APEF Energia dalla riqualificazione ambientale · di energia elettrica da bio-masse. “Di...

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Eventi Lunedì 18 giugno 2012 12 Edilizia - Sicurezza & Energia ■■ APEF / L’Agenzia provinciale per l’Energia di Frosinone sta portando avanti il progetto di recupero dell’area della Valle del Sacco Energia dalla riqualificazione ambientale La società pubblica è diventata produttrice di energia rinnovabile con installazioni sugli edifici scolastici e dei soci L’ Agenzia Provinciale per l’Energia Frosinone, na- ta nell’ambito del bando co- munitario Intelligent Energy for Europe 2004, su iniziativa della Provincia di Frosinone e con la partecipazione di imprese sia a capitale privato che misto, ha avuto inizial- mente per oggetto la defini- zione e l’attuazione concreta a livello locale di una serie di azioni miranti a migliorare la gestione della domanda di energia, mediante la pro- mozione dell’efficienza ener- getica attraverso un miglior utilizzo delle risorse locali e rinnovabili. Oggi, la mission di Apef si è un po’ modificata in quanto la società è diven- tata interamente a capitale pubblico e si è trasformata essa stessa in produttore di energia rinnovabile. “In quanto società pubbli- ca non possiamo rivendere energia al libero mercato ma la possiamo produrre per soddisfare il fabbiso- gno energetico dei soggetti che partecipano all’Apef che sono, sostanzialmente, la Regione Lazio, la Provincia di Frosinone e altri sogget- ti energivori” spiega Fabio De Angelis, attualmente alla guida di Apef. “Abbiamo im- pianti fotovoltaici sugli edi- fici scolastici e poi c’è un di- scorso legato agli stessi soci di Apef - l’Ater e la Provincia - che hanno un patrimonio immobiliare che va riconver- tito all’efficienza energetica e da qui tutta una serie di attività da portare avanti su queste linee”. Attualmente, il progetto principale di Apef è legato al recupero della Valle del Sacco, un’intera area a caval- lo tra le province di Roma e Frosinone e attraversata dal fiume Sacco che è stata soggetta negli anni scorsi a una pesante contaminazione di acque e terreni tanto che oggi non vi è più praticabile alcuna forma di né di agri- coltura né di allevamento. Per l’opinione pubblica il di- sastro ambientale della Valle del Sacco è tutto racchiuso in un’immagine di qualche an- no fa: 25 vacche morte sulle rive di un ruscello. Stramaz- zate dopo aver bevuto l’acqua avvelenata di un affluente del fiume Sacco. Era l’estate del 2005. Qualche mese prima le autorità avevano sequestrato, nella stessa area, latte conta- minato da beta-esacloroci- cloesano, pesticida bandito nel 2001 perché potenzial- mente nocivo per la salute umana e animale. L’anno suc- cessivo, nel 2006, per la Valle del Sacco venne dichiarato lo “stato di emergenza socio- economico-ambientale”. “Si tratta di riconvertire l’area e di avviare il ciclo no food seminando sui terreni contaminati colture non de- stinate all’alimentazione ma adatte a produrre biomassa che, successivamente, può essere trasformata in ener- gia” afferma De Angelis. La vicenda ha una storia lunga. Già nel 2006 la Valle del Sacco fu trasformata nel primo Distretto agroenerge- tico d’Italia con lo scopo di bonificare l’area attraverso l’agricoltura, non destinata all’alimentazione bensì alla produzione di energia puli- ta. L’allora assessore all’Agri- coltura avviò al riguardo un progetto con l’Acea per realizzare un impianto da 5 megawatt per la produzione di energia elettrica da bio- masse. “Di trasformare il proble- ma della Valle del Sacco in opportunità se ne è parla- to molto, ma ad oggi non è stato fatto nulla” afferma De Angelis. “Il progetto per la realizzazione dell’impian- to non è mai partito, e noi, adesso, riprenderemo questo discorso”. Di recente, Apef si è pro- posta al Commissario per l’Emergenza della Valle del Sacco per assumere il ruolo di “cabina di regia” e far ri- partire il progetto. “Il problema era che non c’era un soggetto che concre- tizzasse le ipotesi” spiega De Angelis. In qualità di società pubblica, Apef si occuperà di mettere insieme gli agricoltori pro- prietari dei terreni e far loro comprendere il vantaggio di questa iniziativa per poter riattivare l’economia del ter- ritorio, ma anche di coordi- nare, da un lato, le istituzioni al fine di creare le condizioni per le autorizzazioni per gli impianti, dall’altro, i soggetti pubblici e privati che si fa- ranno carico della realizza- zione degli impianti stessi. “Probabilmente ci sarà da creare un consorzio per la produzione di biomassa uti- lizzando le essenze che ven- gono consigliate dall’Uni- versità della Tuscia e poi individueremo gli impianti da realizzare per trasformare la biomassa in energia” con- clude De Angelis. ■■ CERFIS / Il Centro Ricerca e Formazione in Ingegneria Sismica dell’Aquila ■■ UNIVERSITÀ DELL’AQUILA / Istituito il M&MoCS, per supportare le Pmi Il master per recuperare e prevenire Ricerca su materiali e strutture Nato dopo il terremoto del 2009 per sviluppare professionalità specifiche Il centro offre consulenze tecnico-scientifiche alle imprese del settore edile M igliorare la qualità della ricostruzione e contri- buire al processo di riqualifi- cazione della città dell’Aquila dopo il terremoto del 2009 con attività di formazione e ricer- ca nel campo dell’ingegneria sismica. Con questo obiettivo opera dal 2010 il Centro di Ricerca e Formazio- ne in Ingegneria Sismi- ca (Cerfis) dell’Univer- sità dell’Aquila, nato da una partnership tra il dipartimento di In- gegneria delle strut- ture, delle acque e del terreno dell’ateneo del capoluogo abruzzese e la Commissione Na- zionale paritetica per le Casse Edili (Cnce) assieme all’Ente nazio- nale per la formazione profes- sionale in edilizia (Formedil) e alla Commissione nazionale per la prevenzione degli infor- tuni sul lavoro (Cncpt). “Con un team di una venti- na di ricercatori il Cerfis si è subito messo al servizio del territorio – ha sottolineato il suo direttore, professor Dan- te Galeota - per contribuire a ricostruire l’ateneo e il centro storico dell’Aquila e garantire una totale messa in sicurezza L’ Università dell’Aquila, a fine 2010, ha istituito il M&MoCS, Centro Interna- zionale di Ricerca per la “Ma- tematica & Meccanica dei Si- stemi Complessi”, chiamando a farne parte una cinquantina di qualificati ricercatori pro- venienti dai cinque continenti, al fine di favorire le attività di ricerca nel settore della ma- tematica applicata alla mec- canica dei solidi e dei fluidi, al servizio delle aziende del territorio: “Il nostro centro - spiega il presidente Angelo Luongo, pro-rettore vicario dell’Università dell’Aquila, di cui è ordinario di Scienza delle Costruzioni - si propone atti- vamente come supporto per le Pmi presenti sul territorio par- tecipando alla realizzazione di progetti di ricerca industriale e stabilendo reti di coopera- zione tra imprese ed enti di ricerca. Proprio per la precisa volontà di rafforzare questi le- gami, il M&MoCS ha istituito, con il supporto determinante del Comune di Cisterna di Latina, nell’area ex Nalco, il Laboratorio Ufficiale Prove su Materiali e Strutture (Labora- torio Ufficiale, ai sensi della L. 5/11/1971 nr.1086), che svolge attività di consulenza e per dei cantieri e delle nuove co- struzioni. Oggi sono a dispo- sizione tecniche innovative per la tutela del patrimonio edilizio nei territori ad alto ri- schio sismico, soprattutto per il restauro e la conservazione dei centri storici e dei beni ar- tistici e monumentali”. Ad oggi sono stati assegnati 7 assegni di ricerca annuali, ciascuno del valore di 20 mila euro, che consentono a giovani laure- ati di dedicarsi alle attività di ricerca sul recupero di edi- fici storici e monumentali. Parallelamente,sia nella sede riaperta della Facoltà di In- gegneria, che in quella del se- condo laboratorio di Bazzano, il Cerfis punta a promuovere sul territorio la formazione e la conto terzi, di ricerca appli- cata e didattica su materiali e strutture. Collabora, inoltre, con le imprese del settore delle costruzioni, mediante consu- lenze tecnico-scientifiche, in tutte le attività di certificazio- ne previste dalla legge e nell’at- tività diagnostica sullo stato di degrado delle opere e dei com- ponenti strutturali. L’obiettivo riguardo quest’ultima attività è fornire una valutazione del- la vita residua delle strutture e il mantenimento in esercizio delle stesse in condizioni di si- curezza attraverso l’impiego di tecnologie ottimali”. Lo statuto del Centro prevede l’obbligo di re-investire i proventi del- conoscenza nel campo dell’in- gegneria sismica diffondendo agli operatori le competenze tecnico scientifiche in tema di ricostruzione, restauro e conservazione a livello nazio- nale ed internazionale. In col- laborazione con l’Università di Perugia il Cerfis ha recentemente attivato un master di secondo livello sul miglioramen- to sismico e il restauro del costruito storico e monumentale. Sono inoltre stati messi sotto monitoraggio sismico edifici storici come la Basilica di Collemag- gio, Palazzo Campo- neschi e la Scuola Ed- mondo De Amicis. “In questi giorni – sottoli- nea il professor Galeota - stia- mo valutando le offerte di una gara per la realizzazione di una tavola vibrante, una piattafor- ma di acciaio capace di ripro- durre gli effetti di terremoti realmente accaduti e di testare la tenuta delle strutture. Il no- stro sarà il quinto laboratorio di ingegneria sismica in Italia a dotarsi di questo dispositivo che consentirà di progettare, più in sicurezza, strutture e in- frastrutture civili”. le attività del Laboratorio di Prove su Materiali e Strutture nell’organizzazione di semina- ri e corsi di aggiornamento in discipline scientifico-tecnolo- giche, nonché nell’erogazione di borse di studio finalizzate a formare giovani ricercatori: non a caso il M&MoCS si fa promotore della cultura scien- tifica e dell’innovazione tecno- logica e della loro diffusione anche attraverso pubblicazio- ni, organizzazione di convegni e seminari, che si rivolgono di volta in volta a scienziati ita- liani e stranieri, studenti delle scuole medie superiori o uni- versitari, insegnanti o profes- sionisti. Strumenti analizzano lo stato di degrado delle opere d’arte Gli specialisti del Cerfis nel centro dell’Aquila colpito dal sisma del 2009 Da dx Ennio Zaottini, direttore Arpa Frosinone, con Fabio De Angelis, presidente dell’Agenzia Provinciale Energia di Frosinone Si tratta di riconvertire l’area e di avviare il ciclo no food seminando sui terreni contaminati colture adatte a produrre biomassa

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EventiLunedì 18 giugno 201212 Edilizia - Sicurezza & Energia

■■■ APEF / L’Agenzia provinciale per l’Energia di Frosinone sta portando avanti il progetto di recupero dell’area della Valle del Sacco

Energia dalla riqualificazione ambientaleLa società pubblica è diventata produttrice di energia rinnovabile con installazioni sugli edifici scolastici e dei soci

L’Agenzia Provinciale per l’Energia Frosinone, na-

ta nell’ambito del bando co-munitario Intelligent Energy for Europe 2004, su iniziativa della Provincia di Frosinone e con la partecipazione di imprese sia a capitale privato che misto, ha avuto inizial-mente per oggetto la defini-zione e l’attuazione concreta a livello locale di una serie di azioni miranti a migliorare la gestione della domanda di energia, mediante la pro-mozione dell’efficienza ener-

getica attraverso un miglior utilizzo delle risorse locali e rinnovabili. Oggi, la mission di Apef si è un po’ modificata in quanto la società è diven-tata interamente a capitale pubblico e si è trasformata essa stessa in produttore di energia rinnovabile.“In quanto società pubbli-ca non possiamo rivendere energia al libero mercato ma la possiamo produrre per soddisfare il fabbiso-gno energetico dei soggetti che partecipano all’Apef che

sono, sostanzialmente, la Regione Lazio, la Provincia di Frosinone e altri sogget-ti energivori” spiega Fabio De Angelis, attualmente alla guida di Apef. “Abbiamo im-pianti fotovoltaici sugli edi-fici scolastici e poi c’è un di-scorso legato agli stessi soci di Apef - l’Ater e la Provincia - che hanno un patrimonio immobiliare che va riconver-tito all’efficienza energetica e da qui tutta una serie di attività da portare avanti su queste linee”.

Attualmente, il progetto principale di Apef è legato al recupero della Valle del Sacco, un’intera area a caval-lo tra le province di Roma e Frosinone e attraversata dal fiume Sacco che è stata soggetta negli anni scorsi a una pesante contaminazione di acque e terreni tanto che oggi non vi è più praticabile alcuna forma di né di agri-coltura né di allevamento. Per l’opinione pubblica il di-sastro ambientale della Valle del Sacco è tutto racchiuso in un’immagine di qualche an-no fa: 25 vacche morte sulle rive di un ruscello. Stramaz-zate dopo aver bevuto l’acqua avvelenata di un affluente del fiume Sacco. Era l’estate del 2005. Qualche mese prima le autorità avevano sequestrato, nella stessa area, latte conta-minato da beta-esacloroci-cloesano, pesticida bandito nel 2001 perché potenzial-mente nocivo per la salute umana e animale. L’anno suc-cessivo, nel 2006, per la Valle del Sacco venne dichiarato lo “stato di emergenza socio-economico-ambientale”.“Si tratta di riconvertire l’area e di avviare il ciclo no

food seminando sui terreni contaminati colture non de-stinate all’alimentazione ma adatte a produrre biomassa che, successivamente, può essere trasformata in ener-gia” afferma De Angelis. La vicenda ha una storia lunga. Già nel 2006 la Valle del Sacco fu trasformata nel primo Distretto agroenerge-tico d’Italia con lo scopo di bonificare l’area attraverso l’agricoltura, non destinata all’alimentazione bensì alla produzione di energia puli-ta. L’allora assessore all’Agri-coltura avviò al riguardo un progetto con l’Acea per realizzare un impianto da 5 megawatt per la produzione

di energia elettrica da bio-masse.“Di trasformare il proble-ma della Valle del Sacco in opportunità se ne è parla-to molto, ma ad oggi non è stato fatto nulla” afferma De Angelis. “Il progetto per la realizzazione dell’impian-to non è mai partito, e noi, adesso, riprenderemo questo discorso”.Di recente, Apef si è pro-posta al Commissario per l’Emergenza della Valle del Sacco per assumere il ruolo di “cabina di regia” e far ri-partire il progetto.“Il problema era che non c’era un soggetto che concre-tizzasse le ipotesi” spiega De Angelis. In qualità di società pubblica, Apef si occuperà di mettere insieme gli agricoltori pro-prietari dei terreni e far loro comprendere il vantaggio di questa iniziativa per poter riattivare l’economia del ter-ritorio, ma anche di coordi-nare, da un lato, le istituzioni al fine di creare le condizioni per le autorizzazioni per gli impianti, dall’altro, i soggetti pubblici e privati che si fa-ranno carico della realizza-zione degli impianti stessi. “Probabilmente ci sarà da creare un consorzio per la produzione di biomassa uti-lizzando le essenze che ven-gono consigliate dall’Uni-versità della Tuscia e poi individueremo gli impianti da realizzare per trasformare la biomassa in energia” con-clude De Angelis.

■■■ CERFIS / Il Centro Ricerca e Formazione in Ingegneria Sismica dell’Aquila ■■■ UNIVERSITÀ DELL’AQUILA / Istituito il M&MoCS, per supportare le Pmi

Il master per recuperare e prevenire Ricerca su materiali e struttureNato dopo il terremoto del 2009 per sviluppare professionalità specifiche Il centro offre consulenze tecnico-scientifiche alle imprese del settore edile

Migliorare la qualità della ricostruzione e contri-

buire al processo di riqualifi-cazione della città dell’Aquila dopo il terremoto del 2009 con attività di formazione e ricer-ca nel campo dell’ingegneria sismica. Con questo obiettivo opera dal 2010 il Centro di Ricerca e Formazio-ne in Ingegneria Sismi-ca (Cerfis) dell’Univer-sità dell’Aquila, nato da una partnership tra il dipartimento di In-gegneria delle strut-ture, delle acque e del terreno dell’ateneo del capoluogo abruzzese e la Commissione Na-zionale paritetica per le Casse Edili (Cnce) assieme all’Ente nazio-nale per la formazione profes-sionale in edilizia (Formedil) e alla Commissione nazionale per la prevenzione degli infor-tuni sul lavoro (Cncpt). “Con un team di una venti-na di ricercatori il Cerfis si è subito messo al servizio del territorio – ha sottolineato il suo direttore, professor Dan-te Galeota - per contribuire a ricostruire l’ateneo e il centro storico dell’Aquila e garantire una totale messa in sicurezza

L’Università dell’Aquila, a fine 2010, ha istituito il

M&MoCS, Centro Interna-zionale di Ricerca per la “Ma-tematica & Meccanica dei Si-stemi Complessi”, chiamando a farne parte una cinquantina di qualificati ricercatori pro-venienti dai cinque continenti, al fine di favorire le attività di ricerca nel settore della ma-tematica applicata alla mec-canica dei solidi e dei fluidi, al servizio delle aziende del territorio: “Il nostro centro - spiega il presidente Angelo Luongo, pro-rettore vicario dell’Università dell’Aquila, di cui è ordinario di Scienza delle Costruzioni - si propone atti-vamente come supporto per le Pmi presenti sul territorio par-tecipando alla realizzazione di progetti di ricerca industriale e stabilendo reti di coopera-zione tra imprese ed enti di ricerca. Proprio per la precisa volontà di rafforzare questi le-gami, il M&MoCS ha istituito, con il supporto determinante del Comune di Cisterna di Latina, nell’area ex Nalco, il Laboratorio Ufficiale Prove su Materiali e Strutture (Labora-torio Ufficiale, ai sensi della L. 5/11/1971 nr.1086), che svolge attività di consulenza e per

dei cantieri e delle nuove co-struzioni. Oggi sono a dispo-sizione tecniche innovative per la tutela del patrimonio edilizio nei territori ad alto ri-schio sismico, soprattutto per il restauro e la conservazione dei centri storici e dei beni ar-

tistici e monumentali”. Ad oggi sono stati assegnati 7 assegni di ricerca annuali, ciascuno del valore di 20 mila euro, che consentono a giovani laure-ati di dedicarsi alle attività di ricerca sul recupero di edi-fici storici e monumentali. Parallelamente,sia nella sede riaperta della Facoltà di In-gegneria, che in quella del se-condo laboratorio di Bazzano, il Cerfis punta a promuovere sul territorio la formazione e la

conto terzi, di ricerca appli-cata e didattica su materiali e strutture. Collabora, inoltre, con le imprese del settore delle costruzioni, mediante consu-lenze tecnico-scientifiche, in tutte le attività di certificazio-ne previste dalla legge e nell’at-tività diagnostica sullo stato di degrado delle opere e dei com-ponenti strutturali. L’obiettivo riguardo quest’ultima attività è fornire una valutazione del-la vita residua delle strutture e il mantenimento in esercizio delle stesse in condizioni di si-curezza attraverso l’impiego di tecnologie ottimali”. Lo statuto del Centro prevede l’obbligo di re-investire i proventi del-

conoscenza nel campo dell’in-gegneria sismica diffondendo agli operatori le competenze tecnico scientifiche in tema di ricostruzione, restauro e conservazione a livello nazio-nale ed internazionale. In col-laborazione con l’Università

di Perugia il Cerfis ha recentemente attivato un master di secondo livello sul miglioramen-to sismico e il restauro del costruito storico e monumentale. Sono inoltre stati messi sotto monitoraggio sismico edifici storici come la Basilica di Collemag-gio, Palazzo Campo-neschi e la Scuola Ed-mondo De Amicis. “In questi giorni – sottoli-

nea il professor Galeota - stia-mo valutando le offerte di una gara per la realizzazione di una tavola vibrante, una piattafor-ma di acciaio capace di ripro-durre gli effetti di terremoti realmente accaduti e di testare la tenuta delle strutture. Il no-stro sarà il quinto laboratorio di ingegneria sismica in Italia a dotarsi di questo dispositivo che consentirà di progettare, più in sicurezza, strutture e in-frastrutture civili”.

le attività del Laboratorio di Prove su Materiali e Strutture nell’organizzazione di semina-ri e corsi di aggiornamento in discipline scientifico-tecnolo-giche, nonché nell’erogazione di borse di studio finalizzate a formare giovani ricercatori: non a caso il M&MoCS si fa promotore della cultura scien-tifica e dell’innovazione tecno-logica e della loro diffusione anche attraverso pubblicazio-ni, organizzazione di convegni e seminari, che si rivolgono di volta in volta a scienziati ita-liani e stranieri, studenti delle scuole medie superiori o uni-versitari, insegnanti o profes-sionisti.

Strumenti analizzano lo stato di degrado delle opere d’arte

Gli specialisti del Cerfis nel centro dell’Aquila colpito dal sisma del 2009

Da dx Ennio Zaottini, direttore Arpa Frosinone,con Fabio De Angelis, presidente dell’Agenzia Provinciale Energiadi Frosinone

Si tratta di riconvertire l’area e di avviare il

ciclo no food seminando sui terreni contaminati

colture adatte a produrre biomassa