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ANNUARIO STATISTICO DELL’ IMMIGRAZIONE IN FRIULI VENEZIA GIULIA 2006 OSSERVATORIO REGIONALE IMMIGRAZIONE OSSERVATORIO REGIONALE IMMIGRAZIONE A cura di: Servizio per le politiche della pace, della solidarietà e dell’associazionismo STRUTTURA STABILE PER GLI IMMIGRATI

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ANNUARIO STATISTICO

DELL’ IMMIGRAZIONE

IN FRIULI VENEZIA GIULIA

2006

OSSERVATORIO REGIONALE IMMIGRAZIONEOSSERVATORIO REGIONALE IMMIGRAZIONE

A cura di:

Servizio per le politiche della pace, della solidarietà e dell’associazionismoSTRUTTURA STABILE PER GLI IMMIGRATI

STRUTTURA STABILE PER GLI IMMIGRATI - REGIONE FRIULI V.G. IRES FVG

ANNUARIO STATISTICO DELL’IMMIGRAZIONE IN FRIULI VENEZIA GIULIA 2006 1

INDICE

Capitolo 1 INTRODUZIONE......................................................................................3

Capitolo 2 PERMESSI DI SOGGIORNO .....................................................................7 2.1 Stima dei soggiornanti stranieri ..............................................................................7

Capitolo 3 ISCRIZIONI ANAGRAFICHE ..................................................................19 3.1 Le dimensioni delle presenze................................................................................ 19 3.2 Aree e Paesi di provenienza ................................................................................. 28 3.3 Le previsioni dei residenti stranieri ........................................................................ 45

Capitolo 4 IMMIGRAZIONE E MERCATO DEL LAVORO ...........................................51 4.1 Le dinamiche occupazionali degli stranieri in Friuli Venezia Giulia ............................. 51 4.2 Previsioni di assunzione di personale immigrato per il 2007 ..................................... 63

Capitolo 5 ISCRIZIONI SCOLASTICHE ...................................................................75 5.1 Le dimensioni della presenza................................................................................ 75 5.2 Aree e Paesi di provenienza ................................................................................. 96

Capitolo 6 ISCRIZIONI AL SERVIZIO SANITARIO................................................107 6.1 Le dimensioni delle presenze.............................................................................. 107 6.2 Aree e paesi di provenienza ............................................................................... 118

Capitolo 7 I PERCORSI MIGRATORI AL FEMMINILE ............................................137 7.1 La presenza delle donne immigrate in Friuli Venezia Giulia .................................... 137 7.2 I profili femminili dell’immigrazione ..................................................................... 142 7.3 La dimensione familiare delle presenze................................................................ 147 7.4 Le donne immigrate e il mercato del lavoro ......................................................... 159

ALLEGATO N.1 Stranieri residenti per comune…………………………………………..…..…163

ALLEGATO N.2 Tabella di classificazione dei paesi di provenienza…………..……...171

ALLEGATO N.3 Bibliografia e Sitografia……………….………….……………………….………..177

ALLEGATO N.4 Mappa e legenda Comuni……………….….……………………….……………..187

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Gli autori dell’Annuario intendono rivolgere un sincero ringraziamento al Servizio

per le Politiche della Pace, della Solidarietà e dell'Associazionismo - Struttura Stabile per gli Immigrati - della Regione Friuli Venezia Giulia, per aver creduto nell’importanza di questo strumento di conoscenza e per averlo sostenuto e promosso.

Si ringraziano tutti i referenti degli Enti - Coordinamento del Dossier Statistico

Immigrazione Caritas/Migrantes, Comuni, Agenzia del Lavoro e della Formazione Professionale, Unioncamere e Ministero del lavoro, MIUR Regionale e Nazionale, Università di Udine e Trieste, Agenzia Regionale della Sanità, Servizio Statistica della Direzione Regionale - che gentilmente hanno dato la loro disponibilità e prestato il loro contributo per la realizzazione di questo lavoro.

L’Annuario è stato realizzato dall'IRES FVG - Istituto di Ricerche Economiche e Sociali del Friuli Venezia Giulia.

Hanno prestato il loro contributo alla raccolta, all’analisi dei dati e alla redazione finale del Rapporto: Stefano Bertoni, Francesca Cappel, Lucia Dri, Roberta Molaro e Filippo Muzzi.

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Capitolo 1 INTRODUZIONE

Abbiamo tenuti aperti i confini del nostro pensare (Mihai Mircea Butcovan1)

Quanto le tematiche connesse con l’immigrazione siano ormai patrimonio comune e

oggetto di riflessione importante nei più diversi ambiti lo testimoniano, oltre ai numeri oggetto di studio e di commento in pubblicazioni come l’Annuario statistico, anche i segnali che provengono dai più diversi ambiti culturali.

Il fiorire di pubblicazioni, la diffusione di festival del cinema dedicati a paesi e culture diverse, il dibattito sempre più importante sulla cosiddetta “letteratura della migrazione” sono tutti segnali molto precisi di un mondo che intorno a noi continua a cambiare e a rimodellarsi e che si muove secondo traiettorie a volte tradizionali a volte imprevedibili o comunque non sempre facilmente classificabili. La forza di un dibattito che comunque è presente a livello europeo - e non solo - la si può cogliere attraverso una miriade di segnali che provengono proprio da ambiti e settori non riservati solamente ad una ristretta cerchia di studiosi, accademici o politici, ma aperti al confronto con un pubblico di dimensioni ben più vaste. Ecco allora, solo per fare un esempio, come possiamo vedere premiato alla Mostra del cinema di Venezia del 2007, col Leone d’Oro del Pubblico e della Critica, un film come Cous Cous (titolo originale Le Graine e le Mulet), del regista tunisino Abdellatif Kechiche che affronta secondo una particolare angolazione alcune problematiche dell’integrazione nel mondo del lavoro delle comunità immigrate a Marsiglia e dintorni. Al di là o meno del valore intrinseco dell’opera, rimane evidente come determinate tematiche siano penetrate profondamente nel dibattito culturale dell’intera Unione Europea, portando via via alla luce la necessità di un approccio aperto e multidimensionale di fronte a fenomeni non sempre facilmente inquadrabili e sintetizzabili in poche e, necessariamente, riduttive formule e definizioni.

Questa edizione dell’Annuario Statistico dell’immigrazione in Friuli Venezia Giulia viene a situarsi in un momento importante, che segna una svolta ulteriore nella storia dell’Unione Europea e quindi anche del nostro Paese e della nostra regione: la caduta definitiva dei confini tra i vecchi Paesi UE e i 10 Paesi che hanno fatto il loro ingresso nel 2005 e che tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008 sono entrati nella cosiddetta area Schengen, dalla quale rimangono per ora escluse solo Romania e Bulgaria (oltre a Irlanda e Regno Unito). Si tratta di provvedimenti che assumono una notevole valenza simbolica, oltre che di natura economica e

1 Da Mihai Mircea Butcovan, Borgo Farfalla, Edizioni Eks&tra, 2006

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sociale, dal momento che un’Unione Europea all’interno della quale un cittadino e un lavoratore possano muoversi in assoluta libertà su un territorio che va da Tallin a Lisbona è sicuramente un taglio netto con tutta una storia passata di divisione e una dimensione impensabile e difficilmente immaginabile fino a pochi anni fa.

Va precisato come poco al di là dei nostri confini la situazione sia ancora in evoluzione: proseguono infatti tuttora i fenomeni di frammentazione dell’Ex Jugoslavia, con la nascita nel corso del 2007 del Montenegro indipendente (anche se i dati presentati all’interno dell’Annuario sono riferiti al 2006 e non consentono di fare considerazioni e distinzioni tra la presenza serba e quella montenegrina) e con l’acceso dibattito sulla possibile indipendenza futura di regioni come il Kosovo.

La caduta delle barriere doganali, citata in precedenza, non è naturalmente un processo improvviso, ma solo la conclusione di un cammino in atto ormai da tempo e che sta cambiando in misura sensibile anche le caratteristiche dei flussi migratori diretti verso il nostro paese e verso la nostra regione.

Il rapido migliorare delle condizioni all’interno dei nuovi Paesi UE sta infatti determinando un ulteriore rallentamento della mobilità da queste aree verso la parte più sviluppata dell’Unione (stanno infatti rientrando anche alcuni fenomeni che avevano caratterizzato una primissima fase di ingresso, come quello più eclatante dell’immigrazione polacca verso il Regno Unito), mentre rimangono ben presenti, assumendo una posizione dominante i flussi dalle aree ancora escluse dai processi di integrazione definitiva come Romania e Bulgaria oppure dalle aree esterne ai confini UE (Ucraina, Moldova, Serbia piuttosto che Africa o Asia).

Anche in questi casi si tratta di fenomeni in rapida evoluzione e destinati a riservare non poche sorprese anche nel prossimo futuro: un esempio su tutti quello della Romania che pur continuando ad alimentare un flusso migratorio rilevante verso gli altri paesi UE, allo stesso tempo comincia a lamentare in maniera sempre più insistente carenze di manodopera in molti comparti. Evidentemente la crescita degli investimenti esteri verso queste aree o la maggiore disponibilità di Fondi Strutturali stanno determinando una crescita notevole delle performance economiche di questi Paesi. All’interno dei processi di ristrutturazione delle economie e dei mercati interni esistono ancora consistenti fasce di popolazione che non sono ancora state raggiunte dai benefici che vengono evidenziati dagli indicatori macro-economici e quindi si determinano ancora le condizioni che alimentano flussi consistenti di lavoratori verso l’esterno, ma è un panorama destinato probabilmente a mutamenti piuttosto rapidi. Tali cambiamenti non saranno senza conseguenze anche per quanto concerne gli equilibri interni che attualmente regolano il nostro mercato del lavoro nazionale e regionale e quelli del nostro sistema socio-economico più in generale. Basti pensare a quello che viene definito come il cosiddetto welfare internazionale, fondato sull’affidamento a forza lavoro straniera di buona parte del lavoro di cura e di assistenza della popolazione anziana non autosufficiente. Il rapido miglioramento delle condizioni di alcuni dei paesi che tradizionalmente riforniscono questo segmento di mercato non può non avere i suoi riflessi sulle caratteristiche dei flussi alimentati da questo particolare settore.

All’interno della nostra regione alcuni degli elementi evidenziati da questa edizione dell’Annuario per quanto concerne la composizione delle presenze di cittadini stranieri sono: - il progressivo riallineamento del territorio goriziano alle caratteristiche generali delle altre

province per quanto concerne l’equilibrio tra presenze maschili e femminili;

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- il fatto che nello stesso territorio la presenza bengalese sta per divenire la più importante per consistenza numerica, dato di assoluta rilevanza in una provincia di confine all’interno della quale storicamente le presenze più significative sono sempre state quelle legate ai flussi transfrontalieri e a quelli dai Balcani in generale;

- la crescita notevole della comunità rumena che negli ultimi anni ha alimentato i flussi più significativi verso la nostra regione;

- il consolidamento e rafforzamento della presenza di minori e donne che rendono sempre più evidenti i fenomeni di radicamento stabile della presenza straniera in regione (anche se per quanto concerne le donne, nel caso di alcune nazionalità, vanno fatte alcune distinzioni laddove si assiste ad un’immigrazione di donne sole, connessa con il lavoro di cura e di assistenza, in particolar modo da Ucraina, Polonia e Moldova).

Per quanto concerne le cifre oggetto di commento in questa edizione dell’Annuario Statistico va sottolineato come la presente pubblicazione si avvalga nel capitolo del lavoro di una serie di dati elaborati all’interno di uno studio messo a disposizione dall’Agenzia Regionale del Lavoro e della Formazione, a riprova di come l’interesse per le problematiche migratorie sia un punto centrale all’interno del lavoro complessivo dell’Amministrazione regionale.

Oltre ai capitoli tradizionali questa edizione contiene anche un approfondimento sulla presenza delle donne immigrate e sulle problematiche di genere alla luce dei dati a disposizione: la scelta della tematica in oggetto è estremamente significativa dal momento che la questione femminile è sicuramente uno degli aspetti più interessanti e una delle chiavi di lettura fondamentali del fenomeno migratorio.

A conclusione di queste note introduttive si vuole ricordare come il rapporto annuale realizzato venga a porsi in linea di continuità con le sette precedenti edizioni dell’ “Annuario Statistico sull’Immigrazione in Friuli Venezia Giulia”, divenuto ormai un prodotto “istituzionale” dell’IRES FVG: le prime due (1998 e 1999) sono state svolte dall’IRES FVG nell’ambito del progetto “Ethnos e Demos – Percorsi e modelli d’integrazione diffusa per l’immigrazione”, promosso e realizzato dalla Provincia di Udine, la terza edizione (2000) è stata realizzata sempre dall'IRES FVG su commissione della Provincia di Udine in collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia, attraverso il Servizio Autonomo per l'Immigrazione, mentre la quarta edizione 2001-2002 è stata commissionata integralmente all’IRES FVG dal Servizio Autonomo per l’Immigrazione e la quinta (2003), la sesta (2004) e la settima (2007) dalla Struttura Stabile per gli Immigrati della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

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Capitolo 2 PERMESSI DI SOGGIORNO

2.1 Stima dei soggiornanti stranieri

Nel presente capitolo verrà offerta una descrizione della presenza dei cittadini stranieri in Friuli Venezia Giulia sulla base dei dati relativi ai permessi di soggiorno rilasciati dalle questure della nostra regione: la fonte dei dati analizzati nel seguito è rappresentata dalla base informativa fornita annualmente dal Rapporto Immigrazione - Dossier Statistico 2007 realizzato dalla Caritas/Migrantes, giunto oramai alla sua XVII edizione, che stima il numero effettivo di tale presenza attraverso un attento lavoro di comparazione tra diverse fonti e archivi.

L’equipe scientifica del Dossier Caritas/Migrantes stima che all’inizio del 2007 la popolazione straniera regolarmente soggiornante in Italia sia pari a 3.690.000 unità. Per numero di presenze regolari l’Italia si trova al vertice in Europa insieme alla Spagna, seguite dalla Germania, paese che dopo aver superato il tetto di 7milioni registra un aumento annuale al di sotto delle 50mila unità. In Italia l’incidenza percentuale degli stranieri è di 1 ogni 16 abitanti, un punto al di sopra della media europea. Si tratta solo in parte di extracomunitari: un quarto (900mila persone) viene dall’Unione Europea, e in particolare dalla Romania (più di 500mila, molti di più dei friulani e dei veneti che emigrarono in quel paese a partire dalla fine dell’Ottocento) e dalla Polonia (quasi 100.000).

In Italia ogni 10 presenze immigrate 5 sono europee, 4 suddivise tra africani e asiatici e 1 americana. Paesi come il Marocco e l’Albania sfiorano le 400mila unità, mentre per l’Ucraina, al quarto posto, se ne contano 200mila e ad essa è affiancata la Cina, mentre raggiungono quasi le 100mila unità Moldova, Tunisia, India e, come già anticipato, la Polonia.

Durante il 2006 si è registrata a livello nazionale una crescita in termini assoluti pari a 700.000 persone; nel passato gli aumenti rilevanti della popolazione straniera avvenivano a seguito delle regolarizzazioni, cioè di provvedimenti straordinari varati dal Governo italiano per l’emersione degli irregolari. Negli ultimi due anni, quindi nel passato più recente, l’incremento degli stranieri soggiornanti è stato significativo anche in assenza di regolarizzazioni. Queste forti dinamiche si devono al fabbisogno di manodopera aggiuntiva da parte delle industrie, ma anche delle famiglie (540.000 domande), ai ricongiungimenti familiari (poco meno di 100.000) e alle nuove nascite tra gli immigrati (poco meno di 60.000).

Il comitato scientifico della Caritas/Migrantes per giungere a quantificare il numero dei soggiornanti presenti in Italia a fine 2006 ha preso come base la stima relativa al 31 dicembre 2005, aggiungendovi successivamente i nuovi nati nel 2006, le domande presentate per assumere lavoratori derivanti dalle quote fissate nel 2006 (cioè le domande per chiamata nominativa relative al Decreto Flussi 2006), i visti rilasciati per ricongiungimento familiare, per studio universitario (o comunque studio di una certa stabilità), per motivi religiosi e per residenza elettiva.

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Attraverso questa metodologia si stima che in Italia a fine 2006 i soggiornanti abbiano raggiunto circa 3.690.000 unità, più di 650mila rispetto all’anno precedente, corrispondente ad un incremento del 21,6% (Tabella 2-1).

In Friuli Venezia Giulia i soggiornanti regolari passano da 83.441 stimati a fine 2005 a 98.881 stranieri a fine 2006, registrando una crescita in valore assoluto pari a oltre 15mila presenze, e in valori percentuali pari al 18,5%; si tratta di una crescita considerevole, tuttavia inferiore sia a quella media nazionale (+21,6%) che a quanto registrato nel Nord Est (+23,5%). L’incidenza del totale dei permessi rilasciati in ambito regionale rispetto al totale nazionale è pari al 2,7%, invariata rispetto a quanto rilevato per il 2005.

Tabella 2-1: stima dei soggiornanti stranieri regolari per regione, 2005 e 2006 (v.a. e distribuzione percentuale e variazione percentuale)

Regioni 2005 % 2006 %var %

2005-2006

Val d'Aosta 5.334 0,2 6.325 0,2 18,6 Piemonte 238.161 7,8 292.886 7,9 23,0 Lombardia 711.059 23,4 850.873 23,1 19,7 Liguria 78.706 2,6 94.446 2,6 20,0

Nord Ovest 1.033.260 34,0 1.244.530 33,7 20,4

T rentino Alto Adige 61.811 2,0 68.825 1,9 11,3 Veneto 315.747 10,4 398.099 10,8 26,1 Friuli-Venezia Giulia 83.441 2,7 98.881 2,7 18,5 Emilia Romagna 312.123 10,3 388.203 10,5 24,4

Nord Est 773.122 25,5 954.008 25,9 23,4

Toscana 244.671 8,1 289.775 7,9 18,4 Umbria 62.141 2,0 77.924 2,1 25,4 Marche 94.916 3,1 115.715 3,1 21,9 Lazio 418.823 13,8 500.007 13,6 19,4

Centro 820.551 27,0 983.421 26,7 19,8

Abruzzo 46.360 1,5 59.209 1,6 27,7 Campania 136.359 4,5 168.285 4,6 23,4 Molise 4.875 0,2 6.632 0,2 36,0 Basilicata 7.676 0,3 10.735 0,3 39,9 Puglia 60.152 2,0 73.610 2,0 22,4 Calabria 42.599 1,4 57.822 1,6 35,7

Sud 298.021 9,8 376.293 10,2 26,3

Sicilia 90.235 3,0 107.196 2,9 18,8 Sardegna 19.955 0,7 24.603 0,7 23,3

Isole 110.190 3,6 131.799 3,6 19,6

Italia 3.035.144 100,0 3.690.051 100,0 21,6 Fonte: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes

Se lo sguardo si posa sulle differenti macroaree territoriali possiamo notare come il

Nord Ovest si riconferma anche per il 2006 come l’area geografica in cui si concentra la percentuale più consistente di cittadini stranieri soggiornanti, pur riducendosi leggermente dal 34,0% del 2005 al 33,7% del 2006.

Il Nord Est oltre a segnare un certo recupero nel peso complessivo rapportato al numero di soggiornanti a livello nazionale, passando nel biennio da 25,5% a 25,9%, evidenzia

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un incremento percentuale superiore a quello rilevabile nel Nord Ovest, presentando una variazione pari al 23,4% a fronte del 20,4% del Nord Ovest.

Il Centro, che nel 2005 raccoglieva al proprio interno il 27,0% dei permessi rilasciati, ora ne concentra il 26,7% e segnala un tasso di incremento corrispondente al 19,8% nell’ultimo biennio. Il Sud manifesta nel biennio l’incremento percentuale più elevato essendo pari addirittura a 26,3%: tale area geografica a fine 2006 condensa oltre il 10% della presenza regolare di soggiornanti.

Tra le diverse regioni quelle che hanno conosciuto il maggiore incremento percentuale tra il 2005 e il 2006 sono state al Nord il Veneto (+26,1%), al Centro l’Umbria con il 25,5%, al Sud troviamo nell’ordine Basilicata (+40%), Molise e Calabria con variazioni percentuali superiori al 35%.

In termini di capacità di concentrare i soggiornanti sul proprio territorio regionale rispetto al totale nazionale emergono sempre la Lombardia e il Lazio ai primi posti, rispettivamente con il 23,1% (pari a 850mila soggiornanti) e con il 13,6% (pari a 500mila soggiornanti), seguite dal Veneto (10,8% con quasi 400mila soggiornanti) e dall’Emilia Romagna (10,5% con 388mila stranieri).

Figura 2-1: incidenza percentuale degli stranieri soggiornanti sulla popolazione totale residente nel 2006, per regione

9,2

9,1

8,9

8,9

8,3

8,2

8,0

7,8

6,9

6,7

5,1

4,5

2,9

2,9

2,1

2,1

1,8

1,8

1,5

5,9

Emilia Romagna

Lazio

Lombardia

Umbria

Veneto

FRIULI VG

Marche

Toscana

Trentino Alto Adige

Piemonte

Liguria

Val d'Aosta

Abruzzo

Campania

Calabria

Sicilia

Molise

Puglia

Basilicata

Sardegna

Fonte: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes

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L’incidenza percentuale degli stranieri soggiornanti sul totale della popolazione residente (Figura 2-1) pone il Friuli Venezia Giulia al sesto posto in Italia con 8,2% a fine 2006, mentre nel 2005 era al quinto con il 6,9%; i primi posti sono ora occupati dall’Emilia Romagna con 9,2%, Lazio con 9,1%, Lombardia e Umbria con 8,9% e Veneto con 8,3%.

Tali valori sono determinanti e alquanto significativi al fine di cogliere l’importante contributo fornito dal fenomeno migratorio sia in Italia, ma anche nella nostra regione per tentare di raggiungere e mantenere gli equilibri demografici, sociali ed economici.

Il confronto e l’analisi delle diverse manifestazioni dell’immigrazione su base geografica è di fondamentale rilevanza poiché permette di verificare come i flussi migratori continuino ad indirizzarsi verso quelle aree che sul piano nazionale sono in grado di offrire maggiori e migliori opportunità occupazionali. Per quanto riguarda il Sud e le Isole invece, area tradizionalmente più svantaggiata, si conferma nuovamente come le diverse regioni si posizionino tutte in fondo alla graduatoria, essendo molto spesso solamente un punto d’approdo per flussi di lavoratori che poi successivamente tendono a spostarsi verso le zone più sviluppate del Paese.

La Figura 2-2 illustra l’incidenza dei soggiornanti rispetto alla popolazione totale residente confrontando la situazione dell’ultimo biennio rilevata per il Friuli Venezia Giulia con il dato del Nord Est e quello complessivo nazionale.

Il Friuli Venezia Giulia si colloca su valori leggermente inferiori tuttavia molto prossimi a quelli registrati nel Nord Est, dove l’incidenza è giunta a 8,5% a fine 2006; nel confronto con l’incidenza media nazionale il distacco appare invece più netto dal momento che il peso degli stranieri soggiornanti sul complesso della popolazione italiana residente è pari al 6,2% (con una crescita di un punto percentuale su base annua).

Figura 2-2: incidenza percentuale degli stranieri soggiornanti sulla popolazione totale residente nel 2005-2006, FVG, Nord Est e Italia

6,9 7,0

5,2

8,28,5

6,2

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

8,0

9,0

FVG (99mila) Nord Est (954mila) Italia (3milioni e 690mila)

2005 2006

Fonte: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes

La Tabella 2-2 illustra quanto avvenuto nel dettaglio provinciale nel biennio 2005-2006

avvalendosi di valori assoluti, distribuzioni e variazioni percentuali. In termini assoluti al primo posto si conferma Pordenone che fa segnare il maggior numero di soggiornanti con 33.184

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unità registrate nel 2006, seguita da Udine con 32.216. Va ricordato nuovamente come per la provincia di Pordenone incidano in misura notevole i permessi di soggiorno per ricongiungimento familiare dei parenti del personale della base USAF di Aviano (riguardanti in special modo le mogli e i figli), a differenza di quanto non avvenga per i dati relativi alle residenze dove tali presenze non vengono registrate.

La provincia di Udine recupera nell’arco di un anno oltre 6mila soggiornanti, quella di Pordenone circa 5mila, a Trieste circa 2.700 unità e a Gorizia si registra un saldo positivo pari a 1.668 stranieri.

Il maggior tasso di incremento percentuale dei soggiornanti che si registra a Udine (+22,9%) fa aumentare anche la sua incidenza sul piano regionale, passando dal 31,4% al 32,6%; per Pordenone invece si rileva una lievissima riduzione passando nel medesimo arco di tempo dal 33,7% al 33,6%. Trieste e Gorizia, i cui pesi percentuali appaiono in calo nel biennio, si collocano al terzo e al quarto posto con il 22,1% e l’11,7% dei soggiornanti.

Se guardiamo agli incrementi percentuali tra 2005 e 2006 è, come già accennato, Udine a conoscere la variazione più significativa con il 22,9%, di gran lunga superiore a quella media regionale. Le altre tre province manifestano un tasso di incremento inferiore a quello medio regionale, Pordenone in misura quasi impercettibile, Gorizia e soprattutto Trieste in maniera netta.

Tabella 2-2: stima dei soggiornanti stranieri per provincia nel 2005 e 2006, valori assoluti, distribuz. percentuale, variazione % 2005-2006

V.A. % V.A. %

UDINE 26.203 31,4 32.216 32,6 22,9

PORDENONE 28.096 33,7 33.184 33,6 18,1

GORIZIA 9.923 11,9 11.591 11,7 16,8

TRIESTE 19.219 23,0 21.890 22,1 13,9

FVG 83.441 100,0 98.881 100,0 18,5

soggiornanti 2006 var % 2005-2006

soggiornanti 2005

Fonte: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes

L’incidenza dei soggiornanti sulla popolazione totale aumenta su tutto il territorio

regionale, come si può apprendere facilmente dalla Figura 2-3, in cui spicca il dato relativo a Pordenone dove l’incidenza dei soggiornanti ha ormai raggiunto il 10,9% (era 9,4% nel 2005), aumentando nell’arco di un anno di ben un punto e mezzo percentuale, mentre in Friuli Venezia Giulia l’aumento nel biennio considerato è pari a 1,3 punti, in linea con quanto emerge a Udine, Gorizia e Trieste.

A Udine si registra l’incidenza meno elevata di tutta la regione. Sui valori di tale provincia pesa in misura notevole la bassa capacità di attrazione dell’area montana che contribuisce a fare in modo che qui il livello di incidenza sia di poco superiore al 6%, più basso anche per quest’anno al dato medio nazionale ricordato in precedenza (6,2%).

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Figura 2-3: incidenza percentuale dei soggiornanti stranieri su totale popolazione residente per provincia nel 2005 e 2006

4,9

9,4

8,1

6,97,0

6,1

10,9

9,3

8,28,2

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

12,0

UD PN GO TS FVG

2005 2006

Fonte: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes

Da quanto emerge dal Dossier Caritas/Migrantes negli ultimi anni la componente

femminile straniera in Italia è cresciuta in maniera più marcata di quella maschile nella maggior parte delle regioni, anche a seguito delle occupazioni legate ai servizi alle famiglie o ad altri tipi di attività lavorativa, così che sostanzialmente si è arrivati a un rapporto paritario tra i sessi.

L’equipe di ricercatori del Dossier Caritas/Migrantes stima che la presenza regolare delle donne straniere a fine 2006 si attesti a 1.842.000 unità in Italia, corrispondenti al 49,9% del totale degli immigrati (7 punti percentuali in più rispetto al 1991), a testimonianza del costante e consolidato protagonismo femminile nell’attuale processo migratorio.

Si rilevano dei picchi significativi di “femminilizzazione” in alcune regioni del Sud, come nel caso della Campania (61,7%) e della Calabria (56,8%). Più basse sono invece le percentuali sia nel Nord Ovest (48,6%) che nel Nord Est (48,3%, in particolare nel Friuli Venezia Giulia è pari al 49%), mentre l’incidenza è superiore al 50% al Centro (54,2%), per raggiungere il 56,8% nel Sud e calare al 49,7% nelle Isole.

Con la Figura 2-4 si vuole approfondire la lettura dei dati dal punto di vista di genere mettendo a confronto la nostra regione con il Nord Est e l’Italia: rispetto al dato nazionale il peso delle femmine sul totale dei soggiornanti in Friuli Venezia Giulia è leggermente inferiore (il 49% a fronte del 50,6%), comunque si mantiene sempre più elevato rispetto al dato complessivo del Nord Est che per il 2006 si attesta sul 48,3%. Se confrontiamo i valori registrati nel biennio si nota che, mentre l’incidenza della componente femminile è in aumento sia nel Nord Est che in Italia, in Friuli Venezia Giulia si rileva una lievissima riduzione pari a tre decimi di punto percentuale, che comunque non separa di molto le due componenti di genere dal punto d’equilibrio.

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Figura 2-4: incidenza delle femmine sul totale soggiornanti nel 2005 e 2006, confronto del FVG con Nord Est e Italia

49,3

47,6

49,9

49,0

48,3

50,6

46,0

47,0

48,0

49,0

50,0

51,0

FVG Nord Est Italia

2005 2006

Fonte: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes

Si focalizzi l’attenzione ora sul Friuli Venezia Giulia: secondo un’analisi dal punto di

vista di genere della presenza dei soggiornanti distribuiti nei quattro aggregati provinciali (Figura 2-5) emergono ai poli opposti la provincia di Pordenone e quella di Gorizia: nel caso di Pordenone l’incidenza femminile, molto più elevata rispetto ai valori medi regionali (il 54,5% contro il 49,0%), si spiega ancora con le presenze dovute a percorsi di ricongiungimento familiare con i militari statunitensi.

Figura 2-5: incidenza delle femmine sul totale soggiornanti alla fine del 2005 e del 2006, confronto per provincia in FVG

48,9

54,8

34,9

48,0 49,349,0

54,5

35,8

48,0 49,0

-

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

UD PN GO TS FVG

2005 2006

Fonte: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes

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Nel caso di Gorizia invece l’incidenza più contenuta della componente femminile, pari al 35,8%, è legata all’immigrazione transfrontaliera o comunque proveniente dall’area balcanica, caratterizzata da progetti migratori di breve e medio periodo, e dalla presenza del flusso dal Bangladesh nell’area di Monfalcone ancora in larga misura rappresentato da soggetti di sesso maschile. Va notato come anche nel 2006 nel caso di Pordenone siamo di fronte all’unica area della regione all’interno della quale cala lievemente il peso delle donne soggiornanti rispetto al 2005.

Si considerino ora le motivazioni che stanno alla base del rilascio del permesso di soggiorno: nell’analisi realizzata sui motivi di soggiorno, l’equipe del Dossier Caritas/Migrantes conteggia anche i minori di 14 anni che, per via della loro giovane età, non sono personalmente in possesso di un titolo di soggiorno e li include nella categoria dei motivi familiari. Tale accorgimento fa registrare a livello nazionale, rispetto all’anno precedente, una maggiorazione di oltre 6 punti percentuali che vede l’incidenza per motivi familiari passare da 29,3% a 35,6%, ridimensionando di conseguenza il peso degli altri motivi.

Il Rapporto del CNEL sugli Indici di integrazione2 rileva che una forte presenza per lavoro, se non è accompagnata da un’adeguata presenza per famiglia, denota un deficit nel processo di integrazione. Lo sviluppo produttivo quindi, sebbene possa risultare particolarmente spiccato in determinati contesti, non sempre conduce ad alti indici di stabilizzazione, tra i quali va senz’altro annoverata la ricomposizione dei nuclei familiari.

Da quanto emerge dal Rapporto del CNEL “nelle regioni nord orientali si conferma un alto livello d’inserimento sociale e lavorativo e contemporaneamente si accresce la distanza con le regioni meridionali. Nel podio i primi tre posti fra le regioni ad alto livello d’integrazione se li aggiudicano il Trentino Alto Adige, il Veneto e la Lombardia, cui seguono Emilia Romagna, Marche e Friuli Venezia Giulia. In linea generale si può dire che, al Nord, mentre il più grande potere di attrazione e trattenimento della popolazione immigrata (polarizzazione) continua ad essere esercitato dalle regioni più estese del versante centro-orientale (Lombardia, al 1° posto come l’anno precedente, seguita a notevole distanza da Emilia Romagna e Veneto, entrambe al 2°), i migliori segnali di inserimento sociale e lavorativo si registrano, invece, in contesti territorialmente più circoscritti. In particolare, e in modo decisamente significativo, in quelle regioni a statuto speciale che godono di autonomia amministrativa: il Trentino Alto Adige (1°) e il Friuli Venezia Giulia (2°) per l’inserimento occupazionale; di nuovo il Trentino Alto Adige (2°), la Valle d’Aosta (3°) e, seppur leggermente distaccato, ancora il Friuli Venezia Giulia (5°) per l’inserimento sociale. In quest’ultimo indice (stabilità sociale) la posizione di testa spetta ancora alle Marche, come nel 2003, nonostante sia quello che da un anno all’altro abbia visto modificare il numero più alto di indicatori di base. Alla luce di questi risultati, è facile intuire che quanto più un contesto territoriale sa unire un ambiente potenzialmente favorevole all’inserimento sociale degli immigrati a un’adeguata offerta occupazionale, tanto più il suo indice complessivo d’integrazione raggiunge livelli strutturalmente apprezzabili. E’ questo, ad esempio, il caso dello stesso Trentino Alto Adige (1° per inserimento lavorativo e 2° per stabilità sociale), del Friuli Venezia Giulia (rispettivamente 2° e 5°, sempre in fascia massima), del Veneto (4° e sempre in fascia massima in entrambi gli indici), dell’Emilia Romagna (5° e 7°, sempre in fascia alta): in una parola, di tutto il dinamico Nord est, basato sul sistema della Piccola e Media Impresa (PMI).”

2 cfr. CNEL, Indici di integrazione degli immigrati in Italia. V Rapporto, Roma, marzo 2007

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Tornando all’analisi dei dati esaminati nel presente capitolo, si passi ora a considerare nel dettaglio quali sono le motivazioni alla base del rilascio dei permessi di soggiorno per la nostra regione a confronto con il Nord Est e l’Italia (Figura 2-6).

In Italia le presenze straniere per lavoro (che incidono per il 56,5%) e per ricongiungimento familiare esercitano congiuntamente un peso molto elevato, che assieme raggiunge il 92,1% del totale; la maggior frequenza di questi motivi testimonia quanto siano diffusi i progetti migratori a lungo termine – probabilmente per lo più a carattere definitivo – tra la popolazione immigrata. A livello di macroripartizione geografica risulta che il Nord Italia continua ad essere il principale polo di attrazione delle presenze per lavoro (59% sul totale nazionale), il Centro si trova nettamente distaccato (26,4%) e ancora di più il Meridione (14,7%).

I motivi familiari per i soggiornanti in Friuli Venezia Giulia si confermano come in passato avere un’incidenza maggiore rispetto a quanto accede in Italia: il ricongiungimento familiare infatti a livello locale incide nel 38,2% dei casi, a fronte del 35,6% dell’Italia.

L’elevata incidenza dei ricongiungimenti familiari sul totale dei permessi di soggiorno rappresenta un buon indicatore per quanto riguarda il livello di inserimento e di integrazione della popolazione immigrata nella società locale e quindi è un buon indicatore del livello di maturità del processo migratorio.

Se si considerasse poi che sul Friuli Venezia Giulia pesa anche l’immigrazione transfrontaliera da Slovenia e Croazia che, caratterizzata da spostamenti a breve raggio, spesso non comporta il trasferimento dei nuclei familiari completi, il peso dei ricongiungimenti in regione assumerebbe un rilievo ancora maggiore.

Figura 2-6: incidenza dei principali motivi di soggiorno nel 2006 per FVG, Nord Est e Italia

5,83,1 2,9

38,838,235,6

49,3

56,555,3

FVG NORD EST ITALIA

motivi familiari motivi lavorativi studio

Fonte: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes

I permessi per motivi di lavoro costituiscono invece in Friuli Venezia Giulia il 49,3% del

totale (contro il 56,5% dell’aggregato nazionale e il 55,3% del Nord Est). A livello provinciale

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Gorizia si trova al primo posto con un peso percentuale corrispondente ai motivi lavorativi pari al 63%, segue Udine con il 53%, Trieste con il 46% e infine Pordenone con il 42% (si rammenta ancora una volta come a Pordenone ci sia un effetto distorsivo dovuto alla presenza dei familiari dei militari statunitensi, per cui percentualmente incidono maggiormente i permessi per ricongiungimento familiare a scapito di quelli per motivi legati al lavoro).

I permessi di soggiorno rilasciati per motivi di studio in Friuli Venezia Giulia incidono per il 5,8%, superando sia il valore percentuale raggiunto a livello nazionale (2,9%), sia quello del Nord Est (3,1%), sia quello di qualsiasi altra regione italiana. Vale la pena ricordare a tal proposito che nella provincia di Trieste il 16,1% degli stranieri è rappresentato da studenti: tale valore distacca in modo significativo Firenze (7%), Padova (6,9%), Siena (6,6%) e Bari (5,8%).

Lo studio della distribuzione del numero di immigrati in possesso di carta di soggiorno suddivisi per regione di inserimento (Tabella 2-3) fornisce un ulteriore buon indicatore dell’inserimento e dell’integrazione degli immigrati sul territorio nazionale e della progressiva stabilizzazione di tale componente nelle diverse aree geografiche.

Tabella 2-3: titolari di carte di soggiorno per regione di insediamento al 31 dicembre 2005 e 2006

RegioniCarte di

soggiorno 2005

Carte di soggiorno

2006

var % 2005-2006

% carte su tot. soggiorn.

2006

Val d'Aosta 778 1.032 32,6 16,3 Piemonte 39.294 50.900 29,5 17,4 Lombardia 116.984 163.016 39,3 19,2 Liguria 11.845 17.174 45,0 18,2

Nord Ovest 168.901 232.122 37,4 18,7

T rentino Alto Adige 21.587 27.065 25,4 39,3 Veneto 66.015 90.545 37,2 22,7 Friuli-Venezia Giulia 14.847 22.056 48,6 22,3

Emilia Romagna 65.817 82.679 25,6 21,3 Nord Est 168.266 222.345 32,1 23,3

Toscana 35.139 47.195 34,3 16,3 Umbria 8.885 11.824 33,1 15,2 Marche 21.349 26.610 24,6 23,0 Lazio 43.269 50.457 16,6 10,1

Centro 108.642 136.086 25,3 13,8

Abruzzo 7.530 10.810 43,6 18,3 Campania 13.678 17.333 26,7 10,3 Molise 727 947 30,3 14,3 Basilicata 805 998 24,0 9,3 Puglia 8.904 10.643 19,5 14,5 Calabria 6.203 7.689 24,0 13,3

Sud 37.847 48.420 27,9 12,9

Sicilia 9.266 13.353 44,1 12,5 Sardegna 3.389 4.446 31,2 18,1

Isole 12.655 17.799 40,6 13,5

Italia 496.311 656.772 32,3 17,8 Fonte: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes

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La carta di soggiorno è il titolo di soggiorno a tempo indeterminato rilasciato ad alcune categorie di stranieri, in base a determinati requisiti, che attribuisce loro facoltà e diritti aggiuntivi rispetto a quelli di cui godono normalmente i titolari di permesso di soggiorno.

Il cittadino straniero per poter richiedere la carta di soggiorno deve possedere contemporaneamente i seguenti requisiti: essere soggiornante regolarmente in Italia da almeno 6 anni; essere titolare di un permesso di soggiorno che consente un numero indeterminato di rinnovi; dimostrare di percepire un reddito sufficiente al sostentamento proprio e dei familiari conviventi; disporre di un alloggio idoneo che rientri nei parametri minimi previsti dalla legge regionale di edilizia residenziale pubblica.

A fine 2006 si stima che in Italia il rapporto tra possessori della carta e soggiornanti è uguale a 17,8%, mentre nel Nord Est tale percentuale supera largamente quella nazionale attestandosi su valori pari al 23,3%.

Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia si può osservare come la nostra regione presenti anch’essa valori superiori alla media nazionale essendo il rapporto considerato pari al 22,3%. Rispetto a quanto registrato nel 2005 si deve evidenziare anche che in Friuli Venezia Giulia vi è stata durante il 2006 la più elevata crescita percentuale del numero di carte di soggiorno, pari ad un saldo positivo di oltre 7mila carte di soggiorno, corrispondente a un incremento percentuale di 48,6%, il più elevato in Italia.

Inoltre va sottolineato che in corrispondenza della nostra regione mentre si rileva un indice di concentrazione pari al 2,7% per quanto riguarda i soggiornanti stranieri regolari, per quanto riguarda le carte di soggiorno tale indice è pari al 3,4%, un valore superiore che esprime una maggiore propensione alla stabilizzazione dei percorsi migratori.

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Capitolo 3 ISCRIZIONI ANAGRAFICHE

3.1 Le dimensioni delle presenze

L’analisi delle caratteristiche della popolazione immigrata residente, resa possibile dal confronto con i dati diffusi dall’Istat e dalle Anagrafi Comunali, offre tradizionalmente la possibilità di indagare alcuni tratti di quello che è il segmento più stabile dell’immigrazione, cioè di quella parte (la più consistente) della componente migrante che si è stabilita sul nostro territorio e che si connota per progetti migratori almeno di medio periodo.

Prima di addentrarci all’interno di numeri e valori relativi al solo Friuli Venezia Giulia e alle sue componenti territoriali, è sicuramente utile dare uno sguardo alla distribuzione degli stranieri residenti a livello nazionale (Tabella 3-1): essi hanno raggiunto nel corso del 2006 la cifra di 2.938.922.

Tabella 3-1: stranieri residenti al 1 gennaio 2007 per regione, valori assoluti, distribuzione %, perc. sulla popolazione totale

RegioniStranieri residenti a

gennaio 2007distribuz. %

% sulla popolaz. residente

Val d'Aosta 5.534 0,2 4,4 Piemonte 252.302 8,6 5,8 Lombardia 728.647 24,8 7,6 Liguria 80.735 2,7 5,0

Nord Ovest 1.067.218 36,3 6,8

Trentino Alto Adige 61.674 2,1 6,2 Veneto 350.215 11,9 7,3 Friuli-Venezia Giulia 72.462 2,5 6,0 Emilia Romagna 317.888 10,8 7,5

Nord Est 802.239 27,3 7,2

Toscana 234.398 8,0 6,4 Umbria 63.861 2,2 7,3 Marche 99.285 3,4 6,5 Lazio 330.146 11,2 6,0

Centro 727.690 24,8 6,3

Abruzzo 48.018 1,6 3,7 Campania 98.052 3,3 1,7 Molise 4.834 0,2 1,5 Basilicata 6.726 0,2 1,1 Puglia 51.242 1,7 1,3 Calabria 35.216 1,2 1,8

Sud 244.088 8,3 1,7

Sicilia 78.242 2,7 1,6 Sardegna 19.445 0,7 1,2

Isole 97.687 3,3 1,5

Italia 2.938.922 100,0 5,0 Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT e Anagrafi Comunali

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La suddivisione per macroaree ci fa vedere come sia sempre il Nord Ovest l’aggregato territoriale che raccoglie la quota maggiore di immigrati residenti con il 36,3 % del totale, dato sul quale è determinante il peso della Lombardia che raccoglie da sola quasi un quarto di tutti i residenti immigrati. In Lombardia si tocca anche il più elevato livello di incidenza sulla popolazione residente che qui raggiunge il 7,6%.

Rispetto al 2005 il Nord Est con il 27,3% scavalca il Centro (24,8%), mentre è in diminuzione l’incidenza del Sud (8,3% contro l’8,9% del 2005) e delle Isole (3,3% contro il 4,1% dell’anno precedente).

Dopo la Lombardia, al secondo posto per incidenza sulla popolazione residente, ritroviamo l’Emilia Romagna con il 7,5%, seguita da Veneto e Umbria entrambe con il 7,3%.

In Friuli Venezia Giulia la percentuale si attesta su valori più contenuti essendo pari al 6,0%, ma comunque superiori alla media nazionale che si attesta sul 5,0%. Sempre l’incidenza sulla popolazione mette in risalto la bassa capacità di attrazione delle regioni del Sud e delle isole dove i valori si attestano sull’1,7% e sull’1,5%.

Per quanto concerne i valori assoluti dopo la Lombardia al secondo posto ritroviamo il Lazio (15,8% del totale nazionale, dato chiaramente influenzato dalla presenza di Roma capitale), seguito dal Veneto (10,2% del totale nazionale) e dall’Emilia Romagna (10,0 %).

La Tabella 3-2 di permette di iniziare l’analisi di dettaglio dei dati relativi al Friuli Venezia Giulia. Come già visto in precedenza nell’analisi del dato nazionale, alla fine del 2006 la popolazione immigrata residente ha raggiunto le 72.462 unità, suddivise tra 68.525 soggetti provenienti dal Paesi in via di sviluppo (PVS) e 3.937 per quanto riguarda la componente costituita dai Paesi a Sviluppo avanzato (PSA).

E’ la provincia di Udine l’aggregato che raccoglie il maggior numero di residenti (26.680), seguita da Pordenone (24.895), mentre a Trieste e Gorizia (rispettivamente con 13.436 e 7.451) la popolazione migrante risulta numericamente più ridotta anche per la diversa dimensione geografica di queste due province.

Va rimarcato come il dato di Pordenone, molto vicino a quello di Udine, malgrado le considerevoli differenze a livello dimensionale fra le due province, sia un indicatore molto significativo del peso assunto dal fenomeno migratorio nella Destra Tagliamento, sicuramente l’area che presenta le dinamiche più significative a livello regionale.

Trieste invece, raccogliendo solo poche unità in più rispetto a Gorizia nel corso dell’ultimo anno, dimostra - almeno a livello di dati complessivi - di avere una più limitata capacità di attrazione (anche in relazione a quelle che sono le maggiori difficoltà dal punto di vista del mercato del lavoro).

Tabella 3-2: residenti PSA, PVS e totale (2005, 2006) per provincia (v.a.)

PSA PVS TOTALE PSA PVS TOTALE

UDINE 1.486 22.676 24.162 1.506 25.174 26.680 PORDENONE 981 21.033 22.014 990 23.905 24.895 GORIZIA 393 6.363 6.756 402 7.049 7.451 TRIESTE 1.006 11.400 12.406 1.039 12.397 13.436 FVG 3.866 61.472 65.338 3.937 68.525 72.462

2005 2006

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT e Anagrafi Comunali

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La Tabella 3-3 ci dà modo di cogliere come, al di là dell’evidente prevalenza in tutti gli aggregati dei cittadini stranieri appartenenti a PVS, a Trieste si registri la percentuale più elevata di soggetti provenienti da PSA. Il fatto è spiegato molto probabilmente con la presenza, oltre che dell’università, di sedi di organizzazioni e istituzioni di rilevanza internazionale.

Se andiamo ad osservare il peso dei diversi aggregati territoriali sul totale delle presenze di residenti stranieri (Tabella 3-4), suddiviso per PSA e PVS, vede a Udine la più elevata concentrazione di residenti appartenenti a PSA (38,3%), seguita da Trieste (26,4%): il dato è facilmente spiegabile e determinato dalla presenza dei due atenei e delle organizzazioni ed enti ad essi collegati. La distribuzione dei residenti appartenenti a PVS vede invece Udine al primo posto, seguita a breve distanza da Pordenone. La lettura di questo indicatore ci consente di apprezzare, attraverso il confronto con i dati riferiti all’anno precedente, come si stia progressivamente riducendo la distanza tra Udine e Pordenone per quanto concerne il peso complessivo degli immigrati residenti.

Tabella 3-3: residenti PSA, PVS e totale (2005, 2006), % per province

PSA PVS TOTALE PSA PVS TOTALE

UDINE 6,2 93,8 100,0 5,6 94,4 100,0 PORDENONE 4,5 95,5 100,0 4,0 96,0 100,0 GORIZIA 5,8 94,2 100,0 5,4 94,6 100,0 TRIESTE 8,1 91,9 100,0 7,7 92,3 100,0 FVG 5,9 94,1 100,0 5,4 94,6 100,0

2005 2006

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT e Anagrafi Comunali

Tabella 3-4: residenti PSA e PVS e totale (2005, 2006), % per aggregato

PSA PVS TOTALE PSA PVS TOTALE

UDINE 38,4 36,9 37,0 38,3 36,7 36,8 PORDENONE 25,4 34,2 33,7 25,1 34,9 34,4 GORIZIA 10,2 10,4 10,3 10,2 10,3 10,3 TRIESTE 26,0 18,5 19,0 26,4 18,1 18,5 FVG 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

20062005

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT e Anagrafi Comunali

Se si osservano le variazioni percentuali dei residenti tra 2005 e 2006 nei diversi

aggregati provinciali (Figura 3-1) si nota come il dato regionale complessivo e quello relativo ai PVS sia trainato dall’andamento della provincia di Pordenone, mentre per quanto concerne la crescita dei PSA Trieste presenta un dato molto più marcato rispetto a quello della media regionale (3,3% contro 1,8%). La crescita della provincia di Trieste appare, anche alla luce di questo confronto, più lenta sia per quanto concerne il dato generale, sia se si fa riferimento alla componente dei PVS.

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Figura 3-1: variazioni % 2005-2006 per PSA, PVS e totale stranieri per provincia

2,30,91,3 1,8

3,3

8,7

11,510,8

13,7

11,0

8,3

10,910,3

13,1

10,4

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

12,0

14,0

UD PN GO TS FVG

PSA PVS STRANIERI

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT e Anagrafi Comunali

Molto significativa è la lettura di genere proposta dalla Figura 3-2: il dato generale ci

mostra innanzi tutto come il Friuli Venezia Giulia sia caratterizzato da un sostanziale equilibrio tra presenze maschili e presenze femminili, attestandosi queste ultime al 48,7%. Va tenuto conto di come questo sia un indicatore generale e di come all’interno delle diverse comunità nazionali presenti, la cui composizione verrà approfondita più oltre nel capitolo, la distribuzione possa essere molto diversa e influenzata dalle caratteristiche e dalle connotazioni specifiche dei flussi dai singoli paesi.

Figura 3-2: femmine su totale stranieri per PSA, PVS e totale per provincia nel 2006

61,6

53,859,2

55,8 57,9

50,3

42,0

48,7 48,749,648,7

41,1

48,1 48,148,9

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

UD PN GO TS FVG

PSA PVS TOTALE

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT e Anagrafi Comunali

Emerge comunque come Udine possa essere considerata la provincia più “rosa” con il

50,3% di presenze femminili sul totale degli stranieri residenti. A Gorizia, pur in presenza di un dato che continua a vedere quest’area come quella in cui l’immigrazione continua ad avere i

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tratti più “maschili” (le donne sono il 42,0% del totale), continua in realtà un processo di riallineamento con la situazione delle altre province per effetto dell’aumento dei ricongiungimenti familiari, in particolare all’interno della comunità bengalese, e per la contemporanea diminuzione degli effetti dei flussi transfrontalieri dalla Slovenia.

Per quanto concerne le presenze da PSA vediamo come i dati delle residenza sia a livello generale (57,9%) sia nei singoli aggregati provinciali mostrino un’immigrazione in prevalenza femminile, con una punta in provincia di Udine dove il dato è pari al 61,6% del totale.

Figura 3-3: incidenza stranieri residenti su totale popolazione residente, 2005 e 2006

4,6

7,3

4,85,2 5,4

5,0

8,2

5,35,6

6,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

8,0

9,0

UD PN GO TS FVG

2005 2006

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT e Anagrafi Comunali

Molto interessanti sono anche i valori relativi all’incidenza sulla popolazione residente

(Figura 3-3) che crescono dal 5,4% del 2005 al 6,0% a livello generale. Spicca il dato di Pordenone che nel 2006 raggiunge l’8,2%, con una crescita di quasi un punto percentuale su base annua, a dimostrazione e a ulteriore riprova di come sia questa l’area interessata dalle dinamiche più marcate.

Udine si conferma la provincia all’interno della quale l’incidenza dei residenti stranieri presenta i valori più contenuti, anche se il dato è fortemente influenzato dalla presenza dell’area montana (mentre in realtà nei comuni della Bassa Friulana l’incidenza è sicuramente più elevata).

Tabella 3-5: minori stranieri residenti 2005 e 2006, var.% 2005-2006; nuovi nati stranieri 2005 e 2006 e var.% 2005-2006

2005 2006 var % 2005 2006 var %

UDINE 5.182 5.802 12,0 459 500 8,9PORDENONE 5.023 5.746 14,4 429 438 2,1GORIZIA 1.151 1.499 30,2 114 137 20,2TRIESTE 2.044 2.301 12,6 104 174 67,3FVG 13.400 15.348 14,5 1.106 1.249 12,9

minori stranieri residenti nuovi nati stranieri residenti

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT e Anagrafi Comunali

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I dati relativi ai minori stranieri sono uno dei migliori indicatori dell’avanzamento dei processi di integrazione all’interno di un territorio. Il sopraggiungere o la nascita di nuovi figli nel paese di immigrazione è una delle migliori testimonianze della volontà di inserimento da parte dei migranti nel contesto di arrivo e anche la prova di quanto probabilmente un territorio sia in grado di offrire prospettive di lunga durata ai cittadini provenienti dall’estero. Se andiamo ad osservare i dati generali relativi ai minori stranieri residenti (Tabella 3-5) possiamo notare come anche quest’anno si sia registrato un buon ritmo di crescita dal momento che tale componente viene ad incrementarsi del 14,5% (che in valori assoluti si traduce nel superamento della barriera delle 15.000 unità). A livello di singole province va sottolineato il dato di Gorizia dove l’aumento è pari al 30,2%: insieme al dato già commentato, relativo alla componente femminile, è un’altra prova dei processi di riallineamento che stanno portando l’immigrazione che insiste su quest’area a caratteristiche molto simili e in linea con quelle generali osservate nel resto della regione. Se ci soffermiamo ai valori riferiti ai nuovi nati nel corso del 2006, oltre all’incremento complessivo del 12,9%, va sottolineato il +67,3% della provincia di Trieste (assolutamente in controtendenza con il dato del 2005 quando in questa provincia si era registrata una diminuzione del dato in oggetto) e il +20,2% di Gorizia. In valori assoluti è a Udine che si raggiunge il valore più elevato con 500 nascite nel 2006.

La quota di minori sul totale degli stranieri residenti (Figura 3-4) passa dal 20,5% al 21,2%, quindi ormai si consolida il fatto che più di uno straniero su cinque residente sul territorio è un minore. E’ a Pordenone che questo indicatore raggiunge la punta più elevata con il 23,1%, mentre è a Gorizia che si ha l’incremento più significativo su base annua con il passaggio dal 17% del 2005 al 20,1% del 2006.

Figura 3-4: incidenza minori stranieri residenti su totale stranieri residenti 2005 e 2006

21,422,8

17,0 16,5

20,521,7

23,1

20,1

17,1

21,2

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

UD PN GO TS FVG

2005 2006

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT e Anagrafi Comunali

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Figura 3-5: incidenza nuovi nati stranieri su totale stranieri residenti, 2005 e 2006

1,91,9

1,71,7

0,8

1,81,9

1,71,8

1,3

0,0

0,3

0,6

0,9

1,2

1,5

1,8

2,1

UD PN GO TS FVG

2005 2006

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT e Anagrafi Comunali

Per quanto concerne l’incidenza dei nuovi nati stranieri sul totale degli stranieri

residenti (Figura 3-5) vediamo come a livello complessivo essa rimane invariata, attestandosi come l’anno precedente all’1,7%. Spicca il dato di Trieste che grazie al notevole tasso di crescita su base annua precedentemente segnalato vede tale valore passare dallo 0,8 all’1,3%. L’incidenza più elevata è quella della provincia di Udine dove il dato è pari all’1,9%, mentre Pordenone è l’unico aggregato che fa segnare un lieve arretramento (pari a solo un decimo di punto percentuale) rispetto all’anno precedente.

Se il confronto si trasferisce sull’incidenza dei nuovi nati rispetto al totale dei minori stranieri residenti vediamo come tale valore faccia segnare una lieve diminuzione. Probabilmente tale fenomeno si spiega con un buon afflusso di minori nati all’estero e giunti sul territorio regionale nel corso del 2006 attraverso i ricongiungimenti familiari ed è in buona misura legato all’andamento di Udine (tre decimi di punto) e, soprattutto, di Pordenone (quasi un punto percentuale), dove come si può notare dalla Tabella 3-5 nel corso del 2006 la crescita dei nuovi nati stranieri è stata solo del 2,1% rispetto all’anno precedente. A Trieste l’incremento è notevole passando dal 5,1% al 7,5%, ma è a Gorizia che si raggiunge il livello di incidenza più elevato con il 9,1%.

Il confronto tra i dati relativi ai minori stranieri residenti e i valori complessivi relativi ai minori residenti presenti in Friuli Venezia Giulia ci mostra come l’incidenza dei primi sul totale abbia raggiunto l’8,7% (Figura 3-7) con una crescita di un punto percentuale rispetto al 2005 quando si attestava sul 7,7%. Ancora più notevole l’incidenza dei nuovi nati stranieri sul totale dei nuovi nati, pari al 12,1%: è la riprova di come in questo momento l’apporto delle comunità straniere è assolutamente decisivo nel contenimento dei fenomeni generali di invecchiamento della popolazione locale.

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Figura 3-6: incidenza nuovi nati stranieri sul totale minori stranieri residenti per provincia, 2005 e 2006

8,3

5,1

9,9

8,58,98,1

7,6

9,1

7,68,6

0,0

3,0

6,0

9,0

12,0

UD PN GO TS FVG

2005 2006

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT e Anagrafi Comunali

Figura 3-7: incidenza % dei minori stranieri residenti su totale minori residenti e incidenza % dei nuovi nati stranieri su totale nuovi nati, 2006

8,7

7,47,5

12,0

7,5

12,1

9,7

12,0

14,6

11,3

0,0

2,6

5,1

7,7

10,3

12,8

15,4

UD PN GO TS FVG

minori stranieri nuovi nati stranieri

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT e delle Anagrafi Comunali

Interessanti anche i valori relativi alle cancellazioni per acquisizione della cittadinanza

che per la prima volta valicano la barriera delle 1.000 unità (Tabella 3-6). Nel 2006 il dato registra nuovamente una larga prevalenza della quota relativa alle donne (713 contro 414 maschi), dopo che nel 2005 i valori relativi alle due componenti si erano notevolmente avvicinati.

Cresce lievemente l’incidenza complessiva delle acquisizioni di cittadinanza sul totale degli stranieri residenti, che nel 2006 si attesta sull’1,6% (Figura 3-8). La lieve crescita riguarda tutte le province ad eccezione di Pordenone dove il dato rimane stabile (1,4%) rispetto all’anno precedente. L’incidenza più elevata di acquisizioni di cittadinanza rispetto al

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totale degli stranieri residenti è quella relativa alla provincia di Trieste dove tale valore raggiunge l’1,8% nel corso del 2006.

Tabella 3-6: stranieri cancellati per acquisizione della cittadinanza 2005 e 2006

maschi femmine totale maschi femmine totale

UDINE 147 183 330 148 270 418 PORDENONE 165 147 312 119 223 342 GORIZIA 56 50 106 46 81 127 TRIESTE 95 122 217 101 139 240 FVG 463 502 965 414 713 1.127

cancellati 2005 cancellati 2006

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT e delle Anagrafi Comunali

Figura 3-8: incidenza cancellati per acquisizione della cittadinanza su totale stranieri residenti per provincia, 2005 e 2006

1,5

1,7

1,61,41,4

1,6

1,81,7

1,4

1,6

-

0,5

1,0

1,5

2,0

UD PN GO TS FVG

2005 2006

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT e delle Anagrafi Comunali

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3.2 Aree e Paesi di provenienza

Prima di addentrarci nel commento dei dati relativi ad aree e paesi di provenienza è utile una precisazione a livello metodologico che ci aiuta a comprendere meglio al lettura dei dati in oggetto: ancora per questa edizione Romania e Bulgaria nella ripartizione per macroaree vengono incluse nel segmento dei paesi dell’Europa Orientale e non in quello dei paesi Neocomunitari che comprendono invece i 10 Paesi che hanno fatto in precedenza il loro ingresso nell’Unione Europea. Ciò facilita l’interpretazione dei valori in oggetto, dal momento che soprattutto l’inclusione della Romania avrebbe determinato un sensibile spostamento dei numeri (spostamento rimandato alle future edizioni dell’Annuario).

In generale i dati relativi alle presenze delle singole comunità nazionali e le loro variazioni e modifiche sono legati ad una pluralità di fenomeni che si intrecciano e si sovrappongono aumentando la complessità di lettura di un fenomeno multiforme come quello dell’immigrazione. Basti pensare a come all’interno di taluni gruppi nazionali si modifichino i rapporti tra le componenti di genere allorquando ad una prima fase che vede protagonista il segmento maschile e femminile cominciano ad intervenire in misura massiccia i processi di ricongiungimento familiare. Oppure a quanto incidano su taluni flussi le dimensioni che negli ultimi anni ha assunto lo svilupparsi su basi informali di quello che è stato definito “welfare internazionale”, con un numero crescente di famiglie locali che ricorre a lavoratrici provenienti dall’estero, in particolare nel caso italiano facendo ricorso al bacino costituito da alcuni paesi dell’Europa Orientale, per svolgere tutta una serie di mansioni legate alla cura e all’assistenza di minori e di anziani non autosufficienti3.

Se poi lo sguardo si sofferma sulla distribuzione territoriale è evidente che la maggiore o minore concentrazione spaziale di alcune comunità in alcune aree della regione è legata alla forza delle reti amicali o familiari e anche alle consuetudini e ai contesti culturali di provenienza: sulla scelta di un luogo di residenza non sempre è la presenza di maggiori o minori opportunità di lavoro il fattore determinante o decisivo, ma vengono ad assumere rilievo altre componenti come la possibilità di vivere a stretto contatto con altri soggetti provenienti dalla stessa comunità nazionale, allo stesso gruppo linguistico oppure legati dalla comunanza di fede religiosa oppure la presenza e la vicinanza con tutta una serie di servizi importanti (trasporti, asili, scuole, enti pubblici, ecc.).

Partendo dalla suddivisione per macroaree (Tabella 3-7) vediamo come l’Europa Centro-Orientale continui a confermarsi come il gruppo più consistente, annoverando il 59,7% delle presenze. Le provenienze dal continente europeo si completano con il gruppo costituito dai paesi della vecchia Unione Europea a 15 (4,4%) e con i Paesi Neocomunitari (senza Romania e Bulgaria) che pesano per il 4,1% del totale. Il secondo dei macrogruppi per consistenza è quello costituito dall’Africa Centro Meridionale (10,8%), seguito dall’Asia Centro 3 Il fenomeno in questione non è una caratteristica della sola Italia e non si connota neppure come esclusivamente europeo coinvolgendo paesi come gli Stati Uniti, l’Arabia Saudita o Singapore. Vedi a proposito delle caratteristiche del fenomeno in Italia e delle ripercussioni dello stesso sui paesi d’origine: “Madri Migranti. Le migrazioni di cura dalla Romania e dall’Ucraina in Italia: percorsi e impatto sui paesi di origine” di Eleonora Castagnone, Michel Eve, Enza Roberta Petrillo, Flavia Piperno, con la collaborazione di Jonathan Chaloff, CeSPI Working Paper, n. 34/2007

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Orientale (7,9%) e dall’Africa Settentrionale e Medio Oriente (7,5%). Diminuisce ancora rispetto al 2005 l’incidenza delle provenienze dall’America Centro Meridionale (4,6%), un trend in atto ormai da qualche anno.

Se si analizza la velocità di crescita dei diversi gruppi notiamo come nel 2006 sia l’Asia Centro Orientale a far segnare l’aumento più significativo con un +15,2% su base annua. Al secondo posto ritroviamo l'Europa Centro Orientale che cresce del 12% (aumento di rilievo anche perché corrisponde a valori assoluti di tutto rilievo).

La distribuzione di genere all’interno dei singoli gruppi, al di là della situazione di equilibrio generale, vede una crescita delle donne all’interno dei paesi dell’Europa Centro-Orientale, giunte nel 2006 al 49,2% del totale. L’aumento percentuale più significativo è quello dei paesi dell’Asia Centro – Orientale dove la componente femminile passa dal 41,1% del 2005 al 42,4% del 2006, un effetto determinato in buona misura dai trend dei ricongiungimenti familiari all’interno della comunità bengalese.

Per quanto concerne la provincia di Udine va sottolineata, nel paragone dal punto di vista percentuale con i dati medi regionali, una certa sottorappresentazione delle provenienze dall’Asia Centro-Orientale che rappresentano il 5,4% del totale, mentre risultano sensibilmente superiori alla media quelle di cittadini provenienti dall’Africa Settentrionale e Medio Oriente (10,1% contro 7,5%). La variazione complessiva su base annua (10,4%), risulta lievemente inferiore alla media regionale.

Pordenone continua ad avere come principale tratto distintivo un alto numero di presenze dall’Africa Centro-Meridionale (il 18,4% del totale). Su base annua l’aumento più significativo è quello che si rileva per quanto riguarda le presenze dall’Asia Centro-Orientale che nel corso del 2006 fanno segnare un incremento del 21,0%, mentre di poco inferiore è la crescita dei Paesi Neocomunitari (20,3%), anche se in questo secondo caso corrispondente a valori assoluti comunque molto modesti. Pordenone con l’aumento complessivo del 13,2% si conferma come l’aggregato territoriale di gran lunga più dinamico.

A Gorizia continua la crescita delle presenze dall’Asia Centro-Orientale che qui raggiungono l’incidenza record del 15,5% nel corso del 2006. Rispetto alle altre province tale segmento si caratterizza qui per una più bassa (ma crescente) rappresentazione della componente femminile che tocca solo il 37,6%, anche se è un dato destinato a modificarsi in direzione di un maggiore equilibrio nei prossimi anni per effetto dei ricongiungimenti familiari. La crescita molto elevata delle provenienze dall’Africa Centro-Meridionale (+33,3%) va interpretata con cautela dal momento che corrisponde a valori assoluti molto modesti. Dal punto di vista di genere va sottolineato come in questa provincia le provenienze dall’Europa Centro-Orientale abbiano una caratterizzazione molto più maschile rispetto a quella media regionale e a quella fatta registrare dalle altre province: le donne rappresentano infatti solo il 40,5% del totale (dato comunque in crescita rispetto al passato), dato fortemente influenzato dall’immigrazione dalla Croazia che in quest’area assume molto probabilmente in buona misura le caratterizzazioni del frontalierato o comunque del progetto migratorio di medio-breve termine senza prospettive di stabilizzazione a titolo definitivo.

Nella provincia di Trieste va sottolineato un trend di crescita della componente Europa Centro-Orientale relativamente contenuto (+8,4%), mentre a livello percentuale gli incrementi più significativi sono quelli relativi all’Africa settentrionale e Medio Oriente e all’Asia Centro

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Orientale. L’Africa Settentrionale a Trieste si caratterizza per una presenza femminile più contenuta rispetto a quella delle altre province (26,7%): anche a livello generale comunque questa risulta essere l’area all’interno della quale le donne presentano il minore tasso di incidenza.

Dopo l’analisi per macroaggregati i dati a disposizione ci consentono come sempre di scendere nel dettaglio delle singole nazionalità, consentendoci di comprendere al meglio le caratteristiche dei flussi che si muovono verso il territorio regionale e anche i principali mutamenti o linee di tendenza. L’analisi parte innanzi tutto dal quadro complessivo delle diverse nazionalità (Tabella 3-12).

Al primo posto in valori assoluti ritroviamo l’Albania con 10.877 presenze e una percentuale sul totale degli stranieri pari al 15,0%. Nel corso del 2006 l’aumento in termini percentuali è stato relativamente contenuto e pari al 6%: il fatto si spiega molto probabilmente con l’esaurimento progressivo della forte spinta all’emigrazione degli anni precedenti sicuramente connessa con le piccole dimensioni della repubblica albanese all’interno della quale probabilmente il grosso della popolazione potenzialmente interessata ad emigrare ha già compiuto tale scelta negli anni precedenti e il bacino di altra forza lavoro disponibile a compiere la scelta dell’emigrazione si è di fatto notevolmente ridotto. Al secondo posto nella graduatoria per nazionalità si colloca la Romania, seguita da Serbia-Montenegro e Croazia.

Se si raffrontano i dati delle variazioni percentuali tra 2005 e 2006 sicuramente spicca quello relativo alla Macedonia che nel corso di un solo anno ha visto una crescita dei propri residenti in Friuli Venezia Giulia pari al 44,5%, in connessione probabilmente con l’accentuarsi di alcune difficoltà generali dell’economia della piccola repubblica balcanica. Sempre molto consistenti (e significative anche in considerazione del fatto che spesso corrispondono a valori assoluti molto significativi) risultano le variazioni su base annua dalla Romania (+23,3%), dall’Ucraina (+23,5%), dalla Moldova (+27,2%), dalla Polonia (+27,2%) e dall’India (+24,3%).

In ripresa nel corso del 2006 risultano anche i valori dei residenti provenienti dal Ghana (+12,2% e quinto posto nella graduatoria), mentre continua la crescita contenuta dei residenti dalla Serbia Montenegro (+3,6%) e anche dalla Croazia (+2,5%) e dalla Slovenia (+2,5%). Tra i primi 20 paesi l’unico che fa segnalare un andamento negativo è la Colombia che vede i propri residenti scendere del 2% (per quanto concerne il Sud America andrebbe segnalato anche il decremento degli argentini, -6,7%, che probabilmente si spiega con l’esaurimento della spinta al rientro dei discendenti dei vecchi immigrati italiani che si era manifestata qualche anno fa in corrispondenza con l’avverarsi di una forte crisi interna al paese sudamericano).

In generale si può affermare che l’analisi delle residenze per nazionalità porta alla luce come sia in corso un progressivo riassestamento dei flussi con l’inaridirsi dei fenomeni di mobilità geografica da un significativo numero di paesi che avevano alimentato consistenti flussi nella seconda metà degli anni Novanta e nei primissimi anni del presente decennio e l’affermarsi o il consolidarsi delle provenienza da paesi di immigrazione più recente (Romania, Ucraina, ma anche Bangladesh e India).

L’analisi dal punto di vista di genere mette in risalto come oltre a Ucraina, Moldova e Polonia, paesi che tradizionalmente vedono una larga prevalenza di donne legata al lavoro nell’ambito della cura e dell’assistenza della popolazione anziana, anche per quanto concerne

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la Romania le donne superino la componente maschile per numero di residenti con una percentuale corrispondente al 51,7%. Tra i paesi balcanici Croazia e Macedonia si collocano al di sotto del 40% per presenze femminili, anche se probabilmente per motivazioni diverse: nel caso della Croazia per una certa incidenza del frontalierato (come vedremo commentando il dato della provincia di Gorizia) che non porta allo spostamento di famiglie concrete, nel caso della Macedonia invece spiegabile con un’immigrazione che ha subito un’impennata in un periodo molto recente e che deve quindi ancora vedere l’arrivo dei nuclei familiari al seguito. In costante crescita invece l’incidenza delle donne tra i residenti di Bangladesh e India.

Il focus sui dati delle singole province tradizionalmente ci aiuta a comprendere la presenza di una distribuzione omogenea delle singole nazionalità, l’esistenza di particolari fenomeni di concentrazione territoriale oppure ancora la presenza di particolarità nella distribuzione delle nazionalità dal punto di vista di genere nelle singole aree territoriali.

Partendo dalla provincia di Udine (Tabella 3-8) si può notare come essa costituisca l’unico aggregato dove l’ordine dei primi quattro paesi per numero di residenti è il medesimo di quello che si può osservare a livello regionale complessivo. Da un certo punto di vista si potrebbe definire la provincia di Udine come quella che meno si connota per particolari fenomeni di concentrazione. In realtà un’analisi più attenta rivela come esistano anche qui alcune caratteristiche degne di essere sottolineata: in primis la forte presenza dell’Ucraina (1.443 presenze e il 5,4% del totale provinciale), una bassa concentrazione di presenze dal sub-continente indiano (molto più evidenti a Gorizia e a Pordenone), una presenza percentuale maggiore rispetto alla media regionale di paesi come l’Algeria e la Tunisia.

Spicca la diminuzione delle residenze da Serbia e Montenegro (-3,5%): l’analisi provinciale mette in luce infatti come l’aumento delle presenze da questo paese sia in regione legato praticamente nelle sua totalità a quello della provincia di Trieste, dal momento che anche Pordenone condivide l’andamento negativo di Udine e la lieve crescita percentuale di Gorizia corrisponde a valori assoluti molto modesti. Se la presenza maggiore dei cittadini Serbi a Trieste è un dato da tempo consolidato e in parte legato ad una storia che ha le sue radici in momenti lontani, ben precedenti all’immigrazione più recente, in questo momento parrebbe accentuarsi la tendenza alla polarizzazione di tale presenza nel territorio triestino. La bassa crescita della presenza croata è invece un dato più omogeneo e più simile nei vari aggregati provinciali.

Per quanto concerne Pordenone (Tabella 3-9) da sempre è questo il territorio con le presenze africane più significative, non rappresentate solo dai numeri consistenti di Ghana (terzo paese della provincia con 2.694 residenti e 10,8% del totale) e Marocco (quarto paese della provincia con 1.109 residenti e 4,5% del totale), ma connotata anche dalla concentrazione delle presenze da paesi come il Burkina Faso e la Repubblica Democratica del Congo i cui residenti si trovano quasi esclusivamente all’interno del territorio pordenonese. Nel pordenonese continua la crescita significativa dei residenti provenienti dall’India (quinto paese in provincia con 899 residenti), e dal Bangladesh (al nono posto). La distanza dal confine influisce invece sulla presenza più ridotta di cittadini provenienti dai paesi della Ex Jugoslavia (con l’eccezione della significativa crescita dei macedoni): basti pensare a come, ad esempio, la Serbia Montenegro in provincia di Pordenone sia solo al quattordicesimo posto.

Dal punto di vista di genere si può notare tra le curiosità come qui la presenza polacca presenta una meno accentuata connotazione al femminile (anche se le donne continuano a superare il 50%), legata a presenze maschili più consistenti nell’ambito dei lavori agricoli.

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Nel Goriziano (Tabella 3-10) continua la crescita della comunità bengalese, ormai al secondo posto per numero di residenti e destinata in breve a superare anche la Croazia nella graduatoria provinciale. La Croazia si connota qui per uno sbilanciamento di genere, essendo la presenza femminile pari solamente al 27,2%, a causa dei ben conosciuti fenomeni legati al lavoro frontaliero e alla relativa vicinanza che non induce allo spostamento di famiglie complete: un fenomeno analogo si osserva nella comunità provinciale slovena (all’interno della quale le donne raggiungono il 33,6%). Sensibilmente meno accentuata appare invece la presenza dei rumeni che nell’Isontino rappresentano solo la settima nazionalità e degli albanesi (che si collocano all’ottavo posto).

Completa il quadro la provincia di Trieste (Tabella 3-11), dove oltre alla consistenza della tradizionale presenza dei cittadini serbi (il 37,7% delle residenze), va segnalata l’ormai altrettanto tradizionale esistenza di una notevole comunità cinese (al quarto posto nella graduatoria provinciale). A differenza di quanto si può osservare nelle altre province qui appare molto più contenuta la crescita della comunità macedone (solo l’11,4% in più rispetto al 2005). Va segnalata inoltre la presenza del Senegal tra le prime dieci nazionalità. Più bassi e meno significativi in termini numerici, rispetto a quelli osservati in altri territori, i valori riferiti all’Ucraina e anche alla Romania: qui, come nel goriziano, incide in parte la presenza di un mercato transfrontaliero nell’ambito del lavoro domestico e di cura (in parte sommerso e non precisamente quantificabile) che spinge le altre nazionalità che tradizionalmente alimentano tale mercato verso le province di Udine e Pordenone.

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Tabella 3-7: residenti stranieri per aree di provenienza 2005 e 2006

2005 2006 2005 2006 2005 2006

Africa Centro Meridionale 2.287 2.542 9,5 9,5 47,1 46,5 11,1Africa Sett. e Medio Oriente 2.475 2.690 10,2 10,1 34,2 35,4 8,7America Centro Meridionale 1.545 1.562 6,4 5,9 70,0 69,0 1,1America Settentrionale 89 98 0,4 0,4 52,8 56,1 10,1Asia Centro Orientale 1.304 1.433 5,4 5,4 48,4 48,9 9,9Europa Centro Orientale 14.084 15.840 58,3 59,4 48,9 49,7 12,5Unione Europea 15 1.280 1.293 5,3 4,8 62,3 62,4 1,0Paesi Neocomunitari 974 1.106 4,0 4,1 62,5 63,1 13,6Altri 124 116 0,5 0,4 58,9 55,2 -6,5Totale 24.162 26.680 100,0 100,0 49,8 50,3 10,4

Africa Centro Meridionale 4.149 4.584 18,8 18,4 42,2 42,3 10,5Africa Sett. e Medio Oriente 1.436 1.652 6,5 6,6 37,9 38,9 15,0America Centro Meridionale 1.004 1.016 4,6 4,1 67,1 65,9 1,2America Settentrionale 245 244 1,1 1,0 40,0 38,5 -0,4Asia Centro Orientale 1.780 2.154 8,1 8,7 36,6 38,8 21,0Europa Centro Orientale 12.159 13.884 55,2 55,8 50,8 51,8 14,2Unione Europea 15 704 718 3,2 2,9 59,5 58,6 2,0Paesi Neocomunitari 507 610 2,3 2,5 62,9 61,0 20,3Altri 30 33 0,1 0,1 46,7 48,5 10,0Totale 22.014 24.895 100,0 100,0 48,4 48,9 13,1

Africa Centro Meridionale 177 236 2,6 3,2 33,3 35,2 33,3Africa Sett. e Medio Oriente 482 472 7,1 6,3 38,0 38,8 -2,1America Centro Meridionale 246 252 3,6 3,4 69,1 69,0 2,4America Settentrionale 26 29 0,4 0,4 53,8 58,6 11,5Asia Centro Orientale 1.021 1.158 15,1 15,5 35,3 37,6 13,4Europa Centro Orientale 3.845 4.287 56,9 57,5 38,9 40,5 11,5Unione Europea 15 337 341 5,0 4,6 58,2 59,5 1,2Paesi Neocomunitari 599 652 8,9 8,8 43,2 44,3 8,8Altri 23 24 0,3 0,3 43,5 50,0 4,3Totale 6.756 7.451 100,0 100,0 40,7 42,0 10,3

Africa Centro Meridionale 421 465 3,4 3,5 32,1 33,3 10,5Africa Sett. e Medio Oriente 533 618 4,3 4,6 25,7 26,7 15,9America Centro Meridionale 517 537 4,2 4,0 69,8 68,9 3,9America Settentrionale 103 106 0,8 0,8 46,6 48,1 2,9Asia Centro Orientale 897 1.015 7,2 7,6 46,0 46,6 13,2Europa Centro Orientale 8.510 9.226 68,6 68,7 47,7 48,4 8,4Unione Europea 15 817 837 6,6 6,2 58,1 58,1 2,4Paesi Neocomunitari 559 583 4,5 4,3 59,2 59,7 4,3Altri 49 49 0,4 0,4 55,1 57,1 0,0Totale 12.406 13.436 100,0 100,0 48,3 48,7 8,3

Africa Centro Meridionale 7.034 7.827 10,8 10,8 43,0 42,9 11,3Africa Sett. e Medio Oriente 4.926 5.432 7,5 7,5 34,7 35,8 10,3America Centro Meridionale 3.312 3.367 5,1 4,6 69,0 68,0 1,7America Settentrionale 463 477 0,7 0,7 44,7 45,5 3,0Asia Centro Orientale 5.002 5.760 7,7 7,9 41,1 42,4 15,2Europa Centro Orientale 38.598 43.237 59,1 59,7 48,2 49,2 12,0Unione Europea 15 3.138 3.189 4,8 4,4 60,1 60,1 1,6Paesi Neocomunitari 2.639 2.951 4,0 4,1 57,5 57,8 11,8Altri 226 222 0,3 0,3 54,9 54,1 -1,8Totale 65.338 72.462 100,0 100,0 48,1 48,7 10,9

% donne stran var % 05-06

UDI

NE

prov. Aree di provenienzaresidenti stranieri % per prov.

POR

DE

NON

E

GOR

IZ

IA

TRI

ES

TE

FVG

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT e delle Anagrafi Comunali

STRUTTURA STABILE PER GLI IMMIGRATI - REGIONE FRIULI V.G. IRES FVG

ANNUARIO STATISTICO DELL’IMMIGRAZIONE IN FRIULI VENEZIA GIULIA 2006 34

Tabella 3-8: residenti dei primi 40 Paesi di provenienza in provincia di Udine

n° ord.

Paese di provenienzaresidenti

2005

residenti

2006

%

femmine

2006

% su tot

stranieri

residenti

2006

var %

2005-

2006

1 Albania 3.962 4.236 46,0 15,9 6,92 Romania 2.805 3.386 47,7 12,7 20,73 Serbia e Montenegro 1.964 1.895 44,0 7,1 -3,54 Croazia 1.508 1.546 41,9 5,8 2,55 Ucraina 1.145 1.443 82,5 5,4 26,06 Marocco 1.203 1.312 40,9 4,9 9,17 Bosnia Erzegovina 1.184 1.293 42,9 4,8 9,28 Macedonia 855 1.264 41,9 4,7 47,89 Ghana 1.079 1.191 44,8 4,5 10,410 Cina Popolare 578 618 48,1 2,3 6,911 Algeria 539 579 27,8 2,2 7,412 Tunisia 502 536 30,0 2,0 6,813 Colombia 503 498 66,7 1,9 -1,014 Nigeria 433 468 58,1 1,8 8,115 Polonia 369 455 71,0 1,7 23,316 Moldova 257 343 65,9 1,3 33,517 Germania 324 339 57,5 1,3 4,618 Slovenia 297 312 38,8 1,2 5,119 India 234 269 44,2 1,0 15,020 Austria 280 266 73,3 1,0 -5,021 Rep.Dominicana 244 242 67,8 0,9 -0,822 Filippine 218 236 58,1 0,9 8,323 Russia 216 229 82,5 0,9 6,024 Francia 226 215 64,2 0,8 -4,925 Argentina 214 211 59,2 0,8 -1,426 Senegal 168 178 30,3 0,7 6,027 Bangladesh 150 169 21,9 0,6 12,728 Brasile 163 169 76,9 0,6 3,729 Regno Unito 139 141 53,2 0,5 1,430 Cuba 114 119 82,4 0,4 4,431 Costa d'Avorio 99 108 50,9 0,4 9,132 Rep. Ceca 100 107 84,1 0,4 7,033 Ungheria 99 105 67,6 0,4 6,134 Slovacchia 85 102 69,6 0,4 20,035 Spagna 95 101 70,3 0,4 6,336 Perù 92 98 64,3 0,4 6,537 Egitto 82 97 29,9 0,4 18,338 Camerun 80 96 44,8 0,4 20,039 Bulgaria 86 94 63,8 0,4 9,340 Etiopia 72 85 69,4 0,3 18,1

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT e delle Anagrafi Comunali

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Tabella 3-9: residenti dei primi 40 Paesi di provenienza in provincia di Pordenone

n° ord.

Paese di provenienzaresidenti 2005

residenti 2006

% femmine 2006

% su tot stranieri residenti 2006

var % 2005-2006

1 Albania 5.220 5.513 46,8 22,1 5,62 Romania 3.538 4.408 53,8 17,7 24,63 Ghana 2.384 2.694 43,7 10,8 13,04 Marocco 977 1.109 40,1 4,5 13,55 India 709 899 37,2 3,6 26,86 Ucraina 752 885 84,7 3,6 17,77 Macedonia 505 803 42,5 3,2 59,08 Croazia 628 655 40,3 2,6 4,39 Bangladesh 439 554 33,2 2,2 26,210 Bosnia Erzegovina 456 508 43,5 2,0 11,411 Burkina Faso 436 489 35,0 2,0 12,212 Moldova 339 414 67,4 1,7 22,113 Cina Popolare 362 407 44,7 1,6 12,414 Serbia e Montenegro 439 396 43,2 1,6 -9,815 Polonia 273 347 54,8 1,4 27,116 Tunisia 233 278 32,7 1,1 19,317 Colombia 308 277 69,0 1,1 -10,118 Stati Uniti 232 229 36,7 0,9 -1,319 Nigeria 205 220 58,2 0,9 7,320 Rep. Dem. Congo 214 219 52,5 0,9 2,321 Senegal 205 197 22,8 0,8 -3,922 Rep.Dominicana 162 179 70,9 0,7 10,523 Costa d'Avorio 142 167 41,3 0,7 17,624 Francia 161 165 66,1 0,7 2,525 Brasile 111 148 66,2 0,6 33,326 Argentina 159 140 56,4 0,6 -11,927 Russia 115 139 77,7 0,6 20,928 Germania 138 135 55,6 0,5 -2,229 Pakistan 114 134 23,9 0,5 17,530 Algeria 92 108 40,7 0,4 17,431 Angola 104 108 32,4 0,4 3,832 Regno Unito 106 107 54,2 0,4 0,933 Togo 84 95 36,8 0,4 13,134 Filippine 75 86 65,1 0,3 14,735 Congo 71 77 51,9 0,3 8,536 Spagna 80 76 69,7 0,3 -5,037 Rep. Ceca 70 72 87,5 0,3 2,938 Slovacchia 52 64 64,1 0,3 23,139 Liberia 42 60 5,0 0,2 42,940 Niger 52 57 45,6 0,2 9,6

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT e delle Anagrafi Comunali

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Tabella 3-10: residenti dei primi 40 Paesi di provenienza in provincia di Gorizia

n° ord.

Paese di provenienzaresidenti 2005

residenti 2006

% femmine 2006

% su tot stranieri residenti 2006

var % 2005-2006

1 Croazia 887 905 27,2 12,1 2,02 Bangladesh 758 864 31,7 11,6 14,03 Bosnia Erzegovina 753 848 38,4 11,4 12,64 Serbia e Montenegro 805 837 38,9 11,2 4,05 Macedonia 439 587 29,5 7,9 33,76 Slovenia 448 456 33,6 6,1 1,87 Romania 299 372 57,8 5,0 24,48 Albania 305 316 43,0 4,2 3,69 Ucraina 178 228 79,8 3,1 28,110 Marocco 201 221 46,2 3,0 10,011 Cina Popolare 187 208 50,5 2,8 11,212 Algeria 130 142 37,3 1,9 9,213 Senegal 100 104 21,2 1,4 -14 Polonia 71 99 66,7 1,3 39,415 Germania 79 78 64,1 1,0 -1,3 16 Moldova 56 75 68,0 1,0 33,917 Austria 64 66 53,0 0,9 3,118 Regno Unito 68 60 50,0 0,8 -11,8 19 Bulgaria 44 54 55,6 0,7 22,720 Mauritania 50 54 42,6 0,7 8,021 Russia 54 48 83,3 0,6 -11,1 22 Argentina 47 46 52,2 0,6 -2,1 23 Francia 38 46 65,2 0,6 21,124 Brasile 47 45 73,3 0,6 -4,3 25 Tunisia 48 45 24,4 0,6 -6,3 26 Ungheria 38 43 55,8 0,6 13,227 Colombia 40 38 71,1 0,5 -5,0 28 Cuba 39 38 76,3 0,5 -2,6 29 Filippine 26 33 60,6 0,4 26,930 Rep.Dominicana 20 29 72,4 0,4 45,031 Spagna 23 27 85,2 0,4 17 32 Stati Uniti 23 27 63,0 0,4 17,433 Iran 22 26 38,5 0,3 18,234 India 22 24 58,3 0,3 9,135 Rep. Ceca 19 22 95,5 0,3 15,836 Slovacchia 14 21 71,4 0,3 50,037 Turchia 15 17 23,5 0,2 13 38 Nigeria 8 15 60,0 0,2 87,5 39 Perù 14 14 92,9 0,2 -40 Etiopia 13 13 69,2 0,2 -

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT e delle Anagrafi Comunali

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Tabella 3-11: residenti dei primi 40 Paesi di provenienza in provincia di Trieste

n° ord.

Paese di provenienzaresidenti 2005

residenti 2006

% femmine 2006

% su tot stranieri residenti 2006

var % 2005-2006

1 Serbia e Montenegro 4.693 5.061 46,3 37,7 7,82 Croazia 1.537 1.566 44,8 11,7 1,93 Albania 772 812 51,0 6,0 5,24 Cina Popolare 665 753 46,5 5,6 13,25 Romania 381 495 55,4 3,7 29,96 Bosnia Erzegovina 455 491 43,2 3,7 7,97 Slovenia 344 350 51,4 2,6 1,78 Ucraina 205 260 81,5 1,9 26,89 Senegal 187 199 7,0 1,5 6,410 Macedonia 166 185 44,3 1,4 11,411 Regno Unito 171 169 50,3 1,3 -1,2 12 Colombia 141 159 64,8 1,2 12,813 Germania 151 152 60,5 1,1 0,714 Moldova 117 146 61,6 1,1 24,815 Polonia 127 141 73,0 1,0 11,016 Turchia 100 131 30,5 1,0 31,017 Russia 113 126 65,1 0,9 11,518 Grecia 108 108 44,4 0,8 0,019 Marocco 99 107 30,8 0,8 8,120 Francia 95 102 54,9 0,8 7,421 Austria 97 101 67,3 0,8 4,122 Libano 91 95 21,1 0,7 4,423 Camerun 78 90 35,6 0,7 15,424 Stati Uniti 91 88 46,6 0,7 -3,3 25 Brasile 72 86 81,4 0,6 19,426 Spagna 75 80 75,0 0,6 6,727 Argentina 88 77 55,8 0,6 -12,5 28 Algeria 61 65 27,7 0,5 6,629 Cuba 50 61 78,7 0,5 22,030 Iran 59 60 41,7 0,4 1,731 Tunisia 45 60 23,3 0,4 33,332 Bangladesh 48 55 14,5 0,4 14,633 Filippine 44 54 59,3 0,4 22,734 Bulgaria 50 53 67,9 0,4 6,035 Rep.Dominicana 45 49 67,3 0,4 8,936 Perù 45 40 75,0 0,3 -11,1 37 Somalia 48 40 47,5 0,3 -16,7 38 Paesi Bassi 36 39 61,5 0,3 8,339 Nigeria 31 36 63,9 0,3 16,140 Taiwan 37 35 31,4 0,3 -5,4

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT e delle Anagrafi Comunali

STRUTTURA STABILE PER GLI IMMIGRATI - REGIONE FRIULI V.G. IRES FVG

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Tabella 3-12: residenti dei primi 40 Paesi di provenienza in Friuli Venezia Giulia

n° ord.

Paese di provenienzaresidenti 2005

residenti 2006

% femmine 2006

% su tot stranieri residenti 2006

var % 2005-2006

1 Albania 10.259 10.877 46,7 15,0 6,02 Romania 7.023 8.661 51,7 12,0 23,33 Serbia e Montenegro 7.901 8.189 44,8 11,3 3,64 Croazia 4.560 4.672 39,8 6,4 2,55 Ghana 3.472 3.895 44,0 5,4 12,26 Bosnia Erzegovina 2.848 3.140 41,8 4,3 10,37 Macedonia 1.965 2.839 39,7 3,9 44,58 Ucraina 2.280 2.816 82,9 3,9 23,59 Marocco 2.480 2.749 40,6 3,8 10,810 Cina Popolare 1.792 1.986 47,0 2,7 10,811 Bangladesh 1.395 1.642 30,6 2,3 17,712 India 981 1.219 39,3 1,7 24,313 Slovenia 1.142 1.170 40,4 1,6 2,514 Polonia 840 1.042 65,5 1,4 24,015 Moldova 769 978 66,1 1,3 27,216 Colombia 992 972 67,2 1,3 -2,017 Tunisia 828 919 30,1 1,3 11,018 Algeria 822 894 30,9 1,2 8,819 Nigeria 677 739 58,5 1,0 9,220 Germania 692 704 58,5 1,0 1,721 Senegal 660 678 19,9 0,9 2,722 Russia 498 542 77,3 0,7 8,823 Francia 520 528 63,1 0,7 1,524 Rep.Dominicana 471 499 69,1 0,7 5,925 Burkina Faso 445 497 35,2 0,7 11,726 Austria 487 480 69,8 0,7 -1,427 Regno Unito 484 477 52,0 0,7 -1,428 Argentina 508 474 57,2 0,7 -6,729 Brasile 393 448 73,9 0,6 14,030 Stati Uniti 419 426 43,4 0,6 1,731 Filippine 363 409 59,9 0,6 12,732 Spagna 273 284 72,9 0,4 4,033 Costa d'Avorio 249 283 45,6 0,4 13,734 Cuba 254 273 82,8 0,4 7,535 Rep. Dem. Congo 241 256 51,6 0,4 6,236 Bulgaria 223 255 61,6 0,4 14,337 Camerun 214 239 41,4 0,3 11,738 Turchia 184 230 39,1 0,3 25,039 Rep. Ceca 213 228 86,4 0,3 7,040 Ungheria 200 226 65,9 0,3 13,0

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT e delle Anagrafi Comunali

STRUTTURA STABILE PER GLI IMMIGRATI - REGIONE FRIULI V.G. IRES FVG

ANNUARIO STATISTICO DELL’IMMIGRAZIONE IN FRIULI VENEZIA GIULIA 2006 39

Figura 3-9: mappa degli stranieri residenti nei comuni della Regione al 31.12.2006

Stranieri residenti nei comuni della Regione FVGDati al 31.12.2006 (tra parentesi frequenza dei comuni)

500 stranieri residenti e oltre (29)da 100 a 499 (73)da 50 a 99 (45)fino a 49 stranieri residenti (72)

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT

I comuni in cui si concentra in valore assoluto il maggior numero di residenti stranieri

sono, in ordine decrescente, i seguenti: ai primi posti si riconfermano Trieste (12.732), Udine (8.812), Pordenone (6.197), al quarto posto troviamo Monfalcone (2.613) che quest’anno supera in graduatoria il comune di Gorizia (2.523), segue Sacile (1.585), Azzano Decimo che avanza al settimo posto con 1.194 stranieri, Prata di Pordenone all’ottavo posto (1.177), seguita da Pasiano di Pordenone (1.086), Spilimbergo scende al decimo posto con 1.081 stranieri, seguito da Latisana (974), Cordenons (917), Porcia (889), San Vito al Tagliamento sale al quattordicesimo posto con ben 868 stranieri residenti, segue Fontanafredda (855), Brugnera (806), Cervignano del Friuli con 798 stranieri e Lignano Sabbiadoro (764).

Si riconferma anche per il 2006 la presenza di almeno uno straniero residente in tutti i comuni del Friuli Venezia Giulia, eccezione fatta per Ligosullo.

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Figura 3-10: mappa dell’incidenza percentuale degli stranieri residenti nei comuni della regione sulla popolazione residente totale al 31.12.2006

Percentuale di stranieri residenti sulla popolazione residente totaleDati al 31.12.2006 (tra parentesi frequenza dei comuni)

7,50% e oltre (28)da 5,00% a 7,49% (38)da 2,50% a 4,99% (89)fino a 2,49% (64)

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT

L’incidenza media regionale degli stranieri residenti sulla popolazione totale è pari al

6%; i comuni con incidenza più elevata sono i seguenti: Pravisdomini (che da 13,6% del 2005 passa a 16,2%), Prata di Pordenone (da 12,7% a 14,8%), Pasiano di Pordenone (da 13,1% a 14,3%), e Vajont (stabile a 12,7%), Pordenone (da 11,0% passa a 12,3%), Lignano Sabbiadoro (da 10,8% a 11,4%), Taipana (da 9,6% a 10,1%), Monfalcone (da 8,2% a 9,4%), Chions (da 7,6% a 9,4%), Brugnera (da 8,2% a 9,3%), Spilimbergo (da 8,5% a 9,2%), Udine (da 8,2% a 9,1%) e Pulfero (da 8,4% a 9%).

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Figura 3-11: mappa dell’incidenza percentuale delle donne sulla popolazione straniera residente totale nei comuni della regione al 31.12.2006

Percentuale di donne sul totale degli stranieri residenti nei comuni della RegioneDati al 31.12.2006 (tra parentesi frequenza dei comuni)

65,0% e oltre (21)da 55,0% a 64,9% (38)da 45,0% a 54,9% (125)fino a 44,9% (35)

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT

La percentuale media di donne straniere residenti in Regione nel 2006 è pari al 48,7%;

i comuni con percentuale femminile più elevata sono i seguenti: Dogna, Ravascletto e Resia (100%, tuttavia va precisato che al massimo si tratta di 5 persone tutte di genere femminile), Lauco (88,9% corrispondenti a 8 donne su 9 stranieri totali), Tramonti di Sopra (85,7%, pari a 6 donne su 7 stranieri), Claut (80,8%, pari a 21 donne su 26 stranieri), Bordano (75%, equivalente a 15 donne su 20 stranieri), Carlino (75%, pari a 12 donne su 16 stranieri), Cavazzo Carnico (72,7%, pari a 24 donne su 33 stranieri), Ampezzo (71,4%, pari a 20 donne su 28 stranieri), Enemonzo (71,4%, pari a 15 donne su 21 stranieri), Forni Avoltri (71,4%, 5 donne su 7 stranieri), Venzone (71% equivalente a 22 donne su 31 stranieri), Resiutta (70%, 7 donne su 10 stranieri).

Le incidenze percentuali minori si registrano invece a Doberdò del Lago (in cui sono residenti solo 6 donne su un totale di 31 stranieri, pari al 19,4%) Malborghetto Valbruna (22,2%, con 6 donne su 27 stranieri totali) e Chiopris Viscone (24,1% pari a 7 donne su 29 residenti stranieri).

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Figura 3-12: mappa dell’incidenza percentuale dei minorenni sulla popolazione straniera residente totale nei comuni della regione al 31.12.2006

Percentuale di minori sul totale stranieri residenti nei comuni della RegioneDati al 31.12.2006 (tra parentesi frequenza dei comuni)

30,0% e oltre (14)da 20,0% a 29,9% (114)da 10,0% a 19,9% (61)fino a 9,9% (30)

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT

La percentuale media di minorenni stranieri residenti in Regione sulla popolazione

residente straniera totale è pari a 21,2%; i comuni dove i minori incidono maggiormente sono i seguenti: Comeglians (44,0%), Moraro (43,3%), Tapogliano (38,5%), Vivaro (36,5%), Treppo Carnico (35,7%), Taipana (35,6%), Prepotto (33,3%), Pinzano al Tagliamento (32,4%), Socchieve (31,6%), Palazzolo dello Stella (31,5%), Paularo (31%), Coseano (30,4%), Pozzuolo del Friuli (30,2%) e Zuglio (30%).

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Figura 3-13: mappa dei nuovi nati stranieri nei comuni della regione durante il 2006

Numero di nuovi nati stranieri nei comuni della RegioneDati al 31.12.2006 (tra parentesi frequenza dei comuni)

10 e più nuovi nati stranieri (27)da 5 a 9 (26)da 1 a 4 (79)nessun nuovo nato straniero (87)

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT

I nuovi nati stranieri nel 2006 in regione sono 1.249, 143 neonati in più rispetto al

2005; i comuni che hanno registrato durante il 2006 il maggior numero di nascite sono i seguenti: Udine (179), Trieste (171), Pordenone (120), Monfalcone (52), Gorizia (48), Sacile (29), Prata di Pordenone (26), Porcia (25), Azzano Decimo (23), Pasiano di Pordenone (20), Manzano (19), Tavagnacco (18), Fontanafredda (17), San Giovanni al Natisone, Cividale del Friuli, Cordenons e Latisana (15).

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Figura 3-14: mappa delle acquisizioni di cittadinanza degli stranieri residenti nei comuni della regione nel 2006

Acquisizione di cittadinanza nei comuni della RegioneDati al 31.12.2006 (tra parentesi frequenza dei comuni)

10 acquisizioni e oltre (23)da 5 a 9 (27)da 1 a 4 (97)nessuna acquisizione (72)

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati ISTAT

Nel 2006 sono stati cancellati dagli archivi anagrafici per aver acquisito la cittadinanza

italiana, ben 1.127 stranieri, 162 in più rispetto al 2005. I comuni in cui si sono registrate nel 2006 il maggior numero di acquisizioni di cittadinanza sono i seguenti: Trieste (211), Udine (110), Pordenone (94), Monfalcone (42), Gorizia (40), Sacile (20), Spilimbergo (20), Muggia (20), Gemona del Friuli (18), Prata di Pordenone (17), Fiume Veneto (17), San Vito al Tagliamento (15), Pasiano di Pordenone e Latisana (14), Porcia, Azzano Decimo e Tavagnacco (13), Maniago e Tarcento (12), Cervignano del Friuli e Tolmezzo (11), Aviano e Palmanova (10).

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3.3 Le previsioni dei residenti stranieri

La popolazione italiana, al netto degli immigrati, è in diminuzione da una decina d’anni e, secondo le previsioni demografiche dell’Istat, il Paese va incontro a un continuo e crescente invecchiamento. Il ragionamento vale anche per il Friuli Venezia Giulia, una delle regioni italiane con il più elevato indice di vecchiaia.

Il gruppo di ricercatori IRES FVG impegnato nella realizzazione della ottava edizione dell’annuario ha deciso di dedicare ancora una volta una sezione alla stima dell’andamento delle residenze degli stranieri proiettata nel prossimo futuro, basata sul trend di crescita registrato dal 1996 fino ad oggi, per elaborare una previsione della consistenza della presenza di cittadini immigrati nel breve termine, come già realizzato nelle precedenti edizioni dell’Annuario. Va sottolineato che le stime da noi già elaborate in passato hanno fatto registrare degli scostamenti molto ridotti da quanto è emerso poi in seguito grazie alla rilevazione ufficiali dei dati presso le Anagrafi comunali, soprattutto per quel che riguarda il brevissimo periodo.

Viene riproposta quindi una sezione espressamente dedicata alla proiezione nel breve periodo dei nuovi andamenti migratori poiché si ritiene che rappresenti un valido aiuto ed un utile supporto per la comprensione dell’importanza del fenomeno migratorio e della sua evoluzione in regione sotto molteplici aspetti.

Elaborare delle proiezioni demografiche relativamente ai flussi migratori in presenza di rapide trasformazioni potrebbe essere anche poco significativo, specialmente se l’aspirazione fosse quella di scendere a livello provinciale per cogliere l’impatto sul territorio dei mutamenti in corso. Le previsioni che verranno di seguito presentate vogliono offrire un’occasione per riflettere e ragionare sulla nuova realtà demografica, sulle cause e sulle implicazioni, sui possibili scenari futuri, sulla necessità di ridefinire gli indirizzi programmatici e di adeguare l’azione politico-amministrativa.

Anche per la presente edizione dell’Annuario è stata quindi calcolata una proiezione del trend dei residenti stranieri nel medio periodo, che si fonda sull’andamento dei valori riferiti alle residenze a partire dal 1996 (quando si registravano quasi 20mila unità) fino ad arrivare al 2006, anno in cui il numero di stranieri residenti ha ormai superato le 72mila unità. La previsione elaborata nell’ultimo Annuario4 ha portato ad enumerare in 73.375 i cittadini stranieri residenti sul territorio regionale a fine del 2006, facendo registrare un ottimo risultato rispetto quanto emerso dagli archivi anagrafici a fine 2006, dato che il valore risulta sovrastimato del 1,3%, corrispondente ad una differenza in termini assoluti di 913 persone.

Sulla base quindi di quanto registrato fino al 2006 compreso, si può attualmente formulare un’ipotesi secondo la quale alla fine dell’anno in corso la presenza degli stranieri residenti dovrebbe sfiorare le 80mila unità e progressivamente nel 2012 il numero complessivo dei cittadini di nazionalità estera registrati dalla anagrafi regionali dovrebbe attestarsi intorno alle 113mila unità (Figura 3-15).

Va evidenziato che nel presente processo previsionale, non si possono considerare gli effetti dell’intervento di alcune variabili che al momento sono sconosciute: la proiezione non può naturalmente tenere conto di mutamenti che potrebbero verificarsi a livello normativo o di

4 Struttura Stabile per gli Immigrati – Regione Friuli Venezia Giulia, IRES FVG: Annuario Statistico dell’immigrazione in Friuli Venezia Giulia 2005, pagg. 126-130.

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avvenimenti imputabili a fattori esterni per ora non prevedibili o difficilmente stimabili. Si tratta, ad esempio, dell’ingresso di nuovi Paesi nell’Unione Europea, della fine del periodo di moratoria per quanto concerne gli ingressi dai Paesi che sono recentemente entrati a far parte dell’Unione Europea, degli eventuali mutamenti nel sistema socio-economico del nostro Paese e dei principali Paesi di provenienza.

L’applicazione di un modello previsionale, ci consente anche di stimare la presenza dei minori stranieri residenti in regione. Per tale componente le proiezioni effettuate l’anno scorso relativamente al 2006 hanno dato il risultato migliore essendo stata la stima che maggiormente si è avvicinata al dato poi realmente registrato dagli archivi anagrafici; il valore previsto infatti per la fine del 2006 è stato di 15.402 minori a fronte di una effettiva registrazione pari a 15.348 ragazzi, 54 unità in più pari al 0,4%.

Per la fine dell’anno in corso si stima che i minori dovrebbero superare le 17mila unità, e, aumentando mediamente ogni anno di circa 2mila unità, superare ampiamente le 26mila unità nel 2012 (vedi Figura 3-16), una crescita anche questa molto importante perché compensa gli andamenti deficitari della natalità a livello della popolazione locale.

Come di consueto le proiezioni statistiche sono state effettuate anche a livello di singole province. Nella provincia di Udine, nel 1996 si contavano 7.003 stranieri residenti e alla fine del 2006 le anagrafi segnalavano oltre 26.680 presenze, il 2% in meno rispetto a quanto previsto nelle stima elaborata da IRES FVG nel precedente Annuario Statistico dell’Immigrazione 2005, corrispondente a 638 unità in più. Nel 2012 secondo le proiezioni di quest’anno, la popolazione straniera residente dovrebbe superare le 42mila unità (Figura 3-17).

Nella provincia di Pordenone, per la quale la stima elaborata lo scorso anno relativamente al 2006 si è rivelata piuttosto prudenziale dato che è stata sottovalutata del 10% circa al dato realmente registrato a fine anno (ricordiamo infatti che avevamo previsto 22.323 residenti mentre il valore effettivo è stato pari a 24.895 iscrizioni anagrafiche al 31 dicembre 2006), se si confermassero le dinamiche demografiche recentemente manifestatesi, si dovrebbero superare le 41mila presenze a fine 2012 (Figura 3-18), facendo emergere una situazione prossima a quella rinvenibile nella provincia di Udine.

In provincia di Gorizia la previsione elaborata l’anno scorso per il 2006 è risultata sovrastimata di 1,8%, pari cioè ad una differenza positiva corrispondente a 132 persone. Per tale contesto attualmente si stima che annualmente vi sia un apporto medio pari a circa 700 nuovi cittadini stranieri residenti all’anno, e che tale incremento possa far superare la quota di 11mila alla fine del 2012 (Figura 3-19).

Per quanto riguarda Trieste invece, le ultime proiezioni avevano sottostimato la crescita del 3,8%; apportando le dovute correzioni per i prossimi anni si dovrebbe confermare l’andamento lineare di crescita registrato finora che posizionerebbe la quota di residenti stranieri totali poco sotto le 18mila unità a fine 2012 (Figura 3-20).

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Figura 3-15: previsione stranieri residenti in Friuli Venezia Giulia fino al 2012

19.82621.44123.82727.362

32.29037.764

43.55951.805

59.18865.388

72.462

113.299

99.628

79.12185.957

92.792

106.463

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

140.000

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Stranieri residenti (M+F) Tendenza

Elaborazioni IRES Fvg

Figura 3-16: previsione dei minori stranieri residenti in FVG fino al 2012

2.798 3.012 3.5864.584

5.5616.800

8.2269.651

11.67813.400

15.348

17.22319.104

20.98522.866

24.74826.629

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Minori stranieri residenti Tendenza

Elaborazioni IRES Fvg

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Figura 3-17: previsione stranieri residenti in provincia di Udine fino al 2012

7.003 7.536 8.365 9.54011.463

13.44215.659

18.72421.695

24.16226.680

29.27931.891

34.50237.114

39.72642.337

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Stranieri residenti UD Tendenza

Elaborazioni IRES Fvg

Figura 3-18: previsione stranieri residenti in provincia di Pordenone fino al 2012

3.616 4.246 5.2656.679

8.47610.761

13.077

16.697

19.74922.014

24.895

27.72930.530

33.33236.133

38.93441.735

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

40.000

45.000

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Stranieri residenti PN Tendenza

Elaborazioni IRES Fvg

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Figura 3-19: previsione stranieri residenti in provincia di Gorizia fino al 2012

2.218 2.365 2.6033.008

3.4903.981

4.5725.346

6.2036.756

7.451

8.1238.804

9.48510.166

10.84711.527

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Stranieri residenti GO Tendenza

Elaborazioni IRES Fvg

Figura 3-20: previsione stranieri residenti in provincia di Trieste fino al 2012

6.996 7.293 7.5808.132

8.8619.456

10.25111.038

11.54112.406

13.436

16.97417.721

16.22715.480

14.73313.986

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

16.000

18.000

20.000

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Stranieri residenti TS Tendenza

Elaborazioni IRES Fvg

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Capitolo 4 IMMIGRAZIONE E MERCATO DEL LAVORO

4.1 Le dinamiche occupazionali degli stranieri in Friuli Venezia Giulia

La prima sezione di questo capitolo è dedicata all’approfondimento delle caratteristiche dell’inserimento lavorativo dei migranti, reso possibile grazie ad uno studio realizzato recentemente dall’Agenzia Regionale del Lavoro e della Formazione professionale del Friuli Venezia Giulia5 basato sull’analisi dei dati provenienti dal Sistema Informativo Netlabor. La presenza dei dati Netlabor consente di colmare la lacuna che deriva dalla natura delle informazioni che attualmente l’ISTAT mette a disposizione per quanto concerne la partecipazione dei migranti al mercato del lavoro. Tale fotografia infatti, ricavabile attualmente dalla Rilevazione continua delle Forze di Lavoro, oltre ad essere un’indagine campionaria, presenta un limite: i dati vengono diffusi dall’ISTAT solamente a livello territoriale specifico per l’Italia e per i tre principali aggregati geografici (Nord, Centro e Mezzogiorno, non essendo disponibili sistematicamente statistiche dell’ISTAT sull’occupazione degli stranieri né a livello regionale, né tantomeno a livello provinciale).

Partendo dai dati evidenziati dalla Tabella 4-1 si nota come alla fine del 2006 fossero quasi 40.000 i lavoratori stranieri registrati con un contratto di lavoro dipendente (ai quali, se si volesse tentare un calcolo dell’incidenza totale degli stranieri sul nostro mercato del lavoro, andrebbero sommati tutti coloro che hanno avviato sul nostro territorio un’attività di lavoro autonomo). Si tratta di una crescita assolutamente significativa dal momento che ancora nel 2000 gli occupati dipendenti stranieri non raggiungevano le 17.000 unità. La tabella mostra come siamo di fronte ad una crescita progressiva dello stock, con la sola eccezione del 2004 quando, a causa di un sensibile rallentamento dell’economia regionale6 e di alcuni settori produttivi, si è registrata l’unica diminuzione (vedremo successivamente come anche in una situazione di calo dello stock, all’interno del mercato del lavoro locale, si sia comunque registrato un notevole turn over e ricambio nell’ambito di questo segmento della forza lavoro).

Nel corso del 2006 si è assistito ad un buon livello di crescita per quanto concerne l’apporto dei migranti al mercato del lavoro regionale (+11,2% rispetto al 2005), anche se i risultati hanno comunque risentito della lentezza dei lavori di smaltimento delle pratiche burocratiche connesse con il decreto flussi del 2006.

Se dal numero di lavoratori la fotografia passa a quello dei rapporti di lavoro (tenendo presente che in questo caso un lavoratore può essere registrato più volte nel corso dell’anno) emerge come anche in questo caso l’aumento sia stato costante e si è passati dai 23.796 rapporti del 2000 ai 59.448 del 2006 (con l’unico rallentamento anche in questo caso riferito al 2004). Per quanto concerne il 2006 il confronto tra la velocità di crescita del numero dei 5 R. Molaro, Analisi delle dinamiche occupazionali dei lavoratori immigrati in Friuli Venezia Giulia secondo la metodologia stock-flusso, Agenzia Regionale del Lavoro e della Formazione Professionale, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, 2007.

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lavoratori e quello dei rapporti di lavoro fa emergere un elemento significativo: la crescita dei lavoratori presenta una velocità superiore, indice quanto di buona salute del mercato del lavoro locale che, evidentemente, di maggiore estensione temporale e di stabilizzazione dei rapporti stessi.

Tabella 4-1: numero di lavoratori stranieri dipendenti e numero dei rapporti di lavoro in Friuli Venezia Giulia dal 2000 al 2006

AnnoN° lavoratori interessati

Var % rispetto l'anno preced.

N° rapporti di lavoro

Var % rispetto l'anno preced.

2000 16.890 - 23.796 -

2001 21.535 27,5 31.224 31,2

2002 27.155 26,1 39.338 26,0

2003 31.489 16,0 46.569 18,4

2004 30.349 -3,6 42.927 -7,8

2005 35.641 17,4 54.705 27,4

2006 39.630 11,2 59.448 8,7 Fonte: Agenzia Lavoro e Formazione Professionale FVG su dati NetLabor

Dalla Figura 4-1 si evince come tra 2000 e 2006 sia, di fatto, raddoppiata l’incidenza

dei lavoratori stranieri sul totale degli occupati alle dipendenze, passando dal 4,8% del 2000 al 9,9% del 2006. In Friuli Venezia Giulia un lavoratore dipendente su dieci è dunque un immigrato. E’ molto significativo che anche nel 2004, a fronte dei fenomeni di crisi e di rallentamento dell’economia precedentemente segnalati, tale incidenza sia comunque cresciuta, anche se in misura lieve. Siamo di fronte ad un’ulteriore testimonianza di come l’apporto di questo segmento della forza lavoro sia assolutamente indispensabile per il funzionamento interno del nostro mercato del lavoro.

E’ tra il 2001 e il 2002 che il livello di incidenza fa segnare la crescita maggiore, mentre nel 2003, quando si dispiegano gli effetti della regolarizzazione seguita alla Legge Bossi-Fini, non si segnalano particolari scossoni, a riprova di come anche provvedimenti di questo tipo non creino particolari sconvolgimenti e stravolgimenti dei dati generali.

In un panorama caratterizzato da tassi di disoccupazione a livelli fisiologici (in alcuni contesti come quello pordenonese “frizionali”, soprattutto se riferiti alla componente maschile), è di tutta evidenza come gli equilibri interni del mercato locale siano possibili solo grazie al continuo e costante apporto dall’esterno.

Passando dai dati più generali a quelli provinciali (Figura 4-2), spicca l’andamento delle province di Gorizia (dal 5,3% del 2000 al 12,7% del 2006 a livello di incidenza) e di Pordenone (dal 5,1% al 12,0%). Nel caso di Gorizia tale aumento è trainato in larga misura dalla circoscrizione di Monfalcone, dal settore della cantieristica e del suo indotto. Se sulla provincia di Udine pesa, senza alcun dubbio, la presenza di una vasta area montana che ha una bassa

6 In realtà il 2004 ha rappresentato un momento di difficoltà a livello non solo regionale, ma anche nazionale. Vedi ad esempio, per rimanere nell’ambito delle regioni del Nord Est, quanto descritto all’interno di Il Mercato del lavoro nel Veneto. Rapporto 2003, (a cura di) Veneto Lavoro, Regione Veneto, Franco Angeli, 2004.

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capacità di attrazione di forza lavoro dall’esterno (oltre che alcuni ben noti problemi, anche per quanto riguarda le opportunità occupazionali a disposizione della componente autoctona), sul dato di Trieste incidono contemporaneamente le difficoltà del mercato del lavoro locale e, al tempo stesso, la presenza di lavoro sommerso legato a flussi transfrontalieri dalla Slovenia e dalla Croazia difficilmente intercettabili (e quantificabili).

Figura 4-1: incidenza percentuale degli occupati stranieri sul totale occupati alle dipendenze in FVG dal 2000 al 2006

4,8

5,8

7,2

8,1 8,3

9,39,9

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Fonte: Agenzia Lavoro e Formazione Professionale FVG su dati NetLabor

Figura 4-2: incidenza percentuale degli occupati stranieri sul totale occupati alle dipendenze per provincia, confronto 2000 e 2006

4,55,3

4,65,1

8,3

12,7

8,9

12,0

-

3,0

6,0

9,0

12,0

15,0

Udine Gorizia Trieste Pordenone

2000

2006

Fonte: Agenzia Lavoro e Formazione Professionale FVG su dati NetLabor

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I dati di Netlabor si rivelano molto preziosi perché consentono all’analisi di scendere ad un notevole livello di disaggregazione: è possibile da questo punto di vista osservare la distribuzione a livello di singola circoscrizione del lavoro (Figura 4-3).

Se da un lato è naturale che le circoscrizioni comprendenti i comuni capoluogo si collochino ai vertici della graduatoria per quanto concerne l’incidenza dei lavoratori immigrati sul totale dei lavoratori dipendenti stranieri (con Pordenone che fa segnare il livello record del 17,8% del totale degli occupati stranieri, seguita da Trieste col 17,0%), dall’altro lato si notano altri fenomeni interessanti. Ad esempio emerge come la circoscrizione di Monfalcone, per le capacità di attrazione determinate dalla cantieristica e, contemporaneamente, delle attività turistiche facenti capo al comune di Grado, raccolga una percentuale di lavoratori stranieri superiore a quella della circoscrizione di Gorizia.

Altre circoscrizioni che presentano valori molto significativi sono quella di Cividale del Friuli, trainati dalla presenza del Distretto della Sedia, di Latisana per le attività legate al turismo balneare di Lignano Sabbiadoro ed infine di Spilimbergo, dove il dato è in larga misura determinato dalla fortissima incidenza degli avviamenti in agricoltura del comune di San Giorgio della Richinvelda, connessi con la lavorazione delle barbatelle.

Figura 4-3: circoscrizioni del lavoro in ordine decrescente secondo la percentuale di lavoratori stranieri presenti sul totale nel 2005

17,817,0

13,5

7,46,8 6,7

5,55,0

4,2 3,63,0

1,9 1,91,4 1,3 1,2 1,1 0,8

Pordenone

Trieste

Udine

Monfalcone

Gorizia

Cividale del Friuli

Latisana

Spilimbergo

Cervignano del Friuli

Sacile

S. Vito al Tagliam.

Maniago

S. Daniele del Friuli

Codroipo

Tarcento

Tolmezzo

Gemona del Friuli

Pontebba

Fonte: Agenzia Lavoro e Formazione Professionale FVG su dati NetLabor

Trasferendo l’attenzione dal livello territoriale a quello settoriale i dati Netlabor

permettono di rilevare innanzi tutto la distribuzione degli occupati stranieri dipendenti all’interno dei macrosettori e la variazione di tale distribuzione in un arco di tempo che va dal 2000 al 2005 (Figura 4-4).

I lavoratori migranti nel 2005 si collocano per una quota pari al 10% all’interno del settore primario, con il raddoppio di un valore che nel 2000 era di poco superiore al 5%. Tenuto conto che la crescita del valore percentuale si accompagna ad un aumento

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notevolissimo dei valori assoluti (rilevabile attraverso la Tabella 4-2, settore Agricoltura, Pesca), è evidente che siamo di fronte a difficoltà ormai croniche da parte del settore agricolo nel reperimento di personale locale per sopperire alle esigenze di manodopera a carattere stagionale: vi è sicuramente una diminuzione sensibile dell’apporto di quelle categorie e tipologie di lavoratori (studenti, donne, pensionati, ecc.) che un tempo venivano a costituire il principale bacino di reclutamento per lo svolgimento di diverse mansioni.

Il calo dei valori riferiti all’industria sono invece legati alle trasformazioni strutturali dell’economia locale nel periodo considerato, con periodi di crisi in alcuni settori industriali che si sono accompagnati ad accentuati processi di terziarizzazione dell’economia: è questo che spiega il calo di oltre dieci punti percentuali (dal 39,3% al 29,0%) del peso dell’industria.

In aumento è invece il valore riferito alle costruzioni (16,3% nel 2005) e ai servizi (44,7% nel 2005).

Va precisato come, al di là dei cambiamenti nella distribuzione percentuale, tutti i macrosettori facciano comunque segnare una forte crescita dei valori assoluti corrispondenti. Nei comparti industriali e nelle occupazioni di basso livello dei servizi tale fenomeno è legato alle scarse capacità di attrazione nei confronti di una manodopera giovanile altamente scolarizzata e poco disponibile a ricoprire certe mansioni all’interno delle aziende locali. Alle difficoltà di reperimento di personale da parte delle imprese della nostra regione si affiancano le crescenti esigenze delle famiglie nell’ambito dei lavori domestici e di quelli di cura e di assistenza alla persona.

Figura 4-4: lavoratori stranieri distribuiti per macrosettori in FVG nel 2000 e 2005

5,1

39,3

13,9

41,6

10,0

16,3

44,7

29,0

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

primario industria costruzioni servizi

2000

2005

Fonte: Agenzia Lavoro e Formazione Professionale FVG su dati NetLabor

La Tabella 4-2 ci consente di affrontare la lettura dei dati a livello microsettoriale. Il

primo dato che spicca è la crescita esponenziale che si registra nell’ambito dei Servizi domestici presso famiglie (+384,8%) e in quello dell’Agricoltura (+311,9%). La crescita nell’ambito del lavoro domestico è fortemente trainata dagli effetti della regolarizzazione del

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2002, che ha consentito di far venire alla luce una fetta molto consistente di posizioni fino ad allora relegate nell’ambito del sommerso. Per quanto concerne l’agricoltura valgono invece le considerazioni già svolte in precedenza e legate alle difficoltà di reclutamento all’interno della forza lavoro autoctona.

Un aumento notevole dell’incidenza si rileva all’interno di Servizi di pulizie, Servizi Sociali, l’Industria Alimentare (in questo caso collegata a valori assoluti comunque contenuti) e Costruzioni. Superiore alla media regionale (pari al 111,0%) è anche la variazione percentuale tra 2000 e 2005 dei valori relativi al Commercio e alle Industrie elettromeccaniche e dei mezzi di trasporto.

Se si osserva la distribuzione in valori assoluti vediamo come il valore più elevato sia quello fatto segnare dalle Costruzioni all’interno delle quali nel 2005 si contano ben 5.795 lavoratori stranieri. Le difficoltà del settore nel reperimento di manodopera sono testimoniate anche dal progressivo abbandono della frequenza di giovani locali all’interno delle scuole edili.

Oltre alle costruzioni alti valori assoluti sono quelli fatti segnare da Alberghi e Ristoranti (4.215), dall’Agricoltura (3.567), dalla Lavorazione dei Metalli (3.392) e dai Servizi Sociali (3.355). La bassa crescita sia in termini percentuali che in valori assoluti dell’industria del legno-arredamento è legata, oltre che ad un periodo di difficoltà del Triangolo della Sedia, anche al fatto che il legno ha rappresentato uno dei primi ambiti importanti di inserimento lavorativo dei migranti fin dagli anni Novanta e quindi probabilmente è stato oggetto di un processo di saturazione più avanzato.

Tabella 4-2: lavoratori stranieri nei settori economici in FVG nel 2000 e nel 2005

2000 2005distrib. % nel 2005

var % 2000-2005

Agricoltura, pesca 866 3.567 10,0 311,9

Ind. A limentari 192 478 1,3 149,0

Ind. Carta, stampa, editoria 84 156 0,4 85,7

Ind. Chimica, gomma e plastica 311 504 1,4 62,1

Ind. ElettroMeccaniche, mezzi di trasporto 703 1.561 4,4 122,0

Ind. Lavorazione dei Metalli 2.091 3.392 9,5 62,2

Ind. Legno, Mobili 2.361 2.912 8,2 23,3

Ind. Tessile, pelle e cuoio 293 399 1,1 36,2

Ind. Vetro, ceramica e prodotti per l'edilizia 471 657 1,8 39,5

A ltre Ind. Manifatturiere 138 285 0,8 106,5

Costruzioni 2.354 5.795 16,3 146,2

A lberghi e ristoranti 2.088 4.215 11,8 101,9

Commercio 774 1.749 4,9 126,0

Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 887 1.369 3,8 54,3

Servizi alla produzione 739 1.114 3,1 50,7

Servizi di pulizie 755 1.927 5,4 155,2

Servizi domestici presso famiglie e conviv. 455 2.206 6,2 384,8

Servizi sociali 1.328 3.355 9,4 152,6

Totale complessivo 16.890 35.641 100,0 111,0 Fonte: Agenzia Lavoro e Formazione Professionale FVG su dati NetLabor

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Tabella 4-3: principali nazionalità dei lavoratori dipendenti stranieri in FVG nel 2005

Num. Ord. Nazionalità Totale % F

var % rispetto al 2004

% sul tot occupati stranieri

1 Romania 5.388 44,1 27,2 15,1

2 A lbania 4.054 31,5 12,9 11,4

3 Serbia Montenegro 3.821 32,7 12,0 10,7

4 Croazia 2.522 30,4 6,3 7,1

5 Slovenia 1.700 26,8 23,5 4,8

6 Ucraina 1.540 81,9 45,6 4,3

7 Marocco 1.535 20,1 13,7 4,3

8 Ghana 1.390 36,0 0,9 3,9

9 Bosnia 1.218 28,6 17,1 3,4

10 Polonia 1.183 54,4 25,1 3,3

11 Bangladesh 1.040 1,3 9,7 2,9

12 Cina 800 34,4 37,9 2,2

13 Macedonia 675 13,8 22,5 1,9

14 Moldova 555 61,8 34,4 1,6

15 Colombia 516 68,6 13,7 1,4 16 Tunisia 503 7,0 9,3 1,4 17 India 471 12,7 14,3 1,3 18 A lgeria 430 3,7 11,7 1,2 19 Nigeria 421 60,1 13,5 1,2 20 Senegal 384 10,7 -3,3 1,1

Fonte: Agenzia Lavoro e Formazione Professionale FVG su dati NetLabor

Per quanto riguarda le provenienze degli occupati dipendenti stranieri (Tabella 4-3) al

vertice della graduatoria nel corso del 2005 ritroviamo i cittadini provenienti dalla Romania con quasi 5.400 unità (di cui il 44,1% donne) pari a un peso del 15,1% sul totale degli occupati stranieri e con una crescita rispetto al 2004 del 27,2%. Tra i primi 20 Paesi la percentuale di crescita tra 2004 e 2005 è stata superiore solamente per i cittadini provenienti dall’Ucraina (+45,6%), dalla Cina (+37,9%) e dalla Moldova (+34,4%).

E’ molto significativa la presenza tra i primi dieci Paesi della Slovenia e della Polonia, con valori che superano quelli fatti registrare dal numero di residenti degli stessi Paesi nell’analogo periodo. Il fenomeno si spiega con l’alta incidenza del lavoro stagionale tra i cittadini di queste due nazionalità e anche con la presenza del frontalierato tra gli sloveni: siamo di fronte a progetti migratori di breve periodo che non rendono necessaria l’acquisizione della residenza. La presenza dei polacchi nei lavori stagionali soprattutto in agricoltura, è per la nostra regione una novità di questi ultimi anni, ma in altre regioni, in particolare in Trentino Alto Adige, è un contributo consolidatosi a partire dai primi anni Novanta (con origini che risalgono addirittura agli anni Ottanta7).

In valori assoluti dopo la Romania i paesi maggiormente rappresentati sono l’Albania (4.054 unità e 11,4% del totale) e Serbia e Montenegro (3.821 lavoratori e 10,7% del totale).

Tra i dati che vanno sottolineati vi sono:

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- la crescita numerica in concreto bloccata dei lavoratori ghanesi (inferiore all’1%) e quella relativamente modesta dei croati (+6,3% tra 2004 e 2005);

- la prevalenza femminile per quanto concerne i dati fatti segnare da Ucraina, Polonia, Moldova, Colombia e Nigeria;

- l’assoluta predominanza del lavoro maschile nella comunità del Bangladesh (1.040 lavoratori con solo l’1,3% di donne).

La Figura 4-5 mette in evidenza un altro elemento molto significativo, che permette di evidenziare l’importanza dei lavoratori stranieri sotto un altro punto di vista: il contributo al ringiovanimento della forza lavoro.

Se l’ingresso dei giovani locali presenta ormai problematiche che si ricollegano contemporaneamente al calo demografico e al prolungarsi dei loro tempi di permanenza all’interno dei circuiti dell’istruzione e della formazione, ecco che diviene di fondamentale importanza l’apporto della componente migrante.

Il confronto tra la distribuzione dei lavoratori italiani e stranieri per classi di età fa emergere in misura molto netta come oltre la metà dei migranti si collochi nella fasce tra 15-24 anni e 25-34 anni rispetto a una componente italiana che si colloca solo per un terzo all’interno di tali segmenti, che sono appunto quelli all’interno dei quali il mercato fa segnare i maggiori deficit in entrata, complice l’assottigliarsi delle coorti giovanili autoctone.

Figura 4-5: distribuzione percentuale per classi d’età, confronto lavoratori italiani e stranieri in FVG nel 2005

6,4

26,6

32,7

24,3

8,7

1,3

15,0

37,1

29,0

15,0

3,6

0,3

15-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65 e oltre

ITALIANI STRANIERI

Fonte: Agenzia Lavoro e Formazione Professionale FVG su dati NetLabor

Altro fenomeno portato alla luce dalla disponibilità dei dati Netlabor è quello del turn

over della manodopera straniera all’interno del territorio regionale (Tabella 4-4). Si tratta di

7 Vedi Una “golden” made in Poland, in Terre di mezzo 105, luglio/agosto 2003.

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cifre e di valori che testimoniano gli elevati livelli di alternanza nella struttura occupazionale della popolazione immigrata. I lavoratori sono stati suddivisi per anno di esordio sul mercato del lavoro e la lettura in diagonale (caselle evidenziate in grigio) ci mostra come ogni anno una quota che oscilla tra gli 8 e i 10mila nuovi lavoratori fa il suo ingresso all’interno dei nostri settori produttivi. Si tratta di una cifra superiore a quella dell’aumento netto dei lavoratori stranieri tra un anno e l’altro. Tale differenza è spiegabile con l’alta mobilità geografica che strutturalmente caratterizza il lavoratore straniero, intendendosi per mobilità geografica sia i fenomeni di rientro verso i propri paesi di origine sia la forte mobilità da una regione all’altra del territorio nazionale. La lettura orizzontale della tabella ci mostra, ad esempio, come a distanza di cinque anni meno della metà dei lavoratori entrati sul mercato nel 2000 fosse ancora presente nel corso del 2005.

L’analisi della tabella mette in luce come i livelli più alti di dispersione siano quelli che si registrano nel corso del primo anno di lavoro. Si tratta naturalmente del periodo in cui il lavoratore è per definizione più mobile e disponibile a trasferirsi, essendo molto spesso presente da solo e non con nucleo familiare al seguito. Spesso, nel corso del tempo, il mutare di tali condizioni contribuisce a conferire al lavoratore straniero connotazioni di maggiore stanzialità. Sulla maggiore propensione dei lavoratori stranieri alla mobilità geografica incidono sicuramente anche componenti di natura psicologica, connesse strutturalmente alla condizione del migrante: a fronte di trasferimenti che hanno implicato viaggi di diverse migliaia di chilometri (oltreché l’incontro e l’impatto con culture profondamente differenti), spostamenti tra una regione e l’altra, o da una città all’altra all’interno dello stesso Paese, vengono a rappresentare un problema secondario.

Un ultimo elemento da sottolineare è come anche nel corso del 2004, anno in cui il mercato del lavoro regionale e il sistema economico generale segnano il passo – come ricordato in precedenza - il livello di ricambio della manodopera straniera rimanga costante, a riprova di come quei valori compresi fra le 8 e le 10mila unità siano ormai un fabbisogno strutturale espresso dal nostro territorio.

Tabella 4-4: lavoratori stranieri dipendenti per anno di esordio nel mercato del lavoro del Friuli Venezia Giulia

2000 2001 2002 2003 2004 2005

ante 2000 6.494 5.333 4.677 4.082 3.039 3.112

2000 10.396 8.020 6.642 5.824 4.546 4.580

2001 - 8.182 6.205 4.897 3.668 3.683

2002 - - 9.631 7.664 4.959 4.947

2003 - - - 9.022 5.265 4.985

2004 - - - - 8.872 6.077

2005 - - - - - 8.257 Tot. occupati

stranieri 16.890 21.535 27.155 31.489 30.349 35.641

anno di esordio

Fonte: Agenzia Lavoro e Formazione Professionale FVG su dati NetLabor

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Figura 4-6: distribuzione dei lavoratori stranieri per tipo di contratto in FVG nel 2005

61,6

25,7

6,3 6,10,3

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

T.Indeterminato

T. Determinato Apprendistato T. DeterminatoInterinale

Formazione

Fonte: Agenzia Lavoro e Formazione Professionale FVG su dati NetLabor

Tra le varie possibilità offerte da Netlabor vi è quella dell’analisi della distribuzione dei lavoratori stranieri per tipologia contrattuale (Figura 4-6). In questo caso i dati vengono depurati da quelli riferiti al settore agricolo per evitare la distorsione che si verrebbe a determinare includendo un segmento che da sempre impiega quasi esclusivamente lavoro stagionale. Dall’analisi spicca l’alta incidenza dei contratti a tempo indeterminato (61,6%).

Si tratta di un indicatore importante perché testimonia forse più di ogni altro come le necessità espresse dal sistema economico regionale e dal mercato del lavoro, per quanto concerne l’apporto di lavoratori provenienti dall’estero, abbiano assunto una connotazione strutturale e non rispondano semplicemente a esigenze di carattere transitorio o congiunturale.

La disponibilità delle imprese ad offrire opportunità di impiego a tempo indeterminato è al tempo stesso testimonianza di buona salute del sistema locale, ma anche del desiderio di fidelizzare questo segmento della manodopera a fronte delle difficoltà di reperimento in loco di tutta una serie di professionalità.

Nell’analisi per tipologia contrattuale va tenuto presente come anche una buona parte dei contratti di apprendistato sia destinata a trasformarsi, al termine dei periodi prestabiliti, in contratti a tempo indeterminato, e come spesso anche i contratti a termine siano utilizzati dalla imprese non solo e semplicemente come strumento che risponde a esigenze di flessibilità e di breve periodo, ma anche come periodo di prova prolungato che precede inserimenti a carattere definitivo.

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Tabella 4-5: lavoratori stranieri dipendenti per gruppi professionali in FVG nel 2005

Maschi Femmine Totaledistribuz.

%%

Femmine

1 Dirigenti e direttori 26 5 31 0,1 16,1

2 Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione 144 313 457 1,3 68,5

3 Professioni tecniche 284 668 952 2,7 70,2

4 Professioni esecutive relative all’amministr. e gestione 488 514 1.002 2,8 51,3 5 Professioni relative alle vendite e ai serv. per le famiglie 1.872 4.405 6.277 17,6 70,2

6 Operai specializzati 8.213 962 9.175 25,7 10,5

7 Conduttori di impianti, operatori di macchinari fissi e mobili, operai di montaggio industriale

2.454 361 2.815 7,9 12,8

8 Personale non qualificato 8.777 6.155 14.932 41,9 41,2

Totale complessivo 22.258 13.383 35.641 100,0 37,5

Fonte: Agenzia Lavoro e Formazione Professionale FVG su dati NetLabor

La panoramica resa possibile dalla lettura dei dati provenienti dalla fonte Netlabor si

completa con l’analisi per grandi gruppi professionali (Tabella 4-5) e per singole professionalità (Figura 4-7).

La Tabella 4-5 ci mostra innanzi tutto come all’interno del quadro generale sia molto bassa la presenza percentuale di lavoratori dipendenti stranieri in posizioni professionali apicali, sia se consideriamo le Professioni intellettuali che le Professioni tecniche. All’interno di questi due segmenti è interessante notare come le donne costituiscano la grande maggioranza rispettivamente con il 68,5% e con il 70,2%. Molto bassa è anche la presenza di lavoratori stranieri nelle Professioni esecutive nell’ambito dell’amministrazione e della gestione (1.002 unità, pari al 2,8% degli occupati stranieri), con una leggera prevalenza della componente femminile 51,3%.

Il più alto livello di incidenza è quello fatto registrare dal Personale non qualificato, gruppo all’interno del quale si concentra il 41,9% degli occupati dipendenti stranieri. Poco più di ¼ dei lavoratori migranti si colloca tra gli Operai specializzati e molto elevata è anche la quota di coloro che vengono registrati all’interno del gruppo costituito dalle Professioni relative alle vendite e ai servizi per le famiglie (17,6%), all’interno del quale le donne rappresentano il 70,2% del totale.

La Figura 4-7 consente di calarci ancora di più nel dettaglio: il quadro delle singole professionalità vede al primo posto il Personale non qualificato in edilizia e nell’industria (23,2%), seguito da Operai ed artigiani metalmeccanici (10,5%). Al terzo posto si collocano gli Addetti ed esercenti dell’alberghiero e della ristorazione, a riprova delle già segnalate difficoltà di questi comparti nel reclutamento di manodopera locale e, soprattutto, giovanile. Al quarto e quinto posto ritroviamo Operai ed artigiani di edilizia e impianti civili (9,0%) e il Personale non qualificato delle pulizie e dei lavori domestici (8,9%), altri settori che ormai da diverso tempo segnalano carenze ormai croniche di risorse umane e difficoltà molto accentuate di incontro

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tra domanda e offerta di lavoro. Una percentuale molto consistente è, infine, quella riguardante il Personale non qualificato in agricoltura e allevamento.

Figura 4-7: professioni più diffuse tra i lavoratori stranieri in FVG, 2005

23,2

10,5

9,3

9,0

8,9

8,4

5,9

4,4

3,5

3,2

2,6

2,5

Personale non qualificato in edilizia ed industria

Operai ed artigiani metalmeccanici

Addetti ed esercenti dell'alberghiero e ristorazione

Operai ed artigiani di edilizia, impianti civili

Personale non qualificato nei servizi di pulizie, lavanderie,domestici

Personale non qualificato in agricoltura e allevamento

Servizi alla persona: esercenti ed addetti di ricreazione,pulizie, assistenza

Operai ed artigiani alimentari, legno, tessile,abbigliamento

Conduttori di veicoli e macchinari mobili e disollevamento

Operai su macchinari fissi per lavorazioni in serie eaddetti montaggio

Impiegati esecutivi d'ufficio

Addetti ed esercenti del commercio

Fonte: Agenzia Lavoro e Formazione Professionale FVG su dati NetLabor

In generale l’immagine che risalta da questa analisi dei dati Netlabor è quella di un

inserimento dei lavoratori stranieri finalizzato a colmare i principali deficit e squilibri che nel corso del tempo si sono venuti a creare nell’incontro tra domanda e offerta di lavoro; inserimento che non crea in alcun modo problemi di concorrenzialità rispetto ad una manodopera locale numericamente insufficiente a soddisfare i fabbisogni espressi da un lato dal sistema delle imprese e dall’altro dalle famiglie. In un’ottica di sviluppo futuro e di pari opportunità è evidente che comunque andranno compiuti anche dei passi nella direzione di un inserimento di lavoratori immigrati su posizioni più qualificate. Si tratta di un percorso già seguito dai paesi economicamente più avanzati, che da anni perseguono la via della ricerca e dell’attrazione di risorse umane ad elevata qualificazione proveniente da paesi esteri (vale in questo caso l’esempio degli Stati Uniti, ma anche di paesi europei come la Gran Bretagna e la Germania). In un’ottica di internazionalizzazione delle imprese e di maggiore penetrazione sui mercati esteri, la costituzione di team di lavoro formati da operatori di diversa provenienza nazionale è sicuramente un elemento che può portare un notevole valore aggiunto e accrescere la competitività del nostro parco imprese.

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4.2 Previsioni di assunzione di personale immigrato per il 2007

Se l’analisi dei dati di Fonte Netlabor consente di fotografare la situazione relativa alle presenze di lavoratori immigrati nel mercato del lavoro locale, quella dei dati ricavati dal Sistema Informativo Excelsior messi a disposizione da Unioncamere - Ministero del Lavoro permette di effettuare una serie di considerazioni sulle prospettive a breve termine attraverso il confronto con i numeri relativi alle previsioni di assunzione da parte delle imprese del Friuli Venezia Giulia. Si tratta di valori estremamente significativi ai quali vanno aggiunti i fabbisogni espressi dalle famiglie che non rientrano all’interno di questa rilevazione.

La Tabella 4-6 ci permette di osservare quello che è stato il trend delle previsioni espresse da Unioncamere. Il 2007 rappresenta un anno di ripresa per quanto concerne le previsioni di assunzione di personale immigrato che risultano pari a 6.620 unità, un valore che è secondo solo alla punta del 2005 quando si toccarono le 6.960 previsioni di assunzione.

La ripresa dei valori assoluti registrata dall’indagine Excelsior del 2007 è senza alcun dubbio trainata da una fase espansiva del mercato del lavoro locale che a livello complessivo fa segnare con 20.290 previsioni di assunzione il valore più elevato in tutto l’arco di tempo considerato.

Se si guarda all’incidenza dei valori concernenti il personale immigrato su quelli riferiti alle assunzioni totali, anche se nel 2007 non si toccano i livelli record fatti segnare nel triennio 2003-2005 (in particolare nel 2005 quando tale valore superò la soglia del 40%), nel 2007 essa si attesta su un più che rispettabile 32,6%: significa che sulla base delle indicazioni fornite dalle imprese un’assunzione su tre nel breve periodo riguarderà un lavoratore di cittadinanza non italiana.

A livello provinciale è Udine che nel 2007 fa segnare i valori assoluti più significativi con 2.800 previsioni di assunzione, seguita da Pordenone con 1.750.

Se si va ad osservare l’incidenza percentuale all’interno dei diversi aggregati provinciali spicca il dato della provincia di Gorizia dove, probabilmente sulla scorta degli andamenti positivi dell’occupazione nella circoscrizione di Monfalcone, si raggiunge la punta del 37,1% (4,5 punti percentuali al di sopra della media regionale). Al secondo posto, con un dato anch’esso superiore alla media regionale, si colloca la provincia di Pordenone con il 33,4%. In questa provincia va rilevata anche la maggiore crescita di questo indicatore rispetto all’anno precedente, pari a 6,5 punti, mentre la forbice minore tra 2006 e 2007 è quella che si può osservare in provincia di Trieste dove la crescita è pari a otto decimi di punto.

In generale questi primi dati confermano quanto già messo in luce dalla lettura delle cifre messe a disposizione dal Sistema Netlabor nel paragrafo precedente: siamo di fronte ad un mercato del lavoro che anche in prospettiva non può prescindere per il suo funzionamento da un apporto molto consistente di lavoratori stranieri.

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Tabella 4-6: previsione di assunzioni di personale immigrato e totali dal 2001 al 2007, valori assoluti e incidenza % per provincia

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

UDINE 2.272 2.334 3.045 2.896 3.250 1.950 2.800

PORDENONE 1.879 1.607 1.822 1.717 1.580 1.080 1.750

GORIZIA 354 518 516 624 650 550 930

TRIESTE 598 675 1.089 1.157 1.480 1.010 1.150

Totale FVG 5.103 5.134 6.472 6.394 6.960 4.590 6.620

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

UDINE 8.144 7.463 7.694 7.794 7.610 7.380 8.860

PORDENONE 6.006 5.057 4.540 4.968 4.160 4.010 5.240

GORIZIA 2.253 1.955 1.637 1.845 1.670 1.680 2.510

TRIESTE 3.375 3.296 3.132 3.448 3.660 3.310 3.680

Totale FVG 19.778 17.771 17.003 18.055 17.100 16.380 20.290

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

UDINE 27,9 31,3 39,6 37,2 42,7 26,4 31,6

PORDENONE 31,3 31,8 40,1 34,6 38,0 26,9 33,4

GORIZIA 15,7 26,5 31,5 33,8 38,9 32,7 37,1

TRIESTE 17,7 20,5 34,8 33,6 40,4 30,5 31,3

Totale FVG 25,8 28,9 38,1 35,4 40,7 28,0 32,6

Previsioni di assunzioni di personale IMMIGRATO

Previsioni di assunzioni di personale TOTALE

Incidenza % delle assunzioni di IMMIGRATI sul totale

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati Unioncamere – Min. Lavoro, S.I. Excelsior

Prima di scendere maggiormente nel dettaglio dei dati relativi alla nostra regione è

utile un breve confronto con i dati Excelsior a livello nazionale (Tabella 4-7). Il Nord Est si conferma ormai saldamente come l’area geografica all’interno della quale la percentuale di previsioni di assunzioni di personale immigrato sul totale raggiunge i livelli più elevati con un valore medio del 33,2% (e con la punta più elevata in Trentino Alto Adige dove si raggiunge il 34,8%). Il Friuli Venezia Giulia secondo tale indicatore è al quarto posto a livello nazionale, preceduto oltre che dal Trentino Alto Adige, da Veneto ed Emilia Romagna. Siamo di fronte ad un Nord Est che da questo punto di vista pare dimostrare un andamento molto omogeneo al suo interno. La differenza di questa zona rispetto alla media nazionale è superiore ai 6 punti percentuali. L’aggregato che al suo interno fa segnare i maggiori squilibri e le differenze più marcate è invece quello costituito dal Sud e dalle Isole, dove l’incidenza dei lavoratori immigrati va dal 28,9% dell’Abruzzo al 16,0% della Sicilia, riflettendo anche in questo ambito le problematiche connesse con i ben conosciuti ritardi di sviluppo di alcune aree del nostro Paese.

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Tabella 4-7: previsione di assunzioni di personale immigrato e totali nel 2007, valori assoluti8 e incidenza percentuale per regione

Num. assunzioni previste di personale immigrato

Num. assunzioni previste totali

% assunzioni previste immigrato

su totali

Piemonte - Valle D'Aosta 17.240 62.620 27,5

Lombardia 40.900 149.860 27,3

Liguria 6.870 23.780 28,9

Nord Ovest 65.000 236.260 27,5

T rentino Alto Adige 8.020 23.060 34,8

Veneto 27.380 82.370 33,2

Friuli Venezia Giulia 6.620 20.290 32,6

Emilia Romagna 26.060 79.370 32,8

Nord Est 68.080 205.090 33,2

Toscana 17.010 56.760 30,0

Umbria 3.320 11.670 28,4

Marche 7.350 25.130 29,2

Lazio 24.200 79.970 30,3

Centro 51.890 173.530 29,9

Abruzzo 6.000 20.730 28,9

Molise 1.170 4.230 27,7

Campania 11.200 60.720 18,4

Puglia 7.640 43.300 17,6

Basilicata 1.370 7.310 18,7

Calabria 3.830 17.310 22,1

Sicilia 8.010 50.010 16,0

Sardegna 3.380 20.970 16,1

Sud e Isole 42.610 224.580 19,0

Italia 227.570 839.460 27,1 Fonte Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati Unioncamere – Min. Lavoro, S.I. Excelsior

La Tabella 4-8 completa questo breve confronto a livello nazionale, mettendo in

evidenza le province italiane all’interno delle quali si registrano i valori più elevati in termini di percentuale di assunzioni di immigrati previste rispetto al totale. Ben sei province su dieci appartengono al Nord Est, con Belluno che fa segnare i valori più significativi con il 41,2% e Gorizia che si colloca al quinto posto in Italia. E’ molto interessante notare come nella prime posizioni non si ritrovi nessuna delle cosiddette aree metropolitane. Si tratta di un dato interessante perché una domanda di lavoro da parte delle imprese diffusa sul territorio e soprattutto non concentrata in poche aree ad alta densità rappresenta un fattore che dovrebbe favorire i processi di integrazione.

8 I dati esposti relativi al 2006 sono arrotondati alle decine. I totali possono non corrispondere alla somma dei singoli valori a causa degli arrotondamenti.

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Tabella 4-8: graduatoria delle prime 10 province per rapporto percentuale delle tra previsione di assunzioni di personale immigrato e totali nel 2007

n° ord. Provincia

Totale assunz previste

Num max assunz

immigrato

% assunz immigrato su totale assunz.

1° BELLUNO 4.680 1.930 41,2

2° FORLI'-CESENA 7.550 2.870 38,0

3° RAVENNA 7.950 3.000 37,7

4° MODENA 12.510 4.670 37,3

5° GORIZIA 2.510 930 37,1

6° AST I 2.610 950 36,4

7° BRESCIA 20.960 7.530 35,9

8° BOLZANO 10.140 3.610 35,6

9° VALLE D'AOSTA 3.870 1.370 35,4

10° LIVORNO 6.560 2.320 35,4 Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati Unioncamere – Min. Lavoro, S.I. Excelsior

Terminato questo breve excursus sui dati a livello nazionale, l’attenzione va ora a

spostarsi sui dati relativi ai macrosettori a livello regionale e nei singoli aggregati provinciali, ponendo anche l’attenzione alle differenze degli andamenti tra la rilevazione del 2007 e quella dell’anno precedente (Tabella 4-9).

Partendo dai dati generali riferiti alla Regione si può osservare come le dinamiche più spinte e più accentuate siano quelle fatte registrare dalle costruzioni (+27,2% su base annua) e dall’Industria (+26,1%), mentre nei servizi la variazione annuale è del +24,6%. Se dai valori generali l’attenzione si sposta alle sole previsioni riferite al personale straniero, si nota innanzi tutto come la crescita sia pari al 43,9% (contro il 23,9% riferito al totale generale) con un valore record nell’industria dove la variazione su base annua è del 52,5%: in valori assoluti tale aumento corrisponde al passaggio dalle 1.390 previsioni di assunzione del 2006 alle 2.120 del 2007. Appena inferiore è la performance dei Servizi, dove la crescita riferita ai soli immigrati è del 47,0% tra 2006 e 2007. Positivo anche l’incremento all’interno del settore commerciale (+32,1% contro il 15,8% riferito al totale). Solo nel caso delle costruzioni il dato delle assunzioni riferite ad immigrati (19,6%) è inferiore a quella collegata al totale delle previsioni di assunzione nel comparto (27,2%).

A livello provinciale si può notare come le performance particolarmente positive delle assunzioni di immigrati nell’industria siano trainate dalla provincia di Pordenone dove l’aumento tra 2006 e 2007 è del 125% e da quella di Gorizia (+52,4%), mentre Udine fa registrare un più modesto (ma sempre positivo) +19,6% e Trieste va in controtendenza con una diminuzione del 17,6%.

Il capoluogo regionale traina invece l’andamento delle assunzioni di stranieri nelle costruzioni con un incremento del 122,2%, mentre nell’ambito del commercio ai valori nettamente positivi di Udine (+95,7%) e Gorizia (+150,0%) fanno da contraltare i dati negativi di Trieste (-12,5%) e Pordenone (-41,7%).

Nell’ambito dei servizi infine sono sempre Udine e Gorizia a fare registrare gli incrementi maggiori in termini percentuali, rispettivamente con il 53,1% e con il 221,4%.

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Tabella 4-9: previsione di assunzioni totali e di personale immigrato nel 2006 e nel 2007, valori assoluti, variaz. % e incidenza % per macrosettore e provincia

Totale assunzioni prev iste nel

2006

Totale assunzioni prev iste nel

2007

var % tot assunz. 2006-2007

Num max assunzioni immigrato nel 2006

Num max assunzioni immigrato nel 2007

var % assunz

immigrato 2006-2007

% assunz immigrato nel 2006

% assunz immigrato nel 2007

Industria 2.440 2.610 7,0 560 670 19,6 23,0 25,7

Costruzioni 830 930 12,0 200 220 10,0 24,1 23,7

Commercio 1.290 1.560 20,9 230 450 95,7 17,8 28,8

Servizi 2.820 3.750 33,0 960 1.470 53,1 34,0 39,2

TOTALE 7.380 8.860 20,1 1.950 2.800 43,6 26,4 31,6

Industria 1.560 2.460 57,7 440 990 125,0 28,2 40,2

Costruzioni 330 490 48,5 50 70 40,0 15,2 14,3

Commercio 490 560 14,3 120 70 -41,7 24,5 12,5

Servizi 1.640 1.740 6,1 480 620 29,2 29,3 35,6

TOTALE 4.020 5.240 30,3 1.090 1.750 60,6 27,1 33,4

Industria 520 760 46,2 210 320 52,4 40,4 42,1

Costruzioni 290 250 -13,8 170 120 -29,4 58,6 48,0

Commercio 250 320 28,0 20 50 150,0 8,0 15,6

Servizi 620 1.190 91,9 140 450 221,4 22,6 37,8

TOTALE 1.680 2.510 49,4 550 930 69,1 32,7 37,1

Industria 630 650 3,2 170 140 -17,6 27,0 21,5

Costruzioni 250 480 92,0 90 200 122,2 36,0 41,7

Commercio 570 570 0,0 160 140 -12,5 28,1 24,6

Servizi 1.860 1.980 6,5 590 670 13,6 31,7 33,8

TOTALE 3.310 3.680 11,2 1.010 1.150 13,9 30,5 31,3

Industria 5.140 6.480 26,1 1.390 2.120 52,5 27,0 32,7

Costruzioni 1.690 2.150 27,2 510 610 19,6 30,2 28,4

Commercio 2.600 3.010 15,8 530 700 32,1 20,4 23,3

Servizi 6.950 8.660 24,6 2.170 3.190 47,0 31,2 36,8

TOTALE 16.380 20.290 23,9 4.600 6.620 43,9 28,1 32,6

TRIESTE

FVG

UDINE

P

O

R

D

E

N

O

NE

GORIZIA

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati Unioncamere – Min. Lavoro, S.I. Excelsior

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Tabella 4-10: previsione di assunzioni di personale immigrato e totali per attività per settore economico nel 2007 in Friuli Venezia Giulia, valori assoluti e incidenza percentuale per settore economico

assunzioni previste di personale immigrato (V.A.)

assunzioni previste

totali (V.A.)

assunzioni previste

immigrato su totali ( % )

Industrie alimentari 130 460 28,3

Industrie tessili, dell'abbigliamento e delle calzature 40 180 22,2

Industrie del legno e del mobile 500 1.370 36,5

Industrie della carta, della stampa ed editoria 30 240 12,5

Altre industrie manifatturiere di prodotti per la casa 10 30 33,3

Industrie delle macchine elettriche ed elettroniche 180 580 31,0

Industrie meccaniche e dei mezzi di trasporto 280 1.120 25,0

Estrazione di minerali 20 50 40,0

Industrie dei metalli 670 1.770 37,9

Industrie dei minerali non metalliferi 130 290 44,8

Industrie petrolifere e chimiche 20 100 20,0

Industrie delle materie plastiche e della gomma 90 210 42,9

Produzione di energia, gas e acqua 20 80 25,0

Industria 2.120 6.480 32,7

Costruzioni 610 2.150 28,4

Costruzioni 610 2.150 28,4

Commercio al dettaglio 550 2.100 26,2

Commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli 80 320 25,0

Commercio all'ingrosso 80 590 13,6

Commercio 700 3.010 23,3

Alberghi, ristoranti e servizi turistici 790 2.360 33,5

Informatica e telecomunicazioni 110 440 25,0

Servizi avanzati 150 630 23,8

T rasporti e attività postali 430 1.130 38,1

Credito e assicurazioni 30 510 5,9

Servizi operativi 800 1.400 57,1

Istruzione e servizi formativi privati 40 100 40,0

Sanità e servizi sanitari privati 530 1.140 46,5

Altri servizi alle persone 270 570 47,4

Studi professionali 50 380 13,2

Servizi 3.190 8.660 36,8

Totale Economia 6.620 20.290 32,6 Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati Unioncamere – Min. Lavoro, S.I. Excelsior

Volgendo lo sguardo al dettaglio dei singoli settori produttivi (Tabella 4-10) nell’ambito

dei comparti industriali in valori assoluti sono l’Industria dei metalli (670 unità), quella del Legno e del mobile (500 unità) e quella delle Industrie meccaniche e dei mezzi di trasporto (280 unità) a denotare le maggiori capacità di assorbimento.

All’interno del commercio è il Commercio al dettaglio a fare la parte del leone con 550 assunzioni previste di immigrati su 700 complessive.

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Nel settore dei Servizi, invece, i valori assoluti più elevati, sempre per quanto concerne il segmento dei lavoratori immigrati, sono quelli fatti segnare dai Servizi operativi alle imprese (800 assunzioni), seguiti da Alberghi, ristoranti e servizi turistici (790), Sanità e altri servizi sanitari privati (530) e Trasporti e attività postali (430). I Servizi operativi alle imprese fanno registrare anche il valore percentuale più elevato in relazione alle assunzioni totali previste con il 57,1% di lavoratori immigrati.

Il passaggio, all’interno di questa panoramica sui dati di fonte Excelsior, dai dati relativi ai settori produttivi a quelli concernenti le professionalità ricercate (Tabella 4-11 e Tabella 4-12) dimostra come l’ambito costituito dal personale non qualificato costituisca quello con le maggiori capacità di assorbimento in termini numerici. Allo stesso tempo esso rappresenta anche il raggruppamento professionale all’interno del quale l’incidenza delle previsioni di assunzione di lavoratori immigrati - se si esclude la componente residuale dei Lavoratori specializzati nell’agricoltura e nella pesca - raggiunge i valori massimi (58,3%), trainata dall’andamento delle Occupazioni elementari nelle vendite e nei servizi (1.140 assunzioni e 61,0% del totale).

Valori assoluti di poco inferiori sono fatti segnare dagli Operai specializzati (1.460 unità) e dai Conduttori di impianti (1.440 unità), con incidenza sui totali riferiti al gruppo professionale rispettivamente del 35,3% e del 44,6%.

Nel caso degli operai specializzati le professioni all’interno delle quali si concentrano le richieste di personale immigrato sono quelle degli Addetti alla lavorazione dei metalli, meccanici e affini (670) e quelle degli Addetti all’estrazione ed alla costruzione (390).

Tra i conduttori di impianti vanno sottolineate le richieste di Addetti alle macchine e assemblatori (630) e quelle di Conducenti, manovratori ed addetti ad impianti mobili (570).

All’interno delle Professioni relative alle vendite ed ai servizi per le famiglie le previsioni di assunzioni di cittadini immigrati toccano il 32,4% del totale, con una rappresentazione piuttosto elevata sia in valori assoluti (1.120 unità) che in termini di incidenza percentuale per quanto riguarda gli Addetti ai servizi personali e di sicurezza.

Nell’ambito delle Professioni intellettuali, di quelle tecniche e di quelle esecutive relative all’amministrazione e alle gestione sia i valori assoluti che percentuali sono ancora molto contenuti. In alcune nicchie, come quella dei cosiddetti Tecnici delle scienze della vita e paramedici, si riscontrano valori percentuali interessanti (33,3% di incidenza sul totale) come pure nell’ambito delle attività amministrative il 14,5% degli Impiegati di ufficio che le aziende locali prevedono di assumere nel prossimo futuro sia rappresentato da cittadini stranieri.

La graduatoria delle prime 10 figure professionali riferite al personale immigrato (Tabella 4-12) vede al primo posto per numero di richieste gli Addetti non qualificati a servizi di pulizia in imprese, enti pubblici ed assimilati (830 assunzioni e 63,4% del totale assunzioni), seguiti dai Conduttori di camion e mezzi pesanti 510 assunzioni previste (62,92 del totale).

Al terzo posto si situano i Commessi e assimilati (460 unità e 23,7% del totale) e al quarto Camerieri e assimilati (380 unità e 36,9% del totale).

Una percentuale di incidenza sul totale molto elevata è quella raggiunta dagli Addetti all’assistenza personale in istituzioni, pari all’89,3% del totale di queste figure professionali e anche quella delle Professioni qualificate nei servizi sanitari (66,7%).

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Tabella 4-11: previsione di assunzioni nel 2007 per figura professionale in Friuli Venezia Giulia, totali e di personale immigrato (valori assoluti e incidenza %)

Totali Immigrati

1. Dirigenti e Direttori 40 - -

2. Professioni intellettuali scientifiche e di elevata specializzaz. 680 90 13,2

Specialisti delle scienze fisiche, matematiche e ingegneristiche 440 70 15,9Specialisti delle scienze della v ita e della salute 30 10 33,3Specialisti dell'insegnamento 10 - 0,0Altri specialisti 200 10 5,0

3. Professioni tecniche 2.910 280 9,6

Specialisti delle scienze fisiche e di ingegneria 710 50 7,0Tecnici delle scienze della v ita e paramedici 120 30 25,0Insegnanti specializzati 150 20 13 Altri tecnici 1.930 180 9,3

4. Professioni esecutive relative all'amministraz. e alla gestione 1.720 190 11,0

Impiegati di ufficio 1.100 160 14,5Addetti al serv izio clienti 620 30 4,8

5. Professioni relative alle vendite ed ai servizi per le famiglie 4.870 1.580 32,4

Addetti ai serv izi personali e di sicurezza 2.910 1.120 38,5Modelli, addetti alle vendite e dimostratori 1.950 460 23,6

6. Lavoratori specializzati nell'agricoltura e nella pesca 70 50 71,4

7. Operai specializzati 4.140 1.460 35,3

Addetti all'estrazione ed alla costruzione 1.520 390 25,7Addetti alla lavorazione dei metalli, meccanici e affini 1.640 670 40,9Addetti lavorazioni precisione, artigianali, attinenti alla stampa 220 100 45,5Altri artigiani, esperti di un mestiere e affini 760 290 38,2

8. Conduttori impianti, operatori macchinari e op. mont. industr. 3.230 1.440 44,6

Addetti ad impianti fissi e affini 820 240 29,3Addetti alle macchine e assemblatori 1.280 630 49,2Conducenti, manovratori ed addetti ad impianti mobili 1.130 570 50,4

9. Personale non qualificato 2.660 1.550 58,3

Occupazioni elementari nelle vendite e nei serv izi 1.870 1.140 61,0Manovali settore minerario, costruzioni, industriale, trasporti 790 410 51,9

TOTALE 20.290 6.620 32,6

Assunzioni prev iste 2007

Regione Friuli-Venezia Giulia%

immigrati su totale

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati Unioncamere – Min. Lavoro, S.I. Excelsior

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Tabella 4-12: previsione di assunzione nel 2007 in Friuli Venezia Giulia, prime 10 figure professionali per il personale immigrato

Valore assoluto

%Incidenza % sul totale

Add. non qualif. a serv . di pulizia in imprese, enti pubb. ed assimil. 830 12,5 63,4

Conduttori di mezzi pesanti e camion 510 7,7 62,2

Commessi e assimilati 460 6,9 23,7

Camerieri ed assimilati 380 5,7 36,9

Addetti all’assistenza personale in istituzioni 250 3,8 89,3

Professioni qualificate nei serv izi sanitari 220 3,3 66,7

Muratori in pietra, mattoni, refrattari 200 3,0 34,5

Montatori di carpenteria metallica 180 2,7 50,0

Falegnami ed operatori specializ. di macchine per lavoraz. del legno 160 2,4 37,2

Addetti a macch. per la produz. in serie di mobili e articoli in legno 160 2,4 66,7

Facchini, addetti allo spostamento merci ed assimilati 160 2,4 55,2 Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati Unioncamere – Min. Lavoro, S.I. Excelsior

L’indicazione delle principali difficoltà di reperimento secondo le imprese locali (Figura

4-8) vede al primo posto, per quanto concerne la componente immigrata (ma anche il totale degli assunti), la mancanza dell’esperienza pregressa necessaria o di un adeguato livello di qualificazione (17,1%).

Al secondo posto si segnalano difficoltà legate al fatto che le esigenze delle imprese sono relative a professioni poco richieste perché non consentirebbero adeguati percorsi di carriera, valore che per quanto riguarda gli stranieri toccherebbe il 15,3% (contro il 10,5% del totale delle assunzioni).

Al terzo posto sono le problematicità legate al reperimento di manodopera disponibile a lavorare a turno o nel fine settimana (8,9% delle previsioni di assunzione relative a stranieri). Non si registrano invece particolari problemi connessi con la presenza di strutture formative (solo il 3,6% delle assunzioni di stranieri e il 2,7% del totale).

Per quanto concerne i titoli di studio richiesti (Figura 4-9) la prevalenza di mansioni a bassa qualificazione determina una bassa rilevanza del titolo di studio richiesto ai candidati: nel caso degli stranieri questo non viene richiesto nel 52,1% dei casi previsti. Le assunzioni di immigrati provvisti di diploma superiore toccano invece il 20,2% (contro il 33,1% di quelle relative a manodopera locale) mentre è previsto il possesso della qualifica professionale regionale nel 15,0% dei casi e dell’istruzione professionale nel 10,7% dei casi. Il possesso di una laurea, infine, interessa il 2,3% delle previsioni di assunzioni di cittadini stranieri (contro il 7,3% riferito al totale), a riprova delle attuali difficoltà di individuazione di percorsi di mobilità verticale per i lavoratori stranieri nel contesto locale (ma anche, in generale, in quello nazionale).

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Figura 4-8: principali difficoltà di reperimento del personale totale e immigrato in Friuli Venezia Giulia nel 2007

2,7

6,6

0,9

10,5

13,8

3,6

8,9

1,1

15,317,1

Mancanza dellanecessaria

qualificazione,esperienza

Ridotta presenza,forte concorrenzatra le imprese perquesta figuraprofessionale

Professione pocorichiesta perinsufficienti

motivazioni dicarriera

Mancata disponibilitàa fare

turni/notte/festivi

Mancanza distrutture formative

Totale assunti Immigrati

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati Unioncamere – Min. Lavoro, S.I. Excelsior

Figura 4-9: titolo di studio richiesto del personale totale e immigrato in Friuli Venezia Giulia nel 2007

36,5

9,813,1

33,1

7,5

52,1

15,0

10,7

20,2

2,3

Nessun titolorichiesto

Qualificaprofessionaleregionale

Istruzioneprofessionale e

tecnica

Diploma superiore Titolo universitario

Totale assunti Immigrati

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati Unioncamere – Min. Lavoro, S.I. Excelsior

La Figura 4-10 consente di sondare le preferenze delle imprese per quanto riguarda

l’esperienza e la formazione del personale che si prevede di assumere, permettendoci contemporaneamente di apprezzare le differenze tra i valori riferiti al totale delle previsioni e quelle relative al solo personale straniero. Si può osservare come relativamente all’esperienza

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specifica essa sia una caratteristica che all’interno della componente immigrata ha un peso inferiore: 57,3% riferito al totale assunti contro il 52,3% riferito ai soli immigrati. Si tratta di valori che sono probabilmente da ricollegare all’elevata concentrazione di assunzioni di cittadini stranieri per mansioni a bassa qualificazione.

Anche la previsione di formazione aggiuntiva attraverso corsi di formazione strutturati per i nuovi assunti assume valori inferiori quando si considera la sola componente immigrata (24,9% contro il 27,4%). Anche in questo caso influisce una bassa propensione delle imprese a investire in formazione destinata ai livelli più bassi di inserimento professionale.

L’ultimo elemento preso in considerazione è l’eventuale preferenza per personale maschile o femminile nelle assunzioni all’interno dei grandi gruppi professionali (Figura 4-11). Lo squilibrio maggiore è quello che si registra all’interno del gruppo Operai specializzati e conduttori di impianti dove a fronte di un 7,3% di preferenze per personale femminile i valori riferiti al personale maschile risultano quasi dieci volte più elevati (75,8%). Su tutti gli altri segmenti la preferenza, qualora espressa, si orienta su figure femminili, in particolar modo laddove le assunzioni riguardano professioni intellettuali (50%) e professioni esecutive nell’ambito dell’amministrazione e della gestione (46,2%).

Figura 4-10: tipo di esperienza e formazione richiesta al personale totale e immigrato in Friuli Venezia Giulia nel 2007

72,6

57,2

42,8

27,4

75,1

52,3 47,7

24,9

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

Esperienza specificao nel settore

Esperienza genericao non richiesta

Formazione concorsi

Altra o nessunaformazione

Totale assunti Immigrati

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati Unioncamere – Min. Lavoro, S.I. Excelsior

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Figura 4-11: previsioni di assunzioni di personale immigrato per grandi gruppi professionali e genere in Friuli Venezia Giulia nel 2007

50,046,2

29,7

7,3

39,1

7,7 7,6

75,8

38,8

24,8

16,722,5

Professioniintellett. scientif.

tecn.

Profess.esecutive amm. e

gest.

Profess. venditee servizi

Operai spec.conduttori imp.

Personale nonqualificato

Totale

Figura femminile Figura maschile

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati Unioncamere – Min. Lavoro, S.I. Excelsior

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Capitolo 5 ISCRIZIONI SCOLASTICHE

5.1 Le dimensioni della presenza

Nell’anno scolastico 1997/1998 gli alunni di cittadinanza non italiana, nelle scuole del Friuli Venezia Giulia, erano pari a 2.348 unità, una presenza abbastanza limitata dato che costituivano l’1,7% degli allievi totali. Dieci anni dopo il volume delle iscrizioni degli studenti stranieri, nelle scuole della Regione, è più che quintuplicato attestandosi, come possiamo notare dalla Figura 5-1, esattamente a 11.936 unità. Contemporaneamente cresceva anche il loro peso percentuale nelle scuole regionali passando dall’1,7% sul totale del 1997/98 al 7,8% del 2006/07. La presenza di allievi stranieri si è quindi trasformata nel giro di pochi anni da un fenomeno limitato e circoscritto a certi ordini scolastici e territori ad una presenza significativa e diffusa, come vedremo nel corso di questo capitolo.

Nella Figura 5-1 si riporta il trend di iscrizioni di allievi stranieri nelle scuole della regione considerando gli ultimi 10 anni. Possiamo notare che, se si eccettua l’anno scolastico 2000/01, la presenza di questo tipo di allievi è cresciuta costantemente negli ultimi anni, ma ad un ritmo particolarmente sostenuto negli ultimi cinque.

Figura 5-1: Totale studenti stranieri iscritti, nelle scuole del Friuli VG per a.s. (v.a.)

2.3482.820

3.370 3.176

11.936

4.034

5.785

10.505

8.848

7.067

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

1997/1998 1998/1999 1999/2000 2000/2001 2001/2002 2002/2003 2003/2004 2004/2005 2005/2006 2006/2007

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati del Sistema Informativo del MPI

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La presenza di allievi stranieri nelle scuole della regione è significativa anche quando confrontata con i valori medi italiani e delle altre regioni. Per poter attuare un confronto abbiamo riportato, nella Figura 5-2, l’incidenza percentuale degli allievi stranieri per territorio.

Figura 5-2: incidenza percentuale studenti stranieri anno scolastico 2006/2007, confronto FVG, macro-aree geografiche e Italia

7,8

9,38,9

7,4

1,4

5,6

1,3

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

8,0

9,0

10,0

FVG Nord Est Nord Ovest Centro Sud Isole Italia

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati del Sistema Informativo del MPI

Come si può notare dalla Figura 5-2, l’incidenza degli stranieri nelle scuole del Friuli

Venezia Giulia si mantiene al di sopra della media nazionale, anche se ad un livello più basso rispetto al valore medio della propria ripartizione territoriale, il Nord-Est, dove gli allievi stranieri costituiscono il 9,3% del totale iscritti. Il dato molto elevato del Nord-Est è influenzato soprattutto dall’Emilia Romagna che, con il 10,7% di allievi di cittadinanza non italiana sul totale, risulta essere la regione con la più alta incidenza di allievi stranieri. Oltre all’Emilia Romagna anche il Veneto presenta un indicatore superiore a quello del Friuli Venezia Giulia, con il 9% di allievi stranieri sul totale, mentre la corrispondente quota del Trentino Alto Adige è più limitata, risultando inferiore alla quota del Friuli Venezia Giulia, con il 6,9%.

La differenza tra l’indicatore regionale e quello del Nord-Est è pari a 1,5 punti percentuali, esattamente la stessa distanza dell’anno scolastico precedente, ciò significa che entrambi questi indicatori hanno realizzato lo stesso incremento, esattamente di 0,9 punti percentuali rispetto all’anno scolastico 2005/06. Nell’ultimo anno scolastico hanno registrato un incremento più consistente, per questo indicatore, il Nord-Ovest e il Centro, che hanno registrato un incremento rispettivamente di 1,1 punti percentuali e di 1,0 punto percentuale. Infine possiamo notare come il dato medio nazionale sia fortemente condizionato dai valori limitati registrati nel Sud e nelle Isole, dove l’incidenza percentuale degli allievi stranieri risulta essere di poco superiore all’1%. Tuttavia, anche se in misura più limitata, anche nel Sud e nelle Isole sta crescendo progressivamente la presenza di allievi stranieri nelle scuole: nell’anno scolastico 2005/06 gli allievi stranieri rappresentavano soltanto l’1% degli allievi totali nelle Isole e l’1,2% nel Sud.

La Figura 5-3 ci permette di capire meglio come i valori medi vengono generati a partire dalla presenza degli allievi stranieri nei singoli ordini scolastici. L’incidenza media totale

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di allievi stranieri in regione risulta essere superiore di 2,2 punti percentuali rispetto a quella nazionale. Nell’anno scolastico precedente la differenza dell’indicatore regionale rispetto a quello nazionale era pari a 2,1 punti (rispettivamente 6,9% per il Friuli Venezia Giulia e 4,8% per l’Italia)9. Nell’ultimo anno quindi l’incidenza di allievi stranieri nelle scuole regionali è cresciuta percentualmente in misura maggiore rispetto alla media italiana.

Figura 5-3: incidenza percentuale studenti stranieri nei vari ordini scolastici anno scolastico 2006/2007, confronto FVG e Italia

7,6

9,1 9,1

5,6

7,8

5,7

6,86,5

3,8

5,6

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

8,0

9,0

10,0

INFANZIA PRIMARIE SEC. I GRADO SEC. II GRADO TOTALE

FVG ITALIA

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati del Sistema Informativo del MPI

L’incidenza media degli studenti stranieri subisce variazioni per ogni ordine scolastico

sia a livello nazionale che regionale. La differenza maggiore fra la media nazionale e il dato del Friuli Venezia Giulia, per quanto riguarda la percentuale degli allievi non italiani sul totale, si ritrova nella scuola secondaria di primo grado dove è pari a 2,6 punti. In tale settore formativo si registra, infatti, un’incidenza simile alla scuola primaria a livello regionale, mentre il valore medio nazionale presenta un dato inferiore rispetto al massimo registrato nella scuola primaria. La rilevanza di questo indicatore, nella scuola primaria e secondaria di primo grado, nelle scuole del Friuli Venezia Giulia, appare molto significativo perché su 100 alunni iscritti, più di 9 risultano essere di cittadinanza non italiana.

Sia a livello nazionale che regionale l’incidenza minore di allievi stranieri si riscontra nella scuola secondaria di secondo grado che presenta il 5,6% di studenti stranieri a livello regionale rispetto alla media italiana del 3,8%. Proprio in questo ordine scolastico si registra la differenza minore tra il valore regionale e quello nazionale, pari ad 1,8 punti percentuali. Rispetto all’anno scolastico 2005/06 gli allievi stranieri nelle scuole secondarie di secondo grado del Friuli Venezia Giulia sono cresciuti di 5 decimi di punto, mentre complessivamente questo indicatore è aumentato di 0,9 punti percentuali. Lentamente sta aumentando la partecipazione dei giovani stranieri, residenti in regione, alla formazione superiore. Il dato

9 Struttura Stabile per gli Immigrati – Regione Friuli Venezia Giulia, IRES FVG: Annuario Statistico dell’immigrazione in Friuli Venezia Giulia 2005.

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attuale appare tuttavia non del tutto soddisfacente se confrontato con i tassi di partecipazione ai segmenti formativi precedenti.

Gli alunni stranieri della scuola secondaria di secondo grado incorrono maggiormente nell’insuccesso scolastico rispetto ai coetanei italiani, fattore che, molto probabilmente, li espone in misura maggiore al rischio di abbandono. Secondo i dati più aggiornati del Ministero della Pubblica Istruzione, relativi all’anno scolastico 2004/05, proprio nelle scuole secondarie di secondo grado si registra, in tutte le regioni, il differenziale più elevato fra i tassi di promozione degli alunni italiani rispetto a quello degli studenti stranieri10. Per il Friuli Venezia Giulia tale differenza era, nell’anno scolastico 2004/05, pari a 14,3 punti percentuali a svantaggio degli allievi stranieri (72,8% il tasso di promozione degli allievi stranieri contro l’87,1% degli allievi italiani). Questo scarto risulta superiore alla media nazionale che è pari a 12,8%, tuttavia bisogna anche ricordare che rispetto all’anno scolastico 2003/04 la differenza percentuale a livello regionale è lievemente calata, esattamente di 0,4 punti. Ciononostante il cammino per garantire pari opportunità educative agli allievi italiani e stranieri è ancora lungo, considerando anche il fatto che, sempre nell’anno scolastico 2004/05, il 70,9% degli allievi di cittadinanza non italiana, iscritti in una scuola superiore di secondo grado del Friuli Venezia Giulia, si trovava in una situazione di ritardo scolastico, rispetto alla propria classe anagrafica.

Il ritardo scolastico per gli studenti stranieri può non dipendere direttamente dall’insuccesso scolastico perché in molti casi gli allievi, appena giunti dall’estero, vengono inseriti in anni scolastici precedenti rispetto alla loro età anagrafica, pensando di agevolarne così l’inserimento. Tuttavia questa decisione, secondo quanto riportato dalle Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri11, non dovrebbe essere automatica, ma preceduta da un attento bilancio dei costi e benefici legati a tale decisione: “E’ utile riuscire ad accertare alcuni livelli di competenza ed abilità per definire l’assegnazione della classe. Rimane però fondamentale il criterio generale di inserire l’alunno secondo l’età anagrafica. Slittamenti di un anno su classe inferiore vanno ponderati con molta attenzione in relazione ai benefici che potrebbero apportare e sentita la famiglia. Scelte diverse andranno valutate caso per caso dalle istituzioni scolastiche”.

Anche l’iscrizione in un anno scolastico precedente non esaurisce però automaticamente le difficoltà d’inserimento riscontrate dagli allievi stranieri: nella scuola superiore si evidenziano in misura maggiore le difficoltà degli allievi appena giunti dall’estero che devono ancora imparare la lingua di contatto e ambientarsi in un nuova situazione che all’inizio può sembrare ostile e povera dal punto di vista affettivo e relazionale.

Nella Tabella 5-1 abbiamo riportato i valori assoluti degli allievi stranieri iscritti nelle scuole della regione disaggregando i valori a seconda dei diversi ordini scolastici e delle diverse province. I valori assoluti così ottenuti ci hanno permesso di calcolare anche la suddivisione percentuale degli allievi stranieri per ordine scolastico all’interno di ciascuna provincia, l’incidenza percentuale degli allievi stranieri sul totale ed i tassi di crescita percentuale della presenza di allievi di cittadinanza non italiana per ciascun grado scolastico e provincia rispetto all’anno scolastico 2005/06.

10 Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione Generale per lo Studente, Direzione Generale per i Sistemi Informativi, Direzione Generale Studi e Programmazione: Alunni con Cittadinanza Non Italiana, Scuole statali e non statali, Anno scolastico 2005-2006, 2006 11 Art. 45 D.P.R. 394/99 e C.M. n. 24 del 1 marzo 2006

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Possiamo notare come gli allievi stranieri siano cresciuti, rispetto all’anno scolastico 2005/06, in tutte le province e in tutti gli ordini scolastici determinando, a livello regionale, una crescita complessiva di 1.431 unità, pari ad un aumento del 13,6% rispetto all’anno precedente.

Il primo dato interessante è che la provincia di Udine sopravanza quella di Pordenone per il numero maggiore di allievi stranieri presenti nelle proprie scuole. Il sorpasso si deve al fatto che le iscrizioni di allievi di cittadinanza non italiana in provincia di Udine sono cresciute del 14,3%, rispetto all’anno precedente, mentre il tasso di crescita in provincia di Pordenone è risultato inferiore e pari al 13,2%. Ciononostante la presenza di allievi stranieri in provincia di Pordenone appare più significativa rispetto a quella di Udine perché il bacino di utenza delle scuole del Pordenonese è molto più limitato rispetto a quello della provincia di Udine. Se analizziamo l’incidenza percentuale di allievi stranieri sul totale delle iscrizioni per provincia noteremo che, nella provincia di Pordenone, gli allievi non italiani costituiscono il 10,9% del totale, mentre a Udine la quota percentuale si ferma al 6,6%.

Da una visione d’insieme emerge che la provincia con l’incremento percentuale più significativo è però quella di Trieste, che ha registrato un aumento del 14,8% di iscrizioni di allievi stranieri in più nell’anno scolastico 2006/07, rispetto all’anno precedente, con un aumento pari a 238 unità. All’opposto la provincia di Gorizia ha totalizzato la crescita minore nell’ultimo anno con un aumento del 10,7% rispetto all’anno scolastico 2005/06. Bisogna però anche considerare che nello scorso anno scolastico proprio questa provincia aveva espresso la crescita percentuale maggiore a livello regionale con un +22,4%, pertanto l’aumento più contenuto realizzato nell’ultimo anno può rappresentare un consolidamento della presenza di allievi stranieri nelle scuole goriziane, dopo una crescita molto pronunciata.

È molto interessante registrare i diversi incrementi della presenza di allievi stranieri, per singolo ordine scolastico, all’interno delle varie province. Possiamo così notare il trend di crescita molto limitato per la scuola dell’infanzia nella Provincia di Pordenone, appena 1,2% in più rispetto all’anno precedente, mentre a Udine e a Trieste si è registrato proprio in questo ordine l’incremento più elevato (rispettivamente +23,8% e +35,5%). Viceversa, a Pordenone e a Gorizia, il ritmo di crescita più elevato è stato registrato nella scuola primaria, mentre a Trieste questo è risultato essere l’ordine scolastico con il minor tasso di crescita (+7,5%). Infine è da segnalare il ritmo di crescita più contenuto a Udine e Gorizia per la scuola secondaria di primo grado, che è risultato essere l’ordine con l’incremento percentuale minore in queste due province.

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Tabella 5-1: studenti stranieri iscritti agli anni scolastici 2005/2006 e 2006/2007 per provincia e per ordine della scuola

2005/2006 2006/2007 2005/2006 2006/2007 2005/2006 2006/2007

UDIN

E

studenti stranieri (v.a.)distribuzione % per

ordine della scuola

incidenza % stran su

popolazione

studentesca

var %

iscritti stran

2005/06 -

2006/07

INFANZIA 755 935 19,1 20,6 5,7 7,1 23,8

PRIMARIA 1.391 1.621 35,1 35,8 6,6 7,5 16,5

SEC. I GRADO 911 973 23,0 21,5 7,1 7,6 6,8

SEC. II GRADO 906 999 22,9 22,1 4,5 4,8 10,3

Totale UD 3.963 4.528 100,0 100,0 5,9 6,6 14,3

UDIN

EPORDENONE INFANZIA 868 878 21,9 19,6 10,5 10,5 1,2

PRIMARIA 1.465 1.775 36,9 39,5 11,4 13,2 21,2

SEC. I GRADO 890 1.016 22,4 22,6 11,6 13,3 14,2

SEC. II GRADO 743 822 18,7 18,3 6,5 7,0 10,6

Totale PN 3.966 4.491 100,0 100,0 9,9 10,9 13,2

GORIZIA

PORDENONE

INFANZIA 162 188 16,8 17,6 4,8 5,5 16,0

PRIMARIA 339 401 35,1 37,5 6,2 7,2 18,3

SEC. I GRADO 229 232 23,7 21,7 7,1 7,3 1,3

SEC. II GRADO 237 249 24,5 23,3 4,6 4,8 5,1

Totale GO 967 1.070 100,0 100,0 5,7 6,1 10,7

GORIZIA

TRIESTE

INFANZIA 200 271 12,4 14,7 4,0 5,4 35,5

PRIMARIA 638 686 39,7 37,1 7,6 8,0 7,5

SEC. I GRADO 368 407 22,9 22,0 6,9 7,9 10,6

SEC. II GRADO 403 483 25,0 26,2 5,0 5,8 19,9

Totale TS 1.609 1.847 100,0 100,0 6,0 6,8 14,8

FVG

TRIESTE

INFANZIA 1.985 2.272 18,9 19,0 6,7 7,6 14,5

PRIMARIA 3.833 4.483 36,5 37,6 8,0 9,1 17,0

SEC. I GRADO 2.398 2.628 22,8 22,0 8,3 9,1 9,6

SEC. II GRADO 2.289 2.553 21,8 21,4 5,1 5,6 11,5

Totale FVG 10.505 11.936 100,0 100,0 6,9 7,8 13,6

FVG

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati del Sistema Informativo del MPI

I diversi ritmi di crescita provinciali hanno determinato una situazione regionale in cui

si segnala la crescita più elevata della scuola primaria (+17%), una crescita superiore alla media per la scuola dell’infanzia (+14,5%), la crescita più contenuta per la scuola secondaria di primo grado (+9,6%) infine per quanto riguarda la secondaria di secondo grado si registra un incremento superiore al 10% con l’11,5% di iscrizioni in più rispetto al 2005/06.

La crescita delle iscrizioni da parte di studenti stranieri in Friuli Venezia Giulia, nell’ultimo anno scolastico, è stata molto maggiore rispetto a quella degli studenti totali e di quelli italiani in particolare, che sono cresciuti rispettivamente dell’1,6% e dello 0,7%. In questo modo è aumentata anche l’incidenza percentuale degli studenti stranieri sul totale, rispetto a quella registrata nell’anno scolastico 2005/06. A livello regionale si nota la crescita molto significativa di questo indicatore all’interno della formazione primaria, che vede un aumento di 1,1 punti rispetto alla presenza di allievi stranieri del 2005/06, andando a raggiungere l’incidenza percentuale della scuola secondaria di primo grado, che nell’anno precedente deteneva il valore maggiore e che nell’ultimo anno è cresciuta ad un ritmo

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inferiore rispetto alla primaria, con un aumento dello 0,8%. In sede di commento della Figura 5-3 abbiamo già interpretato la crescita di questo indicatore nella formazione secondaria di secondo grado, mentre per quanto riguarda la scuola dell’infanzia registriamo una crescita di 0,9 punti percentuali nell’incidenza degli allievi stranieri sul totale.

Per quanto riguarda le variazioni percentuali più significative a livello provinciale è da notare l’incremento registrato nell’ultimo anno all’interno delle scuole dell’infanzia della provincia di Trieste, che hanno visto crescere il peso percentuale degli allievi stranieri di 1,4 punti percentuali passando dal 4% del 2005/06 (il valore in assoluto più basso fra tutti gli ordini delle diverse province) al 5,4% del 2006/07. L’incidenza percentuale minore a livello regionale di studenti stranieri si ritrova nell’anno scolastico 2006/07 nelle scuole secondarie di secondo grado di Udine e Gorizia, dove è pari al 4,8% del totale, comunque in crescita rispetto al 2005/06. Per quanto riguarda la provincia di Udine è da notare il fatto che, se si esclude la scuola secondaria di secondo grado, tutti gli altri ordini prevedono un’incidenza di allievi stranieri superiore al 7%.

La provincia di Pordenone registra una crescita consistente della rilevanza di allievi stranieri all’interno della scuola primaria e della secondaria di primo grado, dove questi iscritti superano la quota del 13% sul totale, nella secondaria di secondo grado la percentuale degli allievi stranieri cresce di 0,5 punti, raggiungendo la quota del 7%, mentre la scuola dell’infanzia presenta un valore invariato per questo indicatore rispetto al 2005/06, a causa della crescita molto limitata di stranieri iscritti in questo ordine, nell’ultimo anno scolastico.

A Gorizia si segnala l’allungamento di questo indicatore all’interno della scuola primaria che vede crescere il peso percentuale degli allievi stranieri di ben 1 punto rispetto all’anno precedente, inoltre l’incidenza percentuale di allievi stranieri cresce in misura significativa anche nella scuola dell’infanzia, passando dal 4,8% del 2005/06 al 5,5% del 2006/07.

Nella provincia di Trieste, oltre alla maggiore consistenza di allievi stranieri nelle scuole dell’infanzia, si segnala anche l’incremento dell’1% per questo indicatore nelle scuole secondarie di primo grado, mentre in quelle di secondo grado l’incidenza aumenta di 8 decimi di punto.

I differenziali di crescita delle presenze di allievi stranieri registrati fra i singoli ordini scolastici, all’interno di ciascuna provincia, fanno sì che sia mutata anche la suddivisione percentuale di allievi stranieri all’interno di ciascuno di questi. Nella Figura 5-4 abbiamo illustrato la ripartizione degli allievi stranieri iscritti nelle scuole delle singole province per i diversi gradi scolastici. Si nota in primo luogo il peso percentuale molto elevato detenuto dalla scuola primaria, che, se si eccettua la provincia di Trieste, è ulteriormente accresciuto nell’ultimo anno scolastico. Questo è un chiaro indicatore del fatto che il fenomeno della presenza di allievi stranieri nelle scuole del Friuli Venezia Giulia, ancora in piena fase espansiva, è dovuto ai nuovi ricongiungimenti famigliari di bambini provenienti dall’estero, ma anche dei figli degli immigrati nati in Italia. Nei prossimi anni l’aumento registrato nella scuola primaria si trasferirà anche agli ordini successivi con un aumento progressivo della presenza di allievi stranieri anche nell’istruzione secondaria.

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Figura 5-4: distribuzione percentuale studenti stranieri nei vari ordini scolastici anno scolastico 2006/2007, per provincia

20,6

14,7

19,6

17,619,0

35,8

39,537,5 37,1 37,6

21,7 22,021,5 22,622,022,1

18,3

21,423,3

26,2

UD PN GO TS FVG

INFANZIA PRIMARIA SEC. I GRADO SEC. II GRADO

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati del Sistema Informativo del MPI

Nella provincia di Trieste il calo del peso percentuale della scuola primaria è stato

assorbito dall’aumento della scuola dell’infanzia e della scuola secondaria di secondo grado. Questo dato appare comunque positivo perché la provincia di Trieste presentava una bassissima incidenza di allievi stranieri nella scuola dell’infanzia, mentre il dato dell’ultimo anno sembra prefigurare un’inversione di tendenza e un avvicinamento ai dati medi regionali. La frequenza della scuola dell’infanzia in molti casi semplifica la frequenza agli ordini superiori e facilita il successo scolastico sia per gli allievi italiani e, a maggior ragione, per quelli stranieri. In questo senso risulta positivo notare la crescita della quota percentuale degli allievi della scuola dell’infanzia, rispetto all’anno precedente, anche nella provincia di Gorizia e di Udine (rispettivamente +0,8 e +1,5 punti percentuali). Ritornando alla provincia di Trieste possiamo poi notare la crescita del peso percentuale della scuola secondaria di secondo grado che guadagna 1,2 punti percentuali rispetto all’anno scolastico precedente. Il tasso di incidenza degli allievi iscritti nelle scuole secondarie di secondo grado sul totale degli allievi stranieri della provincia di Trieste risulta essere il più alto in regione. Tuttavia anche in questa provincia rimane più contenuto se confrontato con la medesima quota, riferita però al totale degli allievi, che in tale provincia rappresentano il 30,9% degli allievi totali. Nella provincia di Trieste gli allievi stranieri si stanno progressivamente avvicinando ai dati degli allievi italiani elevando in particolare la partecipazione all’istruzione superiore.

Nelle altre province la percentuale degli iscritti alle scuole secondarie di secondo grado, fra gli allievi stranieri, è invece leggermente calato rispetto all’anno scolastico 2005/06. Tale calo è stato generato dal ritmo di crescita superiore degli ordini inferiori, in particolare della scuola primaria. Appare significativo notare come in provincia di Udine nell’ultimo anno scolastico, per la prima volta, la consistenza degli iscritti alla secondaria di secondo grado abbia superato quello della secondaria di primo grado, come era già avvenuto in precedenza nella provincia di Trieste e Gorizia. Anche questo è un chiaro indicatore del passaggio degli

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allievi stranieri all’istruzione superiore e di un progressivo avvicinamento ai tassi di partecipazione degli allievi italiani.

Pordenone rimane l’unica provincia con un peso percentuale di iscritti alla secondaria di secondo grado, fra gli allievi stranieri, inferiore al 20%. Questo valore più limitato è però attribuibile alla forte crescita di iscrizioni negli ordini inferiori che confermano la capacità attrattiva molto elevata di questo territorio nei confronti delle famiglie straniere. Dobbiamo poi anche ricordare che le scuole secondarie di secondo grado della provincia di Pordenone presentano un rapporto tra allievi stranieri sul totale degli iscritti più elevato all’interno della regione attestandosi al 7%.

Per approfondire le scelte degli allievi stranieri e delle loro famiglie, per quanto attiene all’istruzione secondaria superiore, si è deciso di investigare la loro distribuzione nei diversi indirizzi scolastici delle scuole secondarie di secondo grado del Friuli Venezia Giulia. Nella Figura 5-5 abbiamo riportato la percentuale degli allievi stranieri sul totale degli allievi, all’interno di ogni singolo indirizzo di studio. È così possibile vedere come viene composto il valore medio del 5,6%: vi è un’incidenza molto elevata di allievi stranieri negli istituti professionali, superiore al 10% (10,3%), un rapporto uguale alla media negli istituti tecnici (5,6%), un valore lievemente inferiore alla media negli istituti e nelle scuole magistrali (5,4%), infine un livello medio di allievi stranieri molto limitato nei licei e negli istituti artistici, con il valore più modesto registrato nei licei scientifici, dove gli allievi stranieri costituiscono appena il 2,7% del totale.

Figura 5-5: Incidenza percentuale degli allievi stranieri sul totale degli iscritti alle scuole secondarie di secondo grado in FVG, per indirizzo, anno scolastico 2006/07

media; 5,62,7

3,0

3,2

3,8

5,6

5,4

10,3

liceo scientifico

liceo linguistico

liceo classico

istituto d'arte

istituto/scuolamagistrale

istituto tecnico

istituto professionale

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati del Sistema Informativo del MPI

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Questi dati confermano la concentrazione di allievi stranieri negli istituti professionali dove il valore che li rappresenta risulta addirittura superiore a quello registrato nelle scuole primarie e secondarie di primo grado.

I motivi di tale scelta, cioè la preferenza accordata per l’iscrizione agli istituti professionali, sono probabilmente molteplici. Può essere diffusa l’idea che questo tipo di istituti possano essere più accessibili, dal punto di vista della richiesta di preparazione, rispetto agli altri e in questo modo molti allievi e le loro famiglie optino per questo tipo di istruzione per scongiurare il rischio dell’insuccesso scolastico. Tuttavia questo pregiudizio è chiaramente falso perché anche nella scuola professionale le lacune linguistiche rappresentano una forte limitazione, inoltre, la difficoltà a frequentare un determinato indirizzo di studi è legata anche alle motivazioni e agli interessi degli allievi. Anche questo indirizzo scolastico può risultare molto difficile da seguire per quegli allievi che in realtà hanno altre aspirazioni scolastiche e professionali. In questo caso sarebbe probabilmente opportuno avviare dei progetti mirati per orientare al meglio le scelte scolastiche degli allievi stranieri e delle loro famiglie, in cui spiegare l’articolazione del sistema scolastico superiore italiano e cercare di comprendere le loro inclinazioni per avviarli a percorsi di studio, e in futuro professionali, consoni alle loro personali caratteristiche.

In seconda ipotesi le famiglie immigrate potrebbero spingere i propri figli verso le scuole professionali perché esse garantiscono un accesso più immediato e facile al mercato del lavoro, rispetto ad esempio all’istruzione liceale, che in molti casi prefigura la continuazione degli studi con accesso alla formazione universitaria.

Questa supposizione andrebbe opportunamente testata con degli studi microsociali per capire se alla base di queste decisioni ci siano delle motivazioni economiche, ad esempio il reddito medio più limitato delle famiglie immigrate, che non permette di garantire il proseguimento degli studi per i figli, oppure siano legate alle aspettative e alle proiezioni dei genitori, che nella stragrande maggioranza dei casi sono occupati in mansioni operative, i quali potrebbero prefigurare un destino professionale simile per i propri figli.

A tal proposito molti studi sulla mobilità professionale intergenerazionale in Italia hanno dimostrato che i casi di mobilità verticale (ascendente e discendente) sono molto meno frequenti rispetto alla orizzontale: ciò significa che i figli occupano mediamente una posizione professionale simile a quella dei genitori12. Tradizionalmente le difficoltà ad elevare la propria condizione e quella dei figli è stata imputata a diverse variabili: economiche (possibilità di pagare gli studi e le attività culturali), sociali (possibilità di accesso ai gruppi e a reti ristretti, come le corporazioni professionali) e culturali (si pensi al capitale famigliare costituito dai valori trasmessi dai genitori nonché l’importanza attribuita da ciascuna famiglia alla cultura e alla formazione scolastica dei figli). Negli ultimi anni, negli studi che affrontano il tema della mobilità sociale, è stata introdotta anche la variabile dell’appartenenza etnica, che in molti casi costituisce uno stigma oppure un pregiudizio verso le attività lavorative ritenute più appropriate per ciascun gruppo etnico13. È molto probabile che le famiglie immigrate siano a

12 Anche l’ultimo studio condotto sulla mobilità sociale in Italia, dal CENSIS, Un'Italia articolata per ceti. Un mese di sociale 2006 (2007), ha confermato i valori molto bassi di mobilità verticale, a tale proposito si veda in particolare il capitolo Meno mobilità, più ceti, meno classi 13 Per un excursus delle principali ricerche che hanno affrontato il tema della mobilità sociale delle seconde generazioni di immigrati si veda: M. Ambrosini, Il futuro in mezzo a noi. Le seconde generazioni scaturite dall’immigrazione nella società italiana dei prossimi anni, in M. Ambrosini, S. Molina (2004) Seconde generazioni Un’introduzione al futuro dell’immigrazione in Italia, Edizioni Fondazione Giovanni Agnelli

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conoscenza di questo tipo di problematiche e anche in considerazione di ciò optino, in misura maggiore rispetto alle famiglie italiane, un’istruzione di tipo professionale per i propri figli.

L’elevata partecipazione degli studenti stranieri all’istruzione professionale non rappresenta un problema in sé, piuttosto lo può diventare se tale scelta non corrisponde alle reali aspettative e predisposizioni degli studenti. Il problema, che potenzialmente può emergere, dipende dalle motivazioni legate alla preferenza degli allievi stranieri per l’istruzione professionale. In altre parole sarebbe utile capire se la scelta operata in tal senso corrisponda alle reali aspettative degli studenti stranieri, oppure, se essa non sia invece condizionata da una serie di fattori sociali, economici e culturali. Per quanto riguarda il mondo della scuola bisognerebbe analizzare se gli strumenti attualmente a disposizione, per il sostegno educativo degli allievi stranieri, garantisca a questo gruppo di studenti un recupero completo delle competenze linguistiche, tale da assicurare una libera scelta dell’indirizzo superiore di studi, oppure se le difficoltà linguistiche costringano una grande parte degli studenti stranieri ad una scelta obbligata per l’istruzione professionale.

Figura 5-6: Ripartizione percentuale degli allievi italiani e stranieri, delle scuole secondarie di secondo grado del FVG, per indirizzo, a.s. 2006/07

3,4

38,6

34,1

7,7

4,0

0,2

12,1

5,0

19,8

33,9

8,0

7,1

0,4

25,9

0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0 45,0

istituto d'arte

istituto professionale

istituto tecnico

istituto/scuolamagistrale

liceo classico

liceo linguistico

liceo scientifico

Stranieri Italiani

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati del Sistema Informativo del MPI

Grazie alla Figura 5-6 possiamo confrontare le diverse distribuzioni percentuali degli

studenti italiani e stranieri, delle scuole secondarie di secondo grado del Friuli Venezia Giulia, fra i diversi indirizzi. In questo modo spicca il diverso peso percentuale degli iscritti agli istituti professionali fra le due popolazioni: il 38,6% degli studenti stranieri sceglie questo tipo di istruzione, mentre la corrispondente quota percentuale fra gli Italiani è pari quasi alla metà con il 19,8%. Gli istituti professionali raccolgono la percentuale più elevata fra gli studenti stranieri, mentre fra le preferenze degli studenti italiani figurano solo al terzo posto, preceduti dagli istituti tecnici e dai licei scientifici.

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Come vedremo più nel dettaglio, commentando la Figura 5-8, anche sommando le singole percentuali di iscritti stranieri ai diversi licei, il valore rimane sempre il più basso nel confronto con l’istruzione professionale e tecnica, mentre all’opposto l’istruzione liceale raccoglie la quota più elevata fra gli studenti italiani.

Tornando però sui diversi tipi di istituti secondari di secondo grado della regione, notiamo come il rapporto di iscritti agli istituti tecnici sia uguale fra gli allievi stranieri e italiani con una differenza di appena 0,2 punti a vantaggio degli allievi stranieri. Sono molto simili anche le quote percentuali detenute dagli istituti e scuole magistrali all’interno delle due popolazioni, in questo caso vi è uno scarto di 0,3 punti percentuali a vantaggio degli studenti italiani. La differenza in punti percentuali a vantaggio degli studenti italiani cresce passando agli istituti d’arte (+1,6%) ai licei classici (+3,1%) fino a toccare il valore massimo del 13,8% nei licei scientifici. Oltre un quarto degli studenti italiani (25,9%) sceglie per la propria istruzione superiore un liceo scientifico, contro appena il 12,1% degli studenti stranieri.

Nella Figura 5-7 abbiamo investigato il fenomeno della presenza di allievi stranieri nei diversi tipi di istruzione secondaria a livello delle singole province, utilizzando come indicatore la rilevanza percentuale di allievi stranieri sul totale iscritti. Possiamo così notare come il peso maggiore di allievi stranieri si ritrovi in ciascuna provincia all’interno dell’istruzione professionale, anche se con diversi accenti.

Figura 5-7: Incidenza percentuale degli allievi stranieri sul totale degli iscritti, per tipo di istruzione secondaria, per provincia, a.s. 2006/07

3,4 3,3 2,93,6 3,3

4,8

6,5

3,9

7,8

5,6

7,5

15,8

10,3 10,5 10,3

4,8

7,0

4,85,8 5,6

UD PN GO TS FVG

Istruzione lieceale/artistica Istruzione tecnica Istruzione professionale Nel Complesso

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati del Sistema Informativo del MPI

In provincia di Gorizia e di Trieste l’incidenza di allievi stranieri, all’interno

dell’istruzione professionale, si mantiene simile alla media regionale, intorno al 10%. La provincia di Pordenone presenta invece la quota massima di incidenza di allievi stranieri nell’istruzione professionale con il 15,8%, un risultato superiore di 5,5 punti percentuali rispetto alla media regionale. Questo valore appare molto significativo perché tale quota è superiore al doppio di quella provinciale complessiva (7%). All’opposto la provincia di Udine

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presenta la percentuale più contenuta con appena il 7,5% di allievi stranieri sul totale di iscritti all’istruzione professionale.

Il valore più contenuto in provincia di Udine si deve, oltre all’incidenza media di allievi stranieri più contenuta nelle scuole secondarie di secondo grado, anche al fatto che gli allievi stranieri sembrano meno concentrati rispetto ad altre province nell’istruzione professionale. Possiamo infatti notare come l’incidenza percentuale di allievi nell’istruzione tecnica si mantenga allo stesso livello della media complessiva provinciale (4,8%) mentre all’istruzione liceale si avvicina una quota di studenti stranieri superiore alla media regionale (3,4%). La provincia di Gorizia, che presenta un’incidenza totale di studenti stranieri simile a quella di Udine (4,8%), registra una distribuzione più concentrata all’interno dell’istruzione professionale rispetto all’istruzione tecnica e liceale, con i valori più bassi a livello regionale per questi due indirizzi di studi superiori.

Infine la provincia di Trieste si segnala per avere il peso percentuale più elevato di studenti stranieri all’interno dell’istruzione liceale-artistico (3,6%) e nell’istruzione tecnica (7,8%).

Anche per comprendere le differenze territoriali, all’interno della partecipazione degli studenti stranieri ai diversi tipi di istruzione superiore, sarebbe opportuno investigare i diversi tipi di motivazioni che spingono gli studenti stranieri verso un determinato tipo di istruzione. È possibile tuttavia avanzare delle ipotesi per tentare si spiegare le differenze registrate in regione. Stante la maggiore adesione degli studenti stranieri all’istruzione professionale rispetto ai coetanei italiani, è probabile che questo rapporto sia influenzato però anche dal mercato del lavoro locale e dai possibili sbocchi occupazionali: non sembra essere un caso che si ritrovino le incidenze percentuali maggiori di studenti stranieri negli istituti tecnici e nei licei della provincia di Trieste, che presenta un’economia molto più terziarizzata rispetto alle province di Pordenone e Gorizia dove l’industria e l’occupazione industriale gioca un ruolo fondamentale.

Bisognerebbe poi approfondire il discorso riguardo alle diverse storie e percorsi scolastici all’interno delle seconde generazioni di immigrati. Abbiamo volutamente posto al plurale il termine generazione perché, come rilevato da Rumbaut14, in realtà esisterebbe un continuum fra i figli degli immigrati nati all’estero – propriamente definiti come generazione 2^ – quelli ricongiunti in età prescolare – generazione 1,75 – gli studenti stranieri che hanno iniziato la socializzazione primaria nel Paese d’origine per poi finire la scuola nel Paese d’immigrazione – generazione 1,5 – infine la generazione 1,25 che coinvolge i figli degli immigrati che raggiungono i genitori solo in età adolescenziale.

A questa classificazione corrispondono quindi anche diverse problematiche e difficoltà da parte degli allievi stranieri. È probabile che le generazioni seconde, quelle che sono nate in Italia e hanno compiuto il processo di scolarizzazione interamente in Italia tendano, in percentuale, a discostarsi meno da quelle che sono le scelte e i risultati scolastici degli allievi italiani, mentre i ragazzi giunti in Italia in età più avanzata si trovano probabilmente più in difficoltà sia con la lingua che nell’inserimento nella nuova realtà sociale. È quindi plausibile che la generazione 1,25 scelga in prevalenza un percorso di studi di tipo professionale rispetto ai figli di immigrati nati in Italia.

14 Rumbaut, R.G. (1997) Assimilation and its discontents: between rhetoric and reality, in “International Migration Review”, vol.XXXI, n.4 (Winter), 1997, pp.923-960

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Nella Figura 5-8 abbiamo visualizzato la suddivisione percentuale degli studenti stranieri della scuola secondaria di secondo grado, a seconda del diverso tipo di istruzione scelta. Possiamo così notare il peso percentuale molto elevato dell’istruzione professionale per gli studenti stranieri nella provincia di Pordenone: quasi la metà (49,1%) sceglie un percorso di studi di tipo professionale. All’opposto il peso percentuale di studenti stranieri nell’istruzione liceale/artistica e nell’istruzione tecnica è in provincia di Pordenone inferiore alla media regionale. Analizzando la distribuzione percentuale all’interno della popolazione studentesca italiana della provincia di Pordenone notiamo che il peso dell’istruzione professionale è, in termini percentuali, inferiore alla metà di quella degli studenti stranieri, la rilevanza degli studenti italiani nell’istruzione professionale rappresenta appena il 21,9%. Questa netta differenza percentuale nella preferenza per l’istruzione professionale fra gli allievi stranieri e italiani giustifica l’elevato valore espresso degli allievi stranieri negli istituti professionali del Pordenonese, rilevato in Figura 5-7.

Anche se in misura inferiore, anche in provincia di Gorizia la quota percentuale di studenti stranieri all’interno dell’istruzione professionale risulta maggiore rispetto alla media regionale, mentre il corrispondente peso dell’istruzione tecnica e liceale/artistica risulta inferiore a quella regionale.

Figura 5-8: Ripartizione percentuale degli allievi stranieri delle scuole secondarie di secondo grado del Friuli Venezia Giulia, fra i diversi tipi di istruzione, per provincia, anno scolastico 2006/07

27,3

24,9

21,4

35,4

28,8

34,1

32,1

29,4

43,7

33,7

38,6

43,0

49,1

20,9

37,4

0% 20% 40% 60% 80% 100%

FVG

GO

PN

TS

UD

istruzione liceale/artistica istruzione tecnica istruzione professionale

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati del Sistema Informativo del MPI

La provincia di Trieste si caratterizza invece per un peso percentuale molto contenuto

di allievi stranieri nell’istruzione professionale, appena il 20,9% del totale, una quota inferiore di 17,7 punti percentuali rispetto alla media regionale. All’opposto le quote percentuali di studenti stranieri nell’istruzione tecnica e in quella liceale/artistica risultano significativamente superiori alla media regionale. Tuttavia anche in questa Provincia si mantiene una significativa differenza rispetto alla distribuzione percentuale degli allievi italiani: oltre la metà degli

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studenti italiani scelgono un’istruzione di tipo liceale/artistico (56,3%) contro il 35,4% degli studenti stranieri, inoltre la percentuale di studenti italiani nella formazione professionale è inferiore di 10 punti percentuali rispetto al medesimo indicatore fra gli allievi stranieri.

Infine, per quanto riguarda la distribuzione percentuale degli allievi stranieri per tipo di istruzione, notiamo che è la provincia di Udine che più si avvicina alla distribuzione media regionale anche se con alcune differenze: il peso percentuale di studenti stranieri nell’istruzione professionale è di 1,2 punti percentuali inferiore alla media, mentre la partecipazione all’istruzione liceale e artistica risulta superiore di 1,5 punti.

Per quanto riguarda la medesima distribuzione per la popolazione studentesca italiana è interessante notare come l’istruzione professionale raggiunga la quota più elevata in Regione, con il 23,6% di allievi italiani che scelgono questo percorso di studi. Questa propensione più elevata degli allievi italiani verso l’istruzione professionale contribuisce a spiegare l’incidenza percentuale inferiore di allievi stranieri negli istituti professionali provinciali, come emerso nella Figura 5-7. Tuttavia anche in questo caso la differenza fra la propensione all’istruzione professionale degli allievi stranieri rispetto ai coetanei italiani appare significativa, con una differenza di 13,8 punti percentuali.

Concludendo possiamo quindi affermare che in tutte le province si mantiene una differenza significativa fra le scelte degli allievi italiani e quelli stranieri, con una loro sovrarappresentazione percentuale negli istituti professionali e al contempo una sottorappresentazione nei licei e negli istituti artistici.

I dati in nostro possesso non ci permettono di investigare appieno le origini delle differenze fra studenti italiani e stranieri, nella scelta dell’istruzione secondaria superiore, né di fare luce sulle differenze presenti a livello territoriale. In questo senso sarebbe opportuno condurre un’indagine ad hoc per comprendere i motivi, le aspirazioni ed eventualmente i problemi che spingono molti studenti stranieri verso l’istruzione professionale. La differenza nelle distribuzioni percentuali fra la popolazione studentesca italiana e straniera appaiono, infatti, troppo significative per essere ricondotte soltanto a diverse preferenze e aspirazioni professionali fra ragazzi italiani e stranieri.

In questo senso il mondo scolastico deve impegnarsi per poter offrire a tutti gli studenti pari opportunità formative e fare in modo che le difficoltà linguistiche e cognitive degli studenti, che devono compiere il difficile cammino dell’immigrazione, non li costringano a delle scelte scolastiche obbligate.

Il rischio, infatti, è quello di riprodurre, con le seconde generazioni, il modello dell’integrazione subalterna, che ha coinvolto la prima generazione di immigrati occupati in prevalenza in mansioni poco qualificate e poco remunerative. Molte esperienze e ricerche sul tema hanno dimostrato che il modello dell’integrazione subalterna è stato rifiutato dai figli degli immigrati15. Per questo motivo risulta fondamentale fare in modo che gli allievi stranieri riescano a cogliere le stesse opportunità che sono offerte agli allievi italiani.

Per tornare all’analisi complessiva sulla presenza degli studenti di cittadinanza non italiana in Regione, abbiamo riportato, nella Figura 5-9, l’incidenza percentuale totale degli studenti stranieri nelle scuole delle diverse Province. Possiamo così meglio apprezzare la diffusione del fenomeno della presenza di allievi di cittadinanza non Italiana nelle istituzioni scolastiche del Friuli Venezia Giulia. Se fino a qualche anno fa la presenza di questo tipo di

15 M. Ambrosini (2004) cfr. nota 5.

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allievi era ancora limitata, possiamo notare come nell’anno scolastico 2006/07 vi sia più di un allievo straniero ogni dieci iscritti nelle scuole della provincia di Pordenone. Ciò significa che mediamente in questa Provincia vi è almeno un allievo straniero per classe. Comprensibilmente stiamo parlando di valori medi, abbiamo già visto in precedenza come l’incidenza percentuale vari significativamente all’interno dei singoli ordini scolastici e molto probabilmente tale presenza sarà diversificata anche a livello territoriale, non solo comunale, ma anche all’interno dei singoli plessi scolastici, come è emerso anche dai risultati del Censimento delle politiche e degli interventi 2006, Bando n.7 - Integrazione allievi stranieri e intercultura. Tuttavia, anche tenendo conto di queste variazioni, i valori medi ci offrono comunque un quadro significativo della diffusione del fenomeno.

Figura 5-9: incidenza percentuale studenti stranieri sul totale studenti per provincia, anni scolastici 2005/2006 e 2006/2007

6,9

6,05,7

9,9

5,9

7,8

6,8

6,1

10,9

6,6

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

8,0

9,0

10,0

11,0

UD PN GO TS FVG

2005/2006 2006/2007

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati del Sistema Informativo del MPI

Rispetto a Pordenone nelle altre tre province della regione l’incidenza percentuale

risulta più limitata, comunque superiore al 6% e in crescita rispetto all’anno scolastico 2006/07. La provincia di Trieste si posiziona al secondo posto dopo Pordenone, con il 6,8% di allievi stranieri, in crescita di 0,8 punti percentuali rispetto al 2005/06. La provincia di Udine ha totalizzato una crescita per questo indicatore di 0,7 punti percentuali ed infine la provincia di Gorizia che conta con il 6,1% di studenti stranieri sul totale.

I dati finora esposti non esauriscono però la presenza di studenti stranieri in regione, vi è, infatti, un gruppo numeroso di studenti di cittadinanza non italiana anche nei due Atenei della regione: l’Università degli Studi di Trieste e l’Ateneo di Udine. Prima di analizzare le distribuzioni nel dettaglio è utile precisare che, per mantenere la continuità d’analisi rispetto alle edizioni precedenti dell’annuario, verranno illustrati i dati relativi soltanto alle iscrizioni di studenti extracomunitari e neocomunitari mentre tralasceremo quelli sugli iscritti comunitari.

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Tabella 5-2: universitari extracomunitari e neocomunitari iscritti per università 2005/2006 e 2006/2007, valori assoluti e variazioni percentuali

M F T M F T M F T

UDINE 173 299 472 210 339 549 21,4 13,4 16,3

TRIESTE 576 767 1.343 610 812 1.422 5,9 5,9 5,9

FVG 749 1.066 1.815 820 1.151 1.971 9,5 8,0 8,6

iscritti 2005/2006 iscritti 2006/2007 var % iscritti

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati delle Università di Udine e Trieste

Nella Tabella 5-2 abbiamo riportato i valori assoluti degli iscritti extracomunitari

all’Università di Udine e Trieste, per gli anni accademici 2005/06 e 2006/07. Possiamo notare come entrambe le Università abbiano registrato un aumento di questo tipo di iscritti nell’ultimo anno accademico, si segnala in particolare l’incremento registrato nell’Università di Udine con una crescita del 16,3% di iscritti provenienti da queste aree, pari ad un aumento di 77 iscrizioni mentre la crescita percentuale nell’Università di Trieste è stata più contenuta: +5,9%, anche se in valori assoluti la crescita delle iscrizioni è risultata superiore nell’ateneo di Udine (+79 iscritti extracomunitari o neocomunitari). Disaggregando le iscrizioni per genere è interessante notare come in entrambi gli atenei siano più numerose le iscrizioni femminili, rispetto a quelle maschili. Per quanto riguarda l’ultimo anno accademico si osserva una crescita percentuale maggiore di iscrizioni maschili nell’Università di Udine (+21,4% per i maschi rispetto al +13,4% delle femmine), mentre presso l’Università di Trieste l’aumento percentuale di iscrizioni nell’ultimo anno è stato equamente distribuito fra i due generi, dato che entrambi sono cresciuti del 5,9%. Per analizzare le suddivisioni di genere abbiamo riportato nella Tabella 5-3 le percentuali relative alle iscrizioni femminili e maschili di studenti extracomunitari e neocomunitari per entrambi gli atenei. Possiamo così notare come nell’ateneo udinese la quota di iscrizioni femminili sia maggiore rispetto all’Università di Trieste, anche se il peso percentuale femminile sia calato nell’ultimo anno accademico a causa del ritmo maggiore di crescita delle iscrizioni maschili, come abbiamo già visto nella Tabella 5-2.

Tabella 5-3: distribuzione percentuale per genere e per ateneo degli universitari extracomunitari e neocomunitari iscritti, 2005/06 e 2006/07

M F T M F T

UDINE 36,7 63,3 100,0 38,3 61,7 100,0 26,0 27,9

TRIESTE 42,9 57,1 100,0 42,9 57,1 100,0 74,0 72,1

FVG 41,3 58,7 100,0 41,6 58,4 100,0 100,0 100,0

distrib.

%

06/07

iscritti extracomunitari e

neocom 2005/2006

iscritti extracomunitari e

neocom 2006/2007distrib.

%

05/06

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati delle Università di Udine e Trieste

La suddivisione per genere, per quanto riguarda le iscrizioni di studenti

extracomunitari e neocomunitari all’interno dell’Università di Trieste, rimane invariata negli ultimi due anni accademici, con una differenza di 14,2 punti percentuali a vantaggio del

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genere femminile. Tale differenza risulta più pronunciata nell’Ateneo Udinese dove è pari a 23,4 punti percentuali.

La Tabella 5-3 ci offre anche la possibilità di analizzare la distribuzione di iscrizioni universitarie di studenti extracomunitari e neocomunitari in regione fra i due Atenei. Possiamo così notare il peso superiore detenuto dall’Università di Trieste con oltre il 70% di iscrizioni di studenti di tale provenienza. Nell’ultimo anno accademico la differenza tra i due Poli è stata limitata dal recupero di 1,9 punti percentuali dell’Università di Udine rispetto all’anno accademico precedente.

Il peso percentuale superiore detenuto dall’Università di Trieste si deve probabilmente alla maggiore tradizione di questo Ateneo rispetto a quello di Udine, che probabilmente ne favorisce la visibilità anche all’estero. Tuttavia l’Università di Udine sta registrando negli ultimi anni una crescita percentuale molto rilevante di iscrizioni da parte di studenti di provenienza extracomunitaria o neo comunitaria.

Figura 5-10: incidenza percentuale universitari extracomunitari e neocomunitari sul totale popolazione universitaria, a.a. 2005/2006 e 2006/2007

4,6

5,8

2,8

5,1

6,4

3,3

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

UDINE TRIESTE FVG

a.a. 2005/2006 a.a. 2006/2007

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati delle Università di Udine e Trieste

Nella Figura 5-10 abbiamo calcolato l’incidenza percentuale degli studenti

extracomunitari e neocomunitari sul totale degli iscritti per i due Atenei regionali. Possiamo così notare come gli studenti di queste provenienze geografiche rappresentino il 6,4% degli studenti totali a Trieste e il 3,3% nell’Ateneo di Udine. Oltre al dato dell’ultimo anno accademico è importante registrare la crescita di questo indicatore rispetto all’anno accademico precedente per entrambi gli atenei: l’Università di Udine ha sperimentato una crescita di 0,5 punti percentuali mentre l’Università di Trieste ha registrato un incremento di 6 decimi di punto. Il progresso di questi indicatori significa che gli iscritti provenienti dall’estero sono cresciuti ad un ritmo percentuale superiore rispetto a quella degli iscritti italiani. Complessivamente gli studenti provenienti dai Paesi extracomunitari e neocomunitari rappresentano il 5,1% della popolazione studentesca regionale. Si tratta di un valore molto

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significativo dato che a livello nazionale il peso percentuale degli studenti extracomunitari e neocomunitari, sul totale degli iscritti alle Università Italiane, era pari al 2,5%. In tale contesto anche il dato osservato nell’Università di Udine appare molto significativo in quanto superiore alla media italiana.

Queste tendenze appaiono positive per diverse ragioni. In primo luogo testimoniano la validità dell’offerta formativa dei due Atenei regionali, che richiama in regione studenti provenienti non solo da altre regioni italiane, ma anche dall’estero. Questa tipologia di movimento migratorio si differenzia da quello che coinvolge la scuola dell’obbligo: gli studenti universitari stranieri, nella maggioranza dei casi, non sono costretti a seguire o a ricongiungersi alla famiglia di origine, precedentemente emigrata in Friuli Venezia Giulia, essi giungono autonomamente in regione con l’obiettivo di ricevere una formazione universitaria migliore di quella che potrebbero ottenere nel proprio Paese. Non si tratta di una scelta minimizzabile perché in molti casi è legata anche ad un notevole investimento economico.

Il secondo effetto positivo riguarda l’arricchimento culturale che questi studenti portano nelle Università della regione: la mobilità dei professori, dei ricercatori, ma anche degli studenti rappresenta, infatti, un patrimonio per le istituzioni universitarie, che possono così beneficiare delle diverse esperienze formative e lavorative, nonché culturali, dei propri studenti.

Analizziamo ora come questi allievi si distribuiscono all’interno delle diverse facoltà. Nelle due tabelle che seguono abbiamo riportato la suddivisione degli iscritti extracomunitari e neocomunitari all’interno delle diverse facoltà che compongono i due atenei, riportando anche la distinzione per genere.

Tabella 5-4: iscritti extracomunitari e neocomunitari per facoltà dell’Università di Udine 2006/2007, valori assoluti e distribuzione percentuale per facoltà

M F T M F T

Lingue e Letterature Straniere 32 127 159 15,2 37,5 29,0

Economia 33 63 96 15,7 18,6 17,5

Medicina e Chirurgia 13 65 78 6,2 19,2 14,2

Ingegneria 46 10 56 21,9 2,9 10,2

Giurisprudenza 20 28 48 9,5 8,3 8,7

Lettere e Filosofia 19 24 43 9,0 7,1 7,8

Scienze matematiche, fisiche, nat. 35 4 39 16,7 1,2 7,1

Agraria 3 7 10 1,4 2,1 1,8

Interfacoltà 4 5 9 1,9 1,5 1,6

Scienze della Formazione 4 4 8 1,9 1,2 1,5

Medicina Veterinaria 1 2 3 0,5 0,6 0,5

Totale complessivo 210 339 549 100,0 100,0 100,0

iscritti extrac. per facoltà

(v.a.)

iscritti extrac. per facoltà

(distrib. %)Facoltà

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati dell’Università di Udine

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Tabella 5-5: iscritti extracomunitari e neocomunitari per facoltà dell’Università di Trieste 2006/2007, valori assoluti e distribuzione percentuale per facoltà

M F T M F T

Ingegneria 169 20 189 27,7 2,5 13,3

Economia 81 92 173 13,3 11,3 12,2

Lettere e Filosofia 26 133 159 4,3 16,4 11,2

Farmacia 56 91 147 9,2 11,2 10,3

Scienze Politiche 47 69 116 7,7 8,5 8,2

Medicina e Chirurgia 54 56 110 8,9 6,9 7,7

Scienze matematiche, fisiche, nat. 56 48 104 9,2 5,9 7,3

Scienze della Formazione 27 76 103 4,4 9,4 7,2

Scuola Superiore Lingue Moderne 16 76 92 2,6 9,4 6,5

Architettura 37 48 85 6,1 5,9 6,0

Giurisprudenza 32 42 74 5,2 5,2 5,2

Psicologia 9 61 70 1,5 7,5 4,9

Totale complessivo 610 812 1.422 100,0 100,0 100,0

iscritti per facoltà

(valori assoluti)

iscritti per facoltà

(distrib. %)Facoltà

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati dell’Università di Trieste

È interessante notare come nell’Università di Udine si ritrovi al primo posto fra le

facoltà con la maggiore presenza di allievi extracomunitari o neocomunitari, una facoltà a netta predominanza femminile, come Lingue e Letterature Straniere, mentre a Trieste risulta al primo posto una facoltà con una netta predominanza maschile come Ingegneria. Alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Udine sono iscritte, infatti, il 37,5% delle studentesse extracomunitarie o neocomunitarie afferenti all’Università di Udine, rispetto al 15,2% degli studenti maschi, mentre alla Facoltà di Ingegneria di Trieste risultano iscritti il 27,7% degli studenti extracomunitari o neocomunitari maschi dell’intero Ateneo, contro il peso percentuale delle compagne di corso che si ferma al 2,5%.

Al secondo posto fra le Facoltà che presentano il numero più elevato di studenti extracomunitari o neocomunitari troviamo in entrambi gli Atenei la Facoltà di Economia. In entrambi i casi la presenza di studentesse è maggiore rispetto ai colleghi maschi, tuttavia considerando la numerosità minore degli studenti maschi all’interno del gruppo degli Extracomunitari e Neocomunitari all’interno dei due Atenei, possiamo affermare che vi sia una maggiore partecipazione femminile nella Facoltà di Udine, mentre in quella di Trieste vi è una partecipazione maggiore da parte degli studenti maschi: fatto 100 rispettivamente il numero di studenti e di studentesse provenienti dai Paesi Neocomunitari ed extracomunitari, notiamo che la Facoltà di Economia di Udine raccoglie il 18,6% delle iscrizioni femminili contro il 15,7 di quelle maschili mentre la Facoltà di Economia di Trieste detiene il 13,3% dei maschi e l’11,3% delle studentesse extracomunitarie e neocomunitarie dell’intero Ateneo.

Si riscontra la stessa differenza anche nella Facoltà di Medicina e Chirurgia, che nell’Ateneo di Udine raccoglie maggiori adesioni fra le studentesse extracomunitarie e neocomunitarie rispetto ai colleghi maschi (con il 19,2% delle iscrizioni femminili comunitarie e neocomunitarie e solo il 6,2% degli studenti maschi), mentre nell’Università di Trieste tale facoltà registra, in percentuale, una maggiore adesione fra gli studenti extracomunitari e neocomunitari maschi, che la scelgono nell’8,9% dei casi contro il 6,9% delle femmine. All’opposto nella Facoltà di Lettere e Filosofia di Trieste, che figura al terzo posto per numero di studenti extracomunitari e neocomunitari, abbiamo una partecipazione percentuale

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maggiore da parte delle studentesse extracomunitarie e neocomunitarie, che la scelgono nel 16,4% dei casi, contro il 4,3% dei maschi, mentre nell’università di Udine ritroviamo una maggiore adesione percentuale da parte degli extracomunitari e neocomunitari maschi rispetto alle femmine (9% contro il 7,1%). Venendo alla conclusione dell’analisi della suddivisione di genere, possiamo notare come le Facoltà di Ingegneria e di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali di Udine si caratterizzino per una maggiore adesione, fra gli studenti extracomunitari e neocomunitari, dei maschi rispetto alle femmine, infatti questi percorsi di studi sono scelti rispettivamente dal 21,9% e dal 16,7% dei maschi e soltanto il 2,9% e l’1,2% delle femmine.

Rispetto all’anno accademico precedente rileviamo come le posizioni relative detenute da ciascuna facoltà, per quanto riguarda il numero di studenti extracomunitari e neocomunitari, siano rimaste pressoché stabili con poche eccezioni: presso l’Università di Udine gli studenti di Agraria hanno sopravanzato quelli che sono inseriti in percorsi di Interfacoltà, mentre a Trieste registriamo il superamento della Facoltà di Scienze della Formazione ai danni della Scuola Superiore di Lingue Moderne.

Per quanto riguarda il tasso di crescita percentuale delle iscrizioni di studenti extracomunitari e neocomunitari, rispetto all’anno accademico 2005/06, per le singole facoltà, possiamo individuare alcuni incrementi significativi: a Trieste si segnalano la crescita del 17% della Facoltà di Scienze della Formazione, il 16,4% di Architettura, il 13,2% di Ingegneria e il 12,1% di Giurisprudenza; per quanto riguarda invece l’Università di Udine segnaliamo il 47,7% in più per la Facoltà di Economia, il +27,9% di Medicina e Chirurgia e il 19,4% di iscritti extracomunitari e neocomunitari in più per la Facoltà di Lettere e Filosofia.

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5.2 Aree e Paesi di provenienza

In questo paragrafo riprenderemo i dati precedentemente esposti sulle iscrizioni

scolastiche e universitarie di allievi stranieri, concentrando però la nostra attenzione sulle aree e i Paesi di provenienza. Tale analisi risulta utile per diverse ragioni: in primo luogo queste informazioni sono di grande interesse per gli insegnanti e i dirigenti scolastici, ma anche per tutte quelle professionalità che collaborano con le scuole, per quanto riguarda l’educazione interculturale, la mediazione linguistica e culturale e l’insegnamento dell’Italiano quale Lingua seconda.

Tutti questi operatori, infatti, sanno bene che gli allievi stranieri sono fra loro molto diversi, differenze che si esplicano nelle specifiche difficoltà linguistiche così come nei problemi di integrazione scolastica. Chiaramente ognuno degli allievi presenta una storia particolare e delle capacità uniche. Tuttavia conoscere la loro lingua materna e la loro appartenenza etnica e culturale può dare una prima indicazione sulle difficoltà linguistiche peculiari e sui problemi di ambientamento tipici che i diversi gruppi di studenti immigrati incontreranno nella scuola italiana. Per procedere in questa direzione diventa quindi utile conoscere non solo quanti allievi stranieri ci sono nelle scuole del Friuli Venezia Giulia, ma anche da quali Paesi e da quali aree geografiche provengono.

Il confronto con i dati degli anni scolastici precedenti ci permetterà poi di delineare eventuali trend e possibili cambiamenti nella presenza di allievi stranieri nelle scuole della Regione. Nella Tabella 5-6 abbiamo riportato i valori assoluti di iscrizioni di allievi stranieri per area di provenienza, a livello regionale e di singola provincia, per gli anni scolastici 2005/06 e 2006/07, la suddivisione percentuale degli allievi per area di provenienza e i diversi andamenti di crescita percentuale rispetto all’anno scolastico 2005/06.

Nell’anno scolastico 2006/07 il 60% degli studenti stranieri, nelle scuole del Friuli Venezia Giulia, proviene dall’Europa Centro Orientale. Questa quota è rimasta identica rispetto all’anno scolastico precedente. Tale corrispondenza si deve al fatto che la crescita percentuale di questo gruppo di studenti stranieri è risultata uguale al tasso complessivo di crescita degli studenti stranieri, pari al 13,6% di iscritti in più rispetto al 2005/06. Anche i dati sulle iscrizioni scolastiche confermano la peculiarità del fenomeno dell’immigrazione regionale, con un peso percentuale molto elevato di provenienze dall’area dell’Europa Centro Orientale. Anche a livello delle singole province gli studenti dell’Europa Centro Orientale costituiscono più della metà del totale degli allievi stranieri: la quota percentuale più elevata si ritrova nella provincia di Trieste con il 72,4%, seguita da Udine che, con il 60,4% di studenti provenienti da questa area, presenta un valore percentuale superiore alla media regionale. Tuttavia, mentre nella provincia di Udine gli studenti provenienti da tale area hanno visto nell’ultimo anno aumentare la propria presenza di 0,9 punti percentuali, grazie ad una crescita del 16,1% rispetto al 2005/06, nella provincia di Trieste il peso percentuale di allievi provenienti dall’Europa Centro Orientale ha visto calare la propria rappresentazione di 0,8 punti percentuali, a causa di un incremento del numero di iscritti più contenuta rispetto a quella complessiva degli studenti.

Le province di Gorizia e di Pordenone presentano invece una quota percentuale inferiore alla media regionale di studenti originari dell’Europa Centro Orientale, anche se gli studenti provenienti da tale area rappresentano comunque il gruppo più numeroso con oltre la

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metà degli iscritti. In particolare in provincia di Gorizia questi studenti ne costituiscono il 57,4% dei registrati e in provincia di Pordenone il 55%. La quota percentuale di questo gruppo di studenti si mantiene stabile in provincia di Pordenone, rispetto all’anno scolastico precedente, mentre in provincia di Gorizia il peso percentuale di allievi provenienti dall’Est Europa diminuisce di 2,5 punti. Anche questa decrescita della rappresentazione si deve ad un progresso più contenuto rispetto a quello complessivo degli studenti stranieri, rispettivamente del 6% rispetto al 10,7%.

Al secondo posto per numero di studenti si colloca, a livello regionale, l’Africa Centro Meridionale, con 1.291 studenti, pari al 10,8% del totale. Anche questo gruppo ha registrato un aumento del numero di iscrizioni nell’ultimo anno scolastico, con 129 studenti in più e una crescita percentuale dell’11,1% rispetto al 2005/06. Tale andamento è risultato però inferiore rispetto alla crescita totale di studenti stranieri (+13,6%) in questo modo questo gruppo di studenti ha visto diminuire il proprio peso percentuale sul totale, con una riduzione di 0,3 punti percentuali.

Il secondo posto a livello regionale è però condizionato dalla forte presenza di allievi di questa provenienza presenti in provincia di Pordenone, dove costituiscono il 19,2% degli studenti stranieri totali. In provincia di Udine questo gruppo di allievi costituisce il terzo gruppo più numeroso con l’8,4% del totale, un valore comunque inferiore alla media regionale, mentre in provincia di Gorizia e di Trieste questo nucleo è ancora meno rappresentato consistendo rispettivamente appena nell’1,4 e nell’1,8% del totale. In queste due province nell’ultimo anno scolastico si è registrato un calo non solo in termini percentuali, ma anche in valori assoluti del numero di allievi di questa provenienza.

Osservando i dati sempre a livello regionale, si nota che gli studenti provenienti dall’Asia Centro Orientale occupano il terzo posto per numero di iscritti, con 930 allievi, pari al 7,8% del totale. Questo gruppo di studenti ha evidenziato una crescita significativa nell’ultimo anno scolastico, con un aumento del 20% del numero di iscritti, un avanzamento superiore a quello percentuale medio di studenti stranieri. In questo modo il peso percentuale degli studenti asiatici è incrementato di 0,4 punti rispetto all’anno scolastico 2005/06.

Questo tasso di crescita molto elevato è stato generato soprattutto dagli aumenti più pronunciati della presenza di allievi di questa provenienza nelle province di Udine e Pordenone, dove questo gruppo di studenti si è allungato rispettivamente del 24,6% e del 24,4%. Questi ritmi di crescita sostenuti delle due province più occidentali del Friuli Venezia Giulia hanno contribuito ad avvicinare i pesi percentuali degli allievi asiatici nelle altre due province della regione, ciononostante le province di Udine e Pordenone presentano ancora le quote percentuali più limitate di studenti asiatici con il 6,3% e il 7,6%. Le province di Gorizia e di Trieste registrano invece pesi percentuali di studenti asiatici più elevati, rispettivamente con il 13,6% e l’8,6%, tuttavia questi valori sono rimasti invariati rispetto all’anno scolastico precedente a causa di una crescita percentuale in linea con quella totale.

Lo sviluppo percentuale più significativo registrato nell’ultimo anno in regione riguarda però gli studenti dell’Africa Settentrionale e del Medio Oriente, che sono cresciuti del 22,1% rispetto all’anno scolastico 2005/06. In provincia di Trieste questi studenti sono raddoppiati passando dalle 37 unità del 2005/06 alle 70 del 2006/07. L’incidenza degli studenti Nord Africani e Mediorientali, in provincia di Trieste, è aumentata nell’ultimo anno di 1,5 punti percentuali, passando dal 2,3% al 3,8%, tuttavia tale trend risulta essere quello più limitato in regione. Gli studenti Nord africani e Medio orientali sono rappresentati dall’incremento del

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45,3% nell’ultimo anno in provincia di Gorizia con un conseguente aumento di 2,1 punti percentuali nella rappresentatività di questi studenti, che passa del 6,6% del 2005/06 all’8,7% del 2006/07. Anche in provincia di Pordenone questo gruppo di studenti ha registrato un aumento significativo di allievi con ben il 26,5%, mentre in provincia di Udine la crescita è stata più limitata pari all’8,8% in più rispetto al 2005/06. Questo progresso è risultato inferiore rispetto a quello medio provinciale, in questo modo gli studenti di questa provenienza hanno subito un calo del proprio peso percentuale di 0,5 punti. Ciononostante la provincia di Udine presenta a livello regionale il dato più elevato di studenti provenienti dall’Africa Settentrionale e dal Medio Oriente con il 9% sul totale.

A livello regionale l’unico gruppo che ha registrato una decrescita del numero di iscritti, ancorché limitata, è quello degli studenti Sudamericani e Centroamericani che hanno registrato una diminuzione dell’1,1%. Il calo registrato a livello regionale si deve alle dinamiche negative in provincia di Udine e di Pordenone, dove le iscrizioni di studenti Sudamericani e Centroamericani sono calate rispettivamente del 6,1% e del 2%. Nonostante la dinamica negativa dell’ultimo anno, la provincia di Udine presenta ancora la percentuale di studenti provenienti dal Sud e dal Centro America del 7,8% sul totale degli stranieri iscritti.

Gli studenti provenienti dai Paesi Neocomunitari hanno aumentato la loro presenza del 13,9% a livello regionale, con un incremento superiore alla crescita totale degli allievi stranieri. Tale avanzamento è risultato però molto dissimile a livello territoriale: le iscrizioni scolastiche di questo gruppo di studenti sono cresciute ad un ritmo molto sostenuto in provincia di Gorizia e di Pordenone, rispettivamente con 43,7% e il 26,1% di studenti in più rispetto all’anno scolastico 2005/06, mentre nella provincia di Udine il ritmo di crescita è stato più blando con l’aumento del 4,3% delle iscrizioni. In provincia di Trieste il numero di studenti neocomunitari è calato nell’ultimo anno con una decrescita significativa pari all’11,3% di studenti provenienti da questi Paesi in meno rispetto all’anno scolastico 2005/06.

Per quanto riguarda infine gli studenti provenienti dall’Europa a 15 e dall’America Settentrionale possiamo rilevare che il loro numero è rimasto ad un livello pressoché simile rispetto a quello dell’anno scolastico 2005/06, con variazioni più pronunciate territorialmente.

Se invece di considerare l’Area di Provenienza andiamo ad analizzare anche le nazionalità degli allievi stranieri ci accorgiamo che aumentano ulteriormente le differenze fra le singole province. Per analizzare tali differenze abbiamo riportato nella Tabella 5-7 le prime dieci nazionalità di studenti stranieri per numerosità all’interno delle singole province e a livello regionale.

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Tabella 5-6: studenti stranieri per area di provenienza anno scolastico 2005/2006 e 2006/2007 (scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado)

2005/2006 2006/2007 2005/2006 2006/2007

Africa Centro Meridionale 337 380 8,5 8,4 12,8Africa Sett. e Medio Oriente 375 408 9,5 9,0 8,8America Centro Meridionale 377 354 9,5 7,8 -6,1America Settentrionale 25 29 0,6 0,6 16,0Asia Centro Orientale 228 284 5,8 6,3 24,6Europa Centro Orientale 2.358 2737 59,5 60,4 16,1Unione Europea 15 134 152 3,4 3,4 13,4Paesi Neocomunitari 117 122 3,0 2,7 4,3Altri 12 62 0,3 1,4 416,7Totale Udine 3.963 4.528 100,0 100,0 14,3

Africa Centro Meridionale 764 862 19,3 19,2 12,8Africa Sett. e Medio Oriente 238 301 6,0 6,7 26,5America Centro Meridionale 196 192 4,9 4,3 -2,0America Settentrionale 161 148 4,1 3,3 -8,1Asia Centro Orientale 275 342 6,9 7,6 24,4Europa Centro Orientale 2.187 2469 55,1 55,0 12,9Unione Europea 15 95 81 2,4 1,8 -14,7Paesi Neocomunitari 46 58 1,2 1,3 26,1Altri 4 38 0,1 0,8 850,0Totale Pordenone 3.966 4.491 100,0 100,0 13,2

Africa Centro Meridionale 26 15 2,7 1,4 -42,3Africa Sett. e Medio Oriente 64 93 6,6 8,7 45,3America Centro Meridionale 53 57 5,5 5,3 7,5America Settentrionale 7 7 0,7 0,7 0,0Asia Centro Orientale 134 146 13,9 13,6 9,0Europa Centro Orientale 579 614 59,9 57,4 6,0Unione Europea 15 16 13 1,7 1,2 -18,8Paesi Neocomunitari 87 125 9,0 11,7 43,7Altri 1 - 0,1 - 0,0Totale Gorizia 967 1.070 100,0 100,0 10,7

Africa Centro Meridionale 35 34 2,2 1,8 -2,9Africa Sett. e Medio Oriente 37 70 2,3 3,8 89,2America Centro Meridionale 83 98 5,2 5,3 18,1America Settentrionale 5 15 0,3 0,8 200,0Asia Centro Orientale 138 158 8,6 8,6 14,5Europa Centro Orientale 1.178 1338 73,2 72,4 13,6Unione Europea 15 49 53 3,0 2,9 8,2Paesi Neocomunitari 80 71 5,0 3,8 -11,3Altri 4 10 0,2 0,5 150,0Totale Trieste 1.609 1.847 100,0 100,0 14,8

Africa Centro Meridionale 1.162 1.291 11,1 10,8 11,1Africa Sett. e Medio Oriente 714 872 6,8 7,3 22,1America Centro Meridionale 709 701 6,7 5,9 -1,1America Settentrionale 198 199 1,9 1,7 0,5Asia Centro Orientale 775 930 7,4 7,8 20,0Europa Centro Orientale 6.302 7.158 60,0 60,0 13,6Unione Europea 15 294 299 2,8 2,5 1,7Paesi Neocomunitari 330 376 3,1 3,2 13,9Altri 21 110 0,2 0,9 423,8Totale FVG 10.505 11.936 100,0 100,0 13,6

TRI

ES

TE

FVG

var %

2005/06 -

2006/07

UDI

NE

POR

DE

NON

E

GOR

IZ

IA

prov. A rea di provenienzastudenti stranieri % per area di prov.

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati del Sistema Informativo del MPI

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Tabella 5-7: primi 10 Paesi di provenienza degli studenti stranieri a.s. 2006/07

Prov. n° ord.

Nazionalità infanzia primaria sec. I

grado

sec. II

grado totale

1° Albania 203 331 193 167 894 2° Serbia-Montenegro 92 211 135 77 515 3° Romania 93 185 109 91 478 4° Marocco 69 115 55 27 266 5° Bosnia-Erzegov ina 43 88 47 71 249 6° Croazia 33 65 37 64 199 7° Ghana 54 77 36 29 196 8° Macedonia 27 63 48 30 168 9° Cina 22 39 34 50 145 10° Colombia 13 35 26 47 121 1° Albania 200 426 305 216 1.147 2° Romania 101 264 130 159 654 3° Ghana 118 167 92 116 493 4° Marocco 53 91 37 23 204 5° Macedonia 18 74 55 15 162 6° India 31 67 42 16 156 7° Stati Uniti 91 46 7 4 148 8° Serbia-Montenegro 28 65 38 11 142 9° Burkina Faso 26 55 24 23 128 10° Bosnia-Erzegov ina 18 43 15 22 98 1° Bosnia-Erzegov ina 29 61 32 48 170 2° Serbia-Montenegro 17 73 44 22 156 3° Slovenia 21 14 6 59 100 4° Bangladesh 23 42 18 14 97 5° Croazia 7 34 14 20 75 6° Albania 16 19 13 16 64 7° Marocco 19 22 7 7 55 8° Macedonia 7 20 19 4 50 9° Romania 4 21 11 12 48 10° Cina 3 9 12 8 32 1° Serbia-Montenegro 117 303 163 154 737 2° Croazia 20 35 31 55 141 3° Albania 27 34 31 38 130 4° Cina 20 39 35 28 122 5° Romania 13 53 22 18 106 6° Bosnia-Erzegov ina 11 27 16 25 79 7° Ucraina 5 17 14 10 46 8° Slovenia 7 3 30 40 9° Macedonia 4 16 9 7 36 10° Moldav ia 1 14 9 10 34 1° Albania 446 810 542 437 2.235 2° Serbia-Montenegro 254 652 380 264 1.550 3° Romania 211 523 272 280 1.286 4° Ghana 172 244 128 147 691 5° Bosnia-Erzegov ina 101 219 110 166 596 6° Marocco 146 233 105 59 543 7° Croazia 67 168 95 164 494 8° Macedonia 56 173 131 56 416 9° Cina 50 128 100 99 377 10° Ucraina 24 79 80 65 248

F

V

G

U

D

I

N

E

P

O

R

D

E

N

O

N

E

G

O

R

I

Z

I

A

T

R

I

E

S

T

E

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati del Sistema Informativo del MPI

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A livello regionale le cinque nazionalità più rappresentate, all’interno della popolazione degli studenti stranieri, mantengono invariate le proprie posizioni relative rispetto all’anno scolastico 2005/06. Tuttavia i trend di crescita degli studenti di queste nazionalità, registrati nell’ultimo anno scolastico all’interno delle scuole della regione, sono stati fra loro molto differenti: in particolare si segnala l’aumento degli studenti rumeni, con il 30,4% in più rispetto al 2005/06. A tale proposito è interessante notare come gli studenti di questa nazionalità figurino al terzo posto mentre nel Capitolo 3 abbiamo visto come questa nazionalità si sia già stabilita al secondo posto per numero di iscrizioni anagrafiche. Molto probabilmente la crescita molto elevata delle presenze di immigrati rumeni, registrato negli ultimi anni, deve ancora trasferirsi completamente sulle iscrizioni scolastiche. È probabile che nei prossimi anni aumentino i ricongiungimenti famigliari di bambini e giovani rumeni per cui prevedibilmente le iscrizioni scolastiche di allievi rumeni nei prossimi anni potranno crescere ulteriormente.

Anche le iscrizioni di studenti ghanesi e serbo-montenegrini sono incrementate ad un ritmo significativo, seppur inferiore rispetto a quello degli studenti rumeni, rispettivamente del 17,3% e del 16,5%. Gli studenti albanesi e della Bosnia Erzegovina hanno invece totalizzato una crescita più contenuta ed inferiore rispetto alla media complessiva del 13,6%, rispettivamente del 7% e dell’8,2%. Al sesto posto della classifica regionale troviamo un primo cambiamento rispetto all’anno scolastico 2005/06: gli studenti marocchini hanno infatti sopravanzato quelli croati. Tale avvicendamento è stato causato dal diverso tasso di crescita delle due nazionalità: gli studenti marocchini sono aumentati del 15% mentre quelli croati del 3,1%. In particolare è interessante notare come la l’incremento degli studenti marocchini si sia concentrato soprattutto nella scuola dell’infanzia e nella primaria, con un ritmo superiore al 20%, mentre nella secondaria di secondo grado gli studenti croati sono ancora più numerosi rispetto a quelli marocchini. Ciò si deve al diverso grado di sviluppo della presenza di allievi di queste due nazionalità: la presenza di allievi croati si è ormai stabilizzata, come possiamo osservare dalla Figura 5-11, che mostra una distribuzione percentuale molto omogenea fra i diversi ordini scolastici e con una presenza significativa di allievi croati nella scuole secondaria di secondo grado. All’opposto la presenza di studenti marocchini è ancora in una fase espansiva. Possiamo infatti notare, sempre grazie alla Figura 5-11, come il 69,8% degli studenti di questa nazionalità sia iscritto nella scuola dell’infanzia o nella primaria. Da questi dati deriva che la presenza di allievi croati si sia ormai probabilmente stabilizzata intorno alle 500 unità, mentre è molto probabile che nei prossimi anni la presenza di allievi marocchini aumenti ulteriormente con il passaggio degli allievi agli ordini superiori.

Anche nelle due successive posizioni troviamo un cambiamento rispetto all’anno scolastico precedente: la Macedonia, infatti, sopravanza la Cina all’ottavo posto grazie ad una crescita percentuale del 27,6% di allievi in più rispetto al 2005/06. Tale miglioramento risulta essere secondo solo a quello degli allievi rumeni. Infine la nazionalità ucraina si inserisce al decimo posto sopravanzando quella colombiana che nell’anno scolastico 2006/07 esce dalle 10 nazionalità più numerose all’interno del gruppo degli studenti stranieri.

Rispetto alla media regionale le singole province si caratterizzano poi per la diversa numerosità delle singole nazionalità degli studenti stranieri. La provincia di Trieste si distingue per la quota molto elevata di studenti provenienti dalla Serbia-Montenegro, che rappresentano il gruppo più numeroso tra gli studenti stranieri, essi infatti costituiscono da soli il 39,9% degli studenti stranieri totali nelle scuole della provincia di Trieste. Relativamente elevata è anche la

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presenza di studenti croati che figurano al secondo posto per numerosità. È poi da notare che fra le prime 10 nazionalità in provincia di Trieste, 8 riguardano paesi dell’area dell’Europa Centro Orientale. Tale dato conferma quello già citato sulla percentuale più elevata di studenti che provengono da tale area geografica, in regione, con il 72,4% sul totale. Le uniche due eccezioni riguardano gli allievi sloveni e cinesi, in particolare questi ultimi detengono una posizione significativa nella provincia di Trieste poiché figurano al quarto posto per numero di iscrizioni.

Riguardo ai cambiamenti rispetto all’anno scolastico precedente possiamo segnalare che gli allievi croati hanno superato gli albanesi al secondo posto, i rumeni hanno scalzato gli allievi della Bosnia Erzegovina al quinto posto, infine gli ucraini hanno superato gli allievi sloveni al settimo posto.

La provincia di Gorizia si caratterizza innanzitutto per la prima posizione occupata dagli allievi della Bosnia Erzegovina. In questa provincia si registrano diversi cambiamenti significativi rispetto alla classifica dell’anno scolastico precedente: gli studenti sloveni, infatti, grazie ad una crescita percentuale del 40,8% rispetto al 2005/06 guadagnano due posizioni, collocandosi al terzo posto. In particolare l’incremento è stato significativo nelle scuole dell’infanzia che hanno visto più che raddoppiare il numero di iscrizioni rispetto all’anno precedente. Gli allievi provenienti dal Bangladesh sono aumentati del 26% rispetto all’anno precedente, tuttavia a causa della crescita molto elevata degli studenti sloveni hanno perso una posizione retrocedendo al quarto posto. Si segnala poi la decrescita del 14,7% degli allievi albanesi, rispetto al 2005/06, questa nazionalità retrocede quindi di due posizioni stabilendosi al sesto posto. Anche nella provincia di Gorizia ritroviamo l’aumento significativo di allievi rumeni, che guadagnano una posizione rispetto all’anno precedente, collocandosi al nono posto grazie ad una crescita del 29,7%.

Nella provincia di Pordenone si segnala la comunità significativa degli studenti albanesi che rappresenta il 25,5% degli studenti stranieri totali della provincia. Notiamo inoltre come la nazionalità rumena si sia già stabilita al secondo posto per numero di iscrizioni, totalizzando anche nell’ultimo anno scolastico ben il 22% di allievi in più rispetto al 2005/06. Al terzo posto troviamo il gruppo degli studenti ghanesi. Questa forte presenza rappresenta un’altra peculiarità della provincia di Pordenone che accoglie un numero significativo di famiglie di provenienza ghanese. Le scuole del Pordenonese si caratterizzano per la presenza significativa di altri tre gruppi nazionali, che a livello regionale non figurano fra le prime dieci nazionalità: gli allievi indiani, quelli statunitensi e gli studenti provenienti dal Burkina Faso. La crescente presenza di studenti indiani (+20,9% rispetto al 2005/06) è ascrivibile al flusso in crescita di immigrati e di famiglie provenienti dall’India, mentre la presenza significativa di allievi statunitensi è legata alla presenza della base USAF di Aviano.

Il tasso di crescita più significativo in provincia di Pordenone, nell’ultimo anno scolastico, è stato quello che ha coinvolto gli studenti della Macedonia, di cui si è visto aumentare il livello di iscrizioni scolastiche del 45,9%, guadagnando così ben quattro posizioni.

La provincia di Udine mantiene abbastanza stabili le prime dieci posizioni, gli unici cambiamenti riguardano gli studenti marocchini che sopravanzano quelli bosniaci nella quarta posizione e gli studenti cinesi che superano al nono posto quelli colombiani. Anche in questa Provincia si segnala la crescita significativa degli allievi rumeni con un aumento del 36,6% rispetto all’anno scolastico precedente. Di dimensioni inferiori, ma pur sempre significative,

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anche le variazioni positive degli allievi serbo-montenegrini (+25%), cinesi (+21,8%) e macedoni (+20%).

Figura 5-11: Ripartizione percentuale degli studenti delle dieci nazionalità più numerose, per ordine scolastico, FVG a.s. 2006/07

9,7

13,3

13,5

13,6

26,9

16,9

24,9

16,4

16,4

20,0

31,9

34,0

41,6

34,0

42,9

36,7

35,3

40,7

42,1

36,2

32,3

26,5

31,5

19,2

19,3

18,5

18,5

21,2

24,5

24,3

26,2

26,3

13,5

33,2

10,9

27,9

21,3

21,8

17,0

19,6

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Ucraina

Cina

Macedonia

Croazia

Marocco

Bosnia-Erzegovina

Ghana

Romania

Serbia-Montenegro

Albania

infanzia primaria sec. I grado sec. II grado

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati del Sistema Informativo del MPI

La Figura 5-11 ci permette di analizzare la distribuzione percentuale degli allievi delle

10 nazionalità più rappresentate a livello regionale per singolo ordine scolastico. In questo modo possiamo investigare il diverso grado di sviluppo del fenomeno migratorio all’interno di ciascun gruppo nazionale.

Analizzando la Tabella 5-7, per quanto riguarda i dati regionali, abbiamo già considerato la diversa distribuzione per ordini scolastici degli allievi Marocchini e Croati. Questi due gruppi di studenti rappresentano due situazioni opposte. Si evidenzia il gruppo di allievi marocchini, concentrato soprattutto nella scuola dell’infanzia e nella primaria, a testimonianza di una presenza recente e in forte crescita degli allievi marocchini. All’opposto gli allievi croati sono equamente distribuiti fra i diversi ordini, grazie ad una presenza di più antica data che ha favorito la distribuzione uniforme tra gli ordini. Questi due gruppi di studenti rappresentano gli antipodi delle diverse distribuzioni rappresentate in Figura 5-11: si nota, infatti, che gli allievi marocchini detengono la percentuale più elevata di studenti nella scuola dell’infanzia e primaria, mentre al contrario gli allievi croati presentano la percentuale più elevata di studenti nella secondaria di secondo grado.

È interessante analizzare la distribuzione degli allievi ucraini. Questo gruppo presenta la percentuale più limitata di iscrizioni alla scuola dell’infanzia con appena il 9,7%. Questa situazione deriva dal fatto che l’immigrazione ucraina si configura come un movimento migratorio prettamente femminile: le donne ucraine giungono in regione prevalentemente da sole per lavorare in genere come assistenti famigliari, solo in seguito mettono in pratica il ricongiungimento famigliare con mariti e figli. In questo modo il peso percentuale dei nuovi nati e dei figli d’età inferiore ai 6 anni è molto limitato all’interno delle famiglie ucraine.

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Figura 5-12: le cittadinanze più rappresentate nella scuola italiana, a.s. 2006/2007, confronto con il Friuli VG

15,6

13,7 13,6

4,93,2

18,7

10,8

4,53,2

13,0

0,0

3,0

6,0

9,0

12,0

15,0

18,0

21,0

ALBANIA ROMANIA MAROCCO CINA SERBIA -MONTENEGRO

ITALIA FVG

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati del Sistema Informativo del MPI

La Figura 5-12 ci permette di confrontare la distribuzione regionale con quella

nazionale degli allievi stranieri per cittadinanza. In questo modo possiamo evidenziare la peculiarità della presenza di allievi stranieri in regione, con una sovrarappresentazione di allievi provenienti dall’Europa Centro Orientale. Possiamo infatti notare non solo il peso percentuale maggiore di allievi albanesi (+3,1 punti percentuali) rispetto al valore nazionale, ma anche la differenza significativa di allievi serbo montenegrini, che in regione detengono un peso percentuale di quasi 10 punti più elevato rispetto alla situazione nazionale. Anche se negli ultimi anni le iscrizioni di allievi rumeni sono cresciute ad un ritmo molto elevato nelle scuole regionali, possiamo notare come la loro incidenza a livello nazionale risulti ancora superiore.

Infine si segnala la rappresentazione più contenuta in regione degli allievi marocchini e cinesi rispetto alla media nazionale. Tuttavia il divario delle due distribuzioni percentuali è diminuito rispetto all’anno scolastico 2005/06, ciò significa che questi gruppi di studenti sono cresciuti tendenzialmente in misura maggiore in Regione rispetto alla media italiana, con un avvicinamento quindi ai valori medi nazionali.

La componente molto elevata di studenti provenienti dall’Europa Centro Orientale è una caratteristica che si ritrova anche nei due Atenei regionali. Dalla Tabella 5-8 possiamo, infatti, notare che il 67,6% degli studenti extracomunitari e neocomunitari iscritti presso l’Università di Udine, proviene da tale area, mentre presso l’Università di Trieste questa quota è pari al 63,4% del totale. La rilevanza di questo tipo di studenti è incrementata rispetto all’anno accademico precedente, grazie ad una crescita del 16,7% presso l’Università di Udine e dell’8,8% in quella di Trieste.

La seconda area geografica di provenienza più rappresentata fra gli allievi stranieri dei due Atenei regionale è quella Neocomunitaria che coinvolge l’11,8% degli studenti stranieri a Udine contro il 15,8% dell’Ateneo giuliano. Notiamo però che in entrambe le università il peso percentuale di questo gruppo di studenti sia calato nell’ultimo anno accademico, ciò è stato provocato da un calo delle iscrizioni del 3,8%, rispetto all’anno accademico 2005/06,

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nell’Ateneo di Trieste, mentre la diminuzione percentuale riscontrata a Udine si deve ad una crescita inferiore del livello di immatricolazioni di studenti di questa provenienza rispetto alla crescita degli studenti extracomunitari.

Il terzo gruppo più numeroso presso l’Università di Udine è formato dagli studenti centroamericani e sudamericani che costituiscono l’8% degli studenti extracomunitari e neocomunitari totali. Questo gruppo di studenti ha registrato nell’ultimo anno uno sviluppo del numero di iscrizioni del 51,7%, che gli ha permesso di guadagnare 1,9 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Nell’Università di Trieste il terzo gruppo più consistente è invece composto dagli studenti nordafricani e mediorientali, che rappresentano l’11,1% del totale facendo registrare una crescita del 17,9% nell’ultimo anno accademico.

Tabella 5-8: studenti universitari extracomunitari e neocomunitari iscritti a.a. 2005/2006 e 2006/2007 per sesso e per area di provenienza

05/06 06/07 05/06 06/07 05/06 06/07

Africa Centro Meridionale 26 25 5,5 4,6 30,8 40,0 -3,8

Africa Sett. e Medio Oriente 14 19 3,0 3,5 42,9 52,6 35,7

America Centro Meridionale 29 44 6,1 8,0 75,9 72,7 51,7

America Settentrionale 2 4 0,4 1 100,0 100,0 100,0

Asia Centro Orientale 19 18 4,0 3,3 36,8 5,6 -5,3

Europa Centro Orientale 318 371 67,4 67,6 63,2 60,9 16,7

Paesi Neocomunitari 62 65 13,1 11,8 83,9 83,1 4,8

Altri 2 3 0,4 0,5 50,0 66,7 50,0

Totale Udine 472 549 100,0 100,0 63,3 61,7 16,3

Africa Centro Meridionale 70 73 5,2 5,1 37,1 38,4 4,3

Africa Sett. e Medio Oriente 134 158 10,0 11,1 14,2 13,9 17,9

America Centro Meridionale 21 19 1,6 1,3 76,2 84,2 -9,5

America Settentrionale 2 2 0,1 0 0,0 50,0 0,0

Asia Centro Orientale 18 17 1,3 1,2 77,8 64,7 -5,6

Europa Centro Orientale 828 901 61,7 63,4 65,1 64,6 8,8

Paesi Neocomunitari 234 225 17,4 15,8 59,0 62,2 -3,8

Altri 36 27 2,7 1,9 41,7 44,4 -25,0

Totale Trieste 1.343 1.422 100,0 100,0 57,1 57,1 5,9

Africa Centro Meridionale 96 98 5,3 5,0 35,4 38,8 2,1

Africa Sett. e Medio Oriente 148 177 8,2 9,0 16,9 18,1 19,6

America Centro Meridionale 50 63 2,8 3,2 76,0 76,2 26,0

America Settentrionale 4 6 0,2 0,3 50,0 83,3 50,0

Asia Centro Orientale 37 35 2,0 1,8 56,8 34,3 -5,4

Europa Centro Orientale 1.146 1.272 63,1 64,5 64,6 63,5 11,0

Paesi Neocomunitari 296 290 16,3 14,7 64,2 66,9 -2,0

Altri 38 30 2,1 1,5 42,1 46,7 -21,1

Totale FVG 1.815 1.971 100,0 100,0 58,7 58,4 8,6

TRI

ES

TE

FVG

% femmine

var %

UDI

NE

Univ. Aree di provenienza

studenti extrac. e

neocomunitari% per area prov.

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati delle Università di Udine e di Trieste

Per quanto riguarda la distribuzione della presenza femminile fra le diverse aree di

provenienza degli studenti stranieri, possiamo notare le percentuali molto basse di donne fra gli studenti asiatici nell’Ateneo di Udine, mentre in quello triestino si nota la rappresentatività limitata fra gli studenti nordafricani e mediorientali iscritti.

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Nella Tabella 5-9 abbiamo riportato le prime 10 cittadinanze fra gli studenti extracomunitari e neocomunitari presenti nei due atenei. Possiamo così notare l’adesione significativa di studenti provenienti dall’area balcanica: in entrambi gli atenei troviamo ai primi tre posti allievi croati, albanesi e sloveni, anche se in diverso ordine. Queste tre nazionalità rappresentano il 50,8% degli allievi extracomunitari e neocomunitari presenti nell’Ateneo di Udine, mentre in quello di Trieste costituiscono il 65,2% del totale.

Possiamo anche notare che la presenza significativa di allievi dell’area nordafricana e mediorientale, registrata presso l’Ateneo di Trieste, si deve alla notevole componente di allievi provenienti dal Libano e da Israele. È da notare per queste due nazionalità la presenza percentuale molto limitata di studentesse, che rappresentano appena il 6,7% degli allievi libanesi e il 17,4% di quelli israeliani.

Tabella 5-9: primi 10 Paesi di provenienza degli extracomunitari e neocomunitari universitari: Università di Udine e di Trieste

Univ.n° ord

Paese di provenienzaiscritti

05/06

iscritti

06/07

%

femmine

05/06

%

femmine

06/07

% sul tot

extrac e

neocom

06/07

1 ALBANIA 148 162 59,5 58,6 29,5 2 CROAZIA 73 74 57,5 51,4 13,5 3 SLOVENIA 42 43 76,2 74,4 7,8 4 ROMANIA 22 32 95,5 75,0 5,8 5 BOSNIA-ERZEGOVINA 13 20 61,5 75,0 3,6 6 UCRAINA 13 19 61,5 63,2 3,5 7 MACEDONIA 9 18 33,3 55,6 3,3 8 CAMERUN 11 12 54,5 58,3 2,2 9 MOLDOVA 8 12 100,0 83,3 2,2 10 COLOMBIA 10 11 100,0 100,0 2,0 1 Croazia 493 544 68,6 68,6 38,3 2 Slovenia 209 198 56,0 59,1 13,9 3 Albania 178 185 53,9 54,1 13,0 4 Libano 73 89 6,8 6,7 6,3 5 Serbia-Montenegro 71 74 67,6 56,8 5,2 6 Camerun 47 49 38,3 36,7 3,4 7 Israele 24 23 38,7 17,4 1,6 8 San Marino 31 22 16,7 36,4 1,5 9 Romania 18 21 38,9 85,7 1,5 10 Bosnia-Erzegovina 18 20 77,8 50,0 1,4

UDI

NE

TRI

ES

TE

Fonte: elaborazione IRES Fvg su dati delle Università di Udine e di Trieste