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PAOLO MASCAGNI, "INVENTORE DEI VASI LINFATICI" Il periodo di intensa attività scientifica di Paolo Mascagni può essere arbitrariamente diviso in una prima parte, iniziata in modo assai brillante nel tempo della sua permanenza in Siena fino al 1800 e in una seconda, che si protrae ulteriormente a Firenze. Paolo Mascagni, di Aurelio, nasce a Pomarance (Pisa) nella casa della madre Elisabetta Burroni, il 25 gennaio 1755. Compie gli studi secondari a Siena, dove si laurea in Filosofia e Medicina il 9 maggio 1778. Nei cinque anni trascorsi in collegio prima della laurea, tra i suoi insegnanti figura per l'Anatomia Pietro Tabarrani, conoscenza tanto essenziale per il futuro del Mascagni. I suoi primi interessi si rivolgono soprattutto al mondo delle scienze naturali, come testimoniano gli studi sui Lagoni del Senese e del Volterrano, che compie grazie ai numerosi viaggi in loco che gli permettono poi di individuare i componenti chimici delle acque dei Lagoni di Montecerboli, di Sasso e di Travale, nonché le modalità di estrazione dei vari sali, tra i quali l'acido borico, allora conosciuto come sale sedativo di Homberg, arrivando ad individuarne poi il vantaggioso uso industriale. Si interessa anche allo studio delle miniere toscane di Prata, Massa Marittima, Monterotondo, Gerfalco e Montieri. Iniziative da esperto agronomo vengono dal Mascagni prese per migliorie da realizzare nelle terre di famiglia, con l'introduzione sperimentale di colture di erba medica, trifoglio, lupinella. Gli interessi medici rimangono comunque sempre i prediletti, alimentati anche dalla fiducia che in lui ripone il professore Tabarrani. Il Maestro, divenuto cieco, nonostante una operazione di cataratta eseguita in Francia, trovandosi conseguentemente nell'impossibilità di proseguire l'attività didattica, inoltra la supplica al Granduca perchè gli consenta di avvalersi di un abile e fidato giovane, già individuato nel Mascagni. La richiesta inoltrata al Sovrano parla di giovane capace, giacché giovane bisogna che sia, impegnato nel laborioso mestiere della Notomia ad uso della Scuola di Siena, e senese; giovane di nascita civile, attento studioso e di capacità maggiore degli altri, sentendosi a quest'ora molto abilitato nelle dissezioni anatomiche e pratico nella lettura dei libri scritti in più lingue, corredato già di ottime tavole anatomiche, il quale in questo frattempo potrebbe maggiormente abilitarsi e divenire in perciò un eccellente anatomico. Leopoldo II accoglie la supplica del celebre anatomico e il 4 aprile 1778 il Mascagni viene nominato 'Lettore supplente' del Maestro e il 9 luglio dello stesso anno suo Aiuto. In questo tempo, l'Accademia delle Scienze di Parigi aveva aperto per la terza volta un pubblico concorso per lo studio ed interpretazione del sistema linfatico. Mascagni, venuto a conoscenza del concorso, inizia numerose esperienze su preparati, facendo uso di iniezioni con cera e gesso per meglio evidenziare il sistema studiato. Tale assiduo lavoro prosegue anche dopo la morte del Tabarrani nel 1799 e, ottenuta la nomina a 'Lettore Ordinario' il 4 aprile 1780, continua le sue esperienze fino ad approntare il Prodrome, summa delle sue conoscenze sul tema dei linfatici. Nonostante il lavoro non venga accettato dall'Accademia francese per la scadenza dei termini del bando, i risultati ottenuti lo fanno entrare trionfalmente nell'ambito degli insigni scienziati e lo inducono a proseguire nei suoi studi tanto da pubblicare nel 1787, per i torchi senesi Pazzini, l'intera opera Vasorum lymphaticorum bistorta, accolta con plauso dagli anatomici per la sua descrizione ed identificazione sistematica dell'Apparato o Sistema Circolatorio Linfatico. La perfezione iconografica è raggiunta grazie all'opera dell'artista bolognese Ciro Santi, che riproduce i preparati anatomici in incisioni in rame. Il Granduca Leopoldo II, a cui l'opera è dedicata, premia l'artista con la somma di 50 zecchini d'oro e il Mascagni con quella di 200. Nel 1798 Mascagni viene eletto presidente dell'Accademia delle Scienze detta dei Fisiocritici di Siena, cenacolo dei più dotti docenti dell'Ateneo Senese, dove il 6 marzo 1779 per la prima volta si era presentato con la comunicazione sulle osservazioni fatte sui Lagoni, illustrando i reperti raccolti e le sue interpretazioni teoriche. Questi anni di fine secolo costituirono un periodo politicamente 'caldo'. Dopo la Rivoluzione Francese e la successiva invasione napoleonica dell'Italia, le truppe giunte in Toscana, dopo aver costretto il Granduca Ferdinando III ad allontanarsi, istituirono in Siena, come in altre città toscane, l'amministrazione civica o Municipalità, a carattere giacobino-repubblicano, coinvolgendo i cittadini migliori e conosciuti per fede giacobina. Mascagni, con decreto 11 aprile 1799, entra a far parte di tale nuovo

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PAOLO MASCAGNI, "INVENTORE DEI VASI LINFATICI" Il periodo di intensa attività scientifica di Paolo Mascagni può essere arbitrariamente diviso in una prima parte, iniziata in modo assai brillante nel tempo della sua permanenza in Siena fino al 1800 e in una seconda, che si protrae ulteriormente a Firenze. Paolo Mascagni, di Aurelio, nasce a Pomarance (Pisa) nella casa della madre Elisabetta Burroni, il 25 gennaio 1755. Compie gli studi secondari a Siena, dove si laurea in Filosofia e Medicina il 9 maggio 1778. Nei cinque anni trascorsi in collegio prima della laurea, tra i suoi insegnanti figura per l'Anatomia Pietro Tabarrani, conoscenza tanto essenziale per il futuro del Mascagni. I suoi primi interessi si rivolgono soprattutto al mondo delle scienze naturali, come testimoniano gli studi sui Lagoni del Senese e del Volterrano, che compie grazie ai numerosi viaggi in loco che gli permettono poi di individuare i componenti chimici delle acque dei Lagoni di Montecerboli, di Sasso e di Travale, nonché le modalità di estrazione dei vari sali, tra i quali l'acido borico, allora conosciuto come sale sedativo di Homberg, arrivando ad individuarne poi il vantaggioso uso industriale. Si interessa anche allo studio delle miniere toscane di Prata, Massa Marittima, Monterotondo, Gerfalco e Montieri. Iniziative da esperto agronomo vengono dal Mascagni prese per migliorie da realizzare nelle terre di famiglia, con l'introduzione sperimentale di colture di erba medica, trifoglio, lupinella. Gli interessi medici rimangono comunque sempre i prediletti, alimentati anche dalla fiducia che in lui ripone il professore Tabarrani. Il Maestro, divenuto cieco, nonostante una operazione di cataratta eseguita in Francia, trovandosi conseguentemente nell'impossibilità di proseguire l'attività didattica, inoltra la supplica al Granduca perchè gli consenta di avvalersi di un abile e fidato giovane, già individuato nel Mascagni. La richiesta inoltrata al Sovrano parla di giovane capace, giacché giovane bisogna che sia, impegnato nel laborioso mestiere della Notomia ad uso della Scuola di Siena, e senese; giovane di nascita civile, attento studioso e di capacità maggiore degli altri, sentendosi a quest'ora molto abilitato nelle dissezioni anatomiche e pratico nella lettura dei libri scritti in più lingue, corredato già di ottime tavole anatomiche, il quale in questo frattempo potrebbe maggiormente abilitarsi e divenire in perciò un eccellente anatomico. Leopoldo II accoglie la supplica del celebre anatomico e il 4 aprile 1778 il Mascagni viene nominato 'Lettore supplente' del Maestro e il 9 luglio dello stesso anno suo Aiuto. In questo tempo, l'Accademia delle Scienze di Parigi aveva aperto per la terza volta un pubblico concorso per lo studio ed interpretazione del sistema linfatico. Mascagni, venuto a conoscenza del concorso, inizia numerose esperienze su preparati, facendo uso di iniezioni con cera e gesso per meglio evidenziare il sistema studiato. Tale assiduo lavoro prosegue anche dopo la morte del Tabarrani nel 1799 e, ottenuta la nomina a 'Lettore Ordinario' il 4 aprile 1780, continua le sue esperienze fino ad approntare il Prodrome, summa delle sue conoscenze sul tema dei linfatici. Nonostante il lavoro non venga accettato dall'Accademia francese per la scadenza dei termini del bando, i risultati ottenuti lo fanno entrare trionfalmente nell'ambito degli insigni scienziati e lo inducono a proseguire nei suoi studi tanto da pubblicare nel 1787, per i torchi senesi Pazzini, l'intera opera Vasorum lymphaticorum bistorta, accolta con plauso dagli anatomici per la sua descrizione ed identificazione sistematica dell'Apparato o Sistema Circolatorio Linfatico. La perfezione iconografica è raggiunta grazie all'opera dell'artista bolognese Ciro Santi, che riproduce i preparati anatomici in incisioni in rame. Il Granduca Leopoldo II, a cui l'opera è dedicata, premia l'artista con la somma di 50 zecchini d'oro e il Mascagni con quella di 200. Nel 1798 Mascagni viene eletto presidente dell'Accademia delle Scienze detta dei Fisiocritici di Siena, cenacolo dei più dotti docenti dell'Ateneo Senese, dove il 6 marzo 1779 per la prima volta si era presentato con la comunicazione sulle osservazioni fatte sui Lagoni, illustrando i reperti raccolti e le sue interpretazioni teoriche. Questi anni di fine secolo costituirono un periodo politicamente 'caldo'. Dopo la Rivoluzione Francese e la successiva invasione napoleonica dell'Italia, le truppe giunte in Toscana, dopo aver costretto il Granduca Ferdinando III ad allontanarsi, istituirono in Siena, come in altre città toscane, l'amministrazione civica o Municipalità, a carattere giacobino-repubblicano, coinvolgendo i cittadini migliori e conosciuti per fede giacobina. Mascagni, con decreto 11 aprile 1799, entra a far parte di tale nuovo

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governo, come molti intellettuali dell'epoca dalle idee liberali e democratiche. Ma, con il seguente ritiro delle truppe francesi e il tumultuoso movimento popolare del 'Viva Maria', egli rimane coinvolto nella rivolta popolare. Il 28 aprile 1799, bande di rivoltosi giungono per abbattere, anche a Siena, e mettere a fuoco l'Albero della Libertà con i relativi emblemi repubblicani. Mascagni viene incarcerato e, nonostante le ripetute proteste di innocenza presentate alle Autorità locali e centrali da lui stesso e dai suoi parenti, non viene liberato dal Senato Fiorentino prima di sette mesi di detenzione e sotto stretta sorveglianza. L'ostilità della città verso l'insigne docente è manifesta, tanto che, riacquistata la libertà, recatosi al proprio Istituto per riprendere le ricerche, ne trova i battenti serrati. Il sorvegliato politico Paolo Mascagni, con motu proprio del 22 ottobre 1801 del Re di Etruria, viene nominato Professore di Anatomia a Pisa, con l'obbligo di leggere le proprie lezioni due volte la settimana nell'Arcispedale fiorentino di S. Maria Nuova, per ragioni di 'opportunità politica', per porlo cioè, sotto il costante controllo governativo. Nell'ospedale fiorentino i laureati in medicina di Pisa erano obbligati a seguire un corso pratico prima di conseguire la laurea. Inizia così, potremo affermare, il periodo 'fiorentino' del Mascagni. Egli, quando era sempre a Siena, aveva tenuto rapporti con la scuola ceroplastica fiorentina certamente grazie alle proprie conoscenze e studi sui linfatici, tanto da giungere poi a collaborare con Felice Fontana (1730-1805) fondatore della fiorentina officina di ceroplastica. Tale collaborazione diventa ufficiale nel 1781, quando viene incaricato di aiutare a portare a termi-ne l'incarico che il Fontana si era assunto di realizzare una grande collezione di modelli anatomici per l'Imperatore d'Austria Giuseppe II che, in seguito ad una sua visita in Firenze nel 1780, avendo ammirato la grande raccolta di cere del Granduca, ne ordina una, ancora più ricca, per Vienna. Non volendo bloccare l'attività dei ceroplasti dell'officina del Museo della Specola, Pietro Leopoldo nega il permesso. E il Fontana ne assume personalmente l'incarico, trasformando in laboratorio per le cere la propria casa, dove lavorerà per oltre cinque anni. La collaborazione non tarda però a venire meno stretta per contrasti di natura scientifica che sorsero tra Fontana e Mascagni. Ciononostante, l'influsso di quest'ultimo sulle cere fiorentine è notevole, come ben testimoniano i numerosi esemplari dove è ben rappresentato il sistema linfatico. Quando il Mascagni si trasferisce a Firenze, ristabiliti i rapporti con il Fontana, assiste l'amico che, colpito da ictus cerebrale, muore tra le sue braccia il 10 marzo 1805. Avendo Mascagni bisogno di un dissettore in S. Maria Nuova, ottiene che sia nominato a questa carica il dottor Tommaso Bonicoli (1746-1802), che già lavorava alla Specola come giornaliero. Al suo tragico decesso (suicida in Arno), viene sostituito dal dottor Filippo Uccelli (1770-1832), che nel 1804 sarà nominato anche dissettore ufficiale del Museo di Storia Naturale di Firenze. Solo dopo la morte di Re Ludovico I di Borbone, la vedova, Regina Reggente, dispone che il Mascagni, resasi libera la Cattedra di Anatomia nell'Ateneo Fiorentino, venga chiamato nel 1803 all'insegnamento con il titolo di Professore Ordinario. La fama di Mascagni, nonostante i passati scandali politici, è grande e frequentatissime sono le sue lezioni. Giornalmente prosegue nelle ricerche anatomiche, che lo portano ad impegnarsi per una Anatomia per gli studenti di scultura e pittura e per le tavole preparatorie per una Grande Anatomia Universale. Con motu proprio del 10 giugno 1807 si istituisce nello Studio Fiorentino la Cattedra di Anatomia Pittorica che, come quella di Anatomia Descrittiva, viene affidata alla Scuola di S. Maria Nuova e quindi al Mascagni che vi insegna, per un periodo, anche Fisiologia e Chimica. Ma durante uno dei suoi soggiorni nella villa di famiglia di Castelletto (Chiusdino, Siena) viene colto improvvisamente da un attacco di 'febbre perniciosa', che lo porta alla morte il 19 ottobre 1815. La morte sorprende il Mascagni mentre sta completando il lavoro, da anni iniziato, che doveva por-tare alla stampa tre opere, poi uscite come postume: un trattato di Anatomia Pittorica per gli studenti delle Belle Arti, la Grande Anatomia e il suo Prodromo.