Anno XV NOVAal 2015, quando è stato eletto presidente dell’associazione....

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Ente autorizzato all’adozione internazionale (legge 476/98) Ente morale (d.m.17/7/96) Associazione di volontariato (iscr. reg. piemonte 17/12/97) ONLUS Anno XV luglio dicembre 2016 2 numero BOLLETTINO DELL’ASSOCIAZIONE NOVA Spedizione in abbonamento postale Art. 2 comma 20/C legge 662/96 - DC-DCI Torino N° 1/2016

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Ente autorizzato all’adozione internazionale (legge 476/98) Ente morale (d.m.17/7/96) Associazione di volontariato (iscr. reg. piemonte 17/12/97) ONLUS

Anno XVlugliodicembre2016 2numeroBOLLETTINO

DELL’ASSOCIAZIONE NOVASpedizione in abbonamento postaleArt. 2 comma 20/C legge 662/96 - DC-DCITorino N° 1/2016

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SOMMARIO

VITANOVA - BOLLETTINO DELL’ASSOCIAZIONE NOVAn°2 Luglio - Dicembre 2016

Direttore Responsabile Fiammetta Magugliani FallabrinoRedazione e amministrazione Parco Culturale “Le Serre”Via Tiziano Lanza, 31 10095 Grugliasco (TO)Stampa La Grafica Nuova (TO)Registrazione Tribunale di Bologna 5460 del 26/02/1987Questo numero è stato stampato in 3.500 copie

Numero 2 Luglio - Dicembre 2016

in copertina: un bambino di Haiti

3Luglio - Dicembre 2016

VITANOVA e la sua redazione (Gianfranco Presutti, Emanuela Gatto e Carlo Gaffoglio) vi invitano ad inviare foto, disegni, storie e contributi da pubblicare sulla rivista.Abbiamo necessità di arricchire il nostro archivio di immagini per rendere la rivista sempre più bella e interessante. Invitiamo soprattutto le famiglie che si recano nei Paesi a inviarci documenti e immagini dei loro viaggi. Un piccolo contributo utile a diffondere la conoscenza, la sensibilità e l’apertura delle famiglie NOVA al mondo.Per comunicare con la redazione, per proposte e idee e per inviare contributi utiliz-zate l’indirizzo: [email protected]

La redazione

Una storia che ha dell’incredibile.Grazie alla rete due fratelli, separati dall’adozio-

ne in famiglie diverse e lontane, decidono di incontrarsi in Europa. Poi incontrano un terzo fratello in Brasile ed infine anche un quarto li raggiunge.

Massimo e Francesca raccontano il loro incontrocon Daniele. Due anni e mezzo di attesa e passione,

ma la vita è adesso...I nonni sono figure importanti nelle nostre famiglie, ma come vivono l’esperienza adottiva?

Ce ne parla la dr.ssa Gianna Donetti.Benvenuto ai bambini del NOVA!Una riflessione sugli articoli dell’Espresso di questa estate

e sul mondo adottivo visto dai giornalisti.

Il nuovo direttivo di NOVA si presenta ai lettori.Lavorerà per i prossimi tre anni.

L’uragano Mattiew ad Haiti.Il disastro che ha colpito l’isola a ottobre, l’emer-

genza aiuti, l’impegno di NOVA nei primi soccorsi e nella raccolta di fondi per i primi aiuti.

Giovani che scrivono di adozione.Alessia Petroliti ci propone la metafora del pellegrinoper descrivere il viaggio che compie chi è adottato.

Ancora giovani: Mamisua Amato è tornatadal Madagascar dove ha passato due mesi

come volontaria in un piccolo villaggio.Ci parla di cosa ha fatto e delle sue emozioni

Notizie dalle sedi.Tante iniziative nelle sedi NOVA,

soprattutto a sostegno del progetto Haiti.

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Durante la festa delle famiglie di Mogliano Veneto si è svol-ta l’assemblea nazionale NOVA, nella quale il Presidente ha svolto la sua relazione sull’andamento dell’associazione nell’ultimo triennio. Il Presidente ha sottolineato la difficile congiuntura che ha caratterizzato a partire dal 2012 il mondo delle adozioni, si-tuazione che ha spinto NOVA ad operare facendo fronte alle difficoltà con tutte le migliori risorse di cui dispone e certa-mente contando sul lavoro dei suoi dipendenti e collabora-tori e dei volontari delle varie sedi. Gran parte dell’intervento è stato incentrato sulla vicenda dei bimbi e delle famiglie coinvolte nel blocco delle adozioni in Congo (molte presenti in assemblea), iniziato a settembre 2013 e conclusosi solo nella primavera di quest’anno 2016.Un ricordo commosso è stato rivolto a Teresa Starita, scom-parsa ad aprile scorso ed a cui la festa di Mogliano Veneto è stata dedicata.Ne è emerso un quadro che lascia ancora molto spazio all’impegno di NOVA, dei suoi soci, dei volontari di tutte le sedi. Si è ribadita la volontà di continuare a operare per la principale missione per cui NOVA è nato: garantire non solo il diritto ad una famiglia per ogni bambino, ma un sostegno diffuso all’infanzia dei Paesi dove NOVA opera, garanten-do per ciò che riguarda le adozioni procedure trasparenti e sempre ispirate ai principi etici che ci guidano fin dalla nostra fondazione.L’assemblea ha dibattuto questo prospettiva con diversi interventi da parte dei soci presenti. Infine ha provveduto all’elezione del nuovo Consiglio Direttivo. Lascia il direttivo Fabio Naldi, al quale NOVA esprime il suo ringraziamento per i lunghi anni di impegno nel CD e nella sede di Pistoia, fanno il loro ingresso Anna Pittaro di Venezia, Fabrizio Cella di Pistoia, Vito Patrono di Bologna, Gelsomina Comegna di Salerno. Hanno confermato la disponibilità a far parte del CD Massimo Vaggi di Bologna in qualità di presiden-te, Gianfranco Presutti della sede di Torino vicepresidente, Carmelo Crea di Roma quale tesoriere, Fiamma Magugliani sede di Milano e stimatissima ex presidente e Claudio Ca-ramini di Roma.A tutto il direttivo un augurio di buon lavoro!

• SEDE NAZIONALE - TORINO

Parco Culturale “Le Serre”Via Tiziano Lanza, 3110095 Grugliasco (TO)Tel 011 770 7540Fax 011 770 1116Orario: 9.30 -13.00 / [email protected]

• SEDE NOVA PISTOIAVia Buonfanti, 19 - 51100 PistoiaTel 0573 246 [email protected]

• SEDE NOVA ROMAVia Cavour, 325 - 00184 RomaTel 06 4818 283 - Fax 06 4802 [email protected]

• SEDE NOVA BOLOGNAVia Bentivogli, 19 F - 40138 BolognaTel 051 340 164 - Fax 051 741 [email protected]

• SEDE NOVA MILANOVia Ricordi, 21 - 20131 MilanoTel 02 261 406 [email protected]

• SEDE NOVA SALERNOVia S. Anna, salita monastero (porta carrese)84014 Nocera Inferiore - [email protected]

• SEDE NOVA VENEZIAPiazza IV novembre, 5330030 Maerne di Martellago - VeneziaTel 041 546 1864 - Fax 041 810 [email protected]

LE SEDI NOVA

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Massimo Vaggi, nato nel 1957 a Domodossola, vive a Bolo-gna. È avvocato specializzato in diritto del lavoro e consulente del sindacato e di un patronato. Genitore adottivo, ha tre figli, di cui due biologici. È stato responsabile dei progetti di coope-razione internazionale e membro del direttivo NOVA dal 2006 al 2015, quando è stato eletto presidente dell’associazione. [email protected]

Gianfranco Presutti, nato a Torino nel 1961. Vivo a Rivalta di Torino, sono un dirigente pubblico e mi occupo prevalentemente di fondi europei, sviluppo economico e innovazione per il Comu-ne di Torino. Ho tre figli, di cui l’ultimo adottato tramite il NOVA in Madagascar nel 2003. Nel Consiglio direttivo NOVA dal 2004 sono attualmente vicepresidente e responsabile di Vitanova. [email protected]

Carmelo Crea, nato a Roma nel 1971, svolge la professio-ne di IT Architect per conto di una nota società di information technology. Genitore adottivo, membro del Consiglio direttivo dal 2013 in qualità di tesoriere. [email protected]

Fabrizio Cella, nato a Brescia nel 1971 e residente a Pistoia, genitore adottivo dal 2011. Opera nel settore dell’industria fu-soria con esperienza nei Sistemi di Gestione della Qualità, delle tematiche Ambientali e della Salute e Sicurezza nei luoghi di la-voro. Impegnato in vari settori del volontariato è al primo manda-to nel consiglio direttivo con il ruolo di Responsabile dei Progetti. [email protected]

Fiammetta Magugliani, nata nel 1953 a Milano dove risiede. Sociologa, attualmente responsabile amministrativa e risorse umane in una piccola azienda. Genitore di due figli, biologico e adottivo. Membro del Consiglio Direttivo di NOVA dal 1989, Vicepresidente dal 1994 al 2001. A fine 2001 è stata eletta Presidente, carica mantenuta fino ad ottobre 2015. [email protected]

Claudio Caramini, nato a Roma nel 1956, dal 2013 pensio-nato (ex impiegato tecnico nel campo lito/tipografico). Genitore di due figlie (esperienza adottiva e biologica), socio NOVA dal 1985, membro del consiglio direttivo dal 2009.

Anna Pittaro, nata nel 1962 a Dolo Venezia Residente a Fos-só Venezia, mamma di un figlio adottivo. Responsabile della sede NOVA di Venezia dal 2008 Membro del direttivo di NOVA dal 2008 al 2014 e da settembre 2016. Responsabile per le adozioni in Brasile negli stati di: Rio de Janeiro, Goiás e [email protected]

Vito Patrono, nato a Taranto nel 1969. Risiede a Bologna. Dipendente di una Pubblica Amministrazione. Genitore di un bimbo adottivo. Responsabile della sede NOVA di Bologna dal 2015 e membro del Consiglio Direttivo NOVA da settembre 2016 con delega alla [email protected]

Gelsomina Comegna, nata a Castellammare di Stabia nel 1969 dove risiede. Casalinga, mamma adottiva dal 2006 (Benin). Volontaria NOVA dal 2002, ha affiancanto il respon-sabile di allora (Gino Infante) negli incontri informativi, dal 2007 responsabile di coppie e da fine 2012 responsabile di sede NOVA di Salerno. Membro del CD da Settembre 2016. [email protected]

CONSIGLIO DIRETTIVONUOVO NOVA Curriculum Direttivo

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piovana. Oggi le persone si riforniscono di acqua dalle ONG e dalle strutture della protezione civile che la distribuiscono in emergenza e dove non possono al fiume: ciò provoca l’in-sorgenza frequente di alcune patologie infettive quali le ma-lattie diarroiche (gastroenterite, parassiti intestinali), le infezioni vaginali ecc.. Non esiste più un sistema di canalizzazione e smaltimento delle acque reflue, né delle deiezioni umane e animali, né infine un sistema di raccolta dei rifiuti solidi urbani: tutto viene sparso nell’ambiente e quando iniziano le grandi piogge finisce per essere trascinato verso il fiume.

L’inarrestabile contaminazione ambientale provoca la prolife-razione di vettori meccanici e biologici (mosche, insetti, ro-ditori e scarafaggi ecc .. ) coinvolti nella trasmissione di ma-lattie infettive. Il pericolo attuale e concreto, che tutti i media

e le autorità paventano, è quello di epidemie di colera e tifo. I bambini ricoverati negli istituti non hanno assistenza sanita-ria pubblica, e dunque questi ultimi devono affidarsi a risorse proprie per poter monitorarne lo stato di salute. Fortunata-mente sono incolumi, ma nelle condizioni attuali del paese, che si trova in un caos indescrivibile, un’efficace sorveglian-za è pura illusione, se si deve far ricorso solo ai fondi a di-sposizione degli istituti, i quali peraltro devono provvedere a scorte alimentari (i prezzi stanno salendo vertiginosamente, e i prodotti autoctoni sono stati sostanzialmente distrutti), di acqua potabile (dal costo molto alto) e infine alla ricostruzio-ne degli edifici.

Per questo, dopo la notizia dell’uragano, i cui effetti sono arrivati con ritardo all’attenzione dei media internazionali, ci siamo subito messi in contatto con i nostri referenti per capire quale fosse la reale situazione. Abbiamo capito che era ur-

bilizzazione dell’acqua, l’acquisto di risorse alimentari e fondi per la riparazione delle strutture danneggiate.

È importante continuare la raccolta dei fondi, con versamenti sui seguenti conti corrente:

C/C n° 119994 presso Banca Etica SCARL Filiale di Firenze, via dell’Agnolo 73IBAN: IT 30 W 05018 02800 000000119994 intestato a: Associazione NOVA ONLUS via Tiziano Lanza, 31 - 10095 Grugliasco (TO)Causale “Emergenza Haiti”

NOVA realizza adozioni in Haiti e da anni sviluppa nel paese progetti di cooperazione e solidarietà che ci legano profonda-mente al popolo haitiano.Haiti ha oggi circa 14 milioni di abitanti, di questi 10 milioni abitano stabilmente nel paese e sono per oltre il 50% giovani, sparsi su un’area di 27.750 Kmq, la maggior parte concen-trati nelle baraccopoli prive di infrastrutture di base. Questo paese ha purtroppo conosciuto negli ultimi decenni profonde trasformazioni caratterizzate dall’instabilità socio-politica che ha successivamente impedito all’apparato statale ogni visio-ne strategica, con indebolimento delle istituzioni pubbliche e private, rafforzando infine la disuguaglianza e la vulnerabilità estrema: l’85% della popolazione detiene meno del 10% della ricchezza del paese e il 15% possiede più dell’85%.

gente intervenire e così abbiamo fatto, lanciando il “Progetto emergenza Haiti” e raccogliendo tra i soci, le famiglie NOVA e le sedi la disponibilità a reperire fondi per un intervento im-mediato di circa 50.000 euro.

NOVA ha già inviato il primo sostegno, con il quale il nostro rappresentante ha acquistato acqua potabile e cibo, conse-gnandoli direttamente agli istituti interessati. Intendiamo pro-seguire nel sostegno, estendendolo a partire dalle prossime settimane all’acquisto del materiale indispensabile per la ri-costruzione del tetto distrutto della Creche des Anges, di kit igienizzanti e di vaccini contro il colera. Siamo in contatto con una pediatra di Port-Au-Prince che ha garantito il suo aiuto per monitorare la situazione dei bambini dal punto di vista sanitario. Senza voler dimenticare il resto del paese e

ll passaggio sull’isola Hispaniola dell’uragano Matthew, lu-nedì 3 e Martedì 4 ottobre 2016, ha messo di nuovo in gi-nocchio un paese già fragilissimo, reso ancora più precario dal terribile terremoto del 12 gennaio 2010. L’uragano, con raffiche di vento che hanno raggiunto anche picchi di 280 Km orari e piogge torrenziali, ha provocato circa 1000 morti oltre a ingenti perdite di bestiame e raccolti. Ha scoperchiato e distrutto case e tendopoli, soprattutto negli slum ma anche nei quartieri residenziali, ha divelto alberi, portato via ponti, distrutto la rete idrica e fognaria, reso impraticabili diverse vie di comunicazione, tanto che il sud-ovest del paese è rimasto irraggiungibile via terra per alcuni giorni.

In particolare la distruzione della rete idrica e fognaria di mol-tissime zone ha creato una seria emergenza sanitaria. In al-cune zone, (come Petites-Desdunes e Bocozelle) non esiste acquedotto e non esiste un sistema di stoccaggio dell’acqua

della popolazione, per aiutare la quale i nostri sforzi saranno costanti, siamo costretti a concentrare le nostre energie su alcuni situazioni, affinché l’intervento sia efficace e utile.

Il “Progetto emergenza Haiti” coinvolge quindi le creshes di Port-Au-Prince - Foyer Notre Dame de la Nativité nel quartiere di Fontamara 27 (con 60 bambini), Choeur d’en-fants nel quartiere Delmas 75 (con 24 bambini), Foyer de Sion a Croix de Bouquets (con 66 bambini) e la creshe di LES CAYES (Comune di Chantal) Les Petits Ange de Chantal (con 75 bambini).

I primi vaccini sono arrivati il 25 ottobre scorso e sono stati immediatamente distribuiti e somministrati da un pediatra.Il progetto, il cui responsabile italiano è Fabrizio Cella della sede di Pistoia ([email protected] • tel. 357 973 2301), prevede anche la fornitura di kit per la pota-

ad HAITIL’uragano Matthew

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che siano sempre comode, ma aiutano a raggiungere l’ir-raggiungibile.

La scrittrice Rebecca Solnit in “Storia del camminare” (Wanderlust. History of walking, 2000) scrive:“Il pellegrinaggio é una delle strutture fonda-mentali in cui si può articolare il viaggio – la

[ri]‘cerca’ di qualcosa, se non altro di una trasformazione di se stessi, il viaggio verso una meta – e, per i pellegrini, camminare equivale a un lavoro ”. E il lavoro, come spiega puntuale la solnit, in francese “travail” stà a significare an-che “sofferenza e doglie del parto”.

E proprio nel parto vi è il senso del partire, nella nascita la rinascita dopo la partenza.Quella del pellegrino é una metafora calzante, in grado di fornire una chiave nuova per leggere e guardare anche ai figli adottivi, oltre che a chi viaggia e a chi cerca in generale.

Una delle definizioni di pellegrino (pilgrim) fornita dall’ Ox-ford English Dictionary (OED) è:“Colui che intraprende un viaggio per visitare un posto di particolare significato o interesse, (per usi specifici) come atto di omaggio, rispetto”.

Quante volte, ci si trova a difendere o a giustificare il desi-derio/rifiuto di intraprendere una ricerca delle origini. Il no-stro ‘ritorno’. Un viaggio alla ricerca di ‘serenità’ (perché felicità e libertà sono parole grosse…), un viaggio all’av-ventura, all’insegna del divertimento e della scoperta. Un viaggio che, a volte viene considerato un punto d’arrivo, ed invece non è che una soglia… L’inizio di nuovi travagli.

Il pellegrinaggio è una delle modalità fondamentali della deambulazione, è camminare in cerca di qualcosa di in-tangibile, e noi stavamo facendo pellegrinaggio.

Rebecca Solnit – Storia del camminare.

Alessia Petrolito, 26Nata ad Atlanta (U.S.A.) e cresciuta in provincia di Torino. Mi sono diplomata in Decorazione all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino nel 2013 con una tesi sulla percezione della rottura del rit-mo intitolata: No Time to Mind the Gap. Rottura del ritmo: analisi dei valori inter-vallari nel loro aspetto percettivo, sociale e artistico, che investigava le cause e gli effetti dell’incremento del disinteresse per l’ambiente circostante e l’anestetiz-

zazione percettiva. Nello stesso anno mi sono trasferita negli Stati Uniti, a Chicago, dove lo scorso maggio 2016 ho conseguito un Master in ‘Visual and Critical Studies’ alla School of the Art Institute of Chicago (SAIC) con una tesi dal titolo: Black But Italian. Not just black and more than Italian (Nera ma italiana. Non solo nera e più che italiana), sulle differenze cultu-rali e percettive da me riscontrate vivendo a Chicago da studentessa e cittadina italiana/americana di colore. I miei studi trattano di teoria della percezione, e si concentrano sulla tra-duzione e la leggibilità dello spazio ‘tra’ (il gap). Lo scorso giugno sono rientrata in Italia per continuare i miei studi. Attualmente, le mie ricerche riguardano il carattere interdisciplinare dell’esperienza adottiva, in parti-colare la comunicazione visiva e la produzione di nuove chiavi di lettura per analizzare e tradurre le esperienze dei figli adottivi adulti.

Se anche tu ti senti un po’ pellegrino e vuoi condividere il tuo punto di vista, scrivimi a: [email protected]

La prima volta che ne parlai a mio padre lui mi disse: «Mi sfugge il senso»; ed ancora: «se penso ai pellegrini mi vie-ne in mente la religione».Pellegrino deriva dal latino pěrěgrīnus (peregrinus), dove peregre significa venire da fuori essere uno straniero – un non natío – una persona lontana dalla sua terra d’origine. Il pellegrino é un viaggiatore che nei secoli é stato oggetto di numerosi studi e scritti di religione, storia, letteratura, sto-ria dell’arte e altro ancora, per poi far breccia anche nella saggistica e nella critica contemporanea.1 Ma tornando a quanto detto da mio padre…

Prima del duemila l’adozione, in particolare quella interna-zionale, era sicuramente più visibile. Da bambini, in quanto figli adottivi a passeggio con i propri genitori si era subi-to individuabili, le differenze saltavano all’occhio – erano palesi. Mentre nell’attuale contesto socioculturale italiano, riconoscibili lo si è un po’ meno. Per certi versi, l’adottato rimane visibile solo nel proprio contesto familiare.

Crescendo, intraprendendo una carriera e\o con il prose-guimento della formazione scolastica i ragazzi adottati non sono più così riconoscibili. Con l’età adolescenziale e la conseguente maggior indipendenza, quella visibilità che sembra perdersi per strada, in realtà si trasforma diven-tando confusione… Questo cambiamento é da attribuire all’attuale modificazione del tessuto sociale, l’immigrazio-ne o migrazione di tutti quei ‘viaggiatori’, che per piacere o necessità, sono arrivati con la scia dell’industrializzazione prima, e il caos delle guerre e della globalizzazione dopo. In un tale marasma i figli adottivi si confondono con la folla – diventando invisibili.

Questa invisibilità è di duplice natura, combina la positività del dono, con la negatività della privazione: ad essere invi-sibili si guadagna leggerezza ma si perde considerazione.Le storie personali vengono camuffate dagli stereotipi, vivo-no celate agli occhi, esistono sotto pelle. Nella generalizza-zione ogni storia viene appiattita, sminuita e semplificata per sintetizzare eventi complessi come la diversità e il cambia-mento. Ma é proprio la nostra storia, qualunque essa sia, ciò che ci caratterizza come individui e successivamente favo-risce l’identificazione con uno o più gruppi di appartenenza.Ed allora perchè, ma soprattutto, come evidenziare una differenza che visibile non è se non a pochi? Il critico d’arte Gillo Dorfles e lo storico Ernst H. Gombrich suggeriscono di usare le metafore.

Le metafore guidano la comprensione e supportano la for-mulazione di nuovi concetti. Come ponti, collegano, apro-no la strada. Sono, a mio parere, un po’ come i ponteggi che s’innalzano lungo le facciate delle case in costruzione. Sono marciapiedi alternativi che rendono le vie praticabili a pedoni spazientiti e lavoratori indaffarati: non si può dire

I Pellegrinidi Alessia PetrolitoPensieri al ritorno

da un viaggio durato tre anni…

il ritorno di Mamisoacome volontaria

Madagascar,

ricordi del posto anche se non ho riconosciuto nessuna per-sona. Però qualcuno del centro mi ha subito riconosciuta. In particolare una signora appena mi ha visto e prima che par-lassi mi ha detto: tu sei Mami! Mi ha riconosciuto e mi ha fatto vedere le foto del matrimonio di sua sorella in cui c’ero anche io perché, mi ha spiegato, ero stato ospitata da lei prima di arrivare ad Analarua. Che impressione ti ha fatto tornare in Madagascar nei posti dove hai vissuto?All’inizio non mi rendevo molto conto, e ci ho messo un po’ di tem-po ad adattarmi. Con il tempo ho cominciato a ricordarmi dell’isti-

tuto e la cosa mi ha dato una forte emozione, qualco-sa che però non era facile mostrare esteriormente. Come te la sei cavata con la lingua?Io non parlo malgascio, ma non ho avuto partico-lari problemi. Parlavo ai bimbi in italiano e loro in qualche modo mi capivano. Era tutto semplice e meno problematico di come si possa immaginare. Ho imparato da loro qualche frase in malgascio. Spesso la gente ti avvicina e ti parla in malgascio aspettandosi che tu capisca. Questo è strano. Pur-troppo non mi è rimasto niente di quello che sapevo

Mamisoa Amato vive ad Orbassano vicino Torino, è una ragazza di 22 anni nata in Madagascar e figlia di una fami-glia adottiva NOVA. Quest’estate, completati i suoi studi, ha espresso il desiderio di tornare come volontaria in Madaga-scar nella stessa struttura che l’aveva ospitata oltre 15 anni fa. È appena rientrata da due giorni abbiamo raccolto la sua testimonianza per i lettori di Vitanova. Mamisoa, parlaci di te:Sono Mamisoa, per gi amici Mami. Ho finito a luglio un corso di studi ad indirizzo socio sanitario ed erano almeno due anni che avevo espresso il desiderio di fare questo viaggio. Così anziché chiedere in regalo per la fine degli studi un telefono o cose del genere ho chiesto di poter avere il biglietto per questo viaggio. Da cosa è nata l’idea del viaggio?Nel 2012 ero già tornata in Madagascar con tutta la famiglia (anche mia sorella viene dal Madagascar), ma non siamo riusciti a torna-re ad Analarua, un centro in un piccolo villag-gio vicino Tamatave per bambini che hanno problemi fisici agli arti e ed anche per bambini che vengono tolti da situazioni complicate e di

povertà. Il centro è gestito dalle suore Orsoline. Di cosa ti sei occupata in questi due mesi?Mi sono occupata dei bambini, giocavo con loro, davo loro da mangiare, li aiutavo a cambiar-si e facevo tutto quello che mi chiedevano le suore di fare per accudirli. Facevo di tutto, anche cucinare e lavare i piatti. Insieme a me c’erano 7 suore e 4 volon-tari italiani. Il centro è abbastanza grande, ci sono camere per ospitare i bambini e sale per le attività. Adesso ci sono le zanzariere, che non c’erano quando ero ospitata io; ci sono anche due centri sanitari che vengono utilizzati dalle persone dei villaggi vicini per venire a curarsi. C’è anche spazio per le aule di una scuola per i bambini. Anche tu da piccola sei stata ospitata in questo centro. Hai dei ricordi di allora?Si ci sono stata fino a quando avevo 7 anni. Ho ancora dei

in malgascio e questo mi dispiace. Che cosa ti è rimasto più impresso di questa esperienza?È stato importante per me dovermela cavare e dovermi gestire da sola. Non era la stessa cosa di quando sono tornata in Madagascar con mamma e papà e mia sorella. Prima della partenza per il rientro in Italia le suore e i bambini hanno voluto organizzare uno spettacolino per me, per ringraziarmi e salutarmi. Questo mi ha molto emozionata ed è un ricordo che porterò con me. La cosa più bella, se devo dirne una, è stata

l’esperienza con i bimbi. Hanno certo molte difficoltà, anche fisiche, spesso non possono neanche camminare, ma hanno quell’allegria che qui non c’è, sono sempre sorridenti e felici. Cosa ti senti di dire ai tuoi coetanei che volessero fare questa esperienza?È una esperienza che consiglio, vale la pena poter rivedere i posti da dove provieni. Non è la stessa cosa che tornarci con i propri genitori. Sono felice di aver avuto questa occasione.

Mamisoa Amato

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Sede di Pistoia

Sede di Torino

Sede di Bologna

Proseguono gli incontri informativi a cadenza mensile della nuova sede di Genova. Gli incontri hanno inizio alle ore 20.45 dei seguenti giorni:• Venerdì 13 Gennaio 2017 • Venerdì 3 Febbraio 2017• Venerdì 3 Marzo 2017 • Venerdì 7 Aprile 2017• Venerdì 5 Maggio 2017 • Venerdì 16 Giugno 2017

Per prenotare occorre inviare una mail a:[email protected] contattare Simona al numero 349 4068664

Sede di Genova

Il 26 novembre la sede ha or-ganizzato, in collaborazione con il Coro Parrocchiale di San Benedetto, una rasse-gna corale per la raccolta fondi da destinare alla popo-lazione di Haiti.

Il 26 novembre, presso i locali della Parrocchia San Bernar-do, si è svolta la cena accompagnata da musica dal vivo per raccogliere i fondi per il progetto Emergenza Haiti.Sono stati raccolti 1500 euro.

I volontari di sede stanno organizzando gli incontri informativi e le iniziative per il prossimo anno, sul sito verranno pubblicati al più presto i vari aggiornamenti e tutti i dettagli a riguardo.

Lo Sportello Famiglia un percorso per il post adozione

Per tutto il mese di Novembre, 34 punti vendita CONAD, presenti a Bologna e provincia, hanno sostenuto il progetto del NOVA Bologna “Sportello Famiglia” con l’iniziativa “Ag-giungi 1 euro alla tua spesa CONAD lo Raddoppia”.

Il progetto “Sportello Famiglia” nasce dai 30 anni di espe-rienza che NOVA ha nell’ambito dell’adozione internaziona-le. L’obiettivo è garantire a tutte le coppie adottive un punto di ascolto che, in caso di necessità, riesca a dare consigli e sostegno, con tempestività e professionalità, alle famiglie in difficoltà. Sportello Famiglia si avvale di professionisti alta-mente specializzati in grado di intervenire a 360° a sostegno delle famiglie adottive, e non solo. L’adozione non termina nel momento in cui il figlio entra in casa ma è solo l’inizio di un viaggio emo-zionante e coinvolgente durante il quale si posso-no presentare delle diffi-coltà: l’inserimento nel nuovo nucleo famigliare, nel nuovo paese, nella scuola, ma soprattutto l’adolescenza, con tut-te le sue contraddizioni, rappresentano momenti importanti e delicati che vanno gestiti in modo at-tento e puntuale.

Pranzo di beneficienza per i bambini di Haitidi Gianfranco De Carolis e Luigina Palumbo

Domenica 13 novembre nel-la suggestiva cornice di Villa Orsi, nel cuore del center-gross di Bologna, si è svolto il pranzo per la raccolta fondi destinati ai bambini ospiti de-gli orfanotrofi ad Haiti in cui collabora il NOVA. In seguito all’emergenza scaturita dal pas-saggio dell’uragano Matthew il 3 e 4 ottobre sull’isola caraibica, i volontari della sede di Bologna hanno dato vita a questa inizia-tiva raccogliendo l’adesione di quasi 80 invitati.A fare gli onori di casa il responsabile di sede Vito Patrono. Di seguito Gianfranco e Luigina, una coppia rientrata di recente dal primo viaggio di socializzazione ha condiviso la propria espe-rienza portando la richiesta di aiuto degli orfanotrofi colpiti dal-la calamità. A conclusione dell’evento il Presidente Nazionale Massimo Vaggi ha presentato il progetto “Emergenza Haiti” atto a fornire vaccinazione anticolerica, fornitura di scorte ali-mentari, kit per la potabilizzazione dell’acqua e ricostruzione del-le strutture danneggiate per tutti gli orfanotrofi NOVA coinvolti.Nell’ambito della manifestazione le volontarie NOVA hanno or-ganizzato la prima giornata del Mercatino di Natale. In vendi-ta creazioni artigianali realizzate a mano e non solo. In questa occasione ha visto l’avvio la campagna “Un fiore per la vita” ovvero la possibilità di donare, anche come idea regalo, una vaccinazione o la fornitura di Kit igienizzanti per un bambino.

Sede di Milano

Sono confermati gli incontri del post adozione con par-tenza gennaio 2017, sul sito verranno pubblicate le date esatte. In vista del Natale è stato organizzato il Mercati-no natalizio presso la sede di via Ricordi 21 nei giorni 24/25/26/27 novembre.

Sede di Salerno

Un benvenuto a tanti bimbi e un augurio alle nuove famiglie:• famiglia Festa-Pagnotta e le sue tre perle dal Brasile (Barba-

ra, Adrian e Bianca)• famiglia Di Napoli con Samuel, uno degli ultimi bimbi arrivati

dal Congo!• famiglia Abagnale con la piccola Emily;• famiglia Bottiglieri con il piccolo Mateo.

In data 11 dicembre la sede ha organizzato un Pranzo di beneficenza in occasione del Natale. Il ricavato andrà al pro-getto “Emergenza Haiti”

Sede di Venezia

Lo scorso 11 settembre a Mogliano Veneto i volontari di Vene-zia hanno organizzato e gestito la Festa nazionale NOVA. A loro e a tutti i volontari che ci hanno accolti va il nostro grazie!

Attività 2017: la sede ripropone l’attivazione di due gruppi in parallelo per i genitori ed i figli in età adolescenziale, attraverso un ciclo di 6 incontri a cadenza mensile (sabato pomeriggio).Il gruppo dei genitori sarà condotto dalla Dott.ssa Viviana Speriani, psicologa psicoterapeuta e ponsulente NOVA. Il gruppo dei ragazzi sarà co-condotto dal Dott. Raffaele Sam-marco, psicologo psicoterapeuta e Presidente della coope-rativa sociale Nuovi Spazi di Selvazzano Dentro (PD) e dalla Dott.ssa Alice Spolaor, psicologa e collaboratrice NOVA.

Per maggiori informazioni contattare il numero 041 546 1864 oppure 340 977 2240.

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a sua insaputa (sia per evitare eventuale delusione in caso di imprevisti, sia perché l’attesa sarebbe stata troppo sfi-brante) rimane ammutolito e guardando nel vuoto sussurra “l’importante è sapere che sta bene... ora bisogna sapere degli altri... non avrei mai pensato a questa cosa adesso...QUANDO PARTIAMO !!!”

Non trovo parole adatte per descrivere l’incontro a Monaco tra Gustavo e Luis, si sono guardati con un po’di timore e poi abbracciati stretti stretti, toccati riguardati senza proferi-re parola, Gustavo ci guarda con un sorriso teso incredulo-soddisfatto-preoccupato-miscredente, ma anche di sfida al mondo: “ce l’abbiamo fatta a ritrovarci !”.Inutile dire quanto ho pianto, avrei voluto immortalare questo istante ma non me la sento... mi sembra di rubare un’intimità irripetibile.

Da quel giorno il nostro viaggio in Brasile, che fino a quel momento era un sogno a 3, inizia a essere un progetto per l’anno a venire...

Il 26 giugno da Linate prendiamo il volo con le valigie ancora più zeppe di ansia, trepidazione, emozione, curiosità, inter-rogativi in cerca di risposte, voglia di rivedere posti e perso-ne che hanno visto nascere la nostra famiglia e conoscerne delle nuove!!!

Che ventata di ossigeno, una sferzata di vita, flash back che riaffiorano a Belo Horizonte... dove Maristela e Alessandra ci hanno veramente coccolati!

Incredibile e indescrivibile il comitato di accoglienza a Cam-pobelo, non so come sia andato l’incontro tra Gustavo, Luis, Vanessa... dai loro volti e da come procedono fianco a fianco orgogliosi, fieri e sicuri direi che non poteva andare meglio... ma siamo in tanti e me lo sono persa, tutti da conoscere, salutare, abbracciare, baciare... nomi che si intrecciano con altri nomi, volti nuovi sorridenti e felici.Commozione-allegria-sogno-realtà, una babele di sentimenti e anche di lingue, cerchiamo tutti di parlare e farci capire... e ci riusciamo.

e noi siamo ritornati

A maggio 2015 siamo stati “taggati” su Facebook dalla sorella adottiva del fratello biologico di nostro figlio Gustavo.Questa notizia ha prosciugato le nostre lacrime dalla gioia.È da tantissimo tempo che cerchiamo di contattare i suoi fratelli che vivono dall’altra parte dell’emisfero: in Brasile.Improvvisamente sembrano risolti molti problemi: la fami-glia adottiva di suo fratello e il fratello stesso sarebbero venuti in Europa!

Si tratta SOLO di trovare un luogo e una data per questo rendez-vous così vitale, tanto sognato e desiderato.Dopo lunghe peripezie geografiche e linguistiche (loro solo portoghese noi italiano e inglese) troviamo il dove e il quan-do: 1° agosto (2015) a Monaco di Baviera.Così partiamo con le valigie piene di ansia, di aspettative, di interrogativi, di curiosità, di voglia di vedere e toccare con mano...Gustavo alla notizia di questo incontro, che gestiamo noi

Gustavo tramite Luis ritrova anche la sorella Wanessa che, adottata da un’altra famiglia, vive nello stesso suo paese Campobelo.Whatsapp “la fa da padrone” sia tra i ragazzi sia per noi con le loro famiglie...In primavera contattiamo: Maristela l’amica-avvocato di Belo Horizonte, Franca del NOVA, Rachel l’assistente sociale del tribunale dei Minori di Campobelo, che è in pensione, ma ciò non le impedisce di collaborare e darci un indispensabile aiuto.

A VOLTE RITORNANO...DOPO 10 ANNI !!!

A festeggiamenti in corso si aggiunge un’ulteriore sorpresa: Jhonathas, il quarto fratello risiedente in un’altra città, arriva accompagnato da Rachel!

Jhonathas è, o meglio era, l’unico fratello a non essere stato adottato, ora ha 20 anni e nel corso di questi eventi è stato adottato proprio qui a Campobelo da Raquel e Donizete...che dire ciliegina su questa magnifica torta!

I ragazzi sono bellissimi, lo sono davvero, ma la felicità li ren-

de ancora più belli e splendenti !L’allegria, l’amore, la condivisione, l’accoglienza la festa sono il leitmotif della nostra permanenza in Brasile; ci sono anche momenti ufficiali negli uffici dei tribunali di Campobelo con Rachel e Annapaola e di Belo Horizonte dove siamo stati invitati come amici.Siamo tra persone veramente speciali, non ci sentiamo mai soli o fuor di patria.Roselie e Paolino, Claudia e Carlos, Raquel e Donizete, i loro figli Enrico Paolino, Edoardo, Jonas, Gulliehlme, le zie si prodigano affinchè non ci annoiamo.

Ci sono momenti emotivamente molto intensi che sono stampati con inchiostro indelebile nei nostri cuori e nelle no-stre menti, come quello al club AABB, dove abbiamo cono-sciuto tantissime persone; e altri momenti più intimi.

Non tutte le domande hanno avuto risposte, come è natu-rale che sia, ma la gioia dei 4 fratelli, i loro occhi scintillanti, i loro sorrisi e la loro complicità riempiono i nostri cuori!

Lasciarsi non è stato facile, ora però abbiamo certezze e consapevolezze che prima erano solo speranze... manca un solo fratello all’appello siamo fiduciosi di rintracciarlo.

Abbiamo scoperto che il Brasile non è poi così lontano.Obrigado por todo!

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Aver avuto a che fare con persone speciali nel loro modo di rapportarsi con noi e con la nostra sofferenza non facen-do mai mancare a noi la sensazione che una speranza in effetti c’era ed era concreta. Silvana, Massimo, Fiammetta: da voi abbiamo ricevuto costante sostegno, incoraggiamen-to, sprone ma soprattutto grande, grandissima umanità ed empatia. A Voi dobbiamo il fatto di aver potuto conoscere Daniele, seppur in maniera virtuale e skype-mediata. Que-sto piccolo e periodico contatto ha consentito a Daniele di non farci essere degli estranei. È vero, probabilmente non ci ha mai detto più di due-tre parole per collegamento. Ma poter vedere i suoi occhi, il suo sorriso, il suo stupore ha avuto per noi un effetto corroborante e consolatorio che ci

ha consentito di andare avanti. E siamo inoltre convinti che an-che per lui sia stato molto im-portante per non renderci degli estranei nel momento in cui, tut-to ad un tratto, il 07 maggio è “venuto al mondo”, o meglio “nel nostro mondo” rendendo meno traumatico questo “ingresso”. È stato molto importante per noi

tre e lo dobbiamo solo grazie a Voi ed a papà Maitre. Il grande Jean, rife-rimento e baluardo per noi ma anche per il nostro Da-niele.Ed infine (?) c’è Daniele, fantastico, un portento, una meraviglia della

natura. Un bambino sereno che raccon-ta continuamente della sua quotidianità a CasaNova, non sempre racconti felici, ma anche quelli meno felici vissuti senza rap-presentare un cattivo ricordo. Certo ogni tanto chiede rassicurazioni sul fatto che lui non tornerà più a CasaNova vero?! Ma in definitiva questa la viviamo come una con-ferma che si trova bene nella sua nuova di-mensione. Un bambino allegro che prende tutto ciò che accade con il sorriso e con ironia, come stimolo per fare bene. Di que-sto dobbiamo ringraziare la natura, il patri-monio genetico che i suoi genitori biologici gli hanno donato ma anche, e soprattutto,

ancora una volta il NOVA e papà Maitre che con CasaNova hanno creato un’esperienza incredibile, un gruppo di bam-bini fratelli che si sono sostenuti a vicenda e con un forte senso di responsabilità dell’uno rispetto all’altro. Ora, la vita meravigliosa a tre, la quotidianità, il sentirsi chia-mare “mamma” quelle trecento volte all’ora, il cantare a squarciagola tutti insieme “Il più grande spettacolo dopo il Big Bang siamo noi... noi tre!!!”, i progetti ed il futuro non sono solo un sogno o una speranza, ma sono realtà.E così... la vita è adesso...

“stavo facendo colazione quando squilla il telefono, rispondo, è Massimo le president che mi dice di preparare le valige ed andare a Roma perché finalmente arrivavi”.Quante volte al giorno Daniele mi chiede “mamma mi ranconti di quan-do sono arrivato?”Da quella telefonata del 6 maggio ci è cambiata la vita, certo lo sapevamo, eravamo preparati, aspettavamo Daniele da 2 anni e mezzo, ma dire che la realtà ha superato ogni migliore aspettativa è dire poco.La “gravidanza adottiva” è molto diversa da quel-la naturale, non solo per le tempistiche e per il fatto di essere in due a soffrire in egual misura. Tuttavia un aspetto la accomuna in maniera im-pressionante ed è il fatto di non ricordare più, in un sol colpo, tutte le sofferenze, lo strazio, la sfi-brante incertezza che hanno tenuto in ostaggio le nostre vite “conge-landole”. Beh forse le ricordi ma è come se te le avessero raccontate, non sono vivide come se le avessi vissute/su-bite tu e non ti lasciano il rancore e l’acredine che sarebbe lecito at-tendersi. Ed è grazie a questo che anche in-dividui di raro cinismo, che non possono per questo motivo essere chiamate e considerate persone e che hanno avuto un ruolo burocraticamente importante nella nostra vicissitudine adottiva, non rap-presentano assolutamente gli elementi pre-minenti dei nostri ricordi. Ecco che, come d’incanto, quando mio marito ed io ripensiamo ai due anni e mez-zo dell’attesa la prima cosa che ci viene in mente è il rapporto speciale che si è creato con i nostri compagni di disavventura. Le 6 famiglie “superstiti”. I mesi passati dall’arrivo dei primi 10 bimbi da un lato ci ha riempito di felicità per i bimbi stessi e per gli amici che hanno avuto questa fortuna, dall’altro però ha reso molto più accese le angosce, i dubbi, la quasi certezza che no! Non sarebbe più successo di poter abbracciare il proprio figlio. Però confrontarsi con Alessia e Gabriele, Pa-ola e Claudio (Iaio), Susanna e Roberto, Fabiana e Andrea, Noemi e Paolo, vedersi via skype con la sapiente modera-zione di Silvana e Jean, le chat su whats-app in cui poter dire qualsiasi cosa che passava per la mente e fare anche una risata virtuale insieme. Tutto questo sì che rimarrà un ricordo indelebile dell’attesa ed ha creato un legame difficile da sciogliere.

Ma che cosa serve per diventare un buon nonno?

Anzitutto occorre accettare di entrare nella terza età, di avere nuovi progetti di vita quando si esce dal mondo del lavoro, di essere in grado di strutturare il proprio tempo quando non sono più gli impegni lavorativi o professionali a strutturarlo. Cosi come nell’adolescenza bisogna lasciare il mondo dei bambini per entrare nel mondo degli adulti ora bisogna lasciare il mondo degli adulti per entrare in quel-lo degli anziani. Alcuni infatti parlano di questo passaggio come di una seconda adolescenza.

Il ruolo di nonno dipende anche dalla relazione che è sta-ta instaurata coi figli. A seconda di come si è riusciti a sciogliere la simbiosi lega genitori e figli all’inizio della vita,

la relazione sarà caratterizzata da una maggiore o minore autonomia. Mi sembra di poter individuare tre modi in cui i futuri nonni possono vedere i figli: “è mio figlio e devo continuare ad occuparmi di lui, ha ancora bisogno di me”; “ormai è grande, io sono vecchio e ho fatto tanto per lui ora è lui che deve occuparsi di me”; “nessu-no deve occuparsi dell’altro, possiamo avere scambi e aiutarci quando serve, e stiamo insieme perchè ci piace e ci facciamo buona compagnia”. Il modo di fare i nonni dipende da quale di questi atteggiamenti caratterizza la relazione.

Quindi i futuri nonni devono essere in grado di accettare la coppia e la sua autonomia, di riconoscere i confini, ma an-che di non acuire i conflitti e se mai cercare di risolverli e di accettare i consuoceri come parte integrante della famiglia

Mario Gecchele dice che “quello dei nonni è un ruolo emergente”. Di fatto il ruolo dei nonni oggi è diverso da quello dei nonni del secolo scorso che ha visto il passaggio dalla famiglia patriarcale alla famiglia mononucleare. Nella prima i nonni erano i padri padroni all’interno del clan fa-miliare che comprendeva i figli con le loro mogli e i loro bambini. I bambini erano educati a rispettare e ad obbedire ai nonni, ma erano anche tenuti lontano da loro per non disturbarli e i gesti di affetto tra nonni e nipoti erano vera-mente scarsi. Nella famiglia mononucleare i figli rivendica-vano l’indipendenza dai genitori, la mamma accudiva i figli, i nonni erano vicini alla famiglia ma al di fuori, gli incontri tra nonni e nipoti avveni-vano quasi sempre alla presenza dei genitori e potevano anche essere caratterizzati da scambi

affettuosi, ma erano visti comunque ancora come gli “an-ziani”, legati al passato, non sempre in grado di compren-dere i tempi moderni.

Oggi i nonni sono percepiti come “più giovani”, di fat-to spesso sono dinamici, viaggiano, se sono usciti dal mondo del lavoro hanno comunque altre attività o hob-bies, guidano l’automobile, navigano su internet. Inoltre l’organizzazione sociale spesso richiede loro di farsi carico dei nipoti durante le ore in cui sono a casa dalla scuola o dall’asilo e i genitori sono al lavoro. È richiesto loro di colmare una grave lacuna dei servizi sociali che non hanno strutture sufficienti a sostegno delle famiglie.

Quindi i nonni devono reinventarsi il modo di essere nonni, non possono rifarsi ai modelli del passato.

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bino è stato abbinato alla coppia. I nonni vedono le foto, vengono a conoscenza di alcune caratteristiche del bambino contenute nelle relazioni che giungono dal paese, e comin-ciano ad immaginarlo e a chiedersi come sarà veramente, che esperienze avrà fatto, se è di colore come sarà accolto dai compagni? sarà una gioia per il loro figlio o lo farà soffrire? E se... e se... possono riacutizzarsi mille dubbi e mille paure.

I figli fanno i documenti, partono, si tengono i comunicazione coi i genitori via internet e mandano loro foto e filmini del bambino e i nonni non vedono l’ora che tornino per poterlo abbracciare.

Al rientro però il bambino ha bisogno di rimanere per qual-che giorno tranquillo nella nuova casa coi nuovi genitori e i nonni sono ancora costretti a starsene un poco in disparte e aspettare di poter finalmente stabilire un contatto diretto col bambino. Dopo qualche giorno faranno qualche breve visita o la mamma andrà a trovare i nonni col bambino e poi pian piano gli incontri si faranno sempre più lunghi e il bambino comincerà a riconoscerli come figure importanti.

Quando anche la mamma riprende il lavoro spesso viene chiesto ai nonni di occuparsi del bambino quando è a casa da scuola o dall’asilo in attesa che tornino i genitori. E allora il ruolo dei nonni comincia ad essere vissuto con molta in-tensità, ma anche con qualche difficoltà. Può essere difficile trovare una giusta linea di confine, i nonni non devono es-sere troppo invadenti su ciò che bisogna fare col bambino e i genitori non debbono pretendere che i nonni lo trattino esattamente come fanno loro. Il bambino deve poter spe-rimentare modi e comportamenti diversi degli adulti che si occupano di lui, ma è importante che non vi siano mai cri-tiche o svalutazioni, che nessuno gli proponga segreti “fai questo ma non dirlo al papà/alla mamma/ai nonni”, che eventuali punti di vista diversi siano discussi tra gli adulti ma non in sua presenza.

Il bambino può raccontare ai nonni alcuni episodi vissuti nel suo paese, può aver avuto esperienze con gli altri nonni, forse è stato accudito da loro più che dalla madre, forse quando era più piccolo ha avuto da loro cibo e affetto o forse solo maltrattamenti. E quindi ha già una immagine interioriz-zata di nonno. Anche a loro, come ai genitori può chiedere “Perché mi hanno abbandonato?” È indispensabile che la storia che i genitori racconteranno al bambino si la stessa che è stata raccontata ai nonni e che il bambino abbia da tutti le medesime informazioni.

Il ruolo dei nonni è importante perché il bambino deve essere accolto da tutta la famiglia allargata. Un proverbio africano recita “un bambino per crescere ha bisogno del suo villaggio”. Il suo villaggio è la famiglia allargata e le relazioni che i vari membri hanno nel loro ambiente ed è tutto l’ambiente, anche con la mediazione dei nonni, che deve accogliere il bambino e essere un humus favorevole perché possa radicarsi e assorbire la linfa che permetterà ai semi che si porta dal suo paese di diventare un albero rigoglioso che darà fiori e frutti.

Dott.ssa Gianna Donetti

allargata del loro figlio e figure importanti per i nipoti.

Se può essere difficile inventarsi il mestiere di nonni ancor più difficile sarà quello di inventarsi il mestiere di nonno adottivo. Mentre i genitori sono accompagnati nel loro iter adottivo e hanno luoghi in cui poter parlare delle loro aspettative, motiva-zioni, ansie, preoccupazioni, paure, i nonni sono soli. A volte i figli fanno partecipi i genitori dei loro pensieri e delle loro emo-zioni, delle vari fasi e dei vari passaggi del percorso, a volte i figli preferiscono elaborare le emozioni e condividere i propri pen-sieri solo col coniuge perchè non vogliono interferenze da parte dei genitori o perché non vogliono dare loro delle preoccupa-zioni. In questo caso ai futuri nonni non resta altro che aspetta-re e prendere atto delle decisioni dei figli e debbono gestirsi da soli i dubbi, le incertezze, ansie e timori derivanti anche dal non conoscere l’iter e tutto ciò che riguarda questo nuovo mondo.

Possiamo ripercorrere le tappe dell’adozione dal punto di vista dei nonni:

I figli parlano con i propri genitori delle difficoltà a procreare oppure un giorno arrivano a danno loro la comunicazione che non potranno avere bambini. I futuri nonni devono fare i conti con il dolore per non poter avere un nipotino ma anche per il figlio sofferente. Possono provare sensi di colpa se il proprio figlio ha un problema, come se loro ne avessero qualche responsabilità (questo aspetto tocca soprattutto le mamme). O possono avere sentimenti di rabbia per il genero o la nuora che hanno un problema e privano il figlio o la figlia del bambino che desidera. Sono soli ad elaborare le loro emozioni e a dover rinunciare al nipotino che desiderano.

Poi la coppia decide di adottare, anche in questo caso la notizia può essere data i modi diversi, comunque a questo punto viene anche chiesto ai futuri nonni di mettere la loro firma su un documento. Non è vincolante il loro assenso e spesso viene visto solo come un semplice atto burocratico. Ritengo che questo sia per i futuri nonni un gesto importan-te, è l’accettazione di accogliere quel bambino, di essere i loro nonni, di farlo entrare nell’albero genealogico della fami-glia, di esserne, dopo i genitori, responsabili e di farsi carico con loro del suo inserimento e della sua educazione.

La coppia deve poi essere valutati, comincia l’iter coi servizi, l’attesa dell’idoneità, la decisione per l’adozione nazionale o internazionale, la scelta dell’ente cui affidarsi col quale vie-ne anche definito il paese. I genitori durante il loro percorso sono giunti alla consapevolezza che non potranno avere il bambino neonato che hanno sognato, ma che dall’adozio-ne internazionale potranno avere un bambino già grande, anche di 7, 8, 9 anni, ma i nonni stanno ancora aspettando il nipotino neonato. Sono tutti passaggi che i genitori fanno confrontandosi con altre coppie, con psicologi, assistenti sociali, giudici. I futuri nonni sono più o meno informati dai figli su quel che sta loro succedendo, ma sono al di fuori, han-no mille domande e mille dubbi, a volte cercano informazioni sui libri o su internet, ma non hanno con chi confrontarsi, con chi condividere ansie o preoccupazioni. I lunghi mesi, anzi anni, di attesa sono più o meno condivisi con figli, ma spesso inspiegabili e incomprensibili per loro.

Poi arriva la comunicazione che in un lontano paese un bam-

riflessione

di una testata di trovare un filone promettente e pruriginoso possa anche solo gettare un’ombra sulla bellezza della no-stra esperienza, sulle nostre colorate e bellissime famiglie, sulla nostra voglia di cambiare questo mondo e di farlo nella trasparenza e con senso di giustizia.È bene ribadirlo, se ce ne fosse ancora bisogno, che credia-mo nel diritto dei bambini ad avere una famiglia; crediamo che l’adozione sia una straordinaria occasione per aprire le porte della nostra casa ad altri Paesi del mondo di cui ci sentiamo cittadini; crediamo doveroso che, oltre ad acco-gliere nostro figlio o nostra figlia, ci occupiamo anche degli altri bambini che rimangono negli istituti solo perché sono stati meno fortunati o meno tutelati; crediamo che la gratuità con cui operiamo ed il lavoro volontario che offriamo siano la migliore firma con cui sottoscriviamo il nostro impegno verso le altre famiglie che si affidano a noi.Da alcuni anni abbiamo scelto per descriverci questa frase: “Per incontrare i nostri figli abbiamo fatto un lungo viag-gio, oggi accompagniamo nuovi viaggiatori”. Sappiamo che non è un viaggio in prima classe e fatto di scorciatoie. È un viaggio lungo, faticoso e insidioso, ma un viaggio bellissimo.

Gianfranco Presutti

Chi, da genitore adottivo, ha avuto modo di leggere il nu-mero dell’Espresso di luglio 2016 che titolava “Ladri di Bambini” avrà provato una stretta al cuore ed un senso di grande tristezza. Il titolo sintetizza le conclusioni cui giun-ge il giornalista Fabrizio Gatti che firma una inchiesta sulle adozioni in Congo.Non entriamo nel merito di questa vicenda, che ha contor-ni ancora tutti da chiarire e che è diventata materia per i tribunali italiani e congolesi. Vicenda, peraltro, che è arriva-ta dopo mesi di incertezza nella gestione del sistema delle adozioni internazionali in Italia, segnato da contrapposizioni forti tra enti autorizzati, autorità nazionali, famiglie e governo. Sulla vicenda in sé, ripeto, non abbiamo nulla da commen-tare: chi sa e può provare anomalie e reati lo faccia; chi deve tutelare le famiglie adottive, i figli adottivi e il sistema italiano delle adozioni internazionali lo faccia senza indugio; chi deve indagare e sanzionare non faccia sconti a nessuno.Ma non è questo il punto. È quel titolo, quella foto in coper-tina di un bimbo con una fascia sugli occhi, quel dubbio che si è voluto insinuare con l’inchiesta che tutte le adozioni sia-no una compravendita, o che lo siano potenzialmente, quel richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica su una imma-gine di sfruttamento che non ci appartiene minimamente, tutto questo, non l’inchiesta in sé, ci ha fatto molto male e lo ha fatto ai nostri figli.Noi genitori adottivi, credo valga per tutti, ma certamente vale per noi genitori del Nova che abbiamo scelto questa associazione per la fiducia che ci hanno ispirato le persone che la gestiscono; noi che incontrando i volontari che ci han-no accolti ci siamo domandati spesso “ma chi glielo fa fare” a perdere intere serate con noi; noi che abbiamo accettato e voluto trasformare la nostra adozione da un fatto privato a una scelta di campo, a una visione del mondo, noi non possiamo accettare che né una inchiesta, né un giornalista di grido e pure bravo come Fabrizio Gatti, né la tentazione

Difendiamoil mondodella adozioni

• Tégawendé Théophile (Burkina)• Rayidwendé Virginia (Burkina)• Adrian Ezequiel (Brasile)• Bianca Cristina (Brasile)• Barbara Mirielly (Brasile)• Samira (Brasile)• Samantha (Brasile)• Maria Fernanda (Colombia)• Ronalson (Haiti)• Shaina (Haiti)

• Lea (Haiti)• Loubens (Haiti)• Josè Manuel (Perù)• Andrea (Congo)• Pricilla (Congo)• Jordan (Congo)• Rose (Congo)• Claudia (Congo)• Veronica (Congo)• Mario ((Congo)• Michael (Congo)• Odreille (Congo)• Kevin (Congo)

• Laura Ximena (Colombia)• Juan Esteban (Colombia)• Brad Alexis (Perù)• Mateo (Colombia)• Sandrine (Burkina)• Abdias (Burkina)• Pascal (Burkina)• Nelson Raul (Cile)• Milagros Giuliana (Perù)• Luis Felipe (Brasile)• Nikson Junio (Brasile)• Sandrine (Brasile)• Emily (Colombia)

• Camila (Brasile)• Milagros (Perù)• Efrain (Perù)• Davi (Brasile)• Christian (Haiti)• Marco Antonio (Perù)• Juan Carlos (Perù)• Innocent (Burkina)• Vittoria (Brasile)• Pedro Henrique (Brasile)• Jhon Moises (Colombia)• Josè Miguel (Colombia)

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