Anno xxx n 41 1 dicembre 2013
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Si è concluso Domenica 24 Novembre,con una solenne concelebrazione Eucari-stica nella Basilica della Santa Casa, il se-condo Convegno Ecclesiale Marchigiano,i cui lavori sono stati aperti Venerdì 22 alTeatro delle Muse di Ancona. La prolu-sione è stata tenuta dal Cardinale An-gelo Bagnasco, il quale proprio in regione(nell’Arcidiocesi di Pesaro) ha svolto ilsuo primo servizio di Vescovo, potendosipertanto sentire a pieno,sono le sue parole,“parte di questa Chiesa e partecipe dellastoria delle Marche”. Il Cardinale, dopoaver affermato il grande valore ecclesialedel “convenire” mettendosi in dialogo, harimarcato la via della relazione come ri-sposta al “virus dell’individualismo”, chefingendo di mettere l’uomo al centro di ogni cosa, lo lasciainvece “prigioniero di se stesso e quindi tristemente solo”.Ha inoltre puntualizzato come il tema del convegno “vivere
e trasmettere oggi la fede nelle Marche” richieda di resti-tuire a Dio il primato nella nostra vita di credenti, ritrovandola fede come gioia, perché non è possibile “andare” seprima non si è saputi “stare”, non è possibile alcuna pasto-rale senza stare con Dio, per non snaturare la Chiesa stessa:“la Chiesa non è un‘organizzazione efficiente, bensì unorganismo vivente”. E proprio su questa indicazione ilConvegno ha voluto modularsi, come un grande organismoche ha preso vita grazie alle persone, gli oltre settecentodelegati da tutte le diocesi della Regione, dalle loro parolee dallo stare insieme, condividendo non solo momenti diriflessione e discussione, ma anche di preghiera. Nella serata di Venerdì uno spettacolo dal titolo “In Me-moria di Me”, tratto da testi di Mario Pomilio e Erich Em-manuel-Schmitt, realizzato da giovani delle diocesimarchigiane, ha offerto numerosi spunti su episodi dai Van-geli, dimostrando anche il grandissimo impegno dei ragazzidel gruppo teatrale.Nella mattinata di Sabato, aperta dalla celebrazione del-l’Eucaristia, Suor Patrizia Nocitra, delle Clarisse di SanBenedetto del Tronto, ha offerto una Lectio Divina sulleparabole del campo e della perla (Mt 13, 44-46). Successi-vamente sono stati aperti i lavori nei laboratori, tenendopresente la Parola scelta come icona del convegno: la frase“Alzati e va’” pronunciata dall’angelo nell’incontro fra ilDiacono Filippo e l’Etiope (Atti 8, 26-40), segno del desi-derio e della necessità di mettersi in un cammino, di aper-tura verso le periferie di ogni tipo, più o meno lontane dallavita ecclesiastica. Tale cammino è stato tracciato propriodal dialogo, nell’esperienza dei 24 Laboratori suddivisiin 4 ambiti tematici, volti ad affrontare argomenti essen-ziali della vita del cristiano con attenzione alle propensioni
e alle conoscenze di ogni partecipante, ma sempre rivoltialla ricerca di una visione d’insieme, che integri le diversepastorali e fugga la frammentazione. Per ciascun ambito siè analizzata la situazione attuale della regione, se ne sonoindividuate le criticità e sono state avanzate proposte di mi-glioramento. Ha concluso la giornata una veglia di pre-ghiera nella Basilica, con la testimonianza di una coppiasposata che ha trovato il coraggio di affrontare la perditadel lavoro e la forza di rialzarsi.
Nella mattina di Domenica 24 sono stati presentati i risultatidei laboratori, con particolare enfasi sulle proposte emerse,le numerose piste su cui la Chiesa Marchigiana potrà con-tinuare a lavorare per rinnovarsi concretamente nell’operapastorale e nella testimonianza del Vangelo. L’interventoconclusivo del Convegno è stato tenuto da Monsignor LuigiConti, Presidente della Conferenza Episcopale Marchigianache ha ricordato il fondamento di una testimonianza credi-bile: “Nelle nostre chiese, oggi, troppa cenere nasconde ilfuoco del Vangelo. Certo, non lo spegne, non lo esclude,ma impedisce di vederlo. Per liberare questo fuoco è neces-sario il soffio dello Spirito.” Ha inoltre affermato: “nelleMarche non possiamo presupporre la fede, ma solo pro-porla. Allo stesso modo, nel mondo di oggi non si può pre-supporre la famiglia, ma è necessario proporla, come lavocazione più importante, icona di Cristo che ama la Chiesafino a dare la vita per Lei.” Simone Caffarini
ANNO XXX N° 41 - 1 Dicembre 2013 € 1.00
SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO
a pag. 2
Alcuni suggerimenti dei nostri delegati al Convegno Ecclesiale
delle Marche
Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno
In occasione del secondo Convegno Ecclesiale Marchi-
giano sul tema “Alzati e va’ ”…vivere e trasmettere oggi
la fede nelle Marche”, a conclusione dell’Anno della fede,
il Sommo Pontefice Francesco, grato per i devoti senti-
menti manifestati, desidera assicurare la Sua spirituale par-
tecipazione e rivolge a Vescovi e Fedeli il Suo cordiale
beneaugurante pensiero, auspicando che le comunità eccle-
siali delle Marche, alla scuola della Beata Vergine Maria,
Madre e modello della Chiesa, ravvivino la profonda e fer-
vida adesione al Signore risorto per testimoniare il Vangelo
in fraterna carità e nel generoso servizio ai fratelli, special-
mente quanti soffrono o sono lontani, animando cristiana-
mente l’odierna società ed essere testimoni efficaci di
speranza e, mentre invita a perseverare nella preghiera per
Lui e per il Suo Ministero Petrino, invoca un’abbondante
effusione di Spirito Santo e invia a Vostra Eccellenza, ai
Confratelli nell’episcopato, ai Sacerdoti, ai Religiosi e ai
Fedeli delle comunità diocesane della regione l’implorata
Benedizione Apostolica, propiziatrice di fecondo cammino
sulla via della fede.
Alzati e va’ - 2° Convegno Ecclesiale Marchigiano a LoretoSperanze per il futuro e piste di lavoro per una Chiesa regionale in cammino Testo del telegramma
inviato dall’Arcivescovo Pietro ParolinSegretario di Stato di Sua Santità a Mons. Giovanni Tonucci Arcivescovo Prelato di Loreto.
Il programma a pag. 8
Anno XXX
1 Dicembre 2013
2PAG
La famiglia ha bisogno di politiche fiscali, lavorative, eco-nomiche ed abitative adeguate, di servizi e di condizioni cheagevolino ed anzi favoriscono la sua esigenza”. A lanciarel’appello sono stati Massimiliamo e Fabiana Bossio, al ter-mine della prima giornata, hanno portato la voce dellefamiglie al Convegno ecclesiale marchigiano. Anche nelleMarche, come nel resto d’Italia, hanno testimoniato, “il nu-mero dei matrimoni è in vertiginoso calo, e separazioni e di-vorzi sono in crescita”. Una famiglia, insomma, “sempre piùpiccola, povera e vulnerabile”, che anche a livello ecclesialechiede di essere maggiormente sostenuta e accompagnata. Apartire dal periodo del fidanzamento, la proposta dei due co-niugi, secondo il quale è questo il “punto zero” da cui ripar-tire: “Educare a saper coltivare l’amore nella propria naturalegradualità e maturità, accompagnare i fidanzati con la con-sapevolezza e la coscienza che solo educandosi all’amore eall’impegno responsabile e autentico, non sempre semplice,si costituisce la garanzia del per sempre, quel per sempre chele giovani generazioni non sanno più pronunciare, nemmenonella dimensione dell’amore”.
Famiglia: riaccendere il presente
e illuminare il futuro delle Marche
“È l’ora della famiglia!”. Lo ha detto donGiordano Trapasso, riassumendo il camminopreparatorio delle 13 diocesi al Convegnoecclesiale delle Marche e introducendo il la-voro dei laboratori. “Proprio in un contestostorico e culturale in cui sono messe in dis-cussione l’identità della stessa famiglia, leidentità di genere, in cui assistiamo con piùevidenza alla fragilità della famiglia comeproposta e come realtà, per la diminuzionedei matrimoni e la crescita delle separazionie dei divorzi - ha detto il sacerdote - leChiese delle Marche, facendolo diventareun tema di impegno esplicito o la prima at-tenzione da avere nell’attuare le scelte pas-torali, dicono coralmente: è l’ora dellafamiglia!”. “Le diocesi - ha proseguito - noncercano le famiglie ideali, perfette, né si riv-olgono alle famiglie per domandare maggioriimpegni pastorali, ma vogliono costruireun’alleanza con le famiglie reali, così comesono, condividendone le fragilità e le faticheeffettive e sostenendole nel riappropriarsidella loro legittima soggettività, soprattuttonell’educazione dei propri figli”. “È l’oradella famiglia” significa anche che “è l’orache le nostre comunità cristiane assumanocon decisione lo stile della famiglia, chesiano famiglie per coloro che non ce l’hannoo non l’hanno potuta formare”. Lo stile difamiglia, infine, per le chiede delle Marche“è lo stile della pastorale integrata”.
“È l’ora delle per-iferie!”. È il secondoimperativo delle Chiesedelle Marche, che fa dasfondo ai laboratori.“Spinti anche dalle pa-role e dai gesti di PapaFrancesco - ha dettodon Giordano Trapas-so, presentandoli -vogliamo cercare diguardare e di uscire ver-so le periferie geogra-
fiche ed esistenzialidelle nostre parroc-chie e dei nostri co-muni”. Un “desiderio”, questo, “trasversalea tutti i contributi delle nostre diocesi”,perché “il confine tra centro e periferianon è sempre così netto come sembra,può essere fluido: le periferie possonoessere più vicine a noi di quanto pensi-amo”. “Dove c’è il centro - ha detto ilsacerdote - può crearsi una situazione diperiferia così come, per la virtù dell’amore,una periferia può diventare un centro. Cisono persone ferite, unioni tra divorziati,scelte di convivenza, e sono nate espe-rienze molto belle di accompagnamentoumano e nella fede in alcune Chieselocali, ma ci possono essere famiglie anoi vicine che cominciano ad affrontaremomenti di crisi”. Di qui l’impegno adevitare “di essere una squadra di calciosenza controcampo”: “Abbiamo una fortedifesa - l’analisi di don Trapasso - costituitada tutte le esperienze di preghiera e dispiritualità, abbiamo un discreto attaccocon una attenzione crescente ai poveri ealle periferie, ma il centrocampo? Ècurata la comunione nelle nostre comu-nità? Sappiamo accoglierci ogni giornosenza pregiudizi?”.
“Il Cammino delle Diocesi
e introduzione agli ambiti
dei laboratori”Intervento di Don Giordano Trapasso
Oggi “le fragilità paradossalmente sembrano più legate al-l’essere che non all’avere”. A sottolinearlo è stata Paola Ag-nani, che al Convegno ecclesiale delle Marche ha portato lavoce del volontariato. La Regione Marche, ha ricordato, sicolloca tra le regioni con il più alto numero di organizzazionidi volontariato per abitante: nel 2013 i cittadini coinvolti inattività di volontariato sono stati oltre 30mila, e le relativeorganizzazioni presenti del territorio ammontano a quasi1.700. Attraverso l’analisi dei bisogno primari e l’ascolto, hadetto la relatrice parlando dell’attività di questi centri,“emerge una forma dai povertà legata a una dimensione piùintimistica dell’individuo che è il bisogno di sicurezza, d’ap-partenenza, di stima, di crescita in un’autoconsapevolezzache lo porti a essere il soggetto del proprio sviluppo”. Questa“povertà dell’avere”, secondo Agnani, interpella e mette inquestione fortemente, e in prima persona, chi opera nelcampo della carità, che a sua volta “non è qualcosa da fare,ma qualcosa da avere”.
“Scrutare i segni dei tempi”Intervento della Sig.ra Paola Agnani
“Vivere e trasmettere la propriafede significa trovare un tesoroe vendere tutto per comprarlo”.Lo ha detto suor Patrizia Noc-itra, che al Convegno eccle-siale delle Marche, dalPalacongressi di Loreto, haportato la voce di tutti i Monas-teri di clausura delle Marche,assicurando la loro presenzaorante ai lavori. Meditando ilbrano evangelico di Matteo(13, 44-46) che parla delRegno dei Cieli come tesoronascosto nel campo e perla preziosa, la religiosa lo ha definitoun invito ad “assumere nuove categorie della vita, dove il cri-terio è il Vangelo di Cristo, criterio di lettura degli eventi dellavita quotidiana”. Il Regno dei Cieli, così, “diventa il criterioper il quale l’uomo vende tutto e compra una vita nuova”.“Le parabole, per noi uomini e donne del terzo millennio,rischiano di apparire un po‘ infantili, forse anacronistiche”,ha fatto notare la religiosa, tanto che leggerle può apparire“una scommessa”, nella nostra “società mediatica”. In esse,però, “incontriamo gente come noi, certo relativamente altempo di Gesù, ma gente normale, che viaggia, semina,pesca, amministra, incontriamo padri e figli, fratelli e sorelle,gente ordinaria che fa cose straordinarie”. È questo il “para-dosso” del cristiano: “lo straordinario è come l’ordinario”.
“Và avanti e accostati a quel carro:
Dio alla ricerca dell’uomo”
Chi cerca trova…ed è trovato!!!Intervento di Suor Patrizia Nocitra
Carissimi, vorremmo con-dividere con voi quantoabbiamo vissuto, mandatidalla Chiesa locale, nel-l’esperienza del 2° Con-vegno ecclesiale marchi-giano. Innanzitutto la bel-lezza del convenire e delpregare insieme, la conso-lazione nell’incontrare tantifratelli e sorelle della Chiesadelle Marche e condividerecon loro fatiche e speranze.L’ascolto e il confronto nei24 laboratori ha generatouna grande ricchezza e soprattutto la percezione diuna comunità cristiana non lamentosa di fronte al-l’attacco di una crisi che tocca tutto e tutti, mavogliosa di vivere e donare la speranza che vienedal Vangelo. Pur coscienti che non è facile vivere etrasmettere la fede anche nelle Marche, ripartiamoconvinti che in questo compito non siamo soli, main compagnia dello Spirito del Risorto e della forzache viene dalla comunione e dalla sinodalità. Tor-niamo nella nostra diocesi portando con noi leparole del card. Angelo Bagnasco che ci hanno in-vitato a vincere il virus dell’individualismo, a ‘saperstare’ con Gesù prima di metterci in movimento,ad alzarci e andar, per contagiare e scaldare ilmondo con la fede, senza cedere al disincanto eallo scoraggiamento. Vorremmo essere, insieme avoi, una presenza sempre più testimoniante, indi-vidualmente e comunitariamente, in ogni ambiente,in quanto poter servire per noi è una grazia che cifa crescere e costruire relazioni accoglienti efraterne. Salutiamo Loreto mettendo in valigiatutta la ricchezza scaturita dai lavori laboratoriali:le criticità che non sono state nascoste e le tante,sti-molanti proposte concrete che ora possiamo ri-prendere e riproporre in Diocesi. Mentre lasciamo alle spalle la collina che ci haospitati, pensiamo agli obiettivi che ci siamo datinella nostra programmazione pastorale e a come
ha trovato una conferma in questo convegno: viverel’essenziale, la fede che nasce dall’ascolto e dal-l’incontro con Gesù, edificare con l’aiuto delloSpirito una chiesa dal volto conciliare capace divivere la collegialità e la corresponsabilità, ripartireda uno stile familiare nelle nostre comunità, inmodo che tutti si sentano a casa e nessuno vangaescluso, specie se piccolo e rilegato alla fine dellestrade. Torniamo cosi con la convinzione che questoè il tempo favorevole, questo è il tempo di andarealle periferie esistenziali che a volte contribuiamoa creare e che sono più vicine di quanto pensiamo,questo è il tempo di essere cercanti perché cercati,come ci ha detto la nostra Sr. Patrizia. Abbiamopregato insieme nella casa di Loreto, per il vescovoGervasio e per il Vescovo eletto Carlo, per tutto ilpopolo di Dio, abbiamo cercato di mettere da partechiacchiere sterili per portare con noi un sacco disperanza da condividere con tutti. Vogliamo infinecondividere con voi anche la preghiera che la nostradiocesi ha fatto all’apertura del convegno:Signore...donaci la grazia di essere docili al soffiodel tuo Santo Spirito, affinché possiamo costruire,nella comunione e nell’armonia dei carismi, laciviltà dell’amore, in cui, abbattuti i muri dell’in-differenza e dell’individualismo, apriamo le portedel cuore e delle nostre comunità a chi attendegesti e parole di solidarietà e di speranza. Amen.
I delegati al Convegno ecclesiale marchigiano
Alcuni interventi al Convegno:
Siamo invitati tutti a condividere le indicazioni e i risultati scaturiti dal 2° Convegno Ecclesiale Marchigiano.Preghiamo perché il tempo non inaridisca quello che oggi è rigoglioso
3Anno XXX
1 Dicembre 2013 PAG
Parola del SignorePRIMA DoMENICA DI AVVENTo A
Dal VanGelO secondo MatteO
Come fu ai giorni di Noè, così sarà lavenuta del Figlio dell’uomo. [38]In-fatti, come nei giorni che precedet-tero il diluvio mangiavano ebevevano, prendevano moglie e ma-rito, fino a quando Noè entrò nel-l’arca, [39] e non si accorsero dinulla finché venne il diluvio e in-ghiottì tutti, così sarà anche alla ve-nuta del Figlio dell’uomo. [40]Allora due uomini saranno nelcampo: uno sarà preso e l’altro la-sciato. [41] Due donne macinerannoalla mola: una sarà presa e l’altra la-sciata. [42] Vegliate dunque, perchénon sapete in quale giorno il Signore vo-stro verrà. [43] Questo considerate: se ilpadrone di casa sapesse in quale ora dellanotte viene il ladro, veglierebbe e non si la-scerebbe scassinare la casa. [44] Perciòanche voi state pronti, perché nell’ora chenon immaginate, il Figlio dell’uomo verrà.( MATTEo 24,37-44)
Con questa domenica ha inizio il nuovo annoliturgico denominato “ Anno A “, in questoanno il nostro punto di riferimento sarà ilVangelo di Matteo. La liturgia ci pone difronte queste domeniche di Avvento, cioè Ve-nuta del Signore, come tempo forte, per farcipreparare alla sua venuta che celebreremosolennemente nella Notte di Natale. Tutte ledomeniche di Avvento saranno punteggiateda forti richiami al nostro essere cristiani. Ilprimo richiamo, quello di questa domenica èquello della veglia, della vigilanza per nonessere colti impreparati. Siamo invitati, in modo pressante ad esserepronti ad accogliere il Signore che viene, adessere svegli in attesa della sua venuta.Questa attesa deve essere operosa, deve es-sere il tempo della revisione della nostra vita,per la nostra conversione. Il tempo dell’Av-vento è un periodo da usare per rivedere ilnostro modo di vivere, il nostro modo di pen-sare e di essere cristiani. Per fare questo dob-biamo avere il coraggio di convertirci, diconfrontarci con la Parola del Signore, e adessa uniformarci per potere essere in gradodi riconoscere il Signore che ci si fa incontro,che ci cammina a fianco, che nasce in mezzoa noi. Questo tempo di attesa del Signore ci
viene dato per irrobustire la speranza, perpraticare la carità ed esercitare la fede; affin-ché il nostro incontro possa essere pieno diquella gioia e di quella beatitudine che riem-pie i giusti, e li fa essere in sintonia conl’amore di Cristo. Vegliate dunque, perché non sapete in qualegiorno il Signore vostro verrà. Perciò anchevoi state pronti. Questi sono i due pressantiinviti che in questa prima domenica di Av-vento ci vengono rivolti dal Signore, affinchéla vita e il tempo non passino sopra di noisenza che ce ne accorgiamo, ma siano unmomento favorevole che viviamo in prepa-razione al meraviglioso incontro con il SI-GNORE CHE VIENE. Siamo chiamati ad utilizzare bene questotempo di preparazione al Natale perché ci siadi aiuto, di richiamo forte al nostro essere cri-stiani cioè discepoli di Cristo, suoi fedeliamici. Chiediamo al Signore di essere benpreparati all’incontro con Lui, affinché pos-siamo apprezzare la bellezza e la gioia delsuo porre la sua tenda in mezzo a noi. Perchépossiamo essere in grado di godere piena-mente del suo essere il Dio con noi. Riccardo
PILLoLE DI SAGGEZZA“ESSERE PRoNTo” PER ME NoN
HA ALTRo SIGNIFICATo CHE QUESTo: ESSERE PRoTESo
IN AVANTI. (THEILLARD DE CHARDIN)
IN oGNI CoSA CERCA GESù; DI CERTo Lo TRoVERAI (L’IMITAZIONE DI CRISTO)
Il processo civile
136. PILATO CONSEGNA GESÙ ALLA CROCIFISSIONELeggiamo Mt 27,2-26. Nella seduta del
primo mattino di venerdì le autorità religiose
ebraiche tennero consiglio contro Gesù per
farlo morire; poi lo condussero da Pilato. Il
processo è ora a una svolta.
1. Gesù da Ponzio Pilato. “2Poi lo misero
in catene, lo condussero via e lo consegna-
rono al governatore (egemôn) Pilato” (27,2).
Incatenano Gesù per farlo apparire come pe-
ricoloso e colpevole. Pilato ha il titolo di ege-
môn, molto generico in quanto equivale a capo
[anche supremo], sovrano, principe. Nel-
l’iscrizione trovata da archeologi italiani a Ce-
sarea Marittima viene chiamato “praefectus
Iudaeae”. E’ stato “governatore” della Giudea
dal 23 a 36 d. C. Di lui parlano anche Tacito e
Giuseppe Flavio.
2. Pilato interroga Gesù. “Gesù intanto
comparve davanti al governatore, e il gover-
natore lo interrogò dicendo: ‘Sei tu il re dei
Giudei?’. Gesù rispose: ‘Tu lo dici’. 12E men-
tre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accu-
savano, non rispose nulla. 13Allora Pilato gli
disse: ‘Non senti quante testimonianze por-
tano contro di te?’. 14Ma non gli rispose ne-
anche una parola, tanto che il governatore
rimase assai stupito” (Mt 27,12-14). Con la
domanda se Gesù è il re dei Giudei Pilato si
porta nel campo politico, delicato e perico-
loso. La risposta di Gesù, formulata sull’ana-
logia di quella che aveva dato al Sommo
Sacerdote (26,64), è positiva, ma non politica:
sì, lo sono. Contro le accuse dei giudei Gesù
si chiude in un totale silenzio, il che causa stu-
pore in Pilato. Gesù è il vero servo di Jahvè
che “maltrattato, si lasciò umiliare / e non aprì
la sua bocca” (Is 53,7). Pilato non dà la parola
ai giudei; quindi non è maldisposto verso
Gesù.
3. L’usanza dell’amnistia. “A ogni festa,
il governatore era solito rimettere in libertà
per la folla un carcerato, a loro scelta. 16In
quel momento avevano un carcerato famoso,
di nome Barabba. 17Perciò, alla gente che si
era radunata, Pilato disse: ‘Chi volete che io
rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù,
chiamato Cristo?’. 18Sapeva bene infatti che
glielo avevano consegnato per invidia” (Mt
27,15-18). Pilato, cosciente che i giudei gli
avevano consegnato Gesù per invidia, nella
speranza di poterlo liberare, gioca la carta
dell’amnistia. Chiede, quindi, alla folla se que-
sta vuole libero Barabba, “un carcerato fa-
moso”, o Gesù. La folla prende ora la parola e
non la cede più. A questo punto il processo di-
venta un dialogo tra Pilato e la folla, in un cre-
scendo che va dalla “folla” a “tutto il popolo”
(27,25); dal grido di sangue sempre più alto
della folla, ai tentativi di Pilato, sempre più de-
boli, per salvare l’innocente Gesù.
4. Il sogno della moglie di Pilato. A questo
punto, che incomincia a essere drammatico,
Matteo inserisce il breve intermezzo. “Mentre
egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò
a dire: ‘Non avere a che fare con quel giusto,
perché oggi, in sogno, sono stata molto tur-
bata per causa sua’” (Mt 27,19).Cioè, quello
che hai davanti è “giusto”; non interessarti più
di lui perché ti potrà capitare qualche cosa di
grave e ciò mi preoccupa. Pilato poteva pen-
sare al sogno della moglie di Cesare la notte
prima che Cesare venisse assassinato (Dione
Classio, Storia romana 44,17,1).
5. La folla sceglie Barabba. “Ma i capi dei
sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a
chiedere Barabba e a far morire Gesù. 21Al-
lora il governatore domandò loro: ‘Di questi
due, chi volete che io rimetta in libertà per
voi?’. Quelli risposero: ‘Barabba!’. 22Chiese
loro Pilato: ‘Ma allora, che farò di Gesù,
chiamato Cristo?’. Tutti risposero: ‘Sia cro-
cifisso!’. 23Ed egli disse: ‘Ma che male ha
fatto?’. Essi allora gridavano più forte: ‘Sia
crocifisso!’” (Mt 27,20-23). La scelta corale
di Barabba, il duplice “Sia crocifisso”, gridato
da “tutti” e ripetuto più forte la seconda volta,
stanno portando Pilato verso una sentenza in-
giusta,verso un omicidio.
6. L’estremo tentativo: Pilato si lava le
mani. “Pilato, visto che non otteneva nulla,
anzi che il tumulto aumentava, prese dell’ac-
qua e si lavò le mani davanti alla folla, di-
cendo: ‘Non sono responsabile di questo
sangue. Pensateci voi’. 25E tutto il po-
polo rispose: ‘Il suo sangue ricada su
di noi e sui nostri figli’” (Mt 27,24-25).
Il gesto di lavarsi le mani è una dichia-
razione di innocenza: “Lavo nell’inno-
cenza le mie mani” (Sal 26,6; Dt
21,6-8). “Pensateci voi”, cioè prende-
tevi tutta la responsabilità. “Il suo san-
gue ricada su di noi…”, solo sui
presenti. Quindi, responsabilità perso-
nale di quanti stanno gridando.
7. Consegna Gesù perché sia cro-
cifisso. “Allora rimise in libertà per
loro Barabba e, dopo aver fatto flagel-
lare Gesù, lo consegnò perché fosse croci-
fisso” (Mt 27,26). Pilato non pronuncia una
sentenza formale; secondo Matteo si rassegna
a cedere alla richiesta dei capi dei sacerdoti e
degli anziani. Tutte le generazioni cristiane –
per infamia e senza lodo (cf Dante, In-
ferno,3,36) - ripeteranno nel Credo: Gesù,
“patì sotto Ponzio Pilato”.
Conclusione. Imitiamo Gesù nella sua
umiltà e nel dono di sé. “Abbiate in voi gli
stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur es-
sendo nella condizione di Dio, … umiliò se
stesso facendosi obbediente fino alla morte e
a una morte di croce” (Fil 2,5-6.8). [email protected]
Domenica 1 dicembreOre 11.00 Porto D’Ascoli
Sacra Famiglia: S. Messa,
in occasione di un raduno
dei Carabinieri
Lunedì 2 dicembreOre 17.30 Ripatransone - S. Filippo:
Presentazione di un libro di
don Guerrino Capriotti
Ore 18.30 Ripatransone
S. Filippo: S. Messa
Martedì 3 dicembreOre 18.30 Ripatransone - S. Savino:
S. Messa, in occasione del
25° di ordinazione del Parroco
Mercoledì 4 dicembreOre 12.00 S. Benedetto Tr. - Cattedrale:
S. Messa, in occasione della
festa di S. Barbara
Venerdì 6 dicembreOre 10.00 Ancona - Seminario:
Conferenza Episcopale
Marchigiana
Sabato 7 dicembreOre 20.30 S. Benedetto Tr. - Cattedrale:
Ordinazioni Presbiterali
Domenica 8 dicembreOre 16.00 S. Benedetto Tr. - Cattedrale:
S. Rosario
Ore 16.30 S. Benedetto Tr. - Cattedrale:
S. Messa solenne
e Processione dell’Immacolata
Incontri Pastorali del Vescovo
Durante la SettIMana 1- 8 DICeMbre 2013
Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”
Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984
DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16 - Tel. 0735 581855 (int. 2-5)
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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO
Facebook: Ancora On Line
(Un argomento così importante che deside-
riamo riproporre ai nostri lettori - ndr)
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il CentroFamiglia di San Benedetto del Tronto e l’asso-ciazione A.Mo. di Fano stringono un’intesavolta a promuovere la pratica dell’adozionenelle famiglie. Il consultorio familiare sambe-nedettese rappresenterà il punto di riferimentonel sud delle Marche per coloro che intendonoricevere informazioni sull’Adozione e la Coo-perazione per la tutela dei minori; la collabora-zione del Centro con l’ente autorizzato(secondo la legge 476/98 e accreditato neipaesi: Bulgaria, Romania, Sri Lanka e Ucraina)permetterà di fornire tutta l’assistenza, la pre-parazione e la formazione necessaria affinchél’incontro tra la famiglia aspirante all’adozionee il bambino in situazione di abbandono siafrutto di un percorso nel quale le risorse degliadulti emergano in relazione ai bisogni deibambini. L’Associazione A.Mo., attualmente guidata dalpresidente Stefano Seri, con sedi a Fano, aGuardamiglio in provincia di Lodi e a Ploaghein provincia di Sassari, si pone come obiettivoprioritario quello di garantire ai bambini, instato di abbandono dichiarato, la possibilità diessere accolti all’interno di una famiglia. InoltreA.Mo finanzia progetti di cooperazione inter-nazionale finalizzati alla prevenzione e al con-trasto del fenomeno dell’abbandono dei minorie promuove il sostegno a distanza dei minoriche vivono in realtà di degrado e in condizioniigienico-sanitarie inadeguate. La preziosa collaborazione avviata, che a par-
tire da gennaio del prossimo anno si concretiz-zerà con specifici eventi di sensibilizzazione,coordinati da Catia Cichetti, vuole essere innan-zitutto un’occasione di conoscenza e di rifles-sione sul tema dell’adozione, per poi divenireun’attività di supporto per i futuri genitori adot-tivi. Oggi, purtroppo, sono sempre meno le cop-pie che si avvicinano al percorso dell’adozionepreferendo a questo cammino il ricorso a tecni-che di fecondazione assistita. Altre cause dellaflessione sono il rallentamento delle attività dicollaborazione in alcuni Paesi e, non ultimo iltimore di incorrere in truffe. Per avere un ordine di grandezza del fenomeno,basti pensare che nel corso del 2012, la Com-missione per le Adozioni Internazionali ha rila-sciato l’autorizzazione all’ingresso in Italia per3.106 bambini provenienti da 55 Paesi, adottatida 2.469 famiglie residenti in Italia. Tali dati fo-tografano una realtà diversa rispetto al 2011,evidenziando un calo piuttosto consistente, parial 22,8% per quanto riguarda il numero di mi-nori adottati, al 21,7% per quanto riguarda ilnumero delle coppie adottive. Ebbene, l’associazione di volontariato CentroFamiglia vuole far conoscere questo percorsoattraverso testimonianze, esperienze e facilita-tori per diffondere nelle nostre coscienze la con-sapevolezza che ci sono tantissimi bambini giànati che affollano gli istituti e che stanno aspet-tando una famiglia. Centro Famiglia e A.Mo.,insomma, vogliono offrire un’opportunità aquesti bambini di incontrare quelli che, anchese ancora non lo sanno, potrebbero accoglierlinella loro vita, diventando i loro genitori.Centro Famiglia-Dina Maria Laurenzi
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Adozione, una sfida contro correnteCollaborazione tra il Centro Famiglia
e l’A.Mo. di Fano
ufficio della Pastorale Familiare
BEATA LA FAMIGLIA CHE CREDE“Rimanete in me e io in voi. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto,
perché senza di me non potete far nulla” Gv 15,4a .5b
Questa Parola, che ci è stata donata il giorno del nostro matrimonio, riassume bene non solo quellache è la nostra esperienza di coppia in cammino con il Signore, ma anche la nostra relazioned’amore personale con Gesù, perché il momento di svolta nella nostra vita è stato fare esperienza,in modi e tempi diversi, di come Dio ci ama gratuitamente per quello che siamo e la nostra gioiaè possibile solo rimanendo uniti a Lui.Siamo sposati da poco più di un anno e, se ci guardiamo indietro, vediamo come la presenza delSignore non ci ha abbandonato fin da quando abbiamo mosso i primi passi nell’amore, nel tempodel fidanzamento, vera palestra per imparare ad amare. E’ in questo periodo di grazia, infatti, cheabbiamo iniziato a capire come non saremmo riusciti a smussare le nostre diversità, ad accogliercigratuitamente, a perdonarci, in poche parole non saremmo mai riusciti ad amarci veramente senon avessimo attinto con la preghiera, i sacra-menti e l’ascolto della Parola, alla sorgentedell’Amore che ogni giorno ci educa a queldono di sé che rende veramente felici.Ma è soprattutto nel matrimonio che abbiamosperimentato la bellezza di rimanere nel Si-gnore, in particolare nelle prove. Per esempionoi viviamo la difficoltà dell’essere lavoratoripendolari e a volte capita di essere sopraffattidalla stanchezza e dai nervosismi che spesso neconseguono; sappiamo però che a poco valecontare solo sulle nostre energie quando ab-biamo un Padre buono che non aspetta altro didonarci il Suo Amore e la Sua Forza. E’ proprio per questo che nella nostra vita di sposi, pur trai tanti impegni, cerchiamo di non tralasciare mai il nostro appuntamento quotidiano con Gesù, elo facciamo meditando il Vangelo del giorno e parlando con Lui delle nostre pene ma anche rin-graziandolo del dono di aver unito le nostre vite. E’ da questo incontro che usciamo rafforzati econsolati!A volte siamo anche tentati dallo scoraggiamento, soprattutto quando vediamo le nostre debolezzee fragilità e non riusciamo a essere quella famiglia perfetta che nella nostra mente avevamo idea-lizzato; ma anche in questi momenti il Signore non ci abbandona e ci fa capire che siamo appenaall’inizio di un lungo cammino in cui ogni giorno cerchiamo di compiere qualche piccolo passoper imparare a donarci di più, sempre camminando con il nostro Amico speciale che non ci ab-bandona mai.Ci accorgiamo anche che il Signore ci è vicino facendosi carne nella comunità che ci ha donato,che è la Chiesa, in cui tante altre famiglie, più avanti di noi nel cammino, ci incoraggiano, ci sonodi testimonianza, sono quella presenza viva di Gesù che non ci lascia mai.Ti ringraziamo dal profondo del cuore Signore per averci dato la meravigliosa opportunità diessere segno visibile del Tuo Amore! Rimani sempre con noi e con ogni famiglia del mondo!Gesù è il Signore! Marco e Lucia
“In verità siamo tutti in attesa... Siamo tutti in-quieti, chi seduto e chi disteso, qualcuno con-torto, e dentro di noi c’è un vuoto, un’attesa,che ti fa trasalire la pelle nuda”, scriveva Ce-sare Pavese. In una parola possiamo dire chesiamo desiderio di felicità, ultimamente, desi-derio di infinito: “Ciò che l’uomo cerca nelpiacere è un infinito, e nessuno rinuncerebbemai alla speranza di conseguire questo infi-nito”, diceva ancora Pavese.Viviamo in un mondo che tenta in tutti i modidi soddisfare questo desiderio e che, non riu-scendoci, si è da qualche tempo cominciato adinventare che ciò che il cuore cerca non puòesistere. “La felicità non esiste, esistono almassimo dei momenti di serenità...”: questaaffermazione risuona in ogni dove, dai salottibuoni agli angoli delle strade. Ma è possibilenascere con questo cuore, vivere con questodesiderio, e concludere che non è possibile ciò
per cui il cuore è fatto?Quale sommo inganno sa-rebbe la vita? Viviamo in unmondo che è incapace diprendere sul serio questaelementare verità. E proprioin un mondo come questo ciè accaduto qualcuno che ciha ragionevolmente chiaritinell’unica e indomabile esi-genza del cuore; che ci hafatto sobbalzare nella consi-derazione di ciò che siamo;
che ci ha permesso di tornare a vivere da uo-mini – perché l’uomo è questa attesa, perchénon c’è vita altrimenti, perché, per dirla ancoracon Pavese, “la lentezza dell’ora è spietata perchi non aspetta nulla”. La Chiesa, santa e cat-tolica, da duemila anni questa attesa la prendeveramente sul serio e ci ha insegnato a chia-marla Avvento. È un Altro che deve venire,che deve accadere per compiere “quest’ansiaarcana - come la chiamava Pirandello - che citiene e che ci fa sospirar le stelle...”.È vero che da soli non siamo capaci di rispon-dere al grido del nostro cuore, ma questo nonporta inevitabilmente alla conclusione sposatada questo nostro mondo, e cioè che non esisteciò che a noi è impossibile. La ragione, se fun-ziona correttamente, non può chiudersi allapossibilità che ciò che non può venire da noipossa venire da un Altro. “Il Bimbo nel pre-sepe è davvero il Figlio di Dio... in Gesù Cri-
sto, il Figlio di Dio, Dio stesso, Dio da Dio, siè fatto uomo”. Dio è entrato nella storia, nellanostra storia; Dio ha fatto ingresso, è entratocome uomo, come uno di noi, nella nostra re-altà umana. E mentre eravamo in tutt’altro af-faccendati, ha avuto compassione della nostrafame e della nostra sete, ci ha guardati, haguardato il nostro cuore, stanco e disilluso,come a dirgli: Eccomi, sono Io Colui che, inogni modo e dappertutto, hai sempre cercato.Dio risponde alla nostra attesa, al vuoto, al bi-sogno, al dolore donandoci non dei valori(magari nuovi), un messaggio che bisognasforzarsi di vivere e “applicare”. Lui rispondefacendosi, diventando Uno di noi, rendendosiidentificabile tra noi, compromettendosi connoi. Ecco la vera, unica, sconvolgente Novitàdella storia. Il Cristianesimo è Dio stesso nelVolto e nella Carne di Uno chiamato Gesù. Èla Risposta che si fa Carne, innestandosi nellatotalità dell’avventura umana a partire dalVentre di quella bambina di quattordici annidi nome Maria; accadendo, inizialmente,come Fatto ai nostri occhi in quella Grotta pre-senziata da pastori e re; continuando ad esserevisibilmente presente e a noi contemporaneonell’Unità e nella Vita della Sua Compagnia:la Chiesa”. Questo Bambino è il Compimentodell’attesa. Il Bimbo nel presepe è davvero ilFiglio di Dio... Di fronte a Lui ci inginoc-chiamo. A Lui guardiamo. A Lui affidiamo lanostra vita e quella dell’umanità intera.
Moina Maroni
Quell’attesa del nostro cuore che la Chiesa ci ha insegnato a chiamare Avvento
CON LA MISERICORDINA
Più Rosario per tutti
... Il Dio che ci gestisce, cinutre e ci immette comedono nella storia (non cigetta! come acclama un’in-sana filosofia o non ci gettavia come un grumo, comeasserisce un barbaro pen-siero attuale). Questo Crea-tore chiama e domandarisposta. Eccola con la “Mi-sericordina”: “C’è una co-rona del rosario, con laquale si può pregare anchela ‘coroncina della Divinamisericordia’, aiuto spiri-tuale per la nostra anima eper diffondere ovunquel’amore, il perdono e la fraternità”. Quando e come siassume? Sempre “l’autentichino” ci viene in soccorso:“Come mezzo di prevenzione si assume una volta algiorno e in casi urgenti si assume tante volte quantechiede la tua anima. La posologia è identica per bam-bini e adulti”. D’altra parte conviene prevenire, piuttostoche rischiare una brutta crisi cardiaca che attanagli.Non si agita prima dell’uso, probabilmente chi la cercaè già agitato ma usandola può trovare pace: ”Prima diusare la medicina, leggere il contenuto di questo pro-spetto; se è necessario leggerlo una seconda volta, equando è necessario un consiglio o una informazioneaggiuntiva, mettersi in contatto con un sacerdote”. Entranel cuore come “aiuto spirituale per la nostra anima” elo dilata per diffondere ovunque l’amore, il perdono e lafraternità. Se non costa niente e fa sempre bene, per-ché non assumerla?
25 anni di dono e... di doni!
Inizio a scrivere queste righe accecato dal sole di questa mattina di
ottobre. Vedo lentamente gli alberi addormentarsi e tingersi dei co-
lori più belli.
La terra si fa sempre più rossa, rimescolata dalle zolle e seminata
di chicchi piccolissimi che dormiranno tutto l’inverno.
Mi piace questa stagione di “passaggio”, quella che ci fa riprendere
in mano ogni cosa e ci invita a dare speranza alla vita.
Penso così i miei venticinque anni di sacerdozio. Tempo di semi,
frutti e colori!
Giorni, volti di bambini, di giovani, di tante famiglie
incontrate qua e là nelle quattro parrocchie che, come
le stagioni ho avuto la possibilità di accompagnare,
di veder crescere, maturare, colorarsi dei colori tenui
e forti. Amicizia offerta e ricevuta.
Gioia maturata e condivisa.
In questa “traversata”, tanta luce ha illuminato la mia
strada. Pensando alla mia vita di prete mi tornano in
mente le parole di una leggenda persiana:
“Ogni uomo che viene sulla terra ha sulla fronte una
stella luminosa,quando riesce a scorgere sulla fronte
dell’altro la sua stella luminosa la
sua luce raddoppia d’intensità.
Quando poi la sua stella partecipa
della luce che è sulla fronte di tutti
gli altri uomini, allora si ha luce completa sulla
terra”. In questo tempo di valori spenti, di colori
grigi, sento ancora più forte il compito di “met-
termi in gioco” di raddoppiare l’intensità di luce
nella testimonianza, per gridare, con Papa France-
sco, di non “farci rubare la speranza” e, continuare
a portare la “luce della fede”, cosciente che verrà
l’inverno, ma poi sarà’ ancora la primavera...per
illuminare di speranza la vita di ogni uomo.
don Lanfranco, prete
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La parrocchia di San Savino in festa per i 25 anni di sacerdozio del parroco don Lanfranco IachettiCelebrazione 3 dicembre 2013, ore 18,30
Prima messa di don Lanfranco Don Lanfranco diacono
Associazione Italiana Amici del PresepioSezioni di: San Benedetto del Tronto, Fermo, Ascoli Piceno.
Domenica 1 Dicembre 2013
Caro Amico,come ogni anno si terrà la prima domenica di Avvento. Lo
scorso anno ci siamo ritrovati a Fermo mentre quest’anno si
terrà ad Acquaviva Picena. Dopo la S. Messa potremo ammi-
rare nel chiostro del convento di San Lorenzo Martire la mo-
stra di 14 diorami realizzati da padre Giuliano Del Medico in
occasione dei festeggiamenti dei 400 anni dell’insediamento
dei frati Agostiniani Scalzi in Acquaviva Picena.
Programma:
Ore 9,40 ritrovo presso il Belvedere Rosa Piattelli.
Ore 10,00 La celebrazione Eucaristica verrà ufficiata nel Convento San Lorenzo Martire
da Padre Luigi durante la quale saranno benedetti i Bambinelli (a tutti i bambini sarà donato
un piccolo Gesù Bambino)
Ore 12.30 pranzo presso un ristorante locale. Seguirà la visita della mostra presepistica
allestita in collaborazione dell’associazione “Le due colline”.
Ore 18.00 foto di gruppo saluti e partenza per il rientro
Gloria et Pax. I dirigenti delle sezioni
Fermo - San Benedetto del T - Ascoli Piceno
Il/la sottoscritto/a ..…………………………… recapito …………………………...Partecipa alla festa e prenoto il pranzo per n°……. persone (circa 23.00€ cad.)N.B. Si prega confermare la presenza al pranzo entro e non oltre 24/11/2013 ai seguentirecapiti telefonici:Angelini Roberto 339 3990624 (per S. Benedetto T.)
Chiaromonte Aldo 0735 594529 (per S. Benedetto T.) ore pasti
Ortolano Stefano 335 282206 (per Fermo)
Spadea Alessandro 328 6129831 (per Ascoli Piceno).
Firmo dunque dono, una pubblicazione in cui si possono leggere tre editoriali de “L’ANCORA”vincitori del bando giornalistico 8Xmille
Firmo dunque Dono raccoglie i 15 articoli vincitori del bando gior-
nalistico 8xmille senza frontiere. Verso la Terra Santa alle radici
della cristianità lanciato nel 2010 dalla Federazione Italiana Setti-
manali Cattolici in collaborazione con il Servizio per la promo-
zione del sostegno economico alla Chiesa della Conferenza
Episcopale Italiana. Nel 2010 furono premiati 3 giornalisti (uno per ogni
zona geografica: Nord, Centro e Sud Italia). In particolare, in ordine alfabetico, si potranno leggere i
servizi di: Simona Bosi (IL MOMENTO di Forlì), Lanfranco Norcini Pala (LA VITA PICENA di
Ascoli Piceno) e Maria Terlizzi (IN COMUNIONE di Trani).
Nel 2011 e 2012 i finalisti sono stati 2 per ogni zona geografica.
Per il 2011: Luca Capannolo (VOLA L’AQUILA de l’Aquila), Viviana Casu (L’ARBORENSE di
Oristano),Sabina Leonetti (IN COMUNIONE di Trani), Virginia Panzani (NOTIZIE di Carpi), Su-
sanna Peraldo (IL BIELLE5E di Biella) e Pietro Pompei (L’ANCORA di San Benedetto delTronto). Per il 2012: Laura Dall’Olio (IL Nuovo DIARIO MESSAGGERO di Imola), Eleonora Da-
vide (IL PONTE DELL’ IRPINIA di Avellino), Mariaelena Finessi (ROMASETTE.IT), Luca Prima-
vera (TOSCANA OGGI), Debora Ruffolo (PAROLA DI VITA di Cosenza) e Marco Volpe
(L’UNIONE MONREGALESE di Mondovì). Oltre agli articoli finalisti, che descrivono opere rea-
lizzate con i fondi dell’8xmille e la vita esemplare di sacerdoti diocesani, spesso fautori di molte di
queste opere, la pubblicazione dà spazio alle pagine d’apertura dei servizi dedicati al viaggio in Terra
Santa. Infatti dal 2011 i vincitori, o loro sostituti, hanno potuto visitare i luoghi più sacri alla cristianità
e alcune attività e progetti significativi realizzati a Betlemme e Gerusalemme sempre con i fondi
dell’8xmille.Infine, l’ultima parte di Firmo dunque Dono è dedicata alle destinazioni e agli impieghi
dell’8xmille previsti dalla legge 222 del 1985 in Italia e nei Paesi in via di sviluppo, con gli importi
delle assegnazioni dello Stato alla Chiesa cattolica negli ultimi 10 anni. Mense, nuove chiese, centri
di ascolto, corsi di formazione, centri di accoglienza, tutela dei beni culturali ecclesiastici, oratori,
aule per il catechismo, sostegno alla Caritas, sostentamento del clero diocesano.Sono ormai decine
di migliaia gli interventi resi possibili grazie al lavoro di migliaia di volontari e di sacerdoti instancabili
nel testimoniare e amare come Gesù ci ha amati. Ma un grazie va anche ai milioni di italiani che, fir-
mando per destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica, hanno donato agli affamati, agli assetati, ai malati,
ai dimenticati, ai più deboli nel corpo e nello spirito la speranza concreta di una vita migliore.
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Mercoledì 20 Novembre 2013
ALLUVIONE IN SARDEGNA
Come potrò dimenticarei visi innocenti dei bimbi?Oggi le polemiche devono lasciare il posto al dolore e alla preghiera. Come
è già accaduto nella lunga veglia notturna nella chiesa della Sacra Famiglia
di Olbia. Sapremo reagire e rialzarci, ma tutte le volte che vedremo le nu-
vole addensarsi avremo tutti più paura
Gianni Sini (*)
È il giorno del lutto. Olbia si ferma e piange i suoimorti, ma con lei si ferma tutta la Sardegna. In que-sta immane tragedia, provocata dal ciclone Cleo-patra, che ha fatto 16 vittime, tutta l’isola si è strettain un unico abbraccio e ha riscoperto quella solida-rietà che, talvolta, ha bisogno di momenti eccezio-nali per essere attivata. Qui, in Sardegna, il lutto èstato sempre vissuto da tutta la comunità. In questidue giorni c’è stata davvero una gara per aiutare,
per andare incontro a chi aveva perso tutto o aveva visto la sua casa trasformata in un ac-cumulo di fango e detriti. Le famiglie degli sfollati hanno trovato un posto per dormire, oltreche negli alberghi, nelle case messe a disposizione dai parenti e dagli amici, pronti a nonfar mancare nulla, ma soprat-tutto a dare conforto, caloreumano e speranza. In questomomento le famiglie colpite piùche di beni materiali hanno bi-sogno di sostegno, vicinanza,affetto. Per me è stato un incon-tro straziante visitare ieri mattinala giovane mamma che in unistante ha perso il marito e il fi-glio di 3 anni. Una famiglia spaz-zata in un minuto. Non ci sonoparole per colmare quel vuoto.In questi casi è preferibile il si-lenzio. Ma c’è chi non si ferma aimprecare contro la sorte e non si accontenta di parlare solo di evento eccezionale, mapunta il dito sulle lottizzazioni selvagge e sulle costruzioni realizzate a ridosso dei torrenti onei luoghi dove, fino a qualche decennio fa, scorreva il torrente. Lo stesso vescovo delladiocesi di Tempio-Ampurias, monsignor Sebastiano Sanguinetti, ha detto: “L’uomo ha rubatotroppo alla natura e la natura si riprende oggi ciò che le è stato tolto”. Oggi, però, le polemi-che lasciano il posto al dolore e alla preghiera perché questo pomeriggio, alle ore 15, contutte le bare presenti, al Geopalace di Olbia, nel grande centro del Geovillage, tutta la cittàsi stringerà attorno alle famiglie colpite per dare l’ultimo saluto ai suoi figli. Presiederà il ritofunebre il vescovo Sanguinetti e con lui tutti i sacerdoti della città. Molti, però, già ieri nottehanno voluto vedere per l’ultima volta i volti dei loro amici nella chiesa della Sacra Famigliache per tutta la notte è rimasta aperta per la visita e la preghiera. Certo, anche per me, nonsarà facile dimenticare quei visi innocenti di Enrico Mazzoccu e di Morgana Giagoni, strap-pati troppo presto all’età di tre e due anni. La forza della fede ci aiuterà a superare anchequesta prova forte. La Sardegna stessa saprà reagire e rialzarsi, ma tutte le volte che ve-dremo le nuvole addensarsi avremo tutti più paura.
(*) direttore “Gallura e Anglona” (Tempio-Ampurias)
La “Corale Madonna di San Giovanni”
di Ripatransone, diretta da Nazzareno
Fanesi con la collaborazione della pia-
nista Laura Michelangeli, ha festeggiato
la Patrona dei musicisti, coristi e stru-
mentisti nel tardo pomeriggio di sabato
23 Novembre 2013 presso il Duomo
ripano con l’esecuzione di canti liturgici
polifonici, eseguiti durante la messa
vespertina celebrata dal vicario parroc-
chiale Don Gian Luca Rosati e con il
42° concerto polifonico in onore di Santa Cecilia, che si è svolto subito dopo. Prima dell’inizio
del concerto, la corista Ida Polidori ha riferito dei saluti inviati dal presidente della corale, Prof.
Antonio Giannetti, impossibilitato, per la prima volta dopo 42 anni, a prendere parte alla
manifestazione. Tutti i coristi ed il pubblico presente hanno rivolto un lungo applauso al Prof.
Giannetti in segno di stima e di riconoscenza. Poi, la presentatrice ha ricordato i momenti salienti
dell’attività artistica svolta dalla Corale durante l’anno ed ha letto il saluto-messaggio inviato dal
presidente nazionale M° Giampaolo Lazzeri, alle istituzioni musicali iscritte all’ANBIMA. Tra
la prima e la seconda parte del concerto, è stata letta una memoria storica per commemorare due
illustri personaggi ripani: Emidio Consorti (1841-1913),pedagogista, a 100 anni dalla sua morte
ed Emidio Cellini (1857-1920), musicista e compositore, autore dell’inno “Il Lavoro Educativo”,
eseguito con successo dalla Corale, all’inizio della seconda parte del concerto.Al termine
dell’esibizione, l’amministrazione comunale ha offerto un omaggio floreale alle coriste ed alla
pianista. Presenti tra il qualificato pubblico, il sindaco della Città Prof. Remo Bruni, il vice Ing.
Alessandro Lucciarini De Vincenzi, il consigliere comunale delegato alla cultura Prof. Paolo
Polidori ed il Presidente della Banca di Credito Cooperativo di Ripatransone Dott. Michelino
Michetti. Il Corpo Bandistico “Città di Ripatransone”, diretto dal M° Dott. Roberto Vespasiani,
ha festeggiato Santa Cecilia, domenica 24 Novembre alle ore 12 presso il teatro comunale “Luigi
Mercantini”, con un “Intrattenimento Musicale” presentando brani significativi, anche se non
molto conosciuti, delle principali opere liriche di Giuseppe Verdi, con l’adattamento per banda di
noti arrangiatori, compreso lo stesso M° Vespasiani. Preziosissima è stata la partecipazione dei
cantanti lirici Ambra Vespasiani ed Ettore Nova. Presenti tra il qualificato e numeroso pubblico
diverse autorità locali tra cui il sindaco Prof. Remo Bruni ed il consigliere comunale delegato alla
cultura Prof. Paolo Polidori, che in due brevi interventi si sono complimentati con il Corpo
Bandistico per l’originalità ed il livello artistico dell’esecuzione dei brani.
A Ripatransone, il 24 Novembre 2013,
nella chiesa di Santa Croce dei Frati Cap-
puccini, con inizio alle ore 8.30, è stata cele-
brata da Padre Aro, una santa messa in me-
moria dei donatori di sangue, deceduti, e dei
primi due presidenti dell’Associazione: Canzio
Bertolortti (1911 – 1969) e Vittorio Pulcini
(1911 – 1996). Al termine della celebrazione,
è stata recitata la preghiera del donatore poi,
in processione, i partecipanti si sono recati
presso la Cappella degli Angeli del civico ci-
mitero, dove in un clima di preghiera, c’è
stata la benedizione delle due targhe apposte
sulle lapidi di Canzio Bertolotti e di Vittorio
Pulcini. L’attuale presidente, Decio Marinelli
ha sottolineato che è anche grazie a loro se
l’associazione è ben radicata nel tessuto
sociale della Città e se è divenuta una tra le
più importanti della Provincia. Successiva-
mente l’ex segretario Walter Michelangeli
ha ricordato brevemente le figure dei due
presidenti avisini scomparsi. Alle ore 10.30,
nella sala d’attesa dell’ufficio del sindaco,
come atto conclusivo delle celebrazioni del
Cinquantennale
dell’AVIS ripana,
è stato collocato,
incorniciato e
protetto da un
vetro, il labaro strorico con
tutte le medaglie ricevute negli anni come ri-
conoscimento; lo scopo vuole essere quello
di una presenza dell’AVIS nell’edificio co-
munale come ricordo e con la speranza di
coinvolgere la gioventù ripana nella “famiglia
avisina”. Presenti ai vari momenti della ceri-
monia, il sindaco Remo Bruni, gli assessori
comunali, il direttivo dell’AVIS e numerosi
donatori, vecchi e nuovi.
Altra celebrazione avvenuta domenica 24
Novembre, è quella che si è svolta in Duomo
con una santa messa in onore della “VirgoFidelis”, patrona dell’arma dei Carabinieri
in servizio e di quelli in congedo. L’associa-
zione ripana dei carabinieri in congedo ha
festeggiato con un pranzo sociale presso il
locale ristorante “Il Piceno”. W. M. - I. A.
A Ripatransone, nell’ambito della Novena in
preparazione della Festa dell’Immacolata Con-
cezione, in programma nella chiesa di San Fi-lippo dal 29 Novembre al 7 Dicembre 2013,è stata inserita la presentazione del volume
DIARIO INTIMO del sacerdote GuerinoCapriotti, Parte III (1938 – 1975: quarto ed ul-
timo volume della serie); libro a cura e con note
di Alberto Pulcini. La presentazione è stata fis-
sata per le ore 17.30 di lunedì 2 Dicembre2013, presso la chiesa di San Filippo. Interver-
ranno: Remo Bruni, Sindaco di Ripatransone;
Roberto De Angelis, Sindaco di Cossignano;
Paolo Polidori, Asses-
sore alla Cultura del
Comune di Ripatran-
sone; Don Antonio
Capriotti, parroco
emerito; S.E. Mons.
Vescovo Gervasio
Gestori; i congiunti
di Don Guerino; Al-
berto Pulcini, cura-
tore e annotatore
dell’opera. Ai pre-
senti sarà fatto omaggio di una copia
del volume e saranno anche disponibili i primi
tre volumi della collana “Diario Intimo”.
Da ripatransone a cura di A.G. - I.A.
Festa di Santa Cecilia, commemorazione di personaggi e di musicisti
Giornata conclusiva delle Celebrazioni per il Cinquantennale dell’AVIS
Presentazione del libro DIARIO INTIMO
UTES DI SAN BENEDETTO: ELETTO IL NUOVO PRESIDENTE
L’UTES , l’Università della terza età e del tempo libero di San Benedetto del Tronto, ha pro-
ceduto a norma di statuto, alle elezioni per il rinnovo del Consiglio direttivo.
Numerosi i soci dell’Associazione che si sono recati nella sede di Via De Gasperi per le vota-
zioni.
Tra i candidati che si sono presentati sono stati eletti consiglieri:
Basti Roberto, Bettoni Domenico, Breccia Vincenzo, Del Gobbo Paola, Lanciotti Zoboletti
Diana, Mignini Elisabetta, Pompei Silvana, Ripani Sandro, Romitelli Licia, Taffoni Pier Luigi,
Treccioli Isolina.
Successivamente il Consiglio ha proceduto alla nomina delle nuove cariche sociali
del direttivo UTES per il triennio 2013-2016
PRESIDENTE: DIANA LANCIOTTI ZOBOLETTI
VICEPRESIDENTE: VINCENZO BRECCIA
TESORIERE: PIER LUIGI TAFFONI
SEGRETARIA: ELISABETTA MIGNINI
ADDETTO ALLE P.R: ROBERTO BASTI
La signora Diana Lanciotti Zoboletti è stata eletta all’unanimità.
La nuova Presidente ha fatto parte dell’UTES sin dalla sua istitu-
zione dedicandosi sempre, con impegno e passione, alle sorti di que-
sta importante Associazione di San Benedetto che tanto ha dato e
riesce a dare per la cittadinanza. I più dei mille soci iscritti augurano
al nuovo direttivo i più importanti successi.
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Cari amici Sambenedettesi, Con rinnovato pensiero partecipiamo alnuovo progetto realizzato nel nostro can-tiere navale. Domani sabato 9 di novem-bre, faremo il varo di una barca semisommergibile per vedere le balene in Pa-tagonia. E’ la prima del tipo costruita in Ar-gentina, partecipiamo anche a voi questanotizia. Come sambenedettesi vi siamosempre vicini e sappiamo che voi nel ri-cordo di tanti amici e partenti siete nellostesso modo vicino a noi. Come ripetevatanti anni fa un ingegnere del Registro Ita-liano Navale: In questa industria bisognafare, saper fare, e far sapere.
Abbracci,
Federico Contessi
Festa dell’albero
In allegato la foto relativa alle
cerimonie organizzate in occa-
sione della “Festa dell’albero
2013” che si sono svolte nei
giardini di viale Pasqualetti e
della scuola Alfortville alla
presenza dell’assessore al-
l’ambiente Paolo Canducci.
Alle due iniziative hanno par-
tecipato rappresentanze delle
scolaresche dei tre Istituti Sco-
lastici Comprensivi della città.
Dopo che il personale del ser-
vizio Aree verdi ha provve-
duto ha piantumare nuove
essenze arboree, in entrambe
le occasioni gli alunni presenti
hanno proposto brevi saggi
con poesie e canti sul tema
della tutela dell’ambiente na-
turale.
I “RAGAZZI” DEL 1954 FESTEGGIANOI ragazzi del 1954 nati e residenti di Acquaviva Picena si sono ritrovati
presso il ristorante “La Paesana” di Acquaviva Picena. Radunati da
Nello Gaetani e Silvestri Maria tra le tante prelibate portate e un ottimo
servizio hanno festeggiato le 59 primavere, si sono ricordati i tempi
spensierati della scuola, e tanti discorsi del vivere quotidiano, con gli
anni che passano e i nipoti che crescono. Il raduno iniziato 22 anni con
cadenza annuale quello di venerdi 22 Novembre e stata più una serata
assembleare, infatti si sono discusse le modalità di organizzazione per
programmare il fatidico festeggiamento dei primi 60 anni nel 2014.
Come ogni anno i coetanei: Marisa Pica, Loredana Induti, Anna Maria
Giudici, Mattoni Nunzia, Pulcini Ivana, Crivellucci Altea, Travaglini
Elisabetta, Fontana Elio, Maria Giuliana Gaspari, Piunti Giuseppina,
Giovanna Troiani, Pietro Vagnoni, Antonio Cameli, Giovanni Piunti,
Mestichelli Adele, Marini Maria Giovanna, Gaetani Luigi, Bartolomei
Giovanni, Bartolomei Giuseppe, Rossi Vincenzo, dopo il taglio della
torta, un brindisi e il cordiale arrivederci al 2014.
“Madonne de j cuppette”
GIOVEDÌ 28 novembreOre 21.00 APERTURA DELLANOVENA
da VENERDÌ 29 novembrea SABATO 7 dicembreore 5.30 S. Rosarioore 6.00 Lodi - S. Messaore 7.00 S. Messaore 8.30 Lodi - S. Messa ore 20.30 S. Rosarioore 21.00 Celebrazione Eucaristica
animata da:
VENERDÌ 29 novembreParrocchia S. Maria della Marina
SABATO 30 novembreParrocchia S. Giuseppe
LUNEDÌ 2 dicembreParrocchia S. Filippo Neri
MARTEDÌ 3 dicembreParrocchia S. Pio X
MERCOLEDÌ 4 dicembreParrocchia S. Benedetto Martire
GIOVEDÌ 5 dicembreParrocchia S. Antonio di Padova
VENERDÌ 6 dicembreParrocchia Madonna del Suffragio
SABATO 30 novembreore 15.00 Liturgia Penitenziale per
ragazzi e giovanissimi.dalle ore 16.30 CONFESSIONI per
tutti
DOMENICA 1 dicembreGiornata DELLA FAMIGLIAore 6.00 S. Rosarioore 6.30 Lodi - S. Messaore 8.00 S. Messaore 9.30 S. Messa animata dai
Ragazzi dell’Oratorio eA. S. Torrione
ore 11.00 S. Messa - Anniversari diMatrimonio
ore 15.00 Incontro di fraternità conMalati e Anziani presso leSuore Concezioniste
ore 15.30 Incontro formativo per ilPersonale UNITALSIANOcon Mons. Decio Cipolloni
ore 17.30 S. Messa e BenedizioneEucaristica
MERCOLEDÌ 4 dicembreore 21.00 Concelebrazione presieduta
da don Lanfranco Iachetti,nel XXV anniversariodell’OrdinazioneSacerdotale
SABATO 7 dicembreore 20.30In Cattedrale:ORDINAZIONI SACERDOTALI di- Don Giuseppe Giudici- Don Matteo Calvaresi- Don Roberto Traini
ore 6.00 S. Rosarioore 6.30 S. Messaore 8.00 S. Messaore 9.30 S. Messa con l’offerta del fioredagli alunni della Scuola “Maria Immacolata”ore 11.00 S. Messa Solenne animata dalla Corale “S. Benedetto Martire”
ore16.00 S. Rosarioore16.30 Solenne Concelebrazione
presiedutada S. E. Mons. Gervasio Gestori
ore17.30 PROCESSIONEcon il Simulacro dellaMADONNA IMMACOLATAPercorso: Via Pizzi-GramsciUgo Bassi-Crispi-Fileni-VoltattorniChiesa di San Benedetto MartireRinnovo del “VOTO” cittadino
La novena sarà animata daP. Pierpaolo Fabbri
P. Luca GabrielliFrati Francescani Minori
Suor Giovanna SalvatoriSuora del S. Nome di Gesù
MARTEDÌ 10 dicembreore 7.30 + 17.00 S. Messaore 17.30 PROCESSIONEcon il Simulacro dellaVergine Lauretanaper le vie del Castello. Tutti i BAMBINIdella città sono invitati
GIOVEDÌ 12 dicembreore 7.30 S. Messaore 17.30 S. Messa:Anniversario dellamorte delVenerabile PadreGiovanni delloSpirito Santo
domenica 8 dicembre
DALLA PARROCCHIA SACRO CUORE DI MARTINSICURO
Festa del Ciao 2013
azione CattoliCa
Sabato 16 Novembre 2013, L’Azione Cattolica Ragazzi della Parrocchia Sacro Cuoredi Gesù ha organizzato la FESTA DEL CIAo. Questa festa chiude un percorso di acco-glienza di nuovi amici che vengono all’ACR e insieme agli altri si vive insieme la FESTADEL CIAO.