Anno XXVII - N. 3 EDIZIONE TRIMESTRALE LUGLIO - AGOSTO ... · nico verso il regno delle meraviglie...

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C hi è andato ai Musei Vaticani dal Giubileo del 2000 in poi, si sarà accorto che non si entrava più attraverso la porta che dal 1923 era stata il varco cano- nico verso il regno delle meraviglie della storia del- l’arte, grazie ai papi del ‘500, ma avrà oltrepassato una nuova soglia moderna, alta oltre cinque metri, possente e leggera allo stesso tempo. Una porta in bronzo con ben 208 pannelli raffiguranti il tema della Creazione, attra- verso tutti gli esseri viventi dell’universo, che stupiscono il visitatore, proponendogli il mistero dello Spirito Crea- tore. Sulla cima, una vela quadra, sormontata dalla tiara pontificia, con lo stemma di papa Giovanni Paolo II, che ha inaugurato il nuovo varco, il 7 febbraio del 2000. Sul retro, non visibile al pubbli- co, che entra a battenti spa- lancati, una serie di dodici papi. “Una superficie appena segnata da linee, tratti e graf- fi, forme ovoidali e concave, elemento umano e natura inseriti nella materia”. Sono le parole del direttore dei Musei Vaticani di allora, Francesco Buranelli, nella descrizione della nuova porta scolpita. “Dopo aver aperto le Porte Sante delle basiliche Ro- mane, accesso alla grazia del Redentore, oggi inauguro l’ingresso che conduce a quel tempio dell’arte e della cultu- ra che sono i Musei. “ Queste, invece, le parole del papa prima di entrare per il nuovo accesso.” Un segno dei tempi, che, attraverso l’attra- zione per l’arte e la scienza, porta l’interesse per i musei, dall’elite colta del ‘500, alle masse popolari dei nostri giorni”. Sono passati ormai sedici anni dall’inaugurazione della porta e ogni giorno flussi di visitatori la varcano meravi- gliati dalla modernità e dalla leggerezza di quel bronzo. Li colpisce l’eleganza delle tenui figure e la raffinatezza della scultura. Non so quanti conoscano il nome dell’autore di questa meraviglia, forse sfugge alla gran parte di coloro che l’at- traversano. Si tratta di un marchigiano, Cecco Bona- notte di Porto Recanati, nato nel 1942 e vivente a Roma. Aveva frequentato la Scuola d’arte di Macerata, poi, a 16 anni si era recato nella capita- le per iscriversi all’Acca- demia delle Belle Arti, otte- nendo, subito dopo il diplo- ma, l’abilitazione all’inse- gnamento della scultura. A 28 anni la sua prima mostra presso la Galleria Schneider di Piazza di Spagna e poi una carriera di successi interna- zionali, soprattutto in Giap- pone, dove la sua raffinata leggerezza ben poteva essere compresa dall’animo orienta- le, dedito alla ricerca di armo- nia nell’universo. Le sue opere si trovano ora anche a Nairobi, a Canberra in Australia, a Berlino, a Osaka, a Parigi, a Tokyo, negli Stati Uniti, oltre che na- turalmente, a Roma, Firenze e nel Vaticano. Ha scolpito figure in diversi materiali per le celebrazioni michelangiolesche del 1974, che sono state collocate nella casa natale di Michelangelo a Caprese in Toscana. Ha cele- brato nel 2011 anche Leo- nardo, con un ciclo scultoreo dedicato al battesimo dell’ar- tista, per una mostra speciale allestita all’interno del museo leonardiano a Vinci e ora visi- bili nella chiesa di Santa Croce presso il fonte battesi- male. Si è cimentato anche nella rappresentazione della Divina Commedia nel 2004, dipingendo 103 tavole di carta pregiata, acquistate dal- l’istituto italiano di cultura di Tokio, in cui ha usato i colori rosso e nero per l’inferno, gri- gio e argento per il purgatorio e avorio e oro per il paradiso, fondendo i canoni della stam- pa e del disegno, con la sua inconfondibile morbidezza ed eleganza. Ha realizzato in argento e bronzo persino le urne per il conclave del 2005. Tra i tanti riconoscimenti ricevuti, l’ultimo del 2012, è stato il Premio Imperiale di scultura, patrocinato dalla famiglia imperiale giappone- se. Il 14 luglio ultimo scorso, mi trovavo a Fano, per trascorrere il mio abitua- le periodo di riposo estivo. Passeggiando in Piazza XX Settembre, davanti all’ingresso del Teatro della Fortuna, la mia attenzione è stata attratta da una locandina pubblicitaria che annunciava, nel Foyer dello stesso teatro, la “Mostra ricor- do” dell’indimenticabile e poliedrico maestro fanese Melchiorre Fucci. Mostra volu- ta ed organizzata dall’unica nipote, Maria Flora Giam- marioli, attuale presidente del- l’Ente Carnevalesca, che, cono- sciuto il nonno solo attraverso i racconti di famiglia, colleghi, amici, allievi, si sente a lui legata dagli eventi più signifi- cativi della sua esistenza. Melchiorre Fucci (meglio noto con il diminutivo di Rino) era a me noto, sin dai tempi dei miei studi prima di lasciare Fano per entrare all’Accademia Militare di Modena. I motivi erano: quello di essere stato, sino al giorno della sua scomparsa, l’indiscusso presidente della famosa “Accolta dei Quindici”, costituita da pittori fanesi, che annualmente, nel mese di ago- sto, espongono a Fano le loro bellissime opere; la sua quali- ficata ed interessata partecipa- zione alle manifestazioni del Carnevale di Fano ricoprendo anche la carica di Vice Presidente dell’Ente Carne- valesca (di questa ricordo la realizzazione, nel 1951, del mitico Pupo “El Vulon” che ancora oggi resta la migliore creazione nei carnevali fanesi e, negli anni successivi, l’idea- zione e composizione di altri bellissimi carri allegorici); il convinto interesse, quale Presidente, per le attività della “Musica Arabita”, caratteristica banda musicale conosciuta in Italia ed all’estero perché suona con strumenti parti- colari che, a volte, nulla hanno da vede- re con quelli musica- li (lo strumento da Lui suonato era il “corno d’bua”). Ma la conoscenza dell’artista Fucci e di ciò che ha fatto nella sua vita, mi è diventata più familiare da quando sono presi- dente dell’Associazione “Ce- nacolo Marchigiano”. La figlia Ersilia, che vive a Roma, è da tantissimi anni, nostra stimatis- sima socia e valida collabora- trice nella rubrica “Curiosità Storiche” del nostro trimestra- le. Ho visitato, immediatamente e con interessato entusiasmo la mostra dove erano esposte solo una trentina di opere per man- canza di spazio. Osservandole ho avuto la sensazione di esse- re di fronte, così come ha detto in altra occasione Dario Fo, ad “un grande pittore”. Le singole opere esposte dimostravano che Rino Fucci era un poliedri- co artista che è riuscito a essere e soprattutto a restare profon- damente fanese in tutta la sua produzione. Le sue opere, per- corse dalla tranquilla atmosfera del mare e della campagna, esprimono grande intimità, disponendo l’animo ad una profonda sensazione romantica attraverso le tante figure mari- nare. L’occasione della visita mi è stata anche opportuna per acquistare il bellissimo ed inte- ressantissimo catalogo, ideato e composto dal dottor Giovanni Carboni, che oltre ad illustrare 34 bellissime opere, di cui alcu- ne non in mostra, le suddivide per categoria (5 ritratti, 5 la sua città, 5 marineria, 5 paesaggi, 2 caccia, 7 cinema, 3 sport, 2 fila- telia). I contatti con Ersilia Fucci, che adora la carriera artistica del padre Rino, mi hanno fatto sco- prire altri particolari della sua esistenza che ritengo opportuno raccontare per dare piena luce alla sua indiscussa personalità. Nato a Fano, nel 1893, ha con- cluso la formazione scolastica superiore all’Istituto di Belle Arti di Urbino, inaugurando quella apertura allo stimolante ambiente urbinate, che si inten- sificherà nei decenni Cinquanta e Sessanta, contribuendo non poco ad inserire i giovani artisti fanesi in circuiti più ampli. Dopo aver parteci- pato alla prima Guerra Mondiale, nel 1919, si è trasferito a Roma iscri- vendosi alla Scuola Artistica Internazionale per frequentarvi l’Acca- demia del Nudo. Nella capitale vi è rimasto fino al 1938, svolgendo le attività di insegnante, pittore, restaurato- re, grafico pubblicitario, cartel- lonista cinematografico. Anno XXVII - N. 3 LUGLIO - AGOSTO - SETTEMBRE 2016 EDIZIONE TRIMESTRALE PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE “CENACOLO MARCHIGIANO” DI ROMA - SEDE VIA MATTEO BOIARDO, 19 - 00185 ROMA - TEL./FAX 06-77.20.51.78 IL "CENACOLO MARCHIGIANO" ADERISCE ALL'UNAR (Unione delle Associazioni Regionali di Roma e del Lazio). E' ISCRITTO NEL "REGISTRO REGIONALE DELLE ASSOCIAZIONI" DI PROMOZIONE SOCIALE DELLA REGIONE LAZIO (Art. 9 L.R. 1 Set. 1999 N. 22) CON DETERMINAZIONE N. D 1044 DEL 22 Mar. 2007. E' ISCRITTO ALL'ALBO REGIONALE DELLE ASSOCIAZIONI DEI MARCHIGIANI RESIDENTI IN ALTRE REGIONI ITALIANE (DDPF N. 73/IPC DEL 03 Apr. 2012) GUIDA INSOLITA - 46° PASSO La nuova porta dei Musei Vaticani di Irene Affede Di Paola MOSTRA RICORDO OPERE PITTORICHE DELL’ ARTISTA FANESE Melchiorre Fucci di Duilio Benvenuti DIFFUSIONE GRATUITA Nuovo portale ingresso Musei Vaticani (Città del Vaticano) Il Prof. Melchiorre Fucci Il Marinaio “El Vulon” L’Artista Cecco Bonanotte a Porto Recanati Il Cenacolo Marchigiano di Roma Vergine Lauretana Continua a pagina 2 M aria Antonietta Carlucci Affede, Maryka per i famigliari ed amici, sabato 16 luglio 2016, è andata via silenziosa- mente e senza soffrire, confortata dall’Olio degli infermi, a 93 anni, per raggiungere la casa del Padre! Molto nota e stimata da tutti i soci del “Cenacolo Marchigiano” perché, oltre ad essere stata sempre iscritta dal giorno della sua costituzione ricoprendo per diversi anni anche la carica di consigliere, aveva fatto parte del gruppo dei fondatori, assieme al Cardinale Giuseppe Paupini. Si era sempre prodigata ad intrattenere i soci con apprezzatissime conferenze di carattere letterario con particolare riferimento a Dante, alla Divina Commedia e a Virgilio. Mi piace anche ricor- dare il suo contributo di pensiero ed il suo spirito battagliero (scri- vendo, parlando, usando il suo innato tratto educato, ma fermo) nel momento in cui il “Cenacolo Marchigiano” ha rischiato la sua esi- stenza per l’operato di alcuni soci che mal interpretavano lo spiri- to associativo. Salutata, a Roma, dai famigliari e da una rappresen- tanza del “Cenacolo Marchigiano”, nella chiesa dei Santi Angeli Custodi a Monte Sacro, ha poi raggiunto il Parco Nazionale d’Abruzzo per riposare nella cappella Carlucci, a Villetta Barrea. (l’Aquila). Maryka era nata a Brindisi nel 1923, da mamma tede- sca e papà italiano, ma ha vissuto sempre a Roma, tranne una parentesi di sei anni a Macerata. Moglie di Vincenzo Affede, fiero maceratese di trenta generazioni, aveva imparato subito ad essere un po’marchigiana anche lei. Madre di due figli (Irene ed Alberto) anche loro nostri fedeli ed interesatissimi soci. Compiuti gli studi classici al Mamiani di Roma, si era laureata in lettere antiche con una tesi di Filologia Germanica. Specializzata in studi danteschi, ha insegnato nelle scuole superiori italiane per oltre 40 anni. Il tedesco era la sua seconda lingua, ma parlava bene anche il francese. Durante la seconda guerra mondiale, si era pro- digata come crocerossina/interprete, salvandosi dal famoso bom- bardamento di Reggio Emilia che distrusse l’ospedale. Per gli esami di maturità era stata per anni nelle Marche, prima come membro esterno, poi come presidente di commissione e infi- ne aveva terminato questo impegno nelle scuole italiane all’Estero. Consigliere per molti anni del Centro Letterario del Lazio, teneva regolarmente corsi sulla Divina Commedia e Dante, senza tralasciare Virgilio, conseguendo il premio Città di Roma in Campidoglio. Ha prestato la sua opera di Volontaria Vincenziana, come presidente a Macerata, poi a Roma come presidente regio- nale, fino a tarda età. La dipartita di Maryka è una grave perdita per il “Cenacolo Marchigiano”, era la socia veterana che ci ha seguito e guidato per molto tempo con il suo esempio e con i gra- diti suggerimenti sempre opportuni e migliorativi. Da un po’ di tempo non era più presente tra noi, la si vedeva solo quando sua figlia Irene, affermata sinologa nazionale, veniva da Varese per intrattenerci con le sue interessanti conferenze annuali. Ad Irene ed Alberto, ed ai loro familiari, la vicinanza di tutti i soci del “Cenacolo Marchigiano” con le più sentite condoglianze e con la gratitudine di aver avuto la mamma in associazione che si è sem- pre distinta per le elevatissime qualità e prestazioni in molti setto- ri dello scibile umano. LA SCOMPARSA DELLA EMERITA SOCIA PROFESSORESSA MARIA ANTONIETTA CARLUCCI AFFEDE (MARYKA) di Duilio Benvenuti Prof.ssa Maria Antonietta Carlucci Affede, Maryka Il Presidente, il direttivo e gli iscritti tutti del “Cenacolo Marchigiano” di Roma, colpiti e commos- si per il tragico terremoto nel Lazio, Umbria e Marche si stringono alle famiglie delle numerose vittime ed esprimono solidarietà e amicizia a tutti coloro che hanno perduto le loro case e che dovranno affronta- re grandi difficoltà materiali ed affettive.

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Chi è andato ai MuseiVaticani dal Giubileodel 2000 in poi, si sarà

accorto che non si entrava piùattraverso la porta che dal1923 era stata il varco cano-nico verso il regno dellemeraviglie della storia del-l’arte, grazie ai papi del ‘500,ma avrà oltrepassato unanuova soglia moderna, altaoltre cinque metri, possente eleggera allo stesso tempo.Una porta in bronzo con ben208 pannelli raffiguranti iltema della Creazione, attra-verso tutti gli esseri viventidell’universo, che stupisconoil visitatore, proponendogli ilmistero dello Spirito Crea-tore. Sulla cima, una velaquadra, sormontata dalla tiarapontificia, con lo stemma dipapa Giovanni Paolo II, cheha inaugurato il nuovo varco,il 7 febbraio del 2000. Sulretro, non visibile al pubbli-co, che entra a battenti spa-lancati, una serie di dodicipapi. “Una superficie appenasegnata da linee, tratti e graf-fi, forme ovoidali e concave,elemento umano e naturainseriti nella materia”. Sonole parole del direttore deiMusei Vaticani di allora,Francesco Buranelli, nelladescrizione della nuova portascolpita.“Dopo aver aperto le PorteSante delle basiliche Ro-mane, accesso alla grazia delRedentore, oggi inaugurol’ingresso che conduce a queltempio dell’arte e della cultu-ra che sono i Musei. “ Queste,invece, le parole del papaprima di entrare per il nuovoaccesso.” Un segno deitempi, che, attraverso l’attra-zione per l’arte e la scienza,porta l’interesse per i musei,dall’elite colta del ‘500, allemasse popolari dei nostrigiorni”.Sono passati ormai sedicianni dall’inaugurazione dellaporta e ogni giorno flussi divisitatori la varcano meravi-gliati dalla modernità e dalla

leggerezza di quel bronzo. Licolpisce l’eleganza delletenui figure e la raffinatezzadella scultura.Non so quanti conoscano ilnome dell’autore di questa

meraviglia, forse sfugge allagran parte di coloro che l’at-traversano. Si tratta di unmarchigiano, Cecco Bona-notte di Porto Recanati, natonel 1942 e vivente a Roma.Aveva frequentato la Scuolad’arte di Macerata, poi, a 16anni si era recato nella capita-

le per iscriversi all’Acca-demia delle Belle Arti, otte-nendo, subito dopo il diplo-ma, l’abilitazione all’inse-gnamento della scultura. A 28anni la sua prima mostrapresso la Galleria Schneiderdi Piazza di Spagna e poi unacarriera di successi interna-zionali, soprattutto in Giap-pone, dove la sua raffinataleggerezza ben poteva esserecompresa dall’animo orienta-le, dedito alla ricerca di armo-nia nell’universo.Le sue opere si trovano oraanche a Nairobi, a Canberrain Australia, a Berlino, aOsaka, a Parigi, a Tokyo,negli Stati Uniti, oltre che na-turalmente, a Roma, Firenzee nel Vaticano.Ha scolpito figure in diversimateriali per le celebrazionimichelangiolesche del 1974,che sono state collocate nellacasa natale di Michelangelo aCaprese in Toscana. Ha cele-brato nel 2011 anche Leo-nardo, con un ciclo scultoreodedicato al battesimo dell’ar-tista, per una mostra specialeallestita all’interno del museoleonardiano a Vinci e ora visi-bili nella chiesa di SantaCroce presso il fonte battesi-male. Si è cimentato anchenella rappresentazione dellaDivina Commedia nel 2004,dipingendo 103 tavole dicarta pregiata, acquistate dal-l’istituto italiano di cultura diTokio, in cui ha usato i colorirosso e nero per l’inferno, gri-gio e argento per il purgatorioe avorio e oro per il paradiso,fondendo i canoni della stam-pa e del disegno, con la suainconfondibile morbidezza edeleganza.Ha realizzato in argento ebronzo persino le urne per ilconclave del 2005.Tra i tanti riconoscimentiricevuti, l’ultimo del 2012, èstato il Premio Imperiale discultura, patrocinato dallafamiglia imperiale giappone-se.

Il14 luglio ultimo scorso,mi trovavo a Fano, pertrascorrere il mio abitua-

le periodo di riposo estivo.Passeggiando in Piazza XXSettembre, davanti all’ingressodel Teatro della Fortuna, la miaattenzione è stata attratta dauna locandina pubblicitaria che

annunciava, nel Foyer dellostesso teatro, la “Mostra ricor-do” dell’indimenticabile epoliedrico maestro faneseMelchiorre Fucci. Mostra volu-ta ed organizzata dall’unicanipote, Maria Flora Giam-marioli, attuale presidente del-l’Ente Carnevalesca, che, cono-sciuto il nonno solo attraverso iracconti di famiglia, colleghi,amici, allievi, si sente a luilegata dagli eventi più signifi-cativi della sua esistenza.Melchiorre Fucci (meglio notocon il diminutivo di Rino) era ame noto, sin dai tempi dei mieistudi prima di lasciare Fano perentrare all’Accademia Militaredi Modena. I motivi erano:quello di essere stato, sino algiorno della sua scomparsa,l’indiscusso presidente dellafamosa “Accolta dei Quindici”,costituita da pittori fanesi, cheannualmente, nel mese di ago-sto, espongono a Fano le lorobellissime opere; la sua quali-ficata ed interessata partecipa-zione alle manifestazioni delCarnevale di Fano ricoprendoanche la carica di VicePresidente dell’Ente Carne-valesca (di questa ricordo larealizzazione, nel 1951, delmitico Pupo “El Vulon” cheancora oggi resta la migliorecreazione nei carnevali fanesie, negli anni successivi, l’idea-zione e composizione di altribellissimi carri allegorici); ilconvinto interesse, qualePresidente, per le attività della“Musica Arabita”, caratteristicabanda musicale conosciuta inItalia ed all’estero perché suonacon strumenti parti-colari che, a volte,nulla hanno da vede-re con quelli musica-li (lo strumento daLui suonato era il“corno d’bua”). Ma la conoscenzadell’artista Fucci e diciò che ha fatto nellasua vita, mi è diventata piùfamiliare da quando sono presi-dente dell’Associazione “Ce-nacolo Marchigiano”. La figlia

Ersilia, che vive a Roma, è datantissimi anni, nostra stimatis-sima socia e valida collabora-trice nella rubrica “CuriositàStoriche” del nostro trimestra-le.Ho visitato, immediatamente econ interessato entusiasmo lamostra dove erano esposte solouna trentina di opere per man-canza di spazio. Osservandoleho avuto la sensazione di esse-re di fronte, così come ha dettoin altra occasione Dario Fo, ad“un grande pittore”. Le singoleopere esposte dimostravanoche Rino Fucci era un poliedri-co artista che è riuscito a esseree soprattutto a restare profon-damente fanese in tutta la suaproduzione. Le sue opere, per-corse dalla tranquilla atmosferadel mare e della campagna,esprimono grande intimità,disponendo l’animo ad unaprofonda sensazione romanticaattraverso le tante figure mari-nare. L’occasione della visitami è stata anche opportuna peracquistare il bellissimo ed inte-ressantissimo catalogo, ideato ecomposto dal dottor GiovanniCarboni, che oltre ad illustrare34 bellissime opere, di cui alcu-ne non in mostra, le suddivideper categoria (5 ritratti, 5 la suacittà, 5 marineria, 5 paesaggi, 2caccia, 7 cinema, 3 sport, 2 fila-telia). I contatti con Ersilia Fucci, cheadora la carriera artistica delpadre Rino, mi hanno fatto sco-prire altri particolari della suaesistenza che ritengo opportunoraccontare per dare piena lucealla sua indiscussa personalità.Nato a Fano, nel 1893, ha con-cluso la formazione scolastica

superiore all’Istituto di BelleArti di Urbino, inaugurandoquella apertura allo stimolanteambiente urbinate, che si inten-sificherà nei decenni Cinquantae Sessanta, contribuendo nonpoco ad inserire i giovani artisti

fanesi in circuiti piùampli. Dopo aver parteci-pato alla prima GuerraMondiale, nel 1919, si ètrasferito a Roma iscri-vendosi alla ScuolaArtistica Internazionaleper frequentarvi l’Acca-demia del Nudo. Nellacapitale vi è rimasto fino

al 1938, svolgendo le attività diinsegnante, pittore, restaurato-re, grafico pubblicitario, cartel-lonista cinematografico.

Anno XXVII - N. 3 LUGLIO - AGOSTO - SETTEMBRE 2016EDIZIONE TRIMESTRALE

PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE “CENACOLO MARCHIGIANO” DI ROMA - SEDE VIA MATTEO BOIARDO, 19 - 00185 ROMA - TEL./FAX 06-77.20.51.78IL "CENACOLO MARCHIGIANO" ADERISCE ALL'UNAR (Unione delle Associazioni Regionali di Roma e del Lazio). E' ISCRITTO NEL "REGISTRO REGIONALE DELLE ASSOCIAZIONI" DI PROMOZIONE SOCIALE DELLA REGIONE LAZIO

(Art. 9 L.R. 1 Set. 1999 N. 22) CON DETERMINAZIONE N. D 1044 DEL 22 Mar. 2007. E' ISCRITTO ALL'ALBO REGIONALE DELLE ASSOCIAZIONI DEI MARCHIGIANI RESIDENTI IN ALTRE REGIONI ITALIANE (DDPF N. 73/IPC DEL 03 Apr. 2012)

GUIDA INSOLITA - 46° PASSOLa nuova porta dei Musei Vaticani

di Irene Affede Di Paola

MOSTRA RICORDO OPERE PITTORICHE DELL’ ARTISTA FANESE Melchiorre Fucci

di Duilio Benvenuti

DIFFUSIONE GRATUITA

Nuovo portale ingresso Musei Vaticani (Città del Vaticano)

Il Prof. Melchiorre Fucci

Il Marinaio

“El Vulon”

L’Artista Cecco Bonanotte a Porto Recanati

Il CenacoloMarchigiano

di Roma Vergine Lauretana

Continua a pagina 2

Maria Antonietta Carlucci Affede, Maryka per i famigliaried amici, sabato 16 luglio 2016, è andata via silenziosa-mente e senza soffrire, confortata dall’Olio degli infermi,

a 93 anni, per raggiungere la casa del Padre! Molto nota e stimatada tutti i soci del “Cenacolo Marchigiano” perché, oltre ad essere

stata sempre iscritta dal giorno della sua costituzione ricoprendoper diversi anni anche la carica di consigliere, aveva fatto parte delgruppo dei fondatori, assieme al Cardinale Giuseppe Paupini. Siera sempre prodigata ad intrattenere i soci con apprezzatissimeconferenze di carattere letterario con particolare riferimento aDante, alla Divina Commedia e a Virgilio. Mi piace anche ricor-dare il suo contributo di pensiero ed il suo spirito battagliero (scri-vendo, parlando, usando il suo innato tratto educato, ma fermo) nelmomento in cui il “Cenacolo Marchigiano” ha rischiato la sua esi-stenza per l’operato di alcuni soci che mal interpretavano lo spiri-to associativo. Salutata, a Roma, dai famigliari e da una rappresen-tanza del “Cenacolo Marchigiano”, nella chiesa dei Santi AngeliCustodi a Monte Sacro, ha poi raggiunto il Parco Nazionaled’Abruzzo per riposare nella cappella Carlucci, a Villetta Barrea.(l’Aquila). Maryka era nata a Brindisi nel 1923, da mamma tede-sca e papà italiano, ma ha vissuto sempre a Roma, tranne unaparentesi di sei anni a Macerata. Moglie di Vincenzo Affede, fieromaceratese di trenta generazioni, aveva imparato subito ad essereun po’marchigiana anche lei. Madre di due figli (Irene ed Alberto)anche loro nostri fedeli ed interesatissimi soci.Compiuti gli studi classici al Mamiani di Roma, si era laureata inlettere antiche con una tesi di Filologia Germanica. Specializzatain studi danteschi, ha insegnato nelle scuole superiori italiane peroltre 40 anni. Il tedesco era la sua seconda lingua, ma parlava beneanche il francese. Durante la seconda guerra mondiale, si era pro-digata come crocerossina/interprete, salvandosi dal famoso bom-bardamento di Reggio Emilia che distrusse l’ospedale. Per gli esami di maturità era stata per anni nelle Marche, primacome membro esterno, poi come presidente di commissione e infi-ne aveva terminato questo impegno nelle scuole italianeall’Estero. Consigliere per molti anni del Centro Letterario delLazio, teneva regolarmente corsi sulla Divina Commedia e Dante,senza tralasciare Virgilio, conseguendo il premio Città di Roma inCampidoglio. Ha prestato la sua opera di Volontaria Vincenziana,come presidente a Macerata, poi a Roma come presidente regio-nale, fino a tarda età. La dipartita di Maryka è una grave perditaper il “Cenacolo Marchigiano”, era la socia veterana che ci haseguito e guidato per molto tempo con il suo esempio e con i gra-diti suggerimenti sempre opportuni e migliorativi. Da un po’ di tempo non era più presente tra noi, la si vedeva soloquando sua figlia Irene, affermata sinologa nazionale, veniva daVarese per intrattenerci con le sue interessanti conferenze annuali.Ad Irene ed Alberto, ed ai loro familiari, la vicinanza di tutti i socidel “Cenacolo Marchigiano” con le più sentite condoglianze e conla gratitudine di aver avuto la mamma in associazione che si è sem-pre distinta per le elevatissime qualità e prestazioni in molti setto-ri dello scibile umano.

LA SCOMPARSA DELLA EMERITA SOCIA PROFESSORESSA MARIA ANTONIETTA

CARLUCCI AFFEDE (MARYKA)di Duilio Benvenuti

Prof.ssa Maria Antonietta Carlucci Affede, Maryka

Il Presidente, il direttivo e gli iscritti tutti del“Cenacolo Marchigiano” di Roma, colpiti e commos-si per il tragico terremoto nel Lazio, Umbria e Marchesi stringono alle famiglie delle numerose vittime edesprimono solidarietà e amicizia a tutti coloro chehanno perduto le loro case e che dovranno affronta-re grandi difficoltà materiali ed affettive.

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Anno XXVII - N. 3 LUGLIO - AGOSTO - SETTEMBRE 2016- PAGINA 2 -

Non c’è forse bisogno diessere un sociologo (eio non lo sono) per

osservare come il fenomenodell’enorme massa di immi-grati che progressivamente si èriversata negli ultimi anni inItalia induca in molti un gravedisagio nel pensare a come nerisulterà in qualche modomodificata la nostra società,non riuscendo nemmeno a pre-sagire con attendibilità cosa nerisulterà. E tale disagio puòanche comprendere un diffusotimore, magari senza compren-derne le ragioni precise.Spesso alcuni commentatoriintroducono a questo propositocomparazioni con ciò cheavvenne per l’emigrazione ita-liana di fine Ottocento e dellaprima metà del Novecento. Cisarebbe peraltro da dire chequalche riflessione potrebbeessere tratta anche da alcunieventi avvenuti in secoli piùremoti nel nostro Paese perl’arrivo da fuori – magari innumero molto più esiguo - diparticolari comunità che, permotivi vari, avevano culturediverse di quelle dei nostri pro-genitori “indigeni”. Ciò mi èvenuto in mente ricordandouna mia lettura di qualchemese fa sulle vicende chehanno caratterizzato negli ulti-mi due millenni l’arrivo inItalia di piccole comunitàebraiche e la loro integrazioneche ha comportato talora – efortunatamente molto rara-mente – episodi di fobia e diparticolari violenze nei loroconfronti. Quello che, per lasensibilità di noi moderni, puòforse essere considerato l’epi-sodio più grave, prima di ciòche è avvenuto nel Novecento,si è verificato proprio nellenostre Marche e su di essosono incentrate le brevi noteche seguono e che ho scrittosenza alcuna presunzione diaver svolto un’”analisi sociolo-gica” di comparazione con ciòche sta avvenendo nel nostrotempo, ma solo per riportare ainostri lettori una piccola curio-sità storica.La presenza in Italia di indivi-dui e, più tardi, di piccolecomunità di religione ebraica

iniziò forse verso la fine dell’e-poca romana repubblicanamentre è storicamente accerta-ta sin dall’inizio dell’epocaimperiale sotto Giulio Cesare eAugusto. Verosimilmente nei

secoli successivi se ne verificòuna crescita poi interrotta – ene seguì un declino – in conco-mitanza dell’Editto di Milano(313) con il quale Costantinoriconobbe di fatto al Cristia-nesimo il ruolo di religionelegale dell’impero. Dopo diallora, per gli ebrei nellaPenisola si alternarono periodinei quali erano accettati o tolle-rati (e alcuni di essi raggiunse-ro anche posizioni di privile-gio, come sembra quella delmedico personale, ebreo, delPapa ascolano Niccolò IV) conaltri in cui erano apertamenteosteggiati: ad esempio, con ilConcilio Laterano del 1215sotto Papa Innocenzo III, sidecretò il loro licenziamentodagli uffici amministrativi el’obbligo per essi di indossareun distintivo speciale – larouelle – giallo, forse a simbo-leggiare i 30 denari di Giuda.Soprattutto, a seconda dellepolitiche, spesso molto diversetra loro, adottate dai diversiregnanti in Italia e in Europa edai vari Pontefici nello Statodella Chiesa, l’alternanza tra ilprevalere di tendenze favore-voli alla loro accoglienza o tol-leranza, con quelle del prevale-re dell’aperto contrasto edavversione, si concretizzò conperiodi di afflusso nella Pe-nisola di notevoli comunità

ebraiche (prevalentemente dal-la Spagna e dal Portogallo,dove erano stati espulsi, maanche dalla Germania e dalNord-Europa), con altri diespulsione dall’Italia o di “tra-sferimento coatto” da unoStato italiano all’altro. Tipical’espulsione degli ebrei dalRegno di Napoli, imposta nelXVI secolo dai nuovi sovranispagnoli, e loro trasferimentoprevalentemente verso Ancona(oltre che verso numerose altrelocalità marchigiane) e Ferrara. Molto significativi per la storiadegli ebrei nello Stato dellaChiesa furono gli anni del pon-tificato di Paolo IV (1555-1559), e in essi si colloca l’epi-sodio cui intendo riferirmi.Egli, poche settimane dopo lasua consacrazione, intendendo“arginare l’arroganza e l’in-gratitudine degli ebrei che isuoi predecessori avevanotroppo a lungo supportato”emanò la bolla Cum nimisabsurdum contenente numero-se misure coercitive per lecomunità e gli individui direligione ebraica: ripristino del“segno giudaico”, precedente-mente caduto in disuso, crea-zione dei ghetti nello Statodella Chiesa (rilevanti risulta-rono quelli romano, anconeta-no e bolognese), proibizione ditrattare con i Cristiani se nonper necessità vitali, ecc. Perciò che concerne la città diAncona, in particolare, nel1553 il precedente ponteficeGiulio III aveva concesso par-ticolari privilegi alla sua”Universitas hebreorum, lusi-tanorum seu portugallensis”specificando che si riferivanon tanto agli ebrei espulsidalla Spagna e insediatisi inAncona, ma a coloro, originario profughi in Portogallo, chevi erano stati artatamente bat-tezzati in massa nel 1497 perordine dell’allora re EmanueleI. Essi erano e sono conosciutianche con l’appellativo di“marrani” e si trattava general-mente di convertiti a forza,alcuni dei quali continuavanodi nascosto a seguire i riti dellareligione ebraica originaria.Riferendosi ad essi, Paolo IVdichiarò di “voler più tosto chequella terra (la Marca, cioè)resti abandonata che soppor-tare … si fatte immondizie”.Per colpirli decretò di applica-re con dovuto rigore le prescri-zioni canoniche dell’epoca eun commissario, inviato appo-sta da Roma, procedette rapi-damente ad arrestare inAncona e nei dintorni un’ot-tantina di persone (mentrealtre erano riuscite a fuggire) ea confiscare loro enormi quan-tità di merce e denaro nellecase e nei magazzini del porto.Dopo un lungo processodurante il quale alcuni imputa-ti proclamarono la propria per-manenza nella fede ebraicadei padri, un numero di circa(il numero esatto è controver-so) venticinque tra uomini edonne (sposate ad ebrei) mori-rono sul rogo tra l’aprile e ilgiugno del 1556. Nel 1562 PioIV, uno dei successori di PaoloIV, riconobbe esplicitamenteagli ebrei di Roma – ma vero-similmente anche ai loro cor-regionali dell’intero Stato pon-tificio e, quindi, anche a quellidi Ancona - che erano stati“vexati et inquietati”.

Ricostruzione della Menorah del Tempio

Sull’onda del successo diExpo 2015 nel quadrodelle manifestazioni gia-

comiane, il 18 giugno u.s. si èsvolto a Sarnano un eccellenteconvegno sul tema: “Cibo traStoria, Diritto e Tradizione”presieduto da Ugo Bellesidelegato dell’Accademia Ita-liana della Cucina della Dele-gazione di Macerata. Il conve-gno, organizzato dal CircoloCulturale “Guardiamo alFuturo” del senatore LucianoMagnalbò ed egregiamentediretto dal dott. UmbertoZamponi, si è sviluppato indue distinte fasi. Una primaparte relazionale, con la colla-borazione dell’università diMacerata, dell’università diCamerino e con il patrociniodell’Ambasciata di Ungheriapresso la Santa Sede, del-l’Istituto Balassi dell’Ac-cademia di Ungheria in Roma,della Regione Marche, delConsiglio Regionale delleMarche e del Comune diSarnano, ha avuto luogo pres-so la locale Sala Congressi. Laseconda fase, conviviale, acura dell’A.I.C. Delegazionedi Macerata, nei locali dellaprospiciente Villa Irene. Dopoi formali saluti rivolti ai parte-cipanti dal presidente delCircolo Culturale “Guardiamoal Futuro” senatore LucianoMagnalbò, dal Pro-Rettoredell’Università degli Studi diCamerino Claudio Pettinari edal sindaco di Sarnano avvo-cato Franco Ceregioli, illustripersonaggi si sono succeduticon le loro interessanti rela-zioni. Diego Poli, docente nel-l’università di Macerata edella Sorbona di Parigi ha trat-tato del “Nutrimento delCorpo e dello Spirito, unparallelismo che attraversa leculture”; Piero Frassica do-cente nell’università di Prin-ceton, nel New Jersey, haricordato i suoi affollati corsiper studenti, nel trattare della“terminologia italiana intornoal cibo”; Giorgia Vici,dell’Università di Camerino,ha trattato “La dieta mediter-ranea”; Luca Belli, dell’Uni-versità di Camerino, ha svi-luppato “Aderenza allo stilemediterraneo nel territorio”;Tommaso Lucchetti, delCentro Studi AccademiaItaliana della Cucina, ha espo-sto “San Giacomo e i suoiconfratelli a convivio”: scritti,

simboli e modelli della mensamonastica nelle Marche;Stefano Papetti, critico edocente d’arte nell’universitàdi Camerino, “Premio SanGiacomo della Marca 2015”,ha relazionato su “Maratta,

Belloni e gli altri: a tavola congli artisti”. Il Convegno, comesopra detto, si è concluso conun’Agape fraterna a cura dellaDelegazione maceratese del-l’Accademia Italiana dellaCucina. Un vero trionfo dicarni marchigiane scrupolosa-mente controllate dal dott.Gianni Cammertoni, direttoredel macello comunale diMacerata. Un particolaremenù approntato con perizia eprofessionalità dalle espertePatrizia Verolini ed AntonellaMoriconi coadiuvate da Fe-derica Anitori. Tra le squisitepietanze spiccava “Assumodorifferosum porcus” et me-larancia (arista di maiale conla cotica e il suo lardo) sugge-rita da uno storico Sermone diSan Giacomo della Marca. Lostraordinario simposio, dopola necessaria autorizzazionedella Congregazione delleSuore di San Giuseppe(Torino), è stata anche l’occa-sione propizia per la riapertu-ra, per una sera e per la primavolta dalla sua fondazione perun banchetto, della storicaVilla Irene dei Marchesi Costaa Sarnano. Questo gioielloliberty, purtroppo poco cono-sciuto dal popolo sarnanese,risale agli inizi del secoloscorso. La nobile famigliaCosta nel 1885 acquistava unaestesa area fuori dal paese,sulla quale insistevano tre pic-coli edifici fra loro indipen-

denti. Tra il 1885 ed il 1911 furealizzato l’attuale edificio efurono restaurati ed ampliati itre “casini” originari. Proprionell’ex “casino” di caccia deimarchesi Costa, passato ineredità alla Congregazionedelle suore Giuseppine diMacerata, è stata consumatal’agape serale del 18 giugnoscorso. Un elegante edificiocon un’area torre ed unachiesetta stile rinascimentaletoscano perfettamente restau-rata anche negli affreschi alsuo interno. Il tutto immersoin un ampio giardino, ricco dipiante ad alto fusto e di rigo-gliose palme, il cui impiantoviene fatto risalire conte-stualmente al periodo di tra-sformazione dei fabbricatipreesistenti. Giardino che, intempi passati, era l’attrazioneper i ragazzi sarnanesi che viaccedevano furtivamente perraccogliere fragole all’internodel boschetto. La signoraAlberta Tidei ricorda inoltreche, nelle notti di luna piena,ragazzi e ragazze speravano ditrovare in quel boschetto ilfantasma della marchesaCosta, rimasta legata alle bel-lezze locali. Forse solo pochisarnanesi ricordano che l’areadella “Villa della Marchesa” èstata, nel 1944, teatro operati-vo di una delle ultime azionicondotte dai partigiani diPiobbico contro il presidiofascista di Sarnano. Le mani-festazioni giacomiane annuali,a Sarnano, si concluderanno il10 dicembre prossimo venturocon il conferimento del“Premio San Giacomo dellaMarca 2016” alla dottoressaAngiola Maria Napolioni per isuoi personali meriti culturalie per aver mirabilmente diret-to per 22 anni la BibliotecaStatale di Macerata.

di Giampietro Mariotti

STORICO CONVEGNO A SARNANO (MC)

Torricino di Villa Irene SarnanoInizio conviviale A.I.C.

di Enzo Ciminari

LA FOBIA DEL DIVERSO/ESTRANEOACCADDE ANCHE NELLE MARCHE

CARICHE ASSOCIATIVE

CONSIGLIO DIRETTIVO

PresidenteDuilio BENVENUTI

Vice PresidenteAldo PEVERINITesoriere

Enrico BAIOCCOSegretario

Mirella MICONI FIORELLOConsiglieri

Dino CONTI, Giampietro MARIOT-TI, Alessandro PIERMATTEI, SilvioPRINCIPI, Giuliano SANTELLI,Giovan Battista SPALVIERI, AlbertoTARDELLA.

GIUNTA ESECUTIVADuilio BENVENUTI, Aldo PEVE-RINI, Dino CONTI, Mirella MICO-NI FIORELLO, Enrico BAIOCCO.

COMMISSIONE CULTURAGiampietro MARIOTTI (Pres.)Adele DELPIVO GAMBINI,Anselmo DONNARI, ErsiliaFUCCI, Alberto TARDELLA,

Angelo SFERRAZZA.

REVISORI DEI CONTI

EffettiviColombo TALAMONTIAdriano CARLETTIGiacomo MUZI

SupplentiLuigino ROSSI

Giuliano CESARETTI

PROBIVIRI

EffettiviGiosuè BATTISTINI Enzo CIMINARI Benito GENTILI

SupplentiRosanna FARRONI FIMIANI Giovanni FRANCALUCCI

ASSISTENTI ECCLESIASTICIMonsignor Delio LUCARELLI, Mons. Giuseppe TONELLO

Cancelliere del Vicariato di Roma

Segue dalla prima paginaMelchiorre Fucci...Inoltre, tutti gli aspetti dell’arte grafica, pittorica e scultoria glifurono noti e ad essi si applicò con risultati più che positivi. Nelsuo soggiorno romano ha avuto modo di essere partecipe delpieno affermarsi di quella fase dell’arte novecentesca condottaall’insegna del “richiamo all’ordine”, determinata a recuperare ilmestiere, i miti della cultura antica, la grande tradizione italianadi Giotto e Raffaello, a restituire all’arte la funzione narrativa,così da superare le avanguardie storiche senza ignorarle, al con-trario, accogliendone gli esiti più adatti alla definizione di un clas-sicismo moderno. L’articolazione del fenomeno ha dato luogo all’apparizione di varimovimenti e tendenze con larghe zone di continuità. ValoriPlastici, Realismo Magico, Novecento (dal 1926 NovecentoItaliano).Nel 1938, rientrato a Fano, ottiene la cattedra “per chiara fama” diDisegno dal vero nella Scuola artistica industriale, in seguitoIstituto d’Arte “Aldo Apolloni”. Nella sua città, ritrovati gli amicie la sua convinta fanesità si è dedicato instancabilmente, cosìcome ho già avuto modo di dire, nei vari settori culturali, artisti-ci, pittorici e ludici con meritato ed indiscusso successo sino algiorno della sua morte nel 1972. Termino affermando che la visita alla mostra ricordo diMelchiorre (Rino) Fucci è stata per me motivo di immensa gioiae soddisfazione, perché con essa ho potuto vedere dal vivo la suavera arte ed alcune opere (opere attualmente conservate gelosa-mente dalle figlie Ersilia e Carla, in casa Fucci, palazzo patriziorisalente al 1400 e privatamente in Roma, a Fano, nelle Marcheed in Belgio) che conoscevo solo per sentito dire o su cataloghi.

Roma Sede (00187) Via Romagna, 17 - Tel. 06481651Agenzia 1 - (00173) Via A. Ciamarra, 218 - Tel. 067222521Agenzia 2 - (00186) Via della Colonna Antonina, 39 - Tel 066798506Agenzia 3 - (00165) Via Aurelia, 504 - Tel. 0666411431Agenzia 4 - (00199) Piazza Verbano, 24/25 - Tel. 068547038Agenzia 5 - (00197) Via Oxilia, 19/a - Tel. 0680691166Agenzia 6 - (00149) Largo La Loggia, 39 - Tel. 065506691Agenzia 7 - (00191) Via A. De Viti De Marco, 48/G - Tel. 0636381648Agenzia 8 - (00193) Via Crescenzio, 45-53 - Tel. 0668210987Agenzia 9 - (00171) Via Teofrasto, 18-21 - Tel. 062576913Agenzia 10 - (00179) Via Appia Nuova, 610 - Tel. 0678349661Agenzia 11 - (00179) Via Tommaso da Celano, 80/82/84 - Tel. 0678393313Agenzia 12 - (00192) Via Andrea Doria, 74-76-78 - Tel. 0639746123Agenzia 13 - (00133) Via Aspertini 243/245 - Tel. 062002876Agenzia 14 - (00153) Viale Trastevere 185/189 - Tel. 065810148Agenzia 15 - (00175) Piazza S. Giovanni Bosco, 30 - Tel. 0671510096Agenzia 16 - (00159) Via Tiburtina, 533/535 - Tel. 0643251445Agenzia 17 - (00154) Via Caffaro, 107/111 - Tel. 065138114Agenzia 18 - (00199) Viale Somalia 227/229 - Tel. 0686320295Agenzia 19 - (00161) Viale Regina Elena, 299 - Tel. 064468293Agenzia 20 - (00146) Viale E. Fermi, 25/27 - Tel. 0655300955Agenzia 21 - (00155) Via Tor Cervara 313/315 - Tel. 0622755288Agenzia 22 - (00133) Via Giacomo Peroni 2/4 - Tel. 0641294187Agenzia 23 - (00146) Via Pian Due Torri, 39 - Tel. 0655045052Agenzia 24 - (00142) Via Francesco Acri, 2 - Tel. 0659604606Filiale Ostia Lido (RM) - (00121) Via dei Velieri, 78/81 - Tel. 065615198Filiale Anguillara Sabazia (Rm) - (00081) Via Anguillarese, 99 - Tel. 0699901152Filiale di Monterotondo (Rm) - (00015): Via Mameli, 14 - Tel. 069066362Filiale di Civitavecchia (Rm) - (00053): Viale Garibaldi, 30 c - Tel. 076626019Filiale di Colleferro (RM) - Via Casilina, 38/a - 38/b - Tel.0697710073Filiale di Nettuno (RM) - (00048) Via Carlo Cattaneo, 59 - Tel. 069808147Filiale di Guidonia – Montecelio (RM) (00012)- Via Roma 107 - Tel 0774300446Filiale di Albano Laziale (RM) - (00041) - Borgo Garibaldi, 84 - Tel. 069325001Filiale di Frascati (RM) - (00044) - Piazza Montegrappa, 2/3/4 Tel. 0694015242Filiale di Aprilia (LT) - (04011) - Via Pietro Nenni, 35 - Tel. 0692014555Filiale di Ciampino (RM) – (00043) - Via di Morena, 94 - Tel. 067916494Filiale di Latina (LT) – (04011) - Via IV Novembre, 50 - Tel. 0773661415Filiale di Pomezia (RM) – (00040) – Via del Mare, 65 – 069106705Filiale di Velletri (RM) – 00049 – Via Dante Veroni, 30 - 069637087

ZONA ROMA E LAZIO

Page 3: Anno XXVII - N. 3 EDIZIONE TRIMESTRALE LUGLIO - AGOSTO ... · nico verso il regno delle meraviglie della storia del-l’arte, grazie ai papi del ‘500, ma avrà oltrepassato una

IlCastello di Moresco sorgein posizione strategicasulla sommità di un colle

che controlla la sottostante valledell’Aso, ben nota per le coltiva-zioni ortofrutticole.L’origine del nome non è certose derivi da una nobile famigliadi nome Mori, oppure dallaparola dialettale morrecine cheindica il mucchio di pietre su cuipoggia il castello.Altri, al contrario, sostengonoche il Castrum Morisci sia statocostruito vicino al mare proprioper respingere gli assalti deiSaraceni; o ancora, secondo laleggenda, al tempo delle scorre-rie dei Mori lungo la costa adria-tica, un gruppo di questi, si spin-se un po’ più all’interno per edi-ficarvi una roccaforte nel cuoredella cristianità.

Il borgo medievale prende dalcastello la sua forma a ellisse,completamente cinto di muratrecentesche; con le sue strettevie e la piazza con il suo portico,con gli affreschi e gli edifici anti-chi ben conservati accoglie ilvisitatore in un’atmosfera davve-ro magica. Moresco è stato certificato comeuno dei più bei borghi d’Italia edal 2001 fa parte di questo clubd’elite di cui è anche uno deisoci fondatori.Le prime notizie del castellorisalgono al 1083. Sul suo terri-torio, in età romana, sorgevanoimportanti insediamenti ed in etàlongobarda curtes e castra (centrimurati) monastici e feudali. Nelsec. XIII, il castello passa in pro-prietà della città di Fermo e viresta, con alterne vicende, finoall’Unità d’Italia. Nel 1869

perde l’autonomia comunale,diventando frazione di Monte-rubbiano fino a che, con regiodecreto, il 26 giugno 1910, torna

ad essere comune autonomo.Il castello, con le sue torri diavvistamento e di difesa, nelMedioevo fu roccaforte strategi-ca del Comune di Fermo nellaguerra contro Ascoli e i suoialleati. Il profilo che subito identificaMoresco è quello della TorreEptagonale del XII sec. alta 25metri, - non è chiaro perché siastata costruita con gli inconsuetisette lati - forse per distinguersidagli altri torrioni del sistemadifensivo fermano; in effettiriveste un notevole impatto visi-vo.Nel 1918 la cuspide in stilearabo (di cui non è certa l’esi-stenza effettiva) è crollata ed èstata sostituita da una merlaturaghibellina. La torre ha dunquesubito vari restauri, nel corso delpiù recente, al suo interno sonostati realizzati tre solai ligneicaratterizzati da un’ampia aper-tura centrale. Sulla battagliera, ècollocato un campanone, decora-to con immagini sacre in rilievo,risalente al 1583. L’ultimo livel-lo presenta anche una sorta diterrazzo panoramico, da cui losguardo spazia per decine di chi-lometri, dal monte Conero alGran Sasso e fino al litoraleadriatico. Da qualche anno, lastruttura è sede, soprattutto nelperiodo estivo, di mostre edesposizioni.La grande campana scandisceancora i suoi rintocchi ogni gior-no, alternandosi con quella dellaTorre dell’Orologio, che sovra-sta la vecchia porta di accesso alcastello ed è affiancata da un ele-

gante portico cinquecentesco. La terza torre non esiste più,come la chiesa che era all’inter-no delle mura (S. Maria in

Castro) di cui rimane oggi solola navata sinistra, ora divenutaportico, che abbellisce ancor dipiù la piazza, grazie anche all’af-fresco della “Madonna conbambino” di Vincenzo Pagani.Come ogni borgo marchigiano,fiero, autonomo e legato al suocampanile, Moresco vanta unPalazzo Comunale di linea rina-scimentale, che funge anche dapiccola pinacoteca, con una salaconsiliare tra le più belle dellaprovincia, dove è custodita lagrande pala della Madonna delPagani. Fuori le mura sono davisitare il Santuario dellaMadonna della Salute e,soprattutto, la Chiesa di S.Maria dell’Olmo, ampliata nel1521 inglobando l’antica edicolagotica, che la divide in due particon due differenti altari. Adabbellire gli altari fu chiamatoVincenzo Pagani che realizzòl’affresco della Crocifissione e lapala d’altare conservata nellasala consiliare. Un interessanteaffresco della scuola di CarloCrivelli (1430-95) è nella chiesadi Santa Sofia, che è stata sede,dopo la sconsacrazione di unpiccolo teatro.Il borgo offreanche manifestazioni ed eventidi particolare fascino, tra cui LaCena nel Medioevo, una cenaesclusiva nella scenograficaPiazza Cas-tello, che si svolgenell’ultimo venerdì di lugliodegli anni dispari; la Sagra dellapolenta con le vongole, inPiazza Castello, il 9 e 11 agosto,la Festa della Madonna dellaSalute e la Festa del braciere,nel mese di ottobre.

Curiosità turistiche e storiche marchigiane

Brevi... ma interessanti... dalle Marche a cura di Silvio Principi

Quest’anno, colpo di scena!L’Academy Awards diHollywood invita il pic-

colo Comune di Francavilla d’Ete(FM) a cambiare denominazionealla manifestazione che da annipremia i nostri corregionalitalentuosi che più si sono distintinella loro professione. E così latradizionale Notte degli OscarMarchigiani – quest’anno giuntaalla sua 18esima edizione - ècostretta giocoforza a mutaredenominazione, e diviene la Nottedell’Orgoglio Marchigiano.Può sembrare incredibile, ma èandata così. Il successo di pub-blico e la risonanza sui media che,di anno in anno, avvolge questoimportante evento hanno evi-dentemente raggiunto anche glienti preposti alla tutela del celebreOscar alla carriera cinemato-grafica;“ di Notte degli Oscar c’ène una sola” hanno precisato,invitando l’Amministrazione co-munale di questo ridente paesino,a cavallo tra le province di Fermoe Macerata, a non utilizzare più latradizionale denominazione, nétanto meno la copia della celebrestatuetta (marchio registrato sindal 1929). “Non tutti i malivengono per nuocere”, e maiquesto antico detto fu così vero!Ecco allora che l’intraprendenteed efficiente Sindaco diFrancavilla d’Ete, giustamenteorgoglioso di cotanto interesse –nientemeno – oltre oceano, nonpoteva non mutare la deno-minazione dell’evento in Nottedell’Orgoglio Marchigiano, sos-tituendo la celebre statuetta holly-woodiana con un’opera nostrana,realizzata per l’occasione echiamata “Guerriero Marchi-giano” (rivisitazione del famosoGuerriero Piceno di Capestrano,scultura in pietra e marmo del VIsec. a.C. attualmente esposta almuseo di Chieti).Rinnovata nella veste e nellospirito, immutata nelle sue finalità– evidenziare le eccellenzemarchigiane e valorizzare, attra-verso di esse, l’immagine dellanostra terra – ha avuto luogol’edizione 2016 di questakermesse , che da iniziativa localeha assunto negli anni unaconnotazione regionale; tutti i 246

Comuni delle Marche sonocoinvolti nell’individuazione dellevarie nominations, ossia nostricorregionali che, nell’arco del-l’anno, si sono distinti in varisettori. Immutata anche la sug-gestiva location, la piazza delborgo medioevale – praticamente,un teatro a cielo aperto – cui siaccede da un unico portale, in-gresso principale a Francavillad’Ete.Pubblico e turisti presenti inriviera – molti stranieri attratti dalsingolare evento – si sono cosìriversati in piazza per assistere alGran Galà del 18 agosto scorso,che alterna le previste premiazionia momenti di musica e cabaret,con cantanti e attori/attrici ospiti(vds. locandina dell’evento).Piacevole accompagnamento dellaserata - presentata dal giornalista

Tiziano Zengarini e dallaconduttrice RAI Adriana Volpe -la That’s Amore Swing Orchestra,fondata e diretta dal musicista/cantante Riccardo Foresi, artistamarchigiano di talento il cuirepertorio spazia dalle canzonettenapoletane ai brani celebri delmitico Frank Sinatra.Sono saliti sul palco per ricevere– quest’anno - il prestigioso“Guerriero Marchigiano”, profes-sionisti, manager, ricercatori,uomini e donne che portano nelmondo – con il loro sapere e saperfare – l’orgoglio marchigiano.Per il settore imprenditoria sonostati premiati Clementoni – storicafabbrica di giocattoli, leader nelsettore, inventore dei “giochiintelligenti” come il mitico Sa-pientino – e l’azienda calzaturieraGiano, lodevole per i suoiinvestimenti sul territorio incultura (teatrale), progetti di

integrazione, ricerca e formazione.L’atleta centenario – noto anchealle cronache televisive -Giuseppe Ottaviani, che continuaa praticare ben 11 specialitàdell’atletica leggera, non potevanon ricevere il “GuerrieroMarchigiano “allo sport.Musicultura, associazioneaffermatasi in 25 anni come unadelle rassegne musicali piùimportanti in Italia – sinonimo dimusica, intrattenimento e spet-tacolo – ha ricevuto il “GuerrieroMarchigiano” alla cultura.Per il sociale, la prestigiosastatuetta è andata al Dott. LucaCardinali, che lavorando pressol’Ospedale di Bruxelles è stato inprima linea durante gli attentatiislamisti del 22 marzo scorso.Per il settore spettacolo, il registaAlessandro Valori è stato premiatoper la realizzazione del film“Come saltano i pesci”, filmrivelazione dell’anno, definitosimpaticamente dalla critica ad“alto tasso di maceratesità”, peri luoghi in cui è stato girato, illinguaggio e gli attoriimprovvisati utilizzati, tuttidella provincia di Macerata.Per la categoria ricerca scien-tifica, ha colpito molto inven-zione di tre studenti dell’ITIS“Enrico Fermi” di Ascoli

Piceno; Yuri Straccia, MarcoCamerinesi, Riccardo Testa,hanno ideato e realizzato – con ilsostegno e la guida di Preside einsegnante – un bastone“intelligente” per anziani, che secade invia un messaggio alfamiliare del tipo “nonno ècaduto”.Infine, il premio Orgoglio Mar-chigiano nel Mondo è andatoall’affermata azienda vinicolaSanta Barbara, che tra l’altro hafatto conoscere il celebre Ver-dicchio di Iesi ovunque all’estero.Come sempre, a margine dellamanifestazione, sono stati allestitistand gastronomici con piatti tipicidel territorio, buon vino locale edolci della tradizione franca-villese.Il bravo Sindaco di Francavillad’Ete, Nicolino Carolini, avràmolto da lavorare per mantenereun trend così elevato anche nel2017!

Curiosità turistiche Curiosità La notte dell’Orgoglio Marchigiano (già notte degli Oscar)MORESCO (AP) - La meraviglia della Val d’Aso

di Antonia Carboni

Moresco - Torre Eptagonale Locandina notte orgoglio marchigiano

Veduta panoramica di Moresco

“Papi, Imperatori, armi e amori sotto l’Aquila sveva”, questo iltitolo del XVI Festival Pergolesi Spontini che si è tenuta, a Jesi, aMaiolati Spontini e nei luoghi d’arte della provincia di Ancona, dal 1al 25 settembre 2016.

Un viaggio in musica, dal XII secolo ai gior-ni nostri attraverso l’albero genealogico diFederico II, imperatore del Sacro Romano Impero e redi Sicilia, nato a Jesi nel 1194. Viaggio rea-lizzato con 15 appuntamenti d’opera, con-certi, spettacoli di teatro musicale.Il festival è stato inaugurato la notte del 1settembre a Jesi, in piazza Federico II, conlo spettacolo: “Il Volo dell’Aquila” di FrancoDragone con la musica di Fabrizio Festa. Ilvolo dell’acrobata sospesa a 35 metri dialtezza che ha attraversato Piazza Federico

II su un cavo d’acciaio teso tra il campanile della Chiesa di SanFloriano e il Palazzo del Museo Diocesano.Vi hanno partecipato più 2000 persone oltre le campionesse olim-pioniche Valentina Vezzali e Elisa Di Francisca, il conte VanniLeopardi e famiglia, il sindaco di Jesi e di Melfi, città federiciana, vipe imprenditori. Un successo, firmato dalla Fondazione PergolesiSpontini. Il luogo e stato quello dove secondo la tradizione, sottouna grande tenda appositamente eretta, Costanza D’Altavilla, dipassaggio per Jesi, diede alla luce l’imperatore svevo, e dove traqualche mese si attende l’inaugurazione del Museo “Federico IIStupor Mundi”. Tra i promotori della manifestazione anche l’On.Valentina Vezzali che si è detta “onorata” di essere testimonial delFestival 2016 insieme alle campionesse della scherma Elisa DiFrancisca e Giovanna Trillini, e all’allenatore di calcio RobertoMancini, tutti nati a Jesi, come lei, e come il grande imperatoresvevo. “E’ impegnativo - ha commentato la Vezzali - dire che sononata a Jesi come Federico II, come Pergolesi e come Spontini, per-

sonaggi di fama mondiale. Impegnativo dover dimostrare di esserealla loro altezza, per restare nella storia della città e nell’immagina-rio collettivo come una eccellenza indiscussa e riconosciuta. Fin dabambina sono rimasta colpita dalla personalità di Federico II per le

sue ambizioni e per la sua grande modernità. Lo sono di più oggi,da parlamentare, se penso alla sua visione dello Stato. Fu precur-sore della concezione dello “Stato modello”, dialogante e tolleranteverso ebrei e musulmani, attento ai diritti civili e laici. Un uomo cheriuscì con la cultura, le arti e la scienza a cambiare lo scenario delXIII , un uomo illuminato, un imperatore visionario anche molto vici-no alla concezione dell’Europa moderna”.

“MUSEO FEDERICO II” DEDICATO ALL’IMPERATORE FEDERICO II

DI HOHENSTAUFEN.

Il 18 aprile 2016 è stata siglata, a Jesi, la convenzione traFondazione Federico II Stupor Mundi e Fondazione Marche, per ilfinanziamento della realizzazione del “Museo Federico II” dedicatoal grande imperatore Federico II di Hohenstaufen. A firmare l’atto: ipresidenti delle dueFondazioni, GennaroPieralisi e FrancescoMerloni, nel corso di unaconferenza stampa pres-so l’Hotel Federico II, cuisono intervenuti il sindacodi Jesi Massimo Bacci,Mario Pesaresi vice presi-dente operativo della Fondazione Marche, Walter Darini e NunzioTartaglia consiglieri della Fondazione Marche, William Graziosisegretario generale della Fondazione Federico II Stupor Mundi, eCristofer Giorgilli amministratore delegato della Volume Srl. Per l’opera, che vedrà la luce nel dicembre 2016, la FondazioneMarche ha stanziato 1,5 milioni di euro, esclusivamente destinatialla realizzazione dell’allestimento museale che avrà sede aPalazzo Ghislieri Nuovo, a pochi metri dal luogo in cui lo “StuporMundi” nacque sotto una tenda, il 26 dicembre 1194. Si tratta del piùgrande investimento privato in cultura nelle Marche, e della maggio-re donazione della storia di Fondazione Marche.

di Anselmo Donnari

Promotori XVI FestivalPergolesi Spontini

Piazza Federico II - Il Volo dell'Aquila

Firma della Convenzione - Merloni e Pieralisi

Anno XXVII - N. 3 LUGLIO - AGOSTO - SETTEMBRE 2016- PAGINA 3 -

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Page 4: Anno XXVII - N. 3 EDIZIONE TRIMESTRALE LUGLIO - AGOSTO ... · nico verso il regno delle meraviglie della storia del-l’arte, grazie ai papi del ‘500, ma avrà oltrepassato una

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SUPERMERCATI

auguri ai soci......che compiono gli anni nei mesi diOttobre - Novembre - Dicembre 2016

OTTOBRE

05 Anna MARINELLI STAFFIERI08 Sergio BATTAGLIA10 Settimio CIMARELLI10 Adelmo MARIOTTI12 Pio CONTI12 AlessandroRIVELLI14 Lanfranco SILVETTI20 Enzo CIMINARI22 Bruno BUCCI22 Silvano CAPITANELLI22 Mario CICERCHIA24 Mirella MICONI FIORELLO24 Vittorio FRATTINI24 Maria POLICRITI

NOVEMBRE

03 Maria Grazia LILLO03 Rita TODDE RANNO07 Giuseppina BRANDINELLI CASANOVA

NOVEMBRE

07 Anselmo DONNARI09 Luigino RICCARDI09 Paolo BRUNI20 Silvia ZENGA11 Rina BALLARINI ZUCCARI21 Piergiorgio FEDELI24 Delio LUCARELLI25 Alessandro PIERMATTEI

DICEMBRE

04 Amerindo SANCRICCA 13 Ivan GIUGGIOLI14 Anna BUSCA SAPIENZA14 Armando CIARROCCHI16 Ersilia FUCCI16 Luisa PIERAGOSTINI21 Felice ORSINI25 Sergio RIVELLI27 Ilde CONTI30 Pietro GIANNINI

i proverbi marchigianiOgni lavata ‘na strusciata.Ogni volta che si lavano i panni, si consumano un poco.

FANO (PU)

Chi vòl soffrì le pene de l’inferno, l’estate a Jesi e a Cingolid’inverno. Chi vuol soffrire le pene dell’inferno vada a Jesi (Ancona), dove facaldo d’estate, e a Cingoli (Macerata) dove fa freddo d’inverno.

ANCONA/MACERATA

Bon volere e tristi fatti, porta ‘n gniru savi e matti.Avere buone intenzioni e fare cattive azioni è portare in giro savi e matti.

MACERATA

Lo vì / piace anche a li pucci.Il vino piace a tutti, anche ai pulcini.

FERMO

Scopreme lu viccu, che te facciu riccu.Scoprimi il becco, cioè piantami in superficie, che ti farò ricco: dice l’orzo al contadino.

ASCOLI PICENO

Notizie in breve

i nostri sostenitori... !

ANGOLO DELLA NUMISMATICAdi Roberto Fontana

REGNO UNITO, GIORGIO V, SOVRANA, ORO, 1918,ZECCA DI LONDRA

Questa volta, più che una singola moneta, descrivo una tipolo-gia. Sono le famose c.d. sterline che molto spesso si regalano aibambini quando vengono battezzati. Molti soci del Cenacolo mihanno chiesto notizie in merito ed il loro valore. Prima di tuttoil nome esatto è Sovrana, il nome sterlina deriva dal fatto cheall’epoca della loro introduzione (1816) avevano il valore di 20scellini ovverosia una sterlina. Sono state coniate da diversisovrani del Regno Unito e coniate in tante zecche sparse per ilglobo. Non dimentichiamoci che il Regno Unito nei primi annidel novecento è arrivato a governare su quasi un quinto delleterre emerse! Proprio perché coniate in grandissima quantità equindi molto comuni non hanno un valore numismatico.Valgono soltanto l’oro che contengono e cioè 7,31 grammi difino. Oggi valgono quindi sui 260 /280 euro. Il mio consiglio ècomunque di conservarle… sia perché sono un ricordo, sia per-ché comunque l’oro è sempre un ottimo investimento. E poiperché sono una delle più belle monete mai emesse. Il rovescioraffigurante San Giorgio con il drago, opera di BenedettoPistrucci, un romano diventato capo incisore della zecca diLondra, è considerato uno dei più grandi capolavori dell’artenumismatica.

IL TERREMOTO E LA PAURA DEGLI UOMINI

di Angelo Sferrazza

Ai funerali ad Amatrice di alcune delle vittime del terribi-le terremoto del 24 agosto il vescovo di Rieti mons.Domenico Pompili, per lunghi anni responsabile della

comunicazione della CEI, ha pronunciato una omelia che puòdefinirsi “laica e scientifica”. Parole mai sentite prima, chiare,esplicite: non condannare l’evento naturale, ma pensare alleconseguenze sociali a responsabilità dell’uomo. Una rilettura diciò che si pensava dei terremoti nei millenni passati è di interes-se straordinario, anche se si dispone di pochissime fonti scrit-te. Parla per tutte l’archeologia, fedele al detto: prima le pietre,poi la tradizione orale e infine quella scritta. Questa disciplinatrasferisce utilissime conoscenze a settori diversi, ingegneristi-ca, sismologia, geologia, che consentono di redigere una map-patura degli eventi antichi, dai quali si ricavano utili insegna-menti. Solo dalla fine del medioevo cominciano ad essere redat-te cronache e notizie sui terremoti. Fra i primi un umanista fio-rentino Giannozzo Manetti con il tratto De terraemotu del1457. Nell’età classica la teoria sui terremoti era materia per ifilosofi e di qualche raro naturalista. Fra questi Plinio ilVecchio e Seneca. Dalle magiche teorie babilonesi che fannoderivare i terremoti dall’influsso degli astri, si è passati adosservazioni naturalistiche con numerose e curiose interpreta-zioni. Talete di Mileto, che Aristotele considera l’iniziatore del-l’indagine filosofica sui principi della natura e poi Democrito,parlano di acque sotterranee che fanno navigare la terra comeuna nave. Altri di “stanchezza” della terra, come una vecchiacasa in cui cedono improvvisamente le pareti, come asserisceAnassimene di Mileto. Poi si passa a spiegazioni analogiche:l’insieme di tutti questi eventi producono terremoti. C’è chiparla di pneuma, aria e quindi vento che scuote la terra causan-do le scosse telluriche. Ma c’è un momento in cui alle tesi natu-ralistiche si aggiunge con forza la presenza divina. Gli antichicostruivano templi in onore di Tellus. Ma è con il cristianesimoche il tema divino irrompe con forza con forti riferimenti allesacre Scritture, escludendo le spiegazioni naturalistiche, fruttodella cultura pagana. La sola causa dei terremoti è quella divi-na. E’ intorno alla fine del ‘300 d. C. che il vescovo di Brescia

Filastro pubblica il Liber dehaeresibus. Fra le centocin-quantasei eresie anche quelladella convinzione sull’originenaturale dei terremoti,conside-rata negazione della potenza diDio. La tesi rigida di Filostratoconvisse nei secoli successivicon quella naturalistica: terre-moti furono alcuni definititinaturali e altri no, questi provo-cati direttamente da Dio. Ladicotomia di per se inconcilia-bile trovò però viva attenzioneche durò fino all’inizio dell’eramoderna ed oltre. Fra teologi efilosofi non si aprì un dialogofra la volontà di Dio e il deter-minismo della natura, si accet-tarono tranquillamente le dueipotesi. La Chiesa usa un altrolinguaggio e la scienza è libera.Ma il terremoto continua a ter-rorizzare gli uomini. Le nostreterre del Picenum nell’antichitàfurono sconvolte da disastrositerremoti, ma non ne abbiamocronache dirette. Di uno si saqualcosa. Avvenne durante labattaglia finale nel 268 a.c. fra iromani e i piceni, che furonosconfitti da Sempronio. Perquesti un brutto segno dellanatura.

Anno XXVII - N. 3 LUGLIO - AGOSTO - SETTEMBRE 2016- PAGINA 4 -

UN GRAZIE DI CUORE AI SOTTO INDICATI SOCI DEL “CENACOLOMARCHIGIANO” CHE HANNO INVIATO UN CONTRIBUTO PER LASTAMPA E LA SPEDIZIONE DEL NOSTRO GIORNALE

Giosuè BATTISTINI, Paolo CASANOVA, Giovanni DURANTI,Ivan GIUGGIOLI, Roberto POLIDORI.

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Amatrice (RI) - Funerali delle vittime del terremoto.Omelia del Vescovo di Rieti, Mons. Domenico Pomplili

NOZZE D’OROI 50 ANNI DI MATRIMONIO DEL SOCIO MARIO ARRA’

Il 14 agosto 2016 Mario Arrà e Maria (Mariella) Francia hannorinnovato, con lo stessoamore e con maggiorconsapevolezza, quellagrande promessa di cin-quant’anni fa nella chiesadi San Benedetto di Mon-talto di Cessapalombo(MC) insieme ai figli,alla nipotina ed a parentied amici. Dopo la cerimo-nia religiosa tutti i presenti hanno condiviso e salutato Mario eMariella con una squisita cena preparata dalla locale trattoria“La Fonte”.I soci del Cenacolo Marchigiano augurano ai felici e maturi sposiancora tantissimi anni di vita piena di tantissime cose belle.

Mario e Maria insieme ai figli e alla nipotina

LUTTOGRAVE LUTTO PER I SOCI LUIGINO E FRANCO ROSSI

Sabato 17 settembre 2016, Carmelo Rossi, amato padre deinostri carissimi e stimatissimi soci Luigino e Franco, ci ha

lasciati, confortato anche dall’olio degliinfermi, per raggiungere serenamente lacasa del Padre. La sua dipartita ha lascia-to affranti i figli Luigino e Franco con lerispettive consorti Lucilia e Laura, i quat-tro nipoti (Isabella, Elisabetta, Federico eFrancesco) ed i due piccolissimi pronipo-ti (Mario ed Alessandro). Martedì, 20 set-tembre 2016 è stato salutato da tutti ifamiliari, da una rappresentanza del“Cenacolo Marchigiano”, guidata dalPresidente, e da numerosi amici, a Roma,nella chiesa di Santa Maria della

Misericordia, nel quartiere Prenestino. Successivamente e par-tito per Offida per riposare accanto alla consorte Angela nellatomba di famiglia.Carmelo, nato ad Offida (AP) il 16 luglio 1923, si era trasferi-to a Roma con la famiglia nel 1962. Era molto conosciuto daisoci del Cenacolo Marchigiano perché partecipava attivamentea tutte le nostre attività religiose. Era molto devoto allaMadonna di Loreto per la quale richiedeva sempre particolariattenzioni e preghiere. I soci del Cenacolo Marchigiano, particolarmente commossi edispiaciuti, esprimono ai familiari la propria vicinanza con lepiù sentite condoglianze.

Foto del Signor Carmelo

Il CenacoloMarchigianoPeriodico trimestraledell’Associazione

“Cenacolo Marchigiano”Codice Fiscale 97051470587

Direttore ResponsabileDuilio BenvenutiCoordinatoreSilvio Principi

e-mail: [email protected] di Direzione

Giosuè BattistiniEnzo Ciminari

Irene Affede Di PaolaAnselmo DonnariErsilia Fucci

Giampietro Mariotti

Direzione, Redazionee Amministrazione

Via Matteo Boiardo, 1900185 Roma

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N° 86532009

Autor. Tribunale di Roman° 486 del 3 agosto 1989

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