriale, come effetto dell’inquinamento apportato dagli scarichi industriali, ottiene il punteggio minore che denota la sua scarsissima funzionalità in questo punto. Rispetto al 2002 la situazione è leggermente peggiorata in corrispondenza dei tratti siti nella zona industriale che si sono leggermente estesi verso monte.
Fig 28a. Rappresentazione cartografica
5.2 Analisi della funzionalità complessiva Le figg 29a,b,c riportano i risultati definitivi dell’IFF relativo alla parte del corso del Rio Ospo valutato. In linea di massima si possono riconoscere tre tratti distinti in base alla funzionalità.
IV gruppo funzionale
13%14%
73%
0
1000
2000
3000
A B C
punteggio
lung
hezz
a (m
)
alveo
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
3500
4000
4500
A B C D
2002
2006
Fig 28b. Punteggi relativi al quarto gruppo funzionale
Fig 28c. Confronto temporale
40
Indice Funzionalità Fluviale
0%0%3%4%
52%
19%19%
2%1% 0%0%1%
53%
35%
11%
0%0% 0%0
1000
2000
3000
I I-II II II-III III III-IV IV IV-V V
lung
hezz
a (m
)
spondasinistraspondadestra
Fig 29a. Rappresentazione cartografica
Indice Funzionalità Fluviale
27%15%1%1%
52%
2% 2% 0% 0%0
2000400060008000
10000120001400016000
I I-II II II-III III III-IV IV IV-V V
punteggio
lung
hezz
a (m
)
totale sponde
Fig 29b. Percentuali dei punteggi dell’alveo
41
Fig 29c. Percentuali complessive dei punteggi
Fig 30. Rio Ospo tratto a valle. Confronto 2002 (a) e 2006 (b)
Il primo, più a valle verso la zona industriale, comprende i tratti dall’O-1 all’O-6, per un totale di 665m (figg 30a,b). Il livello di funzionalità è mediocre per entrambe le sponde eccetto un piccolo pezzo della sponda destra che ottiene un punteggio di funzionalità peggiore. Dopo l’immissione del torrente Menariolo, ci si trova nella zona dei Laghetti delle Noghere, zona naturale protetta, che si estende a sud del Rio Ospo (figg 31a,b). La funzionalità migliora leggermente dal tratto O-7 fino al tratto O-19 per una lunghezza di 810m , mantenendo un’alternanza di tratti con funzionalità mediocre a tratti con buona funzionalità. Per questo secondo insieme di tratti si ha una profonda modificazione rispetto la situazione del 2002 che presentava una buona funzionalità complessiva di entrambe le sponde.
a) b)
42
Fig 31. Rio Ospo tratto intermedio. Confronto 2002 (a) e 2006 (b) La parte più a monte, dal tratto O-20 al tratto O-44 è caratterizzata da una miglior funzionalità complessiva (Figg 32a,b). Sono aumentati infatti i tratti con una buona funzionalità e verso il confine con la Slovenia si è osservato un tratto nella sponda destra con funzionalità addirittura ottima. Rispetto al 2002 in cui si riscontrava una forte frammentazione e alternanza di tratti con buona e scarsa funzionalità, la situazione è migliorata avendo una maggior omogeneità di distribuzione dei tratti a funzionalità buona.
Fig 32. Rio Ospo tratto a monte. Confronto 2002 (a) e 2006 (b)
a) b)
a) b)
43
6 CONCLUSIONI Grazie all’utilizzo dell’Indice di Funzionalità Fluviale si riesce a dare un quadro preciso e completo dello stato del fiume in modo da poter intervenire in modo preciso e puntuale nella gestione e nella salvaguardia del territorio. Applicando tale metodologia si è riusciti ad individuare quali zone del Rio Ospo sono compromesse e quali invece mantengono una buona funzionalità. La Provincia Autonoma di Trento, essendo stata la prima ad avvalersi in modo completo di quest’indice, delega ad esso il compito di individuare, per ciascun corso d’acqua al quale l’indice stesso è applicato, l’appartenenza ad una delle tre tipologie:
1) “Ambito fluviale ecologico con valenza elevata” da proteggere e gestire correttamente 2) “Ambito fluviale ecologici con valenza mediocre” caratterizzato da zone scarsamente
arbustive ed agricole. L’intervento di ripristino consiste nell’individuazione di una fascia adiacente il corso d’acqua
di 30 m da rinaturalizzare mediante l’impianto di specie arboree ed arbustive primarie e da vincolare per non permettere altre edificazioni antropiche.
3) “Ambito fluviale ecologici con valenza bassa” caratterizzato da zone circostanti urbanizzate la cui rinaturalizzazione non deve riguardare l’esterno dell’alveo ma gli argini e l’alveo stesso. Nel Rio Ospo, in seguito all’applicazione dell’IFF, sono state riconosciute tutte queste tre tipologie dalla zona industriale (tip.3), passando per la zona intermedia (tip.2) fino al confine con la Slovenia più a monte (tip.1). L’ecosistema del Rio Ospo viene considerato un corridoio ecologico ed è dunque di estrema importanza la sua salvaguardia per fargli mantenere una buona funzionalità.
44
7 BIBLIOGRAFIA Bognolo E., Pecile I., 1995. La fauna odonatologica del Carso triestino, del Carso goriziano e di alcune località limitrofe. Atti Mus. civ. Stor. nat. Trieste, 46: 145-171. Campaioli S., Ghetti P. F., Minallo A., Ruffo S., 1994-1999. Manuale per il riconoscimento dei Macroinvertebrati delle acque dolci italiane, Vol. 1 e 2. Provincia autonoma di Trento. Trento. 357 e 127 pp. Carchini G., 1983. Guide per il riconoscimento delle specie animali delle acque interne italiane – Odonati, 21. CNR. Verona. 80 pp. Chierici E., Dubricich S., 2002. Applicazione su larga scala dell’IRCE-2 (precursore dell’IFF) all’intero reticolo idrografico della Valtellina. Convegno : Applicazione dell’Indice di Funzionalità Fluviale (IFF) al sistema idrografico del Fiume Ticino. Fondazione Lombardia per l’Ambiente. Milano. Conci C., Nielsen C., 1956. Fauna d’Italia - Odonata. Calderini. Bologna. 298 pp. D’Ambnrosi C., Mosetti F., 1962. Contributi alle conoscenze geo-idrologiche della Piana di Zaule. Tecnica italiana. XXVII, 1 e 2, 44 pp. De Vecchi L., Dolce S., Palma M., Stoch F., 1992. La Valle dell’Ospo e i Laghetti delle Noghere. LINT. Trieste. 69 pp. Ghetti P. F., 1997. Manuale di applicazione Indice Biotico Esteso (I.B.E.). Provincia autonoma di Trento. Trento. 222 pp. Ghetti P. F., Bonazzi G.,1981. I macroinvertebrati nella sorveglianza ecologica dei corsi d’acqua. CNR AQ/1/127. Mancini L., 2002. Applicazione dell’IFF al fiume Tevere. Convegno : Applicazione dell’Indice di Funzionalità Fluviale (IFF) al sistema idrografico del Fiume Ticino. Fondazione Lombardia per l’Ambiente. Milano. Minciardi M. R., Rossi G. L., 2002. Applicazione dell’ IFF ai grandi fiumi : il caso del PO. Convegno : Applicazione dell’Indice di Funzionalità Fluviale (IFF) al sistema idrografico del Fiume Ticino. Fondazione Lombardia per l’Ambiente. Milano. Paoli N. 2002. Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche. Provincia di Trento. Convegno : Applicazione dell’Indice di Funzionalità Fluviale (IFF) al sistema idrografico del Fiume Ticino. Fondazione Lombardia per l’Ambiente. Milano. Petersen et al. 1987. Stream management: emerging global similarities. Ambio, 16 (4). 166-179. Pignatti S., 1982. Flora d’Italia. Edagricole. Bologna. 3 voll. Sansoni G., 1998. Atlante per il riconoscimento dei Macroinvertebrati dei corsi d’acqua italiani. Provincia Autonoma di Trento. Trento. 191 pp. Siligardi M. et al., 2000. I.F.F. Indice di Funzionalità Fluviale. ANPA. Roma. 223 pp. Siligardi M. et al., 2002. Applicazione dell’Indice di Funzionalità Fluviale (IFF) al sistema idrografico del Fiume Ticino. Fondazione Lombardia per l’Ambiente. Milano. 299 pp.
45
Siligardi M., Maiolini B., 1993. L’inventario delle caratteristiche ambientali dei corsi d’acqua alpini : guida all’uso della scheda RCE-2. Biologia Ambientale, VII, 30: 18-24. Woodiwiss F. S., 1980. Biological monitoring of surface water quality. Commission of the European Communities, ENV/787/80-EN, 45 pp. Adriano D.C., 1986. Trace Elements in the Terrestrial Environment. Springer. New York, 533 pp. Zanetti M. 2002. Applicazione dell’IFF ad una realtà fluviale particolare : il fiume Piave. Convegno : Applicazione dell’Indice di Funzionalità Fluviale (IFF) al sistema idrografico del Fiume Ticino. Fondazione Lombardia per l’Ambiente. Milano.
46
8 ALLEGATI
8.1 Fauna del Rio Ospo
Lepidottero Pesce O-17 .
Rana verde O-10 Odonati
8.2 Invertebrati macrobentonici
a) Plecotteri - genere Isoperla b) Efemerotteri – genere Centroptilum
47
c) Coleotteri- famiglia Haliptidae
d) Ditteri- famiglia Simulidae
d) Gasteropodi-specie Gyraulus crista
e) Irudinei-genere Helobdella
48
8.3 Tratti omogenei
c) Domanda 1 O-1 sponda sinistra: territorio circostante aree urbanizzate
d) Domanda 8 O-5 sponda sinistra: erosione con scavo delle rive
a) Domande 2/3/4 O-5 sponda destra: formazioni arboree riparie di ampiezza limitata ma continue
b) Domande 2/3/4 O41- sponda destra: formazioni arboree non riparie estese in ampiezza e continue
e) Domanda 6 O-7 sottile strato erboso f) Domanda 7 O-31: buone strutture di ritenzione
49
g) Domanda12 O-25 macrofite h) Domanda 8 O-43 sponda sinistra: erosione con scavo delle rive
i) Domanda 9 O-20 alveo: sezione trasversale con salto artificiale ed elementi naturali
l) Domanda 6 O-23: conformazione delle rive
m) Domanda 10 O-26 alveo: fondo a ciottoli, mobile con le piene
n) Domanda 11 O-30 alveo: raschi e pozze presenti con successione irregolare
50
o) Domanda 12-13 O-35 alveo: periphyton spesso p) Domande 12/13 O-27 alveo: periphyton discreto con
presenza di frammenti vegetali fibrosi e polposi
q) Domanda 14 O-1 alveo: comunità macrobentonica poco diversificata con prevalenza di taxa tolleranti all’inquinamento
r) Domanda 14 O-15 alveo: comunità macrobentonica ben strutturata e diversificata, adeguata alla tipologia fluviale
51