ANNO XXVIII NUMERO 4 -6 LLAA GGAAZZZZEETTTTAA aprile 2010.pdf · 16.04 De Luca Marietta Morra 17.04...
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ANNO XXVIII NUMERO 4 -6
LLL AAA GGG AAA ZZZ ZZZ EEE TTT TTT AAA DDDEEEIII MMMOOORRRRRREEESSSIII EEEMMMIIIGGGRRRAAATTTIII
FFOONNDDAATTAA DDAA GGEERRAARRDDOO DDII PPIIEETTRROO
APRILE
MAGGIO 2010
GIUGNO
Il Professore Gerardo Bianco presenta il libro di Gerardo Di Pietro
MORRA NEL DOPOGUERRA LA VERITÀ SULLA SOMMOSSA DEL 1943
ASSOCIAZIONE MORRESI EMIGRATI Post Fach 163 / 4102 Binningen / Svizzera/Tel. 061/ 421 28 67.
SVIZZERA/SUISSE/SWITZERLAND
Jolanda Löhr Hühnerbühl 16/79733 Görwihl, DEUTSCHLAND/GERMANIA/GERMANY/ALLEMAGNE
Direttore Di Pietro Gerardo Bottmingerstrasse 40 A / 4102 Binningen/Svizzera Tel.0614212867
CCP 4015727-9 E-Mail [email protected] / WEB http://webalice.it/neuhofen Corrispondente da Zurigo: Giuseppe Pagnotta; Bullingerstrasse 51 Zurigo. Tel. 044/4934821
da Morra:Di Pietro Davide via San Rocco 83040 Morra De Sanctis Tel. Pennella Dante Piazza F. De Sanctis 83040 Morra De Sanctis Tel. 0827/43045
Cicchetti Nicola Via Tintoretto 56 - 64029 Silvi Marina Tel. 085/ 9353859
Corrispondente dall’America: Di Pietro Salvatore, 32 Hartford Ave / 06830 Greenwich U.S.A. Tel. 001/2035318608
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AUGURI A TUTTI I NATI NEL MESE DI APRILE
02.04 Rainone Pietro Kleinluetzel
02.04 Luongo M. Concetta Annemasse
2.04 Grassi Daniele Prof. Tervuren
3.04 Grippo Tomas Allschwil
3.04 Chirico Giovanni Bettlach
3.04 Di Pietro Salvatore Greenwich
4.04 Ronca Armando Zuerich
6.04 Di Pietro Maria Lodrino
6.04Lard ieri Carmela Illnau
06.04 Fruccio Maria San Martin
8.04Pennella Gerardo Mezzovico
08.04 Dello Buono Antonietta Schlieren
8.04 Pagnotta Giovanni Zuerich
8.04 Pagnotta Massimo Zuerich
11.04 Covino Giuseppe Liestal
11.04 Megaro Gerardo Grenchen
11.04 Caputo Carmine Caputi
11.04 Martino Grunadella Gerlafingen
11.04 Pennella Pietro Origlio
11.04Sarni Giovanni Javier Virrey
12.04 Lanzalotto Andrea Serro Di Mezzo
12.04 Di Pietro Rocco Orcomone
13.04 Rainone Carmelo Pollegio
14.04.72 Caputo Gerardo Wallisellen
14.04 Maccia Giuseppina Steinmaur
14.04 Di Pietro Giovanni Kloten
15.04 Fuschetto Orlando Ruswil
15.04 Covino Pino Pratteln
15.04 Capozza Rosa Gerarda,Pratteln
16.04 Luongo Melinda Annemasse
16.04 Jenny Marco Al. Liestal
16.04 De Luca Marietta Morra
17.04 Pennella Sonia Guardia
18.04 Scherrmann Concetta Zuerich
18.04 Del Priore Santina Bettlach
19.04 Gizzo Gerardo Guardia
19.04 Braccia Michele Bellinzona
20.04 Carino Giuseppina Aesch
20.04 Pellino Annamaria Milano
20.04 Roina Antonio Settimo Torinese
21.04 Di Pietro Gerardo Orcomone
21.04 Strazza Mattia Morra
23.04 Capozza Pina Viganello
23.04 Festa Federica Lugano
24.04 Fam. Covino Pampio Noranco
24.04 Celmetti Claudia Torino
25.04 Di Pietro Gerardo Castellari
25.04 Nigro Rocco Guenange
25.04 Colella Maria Ville La Grande
25.04 Cervasio Mary Hunzenschwil
26.04 Capozza Maria Silvi Marina
26.04 Pennella Lucia Wallisellen
27.04 Lombardi Salvatore Gossau
27.04 Covino Marie France Mondelange
28.04 Pennella Paolo Greenwich
28.04 Fruccio Giovanni Morra
29.04 Di Pietro Giuseppina Castellari
29.04 Del Priore Luisa Solduno
29.04 Di Pietro Jolanda dipl. ing. Goerwihl
29.04 Ricciardi Gerardo Morra
AUGURI SPECIALI A: Pagnotta Giovanni e Pagnotta Massimo Zuerich per i 15 anni; Jenny Marco Alessandro
per i 18 anni; Fruccio Giovanni 20 anni; Pennella Gerardo Mezzovico 50 anni; Di Pietro Giuseppina 60 anni;
Rainone Pietro 70 anni.
AUGURI A TUTTI I NATI NEL MESE DI MAGGIO 01.05 Di Pietro Eduardo Morra
01.05 Festa Michele Lugano
01.05 Grippo Giuseppe Riccione
01.05 Lombardi Giovanni Suhr
01.05 Chirico Antonella Bettlach
01.05 Iseini Fabio Lenzburg
01.05 Carnibella Antonietta Grenchen
01.05 Gallo Gerardo Breganzona
01.05 Pennella Amato Cresciano
01.05 Pennella Gerardo Cresciano
03.05 Fuschetto Maria Russwil
4.05 Grippo Morena Ettingen
5.05 Di Savino Claudia Basel
05.05 Covino Domenico Santa Lucia
7.05 Carino Michele Aesch
8.05 Braccia Angelo Mt.Vernon
8.05 Maccia Vito Bellinzona
10.05 Finelli Angelo Bettlach
10.05 Dr. Covino Patricia Liestal
10.05 Lombardi Rosa Suhr
12.05 Cicchetti Salvatore Potenza
12.05 Rainone Maria Bellinzona
12.05 Consigliero Antonella Morra
12.05 Rausa Antonio Zürich
12.5.Rausa Loredana Zürich
14.05 Pennella Mario Pomarance
15.05 Capozza Maria Lucia Montecastello
17.05 Pagnotta Antonella Winterthur
17.05 Siconolfi Sandra Schlieren
18.05 Covino Francesco Mondelange
19.05 Siconolfi Rosaria Schlieren
19.05 Mellone Giusi Wallisellen
19.05 Amato Michele Garden City Park
19.05 Di Pietro Concetta Morra
20.05 Capozza Massimo Viganello
24.05 Siconolfi Gerardo Wallisellen
24.05 Strazza Rosa Birsfelden
25.05 Del Priore Michele Bettlach
25.05 Strazza Carmen Morra
26.05 Fuschetto Gaetana Russwil
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27.05 Jenni Samanta Liestal
28.05 Castellano Angelo Dietikon
28.05 Jenni Moritz Liestal
29.05 Rainone Antonello Bellinzona
30.05 Lardieri Francesco Bellinzona
AUGURI SPECIALI A: Jenni Samanta 15 anni; Di Savino Claudia e Siconolfi Sandra 20
anni; Carino Michele 50 anni; Lombardi Giovanni 60 anni.
AUGURI A TUTTI I NATI NEL MESE DI GIUGNO
01.06 Pennella Donato Gerlafingen
01.06 Celetti Pietro Lamone
01.06 Capozza Maria Antonietta Varedo
01.06 Covino Elena Basel
01.06 Montemarano Nicola San Gallo
01.06 Celetti Pietro Lamone
01.06 Covino Manuela Clarissa Liestal
02.06 Chirico Massimo Bettlach
3.06 Mastrangelo Vito Schaffhausen
04.06 Dello Buono Marino Schlieren
04.06 Giumentaro Loris Muttenz
05.06 Fuschetto Gerardo Russwil
06.06 Pagnotta Vincenzo Harrison
06.06 Celetti Lorenzo Lamone
07.06 Di Paola Caterine Buenos Aires
07.06 Chirico Maria Teresa Bettlach
07.06 Lardieri Vanessa Effretikon
8.06 Braccia Francesca Lodrino
8.06 Fuschetto Rocco Pratteln
08.06 Grippo Gerardo Zürich
9.06 Montemarano Anna Breitenbach
10.06 Sarni Martin Alejandro Virrey
11.06 Rausa Giuseppina Zürich
11.06 Grasso Luigia Cesenatico
13.06 Mariani Dina Harrison
13.06 Fruccio Giampietro Oberwil
15.06 Grasso Gerardo Cesenatico
15.06 Di Pietro Gerardina Mt. Vernon
16.06 Di Cola Gerardo Torino
16.06 Macocchi Sheila Solduno
17.06 Finelli Carmine Zuchwil
18.06 Covino Giuseppina Lugano
18.06 Pennella Viviane Wallisellen
19.06 Pennella Cristiano Winterthur
19.06 Pennella Liliane Bassersdorf
20.06 Gizzo Lucia Pratteln
21.06 Rainone Angelina Pollegio
22.06 Rotundo Pietro Pregassona
22.06 Pennella Rocco Carmel
23.06 Pennella Samantha Origlio
23.06 Covino Sara Liestal
24.06 Di Pietro Nino Morra
24.06 Fruccio Angelica Orcomone
24.06 Chirico Mario Bettlach
25.06 Oberson Evelina Basel
25.06 Braccia Carmine S.Angelo
25.06 Lardieri Angela Morra
25.06 Nigro Gerardo Giovanni Morra
25.06 Tardio Cristina Pratteln
25.06 Grippo Kristian Allschwil
26.06 Mariano Filomeno Morra
26.06 Sasu Paolo Taverne
27.06 Chirico Giovanni Suhr
28.06 Del Priore Maria Carla Locarno
28.06 De Rogatis Giuseppe Rag. Salerno
28.06 Cetta Maria Grenchen
30.06 Grippo Pasquale Kriens
30.06 Grippo Alexia Ettingen
30.06 Mariani Lisa Harrison
AUGURI SPECIALI A:Tardio Cristina e Di Pietro Gerardina 18 anni; Lardieri Angela
60 anni; Fruccio Angelica 70 anni. Ad Angelica auguri anche dall‟AME di Basilea, dove ha
tanto lavorato per noi, e da me, Rosa, Toni e Jolanda. Per cento anni Angela!
L' associazione Morresi Emigrati sezione di Zurigo fa tanti auguri di Buon Compleanno a
Rosa Pagnotta di Winterthur per i suoi 50 anni, Rosa tanti auguri dettati dal cuore da tutti
noi dell'Ame di Zurigo. Il presidente Giuseppe Pagnotta
Auguri speciali a: Celetti Pietro per i 15 anni, Celetti Samanta per i 10 anni che ha già
compiuto a febbraio. Auguri dai nonni e da tutti i famigliari.
AUGURI a Camillo Marra e signora, al fratello Peppe e ai nonni Mario e Marietta per la
nascita di Raffaele. (La foto è alla pagina 19)
Auguri a Gerardo e Antonietta De Rogatis per la nascita di Francesco.
Auguri a Domenico e Rossella Covino per la nascita di Anthony . Ai coniugi Covino Auguri
particolari anche da me.
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CLASSE 1959-2009 UN EVENTO CHE NESSUNO DIMENTICHERÀ DI ANGELOMARIA PAGNOTTA
Il 27.12.2009 nel nostro paese nativo, é stato festeggiato i 50 Anni di tutti i nati Morra De Sanctis nel 1959. L'idea
di festeggiare questo stupendo evento é stata di Giuseppina Caputo in Braccia, con il mio aiuto Angelomaria
Pagnotta.
L'inizio di questa brillante giornata é iniziata in tarda mattinata al Santuario di San Gerardo Maiella, con una
commovente celebrazione della Messa, e anche il prete stesso nella sua predica, commosso, ha detto che non
aveva mai visto una cosa del genere, vedere tutti riuniti per festeggiare i 50 Anni di età. Veramente un prete
molto sorpreso e soprattutto felice di avere vissuto una cosa del genere, per lui era la prima volta. Anche noi, li
presenti, eravamo emozionati. É stata e sarà una giornata indimenticabile, essere stati li riuniti, rivedendo amici
emigrati chi dalla Svizzera, dalla Francia e dal nord Italia e con gli amici stessi rimasti a Morra. Il pranzo é stato
al notissimo ristorante "Cigno Blu", che anche li con un menù favoloso e con la compagnia del complesso
"Armonia Italiana". La giornata proseguiva gioiosa e felice con tutte le nostre famiglie. Insomma nonostante che
eravamo li per festeggiare i nostri 50 anni.. NOI ci siamo davvero divertiti come dei ragazzini.
UN GRAZIE DI CUORE va a Giuseppina Caputo in Braccia per tutto il suo stupendo e serio impegno, come
organizzatrice numero uno, che ha organizzato questa ricorrenza.
"Grazie Pina" e GRAZIE a tutti coloro che hanno partecipato, compreso me Angelomaria. Vi abbraccio Tutti, e
spero di rivederci di nuovo fra 50 Anni tutti insieme.
GERARDO DI PIETRO
MORRA NEL DOPOGUERRA – LA VERITÀ SULLA SOMMOSSA DEL 1943
TRA DOCUMENTI E RICORDI
di Mons. don Pasquale Rosamilia
La storia ha continuamente bisogno di essere rivisitata. È quello che sta avvenendo per il Risorgimento italiano e per tante altre storie. Altra è la storia narrata sotto l’onda dell’emozione, altra è la storia ricavata dai documenti. È quello che si può notare nel modo come si conduce la nostra storia contemporanea: viene raccontata in modi diversi, secondo l’angolazione dove ci si trova. tanto che si ritarda ad introdurla nei libri di scuola e a farla conoscere obiettivamente dalle nuove generazioni. La stessa cosa, in piccolo, mi sembra sia avvenuta per un episodio di rilievo accaduto nella patria di Francesco de Sanctis, a Morra de Sanctis. Si tratta della nota sommossa popolare del 1943, che portò all’assalto del municipio con la distruzione di preziosi documenti della storia locale. Per una serie di avvenimenti e di notizie diffuse in modo pirandelliano è capitato che un municipio venisse distrutto e tanti malcapitati si trovassero nei guai e perfino in prigione. Gerardo Di Pietro, autore e ricercatore noto, ha fatto la ricostruzione critica di quegli avvenimenti per appianare un episodio degenerato. Egli scrive: la sommossa fu la conseguenza di tante cose. - se i contadini avessero capito che era inutile recarsi tutti i giorni in municipio… - se alcuni morresi…non fossero andati in giro a mettere firme… - se il commissario di Guardia non avesse detto all’arciprete di predicare in chiesa… - se alcuni giovani morresi non si fossero sentiti traditi dal Gallucci… - se non fosse arrivato qualcuno da Guardia… - se il brigadiere non fosse stato nella cantina di Colomba…la sommossa non sarebbe
avvenuta. Ed è quello che capita quando in questo mondo non si opera nella verità. Il Di Pietro ha ricostruito tutto sulla base di documenti e di ricordi personali e di testimoni, facendo verità su questo episodio che a Morra meritava una parola più chiara.
don Pasquale Rosamilia
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Italia Popolare Avellino La verità su Morra e la sommossa del 1943
da Buongiorno Irpinia del 14 dicembre 2009
“Morra nel dopoguerra – La verità sulla sommossa del 1943, tra documenti e ricordi”. Questo il titolo del
libro di Gerardo Di Pietro che è stato presentato ieri mattina presso la biblioteca scolastica di Morra De
Sanctis. L‟evento è stato organizzato dall‟Associazione Morresi Emigrati e dalla Pro Loco “Morra De
Sanctis”. L‟opera, partendo da documenti ufficiali e da testimonianze, ripercorre quanto accaduto il 18
novembre 1943 nel paese dell‟Alta Irpinia, quando un nutrito gruppo di cittadini mise in atto una vera e
propria rivolta popolare, incendiando importanti atti comunali nonché i registri delle tasse e saccheggiando
l‟ammasso comunale. Ad introdurre la manifestazione il sindaco Gerardo Capozza. E‟ inoltre intervenuto
l‟onorevole Gerardo Bianco. A chiudere i lavori l‟intervento dell‟autore Gerardo Di Pietro, morrese
emigrato in Svizzera, fondatore dell‟Ame e redattore del periodico La Gazzetta dei Morresi Emigrati”. Un
libro, quello di Di Pietro, dedicato ai morresi, proprio come è scritto nell‟appendice. “Alla perspicacia dei
mie contadini – si legge – il compito di seguire il filo d‟Arianna in queste pagine, che conduce alla giusta
interpretazione di quello che accadde”. Il libro analizza, sulla scorta della trascrizione delle testimonianze di
alcune persone, degli interrogatori degli imputati, del “rapporto giudiziario” dei Carabinieri di Morra De
Sanctis e dei documenti giudiziari e successiva condanna dei partecipanti alla sommossa, ciò che avvenne il
18 novembre 1943 nel comune di Morra De Sanctis che allora contava circa tremila abitanti. Come in molti
altri paesi, l‟arrivo delle truppe alleate e la caduta del fascismo, aveva risvegliato in diverse persone la
convinzione che ormai tutte le limitazioni avute durante la guerra fossero finite e bisognava voltare pagina,
sostituendo la vecchia Amministrazione comunale con un‟altra scelta dal popolo. Nei giorni difficili del
periodo bellico anche i morresi, specialmente i contadini, avevano dovuto tenere a freno la loro rabbia
impotente contro le tasse imposte dal Regime, la tessera annonaria e quella di macinazione del grano. Mentre
gli artigiani, operai, i poveri, ecc. avevano i generi alimentari razionati, i contadini e i possidenti di terreni
agricoli erano costretti a versare il grano all‟ammasso. Essi, produttori, avevano anche una tessera di
macinazione, che fissava la quota di grano per famiglia che potevano macinare al mulino. Questo faceva sì,
che pure avendo a casa del grano, una volta esauriti i bollini di macinazione, non potevano macinarlo
“ufficialmente”, perché di nascosto si continuava a farlo. A Morra in quel tempo era parroco don Michele
Gallucci, originario di Calitri, antifascista, che spesso in chiesa nelle sue prediche denunciava i soprusi a cui
dovevano sottostare i contadini e si scagliava contro le autorità civili e militari dell‟epoca, facendosi così
molti nemici. Questo sacerdote, quando i fascisti, il giorno della conquista di Tobruck da parte delle truppe
italiane, volevano salutare la vittoria con le campane a festa, si rifiutò di farlo, creandosi ancora altri nemici
potenti. Il segretario comunale era la persona che doveva rilasciare le tessere di macinazione del grano e
spesso i contadini andavano da lui a chiedere un supplemento quando non era possibile averlo. Il libro
contiene anche una breve descrizione di quei tempi dell‟onorevole Gerardo Bianco, che fece le elementari a
Morra, dove era la nonna, e un articolo del 1956 dell‟onorevole Giuseppe Gargani, figlio del segretario
comunale. Una esauriente analisi di quei tempi e i ricordi dell‟autore, e in appendice un paio di articoli del
dottor Antonio Flora, allora componente del Comitato di Liberazione Nazionale, tratti dalla Gazzetta dei
Morresi Emigrati, e una lettera scritta al dottor Flora dall‟Onorevole Nilde Iotti due giorni prima della sua
morte. C‟è anche un breve diario di una soldato, del combattimento e sua prigionia in Africa. Un libro che
aggiunge, oltre che un contributo alla storia di Morra del dopoguerra, anche un tassello in più nella storia
recente dei paesi irpini. “Ogni popolo e ogni generazione di giovani – dice Di Pietro – ha il diritto di
conoscere la storia del paese in cui è nato e in cui vive. La scuola dovrebbe dedicare alcune lezioni alla storia
locale, questo rafforzerebbe nei ragazzi il senso di appartenenza al luogo in cui sono nati e, la conoscenza di
un‟eredità sociale comune, porterebbe a una maggiore coesione sociale. Naturalmente è necessario che
questa storia venga raccontata da chi l‟ha vissuta, dagli anziani, e non da insegnanti di altri paesi che non
conoscono avvenimenti e circostanze specifiche dei paesi in cui insegnano. Racconti e leggende antiche sono
anche importanti. Suggerirei – continua – che ogni comune istituisca una commissione incaricata di
raccogliere informazioni orali e scritte sulla storia del proprio paese. I membri di questa commissione
dovrebbero fare il loro lavoro gratuitamente servendosi, qualora necessario, delle attrezzature del Comune.
Non bisogna mai trascurare la storia tramandata dalla tradizione orale. Spesso c‟è in essa una verità latente
che contrasta con quella scritta per diversi motivi: per la partigianeria di chi l‟ha scritta, per la possibilità che
qualcuno abbia soppresso documenti che lo metterebbero in cattiva luce e, specialmente nei toponimi in
dialetto, per la trascrizione sbagliata in italiano da chi il dialetto non lo conosceva”
.
7
«Il nostro paese rispecchia la storia del Mezzogiorno» «La sommossa del 1943 a Morra è la riproduzione di ciò che è successo in tutto il Mezzogiorno». Queste le
parole del Sindaco del paese altirpino, Gerardo Capozza. «Dopo la liberazione dai tedeschi è scattata la
voglia dei contadini di riappropriarsi dei terreni che a Morra avevano solo poche famiglie. Un senso di
liberazione dall‟oppressione che avevano subito fino a quel momento. In quel periodo, nel mezzogiorno in
particolare, si viveva in condizioni di miseria e di fame. Genitori con sette o otto figli ai quali erano imposti
dei limiti anche nel cibo. Quindi nel momento in cui hanno avuto la possibilità di sfogare tutta la repressione
subita, hanno avuto una reazione che al giorno d‟oggi può essere considerata esagerata, ma che in quel
momento era più che giusta». Il libro di Gerardo Di Pietro rievoca avvenimenti del passato che però possono
essere accostati ad oggi. L‟Irpinia ha bisogno di emergere, la gente ha voglia di riscatto. «Mi auguro che i
cittadini campani, gli irpini in primis, abbiano uno scatto d‟orgoglio – ha dichiarato il primo cittadino di Morra - .
Certamente non utilizzando il sistema della sommossa, ma azioni che servano soprattutto a rilanciare questo territorio
rispetto alla regione Campania. Le grandi risorse in Campania, soprattutto quelle europee, vengono impiegate sulla
fascia costiera che ha delle difficoltà ma non paragonabili a quelle che abbiamo noi nell‟entroterra. Secondo i dati
ufficiali, infatti, la nostra provincia ha forti difficoltà occupazionali. C‟è inoltre un rallentamento nell‟entità dello
sviluppo, una classe politica che non sempre è all‟altezza del proprio compito, e su questo è giusto fare autocritica.
Anche i giovani però – ha concluso Capozza - non devono starsene fermi ad aspettare che qualcuno li pensi: devono
cominciare ad agire in modo da sensibilizzare coloro che sono indifferenti rispetto ai loro bisogni».
STORIA DI UN LIBRO DI STORIA Durante tutti gli anni di vita della Gazzetta dei Morresi Emigrati sono stati pubblicati diversi
contributi storici su Morra, o comunque su persone che avevano un rapporto col nostro paese.
Partendo dal presupposto che questo giornale non potrà durare in eterno e anche che molte persone, o
non ricevono la Gazzetta, oppure dopo averla letta, la buttano via, mi sono spesso posto il problema di
come conservare questi contributi storici per le generazioni future. Nacque così l‟idea di raccoglierli in
libri, per distribuirli ai morresi, ma anche a persone colte di altri paesi, così chiunque avrebbe potuto
conservare i volumi nella propria biblioteca e leggerli con comodo, lasciandoli anche a disposizione dei
propri discendenti.
Comunque, la mia iniziativa di pubblicare raccogliere in libri i contributi storici pubblicati sulla
Gazzetta è stata coronata da successo. Fino ad oggi sono riuscito a raccogliere i contributi storici di
Celestino Grassi, quelli del Prof. Luigi Del Priore, un‟antologia delle poesie di Daniele Grassi, i
racconti morresi in dialetto nel mio libro “Attuornu a lu fuculinu”, la mia silloge di poesie
“Coriandoli”, il mio Vocabolario del Dialetto Morrese, e per ultimi le mie commedie in dialetto e il
libro sulla sommossa morrese del 1943. Il mio ringraziamento va alla disponibilità delle
Amministrazioni Comunali di Morra con i sindaci dottor Rocco Di Santo, che diede alla stampa il
libro dell‟ing. Celestino Grassi “Contributi per la storia di Morra” e “Il Brigantaggio nelle nostre
zone” con i contributi storici del Prof. Del Priore e del Grassi. Ringrazio, inoltre, per la stampa del mio
Vocabolario del Dialetto Morrese l‟amministrazione comunale del dottor Gerardo Capozza e anche il
dottor Rocco Di Santo, il quale prima delle elezioni aveva già dato la sua disponibilità. L‟Antologia di
poesie di Daniele Grassi la stampai io gratuitamente, anche se è a nome dell‟Associazione. I libri
“Attuorno a lu fuculinu” e la mia silloge “Coriandoli” li pagai di tasca mia, anche quello con le mie
commedie l‟ho stampato a spese mie e l‟ho distribuito ai giovani che le hanno rappresentate, il libro
della sommossa l‟ho stampato con i soldi della Gazzetta e distribuito gratuitamente a tutti quelli che
hanno sempre contribuito. Mi rimangono ancora dei contributi storici sulla città di Basilea intercalati
con la mia esperienza di emigrato, che sto scrivendo, e altro che farò in seguito. Volendo inserire nel
libro sulla sommossa la lettera che mi inviò una volta il Prof. Gerardo Bianco, nella quale parlava
proprio di Morra durante il periodo bellico, telefonai al sindaco dottor Gerardo Capozza per avere il
numero del telefonino del Prof. Bianco e gli parlai del libro e della lettera che volevo pubblicare. Il
dottor Capozza subito spontaneamente mi disse: - Gerardì, il libro lo presenteremo a Morra durante il
tempo di Natale, quando inauguriamo il Castello del principe-. Gli dissi che non potevo venire in quel
periodo perché veniva a Binningen mio figlio con la famiglia, e volevo passare quel periodo insieme a
loro. Ci mettemmo d‟accordo di trovare un altro giorno per la presentazione. Gerardo telefonò al
Presidente del CRCM Davide Di Pietro che con il Presidente della Pro Loco Francesco Pennella
fissarono la data del 12 dicembre. Nel frattempo io informai anche l‟On. Giuseppe Gargani del libro
che stavo scrivendo, chiedendogli il suo parere (nel libro si parla anche di suo padre). Lui mi disse che
non aveva niente da obiettare, anzi mi inviò un suo articolo sull‟argomento che lui aveva scritto nel
1956. Dopo aver scritto il libro, siccome sono citate delle persone e l‟On. Gargani è avvocato, glie lo
8
inviai per mail, pregandolo di controllarlo dal punto di vista giuridico se non ci fosse qualcosa che
avrebbe potuto causarmi delle noie legali. Mi rassicurò sull‟argomento, dicendomi che le deposizioni
pubblicate sono documenti pubblici che tutti possono avere. Dissi, però, a Peppino queste testuali
parole: -Peppì, io non vorrei che tu pensassi che scrivo questo libro per arruffianarmi con te, ma lo
scrivo perché questo è quello che penso-. Peppino mi rispose che lo sapeva, infatti lui sa che non gli ho
mai chiesto favori. Dopo averlo letto mi rispose per mail che va bene, non cambiò neanche una virgola,
né mi diede alcun suggerimento; del resto quelle cose le avevo già pubblicate anni fa sulla Gazzetta.
Non ho visto spesso l‟On. Peppino Gargani. Io lo vidi l‟ultima volta nel 1956, quando partii per
militare. Tornato a Morra, dopo tre mesi partii per la Svizzera e non lo vidi mai più per ventotto anni,
fino a un paio di anni dopo il terremoto, credo nel 1983, quando l‟incontrai al cimitero il giorno dei
morti. Lo salutai e mi accompagnò a piedi fino a Morra. Per strada mi chiese: Gerardì, posso fare
qualcosa per te?-. Gli risposi: - Per me non devi fare niente, io non ho bisogno di niente, ma se vuoi
fare qualcosa per Morra sarei molto contento-. Mi disse che non c‟era bisogno di dirglielo, perché
quando poteva fare qualcosa per Morra l‟avrebbe sicuramente fatta. I miei rapporti cordiali con
Peppino sono gli stessi rapporti cordiali che ho intrattenuto fino ad ora con tutti coloro che
frequentarono le scuole elementari con me. Questo possono testimoniarlo Filomeno Mariano, Nino Di
Pietro, Gerardo Di Pietro fu Alessandro, Ugo Mariani, Alfonso Mariani, Lucietta Mignone, ecc.
Passare degli anni insieme da bambini significa anche avere ricordi comuni di quei tempi. Questo non
ha niente a che fare con la politica, anche se io ho sempre creduto che Morra avrebbe dovuto trattare
un po‟ meglio Peppino Gargani, perché “nun se vai a circà lu commetu addu li frustièri quannu se tène
lu commetu ncasa”. Questo vale anche per l‟On. Gerardo Bianco che è per metà morrese. Comunque
non voglio entrare in faccende politiche, ognuno la pensi come vuole. Ricordo solo che l‟On. Gerardo
Bianco non mi ha mai chiesto di votare per lui. L‟On. Gargani mi ha offerto due volte di entrare nella
sua lista per le elezioni comunali e tutte e due le volte rifiutai, anzi, lo consigliai di non immischiarsi
della politica prettamente paesana, che ubbidisce ad altri criteri di quella nazionale. Anche Gerardo
Di Santo mi chiese una volta se volevo far parte della sua lista e io rifiutai. Io non sono adatto alla
politica, sono di indole intransigente e poco incline ai compromessi. Se mi mettessi in una lista
qualunque, dopo poco tempo mi troverei in disaccordo, oltretutto io abito in Svizzera e non posso fare
il consigliere in Italia. Rividi Peppino a Aesch quando i morresi della Pro Loco Alfonso Gargani
vennero a rappresentare la commedia Cecilia. Rimase un paio d‟ore con noi con la moglie e il figlio.
Poi l‟ho visto sporadicamente tre o quattro volte quando mi chiese le Gazzette che gli mancavano, o
quando gli diedi il mio libro e lui mi diede il suo. Lui ha scelto di essere un professionista della politica,
io ho scelto il sindacato e poi l‟AME che mi hanno assorbito durante gli ultimi cinquanta anni.
Ringrazio vivamente il sindaco che ebbe l‟idea di presentare il mio libro sulla sommossa, l‟On. Prof.
Gerardo Bianco che lo ha presentato, l‟On. Avv. Giuseppe Gargani e il dottor Angelo Gargani per la
loro presenza e per il loro intervento, così come il dottor Rocco Di Santo per l‟intervento su Gallucci.
Grazie a Davide Di Pietro e Francesco Pennella che hanno organizzato la presentazione. Il mio
ringraziamento va anche a tutte le persone che erano presenti in sala, al dottor Pietro Mariani che
chiese la sala della biblioteca alla scuola e a tutti coloro che hanno sempre contribuito per la Gazzetta
dei Morresi Emigrati. Peccato che il Preside della scuola di Morra, come mi fu riferito, non permise ai
bambini della terza media di assistere alla presentazione, sarebbe stata un‟interessante lezione per
loro su una pagina importante della storia di Morra. Mi dispiace anche perché in passato con la scuola
di Morra ho avuto ottimi rapporti, per i quali ho ricevuto diversi attestati di ringraziamento e stima
da parte dei dirigenti e degli scolari. Ma non ne vogliamo fare una tragedia, i Presidi passano, la scuola
rimane. Io personalmente non conosco il Preside, ricordo con molta stima il Preside che c‟era prima,
col quale avevo un‟ottima intesa, ma è chiaro che non voglio intromettermi nelle questioni scolastiche,
ogni Preside fa quello che crede giusto per gli alunni e quello attuale ha deciso che una pagina di storia
morrese non era abbastanza importante da giustificare la perdita di un‟ora di lezioni in classe. Agli
insegnanti, che conosco e agli alunni rinnovo la mia stima, sperando che il loro insegnamento dia dei
buoni frutti, per il bene dei ragazzi e per loro grande soddisfazione. Il libro è stato presentato
successivamente nella Biblioteca Italiana di Binningen, che è diretta dalla Dott.ssa
Borriello-Inglese,
originaria di Ariano Irpino. Ringrazio dunque anche lei e sua figlia, bravissime persone che
s‟impegnano anche per l‟emigrazione italiana e particolarmente per quella campana. Come già
annunziato nella Gazzetta precedente, per motivi che spiegai, a partire da questo momento non invierò
la Gazzetta a coloro che non hanno contribuito negli anni passati. Forse non la leggono più e noi non
vogliamo imporla a chi non vuole leggerla. Infatti, coloro che ricevono la Gazzetta contribuiscono con i
9
soldi, oppure con i loro scritti, se non lo fanno più, ritengo che a loro la Gazzetta non interessa.
(GERARDO DI PIETRO)
NUOVI DOCUMENTI SULLA SOMMOSSA DEL 1943 A MORRA DE SANCTIS
Dopo la mia pubblicazione del libro sulla sommossa del 1943 a Morra De Sanctis, Celestino Grassi ha pubblicato
alcuni documenti e un articolo sullo stesso argomento nella rivista “Vicum” di Carife.
Come sempre Celestino ha inviato l‟articolo e i documenti in suo possesso anche alla Gazzetta. Voglio precisare
che quando scrissi che volevo smettere di stampare la Gazzetta, Celestino fu uno di quelli, insieme al prof.
Gerardo Bianco, che mi incoraggiarono a continuare e a non far finire questo giornale, che ormai è un punto di
riferimento per Morra. Celestino ha sempre collaborato con le sue ricerche storiche e, se anche non siamo
sempre d‟accordo su le conclusioni che lui trae a volte dai documenti, io ho un grande rispetto per lui e per le sue
ricerche storiche su Morra. Ricordo che per questo gli dedicai anche una poesia. Insieme all‟articolo mi ha
inviato anche dei documenti. Siccome Articolo e documenti occuperebbero quasi tutte le pagine della Gazzetta,
metterò tutto insieme nella Gazzetta di giugno.
~ LA SOMMOSSA DEL ‟‟43 TRA DOCUMENTI E RICORDI ~ di Davide Di Pietro Ho letto con interesse il libro di Gerardino Di Pietro e,
come per un libro giallo, non vedevo l‟ora di
terminarlo non solo per l‟episodio della sommossa
avvenuta nel ‟43, che rappresenta un evento di una
certa rilevanza nella storia della nostra comunità, ma
soprattutto per l‟interesse e la curiosità che lo stesso
autore mi ha suscitato nel descrivere personaggi, storie,
ambienti e modi di vivere propri di quei tempi. Con
dovizia di particolari ha riportato quanto accadde il 18
novembre del 1943, quando un nutrito gruppo di
persone bruciarono atti ed arredi del Comune, nonché
importanti documenti esattoriali; ha descritto, con
altrettanti dettagli, l‟ambiente di vita morrese proprio
negli anni del secondo conflitto mondiale, nel periodo
in cui diversi compaesani furono chiamati a difendere
la Patria lasciando i propri cari. Il paese contava allora
circa tremila abitanti, quasi il doppio di adesso, la
quasi totalità dediti all‟agricoltura e al duro lavoro dei
campi. Molti stentavano a campare e soltanto poche
famiglie versavano in condizioni più agiate. In quei
tempi i contadini non erano proprietari dei fondi che
coltivavano, ma erano dei coloni, cioè lavoravano i
terreni del proprietario e con esso ne dividevano il
raccolto. In più, in quei tempi vigevano delle leggi che
imponevano di consegnare allo Stato una parte del
raccolto, la quale veniva messa in vendita a coloro che
non coltivavano nulla e che non avevano beni derivanti
dall‟agricoltura. In definitiva, un contadino, dopo aver
lavorato duramente il terreno per produrne grano e
quant‟altro necessario per sopravvivere e averlo
suddiviso con il “padrone”, doveva consegnarne anche
un 20-25% allo Stato per l‟ammasso. A molte famiglie
non bastava ciò che restava e quindi la miseria e la
fame erano all‟ordine del giorno. In seguito a queste
considerazioni è necessario cercare di comprendere le
reali cause che portarono allo scoppio della sommossa
popolare. In primis bisogna tener conto proprio della
miseria in cui versava buona parte del paese. La
cittadinanza era esausta e molte famiglie proprio non
riuscivano a tirare a campare con quello che avevano a
disposizione; i prodotti della terra non soddisfacevano i
loro fabbisogni e spesso, quando si recavano al mulino
per macinare il grano con la “tessera” (come più volte
narrato da Gerardino nel libro), non potevano più
farlo in quanto avevano già raggiunto la loro soglia
massima ed erano costretti ad operare di contrabbando
con costi e rischi ben elevati. In secondo luogo,
un‟ulteriore causa che portò allo spiacevole episodio
morrese fu l‟ignoranza. I facinorosi si mossero perché
pensavano che, distruggendo i documenti del Comune
e dell‟esattoria, avrebbero evitato di pagare le tasse e
sarebbero riusciti a farsi giustizia da soli contro uno
Stato usurpatore. Ma, purtroppo, non fecero altro che
tirarsi la zappa sui piedi ricavandone soltanto guai e
svantaggi. Della sommossa avevo sempre sentito
parlare, come pure del “leggendario” don Michele
Gallucci e di altri personaggi morresi, ma la meritoria
opera di Gerardino non è soltanto di aver ricostruito,
con dovizia di particolari, quanto accadde nel
novembre del 1943, ma soprattutto di aver realizzato
un “saggio storico” che descrive con altrettanti dettagli
lo stile di vita di quel tempo, di un tempo in cui la
guerra mieté si tante vittime, ma non a Morra. Qui non
ci furono bombardamenti e non ci furono, sul posto,
vittime. Tanti, però, furono i morti e i dispersi sul
fronte, e molte le famiglie lacerate per la scomparsa di
un caro mai più ritornato a casa. Gerardino, autore di
questo libro e di tanti altri già pubblicati, ha
dimostrato ancora una volta tutto l‟attaccamento e
l‟affetto che nutre per il suo paese, raccogliendo,
conservando e promulgando la storia morrese, quella
storia che fa parte del nostro passato, che è necessario
conoscere per poter vivere il presente e che è
fondamentale per poter progettare il futuro. (foto
pag.15)
.
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI STATO A MORRA
di CELESTINO GRASSI Lunedì 28 dicembre è
stata per Morra una giornata
importante: il paese era pieno
di giornalisti e di personalità.
L‟ Amministrazione
Comunale conferiva la
cittadinanza onoraria al
10
Presidente del Consiglio di
Stato, S.E. il dr. Paolo
Salvatore. Questi, pur
essendo nato a S. Angelo dei
Lombardi, ha sempre
mantenuto vivi i legami e gli
affetti con Morra,
appartenendo entrambe le
sue nonne, Francesca e
Matilde, alla locale famiglia
Gargani.
La cerimonia si è tenuta
al Centro Polifunzionale,
gremito di folla. Altrettanto
affollato il piazzale antistante,
nonostante fosse stato
riservato alle sole auto di
rappresentanza. Il picchetto
d‟onore era rappresentato da
carabinieri in alta uniforme.
Erano infatti presenti come
relatori il Ministro per
l‟Attuazione del programma
di Governo, Gianfranco
Rotondi, il vicepresidente del
Consiglio superiore della
Magistratura, Nicola
Mancino, gli on. Gerardo
Bianco e Giuseppe Gargani, il
Procuratore della Repubblica
di S. Angelo dei Lombardi,
Antonio Guerriero.
Nel pubblico si
distinguevano il Prefetto ed il
Questore di Avellino,
rispettivamente dr. Ennio
Blasco e dr. Antonio De Iesu;
il generale di Corpo
d‟Armata Vito Bardi,
comandante interregionale
della Guardia di Finanza; i
Comandanti della Provincia
di Avellino per la Guardia di
Finanza ed i Carabinieri,
colonnello Mario Imparato e
colonnello Giammarco Sottili;
l‟ex vicepresidente del
Consiglio Superiore della
Magistratura, prof. Gianni
Verde, attualmente docente di
procedura Civile alla LUISS;
il Presidente del Consiglio di
Stato per la Sicilia, dr. Sabino
Luce; il Presidente della
Commissione Tributaria
Centrale, dr. Enzo Trione, il
Sovrintendente ai Beni
Culturali, prof. Antonio
Giovannucci, altro cittadino
onorario di Morra;
l‟Amministratore Delegato
della EMA, ing. Otello Natale.
In rappresentanza del
mondo politico erano presenti
i Consiglieri Regionali
Roberto Castelluccio e
Rosetta D‟Amelio,
Amministratore Unico
dell‟Azienda Trasporti Irpini;
i Consiglieri Provinciali
Stefano Farina ed Antonia
Ruggiero, Assessore alle
Politiche Sociali; i sindaci di
Lioni, Nusco e S. Angelo dei
Lombardi, nell‟ordine
Rodolfo Salzarulo, Giuseppe
De Mita, Michele Forte.
Impossibilitati ad intervenire,
perché impegnati nella
votazione sul bilancio della
Regione Campania, hanno
inviato un messaggio
augurale i Consiglieri
Regionali Mario Sena, Franco
D‟Ercole, Angelo Giusti ed il
vicepresidente Antonio
Valiante. Un caloroso
messaggio di congratulazioni
ha fatto pervenire il
Procuratore Generale della
Corte d‟Appello di Salerno,
Lucio Di Pietro.
Le autorità che hanno
aderito alla manifestazione,
con la presenza o con i
messaggi, sono state così
numerose da costringere il
redattore di questo breve
resoconto a scusarsi in
anticipo per le inevitabili
dimenticanze.
Quanto agli interventi i
relatori, nel sottolineare la
carriera ed i meriti del
Presidente Salvatore, hanno
voluto aggiungere qualche
messaggio di carattere più
generale.
Il sindaco Gerardo
Capozza ha evidenziato i
positivi risultati
dell‟industrializzazione
dell‟area morrese, che sono
caratterizzati dall‟alta
qualificazione delle iniziative.
Se si tiene conto
dell‟orgoglioso senso di
appartenenza degli abitanti e
del forte valore da questi
assegnato alla famiglia ed al
lavoro ci si rende conto delle
notevoli potenzialità della
zona, tanto più che l‟ottimo
controllo del territorio da
parte delle forze dell‟ordine
ha impedito la presenza di
una criminalità organizzata.
Concetto ripreso in seguito
dal Procuratore Guerriero il
quale ha sottolineato come, in
una Regione contaminata
dalla camorra, l‟Alta Irpinia
si conservi socialmente sana
per il senso di responsabilità
degli abitanti, per la diffusa
etica del dovere, per la
vivacità delle intelligenze.
Il Presidente Salvatore
ha ringraziato l‟Ammini-
strazione Comunale per il
segno di stima manifestatogli
in così solenne contesto ed ha
ricordato come, pur
frequentando
prevalentemente S. Angelo,
abbia sempre ricordato con
nostalgia i suoi trascorsi
morresi.
Il Presidente Mancino
ha accennato allo sviluppo
socio-economico del dopo
terremoto, frutto anche
dell‟impegno della locale
classe politica; ha quindi
evidenziato come, per evitare
pesanti penalizzazioni per
11
alcune Regioni, il federalismo
richieda una Pubblica
Amministrazione efficiente in
maniera omogenea su tutto il
territorio italiano: monito sia
alla realtà campana sia alle
affrettate riforme.
Il Ministro Rotondi,
traendo spunto dai compiti
spettanti alle alte cariche
dello Stato, ha lamentato la
tendenza ad invertire alcuni
ruoli citando come esempio la
magistratura, che pur nella
sua indipendenza dovrebbe
preoccuparsi di far rispettare
le leggi e non di giudicare e
suggerire le strategie del
legislatore, e la stampa, che
dovrebbe aggiornare i lettori
su ciò che la politica ha deciso
e non proporre e promuovere
ciò che la politica deve fare.
L‟on. Bianco ha
tracciato un profilo della
brillante carriera di Paolo
Salvatore ed ha concluso il
suo intervento invitando il
Ministro Rotondi a favorire,
quando sono in gioco
provvedimenti significativi
come le modifiche
costituzionali, più ampie
convergenze o almeno un
maggior coinvolgimento delle
parti interessate.
L‟on. Gargani ha
evidenziato che l‟immunità
parlamentare era stata
prevista nella nostra
Costituzione per garantire un
giusto equilibrio tra politica e
magistratura, oggi
evidentemente compromesso.
Si è poi commosso nel
ricordare i trascorsi giovanili
che lo legano al Presidente
Salvatore. Gli interventi sono
stati coordinati dall‟ing.
Celestino Grassi il quale ha
sottolineato come la
manifestazione fosse al tempo
stesso testimonianza del
naturale e lodevole legame
verso le proprie radici e
dell‟orgoglio con cui le nostre
comunità rendono omaggio ai
propri figli migliori.
Al termine della
cerimonia alcuni valenti
attori hanno allietato il
pubblico con canzoni e versi
della tradizione napoletana
(Viviani, Di Giacomo,
Totò…). Verso le 19,30 è stata
organizzata una visita guidata
all‟acropoli ed al castello di
Morra, ormai completamente
ricostruito e reso
particolarmente suggestivo
dall‟illuminazione notturna.
Guida d‟eccezione lo stesso
Celestino Grassi. La giornata
si è conclusa con un
ricevimento nella
settecentesca dimora del prof.
Roberto Grassi,
sapientemente restaurata,
dove alla spettacolare
scenografia si è unita una
gustosa rassegna delle locali
specialità enogastronomiche.
(alcune foto dell‟avvenimento, che mi ha inviato il sindaco, le troverete alla pagina delle foto.
Poiché ora sono a colori, per non consumare troppo toner disperso in diverse pagine, le foto le
metto tutte insieme in pagine separate. Tutte le foto le trovate alla mia pagina WEB http://www.webalice.it/neuhofen. Cliccate sul tasto foto e poi sulla foto che volete vedere. Si
aprirà un altro sito con le rispettive foto).
~ N O T I Z I A R I O M O R R E S E ~
di Davide Di Pietro l Presidente del Consiglio di Stato
cittadino morrese l 28 dicembre u.s.,
presso il Centro Polifunzionale,
l‟Amministrazione Comunale di Morra
ha conferito la cittadinanza onoraria al dott.
Paolo Salvatore, Presidente del Consiglio di
Stato, di origine morrese. Infatti i suoi
bisnonni erano morresi e lui è nato nella
vicina S. Angelo dei Lombardi. Tante le
personalità presenti: il sindaco di Morra dott.
Gerardo Capozza, il Ministro per
l‟Attuazione del Programma On. Gianfranco
Rotondi, il Vice Presidente del C.S.M. On.
Nicola Mancino, il presidente del progetto
“Sud-Europa” On. Giuseppe Gargani, il
presidente dell‟A.N.I.M.I. (Associazione
Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno
d‟Italia) On. Gerardo Bianco, il procuratore
della Repubblica di Sant‟Angelo dei
Lombardi dott. Antonio Guerriero.
Moderatore dell‟incontro è stato l‟ing.
Celestino Grassi.
I temi affrontati nel corso del convegno sono
stati tanti, dalla questione del Mezzogiorno
alla legalità, dal problema dei giovani al ruolo
dello Stato. Ognuno ha dato il proprio
contributo per celebrare una persona irpina -
come d‟altronde tutte quelle presenti
all‟evento - che ha saputo farsi strada nella
vita rendendo onore a questa terra tanto
I
12
apprezzata ma altrettanto tanto martoriata. A
tal proposito l‟On. Mancino, oggi Vice
Presidente del C.S.M., ha ricordato con
orgoglio e con un velo di malinconia il periodo
storico in cui i sette politici irpini (Bianco, De
Mita, De Vito, Gargani, Maccanico, Mancino
e Sullo), sebbene avessero intrapreso
aspirazioni politiche diverse anche sotto lo
stesso partito, erano il riferimento di tutta la
politica italiana. Anche il Ministro Rotondi ha
ricordato momenti della sua gioventù quando,
insieme ai suoi amici tra cui Gerardo
Capozza, si trascorrevano intere giornate ad
ascoltare i loro maestri di vita e di politica.
Ugualmente il dott. Salvatore ha riportato
ricordi della sua infanzia trascorsa nei paesi
irpini, Morra compresa. Il suo attaccamento
alla nostra terra lo ha rivelato proprio
portando con sé il suo primogenito Domenico,
che porta il nome del suo bisnonno morrese.
Anche l‟On. Gargani ha fatto un excursus
della sua infanzia, ricordando i giochi e i
momenti che ha trascorso a Morra con il suo
coetaneo Paolo da oggi cittadino morrese.
Gargani, commosso, ha evidenziato la figura
del Presidente del Consiglio di Stato sia come
uomo che come magistrato, ponendo un
accento particolare su quest‟ultimo e
sottolineando come Paolo Salvatore «sia
l'esempio di come un magistrato possa e
debba essere indipendente. Oggi lo scontro
politico trascura il bene comune e per questa
ragione manca un equilibrio tra giustizia e
società». Collegandosi a questo tema il
procuratore della Repubblica di Sant‟Angelo
dei Lombardi dott. Antonio Guerriero ha
sottolineato che «i giovani hanno bisogno di
modelli positivi e di esempi come Paolo
Salvatore e come le personalità di primo
piano qui presenti figlie di questa terra ».
L‟On. Bianco ha riportato storia
professionale del dott. Salvatore, da
consigliere di Stato nel 1971 fino a presidente
del Consiglio di Stato dall‟ottobre del 2007.
Infine, il sindaco di Morra Gerardo Capozza,
nel consegnare la pergamena al neo-cittadino
morrese, ha dichiarato di aver ritrovato «un
altro figlio illustre dell'Irpinia, di un paese
che ha voglia di crescere e che vuole giungere
a quella svolta auspicata sin dal post-
terremoto, una svolta che oggi può essere
realizzata solo se saremo capaci di
promuovere questo territorio a livello
nazionale ed internazionale. Questa è una
terra di gente laboriosa, di giovani eccellenti,
e se accanto a questo riusciamo ad inserire il
turismo, la salvaguardia dell‟ambiente e la
ricerca scientifica legata a nicchie
d'eccellenza, riusciremo a creare quel mix per
creare sviluppo e stabilità economica».
Aperto al pubblico il rinato castello Biondi-Morra n occasione della manifestazione di
conferimento della cittadinanza onoraria
al dott. Paolo Salvatore,
l‟Amministrazione Comunale di Morra
ha aperto al pubblico, sebbene per soli tre
giorni, il “rinato” castello Biondi-Morra.
Edificato nel IX secolo, esso fu ricostruito in
epoca normanna e poi nel XVI secolo,
quando venne trasformato in residenza
gentilizia. Oggi l‟edificio, duramente
disastrato dal sisma del 1980, è stato
meticolosamente restaurato e riportato agli
antichi splendori. Ma per poterne gustare
appieno la sua magnifica architettura è
necessario attendere ancora qualche mese
per l‟ultimazione di alcuni lavori di rifinitura.
L‟inaugurazione vera e propria è attesa per
la prossima estate e da quel momento sarà
possibile fruire degli spazi e dei locali
recuperati per eventi ed attività.
Speriamo che la struttura potrà essere
destinata ad iniziative turistico-culturali tali
da farla diventare uno strumento per il
rilancio economico e turistico del nostro
paese. Allo stesso momento, però, sarà
necessario creare quel team, adeguatamente
formato e supportato, che possa diventare il
soggetto organizzatore e gestore delle
iniziative che permetteranno di valorizzare e
promuovere un territorio finora ancora quasi
completamente sconosciuto ed
incontaminato.
La E.M.A. di Morra diventa completamente inglese ‟azienda E.M.A., Europea
Microfusioni Aeronautiche S.p.A., di
Morra De Sanctis, specializzata nella
produzione di fusioni di precisione per
motori aeroindustriali realizzati con la
tecnica della “cera persa”, è stata
I
L
13
completamente acquistata dal colosso
britannico Rolls-Royce. L‟azienda inglese,
già proprietaria del 51% delle azioni, ha
acquisito l‟altro 49% dalla holding
Finmeccanica, gruppo italiano attivo nella
difesa e nell'aerospazio. La E.M.A. sorse
proprio grazie all‟accordo tra le due grandi
società le quali decisero di fondare una S.p.A.
portando, ognuna, risorse e tecnologie
proprie. La Rolls-Royce ha sempre curato e
seguito, soprattutto nei primissimi anni di
attività dell‟azienda morrese, la formazione
del personale e l‟intera catena produttiva.
Successivamente, con la formazione del
personale locale, ha lentamente passato le
consegne ai dirigenti italiani che hanno preso
in carico lo stabilimento.
L‟azienda si distingue dalle altre della zona
sia per il livello di tecnologia utilizzato nei
sistemi di produzione e sia per la gestione
altamente professionale della stessa. Durante
una conferenza stampa il Presidente della
Rolls- Royce Italia Giuseppe Ciongoli ha
affermato che «nel corso degli ultimi anni
E.M.A. è diventata una società tecnologica
importante a livello mondiale». Non a caso i
principali clienti di E.M.A. sono la stessa
Rolls-Royce e Ansaldo Energia: per Ansaldo
realizza da tre anni pale per grandi turbine
mentre produce palette per turbine Rolls-
Royce sin dall'apertura dello stabilimento.
L‟azienda britannica costruisce i motori dei
più importanti aerei civili e militari, e quelli
equipaggiati con motori con palette costruite
a Morra comprendono i nuovi Boeing 787
Dreamliner e gli Airbus A380 nonché i
Boeing 757, 767 e 747, gli aerei executive
Gulfstream, l'Eurofighter e vari altri aerei
militari ed elicotteri. Oggi all‟E.M.A. sono
impiegate 390 persone, molte delle quali
morresi ed altirpine; in questa difficile fase
economica, caratterizzata da licenziamenti di
massa e cassa integrazione, l‟azienda non
solo ha garantito il posto di lavoro ai propri
dipendenti, ma ha altresì confermato tutti i
lavoratori interinali finora assunti. Speriamo
ora che tutti i dipendenti sappiano fruttare
appieno l‟opportunità di lavorare in
un‟azienda tecnologicamente avanzata ed
esclusiva, dimostrando che non è sempre
vero che il Meridione si distingue per le sue
negatività, ma, anzi, che la loro preparazione,
serietà e tenacia contribuiscono a
raggiungere pregevoli traguardi ed
importanti successi aziendali e personali.
Dopo il sito web la Pro loco presenta il calendario 2010 Al fine di informare sulle iniziative
programmate a breve e medio termine e su
notizie del nostro territorio, poco prima di
Natale la Pro loco “Morra De Sanctis” ha
aperto un sito web
(http://prolocomorra.altervista.org) curato da
Rocco Di Paola. Lo spazio, in continuo
ampliamento, offre al visitatore una serie di
sezioni che vengono frequentemente
aggiornate.
Inoltre ad inizio gennaio, come l‟anno scorso,
ha inaugurato il nuovo anno presentando il
calendario 2010. Il tema raffigurato è l‟acqua,
con le sorgenti e i torrenti ricadenti nel
territorio morrese. Sono state rappresentate
le fontane delle Terre del Sacramento, di
Varnicola, della Profìca, delle Fontanèlle, il
lago in località Varnicola e il torrente Isca.
Alcune delle informazioni presenti sono state
tratte dal libro “Studi e ricerche storiche su
Morra nel Settecento” di Celestino Grassi.
La pubblicazione, curata dal presidente
Francesco Pennella, è stata realizzata da
Davide Di Pietro e le foto sono state scattate
da Antonio Giugliano. Chiunque volesse
acquistarlo può rivolgersi a Francesco
Pennella, Antonio Pelosi, Rosa Covino,
Davide Di Pietro, Antonio Braccia, Antonio
Giugliano o Michele Rainone oppure può
prenotarlo mandando una e-mail
all‟indirizzo [email protected]
14
Testata Corriere dell’Irpinia
Intestazione Eventi – Alta Irpinia
Data 29 dicembre 2009
Pagina: 19
«Rilanciare il territorio Irpinia» Gli onori al presidente del Consiglio di Stato, il dibattito con Mancino, Gargani, Rotondi, Bianco
Il messaggio che emerge in occasione della cerimonia per la cittadinanza onoraria a Paolo Salvatore
| FRANCO LAMANNA MORRA DE SANCTIS • "Questo riconoscimento ha
per me un sapore tutto particolare, un
riconoscimento caro soprattutto per l'orgoglio di
essere un prodotto dell'Ipinia': così il presidente
del consiglio di Stato Paolo Salvatore ha esordito
alla consegna della pergamena di conferimento
della cittadinanza onoraria da parte
dell'amministrazione comunale di Morra De
Sanctis. Salvatore, nato a S .Angelo dei Lombardi
ma di origine morrese, si è laurealo in
giurisprudenza all'università di Roma. E' stato
consigliere di Stato dal 1971 e presidente di
sezione dal 1981. Nd 1967 è stato giudice alla
Corte dei Conti per poi passare l'anno successivo
al Consiglio di Stato Salvatore è stato anche
funzionario della camera prefettizia, distaccato
presso la Corte Costituzionale, Tra il 1972 e il
1976 ha ricoperto l'incarico di giudice presso il
tribunale superiore delle- acque pubbliche mentre
nel 1985 è diventato presidente della Commissione
tributaria centrale.
Nella sua carriera, il neo presidente dei Consiglio
di Stato ha ricoperto anche alcuni incarichi presso
diversi ministeri: nel 1969 è stato capo di
gabinetto al Ministero delle Partecipazioni statali,
l'anno successivo è stato capo dell‟ufficio
legislativo alle Poste, nel 1973 capo di gabinetto al
Ministero del Bilancio e successivamente, nel
1992, capo di gabinetto del Ministero
dell'Industria- Questa la lista degli incarichi
istituzionale del presidente Salvatore che l'On.
Gerardo Bianco, presente alla cerimonia insieme
a Sen Nicola Mancino, al ministro Gianfranco
Rotondi, all'on. Giuseppe Gargani al procuratore
della repubblica di S. Angelo dei Lombardi
Antonio Guerriero e al Sindaco Gerardo Capozza,
ha voluto ricordare non tato per adulazione ma
per spirito di appartenenza al territorio irpino, un
territorio dove è forte il valore della famiglia e
come ha aggiunto lo stesso Salvatore un territorio
con un un DNA particolare pieno di potenzialità
in termini di bene comune e associazionismo. La
cerimonia moderata da Celestino Grassi è stata
però l'occasione per discutere di sviluppo del
territorio e rapporti politica giustizia.
Ad aprire il dibattito il Sindaco Gerardo Capozza
ha tenuto a sottolineare come il territorio irpino
non può essere additato solo per gli sprechi del
post terremoto; ha ricordato che nell'area
industriale di Morra aziende farmaceutiche
hanno deciso di delocalizzare i loro stabilimenti
impiegando manodopera locale e che importanti
aziende nazionali hanno evidenziato che nel
territorio altoirpino non c'è criminalità
organizzata ma invece un ottimo controllo del
territorio da parte delle forze dell'ordine che fa
dello stesso un buon presupposto por lo sviluppo
economico e sociale del territorio.
Lo stesso concetto è emerso dall'intervento del
procuratore Guerriero il quale ha sottolineato tra
l'altro che dopa circa 30 anni di servizio in zone di
camorra e criminalità organizzata considera
quello altirpino un territorio economicamente
non malato ma integro per il senso di
responsabilità della popolazione per l'etica del
dovere e per le intelligenze umane. Di diverso
spessore l'intervento del Sen Nicola Mancino il
quale, ricordando che uno sviluppo del territorio
si è avuto eccome dal dopo terremoto, ha posto
l‟accento sulla "vivacità" del diritto
amministrativo, omaggiando in tal modo l'amico
Salvatore, e quindi della funzione fondamentale
del Consiglio di Stato come umile servitore dello
Stato: inoltre rivolgendosi al Ministro Rotondi ha
messo in guardia il Governo sulla politica del
federalismo fiscale e quindi sulla necessità di
evitare di discutere dì diversità territoriali tra
nord e sud almeno fino a quando non si ha una
MORRA DE SANCTIS
15
pubblica amministrazione efficiente in tutto il
territorio italiano. Il Ministro Rotondi ha
sottolineata da parte sua la patologia politica-
giustizia e il rapporto inverso che sì t creato tra
stampa e politica; da un lato ha evidenziato come
oggi sia necessario un ritorno all'immunità
parlamentare necessaria per garantire il diritto
della politica a legiferare: e dall'altro la necessità
dì aprire la stagione per una nuova assemblea
costituente che poni avanti le riforme senza
coinvolgere il parlamento nella sua interezza;
dello stesso avviso l‟on. Gargani secondo il quale
oggi il potere giudiziario ha abbandonato la sua
funzione di servizio al cittadino e quindi si rende
necessaria sia l'immunità parlamentare sia la
modifica costituzionale nell'interesse della
concordia istituzionale è del bene comune.
La cerimonia si è conclusa con la visita guidata al
Castello di Morra De Sanctis il cui restauro da
parte dell'amministrazione comunale è in fase di
ultimazione e che in attesa dell'inaugurazione
definitiva ha aperto le porte per far ammirare le
parti già restaurate dell'antica dimora dei principi
Biondi-Morra. Vedi Foto a Pagina 21.
Carissimi e con grande dolore di annunciarvi la morte di Antonio Mariani il padre di Angelo Mariani il
nostro caro membro piu' anziano della Societa' Di San Rocco di Morra Sanctis in USA. Il Presidente Salvatore
Di Pietro
A Giovannina Rossi e famiglia condoglianze da me, Rosa, Toni e Jolanda per la morte della madre Vincenzina.
A Giuseppina Di Pietro e famiglia condoglianze dalla Sezione AME di Basilea e da me in particolare.
La sezione Ame di Zurigo si unisce al dolore delle famiglie e parenti dello scomparso Di Pietro Michele,
porgendo le più sentite condoglianze a tutti e al segretario Carino Michele e famiglia. Condoglianze a Giuseppe
Covino per la morte della sorella Nicolina dall‟AME di Basilea.
SONO VENUTI A MANCARE ALL‟AFFETTO DEI
LORO CARI STRAZZA CARMINA; ZUCCARDI
MARIA; ZUCCARDI ANGELO (DECEDUTO A
MODENA); MARIANI MARIA FELICIA; DI
PIETRO MARIA ADRIANA; SEPE LUISA VED.
LUCIDO (DECEDUTA A S. ANGELO); SPERDUTO
DONATO ANGELO (DECEDUTO AD
ANDRETTA); COVINO MARIA NICOLINA;
SALVADORI BRUNA VED. PIGNATARO;
CAPOZZA PIETRO; ARIANO VINCENZINA VED.
ROSSI; DI PIETRO ANGELO; PETRIELLO
GAETANA IN CELETTI; DI PIETRO MICHELE;
BUSCETTO DONATO GRÄNICHEN, CAPOZZA
ANGELO, MORRA; ANTONIO MARIANI USA.
LE NOSTRE PIÙ SINCERE CONDOGLIANZE A
TUTTI I CONGIUNTI
16
FOTO DELLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO SULLA SOMMOSSA A MORRA
L'intervento del sindaco dr. Capozza Il prof. On. Gerardo Bianco il dr. Angelo Gargani
L'intervento dell'On. avv. Giuseppe Gargani Il dr. Rocco Di Santo L'autore Gerardo Di Pietro
Il panorama di Morra finalmente al completo con chiesa e castello. Ora per favore togliete i pali della luce nel paese
Auguri a Camillo Marra e signora per la nascita di Raffaele. Auguri anche ai nonni Marietta e Mario e allo zio Peppe
17
IMMAGINI DAL NOTIZIARIO MORRESE DI DAVIDE DI PIETRO
Queste tre foto sopra si riferisco all‟articolo seguente
a sinistra: Queste erano re Scale de Lu Cavutu quando sopra non c'era il muretto e la gente andava in chiesa per queste scale, meno ripide delle altre.
Queste, invece, sono re scale de lu Tautu, che qualcuno ribattezzò de lu cavutu quando chiusero il passaggio dell’omonima strada. Una furbata, per non far vedere che per scopi privati avevano chiuso una strada del demanio comunale. Per il popolo sono rimaste sempre Re Grade de lu Tautu. (le foto sono di Davide Di Pietro)
Il dott. Paolo Salvatore Presidente del Consiglio di Stato
Una pagina del calendario della Pro Loco
I loghi delle due società
Le frecce indicano le due scalinate
18
SCALE DE LU CAUTU O SCALE DE LU TAUTU? (vedi foto alla pagina precedente)
Negli ultimi tempi è sorta una disputa sulla
denominazione di quelle scale che salgono dalla
piazza verso la chiesa, tra il palazzo Molinari e la
casa De Gregorio.
Secondo la tradizione popolare quelle scale portano
il nome di “Scale o Grade de lu taùtu”, secondo
quello che è scritto sul Comune sono “Scale de lu
Cavùtu”.
La questione è affiorata, se pure in modo marginale,
quando durante la presentazione del mio libro sulla
sommossa morrese, il relatore Prof. Gerardo Bianco
si chiedeva che cosa fosse “lu taùtu”.
L‟imput l‟aveva forse ricevuto, precedentemente da
un morrese, che, essendo nato e vissuto nel quartiere
San Rocco, non può certo vantare il privilegio di
saperne di più sulla toponomastica della parte
superiore di Morra di quelli nati in piazza.
Una volta per sempre: quelle scale sono “Re Grade
de lu tautu”, chi è vissuto in piazza ha imparato
questo nome da suo padre, e dai suoi nonni, perché è
stato sempre così. “Taùtu”, cassa da morto, bara, è
di etimologia araba. Si pensa che a Napoli l‟abbiano
portata gli spagnoli, che dicono “Ataút”; altri dicono
che deriva dal greco. Prima di tutto a Morra il buco
non si chiama “Cavùtu” ma “purtusu” (Caùtu è la
denominazione guardiese del buco), in secondo luogo
re “Grade de lu Cavùtu” c‟erano veramente, ma non
erano quelle che sono scritte ora sul comune; le
“Grade de lu Cavùtu erano in tempi antichi quelle
che salgono tra la casa di Ferdinando Mignone e la
casa che è ora di Pietro Forgione. Quelle scale erano
aperte alla sommità e non chiuse come oggi, e si
poteva accedere dalla piazza alla strada superiore
che porta alla chiesa.
Questo ci viene tramandato dalle persone anziane e
anche don Mimì Donatelli mi disse che sua madre si
recava in Chiesa salendo per quelle scale de lu
“Cavùtu”.
Rimane il fatto che veramente sul Comune di Morra
re Grade de lu Tavùtu sono registrate ora sotto il
nome de scale de lu Cavùtu.
Ha ragione la tradizione popolare o le carte sul
Comune?
Eccovi la prova inconfutabile di quali
erano veramente”re Grade de Lu Cavùtu”
scritta il 3 marzo 1921da Eugenio Giliberti,
avvocato, nell‟arringa per la difesa degli
imputati per il delitto dell‟Arciprete
Gerardo De Paula avvenuto nel 1917:
[…]Né un qualche spiraglio di luce viene
aperto dalla deposizione resa dal 16nne
calzolaio Strazza Rocco, 5 giorni dopo
l’avvenimento, che verso le ore 11 o 11 ½ di
quella sera del due, nel passare per una via,
in cui imbocca un vicoletto a gradoni, di
comunicazione con la via principale, attigua
alla casa dei fratelli Alfonso e Federico De
Paula, avrebbe visto nell’attimo in cui per
combinazione, come lui dice, volse lo sguardo
in quel vicolo, degli individui fuggire sulla
via sovrastante ed uno di essi indossava una
giacca «quasi bianca o meglio bianca»,
poiché questo vicolo detto «cavuto» imbocca
presso ingressi delle case dei fratelli De
Paula e nulla di strano che poté vedervi
proprio il Nicola (che indossava in quella
sera una giacca bianca) e nelle dette ore
passò pria e dopo cena dall’una all’altra
casa. […] Come vedete “re Grade de lu
Cavùtu” nel 1917 erano tra le due case De
Paula, cioè tra la casa che ora è della
buonanima del Dr. Rocco Pagnotta e quella
del compianto don Giovanni De Paula.
Punto e basta. Continuare a negare
l‟evidenza, dopo questa testimonianza del
1917, è da cocciuti, e non si fa certo una
bella figura. Prima le scale tra la casa di Alfonso Mignone e
quella di Pietro Forgione erano aperte e si poteva
accedere dalla piazza alla strada superiore che va
alla Chiesa Madre. Profittando della benevolenza di
qualche sindaco amico, qualcuno di quelli che
avevano l‟uscita della loro casa in quella strada, la
fece chiudere alla sommità, così le scale diventarono
semi private, visto che nessuno ci saliva più, perché
l‟accesso alla via superiore era stato chiuso. Sul
Comune, però, c‟erano ancora le “Scale de lu
Cavùtu” e non si poteva eliminare il nome dalla
carta topografica. La cosa fu facile; il nome di quelle
scale de lu Cavùtu” fu semplicemente spostato alle
“Scale de lu Tavùtu”, che da quel momento furono
ribattezzate scale de lu Cavùtu e rimasero così scritte
sulla carta del Comune. La tradizione popolare,
però, che non guardava la carta sul Comune, ma si
basava su quello che avevano tramandato i nostri
antenati, continuarono a chiamarle “Grade de lu
Tavùtu oTaùtu, così come era sempre stato il loro
nome originale.
Re grade de lu Taùtu non sono tra le
case dei De Paula, dove le poneva
l‟avvocato, ma tra il palazzo Molinari e casa
De Paula.
Noi sappiamo solamente che esistevano
tutte e due che ora una di quelle scale,
chiamate Cavutu chiusa alla sommità non
ha più un nome, e le scale de lu Tavutu sono
state ribattezzate sul Comune “Scale de lu
Cavutu” mentre si chiamano in verità de lu
Tavùtu. Quindi, credo ora, con la
pubblicazione di questo stralcio della difesa
19
dei fratelli De Paula, di aver convinto anche
i più ostinati sella vera ubicazione della
scala “De Lu Cavutu”, e conseguentemente
sul vero nome dell‟altra presso casa
Molinari di “Scale de lu Tautu”. Poi, perché quelle si chiamano “Grade de lu Taùtu”,
che in morrese significa cassa da morto, bara, avrei
un‟ipotesi: Prima a Morra c‟erano le Confraternite,
che accompagnavano le processioni e anche i
funerali: “lu Taùtu”. Don Mimì mi diceva che il
Priore della Confraternita era Giuseppe Scudieri.
Questa confraternita aveva la sua chiesetta, che era
quella della Congregazione. In questa antica chiesa
abbattuta dopo il terremoto, c‟erano “gli scanni di
legno” messi a gradini addossati alla parete, a file
una sull‟altra, come le scale di un anfiteatro, dove
sedevano i fratelli della Confraternita e dove noi ci
recavamo al catechismo. Forse, quando si portava in
chiesa “lu taùtu” i fratelli della Confraternita si
fermavano prima per una breve cerimonia funebre
nella chiesetta della Congregazione, che era la
Chiesa della Confraternita. Poiché la chiesa della
Congregazione dove portavano la bara si trovava
proprio sulla sommità di quelle scale accanto a casa
Molinari, furono denominate dal popolo “Grade de
lu Taùtu” e sono rimaste con questo nome fino ad
oggi. Se non mi credete chiedete ad Eduardo
Capozza, a Emilio Mariani, a altri della stessa età
mia o più anziani che sono cresciuti in piazza e vi
diranno la stessa cosa, che si chiamano “Grade de lu
Taùtu” e non “grade del lu Cavùtu”. Leggete qui
appresso la lettera che mi ha mandato Pierino da
Napoli. Purtroppo don Mimì è morto e non posso
fargli scrivere la sua testimonianza che mi raccontò
una volta quando passeggiavo con lui in piazza
Gerardo Di Pietro
(la lettera di Pierino)
Gerardo carissimo,
come ti avevo promesso, ho messo su qualcosa.
Inizierò a scrivere qualcosa di una Morra che non
esiste più, ed esiste soltanto nei ricordi.
Come nelle favole c’era una volta zia Rituccia (ossia
Margherita Consolazio sorella della nonna Gennarina
Consolazio, che io non ho mai conosciuto).
Zia Rituccia era molto vecchia, quando avevo 7 – 8
anni, e mi raccontava tante cose e tra le cose che
raccontava mi diceva che esistevano “Re grade de lu
Cavutu e Re Grade de lu Tautu”, bei ricordi della sua
gioventù.
“Re Grade de lu Cavutu” erano situate di fronte
all’attuale mia abitazione.
“Re grade de lu Tautu sono quelle che attualmente ci
sono, e le altre, ossia quelle “de lu Cavutu” furono
chiuse da qualche famiglia potente di Morra, per loro
comodità.
Un Caro abbraccio Pierino
Come vedete in antico era così, quindi finiamola di
cambiare i toponimi di Morra. In quei tempi noi
ragazzi vivevamo praticamente sulla strada, dopo
l‟orario scolastico, e conoscevamo tutti “li cafuocchi”
(angoli più reconditi di Morra). C‟era poi una specie
di guerra di quartiere tra “sanderuccari e tiglisi”, e
se un ragazzo di un quartiere si azzardava a recarsi
nell‟altro senza un motivo giustificato, come
comprare qualcosa in un negozio, o per motivi di
lavoro, gli piombavano addosso i ragazzi di quel
quartiere ed erano botte da orbi.
GERARDO DI PIETRO
SE MI PERMETTO DI FARE QUALCHE PROPOSTA
ALL‟AMMINISTRAZIONE COMUNALE È SEMPRE
NELL‟INTERESSE DI MORRA
uesta Gazzetta l‟ho creata
per tutti gli emigrati
morresi, di tutte le idee
politiche e quindi non può mai
essere un organo di parte. Per
questo motivo io scrivo il
comportamento dell‟attuale
Amministrazione comunale,
quando me lo comunicano, ma
non posso dimenticare di portare
a conoscenza dei nostri lettori le
proposte e le critiche dell‟attuale
minoranza.
La lunga esperienza che ormai ho
nella redazione di questo
giornale, che certamente ha i suoi
pregi ormai riconosciuti da tutti,
morresi emigrati e residenti, mi
permette di avanzare proposte e
anche critiche personali, che non
sono dirette a mettere in primo
piano la mia persona, come
qualcuno crede e neanche per
danneggiare una parte politica,
ma vanno in direzione di un
ammodernamento vero del nostro
paese. Quest‟ammodernamento
non passa solo attraverso la
sontuosità degli edifici ricostruiti,
dell‟agiatezza di alcuni e della
legittima aspirazione di altri che
non hanno avuto la fortuna di
trovare un lavoro stabile e sono
costretti a stringere la cintola, ma
attraverso la dotazione al paese di
servizi sempre più moderni e
sempre più efficienti.
La Gazzetta ha superato indenne
ben cinque sindaci differenti, i
quali hanno capito l‟importanza
del giornale e hanno sorvolato
elegantemente su alcune mie
critiche, ben sapendo che le
facevo a fin di bene. È risaputo
dai nostri lettori da quanti anni
mi sono battuto presso ormai tre
legislazioni amministrative
diverse affinché a Morra si
eliminasse il vecchio metodo di
tumulazione delle salme nei loculi
del cimitero con una traballante
impalcatura.
Non ero stato mai ascoltato.
L‟amministrazione di Rocco Di
Santo per ben otto anni non ne
tenne conto. Rocco sa quanto lo
stimo, però, è innegabile che
Gerardo Capozza sta realizzando
proprio quelle cose che io avevo
proposto e che, naturalmente, lui
trova sia giusto realizzare. Quindi
non chi parla e dice, ma poi non
ascolta quello che si dice, ma colui
Q
20
che dice e che fa è il più
affidabile. Appena insediata la
prima Amministrazione Capozza,
furono piazzati gli specchi a
diversi incroci stradali pericolosi,
l‟avevo suggerito, tra l‟altro,
anche io. Successivamente
Gerardo dichiarò strada a senso
unico quel pezzo di strada che da
Via Roma va a Via Dietro Corte.
La cosa era illogica, perché per
salvaguardare l‟incolumità di un
bambino, che viene a Morra
solamente qualche volta, si
limitava in modo permanente la
circolazione di tutti i cittadini.
Per giunta quella casa di solito
rimane chiusa per buona parte
dell‟anno. Il senso unico, poi, era
dalla parte sbagliata, cioè da
quella che passa accanto alla casa
in questione, ma non dalla parte
di fronte, quindi se il bambino
fosse saltato improvvisamente
fuori dalla porta, un auto
l‟avrebbe comunque investito .
Protestai diverse volte, fino a
quando Gerardo abolì il senso
unico e fece mettere quella
striscia di gomma per terra che
invita a moderare la velocità in
quel punto. Da anni dicevo di
rimettere sulla scalinata del
comune i passamani che c‟erano
prima del terremoto, affinché gli
anziani o invalidi potessero
aggrapparsi per salire e scendere
le scale. L‟Amministrazione
Rocco Di Santo non se lo fece
passare neanche per la testa,
Gerardo l‟ha fatto. Da anni
dicevo di mettere una lapide con i
nomi dei giovani morti durante
l‟ultima guerra, Rocco mi disse
una volta: - Qualcuno ha detto
pensi ancora a queste fesserie-,
cioè ricordare i giovani figli,
mariti, e padri morresi morti in
guerra sarebbe stata una fesseria.
Gerardo, invece, promise e mi ha
ripetuto che vuole farlo. Gli dissi
che la croce che gli emigrati
avevano messo su Montecalvario
era caduta e bisognava metterla
di nuovo e lo fece. Ora gli chiedo
di espropriare finalmente il
terreno sottostante al cimitero,
per allargarlo, perché la faccenda
va ormai avanti da anni e basta
solo un atto di esproprio per
risolvere la situazione. Spero che
voglia farlo il più presto possibile,
ormai non c‟è più un posto per
mettere i morti sottoterra. Lo
farà? Son sicuro che presto lo
farà. Quando quel terreno sarà
espropriato, dovrà fare in modo
che la gente che entra in futuro
nel nostro cimitero non si trovi
davanti a file di scaffali di
cemento. Se questi si vogliono
ancora costruire, si facciano in
fondo al cimitero e si lasci uno
spazio sufficiente di terreno
all‟ingresso per quelle persone
che vogliono essere sotterrate
dentro la terra, come si faceva
prima, così, entrando, si vedono
tombe coperte di fiori e non
barriere di cemento.
Continuando con i loculi di
cemento alla fine non ci sarà
posto per le generazioni future,
perché in quei loculi le salme
rimangono per cento anni e
quando i loculi sono tutti
occupati, bisogna sempre
costruirne dei nuovi e sottrarre
altro terreno a chi vuole essere
deposto nella madre terra.
Quando eravamo 3000 persone
tutti avevano posto, oggi ce ne
sono un migliaio e bisogna
allargare il cimitero. Nella terra si
rimane dieci anni, nel loculo
cento anni. Una curiosità: in
spagnolo il cimitero si chiama
“Cementerio”, sarà forse per
questo che cementiamo i nostri
defunti? Ho sempre detto
dicomprare un sollevatore delle
salme al cimitero, e l‟ha
comprato. Tutte queste cose che
io ho proposto vanno a beneficio
di Morra e dei cittadini morresi.
Pregai Gerardo Di Santo di
mettere il contenitore dell‟acqua
nel cimitero per evitare che le
donne dovessero portarla da
Morra per annaffiare i fiori e lui
mi accontentò. Avevo anche
suggerito di togliere il terreno che
copre il pavimento con i lastroni
di pietra nell‟antico cimitero
accanto alla chiesetta del
Purgatorio, dove c‟erano le
botole, un cancello e un muro di
cinta. Riscoprire quel cimitero è
un altro pezzo di storia morrese
che affiora. Là fu seppellita anche
la sorella del De Sanctis
Genevieve e la madre. Se
Gerardo riesce a farlo, dovrebbe
anche far costruire un muro di
cinta a metà altezza, come se fosse
diroccato, almeno da una parte,
non di cemento ma di pietre,
come si faceva prima e metter
una lapide che ricorda Genevieve
De Sanctis e Agnese Manzi. Nel
muro a sinistra quanto entri
c‟erano degli archi. Le ossa che
sono ancora nei cunicoli
sottoterra si potrebbero mettere
in quella stanza sotto la terrazza,
e nello spazio del vecchio cimitero
mettere i fiori e qualche
panchina. La chiesetta del
Purgatorio non è privata come
qualcuno crede, ma comunale.
Quell‟annoso tiglio stava per
morire perché screanzatamente
avevano tolto il terreno che
copriva le radici. Io andai a dire a
Gerardo Di Santo di far ricoprire
le radici, e lui fece costruire anche
un muretto da Emilio Natale. Chi
è venuto a casa mia sa che non ho
i muri tappezzati di scartoffie di
benemerenza, ma ha visto due
camere piene di macchine,
documenti e Gazzette che ho
scritto a beneficio dei morresi
emigrati e residenti in questi
ultimi ventotto anni, sacrificando
tutto questo tempo a beneficio del
mio paese e dei morresi emigrati.
Adesso ho comprato anche una
stampante laser a colori a mie
spese (1500 Fr.) per stampare le
foto sulla Gazzetta.
Questi meriti che io attribuisco a
Gerardo non vogliono sminuire
quelli acquisiti dal Dr. Di Santo
durante la sua amministrazione.
Lui ne ha avuti altri. Voglio solo
ricordare che il Di Santo ideò e
permise la fondazione del Centro
Ricreativo Culturale, che per otto
anni raccolse tanti ragazzi
morresi, allontanandoli dai
pericolo della strada, i quali,
unendo l‟utile al dilettevole, con
la rappresentazione delle
commedie dialettali ed altre
iniziative, furono artefici di
aggregazione dei cittadini
morresi, oltre che tramandare il
nostro dialetto ed antichi episodi.
Altri suoi meriti sono stati
ampiamente raccontati sulle
Gazzette di quegli anni. Qui parlo
solo di quelle mie proposte che
non realizzò e che Gerardo ha
fatto.
GERARDO DI PIETRO
21
LA SAGRA DEL BACCALÀ A BINNINGEN
Michele Carino ha pubblicato un filmino della sagra del baccalà su
You Tube al seguente indirizzo:
http://www.youtube.com/watch?v=IJwbdGWRMkI
In primo piano Simone Damiano Grippo di Ettingen, che gioca nella squadra del Brescia è stato capitano della squadra giovanile svizzera, ed ha giocato anche nel Chievo, con la mamma Franca, la sorella Morena e la nonna.
Uno scorcio della sala dove c'erano quasi 400 persone
Il tavolo con gli amici di Zurigo In cucina il Comitato AME di Basilea prepara il piatto morrese per eccellenza "Il Baccalà a la gualanégna"
La famiglia Di Stefano al completo: nipotini, figlio, moglie e nonni. Questo giovanotto morrese fu anni fa campione regionale di scacchi.
Rocco Ambrosecchia e signora, Gerardo Mariano e Enzo Gizzo
22
LE FOTO DELLA CERIMONIA „CITTADINANZA ONORARIA“
Nell’attesa degli ospiti illustri in primo piano I carabinieri in grande uniforme presidiano il Maresciallo dei Carabinieri di Morra Cav. Mantuano l'edificio polifunzionale
A
sinistra Gerardo Bianco al centro Peppino Gargani Il sindaco dott. Gerardo Capozza consegna la
cittadinanza onoraria a S. Ecc. Presidente del Consiglio Di Stato Paolo Salvatore
Il discorso di S. Ecc Paolo Salvatore
Il moderatore della cerimonia Celestino Grassi con Gerardo Bianco
L'On. Nicola Mancino S. Ecc. il Ministro G. Rotondi
23
MOLISE E NON CAMPANIA
di Celestino Grassi
l rilancio del federalismo
ha reso quanto mai
attuale un problema che
nelle aree interne della
Campania, pur essendo stato
sempre molto sentito, è stato
sistematicamente differito
nella sua soluzione. Il tema
che intendo riproporre si
riassume nei seguenti
termini: i tradizionali confini
regionali sono in linea con i
tempi? In particolare
rappresentano la soluzione
più razionale per quanti
abitano le province di
Avellino e Benevento?
L‟argomento è stato sollevato
da fonti qualificate sin dalla
nascita della Repubblica ma
negli ultimi tempi fasce
sempre più numerose di
cittadini pongono queste
domande a se stessi ed ai
propri rappresentanti
politici. In diversi paesi irpini
si ipotizzano addirittura
referendum popolari.
La mia personale opinione è
favorevole ad una modifica
dei confini regionali tra
Campania e Molise; ne
accenno molto brevemente le
motivazioni.
IL PASSATO
e province di Avellino
e Benevento hanno
caratteristiche
notevolmente diverse
dall‟hinterland napoletano.
Queste diversità, che hanno
la loro prima causa nella
geografia e nella storia, si
sono nel tempo radicate negli
usi, nei costumi,
nell‟economia per cui
l‟Irpinia ed il beneventano
sono oggi molto più
omogenei con il Molise che
con il mega-insediamento
dell‟area vesuviana. Già nell‟antichità classica si era
evidenziata questa frattura. Le
zone montuose interne costituivano
il cuore della federazione sannita
ed erano caratterizzate dal bosco e
dal pascolo, laddove le pianure
costiere e la Campania felix
guardavano al mare ed ai
commerci. Da una parte
civiltà e popolazioni
indigene, dall‟altra influenze
greca e mediterranea:
modelli sociali e stili di vita
completamente diversi.
Le differenze vengono
esaltate durante il periodo
longobardo che dura oltre
500 anni. Il ducato (poi
principato) di Benevento
comprende l‟Irpinia ed il
Molise e la matrice nordica
segna profondamente i
territori occupati mentre
Napoli, Amalfi e la fascia
costiera sono più legate a
Bisanzio ed all‟oriente
musulmano.
Le due aree consolidano
dialetti, abitudini, civiltà
diverse: persino la tipicità
fisica presenta forti
differenze. L‟antico Sannio,
riunito sotto il dominio
longobardo, ha abitanti
mediamente più alti e
massicci, di carnato chiaro,
di passo ed eloquio pacati. Il
napoletano è invece
tendenzialmente di statura
più piccola e di carnato più
scuro ma di carattere molto
vivace, fantasioso, loquace,
tipicamente mediterraneo.
Con la nascita del regno e
fino all‟unità d‟Italia, Napoli
vive , con l‟intero suo bacino
che va ormai da Caserta a
Salerno, il ruolo di grande
capitale: il territorio
accentua i suoi tratti
metropolitani. La sua
posizione privilegiata è resa
evidente dall‟architettura,
che con le regge, i palazzi, le
chiese dà immagine concreta
ai centri del potere
economico, politico e
culturale mentre con i
“bassi” ed i
“quartieri”preannuncia
peculiari problemi sociali. Ed
è proprio l‟architettura
sobria e modesta, ma
dignitosa anche quando
povera, della zona
appenninica un importante
segnale del solco che ormai
distingue le due comunità.
IL PRESENTE
Il precedente brevissimo
richiamo alla storia è
finalizzato alla comprensione
del presente e dell‟attuale
contesto socio-economico
irpino/beneventano. Si
guarda al passato per capire
il presente e definire meglio
le strategie e gli obiettivi
I
L
24
futuri.
Viviamo tempi nei quali è
molto importante
individuare coloro che,
avendo esigenze e
problematiche affini,
intendono percorrere, per
scelta o per necessità, la
stessa strada: non avrebbe
senso avere compagni di
viaggio che hanno fisico,
equipaggiamento ed
allenamento diversi e per di
più puntano ad una meta
diversa.
La provincia di Avellino,
come quella di Benevento,
come il Molise, ha vocazione
agricola e soprattutto
turistica; la sua principale
risorsa, ovvero il suo
patrimonio paesaggistico,
può essere salvaguardato ed
integrato solo con
l‟insediamento di piccole
industrie. Il suo modello di
sviluppo deve ispirarsi più
all‟Alto Adige che alla Ruhr
ed è completamente diverso
da quello ad alta densità
abitativa della costa
campana, più orientata al
commercio, ai servizi, alla
grande industria.
Tenere legate insieme due
realtà così diverse, visti i
rapporti numerici (le
province di Avellino e
Benevento contano circa
700.000 abitanti sui 5.700.000
della Campania), porterebbe
inevitabilmente ad una
continua mortificazione delle
necessità e delle aspirazioni
della minoranza, come già
verificatosi in più occasioni
(fondi del terremoto 1980,
ridisegno delle strutture
sanitarie pubbliche,
smaltimento dei rifiuti,
gestione delle sorgenti e delle
acque, criminalità
organizzata, ….).
IL FUTURO
e difficoltà dell‟attuale contesto
nazionale ed internazionale, le modalità
di finanziamento dei progetti da
individuare a livello locale, la puntigliosa
attenzione degli organismi europei, richiedono
la massima sinergia tra attori omogenei per
situazione di partenza ed obiettivi da
raggiungere. In un clima di alta competitività e
di scarsità di risorse ogni discrasia sarebbe
dannosa se non addirittura pericolosa.
Le convenzioni geografiche vanno rivisitate e, se
necessario, superate.
Nel caso delle province di Avellino e di
Benevento appare evidente, confrontando le
situazioni attuali e le prospettive future,
l‟opportunità di aggregazione alla Regione
Molise piuttosto che alla Regione Campania.
Questa necessità viene confermata dal
malessere che i cittadini hanno rappresentato e
rappresentano in misura crescente ai propri
sindaci. Malessere che trae origine dalle
strategie regionali che devono necessariamente
privilegiare la megalopoli costiera ed i suoi
enormi problemi.
Ovviamente, prima di concretizzare una
qualsiasi iniziativa a livello politico, è doveroso
verificare democraticamente la reale volontà
popolare: nasce da questa esigenza l‟idea di
ricorrere a specifici referendum sul territorio.
E‟ importante sottolineare che l‟aggregazione
delle province di Avellino e Benevento alla
Regione Molise non comporterebbe aumento né
del numero di Regioni né del numero di
Province. L‟organizzazione burocratica, nel suo
insieme, subirebbe modifiche minime:
l‟operazione comporterebbe costi irrisori.
In compenso le due nuove Regioni, Campania e
Molise, sarebbero entità più coese e
numericamente più equilibrate, ciascuna con
storia, civiltà e realtà più omogenee, ma
soprattutto con programmi e obiettivi ben
definiti per i quali lavorare.
Celestino Grassi
Aggiungo io che, anche se per le ragioni che espone Celestino i nostri paesi potrebbero essere annessi alla regione
Molise, d‟altro canto, il nostro dialetto si distingue molto da quello dell‟avellinese e del beneventano e si avvicina
più a quello lucano. Spesso ho letto articoli su un‟annessione dei nostri paesi alla Regione Basilicata, piuttosto
che al Molise, che è molto più lontano da noi, mentre siamo praticamente ai confini con la Basilicata. È certo,
però, che la Campania è bella, ma ci dà sempre un mucchio di grattacapi. Auguri a sua sorella Vanda, sindaco di
Montefalcione e moglie del dott. Eduardo De Paula, che si presenta candidata al Consiglio Regionale della
Campania.
(Gerardo Di Pietro)
LL
25
~ LA GAZZETTA NON PUÒ (E NON DEVE) MORIRE! ~ di Davide Di Pietro
uando qualche mese fa, parlando con
Gerardino Di Pietro, mi fu annunciata
l‟eventualità che la Gazzetta dei Morresi
Emigrati potesse essere definitivamente giunta
all‟epilogo, fui colto da incredulità e da un‟evidente
espressione di tristezza. Non riuscivo a comprendere
come, uno strumento che per quasi trent‟anni ha
riavvicinato tutti i morresi domiciliati nei luoghi più
disparati del pianeta, potesse volatilizzarsi da un
momento all‟altro. Tra me e me mi chiedevo quali
fossero state le reali motivazioni che avevano spinto
Gerardino, fondatore e da sempre redattore della
stessa, a non voler più continuare la sua meritoria
opera di divulgazione di notizie e cultura morresi,
augurandomi che tale scelta non fosse quella
definitiva. E a quanto pare - notizia di qualche
settimana fa - le mie speranze (e quelle di tanti altri)
non sono state vane: la Gazzetta continuerà ad esistere
grazie proprio alla tenacia del suo curatore, che la
continuerà a redigere, e alla buona volontà di alcuni
rappresentanti della Sezione di Basilea dell‟A.M.E., i
quali si impegneranno a produrne le copie necessarie
da distribuire a tutti gli abbonati.
Gerardino, definitivamente a Basilea, non voleva altro
che un po‟ di aiuto per la stampa, l‟impaginazione e la
spedizione delle numerosissime copie. Per di più, ha
sempre stimolato ed invitato i giovani, soprattutto i
figli dei morresi emigrati, ad interessarsi del proprio
paese di origine, a narrare storie e personaggi morresi
e a raccontare, a chi non vive a Morra, quanto di
interessante accade. La Gazzetta, nel corso degli anni,
è divenuta un vero sostegno dell‟A.M.E., un
fondamento che ha altresì contribuito alla
ricostruzione morale, sociale e materiale di Morra e
dei suoi abitanti in seguito al sisma del 1980,
trasformandosi subito in un veicolo per la
divulgazione della storia, della cultura e delle notizie
morresi. Non bisogna trascurare, tuttavia, la funzione
aggregativa rivestita nel corso di questi anni:
riprendendo le finalità dell‟Associazione dei Morresi
Emigrati che, sotto l‟insegna di Morra e delle sue
usanze e tradizioni, si propone di “riunire” in terra
straniera tutti i morresi che sono stati costretti ad
emigrare per motivi lavorativi, la Gazzetta dei
Morresi Emigrati mira a tenerli in contatto, ad
informarli ed aggiornarli su quanto avviene sia in
paese che nelle varie comunità di morresi sparsi per il
mondo. E proprio nell‟epoca dominata da internet e
dai telefonini, che permettono una comunicazione
immediata, questo periodico rappresenta la novità, la
semplicità nella complessità del mondo attuale, la
tradizione nella modernità. È necessario un ulteriore
maggiore coinvolgimento di tutti i morresi - emigrati e
non, soprattutto giovani - che dovrebbero collaborare
di più sia nella redazione che nella stampa e
distribuzione. Allo stesso modo anche l‟Associazione
stessa dovrebbe riprendere maggiormente le finalità
per cui è stata fondata, ponendo al centro delle attività
il morrese emigrato e favorendo, attraverso le
iniziative promosse, l‟aggregazione e lo stare insieme,
sebbene in terra straniera
DALLA TESI DI LAUREA DI FRANCESCO GRIPPO “SCUOLA E INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE
NEL CANTON TICINO”
(continuazione dalla Gazzetta precedente)
2. La scuola fransciniana: separazione dei poteri de jure ma non de facto. L‟ IR come tessuto
connettivo. La noncuranza dei poteri statali in materia di istruzione pubblica durò fino al 1830, anno in cui il Ticino ebbe la
sua prima vera riforma costituzionale accettata dal popolo il 4 luglio 1830.
Il potere spirituale, pur conscio del fatto che l'accettazione della nuova costituzione significava un
ridimensionamento del proprio prestigio, fu favorevole alla riforma. La nuova costituzione oltre a contenere
garanzie per la libertà di stampa sanciva il principio della separazione dei poteri: l'ecclesiastico e il civile e nello
stesso tempo al primo articolo contemplava: "La religione Cattolica Apostolica Romana è la religione del
Cantone"1
Per quel che concerne l'istruzione pubblica l'articolo 13 prevedeva che gli organi preposti si sarebbero impegnati
affinché il problema trovasse un'adeguata soluzione. Difatti il Consiglio di Stato, sotto l'ispirazione di Stefano
Franscini, considerato „il padre della popolare educazione‟2 presentò la prima vera legge sull'istruzione pubblica
che fu accettata dal Gran Consiglio il 10 giugno 18313.
1 A. TARCHINI, La Costituzione Cantonale del 4 luglio 1830. Grassi & Co., Bellinzona. 1931. pag 95.
2 Non tutti però sono d'accordo. Si risale a S. Carlo Borromeo che, preso possesso della diocesi di Milano (nelle diocesi
di Como e Milano erano comprese anche la terre del Ticino) nel settembre del 1565, dedicò le sue cure soprattutto
all'istruzione dalla gente più povera o più esposta ai soprusi dei dominatori (i baliaggi ticinesi erano, in questo periodo,
alla mercè dei cantoni confederati). Istituì infatti in tutte le le parrocchie delle Valli la scuola della Dottrina Cristiana,
ove si imparavano insieme al catechismo le prime nozioni dal leggere, dello scrivere e del far di conto. Pensò anche alla
istruzione superiore fondando nel 1584 il Collegio Pontificio di Ascona (in esecuzione del testamento dell‟asconese
Bartolomeo Papio morto nel 1580). La morte non gli permise di veder realizzata la fondazione del seminario di
Pollegio, toccherà poi a suo cugino, il cardinale Federico Borromeo, di portare a termine questo disegno.
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È da notare che con questa legge venivano considerate scuole pubbliche anche i collegi e i seminari diretti da
sacerdoti o da ordini religiosi. Non esistevano ancora le scuole secondarie istituite dallo Stato. Tutte 1e scuole
primarie e secondarie, comunali e private venivamo così poste sotto la direzione dello Stato che avocava a sé i1
diritto primo affidato ai comuni oppure lasciato all'iniziativa religiosa4
Con questa legge e con il relativo regolamento del 28 maggio 1832 risultava quindi riconfermato l‟orientamento
generale dell'IR, e cioè un IR visto come esercizio e introduzione alla vita religiosa. L‟operata distinzione dei
poteri sancita dalla costituzione del 1850 ci sembra indicativa non solo sul piano giuridico e delle competenze dei
due poteri, ma soprattutto in ordine alla presa di coscienza del fallimento della legge del 1804.
Non dobbiamo d'altronde dimenticare che Stefano Franscini fu non solo 1‟ideatore della costituzione del 1830
ma fu uno dei pochi che lucidamente vide le carenze di una scuola affidata esclusivamente, o in massima parte, al
potere spirituale. Se rileggiamo attentamente la sua acuta analisi riportata a pagina 3 e ss. sullo stato della
pubblica istruzione prima del 1830 non possiamo non notare come i suoi strali siano puntati non sul clero in se
stesso ma sulla sua estrinsecazione culturale e sociale.
“...Per giunta di sciagura avviene pure, che quando nelle ignoranti comunità ritrovasi qualche individuo un poco
istruito, suole abusare dell‟altrui cieca confidenza e malmenare in cento guise gl‟interessi del comune e de'
privati …5 e onestà ci impone di concludere che „l'individuo di cui parla il Franscini o era un ecclesiastico o un
laico educato all‟ombra del campanile. Stando così le cose, 1‟insegnamento religioso, che pur doveva costituire la
magna pars di tutto l'insegnamento, era ridotto, come facilmente si può dedurre, ad una esteriore comunicazione
di formule, di riti, di preghiere da recitare in determinati luoghi e in determinati momenti, dandosi quasi per
scontato che si dovesse formare il membro praticante della comunità religiosa. La realtà sociale, i poveri ,
l‟impegno in prima persona, la testimonianza di essere cristiano erano, ovviamente, un'altra cosa.
L‟insegnamento religioso era circoscritto, quindi, dall'angusto spazio del sacrato della chiesa.
Ciononostante la legge del 1831 riconferma i legami del potere politico con quello ecclesiastico, offrendo
quest'ultimo la stragrande maggioranza di quelli che in linguaggio moderno vengono denominati 'operatori della
cultura‟. Ne è prova una circolare6 emanata dalla commissione statale per la pubblica istruzione il 28 giugno
1831 indirizzata ai parroci, nella quale l'istruzione religiosa trova più ampio respiro e viene vista come il tessuto
connettivo del modello culturale di appartenenza.
Questa circolare è importante anche sotto l'aspetto eminentemente educativo perché vuole esprimere i fini in
virtù dei quali informare gli intenti della nuova scuola. Questi si possono cosi riassumere: porre le fondamenta di
un‟educazione integrale, nel senso che deve essere rivolta all'uomo in tutte le sue funzioni ed attività evitando
così l‟unilateralità di una formazione escludente l‟apporto vitale di componenti determinanti; l‟istruzione
"Più tardi ci vennero coloro che sono stati elogiati e proclamati 'padri dalla popolare educazione. Ma il vero padre della
popolare educazione nel Ticino, alla luce dei documenti e della storia imparziale, è San Carlo. Hanno imparato da lui i
posteri, ed anche coloro che si ebbero il nome di „padri della popolare educazione‟. Si sa che Stefano Franscini stesso fu
allievo dei seminari di Pollegio e di Milano. Egli, senza le opere di San Carlo, non sarebbe salito così in alto, bensì
avrebbe portato, vita naturale durante, gli zoccoli ferrati dei pastori di Bodio”
P. BERLA, S. Carlo Borromeo nel 4o centenario della nascita 1538-1938. Notizie-rilievi specialmente riguardanti il
Ticino.
Romerio, Locarno, 1938, pag. 114. 3 Raccolta generale delle leggi, dei decreti e delle convenzioni in vigore nel Cantone Ticino con una appendice di
atti relati al diritto pubblico svizzero, Tip. del Verbano, Lugano, 1847. pp. 309-311. 4 F. ROSSI, Storia della scuola ticinese. Grassi, Bellinzona, 1959, pag.101.
5 S. FRANSCINI, Statistica della Svizzera, op. cit. pag.337.
6 Reverendi signori Parrochi: Largo campo si offre al vostro zelo pastorale per ben meritare alla Patria. Molti di voi già
si occupano a fare scuola ai giovanotti, molti potranno intraprendere questo lodevole uffizio a pro del loro gregge. Tutti
possono cooperare in qualche modo ad un‟opera cosi pia: confacevole al sacro ministero. L'istruzione religiosa e morale
che li Pastori cercano d'imprimere nelle teneri menti, troppo facilmente s'indebolisce e si cancella per la seduzione del
mal esempio e la prava inclinazione umana, quando si scostano giovani inesperti dal tetto paterno per cercare
occupazione in estere contrade. Bisogna dar loro il mezzo di rammentare, di nutrire i buoni principi ricevuti,
accompagnandoli con sufficienti cognizioni di lettere. Oltreché, queste servono a vantaggiarli nelle arti e nei mestieri
loro, li distolgono dall'ozio gli incuorane a vincere le traversie, che spesso incontrano sotto altro cielo, a mantenere
intatta quella reputazione di Svizzera, di cui si fanno pregio. L‟accoppiamento poi dell‟Istruzione religiosa alla letteraria
è necessario per frenare quella baldanza che s'ingenera in alcuni che appena avuta una superficialissima cognizione di
lettere si presumono dottori e maestri di tutto ciò che sanno...
Si desidera e la legge vuole che tutti quelli che hanno o possono avere qualche parte diretta o indiretta nella Pubblica
Istruzione, cospirino colle autorità stabilite dalla legge stessa a farle fiorire.
Essi pensano che dalla scuola del loro Comune devono uscire buoni padri di famiglia, ottimi cittadini, forse anche
zelanti ministri dell'altare. Pensino che il più povero, il meno appariscente dei giovanotti della loro scuola può
diventare, se il di lui intelletto è coltivato, un luminare della magistratura, l‟onore, il sostegno della Patria. Chi penetrato
da queste verità potrà non concorrere lietamente a favorire con ogni possa il pubblico insegnamento?"
G. MARTINOLI, L‟insegnamento religioso nella scuola, in Monitore Ecclesiastico, op. cit. pag. 124.
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religiosa trova il suo campo d‟azione non in un chiuso e rarefatto solipsismo, ma a contatto con delle proposte
culturali provenienti da altri campi, siano essi di ordine intellettuale che sociale;
l‟educazione del giovane viene vista quale risultante della azione congiunta della famiglia, della chiesa, dei
modelli culturali del proprio paese e della propria nazione.
(continua nella prossima Gazzetta)
ASSOCIAZIONE MORRESI EMIGRATI
SEZIONE DI ZURIGO Lägerstrasse 9
8303 Bassersdorf Verbale Riunione Allargata 2010 sezione A.M.E Zurigo Basilea Ticino
In data 31.01.2010 si é tenuta l'annuale riunione allargata con il seguente
Ordine del giorno:
1. Saluto di benvenuto dal presidente della sezione ospitante
2. Registrazione presenti
3. Nomina presidente di giornata
4. Nomina segretario di giornata
5. Nomina verbalista di giornata
6. Resoconto bilancio 2009
7. Resoconti patrimonio sezioni
8. Approvazione verbale 2009
9. Discussione delle Bozze di statuti estratti delle bozze presentate dalle sezioni Ticino e Basilea il 18.01.2009
10. Comitato centrale
11. Continuazione della stampa della Gazzetta Morressi Emigrati
12. Programma singole sezioni
13. Programma in comune sezioni
14. Programma prossima riunione
15. Varie
Riunione Comitato Allargato svolta a casa del Presidente Giuseppe Pagnotta Bullingerstrasse Zurigo
1. Saluto di benvenuto tramite Pagnotta Giuseppe
2. Registrazione presenti
Sezione Zurigo:
Pagnotta Giuseppe ( presidente)
Pennella Gerardo ( segretario)
Pagnotta Angelomaria ( cassiere)
Pagnotta Antonella ( verbalista)
Sezione Basilea:
Pennella Gerardo ( presidente)
Incognito Samuele ( cassiere)
Di Savino Felice ( consigliere)
Assente il segretario centrale
Sezione Ticino:
Di Marco Mario ( presidente)
Covino Dario ( vice presidente)
Rainone Antonello ( cassiere)
Di Marco Simona ( verbalista)
3. Nomina presidente di gornata
Viene nominato il presidente di giornata, rappresentato dal presidente della sezione ospitante: Pagnotta Giuseppe
4. Nomina segretario di giornata
In assenza del segretario centrale, viene nominato come segretario di giornata Pennella Gerardo sezione AME Zurigo
5. Nomina verbalista di giornata
Il verbalista di giornata è Pagnotta Antonella sezione AME Zurigo
6. Resoconto bilancio 2009
I cassieri di sezione presentono i resoconti patrimoniali.
Sezione Zurigo presenta il resoconto 2009 ( in due copie)
Sezione Ticino presenta resoconto 2009 ( in due copie) -
Sezione Basilea presenta resoconto 2009 ( in una copia)
Resoconto tessere
Il cassiere S. Incognito comunica a voce il conto Tessera per un totale di CHF 7'500.00.- si prega gentilmente di avere
delle copie e spedirle alle 3 sezioni A.M.E
7. Resoconti patriomonio 2009
Si discute che a partire della prossima riunione allargata i 3 cassieri di sezione A.M.E si incontreranno per verificare a
vicenda i propri incassi e spese ( entrate+uscite)
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8. Approvazione verbale 2009
Approvato verbale 2009
9. Discussione delle Bozze di statuti estratti delle bozze presentate dalle sezioni Ticino e Basilea il
18.01.2009
Mario Di Marco presenta e legge il nuovo statuto A.M.E di cui viene accettato da tutti discutendo insieme alcune
modifiche. Mario Di Marco si impegna a modificare i punti, per poi confermare il Nuovo Statuto A.M.E, e rispedire il
tutto alle singole sezioni.
10. Comitato Centrale
Il Comitato Centrale come stabilito dalla fondazione AME era il comitato di Basilea.
In data 18 gennaio 2009 in Ticino fu proposto che il Comitato Centrale diventasse il Comitato Allargato.Alla riunione
Allargata del 31 gennaio 2010 a Zurigo,le tre sezioni confermano che la proposta fatta nel 2009 viene approvata, con
un massimo di partecipanti per sezione, di quattro membri.
Dalla data odierna il Comitato Centrale è il Comitato Allargato. (Basilea-Ticino-Zurigo)
Si decide che le maggiore cariche del comitato centrale restano alla sezione di Basilea, essendo fondatrice AME. Allora
il Presidente, Vice Presidente,Cassiere e Segretario della sezione di Basilea, mentre la sezione di Zurigo e Ticino
fungono da consiglieri.
11. Continuazione della stampa Gazzetta Morresi Emigrati
Ci sarà da informarsi con Gerardino Di Pietro quante spese totali prende all' anno la pubblicazione della Gazzetta. A
base delle spese annuale per la Gazzetta, si cerchino soluzioni migliori, volendo anche più moderne. Samuele Incognito
propone di verificare in un' anno, con una tipografia quanto può costare. Per non avere tutto il materiale in un posto
come una stanza in affitto che durante l'anno può essere più caro, visto che decidendo della divisione conti Tessera e
Gazzetta (conti tessera e gazzetta leggere punto 15) sarà più facile la visione spese entrate+uscite.
Il comitato Basilea ha preso l‟impegno di verificare alcune offerte più oppurtune per stampare la Gazzetta. Prossimo
incontro di Riunione Allargata ci sarà risposta a ciò.
12. Programma singole sezioni
Le tre sezioni presentono l‟eventuali date per le proprie feste annuali.
Zurigo festa annuale : 27.03.2010 / Sagra Baccalà eventualmente il 30.10.2010
Ticino festa annuale : 06.11.2010 o 13.11.2010 ( ancora da confermare)
Basilea festa annuale : probabilmente si incontra con le date del Ticino ( vedranno tra loro il cambiamento date )
13. Programma in comune sezioni
La sezione Ticino propone di organizzare una gita per la Pentecoste con tutte 3 le sezioni a Barcellona. Il quale viene
accettato.
La sezione Ticino prende l incarico di valutare le varie offerte e poi comunicarle alle 2 sezioni.
Le sezioni danno un contributo di CHF 50.00.- per ogni tesserato.
Mario Di Marco propone per giugno un incontro solo membri di tutti i 3 comitati, una domenica
all' aperto con vari giochi di vecchia data. Data sarà da stabilire „ Giochi senza Frontiere“
14. Programma prossima Riunione Allargata
Prossima data per la Riunione Allargata BASILEA il 30.01.2011
15. Varie
Il Comitato Centrale ritiene che c‟é poca chiarezza per visione Conto Tessera e Gazzetta e propone di fare 2 conti
correnti, uno per solo conto Tessera e uno solo per conto Gazzetta.
Il tutto viene deciso e accettato.
Ogni tesserato dovrà ricevere una cedola per Tessera e una cedola per Gazzetta.
Il versamento dovrà essere effettuato entro il 31 marzo ed entro fine aprile.
Il segretario centrale dovrà comunicare alle 3 sezioni chi ha pagato i 2 vagli così si avrà più controllo. Si discute su
Tessera famiglia che si é da sempre stabilito che la Tessera famiglia e composta da coniugi e bambini fino a 18
anni. Si discute (senza conferme) sulla vecchia chiesa Madre a Morra De Sanctis e Formicoso. 01.02.2010 sezione
Zurigo verbalista Pagnotta Antonella
*************************************************************************
Inviamo solo un vaglia per tessera e Gazzetta perché la posta trattiene Fr.1,50 per ogni vaglia. Quindi chi invia
15 Fr. noi ne riceviamo solamente 13,50 Non capisco perché volete per forza far guadagnare 3 Fr.alla Posta con 2
vaglia.
Gerardo Di Pietro
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ASSOCIAZIONE
MORRESI EMIGRATI
SEZIONE DI ZURIGO ______________________________________________________________________________________________
L‟Associazione Morresi Emigrati sezione di Zurigo
organizza
dalle ore 19.00 alle ore 01.30
presso la Sporthalle Unterroh- Unterrohrstrasse 2 Schlieren
direttamente da Montemarano della Prov. Di Avellino
Allieterà la serata il noto complesso folk
A ritmo della tarantella Montemaranese
Cucina tipica paesana con il tradizionale baccalà
Vini nostrano di Avellino e con una ricca tombola
ENTRATA LIBERA
IL COMITATO AUGURA BUON DIVERTIMENTO A TUTTI