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AZIENDA PER L’ASSISTENZA SANITARIA N.4

“Friuli Centrale”

SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE UNICO

PROCEDURA P13/OPER AAS4 Versione n. 02 del 14/04/2016

Approvvigionamento e utilizzo dei dispositivi di sicurezza e DPI per rischio biologico

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INDICE

1 Scopo e campo di applicazione ......................................................................................... 3

2 Destinatari ........................................................................................................................... 3

3 Contenuti ............................................................................................................................. 3

3.1 DPI e Dispositivi di Sicurezza ................................................................................. 3

3.1.1 Tipologie dei principali DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) per rischio biologico utilizzati in AAS4 ................................................................ 4

3.1.2 Tipologie Dispositivi di Sicurezza .................................................................. 5

3.2 Modalità di gestione dei DPI per il rischio biologico ........................................... 5

3.2.1 Richiesta e consegna dei DPI ......................................................................... 5

3.2.2 Addestramento all’uso dei DPI ...................................................................... 5

3.2.3 Verifica sull’utilizzo e sull’appropriatezza dei DPI ...................................... 6

3.2.4 Pulizia e manutenzione dei DPI ..................................................................... 6

3.3 Modalità di gestione dei Dispositivi di Sicurezza .................................................. 6

3.3.1 Richiesta e consegna dei Dispositivi di Sicurezza (taglienti e pungenti con dispositivo di protezione utilizzati in AAS4) ......................................... 6

3.3.2 Formazione per l’utilizzo dei Dispositivi di Sicurezza ................................ 7

3.3.3 Verifica sull’utilizzo e sull’appropriatezza dei Dispositivi di Sicurezza ..... 7

4 Responsabilità ..................................................................................................................... 8

5 Terminologie e abbreviazioni ............................................................................................ 8

6 Riferimenti normativi e bibliografici ................................................................................ 9

7 Allegati ................................................................................................................................. 9

AZIENDA PER L’ASSISTENZA SANITARIA N.4

“Friuli Centrale”

SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE UNICO

PROCEDURA P13/OPER AAS4 Versione n. 02 del 14/04/2016

Approvvigionamento e utilizzo dei dispositivi di sicurezza e DPI per rischio biologico

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1 Scopo e campo di applicazione Scopo della presente procedura è quello di indicare le modalità di richiesta, distribuzione e utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale (di seguito DPI) e dei Dispositivi medici taglienti e pungenti con dispositivo di protezione al fine di minimizzare gli incidenti a rischio biologico (di seguito denominati Dispositivi di Sicurezza). La presente procedura intende inoltre allineare i comportamenti degli operatori di AAS4 con quanto previsto dalla direttiva CE 2010/32/UE del 10 maggio 2010, ratificata in Italia con D.Lgs. 19/2014, che prevede per tutti gli stati membri della CE di porre in vigore disposizioni legislative, regolamentari e amministrative per conformarsi alla stessa entro il 11 maggio 2013, ratificata in Italia con D.Lgs La procedura si applica a tutti i DPI e Dispositivi di sicurezza utilizzati dai lavoratori esposti a rischio biologico che operano presso l’AAS4, quando i rischi non possono essere evitati o significativamente ridotti da misure tecniche o organizzative di tipo collettivo. 2 Destinatari La presente Procedura è inoltre inviata tramite pubblicazione sul sito aziendale per conoscenza a: Destinatari della presente procedura sono:

� Responsabile di CdA, nella sua funzione di dirigente: richiede e mette a disposizione dei lavoratori i DPI e i Dispositivi di sicurezza e segnala eventuali problematiche al SPP.

� Coordinatore di Reparto, nella sua funzione di preposto: sorveglia sul sistematico e corretto utilizzo dei DPI e dei Dispositivi di sicurezza e segnala eventuali problematiche al SPP.

� Lavoratore esposto a rischio biologico: utilizza i DPI ed i Dispositivi di Sicurezza ed effettua eventuale manutenzione degli stessi, quando sono ad assegnazione personale, seguendo le indicazioni del fabbricante.

� RSPP, MC, RLS: Collaborano nella scelta dei DPI e dispositivi di sicurezza. � SPP: Controlla le richieste di DPI provenienti dai reparti ed emette ordini al Magazzino

centrale. Collabora con dirigenti e preposti per eventuali modifiche e/o risoluzione problematiche.

3 Contenuti Di seguito vengono descritte le modalità operative per l’approvvigionamento e l’utilizzo dei dispositivi di sicurezza e DPI per rischio biologico. 3.1 DPI e Dispositivi di Sicurezza I Dispositivi di Protezione Individuale sono scelti e adottati a seguito ed in conformità con la valutazione dei rischi e in base al programma delle misure di Prevenzione e Protezione adeguate ai rischi effettivi. Anche a seguito di segnalazioni dei lavoratori, il Direttore Generale, in collaborazione con il RSPP e consultando il MC e i RLS individua le tipologie di DPI e di Dispositivi di sicurezza più idonei, partecipando alla valutazione delle caratteristiche di quelli disponibili sul mercato, sia per le specifiche esigenze di natura protettiva, sia per gli aspetti ergonomici e di accettabilità da parte degli utilizzatori. I DPI e i Dispositivi di Sicurezza scelti, vengono acquistati attraverso l’Ente per la Gestione Accentrata dei Servizi Condivisi (EGAS).

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Approvvigionamento e utilizzo dei dispositivi di sicurezza e DPI per rischio biologico

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3.1.1 Tipologie dei principali DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) per rischio biologico utilizzati in AAS4

DPI PER AGENTI BIOLOGICITIPOLOGIA

ESEMPIO DPI PRINCIPALE UTILIZZO

facciale filtrante certificato per la protezione delle vie respiratorie da agenti biologici

Protegge le vie respiratorie da patologie trasmissibili per via aerea (es. TBC)

visiera schermo facciale sovrapponibile a occhiali da vista

Protegge gli occhi da spruzzi di liquidi biologici

occhiali per gocce-spruzzi non sovrapponibili a occhiali da vista

Protegge gli occhi da goccioline di liquidi biologici

occhiali a maschera monouso

Protegge gli occhi da goccioline di liquidi biologici (monouso)

guanti poliuso lunghi in nitrile

Utilizzati per lavaggio ferri e altre attività dove il guanto monouso risulta insufficiente alla protezione meccanica

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3.1.2 Tipologie di Dispositivi di Sicurezza

� ago di huber � ago ipodermico � ago cannula a due vie � ago sistema vacutainer per prelievo � siringa per insulina � siringa eparinata � aghi epicranici (a farfalla) � lancette pungidito � siringa con ago con dispositivo di sicurezza

3.2 Modalità di gestione dei DPI per il rischio biologico

3.2.1 Richiesta e consegna dei DPI

In base alla valutazione dei rischi effettuata, ogni lavoratore di reparto deve essere munito dei DPI previsti nel DVR dell’AAS4, in base alla propria mansione/attività (vedi anche portale internet aziendale al link prontuario DPI rischio biologico per le strutture ancora attive). Questi devono essere messi a disposizione del dipendente dal responsabile di reparto (Dirigente) che effettua l’ordine, anche per il tramite del coordinatore (Preposto). Il responsabile di reparto fa richiesta al SPP di uno o più DPI per rischio biologico, tra quelli indicati al paragrafo 3.1.1 della presente procedura, specificandone la quantità ed eventualmente la taglia/misura. La richiesta può essere effettuata alternativamente tramite:

- e-mail ([email protected]);

- bollettino d’ordine (modulo verde); indicando quantità, taglie, estremi di consegna. Il SPP, confrontando la richiesta con la valutazione dei rischi per il reparto/mansione richiedente, stabilisce se approvarla o modificarla. Una volta stabilita l’idoneità del DPI, il SPP invia l’ordine al Magazzino Centrale secondo le normali prassi seguite in AAS4. Il Dirigente o il Preposto del reparto, ricevono direttamente dal Magazzino Centrale i DPI ordinati unitamente al verbale di consegna, e li verificano. Il Dirigente o il Preposto consegnano il/i DPI al lavoratore che firma il “verbale di consegna DPI”. Tale verbale firmato va inviato al SPP.

3.2.2 Addestramento all’uso dei DPI

Il D.Lgs. 81/2008 prevede l’obbligo di formazione/addestramento all’uso per i DPI di terza categoria che deve essere effettuata:

- al momento dell’inserimento dell’operatore in reparto;

- al momento della consegna di nuovi DPI.

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Allo stato attuale, e solo relativamente ai casi di dispositivi di III categoria di semplice impiego, quali guanti e facciali filtranti, si ritiene ottemperato l’obbligo normativo attraverso la presa visione e comprensione delle istruzioni, normalmente fornite con il dispositivo stesso nella confezione (richiamate in allegato n.1), sotto la supervisione di un operatore esperto, anche diverso dal coordinatore (Preposto).

3.2.3 Verifica sull’utilizzo e sull’appropriatezza dei DPI

Il responsabile del reparto ha il compito di:

- vigilare sull’utilizzo dei DPI nell’unità operativa, secondo le attività a rischio;

- provvedere affinché siano utilizzati soltanto per gli usi previsti;

- fornire istruzioni comprensibili ai lavoratori;

- raccogliere eventuali osservazioni o problematiche emerse in reparto per comunicarle al SPP.

Controlli sull’utilizzo dei DPI sono effettuati anche in occasione di sopralluoghi di RSPP, MC, RLS, in analisi dell’andamento infortunistico. Il mancato o scorretto utilizzo dei DPI deve essere segnalato al SPP.

3.2.4 Pulizia e manutenzione dei DPI

Tutti i soggetti aziendali, compresi gli utilizzatori, assicurano il mantenimento nel tempo delle caratteristiche specifiche dei DPI, attraverso la pulizia la manutenzione le riparazioni o la sostituzione secondo le istruzioni fornite dal fabbricante. Il lavoratore stesso prevede alla pulizia/manutenzione dei propri DPI in base alle istruzioni dello stesso e alle indicazioni del Preposto. 3.3 Modalità di gestione dei Dispositivi di Sicurezza 3.3.1 Richiesta e consegna dei Dispositivi di Sicurezza (taglienti e pungenti con dispositivo di

protezione utilizzati in AAS4)

In base alla valutazione dei rischi effettuata nelle strutture dell’AAS4, viene indicata al responsabile di reparto, da parte del SPP, la necessità di utilizzazione dei Dispositivi di sicurezza al fine di ridurre l’esposizione a ferite/punture accidentali durante le procedure a rischio biologico. Il responsabile di reparto (Dirigente) invia la richiesta di tali presidi direttamente, o per il tramite del coordinatore (Preposto), al Magazzino centrale, utilizzando il programma di ordine “MAGREP”. Nell’interfaccia del programma possono essere ordinati sia aghi con dispositivo di protezione (lista indicata al capitolo 3.1.2 della presente procedura) sia aghi senza protezione. Il responsabile di reparto deve effettuare l’ordine rispettando la seguente prescrizione: aghi senza protezione � solo nel caso in cui l’utilizzo non preveda contatto con il paziente (es. diluizione); aghi con protezione � sempre nel caso in cui l’ utilizzo preveda contatto con il paziente.

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Le modalità di ordine a magazzino e relativa consegna sono le stesse previste per tutte le altre tipologie di prodotto gestite nel magazzino centrale (“MAGREP”). N.B.: Si intende con la definizione “ago” tutti i tipi di presidi pungenti quali ad es. ago epicranico, ago cannula, lancetta pungidito ecc. comprese le siringhe con ago preinnestato.

3.3.2 Formazione per l’utilizzo dei Dispositivi di Sicurezza

Sono stati organizzati specifici corsi dall’AAS4, per indicare agli operatori di reparto, le modalità di scelta del dispositivo di sicurezza (ago protetto), in base alla specifica attività da svolgere, e sul corretto utilizzo degli stessi. Anche i coordinatori sono stati coinvolti nelle attività d’illustrazione e formazione sull’uso dei Dispositivi di sicurezza. Rimangono comunque presenti e sempre consultabili le istruzioni specifiche del dispositivo (sulle confezioni). Ogni eventuale informazione supplementare può essere richiesta al SPP.

3.3.3 Verifica sull’utilizzo e sull’appropriatezza dei Dispositivi di Sicurezza

Il Dirigente dell’UO ha il compito di rendere disponibili i presidi con dispositivo di sicurezza inoltrando richiesta al magazzino. Il coordinatore (Preposto) dell’UO ha il compito di:

- pretendere l’utilizzo dei Dispositivi di sicurezza da parte del personale dell’unità operativa, secondo le attività a rischio e vigilare affinché ciò avvenga;

- vigilare affinché tali dispositivi, generalmente più costosi dei tradizionali, siano utilizzati soltanto per gli usi previsti;

- fornire istruzioni comprensibili ai lavoratori;

- raccogliere eventuali osservazioni o problematiche emerse in reparto per comunicarle al SPP. Controlli sull’utilizzo dei Dispositivi di sicurezza sono effettuati in occasione di sopralluoghi di RSPP, MC, RLS, anche in seguito all’analisi dell’andamento infortunistico. Il mancato o scorretto utilizzo dei Dispositivi di sicurezza da parte degli operatori deve essere segnalato dal dirigente per le iniziative del caso. Eventuali impedimenti o difficoltà operative vanno segnalati al SPP.

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4 Responsabilità

Figure responsabili

Attività

Lavoratore Coordinatore Responsabile di Reparto

SPP MC Resp. SOA

CFA

Richiesta dei DPI C R

Addestramento all’uso dei DPI

I C C R C C C

Verifica sull’utilizzo e sull’appropriatezza dei DPI

C C R C

Richiesta dei dispositivi di sicurezza (taglienti e pungenti con dispositivo di protezione utilizzati in AAS4)

C R

Formazione per l’utilizzo dei dispositivi di sicurezza

I C C R C C C

Verifica sull’utilizzo e sull’appropriatezza dei dispositivi di sicurezza

C C R C

Legenda delle relazioni:

R = Responsabilità generale dell’espletamento dell’attività C = Collaborazione alla realizzazione dell’attività I = Informazione sulla realizzazione dell’attività

5 Terminologie e abbreviazioni Dispositivi di Sicurezza: Dispositivi medici taglienti e pungenti con dispositivo di protezione Responsabile di reparto: Dirigente in materia di Sicurezza dei Lavoratori Coordinatore di Reparto: personale con qualifica di preposto per la Sicurezza dei Lavoratori AAS4 = Azienda per l’Assistenza Sanitaria n. 4 “Friuli Centrale” CdA = Centro di Attività CFA = Funzione interaziendale Formazione e valorizzazione risorse umane DdL = Datore di Lavoro DPI = Dispositivi di Protezione Individuale (da indossare) DVR = Documento di Valutazione dei Rischi EGAS = Ente per la Gestione Accentrata dei Servizi Condivisi MC = Medico Competente RLS UO

= =

Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Unità Operativa

SOA = Struttura Operativa Aziendale SOC = Struttura Operativa Complessa SOS = Struttura Operativa Semplice RSPP = Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione SPP = Servizio di Prevenzione e Protezione

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6 Riferimenti normativi e bibliografici � D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. - “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007 n. 123, in materia

di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”

- Art. 74 “DEFINIZIONI” (DPI).

- Art. 75 “OBBLIGO D’USO” (DPI).

- Art. 76 “REQUISITI DEI DPI” (DPI).

- Art. 77 “OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO” (DPI).

- Art. 75 “OBBLIGHI DEI LAVORATORI” (DPI).

- Art. 78 “OBBLIGO D’USO” (DPI).

- Art. 79 “CRITERI PER L'INDIVIDUAZIONE E L'USO” (DPI). � DIRETTIVA CE 2010/32/UE del 10 maggio 2010 � NORME BS OHSAS 18001

- Punto norma 4.4.6. “CONTROLLO OPERATIVO”

7 Allegati

Allegato Denominazione allegato

I01/P13/OPER Informazione formazione addestramento facciali rischio biologico

RIFERIMENTI

- Verbali di consegna DPI (differenti a seconda del modello di DPI)

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� 0432 806113 - 552086 email: [email protected]

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INFORMAZIONE FORMAZIONE ADDESTRAMENTO FACCIALI RISCHIO BIOLOGICO

DOCUMENTAZIONE PER LA FORMAZIONE - INFORMAZIONE E ADDESTRAMENTO ALLA PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE DA AGENTI BIOLOGICI CON FACCIALI FILTRANTI CERTIFICATI PER LA PROTEZIONE DA AGENTI BIOLOGICI DEL GRUPPO 2 e 3

Es. MARCATURE DPI E CATEGORIA DI

APPARTENENZA

TIPO DI D.P.I. TIPOLOGIA DI RISCHIO DA CUI PROTEGGE E PER CUI RISULTA OBBLIGATORIO

L’UTILIZZO

Cerotto applicato nella zona dello stringi-naso per garantire la massima tenuta in uno dei punti più critici per il passaggio degli agenti biologici e Anello sigillante applicato senza soluzione di continuità lungo tutto il perimetro del facciale a contatto con il viso

Valvola di espirazione con membrana protettiva Sotto la membrana è presente un O-ring a garanzia della massima tenuta

Tendi-elastico per una veloce e sicura regolazione del facciale alle differenti forme di viso

Il facciale filtrante BIODUSTMASK possiede una doppia certificazione CE quale DPI di III categoria ai sensi della Direttiva 89/686/CE. Il DPI è certificato per la protezione da agenti infettivi del gruppo 2 e 3 elencati nell’Allegato III della Direttiva 54/2000/CE ed anche per la protezione da aerosol solidi e liquidi in conformità alla EN 149:2001+A1:2009, con classificazione FFP2 NRD e FFP3 NRD. La protezione da agenti biologici garantita dal facciale filtrante CL 7 BIOS è stata verificata impiegando una metodologia analitica microbiologica, appositamente messa a punto per effettuare i test sul DPI, il batteriofago MS2 e la Brevundimonas diminuita quale verifica dell’efficienza di protezione nei confronti dei batteri, parassiti, funghi e virus del gruppo 2 e 3 dell’Allegato III della Direttiva 54/2000/CE (in Italia l’Allegato XLVI del D.Lgs. 81/2008 ).

Facciale filtrante progettato per la protezione da agenti infettivi ed aerosol solidi e liquidi. Il DPI può essere impiegato nei settori lavorativi previsti dall’Allegato XLIV del D.Lgs. 81/2008 ed anche in attività lavorative che comportano l’esposizione ad aerosol solidi e/o liquidi. Può essere utilizzato in ambiti sterili se sottoposto a trattamento di sterilizzazione. Prodotto realizzato con setto filtrante e 3 strati in TNT. Il tendi-elastico e la valvola di esalazione sono prodotti in polipropilene, l’anello sul perimetro in polietilene + E.V.A. L’elastico è in poliuretano ed il cerotto è in materiale anallergico. Prodotto monouso Latex free Taglie disponibili: SM –ML disponibili con o senza valvola di esalazione Confezionato singolarmente Possibilità di regolare lunghezza elastico Quantità per cartone: 240 pezzi - 12 box da 20 pezzi cadauno Dimensioni cartone: 35x55x45 cm Scadenza: 5 anni dalla data di produzione Condizioni di stoccaggio: • proteggere da luce diretta e fluorescenti • Proteggere da raggi X e da ozono • Conservare all’interno della confezione e del cartone di imballo fornito • Temperatura da –5 °C a +40°C • Umidità relativa: < 60%.

Risultati ottenuti con metodologia di analisi analitica microbiologica, brevettata, validata ed appositamente messa a punto per effettuare i test sul DPI, che prevede l’impiego del batteriofago MS2 e la Brevundimonas diminuita nella verifica dell’efficienza di protezione nei confronti dei batteri, parassiti, funghi e virus del gruppo 2 e 3. Risultati ottenuti nelle versioni del DPI con e senza valvola di esalazione delle taglie small-medium e medium-large ed anche dopo esser stato sottoposto a trattamento di sterilizzazione. Sul facciale è impresso in modo indelebile il pittogramma del rischio biologico, in quanto il DPI ha ottenuto anche la Certificazione CE per la protezione da agenti biologici del gruppo 2 e 3 ed anche la sigla EN 149:2001+A1:2009, la relativa classe di appartenenza - FFP2 NR D o in alternativa FFP3 NR D - se il prodotto è con o senza valvola. Il DPI è soggetto alle verifiche ispettive annuali secondo l’art.11b della Direttiva 89/686/CE da 2 diversi Organismi notificati, per questo motivo sono presenti il CE 0086 ed il CE sul prodotto. I facciali offrono la protezione da aerosol solidi e liquidi una resistenza respiratoria ridotta che li rende confortevoli per un uso prolungato e nel contempo garantiscono l’efficienza filtrante per 8 ore. Per maggiori dettagli leggere la nota informativa allegata alla confezione ed il materiale informativo consegnato dal SPP.

E’ necessario attenersi a quanto riportato nelle Istruzioni

Tutte le procedure operative che generano o che sottopongono l’operatore ad esposizione diretta di aerosol con concentrazioni dell’agente/i biologico/i Esempi di alcuni impieghi dedotti dalle note informative: - agricoltura e settore allevamento zootecnico; - protezione da pollini; - attività in servizi sanitari quali ospedali, cliniche, case di cura,

servizi a domicilio, dentisti, comprese le unità di isolamento e post mortem (ad esempio nei reparti: sala operatoria, 118, pronto soccorso, malattie infettive, broncoscopie, anatomia patologica ecc.);

- settore veterinario (es. influenza aviaria, bse, blu tongue, carbonchio, ecc);

- laboratori di microbiologia; - attività nei laboratori clinici, veterinari, microbiologici,

diagnostici, di ricerca e di livello BLS2 e BLS3; - industrie di biotecnologie; - trattamento e smaltimento acqua, reflui, rifiuti e di raccolta di

rifiuti potenzialmente infetti. LIMITI DI IMPIEGO Il facciale filtrante solo dopo esser stato correttamente indossato può essere utilizzato per un turno massimo di lavoro di ore 2 (due) per quello che concerne la protezione da agenti infettivi del gruppo 2 e 3 in riferimento alla Direttiva 54/2000/CE ( vedere quanto allegato in calce alla nota informativa). Per la protezione da aerosol solidi e liquidi vedere l’apposita nota informativa qui allegata. Il facciale filtrante non protegge da agenti biologici del gruppo 4 in riferimento alla Direttiva 54/2000/CE.

Si coglie altresì l’occasione per rammentare alla S.V. quanto previsto per i lavoratori dal D.Lgs. 81/2008 (estratto).

- Si sottopongono al programma di formazione e addestramento organizzato dal datore; - utilizzano in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione; - utilizzano i DPI messi a loro disposizione conformemente all'informazione e alla formazione ricevute e

all'addestramento eventualmente organizzato ed espletato;

- provvedono alla cura dei DPI messi a loro disposizione; - non vi apportano modifiche di propria iniziativa; - al termine dell'utilizzo i lavoratori seguono le procedure aziendali in materia di eventuale riconsegna

dei DPI; - segnalano immediatamente al datore di lavoro o al dirigente o al preposto qualsiasi difetto o

inconveniente da essi rilevato nei DPI messi a loro disposizione.

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� 0432 806113 - 552086 email: [email protected]

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E’ necessario attenersi a quanto riportato nelle seguenti Istruzioni

ESTRATTO DA NOTA INFORMATIVA DEL PRODUTTORE (IN ORIGINALE ALL’INTERNO DELLE CONFEZIONI)

ISTRUZIONI PER L’USO IMPIEGO PREVISTO MESSA IN FUNZIONE ED UTILIZZAZIONE

Per la sicurezza dell’utilizzatore devono essere lette seguenti avvertenze: Utilizzare il dispositivo con i contaminanti elencati nella presente nota informativa, agenti infettivi del gruppo 2 e 3 in rif. alla Direttiva 54/2000/CE (leggere l’allegato in calce alla presente nota informativa) e per la protezione da aerosol solidi e liquidi (leggere la specifica nota informativa allegata). Il facciale filtrante deve essere utilizzato esclusivamente secondo quanto riportato nelle condizioni di impiego e messa in funzione ed utilizzazione, della presente nota informativa; ogni altro uso e da ritenersi improprio, pertanto la società Star Flyer Srl declina ogni responsabilità derivante da un impiego non previsto e non corretto del facciale filtrante. Nel caso in cui il DPI sia stato imbrattato anche solo superficialmente o si ritiene che sia stato contaminato con sostanze infiammabili e/o tossiche, si deve sospendere immediatamente il suo utilizzo e provvedere al suo repentino smaltimento. Non utilizzare in presenza di barba e baffi e/o peluria visibile e/o creme e/o cosmetici in generale, che non permettono l’idoneo contatto diretto fra il volto e il facciale filtrante. Il facciale filtrante non protegge l’ operatore contro gas, vapori e solventi, o in ambienti con tenore di ossigeno inferiori al 19 %. Abbandonare immediatamente l’ area di lavoro se la respirazione e difficile e se si avverte senso di angoscia o vertigini. Gettare il facciale filtrante se risulta danneggiato, o quando la respirazione diventi difficoltosa, oppure quando si avvertono odori, sapori o irritazioni. La mancata osservanza delle modalità di impiego e delle avvertenze riguardante l’utilizzo del facciale filtrante durante tutto il periodo dell’esposizione può ridurne l’efficienza e causare il verificarsi di malattie o invalidità.

Questi facciali filtranti possono essere utilizzati solo ed esclusivamente per la protezione da agenti biologici del gruppo 2 e 3 della Direttiva 54/2000/CE . L’ elenco degli agenti biologici del gruppo 2 e 3, allo stato attuale della classificazione, è inserito in calce nella presente nota informativa. In ogni caso la validità di questa classificazione deve essere verificata alla data di utilizzo del DPI. L’ efficienza filtrante nei confronti di batteri e virus è del 99%.

1. Aprire le estremità dei lembi inferiori del facciale filtrante avendo cura che il supporto superiore con sotto il cerotto e il ferretto stringinaso siano rivolti verso l’alto;

2. capovolgere il facciale filtrante permettendo quindi la fuoriuscita degli elastici, togliere le linguette protettive del cerotto;

3. tirare gli elastici uno alla volta fino a posizionarli dietro la testa facendo attenzione che non siano sovrapposti;

4. posizionare sotto il mento il facciale filtrante e modellare il supporto superiore, il cerotto e il ferretto stringinaso con una leggera pressione in modo tale da permettere una aderenza adeguata al naso;

5. portare gli elastici dietro la testa e regolare la lunghezza degli elastici mediante i tendielastici posizionati nella estremità destra e a sinistra del facciale;

6. controllare la tenuta del facciale filtrante prima dell’utilizzo mettendoci entrambe le mani sopra senza muoverlo ed inspirare profondamente. Se si avverte una perdita di aria dai bordi del facciale filtrante regolare meglio la posizione degli elastici e la rispettiva lunghezza, se si avverte una perdita d’aria attorno al naso riposizionare correttamente il supporto superiore, il cerotto e il ferretto stringinaso;

7. la tenuta del facciale filtrante e fondamentale per un corretto utilizzo del facciale filtrante. Ripetere quindi l’operazione al punto 6 precedente ogni 30 minuti ed anche quando si presume che durante l’utilizzo si possa inavvertitamente aver modificato dal suo assetto ideale il DPI. 8. Per ottenere la miglior aderenza al volto del facciale filtrante verificare che il materiale

bianco presente su tutto il perimetro sia correttamente aderente alla superficie del viso interessata e non vi siano delle fessurazioni.

L’utilizzatore di un dispositivo di protezione delle vie respiratorie deve essere ben addestrato e conoscere le istruzioni d’uso.

CONDIZIONI DI IMPIEGO

CONDIZIONI DI IMPIEGO L’impiego di facciali filtranti presuppone che: - prima dell’impiego l’utilizzatore deve leggere le istruzioni d’uso sul

corretto utilizzo come previsto dalle Direttive Comunitarie in materia; - il dispositivo filtrante e conforme ai requisiti 89/686/CE ed e idoneo

per la protezione da agenti infettivi del gruppo 2 e 3 elencati nella Direttiva 54/2000/CE (allegati in calce alla presente nota informativa) e anche per la protezione da aerosol solidi e liquidi norma EN 149:2001 +A1:2009.

Devono essere osservati i limiti di impiego del facciale filtrante qui di seguito riportati: - per la protezione da agenti infettivi possono essere impiegati solo una

volta, gettare e sostituire in ogni caso al termine di ogni turno di lavoro di 2 (due) ore;

- per la protezione da aerosol solidi e liquidi quanto previsto dalla classe di appartenenza e possono essere impiegati solo una volta, gettare e sostituire in ogni caso al ter turno di lavoro di 8 (otto) ore;

- non modificare o alterare mai il facciale filtrante; - utilizzare solo in ambienti adeguatamente ventilati e con sufficiente

livello di ossigeno (almeno 19%); - è previsto utilizzare il DPI in oggetto in presenza del gruppo 2 e 3

elencati nella Direttiva 54/2000/CE nel limite sopra riportato; - prima di utilizzare il facciale filtrante controllare se e stato scelto per

l’uso che se ne intende fare; - i facciali filtranti sono sempre monouso e non sono soggetti a

manutenzione; - dopo aver tolto il facciale filtrante dal suo imballo originale deve essere

controllato e verificato che non abbia ricevuto danneggiamenti e/o sia contaminato con sostanze tossiche;

- devono essere conservati correttamente nel loro imballo originale lontani da fonti di calore.

Attenzione: non utilizzare in presenza di barba e/o baffi e/o peluria visibile e/o creme e/o cosmetici in generale, che non permettono il corretto contatto diretto fra il volto.

PRESCRIZIONI DI SICUREZZA

Per la sicurezza dell’utilizzatore devono essere lette seguenti avvertenze: - utilizzare il dispositivo con i contaminanti elencati nella presente nota informativa, agenti

infettivi del gruppo 2 e 3 in rif. alla Direttiva 54/2000/CE (leggere l’allegato in calce alla presente nota informativa) e per la protezione da aerosol solidi e liquidi (leggere la specifica nota informativa allegata);

- il facciale filtrante deve essere utilizzato esclusivamente secondo quanto riportato nelle condizioni di impiego e messa in funzione ed utilizzazione, della presente nota informativa; ogni altro uso e da ritenersi improprio, pertanto la società Star Flyer Srl declina ogni responsabilità derivante da un impiego non previsto e non corretto del facciale filtrante;

- nel caso in cui il DPI sia stato imbrattato anche solo superficialmente o si ritiene che sia stato contaminato con sostanze infiammabili e/o tossiche, si deve sospendere immediatamente il suo utilizzo e provvedere al suo repentino smaltimento;

- non utilizzare in presenza di barba e baffi e/o peluria visibile e/o creme e/o cosmetici in generale, che non permettono l’idoneo contatto diretto fra il volto e il facciale filtrante.

- il facciale filtrante non protegge l’ operatore contro gas, vapori e solventi, o in ambienti con tenore di ossigeno inferiori al 19%;

- abbandonare immediatamente l’ area di lavoro se la respirazione e difficile e se si avverte senso di angoscia o vertigini;

- gettare il facciale filtrante se risulta danneggiato, o quando la respirazione diventi difficoltosa, oppure quando si avvertono odori, sapori o irritazioni;

- la mancata osservanza delle modalità di impiego e delle avvertenze riguardante l’utilizzo del facciale filtrante durante tutto il periodo dell’esposizione può ridurne l’efficienza e causare il verificarsi di malattie o invalidità.

MARCATURA principale

STAR FLYER → fabbricante SF BIODUSTMASK → codice del prodotto FFP2 – FFP3 → livello d’efficienza filtrante per agenti infettivi ed aerosol solidi e liquidi V →per indicare se è presente la valvola di esalazione

→ pittogramma per agenti biologici

IMMAGAZZINAMENTO LIMITI DI IMPIEGO DEL FACCIALE FILTRANTE PER LA

PROTEZIONE DA AGENTI BIOLOGICI:

Il tempo limite di immagazzinamento per i facciali filtranti nel loro imballo originale, se conservati correttamente nella loro confezione, viene indicata come da pittogramma. Le condizioni per conservarli correttamente sono: temperatura da + 5 ˚C a + 40 ˚C – U. r. < 60 %

Il facciale filtrante solo dopo esser stato correttamente indossato può essere utilizzato per un turno massimo di lavoro di ore 2 (due) per quello che concerne la protezione da agenti infettivi del gruppo 2 e 3 in riferimento alla Direttiva 54/2000/CE ( vedere quanto allegato in calce alla presente nota informativa). Per la protezione da aerosol solidi e liquidi vedere l’apposita nota informativa qui allegata. Il facciale filtrante non protegge da agenti biologici del gruppo 4 in riferimento alla Direttiva 54/2000/CE. Qualora i dati contenuti nella presente nota informativa non fossero sufficienti per una scelta adeguata, si consiglia di contattare STAR FLYER SRL CORSO STAMIRA N. 24 60122 ANCONA

Allegato III della Direttiva 54/2000/CE (modificato) CLASSIFICAZIONE COMUNITARIA (Articolo 2, secondo comma e articolo 18) INTRODUZIONE 1. Conformemente al campo d’applicazione della direttiva, devono essere inclusi nella classificazione unicamente gli agenti di cui è noto che possono provocare malattie infettive in soggetti umani. Eventualmente vengono aggiunti indicatori del

rischio tossico e allergenico di questi agenti. Non sono stati presi in considerazione gli agenti patogeni di animali e piante di cui è noto che non hanno effetto sull’uomo. In sede di compilazione di questo elenco di agenti biologici classificati, non si è tenuto conto dei microrganismi geneticamente modificati.

2. La classificazione degli agenti biologici si basa sull’effetto esercitato dagli stessi su lavoratori sani. Non si tiene conto in modo specifico dei particolari effetti sui lavoratori la cui sensibilità potrebbe essere modificata da una o da varie altre cause quali malattia preesistente, uso di medicinali, immunità compromessa, stato di gravidanza o allattamento. Il rischio supplementare per tali lavoratori dovrebbe essere considerato come parte della valutazione del rischio contemplata dalla direttiva. Le misure di prevenzione tecnica che saranno istituite nel quadro di alcuni processi industriali, di alcuni lavori di laboratorio o di certe attività svolte in locali ospitanti animali che implicano o possono implicare un’esposizione dei lavoratori ad agenti biologici dei gruppi 3 o 4, dovranno essere conformi all’articolo 16 della direttiva.

3. Gli agenti biologici che non sono stati classificati nei gruppi 2, 3 e 4 dell’elenco non sono implicitamente inseriti nel gruppo 1. Per gli agenti di cui è nota per numerose specie la patogenicità nell’uomo, l’elenco comprende le specie più frequentemente implicate nelle malattie e un riferimento di carattere più generale indica che altre specie appartenenti allo stesso genere possono incidere sulla salute dell’uomo. Quando un intero genere è menzionato nell’elenco degli agenti biologici, è implicito che i ceppi e le specie definiti non patogeni sono esclusi dalla classificazione.

4. Quando un ceppo è attenuato o ha perso geni notoriamente virulenti, il contenimento richiesto dalla classificazione del ceppo parentale non deve necessariamente essere applicato, salvo valutazione appropriata del rischio potenziale da esso rappresentato sul luogo di lavoro. Ad esempio quando tale ceppo deve essere utilizzato come prodotto o componente di un prodotto per uso profilattico o terapeutico.

5. La nomenclatura degli agenti utilizzata per la classificazione riflette e rispetta i più recenti accordi internazionali sulla tassonomia e sulla nomenclatura degli agenti in vigore al momento della sua elaborazione. 6. L’elenco di agenti biologici classificati riflette lo stato delle conoscenze al momento in cui è stato concepito. Esso è aggiornato non appena non riflette più lo stato delle conoscenze. 7. Gli Stati membri provvedono a che tutti i virus che sono già stati isolati nell’uomo e non sono ancora stati valutati e classificati nel presente allegato figurino, come minimo nel gruppo 2, salvo il caso in cui gli Stati membri abbiano la prova che

non possono provocare malattie nell’uomo. 8. Taluni agenti biologici classificati nel gruppo 3 e indicati con due asterischi nell’elenco allegato possono costituire per i lavoratori un rischio d’infezione limitato perché normalmente non sono veicolati dall’aria.

Gli Stati membri valutano le misure di contenimento da applicare a tali agenti biologici tenendo conto della natura delle attività specifiche in questione e della qualità dell’agente biologico interessato, per determinare se in circostanze particolari è possibile rinunciare a talune di queste misure.

9. Gli imperativi che derivano in materia, di contenimento dalla classificazione dei parassiti si applicano unicamente ai vari stadi del ciclo del parassita che possono essere infettivi per l’uomo, sul luogo di lavoro. 10. L’elenco contiene d’altronde indicazioni distinte per gli agenti biologici che possono provocare reazioni allergiche o tossiche, per i casi in cui è disponibile un vaccino efficace o per i casi in cui appare opportuno conservare per più di dieci anni

l’elenco dei lavoratori che vi sono esposti.

Tutte le indicazioni sono sistematizzate in note così formulate: A: Possibili effetti allergici D: L’elenco dei lavoratori esposti all’agente biologico deve essere conservato per più di dieci anni dalla fine dell’ultima esposizione nota. T: Produzione di tossine. V: Vaccino efficace disponibile.

Le vaccinazioni preventive dovrebbero essere effettuate tenendo conto del codice di condotta figurante nell’allegato VII

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BATTERI e organismi simili VIRUS (*) PARASSITI FUNGHI

AGENTE BIOLOGICO- CLASSIFICAZIONE - RILIEVI

AGENTE BIOLOGICO- CLASSIFICAZIONE - RILIEVI AGENTE BIOLOGICO CLASSIFICAZIONE RILIEVI AGENTE BIOLOGICO CLASSIFICAZIONE RILIEVI

Adenoviridae 2 Acanthamoeba castellani 2 Aspergillus fumigatus 2 A Actinobacillus actinomycetemcomitans 2 Arenaviridae Anclyostoma duodenale 2 Blastomyces dermatitidis (Ajellomyces dermatitidis) 3 Actinomadura madurae 2 LCM-virus complex (Arenavirus del Vecchio mondo): Angiostrongylus cantonensis 2 Candida albicans 2 A Actinomadura pellettieri 2 Virus della coriomeningite linfocitaria (ceppi neurotropi) 3 Angiostrongylus costaricencis 2 Candida tropicalis 2 Actinomyces gereneseriae 2 Virus della coriomeningite linfocitaria (altri ceppi) 2 Ascaris lumbricoides 2 A Cladophialophora bantiana (anticamente:

Xylophypha bantiana, Cladosporium)Bantianum outrichoides 3

Actinomyces israelii 2 Virus Mopeia 2 Ascaris suum 2 A Coccidioides imunnitis 3 A Actinomyces pyogenes 2 Altri LCM-Lassa virus complex 2 Babesia divergens 2 Cryptococcus neoformans var. neofonnans

(Filobasidiella neofonnans var.neoformans)2 A Actinomyces spp. 2 Virus complex Tacaribe (Arenavirus del Nuovo mondo): Babesia microti 2 Cryptococcus neoformans var. gattii (Filobasidiella

bacillispora)2 Arcanobacterium haemolyticum (Corynebacterium haemolyticum)2

Virus Flexal 3 Balantidium coli 2 Emmonsia parva var. parva 2

Bacillus anthracis 3 Altri virus complex Tacaribe 2 Brugia malayi 2 Emmonsia parva var. crescens 2 Bacteroides fragilis 2 Astroviridae 2 Brugia pahangi 2 Epidermophyton floccosum 2 A Bartonella bacilliformis 2 Bunyaviridae Capillaria philippinensis 2 Fonsecaea compacta 2 Bartonella quintana (Rochalimaea quintana) 2 Belgrado ( noto anche come Dobrava) 3 Capillaria spp. 2 Fonsecaea pedrosoi 2 Bartonella (Rhochalimea) spp. 2 Bhanja 2 Clonorchis sinensis 2 Histoplasma capsulatum var. capsulatum

(Ajellomyces capsulatus) 3 Bordetella bronchiseptica 2 Virus Bunyamwera 2 Clonorchis viverrini 2 Histoplasma capsulatum duboisii 3 Bordetella parapertussis 2 Germiston 2 Cryptosporidium parvum 2 Madurella grisea 2 Bordetella pertussis 2 V Virus Oropouche 3 Cryptosporidium spp. 2 Microsporum spp. 2 A Borrelia burgdorferi 2 Sin Nombre (ex Muerto Canyon) 3 Cyclospora cayetanensis 2 Neotestudina rosatii 2 Borrelia duttonii 2 Virus dell'encefalite californiana 2 Dipetalonema streptocerca 2 Paracoccidioides brasiliensis 3 Borrelia recurrentis 2 Hantavirus: Diphyllobothrium latum 2 Penicillium marneffei 2 A Borrelia spp. 2 Hantaan (febbre emorragica coreana) 3 Dracunculus medinensis 2 Scedosporum apiospennum (Pseudallescheria boydii)

2 Brucella abortus 3 Seoul-Virus 3 Echinococcus granulosus 3(**) Scedosporium prolificans (inflatum) 2 Brucella canis 3 Puumala-Virus 2 Echinococcus multilocularis 3 ( * * ) Sporothrix schenckii 2 Brucella melitensis 3 Prospect Hill-Virus 2 Echinococcus vogeli 3 ( * * ) Trichophyton rubrum 2 Brucella suis 3 Altri hantavirus 2 Entamoeba histolytica 2 Trichophyton spp. 2 Burkholderia mallei (Pseudomonas mallei) 3 Nairovirus: Fasciola gigantica 2 Burkholderia pseudomallei (Pseudomonas pseudomallei) 3 Virus Hazara 2 Fasciola hepatica 2 Campylobacter fetus Phlebovirus: Fasciolopsis buski 2 Campylobacter jejuni 2 Febbre della Valle del Rift 3 V Giardia lamblia (Giardia intestinalis) 2 Campylobacter spp. 2 Febbre a flebotomi 2 Hymenolepsis diminuta 2 Cardiobacterium hominis 2 Virus Toscana 2 Hymenolepsis nana 2 Chlamydia pneumoniae 2 Altri bunyavirus noti come patogeni 2 Leishmania brasiliensis 3 ( * * ) Chlamydia trachomatis 2 Caliciviridae Leishmania donovani 3 ( * * ) Chlamydia psittaci (ceppi aviari) 2 Virus dell'epatite E 3 ( * * ) Leishmania ethiopica 2 Chlamydia psittaci (ceppi non aviari) 3 Norwalk-Virus 2 Leishmania mexicana 2 Clostridium botulinum 2 T Altri Caliciviridae 2 Leishmania peruviana 2 Clostridium perfringens 2 Corohaviridae Leishmania tropica 2 Clostridium tetani 2 T,V Filoviridae Leishmania major 2 Clostridium spp. 2 Flaviviridae Leishmania spp. 2 Corynebacterium diphtheriae 2 T , V Encefalite d'Australia (Encefalite della Valle del Murray)3 Lea lea 2 Corynebacterium minutissimum 2 Virus dell'encefalite da zecca dell'Europa centrale 3 ( * * ) V Mansonella ozzardi 2 Corynebacterium pseudotuberculosis 2 Absettarov 3 Mansonella persians 2 Corynebacterium spp. 2 Hanzalova 3 Naegleria fowleri 3 Cariella brunetii 2 Hypr 3 Necator americanus 2 Edwardsiella tarda 3 Kumlinge 3 Onchocerca volvulus 2 Ehrlichia sennetsu (Rickettsia sennetsu) 2 Virus della dengue, tipi 1- 4 3 Ophisthorchis felineus 2 Ehrlichia spp. 2 Virus dell'epatite C 3 ( * * ) D Ophisthorchis spp. 2 Eikenella corrodens 2 Virus dell'epatite G 3 ( * * ) D Paragonimus westermani 2 Enterobacter aerogenes/cloacae 2 Encefalite B giapponese 3 V Plasmodium falciparum 3 ( * * ) Enterobacter spp. 2 Foresta di Kyasamur 3 V Plasmodium spp. (uomo e scimmia) 2 Enterococcus spp. 2 Louping ill 3 ( * * ) Sarcocystis suihominis 2 Erysipelothrix rhusiopathiae 2 Omsk (a) 3 V Schistosoma haematobium 2 Eschericia coli (ad eccezione dei ceppi non patogeni) 2 T Powassan 3 Schistosoma intercalatum 2 Escherichia coli, ceppi verocitotossicogenici (es. 0157:H7 oppure 013)3(**)

Rocio 3 Schistosoma japonicum 2

Flavobacterium meningosepticum 2 Encefalite verno-estiva russa (a) 3 V Schistosoma mansoni 2 Fluoribacter boiemanac (Legionella) 2 Encefalite di St. Louis 3 Schistosoma mekongi 2 Francisella tularensis (tipo A) 3 Virus Wesselsbron 3 ( * * ) Strongyloides stercoralis 2 Francisella tularensis (tipo B) 2 Virus della Valle del Nilo 3 Strongyloides spp. 2 Fusobacterium necrophorum 2 Febbre gialla 3 V Taenia saginata 2 Gardnerella vaginalis 2 Altri flavivirus noti per essere patogeni 2 V Taenia solium 2 Haemophilus ducreyi 2 Hepadnaviridae Toxocara canis 3 ( * * ) Haemophilus influenzae 2 Virus dell'epatite B 3 ( * * ) V , D Toxoplasma gondii 2 Haemophilus spp. 2 Virus dell'epative D (Delta) (b) 3 ( * * ) V , D Trichinella spiralis 2

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BATTERI e organismi simili VIRUS (*) PARASSITI FUNGHI Helicobacter pylori 2 Herpesviridae Trichuris trichiura 2 Klebsiella axytoca 2 Cytomegalovirus 2 Tripanosoma brucei brucei 2 Klebsiella pneumonite 2 Virus dell'Epstein-Barr 2 Tripanosoma brucei gambiense 2 Klebsiella spp. 2 Herpesvirus simiae (B virus) 3 Tryponosoma brucei rhodesiense 3 ( * * ) Legionella pneumophila 2 Herpes simplex virus, tipi 1 e 2 2 Tripanosoma cruzi 3 Legionella spp. 2 Herpesvirus varicella-zoster 2 Wuchereria bancrofti 2 Leptospira interrogans (tutti i serotipi) 2 Virus linfotropo B dell'uomo (HBLV-HHV6) 2 (**) Cfr. introduzione, punto 8. Listeria monocytogenes 2 Virus Herpes dell'uomo, tipo 7 2 Listeria ivanovii 2 Virus Herpes dell'uomo, tipo 8 2 D Morganella morganii 2 Orthomyxoviridae Mycobacterium africanum 3 V Virus influenza, tipi A, B e C 2 V ( c ) Mycobacterium avium/intracellulare 2 Orthomyxoviridae trasmesse dalle zecche: virus Mycobacterium bovis(ad eccez. ceppo BCG)3 V Dhori e Thogoto 2 Mycobacterium chelonae 2 Papovaviridae Mycobacterium fortuitum 2 Virus BK e JC 2 D ( d ) Mycobacterium kansasii 2 Papillomavirus dell'umo 2 D ( d ) Mycobacterium leprae 3 Paramyxoviridae Mycobacterium malmoense 2 Virus del morbillo 2 V Mycobacterium marinum 2 Virus degli orecchioni 2 V Mycobacterium microti 3 ( * * ) Virus della malattia di Newcastle 2 Mycobacterium paratuberculosis 2 Virus parainfluenzali, tipi 1- 4 2 Mycobacterium scrofulaceum 2 Virus respiratorio sinciziale 2 Mycobacterium simiae 2 Parvoviridae Mycobacterium szulgai 2 Parvovirus dell'umo (B 19) 2 Mycobacterium tuberculosis 3 V Picornaviridae Mycobacterium ulcerans 3 ( * * ) Virus della congiuntivite emorragica (AHC) 2 Mycobacterium xenopi 2 Virus Coxsackie 2 Mycoplasma caviae 2 Virus Echo 2 Mycoplasma hominis 2 Virus dell'epatite A (enterovirus dell'umo, tipo 72) 2 V Mycoplasma pneumoniae 2 Virus della poliomielite 2 V Neisseria gonorrhocae 2 Rhinovirus 2 Neisseria meningitidis 2 V Poxviridae Nocardia asteroides 2 Buffalopox virus (e) 2 Nocardia brasiliensis 2 Cowpox virus 2 Nocardia farcinica 2 Elephantpox virus (f) 2 Nocardia nova 2 Virus del nodulo dei mungitori 2 Nocardia otitidiscavianum 2 Molluscum contagiosum virus 2 Pasteurella multocida 2 Monkeypox virus 3 V Pasteurella spp. 2 Orf virus 2 Peptostreptocococcus anaerobius 2 Rabbitpox virus (g) 2 Plesiomonas shigelloides 2 Vaccinia virus 2 Porphyromonas spp. 2 Yatapox virus (Tana & Yaba) 2 Prevotella spp. 2 Reoviridae Proteus mirabilis 2 Coltivirus 2 Proteus penneri 2 Rotavirus umano 2 Proteus vulgaris 2 Orbivirus 2 Providencia alcalifaciens 2 Reovirus 2 Providencia retigeri 2 Retroviridae Providencia spp. 2 Virus della sindrome di immunodef. umana(AIDS) 3(**) D

Pseudomonas aeruginosa 2 Virus di leucemie umane e cellule T (HTLV), tipi 1 e 2 3(**) D Rhodococcus equi 2 SIV (h) 3 ( * * ) Rickettsia akari 3 ( * * ) Rhabdoviridae Rickettsia canada 3 ( * * ) Virus della rabbia 3 ( * * ) V Rickettsia conorii 3 Virus della stomatite vescicolosa 2 Rickettsia montana 3 ( * * ) Togaviridae Rickettsia typhi (Rickettsia mooseri) 3 Alphavirus: Rickettsia prowazekii 3 Encefalomielite equina dell'America dell'est 3 V Rickettsia rickettsii 3 Virus Bebaru 2 Rickettsia tsutsugamushi 3 Virus Chikungunya 3 ( * * ) Rickettsia spp. 2 Virus Everglades 3 ( * * ) Salmonella arizonae 2 Virus Mayaro 3 Salmonella enteritidis 2 Virus Mucambo 3 ( * * ) Salmonella typhimurium 2 Virus Ndumu 3 Salmonella paratyphi A, B, C 2 V Virus O'nyong-nyong 2 Salmonella typhi 3 ( * * ) V Virus del fiume Ross 2 Salmonella (altre varietà serologiche) 2 Virus della foresta di Semliki 2 Serpulina spp. 2 Virus Sindbis 2 Shigella boydii 2 Virus Tonate 3(**) Shigella dysenteriae (tipo 1) 3 ( * * ) T Encefalomielite equina del Venezuela 3 V Shigella dysenteriae, diverso dal tipo 1 2 Encefalomielite equina dell'America dell'ovest 3 V Shigella flexneri 2 Altri alfavirus noti 2 Shigella sonni 2 Rubivirus (rubella) 2 V Staphylococcus aureus 2 Toroviridae 2 Streptobacillus moniliformis 2 Virus non classificati Streptococcus pneumoniae 2 Virus dell'epatite non ancora identificati 3 ( * * ) D Streptococcus pyogenes 2 Agenti non classici associati con le encefaliti Streptococcus suis 2 spongiformi trasmissibili (TSE): Streptococcus spp. 2 Malattia di Creutzfeldt-Jakob 3 ( * * ) D ( d ) Treponema carateum 2 Variante del morbo di Creutzfeldt-Jakob 3 ( * * ) D (d) Treponema pallidum 2 Encefalite spongiforme bovina (BSE) ed altre TSE degli animali a questa

associate (i) 3(**) D (d) Treponema pertenue 2 Sindrome di Gerstmann Gerstmann-Sträussler- Scheinker 3(**) D (d) Treponema spp. 2 Kuru 3 ( * * ) D ( d ) Vibrio cholerae (incluso El Tor) 2 (*) Cfr. introduzione, punto 7.

(**) Cfr. introduzione, punto 8. (a)Encefalite trasmessa dalle zecche. (b)Il virus dell’Epatite D esercita il suo potere patogeno nel lavoratore soltanto in caso di infezione simultanea o secondaria rispetto a quella provocata dal virus dell’epatite B. La vaccinazione contro il virus dell’epatite B protegge pertanto i lavoratori non affetti dal virus dell’epatite B contro il virus dell’epatite D (Delta). (c)Soltanto per i tipi A e B. (d)Raccomandato per i lavori che comportano un contatto diretto con questi agenti. (e)Alla rubrica possono essere identificati due virus, un genere <<buffalopox>> e una variante del virus <<vaccinia>>. (f)Variante del Cowpox. (g)Variante di Vaccinia. (h)Non esiste attualmente alcuna prova di infezione dell’uomo provocata da altri retrovirus di origine scimmiesca. A titolo di precauzione si raccomanda un contenimento di livello 3 per i lavori che comportano un’esposizione a tali retrovirus. (i)Non esiste attualmente alcuna prova di infezione dell’uomo provocata dagli agenti responsabili di altre TSE degli animali. Tuttavia, a titolo precauzionale, si consiglia di applicare nei laboratori il livello di contenimento 3(**), ad eccezione dei lavori relativi ad un agente identificato di <<scrapie>> per cui un livello 2 di contenimento 2 è sufficiente.

Vibrio parahaemolyticus 2 Vibrio spp. 2 Yersinia enterocolitica 2 Yersinia pestis 3 V Yersinia pseudotuberculosis 2 Yersinia spp. 2 (**) Cfr. Introduzione, punto 8 N.B.: Per gli agenti che figurano nel presente elenco la menzione <<spp>> si riferisce alle altre specie riconosciute patogene per l’uomo.

NB.: Questo Allegato è modificato rispetto all’Allegato della Direttiva 54/2000/CE in quanto sono stati eliminati i virus del gruppo 4 per evitare un possibile errore d’impiego da parte dell’utilizzatore.