APCE Notizie - 40 - giugno 2010

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pg. 8 Recenti attivazioni delle linee ferroviare AV/AC italiane pg. 4 2010 Forum Italiano Sicurezza Gas Interferenza da corrente alternata. Prove in campo pg. 15 n. 40 - giugno 2010 www.apce.it Periodico registrato presso il tribunale di Roma al n. 67 in data 17.02.98 - Spedizione in abbonamento postale 70% - Roma Spazio CIG Completato l’assetto normativo per i “nuovi materiali” pg. 22

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Associazione per la Protezione dalle Corrosioni Elettrolitiche Rivista scientifica per l’informazione e la prevenzione delle corrosioni elettrolitiche delle strutture metalliche (cathodic protection).

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8Recenti attivazioni delle lineeferroviare AV/AC italiane

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42010Forum Italiano Sicurezza Gas

Interferenza da correntealternata. Prove in campo

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Si possono graficare e stampare tutti i file relativi alle letture del data logger serie

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Recenti attivazioni delle linee ferroviarieAV/AC italiane

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Interferenza da corrente alternata. Prove in campo

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eventi

Forum Italiano Sicurezza Gas 2010 4

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SPONSOR

MEDIA PARTNER

MAIN SPONSOR

9 giugno 2010 - ore 10 - 12,30Saluti

• Michele Ronchi (Presidente Comitato Italiano Gas)• Guido Podestà (Presidente Provincia Milano) *

Lo stato generale della sicurezza gas in ItaliaModeratore: Diego Gavagnin (Advisor Gruppo Italia Energia)

• Stefano Saglia (Sottosegretario Ministero Sviluppo Economico) *• Roberto Malaman (Direttore Generale Autorità per l'energia elettrica e il gas - AEEG)• Paolo Mosa (Amministratore Delegato - Italgas)• Piero Torretta (Presidente UNI)

La statistica incidenti da gas anno 2009 - Dati e riflessioni

• Francesca Zanninotti (Coordinatore Gruppo ad Hoc "Statistica incidenti" - CIG)• Fabio Dattilo (Ministero degli interni Corpo Nazionale Vigili del Fuoco)

9 giugno 2010 - ore 14 - 15,30

La filiera gas a confronto con i nuovi impegni sulla sicurezzaDistribuzione gas e regolazione tra incentivi, controlli, penalità

• Alberto Grossi (Direttore consumatori e qualità del servizio - AEEG)DM 37/08 e Delibera AEEG 40/04: un futuro comune?

• Vincenzo Correggia (Dirigente Ministero Sviluppo Economico)

Tavola rotonda

Qualificazione degli operatori e controlliModeratore: Diego Gavagnin (Advisor Gruppo Italia Energia)

• Mario Volongo (Comitato Italiano Gas)• Vincenzo Correggia (Dirigente Ministero Sviluppo Economico)• Alberto Grossi (Direttore consumatori e qualità del servizio - AEEG)• Enrico Sartorelli (Presidente Gruppo Regionale Manutentori Bruciatoristi - Regione Lombardia)• Guido Pesaro (Responsabile Nazionale CNA Installazione Impianti)• Maurizio Esitini (Direttore Generale Assistal)

9 giugno 2010 - ore 15,30 - 17,30

Le utility e la sicurezza. Serve un piano nazionale o sono sufficienti le iniziative locali?Moderatore: Romina Maurizi (Giornalista Quotidianoenergia)

Due casi di eccellenza

A2A: i clienti finali protagonisti della sicurezza• Francesco Gerli (Responsabile Esercizio Area Milano A2A Reti Gas)

Genova Reti Gas (Gruppo Iride): dalla sicurezza delle reti alla sicurezza in rete• Walter Paramonti (Resp. Metodi-Addestramento e Gestione incidenti da gas comb. di GRG - IRIDE Acqua eGas)

Tavola rotonda

Comunicare sicurezza: i cittadini e il "nuovo" rapporto con le utility locali• Dario de Marchi (Responsabile Ufficio Stampa Ministero Sviluppo Economico)

È un evento

PROGRAMMA GENERALE

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SICUREZZA GAS E CONTESTI URBANI CONTEMPORANEIL’esigenza di un nuovo rapporto tra operatori e cittadini

Milano, 9-10 giugno 2010 • Palazzo delle Stelline

PATROCINI

• Gianluca Spitella (Resp. Comunicazione e Immagine Federutility)• Biagio Longo (Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne - A2A)• Alessandro Durante (Direttore Comunicazione Marketing e ufficio studi - ANIMA)• Pieraldo Isolani (Responsabile Settore Energia e Ambiente - Adiconsum)• Chicco Tagliaferri (Presidente B&T Cosultant ed esperto in Comunicazione)

10 giugno 2010 - ore 10 - 12,30

Tavola rotonda

Telegestione gas: impatto sul mercato, sui consumatori e sulla sicurezzaModeratore: Diego Gavagnin (Advisor Gruppo Italia Energia)

Introduzione

Smart metering nel gas oggi:tecnologie, opportunità e criticità. Una vista internazionale• Alessandro Soresina (Presidente Comitato Distribuzione IGU)

• Paolo Francisci (Segreteria Tecnica Direzione Generale MCCVNT - MSE) • Ferruccio Villa (Responsabile Qualità servizi elettrici - AEEG)• Bruno Tani (Presidente Anigas)• Roberto Bazzano (Presidente Federutility) *• Assogas (in attesa di nominativo)

Focus tecnici telegestione

Automazione del processo di "Gestione della misura" alla luce della telegestione-telelettura dei misuratori del gas• Alessandro Vistoli (Responsabile di progetto Terranova Più)

Case History *

10 giugno 2010 - ore 12,30 - 13,00

Aggiornamento sullo sviluppo produttivo dei protocolli e delle norme• Pietro Cerami (Comitato Italiano Gas)

10 giugno 2010 - ore 14,30 - 16,30

Attualità Gas: il punto della situazioneModeratore: Claudio Di Macco (Consigliere Tecnico Scientifico AEEG)

Bandi di gara, concessioni• Fabio Todarello (Todarello & Associati Studio legale)

Ambiti• Roberto Brusamolino (Direttore Generale - Enel Rete Gas)

Sicurezza delle reti: criteri e politiche di investimenti nel nuovo scenario normativo• Silvio Bosetti (Direttore Generale Fondazione EnergyLab)

Chiusura CIG

(*) in attesa di conferma

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l’editoriale

In questo mio ultimo editoriale, prima di lasciare l’incarico diPresidente APCE vorrei richiamare la vostra attenzione su quell’atti-vità, per noi fondamentale, che è la manutenzione degli asset, per iquali siamo continuamente impegnati a migliorare le prestazionioltre che il valore.Il valore degli assett, aumenta sia tramite la realizzazione d’inve-stimenti in strutture, che mediante un’adeguata manutenzionee riqualificazione degli stessi.Le attività di manutenzione, come nel caso della protezione

catodica, non accrescono “direttamente” il valore patrimoniale delle strut-ture esistenti, non hanno l’appeal della costruzione di grandi strutture alservizio del trasporto o della distribuzione, il loro effetto non è immedia-tamente “visibile”, anzi è nascosto e scomodo, in quanto comporta costi digestione a volte non indifferenti e quindi facilmente sottoposti a tagli dibudget. Soprattutto oggi che i gestori delle reti di servizi, si confrontanocon una realtà particolarmente dinamica, con regole sempre nuove, in con-tinua evoluzione, spesso con nuovi soggetti in competizione che si affaccia-no al mercato, attratti da prospettive prevalentemente commerciali. Questoaspetto non è da sottovalutare poiché una corretta manutenzione “allunga”la vita dell’infrastruttura, mentre una cattiva manutenzione può comportarealti rischi per l’impresa. In questa direzione, APCE ha sempre svolto unacapillare attività a tutela della formazione/informazione tecnica di settore, didiffusione della cultura e di valorizzazione e sviluppo delle competenze tec-niche in seno alle aziende associate. Per questi motivi sento doveroso rimar-care ancora una volta questi aspetti fondamentali ai fini dell’affidabilità e dellasicurezza delle strutture metalliche interrate. In questa circostanza, sento ildovere di rivolgere un particolare ringraziamento al Segretario

dell’Associazione, geom. S. Cavalieri, che con la sua esperienza e competenza mi ha permesso di gui-dare APCE nella continuità di raggiungimento di ulteriori importanti obiettivi.Un caloroso saluto al sig. D. Gentile, che con la sua professionalità ha saputo valorizzare la culturadella protezione catodica attraverso corsi di formazione sempre più continui.Lascio un’Associazione economicamente e tecnicamente sana che ha tutta la volontà di continua-re nella sua azione ormai trentennale.All’ing. A. Troiano, nuovo Presidente APCE, vanno i miei auguri per un proficuo lavoro, certo comesono, che le giovani generazioni porteranno nuove energie e nuovi obiettivi all’Associazione.

Gino Magnoni

Ringraziando l’ing. G. Magnoni per l’impegno e la dedizione profusi per l’Associazione non-ché per gli auguri rivoltimi, non posso che concordare a pieno con il tema dell’importanzadella manutenzione da egli sopra richiamato, non foss’altro che per la mia esperienzaaziendale oramai quasi ventennale maturata in “campo”, gestendo reti di metanodotti inalta pressione. Una manutenzione efficiente ed efficace contribuisce al processo di crea-zione di valore: aumenta il grado di sicurezza degl’impianti, ottimizza nel tempo i costidi gestione e quindi incrementa il valore del patrimonio aziendale, cogliendo dunquein generale gli obiettivi di sostenibilità attesi da tutti gli stakeolders interessati (azio-nisti, proprietari, autorità pubbliche, società civile, ecc..).

Ed è in questo contesto che APCE deve svolgere sempre più un ruolo di guida nei riguardi ditutti i soggetti coinvolti, mediante la diffusione di una cultura pragmatica della manutenzioneche passa attraverso la formazione del personale specialistico, l’informazione, la comunicazio-ne, lo studio e la condivisione dell’analisi dei fenomeni corrosivi, coniugando al contempogl’interessi degli operatori con quelli della collettività. Colgo infine l’occasione per ringraziare tutti i Soci per l’incarico affidatomi, che con entusia-smo, energia e professionalità svolgerò, confidando sulla loro viva e fattiva collaborazione.

Alessandro Troiano

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Incontri dell’APCE e treno diagnostico ETR 500 Y1

Nel giorno 28 ottobre 2009 si è svolta, presso la sede territoriale di RFI diBologna, la 107° Riunione del Comitato Tecnico Centrale e la 111°Assemblea dei Soci dell’APCE.

Il Presidente ha svolto una relazione sulle attività dell’anno 2009, che si èchiuso con un sostanziale mantenimento, sia del livello economico sia delnumero degli associati, inoltre l’attività di formazione ha confermato il posi-tivo andamento degli ultimi anni, registrando una nuova crescita. E’ stato ricordato dal Presidente che nel mese di dicembre 2009 è statoregistrato il nuovo statuto dell’Associazione, portando avanti il programmadi revisione e adeguamento degli aspetti associativi, programma che dovràproseguire con la revisione dei regolamenti e degli organi rappresentatividei Soci.

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L’occas ione d i due r iun ion i de l l ’APCE tenutes i presso lasede d i RF I Bo logna ha permesso una v i s i ta tecn ica su l l al i nea AV/AC Bo logna – F i r enze i n v i a d i a t t i vaz ione permezzo de l t reno d iagnost i co sper imenta le ETR 500 Y1de l l ’ I s t i tu to Sper imenta le d i RF I .

A cura diClaudioSpalvieri,Luca Trinca

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Recenti attivazionidelle linee ferroviarieAV/AC italiane.

Recenti attivazionidelle linee ferroviarieAV/AC italiane.

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I partecipanti agli incontri hanno avutola possibilità di prendere parte a una“corsa prova” sulla nuova linea AV/AC(alta velocità/alta capacità) Bologna –Firenze di RFI, in quei giorni in fase dipre-esercizio prima della attivazionecommerciale. La corsa prova è stata effettuata a bordodel treno diagnostico ad alta velocitàETR 500 Y1 dell’Istituto Sperimentale diRFI. Tale treno è appositamente attrez-zato al fine di monitorare le grandezzefondamentali di interazione tra il treno el’infrastruttura ferroviaria anche pervelocità superiori a 300 km/h, tra le qualil’interazione tra ruota e rotaia e tra pan-tografo e catenaria. Oltre a tali misura-zioni, necessarie per certificare la lineacome rispondente ai requisiti impostidalla normativa europea di interoperabi-lità tecnica, il treno diagnostico ETR 500Y1 permette anche la sperimentazione elo sviluppo di prodotti innovativi per ilmiglioramento delle prestazioni del tra-sporto ferroviario ad alta velocità,garantendo tutti i richiesti standard disicurezza: un vero e proprio laboratoriodi ricerca e sviluppo ferroviario in movi-mento. Il treno diagnostico ETR 500 Y1è stato utilizzato per le prove propedeu-tiche all’attivazioni di tutte le recentilinee AV/AC. Nel seguito di questo articolo verrannoillustrate le attivazioni commerciali dellenuove linee AV/AC di RFI evidenziandobrevemente le principali caratteristichetecniche generali implementate.

Il sistema italiano ad alta velocità/alta capacità

Nel 2009 RFI ha attivato tre nuove lineeAV/AC: Bologna – Firenze, Novara -Milano e l’ultimo lotto funzionale dellalinea Roma – Napoli all’interno del pro-getto denominato TO-MI-NA (acronimoper Torino – Milano – Napoli). Il nuovosistema italiano alta velocità/alta capa-cità connette le maggiori città italiane daTorino a Napoli, attraversando Bologna,Firenze e Roma: costruisce una vera epropria metropolitana nazionale (figura1). Con l’apertura commerciale delletratte il tempo di percorrenza traMilano e Torino e tra Milano e Bolognasi è ridotto ad un’ora; successivamenteda questa ultima, con circa mezz’ora, èpossibile raggiungere il capoluogo tosca-no. L’attivazione commerciale delle lineepermette agli operatori ferroviari diffe-renti soluzioni commerciali per gli spo-stamenti tra le due “capitali” dell’econo-mia italiane Roma e Milano. E’ infatti

possibile collegare le due città in 2 ore e45 minuti dalle stazioni ferroviarie di

Roma “Tiburtina” e Milano “Rogoredo”,lasciando poi ai passeggeri la possibilitàdi spostamento all’interno delle cittàsfruttando l’ integrata gestione dellamobilità. Aggiungendo 15 minuti altempo di percorrenza (meno di 3 ore)avviene il collegamento tra le due stazio-ni centrali di Roma “Termini” e Milano“Centrale”. La linea AV/AC Bologna -Firenze, oggetto della visita tecnica, sicolloca appunto in contesto di attivazio-ni e ne costituisce parte integrante eanello di congiunzione tra il sud ed ilnord del paese.

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Tutte le lineeAV/AC sonoparte di pro-grammi piùampi dimobilità inte-grate euro-pea

Figura 2: i collegamenti italiani AV/AC e lororelazione con i progetti prioritari europei

Figura1: la rete italiana AV/AC

Recenti attivazionidelle linee ferroviarieAV/AC italiane.

Recenti attivazionidelle linee ferroviarieAV/AC italiane.

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Tutte le linee AV/AC sono parte di pro-grammi più ampi di mobilità integrateeuropea: il collegamento nord–sud (traMilano e Napoli) è parte del progettoprioritario 1 del corridoio da Berlino(Germania) fino a Palermo in Sicilia (figu-ra 2). Come l’insieme delle tratte e deinodi che collegano Torino con Napoliprende nome di “ToMiNa” o “asse vertica-le”, il collegamento est-ovest da Milanofino a Venezia appartiene al sistema “asseorizzontale”. Tale sistema trova colloca-zione all’interno del progetto prioritarionum. 6 della Commissione Europea traLisbona (Portogallo) fino al confine ucrai-no. Al momento sono in fase di progetta-zione gli interventi per il completamentodel corridoio est – ovest da Milano aVenezia (naturale estensione del sistemaMilano – Torino accennato precedente-mente). Completa tale sistema “asse oriz-zontale” anche il collegamento del nododi Genova verso sia Milano sia Torinochiamato “3° valico dei Giovi”. Il collega-mento Genova – Milano appartiene alprogetto prioritari num. 24 dellaCommissione Europea che collega ilporto di Genova appunto, con il porto diRotterdam.L’intera rete ferroviaria AV/AC copre una

distanza di oltre 1000 km di linee a dop-pio binario; di questi, circa 700 km sono dinuova costruzione (con sistemi di elettri-ficazione in corrente alternata a 50 Hz esistema di segnalamento ETCS/ERTMS dilivello 2) e circa 250 km (Roma-Firenze)con elettrificazione in corrente continua a3kVcc. Il collegamento ferroviario deno-minato “Direttissima” tra Roma e Firenze,costruito negli anni ’80 del secolo scorso,sebbene sia elettrificato con un sistemadifferente è comunque rispondente ai

requisiti internazionali di interoperabilitàtecnica sanciti dalla “Specifiche tecniche diinteroperabilità del sistema ferroviarioeuropeo ad alta velocità”. E’ inoltre da sottolineare che il sistema dielettrificazione in corrente continua è uti-lizzato su tutte le linee ferroviarie nonAV/AC oltre anche a tutti i nodi ferrovia-ri (le città) e ovviamente nelle stazioniferroviarie. Il sistema italiano è appuntodenominato “Alta Velocità” per le presta-zioni che permette ma anche “ AltaCapacità” (per la potenzialità sia cometraffico merci sia come integrazione dellenuove linee con le esistenti) e deve per-tanto essere considerato come una sortadi “autostrada ferroviaria” che si muoveparallela ed integra un sistema di “viabilitàordinaria” più capillare sul territorio.Secondo questo approccio necessaria-mente tutti i convogli che transitano sullarete AV/AC devono essere equipaggiaticon sistemi di trazione a corrente alterna-ta (per le linee AV/AC) e a corrente con-tinua (per le linee “convenzionali”, ovveronon AV/AC).Da un punto di vista invece squisitamentetecnico, in prossimità dei nodi è statoscelto di utilizzare il sistema di alimenta-zione a 3 kVcc per contribuire ad elimina-re le possibili problematiche di compatibi-lità elettromagnetica tra il nuovo sistema25 kVca 50 Hz e gli impianti di segnala-mento della rete convenzionale anch’essialimentati a 50 Hz. Punti fondamentale della coesistenza deidue sistemi di alimentazione sono i cosid-detti Posti di confine elettrico (POC)attraverso i quali i treni, senza né rallenta-re né fermandosi, passano da un sistemadi elettrificazione ad un altro. Tali posti diseparazione elettrica sono stati sviluppatitenendo conto dei requisiti di compatibi-lità elettromagnetica tra i vari impianti.Da un punto di vista delle opere civili ilsistema italiano AV/AC comprende circa145 km di tunnel, dei quali 78 km sonocompresi nella linea tra Firenze e Bologna,all’interno dei quali è stato stabilito ilrecord mondiale di velocità di 362 km/h ingalleria per mezzo del treno diagnosticoETR 500 Y1 dell’Istituto Sperimentale diRFI durante la campagna di corse provaper l’attivazioni della linea. In figura 3 èriportata una immagine della vista dellagalleria dalla cabina di guida con insovraimpressione il tachimetro riportantela velocità record. Tale indicazione non èquanto visto dal macchinista durante laguida ma ha esclusivamente scopo divul-gativo.Al riguardo il treno ETR 500 Y1 è dotatodi numerosi sensori che permettono dianalizzare l’interazione tra ruota e rotaia,l’interazione tra catenaria e pantografo everifica il rispetto dei requisiti attesi per

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In prossi-mità dei nodiè stato scel-to di utilizza-re il sistemadi alimenta-zione a 3 kVin correntecontinuaanche perdiminuire leproblemati-che di com-patibilitàelettroma-gnetica

Figura 3: tunnel AV/AC Bologna – Firenze esovraimpressione record velocità

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gli impianti di segnalamento e telecomuni-cazioni. In figura 4 è riportata una scher-mata del sistema di acquisizione dati abordo del treno ETR 500 Y1 che control-la in tempo reale la pressione del panto-grafo sulla linea di contatto e ne verifica lacorrispondenza ai requisiti attesi di inte-roperabilità.

Generalità tecnichedelle linee ferroviarie AV/AC

Le linee AV/AC italiane sono costruitecon l’utilizzo di sistemi e tecnologie inno-vative, in alcuni casi di prima applicazionea livello mondiale. Fondamentalmentetutto il sistema italiano è stato costruitocon le medesime tecnologie di base anchese nelle linee di ultima attivazione sonostati apportate alcune migliorie in base aiprimissimi anni di esperienza di eserciziodelle linee o in base alle caratteristichepeculiari delle singole tratte, basti pensarealle soluzioni impiantistiche resesi neces-sarie per il lungo tunnel della Bologna –Firenze.

Gli standard infrastrutturali utilizzati perla realizzazione del sistema AV/AC sonoriportati di seguito.

• Velocità della linea = 300 km/h• Raggio minimo di curvature = 5 450 m• Pendenza massima = 18‰• Pendenza massima in galleria = 15 ‰• Sopraelevazione massima in curva =10.5 cm

• Raccordo altimetrico minimo = 20 km

• Carico massimo per asse = 25 t• Interasse tra i binari = 5 mLa scelta di tali parametri è stata dettatada una ottimizzazione delle performancessia per i treni passeggeri circolanti a 300Km/h sia per i treni per il trasporto mercifino ad un massimo di 25 tonnellate perasse.

Per quanto riguarda il sistema di alimenta-zione, si è gia accennato in precedenzaall’adozione per il sistema AV/AC delsistema di elettrificazione in correntealternata a 25 kVca 50 Hz contrariamentea quello utilizzato per le linee convenzio-nali alimentate a 3 kV in corrente conti-nua .La scelta del sistema in alternata fon-damentalmente è stato dettato dallenecessità di:• garantire le potenzialità richieste dallelinee AV/AC, sia per il traffico passegge-ri sia per quello merci;

• garantire il rispetto di quanto indicatodagli standard europei per l’interopera-bilità ferroviaria;

• garantire una migliore qualità di capta-zione e interazione catenaria panto-grafo.

Di seguito sono riportati alcuni parametrigenerali del sistema di trazione elettricadelle linee ad alta velocità.

• Elettrodotti in AAT (132 o 150 kV)dedicati per l’alimentazione delle sotto-stazioni AV/AC;

• Sistema di Alimentazione 2x25 kV a 50Hz;

• Potenza dei trasformatori di

Figura 4: acquisizione dati sulla linea AV/AC Bologna - Milano

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Sottostazione: 60 MVA• Distanza media tra due sottostazioni: 50 km;• Sezione della corda portante: 120 mm2(rame);

• Sezione del filo di contatto: 150 mm2 (rame);• Altezza della linea di contatto: 5,3 m.Le ferrovie italiane hanno adottato, tra le primeal mondo, l'European Rail Traffic ManagementSystem/European Train Control System(ERTMS/ETCS) di livello 2 sulle nuove lineeAV/AC. Tale sistema, indicato dalle norme euro-pee come sistema di segnalamento interopera-bile, è stato progettato per assicurare ai treni didiversi paesi di circolare senza soluzione di con-tinuità su tutte le linee europee appositamenteattrezzate ed è capace di garantire la circolazio-ne in sicurezza dei treni con l'adozione di fun-zionalità e tecnologie all'avanguardia. In partico-lare lo standard definisce le modalità di scambiodelle informazioni di segnalamento tra gliimpianti a terra e i treni, identificando le tecni-che di trasmissione da utilizzare e il formato deimessaggi. Il sistema fornisce infatti al macchini-sta, in modo standard, tutte le informazioninecessarie per una condotta ottimale, control-lando con continuità gli effetti del suo operatosulla sicurezza della marcia del treno e attivan-do la frenatura d'urgenza nel caso di velocità deltreno superiore a quella massima ammessa perla sicurezza. La trasmissione delle informazionitra i sistemi di terra e i sistemi di bordo avvie-ne esclusivamente tramite la rete di telefoniamobile GSM-R (dove “R” sta per “railway”, fer-rovia), un sistema proprietario che trasmettesulla banda di frequenze nella gamma dei 900MHz riservata in Europa alle attività ferroviarie.

Treno ETR 500 Y1 sul ponte strallato sullalinea AV/AC Milano – Bologna

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ECONORMA S.a.s.Prodotti e Tecnologi per l’Ambiente

Via Olivera 5231020 San Vendimiano - TV - ITALYTel. 0438-409049 Fax: 0438-409036www.econorma.com [email protected]

Case History

P u b b l i r e d a z i o n a l e

l mini-registratore serie FT-102 è un dispositivocon notevole memoria di registrazione e d è parti-colarmente indicato in applicazioni nella Industriaalimentare (HACCP), farmaceutica, trasportifrigoriferi, agricoltura, ecologia, termotecnica,laboratori di ricerca e metrologia, musei, ecc.

Caratteristiche tecniche principali. Numero di matricola univoco enon cancellabile inserito nel microprocessore. Ha la possibilità dimemorizzare complessivamente 131.000 letture. La memorizza-zione dei dati può essere selezionata come tipo circolare (i datipiù vecchi vengono sovrascritti) oppure stop a memoria satura. Inquesto ultimo caso non vengono più salvate altre letture ed ilsistema si ferma.L’alimentazione è data da una batteria al Litio facilmente sostitui-bile. La durata della batteria é in funzione dell’intervallo di memo-rizzazione e dalla abilitazione o meno dei LED di allarme di fuorisoglia. Sostituendo la batteria i dati non vengono cancellati.Ha un LED rosso per segnalazione di allarme fuori soglia, con osenza memoria. Un LED giallo invece avverte che la batteria è inesaurimento o quasi scarica.La comunicazione con il P.C. avviene con la porta seriale RS232 anove pin. La Temperatura di funzionamento può variare da -20 °Ca +75,0 °C Il contenitore è in IP-65 con coperchio trasparente inpolicarbonato e con cavo estraibile per sonda esterna. Le dimen-sioni sono 65 x 115 x 40 mm. Si può programmare un Delay Timere cioè un tempo di partenza delle misure variabile da 0 secondifino ad 1 mese. L’intervallo di registrazione varia da 1 secondo a 4ore, con passi di un secondo.La data di registrazione delle misure viene acquisita dal P.C. duran-te lo scarico dati periodico.Si può inserire anche una soglia di allarme di massima o di mini-ma impostabile dall’utente ed inoltre una descrizione di 32 carat-teri per indicare il tipo di parametro e la sua utilizzazione.MODELLI DISPONIBILI

iCARATTERISTICHE DELLE SONDE:TEMPERATURA: Range sondainterna: da -40,0 °C a +75,0 °CRange sonda esterna:da -50,0° C a +105,0 °CRisoluzione: +/- 0,1 °C Accuratezza: +/- 0,5 °C – UMIDITA’ RELATIVA %Range: 0 – 100 UR% Accuratezza: +/- 2 % FS – CORRENTE Range: 4 – 20 mARisoluzione: 0,01 mA

SOFTWARE Il software di comunicazione perWindows, fornito a corredo conil registratore FT-102, consentedi impostare i parametri ed i datidi riferimento, modificarli, edinoltre, di scaricare tutte lemisure memorizzate. In ognicaso i file su cui si memorizzanoi dati sono file ASCII leggibili conqualsiasi programma di video-scrittura, disponibili per successi-ve elaborazioni grafiche o tabel-lari.Il Software permette di otteneredelle rappresentazioni grafichedei dati memorizzati evidenzian-do i superamenti di soglia e diimpostare un Offset di calibra-zione. Il software dà la possibilitàinoltre di controllare lo statodella carica della batteria del FT-102 e di cancellare la memoriaper poi procedere ad altrememorizzazioni E’ disponibile ora anche ilsoftware “FT-Graph-2” cheelabora fino a 131.000 letturecon la possibilità di visualizzare,fare uno zoom e stampare sce-gliendo i seguenti modelli mate-matici: Media aritmetica –Mediana – Scarto quadraticomedio – Gaussiana

F T- 1 0 2Mini-registratore di Temperatura,Umidità Relativa % e ingressi 4-20 mAUn sistema di registrazione, preciso,compatto ed economico.

MODELLO Caratteristiche tecniche

T-102 Monocanale con un sensore di Temperatura interno

T-102/T Bicanale con una sonda di Temperatura interna ed una esternacon cavetto

T-102/UR Bicanale con una sonda di Temperatura ed una di UmiditàRelativa % esterne con un unico cavetto

T-102/P Bicanale con una sonda di Temperatura interna ed un ingressoesterno per segnale 4-20 mA

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e recenti attivazioni delle linee ad alta velocità/alta capacità (AV/AC), elettri-ficate con un sistema di alimentazione a 25kV e 50 Hz con autotrasformato-ri (2×25kV), all'interno della rete ferroviaria italiana convenzionale, alimenta-ta a 3kV in corrente continua, fanno sì che l’ipotesi di sovrapposizione diinterferenze di corrente continua e alternata su strutture metalliche interra-

te sia diventata, in Italia, una realtà oggettiva da investigare. Come illustrato nell’artico-lo pubblicato sul numero 5 del 2008, sono state realizzate presso il Politecnico di Milanodelle prove di laboratorio al fine di quantificare gli effetti dell’interferenza da correntealternata (CA) sui sistemi interrati in protezione catodica (PC). Da novembre 2008 sonoin corso, in collaborazione con l’Istituto Sperimentale RFI di Roma, prove di protezione

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L u c i a n o L a z z a r i , M a r c o O r m e l l e s e , A n d r e a B r e n n a

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o p e n s p a c e

Interferenza da correntealternata.Prove in campo

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catodica su provini in acciaio al carboniointerrati presso il campo prove allestito daRFI al km 91 del tratto Roma-Napoli dellalinea alta velocità/alta capacità Milano-Napoli. Scopo delle prove è verificare l’ef-fetto dell’interferenza da corrente alterna-ta sulla velocità di corrosione e sul livellodi protezione, al fine di definire le sogliecritiche e i criteri di protezione da adotta-re in presenza di tale tipologia di interfe-renza elettrica.Gli effetti dell’interferenza elettrica sullestrutture interrate, in particolare le tuba-

zioni, sono noti da tempo e regolamentatidalla normativa internazionale (1) Lo stu-dio e le indagini sull’influenza della cor-rente alternata (CA) sui fenomeni di cor-rosione e di gestione degli impianti di pro-tezione catodica hanno avuto un impulsonegli ultimi venticinque anni per i frequen-ti casi di parallelismo fra tubazioni interra-te e linee ad alta tensione (2). Particolareimportanza assume la presenza di rivesti-menti altamente isolanti, perché la densitàdi corrente alternata che si scambia allasuperficie dei difetti o delle porosità pre-senti nel rivestimento può facilmentesuperare i valori di soglia fino ad oggi pro-posti (3). Attualmente le specifiche tecni-che definiscono le condizioni critiche diinsorgenza della corrosione da interferen-za da corrente alternata sulla base di uncriterio che fissa un valore di soglia di 30

A/m2 per la densità di corrente alternata(4), valore su cui non vi è un consensounanime tra gli operatori. Un problemanon ancora risolto è quello relativo almonitoraggio della protezione in presenzadi campi alternati (5, 6), non è chiaro se icriteri tradizionali possano essere applica-ti, e in particolare non è stata ancora indi-viduata una procedura per effettuare cor-rettamente la misura del potenziale reale.Il potenziale di protezione attualmenteraccomandato è -0,95 V vs CSE. Le prove in campo in corso con l’IstitutoSperimentale si collocano nell’ambito diun progetto di ricerca multisponsor, laprima fase ha riguardato una serie diprove di laboratorio, svolte al fine di defi-nire i criteri di protezione in presenza diCA. Le prove di campo rappresentanol’ultima fase di questa ricerca e hanno loscopo di confermare e completare i risul-tati ottenuti nelle prove di laboratorio. Daqueste ultime è tra l’altro emerso che ladensità di corrente alternata non è unparametro sufficiente per stimare ilrischio di corrosione. In condizioni di pro-tezione catodica, diventano fondamentalianche il valore del potenziale di protezio-ne e del rapporto tra la densità di corren-te alternata interferente e la densità dicorrente di protezione (7). In particolare,i test di laboratorio hanno mostrato chele condizioni di protezione in presenza dicorrente alternata sono definite da unvalore della densità di corrente di prote-zione inferiore a 10 A/m2 e da un rappor-to tra densità di corrente alternata e diprotezione inferiore a 20. La Figura 1 rias-sume i risultati sperimentali ottenuti nellediverse situazioni studiate, e definisce lecondizioni di protezione, in presenza diinterferenza da CA, in cui la velocità dicorrosione può ritenersi trascurabile.Figura 1

È stato inoltre osservato che la corrosio-ne da interferenza da corrente alternata ècaratterizzata dalla presenza di attacchilocalizzati penetranti, sia nel caso di pola-rizzazione anodica che catodica del metal-lo (8).

Prove di campo

Le prove di campo in corso riproducono

e f f e t t o della c o r r e n t ea l t e r n a t a sulla v e l o c i t à d icorrosione e sul livello d i protezione“ “

Figura 1: Prove di laboratorio: condizioni di pro-tezione e di corrosione in presenza di interferen-za da corrente alternata (7)

È tra l’altroemerso chela densità dicorrentealternatanon è unparametrosufficienteper stimareil rischio dicorrosione

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tra l’altro le seguenti condizioni:1.prove di protezione catodica in assenzadi CA

2.prove di protezione catodica con inter-ferenza da CA (PC/CA)

3.prove di corrosione libera con e senzainterferenza da CA (CL/CA).

In questo articolo si illustrano solo i risul-tati delle prove 1 e 2.Le prove sono state condotte su proviniin acciaio al carbonio di dimensione 10 ×5 cm. I provini sono rivestiti con una resi-na epossidica bi-componente al fine diavere una superficie a contatto con il ter-reno di dimensioni controllate (Figura 2).Sono state realizzate tre tipologie di pro-vini: difetto massimo di 10 mm2, difettosuperficiale di 1 cm2, difetto rettangolaredi estensione 10 cm2. Figura 2La protezione catodica è stata realizzatamediante anodi galvanici di magnesio diforma cilindrica, con un diametro di 2 cme un’altezza di 15 cm. All’interno del campo prove messo adisposizione da RFI sono state individuatedelle aree dove interrare i provini nellevarie condizioni previste (Figura 4). Sulluogo sono stati precedentemente instal-lati tre armadi elettrici, due dei quali uti-lizzati come postazione di misura per leprove di corrosione libera (CL e CL/CA)e di protezione catodica (PC e PC/CA). Ilterzo armadio elettrico, collocato in posi-zione centrale, è stato predisposto percontenere la scatola dei condensatori, chesono stati collegati ad una puntazza cilin-drica in acciaio al carbonio (lunghezza 2m, diametro 2 cm) situata sul lato oppostodel campo prove, mediante la quale èstato possibile realizzare lo scambio dicorrente alternata nelle prove di corro-sione libera e di protezione catodica inpresenza di interferenza da correntealternata. Figura 3I provini sono stati interrati nelle aree

scelte all’interno del campo prove; ladistanza tra i due provini e la profondità diinterramento è di circa 1 m. La resistivitàmedia del terreno è di circa 50 Ωm. Neipunti individuati sono stati realizzati,mediante una trivellatrice, trenta fori nelterreno, di diametro 30 cm ciascuno.All’interno dei fori sono stati collocati iprovini, ognuno dei quali munito di colle-gamento elettrico, mediante un cavo dirame. Tutti i provini in acciaio sono statiinterrati dopo essere stati vincolati all’e-stremità di un tubo in PVC del diametrodi 3 cm, necessario per eliminare il contri-

buto di caduta ohmica durante la misuradel potenziale di corrosione e protezione.Per le prove di protezione catodica, nelforo praticato è stato collocato anche l’a-nodo di magnesio ad una distanza di circa20 cm dal provino.Dopo avere interrato i provini e gli anodi,il foro praticato nel terreno è statocoperto con la terra di risulta, assicuran-do il contatto tra terreno ed elettrodi. Ilterreno è stato inoltre compattato e suc-cessivamente anche il tubo in PVC è statoriempito. Le condizioni di protezionecatodica e di interferenza dei provini sonoperiodicamente monitorate, mediante leseguenti misure: potenziale di protezione;densità di corrente di protezione; densitàdi corrente alternata interferente.

Sono staterealizzatetre tipologiedi provini:difetto mas-simo di 10mm2, difet-to superfi-ciale di 1cm2, difettorettangolaredi estensio-ne 10 cm2.

Provini metallici in acciaio al carbonio con differente geometria

Figura 2a, 2b, 2c: Provini in acciaio al carbonio

Figura 3:Illustrazioneschematica delcampo prove,disposizione deiprovini

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Misure sperimentali

Le figure 6 e 7 riportano, rispettivamente,il potenziale di protezione e la densità dicorrente di protezione, nel caso dei seiprovini sottoposti a protezione catodicain assenza di interferenza da correntealternata (PC). Fig 4; 5Dai grafici riportati si può osservare che ilpotenziale di protezione si stabilizza neltempo a valori compresi tra -1,15 e -1,32V CSE, mentre la densità di corrente diprotezione si porta, in tutti i casi, a valoricompresi tra a 10 e 300 mA/m2.Le figure 8 e 9 mostrano il monitoraggiodel potenziale di protezione e della den-sità di corrente di protezione, relativi ainove campioni sottoposti a protezionecatodica con interferenza da correntealternata (PC/CA). Fig 6; 7

Analogamente al caso dei campioni inprotezione catodica senza interferenza dacorrente alternata, il potenziale di prote-zione si porta a valori compresi tra -1,15e -1,32 V CSE; per contro, le densità dicorrente di protezione si stabilizzano neltempo intorno a valori più elevati rispet-to al caso precedente, in quanto risultanoquesta volta comprese tra 200 e 800mA/m2.La figura 10 illustra, infine, la densità dicorrente alternata di interferenza di treprovini, con differente geometria duranteil passaggio di un treno ad alta velocitànelle due direzioni della linea ferroviaria.Dal grafico si può evincere come la den-sità di corrente alternata più elevata (14A/m2 circa) interessi il provino caratteriz-zato da un’area superficiale pari a 6 mm2. Fig 8

Figura 4: Potenziale di protezione dei campioni in protezione cato-dica (PC)

Figura 5: Densità di corrente di protezione dei campioni in protezio-ne catodica (PC)

Figura 6: Potenziale di protezione dei campioni in protezione cato-dica con interferenza da corrente alternata (PC/CA)

Figura 7: Densità di corrente di protezione dei campioni in protezio-ne catodica con interferenza da corrente alternata (PC/CA)

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Interpretazione delle misure

I potenziali di protezione (compresi tra -1,15 e -1,32 V CSE) si mantengono in tuttii casi al di sotto di -0,95 V CSE, valore disoglia attualmente raccomandato, per laprotezione catodica delle strutture inter-rate in acciaio al carbonio, in presenza diinterferenza da corrente alternata. È benenotare che, a valori di potenziale cosìnegativi, il processo catodico che si verifi-ca alla superficie del metallo, consistenella riduzione di acqua con sviluppo diidrogeno, in quanto l’ossigeno presentenel terreno è interamente consumato nel-l’arco di breve tempo. Analizzando le figu-re è possibile notare come, nonostante ipotenziali di protezione siano identici, ledensità di corrente di protezione sianopiù elevate (all’incirca il doppio) in pre-senza di interferenza da corrente alterna-ta. Questo effetto, già riscontrato in pre-cedenti prove di laboratorio, può esserespiegato asserendo che lo scambio dicorrente alternata provochi una diminu-zione della sovratensione del processocatodico, in questo caso lo sviluppo diidrogeno, che si traduce in un incrementodella densità di corrente necessaria perimporre un determinato livello di prote-zione catodica.Le densità di corrente alternata più eleva-

te si raggiungono nel caso dei campioniche presentano la minore area superficia-le dove, in seguito al passaggio di un trenoad alta velocità, sono raggiunti valori dipicco compresi tra 10 e 14 A/m2 per unintervallo temporale di circa 40 ÷ 50 s.Un’interferenza non stazionaria di questaentità non sembra provocare variazionisignificative del potenziale del metallo, cheè stato monitorato durante il passaggiodei treni senza riscontrare innalzamentisignificativi rispetto ai valori misurati inassenza di corrente alternata. Tale risulta-to è in accordo con quanto ottenuto nelleprove di laboratorio, in cui è stato osser-vato che, per un campione di acciaio alcarbonio in protezione catodica, è neces-saria una densità di corrente alternatainterferente di circa 100 A/m2 per ottene-re un incremento significativo del poten-ziale di protezione.

Conclusioni e sviluppi futuri

Dai dati raccolti dopo i primi dieci mesi diesposizione è possibile affermare quantosegue:• i potenziali di corrosione libera misura-ti sperimentalmente sono inferiori dicirca 150 mV rispetto ai valori solita-mente riscontrati per questo materiale

È possibilenotarecome, nono-stante ipotenziali diprotezionesiano identi-ci, le densitàdi correntedi protezionesiano piùelevate(all’incirca ildoppio) inpresenza diinterferenzada correntealternata

Figura 8a, 8b: Densità di corrente alternata interferente in condizioni di protezione catodica coninterferenza da corrente alternata (PC/CA), durante il passaggio di un treno ad elevata velocità indirezione Napoli-Roma (a) e Roma-Napoli (b).

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itnei terreni (-0,55 ÷ -0,65 V vs CSE). Taleeffetto può essere imputato alla presen-za di batteri solfato-riduttori, che neiterreni argillosi trovano condizioni favo-revoli alla loro crescita

• durante il passaggio dei treni ad altavelocità si assiste alla circolazione dicorrenti alternate interferenti non sta-zionarie caratterizzate da una densitàmassima di 14 A/m2 e da una durata dicirca 40 ÷ 50 s

• nel caso dei campioni in protezionecatodica la corrente alternata interfe-rente provoca un incremento della den-sità di corrente di protezione, comeconseguenza della diminuzione dellasovratensione del processo catodico disviluppo di idrogeno.

Nei prossimi mesi è prevista l’acquisizionedi nuovi dati sperimentali, che andranno acompletare e integrare le informazionidisponibili in questo momento, e i datiottenuti nelle precedenti prove di labora-torio. Tutto questo consentirà di compie-

re un passo importante verso la definizio-ne dei criteri e delle soglie di protezioneda adottare in presenza di interferenza dacorrente alternata, un fenomeno che,dopo l’avviamento in Italia delle linee fer-roviarie ad alta velocità/alta capacità, èdiventato una realtà oggettiva da investi-gare.

Ringraziamenti

I risultati presentati in questa memoriafanno parte di un progetto di ricercafinanziato da un gruppo di industrie(APCE, Snamretegas, Italgas, Reteferrovia-ria Italiana, Sirti) che gli autori desideranoringraziare. Un sentito ringraziamento vaanche all’ Ing. Luca Trinca (DirezioneTecnica - RFI spa) per la collaborazionenella stesura della presente memoria.Durante il

passaggiodei treni adalta velocitàsi assistealla circola-zione di cor-renti alter-nate interfe-renti nonstazionariecaratterizza-te da unadensità mas-sima di 14A/m2 e dauna duratadi circa40 ÷ 50 s

Bibliografia

1)L. Lazzari, P. Pedeferri, M. Ormellese, Protezione catodica, Polipress, Milano(2006), p. 111

2)T.C. Osborne, A.J. Summerland, Proc. Int. Conf. Corrosion/03, Nace Int., Houston,Texas (2003), paper 03708

3)H.R. Hanson, J. Smart, Proc. Int. Conf. Corrosion/04, Nace Int., Houston, Texas(2004), paper 04209

4)R.A. Gummow, R.G. Wakelin, S.M. Segall, Materials Performance N° 2 (1999), p.24

5)I. Ragault, Proc. Int. Conf. Corrosion/98, NACE Int., Houston, Texas (1998), paper557

6)R.G. Wakelin, R.A. Gummow, S.M. Segall, Proc. Int. Conf., Corrosion/98, Nace Int.,Houston, Texas (1998), paper 565

7)M. Ormellese, L. Lazzari, S. Goidanich, V. Sesia, Proc. Int. Conf., Corrosion/08,Nace Int., Houston, Texas (2008), paper 08064

8)F. Bolzoni, S. Goidanich, L. Lazzari, M. Ormellese, M. Pedeferri, Proc. Int. Conf.,Corrosion/04, Nace Int., Houston, Texas (2004), paper 04208.

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della password direttamente on-line, la visualizza-zione dei punti e delle anagrafiche su mappa vir-tuale, lo scarico delle schede di installazione e diintervento direttamente dal punto misura, il con-trollo dei dati giornalieri e mensile in modo rias-suntivo e personalizzato, la possibilità di persona-lizzare la gestione delle reti grazie ad uno stru-mento di rappresentazione grafico, che insieme amolti altri accessori e strumenti rendono il servi-zio CCOL – ancor più che nel passato – un realestrumento operativo pensato per gli operatori delsettore, per la gestione quotidiana dei dati e,soprattutto, per la loro analisi. L’obiettivo è teso a ricercare un miglioramento dellivello di efficienza operativa, in un’ottica dicostante ottimizzazione di tempi e risorse, a van-taggio però dello stato di efficacia dei sistemi diprotezione catodica e, più in generale, dell’interarete di distribuzione. Ogni funzionalità presente nel CCOLG3 è mante-nuta costantemente aggiornata in conformità allanormativa vigente, ed in particolare allaDeliberazione 120/08 ARG/gas ed alle linee guidaUNI APCE che, ricordiamo, al fine di promuovereinvestimenti innovativi rilevanti per i recuperi disicurezza, introduce due fattori di amplificazionedegli incentivi, uno dei quali proprio relativo ai isistemi di telecontrollo dello stato di protezionecatodica delle reti in acciaio.Un’anteprima del CCOLG3 è visualizzabile sullapiattaforma di lancio www.ccolg3.com.Il nuovo sito sarà presentato ufficialmente in occa-sione della giornata celebrativa del decennale delservizio, il 29 settembre 2010 a Pavia; a breve ilprogramma preliminare.

in continua evo-luzione nel settoredel telecontrollo,ed in particolare delmonitoraggio remotodei sistemi di protezionecatodica, presenta lanuova versione del servizioCCOL: il CCOLG3, la terza

generazione della piattaforma infor-matica www.ccol.it, il sito operativoper la gestione automatizzata deidati di protezione catodica che, apartire da gennaio 2011, sostituirà inmaniera definitiva la versione attual-mente on line.Elaborato sia sulla base dell’espe-rienza decennale di TECNOSYSTEMGROUP nell’ambito dei controlli daremoto sia – e soprattutto – sull’a-nalisi delle esigenze espresse nelcorso degli anni dai numerosi utentidel servizio CCOL in Italia ed inEuropa il CCOLG3 si presentacon una nuova veste grafica piùaccattivante, più moderna e soprat-tutto più intuitiva. Oltre a introdurre importanti inno-vazioni ed implementazioni rispettoalla versione attuale del sito, ilCCOLG3 è un portale altamenteperformante, sviluppato con tecno-logia AJAX, che garantisce l’intera-zione della pagina web con l’utentesenza dover ricaricare la pagina dinavigazione, con funzioni richiamatein Javascript; più facile e veloce nellanavigazione, consente una maggiorflessibilità di interrogazione delsistema, con migliori prestazioni gra-zie al rispetto degli standard di svi-luppo del WEB (W3C). Rispetto alla versione precedentesono state introdotte importantimodifiche di carattere funzionale,ponendo particolare cura nellanuova veste grafica dell’applicati-vo per renderlo facile, intuitivoe gradevole all’utilizzo.Le nuove funzionalità intro-dotte riguardano la gestio-ne personalizzata dell’ac-cesso tramite il recupero

in vetrina

TECNOSYSTEM GROUP

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n un Paese come il nostro dove la “rendita di posizione” è spesso preferita allaricerca e alla sperimentazione, spesso nodi tecnici anche semplici, diventano gro-vigli di difficile soluzione. In ogni caso, in questo frangente è giusto dire che gliostacoli sono stati superati grazie alla collaborazione estesa che è stata costrui-ta tra tutti gli attori di processo. In sintesi se sull’argomento il CIG non avessesaputo (o potuto) creare le giuste condizioni di collaborazione con i fabbricanti,con i distributori del gas, con le associazioni degli installatori ed altri, il problema

sarebbe ancora sui tavoli di discussione; come del resto è avvenuto sui tavoli normativi delCEN1, dove ancora non si è potuto dare risposta all’elaborazione di norme tecniche per iraccordi a pressare e per il sistema di tubi multistrato.

Lo scorso dicembre l’UNI ha pubblicato le Specifiche Tecniche UNI TS 11340:2009, UNI TS11343:2009 (elaborate dal CIG) e UNI TS 11344:2009 (elaborata da UNIPLAST), andandocosì a completare la definizione normativa dei cosiddetti “nuovi materiali” utilizzabili negliimpianti domestici e similari alimentati a gas combustibile, iniziata con l’emanazione della UNITS 111472 sui raccordi a pressare.

Le nuove Specifiche Tecniche; qualche informazione.Nel seguito di questo articolo, in forma certamente non esaustiva, si riportano alcune infor-mazioni tecniche riguardanti le nuove specifiche tecniche. Per le informazioni di dettaglio, sirimandano i lettori alla puntuale consultazione dei documenti normativi pertinenti. Allo stes-so modo per il corretto utilizzo di questi sistemi, gli operatori dovranno accuratamente con-sultare i libretti di istruzioni ed avvertenze redatti dai fabbricanti.

UNI/TS 11340: “Impianti a gas per usi domestici e similari - Impianti di adduzio-ne gas realizzati con sistemi di tubi semirigidi corrugati di acciaio inossidabilerivestito (CSST) e loro componenti - Progettazione, installazione, collaudo emanutenzione”

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Premessa

La definizione normativa dei cosiddetti “nuovi materiali” è un tema che haimpegnato per molto tempo il Comitato Italiano Gas (CIG) e anche leIstituzioni preposte alla sicurezza nelle utilizzazioni del gas combustibile eal controllo del mercato. Si è trattato di un difficile impegno, reso più com-plesso da un intricato panorama di produzione industriale frazionata e d’in-teressi (dei fabbricanti) a volte contrastanti tra di loro.

Completato l’assettonormativo per i “nuovi materiali”

1. Comitato Europeo di Normazione2. Impianti a gas per uso domestico - Impianti di adduzione gas per usi domestici e similari alimentati darete di distribuzione, da bombole e serbatoi fissi di GPL, realizzati con sistemi di giunzione a raccordi apressare per tubi metallici - Progettazione, installazione e manutenzione

A cura diFrancesco

Castorina

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La UNI TS 11340 definisce i criteri di proget-to, d’installazione, di manutenzione e per ilcollaudo degli impianti ad uso domestico esimilare realizzati con tubi semirigidi corru-gati di acciaio inossidabile.Si applica alla costruzione e al collaudo diimpianti realizzati con sistema PLT-CSST, ido-nei all’adduzione dei gas combustibili apparte-nenti alla 1a,2a e 3a famiglia3, dal punto di ini-zio (vedere punto 3.2.5 e punto 4.1 della spe-cifica tecnica) agli apparecchi di utilizzazione,con singola portata termica nominale massi-ma non maggiore di 35 kW. La specifica, siapplica inoltre, anche ai rifacimenti parziali ointerventi su impianti esistenti, realizzatidiversamente purché venga garantita la com-patibilità d’assieme.La UNI TS 11340 si applica sempre in accor-do alle norme UNI 7129 e UNI 7131, a secon-da del tipo di combustibile considerato.La pressione massima di esercizio (MOP) nondeve essere maggiore di 40 mbar per gas condensità relativa ≤0,8 (gas manifatturato e gasnaturale) e di 70 mbar per gas con densitàrelativa ≥0,8 (GPL). E’ opportuno fare notare sin d’ora che con-cluso il periodo di validità della specifica tec-nica (3 anni), essa se non interverranno even-tuali considerazioni, verrà inglobata nella UNI7129.Eventuali osservazioni sulla UNI/TS11340 dovranno pervenire all’ UNIentro il 31 dicembre 2011.La progettazione, l’installazione, il collaudo ela manutenzione degli impianti consideratinella specifica tecnica, devono essere eseguitida personale in possesso dei requisiti previstidalle leggi e normative vigenti e di idoneacapacità tecnica.Per quanto inerente la ventilazione dei locali,l’installazione di apparecchi, l’evacuazione deiprodotti della combustione, la messa in servi-zio e la manutenzione, devono essere consi-derate le prescrizioni di cui alle norme: UNI7129 parte 1, 2, 3 e 4 e UNI 7131.Nello scopo e campo di applicazione dellaUNI TS 11340, non rientrano gli impianti sog-getti al DM 12 aprile 19964 del Ministero degliinterni.

Definizioni specificheLa specifica tecnica introduce alcune definizio-ni tipiche del sistema, andiamo a vedere le piùimportanti.

Sistema PLT5: Identifica un impianto internodi adduzione gas messo in opera sul posto, uti-lizzando elementi fra compatibili e forniti dallostesso fabbricante. Il sistema PLT comprende:- il tubo semirigido;- i raccordi di giunzione e terminali;- i supporti e i vari accessori.Sistema PLT-CSST: Tipologia di sistemaPLT che utilizza tubi semirigidi corrugati inacciaio inossidabile e i relativi raccordi.Tubi semirigidi corrugati di acciaio inos-sidabile: Tubi facilmente piegabili (a mano)per un numero limitato di volte.Tubi per sistema PLT-CSSTSono i tubi che costituiscono la parte fissa del-l’impianto interno del gas.Possono essere di acciaio corrugato semirigi-do a parete sottile e debbono essere confor-mi alla norma di prodotto UNI EN15266:2007, “Kit di tubi ondulati pieghevoli diacciaio inossidabile per il trasporto del gas negliedifici con una pressione di esercizio minore ouguale a 0,5 bar”6

I tubi per sistema PLT-CSST devono esseredotati di idoneo rivestimento protettivoGiunto isolante monoblocco (dielettri-co): Componente destinato ad interromperela continuità elettrica di una tubazione. Negliimpianti di adduzione gas, costruiti con isistemi PLT-CSST l’uso del giunto dielettri-co è sempre obbligatorio.

INDICAZIONI SPECIALIPER L’INSTALLAZIONE

NOTA: In questo tipo di installazioni, l’accurataconsultazione del libretto delle istruzione edavvertenze, redatto dal fabbricante,è di particola-re importanza.Cos’è il libretto di istruzioni ed avver-tenze? Sono le istruzioni fornite dal fabbri-cante per il montaggio e l’installazione delsistema.Esso deve restare allegato alla documentazio-ne relativa dell’impianto gas prevista dallalegge e dai regolamenti vigenti7.

Terminali, raccordie rubinetti di intercettazione

Importante: I terminali e/o raccordi utiliz-zati per la giunzione dei tubi per sistema PLT-CSST devono essere forniti dal fabbricantedel sistema stesso. Le procedure di giunzione ed i materialiimpiegati devono essere quelli previsti dalfabbricante del sistema e specificamente

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La progetta-zione, l’in-stallazione, ilcollaudo e lamanutenzio-ne degliimpianti con-siderati nellaspecificatecnica,devono esse-re eseguitida personalein possessodei requisitiprevisti dalleleggi e nor-mative vigen-ti e di idoneacapacità tec-nica.

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3. Secondo la norma UNI EN 437 “Gas di prova - Pressioni di prova - Categorie di apparecchi”4. “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’eserci-zio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi”

5. PLT è l’acronimo di "Pliable Tubing"6. Recepita da UNI in lingua inglese.7. In particolare D.M. 37/08 e delibera 40/04 AEEG7.

SCOPO E CAMPO D’APPLICAZIONE

DELLA SPECIFICA TECNICA

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riportati sul “libretto di istruzioni ed avver-tenza”Le indicazioni tecniche, le modalità e i limiti diutilizzazione del sistema riportati sul librettodi istruzioni ed avvertenze devono esseresempre rispettate. Le estremità dei raccordi devono esserestate progettate per ricevere il tubo diacciaio corrugato, e devono garantire latenuta metallo su metallo. Tutte le estremitàdei raccordi o terminali appositamente pro-gettate devono avere le stesse caratteristi-che e devono garantire che la tubazione nonpossa sfilarsi, soprattutto nei casi in cui ilraccordo e/o la tubazione sonosottoposti/possono essere sottoposti a sol-lecitazioni meccaniche.Le giunzioni miste tra tubo per sistema PLT-CSST con altri tipi di tubi (per esempioacciaio,rame, polietilene, ecc.) ed anche quel-le per il collegamento di rubinetti ai raccor-di portagomma ed altri accessori e compo-nenti, devono essere realizzate mediante ter-minali misti, filettati o altri sistemi previstinella norma UNI 7129 da un lato e progetta-ti dall’altro per ricevere il tubo per sistemaPLT-CSST. Il raccordo deve essere fornito dalfabbricante del sistema.Le filettature devono essere conformi allenorme UNI EN 102268 parti 1 e 2.Per la tenuta sulla filettatura devono essereutilizzati prodotti a tenuta conformi alla UNIEN 751-19 . Nel caso in cui il sistema PLT-CSST prevede l’utilizzo di raccordi progetta-ti con la guarnizione di tenuta, questi posso-no essere di tipo metallico. I rubinetti azio-nati manualmente per la posa interrata devo-no essere conformi alla UNI EN 33110, anchese installati in pozzetti e scatole di ispezione.

SupportiEssendo i tubi per sistema PLT-CSST rivestitiall’esterno, i supporti di staffatura e/o ancorag-gio devono essere metallici e compatibili con ilrivestimento dei tubi, devono resistere aglieventuali urti e agli agenti atmosferici (anticorrosivi).

CRITERI GENERALI DI POSAIN OPERA DELLE TUBAZIONI

PER SISTEMA PLT-CSST

I suddetti criteri non si differenziano da quel-li consolidati, riportati nella norma UNI 7129,tuttavia, dovuta alla specificità dell’installazio-ne, ci sono alcune leggere differenze.Si consiglia agli operatori di consultare la UNI

TS 11340 sempre insieme alla UNI 7129.E’ comunque opportuno che gli operatori pervalutare l’appropriatezza del sistema agli edifi-ci/locali cui è destinato, facciano sempre pre-liminarmente un esame del percorso dei tubi,identificando i punti dove l’impianto potràessere sottoposto a maggiori sollecitazioni odove maggiori siano le probabilità di urti acci-dentali o di altre eventuali situazioni chepotrebbero pregiudicare la sicurezza dell’im-pianto o diminuirne l’efficienza. Bisogna in poche parole, scegliere i percorsipiù idonei, anche a garanzia che il rivestimen-to esterno risulti protetto nel tempo da sol-lecitazioni termiche e dall’azione corrosivadegli agenti atmosferici.Una particolare attenzione deve essere pre-stata al corretto dimensionamento dell’im-pianto, da sempre vero tallone di Achille permolti installatori.La specifica tecnica contiene anche un’appen-dice molto importante:

APPENDICE A (Normativa)RACCOMANDAZIONI

PRATICHE PERL’INSTALLAZIONE

DEI SISTEMI PLT-CSST

Come si è già precisato prima, le istruzioniper il montaggio e la posa in opera previstedal fabbricante del sistema e riportate sullibretto di istruzioni ed avvertenze devonoessere sempre rispettate.L’appendice A della UNI TS 11340 riportaalcune fondamentali raccomandazioni prati-che, che debbono essere sempre seguite daglioperatori. In attesa dell’installazione, tutti i componentidel sistema, non devono essere rimossi dalloro imballaggio originale e debbono essereconservati in un luogo asciutto e riparato dalcontatto con acidi, basi, sali o altre sostanzecorrosive.Le tubazioni PLT-CSST non devono esserelasciate all'aperto prima della loro installazio-ne. Le sezioni terminali della tubazione devonoessere chiuse, per impedire che corpi estraneipossano penetrare all’interno della tubazionestessa.Si deve porre attenzione all’operazione disrotolamento del tubo CSST dalla bobina,facendo attenzione a non deformarlo, nonaggrovigliarlo o impigliarlo in ostacoli.Prima di porre il tubo in opera l’installatoredeve sempre accertarsi dell’integrità del rive-

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Negli impian-ti di adduzio-ne gascostruiti coni sistemiPLT-CSSTl’uso delgiunto diolet-trico e sem-pre obbliga-torio

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8. “Filettature di tubazioni per accoppiamento con tenuta sul filetto - Parte 1: Filettature esterne coniche einterne parallele - Dimensioni, tolleranze e designazione” e “Filettature di tubazioni per accoppiamentocon tenuta sul filetto - Parte 2: Filettature esterne coniche e interne coniche - Dimensioni, tolleranze edesignazione”

9. Materiali di tenuta per giunzioni metalliche filettate a contatto con gas della 1a, 2a e 3a famiglia e conacqua calda - Composti di tenuta anaerobici

10. Rubinetti a sfera ed a maschio conico con fondo chiuso, a comando manuale, per impianti a gas negliedifici.

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stimento esterno. La tubazione PLT-CSST nondeve essere allungata o sottoposta a torsione.Durante l’installazione, o a seguito di essa, iltubo PLT-CSST non deve essere sottoposto apiegamenti. Il numero di giunzioni deve esserelimitato al massimo.Le sezioni di tubo in cui sono presenti raccor-di di giunzione, devono essere protette connastro di rivestimento fornito dal fabbricantedel sistema o da questi dichiarato idoneoall’uso inteso.Il tubo deve essere sostituito se si verificanole seguenti situazioni:- danneggiamento del tubo con schiacciamen-to, forature o abrasioni di qualunque tipo;- piegamento del tubo oltre il suo raggio mini-mo di curvatura.Le tubazioni PLT-CSST, quando sono posate avista ad altezze minori di 2 metri dai piani dicalpestio, devono essere protette da eventua-li urti involontari che possano danneggiare ilrivestimento.Il rivestimento del tubo CSST non deve pre-sentare discontinuità e dove fossero notatidanneggiamenti su di esso, è necessario prov-vedere al suo ripristino con prodotti idonei.Se le tubazioni vengono installate in canalettee appositi alloggiamenti, questi devono essererealizzati in modo da permetterne la manu-tenzione e la pulizia. Se l’installazione è effettuata in edifici sog-getti alla normativa di prevenzione incendi,deve essere prevista una rete taglia fuoco adogni piano e devono essere realizzateconformemente alle disposizioni antincendiovigenti. Le canalette metalliche devonoessere messe a terra conformemente allanorma CEI 64-8.UNI/TS 11343: “Impianti a gas peruso domestico - Impianti di adduzio-ne gas per usi domestici alimentatida rete di distribuzione, da bidoni eserbatoi fissi di GPL, realizzati consistemi di tubazioni multistrato

metallo-plastici Progettazione,

installazione e manutenzione”

SCOPO E CAMPOD’APPLICAZIONE DELLASPECIFICA TECNICA

La UNI TS 11343 definisce i criteri di progetto,d’installazione, di manutenzione e per il collau-do degli impianti ad uso domestico e similarerealizzati con tubazioni multistrato metallo-pla-stiche negli impianti domestici e similari, realiz-zati con sistemi di raccordi idonei all’adduzio-ne dei gas combustibili.La presente specifica tecnica si applica agliimpianti di adduzione gas di VI e VII specie, dellaIa, IIa e IIIa famiglia, per usi domestici e similarialimentati da rete di distribuzione, da bombolee serbatoi fissi di GPL. Si applica sempre inaccordo alla norma UNI 7129 .Concluso il periodo di validità della specificatecnica (3 anni), essa se non interverrannoeventuali considerazioni, verrà incorporatanella UNI 7129.Eventuali osservazioni sulla UNI/TS 11343dovranno pervenire all’UNI entro il 31 dicem-bre 2011.La progettazione, l’installazione, il collaudo e lamanutenzione degli impianti considerati nellaspecifica tecnica, devono essere eseguiti dapersonale in possesso dei requisiti previstidalle leggi e normative vigenti e di idonea capa-cità tecnica.Per quanto inerente la ventilazione dei locali,l’installazione di apparecchi, l’evacuazione deiprodotti della combustione, la messa in servi-zio e la manutenzione, devono essere conside-rate le prescrizioni di cui alle norme: UNI 7129parte 1, 2, 3 e 4 e UNI 7131.Nello scopo e campo di applicazione della UNITS 11343, non rientrano gli impianti soggetti alDM 12 aprile 1996 del Ministero degli interni.

Specifica tecnicadi riferimento di prodotto

E’, come abbiamo già visto, la UNI/TS 11344

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Le tubazioniPLT-CSST,quando sonoposate avista adaltezze mino-ri di 2 metridai piani dicalpestio,devono esse-re protetteda eventualiurti involon-tari che pos-sano dan-neggiare ilrivestimento.

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Un librettodi istruzionied avverten-ze, redattoa cura delfabbricantedeve sempreaccompa-gnare laconsegnadel sistema.

“Sistemi di tubazioni multistrato metallo-pla-stici e raccordi per il trasporto di combustibi-li gassosi per impianti interni”, elaborata daUNIPLAST, ente come il CIG, federato all’UNI.

DEFINIZIONI SPECIFICHE

PER IL SISTEMA DI TUBI MULTISTRATO

La specifica tecnica introduce alcune definizio-ni tipiche del sistema, di seguito riportiamoannotandole, le più importanti.Ganascia: E’ un attrezzo meccanico, fisso, omobile, da applicare sulla pressatrice necessa-rio al fine di realizzare nei termini previsti, lacorretta pressatura dei raccordi.L’attrezzo deve essere quello costituente ilsistema di tubazione multistrato previsto edindicato dal fabbricante del sistema.Pressatrice, pinza o attrezzo di pressa-tura: E’ il macchinario a cui si applica la/eganascia(e), che applica la forza necessaria pergarantire la corretta pressatura dei raccordi.Giunto per sistemi multistrato: E’ l’ele-mento costitutivo utilizzato in un sistema ditubi multistrato metallo-plastici per il loro col-legamento inseparabile o per l’unione con altricomponenti del sistema.Rivestimento protettivo: E’ un rivestimentoidoneo a proteggere termicamente e/o dall’ag-gressione di agenti chimici di una tubazione gas. Sistema per tubazioni multistrato: E’ l’in-sieme dei prodotti previsti dal fabbricante, checomprende raccordi, tubi, attrezzi, utensili etutto quanto necessario per provvedere all’as-semblaggio ed all'installazione degli stessi.Tubo multistrato: E’ un tubo la cui parete écostituita da almeno due strati di materialeplastico legati in unione ad uno strato di allu-minio o a uno strato di leghe di alluminio,interposto tra essi.DIMENSIONAMENTO IMPIANTO INTERNO

Per il dimensionamento dell'impianto inter-no, la UNI TS 11343 rimanda alla norma UNI7129.Comunque, nell'appendice A della specifica,sono riportati i metodi per il dimensiona-mento delle tubazioni multistrato metallo-plastiche.

TubazioniLe tubazioni che costituiscono la parte fissadell'impianto gas realizzate in materiale multi-strato metallo-plastico devono essere confor-mi alle prescrizioni della UNI/TS 11344.

Terminali, raccordi e rubinettiI terminali o raccordi utilizzati nei sistemi ditubi multistrato per la giunzione delle tubazio-ni devono essere in materiale metallico e/oplastico.Il passaggio dal sistema di tubazioni multistra-to ad altri materiali, deve essere realizzatomediante opportuni giunti di transizione.Le giunzioni possono essere realizzatemediante raccordi per sistemi multistratoconformi alla UNI/TS 11344.

Le procedure per le giunzioni, i materiali, leattrezzature e gli utensili impiegati devonoessere quelli dichiarati dal fabbricante delsistema per tubazioni multistrato.Un libretto di istruzioni ed avvertenze, redat-to a cura del fabbricante deve sempre accom-pagnare la consegna del sistema.I raccordi possono essere interrati o postisottotraccia a condizione che vengano rispet-tivamente inseriti in idoneo pozzetto ispezio-nabile o apposita scatola ispezionabile il cuicoperchio non deve essere a tenuta. I punti digiunzione in corrispondenza dei raccordiposizionati nei pozzetti devono essereopportunamente protetti contro le corrosio-ni, secondo quanto previsto dalla UNI EN1295411. Prima di introdurre la tubazione nelraccordo deve essere accertata l’integrità delraccordo stesso.I rubinetti per installazione fuori terra (com-presi i casi in pozzetti ed installazioni a vista),possono essere di ottone, di bronzo, diacciaio o di ghisa sferoidale, conformi allaUNI EN 331.

CRITERI DI POSA IN OPERADI SISTEMI DI TUBIMULTISTRATO

Tali criteri sono fondamentalmente similari aquelli prescritti dalla norma UNI 7129, chedeve sempre essere usata in abbinamento conla UNI TS 11343.In ogni caso, ci sono diverse prescrizioni spe-cifiche per questi sistemi.Innanzitutto nella specifica si ribadisce il con-cetto che è opportuno limitare a quanto piùsia possibile il percorso delle tubazioni all’in-terno dei locali.L’appendice B riporta le disposizioni per l’in-stallazione dei raccordi.Considerata la particolare specificità dei siste-mi di tubi multistrato, la UNI TS 11343 prescri-ve che le tubazioni installate all’esterno (incortili, pareti perimetrali, muri di cinta, ecc.)debbono essere protette contro l’azione deiraggi UV, dai danneggiamenti meccanici (conparticolare attenzione alle zone di transito deiveicoli) e dai rischi d’incendio.Se si utilizzano sistemi di supporto o fissaggio,questi debbono essere idonei all’uso e nonarrecare danni ai tubi, consentendone la dilata-zione termica. Bisogna prestare particolare attenzione nelcaso che nelle vicinanze dei tubi ci sianoimpianti che trasportano fluidi con temperatu-re superiori ai 40 °C. In questo caso dovrannoessere adottati accorgimenti per proteggeretermicamente i tubi.Le distanze da cavi elettrici e similari, non inse-riti in canalette dedicate, devono essere quel-le stabilite dalle norme CEI.

11. Protezione catodica di strutture metalliche interrate o immerse - Principi generali e applicazione percondotte

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Si deve sempre riferirsi alle norme CEI perstabilire il corretto collegamento equipoten-ziale delle strutture metalliche poste a prote-zione dell’impianto interno del gas.Per quanto riguarda gli attraversamenti glioperatori dovranno scrupolosamente attener-si alle prescrizioni della specifica tecnica,tenendo sempre in mente che nel caso diattraversamento di locali con pericolo d’incen-dio, i tubi multistrato dovranno essere ricove-rati in un apposito alloggiamento e le caratte-ristiche di resistenza al fuoco dovranno essereadeguate al luogo di installazione e comunquenon minori di REI 120.Si fa anche presente che in queste situazioni gliancoraggi delle tubazioni devono essere realiz-zati con materiali di classe A1 secondo lanorma UNI EN 13501-1 ed installati in modoche l’eventuale trasmissione di calore allatubazione del gas, sia minimizzata.È vietato collocare raccordi per giunzioni ditubazioni multistrato metallo-plastiche all’in-terno di locali che non siano permanentemen-te areati o che non sono aerabili. Allo stesso modo è fatto divieto di collocaregiunzioni filettate all’interno dei locali anzidescritti, eccetto di quelli realizzati con pro-dotti conformi alla norma UNI EN 751-2 cherecano la dicitura ARp e alla UNI EN 751-3recanti la dicitura FRp o GRp.Prima di provvedere all’installazione; deveessere controllata la completa integrità dellostrato esterno plastico del tubo e se fosseronotate anomalie, il tubo non dovrà essere uti-lizzato.All’interno degli edifici le tubazioni devonoessere installate sotto traccia e se i locali sonosottoposti a prescrizioni di prevenzione incen-di, devono essere inserite in un apposito allog-giamento, di cui la specifica tecnica fornisce irequisiti strutturali richiesti (punto 5.2.3).La specifica tecnica, comprende anche treaccurate appendici:

APPENDICE A (informativa) DIMENSIONAMENTO DELLETUBAZIONI MULTISTRATO

METALLO-PLASTICHE VALIDE PERGAS NATURALE E GAS DI

PETROLIO LIQUEFATTO (GPL)Descrive come può essere effettuato il dimensio-namento di un impianto interno di adduzione gas.

APPENDICE B (informativa) DISPOSIZIONI PRATICHE PER L’IN-STALLAZIONE DEI RACCORDI NEISISTEMI DI TUBAZIONI MULTISTRA-

TO METALLO-PLASTICHEIn tale appendice, vengono riportate le“Precauzioni generali” da osservare per ilmiglior utilizzo del sistema.In particolare, per il trasporto, lo stoccaggio ela posa in opera si rimanda la libretto di istru-zione ed avvertenze redatto dal fabbricante.Si pone l’accento sul divieto di:- utilizzare raccordi danneggiati;- utilizzare attrezzi e/o ganasce/dime differentida quelle indicate dal fabbricante del sistema;

- utilizzare tubi diversi da quelli indicati dal fab-bricante del sistema;

- manomettere o sostituire l’eventuale guarni-zione di tenuta.

Vengono poi richiamate:• La necessità di pulizia delle ganasce e dimedi pressatura;

• La necessità periodica di manutenzione erevisione dell'attrezzo di pressatura e delleganasce;

• la cura di osservare preventivamente leestremità del tubo da inserire nel raccordo,per realizzare la corretta giunzione.APPENDICE C (informativa) DILATAZIONI TERMICHE PER TUBAZIONI MULTISTRATOMETALLO-PLASTICHE

In questa appendice vengono date informazio-ni e suggerimenti per contenere gli effetti delledilatazioni termiche.

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È vietato col-locare rac-cordi pergiunzioni ditubazionimultistratometallo-pla-stiche all’in-terno dilocali chenon sianopermanente-mente areatio che nonsono aerabi-li.

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APCE NOTIZIE Periodico trimestraleDirettore responsabile:Gino Magnoni (ITALGAS)Comitato di redazione:Davide Gentile (UCEMI),Sergio Cavalieri (UCERM)Luciano Lazzari (CFA)Comitato editoriale:Andrea Rovelli (SNAM RETE GAS), AlvaroFumi (RFI), Massimo Tiberi (GEA), Umberto

Lebruto (RFI), Georgios Chlaputakis (EnelRete Gas), Giuseppe Maiello (NAPOLETANA-GAS), Marco Galletti (SNAM RETE GAS),Paolo Del Gaudio (IRIDE), Ezio Coppi (Esperto)Redazione: UCE Roma - Sergio Cavalieri,c/o ITALGAS RomaVia del Commercio, 11 - 00154 RomaTel. 06 57396337Fax 06 57396338

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