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1 “I.C.FALCOMATÀ-ARCHI”- A.S. 2017/2018 PER LA SCUOLA DELLA CREATIVITA’: ADOZIONE PIANO DELLE ARTI. Analisi degli Obiettivi e dei Contenuti a cura del Gruppo di Lavoro costituito dai seguenti docenti: Barillà Grazia - docente sc. secondaria 1° grado che assume la funzione di Coordinatrice - Di Stefano Ernesta – docente sc. primaria - Contestabile Teresa – docente sc. secondaria 1° grado - Parisi Martino – docente sc. secondaria 1° grado – Santoro Donatella – docente sc. secondaria 1° grado - INDICE DEGLI ARGOMENTI TRATTATI 1. Finalità del documento. 2. Premessa culturale: verso la società della conoscenza. 3. Aspetti psicologico-evolutivi e pedagogici. 4. Fonti normative: dalla Strategia di Lisbona al DPCM del 30/12/2017. 5. Riflessioni sulla Ricerca-Azione “Musica è scuola”. 6. Progetto Scuola Polo Territoriale ad orientamento artistico e performativo. 1. Finalità del documento Questo documento si pone come obiettivo quello di elaborare un sistema integrato di interventi a sostegno della cultura umanistica, del patrimonio artistico-culturale e della creatività. Tale sistema si avvale dell’applicazione delle innovazioni apportate dagli ultimi provvedimenti normativi vigenti in materia, tenendo conto della nuova prospettiva Nazionale ed Internazionale della cultura umanistica e del sapere artistico, riconosciuti quale base per la costruzione di un’identità culturale, educativa e progettuale del sistema di istruzione e formazione ma anche del superamento delle barriere tra discipline scientifiche e umanistiche verso la conquista di un nuovo Umanesimo. I destinatari di tale sistema sono gli alunni che vedranno affermata la loro dignità, le loro esigenze, i diritti ed i valori attraverso la promozione dello studio, della conoscenza storico-critica e la pratica delle arti, quali requisiti fondamentali del curricolo, con particolare riferimento alle competenze sociali e civiche. Obiettivo prioritario sarà il sostegno e lo sviluppo della creatività degli alunni, connessa alla sfera estetica ed alla conoscenza delle tecniche, tramite un’ampia varietà di forme artistiche, tra cui la pratica musicale, la danza, le arti dello spettacolo, le arti visive, l’artigianato artistico, sia nelle forme tradizionali che in quelle innovative. La legislazione scolastica vigente riconosce un ambito vastissimo alle Istituzioni Scolastiche nella valorizzazione del ruolo che la formazione musicale ricopre dalla scuola dell’infanzia fino alla scuola secondaria di II° grado, ed è su tale presupposto che il nostro istituto in questi anni ha capitalizzato esperienze in ambito musicale con laboratori di musica strumentale, digitale e corale nella scuola primaria ai sensi del DM 8/2011 e conla pratica dello Strumento Musicale nella Scuola Secondaria di 1 grado.

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“I.C.FALCOMATÀ-ARCHI”- A.S. 2017/2018

PER LA SCUOLA DELLA CREATIVITA’: ADOZIONE PIANO DELLE ARTI.

Analisi degli Obiettivi e dei Contenuti a cura del Gruppo di Lavoro costituito dai seguenti docenti:

Barillà Grazia - docente sc. secondaria 1° grado che assume la funzione di Coordinatrice - Di Stefano Ernesta – docente sc. primaria - Contestabile Teresa – docente sc. secondaria 1° grado - Parisi Martino – docente sc. secondaria 1° grado – Santoro Donatella – docente sc. secondaria 1° grado -

INDICE DEGLI ARGOMENTI TRATTATI

1. Finalità del documento.

2. Premessa culturale: verso la società della conoscenza.

3. Aspetti psicologico-evolutivi e pedagogici.

4. Fonti normative: dalla Strategia di Lisbona al DPCM del 30/12/2017.

5. Riflessioni sulla Ricerca-Azione “Musica è scuola”.

6. Progetto Scuola Polo Territoriale ad orientamento artistico e performativo.

1. Finalità del documento

Questo documento si pone come obiettivo quello di elaborare un sistema integrato di interventi a

sostegno della cultura umanistica, del patrimonio artistico-culturale e della creatività. Tale sistema

si avvale dell’applicazione delle innovazioni apportate dagli ultimi provvedimenti normativi

vigenti in materia, tenendo conto della nuova prospettiva Nazionale ed Internazionale della

cultura umanistica e del sapere artistico, riconosciuti quale base per la costruzione di un’identità

culturale, educativa e progettuale del sistema di istruzione e formazione ma anche del superamento

delle barriere tra discipline scientifiche e umanistiche verso la conquista di un nuovo Umanesimo.

I destinatari di tale sistema sono gli alunni che vedranno affermata la loro dignità, le loro esigenze,

i diritti ed i valori attraverso la promozione dello studio, della conoscenza storico-critica e la

pratica delle arti, quali requisiti fondamentali del curricolo, con particolare riferimento alle

competenze sociali e civiche. Obiettivo prioritario sarà il sostegno e lo sviluppo della creatività

degli alunni, connessa alla sfera estetica ed alla conoscenza delle tecniche, tramite un’ampia varietà

di forme artistiche, tra cui la pratica musicale, la danza, le arti dello spettacolo, le arti visive,

l’artigianato artistico, sia nelle forme tradizionali che in quelle innovative. La legislazione

scolastica vigente riconosce un ambito vastissimo alle Istituzioni Scolastiche nella valorizzazione

del ruolo che la formazione musicale ricopre dalla scuola dell’infanzia fino alla scuola secondaria di

II° grado, ed è su tale presupposto che il nostro istituto in questi anni ha capitalizzato esperienze

in ambito musicale con laboratori di musica strumentale, digitale e corale nella scuola primaria ai

sensi del DM 8/2011 e conla pratica dello Strumento Musicale nella Scuola Secondaria di 1 grado.

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Nell’anno scolastico 2016/17 il nostro Istituto è stato sede di un Progetto Ministeriale Nazionale

“Musica è scuola: Musicando la scuola si ad…Opera” in collaborazione con il “Comitato per

l’apprendimento pratico della musica” presieduto dall’On. Luigi Berlinguer. Tale progetto

costituito in rete con altre 4 scuole del territorio nazionale, ha visto il nostro Istituto quale “centro

di supporto territoriale per la dimensione “Musico-artistico-espressiva”, sono stati attuati

Seminari, Convegni, Concerti, nonché corsi ed attività laboratoriali di formazione docenti. La

nostra scuola dunque si affaccia sul territorio come un innovativo polo di sperimentazione

musicale delle innovazioni didattico/normative per la valorizzazione professionale in un

poliedrico mosaico di esperienze musico-artistico-espressive. L’obiettivo a lungo termine che

dunque la nostra scuola si pone è quello di redigere un piano programmatico di attuazione delle

scelte educative, didattiche ed inclusive che la scuola è tenuta ad adottare nel Piano Triennale

dell’Offerta Formativa in adozione delle innovazioni legislative introdotte dal DPCM 30 dicembre

2017 “PIANO DELLE ARTI”.

2. Premessa culturale: verso la società della conoscenza

L’ampio e aggiornato quadro normativo concernente il Piano delle Arti mette al centro

dell’attenzione «la messa a sistema di istruzione e cultura, al fine di sviluppare una società della

conoscenza»1, ovvero quella knowledge society di cui si è occupato il Consiglio europeo del 2000.

Ancor prima, il Libro Bianco della Commissione Europea, “Crescita, Competitività, Occupazione. Le

sfide e le vie da percorrere per entrare nel XXI secolo”, del 1993, di Jacques Delors, e Libro Bianco

sull’istruzione e sulla formazione del 1995, di Edith Cresson, avevano posto le basi per il nuovo

ruolo dell’istruzione e della conoscenza nel XXI secolo:

L'istruzione e la formazione diventeranno sempre più i principali vettori d'identificazione, di

appartenenza, di promozione sociale e di sviluppo personale. È attraverso l'istruzione e la formazione,

acquisite in seno al sistema d'istruzione istituzionale, che gli individui si renderanno padroni del loro

futuro e potranno realizzare le loro aspirazioni.2

Ma è con la Strategia di Lisbona del 2000 che si stabilisce l’obiettivo di creare un’economia

basata sulla conoscenza, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile. Nelle intenzioni

del Consiglio, la conoscenza avrebbe dovuto assumere una centralità forte, fungendo da guida per

la crescita e la competitività. L’idea di una società fondata sulla conoscenza, basata sulla gestione

dell’informazione, segna il superamento dell’era industriale, fondata sui dispositivi meccanici.

Conoscenza, sapere, competenze, capacità di apprendimento e abilità, nell’analisi dei nuovi

conseguenti processi di produzione, risultano risorse sociali fondamentali.

Sinteticamente, la società della conoscenza potrebbe essere definita come una società che:

stimola e consente che tutti i suoi membri e gruppi sviluppino continuamente le loro conoscenze,

capacità e attitudini. L’istruzione è ancorata alla cultura come sua primaria condizione di esistenza. Ciò è

1 D. Lgs. 60/2017, Premessa. 2 Libro Bianco della Commissione Europea Insegnare e apprendere: verso la società conoscitiva, di Édith Cresson, 1995, disponibile on line: http://europa.eu/documents/comm/white_papers/pdf/com95_590_fr.pdf

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considerato altamente importante nei programmi di molte istituzioni sociali. Oltre ai sistemi di

istruzione numerose altre agenzie sono coinvolte, i mass-media, le organizzazioni sindacali, le industrie

e il commercio, i servizi sanitari, […] e quant’altro3.

Il Decreto Legislativo 60 del 2017 considera la centralità e la dignità dell’uomo come valori il

cui possesso è garantito dalla cultura umanistica e dal sapere artistico 4 . Ci possono essere

molteplici letture della società della conoscenza e ciascuna può derivare da una visione

multilaterale e interdisciplinare degli elementi che la distinguono, caratterizzandosi di volta in

volta come letture in chiave politica, sociologica, pedagogica, filosofica, ecc. Individuare i diversi

modi di concepire la società della conoscenza può consentire di definire con maggiore precisione i

concetti e gli assunti a cui esse rinviano.

Ruolo fondamentale assegnato alle istituzioni scolastiche è quello di sostenere questa

conoscenza critica e di favorire lo sviluppo della creatività, attraverso una vasta gamma di

possibilità artistiche, fra cui la musica. Fra gli aspetti innovativi del Piano delle arti va senza

dubbio segnalata la possibilità di creare reti non solo fra istituzioni scolastiche di ogni ordine e

grado ma anche attraverso la collaborazione con enti, privati e soggetti del terzo settore

riconosciuti a livello ministeriale. La sinergia fra i soggetti si trasforma in sinergia tra gli oggetti

del Piano, sia attraverso il dialogo fra i diversi linguaggi artistici, sia tra questi e le nuove

tecnologie5; il risultato di questo rinnovato curricolo sia orizzontale che verticale è dato dai “temi

della creatività”, che interessano varie aree artistiche, fra le quali è inserita quella musicale-

coreutica.

3. Aspetti psicologico-evolutivi e pedagogici.

La letteratura scientifica mostra inequivocabilmente che l’istruzione musicale più avviene in

maniera precoce più è in grado di produrre effetti positivi sullo sviluppo cerebrale, sia a livello

strutturale che funzionale.

Secondo la Teoria di E. Gordon “Riguardo al bambino dobbiamo ricordare che l’apprendimento

musicale inizia in utero. Come per il linguaggio, per il quale le ricerche hanno stabilito che è in

gravidanza che il bambino già sviluppa i collegamenti sinaptici nel cervello atti a prepararlo a

parlare, così per la musica si porranno le basi in tale periodo. Più saranno ricche le esperienze

sensoriali che gli offriremo già in utero, più lo predisporremo a tale apprendimento”

Detto ciò non bisogna pensare che la musica possa fare miracoli, semplicemente ogni tipo di

linguaggio acquisito aiuta l’apprendimento di altri linguaggi, è un vero e proprio ausilio. Ascoltare

della musica di qualità in gravidanza significa anche alimentare la relazione madre-bambino poiché

aiuta la loro comunicazione attuale ma soprattutto futura; il bambino vive con la mamma quelle

sensazioni di benessere che gli dona la musica.

Uno studio innovativo pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences” a cura

di Eino Partanen dell’Istituto di Scienze comportamentali dell’Università di Helsinki e colleghi in

3 A. Alberici, Imparare sempre nella società della conoscenza, Bruno Mondadori, Milano, 2002. 4 D. Lgs. 60/2107, art. 1, c. 1. 5 Ibidem, art. 3, c. 1.

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un’ampia collaborazione di istituti finlandesi, olandesi e danesi ha affermato che le sonorità

percepite dal feto possono influenzare lo sviluppo del cervello (cognitivo, affettivo e motorio) del

bambino e di conseguenza le future abilità linguistiche. I loro studi dimostrano che il cervello del

bambino in fase fetale è in grado di apprendere e, se stimolato, subisce delle mutazioni dal punto di

vista strutturale e proprio delle connessioni neuronali che possono influenzare lo sviluppo del

linguaggio durante l’infanzia.

Già Maria Montessori, in qualità di pedagogista ed educatrice, aveva basato la sua didattica

sulla stimolazione dei sensi attraverso suoni e rumori. Tra i vari materiali didattici ricordiamo le

famose “scatole dei rumori” o, ancora, la “serie di campanelli”. Lei stessa era convinta che la musica

potesse aiutare e potenziare la capacità di concentrazione, e aggiungere un nuovo elemento alla

conquista dell'ordine interiore e dell'equilibrio psichico del bambino.

Schellenberg (2005) ed altri ricercatori hanno mostrato come l’ascolto di musica e l’essere

sottoposti a lezioni di musica per periodi lunghi porta ad un aumento temporaneo ma significativo

della performance in una grande varietà di test cognitivi. Attraverso il metodo della

localizzazione cerebrale, è stato notato che durante l’ascolto di musica vengono attivate molte aree

del cervello: durante l’elaborazione della struttura armonica vengono attivate principalmente le

aree frontali inferiori; durante l’elaborazione della tonalità viene attivato principalmente l’emisfero

destro. Zatorre e Chen (2006) hanno mostrato che quando ascoltiamo un ritmo musicale vengono

attivate sia regioni motorie sia regioni uditive del nostro cervello. Draper e Gayle (1987) hanno

mostrato che la musica è, tra tutte le attività extra-scolastiche dei bambini, quella che produce

maggiori benefici e maggiori effetti positivi sulla performance in compiti di ragionamento spazio-

temporale. L’esposizione precoce alla musica produce benefici sullo sviluppo cognitivo di specifiche

abilità non-musicali. L’effetto Mozart è una controversa teoria scientifica, elaborata nel 1993 dai

fisici Gordon Shaw e Frances Rauscher. Secondo i due ricercatori, l'ascolto della sonata in re

maggiore per due pianoforti (K 448) di Wolfgang Amadeus Mozart causerebbe un temporaneo

aumento delle abilità spaziali. Pubblicata su Nature, questa ricerca venne contestata da altri

studiosi, Ma l’effetto Mozart venne nuovamente confermato da Rauscher e Shaw in un successivo

articolo del 1997, pubblicato su Neurological Research. I bambini provenienti da famiglie più attive

musicalmente sono sempre meno facilmente distraibili a scuola. Le attività musicali informali

vissute durante l’infanzia possono influenzare positivamente lo sviluppo di abilità uditive essenziali

per lo sviluppo del linguaggio e delle competenze di base che poi saranno utilizzate a scuola.

Sembra anche provato che le abilità musicali dei bambini non possano prescindere da

un’interazione che deve necessariamente avvenire con i propri genitori.

È stato quindi provato svariate volte che lo studio della musica porterebbe ad un miglioramento

proprio nello sviluppo cerebrale, in particolare se intrapreso tra i sei e gli otto anni, periodo d’età

definito da vari ricercatori come “finestra sensibile” perché, come spiega la psicologa Virginia

Penhune:

Imparare a suonare uno strumento richiede un buon coordinamento fra le mani e gli stimoli

visivi e uditivi, (…) probabilmente iniziare intorno a sette anni necessita della “costruzione”

di una struttura cerebrale adeguata, ottenuta potenziando le connessioni fra aree motorie e

sensoriali del cervello in un’età in cui l’anatomia è ancora sensibile ai possibili cambiamenti di

struttura, in cui c’è una maggiore “malleabilità” del sistema.

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Le successive e importanti competenze, come la capacità di elaborazione delle altezze, le prime

discriminazioni armoniche e le variazioni ritmiche si conseguono dai 6 ai 12 anni, età in cui lo

sviluppo musicale sembra procedere più lentamente ma in compenso va più in profondità.

Un altro grande studioso, Edwin E. Gordon, afferma: «Bisogna aiutare i bambini a diventare

buoni fruitori di musica, ascoltatori intelligenti…» La “Music Learning Theory” è un’importante

teoria ideata da Gordon che arriva a spiegare come venga appresa la musica; essa fornisce

all’insegnante un metodo sistematico per trasmetterla attraverso la cosiddetta “audiation”.

L’audiation è la capacità basilare per comprendere la musica, in particolare la sintassi della quale è

composta, e per l’arte dell’improvvisare, ovvero esprimersi liberamente in musica; audiation è “un

processo cognitivo attraverso il quale il cervello dà significato ai suoni musicali. Le varie sonorità

non sono di per sé musica ma lo diventano attraverso questa capacità che permette di attribuire un

significato; sicuramente quest’ultimo può variare in base al periodo d’età del soggetto, al grado di

attitudine musicale e al livello di educazione alla musica, ma soprattutto cambierà in base alla

persona stessa.

Un ulteriore contributo nello studio dell’apprendimento musicale lo ha dato Beth Bolton,

professoressa e attualmente preside della “Facoltà di Music Education and Therapy”

dell’università di Philadelphia, dopo aver lavorato a fianco di Edwin E. Gordon per molti anni.

Secondo la Bolton, la musica è un vero e proprio modo di comunicare, ed è essenziale che i

bambini acquisiscano tutte le capacità comunicative possibili per trovare una giusta dimensione

nella società odierna. La studiosa ritiene che attraverso un’adeguata educazione comunicativa

musicale si possa arricchire sia la vita del bambino sia la stessa società. La dottoressa ricorda come

i bambini, ancora prima di apprendere il linguaggio, abbiano la capacità di elaborare aspetti della

lingua stessa molto complessi già dai primi mesi di vita:

Se si guarda alla musica come ad un altro tipo di linguaggio perché è una stimolazione uditiva del

bambino, perché ha un'organizzazione, ha una sintassi simile alla lingua, la musica per la prima infanzia

fornisce al bambino un'opportunità di imparare un modo diverso di elaborare informazioni uditive che

può contribuire alla crescita del cervello in termini di elaborazione audio orale, che può contribuire alla

sua vita in termini di arricchimento, la musica è un modo per comunicare, e può invero assistere lo

sviluppo del linguaggio.

Fra le strategie pedagogiche legate alla musica, si può utilizzare la sonorizzazione di racconti,

storie, fiabe e poesie: questa metodologia è molto efficace per apprendere nuovi vocaboli e per

comprendere meglio il testo, confrontandosi in maniera interattiva con esso. Una metodologia che

sappia far comprendere agli insegnanti della Scuola e di ogni tipo di Comunità quanto sia

necessario, emozionante e stimolante far ricreare, interpretare e rivivere il linguaggio naturale e

ambientale attraverso una divertente ricerca e l’uso mirato di adeguati materiali che possono

sonorizzare racconti, favole e attività teatrali, è senz’altro l’ideale per portare gioiosamente le

scolaresche a comprendere ogni conseguente linguaggio non solo musicale, ma anche verbale,

grafico, pittorico e mimico-corporeo. È molto utile sonorizzare i testi poiché questa modalità

permette di selezionare le parti più importanti, comprendere il significato globale del testo,

apprendere nuovi vocaboli e, altro fattore non meno importante, se svolto in uno spazio consono

può permettere il libero movimento.

Un essenziale momento educativo per lo sviluppo globale del bambino è costituito

dall’associazione fra musica e movimento. Generalmente in quest’attività si utilizza un testo

fortemente strutturato per facilitarne la memorizzazione da parte dei bambini, dal momento che

viene eseguito durante un determinato movimento composto da gesti specifici. Con la ripetizione

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di questi testi predisposti, il linguaggio viene sempre più consolidato e la memorizzazione è

facilitata rispetto ad un testo in prosa senza un ritmo musicale. È evidente che i testi utilizzati

devono essere semplici, con varie ripetizioni, e le frasi non devono essere troppo complesse ma

piuttosto essenziali e concrete per permettere una migliore comprensione ma soprattutto

memorizzazione. Per completare il quadro relativo ai fondamenti psico-pedagogici sui motivi per i

quali lo studio della musica è da curare con grande attenzione, possiamo citare gli studi di Moreno

e Bidelman [2013], i quali esaminano i motivi per cui molte ricerche trovano effetti benefici del

training musicale in molte aree, dalle competenze uditive, a quelle cognitive più generali, e

propongono un modello multidimensionale per il quale il tipo di effetto transfer da un’attività ad

un’altra può essere caratterizzata da due dimensioni ortogonali continue: una dal livello del

processamento sensoriale, alle finzioni cognitive (basso verso alto), e l’altra da domini vicini al

dominio allenato (vicino verso lontano). In ultima analisi il beneficio che si ottiene attraverso

l’allenamento musicale su funzioni lontane dipenderebbe da quanto le abilità cognitive generali

(funzioni esecutive, intelligenza, memoria di lavoro etc) sono messe in gioco dalla musica.

La musica, nella quale si colgono i valori e gli atteggiamenti di una società, costituisce un

aspetto importante della vita degli adolescenti e conseguentemente assorbe una porzione

importante del loro tempo. Poiché gli adolescenti passano più tempo ad ascoltare musica rispetto

ad altri gruppi di età, Christenson e Roberts [1998] ritengono che la musica abbia un significato

cruciale in questa fascia di età anche rispetto alla televisione o ad altri media. Saarikallio sostiene

che le modifiche e le sfide della fase evolutiva dell’adolescenza portano a conflitti e irrequietezza

emotive che fanno aumentare la richiesta di forme di regolazione dell’umore [Saarikallio, Erkkillä

2007; Saarikallio 2011]. La musica a quest’età è un regolatore dell’umore, facilmente disponibile e

senza effetti collaterali [Schwartz, Fouts 2009], che costituisce anche un modo per evitare altre

forme di autoregolazione, come l’uso di droghe o alcool, così spesso ricercate dagli adolescenti.

Come dimostrato non solo dagli studi di laboratorio, ma anche dalle ricerche ecologiche e

sociali, la pratica musicale costituisce un efficace strumento per rafforzare lo spirito di gruppo e

favorire la solidarietà nell’ambito della propria comunità di appartenenza. Lo sviluppo delle abilità

comunicative e di interazione e quindi dell’intelligenza sociale presuppone una forma di

intenzionalità condivisa. Tale condivisione porta alla formulazione di intenzioni, all’assunzione di

impegni e alla realizzazione di attività, secondo uno sforzo congiunto allo scopo di migliorare le

proprie possibilità di sopravvivenza e di benessere all’interno di un gruppo [Kirschner, Tomasello

2010]. La ricerca dimostra che il fare musica e danza insieme incoraggia i partecipanti a

mantenere l’attenzione verso l’altro in modo da avere una costante percezione uditiva e visiva delle

intenzioni collettive. In tal modo fare musica insieme favorisce la partecipazione ad un obiettivo

comune attraverso il canto corale e la sincronia dei movimenti soddisfacendo il profondo desiderio

umano di condividere emozioni, esperienze e attività insieme ad altri.

Come documentato da altre ricerche, un altro aspetto interessante del training musicale è che la

musica attiva parti del sistema dopaminergico del rinforzo [Reward System] e quindi induce

plasticità anche attraverso questo sistema. Infatti, nei modelli animali e in parte negli studi con

umani la modulazione dei circuiti aminergici induce plasticità a livello corticale [Salimpoor et al.

2011]. Dallo studio è emerso che studiare la musica cambia la mente degli adolescenti: lo studio e

la pratica li rendono maggiormente in grado di concentrarsi sulle caratteristiche del suono e di

elaborarle a livello mentale. Questo miglioramento nelle abilità musicali provoca effetti positivi

anche nell’apprendimento in quanto le strutture neurali implicate nel processare le componenti di

una melodia sono le stesse che utilizziamo anche per comprendere i dialoghi. Quindi allenando con

la musica gli adolescenti si ottengono miglioramenti nello studio grazie al miglioramento delle

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capacità di linguaggio che aiutano a processare in maniera più efficiente le informazioni e le

nozioni. Gli studenti che facevano parte dei gruppi che svolgevano regolarmente attività musicali

avevano inoltre migliori capacità attentive: allo stesso modo in cui avevano imparato a

concentrarsi sul suono escludendo il rumore circostante, così riuscivano a mantenere un livello di

attenzione e concentrazione maggiore anche nei compiti di apprendimento.

4. Fonti normative: dalla Strategia di Lisbona al DPCM del 30/12/2017

Il percorso iniziato con la Strategia di Lisbona che ha trovato un’importante sviluppo nella

Raccomandazione 2006/962/CE, relativa alle competenze chiave per l’apprendimento

permanente. Il documento definisce 8 macrocompetenze (o “Competenze Europee”), ed invita gli

Stati membri a svilupparne l’offerta nell’ambito delle loro strategie di apprendimento permanente.

Le competenze chiave sono quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo

personali, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione:

1. comunicazione nella madrelingua;

2. comunicazione nelle lingue straniere;

3. competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia;

4. competenza digitale;

5. imparare a imparare;

6. competenze sociali e civiche;

7. spirito di iniziativa e imprenditorialità;

8. consapevolezza ed espressione culturale.

Un importante passaggio del documento stabilisce che esse sono considerate ugualmente

importanti: non va quindi stabilita tra di esse una gerarchia. Il legislatore italiano ha recepito con

rapidità la raccomandazione europea: già nell’agosto 2007 il Governo (Min. Fioroni) promulgava il

decreto (“Regolamento recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di istruzione”, D.M.

n. 139 del 22 agosto 2007) nel quale la raccomandazione veniva attuata.

Questa articolazione non copre però tutte le competenze chiave per l’apprendimento

permanente: pertanto il Ministero articola un secondo nucleo italiano, che chiama “competenze

chiave per la cittadinanza”:

1. Imparare ad imparare

2. Progettare

3. Comunicare

4. Collaborare e partecipare

5. Agire in modo autonomo e responsabile

6. Risolvere problemi

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7. Individuare collegamenti e relazioni

8. Acquisire e interpretare l’informazione.

Il successivo passaggio in chiave musicale è rappresentato dall’importante D.M. n. 8/2011, che

«ha per oggetto iniziative volte alla diffusione della cultura e della pratica musicale nella scuola,

alla qualificazione dell’insegnamento musicale e alla formazione del personale ad esso destinato,

con particolare riferimento alla scuola primaria» (Art. 1).

Sono tre i campi in cui tale decreto interviene:

1. la promozione di iniziative per diffondere la cultura e la pratica musicale nella scuola

primaria;

2. la qualificazione dell’insegnamento musicale;

3. la formazione del personale, in particolare gli insegnanti della scuola primaria.

Per “diffondere la cultura e la pratica musicale” e per “qualificare l’insegnamento musicale” si

punta alla individuazione di personale “qualificato”. Il DM n. 8/11, Art. 2, stabilisce in prima

istanza che tale personale sia individuato tra i docenti in organico: «Le istituzioni scolastiche

facenti parte del sistema nazionale di istruzione, anche attraverso specifici accordi di rete di cui

all’articolo 7 del Decreto dei Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, affidano

prioritariamente l’insegnamento curricolare di musica nella scuola primaria a docenti compresi

nell’organico ad esse assegnato , in possesso, oltre che dell’abilitazione all’insegnamento per la

scuola primaria, dei titoli di cui all’articolo 3».

Nel caso in cui tra il personale in organico nella scuola primaria non ci siano docenti in possesso

dei titoli citati, è possibile, tramite gli “accordi di rete” a cui fa riferimento l’Art. 2, utilizzare

«docenti delle classi di concorso A031, A032 e A077 nell’ambito dell’organico assegnato, purché

l’utilizzo di detto personale non produca esuberi nell’organico destinato alla scuola primaria» (Art.

3, comma 2).

Per quanto riguarda le indicazioni operative per l’attivazione dei corsi nella scuola primaria,

l’art. 4 fornisce una prima indicazione di carattere generale: «Al fine di sviluppare la pratica e la

cultura musicali strumentale e corale in tutti i gradi e gli ordini di scuola, di favorire la

verticalizzazione dei curriculum musicali, di valutare e valorizzare le pratiche didattiche e i

percorsi formativi dei personale docente preposto all’insegnamento delle discipline musicali, il

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca promuove specifici Corsi di pratica

musicale destinati a implementare l’approccio alla pratica vocale e strumentale e a fornire le

competenze utili alla prosecuzione dello studio di uno strumento musicale».

Nell’art. 5 si danno indicazioni concrete sul reclutamento del personale, anche attraverso «la

collaborazione con istituzioni, enti e associazioni di comprovata qualificazione nell’apprendimento

musicale dell’infanzia ovvero nella didattica della musica». Quanto previsto dall’Art. 5 dovrà

essere operativo in una struttura di rete, così come indicato dagli Art. 6 e 7.

Il D.M. n. 254/2012 recante le Indicazioni Nazionali per il Curricolo ha posto le basi per

una didattica in continuità. Queste sono un testo aperto nella realizzazione del processo educativo

che vede assoluti protagonisti gli alunni, le famiglie e i docenti. È, infatti, nella relazione tra questi

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soggetti e il territorio che si realizza il curricolo di scuola attraverso percorsi di apprendimento i

cui contenuti non dovrebbero basarsi esclusivamente sugli obiettivi richiesti dalla società

complessa, ma sui bisogni di crescita indispensabili per rendere possibili progetti di vita concreti

ed armonici. Ciò perché è nella ricchezza della relazione umana educativa che il docente è chiamato

ad interpretare e a creare ambienti e situazioni di apprendimento ora più che mai in modo

competente. Per questo motivo non si può non tenere conto della diversità, della complessità delle

intelligenze, delle esigenze della società odierna, per essere capaci di operare scelte sui saperi

essenziali ed irrinunciabili ed allo stesso tempo di coniugare i nuovi linguaggi con quelli più

tradizionali, anche in nuove visioni disciplinari e quindi transdisciplinari.

Il documento delle Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo

ciclo di istruzione afferma una dimensione verticale e comprensiva del primo ciclo di scuola, per

cui i docenti possono realizzare concretamente, in modo collegiale, dei curricoli in continuità, nel

rispetto delle diverse peculiarità disciplinari. Continuità ed orientamento dovrebbero essere,

quindi, i percorsi privilegiati di riflessione per la realizzazione dei curricoli nel primo ciclo, in cui le

discipline possono rafforzarsi attraverso la complessità crescente degli obiettivi proposti dalla

scuola primaria alla scuola secondaria ed attraverso l’esplicazione delle diverse pratiche

disciplinari ricorsive in entrambi gli ordini di scuola (suggerite nelle Indicazioni per alcune

discipline in piccoli paragrafi che indicano pratiche/dimensioni disciplinari).

Così nell’articolazione degli Obiettivi e dei relativi Traguardi, nel Documento si coglie il

suggerimento operativo per un’interpretazione aperta dei contenuti disciplinari, per concretizzare

momenti didattici senza confini e per predisporre ambienti di apprendimento in cui gli alunni si

abituino a ragionare criticamente sui saperi e a confrontarli.

Nella evoluzione dei Documenti nazionali proposti in questo ultimo decennio rimangono alcuni

punti di riferimento essenziali e significativi di cui tenere conto:

Società complessa e “Nuovo umanesimo”;

Visione europea della formazione;

Saperi nuovi ed essenziali;

Centralità della persona;

Riflessione sul ruolo del docente: facilitatore, mediatore, creatore…;

Scuola come comunità inserita in contesti di riferimento;

Opportuna ed efficace rendicontazione sociale;

Continuità dei processi nella continuità della crescita personale dell’allievo.

Il passo decisivo che ha condotto al Piano triennale delle Arti è stato compiuto con il già citato

D. Lgs. 60/2017, Norme sulla promozione della cultura umanistica, sulla valorizzazione del patrimonio

e delle produzioni culturali e sul sostegno della creatività, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181,

lettera g), della legge 13 luglio 2015, n. 107.

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Gli articoli sono suddivisi in cinque Capi. Capo I: Principi fondamentali; Capo II:

Organizzazione per la promozione della cultura umanistica, del patrimonio artistico e della

creatività; Capo III: Promozione dell’arte nel primo ciclo; Capo IV: Promozione dell’arte nel

secondo ciclo ed armonizzazione dei percorsi formativi della filiera artistico-musicale; Capo V:

Disposizioni finali.

I soggetti istituzionali richiamati nel decreto e che «concorrono, nei limiti delle risorse umane,

finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente, a realizzare un sistema coordinato per

la promozione e il potenziamento della cultura umanistica e della conoscenza e della pratica delle

arti» (Art. 2, comma 2 e Art. 4, comma 1) sono:

– Il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca;

– il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo;

– l’Istituto nazionale documentazione, innovazione e ricerca educativa (INDIRE);

– il sistema nazionale d’istruzione e formazione;

– le istituzioni dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica;

– le università;

– gli istituti tecnici superiori;

– gli istituti del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo;

– gli istituti italiani di cultura;

– le istituzioni scolastiche, anche organizzate in reti e poli;

– istituti e luoghi della cultura;

– enti locali;

– altri soggetti pubblici e privati ivi inclusi i soggetti del terzo settore operanti in ambito artistico e musicale, specificamente accreditati dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

Ovviamente ai soggetti istituzionali vanno aggiunti i docenti e gli studenti, destinatari e attori

delle disposizioni previste dal decreto. Oltre al generico “concorrere” citato sopra, il Decreto

delinea alcuni compiti specifici. Il Decreto 60 stabilisce che il Miur:

1. emani, entro 180 giorni, di concerto col Mibact, un decreto per definire i requisiti per

l’accreditamento dei soggetti del terzo settore (Art. 4, comma 2);

2. proponga, di concerto col Mibact, il “Piano delle arti” che viene adottato con decreto del

Presidente del Consiglio dei Ministri entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore del

Decreto 60 (Art. 5, comma 1);

3. si avvalga, «senza ulteriori oneri», anche dell’INDIRE per lo svolgimento di alcune

attività riguardanti i temi della creatività (cfr. l’elenco all’Art. 6);

4. ai fini del primo avvio dei “Poli a orientamento artistico e performativo” (cfr. Art. 11)

definisca con proprio decreto, entro 180 giorni e sentito il Mibact, «a) i criteri per la

costituzione dei poli; b) le finalità formative; c) i modelli organizzativi; d) i criteri per la

valutazione delle attività espletate dalle istituzioni scolastiche, con particolare riguardo

alle innovazioni metodologiche e curricolari»;

5. definisca con proprio decreto, entro 180 giorni e di concerto col Ministero dell’economia

e delle finanze, «a) le indicazioni nazionali per l’inserimento dell’insegnamento dello

strumento musicale, in coerenza con le indicazioni relative all’insegnamento della

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disciplina della musica, tenuto anche conto delle competenze richieste per l’accesso ai

licei musicali; b) gli orari; c) i criteri per il monitoraggio dei percorsi a indirizzo

musicale» (Art. 12, comma 3). In pratica verranno ridefinite le modalità di attivazione

dei corsi a indirizzo musicale, tenendo conto che l’Art. 16 abroga le disposizioni

contenute al riguardo nella legge n. 124 e nel decreto n. 201 del 1999 che mettevano in

ordinamento le SMIM;

6. in merito ai “corsi propedeutici” che potranno essere organizzati dagli istituti superiori

di studi musicali e coreutici (Art. 15), definisca con proprio decreto, da emanarsi entro

sei mesi e sentito il CNAM e previa intesa in sede di Conferenza unificata, a) i requisiti

di accesso per ciascuna tipologia di corso propedeutico, che devono tenere conto del

talento musicale della studentessa e dello studente e del possesso di un livello tecnico

comunque avanzato; b) le modalità di attivazione e la durata massima dei corsi

propedeutici; c) i criteri generali per la stipula di convenzioni con scuole secondarie di

secondo grado, a eccezione dei licei musicali, per l’accesso ai corsi propedeutici delle loro

studentesse e dei loro studenti e per la definizione del sistema dei crediti formativi

riconoscibili; d) la certificazione finale da rilasciare al termine dei corsi propedeutici,

illustrativa del curriculo svolto e dei risultati formativi ottenuti; e) i requisiti tecnici, le

conoscenze teoriche e i livelli minimi delle abilità strumentali e dei repertori specifici,

necessari per accedere ai corsi accademici di primo livello dell’offerta dell’alta

formazione artistica, musicale e coreutica» (Art. 15, comma 4).

I cinque decreti previsti saranno determinanti sul piano dell’organizzazione delle diverse

attività previste in quanto non solo dovranno definire compiti e responsabilità dei soggetti

attuatori, ma anche, in alcuni casi, i contenuti formativi.

Il cardine delle disposizioni del Decreto 60 è sicuramente il “Piano delle arti” che, come

specificato all’Art. 5, «è adottato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta

del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro dei beni e

delle attività culturali e del turismo, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del

presente decreto, nel limite delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione

vigente, incluse quelle recate dal presente decreto. Il Piano è adottato, con cadenza triennale,

anche valutate le proposte dei soggetti del sistema di cui all’articolo 4, è attuato in collaborazione

con questi ultimi e prevede azioni di monitoraggio sulla relativa attuazione».

In sintesi il piano dovrebbe contenere le seguenti misure:

– Sostegno alla realizzazione di un «laboratorio permanente di conoscenza, pratica, ricerca

e sperimentazione del sapere artistico e dell’espressione creativa» sulla base di «un

modello organizzativo flessibile e organizzativo».

– Supporto alla diffusione, nel primo ciclo di istruzione, dei poli a orientamento artistico e

performativo, di cui all’articolo 11 del presente decreto, e, nel secondo ciclo, di reti di

scuole impegnate nella realizzazione dei “temi della creatività”

– Sviluppo delle pratiche didattiche dirette a favorire l’apprendimento di tutti gli alunni e

le alunne e di tutti gli studenti e le studentesse, valorizzando le differenti attitudini di

ciascuno anche nel riconoscimento dei talenti attraverso una didattica orientativa.

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– Promozione di partenariati con tutti i soggetti istituzionali e del terzo settore per

condividere risorse laboratoriali, strumentali e professionali.

– Infine verranno incentivati tirocini e stage artistici all’estero «con particolare riferimento

ai licei musicali, coreutici e artistici».

“Principi e finalità” enunciati nell’Art. 1 del Decreto non rappresentano di fatto una novità:

sono gli stessi principi e finalità che, anche se espressi con terminologie un po’ diverse, compaiono

nelle vigenti Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo

d’istruzione. “Musica”, ad esempio, è ben presente nei curricoli della scuola dell’infanzia, primaria e

secondaria di I grado, con indicazioni sia per la pratica vocale e strumentale, sia per la fruizione

consapevole. Va ricordato comunque che principi, finalità e indicazioni operative erano presenti

anche nei programmi della scuola media del 1979, della scuola elementare del 1985 e negli

orientamenti per la scuola dell’infanzia del 1991. La novità consiste nel fatto che tali principi e

finalità sono estesi a tutti gli ordini di scuola, e quindi in particolare anche a tutte le scuole

secondarie di II grado, dove ad es. “Musica”, se si eccettuano i Licei musicali e coreutici, è di fatto

assente dal curricolo. L’art. 2 del Decreto sembra esplicito al riguardo, non facendo distinzione tra

ordini e gradi di scuola: «La progettualità delle istituzioni scolastiche, espressa nel Piano triennale

dell’offerta formativa, si realizza mediante percorsi curricolari, anche in verticale, in alternanza

scuola-lavoro o con specifiche iniziative extrascolastiche, e può essere programmata in rete con

altre scuole e attuata con la collaborazione di istituti e luoghi della cultura, nonché di enti locali e

di altri soggetti pubblici e privati, ivi inclusi i soggetti del terzo settore operanti in ambito

artistico e musicale».

Il Decreto, all’Art. 7, dà la possibilità (non l’obbligo) di costituire «Reti di scuole» per svolgere

alcune attività, quali: coordinare i progetti per i “temi della creatività”; valorizzare le

professionalità dei docenti «anche mediante appositi piani di formazione»; condividere risorse

strumentali e laboratori; stipulare accordi di partenariato con i vari soggetti, tra cui anche quelli

del terzo settore; organizzare eventi; promuovere la valorizzazione del patrimonio culturale del

territorio; attivare percorsi comuni per l’utilizzo delle tecnologie.

Ma oltre alle reti, il Decreto prevede, per le istituzioni scolastiche del primo ciclo di istruzione

del medesimo ambito territoriale, una struttura innovativa: i «Poli a orientamento artistico e

performativo» ai quali verranno destinati (incredibile a dirsi!) «specifiche misure finanziarie … nei

limiti della dotazione finanziaria del Fondo di cui all’articolo 17 del presente decreto» (Art. 11,

comma 5). Con apposito decreto del Miur, sentito il Ministro del Mibac, verranno definiti: «a) i

criteri per la costituzione dei poli; b) le finalità formative; c) i modelli organizzativi; d) i criteri per

la valutazione delle attività espletate dalle istituzioni scolastiche, con particolare riguardo alle

innovazioni metodologiche e curricolari» (Art. 11, comma 4).

I poli ovviamente non si occuperanno solo di musica, ma dovranno adottare curricoli verticali

«in almeno tre temi della creatività» che riguardano le seguenti aree: musicale-coreutico, teatrale

performativo, artistico-visivo, e linguistico-creativo (cfr. Art. 3, comma 1). Anche nella scuola

secondaria di I grado va garantito lo «sviluppo dei temi della creatività e il potenziamento della

pratica musicale» a cui «sono destinati i docenti facenti parte dell’organico dell’autonomia e del

contingente di cui all’art. 17, comma 3» (ndr: il 5% suddetto). Per questo grado di scuola è poi

previsto un apposito decreto per i nuovi percorsi a indirizzo musicale (Art. 12): «1. Ogni

istituzione scolastica secondaria di primo grado può attivare, nell’ambito delle ordinarie sezioni,

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percorsi a indirizzo musicale, prioritariamente per gruppi di studentesse e studenti, in coerenza

con il Piano triennale dell’offerta formativa. 2. Al fine di garantire la progressiva attuazione del

comma 1 e il riequilibrio territoriale, sono utilizzate le risorse del contingente dei posti

attualmente già destinati ai corsi a indirizzo musicale e l’organico del potenziamento». Alle scuole

secondarie di secondo grado è affidato il compito di organizzare «attività comprendenti la

conoscenza della storia delle arti, delle culture, dell’antichità e del patrimonio culturale, nonché la

pratica delle arti e della musica sviluppando uno o più temi della creatività, anche avvalendosi dei

linguaggi multimediali e delle nuove tecnologie» (Art. 13, comma 1). L’Art. 14 del Decreto

contiene alcune disposizioni specifiche per i licei musicali, coreutici e artistici, sia per

l’organizzazione dei corsi, sia in relazione alla possibilità di «stipulare accordi di programma,

anche con gli enti locali, per regolare forme di collaborazione” (comma 4). L’Art. 15 prevede che i

Conservatori di musica possano organizzare «corsi propedeutici nell’ambito della formazione

ricorrente e permanente … finalizzati alla preparazione alle prove di accesso ai corsi di studio

accademici di primo livello» (comma 3). Un apposito Decreto ministeriale definirà requisiti di

accesso, durata, criteri per la stipula di convenzioni con le scuole secondarie di secondo grado, la

certificazione finale, le competenze necessarie per accedere ai corsi accademici dell’Afam (comma

4), nonché per l’accesso ai licei musicali e coreutici (comma 2). Ulteriori disposizioni riguardano i

cosiddetti corsi preaccademici e le attività formative per i “giovani talenti” (Art. 15, commi 5 e 6).

Con il D.M. 851 del 27 ottobre 2017, “Criteri e parametri per l’assegnazione diretta alle

istituzioni scolastiche, nonché per la determinazione delle misure nazionali relative alla missione

Istruzione Scolastica, a valere sul Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche”, si

definiscono i criteri ed i parametri per l'assegnazione di fondi alle istituzioni scolastiche statali, al

fine del raggiungimento dei fini dell'equità, qualità ed inclusività del Sistema nazionale di

istruzione e di formazione, quali presupposti per garantire i diritti di cittadinanza attiva e

consapevole e la crescita economica e sociale del Paese.

In coerenza con il quadro culturale e normativo esistente, sono individuate tre aree d'intervento prioritario:

a) area "Inclusione e successo formativo", concernente lo sviluppo e la ricerca di innovazioni didattiche, il potenziamento delle metodologie e degli strumenti funzionali all'inclusione scolastica e sociale e al successo formativo di ciascuno, il miglioramento del sistema di istruzione e formazione attraverso il rafforzamento delle competenze di base e trasversali, anche creative, quali presupposti per la partecipazione e la cittadinanza attiva e consapevole.

b) area "Innovazioni a supporto dell’autonomia scolastica", concernente gli strumenti per l'innovazione del sistema scolastico dal punto di vista ordinamentale, dei curricoli, dello sviluppo dei processi di valutazione nonché il supporto alle istituzioni scolastiche nelle innovazioni strutturali, sia in relazione all'edilizia scolastica che alla scuola digitale.

c) area "Infrastrutture", concernente lo sviluppo di infrastrutture strumentali e di piattaforme tematiche a supporto delle azioni nazionali per l'attuazione dell' autonomia scolastica.

All’articolo 20, il D.M. 851 affronta il tema del Potenziamento dell'attività musicale e

dell'attività teatrale, per le quali viene destinato un finanziamento secondo la seguente ripartizione:

a) implementazione di laboratori territoriali e di progettualità per lo sviluppo dell'area

musicale, coreutica e teatrale, da realizzarsi a cura delle istituzioni scolastiche, organizzate in reti e/o in poli a livello regionale;

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b) diffusione a livello nazionale di pratiche, metodologie e modelli innovativi attraverso l'organizzazione di seminari di studio a cura delle tre scuole polo nazionali individuate nelle tre macro aree geografiche.

Il Piano nazionale per il potenziamento dell'attività musicale e dell'attività teatrale nelle scuole

è coordinato dalla Direzione generale per lo studente, l'integrazione e la partecipazione. L’applicazione di questo Piano è stata ulteriormente chiarita attraverso la Circolare MIUR 915 del 22 febbraio 2018. Gli ambiti di intervento individuati sono i seguenti:

1. attivazione di laboratori territoriali che riguardino attività musicali, coreutiche relative ai temi della creatività citati dal decreto legislativo n. 60 del 2017 e che affrontino almeno 4 fra le seguenti tematiche in considerazione dell’ordine di scuola a cui ci si rivolge:

a. la creatività; b. la corporeità e la danza; c. la verbalità e il linguaggio; d. la vocalità e il canto; e. la pratica dello strumento musicale e la musica d’insieme; f. la pratica del teatro musicale; g. l’ascolto attivo; l’integrazione delle espressioni artistiche fra di loro e con altri

linguaggi; h. le tecnologie attraverso pratiche musicali e di teatro-musica sperimentali,

innovative di produzione sonora.

2. organizzazione di un convegno - seminario a carattere regionale per la diffusione dei contenuti del Decreto Legislativo 13 Aprile 2017 n. 60 e per la conoscenza di buone pratiche didattiche e delle migliori esperienze metodologiche italiane e internazionali;

3. promozione di attività di concerti, di opere musicali e di teatro musica e di performance a scuola con la partecipazione attiva degli studenti e la collaborazione di musicisti, artisti, attori, registi ecc.;

4. promozione di attività formative per docenti che affrontino una o più delle tematiche di cui alla lettera a) del presente articolo, prevedendo, qualora possibile, anche il coinvolgimento dei docenti impegnati nei percorsi di istruzione e formazione di primo livello negli Istituti penali per i minorenni.

A conclusione di questo ampio iter legislativo, per come già previsto dal D. Lgs. 60/2017, si

attendeva il Decreto attuativo che è poi giunto come DPCM DEL 30/12/2017, G.U. 1 Marzo 2018 - Adozione Piano Delle Arti, con cadenza triennale finalizzata alla creazione di un sistema coordinato per la promozione dei temi della creatività.

Allegato A - PIANO TRIENNALE DELLE ARTI

Quadro generale dei principi fondativi

Nel Piano delle arti si esprime una nuova concezione della scuola in cui trova piena cittadinanza

la dimensione della conoscenza delle manifestazioni e l'espressività artistiche.

Le arti aggregano processi linguistici e conoscitivi, pensiero critico e metacognizione, profili

affettivi e stati emotivi: la scuola deve rappresentare il laboratorio naturale per una crescita

integrata e corale di queste facoltà umane, in cui conoscenza, azione, riflessione e recupero

dell'individualità espressiva si alimentano vicendevolmente in una circolarità virtuosa.

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Lo studio e la pratica delle arti guidano gli studenti a una sempre maggiore capacità di lettura

attiva e critica del reale, offrono loro una ulteriore possibilità di conoscenza ed espressione, li

mettono in relazione operosa e consapevole, cooperativa e non competitiva con altre persone. Ciò

si rivela tanto più necessario oggi, in un contesto comunicativo e sociale saturo di messaggi dei

quali occorre imparare a decodificare e padroneggiare gli idiomi.

Conoscere anche nella pratica i linguaggi artistici permette di elaborare forme personali di

rappresentazione della realtà nelle quali attivare le proprie facoltà intellettuali e sensoriali,

raccogliere e rielaborare fatti, opere e scoperte della storia dell'umanità, accedere ai quadri

simbolici e ai corrispettivi sistemi dinamici di significato maturando capacità di valutazione critico-

estetica e di pensiero originale.

La conoscenza e l'apprendimento pratico delle arti permettono di interiorizzare in modo

profondo e solido valori che sono alla base dei grandi temi transdisciplinari che investono la scuola

italiana, come lo sviluppo di reali pratiche inclusive, il contrasto alla dispersione scolastica, la

prevenzione alle azioni di bullismo, il recupero dell'individualità autentica del soggetto che pensa e

che comunica, la sinergia con lo sviluppo delle competenze digitali.

Studiare e praticare le arti sviluppa, infine, la dimensione sociale in termini di relazioni di

scambio e di reciprocità; rafforza il senso di appartenenza e di identità; rende consapevoli delle

conseguenze pubbliche di ogni atto umano. In tale prospettiva, ogni scuola contribuisce alla

promozione culturale e sociale del contesto in cui si colloca.

È importante dunque costruire, a livello locale e nazionale, esperienze di socializzazione e di

valorizzazione di queste attività in modo non occasionale né avulso dal contesto in cui si

manifestano. Sono infatti i sistemi culturali del territorio, le loro identità, il loro patrimonio

materiale e immateriale ad offrire l'oggettività di intenti e di indicazioni per arricchire il Piano

delle arti della piattaforma educativa. Occorre che i territori offrano ciò che per tradizione e per

progettazione è più pertinente e dunque maggiormente opportuno nella prospettiva della scelta

dei linguaggi espressivi offerti dal Piano delle arti. È necessario evitare la genericità e permettere

così alla formazione una duplice prospettiva: di essere un'esperienza tanto coerente e attiva

rispetto ai patrimoni quanto capace di arricchire di nuove declinazioni le stesse specificità delle

culture territoriali. Le scuole possono alimentare e rafforzare la cultura del territorio non solo

offrendo alla comunità, alle famiglie e alle istituzioni locali performance collettive ed eventi

artistici e musicali, ma soprattutto coinvolgendo, già in fase di progettazione, le istituzioni

culturali, associative e museali in particolare), le realtà produttive e imprenditoriali e il mondo del

terzo settore attorno a obiettivi educativi e culturali comuni.

Tutte le attività finalizzate allo studio, alla promozione e all'apprendimento pratico delle arti

progettate e realizzate dalle istituzioni scolastiche, anche attraverso reti e poli, si devono avvalere

di docenti qualificati per i loro curricula, per i titoli conseguiti, ma anche per le esperienze

artistiche, professionali e didattiche maturate e per gli apprendimenti non formali e informali

acquisiti.

Nelle proposte progettuali, le istituzioni scolastiche indicano i docenti coinvolti e specificano il

loro ruolo nel progetto in relazione alle competenze possedute e alle attività previste. Si sottolinea

l'opportunità di individuare come responsabili docenti già esperti nell' organizzazione di iniziative

didattico-performative complesse.

Per la piena realizzazione delle finalità del presente piano è opportuno che al corpo docente,

costituto sia da specialisti delle discipline artistiche sia da insegnanti di discipline curricolari non

artistiche, si affianchino altre professionalità, tra cui esperti specializzati nel settore delle arti

performative, applicate e figurative, artisti, letterati, personaggi di chiara fama nelle diverse aree

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culturali afferenti ai temi della creatività. Fondamentale è la sinergia costante e qualificata con i

rappresentanti delle istituzioni ed enti preposti alla tutela e valorizzazione del patrimonio

culturale.

Nelle azioni di raccordo con le più differenti professionalità, le istituzioni scolastiche coinvolte

adottano la maggiore flessibilità possibile, sfruttando le possibilità gestionali consentite

dall'autonomia scolastica.

A tale scopo, è necessario contemplare un coinvolgimento della comunità scolastica per

disegnare soluzioni organizzative differenziate in relazione alle specifiche situazioni territoriali e

alle risorse disponibili.

Pertanto, occorre che sia adottato un sistema di formazione continua destinato ai docenti

impegnati nei temi della creatività proprio con l'obiettivo di contribuire a disegnare un aspetto

nuovo della funzione docente, in grado di guidare l'esperienza artistica degli studenti verso un

livello alto di qualità attraverso una didattica realmente innovativa. Tutto questo deve

accompagnare il lavoro quotidiano, assecondare le iniziative e sostenere il percorso operativo di

tutte le figure professionali interessate al Piano delle arti.

Rispetto ai vari ambiti di competenza didattico-artistica, fondamentale è l'attivazione di

percorsi di sviluppo professionale da parte delle istituzioni dell'Alta formazione artistica e musicale

e delle Università, anche in collaborazione con enti del terzo settore altamente qualificati,

accreditati presso il MIBACT e il MIUR e in grado di esprimere formatori di eccellenza e

interventi pienamente spendibili nei contesti educativi in cui operano gli insegnanti coinvolti.

Istituzioni scolastiche e coinvolgimento interistituzionale

Concorrono a realizzare il sistema coordinato per la promozione dei temi della creatività nel

sistema nazionale di istruzione e formazione di cui all'art. 4 del decreto legislativo n. 60/2017 (in

seguito decreto legislativo) tutti i seguenti soggetti:

- il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca - MIUR;

- il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo - MIBACT;

- l'Istituto nazionale di documentazione innovazione e ricerca educativa (INDIRE);

- le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, organizzate nelle reti di cui all'art. 7 e nei poli

di cui all'art. 11;

- le istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica;

- le università;

- gli istituti tecnici superiori;

- gli istituti del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo;

- gli istituti italiani di cultura;

- altri soggetti pubblici e privati, in particolare quelli del terzo settore operanti in ambito

artistico e musicale, specificatamente accreditati dal MIUR e dal MIBACT. I requisiti per

l'accreditamento sono definiti con apposito decreto adottato dal MIUR di concerto con il

MIBACT ai sensi dell'art. 4, comma 2 del decreto legislativo.

In questo quadro così ampio e variegato le istituzioni scolastiche (ivi compresi i centri

provinciali per l'istruzione degli adulti e i percorsi di istruzione negli istituti di prevenzione e pena

e negli istituti penali per i minori) attraverso la progettualità contribuiscono alla promozione della

cultura umanistica, alla conoscenza del patrimonio culturale e della creatività e allo sviluppo delle

risorse culturali, materiali e immateriali secondo le specificità locali.

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Le istituzioni scolastiche, anche organizzate nelle reti di cui all'art. 7 e nei poli di cui all'art. 11,

promuovono incontri e laboratori di idee con i soggetti di cui all'art. 4 con l'obiettivo di

raccogliere, sintetizzare e strutturare in una proposta organica e integrata:

- un'analisi dei bisogni educativi, culturali ed espressivi individuati, nel rispetto dell'identità e

della reale vocazione del territorio di riferimento;

- una mappa delle risorse professionali, strumentali organizzative, didattiche e finanziarie

disponibili e/o potenzialmente accessibili, con particolare riferimento a protocolli, accordi,

convenzioni già esistenti a livello territoriale;

- una ricognizione e una analisi delle eventuali buone pratiche didattiche e organizzative che

rispondono ai bisogni analoghi a quelli intercettati nel proprio contesto;

- le misure di maggiore interesse e le singole azioni da includere nel PTOF.

Sulla base degli indirizzi emersi, delle risorse effettivamente disponibili, delle aree, delle misure

e delle azioni di interesse individuate, le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, organizzate

nelle Reti di cui all'art. 7 e nei poli di cui all'art. 11, in raccordo con i soggetti coinvolti e preposti

alla tutela, gestione e valorizzazione del patrimonio culturale eventualmente aderenti al

partenariato locale prevedono attività teoriche e pratiche, anche con modalità laboratoriale, di

studio, approfondimento, produzione, fruizione e scambio, in ambito artistico, musicale, teatrale,

cinematografico, coreutico, architettonico, paesaggistico, linguistico, filosofico, storico,

archeologico, storico-artistico, demoetnoantropologico, artigianale, a livello nazionale e

internazionale secondo le azioni individuate dal presente piano triennale.

Per dare luogo al sistema coordinato per la promozione dell'arte e della cultura umanistica nel

sistema scolastico e sviluppare le proposte progettuali le istituzioni scolastiche potranno inoltre

far riferimento:

- al protocollo MIUR-MiBACT «Creare occasioni di accesso al sapere» siglato in data 28

maggio 2014 (articoli 2, 3, 4, 6);

- alla Convenzione europea del paesaggio adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio

d'Europa a Strasburgo il 19 luglio 2000;

- alla Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore del patrimonio culturale,

«Convenzione di Faro» del 2005, sottoscritta dall'Italia nel 2013;

- al programma della Commissione europea «Creative Europe» Supporting Europès cultural

and creative sectors per il periodo 2014-2020;

- alla comunicazione della Commissione europea n. 477 del 22 luglio 2014 «Verso un approccio

integrato al patrimonio culturale per l'Europa»;

- alla raccomandazione 2006/962/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre

2006 relativa a competenze chiave per l'apprendimento permanente;

- a contributi multilingue tematici digitalizzati dai Paesi membri dell'Unione europea all'interno

di progetti finanziati dalla Comunità, quali la piattaforma culturale «Europeana».

Tutte le attività finalizzate allo studio, alla promozione e all'apprendimento pratico delle arti

progettate e realizzate dalle istituzioni scolastiche, anche attraverso reti e poli, si devono avvalere

di docenti qualificati per i loro curricula, per i titoli conseguiti, ma anche per le esperienze

artistiche, professionali e didattiche maturate e per gli apprendimenti non formali e informali

acquisiti.

Nelle proposte progettuali, le istituzioni scolastiche indicano i docenti coinvolti e specificano il

loro ruolo nel progetto in relazione alle competenze possedute e alle attività previste. Si sottolinea

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l'opportunità di individuare come responsabili docenti già esperti nell' organizzazione di iniziative

didattico-performative complesse.

Per la piena realizzazione delle finalità del presente piano è opportuno che al corpo docente,

costituto sia da specialisti delle discipline artistiche sia da insegnanti di discipline curricolari non

artistiche, si affianchino altre professionalità, tra cui esperti specializzati nel settore delle arti

performative, applicate e figurative, artisti, letterati, personaggi di chiara fama nelle diverse aree

culturali afferenti ai temi della creatività. Fondamentale è la sinergia costante e qualificata con i

rappresentanti delle istituzioni ed enti preposti alla tutela e valorizzazione del patrimonio

culturale.

Nelle azioni di raccordo con le più differenti professionalità, le istituzioni scolastiche coinvolte

adottano la maggiore flessibilità possibile, sfruttando le possibilità gestionali consentite

dall'autonomia scolastica.

A tale scopo, è necessario contemplare un coinvolgimento della comunità scolastica per

disegnare soluzioni organizzative differenziate in relazione alle specifiche situazioni territoriali e

alle risorse disponibili.

In questo ambito così innovativo, ma cruciale per il pieno sviluppo della cultura umanistica e

del sapere artistico, la formazione dei docenti impegnati nei temi della creatività costituisce una

delle priorità strategiche, come già indicato nell'art. 8 del decreto legislativo n. 60 e nel Piano

nazionale scuola digitale.

Gli interventi di formazione in servizio dei docenti impegnati nei temi della creatività sono

realizzati anche in collaborazione con i soggetti del sistema coordinato per la promozione dei temi

della creatività di cui all'art. 4 e per particolari settori quali la danza e il teatro, facendo specifico

riferimento alle istituzioni dell'Alta formazione, artistica, musicale e coreutica, che pur non avendo

una presenza diffusa sul territorio nazionale, sono riconosciute come luoghi di ricerca e

innovazione metodologica.

Pertanto, occorre che sia adottato un sistema di formazione continua destinato ai docenti

impegnati nei temi della creatività proprio con l'obiettivo di contribuire a disegnare un aspetto

nuovo della funzione docente, in grado di guidare l'esperienza artistica degli studenti verso un

livello alto di qualità attraverso una didattica realmente innovativa. Tutto questo deve

accompagnare il lavoro quotidiano, assecondare le iniziative e sostenere il percorso operativo di

tutte le figure professionali interessate al Piano delle arti.

Rispetto ai vari ambiti di competenza didattico-artistica, fondamentale è l'attivazione di

percorsi di sviluppo professionale da parte delle istituzioni dell'Alta formazione artistica e musicale

e delle Università, anche in collaborazione con enti del terzo settore altamente qualificati,

accreditati presso il MIBACT e il MIUR e in grado di esprimere formatori di eccellenza e

interventi pienamente spendibili nei contesti educativi in cui operano gli insegnanti coinvolti.

Gli interventi di formazione in servizio destinati ai docenti impegnati nei temi della creatività,

realizzati anche in collaborazione con i soggetti di cui all'art. 3 del presente decreto, saranno

definiti all'interno del Piano nazionale di formazione.

Temi della creatività

La progettualità delle istituzioni scolastiche, espressa nel Piano triennale dell'offerta formativa,

in linea con le misure e le azioni del presente piano, si realizza mediante percorsi curricolari anche

in verticale, a partire dalla scuola del primo ciclo d'istruzione, in alternanza scuola-lavoro (specie

se sperimentate nell'ambito del patrimonio culturale) o con specifiche iniziative extrascolastiche, e

può essere programmata in rete con altre scuole e attuata con la collaborazione di istituti e luoghi

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della cultura, nonché di enti locali e di altri soggetti pubblici e privati, ivi inclusi i soggetti del

terzo settore operanti in ambito artistico e musicale.

Tale progettualità deve essere volta a promuovere i «temi della creatività» di cui all'art. 3 del

decreto legislativo:

a) musicale-coreutico, tramite la conoscenza storico critica della musica, la pratica musicale,

nella più ampia accezione della pratica dello strumento e del canto, la danza e tramite la fruizione

consapevole delle suddette arti;

b) teatrale-performativo, tramite la conoscenza storico-critica e la pratica dell'arte teatrale o

cinematografica o di altre forme di spettacolo artistico-performativo e tramite la fruizione

consapevole delle suddette arti;

c) artistico-visivo, tramite la conoscenza della storia dell'arte e la pratica della pittura, della

scultura, della grafica, delle arti decorative, del design o di altre forme espressive, anche connesse

con l'artigianato artistico e con le produzioni creative italiane di qualità e tramite la fruizione

consapevole delle espressioni artistiche e visive;

d) linguistico-creativo, tramite il rafforzamento delle competenze logico-linguistiche e

argomentative e la conoscenza e la pratica della scrittura creativa, della poesia e di altre forme

simili di espressione, della lingua italiana, delle sue radici classiche, delle lingue e dei dialetti

parlati in Italia.

Priorità strategiche del Piano delle arti

Il Piano delle arti si pone le seguenti priorità strategiche:

promuovere lo studio, la conoscenza storico-critica e la pratica delle arti quali requisiti

fondamentali del curricolo, nonché, in riferimento alle competenze sociali e civiche;

sviluppare le capacità analitiche, critiche e metodologiche relative alla conoscenza del

patrimonio culturale nelle sue diverse dimensioni;

orientare e sostenere progetti di educazione, di pratica e di produzione artistica e

musicale per tutti e pienamente inclusivi, sin dalla scuola dell'infanzia;

promuovere gli apprendimenti scolastici attraverso lo studio e l'uso di strumenti e

linguaggi artistici, secondo un approccio inter- e transdisciplinare con l'obiettivo di

favorire una promozione integrata territoriale del patrimonio culturale;

sviluppare la conoscenza della produzione artistica del passato, delle sue tecniche e

l'utilizzo delle tecnologie digitali (strumenti diagnostici, conoscitivi, di manutenzione e

di rappresentazione, realtà aumentata, realtà virtuale, multimedialità, interattività, etc.)

nello studio, valorizzazione e divulgazione del patrimonio storico-artistico e nelle

pratiche artistiche;

favorire la creazione e la promozione dell'immagine del territorio mediante lo sviluppo

di progetti di ricerca e innovazione, basati sulla sinergia tra i linguaggi artistici e le

tecnologie digitali, ai fini della riqualificazione e valorizzazione del patrimonio culturale

locale nelle sue diverse dimensioni;

sostenere l'orientamento in entrata e in uscita degli studenti e l'alternanza scuola lavoro

in collegamento con istituti, luoghi e siti della memoria e della cultura;

valorizzare nell'ambito dei temi della creatività approcci formativi «non formali» e

metodologie fortemente laboratoriali in stretta connessione con la vocazione culturale

locale;

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garantire il pluralismo linguistico e l'attenzione alle minoranze e alle tradizioni popolari

locali;

valorizzare il patrimonio culturale materiale e immateriale nelle sue diverse dimensioni,

facilitandone la conoscenza, la comprensione e la fruizione da parte di tutti i tipi di

pubblico;

sviluppare e potenziare le opportunità di crescita ed apprendimento che la ricchezza

culturale, storica ed artistica possono creare;

favorire la costituzione di partenariati strategici con il coinvolgimento diretto di un

ampio numero di istituzioni culturali locali di riferimento per le specifiche proposte

progettuali e prevedere forme di coordinamento delle reti previste nel Piano stesso e a

livello interregionale, nazionale e internazionale nonché la connessione con reti e

programmi europei in ambito artistico e di promozione della cultura umanistica;

valorizzare, attraverso una fruizione consapevole e guidata, per lo sviluppo di capacità

analitiche e critiche, le risorse presenti a livello locale presso archivi, digitali e non,

biblioteche, musei, università, istituti di ricerca, fondazioni, associazioni culturali, enti

pubblici.

Misure ed azioni del Piano delle arti

Il Piano delle arti reca le seguenti misure declinate in specifiche azioni:

a) sostegno alle istituzioni scolastiche e alle reti di scuole, per realizzare un modello

organizzativo flessibile e innovativo, quale laboratorio permanente di conoscenza,

pratica, ricerca e sperimentazione del sapere artistico e dell'espressione creativa.

b) supporto alla diffusione, nel primo ciclo di istruzione, dei poli a orientamento artistico e

performativo, di cui all'art. 11 del presente decreto, e, nel secondo ciclo, di reti di scuole

impegnate nella realizzazione dei «temi della creatività».

c) sviluppo delle pratiche didattiche dirette a favorire l'apprendimento di tutti gli alunni e

le alunne e di tutti gli studenti e le studentesse, valorizzando le differenti attitudini di

ciascuno anche nel riconoscimento dei talenti attraverso una didattica orientativa.

d) promozione da parte delle istituzioni scolastiche, delle reti di scuole, dei poli a

orientamento artistico e performativo, di partenariati con i soggetti del Sistema

coordinato per la promozione dei temi della creatività, per la co-progettazione e lo

sviluppo dei temi della creatività e per la condivisione di risorse laboratoriali,

strumentali e professionali anche nell'ambito di accordi quadro preventivamente

stipulati dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, nonché dal

Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, di concerto con il Ministero

dell'istruzione, dell'università e della ricerca.

e) promozione della partecipazione delle alunne e degli alunni e delle studentesse e degli

studenti a percorsi di conoscenza del patrimonio culturale e ambientale dell'Italia e delle

opere di ingegno di qualità del Made in Italy.

f) potenziamento delle competenze pratiche e storico-critiche, relative alla musica, alle

arti, al patrimonio culturale, al cinema, alle tecniche e ai media di produzione e di

diffusione delle immagini e dei suoni.

g) potenziamento delle conoscenze storiche, storico-artistiche, archeologiche, filosofiche e

linguistico-letterarie relative alle civiltà e culture dell'antichità.

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h) agevolazioni per la fruizione, da parte delle alunne e degli alunni e delle studentesse e

degli studenti, di musei e altri istituti e luoghi della cultura, mostre, esposizioni,

concerti, spettacoli e performance teatrali e coreutiche.

i) incentivazione di tirocini e stage artistici di studentesse e studenti all'estero e

promozione internazionale di giovani talenti, attraverso progetti e scambi tra istituzioni

formative artistiche italiane e straniere, con particolare riferimento ai licei musicali,

coreutici e artistici.

Le misure a), b) ed h) spettano al MIUR, tutte le altre alle Istituzioni Scolastiche.

Per sostenere la realizzazione del Piano delle arti nelle sue diverse fasi, con decreto del

Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministero dei beni, delle

attività culturali e del turismo è istituito, senza ulteriori oneri, il Gruppo nazionale per l'attuazione

del Piano delle arti, facendo riferimento anche alle competenze presenti nel Comitato nazionale per

l'apprendimento pratico della musica. Tale gruppo collabora con i gruppi regionali per l'attuazione

del Piano delle arti e ha i seguenti compiti:

agevolare le collaborazioni e le sinergie tra le differenti istituzioni facenti parte del

sistema coordinato per la promozione dei temi della creatività di cui all'art. 4;

coordinare le attività di monitoraggio quantitativo e qualitativo previste dall'art. 5,

comma 1, destinate a rilevare con continuità i dati relativi all'attuazione del presente

Piano, utili al Governo dei processi e alla valutazione dei risultati;

individuare i criteri di selezione e valutazione per la scelta delle buone pratiche;

collaborare con INDIRE, il CEPELL e i soggetti del Sistema coordinato per la

promozione dei temi della creatività per la raccolta e la diffusione delle buone pratiche a

livello nazionale.

Il Gruppo nazionale per l'attuazione del Piano può avvalersi, nell'esercizio delle proprie

funzioni, della consulenza, a titolo non oneroso, di esperti delle associazioni professionali e

disciplinari della scuola, del Comitato scientifico nazionale per le indicazioni nazionali per il

curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione, degli istituti del Ministero dei

beni e delle attività culturali e del turismo e delle istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale

e coreutica, con particolare riferimento all'Accademia nazionale di danza e all'Accademia nazionale

di arte drammatica.

5. Riflessioni sulla Ricerca-Azione “Musica è scuola”

L’attività di ricerca-azione guidata dal Prof. Gianni Nuti nell’ambito del progetto nazionale

“Musica è scuola” ha permesso ai docenti che vi hanno partecipato di guardare alla propria

didattica con nuovi occhi, sviluppando in loro la capacità di mettersi in discussione dal punto di

vista didattico, spingendoli a sperimentare nuove strategie formative arricchite di creatività e

corporeità.

I giovani oggi vivono in un mondo preconfezionato dove premendo un pulsante ottengono

informazioni che non sono frutto di uno sforzo di ricerca creativo e personale, perciò, carenti del

percorso necessario che consenta loro di padroneggiare competenze mentali adeguate, rischiano

di perdersi nel mare delle innumerevoli informazioni che li travolgono e che non sono in grado di

decodificare.

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Nel recente passato il modo di vivere dell’uomo era diverso, esisteva un maggiore margine di

contatto con gli oggetti, i quali venivano utilizzati e manipolati costantemente. Il lavoro della

terra, non ancora reso inattuale dal proliferare delle macchine di produzione, consentiva di mettere

in comune esperienze artigianali che erano legate al fare pratico, che era, appunto un “fare”.

Quando questa dimensione viene accantonata, si tende a orientare il proprio pensiero in una

rete che può intrappolarlo nello stereotipo dell’astrattezza, il che fatalmente conduce alla perdita di

quella concretezza biologica e materica di cui l’uomo ha bisogno.

Anche l’atto stesso di scrivere a mano, rispetto ad una tastiera di computer, sollecita un

network neuronale che altrimenti va perso. Anche la musica deve fronteggiare questo pericolo,

soprattutto in considerazione di un certo tipo di didattica tradizionale basata esclusivamente sul

“metodo” infallibile distillato dal maestro che è altrettanto infallibile nella trasmissività di un

sapere eccessivamente teorico e che prescinde dalla concretezza del fenomeno sonoro. Ciò è ancora

più paradossale se si pensa che suonare è un “fare” per definizione.

Il laboratorio “Musica è scuola” si è basato proprio su questa integrazione del “fisico” nella

conoscenza, al di là di ogni specifico ambito disciplinare. Il filosofo John Dewey era consapevole di

questo primato dell’esperienza, come testimonia questo suo pensiero: “nella misura in cui l’azione,

il comportamento è reso centrale, le tradizionali barriere tra mente e corpo si dissolvono”.

Le idee di Dewey, inizialmente poco apprezzate, si sono invece dimostrate attuali e sono state

confermate dalle neuroscienze, che stanno evolvendo nella direzione del recuperare una relazione

diretta tra percezione, comprensione e rappresentazione del mondo e corporeità: come affermano

recentemente Caruana e Borghi, “ la maggior parte dei processi cognitivi superiori avviene

mediante i sistemi di controllo del corpo che agisce (2016).

Spesso la didattica dello strumento musicale blinda, a partire dal primo approccio, la relazione

con l’oggetto sonoro dentro una censura preventiva che impedisce di conoscere le possibilità dello

strumento dal punto di vista della produzione del suono, il gesto deve essere funzionale al suono

che si vuole produrre e non un movimento rigido o imposto che non è collegato ad un pensiero

musicale.

Nei bambini piccoli la conoscenza di un oggetto passa dalla manipolazione e dalla scoperta

sensoriale, così uno strumento musicale deve essere scoperto esplorando le innumerevoli quantità

di suoni che può produrre, lasciandolo cadere, percuotendolo, sfregandolo, pizzicandolo ecc. Lo

scarabocchio sonoro diventa il primo momento di approccio al suono che sarà sviluppato secondo

l’ascolto guidato di musica sempre più complessa.

La postura intesa come impostazione fissa uguale per tutti gli allievi e precondizione

obbligatoria per suonare uno strumento crea solamente rigidità e tensioni muscolari nocive alla

formazione di un pensiero musicale da trasferire sullo strumento. Come insegna Richerd Sennet, le

dita non devono assumere su uno strumento posizioni predefinite, imposte dal docente, ma

esplorano, sondano le possibilità cercando il suono, forgiandolo secondo un obiettivo di

intonazione, di colore e di intensità.

Il compito del docente può essere quello di suonare esempi musicali al proprio alunno,

guidandolo nella ricerca sonora e aiutandolo ad utilizzare il proprio corpo; in tal modo si

finalizzeranno i movimenti alla ricerca ed alla formazione dei suoni voluti, ascoltati in precedenza

e funzionali all’espressione massima del significato musicale intrinseco della partitura che si sta

eseguendo. L’allievo deve conquistare una rappresentazione convinta, risoluta ed espressiva dei

suoni prodotti e dei gesti correlati, il movimento non deve essere fine a se stesso ma deve essere un

gesto che veicola un significato, cioè un determinato suono o sfumatura che si vuole ottenere.

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E’ indispensabile essere trasparenti nella comunicazione padroneggiando in pieno i mezzi

tecnico-espressivi necessari a far passare un messaggio musicale con la dovuta chiarezza. Kant

definisce “Finestra della mente” la sapienza della mano di un musicista che parla attraverso le sue

dita. Suonando uno strumento musicale è indispensabile contrastare ogni interferenza muscolare

non funzionale, imparando a piegare il corpo e guidare i movimenti verso la ricerca

dell’espressività voluta dalla musica che si vuole interpretare, esercitare l’arte della ripetizione,

farsi guidare dalla relazione tra mano e occhio, tra visione ed atto motorio finalizzato a produrre

musica d’arte.

La sfida di una scuola nuova si gioca anche rispetto alle complessità verso le quali ci si deve

avvicinare senza scorciatoie, i giovani oggi devono recuperare il senso dell’impegno totale per il

raggiungimento di un alto obiettivo, in una prospettiva di curiosità e ricerca del bello. La scuola

deve essere un parco di avventure della conoscenza, senza saperi preconfezionati e percorsi

obbligati, ogni conquista deve essere frutto di un lento lavoro di ricerca, tanto di gruppo quanto di

ciascuno individuo. Cercare esperienze di bellezza equivale a tendere verso una meta estetica

secondo una forma dinamica che è trasversale a ogni disciplina e si identifica nella padronanza fine

del gesto, nel far vivere il manufatto e nella buona forma.

6. Progetto Scuola Polo Territoriale ad orientamento artistico e performativo

La nostra scuola attualmente ha proposto la propria candidatura per l’individuazione a livello

regionale di una Scuola Polo per l'implementazione di laboratori territoriali e di progettualità per

lo sviluppo dell'area musicale, coreutica e teatrale, relativa ai temi della creatività di cui all'articolo

3 lettera a) del decreto legislativo n. 60 del 2017 e del Decreto ministeriale n. 851/2017,

all’articolo 20, comma 2 lettera a).

L’I.C. Falcomatà-Archi si propone quale scuola capofila regionale di una rete intessuta attraverso

accordi ed intese con 26 Istituzioni del territorio calabrese. Tale progetto si rivolge a tutte le

istituzioni e docenti di ogni ordine e grado appartenenti al territorio locale e regionale (con

particolare attenzione ai docenti impegnati nei percorsi di istruzione e formazione di primo livello

presso gli Istituti penali per minorenni), proponendo percorsi innovativi di formazione

laboratoriale e di ricerca-azione al fine di connotare ulteriormente l’I.C. Falcomatà-Archi, già

scuola capofila regionale con il Progetto “Musicando: la Scuola si ad…opera” (Bando Miur ottobre

2015) , quale nucleo pulsante di un percorso/processo di innovazione musico-coreutico-teatrale

per l’affinamento della dimensione artistico-espressiva e della creatività. Si sperimenteranno

laboratori, iniziative culturali, accordi di Rete con Enti, Associazioni musicali e culturali, Istituti di

alta formazione, Conservatori, Università al fine di continuare l’attività intrapresa in ambito

musicale, artistico-espressivo, teatrale. Dalla sperimentazione (avviata fin dal 2010 con Musica

2020) di laboratori di musica corale per alunni di Scuola primaria fino all’attivazione, l’anno

successivo e nell’ambito del D.M. 8/2011, di laboratori di strumento musicale per alunni

appartenenti alle classi 3^, 4^ e 5^ di scuola Primaria, al Corso ad Indirizzo Musicale della scuola

secondaria di 1°grado (con lo studio curriculare dei 4 strumenti: violino, oboe, chitarra e

pianoforte) fino ai laboratori di musica digitale, poetici, artistici, teatrali ed alla musica d’insieme

realizzati con PON e Progetti d’Area, l’Istituzione si è mossa nell’intento di realizzare, attraverso

“le arti” forme integrate di orientamento, inclusione e riduzione della dispersione nonché di

valorizzazione del merito attraverso attività musicali, strumentali e corali, artistiche e teatrali sia

nell’ambito di PON che all’interno della vision/mission dell’Istituto declinata nel POF.

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In merito a quanto previsto dalla nota MIUR n°915 del 22.02.2018 che destina “…fondi alle

SCUOLE POLO REGIONALI per l'implementazione di laboratori territoriali e di progettualità relativi

allo sviluppo dell'area musicale, coreutica e teatrale, relativa ai temi della creatività a favore delle scuole di

ogni ordine e grado” si prevedono le seguenti finalità attese dalle progettazioni:

FINALITÀ GENERALI

➢ Potenziare le competenze nella pratica e nella cultura musicali, nell’arte e nella storia dell’arte, nel cinema, nelle tecniche e nei media di produzione e di diffusione delle immagini e dei suoni, anche mediante il coinvolgimento dei musei e degli altri istituti pubblici e privati operanti in tali settori ( art.1 L.107/2015 c.7 lett.C);

➢ “Aprire” l’I.C. al territorio provinciale e regionale, valorizzandolo soprattutto in merito all’aspetto afferente la connotazione della scuola come comunità attiva, aperta al territorio attraverso la condivisione delle sue esperienze, professionalità , strutture e proporlo quale ideale “Centro di supporto territoriale per la dimensione Musico-artistico-espressiva”;

➢ Potenziare le attività di ricerca-azione delle scuole coinvolte (40 scuole aderenti all’Accordo di Rete) e dei docenti attraverso quanto previsto dal Progetto in chiave territoriale, al fine di arricchire significativamente le conoscenze in ambito musicale ed artistico-espressivo degli alunni coinvolti attraverso le attività laboratoriali e arricchire le conoscenze e competenze in ambito teorico, didattico-laboratoriale, espressivo, progettuale dei docenti compresi nelle attività di formazione.

➢ Individuare contenuti significativi all’interno delle attività laboratoriali e socializzarli alle istituzioni scolastiche regionali coinvolte nella macro-sperimentazione/innovazione;

➢ Scoprire, stimolare e valorizzare le peculiarità emotive, espressivo-comunicative, creative e musicali dei soggetti istituzionali coinvolti nelle attività laboratoriali aperte al territorio;

➢ Attuare un clima di accoglienza e di attenzione alle relazioni, fondato sul dialogo, il rispetto, la attenzione alle diverse esigenze musicali ed artistiche prevenendo e rimuovendo ogni ostacolo alla piena condivisione di intenti e finalità in modo da agevolare l’incontro con tutte le Istituzioni scolastiche del territorio;

➢ Valorizzare la macro-innovazione curandone la dimensione inclusiva anche attraverso l’individuazione di percorsi laboratoriali rivolti sia alle “eccellenze” che alle “diversità”;

➢ Realizzare, in sinergia con le professionalità interne ed esterne coinvolte, un ambiente educativo, sereno e motivante, aperto alla collaborazione, alle novità culturali, allo scambio interculturale;

➢ Sviluppare la creatività intesa come potenziale educativo attraverso metodologie, tecniche,

percorsi aperti all’innovazione didattica ed alle richieste del territorio regionale;

➢ Promuovere, attraverso lo sviluppo dell’educazione alla convivenza democratica, il rispetto

dei principi sanciti dalla Costituzione Italiana nonché la conquista delle Competenze chiave

di cittadinanza europea.

ATTIVITÀ LABORATORIALI Attività laboratoriali e formative per docenti specialisti e generalisti in merito

all’insegnamento della musica e dell’educazione artistica nelle scuole di ogni ordine e grado

del territorio locale, regionale e transregionale, con particolare attenzione ai docenti

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impegnati nei percorsi di istruzione e formazione di primo livello presso gli Istituti penali

per minorenni e precisamente:

LA CORPOREITÀ E LA DANZA Laboratorio: “A CORPO… LIBERO”

Il laboratorio, rivolto ad alunni e docenti appartenenti ai tre ordini, svolto da esperti esterni

specialisti dell’esperienza corpo-ritmo-movimento, verrà data priorità al linguaggio del corpo

nell’esperienza ritmica ed espressiva: rappresentazione mimica, danza, coreografia, body

percussion, inteso, quest’ultimo, come percorso in cui il ritmo del singolo e del gruppo è l’oggetto

della sperimentazione laboratoriale. Il corpo viene inteso, nella ricerca laboratoriale, come

modalità primigenia per lo sviluppo della creatività.

Muovendo dall’assunto che il linguaggio corporeo è di immediata capacità espressiva ed è la prima

modalità comunicativa dell’essere umano, si intendono raggiungere i seguenti obiettivi:

promuovere la consapevolezza di sé e delle proprie capacità attraverso la libertà del

movimento;

favorire il potenziamento dei livelli di autostima ed i concetti di inclusione ed interazione

promuovere le relazioni interpersonali attraverso la condivisione dell’esperienza

coreografica (capacità di ideare, sperimentare ed eseguire semplici coreografie individuali ,

in coppia ed in gruppo);

sperimentare la pulsazione, il tempo musicale, il ritmo;

associare la propria espressività al ritmo d’insieme: ogni individuo sente la musica e si

esprime tramite il “suo” ritmo in modo autentico ed originale;

favorire la percezione della possibile musica d’insieme prodotta dal gruppo, eseguita con

l’uso di strumenti musicali a percussione, a scuotimento e della voce;

il ritmo collettivo: studio ed esecuzione di strutture poliritmiche provenienti da culture

musicali diverse (afro-cubana, brasiliana ecc.).

Ciò si armonizza con le indicazioni programmatiche dei vari ordini di scuola dell'obbligo e con le

finalità indicate nel PTOF come scelte didattico-educative della Scuola che favorisce, in primis, la

comunicazione in senso lato. Le attività verranno svolte da docenti dell’Istituto in collaborazione

con docenti, coreografi e ballerini professionisti del territorio attraverso la realizzazione di

attività teorico-pratiche movimento e pensiero cognitivo ed emotivo. che riguarderanno un

uso consapevole del corpo e la conoscenza dell’interazione fra gesto movimento e pensiero

cognitivo ed emotivo.

LA PRATICA DELLO STRUMENTO MUSICALE E LA MUSICA D’INSIEME

Laboratorio: IL LINGUAGGIO DEI SUONI

“Lo Sviluppo dell’espressione Musicale attraverso l’ascolto, la Pratica Strumentale e la Musica D’insieme”

Il laboratorio curerà sia aspetti squisitamente teorico -didattico-pratici , affidati sia alle risorse

professionali interne che ad esperti esterni sia dinamiche volte a potenziare ed approfondire

aspetti e valori più segnatamente inclusivi volti a realizzare percorsi di ascolto e rappresentazione

evocativa ( testi, rappresentazioni iconico/grafiche , poesie…) che intendono caratterizzare la

musica d’insieme come promozione di atteggiamenti inclusivi ed affermativi dei concetti di

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autostima, fiducia di base, relazionalità . Il laboratorio intende attivare attività di ricerca – azione

sperimentale rivolti a tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nella macro –innovazione territoriale

Obiettivi

-Apprendere le nozioni base del linguaggio musicale;

-Leggere semplici partiture musicali;

-Eseguire semplici brani strumentali.

- Valorizzare dinamiche inclusive (Educazione alla socializzazione, alla cooperazione, attenzione

alle diversità in senso lato, disponibilità all’ascolto ed all’autoanalisi ecc..

Risultati attesi: Al termine del percorso si prevede una performances orchestrale (Il linguaggio

dei suoni) ed una mostra esplicativa della ratio autentica delle scelte musicali effettuate attraverso

“linguaggi diversi”

(arti espressive in senso lato, prodotti digitali, performances individuali e di gruppo, certamen di

musica orchestrale …)

LE TECNOLOGIE ATTRAVERSO PRATICHE MUSICALI E DI TEATRO-MUSICA

SPERIMENTALI, INNOVATIVE DI PRODUZIONE SONORA

Laboratorio : MUSICA MULTIMEDIALE

“Paesaggi sonori tra tradizione ed innovazione tecnologica al servizio della creazione artistico-

espressiva

Attività: Introduzione alla composizione musicale; Iniziare a scrivere musica su Finale;

Coordinamento ritmico-melodico; Lo spartito elettronico; Il suono verticale; Gestione audio;

Analisi di musiche preesistenti; Coordinamento delle informazioni; Analisi delle competenze in

uscita

Contenuti : I software musicali; Caratteristiche di base di uno dei software di creazione musicale:

Creazione di file; Elementi di base della musica: melodia, armonia, ritmo; Creazione guidata di

semplici strutture melodiche al computer; Il ritmo come organizzazione delle durate temporali;

Creazione di uno spartito elettronico anche in chiave di rielaborazione creativa di materiali esterni;

Armonia e accordi come costruzione verticale del suono; Caratteristiche di base dei dati audio in

entrata e in uscita; Osservazione di brevi esempi tratti dalla letteratura e loro utilizzazione come

struttura di lavoro; Creazione al computer di composizioni creative dei ragazzi; Controllo dei dati

in uscita- Stampa dei dati-Condivisione dei contenuti acquisiti; Test di verifica delle competenze

acquisite

Competenze: Conoscere le tecniche di base di produzione creativa della musica; Riconoscere le

differenze tra gli elementi di base della musica; Applicare le competenze acquisite a supporto

multimediale in riferimento alla melodia; Estendere le competenze dall’area melodica a quella

ritmica; Acquisire tecniche di composizione creativa di musica; Saper riconoscere e utilizzare gli

accordi principali; Saper utilizzare le risorse audio del software; Saper riconoscere e sfruttare le

strutture musicali preesistenti; Saper comporre una breve e semplice melodia con

accompagnamento lavorando direttamente sul software. Analisi delle competenze in uscita:

Test di verifica delle competenze acquisite

LA PRATICA DEL TEATRO MUSICALE

Laboratorio : IL TEATRO E L’IDENTITÀ MUSICO-CULTURALE DELLA TRADIZIONE CALABRESE

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L’obiettivo tema del laboratorio verrà perseguito attraverso laboratori integrati “artistico/

musico/teatrali” indirizzato ad un’ampia platea che ricomprende le scuole di ogni ordine e grado

della Rete e del territorio regionale che, attraverso un percorso didattico-formativo, condurrà gli

alunni ed i docenti coinvolti nel percorso, alla realizzazione di un’opera musico-teatrale inedita e/o

originale ovvero riadattata collegata al la storia musicale ed al teatro calabrese. Il laboratorio si

qualifica per la sua natura multisistemica poiché il linguaggio musicale dovrà interfacciarsi con la

gestualità, la vocalità, la presenza scenico-teatrale, la drammatizzazione, la coreografia e la

scenografia con riferimenti agli autori del panorama musicale e culturale calabrese, anche con

riferimenti alla musica folk, popolare e tradizionale anche contemporanea . Finalità del laboratorio

saranno:

Interiorizzare la gestualità , la mimica , l’uso della parola attraverso un percorso musicale;

Potenziare le dinamiche linguistiche attraverso la parola cantata;

Acquisire la capacità di “improvvisare”, sia linguisticamente che vocalmente, attraverso

l’uso della parola finalizzata alla comunicazione musicale;

Interagire con strumenti comunicativi diversi (la gestualità, la mimica, la

drammatizzazione, la vocalità) ed interiorizzarne gli elementi costitutivi e caratterizzanti al

fine di rielaborarli in modo autonomo e creativo.

Metodologie: Il laboratorio che prevede la realizzazione di ampi locali attrezzati per

rappresentazioni sceniche, compresa una cabina di regia, monitor, telecamere fisse e mobili,

sistema di amplificazione ecc., verrà realizzato prevedendo la partecipazione di risorse

professionali interne, esperti teatrali, attori e coreografi, Enti ed associazioni musicali del

territorio, cantanti che svolgano anche un ruolo di formazione/tutoraggio nei riguardi dei

docenti e delle professionalità interne all’Istituto.

Risultati attesi: Le attività culmineranno in una performance artistico-musico-teatrale

esaustiva delle attività, presso un teatro cittadino.

ORGANIZZAZIONE DI UN CONVEGNO-SEMINARIO REGIONALE / NAZIONALE

Il D.Lgs. n°60 del 13 aprile 2017 : come “insegnare” la creatività attraverso la

valorizzazione del patrimonio culturale ed umanistico nazionale .

Il Convegno, di un giorno, vedrà la presenza di un parterre particolarmente ricco di nomi illustri

e di competenze di spessore nazionale del Comitato Nazionale per l’Apprendimento Pratico della

Musica per tutti gli studenti. Nel corso del Convegno troveranno spazio interventi altamente

qualificati e tematiche di particolare spessore, spunti di riflessione anche per le attività di ricerca –

azione future quali:

a. La cultura dell’etica, della legalità e della responsabilità;

b. Musica e nuove tecnologie;

c. Il potere della musica nella formazione multidimensionale dell’individuo;

d. Il livello di diffusione musicale nel territorio regionale;

e. Educare alla cultura umanistica e alla creatività: Studiare musica nella scuola italiana;

f. Potenziamento della competenza nella pratica e nella cultura Musicale –L.107/2015 art.1 c.7

lett.C, e D.Lgs n°60/2017;

g. Le iniziative, le attività e le regolamentazioni in via di definizione presso il MIUR a seguito

dell’emanazione della L.107 e decreti applicativi per la diffusione della pratica musicale nelle

scuole di ogni ordine e grado.

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Promozione di attività di concerti, di opere musicali e di teatro musica e di performance a

scuola con la partecipazione attiva degli studenti e la collaborazione di musicisti, artisti,

attori, registi ecc.

Promozione di almeno tre attività di concerti, di opere musicali e di performance musicali a scuola

con la partecipazione attiva dei ragazzi e la collaborazione , tra l’altro, di esperti, e di associazioni

quali AMA Calabria, CITIM, Conservatorio di Vibo Valentia e Reggio Calabria … con il

coinvolgimento delle istituzioni della RETE. In particolare, qualche laboratorio assumerà la

configurazione della simulazione d’impresa per far maturare ai ragazzi l’aspetto connesso

all’autoimprenditorialità, dei propri talenti e del patrimonio artistico locale oggetto della ricerca,

anche attraverso attività di simulazione d’impresa.

Il carattere innovativo si trova senza dubbio nella trasversalità della materia indotta a tutti gli

stakeholders delle istituzioni coinvolte, nonché nella metodologia dal “braccio” al coaching,

dall’aula frontale a quella multimediale. Innovativo è il risultato, che nella diffusione tra i docenti e

gli alunni diventano linee guida da poter utilizzare e diffondere. Innovativo è il concetto di poter

unire in un unico progetto formativo l’ambito normativo, con carattere di obbligatorietà e quello

ambito di approfondimento e raccordo interistituzionale fra tutti gli ordini di scuola di studio di un

curricolo territoriale, unitario organico verticale ed orizzontale che con attività di

incontro/confronto, rappresenti un’opportunità per le proposte culturali a livello locale e formare

competenti e consapevoli fruitori attivi/passivi. L’affiancamento del personale e degli alunni per

una maggiore efficacia dei risultati sarà un ulteriore elemento innovativo.

(Promozione di attività formative per docenti che affrontino una o più delle tematiche di

cui alla lettera a) del presente articolo, prevedendo, qualora possibile, anche il

coinvolgimento dei docenti impegnati nei percorsi di istruzione e formazione di primo

livello negli Istituti penali per i minorenni)

Il progetto intende promuovere attività formative per docenti e, in particolare:

Master class, per la formazione dei docenti della rete e del territorio che ne facciano

richiesta con il coinvolgimento dei docenti impegnati nei percorsi di istruzione e

formazione di primo livello negli istituti penali per i minorenni, a cura di esperti di

chiara fama in collegamento con le attività laboratoriali su indicate, nonché con il

coinvolgimento diretto del comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica.

Attività di ricerca-azione in collaborazione con Istituzioni culturali, di alta formazione,

soggetti accademici ecc…, su tematiche inerenti l’apprendimento pratico della musica, le

metodologie con confronti anche con il panorama europeo, le innovazioni tecnologiche, gli

orizzonti e gli sbocchi professionali e lavorativi della musica alla luce ed ai sensi della

L.107/2015 e dei decreti applicativi.

Attività di ricerca e documentazione del patrimonio culturale e musicale locale in

collaborazione con Istituti di alta formazione, tra cui Vibo Valentia e Reggio Calabria,

per lo svolgimento di opportune iniziative di formazione del personale docente.

Attività di ricerca di documenti, scritti, brani musicali degli autori/compositori calabresi

presso biblioteche pubbliche e private, enti culturali, privati…

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Realizzazione di una biblioteca/mediateca (piattaforma digitale) per la raccolta e

catalogazione della documentazione, prevedendo la realizzazione di locali appositi.

Messa in rete del patrimonio musicale locale “ritrovato” e dei materiali comunque

prodotti attraverso una “piattaforma digitale” a cura di esperti interni ed esterni;

Produzione di pubblicazioni per la necessaria raccolta e diffusione delle attività di

ricerca/azione e sperimentazione.

METODOLOGIE

Verrà utilizzata, in primis, la metodologia della RICERCA-AZIONE.

Il progetto si incardina su più azioni formative, che interessano il personale docente e gli alunni di

tutti gli ordini di scuola, nell’ottica del raggiungimento di un unico macrobiettivo, quello del

miglioramento “globale” dell’offerta artistico-musicale in una prospettiva territoriale attraverso la

costruzione di un curricolo musicale verticale, che si muova in maniera organica dalla scuola

dell’infanzia al liceo musicale e allinei le competenze in uscita degli alunni per l’accesso ai

conservatori presenti sull’intero territorio Regionale. Puntiamo al concetto di qualità, qualità della

formazione, dei servizi offerti, in maniera sostanziale e formale. Rispetto agli obiettivi, la strategia

è quella di accompagnare ed educare ad una compliance integrata, un percorso dinamico di

miglioramento continuo, organizzativo e gestionale, strutturato step by step, di monitoraggio dei

processi attivati e implementazione delle azioni di miglioramento. Gli strumenti fondamentali da

utilizzare in tale ambito saranno quelli tipici, materiali ed immateriali, strumentali alle azioni poste

in campo nella progettualità specifica. Strumenti preziosi saranno però le persone, che attraverso

la formazione, raggiungeranno competenze tali da poter gestire la scuola orientati alla qualità

generale

In coerenza con l’obiettivo territoriale di mettere in rete risorse e strumenti, l’istituto si impegna

nell’ambito della ricerca progettuale effettuata a documentare i risultati rendendo fruibili i

materiali prodotti in misura massima individuandone i destinatari in tutti gli stakeholders che

costituiscono la rete. La diffusione dei materiali avverrà in modalità multimediale, attraverso il sito

internet istituzionale dell’ente nella sezione trasparenza ed in rete tra i social dedicati ed i portali

degli altri enti coinvolti per la diffusione dei contenuti obbligatori e non nel rispetto della

normativa sulla de-materializzazione dei documenti amministrativi ed in funzione della esigenza di

razionalizzazione delle risorse economiche.

PROCESSI di REALIZZAZIONE

nell’arco del triennio la quantità delle iniziative promosse dalla rete di scuole in collaborazione con le realtà culturali dei loro reciproci territori è incrementata del 20%;

viene promosso almeno un evento pubblico l’anno come risultato di un lavoro di collaborazione interistituzionale e multiartistica che coinvolge almeno una istituzione museale, un ente pubblico e/o privato che si occupa di cinema, videomaking e audiovideo insieme alle scuole della rete e alla scuola polo.

allestiti almeno quattro laboratori musicali/coreutici/teatrali permanenti nei quali promuovere sperimentazione nei linguaggi artistici integrati e nel contempo nell’innovazione didattica in un’ottica inter- e transdisciplinare nonché di crescita delle professionalità artistiche; sono realizzate almeno tre attività di ricerca-azione nelle scuole coinvolte ai vari livelli territoriali e dei docenti attraverso quanto previsto dal Progetto in chiave territoriale;

sono promossi e realizzati almeno tre incontri interistituzionali l’anno per lo scambio di buone pratiche e il confronto su temi condivisi attorno ai temi delle arti;i docenti

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sperimentano almeno un percorso creativo-espressivo inter- e transdisciplinare durante ciascuno dei tre anni scolastici coinvolgendo almeno il 50% del corpo docenti della classe;

INDICATORI DI RISULTATO

• I docenti modificano le loro consuetudini professionali del 20% rispetto alle modalità di

lavoro adottate fino all’adozione del Piano: il loro bagaglio di conoscenze in ambito

didattico si è arricchito di almeno sei nuove strategie didattiche e hanno maturato

competenze per promuovere sistematicamente i principi della differenziazione didattica;

• Le Istituzioni scolastiche del territorio condividono in modo sistematico intenti e finalità

attorno a temi della musica e dell’arte attuando una collaborazione periodica fatta di

incontri scambio, momenti di riflessione comune, iniziative integrate e un sistema di

informazioni reciproche consolidato;

• nelle attività ordinarie e straordinarie delle scuole le differenze, in particolare le persone

con disabilità sono più integrate attraverso l’adozione di strategie didattiche creativo-

espressive: il loro coinvolgimento diretto e attivo nei gruppi classe è incrementato del

20% in termini di monte ore complessivo annuo;

• il numero di allievi che seguono percorsi verticali in discipline artistiche, musicali,

teatrali, coreutiche è incrementato del 10%;

VERIFICA E VALUTAZIONE IN ITINERE E FINALE/MODALITÀ DI

MONITORAGGIO (strumenti e obiettivi generali correlati):

1. incontri intermedi, inchieste, questionari, indagini sul campo attraverso osservazioni

sistematiche e pratiche riflessive per testare l’efficacia della sperimentazione, delle attività

di ricerca e di formazione a cura di una selezione di docenti dell’Istituto Falcomatà – Archi

e della RETE appositamente formata in elementi di docimologia e valutazione dei processi

educativi e sociali .

2. focus group, studi ed elaborazione di documentazione cartacea e multimediale colloqui e

interviste semistrutturate per una misurazione di efficacia del piano nella sua interezza

attraverso una metalettura delle varie azioni, degli eventi, delle attività didattiche ordinarie

e straordinarie per opera di una valutatore esterno di processi didattici, educativi e

perforativi in ambito artistico, musicale, coreutica teatrale e multimediale;

3. set di questionari di soddisfazione somministrati a allievi, insegnanti, formatori,

coordinatori di progetto, dirigenti, famiglie e personale non docente delle istituzioni, degli

enti e delle realtà informali coinvolte nella rete di territorio durante il triennio di

attuazione del Piano.