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Associazione Pensionati APIBI N La Vostra Voce ISTITUTO BANCARIO ITALIANO NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE PENSIONATI DELL’ISTITUTO BANCARIO ITALIANO n.4 - Dicembre 2002 SALUTO DEL PRESIDENTE Con gli auguri di Buone Feste Natalizie e di un sereno 2003, ho il piacere di condividere con Voi una citazione di George Burns, che mi sembra racchiudere una stimolante filosofia di vita e rifletta lo spirito del nostro APIBI NOTIZIE. “ Non puoi evitare di invecchiare, ma non devi necessariamente diventare vecchio .” Aldo de Angelis NOTIZIE DAL CONSIGLIO Si è riunito Venerdì 16/11 il Consiglio APIBI al completo, che ha esaminato tutte le problematiche inerenti la nostra Associazione, è stato richiesto dal Presidente un maggior fervore da parte di tutti i Consiglieri e i Capi Gruppo, per una più intensa attività da parte di tutte le Sezioni, occorre creare occasioni di aggregazione per i nostri Soci. E’ stato inoltre approvata una Campagna di Sviluppo tendente ad allargare l’Associazione, contattando per lettere i colleghi IBI andati in pensione dopo la fusione con Cariplo. Un’operazione che per i nostri mezzi purtroppo limitati, sarà per ora mirata alle Sedi dove esistono Capi Gruppo. Dal risultato decideremo se estendere l’iniziativa a tutti i nominativi in nostro possesso. Un saluto e un ricordo Martedì 5 Novembre, alle ore 18, nella Chiesa di San Tommaso in Via Broletto a Milano, è stata celebrata la Santa Messa di Preghiera in ricordo dei cari colleghi IBI defunti che ha visto, ne siamo sicuri, al di là della partecipazione fisica la partecipazione di tutti i nostri Soci. Anche questa volta è con grande gioia che vi comunichiamo che la nostra rubrica non ha nominativi da portare a ricordo perché ci hanno lasciato. Attendiamo notizie di nuove nascite, matrimoni, comunioni, cresime, lauree, assunzioni, promozioni, ordinazioni sacerdotali, ecc. ecc. insomma le gioie che vorrete condividere con gli amici lettori. Pubblichiamo, in quarta pagina, i titoli di tesi di laurea che hanno allietato le case di alcuni nostri soci, in questo caso figli di collaboratori al giornale (tanto per iniziare), ma attendiamo le vostre,

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Associazione Pensionati

APIBI NOTIZIE La Vostra Voce ISTITUTO BANCARIO ITALIANO

NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE PENSIONATI DELL’ISTITUTO BANCARIO ITALIANO

n.4 - Dicembre 2002

SALUTO DEL PRESIDENTE

Con gli auguri di Buone Feste Natalizie e di un sereno 2003, ho il piacere di condividere con Voi una citazione di George Burns, che mi sembra racchiudere una stimolante filosofia di vita e rifletta lo spirito del nostro APIBI NOTIZIE. “ Non puoi evitare di invecchiare, ma non devi necessariamente diventare vecchio.”

Aldo de Angelis

NOTIZIE DAL CONSIGLIO

Si è riunito Venerdì 16/11 il Consiglio APIBI al completo, che ha esaminato tutte le problematiche inerenti la nostra Associazione, è stato richiesto dal Presidente un maggior fervore da parte di tutti i Consiglieri e i Capi Gruppo, per una più intensa attività da parte di tutte le Sezioni, occorre creare occasioni di aggregazione per i nostri Soci. E’ stato inoltre approvata una Campagna di Sviluppo tendente ad allargare l’Associazione, contattando per lettere i colleghi IBI andati in pensione dopo la fusione con Cariplo. Un’operazione che per i nostri mezzi purtroppo limitati, sarà per ora mirata alle Sedi dove esistono Capi Gruppo. Dal risultato decideremo se estendere l’iniziativa a tutti i nominativi in nostro possesso.

Un saluto e un ricordo Martedì 5 Novembre, alle ore 18, nella Chiesa di San Tommaso in Via Broletto a Milano, è stata celebrata la Santa Messa di Preghiera in ricordo dei cari colleghi IBI defunti che ha visto, ne siamo sicuri, al di là della partecipazione fisica la partecipazione di tutti i nostri Soci. Anche questa volta è con grande gioia che vi comunichiamo che la nostra rubrica non ha nominativi da portare a ricordo perché ci hanno lasciato. Attendiamo notizie di nuove nascite, matrimoni, comunioni, cresime, lauree, assunzioni, promozioni, ordinazioni sacerdotali, ecc. ecc. insomma le gioie che vorrete condividere con gli amici lettori. Pubblichiamo, in quarta pagina, i titoli di tesi di laurea che hanno allietato le case di alcuni nostri soci, in questo caso figli di collaboratori al giornale (tanto per iniziare), ma attendiamo le vostre,

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dei figli, dei nipoti e perché no!, generi e nuore. Da tutti i “Dottori”, il Direttore “APIBI Notizie”, aspetta fiducioso un articolo che riassuma la loro tesi.

TESSERAMENTO 2003

Ricordiamo che le quote sociali per il 2003 sono invariate: € 23,00 per i Soci - € 20,00 per i coniugi - € 23,00 per i colleghi in servizio di provenienza IBI

NOTIZIE DALLE SEZIONI MILANO – Raduno pre-natalizio 21 Dicembre ore 12,30 c/o Ristorante La Ragazza Via Paolo Frisi,3 Milano (Porta Venezia - Metropolitana Linea Rossa – Passante Ferroviario –Tram 5/9/11/29/30) Adesioni entro il 15/12 al Segretario Cellini 0269002167, È L’OCCASIONE DI ESSERCI, ANCHE PER EVENTUALI NUOVI SOCI DEL 2003, invitate anche amici pensionati non iscritti e colleghi in servizio, (a Milano si fa ... “alla romana”, pranzo al prezzo di 32 Euro)

Concordato per tutti i partecipanti un prezzo ”politico” di 25 Euro a persona.

INTERSEDI Nel 2003 è in via di allestimento una Gita per un fine settimana, o meglio una settimana intera, probabilmente nel mese di Maggio, che porti colleghi familiari e amici dell’APIBI ad incontrarsi, in una località di rilevante aspetto turistico, si è pensato allo splendido Golfo di Napoli (Castellamare, Sorrento) stiamo raccogliendo informazioni, e se volete, anche vostri suggerimenti. Ringraziamo i nostri “redattori sul luogo” Pagliari e Salzano che ci stanno fornendo notizie.

Lettere ai nostri collaboratori: Al Direttore APIBI NOTIZIE Pregiatissimo direttore Apibi Notizie, alcuni soci delle Associazioni e Federazioni che ho l’onore di rappresentare e precisamente la Fitec la Ueoaa e Fica, nota triade faunistica, hanno saputo in anteprima che il vostro collaboratore, Chef Carlo Guedesi, ha l’intenzione di pubblicare delle ricette tradizionali per le feste natalizie, ricette che riteniamo possano ledere la libertà dei nostri associati ed addirittura metterne in pericolo la vita. Per questa ragione la diffidiamo dalla pubblicazione di tali ricette senza considerare le gravi conseguenze, è possibile un “girotondo” dei nostri Associati sotto la Vostra Sede, abbiamo già l’appoggio sindacale di Associazioni Animaliste ed Ambientali

Carlo La Volpe Patrocinatore di Cassazione

Legale Rappresentante FITEC-UEOAA-FICA Abbiamo indagato via Internet - la FITEC vuole abolire il Natale e le feste, e sembra che abbia l’appoggio anche della UEOAA e della fortissima FICA meridionale, che vorrebbe addirittura abolire anche il cenoni della vigilia al sud. La FITEC è la Federazione Italiana che riunisce Tacchini E Capponi e le altre due sono la Unione Europea Ostriche Astici Aragoste e la Federazione Italiana di Capitoni e Anguille. Quest’ultima ha qualche omonima ma (ancora) non federazione. Al medico Bertagnolio di Torino Due lettori, in lunghe lettere che condensiamo a causa del “reo spazio” chiedono: Illustre dottor Bertagnolio: “Si può fare Bingo con una cartella clinica?” (lettera firmata) Un altro: “Caro Silvano leggo sempre con piacere i tuoi articoli da cui traspare una profonda conoscenza degli argomenti di cui tratti, so che hai qualche problema con il PC e con Internet e appena posso faccio un salto a Torino al tuo servizio, il PC è una delle mie passioni, ora però ho una

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domanda che mi rode da parecchi giorni dopo l’utero in affitto si può avere la moglie in leasing? Sicuro che la tua risposta interesserà molti ti saluto, ti faccio gli auguri e abbraccio. Cesare Dogliu

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NOTIZIE DALLA REDAZIONE

Ringraziamo vivamente gli Autori degli articoli inviatici che pubblichiamo, a loro e a tutti i nostri lettori giungano gli auguri di:

Buone Feste e Sereno Anno Nuovo

Invitiamo i Soci ad inviare le lettere gli articoli, gli annunci, e le risposte dei quiz Al nostro indirizzo telematico - E-MAIL [email protected]

per posta alla: “Redazione APIBI NOTIZIE” c/o Sergio De Luca Via Stoppani 15 20129 Milano Per eventuali chiarimenti Tel.02 2049770

TESSERAMENTO 2003 - NOTIZIE DALLE SEZIONI – Pag. 2 Lettere ai nostri collaboratori: Al Direttore Apibi Notizie e al il grande Bertagnolio NOTIZIE DALLA REDAZIONE Auguri ai lettori e indice Pag. 3 “LETTI PER VOI” presentazione libraria di Aldo de Angelis - Pag.4 LE “NOSTRE” TESI – Un primo elenco di nostri ragazzi “dottori”- In attesa di leggerli… I PROVERBI - Si ringrazia l’amico Cassano per quelli baresi che pubblicheremo MIEI RAPPORTI CON IL VESUVIO di Costante Pagliari da Napoli Pag.5 Dopo aver vissuto la storia e la leggenda dell’antica Stabia con l’amico Costante lo stesso ci scrive:-”Gli avvenimenti di questi giorni mi hanno fatto ripensare ad alcuni fatti che ho vissuto in prima persona e soprattutto all’inerzia attuale che acceca chi dovrebbe preveni- re i futuri disastri…”

RIANIMAZIONE E PRONTO SOCCORSO - di Silvano Bertagnolio Pagg.6-7 Il nostro grande Medico di Famiglia APIBI sempre prodigo d’incoraggiamenti al nostro giornale, cosa di cui lo ringraziamo, ci invia un articolo, purtroppo di grande

attualità: “Sono tristi i giorni che stiamo vivendo per quanto successo nella Scuola Elementare di S.Giuliano in Puglia” DIARIO DI OTTANTAQUATTRO ANNI ORSONO – di Vittorio Pasquario Pag.8 (6° Puntata) - Il “Diario di un ottuagenario” …Le avventure continuano. “Saliti in camera ci riunimmo per mettere a punto la vendetta!” UN PREMIO NOBEL AI GIOVANI DI OGGI di Rita Levi Montalcini Pag.9 Consigli annotati da Eugenio De Sanctis da Milano – Ho trovato questo articolo rivolto ai giovani da un grande premio Nobel. “Ad una buona vecchiaia ci si prepara sin dall’adolescenza. Quella età, che è oggi temuta e ignorata, può essere la più bella della vostra vita. Almeno questo è il mio caso ed il mio privilegio, che mi auguro possiate avere anche voi ed i vostri coetanei”- Rita Levi Montalcini SANGUE E PASSIONE DELLA NAPOLI DEL ‘500 di Giuseppe Salzano Pag.10 L’ANGOLO LUDICO - GIOCHI –– di Luca Giordese e Carlo Guedesi Pag.11 Il nostro angolo dedicato al relax, con la presentazione di nuovi giochi Superfluo dire che se nel nostro “angolo” si affacciasse qualche altro presentatore di giochi Luca e Carlo gli darebbero il benvenuto. Realizzatevi corrispondenti sull’APIBI NOTIZIE LA BACHECA Messaggi per i lettori di Carlo de Giuse NOTTE DI NATALE di Aldo Fabrizi annotata da Mauro Matriciani da Roma Pag.12 Una bella poesia di Natale che chiude l’ultimo numero del 2002 - APIBI NOTIZIE -.

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I PROVERBI Una briciola d’oro non può comprare una briciola di tempo. (proverbio cinese) Iune ca nan sape iè com’a a iune ca non vete. (proverbio calabrese) Chi non sa è come chi non vede. L’ignoranza è la più grave forma di cecità. Senza una buone vista si può urtare contro tutto; senza sapere si urta contro tanti ostacoli, a volte mortalmente: Il detto invita a dedicare tutto il tempo possibile a conoscere quanto più si può, almeno delle cose che si praticano. Quanti mali si potrebbero evitare a se stessi e ad altri con una adeguata preparazione

LE “NOSTRE” TESI Pubblichiamo i nomi ed i titoli di tesi di laurea che hanno allietato le case di alcuni nostri Soci. In attesa di un sunto della loro tesi. (mezza/una pagina) che pubblicheremo, uniamo, ai complimenti ed agli auguri di genitori parenti e amici, quelli di APIBI NOTIZIE e dei lettori tutti.

CELLINI LAURA – Giurisprudenza

Gli effetti del fallimento sul rapporto di lavoro subordinato

GALBIATI FABRIZIO – Chimica e Tecnica Farmaceutica La reazione di Strecker asimmetrica della sintesi dell’amido 2,3 - Diamminopropionico

(Siamo curiosi di conoscere, cosa è) – In attesa dell’articolo, vuoi vedere che Bertagnolio ci aiuta

DE LUCA ANDREA – Giurisprudenza La violenza negli stadi: Disciplina italiana, inglese e gallese

DE LUCA LUCA – Scienze Politiche

La MIGA nel quadro dei rapporti fra stati e stranieri in materia di investimenti

“LETTI PER VOI” presentazione libraria di Aldo de Angelis - Conversione una storia personale di Leonardo Mondatori e Vittorio Messori Si tratta della storia della conversione di un notissimo manager cresciuto in una famiglia laica nella quale di fede e di religiosità non si era mai parlato e nella quale le solennità, anche le più tradizionali, non sono mai state vissute se non in modo prettamente laico. Prototipo di quella borghesia industriale nella quale, appunto, parlare di queste cose era quasi segno di inferiorità ed oggetto di dileggio. Il dolore per una grave malattia che lo ha colpito ha fatto scattare nell’individuo una molla che lo ha condotto alla scoperta dell’esistenza di quell’Essere Superiore che è Dio, sino a trasformarlo profondamente ed a fargli riconsiderare sotto nuova luce le varie problematiche della vita che sino a poco prima aveva esaminato sotto un aspetto diverso. La scoperta di Dio ne ha trasformato l’esistenza che ora è improntata alla più ferrea ortodossia cattolica, facendogli abiurare comportamenti che in passato aveva scelto, quali in particolare: considerazioni sulla famiglia, sul divorzio ed altro, inducendolo altresì a comprendere il dolore ed il male che certe situazioni possono aver provocato in coloro che gli sono stati vicino. L’intervento di Vittorio Messori nei passaggi più delicati del racconto consentono una lettura agevole degli argomenti trattati.

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I MIEI RAPPORTI CON IL VESUVIO di Costante Pagliari da Napoli

Tutti conoscono il Vesuvio, o per averlo visto direttamente, o in cartolina, tutti hanno sentito parlare delle sue eruzioni, a volte distruttive, a volte solo coreografiche, quasi a voler abbellire Napoli col suo pennacchio che per lungo tempo ha fatto da sfondo alla città. Tuttavia vi vorrei parlare del Vesuvio come lo ricordo io, in alcune circostanze della mia vita passata e come lo vedo adesso, con i connessi pensieri sulla sua apparente calma. Quando sono venuto a Napoli dalla natia Mantova nel 1939 il Vesuvio era visto come un amico; le fiamme rossastre che spesso illuminavano la notte e davano un senso forte di “appartenenza” che quasi inorgogliva: avevamo a portata di mano un fenomeno vivo e straordinario che metteva allo scoperto le forze occulte sprigionate dalle viscere della terra. Poi, quando durante la guerra iniziarono i bombardamenti, il vulcano divenne un faro-guida per gli aerei ed allora non lo considerammo più tanto amico. Nel 1944 l’umore del Vesuvio girò decisamente al brutto, per cui decise di aggiungere la sua collera a quella delle bombe che da americane erano diventate tedesche. In quel periodo mi trovavo “sfollato” a Gragnano, un paese della provincia napoletana, dove la mia famiglia aveva ritenuto di trasferirsi per sfuggire ai bombardamenti a cui era sottoposta Napoli. Ciò mi imponeva di fare il pendolare per recarmi nel capoluogo presso la Banca Nazionale del Lavoro ed ogni giorno dovevo prendere la Circumvesuviana col bel risultato di prendermi sulla testa oltre ai 120 bombardamenti diurni a Napoli anche i quattro notturni a Gragnano. La ferrovia nel tratto Portici-Torre del Greco passa proprio sotto il Vesuvio e così non potei perdermi lo spettacolo della lava ogni giorno più vicina: sul treno ci si augurava di poter passare anche all’indomani, ricordando che due secoli prima la stessa aveva raggiunto Torre del Greco. La Circumvesuviana terminava allora a Castellamare di Stabia (oggi raggiunge Sorrento) ed io, per raggiungere casa, dovevo percorrere sei/sette chilometri a piedi; ricordo che la strada era coperta da una coltre di cenere bianca e soffice come neve, che continuava a scendere dal cielo e da cui mi riparavo sotto un ombrello e la distanza dal vulcano era di oltre trenta chilometri. Le persone prendevano la cosa con calma e serenità; non ho mai assistito a manifestazioni di timore, se mai di rassegnata sopportazione e di speranza in un rapido ritorno alla normalità. Un bel giorno, così come era repentinamente iniziata, l’eruzione si estinse e da allora il Vesuvio non ha più emesso ne un brontolio ne un po’ di fumo, niente; ha anche modificato la sua forma, si è abbassato e non ha più il caratteristico cono che si nota in tutte le fotografie ed i dipinti del passato in quanto è in parte crollato all’interno del cratere. Il problema è che cosa farà in futuro; trattandosi di un argomento che mi interessa (per ragioni ovvie visto che ci vivo accanto) ho cercato di approfondirlo. Sono stato all’Osservatorio Vesuviano dove ho conosciuto la Direttrice (ora ex) Dott.ssa Civetta che avrebbe avuto, a suo dire, tutto sotto controllo attraverso un sistema di monitoraggio abbastanza capillare, impiantato su tutta la superficie del vulcano, che dovrebbe permettere di conoscere con parecchio anticipo eventuali accenni di eruzione. Ho assistito inoltre ad un paio di conferenze tenute sull’argomento dal Prof. Longo ex direttore dell’Osservatorio Vesuviano e vulcanologo di fama, che ho anche conosciuto personalmente, anche lui è fiducioso che il Vesuvio rimarrà tranquillo in quanto non vi è nessun sintomo anomalo che faccia supporre qualche scherzo c’è sempre la preoccupazione per un eventuale sgombero della zona; negli ultimi trent’anni gli insediamenti sono andati oltre le falde del vulcano e non esistono vie di fuga sufficienti; i piani di evacuazione sono ancora allo stato embrionale. Se si pensa che oggi ai piedi del Vesuvio vivono più di mezzo milione di persone, lascio a voi immaginare che cosa accadrebbe in caso di una improvvisa eruzione. Ciò che i cosiddetti esperti sanno per certo è che a 3000 metri, sotto i nostri piedi, vi è un immenso mare di magma incandescente, ma non hanno la minima idea di quando, e se, deciderà di venire in superficie. Speriamo che ciò non avvenga perché non sarebbe una cosa allegra: La Natura non fa sconti!

Costante Pagliari

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LA RIANIMAZIONE IN PRONTO SOCCORSO Nei grandi complessi ospedalieri esistono dei Reparti di Rianimazione annessi, o nelle vicinanze, dei “Pronto Soccorso di Chirurgia” che, anche se con un numero relativamente limitato di posti letto, sono condotti da medici chirurgi e personale paramedico particolarmente addestrato, con l’ausilio di moderni strumenti ed apparecchiature in grado di soddisfare le necessità dei pazienti più gravi, in condizioni di massimo rischio. I pazienti ricoverati in questi reparti non hanno quasi mai problemi di malattie omogenee, ma possono essersi trovati in condizioni gravi per molte diverse cause, dai traumi per incidenti stradali (conseguenti alla febbre del sabato sera o alle incomprensibili emulazione dei piloti di formula uno anche nelle ore diurne) alle conseguenze di un infarto alla presenza di gravi infezioni complicate (Sepsi) a loro volta conseguenza di altri problemi il più delle volte anche seri. Con il termine di Rianimazione s’intende l’applicazione di metodi terapeutici aventi lo scopo di agevolare la ripresa funzionale del sistema respiratorio e del sistema cardiocircolatorio nei casi di arresto cardiaco e respiratorio. I Pronto Soccorso sono Reparti nosocomiali strutturati vicino all’ingresso in un area denominata “triade” nella quale, attraverso la valutazione dei segni e dei sintomi con l’aiuto di appositi protocolli, viene immediatamente stabilita la priorità con cui il paziente sarà visitato dal personale sanitario dopo l’assegnazione di un Codice così ripartito: CODICE ROSSO: Emergenza - trattamento immediato (paziente in Rianimazione); CODICE GIALLO: Urgenza - trattamento entro trenta minuti circa; CODICE VERDE: Urgenza limitata – trattamento differibile con tempo di attesa variabile; CODICE BIANCO: Non urgenza – trattamento di attesa variabile a seconda delle presenze nel

Pronto Soccorso di persone con Codici più gravi o di grande affluenza. Scrivo queste note dopo aver assistito in TV, alle tremende conseguenze del terremoto che ha colpito il nostro Sud, in particolar modo San Giuliano di Puglia, ove, come sappiamo, è crollata una Scuola che ha seppellito dei bambini delle Elementari ed alcune insegnanti. Assistere a questi accadimenti, durati alcuni giorni, non è impresa facile e, a parte tutte le considerazioni inerenti i bimbi e le loro maestre che non ci sono più, il pensiero corre subito alle persone, addetti e volontari, che lavorano da più giorni, nella speranza di trarre in salvo il maggior numero di persone possibili; compresi quelle che combattono contro il tempo negli Ospedali e nei Pronto Soccorso rianimativi. Questo è il motivo che mi ha spinto a descrivere, approssimativamente, cosa avviene in questi Reparti a seguito di tragedie del genere, descritte con un titolo significativo da un importante giornale nazionale, con queste parole: “Dio non fa i calcoli del cemento armato”. Ritornando all’argomento delle presenti annotazioni, possiamo dire che in tutti i casi le condizioni del paziente sono peggiorate acutamente, mentre non è indicato il ricovero in Rianimazione di soggetti gravi a cause di malattie croniche in via di peggioramento, con alto rischio, ma purtroppo senza possibilità di miglioramenti sostanziali con una terapia “intensiva”, capace tutt’al più di prolungare per qualche tempo una sopravvivenza in condizioni molto critiche. Il Reparto di Terapia Intensiva probabilmente più noto è costituito dall’Unità Coronarica, il cui scopo è il ricovero dei pazienti con infarto in fase acuta o infarto complicato, cioè seguito da alcune complicazioni come aritmie gravi, scompenso cardiaco, collasso ecc. Possono essere ricoverati anche pazienti senza infarto ma con dolori anginosi gravi poco sensibili alla terapia, o forme di aritmia con rischio d’arresto cardiaco o fibrillazione ventricolare, necessitanti terapie per via endovenosa con controllo elettrocardiografico continuo fino alla risoluzione. Il paziente migliorato verrà poi trasferito ad un altro letto della Divisione di Cardiologia o di Medicina, oppure di Chirurgia nei rispettivi Reparti di degenza.

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L’Unità Coronarica ha quindi la funzione di mantenere questi pazienti sotto continuo controllo strumentale, visibile sullo schermo di un monitor, per osservarne le variazioni istante per istante. Il personale sanitario, opportunamente istruito, può intervenire autonomamente in caso di arresto cardiaco, con un apparecchio defibrillatore, nel giro di pochi secondi, dopo prima aver operato un massaggio cardiaco esterno sullo sterno dell’infortunato, rimasto privo di risultato positivo. Un altro metodo consiste nell’iniezione intracardiaca di “adrenalina” che è uno stimolatore del ritmo cardiaco. Anche il “lattaio sodico” è un potente stimolatore: entrambi i farmaci possono essere usati per via intercardiaca o endovenosa. Alcune situazioni possono rendere il paziente incapace di una meccanica respiratoria adeguata sia per ragioni acute (grandi traumi, specie in regione toracica, intossicazioni o avvelenamenti acuti, malattie neurologiche con paralisi dei nervi intercostali, malattie polmonari acute o riacutizzate tali da provocare insufficienza della respirazione polmonare, sia per le conseguenze immediate di grandi interventi chirurgici come quelli di Cardiochirurgia o di Chirurgia Toracica o Neurochirurgia. Si userà allora un apparecchio capace di pompare aria o miscele di aria-ossigeno, nel torace del paziente ad intervalli prestabiliti attraverso un tubo flessibile ed una cannula tracheale, al fine di far riprendere all’ammalato una attività respiratoria spontanea. L’aspetto dei pazienti ricoverati in Rianimazione che più colpisce chi entra per la prima volta in questi ambienti di terapia intensiva, è la quantità di tubi, tubicini, e cateteri che collegano il paziente stesso agli apparecchi ed ai flaconi o sacche d’infusione che gli vengono somministrati, mediante diverse fleboclisi. La quantità del personale medico e paramedico, e chiedo scusa se ritorno sull’argomento ma ritengo necessario e doveroso farlo presente, per ogni letto di degenza è superiore nei Reparti di Rianimazione rispetto ad altre Divisioni dell’Ospedale e l’assistenza cinvolge –24 ore su 24- un numero maggiore di persone. L’accesso al Reparto è severamente regolamentato, allo scopo di prevenire l’ingresso di germi nei limiti del possibile: parenti, medici di altri Reparti o visitatori devono munirsi all’ingresso di camici chirurgici sterili e di zoccoli e calzari speciali, al fine di cercare di prevenire, o almeno contrastare, le eventuali infezioni nosocomiali, che, purtroppo possono nascere e svilupparsi in condizioni preoccupanti per i malati. Desidero chiudere con un avvertimento, che, modestamente, credo rivesta una particolare importanza: Pur costituendo Reparti ad altro rischio, per chiunque venga ricoverato, esso avrà sempre la possibilità di guarigione poiché in queste aree, che possiamo definire “specialistiche”, il paziente si trova nelle condizioni più favorevoli ed ottimali per superare la crisi , anche se di una certa gravità. La cosa che, personalmente ritengo abbia un positivo effetto, è quella di cercare di assicurare ai pazienti la necessaria tranquillità di spirito, la migliore tutela ed il massimo conforto possibile, compatibilmente con la situazione di “emergenza” esistente. Penso che ciò aiuti ed attenuare la “disperazione” degli stessi pazienti, ma ancor più dei parenti o degli amici e conoscenti che li assistono, evidenziata osservandoli negli occhi e nel comportamento.

------------------------------------------------------------------------------------------ SILVANO BERTAGNOLIO Al “medico” Bertagnolio di Torino Caro Silvano, vorrei chiederti se puoi darmi qualche consiglio. Ho letto da qualche parte “che oggi la medicina è così aggiornata che, praticamente, nessuno può considerarsi perfettamente sano”, per questo vorrei sottoporre l’intera famiglia ad un ketchup completo, mia figlia, Clorinda perché ho la preoccupazione che il suo carattere dolce favorisca il diabete, il mio papà Benito che continua a dire che le parcelle del suo psichiatra sono spese pazze, mio nonno Adalindo molto nervoso, ha gli scatti d’anzianità e continua a piangersi addosso, non sarà mica una forma d’incontinenza? Mia sorella Teresa, discreta paesaggista che dipinge solo ad olio, lo fa per il colesterolo? Mia nipotina Stella, altra preoccupazione, ha il Diabete e va a un concerto di Zucchero gli può far male? Tu cosa mi dici? In attesa di una risposta ti saluto con affetto. Tuo lettore, Cesare Dogliu

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DIARIO DI OTTANTAQUATTRO ANNI ORSONO di Vittorio Pasquario di Genova Riassunto delle puntate precedenti: Dopo la prima infanzia, l’entrata in collegio, continua il diario del nostro Ottuagenario APIBI, il genovese Vittorio Pasquario, classe 1917. Abbiamo pagato con suo padre la quota dei salami, provato l’ebbrezza dei suoi viaggi clandestini, a Savona con la FIAT 501. Ora, dopo lo scherzo tiratoci dal direttore (cioccolata avariata), siamo pronti a fargliela pagare”…Saliti in camera ci riunimmo per mettere a punto la vendetta!”

6° Puntata

Una delle celle dormitorio del tempo passato, occupate da antichi religiosi, era adibita a biblioteca e chiusa a noi collegiali, essa era situata proprio accanto a quella famosa dei ben pagati salumi. Con un piccolo ritocco alla chiave della camera di uno di noi (strano come le serrature delle case vecchie si rassomigliassero l’una all’altra) riuscimmo ad aprire la porta e grande fu la nostra gioia al vedere che, tra l’altro, vi era un buon numero di libri d’avventura. Ormai padroni di quella camera libreria, potevamo attingervi in ogni momento prendendo tutti i libri che erano di nostro gusto. Credo che i romanzi di Salgari, Verne ed altri autori di avventure riuscimmo a leggerli tutti; durante le notti sognavamo di essere protagonisti di quelle avventure e durante il giorno ci scambiavamo poi i nostri differenti giudizi e commenti. Dopo qualche mese non rimaneva un solo libro sul quale non ci fossimo eruditi. La fine del 5° anno ginnasiale sarebbe culminato con l’esame per essere ammessi al liceo classico, esame da tenersi presso una scuola pubblica quindi molto impegnativo. Praticamente durante tutto il periodo della quinta ginnasiale avremmo dovuto comportarci come bravi studenti dedicando allo studio molto più tempo di quanto ne avevamo dedicato sino ad allora . Non potete immaginare lo sforzo fatto per poter condurre con serietà che non era da noi, gli studi nei quali eravamo rimasti indietro. L’esame lo sostenemmo al Collegio Colasanzio di Cornigliano (Genova), che era a quel tempo parificato ad un Istituto Pubblico; tutto andò bene, tanto che gli stessi professori che ci avevano seguito per i cinque anni di Ginnasio rimasero stupiti della nostra riuscita. Anche se in tutto quanto scritto non vi è nulla di inventato, so per certo che molti altri episodi accaduti a quel tempo non li ho riportati in quanto non li ricordo con chiarezza, con grande mio rammarico (e forse con vostra grande gioia). I tre anni del Liceo li ho passati a Varese presso l’Istituto Torquato Tasso. Ero convittore ospite di un Collegio laico scelto da mio padre e la mia cameretta non mancava di nulla, (compreso il riscaldamento ) ed era ubicata all’ultimo piano del palazzo . Ormai avevo 17 anni e la mia sete di libertà non mi dava tregua ed era aumentata con l’aumentare dell’età e le naturali pulsioni tenevano il passo con quella, pertanto cominciai a darmi da fare ed ebbi modo così di conoscere alcune ragazze presentatemi da compagni di liceo.. L’Istituto che frequentavo era fuori dal Collegio, non troppo lontano, in un bel palazzo con la palestra vicina, cosa che a me entusiasmava in quanto ero un buon ginnasta e avevo sempre dedicato qualche ora allo sport qualunque fosse. Rientravo in Collegio per il pranzo (che non era male) dopo le regolari lezioni al Liceo e, non essendo permesso uscire, salvo nelle ore di scuola, dovevo trovare il mezzo per non rimanere chiuso in clausura per tutto il giorno e la sera. Accanto ad una finestra del corridoio che dava accesso alle camere degli studenti convittori avevo adocchiato un bel tubo di ghisa adibito allo scarico della grondaia in caso di pioggia, Quella divenne la mia via per la libera uscita che giornalmente mi sarei concesso, tre piani da scendere lungo il tubo che era resistente erano per me un gioco. Toglievo le scarpe che legavo in vita e dovevo solamente fare attenzione ad un punto in cui il tubo era fissato con un filo di ferro ad un anello infisso nel muro, il filo di ferro mi aveva già strappato una calza, ma fu l’unica volta che caddi in quel tranello. Appena disceso attraversavo la villa uscendo tranquillamente dal cancello ed ero in strada libero. Non fui mai colto in flagrante per cui pensai di uscire anche qualche volta la sera, quando la città era più animata… (Segue) VITTORIO PASQUARIO

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UN PREMIO NOBEL AI GIOVANI DI OGGI di Rita Levi Montalcini Consigli per i nostri giovani - annotati da Eugenio De Sanctis da Milano

I suggerimenti sono l’estratto di esperienze vissute prima di Voi da altri adolescenti che il caso mi ha fatto incontrare e conoscere a fondo in un tratto del mio lungo percorso. Le incognite nel problema , oggetto di questa trattazione , sono essenzialmente due : * la tua personalità di adolescente, con le tue attitudini, doti intellettuali e personalità che fanno di te un individuo simile ma differente da tutti gli altri adolescenti; * le condizioni spaziali e temporali nelle quali il destino ti ha fatto nascere. Per ridurre il problema alle sue dimensioni più facilmente affrontabili, immaginiamo che tu sia dotato di normali capacità intellettuali e animato dal desiderio di trovare una attività rispondente ai tuoi desideri, prima di tutto considerando la tua persona di adolescente. Le regole che ti consiglio di seguire si riducono a considerare non più i problemi, ma il modo in cui tu devi mantenere, in tutti i casi, un atteggiamento ottimista e sereno e mai diffidente e pessimista, sia al riguardo del prossimo, sia al riguardo degli eventi stessi, dipendenti dalle condizioni ambientali nelle quali si svolgono. Questo atteggiamento che ti suggerisco è un talismano di immenso valore che ti aiuterà in tutti i momenti della vita e in particolare in quelli più critici. Non perdere mai la fiducia nel tuo prossimo, anche se molte volte questa fiducia è messa a dura prova: la generosità nel giudizio del prossimo, è di gran lunga preferibile alla tendenza diffusa di mettere in rilievo le sue manchevolezze. Il maggior vantaggio che si ricava da questo atteggiamento fiducioso verso il tuo prossimo, è motivo di serenità per chi lo possiede e incoraggia il prossimo a ricambiarlo. Un’altra regola che ritengo fondamentale e da applicare in tutti i momenti della vita, ed in particolare nell’adolescenza, quando è più facile essere preda dell’angoscia, di disinteressarti di te stesso, di come puoi apparire agli altri e dei pericoli immaginari che ti minacciano per il futuro. Sin dalla prima infanzia, i genitori e i maestri possono abituare i ragazzi a interessarsi a quello che ci circonda: gli uomini, gli animali e gli infiniti aspetti della natura possono diventare oggetti di studio ai più alti livelli per la tua vita. Dagli scritti del futurologo Valerio Tonini possiamo estrarre le parti più attinenti ai futuri sviluppi di questa società, in conseguenza delle rivoluzioni culturali nel corso del secolo passato. Con i recenti sviluppi tecnologici, milioni di uomini sono passati rapidamente da una condizione di abbrutimento per troppa fatica, alla presa di coscienza che attraverso un lavoro razionalizzato della macchina è possibile ottenere emancipazione, libertà, realizzazione della persona. Lo sviluppo esplosivo dell’informatica di questi ultimi decenni ha radicalmente trasformato il modo di vivere dell’uomo, queste nuove tecnologie, oggi di pubblico dominio, e già introdotte a livello scolastico, aprono nuove possibilità lavorative a te ed ai tuoi coetanei. Queste tecnologie cambieranno radicalmente il modo di lavorare dell’uomo, potrebbe verificarsi un aumento dell’intelligenza umana, come conseguenza del rapporto che si è stabilito tra il cervello e il calcolatore. Sempre Tonini prospetta altre due fondamentali innovazioni nello stile di vita: *la realizzazione di un nuovo sistema educativo, non più limitato all’infanzia e all’adolescenza, ma perseguito per l’intero arco della vita; *la ricostruzione dei valori interni alla famiglia umana e la ricostruzione dei valori etici della vita familiare. A queste considerazioni io vorrei aggiungere un suggerimento a te e ai tuoi coetanei: non pensate soltanto al futuro prossimo, nel pieno vigore del vostro corpo e delle vostre capacità intellettuali. Preparatevi a quello che sarà il vostro futuro remoto, il periodo della senilità, che vi sembra così lontano da essere inesistente. Quel periodo sarà tanto più sereno e ricco di esperienza, quanto più vi troverà preparati. In che modo? Iniziando oggi, e continuando sempre per l’avvenire, a far lavorare a pieno il vostro cervello interessandovi di tutto quanto succede intorno a voi. La migliore pensione è il possesso di un cervello in piena attività che vi permetta di continuare a pensare …“ fino alla fine “. Contrariamente all’opinione corrente, il cervello non va fatalmente incontro con gli anni a un processo irreversibile di deterioramento Rita Levi Montalcini

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SANGUE E PASSIONE DELLA NAPOLI DEL ‘500 di Giuseppe Salzano da Villaricca

Voglio raccontarvi la storia di una tragedia consumata verso la fine del Cinquecento con protagonisti che rappresentavano le migliore società napoletana. L’accaduto ebbe un’enorme risonanza e non è stato mai dimenticato per la violenta, crudele e sanguinosa conclusione. Luogo dell’avvenimento al piano nobile di un antico fabbricato, il palazzo del Duca di Torre Maggiore ora dei Sansevero di Sangro a S.Domenico. Vuole la leggenda che, nelle notti calde d’estate, su tutta la piazza aleggi ancora lo spirito di tutti gli interpreti. I personaggi sono: Gesualdo, Maria ed il suo amante Fabrizio. Gesualdo, conte di Consa e Principe di Venosa, musicista, teneva ai suoi stipendi valenti musici e dava concerti nel suo palazzo, ai quali partecipava come suonatore e compositore di “madrigali” sui testi di Torquato Tasso, suo grande amico. Donna Maria d’Avols d’Aragona sposata al Principe e già due volte vedova, alta, bionda, sottile con occhi di fuoco e un tono, un portamento regale che incuteva rispetto ed ammirazione. Si vociferava che i due giovani mariti precedenti si fossero consumati nelle sue braccia e non si recava ingiuria affermando che per rendere soverchio omaggio alla bellezza s’erano dipartiti da lei e dal mondo. Don Fabrizio Carafa Duca rampollo di una nobile famiglia, focoso ed innamorato corrisposto di Donna Maria corruttrice insaziabile. Per rendere efficace la descrizione del delitto, rimasto impunito, userò la sintesi di un manoscritto di un cronista del tempo modificando solo alcuni vocaboli e rispettando il più possibile la sintassi e la forma. Questo fatto successe nella notte che segui al giorno del 26 Ottobre 1590. Dopo che la tresca era stata comunicata al Principe egli fece finta di andare a caccia nascondendosi a casa di un suo parente. Il Duca, avvisato dalla fantesca che il Principe tornava tardi, alla ora quattro subito agli ordinari diletti si portò, essendo ricevuto col solito affetto da Donna Maria, spogliatosi entrambi entrarono nel letto, dove, essendosi parecchie volte sollazzati stanchi, alla fine del sommo piacere si addormentarono di anima e di corpo. Sulla mezzanotte ritornò il Principe al palazzo, e con una truppa di cavalieri portossi alla camera della principessa, con un calcio sfondò la porta e, tutto furibondo, con la comitiva, trovò che nuda, in letto, in braccio al Duca giaceva sua moglie. Scossosi dallo stordimento in cui l’aveva posto tale veduta, prima che gli sonnacchiosi potessero rifiatare si morirono da pugnali trafitti. Uccisi entrambi trascinarono i loro corpi fuori dalla camera, sulle scale, ordinando ai servi che non fossero mossi dal detto luogo e, fatto un manifesto che spiegava l’accaduto, lo affissero al portone del palazzo; Don Gesualdo se ne andò coi suoi parenti nel proprio stato di Venosa. Gli corpi dei miseri amanti stettero esposti tutta la mattina in mezzo alle scale et a vedere tale spettacolo vi corse tutta la città; la principessa mostrava le ferite avere avuto nel ventre e massimamente in quelle parti che si devono tenere nascoste; ma assai più di lei mostrava d’essere impiagato il Duca. Il corpo del Duca fu portato la sera stessa a seppellire e quello della Principessa il giorno seguente. E così finirono i loro impuri amori. Giuseppe Salzano

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L’ANGOLO LUDICO - GIOCHI – di Luca Giordese e Carlo Guedesi Soluzione del quiz del numero scorso In che opere di Verdi compaiono - Rodrigo, Marchese di Posa - Il Grande Inquisitore - DON CARLOS - Annina - Gastone Visconte de Letorieres - Dottore Grenvil - LA TRAVIATA - Jacopo Fiesco - Gabriele Adorno - Paolo Albiani SIMON BOCCANEGRA - Renato Creolo – Amelia– Il paggio Oscar - (un giudice un marinaio un servitore) UN BALLO IN MASCHERA Una lettera a Carlo Guedesi e Luca Giordese: Carissimi, molto belli i quiz, ma perché solo domanda su opere liriche, e perché solo quelle di Giuseppe Verdi? Potete fare qualche quiz sulla musica leggera, dove io sono molto più preparato? Rispondono Carlo e Luca

- Perché nella mensola sopra il PC c’è una raccolta di dischi che commemora i 200 anni del Teatro alla Scala tutte opere di Verdi, cosa vuoi la pigrizia! Ma ora ve ne proporremo di nuovi. Guarda sotto, contento. Quiz di musica leggera per giovani e meno.

Abbina nei quadri A B C le canzoni ai nomi di cantanti o gruppi che le hanno lanciate. Quadro A (Ad ogni interprete abbina la sua canzone) A) CELENTANO –B) GINO PAOLI –C) LIGABUE - D)MADONNA –E) ORNELLA VANONI 1) Don’ tell me –2) Ho perso le parole – 3) L’Appuntamento –4) L’Arcobaleno – 5) Sapore di Sale Quadro B (Ad ogni interprete abbina la sua canzone) F)ALBERTO CAMERINI G)ARTICOLO 31 H) LITFIBA I) LUCA CARBONI L)VASCO ROSSI 6) Domani smetto – 7) Alba Chiara – 8) Kalore – 9) Tanz Bambolina – 10) Ritmo #2 Quadro C (Ad ogni interprete abbina la sua canzone) M)99 POSSE - N)AFTERHOURS - O) SAMUELE BERSANI –P) SUBSONICA - Q)TRICARICO 11)Io sono Francesco 12)Nuova ossessione -13)Quello che – 14)Voglio la pelle splendida –15)Freak

LA MASSIMA DISSIMULATA 10x10 B|U|C|O|N|O|N|A|S|T| R|A|L|E|P|E|R|U|N|S | TOGLIERE DA OGNI RIGA TRE E|R|I|O|E|N|L|O|P|R | LETTERE A PIACERE G|I|O|S|S|I|A|M|O|A |

U|N|N|O|A|S|T|U|P|T | OTTERRETE UNA MASSIMA T|I|R|E|G|A|L|I|A|M | DI LUCA GIORDESE O|R|I|A|C|I|D|A|P|A | S|R|T|A|E|D|E|I|L|C | BUCO ASTRALE

O|N|T|E|S|I|A|G|L| I | SERIO E DI PREGIO? C|O|N|A|P| I | I |B| I |.|

LA BACHECA –Messaggi per i lettori di Carlo de Giuse

Affitto annualmente villetta a schiera ammobiliata a Bedulita (S.Omobono), altezza 6oo metri s.l.m. Immersa nel verde della Valle Imagna (Bg.) di fronte al monte Resegone, ad un ora da Milano (Km.65). Composta da due camere, soggiorno-cucina, tavernetta con camino, 2 bagni, giardino con alberi da frutta, orto e box. Riscaldamento autonomo Sono richiesti Euro 3.900 annui più spese. Adatta a famiglia con bambini, (e/o cane). Amanti relax, pesca, funghi, escursioni, equitazione Se interessati telefonare a Giorgio 3397715439 oppure Anna 34880942592.

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Notte di Natale Da “Nonno pane” di Aldo Fabrizi

Ier sera a mezzanotte meno un quarto, uscendo pe’ la messa de Natale, m’è capitato un fatto ….un fatto tale, che nun so’ come nun me pià ‘n’infarto. All’ultimo ripiano de le scale, all’improviso, mè so’ urtato de fianco con un vecchio impalato addosso ar muro e margrado in quel punto fosse scuro, vedevo bene solamente er viso incorniciato da un barbone bianco. So’ rimasto de sasso, senza la forza de pote’ fa’ un passo; lui se n’è reso conto e m’ha soriso con un aria confusa come pe’ chiede scusa. J’ho detto:”Nonno, ve sentite male?”. “No, grazie tante fio, me so’ anniscosto pe’ via che sur cantone un gruppo de ragazzi allucinati ha cominciato a famme un girotonno, strillano:”Evviva nonno! Evviva Carnevale! E tra ‘na frase scema e ‘na risata, chi ha tentato a sfibbiamme er cinturone, chi m’ha dato ‘na spinta, chi m’ha preso la barba e l’ha tirata pe’ vede si era finta. E io, per evita’ ‘na discussione, me so’ infilato dentro a ‘sto portone “So’ regazzi, jannava de scherza’”. Dice: “sto scherzo non sarebbe anente, ma quello che m’ha offeso, è d’esse stato preso per un Natale de la Rinascente”. A’ste parole qua, m’è parso de capì ma lui, come leggennome er pensiero, ha detto: “Tu hai capito bene, fio. Perché so’ proprio io! Proprio Papà Natale, quello vero”. Mentre parlava, la parete scura, dove stava appoggiato, a poco a poco è diventata azzura. “Proprio Papà Natale, ha replicato, lo stesso de quann’eri regazzino, de quanno m’aspettavi guardanno ne la cappa der camino che te portassi quello che sognavi. Sino a qualche anno fa quann’arivavo io se respirava er bene assieme a l’aria

e l’ommini de bòna volontà, senza la malatia contestataria, credevano a la nascita de Dio. Mò co’ ‘sta libbertà confusionaria, c’è tanta gioventù che stenta a crede e mette in discussione er fonnamento de la religgione, giocannose er conforto de la Fede. Purtroppo, anno pe’ anno, la vita sta cambianno. Er povero presepio francescano, cor bove e l’asinello, e li tre Re venuti de lontano, inginocchiati accanto ar bambinello, so’ avanzi d’una vecchia tradizione. E non parlamo poi de li pupetti che vonno er mitra, e’ razzo, l’aviogetti, er casco d’alluminio, l’abbitacolo, p’annà a scoprì un pianeta. E la stella commeta che illuminò la notte der miracolo, per annuncia’ er Messia, pe’ ricordalla nun c’è più poeta. Purtroppo, hanno ammazzato la poesia! Povera umanità! Povero Monno! chi te potrà sarvà da lo sfacelo? Chi te potrà riarzà da lo sprofonno?” Ho arzato l’occhi ar cielo, come pe’ di: “ce penserà quarcuno …”. Quanno l’ho riabbassati avanti a me non c’era più nessuno. Ce stava solo un sacco a un cantoncello, co’ quarche giocarello cascato giù per tera: un cavalluccio a dondolo, un tamburo, ‘na sciabbola, ‘na tromba, un bambolotto, un sordatino cor fucile rotto, assieme a ‘no straccetto tricolore, robbetta antica senza più valore. E quanno me so’ accorto che sur muro non c’era più ‘na macola d’azzuro, ciò avuto la medesima paura de quanno, da cratura me svejavo a lo scuro. Le campane de Roma, in quer momento, hanno detto: fra poco è Mezzanotte” nun fate tardi ar vecchio appuntamento ma doppo, quer rondò de pace e bene, c’è stato ‘no scombussolo, la notte s’è riempita de urli de sirene

e va a capì chi fosse, e pompieri, o pantere, o croce rosse ?

Ho rifatto le scale tutte quante d’un fiato, all’ultimo scalino me so’ sentito male, tanto male, ‘na specie de collasso…. senza più forza de poté fa’ un passo una fiacca, un babbano, cor core che me dava certe fitte tanto che pe’ paura de svenì ho dovuto attaccamme ar corimano. Mentre stavo così, c’è stata, pe’ guastamme la notizia, un’antra novità: la messa bitle. Defatti da ja chiesa qua vicino m’è arivato un fracasso indiavolato de batterie, sassofoni e chitare, che avrà fatto tremà Gesù Bambino e tutte le fiammelle de l’artare. Entrato a casa ho messo er catenaccio dicenno – mo’ che faccio ? Poi ho detto – Perdoneme Gesù, se pregherò quassù! Ripensanno all’Armonium fatato Sentivo er sòno più scomunicato, e mentre che alla Radio parlava er Santo Padre…… io me so inginocchiato davanti all’artarino de mi madre. Mentre che recitavo le preghiere Pensavo, come quando da pupetto pregavo appresso a mamma tutte le Sante sere appena che m’aveva messo a letto. Ar segno de la croce, m’è parso de sentì come ‘na voce: ……una voce lontana, una voce amorosa, popolana. E’ scritto sur Vangelo Le Mamme so’ tutti angeli der cielo Che vengheno quaggiù a portà er soriso d’una gioia infinita … un amore, una vita …. Pe’ poi tornà felici in Paradiso.

Aldo Fabrizi