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FORNITURA e POSA IN OPERA di COGENERATORE a GAS METANO – CENTRALE TELERISCALDAMENTO di EDOLO (BS) Integra s.r.l. – Via Rigamonti n° 65 –25047 Darfo Boario Terme (BS) 1 FORNITURA e POSA IN OPERA di COGENERATORE a GAS METANO nella CENTRALE di TELERISCALDAMENTO di EDOLO (BS) APPALTO PER LA FORNITURA e POSA IN OPERA di COGENERATORE a GAS METANO nella CENTRALE di TELERISCALDAMENTO di EDOLO (BS) CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO NORME TECNICHE IMPIANTO ____________________________________________________________

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FORNITURA e POSA IN OPERA di COGENERATORE a GAS METANO – CENTRALE TELERISCALDAMENTO di EDOLO (BS)

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FORNITURA e POSA IN OPERA di COGENERATORE a GAS METANO nella CENTRALE di TELERISCALDAMENTO di EDOLO (BS)

APPALTO PER LA FORNITURA e POSA IN OPERA di COGENERATORE a GAS METANO nella CENTRALE di TELERISCALDAMENTO di EDOLO (BS)

CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO

NORME TECNICHE IMPIANTO ____________________________________________________________

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I N D I C E

1. PREMESSA 2. RIFERIMENTI NORMATIVI E STANDARD COSTRUTTIVI 3. SCHEMI DI MONTAGGIO 4. CAMINI 5. SCAMBIATORI DI CALORE

5.1 Scambiatori di calore a piastre ispezionabili 5.2 Scambiatori di calore a piastre saldobrasati

6. ELETTROPOMPE DI CIRCOLAZIONE 6.1 Elettropompe centrifughe monostadio in linea/radiali a velocità costante/variabile

7. SERBATOI 7.1 Serbatoi di espansione chiusi pressurizzati

8. ACCESSORI PER TUBAZIONI 8.1 Valvole di sicurezza 8.2 Termometri 8.3 Manometri 8.4 Giunti antivibranti 8.5 Raccoglitori di impurità

9. VALVOLAME DI INTERCETTAZIONE 9.1 Valvole manuali di intercettazione 9.2 Valvole di ritegno per installazione verticale e orizzontale 9.3 Valvole a sfera monoblocco in ottone

10. VALVOLAME DI REGOLAZIONE 10.1 Valvole di regolazione a due vie in acciaio al carbonio 10.2 Valvole di regolazione a due vie in ghisa 10.3 Valvole di regolazione a tre vie

11. IMPIANTI ELETTRICI GENERALI 11.1 Impianto di terra generale 11.2 Linea bassa tensione 11.3 Impianto di illuminazione 11.4 Quadri elettrici di bassa tensione 11.5 Apparecchiature di comando e prese di corrente 11.6 Informazioni aggiuntive 11.7 Misure di protezione contro i contatti indiretti 11.8 Misure di protezione contro i contatti diretti 11.9 Tubazioni 11.10 Cassette di derivazione 11.11 Apparecchiature stagne 11.12 Cavi e conduttori 11.13 Impianto di terra

12. CONTABILIZZAZIONE DEL CALORE 12.1 Contatori volumetrici 12.2 Misuratori di temperatura 12.3 Unità di calcolo 12.4 Concentratore dati BUS

13. TUBAZIONI

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13.1 Pezzi speciali 13.2 Saldature 13.3 Sostegni e staffaggi 13.4 Posa

14. VERNICIATURE 15. COIBENTAZIONI 16. IMPIANTO DI COGENERAZIONE A GAS METANO DI RETE

16.1 Generalità 16.2 Descrizione tecnica 16.3 Modulo di cogenerazione

16.3.1 Premessa 16.3.2 Motore 16.3.3 Generatore 16.3.4 Scambiatori di calore 16.3.5 Alimentazione del gas 16.3.6 Regolazione e controllo del modulo di cogenerazione 16.3.7 Apparato di scarico fumi

16.4 Impiantistica elettrica 16.4.1 Quadro elettrico di gestione e quadro elettrico di parallelo rete 16.4.2 Collegamento 3F in BT tra alternatore e quadro di parallelo rete 16.4.3 Alimentazione del quadro di gestione dal quadro di parallelo rete 16.4.4 Collegamenti elettrici per il modulo di cogenerazione

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1. PREMESSA Il presente documento è la base strumentale necessaria per la fornitura ed il controllo dei materiali. Detto documento descrive le caratteristiche tecniche principali di riferimento da adottare per la l'esecuzione dei lavori e per la scelta dei materiali da utilizzare per la realizzazione degli impianti. Con l’integrazione degli altri documenti contrattuali permette la liquidazione delle forniture da eseguirsi per conto del Committente. Tutte le forniture eseguite saranno determinate “a corpo”, secondo quanto disposto nei documenti del Contratto. Nei prezzi indicati dall’appaltatore nel computo metrico estimativo, si intendono compensati tutti gli oneri occorrenti per le forniture d'ogni genere, i trasporti (compreso carico-scarico), indennità di passaggio, di deposito, di discarica, di occupazione temporanea, i rilievi a consuntivo, l'assistenza al Committente per la stesura dei rilievi, oneri per prove di collaudo ed avviamenti, ecc. I materiali oggetto della fornitura dovranno corrispondere, come caratteristiche, a quanto stabilito nelle leggi e regolamenti vigenti in materia e nei paragrafi seguenti. In mancanza di prescrizioni particolari dovranno essere delle migliori qualità esistenti in commercio. Qualora la Committente rifiuti una qualsiasi provvista come non atta all'impiego, il Fornitore dovrà sostituirla con altra che corrisponda alle caratteristiche volute; i materiali rifiutati dovranno essere ritirati a cura e spese del Fornitore stesso. Resta inteso che malgrado l'accettazione dei materiali da parte della Committente, il Fornitore resta totalmente responsabile della riuscita delle opere per quanto può dipendere dai materiali stessi rimandando l’accettazione globale dell’opera a seguito dei collaudi e delle verifiche prestazionali di efficienza energetica. Il Fornitore sarà obbligato a presentarsi, in ogni tempo, alle prove dei materiali impiegati o da impiegare, sottostando a tutte le spese di sua spettanza per prelievo, invio dei campioni alle corrispondenti prove ed esami che saranno eseguiti nei laboratori o istituti indicati dalla Committente. I campioni verranno prelevati in contraddittorio. Gli stessi potranno essere conservati in locali indicati dalla Committente, previa apposizione di sigilli e firme di riconoscimento dei Rappresentanti designati nei modi più adatti a garantirne l'autenticità e la conservazione.

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2. RIFERIMENTI NORMATIVI E STANDARD COSTRUTTIVI Gli impianti contemplati nella presente descrizione dovranno essere realizzati nella più stretta osservanza delle leggi e delle normative vigenti con particolare riferimento a quelle sottoelencate: • D. Lgs. 152/2006 e s.m.i. relativo alle norme in materia ambientale ; • D.M. 01.12.1975 relativo alle norme di installazione di apparecchi contenenti liquidi caldi

sottopressione e successivi aggiornamenti; • legge 30.04.1976 n. 373 relativa alle norme per il contenimento dei consumi energetici per

usi termici negli edifici e successivi aggiornamenti; • legge 05.03.1990 n. 46 relativa alle norme per la sicurezza degli impianti, limitatamente agli

artt. 8, 14 e 16; • D.M. n. 37/2008 – Regolamento recante riordino delle disposizioni in materia di attività di

installazione degli impianti all’interno degli edifici; • legge 09.01.1991 n. 10 relativa alle norme per la progettazione, l'installazione, l'esercizio e la

manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia;

• DPR n. 412 del 26.08.1993 relativo al regolamento di attuazione della Legge 10/91; • DPR n. 551 del 24.12.1999 relativo al regolamento di attuazione della Legge 10/91; • D. Lgs. 81/2008 e s.m.i. – Testo Unico Sicurezza;

• D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. – TITOLO IV – Misure per la salute e sicurezza nei cantieri temporanei e mobili

• D. Lgs. n.17 del 27/01/2010, decreto legislativo che recepisce la Direttiva Macchine

2006/42/CE Dovranno essere inoltre rispettate le richieste e le prescrizioni stabilite da: • AEEG, Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas; • GSE, Gestore dei Servizi Energetici; • ENEL Distribuzione SpA; • VVF, Vigili del Fuoco; • UNI, Ente Nazionale di Unificazione; • CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano; • ASL, Azienda Sanitaria Locale; • INAIL, Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro; • Regolamento di Igiene e Sanità della Regione Lombardia.

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La rispondenza alle succitate normative e prescrizioni, sarà richiesta anche per le macchine e le apparecchiature installate. Come norme, regolamenti e prescrizioni suddette, si intendono quelle vigenti alla data di presentazione dell'offerta e quelle eventualmente emanate durante il corso dei lavori, fino al collaudo definitivo e conseguente consegna degli impianti. Il rispetto delle norme è da intendersi nella maniera più restrittiva, cioè non solo la realizzazione dell’impianto dovrà rispondere ai riferimenti di legge succitati, ma altresì ogni singolo componente dell’impianto stesso. In caso di emissione di nuove normative retrostanti alla data di presentazione della relazione tecnica, la ditta appaltatrice è tenuta a comunicarle alla committente e ad unificare ai nuovi dispositivi di legge gli impianti in corso di realizzazione.

3. SCHEMI DI MONTAGGIO L’impianto dovrà essere realizzato come dalle seguenti tavole di progetto:

SISTEMA DI COGENERAZIONE 001 – Schema a blocchi limiti di fornitura 002 – Schema a blocchi limiti di fornitura lato elettrico 003 – Planimetria CT stato di fatto 004 – Planimetria CT di progetto 005 – Schema idraulico CT stato di fatto 006 – Schema idraulico CT di progetto 007 – Schema elettrico stato di fatto 008 – Schema elettrico di progetto 009 – Piano di Sicurezza e Coordinamento

Non sono ammesse variazioni rispetto al progetto originario, se non previa autorizzazione della Committente. Il Fornitore dovrà inoltre realizzare varie parti di carpenteria, i collegamenti elettroidraulici e tutto quanto necessario al fine di mettere in opera un impianto funzionalmente completo, rispondente alle norme vigenti e a quelle di buona tecnica.

4. CAMINI Il camino verrà realizzato mediante tubi in acciaio inox AISI 316 di opportune dimensioni e avrà un’altezza di circa 7 metri da terra. La fuoriuscita fumi in atmosfera è realizzata con scarico verticale con cappello parapioggia in sommità e scolo acqua piovana; vengono realizzate due prese campionamento fumi.

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5. SCAMBIATORI DI CALORE 5.1 Scambiatori di calore a piastre ispezionabili Gli scambiatori a piastre ispezionabili saranno a funzionamento in controcorrente e flussi paralleli a garantire elevate prestazioni e semplicità di installazione. Le piastre saranno in acciaio inox AISI 316L con guarnizioni in NBR (temperatura massima 130°C) o EPDM (temperatura massima 150°C). Il fusto sarà in acciaio al carbonio smaltato, la tiranteria sarà in acciaio zincato e le guide saranno in acciaio inox 304. La pressione massima di esercizio sarà di 16 bar (pressione di collaudo 21 bar). Gli attacchi, filettati, saranno fissati tramite saldatura TIG alla piastra di supporto iniziale in modo da impedire il contatto tra i fluidi e la parte interna del fusto anteriore. Gli scambiatori dovranno essere muniti di targa di identificazione, applicata in modo inamovibile su una parte essenziale e visibile degli stessi, recante le seguenti indicazioni: - nome o marchio del fabbricante; - numero di matricola o sigla di identificazione dello scambiatore; - modello; - potenza; - pressione massima di esercizio dei circuiti primario e secondario; - anno di fabbricazione. La fornitura deve essere completa di documentazione tecnica illustrante le caratteristiche di prodotti e materiali utilizzati. Gli scambiatori dovranno essere corredati di manuale di istruzioni in italiano per l'uso, la manutenzione, la pulizia e di un certificato con l'indicazione dei dati di targa, della data di esecuzione della prova idraulica e del buon esito della stessa, conforme alla normativa vigente. 5.2 Scambiatori di calore a piastre saldobrasati Gli scambiatori a piastre saldobrasati saranno a funzionamento in controcorrente e flussi paralleli a garantire elevate prestazioni e semplicità di installazione. Le piastre di chiusura, le piastre intermedie e le connessioni saranno in acciaio inox AISI 316L. Il materiale di brasatura sarà il rame. La pressione massima di esercizio sarà di 30 bar e la temperatura massima di esercizio sarà di 195°C. Gli scambiatori dovranno essere muniti di targa di identificazione, applicata in modo inamovibile su una parte essenziale e visibile degli stessi, recante le seguenti indicazioni: - nome o marchio del fabbricante; - numero di matricola o sigla di identificazione dello scambiatore; - modello; - potenza; - pressione massima di esercizio dei circuiti primario e secondario; - anno di fabbricazione. La fornitura deve essere completa di documentazione tecnica illustrante le caratteristiche di prodotti e materiali utilizzati. Gli scambiatori dovranno essere corredati di manuale di istruzioni in italiano per l'uso, la manutenzione, la pulizia e di un certificato con l'indicazione dei dati di targa, della data di esecuzione della prova idraulica e del buon esito della stessa, conforme alla normativa vigente.

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6. ELETTROPOMPE DI CIRCOLAZIONE

6.1 Elettropompe centrifughe monostadio in linea/radiali a velocità costante/variabile Le elettropompe installate saranno centrifughe monostadio. A seconda dei casi potranno essere in linea oppure radiali; a velocità fissa oppure a velocità variabile. In ogni caso dovranno avere le seguenti caratteristiche: - corpo pompa in ghisa PN16 con raccordi flangiati con attacchi per prese di pressione; - le bocche flangiate dovranno essere PN16 e saranno conformi alla norma UNI EN 1092-

2:1999; - girante in acciaio inossidabile; - corpo pompa e lanterna motore con verniciatura elettroforetica ad elevata resistenza alla

corrosione; - motore elettrico a 4 poli, alimentazione 400V, conforme alle norme IEC e DIN; - termostato integrato con contatti puliti per protezione termica del motore; - conformità alle norme CEI; - accoppiamento diretto del motore; - tenuta meccanica adatta al fluido pompato (acqua 4°C÷100°C); - grado di protezione elettrica IP54; - conformità alla direttiva 2004/108/CE (compatibilità elettromagnetica); - conformità alla direttiva 2006/95/CE (direttiva bassa tensione);

7. SERBATOI

7.1 Serbatoi di espansione chiusi pressurizzati I serbatoi di espansione chiusi di tipo pressurizzato dovranno essere di forma cilindrica, verticali od orizzontali, costruiti in lamiera di acciaio al carbonio verniciato di spessore correlato alla pressione di bollo. Dovranno avere fondi bombati, in un sol pezzo, saldati internamente ed esternamente. Dovranno essere omologati ISPESL. A corredo dei serbatoi, dovranno essere previsti accessori di sostegno, la targhetta indicatrice delle caratteristiche, e gli attacchi di alimentazione e scarico.

8. ACCESSORI PER TUBAZIONI

8.1 Valvole di sicurezza Le valvole di sicurezza saranno del tipo a membrana, qualificate e tarate ISPESL, dotate di marchio CE secondo direttiva 97/23/CE. Avranno attacchi F x F. Tmax 110°C. Corpo e coperchio in ottone. Membrana e guarnizione in EPDM. Manopola in nylon con fibre di vetro. Sovrappressione di apertura 10%, scarto di chiusura 20%. Sicurezza positiva. Corredate di verbale di taratura a banco. Ogni valvola avrà proprio raccoglitore di scarico a bacinella. Le valvole saranno dimensionate in conformità alle prescrizioni ISPESL.

8.2Termometri I termometri saranno del tipo bimetallico (ad attacco posteriore oppure ad attacco radiale) a

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scala radiale. Saranno conformi alle norme ISPESL. Avranno cassa in ABS o, preferibilmente, in acciaio. Con pozzetto. Scala temperatura da 0°C a 120°C. Diametro 80mm. Classe di precisione 1,6. I termometri saranno dimensionati in conformità alle prescrizioni ISPESL.

8.3Manometri I manometri dovranno avere le seguenti caratteristiche: • tipo Bourdon; • conformi alle norme ISPESL; • quadrante diametro 100 mm; • perno radiale in ottone; • cassa in acciaio stampato a tenuta di polvere e spruzzi; • anello di tenuta in acciaio inox; • elemento manometrico tubolare in lega di rame con saldature a stagno; • movimento di precisione in ottone; • classe di precisione 2,5; • campo di temperatura da -20°C a +90°C; • rubinetto portamanometro in bronzo con flangetta di controllo e serpentino in rame; • fondo scala dimensionato in conformità alle norme ISPESL. I manometri dovranno essere installati in tutte le posizioni indicate sui disegni di progetto.

8.4Giunti antivibranti I giunti antivibranti, dovranno essere adottati per interrompere la trasmissione di rumori e per assorbire vibrazioni. Dovranno essere del tipo assiale dotati di soffietto a pareti ondulate multiple in acciaio inox, con attacchi flangiati UNI PN 16 in acciaio al carbonio. Si intendono sempre completi di controflange, bulloni e guarnizioni.

8.5 Raccoglitori di impurità I filtri, dovranno essere del tipo a Y, con attacchi a flangia; dovranno avere corpo e coperchio in ghisa ed elemento filtrante a cestello in maglia di acciaio inox (foratura mm 0,8 - 1,6).

9. VALVOLAME DI INTERCETTAZIONE

9.1 Valvole manuali di intercettazione Le valvole di intercettazione saranno del tipo a volantino, a cuneo gommato in ghisa sferoidale a corpo piatto/ovale, a vite interna, corpo e coperchio in ghisa con rivestimento epossidico, cuneo rivestito in elastomero EPDM, albero in acciaio inox, madrevite in bronzo, flangiate e forate a norma UNI EN 1092-1, pressione nominale PN16.

9.2 Valvole di ritegno per installazione verticale ed orizzontale Le valvole di ritegno dovranno essere del tipo provvisto di molla adatte per funzionamento verticale ed orizzontale e dovranno avere le seguenti caratteristiche: • corpo e coperchio in ghisa GG 25;

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• tappo fino al DN 150 in acciaio inox, nei DN superiori in acciaio al C con superficie di tenuta inox;

• tenuta sul tappo in acciaio inox; • molla di chiusura in acciaio per molle; • anello di acciaio inox rullato nel corpo; • guarnizioni corpo/coperchio in grafite pura con esclusione di amianto; • flange di collegamento secondo UNI/DIN PN 16.

9.3 Valvole a sfera monoblocco in ottone Ove previste le valvole a sfera dovranno essere del tipo a passaggio pieno ed avere le seguenti caratteristiche: • corpo in ottone stampato; • sfera in ottone stampato e cromato a spessore; • guarnizione in PTFE; • tipo di manovra con leva di duralluminio plastificato; per impianti soggetti a coibentazione è

necessario prevedere l'apposita maniglia; • attacchi di collegamento: filettati; a flangia secondo UNI/DIN PN 16 con gradino di tenuta.

10. VALVOLAME DI REGOLAZIONE

10.1 Valvole di regolazione a due vie in acciaio al carbonio Le valvole, di tipo ad azione inversa, dovranno avere le seguenti caratteristiche: • normalmente chiusa; • corpo in acciaio al carbonio; • sede in acciaio inox AISI 316; • stelo in acciaio inox AISI 316; • bonnet di tipo a soffietto; • premistoppa in anelli di grafite pura; • castello in ghisa G25; • otturatore con caratteristica lineare in acciaio inox AISI 316; • attacchi flangiati; • accoppiamento con servocomando pneumatico.

10.2 Valvole di regolazione a due vie in ghisa Le valvole dovranno avere le seguenti caratteristiche: • corpo in ghisa; • stelo, sede ed otturatore in acciaio inox; • superficie di tenuta metallica; • premistoppa con pacco di dischi di teflon; • otturatore con caratteristica lineare; • attacchi flangiati; • accoppiamento con servocomando pneumatico.

10.3 Valvole di regolazione a tre vie Le valvole, di tipo ad azione inversa, dovranno avere le seguenti caratteristiche: • normalmente chiusa;

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• corpo in ghisa; • premistoppa in anelli di teflon puro; • castello in ghisa; • otturatore con caratteristica lineare in acciaio inox AISI 316; • stelo in acciaio inox AISI 316; • attacchi flangiati; • accoppiamento con servocomando pneumatico.

11. IMPIANTI ELETTRICI GENERALI

Il limite di fornitura della realizzazione d’impianto elettrico si pone in corrispondenza del Dispositivo di Rincalzo (così come definito nella norma CEI 0-16), già montato all’interno del quadro generale BT. Come evidenziato nello schema elettrico relativo allo stato di fatto è presente un’utenza in MT che alimenta n. 2 trasformatori MT/BT.

11.1 Impianto di terra generale L’impianto di terra generale è già presente all’interno dell’insediamento

11.2 Linea bassa tensione Le linee in BT saranno posate all’interno di apposite canalette zincate.

11.3 Impianto di illuminazione L’impianto di illuminazione è già presente. Tutti gli impianti vanno eseguiti con grado di protezione IP55 comprese le apparecchiature. I cavi devono essere del tipo non propagante l'incendio. 11.4 Quadri elettrici di bassa tensione Devono essere rispondenti a norme tecniche ed antinfortunistiche. Il fornitore, per la realizzazione dei quadri e per le modalità di collaudo, dovrà rispettare: 1) Tutte le leggi attinenti e vigenti nello Stato Italiano, in particolare il D. Lgs. 81/2008 e successive leggi vigenti in materia antinfortunistica. 2) Le Norme applicabili del Comitato Elettrotecnico Italiano: Norme CEI 17-5 ; CEI 17- 11; CEI 17-18; CEI 17-I3/1-3; CEI 17-43; CEI 23-51 3) Tabelle UNEL applicabili per le caratteristiche dei materiali unificati, le portate di corrente, o le equivalenti norme europee EN. 4) Le norme CEI applicabili alle singole apparecchiature per quanto concerne la loro costruzione, modalità di installazione e prestazioni nelle condizioni di impiego. 11.5 Apparecchiature di comando e prese di corrente Prese di corrente di tipo civile con grado di protezione IP 20, IP44, IP55 in relazione all'ambiente nel quale verranno installate. Le prese di tipo civile o terziario avranno una tensione massima di 250 V, corrente nominale massima di 16A a due poli, rispondenti alle norme CEI 23-5 e saranno sempre provviste di alveoli schermati e il polo per la messa a terra.

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Tutti gli alveoli, ad eccezione di quello di terra, saranno schermati con l'impossibilità di inserire se non contemporaneamente i poli, onde evitare l'inserimento, intenzionalmente o accidentalmente, di oggetti estranei. Le prese a spina per uso industriale devono essere rispondenti alle norme CEI 23-12 con Tensione nominale massima di 380-415 V e corrente nominale di 63 A. Le prese saranno del tipo monofasi o trifasi provviste di interruttori di blocco e assemblate in batteria e protette da interruttore differenziale da 0,03 montato sul quadro stesso con grado di protezione IP44. Tutte le prese trifasi dovranno essere collegate in modo da avere lo stesso senso ciclico delle fasi.

11.6 Informazioni aggiuntive Tutti i materiali dovranno essere di buona qualità e contrassegnati con il marchio CE. I quadri elettrici sono soggetti alla norma CEI 17-13/1 in quanto la corrente nominale è superiore a 125A e la corrente di cortocircuito a 10 KA. I quadri dovranno essere costruiti a regola d'arte con appositi accessori, morsettiera, barra collettrice di terra e identificazione dei cavi e degli interruttori, essi dovranno essere sottoposti alle prove previste dalla norma CEI 17/13 e cioè: a)Verifica della costruzione e identificazione (verifica della targa e corrispondenza agli schemi) b) Verifica del corretto cablaggio, del funzionamento meccanico ed elettrico c) Verifica efficienza del circuito di protezione d) Prova resistenza di isolamento e) Verifica dei limiti di sovratemperatura f) Prova di tenuta al cortocircuito Tutti i materiali dovranno essere di buona qualità e contrassegnati con il marchio CE.

11.7 Misure di protezione contro i contatti indiretti Dovranno essere adottate tutte le misure idonee alla protezione delle persone contro i pericoli di contatti accidentali con parti conduttrici che potrebbero andare in tensione in caso di guasto all'isolamento (Norme CEI (64-8 cap.41). Tali protezioni possono essere effettuate: Protezione con l'interruzione automatica del circuito mediante il coordinamento delle protezioni; Protezioni con l'impianto di terra in modo che, in caso di guasto, non permanga una tensione di contatto presunta di 50 V per un tempo superiore ai 5 secondi; Protezione senza interruzione del circuito utilizzando apparecchi a doppio isolamento o alimentandoli tramite un trasformatore di isolamento. Per la protezione contro i contatti indiretti ogni impianto elettrico utilizzatore deve avere un proprio impianto di terra che dovrà essere realizzato in conformità alle Norme CEI 64-8/5 e 64-12. All'impianto di terra devono essere collegate tutte le masse e le masse estranee: - tutte le parti metalliche delle macchine accessibili e delle apparecchiature - il polo di terra delle prese - gli organi di comando a mano delle apparecchiature

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- tutte le tubazioni dell'acqua - tutte le masse metalliche accessibili di grandi dimensioni esistenti nell'area interna dello stesso impianto

11.8 Misure di protezione contro i contatti diretti Si dovranno adottare tutte le misure di protezione contro i contatti diretti delle persone con le parti attive dell'impianto (contatti accidentali con parti in tensione). Ciò si può impedire isolando le parti attive mediante barriere o involucri o messa fuori tensione dell'impianto (Norma CEI 64-8 cap. 1 ). 11.9 Tubazioni Le tubazioni incassate devono seguire percorsi rettilinei (orizzontali o verticali) e devono essere evitate curvature brusche o restringimenti, esse vanno posate con cura Indo schiacciamenti. Per la posa a pavimento devono essere usate quelle del tipo pesante, per le pareti sono sufficienti quelle del tipo leggero. Per le tubazioni rigide posate a vista la distanza tra collari di fissaggio non deve essere inferiore a: 1 m per i tubi in materiale termoplastico 2 m per i tubi in acciaio. 11.10 Cassette di derivazione Cassette di derivazione da incasso: di forma rettangolare, tonda o quadrata in materiale termoplastico autoestinguente con tagli prestampati per il passaggio delle tubazioni. Cassette di derivazione da esterno di forma varia, in metallo o in materiale termoplastico a pareti lisce con grado di protezione IP 55-IP 65-IP 67 a secondo del luogo di installazione. La scelta di uso di cassette in metallo anziché in materiale termoplastico dipende dal tipo di impianto, dal luogo di installazione e dal grado di protezione richiesto. Le cassette di derivazione devono essere usate quando si vuole realizzare una derivazione o uno smistamento di conduttori o cavi per interrompere tratti troppo lunghi di tubazioni (cassette rompitratta) per agevolare l'infilaggio e lo sfilaggio dei conduttori. Tutte le derivazioni vanno eseguite entro le cassette di derivazione. I conduttori all'interno delle cassette devono essere disposti in modo ordinato, senza accavallamenti e le giunzioni vanno eseguite con appositi morsetti fissi o con morsetti volanti cappuccio isolante. E’ ammesso il passaggio nella stessa cassetta di conduttori a tensione diversa o appartenenti a impianti o servizi non omogenei a condizione che i conduttori siano isolati per la tensione maggiore e saranno munite di diaframmi per la separazione dei morsetti di connessione dei conduttori appartenenti a sistemi diversi. Le tubazioni dovranno essere interrotte da cassette di derivazione ogni volta che: - ad ogni brusca deviazione - ad ogni derivazione di una linea secondaria dalla principale - in corrispondenza di ogni locale servito - in corrispondenza di ogni corpo illuminante - ogni due curve consecutive - ogni 15 metri di tratto rettilineo

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11.11 Apparecchiature stagne Tutte le apparecchiature stagne: cassette di derivazione, interruttori, prese di corrente, corpi illuminanti, dovranno avere le caratteristiche del grado di protezione per il quale sono dichiarate: IP44 - protezione contro la penetrazione di corpi solidi di dimensioni superiori ad 1 mm e protezione contro gli spruzzi di liquidi in tutte le direzioni. IP55 – protezione contro la penetrazione di polvere e tenuta ai getti liquidi in tutte le direzioni.

11.12 Cavi e conduttori Tutti i conduttori e i cavi elettrici devono essere fabbricati da ditte di primaria importanza e conformi alle norme costruttive CEI, alle norme dimensionali UNEL ed essere dotati di marchio IMQ. Tutti i cavi dovranno avere le caratteristiche adeguate all'ambiente di installazione e alla tipologia dell'impianto stesso. I cavi usati nei sistemi di prima categoria devono avere la tensione di isolamento verso terra Uo/U non inferiore a 450/750 V, simbolo di designazione 07. I cavi usati per circuiti di segnalazione della tensione relativa non deve essere inferiore a 300/500 V simbolo di designazione 05; se posati nelle stesse tubazioni dei precedenti essi devono avere la stessa tensione di isolamento. La posa dei cavi entro tubazioni incassate, in vista o interrate deve essere eseguita in modo che il numero dei cavi in ogni tubazione deve permettere un comodo infilaggio sfilaggio degli stessi nelle condizioni previste di carico normale, la temperatura degli stessi si mantenga entro i valori prescritti dalle norme. L'ingresso nelle cassette di derivazione deve essere effettuato con apposito passacavo. Le giunzioni e le derivazioni sono ammesse solo nelle cassette di derivazione Per l'identificazione dei conduttori sono prescritti colori ben precisi e cioè Blu chiaro per il conduttore neutro Giallo - verde per il conduttore di protezione Nero - marrone arancio, rosa, rosso - viola – turchese - bianco per i conduttori di fase La sezione del conduttore neutro non deve essere inferiore a quella del conduttore di fase per i circuiti monofasi Nei circuiti polifase, la sezione del conduttore neutro deve essere uguale a quella del conduttore di fase per sezioni fino a 16mmq; per sezioni superiori la sezione del conduttore di fase per sezioni fino a 16mmq; per sezioni superiori la sezione del conduttore neutro può essere la metà di quella del conduttore di fase con un minimo di 16 mmq, purché siano soddisfatte le condizioni dell'art. 524.3 della Norma CEI 64-8. La massima caduta di tensione a pieno carico deve essere contenuta entro il 4% della tensione di alimentazione a vuoto misurata sulle utenze più lontane dalla sorgente di alimentazione. 11.13 Impianto di terra

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L’impianto di terra deve essere unico per tutto il complesso e deve rispondere alle prescrizioni delle norme CEI 68-8 e CEI 11-8 per gli impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica. L'impianto di terra è composto da: dispersori parti conduttrici in intimo contatto con il terreno, conduttore di terra dai dispersori al collettore, collettore o nodo dove vengono collegati i conduttori di protezione ed equipotenziali. L’impianto di terra deve garantire un valore di resistenza di terra coordinato con le protezioni, sopportare senza danni le correnti di guasto ed essere resistente alla corrosione e agli agenti atmosferici e ambientali. La sezione del conduttore di terra e dei conduttori di protezione non deve essere inferiore a quella indicata dalle Norme CEI 64-8. I conduttori equipotenziali devono avere una sezione non inferiore alla metà di quella del conduttore di protezione a sezione più elevata dell'impianto, con un minimo di 6 mmq. Non è richiesto che la sezione superi i 25 mmq se il conduttore equipotenziale è di rame.

12. CONTABILIZZAZIONE DEL CALORE Ogni apparecchio per la contabilizzazione del calore dovrà essere costituito da: • n. 1 contatore volumetrico; • n. 2 rilevatori/trasmettitori di temperatura; • n. 1 misuratore di energia termica. Le apparecchiature dovranno essere conformi alla norma UNI EN 1434 ed essere omologati da organo metrologico riconosciuto di un paese dell'Unione Europea. Ciascun componente (misuratore di volume, sonde, unità di calcolo, ecc.) deve essere di tipo debitamente sigillabile in modo che non ne risulti possibile né la manomissione né la rimozione senza la rottura del relativo sigillo.

12.1 Contatori volumetrici I contatori volumetrici potranno essere di due tipologie:

a turbina tipo Woltmann; ad ultrasuoni.

I contatori dovranno essere adatti per montaggio orizzontale ed avere le seguenti caratteristiche: • corpo in ghisa; • gruppo di misura e girante in materiale sintetico; • Fluido acqua calda surriscaldata addizionata con anticorrosivi; • Temperatura massima +130 °C; • Pressione nominale PN 16. Sul trasmettitore di portata dovrà essere chiaramente indicata la direzione del flusso.

12.2 Misuratori di temperatura Il campo di misura dovrà essere da 0°C a +140°C. Le sonde dovranno essere di tipo a termoresistenza, abbinate in coppia, con identificazione chiara e indelebile. Il cablaggio all'unità di calcolo dovrà avvenire mediante morsettiera sigillabile. Le sonde dovranno essere fornite complete degli accessori necessari per il montaggio su

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manicotti filettati da 1/2" e per la loro sigillatura antimanomissione. Le sonde di mandata e ritorno dovranno essere distinguibili mediante apposizione di fascette e/o targhette inamovibili di colore rosso per la mandata e blu per il ritorno. Le sonde di temperatura dovranno essere inoltre dotate di targhetta riportante in modo chiaro ed inalterabile le seguenti informazioni: • modello, anno di fabbricazione e numero di serie, unico per la coppia di sonde; • tipo di sonda; • temperature estreme di funzionamento.

12.3 Unità di calcolo La massa di fluido transitante nel trasmettitore di portata dovrà essere elaborata dall’unità di calcolo a microprocessore, avente le seguenti caratteristiche: • alimentazione di rete 230 Vac; • grado di protezione: IP 54. Le schede elettroniche dell’unità di calcolo non dovranno essere accessibili; le uniche parti accessibili, e comunque sigillabili, dovranno essere le morsettiere ed i connettori per il collegamento delle sonde di temperatura e degli accessori di trasmissione dati. L'unità sarà dotata di display a cristalli liquidi (LCD) per la verifica dei parametri di funzionamento e la lettura dei dati di consumi memorizzati. Dovrà essere possibile selezionare la lettura dei seguenti parametri: • totalizzazione energia termica (MWh) progressiva e parziale ; • totalizzazione volume d'acqua (m3); • portata (m3/h oppure l/min); • potenza termica istantanea (kW); • temperatura di mandata (°C) ; • temperatura di ritorno (°C) ; • differenza di temperatura (°C) ; • tempo di funzionamento totale dello strumento; • orologio con data e ora; • numero di serie; • indirizzo sul bus di comunicazione; • peso impulso da contatore volumetrico; • posizione del contatore volumetrico (mandata o ritorno). Eventuali errori o anomalie presenti dovranno sempre essere visualizzati sul display. L'unità dovrà essere collegata al misuratore di portata con cavo di collegamento, della lunghezza minima di due metri, per consentirne il collocamento in posizione separata. Il posizionamento del misuratore di portata dovrà poter avvenire indifferentemente sulle tubazioni di ritorno o di mandata; in sede di fornitura l’unità dovrà essere predisposta per il posizionamento sul ritorno. La configurazione dovrà comunque essere modificabile anche in campo. L'unità di calcolo dovrà essere dotata di programma di autodiagnostica che controlli periodicamente l'integrità delle termosonde e del trasmettitore di portata ed il corretto funzionamento del contatore nel suo complesso, evidenziando in modo chiaro sul display eventuali anomalie. Le anomalie dovranno essere memorizzate, unitamente a data e ora nella quale si sono verificate, in memorie di agevole lettura.

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L’unità di calcolo dovrà essere dotata di targa di identificazione non alterabile riportante le seguenti indicazioni: nome del costruttore o il suo marchio di fabbrica; modello, anno di fabbricazione e numero di serie dell'apparecchio; numero ed estremi di omologazione; temperature del fluido estreme ammesse; temperature ambiente estreme di funzionamento; posizionamento del trasmettitore di portata: sulla mandata o sul ritorno; portata nominale e portata minima in m3/h; pressione nominale.

12.4 Concentratore dati BUS L'unità di calcolo dovrà essere di tipo predisposta per il collegamento ad un'unità remota di concentrazione dati (con possibilità di lettura e/o trasmissione a mezzo di apposita apparecchiatura) per la visualizzazione delle misure di energia, volume, portata, potenza, temperatura di mandata, temperatura di ritorno e T, nonché per la segnalazione di un eventuale stato di anomalia del contatore di calore (batteria scarica, anomalia sonde, ecc.). Il collegamento dovrà essere di tipo seriale a due fili con morsettiera di collegamento accessibile solo previa apertura dell'involucro sotto sigillo.

13. TUBAZIONI Il dimensionamento delle tubazioni dovrà garantire la massima silenziosità di funzionamento dell'impianto. Le reti di distribuzione dei fluidi termovettori dovranno essere interamente realizzate con tubo in acciaio nero trafilato S.S. nella serie media, con l'esclusione dei tubi saldati od alleggeriti. La qualità dell'acciaio e gli spessori delle tubazioni dovranno corrispondere a quanto prescritto dalla norma UNI EN 10255:2007 serie media.

13.1 Pezzi speciali Per i cambiamenti di direzione e sino ad un diametro esterno di mm 33,7, è consentito curvare i tubi a condizione che l'operazione venga effettuata con apposita macchina curvatubi; per i diametri superiori dovranno essere impiegate curve preformate. Il raggio di curvatura dovrà essere uguale a 1,5 volte il diametro. Per i diametri inferiori agli 8”, i Tee dovranno essere realizzati “a scarpa”, in modo da avere il miglior invito nel senso del flusso; per i diametri superiori dovranno essere impiegati pezzi forgiati in officina. I coni di riduzione dovranno essere stampati a caldo, a saldare e non dovranno essere mai posti in concomitanza ad una variazione di flusso.

13.2 Saldature Le saldature di unione, nonché quelle con i pezzi speciali, dovranno essere realizzate mediante saldatura di testa eseguita all’arco elettrico.

13.3 Sostegni e staffaggi Gli staffaggi delle tubazioni poste orizzontalmente a soffitto dovranno essere eseguiti con sistema pensile costituito da collare con elemento di supporto ad asta filettata ancorata ad apposita guida in robusto profilato metallico saldamente vincolata al soffitto.

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L'asta filettata dovrà essere connessa al collare di aggancio del tubo ed alla guida di sostegno mediante giunti a sfera che consentano il libero scorrimento della tubazione dovuto ad effetto termico. Fra il collare e la tubazione dovrà essere interposto un profilato in gomma con funzione di interruzione del ponte termico e dell'eventuale trasmissione di vibrazioni alla struttura portante. Ove non sia possibile adottare staffaggi di tipo pensile, le tubazioni dovranno poggiare su robusti profilati metallici tramite supporti a rullo che ne consentano il libero scorrimento dovuto alla dilatazione per effetto termico. Fra la tubazione e l'elemento di supporto dovrà essere interposto un profilato in gomma per interrompere il ponte termico e la trasmissione di rumore. Le tubazioni verticali dovranno essere sostenute mediante collari fissati a robusti profilati metallici ancorati alla struttura portante del fabbricato. Le staffe dovranno essere sempre di tipo smontabile e costituite da normale profilato in acciaio nero le cui forme e dimensioni dovranno essere adatte a sopportare il peso proprio del tubo e tutte le sollecitazioni che possono verificarsi durante il funzionamento dell’impianto. L'interasse dei supporti e degli staffaggi dovrà essere tale da evitare flessioni o cedimenti delle tubazioni, la distanza minima fra due sostegni consecutivi dovrà essere quella prevista dalla seguente tabella:

DN TUBAZIONE DISTANZA IN METRI25-33 2,5 40 3 50-65 3,5 80 4 100-125 4,5 150-175 5,5 200 6,2 250 7,2 300 7,5

Nel caso in cui lo staffaggio sostenga più tubi, la distanza di cui sopra è vincolata dal diametro più

piccolo. Ciascuna staffa dovrà essere collegata alla struttura dell’edificio mediante l’uso di tasselli autoperforanti per cemento armato o con inserimento entro fori praticati nella struttura con successiva sigillatura degli stessi. Non è consentito l’utilizzo di chiodi a sparo. 13.4 Posa Le tubazioni dovranno essere posate in modo che risulti perfettamente allineato l’interasse dei tubi fra loro allineati e che i tratti verticali risultino perfettamente a piombo; dovranno essere posizionate in modo tale che la distanza fra gli assi sia tale da permettere l’applicazione del materiale coibente. Dovranno essere altresì posizionate rispettando le opportune pendenze onde ottenere il naturale sfogo dell’aria verso l’alto (punto alto) e quello per lo scarico del circuito (punto basso). Nei punti alti ed a monte dei tubi di sfiato dovrà essere predisposto un barilotto in acciaio nero, avente una capacità non inferiore a 0,4 dm3 destinato a contenere tutta l’aria che si dovesse formare durante due successive manovre di spurgo.

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Al di sopra del barilotto il tubo dovrà curvare di 180° e scendere fino alla quota di operatività, dove dovrà essere installato il rubinetto, a maschio o a sfera, di sfogo con comando a mezzo di smanettino asportabile. I tubi di sfogo dovranno essere riuniti in unico punto, mentre è assolutamente vietato riunire più tubi di sfogo su un unico rubinetto. Nel caso in cui le tubazioni attraversino muri o solette, ciascun tubo dovrà essere contenuto in un controtubo posato all’atto della costruzione delle opere edili; tra la superficie esterna della coibentazione del tubo ed il controtubo dovrà esserci uno spazio di almeno 5 cm, che dovrà essere successivamente riempito con materiale idoneo a creare barriera antifiamma. E’ assolutamente vietato realizzare giunzioni in corrispondenza di queste zone. Nel montaggio delle tubazioni si dovrà tenere conto dei giunti di dilatazione dei fabbricati adottando, qualora non siano espressamente previsti, tutti quegli accorgimenti atti a non trasmettere alle tubazioni le vibrazioni dei fabbricati. Alla fine del montaggio, le tubazioni dovranno essere pulite internamente mediante soffiatura con aria compressa e con ripetuti lavaggi, al fine di eliminare eventuali scorie di saldatura. Tutte le tubazioni dovranno chiaramente riportare la percorrenza dei fluidi e dovranno essere provviste di fascette colorate per la loro identificazione.

14. VERNICIATURE Prima del posizionamento dei tubi sugli appoggi, e prima della loro saldatura, le verghe dei tubi dovranno essere protette con una mano di minio sintetico, previa accurata pulizia e scartavetratura manuale o meccanica. L’applicazione del minio dovrà essere omessa in prossimità delle testate (10 cm. ca) in modo che la seguente operazione di saldatura non possa dar luogo a formazione di prodotti derivanti dall’ossidazione e dall’alta temperatura, nonché dalla fusione e vaporizzazione del minio. Dopo la messa in opera e la saldatura, nonché la prima prova di tenuta idraulica, si potrà procedere all’applicazione della prima mano di minio sulle zone lasciate grezze; quindi si potrà procedere all’applicazione della seconda mano di minio, di colore diverso, avendo l’accortezza di controllare l’asciugatura della prima mano. Le flange, i raccordi, i pezzi speciali e gli staffaggi dovranno essere verniciati con doppia mano di vernice antiruggine. La verniciatura delle flange, dei raccordi e degli staffaggi dovrà essere effettuata prima del loro definitivo fissaggio onde evitare che vengano bloccati dalla vernice i manicotti, i bulloni, etc. Per la verniciatura dovrà essere impiegata vernice siliconica all’alluminio (spessore per ogni mano 25 micron). Tutte le apparecchiature dovranno essere fornite complete di verniciatura originale delle Casa Costruttrice ed, a fine lavori, dovranno essere eseguiti i necessari ritocchi con vernice originale della Casa. In corrispondenza dei collettori, dei corpi valvola, delle apparecchiature e dei punti intermedi dei tratti rettilinei, le tubazioni dovranno essere identificate mediante verniciatura od apposizione di fasce adesive nei colori normalizzati.

15. COIBENTAZIONI Tutte le tubazioni per il convogliamento dei fluidi dovranno essere coibentate. I materassini, le lastre, i segmenti, le coppelle e tutti gli altri isolanti preformati dovranno essere posti in opera, in uno o più strati, con i bordi strettamente accostati e con i giunti di ciascuno strato e fra strato e strato opportunamente sfalsati.

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Qualora si verificassero delle discontinuità non evitabili nel materiale posto in opera, dovranno essere riempite con materiale adatto per il tipo di isolamento in esecuzione. Il materiale di isolamento dovrà essere tenuto in posto con nastro di acciaio. I rivestimenti dovranno essere completati da opportuni giunti di espansione. Gli attacchi sugli apparecchi dovranno essere isolati con lo stesso materiale e, ove possibile, con lo stesso spessore dell'apparecchio; l'isolamento si dovrà fermare ad una distanza dalle flange tale che i bulloni siano facilmente accessibili e smontabili. Ogni interruzione dovrà essere realizzata mediante applicazione di lamierini di chiusura. Nei tratti orizzontali dovranno essere previsti giunti di dilatazione “a cannocchiale” onde impedire la deformazione del materiale di finitura. Dovrà essere assolutamente evitato che le targhette degli apparecchi con i dati di costruzione e di collaudo vengano coperte dall'isolamento o dalla finitura esterna o che vengano comunque deteriorate. Le coibentazioni delle tubazioni dovranno avere gli spessori di seguito elencati utilizzando materiale isolante aventi conduttività termica pari a 0,04 W/m°C. Gli spessori si intendono riferiti ad isolamento finito misurato in opera. - per tubazioni con diametro esterno < 20 mm : mm 20 - per tubazioni con diametro esterno da 20 a 39 mm : mm 30 - per tubazioni con diametro esterno da 40 a 59 mm : mm 40 - per tubazioni con diametro esterno da 60 a 79 mm : mm 50 - per tubazioni con diametro esterno da 80 a 99 mm : mm 55 - per tubazioni oltre 99 mm : mm 60 I gusci di alluminio per le finiture esterne delle coibentazioni, dello spessore di mm 0,8, dovranno essere tagliati con tracciatura geometrica in fogli, spicchi o sezioni e dovranno essere fissati con viti autofilettanti in acciaio inox e con reggia di acciaio inox per le parti esposte a vibrazioni. I giunti dell'involucro dovranno essere sovrapposti a sgrondo per installazioni verticali e controvento per installazioni orizzontali con gli orli liberi bordati per irrigidimento. Le rifiniture nelle zone di discontinuità dell'isolamento, come in corrispondenza di profilati di sostegno, passerelle, passi d'uomo, portine di ispezione etc.; dovranno essere eseguite con mascherine di riquadro in lamierino dello stesso spessore di quello usato per la copertura, avendo cura di sigillarne i bordi con apposito mastice. La posa del materiale coibente dovrà essere realizzata tramite: • applicazione di coppelle di lana minerale a fibra lunga, con densità non inferiore 70 kg/mc,

posta in opera a giunti sfalsati e strettamente accostati fra di loro; • legatura delle coppelle con filo di ferro zincato con passo di 30 cm per i diametri inferiori ai

300 mm; per diametri superiori la legatura dovrà essere effettuata mediante reggette metalliche zincate. Nei tratti verticali l’isolamento dovrà essere supportato da anelli in ferro piatto 25x3 mm. solidale con la tubazione e posti alla base del montante;

• costipazione delle eventuali fessure od interstizi con fibra minerale sciolta; • applicazione del materiale di rivestimento esterno in lamierino di allumino.

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16. IMPIANTO DI COGENERAZIONE A GAS NATURALE DI RETE

16.1 GENERALITA’ La realizzazione dell’opera consiste nella fornitura/posa di nr.1 modulo di cogenerazione all’interno della centrale di cogenerazione e teleriscaldamento di Edolo (BS). Si affiancherà a nr.3 moduli di cogenerazione ad oggi già installati e funzionanti. Il modulo di cogenerazione funzionerà a gas naturale di rete. Il modulo di cogenerazione sarà in grado di produrre energia elettrica in BT; il funzionamento sarà del tipo ‘in parallelo con la rete di distribuzione elettrica in MT’ e verrà sfruttata l’esistente cabina di trasformazione MT/BT; non è previsto il funzionamento ‘in isola’. Il modulo di cogenerazione sarà in grado di cedere calore all’esistente impianto di teleriscaldamento innalzando fino ad una temperatura massima di 95°C l’acqua di ritorno dalla rete di teleriscaldamento, avente temperatura compresa tra 60°C e 75°C. Dovrà essere garantita la possibilità di funzionamento ‘ad inseguimento termico’, vale a dire dovrà essere possibile la modulazione automatica della potenza elettrica erogata in funzione della temperatura dell’acqua in ingresso al modulo di cogenerazione.

16.2 DESCRIZIONE TECNICA L’impianto di cogenerazione fornito in opera è costituito dalle seguenti componenti:

- NR. 1 MODULO DI COGENERAZIONE, composto da:

motore a ciclo Otto a gas naturale accessori del motore generatore elettrico sistema di scambiatori termici tubo di sicurezza gas scarico dispositivi di regolazione, controllo e sorveglianza telaio di base per motore e generatore in robusti profilati di acciaio giunto elastico per l’accoppiamento tra generatore e motore

- IMPIANTISTICA ELETTRICA per nr. 1 gruppo comprensiva di:

quadro di comando e quadro di accoppiamento gruppo collegamento 3F in BT tra alternatore e quadro di accoppiamento gruppo collegamento 3F in BT tra quadro di accoppiamento gruppo e quadro generale in

BT esistente collegamenti elettrici per il modulo di cogenerazione sistema rilevazione fumi cablaggio elettrico centrale per tutti i sensori

- IMPIANTISTICA IDRAULICA/MECCANICA per nr. 1 gruppo comprensiva di:

impianto olio lubrificante sistema recupero termico completo di accessori

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impianto di ventilazione locale aspirazione dell’aria di combustione tramite filtro sistema di scarico dei fumi

- INGEGNERIZZAZIONE ELETTRICA E MECCANICA/IDRAULICA

consistente in:

studio e sviluppo del progetto esecutivo e costruttivo fornitura dei disegni tecnici di progetto ed esecutivi fornitura degli schemi elettrici e lista cavi calcolo e dimensionamento dei componenti e degli impianti secondo le

prescrizioni del fornitore del modulo documentazione tecnica (manuali d’uso, istruzioni operative, piani di

manutenzione, lista componenti,…) in triplice copia in lingua italiana

16.3 MODULO DI COGENERAZIONE 16.3.1 PREMESSA Il modulo di cogenerazione sarà installato all’interno della esistente centrale di cogenerazione e teleriscaldamento di Edolo (BS), posta ad un’altitudine pari a 700 m.s.l.m.. Le macchine attualmente presenti sono le seguenti: Descrizione Potenza termica [kW] Potenza elettrica [kW] Caldaia biomassa 1 3.370 - Caldaia biomassa 2 3.030 - Caldaia metano 1 3.855 - Caldaia metano 2 1.152 - Pannelli solari 118,88 - Modulo di cogenerazione 1 491 331 Modulo di cogenerazione 2 491 331 Modulo di cogenerazione 3 491 331 TOTALE 12.998,88 993 La potenza elettrica e la potenza termica del modulo di cogenerazione dovranno rispettare le seguenti due condizioni. Condizione A Indicate con:

- Pe la potenza elettrica attiva massima di targa del modulo di cogenerazione oggetto del presente appalto (valore effettivo correlato all’altitudine di funzionamento pari a 700 m.s.l.m.);

- Pt la potenza termica massima di targa del modulo di cogenerazione oggetto del presente appalto (valore effettivo correlato all’altitudine di funzionamento pari a 700 m.s.l.m.),

dovrà essere rispettata rigorosamente la seguente relazione:

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Condizione B Il modulo di cogenerazione dovrà comunque rispettare le seguenti caratteristiche prestazionali principali (valori effettivi correlati all’altitudine di funzionamento pari a 700 m.s.l.m.): Potenza elettrica apparente resa di targa massima consentita

515 kVA

Potenza elettrica attiva resa di targa massima consentita (a cosφ = 1)

515 kW

Rendimento elettrico minimo alla massima Potenza

37 %

Rendimento termico minimo alla massima Potenza

50 %

I limiti posti sui valori di potenza elettrica dipendono dall’attuale configurazione dell’impianto elettrico di potenza (descritto negli allegati di progetto). 16.3.2 MOTORE Il modulo sarà equipaggiato con un motore a ciclo otto a gas metano di rete. Insieme al motore verrà fornita una serie di accessori, comprendente tra l’altro:

regolazione del numero di giri e della potenza mediante regolatore di giri con organo regolante elettrico;

regolazione automatica del fattore di potenza; raffreddamento del motore con circuito dell’acqua chiuso, pompa di circolazione

con motore trifase, valvola di sicurezza contro le sovrappressioni e vaso di espansione a membrana;

dispositivo di regolazione automatica del livello dell’olio nella coppa motore completo di elettrovalvola, pompa, vetro di controllo, sensore per livello min. e max.;

sistema di rabbocco automatico dell’olio comprensivo di serbatoio di stoccaggio olio lubrificante nuovo;

coppa dell’olio, smontabile senza sollevamento del motore; avviatore con innesto a spinta.

16.3.3 GENERATORE Il generatore elettrico fornito sarà un generatore sincrono trifase a poli interni autoregolante senza spazzole con le seguenti caratteristiche di riferimento (da verificare secondo il fornitore del motore): Potenza elettrica apparente resa di targa massima consentita

515 kVA

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Potenza elettrica attiva resa di targa massima consentita (a cosφ = 1)

515 kW

Tensione 400 V

Frequenza 50 Hz

Numero di giri 1500 rpm

Tipo di protezione minima IP 23 -

Deve essere presente modalità di regolazione della tensione e regolazione di cosφ (fattore di potenza). 16.3.4 SCAMBIATORI DI CALORE Il sistema di scambiatori termici fornito realizzerà il recupero termico da motore e sarà costituito preferibilmente da:

scambiatore termico integrato nel circuito dell’acqua di raffreddamento; scambiatore termico a piastre acqua di raffreddamento motore/acqua di

riscaldamento; tubazioni della condensa raccordate in un collettore lato frontale; scambiatore di calore per recupero calore fumi; scambiatori termici e serbatoi in pressione progettati secondo Direttiva PED.

Tra il punto di fornitura attuale del circuito acqua di riscaldamento (mandata/ritorno – tubazioni DN80 con valvole di intercettazione a cuneo gommato a volantino flangiate già predisposte) e le flange di ingresso/uscita acqua di riscaldamento del modulo di cogenerazione dovrà essere fornita e posata la seguente impiantistica di interfaccia idraulica:

elettropompa di circolazione circuito di utenza; eventuale valvola tre vie di regolazione; giunti flessibili antivibranti; tubazioni in acciaio nero per circuito acqua calda complete di isolamento e

rivestimento in alluminio; saracinesche di intercettazione; contabilizzatore dell’energia termica erogata dal modulo di cogenerazione;

a meno dei componenti che già sono presenti nel modulo di cogenerazione fornito. 16.3.5 ALIMENTAZIONE DEL GAS La rampa di alimentazione del gas naturale sarà realizzata con componenti conformi alla Direttiva GAS 90/396/CEE e comprenderà obbligatoriamente:

filtro del gas; manometro con rubinetto a pulsante; nr.2 valvole elettromagnetiche (o valvola elettromagnetica doppia);

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dispositivo di controllo della tenuta gas; regolatore di pressione (zero); valvola di regolazione gas per controllo lambda; tubazione flessibile in acciaio legato; pressostato di minima; frangifiamma; raccordo elastico di collegamento al motore.

Tra il punto di fornitura attuale del gas metano di rete (tubazione DN65 – pressione del gas pari a 4 bar) e la rampa di alimentazione del gas del modulo di cogenerazione dovrà essere fornita e posata la seguente impiantistica di interfaccia lato gas:

riduttore di pressione del gas da 4 bar alla pressione di esercizio del modulo di cogenerazione;

valvola di sfioro per compensazione delle sovrappressioni; contatore volumetrico del gas consumato dal modulo di cogenerazione; elettrovalvola NC a servizio del sistema di rilevazione fughe gas all’interno del

locale di installazione; valvola manuale di intercettazione; tubazioni in acciaio nero per gas.

16.3.6 REGOLAZIONE E CONTROLLO DEL MODULO DI COGENERAZIONE Il controllo del modulo sarà effettuato tramite dispositivi che implementeranno tra l’altro:

controllo completo del modulo mediante RPS (sistema di controllo programmabile da un elaboratore), sistema di acquisizione dati dai diversi sensori del modulo;

sincronizzazione, sorveglianza della rete e del generatore; regolazione della potenza in funzione della temperatura dell’acqua di ingresso

modulo (acqua di riscaldamento); regolazione del fattore di potenza (cosφ) dell’energia elettrica generata; riduzione della potenza quando la temperatura dell’aria di aspirazione o della

miscela è troppo alta; regolazione lambda; regolazione della temperatura dell’acqua di riscaldamento (opzionale); segnalazioni di esercizio e di anomalia collettive attraverso contatti a potenziale

zero; pannello di comando e visualizzazione con tastiera touch-screen e display per i

valori di esercizio, segnalazioni di anomalie, valori di stato, parametri di impostazione e regolazione;

regolazione della potenza elettrica in funzione della temperatura d’ingresso dell’acqua di riscaldamento (inseguimento termico);

telecontrollo e telegestione da postazione remota.

FORNITURA e POSA IN OPERA di COGENERATORE a GAS METANO – CENTRALE TELERISCALDAMENTO di EDOLO (BS)

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A bordo modulo dovrà essere presente PC (Personal Computer) che consentirà all’utente di gestire, controllare, regolare e programmare il modulo di cogenerazione sia in modalità in loco che in modalità remota tramite software dedicato. Il software consentirà all’utente, come requisiti minimi, di compiere in loco/in remoto le seguenti azioni:

avvio/spegnimento del modulo di cogenerazione; impostazioni di orari di funzionamento del modulo di cogenerazione su base

giornaliera, settimanale; consultazione del database degli allarmi, delle segnalazioni di guasto e anomalie

(il database dovrà contenere i dati storici di funzionamento); impostazioni di parametri di funzionamento del modulo di cogenerazione quali

potenza elettrica attiva generata. 16.3.7 APPARATO DI SCARICO FUMI E’ prevista l’installazione di silenziatore in acciaio inox, dimensionato per un livello di rumore residuo di 65 dB(A) a 10 metri. Deve essere presente un catalizzatore sulla linea gas di scarico in grado di mantenere i valori delle emissioni inquinanti (CO e NOx) non superiori ai limiti di legge previsti dal D. Lgs. 152/2006.

16.4 IMPIANTISTICA ELETTRICA

16.4.1 QUADRO ELETTRICO DI GESTIONE E QUADRO ELETTRICO DI PARALLELO RETE Per quadro elettrico di gestione è da intendere il quadro che implementa l’unità di controllo e di monitoraggio del modulo di cogenerazione. Per quadro elettrico di parallelo rete è da intendere il quadro contenente l’interruttore elettrico di parallelo rete. Soluzioni tecniche differenti potranno prevedere un unico quadro che integra le funzioni del quadro elettrico di gestione e del quadro elettrico di parallelo rete. Nel quadro elettrico di parallelo rete (eventualmente separato dal modulo di cogenerazione) troveranno alloggio i seguenti componenti:

sistema multifunzione di relé di protezione di interfaccia (tensione e frequenza) per autoproduttori certificato CEI 0-16;

interruttore di generatore/interfaccia tripolare; interruttori, portafusibili, contattori e salvamotori per la gestione di tutti gli

ausiliari e delle apparecchiature installate all’interno del modulo di cogenerazione;

sistema di visualizzazione in locale degli allarmi/blocchi attivi; gruppo di misura per l’energia elettrica prodotta costituito da n. 3 TA, n. 3 prese

voltmetriche, morsettiera d’inserzione sigillabile e contatore (ad induzione o statico);

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gruppo di misura per l’energia elettrica utilizzata per i carichi ausiliari costituito da n. 3 TA, n. 3 prese voltmetriche, morsettiera d’inserzione sigillabile e contatore (ad induzione o statico);

sistema di gestione, con centralina, per sgancio degli interruttori in caso di rilevazione fuga gas;

PLC interno per la gestione dell’interruttore di interfaccia e dei vari teleruttori installati nel quadro elettrico di parallelo rete;

sistema di gestione pulsanti di sgancio e relativa gestione di dispositivi sonori e ottici;sistema di gestione bobine di sgancio interruttori ausiliari;

segnalatori di presenza rete e presenza alimentazione generatore. Il quadro si intende completo di tutti gli interruttori previsti e di tutti i collegamenti di potenza e ausiliari.

16.4.2 COLLEGAMENTO 3F IN BT TRA ALTERNATORE E QUADRO DI PARALLELO RETE Collegamento realizzato con conduttori in rame, isolati in gomma di qualità G7 (doppio isolamento) tipo FG7/or, di sezione opportuna.

16.4.3 ALIMENTAZIONE DEL QUADRO DI GESTIONE DAL QUADRO DI PARALLELO RETE Collegamento realizzato con conduttori in rame, isolati in gomma di qualità G7 (doppio isolamento) tipo FG7/or, di sezione opportuna.

16.4.4 COLLEGAMENTI ELETTRICI PER IL MODULO DI COGENERAZIONE Viene realizzato l’impianto elettrico a bassissima tensione inerente la gestione degli utilizzatori dal quadro di gestione. Viene realizzato l’impianto elettrico relativo al modulo di cogenerazione. Si intendono comprese le canalizzazioni.