Anno XIV n. 1 · gadget quali segni di riconoscimento. Della Contrada e di un popolo entra, invece,...

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In caso di mancato recapito inviare al CPO di Siena Anno XIV n. 1

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CONTRADA

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Polveredi notizie

AnagrafeMontonaiola

Sono natiMartina MoriLara SivieriDario Bracci

Simone MascarellaMatteo Elianti

Sofia FonteAlessandro ChiantiniTommaso RomaniCaterina Ferri Sahz

Matteo SartiniCristian Ricci

Ci hanno lasciatoDiego Bartoccini

Luigi Bruttini

Periodico Trimestrale dellaCONTRADA DI VALDIMONTONEAnno XIV - n. 1 Aprile 2007 Autorizz. delTrib. di Siena n. 579 del 5/04/1993Spedizione in A.P. Comma 20/CLegge 662/96 Filiale di Siena.

Direttore responsabile: Fabio Fineschi

Redazione giornalino: Raffaele Semplici eSimone Stanghellini (coordinamento), MicheleSantillo, Mauro Agnesoni, Tiziana Barbetti,Matteo Cardinali, Aldo Giannetti, MauroGorelli, Vittorio Lachi, Alessandro Pandolfi,Caterina Pavolini, Roberto Petrolito, MassimoRossi, Davide Rustioni, Nicola Sodi.

Collaborazioni: Manuela Baglioni, AntonioBorghi, Silvia Borghi, Grazia Burroni, PaolaCaloni, Massimo Cappelli, Anna Carli,Alessandro Cartocci, Commissione per il rinno-vo dei costumi del Giro, Commissione per laFesta Titolare, Sara Lachi, Giuseppe Lenzi,Sandra Mari, Emiliano Mini, Elisa Monaldi,Roberta Nepi, Giacomo Nerozzi, Marco Pepi,Provveditori al Protettorato, Ivano Scalabrelli,Paola Tommasi

Immagini: Mauro Agnesoni, Foto Donati, FotoStudio Lensini, Giuseppe Lenzi, Paola Caloni,Maruska Pradelli, Archivio Contrada diValdimontone.

Impaginazione: Master Digital.

Stampa: Industria Grafica Pistolesi.

EditorialeRaffaele Semplici

Sembra ieri, ma già è pas-sato più di un anno daquando Claudio Pepi michiese di entrare nellacommissione del giorna-

lino. Bene, un anno che ha mes-so sicuramente in luce la profes-sionalità e l’attitudine di alcuni,la voglia di fare e di rendersi uti-li di altri. Tutti insieme, un’uni-ca forza per cercare di faremeglio possibile. Se ci siamoriusciti o no, a voi la risposta. Lavolontà c’è stata; forse nonsaranno stati i quattro numeripiù spiritosi della storia del“Pochi ma boni”, ma sicura-mente sono sudati, sofferticome tutti gli altri. La costantepresenza e l’applicazione dellaredazione ci ha permesso diuscire con un prodotto origina-le, curioso e talvolta, permette-temelo, simpatico. Tra le nume-rose lettere che ci giungonoabbiamo quella speditaci dalcontradaiolo Giuseppe Lenzi, lozio di Marco e Barbara, chepotete leggere interamentepubblicata a pag. 5. È un fogliodattiloscritto pieno di entusia-smo e calore, che trasuda diamore per la contrada. Che ciriporta indietro con gli anni, con4 scatti fotografici in bianco enero ripresi da lui stesso all’etàdi tredici ani, ma ancora piùindietro con frammenti di storiapatria dei quali lo invitiamo aparlare, attraverso queste pagi-ne, a tutti i contradaioli.... A proposito, una cosa perso-

nale: se ho delle foto, di fatturaartistica, della mia infanzia, lodevo alla sapienza del Dott.Giuseppe, il quale attraverso l’a-micizia con lo “zio Pompa”, miritrasse nel 1964... grazie.

utto è iniziato conquesta frase:Oh Marco, bisognafarsi veni’ un’idea perle nuove tessere...

queste vecchie stanno per fini’,e sinceramente mi so’ venute unpo’ a noia!!”...” In effetti!!” fu la mia rispo-sta.Si, proprio così, in effetti la vec-chia tessera del protettorato eravenuta un po’ a noia... quel car-toncino giallo che dopo un paiodi mesi ti ritrovi appiccicato allatessera del bancomat se lo tieninel portafoglio come faccio io,andava sostituito.Prima di tutto ci siamo prefissil’obiettivo di dare valore allatessera del protettorato: non piùsolo la prova del pagamentodella quota annua, ma simboloforte di appartenenza e attacca-mento ai colori del Montone,visto che il sostentamento dellaContrada dipende solo ed esclu-sivamente da noi tutti e che ilprotettorato rappresenta per laContrada l’unica risorsa econo-mica. Abbiamo quindi esaminato lepossibili soluzioni da adottareper raggiungere lo scopo, indivi-duando nella solidità e nellavarietà gli elementi essenzialiper valorizzare la tessera ed èecco il risultato: sarà in pvc, del-le stesse dimensioni e spessoredi una carta di credito, con unagrafica completamente nuovasu entrambe le facciate chepotrà cambiare ogni anno inmodo tale da rendere la tesseradel protettorato della Contradadi Valdimontone un oggettounico, da conservare gelosa-mente. Confesso che fra le ideein cantiere, abbiamo intenzionedi proporre un concorso apertoa tutti i montonaioli “creativi”per trovare soluzioni grafichenuove di anno in anno... ma èprematuro parlarne ora!Per quanto riguarda l’esazionenon cambierà niente per chipaga con RID, bollettino postaleo bonifico bancario: la nuovatessera arriverà a casa del pro-tettore qualche giorno dopo ilpagamento della quota. Chiinvece paga agli esattori, riceve-rà una ricevuta - anche questacompletamente nuova - almomento del pagamento e latessera arriverà in seguito acasa, per posta.Noi abbiamo cercato di fare delnostro meglio: ci siamo riuniti,consultati, siamo andati in tra-sferta fino a Vicenza per trovare

i materiali, abbiamo perfinoimparato tutti i dettagli tecnicidelle stampe in pvc sperimen-tando quanto sia difficile realiz-zare un’idea, ma speriamo diaver fatto un buon lavoro.Bisogna ringraziare la caparbie-tà e l’entusiasmo del Provicarioaddetto nel condividere connoi le nostre idee, la pazienzadi Massimo Nucci nei cambia-menti del software necessariogni volta che ci veniva in men-te una nuova idea, il Priore etutto il Seggio che hanno aval-lato questo progetto. Ma se l’i-dea è diventata un oggetto, lodobbiamo alla professionalitàdi Andrea Lensini che ha fattole foto, alla maestria dellaMaster Digital (Topo Simone eTopino Nicola... per capirci) eall’impagabile estro creativo diMaruska Pradelli Rossi che hascelto la disposizione dei colori,gli elementi grafici e ne hacurato la composizione,mostrando ancora una volta,qualora ce ne fosse bisogno,tutto il talento e la raffinatezzadella sua arte. Ora confidiamo, come sempre,nella vostra passione e nellavoglia di tutti nel far cresceresempre di più il Montone cosìcome ci hanno insegnato inostri predecessori e come cer-chiamo di fare noi. I risultati,almeno per quanto riguarda ilProtettorato, sono ottimi: untrend continuo di crescita negliultimi quattro anni e una per-centuale di riscossione moltovicina al 100%. Noi speriamo,con questa nuova tessera, didare un’ulteriore spinta allacrescita della contrada perchésiamo convinti che questa sia lastrada giusta per arrivare a benaltri risultati.

Suor FloraCi sono pervenuti i ringrazia-menti da parte di Suor Flora perla donazione del ricavo delBanchetto annuale dello scorsoanno. Di seguito uno stralcio del-la lettera di Suor Flora che ci pia-ce ricordare:... Tante sono le vostre iniziative,di cui la popolazione diMalacanang ha beneficiato, masoprattutto voi avete dato allamia gente la certezza che il benec’è, che gli uomini non sono cat-tivi come talvolta vogliono farcicredere, che grazie a voi, aSiena, si può sperare in un mon-do migliore, più giusto...

Borsa di studio in memo-ria del Professore “PinoGiovannelli”Anche quest’anno, per volontàdella moglie e del figlio di PinoGiovannelli, è istituita una borsadi studio in memoria del lorocongiunto a favore di giovanistudenti montonaioli meritevoli.La borsa di studio intitolata alProfessor Pino Giovannelli,Maggiorente della Contrada diValdimontone, ha lo scopo dipromuovere e incentivare lo stu-dio di materie medico-scientifi-che. Il regolamento è presentesulle pagine del nostro sito, i cur-riculum possono essere inviatiper posta alla Contrada o alseguente indirizzo email: [email protected] ulteriori informazioni gliinteressati potranno rivolgersi aiCancellieri: Elisa Quercini (0577-44069) e Cinzia Morandi (339-4521794).

Una tessera da collezioneProvveditori al Protettorato

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Siamo di nuovo alla FestaTitolare. Durante l’inverno nonsono certo mancati momenti neiquali la vita di Contrada e diSocietà ci hanno visti insieme

come popolo, con il piacere di ritrovarsi,con lo spazio per la battuta, per l’allegrianei momenti conviviali e per lo scambiodi idee, anche vivace, prevalentementesulle vicende paliesche.Ora stiamo per rivivere un momento checi richiama alla solennità, sia per il suovalore devozionale alla Madonna delBuon Consiglio, della quale invochiamosostegno e protezione, sia per l’impegnoal quale richiama ognuno di noi.E’ l’impegno a mostrare i valori e la digni-tà della nostra Contrada durante il giroper il saluto alle consorelle e durante ilcorteo di rientro nel territorio, ma èsoprattutto l’impegno che si riassume nel-la cerimonia del battesimo dei piccolimontonaioli.E’ un momento bello che dispensa emo-zioni a tutti, magari vissute in mododiverso, ma sempre con la stessa sensibi-lità e intensità, a seconda del ruolo dalquale ognuno lo vive: Priore, dirigente,nonno o genitore, semplice contradaiolo. Voglio tornare sull’idea dell’impegnolegato al battesimo contradaiolo: è ilmomento nel quale ci assumiamo laresponsabilità di chiamare formalmenteogni bambina e ogni bambino a far partedella nostra comunità, che sia nato sulterritorio o che abbia una famiglia mon-tonaiola. E’ il momento nel quale si defi-nisce l’appartenenza, un legame che nonviene scelto, ma che inserisce in un con-

unito e coeso pur nella capacità di con-frontarsi, di “dire la nostra” con spiritocostruttivo senza far pesare momenti per-sonali di delusione, anche se subiti ingiu-stamente, intaccando all’esterno la digni-tà della contrada.L’esterno al mondo delle contrade e l’e-sterno alla Città ci prospettano situazionisempre più complesse, situazioni per lequali gli aspetti burocratico-amministrati-vi rischiano di impegnare in modo pre-ponderante la dirigenza per salvaguarda-re la contrada da un’omologazione scor-retta con altre realtà.A questo occorre reagire traendo forza eidee da ciò che siamo, prospettando solu-zioni rispetto alle quali ogni contrada haintelligenze e tradizioni per arrivarci e perconfrontarsi con le consorelle, senza pau-ra e chiusure verso l’esterno.Con tutto questo non voglio smentirequanto ho detto all’inizio: siamo ad unmomento di festa. Viviamola a pieno, tut-ti insieme, con la consapevolezza dellasua importanza, ma senza perdere lagioia dei momenti conviviali, degliabbracci affettuosi, delle battute, e con lasperanza, ad oggi ancora tutta in piedi, dipoter essere anche nel 2007 sul tufo.Auguriamoci una buona Festa Titolare etanti canti che ci ricordano:“... E’ il bianco rosso e giallo spiegato al

primo sole, che del Palio di Siena è losplendor. Valdimontone sei la più bel-la...”

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CONTRADA

Un nodo per la vitaAnna Carli

“... si cresce maturandola passione per la Contrada,

che poi diventerà anchepassione per il Palio...”

testo nel quale si cresce maturando lapassione per la Contrada, che poi diven-terà anche passione per il Palio.Ogni piccolo montonaiolo crescendo faràsicuramente parte di altre entità aggrega-tive, ma saranno entità alle quali aderirà,si iscriverà, delle quali magari acquisterà i“gadget” quali segni di riconoscimento.Della Contrada e di un popolo entra,invece, a far parte dalla sua nascita e rice-ve in dono il simbolo della comunità edel territorio: il fazzoletto che, attraversoil nodo, segna un rapporto che non siscinderà più. E’ un rapporto che renderànegli anni lui stesso responsabile delpatrimonio di valori, che ha trovato e chedovrà salvaguardare facendolo rimanerevivo ed attuale di fronte ai continui cam-biamenti ed alle contraddizioni che lasocietà prospetterà nel tempo.Per questo allora occorre che impegno eresponsabilità siano accompagnati daentusiasmo, da capacità di trarre gioiadallo stare insieme, dall’essere un popolo

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Alti (o) e bassi (o) dello staffAlessandro Cartocci e Marco Pepi

ome ogni domenicamattina mi aggiroper casa cercando inqualche modo diessere utile, ma mi

accorgo che per rendermi vera-mente utile la cosa migliore èandare in giardino o a compra-re il giornale o quanto menorintanarmi in un angolo dellacasa lontano da tutto o tutti.Decido di sprofondare nel diva-no e leggere “Il guerriero dellaluce”, libro di Coelho cheClaudio mi ha prestato giorniprima.La cosa è contemporanea,prendere il libro e suonare iltelefono, incredibile, prendo ilsuo libro e lui mi chiama!“Buongiorno Claudio” “Buongiorno Sandro, come è?Tutto a posto?”“Mi mettevo a leggere un po’in attesa di andare a pranzo”“ Senti bisogna vedersi per fareun po’ il punto, sei libero alle17.30?”“A me va bene”“Ok, allora ci vediamo alle17.30 alla Costarella”.Alle 5.30 puntuali come nonmai ci troviamo alla Costarellae cinque minuti dopo siamoseduti in una saletta dei“Rozzi”.Non ricordo le parole usate daClaudio per chiedermi la dispo-nibilità a fare il mangino, maricordo perfettamente quellamal celata sensazione che mi ha

fatto aprire la bocca in un lievesorriso, ma la sensazione harapidamente raggiunto la testafacendomi immediatamenterichiudere la bocca.La ragione, nemica dei senti-menti e delle emozioni avevaavuto il sopravvento. Dal quelmomento avrei dovuto soppe-sare ogni pensiero, ogni paroladetta o ascoltata, avrei dovutoessere capace di capire edinterpretare il pensiero deglialtri.Da quel giorno per la mia boc-ca è stata un’alternanza diaperture e chiusure, di bellesensazioni e piccoli timori, diragionamenti preventivi per farfronte ad eventuali domandeche mi fossero poste; se fossemeglio dire una cosa o se lastessa cosa fosse meglio dirla inaltro modo, quel sostantivo for-se troppo forte o quell’aggetti-vo forse meglio toglierlo. E poimai nessuno che mi ponessequella domanda, me ne venivasempre fatta un’altra.Ad oggi non posso sapere sesarò in grado di assolvere ilcompito assegnatomi come ilmio cuore vorrebbe, ma vi pos-so garantire che ci butterò den-tro tutta quella carica, tuttaquella forza che metto semprenelle mie cose, vi prometto chefarò l’impossibile per tenere afreno l’esuberanza del miocarattere, ma vi prego di per-donarmi se in qualche occasio-ne la ragione sarà più deboledei sentimenti. Questo è il miocarattere, è un mio grandedifetto, è un mio piccolo pre-

gio, ma questo è anche ilcarattere del Montone, di unpopolo orgoglioso, testardo,che non si è mai posto limitianche quando questi limitisembravano evidenti, insor-montabili, consapevole dellapropria forza e della propriagrande dignità; ed è questaconsapevolezza che ci ha per-messo di superare al meglio imomenti difficili, che in questaormai troppo lunga attesa nonci ha mai fatto sentire secondia nessuno.Questi sono i nostri caratteriidentificativi, fanno parte delnostro DNA, caratteri cheriscontriamo in quei giovaniche si fanno la barba per vezzoe in quei grandi che si pettina-no per ricordo, ce li trasmettia-mo di generazione in genera-zione, sempre più radicati. Ciò che in questo momento misento di chiedere a tutti è distare vicini al nostro Capitanoed a tutto lo staff, di farci sen-tire il calore della contrada edin particolare chi è più scetticoci aiuti a lavorare con tranquil-lità, a trasmetterci il propriopensiero per darci un diversopunto di vista su cui riflettere;ora dobbiamo essere un bloc-co monolitico, poi, quando ilmomento istituzionale lorichiederà, ognuno esprimeràle proprie convinzioni e farà leproprie scelte con estremaserenità e franchezza, maadesso marciamo a ranghicompatti verso quel traguardocomune.W il MONTONE

Bene, eccomi qua a scri-vere, come di consue-to avviene in questifrangenti, l’articolorichiestomi. CHE

DIRE! Non è facile trasferire sucarta le emozioni, le sensazioniche ho provato nel momento incui il mio Capitano e “compagnodi volante” degli anni di gioven-tù Claudio, mi ha chiesto se vole-vo entrare a far parte dello StaffPalio a rivestire il ruolo diMangino.E’ stata un’esplosione interiore digrande felicità, inutile negarlo:io, che ho cercato di dare sempreil mio piccolo contributo moralee pratico alla mia Contrada, chia-mato a partecipare al palio daun’altra “angolazione”. TANTASODDISFAZIONE!Ho cercato di valutare serena-mente tutti i lati che comportaun impegno del genere: sacrifica-re un bel po’ del mio tempo equello da dedicare alla famiglia.Per il resto non credo che altrecose possano poi cambiare mol-to: il mio rapporto con gli altri èsempre stato alquanto sereno eciò me lo hanno dimostrato letante persone che, con grandepiacere, mi hanno avvicinato esostenuto con un abbraccio ouna semplice parola. Fa piacere,è fuori discussione!E comunque esiste sempre undialogo per confrontarsi anchecon chi può pensarla diversa-mente!Io cercherò, come sempre, dimettere tutto il mio impegno einsieme agli altri lavoreremo perciò a cui tutti noi aspiriamo: unpalio da vincere!!!

PALIO

C IL NUOVO STAFF PALIO 2007-2008Capitano: Claudio RegoliMangino: Alessandro Cartocci, Renzo Fusi, Marco PepiBarbaresco: Federico BariVice Barbaresco: Duccio Cappelli, Francesco ValentiniAddetti al Fantino: Luca Belardi, Luca Braccini, Simone Gennai,Daniele MulinacciAddetti al Veterinario e Maniscalco: Riccardo Bicchi,Stefano Carignani, Marco Lenzi

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CONTRADA

Lettera alla redazioneGiuseppe Lenzi

Sono lo zio del vostro valido colla-boratore Dott. Marco Lenzi, miocaro nipote. E’ vero che non sonoun grande frequentatore dellacontrada, ma ho sempre parteci-

pato con forte emozione alle sue vittoriee, come senese da 500 anni (i miei ante-nati chiusdinesi vennero in armi da fuo-co !!) autorizzati a portarle (!!) per difen-dere la Repubblica e i suoi cittadini, da

Chiusdino a Siena e ciò è documentato damanoscritti dell’Archivio di Stato del ‘500da me trovati e su cui non mi soffermo ...Mi sento sempre legato alla contrada,all’ombre del cui campanile dei Servisono venuto al mondo... ahimè 73 annifa, poco dopo che uscì nelle sale cinema-

comunque, prima di trapassare anch’ionell’eternità, voglio farvene dono perchésono foto inedite, sono ricordi di un tem-po irrimediabilmente passato al tempo di“Ganascia” (Fernando Leoni); uno deglialfieri era il Marzucchi che ora non c’è piùda vari anni e così molti altri. In due di queste foto, nel bordo biancosuperiore ed inferiore, ho lasciato la miascritta autografa che si trova sull’origina-le: “2 luglio 1946”, scritta con penna sti-lografica. E’ quasi impossibile riconoscerealcuni personaggi qui ripresi (forse qual-cuno si potrà accingere a tale riconosci-mento ? ... Molto difficile...).Credo di averle fatto piacere e, se vorràpubblicare queste vecchie foto inedite sudi un prossimo numero della Rivista, nesarò onorato. Nell’augurarle Buon Natalee Buone Feste anche a tutti i Montonaioli,non mi resta che salutarla molto cordial-mente,Viva il Montone e tutti i Montonaioli!

Suo dev.mo Giuseppe Lenzi

tografiche, quel famoso film diAlessandro Blasetti (vedi pagg. 12-13 del numero di aprile 2006), filmche vidi per la prima volta al cine-ma dell’Alberino nel 1953, doveallora c’era il Cine Club. Purtroppo,essendo vessato da tante varie pesantissi-me circostanze, non vengo spesso in con-trada, ma la seguo sempre, specie duran-te i furibondi giorni del Palio.

Ora si dà il caso che, ordinando il mioarchivio fotografico, che voglio lasciare almio figliolo o ai miei due nipoti, Barbarae Marco, io abbia rivisto alcune fotografiein B & N da me scattate con una primiti-va e semplicissima macchinetta fotografi-ca a cassetta, a fuoco fisso, regalatamidalla mia nonna Paola, 3 anni prima del-la vittoria del Palio del 2 luglio 1946, cioèil 1° luglio 1943, in occasione della miaPrima Comunione. Ora, appunto, io ese-guii alcune foto con quella macchinetta(che ho tuttora) il 2 luglio 1946 (60 annifa) dalla scalinata che scendedall’Oratorio della SS. Trinità, in via delleCantine, proprio davanti alla Chiesa di S.Leonardo, dove si benediva il cavallo; edove si stava per partire verso la passeg-giata storica, riunendo tutte le contradenel cortile della Prefettura in piazza delDuomo. Non sono molto belle, è vero,nell’angolo superiore sinistro le figuresono leggermente sfuocate a causa dellanon perfetta fabbricazione delle lenti del-l’obbiettivo (molto semplice) e poi, c’eradi mezzo la mia imperizia nell’inquadrarebene il soggetto, con mano un po’ “tre-mante”, avendo io, solo 13 anni. Ma,

Ed ecco qui l’autore di queste foto inedite di quel lon-tano 2 luglio 1946... Giuseppe Lenzi tiene sulle suerobuste spalle il fratellino Massimo (padre del nostrocollaboratore Marco Lenzi) che regge uno “strano” car-tellone disegnato a matite colorate rassomigliantevagamente ad un “palio”... Ambedue sono fotografatinel giardino di Via Roma, dalla mamma, subito dopo(o poco prima) avere corso nei viali del giardino tre giriper simulare un palio vinto, naturalmente dalMontone... Il fratellino Massimo, ha infatti ancora nel-la mano sinistra un “frustino” con il quale immaginavadi “nerbare” un immaginario cavallo sul quale cavalca-va... potenza della fantasia infantile!

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DOMENICA IN ALBIS

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Notizie storiche sulla Festa dell’Ottavariodella Domenica in Albis

Ivano Scalabrelli - Priore della Consorteria delle Compagnie laicali di Siena

Sappiamo con certez-za che 1’Ottavariodella Domenica inAlbis risale al 1567.La Sacra Cerimonia,

nella sua parte di preparazionee organizzazione, fu affidataalle Compagnie Laicali che, inseguito a questi compiti, siriunirono in quella che fu ed ätutt’oggi la “Consorteria delleCompagnie Laicali di Siena”.Per arrivare all’Ottavario con laProcessione e tutto il rituale cheogni anno possiamo vedere,bisogna risalire al 1537 quan-do, ad opera di Fra Giuseppeda Milano, fu istituita in questacittà la pia pratica delleQuarant’ore, con l’esposizionee l’adorazione del SS.moSacramento.Questa cerimonia fu officiatanel 1538 anche a Pavia e nel1540 la stessa devozione fuabbracciata dalla città di Siena.A propagare il sacro rito a Sienafu Fra Bernardino Tommasini -Cappuccino detto “Ochino” peressere nato nella NobileContrada dell’Oca, il quale indetto anno 1540 predicava nel-la città di Siena durantel’AvventoSiena si differenziò dalle altredue cittÖ poichè, invece diesporre il SS.mo Sacramento,esponeva il SS.mo Crocifisso. Lacerimonia fu affidata alle allora24 Compagnie che figuravanonel cosiddetto “Cartone”, lequali s’impegnavano ad espor-re e vegliare il Crocifisso ciascu-na per 40 ore, così che quandosi giungeva all’ultimaCompagnia erano trascorsi 40giorni. Alla fine dei 40 giorni,tutte le Compagnie si recavanoin processione alla Cattedrale,in abiti di penitenza e portandoil Crocifisso.La processione di penitenza conil Crocifisso fu poi un po’ trala-sciata ma nel 1561, su istanzadi P.Girolamo Robiola dellaCompagnia di Gesù, Rettore delCollegio di S.Vigilio, con l’ac-cordo delle Compagnie, fu sta-bilito di riprendere la pratica

della Processione, da tenersi nelgiorno del Lunedì di Pasqua,portando in Cattedraleun’Immagine Sacra dellaMadonna o Reliquia insigne, dacambiare ogni anno.Nel 1567 fu stabilito definitiva-mente il rituale dell’Ottavariodella Domenica in Albis, il qua-le, salvo pochi aggiustamenti, ètutt’oggi il medesimo.Fu sempre in quell’anno che,per consiglio di MesserAgostino Umbertini - Dottor dilegge - confratello dellaCompagnia di S.GiovanniBattista della Morte, leCompagnie deliberarono, conl’approvazione di Mons.Germanico Bandini coadiutoredi Mons. Francesco Bandini-Piccolomini Arcivescovo diSiena, di fare solenne e DevotaProcessione nel giorno dellaDomenica in Albis, portandoper le vie cittadine “qualchedivoto simulacro e qualche insi-gne Reliquia di alcun Santo del-la città e del suburbio”. E’ daallora che le Compagnie Laicalieleggono l’Immagine Sacra daesporre in Cattedrale.Nel sabato che precede laDomenica in Albis, dalla Chiesadove si trovava l’Immagine par-tiva il Corteo privato per porta-re l’Immagine stessa inCattedrale.Nel giorno seguente -Domenica in Albis - questa stes-sa Immagine veniva portatafuori per la Solenne Processionedopo di che veniva nuovamen-te riposta all’interno dellaCattedrale per venerarla ottogiorni.Fino al 1870 la Festa continuòsenza considerevoli interruzioni(fatto salvo il periodo della sop-pressione e ripristino delleCompagnie 1785-1791). Nel1870 la Processione fu proibitadall’autorità politica e successi-vamente subì delle limitazionifino a doverla compiere all’in-terno del Duomo.Oggi la Processione dellaDomenica in Albis non si fa più;

in compenso è rima-sta con la stessa par-tecipazione di untempo laProcessione detta”Privata”, organizzatacioè da chi custodi-sce l’Immagine cheviene esposta.La Consorteria e laD e p u t a z i o n eAnnuale, nella primaDomenica dopo laCandelora, eleggono l’immagi-ne da esporre, dopo di che nedanno avviso al postulante lacui immagine è stata estratta epoi nella prima Domenica diQuaresima viene resa pubblical’estrazione con la cerimoniadella Sacra Funzione diNomina che si officia nellachiesa dove si troval’Immagine Sacra.La sera del sabato che precedela Domenica in Albis si fa laProcessione a cura del Popoloche custodisce l’Immagine, perportarla in Cattedrale doverimarrà per otto giorni espostasull’Altare Maggiore dellaCattedrale.L’Ottavario si svolge con quelrituale di devozione e parteci-pazione che fu alla base del

suo nascere. Le Compagniecoordinate dal Seggio dellaConsorteria compongono unaDeputazione annuale formatada 5 Compagnie, con dueDepurati ciascuna, per atten-dere a tutta l’attività di caratte-re pratico e spiritualedell’Ottavario. Naturalmente iltutto sempre concertato e con-venuto con l’Arcivescovo, ilCapitolo Metropolitano ed ilClero che, in qualche modo, haa che fare con la Festadell’Ottavario.

Paolo Pancino, Priore della Deputazione Annuale del-la Consorteria delle Compagnie Laicali consegna adAnna Carli la targa commemorativa durante la SacraFunzione di Nomina

COMMISSIONEPER LA CELEBRAZIONE

DELLA DOMENICA IN ALBIS

Aldo Giannetti, Roberto Massari,Alessandro Monciatti, CaterinaPavolini, Gaetano Pierini

OTTAVARIO DELLA DOMENICA IN ALBIS 2007PROGRAMMA

SABATO 14 APRILEore 21,00 - PROCESSIONE (preceduta in chiesa da una preghiera

alla Madonna e un canto)

DOMENICA 15 APRILEore 11,00 - S. MESSA SOLENNE - celebrata dall’Arcivescovo

ore 13,30 - Pranzo

ore 18,30 - MESSA VESPERTINA - celebrata da Mons. Furiesi

DA LUNEDI’ 16 A SABATO 21 APRILEore 18,30 - S. MESSA VESPERTINA

(celebrata dal Correttore della Contrada)

DOMENICA 22 APRILEore 12,15 - S. MESSA DI CHIUSURA DELL’OTTAVARIO

(celebrata dal Correttore della Contrada)

MARTEDI’ 24 APRILERientro in Contrada dell’Immagine della Madonna del Buon Consiglio.

ore 20,45 - ritrovo dei Contradaioli a San Girolamo per accompagnarela Santa Patrona fino all’Oratorio della Contrada, primadella celebrazione del Triduo.

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DOMENICA IN ALBIS

Tunnel di luce e tepor di fiaccole...a cura di Aldo Giannetti

M.R.Padre dei Servi, GiacomoCenni, Luigi Provvedi, PietroPiochi, Vittorio Ciacci, VascoBruschelli, Carlo e TommasoPartini, Carlo Baldi, EnricoOlmastroni, Giuseppe Centini,Dante Bianciardi, Antonio Vanni,Enrico Cialdani, EnricoMonciatti, Dante Neri, CarloFontani, Raffaello Bernazzi, ed ilsottoscritto segretario UgoBrandi, L’assemblea approva adunanimità.

Adunanza del 14 giugno 1948 Alle ore 21,30 si riunisce la com-missione incaricata per i festeg-giamenti in onore dellaMadonna del Buon Consiglio,udita la relazione del presiden-te, avendo veduto che i lavoristradali nel nostro rione impedi-scono il regolare svolgimentodei festeggiamenti alla data fis-sata del 4 luglio decide di rin-viare i festeggiamenti a data dastabilirsi.

Adunanza del 5 luglioAlle ore 22 alla presenza del pre-sidente dr.Capecchi e di tutti icomponenti del comitato esecu-tivo, constatato che i lavori stra-dali seguono un corso soddisfa-cente ed avuto assicurazioni daparte del Comune in merito alcompimento di questi per il 15agosto, viene fissata ad unanimi-tà la data dal 22 al 29 agosto peri festeggiamenti dell’ottavarionella nostra contrada.

Dalla cronaca locale dell’epoca:“Solenne trasporto dellaMadonna del Buon Consiglio”Dal 4 all’ 11 aprileAll’ora prestabilita l’immaginedella Madonna del BuonConsiglio raggiunse la Cattedraleper essere esposta durante l’otta-vario della Domenica in Albis, inprocessione che può chiamarsi

dunanza del 10febbraio 1948Alla presenza di 18appartenenti alSeggio l’Onorando

Priore Prof. Antonio D’Ormeaapre l’adunanza e concede laparola al consigliere LuigiProvvedi il quale comunica chela Consorteria delle CompagnieLaicali in Siena ha presceltol’Immagine di Maria S.S. delBuon Consiglio che si venera nel-la nostra contrada per la solenneesposizione in Cattedrale per laDomenica in Albis. Viene datomandato al Vicario Dr. CesareRoggi e al Dr. Walfredo Capecchidi recarsi in compagnia del mol-to Rev. Padre Curato dei Servi daS.E.Mons. Arcivescovo onde sol-lecitarlo a concederci il permessodi effettuare i festeggiamenti nelprossimo maggio, anziché aluglio come prescrive il regola-mento. Sabato 14 corr. alle ore16,30 sarà effettuata nella nostraChiesa la solenne Funzione dinomina della Madonna del BuonConsiglio per la domenica inAlbis. Saranno invitati tutti iPriori delle Compagnie Laicali, iParroci dei Servi, del Manicomio,di Valli e di Certosa. Dopo la fun-zione sarà servito un maestosorinfresco agli intervenuti.

Adunanza del 28 febbraio 1948Il Vicario spiega le ragioni cherimandano senz’altro al prossi-mo luglio le feste nella ns. con-trada alla Madonna del BuonConsiglio, in quanto che, pernessuna ragione si può derogareda quanto disposto dal regola-mento delle Compagnie Laicali,e quindi il solenne ottavario nel-la Chiesa Metropolitana verràfatto dal 4 all’11 aprile, mentreviene fissata la data dal 4 luglioc.a. per l’inizio e quella dell’11di detto mese la chiusura dellafesta nella chiesa della nostraContrada in San Leonardo. A talpunto viene formato un comita-to esecutivo che risulta compostodalle seguenti persone: Dott.Cesare Roggi, Dott. WalfredoCapecchi, Dott. Giovanni Cresti,Prof. Leo Rossi, GiovanniMargiacchi, Alfredo Pianigiani,

veramente solenne. Tutti i mon-tonaioli, maggiorenti e popolo,facevano corona alla CelesteProtettrice che era preceduta dalrev.do Padre Priore dei Servi diMaria, dagli altri Padri Serviti,dai Padri delle Missioni e danumerosi istituti religiosi. Aprivala processione il gonfalone dellaCompagnia di SS. Trinità e face-va ala numeroso popolo orante.Al passaggio lungo le strade,l’Immagine fu fatta segno ad unapioggia di fiori. La Contrada diValdimontone sente il dovere dirivolgere un ringraziamento atutti coloro che le hanno datoquesto spontaneo segno diapprovazione ed in particolare aquelle contrade che esposero ipropri vessilli al passaggio dellaprocessione. In special modosente il bisogno di ringraziare laNobile Contrada del Nicchio, lasua vecchia alleata, per l’inter-vento del paggio maggiore. Lamattina del 12 aprile alle ore6,30 l’Immagine tornerà in sede.La processione percorrerà le soli-te strade fino a San Giorgio, quitaglierà per recarsialla chiesa dellaContrada del Nicchioe riprendendo viadell’Oliviera, per viaRoma farà ritornoalla propria Chiesa.Saranno oratori del-l’ottavario il prof.Don Schena e PadreFacondi dei Servi diMaria.

Cronaca dei festeg-giamenti in contradadal 22 al 29 agostoL’esecuzione dell’im-pianto di illuminazio-ne fu affidato alla dit-ta di Dante Malatestacon circa 8600 lam-padine che adornaro-

no tutta la chiesa ed il campani-le, Tutto il rione fu riccamenteaddobbato, nella ufficiatura sisono avvicendati i Parroci limi-trofi, tutte le funzioni hanno avu-to regolare svolgimento, sonostate celebrate molte S. Messe dicui due solenni cantate conaccompagnamento d’orchestrad’archi con il compiacimento diS.E. Mons. Arcivescovo, nellanotte di giovedì 26 la Sacraimmagine è stata portata nellazona di Valli, anche la processio-ne finale di domenica 29 è statamemorabile sia per la solennità,sia per l’imponente numero dipartecipanti. Il quadro dellaMadonna fu collocato sopra uncarro trionfale addobbato con icolori del Montone e trainato dadue buoi bianchissimi offerti dalcolono contradaiolo Ferri, unnumeroso e gagliardo coromaschile più serio ed intonatoalla austerità della circostanza haaccompagnato la festa.Predicatore durante tutto l’otta-vario è stato il Rev. P. De PascaleS.J. alloggiando presso i padriserviti. Fanno seguito ringrazia-menti per l’opera competente epreziosa a Giacomo Cenni, allasignora Zita Cresti Vecoli e alledonne della contrada per l’ese-cuzione di numerosi lavori, per ilfinanziamento fu provvedutomediante sottoscrizioni dalSeggio e dai contradaioli.

Il ricordo, attraverso i documentid’archivio e le cronache locali del tempo,

della grande festa per la celebrazionedella Domenica in Albis del 1948

8600 lampadine adornarono la chiesa e il campanile

A

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FESTA TITOLARE

L’importante è esserciRoberta Nepi

La prima volta che abbia-mo parlato della FestaTitolare, in fondo allescale dei Servi c’eraancora l’albero di

Natale illuminato. Passate levacanze e i festeggiamenti perl’anno nuovo, immersi ancora inpieno inverno, quando le gior-nate sono cortissime e un sensodi tristezza ci pervade, parlaredella Festa Titolare è come apri-re una finestra e sentire il caloredel sole. Improvvisamente ci tro-viamo ad organizzare le serate diprimavera, a parlare di cene,balli, stand da allestire, e già nel-le nostre menti rivediamo la cit-tà invasa da bandiere bianche,

rosse e gialle e nelle nostre orec-chie rimbomba il rullo dei tam-buri. Diciamo la verità, la nostrafesta titolare mette tutti di buonumore, montonaioli e no; innostro onore tutte le consorellerispiegano le bandiere e accor-dano i loro tamburi; ricomincialo spettacolo e noi ne siamo iprotagonisti.Con l’assemblea di Gennaio vie-ne nominata la Commissione deifesteggiamenti composta in par-te da vecchi, ovviamente mi rife-risco non all’età ma all’esperien-za, ai quali si aggiungono alcunigiovani. Il gruppo è numerosoquanto basta per dar vita a degliincontri vivaci e divertenti... tuttisanno che ci aspetta un durolavoro, ma sanno anche che ildivertimento è assicurato.Grande soddisfazione è stata per

noi addetti alle cerimonie, lariconferma di molti che avevanopartecipato l’anno scorso, segna-le, questo, che la sensazione diesserci divertiti è stata condivisa. La stesura del programma è sen-z’altro la parte più difficile; dob-biamo mantenere le nostre tra-dizioni e contemporaneamentecercare delle novità. Per fortunaci sono le risate di Antonio,peraltro contagiose, a renderepiù “dolci” le serate (raramentec’è anche il “dolce”, quellovero!), mentre Alberto, che que-sta volta si è separato dal suocomputer portatile, mette nerosu bianco le decisioni prese (lesue e-mail con il programma

aggiornato sono puntualissime!).Simonetta è sempre in ritardo (ioci sono abituata... è tutta suasorella!) ma quando arriva èdecisa: vuol fare l’Happy Hour,ovviamente appoggiata dai gio-vani. Ci dispiace per Duccio chedeve rinunciare al Palio deiCiuchi, e per Lucio cui vorremmosempre affidare il compito di“pagare in natura” gli intratteni-tori. Meno male hanno un otti-mo carattere e sono disposti asacrificarsi mantenendo un gransorriso! Daniele ormai, pernostra fortuna, è diventato ami-co di una “grande” manager di“grandi” comici, e solo per que-sto riusciremo a fare “grandi”spettacoli!Le discussioni sono animate masulle cose importanti siamo tuttid’accordo; la festa titolare, reli-

giosa e laica, è un’occasione peri montonaioli di vivere la con-trada, di stare insieme, vecchi egiovani, gli uni nel rispetto deglialtri. Questo è il messaggio chevorremmo dare con il nostrolavoro, insieme alla possibilitàdi “esserci”. Che sia davantiall’altare, intorno a un tavoloper la cena, con il grembiuleintorno ai fornelli di cucina, infila per il servizio o tra i vaporidella lavastoviglie, l’importanteè essere presenti e divertirsi, nelrispetto della tradizione che fadel Montone una grande con-trada. Sono sicura che ci riusci-remo, con l’aiuto di tutti, con gliaddetti ai ragazzi che rendonopossibile per la 27° volta ilPalio dei Cittini, con il gruppoDonatori di Sangue che sottoli-

nea l’impegno civile e socialedella nostra contrada e conl’aiuto degli Economi che cerca-no di rimettere a nuovo leormai vecchie monture.Alla Festa Titolare, insomma,l’importante è partecipare... peril resto vogliamo solo vincere.

COMMISSIONEPER LA FESTA TITOLARE

Emanuela Baldani, DanieleBarbetti, Roberta Nepi, LucioViligiardi, Manuela Baglioni,Paola Caloni, Daniele Massari,Giacomo Nerozzi, Marco Pasqui,Graziella Rossi, Antonio Betti,Duccio Cappelli, StefanoCorbelli, Simonetta Petreni,Riccardo Pieri, Alberto Carniani,Sandra Castagnini, SamueleFarnetani, Simona Gorelli, MartaMannucci, Jacopo Pacini,Benedetta Sestini, Marco Vegni,Stefania Viviani

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FESTA TITOLARE

F E S T A T I T O L A R Ein onore della Madonna del Buonconsiglio24 Aprile ● 6 Maggio 2007

APRILE24 Martedi ● San Girolamo

Ore 21,00 Ritrovo dei ContradaioliProcessione rientro dell’immagine dellaMadonna del Buon Consiglio

● Oratorio della S.S. TrinitàOre 21,30 Solenne Triduo di Preparazione

25 Mercoledi ● Oratorio della S.S. Trinità

Ore 21,00 Solenne Triduo di Preparazione

● Sede Museale

Ore 21,45 Inaugurazione della mostra “Suonie fruscii”

26 Giovedi ● Sede Museale

Ore 21,00 / 23,00 Mostra “Suoni e fruscii”

● Oratorio della S.S. TrinitàOre 21,30 / Solenne Triduo di Preparazione

27 Venerdi ● Sede Museale

Ore 19,00 / 22,00 Mostra “Suoni e fruscii”

● Pratino di Società

Ore 20,30 Cena Apertura

Ore 22,00 Assegnazione Borsa di Studio“Prof. Giuseppe Giovannelli”

Ore 22,30 Concerto live dei “Pancera Gialla”

28 Sabato ● Oratorio della S.S. Trinità

Ore 15,30 Onoranze ai Contradaioli defunti

● Sede Museale

Ore 16,30 Battesimo Contradaiolo, consegnadelle pergamene e rinfresco

● Pratino di Società

Ore 19,00 Apertura “Osteria Montonaiola”

Ore 20,00 Ricevimento della Signoria

● Oratorio della S.S. Trinità

Ore 20,15 Solenne Mattutino

● Via dei Servi

Ore 22,00 XXVII Palio dei Cittini

● Pratino dei Servi

Ore 22,15 Giochi ed attrazioni varie

29 Domenica

Ore 9,00 / Partenza della Comparsaper il tradizionale Giro di Omaggioalle Consorelle ed alle Autorità

● Oratorio della S.S. Trinità

Ore 10,30 Santa Messa

Ore 13,30 Rientro della Comparsa

Ore 16,00 Partenza della Comparsa

● Giardini della Lizza

Ore 19,00 Ritrovo e partenza dellaComparsa per il rientro in Contrada

● Pratino di Società

Ore 20,30 Cena del Giro

MAGGIO1 Martedi ● Pratino di SocietàOre 16,00 I Cittini giocano in Contrada

Ore 18,30 Merenda sotto l’Alberone e giochi vari

2 Mercoledi ● Pratino di SocietàOre 18,00 Conferenza AIDO: ”Importanzadella donazione degli organi”● Pratino di SocietàOre 20,30 A tavola con il Gruppo Donatori diSangue “Bruno Borghi” e spettacolo di cabaretcon “Graziano Salvadori”

3 Giovedi ● Pratino di SocietàOre 20,30 Happy Hour rosa Roberto& Music Drink con “L’Olandese Volante”

4 Venerdi ● Pratino di SocietàOre 20,30 Cena di Pesce con “I Dinosauri”

● Via dei ServiOre 21,00 Apertura “Pane & Companatico... sulprato”

5 Sabato ● Pratino di SocietàOre 20,30 / Cena Rock

Ore 23,00 / Discodance con Fede-Gabri e Lele DJ

● Via dei Servi

Ore 21,00 Apertura “Pane & Companatico... sulprato”

6 Domenica

Ore 8,30 Partenza della Comparsaper il giro di omaggio al territorio

● Oratorio della S.S. Trinità

Ore 10,30 Santa Messa per i defuntidella Contrada

● Salone di Società

Ore 13,30 Pranzo di Chiusura

Si ricorda che per ogni cena le tesseredovranno essere ritirateentro la sera precedentepresso Ermada Bianciardie la Società Castelmontorio

CONTRADA di

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Le donne del Montone la portanola crocchia...

Manuela Baglioni, Paola Caloni

CONTRADA

Era una canzone degli anni 50 chein contrada veniva cantata comeinno alle donne del montone.L’abbiamo voluta come titolo delnostro articolo perché fosse quel

filo di continuità tra le donne di allora equelle di ora. Se negli anni passati la con-trada ha annoverato dei personaggi comeArmida, della quale abbiamo sempre pre-sente e nitida la sua esile figura a sederesulla panchina sotto l’alberino con una cal-zamaglia o una bandiera da ricucire, ancheora “non si monda nespole”. Vogliamo ini-ziare con raccontarvi cosa ci è successoappena elette: Marco ci comunicò che c’erada confezionare un numero spropositato dibandiere stampate appena arrivate daComo. Ci vennero in mente tre o quattrodonne che furono subito contattate e dopoqualche giorno la voce si sparse e iniziaro-no ad arrivare telefonate per dare disponi-bilità a fare “quel che c’è da fare”.Inutile dire il piacere che ci fece ricevereuna così grande adesione, soprattutto per-ché ci confermava l’opinione che ci sonomolte persone che nonostante gli impegnipersonali hanno voglia di dare il loro con-

tributo alla con-trada. Non finire-mo mai di ringra-ziarle perché tut-to ciò che è statofatto lo hannofatto loro dimo-strando sempre lamassima sensibi-lità.A distanza di unanno il gruppoannovera più ditrenta donne ditutte le età, daiventi anni in su.Ci ritroviamo unavolta a settimana,il giovedì dopocena, nei locali dell’economato e ognunoha un compito preciso: chi cuce, chi ram-menda, chi restaura, chi pensa a lavare estirare colletti, polsini e sbuffi delle montu-re, chi controlla e pulisce le scarpe, chi con-trolla le penne dei cappelli. Ma le nostre donne non ci avevano ancorasufficientemente stupito per la tanta vogliadi mettere a disposizione le proprie capaci-tà per la contrada, che si sono rese disponi-bili ad un lavoro ex novo vale a dire la con-fezione delle nuove camicie di pulizia e lamanifattura dei cappelli per le nuove mon-ture del giro. Infine la ciliegina sulla torta! Verso la finedel 2006 è arrivata una proposta per effet-tuare nei locali della Giraffa un corso ditaglio e cucito per bandiere reso possibiledalla disponibilità di alcune bandieraie già

esperte di altre contrade. È stata veramenteuna soddisfazione avere l’adesione a taleiniziativa di ben 5 signore e poter ammira-re già adesso i primi frutti del certosinolavoro: i puntini che si susseguono nellelunghe fiamme quasi a tracciare un sentie-ro, i brandelli di seta riprendere forma edare nuova vita alla bandiera per sventola-re sempre più in alto. Siamo fiduciose che questa opportunitàvenga usufruita al meglio perché crediamosia molto importante conservare e traman-dare il prezioso lavoro delle bandieraie esoprattutto rendere in futuro la Contrada ilpiù possibile autonoma nel confezionamen-to e nel restauro delle proprie bandiere.Cosa dire quindi a tutte le nostre donne:Buon lavoro!

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Bozzetti per i nuovi costumiLa Commissione per il rinnovo dei costumi del Giro

La commissione ha terminato la pri-ma fase del lungo lavoro che ciporterà a rinnovare le monture nelgiro del 2008. Presentiamo i dise-gni, eseguiti da Maruska Pradelli

Rossi, anche a chi non sia potuto venire inassemblea.Come ovvio per quanto i bozzetti rappre-sentino una base sostanzialmente fedele diciò che verrà fatto, è importante precisareche alcuni particolari devono ancora essereben definiti, anche in considerazione delleosservazioni venute fuori in assemblea. Solonel momento della effettiva composizionedell’abito potremo valutare tutti i necessariaggiustamenti.Come potete vedere la maggiore innovazio-ne riguarda la composizione stessa dellemonture: si passa da un unico tipo a tretipologie, a loro volta suddivise in alfieri e

tamburini differenziati dalla mantella.Questa divisione in tre gruppi è conseguen-za di un’altra novità: l’introduzione nellamontura degli stemmi delle compagnie mili-tari. Questa scelta è motivata dalla volontàdi creare un collegamento più forte tra ilnostro territorio e i suoi rappresentanti, chenel momento della festa titolare rendonoomaggio alle consorelle.In considerazione del notevole esborso eco-nomico ci stiamo muovendo in questoperiodo per assicurarci il miglior tessutopossibile tra i vari presi in esame.In conclusione desideriamo ringraziare tutticoloro che in questi mesi ci hanno aiutato eche ci aiuteranno per la buona riuscita dellemonture, mettendosi a disposizione ancheper realizzarne alcune, fatto che ci permet-terà di abbassare sensibilmente il costo fina-le.

CONTRADA

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ARCHIVIO

Primo premio: un ciondolo d’oro

LLuuiiggii MMoonncciiaattttii,, aannnnii 1144 -- II PPRREEMMIIOO EEXX AAEEQQUUOO AAnnddrreeaa RRoossssii,, aannnnii 2200 -- II PPRREEMMIIOO EEXX AAEEQQUUOO

AAnnttoonniioo BBoorrgghhii,, aannnnii 1144 EEmmaannuueellee DDrraaggoonnii,, aannnnii 1144

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ARCHIVIO

SSaannddrroo MMoonncciiaattttii,, aannnnii 2211

MM.. AAssssuunnttaa DDrraaggoonnii,, aannnnii 1111

EEttttoorree FFrraannccii,, aannnnii 2211

RRoobbeerrttoo MMaassssaarrii,, aannnnii 2211

MMaauurriizziioo PPiioocchhii,, aannnnii 1177

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INCHIESTE

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L’abito fa il monaco? Vestirsi per...a cura di Caterina Pavolini e Simone Stanghellini

Antonio BorghiL’abito a volte fa il monaco, maè anche vero che il monaco nonsempre predica bene. Quando la primavera è da pocoiniziata e il dolce risveglio deitamburi e delle bandiere ciavvolge, l’imbarazzo della sceltadell’ “abito del monaco” è piùlegato al pazzo tempo meteoro-logico che a esigenze di bencomparire. Per cui consiglio unvestito sportivo con scarpacomoda (visto che si sta tutta lasera in piedi) e giubbotto a por-tata di mano per chi è paziente,per chi non è paziente se il tem-po volge al brutto si può sicura-mente “scaldare” al bar.Il banchetto annuale è sicura-mente un appuntamento ele-gante, dove, visto il periodoinvernale, sono d’obbligo l’abi-to scuro con la camicia possibil-mente bianca e la cravatta. E’proprio il periodo pre-invernalee di conseguenza pre-elettorale(un anno lo è per la Dirigenza diContrada e per quella di Societàe il successivo per la DirigenzaPaliesca) che porta gli aspirantidirigenti a mettersi di tuttolustro a conferma che “l’abito fail monaco”.Ma quando si presenta l’estatepiena e il caldo imperversa,scarpe da ginnastica, jeansstrappati e maglietta antichiap-po (di qualsiasi colore escluso ilblu), sono l’ideale visto le espe-rienze passate, anche se ad oggisono lontani ricordi.Soprattutto in questo caso “l’a-

bito fa il monaco (guerriero)”,perchè l’avversario sappia conchi si deve confrontare.Do per scontato che l’abbiglia-mento del “monaco”, in tuttequeste manifestazioni, sia acces-soriato dal fazzoletto rosaindossato tradizionalmente congrande orgoglio.

Silvia BorghiPensare a questo articolo è statopiù facile che fare le valigie perle vacanze!!! Per ognuno di que-sti appuntamenti sfoggio unabbigliamento che ritengo piùconsono alla ricorrenza.Per la Festa Titolare adotto unostile casual-sportivo, ma comun-

re il “vestito della domenica”per onorare al meglio unappuntamento così bello e tra-dizionale. C’è solo un fonda-mentale e importantissimo par-ticolare che unisce tutti e tre glistili, questo è:... il fazzoletto delMontone.

Grazia BurroniConsiderando che io per indolenon lascio niente al caso, nem-meno la scelta della carta igieni-ca rispetto alle mutande delgiorno, figuriamoci cosa possofare quando mi trovo davantiall’appuntamento con la “sto-ria”. Se qualcuno pensa che cer-ti tipi di abbigliamento siano

que “a cipolla” per affrontaremeglio gli “sbalzi di temperatu-ra” della giornata... Il giornodella Tratta?... semplice! Apro ilcassetto dei “capi da Palio”dove trovo canottiere, magliet-te, pantaloni ginnici, e leimmancabili scarpe da ginnasti-ca, insomma un abbigliamentoda BATTAGLIA.Passati gli appuntamenti deva-stanti, arriviamo al BanchettoAnnuale dover non può manca-

studiati per pura scaramanzia, sipulisca il capo!... Il mio è unostudio estetico da MASTER ALLABOCCONI, niente può esserelasciato al caso per il sabato del-la Giro o il banchetto annuale:in genere ho un pubblico “loca-le, solo leggermente allargato,quindi invece di 15 metri dichiffon opto per soli 3 o 4 metridi tulle. Contrariamente la mat-tina del 29 o del 13, quando ilpubblico è delle “grandi occa-sioni”, stupisco la platea (com-prensiva di vigili, mossiere, fan-tini e cavalli!) con trasparenze,scolli e abbinamenti di coloredegni della copertina di Vogue.Non ci credete? ... via... va... èvent’anni che vi ci sciacquate labocca!!

Massimo CappelliPer cosa faccia il monaco èmeglio sorvolare. Conoscendovoi tutti come la penso sullacategoria. Il sabato del giro e igiorni del Palio è consigliabile

un abbigliamento “da batta-glia”, che comunque non leda iminimi canoni del buon gusto.Ad esempio, se la natura, comenel mio caso, e non solo, è stataprodiga di kg e relativo adipe,sono da evitare abiti attillationde provocare l’onco degliastanti. Le citte, che rientranonei suddetti canoni, è benevestano leggero, meglio niente.Per il banchetto va sfoderato ilvestito bono, vedi gazzillororivestito, quindi giubba e panta-loni di fillolle. Le citte comesopra...P.S. Se sapevo scrive facevo ilgiornalista e non il guardiacac-cia.

Sara LachiMi viene subito in mente cosaho combinato la mattina dellatratta di agosto quando in unsecondo sono riuscita a cambia-re il look di Caterina, versando-le il mio Campari nei suoi pan-taloni e nella sua magliettabianca. Scuse a parte, il look“consigliato” per questa mattinaè tutto ciò che viene ideato dal-la fantasia dei contradaioli. Ilsabato del giro, invece, consi-glierei un abbigliamento“casual” ai giovani, mentre aidirigenti e a tutti coloro che disolito vanno a ricevere laSignoria un po’ di eleganza nonguasta, tutti col fazzoletto rosaal collo. Eleganza classica tipicainfine per il banchetto. Primavorrei sapere da quelli più vec-chi che ci so’ già passati, come cisi veste per la Cena dellaVittoria, perché quest’anno stogià mettendo i soldi da parteper comprarmi il LOOK adatto...

Emiliano MiniLunedì, sono fuori per lavoro.Mi squilla il cellulare, CardinaliMatteo. Mmmh strano, difficil-mente chiama. Dimmi Matte?Mi devi fare un articolo per ilgiornalino. Scherzi ? Appena soscrivere il mio nome !? Casca lalinea e non lo risento. Passanodei giorni, io me ne scordo e lui

Sabato della Festa Titolare,mattina della Tratta e Banchetto Annuale:

lustrini, magliette sdrucite e occhiali da sole,ma sempre col fazzoleto al collo!

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INCHIESTE

non mi richiama. Un sabato acena nel Montone la Pavolini miricorda dell’articolo. Titolo:L’abbigliamento per la festatitolare, per la tratta e la cenadella prova generale. Ok ci pro-vo. Tanti sono i camuffamenti.Per la tratta quasi tutti rispolve-riamo indumenti che ci ricorda-no momenti importanti, con ilrisultato di magliette di qualchemisura più piccola, camiciesdrucite e pantaloni che stannoritti da soli. Per la festa titolareoramai è corsa al fazzoletto piùgrande. Se ne vedono di tutti itipi : piano piano qualcuno ci simette una bandiera sulle spal-le!!! Per la prova generale la sfi-lata di moda ha inizio: le cittesfoderano il meglio del meglio,pailettes, lustrini, e quasi tuttedi nero, mentre i ragazzi , visti ipresupposti di qualche gotto ditroppo, è grassa se si fanno ladoccia... e chi se la fa, si rimettei soliti panni !!!! (me compreso).Proposta: se si vince il Palio si vain su in costume da bagno. vivail Montone abbasso il Nicchio.

Alessandra MariUna delle domande più fre-quenti tra noi citte?“Ma te domani che ti metti?E se anche la risposta a volte é“boh, quel che trovo” per me,voglio essere sincera, non é maidel tutto vero!!!!Ci sono eventi in cui in pathosdell’indecisione mi porta asostare ore davanti all’armadiocon la tentazione di buttarmicidentro e uscire con quello chemi é caduto addosso, un esem-pio “serata festa titolare”... ébello essere i primi a rulla’ itamburi, ma bisogna fa i conti

con il tempo che può andare da100 gradi a 0 in un nano secon-do e io allora gioco la carta delvestito a cipolla, 16/17 strati dipanni che verranno rimossiall’occorrenza: canotta salute,maglia maniche corte, magliamaniche lunghe, camicia, golfi-no giacchetto e a mali estremipiumino, scarpe comode possi-bilmente impermeabili e borsatracolla... la notte é lunga.Un altro di questi momenti topi-ci é il giorno della tratta, qui iovo sul sicuro: pantaloni al ginoc-chio con una decina di taschegonfie di: chiavi motorino, sol-di, sigarette, occhiali da sole chesi arriva sempre troppo prestoallo scoppio del sole... zuccherie liquirizie per la pressione (sen-tire Clelia), poi canotta sempli-ce, scarpe con 25 nodi alle strin-ghe (assolutamente vietati infra-dito, zoccoli o sandaletti) eniente borsa, il mio pensiero éuno solo... “ tante volte ci fosseda saltà”.Ma finalmente arriva ilmomento tanto atteso, un gior-no uno solo in cui posso final-mente tirare fuori la signorinache é in me... il banchettoannuale... finalmente mi vestoda donna!!! E per l’occasione, ilkit é da rinnovare: scarpettecon tacco, tanto si camminapoco, borsetta piccola dovenon c’entra niente ma fa ele-gante-chic, libero sfogo ai nin-noli e vestito che per rispetto algalateo chiamerò da cocktail.Senza dimenticare la messa inpiega... del giorno prima. Unavolta tanto guardarsi allo spec-chio e vedersi decentemente“trasformata” fa piacere...sopratutto se lo si fa al cospettoe per la contrada.

Elisa MonaldiSicuramente l’abito non fa ilmonaco, anche se deve esserecurato ed adeguato ad ognisituazione. Per esempio, l’ap-puntamento del BanchettoAnnuale è una circostanza abba-stanza formale e così vagli levarie ipotesi: pantalone neroclassico e maglioncino, nontroppo collegiale, jeans?Assolutamente fuori luogo;minigonna? Eh... poi ti rendiconto però che più che unaminigonna è una microgonna,lascia stare vai! Allora vada perun vestitino nero classico sopraal ginocchio, però con un bellospacco o con delle trasparenzestile vedo non vedo che nonguastano mai! La sera del saba-to del giro richiede abiti da bat-taglia: jeans effetto seconda pel-le, felpina firmata e sotto “top-pino” da 15 d’agosto, perchétanto in serata ti prende caldodi sicuro! Ma il meglio lo rag-giungi la mattina della Tratta:abbigliamento comodo cosìcomposto: vestitino di jeans ametà coscia, con tanto schiena“gnuda” e stivale stile texano...adatto, no? L’abito fa il mona-co? No?!!? MENOMALE!!

Giacomo NerozziPer la Festa Titolare preferiscosicuramente un abbigliamentosportivo: jeans, camicia, giaccao golf di cotone e fazzoletto alcollo. Nei giorni del palio, lacosa più importante è starecomodo: pantaloni corti o jeans,maglietta e scarpe da ginnasti-ca, occhiali da sole 24 ore su 24

(l’unico vero problema è sop-portare il Vullino che contaquante magliette mi cambiodurante il giorno e critica per-ché secondo lui sono sempretroppe). Per il banchetto annua-le, all’arrivo al ristorante riescoad essere abbastanza tirato alucido: vestito intero, giacca ecravatta, scarpa incerettata ecapello ingelatinato.All’antipaso però la giacca si sfi-la, le maniche della camicia siarrotolano e il colletto si sbotto-na e se il pranzo è stato partico-larmente alcolico la cravatta vaa finire annodata intorno allafronte...

Paola TommasiLa nostra contrada è notoria-mente una contrada di belledonne, quindi diventa moltosemplice parlare di noi, e delnostro modo di... presentarci sianelle occasioni più pesanti (cuci-na, pulizie,...) che in quelle piùconviviali e “mondane “ (allacena prova generale piuttostoche ai banchetti oppure in pal-co(!) per il palio!!) . Diamo sem-pre il meglio di noi con “sber-luccichi” vari e tacchi alti; pas-siamo con facilità dal sacro alprofano... in un nano secondodal camicione monacale allamini vertiginosa... ed è ancheper questo nostro modo di fare“scena” che siamo FAMOSE eINVIDIATE per essere leMEGLIO CITTE DEI 17 RIONI!!!!... Sarà troppo??!!

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Finalmente ho compreso quali siano i reali valori della vita: il valore più alto fra tutti è l’Arte.Nulla può stargli a pari, nessun lavoro dà gioia quanto la pittura...

... Io non dipingo se non ho voglia estrema e se il soggetto non mi dà una emozione...

I LUOGHI E LA MENTE

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La TUA Tessera del Protettorato 2008 Quale immagine o foto vorreste vedere nella Tessera del protettora-to del prossimo anno?Come già anticipato in altre occasioni, è arrivato il vostro turno! Entro il 30 Settembre 2007, inviateci i vostri suggerimenti, disegni ofoto digitali ad alta definizione (formato jpg) e quella ritenuta piùadatta sarà scelta per essere riprodotta sul fronte della Tessera del2008. Potete spedire il materiale all’indirizzo postale della Contrada (Con-trada di Valdimontone, Via dei Servi 16) oppure inviarlo all’indiriz-zo e-mail: [email protected] o consegnarlo a mano agliaddetti al Protettorato (Marcello Baglioni, Marco Coppi, Marco Len-zi); in ogni caso, ricordatevi di specificare il vostro nome e cogno-me perché non saranno accettate buste o files anonimi. Buon lavoro!

A carta di caramellaLa Confraternita di Santa Caterina a Roma ci restituisce una bandie-ra di seta in cambio di una bandiera stampata. Tale bandiera comu-nemente definita “a carta di caramella”, dopo i restauri necessariandrà ad aggiungersi ad un’altra bandiera identica già in nostro pos-sesso formando la classica coppia.

Commissioni di lavoroIn assemblea generale sono state nominate le seguenti commissionidi lavoro:

Commissione per la gestione dei palchi anno 2007:Yuri Barbieri, Gabriele Bossi, Luca Braccini, Daniele Ciabatti, MattiaErmini, Samuele Feroci, Alessandro Gesualdo, Francesco Gorelli,Gabriele Mini, Alessandro Pandolfi, Carlo Regina, Guido Rubbioli,Geri Tozzi, Jacopo Bruni.

Commissione per la cena della prova generaledel palio di luglio 2007:

Emanuela Baldani, Daniele Barbetti, Roberta Nepi, Lucio Viligiardi,Graziella Rossi, Simonetta Petreni, Marco Cappelli, Roberto Buccian-ti, Simona Gorelli, Giuseppe Madoni, Giorgio Mulinacci, SimoneNucci.

Consorzio Tutela del Palio di Siena Con il rinnovo del Consiglio di amministrazione del Consorzio Tute-la del Palio di Siena il nostro Priore, Prof.ssa Anna Carli, è statanominata tra i consiglieri ed all’interno della commissione AreaImmagine.

CONTRADA

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Polvere di notizie

AnagrafeMontonaiola

Sono natiMatilde Ricci

Irene MugnainiEdoardo Civeli

Francesco MoranMargherita ValeriGiulia Simonetti

Sofia CiarpiFilippo Oliboni

Ci hanno lasciatoMario Masignani

Luigi BruttiniLuciano CiapiSilvana Tinacci

Periodico Trimestrale dellaCONTRADA DI VALDIMONTONEAnno XIV - n. 2 Giugno 2007 Autorizz. delTrib. di Siena n. 579 del 5/04/1993Spedizione in A.P. Comma 20/CLegge 662/96 Filiale di Siena.

Direttore responsabile: Fabio Fineschi

Redazione giornalino: Raffaele Semplici eSimone Stanghellini (coordinamento), MicheleSantillo, Mauro Agnesoni, Tiziana Barbetti,Matteo Cardinali, Aldo Giannetti, Mauro Gorelli,Vittorio Lachi, Alessandro Pandolfi, CaterinaPavolini, Roberto Petrolito, Massimo Rossi,Davide Rustioni, Nicola Sodi.

Collaborazioni: Roberto Alzati, AlessandroBarbetti, Massimo Barbetti, Federico Betti,Simone Bicchi, Stefano Cannoni, RudiCastagnini, Vincenzo Castelli, Maestri deiNovizi, Alessandro Monciatti, Franco Morandi,Anna Nucci, Giovannella Pacini, Serena Parrini,Emanuele Pomponi, Sergio Profeti, ClaudioRegoli, Guido Semplici, Simone Turchi, MarcoValentini.

Immagini: Mauro Agnesoni, Luisa Cartocci,Luigi Farnetani, Mauro Guerrini, Luca Giannetti,Luca Lozzi, Giuseppe Pirastru, ArchivioContrada di Valdimontone.

Impaginazione: Master Digital.

Stampa: Industria Grafica Pistolesi.

anzi! Siamo statiproprio ganzi. Per-mettetemelo, ma èla pura verità. Stoparlando di un

gruppo meraviglioso che adoggi ritengo insostituibile. Dalloscorso ottobre tutte le settimaneci ritrovavamo in Società (l’Oli-viera era ormai diventata dinostra proprietà) a leggerecopioni per trovare un testo fat-to a pennello per noi. Dopoaver letto di tutto abbiamo pre-so una decisione: riportare ateatro una commedia fatta ben11 anni fa con caratterizzazionidiverse, ma con la forte convin-zione che il Montone sarebbestato ancora una volta fiero dinoi.Non posso non ricordare lacaduta in montagna di MUIricevuta con un sms così candi-do che avrei voluto romperleanche l’altro ginocchio, gli alle-namenti del CECCA (“io il mar-tedì e il giovedì non ci sono,vado a giocare...”), la puntuali-tà e la precisione di SILVIA, ELE-NA che non riesce mai a trovarele scarpe (porta il 41), ELISA chenon ho mai capito come mai daquattro anni dice continuamen-te “Non ce la faremo mai...” epoi si dimostra sempre super-preparata, GABRIELE e PAOLOverso i quali sono in credito dialcune ore di sonno, MICHELche riesce sempre ad adattarsi aqualsiasi parte, TOMMASO eDANIELE che sono stati unavera e propria rivelazione, SAN-DRA che posso definire fantasti-ca, CHIOTTINO con il quale leparole sono superflue... bastanoi fatti, le suggeritrici (ELENA eELISA) che forse dovremmodefinirle mimi per come eranocapaci e ROBERTA, ANDREA,YOGHI, MAURIZIO, CATERINAe CRISTIANA per me veri puntidi riferimento senza i qualisarebbe inutile continuare.Mi auguro che tutto questopossa proseguire nel tempo con

un regolare ricambio genera-zionale.In questo momento mi sentodi dire una sola cosa: GRAZIEamici per il tempo passatoinsieme.

Corone e coronarieCompagnia dei Ligrittieri

GIl 17 giugno si è svolta la Rassegna dei cori senesi nella Contrada della Giraffaalla quale hanno partecipato i nostri piccoli Montonaioli, diretti da Luca Bogi.

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Fare il Capitano logora?Sicuramente è impegnativo; riuscire a concilia-re famiglia, lavoro, vita privata talvolta èun’impresa, le soddisfazioni sono però cosìgrandi che compensano i sacrifici fatti, per cuidirei che impegna molto ma ancora non logo-ra...

Fino a che punto l’essere Capitano influiscesul modo di vivere del prescelto?L’influenza è grande, per me è stato necessariocambiare molte cose nella mia programmazio-ne professionale e personale, cambiano lepriorità si aggiungono impegni inderogabili,incontri con fantini e contrade, presenza ariunioni dei capitani, presenza alle corse inprovincia, impegni di rappresentanza, i seggi leassemblee, l’accoglienza alle consorelle duran-te il loro giro, la presenza agli eventi organiz-zati dalla società, tanti impegni che mutanoradicalmente il tuo modo di vivere sebbene sipossa contare sul fattivo aiuto dei mangini. Leferie per esempio sono condizionate dal fattodi correre o meno e per decidere se e doveandare è necessario aspettare le estrazioni, alavoro capita spesso di dover assentarsi daimpegni importanti, per me sono stati dei gros-si cambiamenti.

Pensi che il Palio attuale abbia bisogno diun aggiustamento o di una revisione delregolamento?Io ritengo che il regolamento vada bene cosicome è, credo che chi l’ha scritto, abbia fattoun lavoro certosino nel prevedere tutte le situa-zioni presenti, ritengo quindi che si debba solocercare di applicarlo senza troppe interpreta-zioni.

Qual è il rapporto tra il Palio, la città ed ilmondo esterno, anche alla luce del mezzotelevisivo?Bella domanda, con i cambiamenti della socie-tà e lo spopolamento del centro storico la con-trada e la sua funzione stanno cambiando ed ilPalio sta diventando sempre di più il cuore del-la vita contradaiola. La frequenza nelle Società,d’inverno, è solo una modesta percentuale diquella nei giorni del palio che è diventato unevento non solo per Siena. La televisione dif-fonde all’esterno un’immagine che rappresen-ta solo un piccolo frammento e a volte distor-to dell’intera realtà credo che stiamo vivendoun momento importante e difficile per la storiadelle contrade e del Palio. Sono comunquefiducioso nel fatto che le contrade ed il Paliosono sempre riusciti ad evolversi e svilupparsiparimenti al progredire dei tempi ed ai cam-biamenti della società; lo faremo anche questavolta.

Il Palio può essere una riscoperta dellenostre radici?Può esserlo se riusciamo a viverlo con il giustospirito e a dargli il giusto significato, se ognuno

meno simili, ma in condizioni diverse, che viavia si presentano.

Come sono i rapporti con l’avversaria?Sono dei rapporti di rispetto reciproco, devodire che non ho mai avuto problemi con ladirigenza avversaria i nostri ruoli sono chiarissi-mi, facciamo gli uni contro gli altri ma conrispetto, e credo di dover continuare su questastrada.

Cambiamenti nello staff: quali sono le dotiche ti hanno indirizzato a scegliere i tuoicollaboratori?Come detto prima, il Palio prende una fettaconsistente della vita di un capitano, diventaquindi fondamentale vivere quei momenti conpersone di cui conosci pregi e difetti e con cuihai un affiatamento collaudato dalla conoscen-za personale. È importante che il gruppo siaaffiatato, che le persone stiano volentieri insie-me e che siano motivate ed entusiaste nellosvolgere le loro competenze. Gli impegni e leattività di uno staff sono molte e di vario gene-re, cosi le cose filano via lisce ci sono pochiintoppi e se ci sono ci si parla ci si guarda negli

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PALIO

La parola al Capitanoa cura della redazione

cerca in quei giorni di vivere emozioni che tiuniscono con gli altri, vivere il Palio con quelsenso di appartenenza che ti fa fare cose altri-menti impensabili. Il Palio fa vivere emozionivere, odori, suoni, immagini che ti riportanoall’infanzia ed alla rivisitazione ininterrotta del-la nostra cultura e storia contradaiola.

Il termine senesità è troppo spesso usatoed abusato; secondo te qual è il correttomodo di intenderlo?Siena è una città dalla grande storia, una storiache ci rende orgogliosi di essere senesi, èimportante salvaguardare i valori che ci sonostati tramandati. Non dobbiamo però rima-nerci imprigionati, dobbiamo andare avantiorgogliosi delle nostre tradizioni, ma cercando,allo stesso tempo di arricchire la nostra unicità.

Qual è il tuo pensiero sulla giustizia palie-sca?È un argomento delicato e complesso, credoche debba garantire a tutte le contrade un’o-mogeneità di trattamento, sicuramente non èun compito facile amministrarla ed applicarlaoggettivamente alle tante situazioni, più o

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PALIO

Due chiacchiere due col veterinarioa cura della redazione

Avvicinarsi al Palio e conoscerne le com-plesse dinamiche non è facile, soprattuttoper i non senesi. Come è nato in te l’inte-resse per la nostra corsa anche sul pianoprofessionale e quali sono stati i tuoi pri-mi approcci?L’entusiasmo della gente e la voglia di ottene-re nuove vittorie. I primi approcci sono staticauti e di studio per capire l’ambiente.

Nel 2005, con Alesandra, il tuo esordionella stalla del Montone. Quali sono le tueimpressioni ed i tuoi ricordi ?Un esordio, come detto, di studio; la naturaleesigenza di affinare la collaborazione con ungruppo nuovo in tutti i sensi. Il ricordo di unbuon lavoro fatto con entusiasmo ed utile peril futuro.

È indubbio che il ruolo del veterinarioassuma particolare rilievo i giorni del Palioed influenza non poco anche l’esito dellacorsa, come pensi debba essere interpre-tata questa figura ?È un ruolo particolare, ma di piena integra-zione col gruppo, ti deve mettere a tuo agioper poter lavorare al meglio e deve dare tran-

quillità, fiducia a tutti e la consapevolezza d’a-vere fatto tutto e più di tutto per arrivare allavittoria.

Quali sono le principali differenze che haitrovato fra i cavalli con i quali lavori nor-malmente e quelli da Piazza ?Nessuna differenza tra i cavalli, la differenzasta nel capire come effettivamente il cavalloera gestito in precedenza da chi si occupava dilui.

Attualmente l’orientamento nella sceltadei cavalli da Piazza è per il fondo arabo,qual è la tua opinione in proposito ?Scelta valida se sinonimo di maneggevolezzae solidità di appiombi.

Quali altri accorgimenti potrebbero, a tuoparere, essere adottati per rendere sem-pre più sicura la corsa del Palio ?Allenamento, cavalcabilità dei soggetti, pro-fessionalità dei fantini e buona cura del ter-reno.

occhi e si cerca insieme una soluzione. Il capi-tano deve rispondere sempre e comunque inprima persona, alla contrada che lo ha eletto,che è giudice del suo lavoro. Per questo deveessere messo in condizioni di svolgere il pro-prio lavoro nel migliore dei modi secondo ipropri criteri e priorità.

Qual è il tuo pensiero sul protocollo e qua-li criteri ti guidano nella scelta dei 10 caval-li?Credo che lo sforzo di tutta la macchina siaenorme e sicuramente ci sono molti aspettipositivi. Mi auspico che andando avanti si pre-mi sempre di più la ricerca di qualità in modoche il numero di cavalli sui quali i capitani sitrovano a scegliere la mattina della trattaaumenti ulteriormente e sia composto da sog-getti con buone caratteristiche per la Piazza.È chiaro che nella scelta dei cavalli i criteri sia-no di carattere tecnico e di carattere politico.

Uno sguardo al futuro: quali sono, a tuoavviso, le priorità più urgenti per ilMontone?Vincere il Palio!

Se potessi tornare indietro faresti tutto ciòche hai fatto o cambieresti qualcosa?Domanda da un milione di dollari. Anzi oggi èpiù giusto dire di euro!! In tutte le decisioni che ho preso ho valutato afondo i vari dettagli e ho deciso secondo il miomodo di essere cercando in quel momento lamigliore soluzione per il Montone. Molte voltele decisioni hanno prodotto risultati positivialtre volte un po’ meno, non credo nell’infalli-bilità, ma credo che il risultato finale si ottengadal numero di decisioni positive rispetto allealtre. Per il momento, nel bilancio che faccio,sono maggiori quelle positive cercando di farecomunque tesoro anche delle altre.

Come valuti l’estrazione? Un’opportunità per esserci e per dimostrare atutti che cosa è oggi il Montone.

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TEMPI MODERNI

L’era della specializzazioneAlessandro Cartocci

Il cavallo è un animale affascinante,forse lo è per le sue contraddizioni.È forte e potente, ma non traecoraggio dalla sua imponenza; natoper trascorrere le proprie giornate a

ruminare nelle verdi praterie si è evolutofino ad impersonare l’emblema delle cor-se. Anche l’uomo come il cavallo, è pienodi contraddizioni, si autodefinisce l’ani-male più intelligente della terra, ma della

saggezza non fa certo largo uso.A me viene da pensare ad un contadinodi inizio ‘900 che lavorava il proprio cam-po con l’aratro trainato da buoi e sparge-va le sementa a mano; immagino che ilsuo sogno fosse avere un trattore, la mie-titrebbia e tutto quanto ancora noninventato, e la mattina invece di alzarsi alsorgere del sole restare a letto con la suaNella per regalare Tredicino ai suoi già 12figli. Troppo saggio, l’uomo ha preferito utiliz-zare le sue straordinarie scoperte non perlavorare meno ma per lavorare di più,per lavorare meglio e con maggiore pre-cisione, tutto deve essere corretto, esatto,millimetrico, macchine con ABS, VHS,satellitare, lettore DVD e seggiolini in pel-le, freddi d’inverno e caldi d’estate; tele-visori al plasma super piatti dai colorismaglianti e dalla definizione perfetta. Siamo nell’era della specializzazione!Come poteva il cavallo da Palio essereimmune al corso degli eventi, anch’esso si

sero al cospetto di un Rembrandt e li sen-ti dire frasi come “quest’anno è brutto,rispetto all’anno scorso è perlomeno 5chili meno” oppure “guarda Gennergentudi Gallura proprio non stende, per me ècolpa della sobbattitura che ha preso tremesi fa”.Ma poi c’è chi veramente di cavalli se neintende e parlo dei fantini e dei cavallai,di coloro che per lavoro o per passionesono sempre a contatto con il mondoequino. I cavallai sanno tutto su tutti icavalli; madre, padre, fratelli, chi è il pro-prietario, dove viene comprato il fieno edil nome dell’agricoltore che lo produce. Aloro basta un’occhiata per inquadrarepregi e difetti di un cavallo, lo si capiscesubito quando tornano dalla Sardegnacon l’ultimo fenomeno appena comprato.Sicuramente qualche allevatore sardo èriuscito a vendere anche qualche pecora,certo ha dovuto lavorarci un po’, tosarel’animale a pelo corto, applicare l’exten-sion a coda e collo e scrivere sul box“puledro figlio di Bombolino”. A questo punto mi devo scusare conun’altra componente importante dell’am-biente delle corse in provincia e che sicu-ramente meriterebbe maggiore attenzio-ne: mi riferisco al gentil sesso, ma lo spa-zio a mia disposizione è abbondantemen-te terminato e a malincuore devo chiude-re e salutare.

è dovuto specializzare. I cavalli di ogginon possono permettersi di andare a drit-to a San Martino come faceva il miticoPitagora, splendido roano che ad ogniPalio corso addrizzava l’insidiosa curva edal Palio successivo veniva accolto congioia dai contradaioli a cui andava in sor-te, affezionati a lui ed ai suoi capricci, erail Palio dei sentimenti non dell’asetticaspecializzazione.Oggi i cavalli fanno le elementari a Mon-teroni, le medie a Mociano e vanno allesuperiori a Monticiano. Prima di andareall’Università del Palio devono imparare adove mettere i piedi, a come stare alcanape, non devono tenere il capo trop-po basso né troppo alto, devono guarda-re a destra quando girano, possono nitri-re ma sottovoce.Ed i componenti degli Staff? Il primo attodovuto ad elezione avvenuta è l’abbona-mento a “Cavallo Magazine”, “Il Caval-lo”, “Tutto sul mezzosanguearaboinglese-maremmano” che ovviamente non si fan-no inviare a casa ma ritirano in edicola emostrano orgogliosamente per il Corso edin Contrada.E così nelle varie piste della provincia tro-vi: impiegati, illustri medici, ingegneri,negozianti, ecc., che fino all’anno primatrascorrevano il fine settimana placida-mente nel divano di casa, a contemplare,con aria accigliata, il cavallo come se fos-

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RICORDI

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Grazie LeonardoStefano Cannoni

Il mio primo ricordo diLeonardo Viti, dettoCanapino, è quando ven-ne a montare Rimini, nelPalio dell’Assunta del

1975. Capitano il Sor’Ezio, bar-baresco Bruno Dragoni, io ealtri lo aiutavamo, ero il“ragazzo di stalla” avevo appe-na 20 anni. Dati tutti questi fat-ti la mia memoria è lucida eviva, perché per la prima voltami trovavo a contatto con quelmondo che sempre ha destatoin me vivo interesse. Ci toccò insorte Rimini, bel cavallo mache non aveva mai vinto, dellascuderia Bernardoni - Muzzi,allenato proprio da Canapino.L’accoppiata da battere eraPanezio e Aceto nella Chioccio-la. La nostra monta era senzadubbio prestigiosa, poiché ilfantino andava per la maggio-re. Il giorno del Palio ero in ter-razza alla Mossa, il ricordo ètraumatico perché da quellaposizione non si vedeva lo spic-chio della curva del Casato, alterzo giro vidi entrare primo ilMontone ma uscire prima laChiocciola che andò a vincere ilPalio. Corsi subito in Contrada,dove appresi gli spiacevoli fattisuccessi sul tufo, alcuni dei

nostri contradaioli avevanosubito l’aggressione di quellidel Bruco, che picchiaronoCanapino, e non solo, fino amandarlo all’ospedale. L’amo-re, il rapporto con quest’uomonacque da quest’episodio,all’ospedale ci alternammo tut-ta la notte per fargli compa-gnia.Nella sua scuderia, nella qualeandavo quasi tutti i giorni,potei apprezzare il lavoro cheveniva fatto per preparare icavalli alla Piazza e stare a con-tatto con un ambiente chesempre mi ha trasmesso fortiemozioni. Facevo anche lì ilragazzo di stalla, non potevocerto montare, con lui si alle-navano giovani allievi comeElio Tordini (Liscio), CamilloPinelli (Spillo), Damiano Aniel-lo (Damasco).Canapino divenne per me unpunto fermo, emanava unfascino particolare, anche seera molto diverso dai suoi col-leghi di ieri e ancor più daquelli d’oggi. Ha corso in Piaz-za con i più grandi fantini qua-li: Rondone, Canapetta, Bazza,Tristezza, Ciancone e Aceto,non era certo facile affermarsi,la concorrenza era dura. Aveva

mestiere, era coraggioso, ave-va un gran fisico e buonissimemani, ma un carattere che nonlo ha aiutato. Gran preparatore di cavalli daPiazza, riusciva ad instaurarciun feeling particolare, sicura-mente amava e se la dicevapiù con le bestie che con gliumani. Le uscite sulle Crete esull’asfalto, le salite e le disce-se, erano gli allenamenti abi-tuali per lui e per gli animali aiquali cercava di costruire sia ilfisico che la testa, perché perun cavallo da Palio sono duecose primarie. Ciò che sapevafare si è visto con Panezio, ilsuo gioiello, che lui ha potutomontare una sola volta. Tutto girava intorno alla scu-deria di Canapino, dove io midilettavo a fare le paglie, apasseggiare i cavalli, non miera certo dato il lusso di inter-loquire sulle cose di Palio, mami bastava respirare quel cli-ma, ascoltare e fare pratica,perché grande era il mio inte-resse. Lo seguii anche in pro-vincia, a Legnano, tutto ciòoltre al mio piacere, lo facevoperché chiestomi dai dirigentidel Montone.Era un Palio diverso, dove un

fantino come lui s’impegnavaa fare il gioco della Contradain cui montava, come far per-dere l’avversaria o far rientra-re la dirigenza delle spese,vorrei ricordare che allora isoldi venivano spesi dalle diri-genze. Personaggio molto diretto escontroso. Viveva il Palio inmaniera viscerale, era uomodi grandi passioni e grandeamore per il suo lavoro, forsenon ha raccolto i frutti chemeritava, lui incolpava la sfor-tuna, si è infortunato, ne habuscate ed è stato dimentica-to. Negli ultimi anni non veni-va in Piazza perché “ci stavamale”.Era più un passionale che unprofessionista come possiamointendere e vedere oggi. Oggiquale fantino oltre a montarenon segue una dieta, non va inpalestra, lui no a quel tempoquesto non era pensabile ci siallenava a cavallo e stop.L’ultima volta che l’ho incon-trato fu nel 2004 in Tartuca, iomangino, lui a salutare la Con-trada per cui aveva vinto unPalio e dove sicuramente ave-va conservato degli amici.Grazie Leonardo.

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DOMENICA IN ALBIS

L’arcivescovo che ha amato SienaMichele Santillo

Monsignor Castellano eranato ad Imperia il 22 set-tembre del 1913. Nel1936 si laureò in Giuri-sprudenza e nel 1937

entrò nell’Ordine dei Domenicani. Si lau-reò anche in Diritto canonico presso l’U-niversità San Tommaso d’Aquino a Romadove insegnò fino al 1954. Il 18 novem-bre di quello stesso anno fu nominatoVescovo di Volterra e assistente ecclesia-stico nazionale di Azione Cattolica, duran-te questo periodo, “uno dei più intensidella mia vita” ebbe a dire più volte, sirecava a Roma due volte a settimana, nel1956 lasciò Volterra per ricoprire un inca-rico più leggero, essendo nominatoVescovo di Colosse. Nel 1961, dopo duetrienni come assistente di Azione Cattoli-ca, fu nominato Arcivescovo di Siena,esattamente il 15 agosto 1961 nel giornodella festa di Santa Maria Assunta. Essen-do domenicano, già conosceva SantaCaterina, ma i suoi studi sulla Santa lospronarono ad adoperarsi affinché Ellafosse proclamata Dottore della Chiesa eciò avvenne il 4 ottobre del 1970 pervolontà di Papa Paolo VI. Quella fu l’oc-

casione per fondare l’Associazione ecu-menica dei Caterinati, che nasceva dalleceneri dell’Antica Confraternita di SantaCaterina in Fontebranda e che raccoglievae raccoglie tutt’oggi i figli spirituali dellaMantellata senese d’Italia e del mondo.Ricordiamo che detta Associazione, dal 15 agosto 1992 divenne AssociazioneInternazionale dei Caterinati. Monsignor Castellano dal 1970 iniziò alavorare affinché Santa Caterina fosseproclamata Patrona d’Europa, cosa cheavvenne il 1 ottobre 1999.Al compimento dei 75 anni dovette darele dimissioni da Arcivescovo di Siena e glisuccedette monsignor Gaetano Bonicelli,esattamente il 13 gennaio del 1990. Daquando lasciò l’incarico di Arcivescovo diSiena, è sempre vissuto nel palazzo Ven-turi Gallerani, dove finché ha potuto, hacelebrato la Santa Messa.Con monsignor Castellano se ne va unpezzo di Siena, di una Siena che non esi-ste più. Ci lascia in eredità una grandelezione di fede, ma anche di comporta-mento. Di seguito pubblichiamo il suotestamento spirituale.

Soonnoo oorrmmaaii ttrraassccoorrssii ddiieeccii aannnnii ddaa qquuaannddoo nnoonn ssoonnoo ppiiùù iill vvoossttrroo VVeessccoovvoo eedd hhoo ccoonnttii--nnuuaattoo aa vvoolleerrvvii bbeennee eedd aa pprreeggaarree ppeerr VVooii.. AAnncchhee vvooii aavveettee ccoonnttiinnuuaattoo aa rriiccoorrddaarrvvii ddiimmee ee aadd aammaarrmmii.. VVee nnee ssoonnoo ggrraattoo ee vvii cchhiieeddoo ddii rriiccoorrddaarrmmii aanncchhee qquuaannddoo nnoonn ssaarròò ppiiùùttrraa vvooii.. DDuurraannttee iill mmiioo lluunnggoo eeppiissccooppaattoo sseenneessee hhoo sseemmpprree cceerrccaattoo ddii aaiiuuttaarrvvii,, ddii iinnccoo--rraaggggiiaarrvvii,, ddii eesssseerrvvii vviicciinnoo ccoonn ii ffaattttii ee nnoonn ssoolloo aa ppaarroollee.. HHoo cceerrccaattoo ddii mmeetttteerree iinn eevvii--

ddeennzzaa llaa ccoommppoonneennttee rreelliiggiioossaa ddeellllee CCoonnttrraaddee ee ddeell PPaalliioo.. LL’’iinniizziioo ddeellll’’AAnnnnoo ccoonnttrraaddaaiioolloo,, llaa MMeess--ssaa ddeell FFaannttiinnoo,, hhaannnnoo vviissttoo llaa ppiieennaa ee ccoonnvviinnttaa ccoollllaabboorraazziioonnee ee rriimmaannggoonnoo aa tteessttiimmoonniiaarree ll’’aannii--mmaa ccrriissttiiaannaa ddeellllee CCoonnttrraaddee.. EE MMaarriiaa SSSS..mmaa ssiiaa sseemmpprree llaa RReeggiinnaa ddii SSiieennaa,, aallllaa qquuaallee ssii rreennddeeoommaaggggiioo ccooll PPaalliioo.. MMaa -- ee qquueessttoo vvoorrrreeii rraaccccoommaannddaarrvvii ccaallddaammeennttee ppeerrcchhéé vvii aammoo -- eevviittaattee lleeeecccceessssiivvee vviioolleennzzee cchhee ffiinniirreebbbbeerroo ttrraa ll’’aallttrroo aa ffaarr mmoorriirree llee ccoonnttrraaddee.. CC’’èè ppoossttoo ppeerr uunnaa ssaannaa rriivvaa--lliittàà mmaa aa MMaarriiaa SSSS..mmaa nnoonn ppiiaaccee cchhee ssii vvaaddaa oollttrree.. SSoo cchhee mmii ccoommpprreennddeettee ee mmii ssccuussaattee ppeerr qquuee--ssttoo rriicchhiiaammoo..VVii bbeenneeddiiccoo ddii ttuuttttoo ccuuoorree ee vvii aassppeettttoo nneellllaa ppaattrriiaa ddeell CCiieelloo oovvee ssii ccoorrrree ppeerr sseemmpprree iill PPaalliioo iinnoonnoorree ddii SSSS..mmaa RReeggiinnaa ddeell CCiieelloo ee ddeellllaa TTeerrrraa,, ccoonn GGeessùù ssuuoo aammaattiissssiimmoo FFiigglliioo DDiivviinnoo..

SSiieennaa,, 77 ggiiuuggnnoo 11999999 ++ MMaarriioo JJssmmaaeellee CCaasstteellllaannoo,, AArrcciivveessccoovvoo EEmmeerriittoo ddii SSiieennaa

Alcune immagini del rientro in Contrada dell’Immaginedella Madonna del Buon Consiglio al termine dell’Ot-tavario della Domenica in Albis.

In alto, l’immagine custodita nel Conventodi San Girolamo prima della processioneche l’ha riaccompagnata all’Oratorio della Santissima.Sotto, il Solenne Triduo di preparazionecon l’immagine della Madonna

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FESTA TITOLARE

Facce

da

giro

Facce

da

giro

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E ora tocca ai grandi!Maestri dei Novizi

Dentro il chiostrodei Frati rumoriovattati che filtra-no dall’esternodanno la sensa-

zione di essere veramenteall’interno dell’Entrone.I cittini nei giubbetti delleproprie contrade forse pro-vano le stesse emozioni deifantini che si apprestano asalire a cavallo la sera delPalio.Ogni Maestro dei Novizi sisente barbaresco, capitanoo mangino. Luisa rompe gliindugi e con fare furtivo siavvicina a Lorenzo e Duccioper le ultime raccomanda-zioni.Francesca subito intervienee sistema con cura le mani-che troppo lunghe dei giub-betti e mette in bella mostrale spennacchiere. “O cittini,io voglio vince, ci siamocapiti, vero?”, tuona moltogarbatamente Ilaria. Con il

passare dei minuti il brusioiniziale si trasforma in uncaos di voci che cercano disovrapporsi fino a che unapiù imperiosa zittisce tutti.Laura con volto stranamen-te serio impone: “Tutti acavallo!”. Immediatamentesi corregge: “Se siete tuttipronti, andiamo!”.Con la marcia del Palio che

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PALIO DEI RAGAZZI

invade via deiServi, per Simo-ne è impossibilenon emulare legesta del primo-genito di casaMadoni e anchesenza il cappellod ’ o r d i n a n z aaccompagna ibambini, mutatiin tutto e per tut-to in veri cavallie fantini, nelconsueto giro dipista.C’è chi tentaun’impari lottacon lo zucchinoche inesorabil-mente scendesugli occhi, chisommerso dalgiubbetto trop-po lungo cerca di noncaderci sopra, ma quelli chedanno più soddisfazionesono i cittini che si dannouno sculaccione come perincitare il destriero che sinasconde dentro di loro.Cala il silenzio e mentre le17 contrade fanno il tondi-no, il mossiere chiama l’or-dine al canape.L’emozione sale anche perchi ha un cuore di pietra.

Uno ad uno i cittini si accal-cano tra i due canapi, sispingono, cercano di farsispazio, non c’è più tempo.Partiti e via tutti con il cuo-re in gola sospinti da mam-me, babbi, nonne, nonni eda tutti quelli che sonoassiepati lungo lo steccato.Spariscono dietro l’angoloche porta in via delle Canti-ne e poi un’attesa forse piùlunga di quanto sia in real-tà.Chi vince vince, non haimportanza, ma questa vol-ta ha vinto il Montone ecome dice Ilaria è meglioquando si vince noi di quan-do vincono gli altri.Dopo il Minimasgalano e ilPalio dei Cittini crediamoche sia venuto il momentoche anche i grandi si adope-rino per tenere alto il nomedel Montone.

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CONTRADA

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Il mondo delle Contrade e il fiscoEmanuele Pomponi

Nulla di più diffici-le che parlare di“fisco”; immagi-narsi poi doverparlare del rap-

porto fra il fisco ed il mon-do delle Contrade del Paliodi Siena che sono nateparecchi secoli prima dellariforma tributaria e chesono vissute per tanto tem-po grazie all’applicazionesia di regole scritte e nonscritte tramandate di gene-razione in generazione chehanno contribuito alla con-servazione di tanti segretiche hanno consentito lo svi-luppo dell’immaginazionee della passione collettiva.I tempi sono cambiati edopo aver creduto di potercontinuare a “scherzarecon il fisco” tutto d’un trat-to, nel marzo del 2004, cisiamo resi conto che la pac-chia stava finendo: doveva-mo cominciare a dialogarecon la Guardia di Finanza econ l’Agenzia delle Entratee che il tempo del “a Sienasi fa come ci pare” era

ormai finito.Ora, mi è stato chiesto diprovare, con semplicità, adavvicinare i contradaioli alproblema fisco-contrade;ho accolto l’invito perchémi è sembrata una buonaoccasione per dare il miomodesto contributo a farconoscere il problema, svi-luppatosi per tre anni dibattaglie quasi quotidiane,in modo da poterlo affron-tare con maggiore consape-volezza.Noi tutti sappiamo che l’at-tività delle Contrade e delleloro Società è senza fine dilucro: nessun contradaiolosi è arricchito con la propriacontrada; anzi, è più facileche abbia speso pagando ilProtettorato, la tessera diSocietà, la sottoscrizioneper il Palio, il mattone perl’acquisto o la ristruttura-zione dei Locali e così via;tutto questo lo sanno anchei Funzionari della Guardiadi Finanza e dell’Agenziadelle Entrate ma ciò non-

ostante, applicando la nor-mativa fiscale vigente laquale non è stata certamen-te scritta pensando alleContrade di Siena, nell’e-sercizio del loro lavoro,devono verificare la corret-tezza dell’operato delleContrade stesse.Sintetizzando, le principalicriticità sono tre:le Contrade e le Società diContrada devono pagare leimposte dirette?le Società di Contrada sonotenute ad avere una conta-bilità fiscalmente corretta, adover registrare tutti i costied i ricavi, a versare l’impo-sta IVA se risulta dovuta?le Contrade devono opera-re la ritenuta d’acconto sul-le somme riscosse dai fanti-ni?Alla prima domanda, larisposta spontanea di uncontradaiolo sarebbe sen-z’altro un NO secco perchésembrerebbe ingiusto chele Contrade e le loro Socie-tà dovessero pagare delleimposte su un presuntoreddito che comunque vie-ne utilizzato per il recuperodel patrimonio storico eculturale della città e perfavorire l’aggregazione fra icittadini e consolidare il pri-mato della nostra cittàcome la più vivibile d’Italia.Eppure, per la normativafiscale vigente, sembrereb-be normale che le Contradedovessero pagare le impo-ste dirette sui redditi fon-diari (quelli figurativi pro-dotti dagli immobili o pro-venienti dagli affitti) e chedebbano tenere una conta-bilità analitica e pagare leimposte sugli eventuali red-diti provenienti dallo svol-gimento di attività che perla loro natura sono qualifi-cate “commerciali”. Altret-tanto, sembra normale chele Società di Contradadovessero pagare le impo-ste dirette sui presunti red-

diti che producono se nonsi tiene conto che le loroattività sono senza fine dilucro e che gli eventualiproventi vengono comun-que reinvestiti in attivitàsociali, per fini culturali, diassistenza e di beneficenza.Allo stato, - le Contradesono qualificate come “Entinon commerciali” e paganole imposte dirette solo suiredditi fondiari nella misuraridotta al 50% grazie allesentenze della SupremaCorte di Cassazione del2001 e del 2002 che hannoriconosciuto sia la persona-lità giuridica per antico pos-sesso di stato (risalente aprima dell’Unità d’Italia)che i fini istituzionali perse-guiti; - le Società di Contra-da sono qualificate “asso-ciazioni senza fini di lucro”,sono affiliate ad un entenazionale di promozione ecultura, non pagano leimposte dirette sui proventidell’attività svolta nei con-fronti dei propri soci-con-tradaioli.Nel prossimo futuro, nelcaso che il comma 185 del-l’art. 1 della Finanziaria2007 (conosciuto comeLegge Salva-Contrade)dovesse trovare effettivaapplicazione nei confrontidelle Contrade e delleSocietà di Contrade,entrambe sarebbero com-pletamente escluse dalpagamento delle impostedirette perché una leggedello Stato verrebbe a rico-noscere, espressamente, laloro importanza nella valo-rizzazione del patrimoniostorico, culturale e tradizio-nale della comunità cittadi-na.La risposta alla secondadomanda è ancora più diffi-cile. Di per sé, sia le Contra-de che le Società di Contra-da, nel modo più democra-tico che esista, “rendono ilconto” ai contradaioli inrelazione ad ogni attività

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CONTRADA

che viene da loro svolta:dalla Festa Titolare a quelleorganizzate per i Piccoli ecosì via. Ma le Contrade e le Societàdi Contrada potrebberomai essere assimilate aduna vera e propria societàcommerciale che ha i suoiamministratori, una conta-bilità puntuale, analitica equotidiana? Chi, cosciente-mente, si assumerebbe mail’onere di rappresentare leContrade e le Società diContrada con il rischio didover poi rispondere,anche personalmente, dieventuali inadempimentiburocratici? Una cosa è essere consape-voli che il motore del suc-cesso delle Contrade e dellaloro esistenza nei secoli stanel volontariato e nella par-tecipazione diffusa, nellafiducia reciproca, nella con-vinzione che ognuno operacomunque in buona fedeesclusivamente per il rag-giungimento degli stessiobiettivi - la gloria dellapropria Contrada ed ilbenessere della città di Sie-na -, altra cosa .è doverrispondere con il propriopatrimonio personale dieventuali errori od omissio-ni anche se solo formali diun ente senza fini di lucrodal quale non si percepiscealcun compenso per l’attivi-tà prestata.Allo stato, né le Contradené le Società di Contradasono tenute alla redazionedi una contabilità “ufficia-le” da un punto di vistafiscale; ciò nonostante, leSocietà di Contrada, solocon riguardo alla eventualeattività fiscalmente qualifi-cata come “commerciale”,se svolta nei confronti diNON soci-contradaioli,effettuano il pagamentodelle imposte dirette inmodo forfetario e dell’IVAin misura ridotta alla metà,così come previsto dallaLegge 398/1991.Anche con l’approvazionedella Legge Salva-Contrade,l’attuale situazione nondovrebbe subire particolarimodifiche.

Una risposta assoluta allaterza domanda è veramen-te impossibile. Il recentecontenzioso svoltosi davantialla Commissione TributariaProvinciale di Siena non hacompletamente accolto, indiritto, le tesi sostenute dal-le Contrade e tantomenoha aderito alle richieste dipagamento di imposte esanzioni avanzate dagliUffici accertatori nei con-fronti delle Contrade. Si èdiscusso, - in primo luogo, se il Capi-tano quando paga il fantinolo faccia in nome e per con-to della propria Contradaoppure quale persona fisicache sta cercando di svolgereun ruolo che è quello dipredisporre le condizioniperché la propria Contradaben figuri nella corsa delPalio cercando la vittoria ocercando di impedire la vit-toria dell’avversaria, - in secondo luogo, se ilCapitano quando paga ilfantino lo faccia con i dena-ri della Contrada o con ilfondo-palio costituito dallesomme raccolte spontanea-mente fra i contradaioli, - in terzo luogo, se il fanti-no riceva somme di denaro

a fronte di una prestazioneprofessionale (l’attività difantino in relazione alla cor-sa vera e propria) oppure lericeva a fronte di un obbli-go di fare o di non fare (pernon correre in un altra Con-trada, per ostacolare laContrada avversaria, pernon correre in nessuna Con-trada, ecc.).Indipendentemente dallasoluzione giuridica alle pre-dette problematiche, sareb-be opportuno che tutti (daicontradaioli, ai fantini, pergiungere ai Governanti)capissero che la soluzionedel problema non può pre-scindere dalla consapevo-lezza di due principi fonda-mentali:a) i fantini sono tenuti adichiarare all’Erario le som-me che riscuotono e devo-no pagare le imposte daloro dovute e ciò anche sele Contrade non sono“sostituti d’imposta” equindi non operano la rite-nuta d’acconto e non pre-sentano all’Agenzia delleEntrate il modello 770 conl’indicazione di tutti i fanti-ni che hanno da loro rice-vuto denaro per le ragioni

più diverse;b) le Contrade non avreb-bero più ragione di esisterese venissero meno i “segre-ti del palio” che sono quelliche hanno consentito, neltempo, lo sviluppo dell’im-maginazione dei contra-daioli, il permanere dellaloro passione collettiva, lapossibilità di parlare e dis-cutere per un inverno inte-ro solamente sulla base dicongetture e di “sentitodire”; tutto ciò non avver-rebbe più se nel mese diottobre dell’anno successi-vo fosse possibile, digitan-do un tasto nel computerdell’Agenzia delle Entrate,sapere a quale fantino e perquale somma ciascuna Con-trada ha effettuato unpagamento.Nel caso che il decretoministeriale attuativo delcomma 185 dell’art. 1 del-la Finanziaria 2007 (LeggeSalva-Contrade) potesseapplicarsi ai Capitani delleContrade e conseguente-mente alle Contrade stessesi sarebbe garantito l’invio-labilità dei “segreti delpalio” senza con ciò impe-dire all’AmministrazioneFinanziaria di svolgere ilproprio lavoro di accerta-mento e di recupero dell’e-vasione nei confronti diquei fantini che non doves-sero dichiarare al fisco lesomme effettivamente per-cepite nell’esercizio delleloro attività professionali.E se la Legge Salva-Contra-de non dovesse trovarel’applicazione auspicata?Dovremo continuare acombattere, uniti, avversoqualsiasi interpretazionelegislativa che possa pre-giudicare la tradizione diSiena, a difesa delle Con-trade, delle Società di Con-trada, del Palio ma soprat-tutto a difesa della nostracittà che, anche grazie alleContrade, alle loro Società,al Palio, è ancora unica,vivibile e meravigliosa.

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Gira la fiasca, scrivi la busta...Alessandro Monciatti

ARCHIVIO

Il 5 febbraio 1949 il Consiglio Comu-nale approva un nuovo Regolamentodel Palio abrogando quello in vigoredal 1906 e, l’anno successivo, nel1950, viene stabilito che l’ordine

d’ingresso dei cavalli ai canapi in occasionedella corsa del Palio doveva essere determi-nato tramite un “sorteggio”. Infatti, fino adallora, l’ordine di entrata ai canapi venivadeciso dal Sindaco (o dal Podestà in prece-denza) il quale preparava le tre buste a suacompleta discrezione.Fu quindi ideato un meccanismo di sorteg-gio che ancora è in vigore attualmente.Tale meccanismo è costituito da una speciedi fiasca di metallo di forma ovale alla qua-le viene avvitato un “collo” di metallo a“doppia camicia”. Lungo il collo vi sonodieci fori numerati dal 1 al 10 e di diame-tro inferiore a quello dei barberi che vi ven-gono introdotti; i primi nove fori, partendodalla parte non attaccata alla fiasca, sono diforma rotonda, mentre il decimo (quellopiù vicino al collo della fiasca), contrasse-gnato con il numero 10, è di forma qua-drata.All’interno della fiasca vengono introdotti idieci barberi delle contrade che partecipa-no al Palio nell’ordine in cui le contradeentrano in Campo per il Corteo Storico. Pernon alterare il funzionamento del meccani-smo vengono inseriti anche quelli dellecontrade che, per un qualsiasi motivo, sonostate escluse dalla corsa (ovviamente ilnome di queste contrade non viene trascrit-to sul foglio da consegnare in busta chiusaal mossiere). Al collo della fiasca vieneapplicato il tubo di metallo e, dopo ché lafiasca è stata agitata più volte, questa viene

rovesciata in modo che ibarberi si dispongano tuttinel collo cilindrico nelquale i fori sono chiusi daldispositivo a doppia cami-cia; a questo punto il colloviene chiuso alla base esigillato.L’operazione viene ripetu-ta per tre volte con tre fia-sche e tre colli diversi, perdeterminare l’ordine delletre mosse come prevede ilRegolamento del Palio.I tre colli vengono poiriposti e conservati ognu-no in una cassetta per tutta la durata delCorteo Storico. Questa operazione vieneeffettuata dai Deputati della Festa, alla pre-senza dei dieci Capitani, durante l’effettua-zione del Corteo Storico.Nel momento in cui i cavalli vanno verso lamossa vengono tolti i sigilli al primo tubo e,facendo fare un mezzo giro alla camiciainterna, si aprono le “finestre” ed appaionoi barberi nei fori numerati dal 1 al 10. Nelforo a forma quadrata, distinto dal numero10, appare il barbero che rappresenta laContrada destinata ad essere di rincorsa.Tale ordine viene trascritto da un funziona-rio comunale su di un foglio che vieneintrodotto in una busta chiusa che un vigileurbano provvede a consegnare al mossiere.Se viene invalidata una mossa in modo dacomportare il cambio di busta, viene espo-sta la bandiera verde ed i cavalli vengonoriportati all’entrone; a questo punto vengo-no tolti i sigilli al tubo relativo alla secondamossa e così via se si dovesse ricorrere ad

una terza mossa.Qualora le tre mosse non fossero sufficientie si dovesse ricorrere a determinare ulterio-ri “ordini fra i canapi”, questi sarebbero iseguenti:

– Quarta mossaordine della prima invertito;

– Quinta mossaordine della seconda invertito;

– Sesta mossaordine della terza invertito.

Le operazioni di apertura delle finestre delcollo cilindrico e di trascrizione dell’ordinedi ingesso ai canapi, da recapitare in bustachiusa al mossiere, avvengono in una cabi-na (chiusa anche superiormente per evitarela visione da parte di persone situate allefinestre più alte) che è situata palco deiCapitani, sulla sinistra per chi guarda daPiazza.

Alcune informazioni sono state riprese da:Palio - La Corsa dell’Anima(M. Civai e E. Toti).

La foto della prima mossa stabilita dal nuovo meccanismo della fiasca in occasione del palio straordinario del 28 maggio 1950, vinto dalla contrada del Valdimon-tone. Agli ordini del mossiere Guido Guidarini, entrarono tra i canapi: PANTERA Orafo e Ranco; LUPA Salomé e Tripolino; DRAGO Lola e Bazza; VALDIMONTONEGaia e Ganascia; OCA Fato e Boccaccia; ISTRICE Popa e Il Biondo; AQUILA Stella e Il Terribile; LEOCORNO Ribolla e Zanna; ONDA Miranda e Ciancone; NICCHIO Mar-co Polo e Tirone. Foto tratta da: Sergio Profeti, Rivediamoli insieme, ed. Il Leccio, 1992.

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SOCIETÀ

CENA NERA“La Freccia Nera”

CENA ROSA“La Gazzetta dello Sport”

CENA GIALLA“Alla Corte di Re Sole”

CENA ROSSA“La Divina Commedia”

CENA VERDE“San Patrizio”

CENA BIANCA“Cena in Corsia”

CLASSIFICA GENERALERosa 198,1739583Rossa 192,7333333Gialla 183,6442953Verde 174,2806452Nera 171,5914894Bianca 107,3106918

Francesco VivianiElisa QuerciniPatrizia BucciMartina SodiniFrancesca BaldaniSimona GorelliAlessia SestiniBenedetta SestiniFrancesca IndrizziRoberta BonelliClelia GozziniCinzia MorandiDaniele MulinacciCarlo ReginaSimone GennaiFrancesco PalazziMario Vannini

Guendalina GaruglieriNicola GennaiLuca BracciniMarco LenziMarco ValentiniGiacomo CorbiniGiacomo NerozziDuccio CappelliRudi CastagniniAndrea CarignaniAlessandra MariMaddalena MariottiDuccio RustioniLeonardo MadoniSimone MadoniMonica CiabattiIrene Turchi

Tamara LandiPettoneMario VigniElisa MonaldiChiara PavoliniMaria Assunta Drago-niGiovanna ParriEmanuele DragoniRiccardo PieriJacopo PaciniDavide CiacciLuciano MarriGiuliano LorenzettiGrazia Burroni

Cristiana PlataniaBeppe MadoniCaterina PavoliniDaniele CiabattiGorelli ClaudioManuela BaglioniMattia ErminiGuido RubbioliMarco SalviniFatimaGeri TozziRiccardo GorelliYuri BarbieriGiovannella PaciniAlessandra Estivi

Michele PreveMarisa VivianiPaola RossiRoberta MassariIrene DragoniSara LachiAlessia BettiGiampiero Del BigoEnzo SbardellatiLuciano CucèTommaso IndrizziStefano CannoniLucia BenocciSilvia PianigianiElena Madoni

Riccardo MarsiliGiada MarcocciLaura BenocciPaolo FranciLuca SavoiRiccardo MarsiliMarta del BigoMarta ViligiardiMarta MannucciFederico Betti Paola PianigianiCarlotta BeniniGiulia MassiniCaterina Viligiardi

Carlo MattiiNatalina TrippettaBruno BianchiCaterina ForestieriDaniela BrogiStefania BonelliSilvia BorghiSimone BonelliSimone GiannettoniLorenzo SantiAntonio BorghiRoberto PianigianiMassimo CappelliLuca BorghiLuca BelardiFrancesco ManganelliMarco PoggettiLuca Giannetti

Marta ViligiardiSimone TurchiEleonora CortonesiRonny RabazziElena SbardellatiMatteo BracalenteMattia MaffeiRiccardo BogiMarco CappelliAlessandro BarbettiDuccio MonciattiSimone BicchiPaolo MatinoGuido SempliciFederico TommasiMarco ManniniSandro CartocciMarco Giannetti

Laura Bencini Iva SodiMaria BettiStefania VivianiLetizia SodiRoberta MorriccianiGioia CrestiStefano MariottiFederico BariAndrea MarinoRoberto BucciantiAndrea Belleschi

Renzo FusiClaudio RegoliNicola SodiSandra CastagniniMarco GraziniPaola VivianiFederica BertoTiziana PetreniSimonetta PetreniRoberta BonelliErmada BianciardiMassimiliano Ricci

Giacomo CiacciFabio FattoriniMario casiniIlaria AlbiziGiulia NucciElisa BechiChiara FerrataDuccio RustioniMarco MasilloJacopo RossiMarco CortiDavide RustioniSimone Bari

Leonardo PacentiFrancesca ScalaElisa BozziPaola ManciniMichele Raveggi

Un inverno a colori

Lungo inverno in Soc. Castelmontorio! Il collaudato TorneoGastronomico, con una nuova formula che abbinava un coloread ognuna delle 6 squadre lasciando alla fantasia dei parteci-panti ogni libertà di interpretazione, ci ha accompagnato finoall’inizio di questa fortunata primavera.Grazie all’impegno delle

varie squadre, tutte le serate sono state caratterizzate da un gran nume-ro di partecipanti, da un’alta qualità gastronomica dei menù presentati,da scenografiche ambientazioni e da simpaticissime mascotte.E dopo un inverno a colori... aspettiamo solo un’estate tutta ROSA!

Torneo ArcobalenoSimone Stanghellini

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INCHIESTE

Punti di Svistaa cura di Caterina Pavolini, Simone Stanghellini

Massimo BarbettiCome sarà è un po’ difficilesaperlo, ma come vorrei che fos-se, questo “se po’ fa!”, ma parti-rei dal 28 giugno. Allora: l’albe-rone è stato appena tagliato, l’al-berino anche, come sempre que-sto è durato la metà dell’altro, lachiesa è sempre lì maestosa conqualche antenna in più, mainsomma, è tutto come sempre.Alt! C’è una cosa nuova che eradai miei anni giovanili che nonrivedevo: un nugolo di ragazzinie ragazzine di varie età e non tut-ti del Montone, anzi ce ne sonodiversi del Nicchio e di altre Con-trade. Vedo un’altra cosa nuova,alla Santissima, ovviamente sen-za macchine, giocano a pallonecon i maschi anche le bambine,bello! E ora che guardo meglio cisono dei bambini di colore e altridai tratti inequivocabilmenteorientali. Tendendo l’orecchiosento un cittino che chiede a unabambina: “Majong ce l’hai la‘oca ‘ola?” “Sì Abdul ma non hole ‘iavi di ‘asa”. Evidentementesono senesi di terza generazione.Passando la nottata, la mattinadel 29 ci sono tanti montonaiolidi tutte le età con i fazzoletti alcollo. I più giovani posteggianol’aereo scooter fin quasi dentroSocietà e un vecchio contradaio-lo con il bastone (ah no già, ibastoni con i progressi dellamedicina non si usano più, checulo!) bercia loro contro invocan-do l’educazione e i giovanibofonchiando spostano i mezzi.Insomma tutto come sempre,con le emozioni, le speranze, isogni. Nello spirito ci saròanch’io (e che credevi, mi per-dessi la tratta?) con tutti gli ami-ci attuali e perlomeno altri treche sfortunatamente non vedoda 1, 7 e 20 anni. Ciao ragazzi,CARPE DIEM.

Alessandro Barbetti,Federico Betti, Simone Bicchi,Guido Semplici“Buonasera Rustio”... “ciao a tut-

ti”... “ragazzi la domanda è sem-pre la solita: DOV’E’ MAG-MA??”... “Oh!?! E chi lo sa!!”...“tanto ora arriverà facendo unosbadiglio e alla domanda dov’eririsponderà che dormiva... “poiun succo di frutta al mango epesca e via in piazza!”...”preci-so!! E’ cent’anni fa così... poroMAGMA...”. Il nostro gruppo èrimasto sempre il solito con qual-che acciacco ed esperienza inpiù, ma con il cuore sempre gio-vane e un fegato decisamentemalandato. Ognuno con l’inten-zione di trasmettere ciò che neglianni abbiamo imparato allegenerazioni più giovani. Tutto ècambiato: il servizio, il braciere,la cucina, il salone... LA MIM-MA... L’unica cosa che è rimastauguale è lo spirito con cui la gen-te vive il palio e la corsa in sestessa. E’ come se a Siena in quei4 giorni il progredire del futuro si

tà disarmante mi dice: “Ci sonole batterie per scegliere i miglioridieci cavalli robot”.Non credo alle mie orecchie.Chiedo: “Ma i cavalli? I fantini?”Mi rispondono: “Ma in che mon-do vivi?! Oggi è tutta telematicavirtuale, i cavalli si possonovedere solo negli zoo e i fantininon so proprio chi siano. Vengo-no scelti i più veloci robot e chieffettua tre giri nel minor tempopossibile vince il gran premiodella lotteria nazionale.”Improvvisamente mi sento chia-mare: “Rudi, svegliati! Ti ricordiche oggi giù da noi, a Siena, dan-no i cavalli? Lo vedi mi sonomesso anche il fazzoletto?!! Mache hai? Mi sembri strano...”“No, no Paolo, sto benissimo,anzi, ora che ci penso, sono pro-prio felice di aver scoperto cheanche nell’aldilà si possono ave-re gli incubi!!!”

fermasse e tutto, dalle case aimuri, alle bandire, ricorda glianni precedenti quando il BOAfaceva i servizi al bar e ANNINAcantava la celeberrima CHIUA-HUA...

Rudi CastagniniCome ogni anno questa mattinanon ho fatto colazione. Dopo leBatterie, per tradizione, ci ritro-viamo al Guidoriccio per una bel-la colazione.Mi incammino, ma qualcosa didiverso mi colpisce. Non vedogruppi di bambini o di adulti confazzoletti che cantano, ma solopersone con strani occhiali cheogni tanto si fermano e poiriprendono a camminare.Incuriosito chiedo ad un passan-te che cosa stia succedendo e checosa stia guardando tutta quellagente.Lui mi fissa come se venissi da unaltro mondo e con una semplici-

Ginevra MachettiSi!!! Ci saranno ancora i Servi nel2100, forse le automobili saran-no più tecnologiche e spaziali,forse i motorini non toccherannole ruote per terra, ma quassù sulcolle ci sarà ancora... la scalabianca (come la chiama il miobabbo); le nostre scale dove dabambina ho atteso il cavallo arri-vare e dove i bambini del 2100faranno sicuramente altrettanto.Perché anche noi insegneremo ainostri figli e ai nostri nipotinicosa è la Contrada, come a mel’hanno insegnata. Alle 12.30tutti davanti ad un mega scher-mo al plasma (o a chissà qualealtra cosa) unica concessione alfuturo, ma tutto il resto saràuguale, d’altronde tutto è rima-sto così per secoli, perchédovrebbe cambiare? Le chiarine,Il sindaco, i capitani, forse conun altro look, ma tutti seduti ad

aspettare la sorte. Il cavallo? Si,ci sarà sempre anche lui, carned’ossa, crine, quattro zampe eduna coda, non so se si chiameràsempre “Bombolone” o lo avran-no ribattezzato, ma ci saràcomunque la stessa gioia o lostesso sconforto di oggi. Tuttosarà uguale il 29 giugno, perchénulla cambierà nella città eterna,soprattutto l’amore verso questagrande famiglia chiamata “CON-TRADA”. Ah, forse si avvererà lafamosa “Cena della Vittoria” dicui il mio babbo mi parla sem-pre, che tanto piace ad un suocaro amico... tunnel di lamieraper Via dei Servi, caldo asfissian-te (circa 800 gradi) per tutta lacena, alla frutta si apre il tunnele vengono lanciati con una cata-pulta dalle scale dei Servi unaserie infinita di cocomeri in mez-zo ai commensali... beh, faccia-moglielo fare nel 2100, oggi miaccontenterei... di una frescasera settembrina.

Franco Morandi- Ma che significato ha la parola“TRIPPA”?- Era un piatto tradizionale sene-se.- Mah! Se lo dici te.- Sembra che lo scorso secolo la“TRIPPA” fosse in uso la mattinadella tratta, prima di andare inPiazza a prendere il cavallo.- Ora è più comodo, sullo scher-mo multimediale di nuova gene-razione in ogni Contrada seguia-mo comodamente e costante-mente le conversazioni dei nostriDirigenti, oltre a seguire l’asse-gnazione dei cavalli, che in que-sti ultimi cento anni il protocolloveterinario ci ha consegnato.- Hai visto come sono belli,potenti, attentamente seleziona-ti.- Sembra che a metà del secoloscorso un certo Hitler l’avessefatto con la razza umana deno-minata “ARIANA”.- Funzionò?- Poco!

29 giugno 2100 ai Servi...

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INCHIESTE

- Dopo l’assegnazione vado acasa, se ho voglia torno per laprova, altrimenti la vedo pertelevideo a circuito chiuso eseguo anche il discorso del Prio-re e del Capitano di stasera. Vor-rei intervenire per chiedere spie-gazioni sulla monta, se è quellache si dice.- Bella l’ultima invenzione delvideo Contrada realizzata dagliaddetti al protettorato, ci coin-volge maggiormente.- Sai! Ora siamo più di seimilaprotettori.- E in Seggio?- I soliti quaranta!- Dove stai di casa?- In centro! Via dell’Università,già Colle di Malamerenda.- Allora si sta vicini! Io sto in ViaMonte dei Paschi, già Isola d’Ar-bia.- Oh, ciao!- Chi è quello?- E’ Chiao Lin, sta in Via dei Ser-vi, ma viene poco.- Pazienza!- Io penso che prima c’avevanocapito poco, con tutti quei cantidietro al cavallo, quelle discus-sioni animate...- A cena della prova generale sia-mo quasi quattromila!- Si rischia il doppio turno!- Ho trovato in un cassetto unpensiero del mio bisnonno, te loleggo?- Si!- La Contrada è come una bellapoesia d’amore, non ha età, tiriempie lo spirito, non puoi cam-biare le parole, deve afferrare lacomplicità di tutti, nel rispettodelle regole di un civile confron-to, fuori dal proprio io.- Nel secolo scorso si comporta-vano così?-Ti piace!- Oh, lo sai! Il tuo bisnonno m’hamesso in crisi, quando vai alcimitero, salutamelo!

Anna NucciCaro diario, quando circa 90anni fa ho letto che Piazza delCampo era stata inserita tra le

ambientazioni di “Second Life”,sito internet per la creazione direaltà virtuali, mai avrei immagi-nato che anche nel Palio la simu-lazione prendesse il posto dellarealtà. Da allora tante cosa sonocambiate. Gli inverni passanosottoponendo gli aspiranti capi-tani a prove di velocità nell’usodel mouse e i suoi fiduciari ven-gono scelti in base alla fantasia eall’immaginazione che dimostra-no nella simulazione della corsa.Ma questa non è l’unica novità.Da allora, infatti, niente più cor-se di addestramento a Montero-ni, Monticano, Mociano o nes-sun altro posto che inizi per M.Niente più protocollo di cavallida 0 a 90 anni, niente più ani-malisti e, udite udite, niente piùfantini! Detta così la cosa sembrasolo vantaggiosa ma, per me cheho una certa età e ho vissutoquelle belle tratte di una volta,sai cosa vuol dire il giorno dellatratta senza la tratta, senza cioètutte quelle emozioni che attana-gliano lo stomaco e la gola fino arimpiangere di non essere nati inqualsiasi altra parte del mondo?E poi, lo sai cosa voglia dire tro-varsi a tavola con gli altri di fron-te a un piatto di “qualcosa” diliofilizzato? No, non lo sai perchénon hai mai assaggiato la trippadi Iva!!

Giovannella PaciniMadonna Santa e Benedetta!Anche quest’anno per arrivare inSocietà ci vuole uno sproposito!!C’hanno dato il cavallo ora e giàsiamo su di giri. Capibile, sonoanni che ci danno sempre il

bombolone, ci mancherebbesolo di rivincere... non ci si fa piùdi fisico. Da una parte rimpiangoi primi anni del 2000 quandonon ci si metteva mano, tristi epessimisti; a quest’ora s’era tutticiondoloni per le scale dei Servi.E poi finalmente il 2007...

Simone TurchiPrati di erba sintetica asettica eanallergica di un bel verde bril-lante, il murellino rivestito digomma anti-scivolo, alcuni bellie finalmente sani cipressi fatti dipasta di legno e resine sintetiche,aiuole di fiori plastificati chespandono intorno essenze artifi-ciali, alcuni simpatici ed ecologi-ci mezzi a una, due e tre ruoteparcheggiati disordinatamentedavanti alle scale ed un vistosototem multimediale che dispensaa folle di turisti sciatti ed annoia-ti notizie ed aneddoti sulla storiae la gloria dei nostri luoghi. Perfortuna, su un lato della strada,c’è un gruppo di bambini chegioca con delle curiose sfere dilegno colorato: “so’ partiti... lamossa è valida!” “vai, nerbalo!”.Il tutto sotto l’occhio attento diun gruppetto di nonni e genitoriche, seduti sulle scale, si scanna-no verbalmente sui “se” e sui“ma” del Palio.

Marco ValentiniTen Ten e il Lenzi al Ponte diRomana la mattina della Tratta.T. T. Oh Lenzi ‘gnamo è belle tar-di, poi i vigili un ci fanno passa’e le batterie un si vedono.

L. Ma che corri Ten Ten, bastacollegassi col server del Comunee chi ci è toccato si vede sulmaxischermo al plasma che c’èai Servi. T.T. Ma che dici!!! E come si fa asceglie i soggetti!!??L. Bene, tramite computer, è luiche li seleziona attraverso l’inse-rimento dei dati di ogni cavalloT.T. E i fantini??L. Quelli li compri sul catalogoche c’è su internet, tipo fantacal-cio.T.T. Mah, eppure non era così. Eil Palio??L. Il Palio è una corsa virtuale,tipo ologramma, ogni contradasi collega al sito “ufficiale”vww.paliodelc...o.it e tutti insie-me si corre come dal vivo.T.T. Senti, levami una curiosità,ma il Nicchio c’è sempre??L. Si, si c’è! Ma un si litiga piùcome prima, ora avviene tuttocon l’ausilio di messaggi e MMS,con questi ti puoi offendere sen-za che nessuno si faccia male.T. T. O te, eppure stanotte so’andato a letto tranquillo, ma tut-te ‘ste cose un me le ricordavo.Senti, per schiarissi le idee andia-mo a dagli un campari, poi siripiglia il discorso perché so’parecchio confuso.L. Ma guarda che ora il camparilo danno in pasticche.T.T. No via... questo me lo ricor-do bene e un era così... quandoè troppo è troppo...L. O Ten Ten, svegliati ma chehai... nel sonno parlavi di server,computer, FantaPalio...!T.T. Ma sta’ zitto ho avuto unincubo... ho sognato che s’eranel 2100 e si correva col cavallocomputerizzato e che in Piazzaun c’era più niente, ma la cosapeggio è quando mi volevanorifila 2 compari sottoforma dichicche fotoniche...!L. Sie, sie, o gnamo e me lo rac-conti mentre si va in Piazza sen-nò stamani le batterie un si vedo-no davvero.

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I LUOGHI E LA MENTE

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La Festa dei Tabernacoli 2007 Con l’8 settembre, ricorrenza della Natività della Madonna, tornacome ogni anno la festa dei Tabernacoli. Il voto della commissione hapremiato la nostra contrada che ha vinto per il miglior allestimentodel Tabernacolo presentando i mestieri del passato reinterpretati daibambini del Montone. Un plauso ai Maestri dei Novizi, alla commis-sione dei piccoli ed, in particolare, ai genitori che hanno contribuitoalla splendida riuscita della festa.

XXX Cross dei RioniLa nostra squadra ha vinto nella categoria “A squadre” con EvaBelotti, Gaspare Belotti, Gianni Fabbri, Tommaso Indrizzi, AlessioLachi, Patrizia Liverani, Davide Tomei; in quella “Assoluta femminile”con Patrizia Liverani; nell’ “Assoluto Maschile, grazie ad Alessio Lachied in quella “Atleta partecipante più giovane”, con Eva Belotti.

LuttoIl 4.09.2007 è deceduto il contradaiolo Mario Grezzi, noto medico epittore. Nel luglio 1981dipinse il drappellone con l’immagine di S.Caterina inginocchiata davanti al Pontefice senese Alessandro III.Altro suo importante lavoro è stato il grande occhio di bue per laBasilica di S. Domenico.

Visite ai locali della ContradaAnche quest’anno numerose sono state le visite ai locali dellaContrada. Più di 1000 visitatori, sia italiani che stranieri, hanno scel-to di ammirare il San Leonardo e la Sala delle Vittorie. Un ringrazia-mento a Sergio Rustioni che con la sua disponibilità permette la frui-zione dei nostri spazi museali a tutti coloro, sia enti che privati, chene fanno richiesta.

CONTRADA

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Polvere di notizie

AnagrafeMontonaiola

Sono natiMathys Ryle Medjonang

Francesco RondiniBernardo ParriFilippo Ninci

Gabriele CiacciAlessandro Tanganelli

Sara VigniValentina CardinaliFederico Carapelli

Gianluca BechiAsia Mattii

Duccio Minutella

Ci hanno lasciatoLorenzo VanniMario GhezziVirmo Castelli

Periodico Trimestrale dellaCONTRADA DI VALDIMONTONEAnno XIV - n. 3 Settembre 2007 Autorizz.del Trib. di Siena n. 579 del 5/04/1993Spedizione in A.P. Comma 20/CLegge 662/96 Filiale di Siena.

Direttore responsabile: Fabio Fineschi

Redazione giornalino: Raffaele Semplici eSimone Stanghellini (coordinamento), MicheleSantillo, Mauro Agnesoni, Tiziana Barbetti,Matteo Cardinali, Aldo Giannetti, Mauro Gorelli,Vittorio Lachi, Alessandro Pandolfi, CaterinaPavolini, Roberto Petrolito, Massimo Rossi,Davide Rustioni, Nicola Sodi.

Collaborazioni: Marco Baglioni, Mario Bari,Giovanni Benocci, Roberto Buccianti, Anna Carli,Gabriele Maccianti, Giuseppe Madoni, GruppoDonatori di Sangue delle Contrade, MichelePreve, Claudio Regoli, Giovanni Stanghellini.

Immagini: Mauro Agnesoni, MassimilianoCastelli, Sabrina Danielli, Fotostudio Donati,Barbara Pavolini, Irene Turchi, Archivio Contradadi Valdimontone, Archivio Gruppo Donatori diSangue.

Impaginazione: Master Digital.

Stampa: Industria Grafica Pistolesi.

luglio 1946. Capitano AlfredoPianigiani.Ci era toccato in sor-te Piero, cavallone

grosso e robusto che aveva cor-so un solo Palio, lo straordinariodell’agosto ‘45 per la Contradadella Torre.Fantino Ganascia, non più gio-vanissimo, ma audace e corag-gioso.L’Oca, la favorita di quel palio,aveva Amaranto e Folco. Il gior-no del Palio, mentre venivavestita la comparsa, Ganascia sirivolse a quei pochi ragazzi chegli erano intorno: “Ragazzi, iostasera vinco il Palio, ma vogliomonta’ a cavallo riposato.Qualcuno si deve vestire a postomio fino al Casato!”.Fra di loro si propose GiovanniBenocci; non era mai salito acavallo e gli stava anche un po’pensiero, ma a 20 anni l’amoreper la propria contrada, l’orgo-glio di quella sfilata per le vie diSiena e la possibilità di vedere ilPalio dal palco delle comparse,ebbero la meglio.La sella che dondolava a destrae a sinistraMa riuscì comunque ad arrivarealla Costarella a testa alta. Lì ledonne della Torre, vedendo pas-sare un giovane e sconosciuto“fantino” al posto di Ganascia,nel quale riponevano la speran-za di evitare la purga, iniziaronoa inveirgli contro, una tirò addi-rittura un torsolo di mela, inmezzo ad una pioggia di insulti!Finalmente il corteo arrivò alCasato e Nanni andò a svestirsinelle stalle del Chigi, amico di

Ganascia.Il più era fatto! Non restava cheandare a vedere il Palio nel pal-co delle comparse. Delle com-parse, appunto, e lui nella com-parsa “non c’era”!Da uno spioncino dietro il pal-co, il palio del Montone perNanni durò un attimo, giustoquello in cui Ganascia arrivò albandierino a nerbo alzato!Un pezzetto di quella vittoriaera anche suo.

Fantino per un giorno

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Ganascia durante i festeggiamentidel Palio del luglio 1946.

Riceviamo e pubblihiamo il ricordo di Giovanni Benocci “Nanni il meccanico”, riconosciutosi nelle fotoa corredo dell’articolo di Giuseppe Lenzi (PMB n. 1 2007)

LUGLIO 2007Tamburino Gabriele Pianigiani

Alfiere Daniele CiabattiTommaso Indrizzi

Duce Giacomo BurroniUomo d’Arme Giacomo Carli

Matteo MazzoniPaggio Maggiore Sergio Monciatti

Paggio Vessillifero Giampiero Del BigoEmanuele Dragoni

Barbaresco Federico BariPalafreniere Mattia ErminiCapo Popolo Jacopo Ferri

Rappresentanti del Popolo Alessandro GesualdoMarco GiannettiGianluca BucciantiFilippo DragoniAntonio MiniCristiano Vecoli

AGOSTO 2007Tamburino Luca Borghi

Alfiere Matteo BracalenteFrancesco Gorelli

Duce Enzo SbardellatiUomo d’Arme Andrea Franci

Luciano LorenzettiPaggio Maggiore Massimo Cappelli

Paggio Vessillifero Samuele FerociGabriele Liberati

Barbaresco Duccio CappelliPalafreniere Maurizio Grazzini

Capo Popolo Lorenzo RegoliRappresentanti del Popolo Jacopo Bruni

Guido CorbelliFrancesco FranciSimone NucciDaniele RustioniDavide Rustioni

Le Comparse

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Essenza e rituale della festa, etica dicontrada, principi della tradizione,sono espressioni che fanno partedel linguaggio corrente dei senesi edelle loro istituzioni, dopo secoli di

vita.Sappiamo quale è stata e quale è la forza delPalio e delle Contrade: non nascondersi allarealtà ma, interpretarla e rigenerarsi costante-mente attraverso il filtro dei propri valori. Ciòè stato il solo modo per durare nel tempo e pernon trasformare la Festa in una rievocazionestorica. Questo però ci rende anche consapevoli chepiù la realtà diventa complessa, più impegnati-vo è mantenere i caratteri della festa come gio-co, e coniugare passione, sentimento e razio-nalità; ma soprattutto impedire che quantocontraddistingue la società nella sua globalitànon diventi più forte e non finisca per sovra-stare l’essenza del Palio e per vanificare il sen-so di quello spirito della Festa sempre richia-mato. Uno spunto di riflessione: in una societàglobale nella quale si esaspera l’individuali-smo, la violenza assume forme sempre più sot-tili, i ruoli istituzionali vedono affievolire la loroautorevolezza. Siena può pensare di sopravvi-vere senza un impegno particolare?La domanda è ovviamente retorica e tutti san-no che la risposta è no.In questa realtà complessa ancora una volta èfondamentale che due soggetti esprimano ilmeglio di sé nella stessa direzione: il Comunedi Siena, massima espressione di rappresenta-tività della Città e le Contrade, come dirigenze,come loro organismi di rappresentanza e comepopoli.A mio avviso è una dichiarazione di intenti cheha riscontro concreto. Basta ricordare quanto èstato fatto dal momento nel quale si è com-preso che il cavallo, da noi sempre amato erispettato, doveva essere protetto con nuovemodalità per non contrastare quelle sensibilitàemergenti, presenti anche tra noi, che voglio-no evitare qualunque violenza e garantire l’in-columità dell’animale che di fatto, e non solo,oggi si riconosce soggetto di diritti.Dopo alcuni anni è corretto analizzare le deci-sioni assunte, le loro conseguenze e ricercaregli eventuali “aggiustamenti di tiro”, se neces-sari, per garantire che la Festa si evolva, manon si snaturi.L’elenco degli aspetti da considerare è indub-biamente ricco e non tutto si può contenere inun articolo, del resto non mancheranno sedi emodi per proseguire la riflessione.Materie complesse e coinvolgenti ce ne sono.

Non ultimo, per il peso che assume nella vitadei singoli contradaioli e della Contrada, è l’a-spetto del vivere gioiosamente la Festa e, inquesto contesto, del rapportarsi all’avversaria.È evidente per tutti, direi ovvio, che il massimodella gioia e l’affermazione della propria supe-riorità manifestata anche attraverso la creativi-tà, la presa in giro, il godimento sottile nelsapere che l’avversario soffre, si realizza edesplode con la vittoria del Palio, che carica glianimi e al tempo stesso dà sbocco a sentimen-ti e atteggiamenti liberatori.Quando la vittoria manca da tanti anni, l’affer-mazione della propria identità, del proprio esi-stere e del divertirsi “a spese” dell’altro diven-ta per ognuno sempre più complesso e più dif-ficile da vivere nell’attualità interpretando lospirito della Festa. Non si può rischiare, da unlato, di non lasciarsi andare alla gioia e allasperanza pensando così di soffrire meno perl’eventuale delusione; dall’altro, di perdere ilcorretto rapporto che tradizionalmente esiste-va tra la presa in giro e la mancata vittorianostra e dell’avversaria, se ambedue in piazza.Poiché non può esistere la Festa, senza la gioia,senza la partecipazione emotiva, la soluzionenon può essere né il proibire, né il tenersi sot-to tono; ma piuttosto quella di praticare la“cultura del limite”: individuare cioè “l’oltre”al di là del quale è la Festa a non essere rispet-tata insieme al riconoscimento reciproco dellerispettive identità e dignità tra avversari.L’emotività ed il coinvolgimento nei giorni delPalio portano a comportamenti a volte critica-bili, ma gestibili dalle dirigenze, il procrastinar-si di tali comportamenti al di fuori dei giornidel palio, a volte addirittura in ambiti diversi,possono diventare veramente pericolosi. La reciprocità e la volontà comune sono ovvia-mente indispensabili. Il Montone vanta su que-sto comportamenti che possono fargli preten-dere atteggiamenti coerenti dal popolo del-l’avversaria e non solo dalla sua massima diri-genza.Nel rapporto con il popolo ogni dirigenza nonpuò semplificare i problemi, deve sostenere lapassione, non farla sopraffare dall’istinto, ser-ve ascoltare, dare fiducia e riceverne. La diver-sità nella dialettica è un valore, l’irrazionalitànella contrapposizione rischia di portare allanegazione dell’essere tutti contradaioli delMontone per il Montone.È indispensabile l’impegno di tutti nella cittàperché si mantenga il privilegio e l’unicità divivere nella contrada e nella nostra Siena.

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CONTRADA

Essenza, rituale ed etica di contradaAnna Carli - Priore

Basta pensare al ruolo dei fantini che la Festavoleva sempre e comunque mercenari, ma chenel tempo, le scelte stesse delle contrade e ildiffondersi di Palii “rievocativi” hanno asse-condato nella loro aspirazione di essere profes-sionisti; oppure alla difficoltà di amministrarela giustizia paliesca in piena autonomia, in uncontesto di sfaccettature sempre più contrad-dittorie.Come non pensare a questo proposito ad unfantino che fa il giro d’onore e che rischia dispostare il ruolo di protagonista della festa, dalpopolo a sé stesso. La stessa ricerca della rego-larità della mossa può impedire di vivere, siapure con equilibrio, le rivalità e il “sistema deipatti”. Sono tutti aspetti che abbiamo vissuto eche dovrà affrontare la Città per evitare che siintacchi l’essenza del gioco. Non si può perde-re la magia che deriva dal ruolo che gioca lasorte, ma anche dalle opportunità e dalle capa-cità di manipolare la realtà e che fanno delPalio una corsa tutta particolare.

“La diversità nella dialetticaè un valore, l’irrazionalità nella

contrapposizione rischiadi portare alla negazione

dell’essere tutti contradaiolidel Montone per il Montone”.

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PALIO

Scrivere qualcosa su questo 2007 ..., è opera ardua in quanto mi farivivere un turbinio di emozioni disensazioni che comunque sia ren-dono quest’anno indimenticabile.

Maggio mi sembra lontano un’eternità,sembrava impossibile che in quel giorno lanostra bandiera si riaffacciasse alle trifore einvece eccola là incapace di stare a guarda-re, sempre lei, desiderosa di esserci ...e cosiripartiamo.

Arriviamo al 29 ed i nostri avversari, comespesso negli ultimi palii, vengono baciatidalla sorte al momento dell’assegnazione,noi, come spesso ultimamente, ci misuria-mo con un soggetto esordiente, potendocomunque contare ancora sulle qualità diun fantino che nell’agosto scorso aveva benfigurato con i nostri colori.

Ci troviamo dentro un Palio pazzesco... unamossa in cui il Montone fa valere tutto ilproprio potenziale nei confronti dell’avver-saria , una partenza buona con il Nicchionelle retrovie, un grande San Martino che cifa’ sperare, un Casato che infrange i nostrisogni, un finale da cardiopalma. Che nessu-no si meritava.

Ancora presenti, ancora propositivi usciamodal palio confortati dalle doti della nostrastalla, e dalle nostre possibilità, fiduciosi diriessere protagonisti in piazza, ma purtrop-po con un palio troppo breve alle spalle.

Sembra che ormai ci aspetti l’inverno, pen-sare di uscire ancora ... è un pensiero quasifolle e invece incredibilmente.... di nuovolà....

Da subito cresce un clima di euforia, sembrache davvero la sorte sia con noi, i giorni checi avvicinano al palio sono un crescendo diattese, la contrada freme, sembra proprio ilnostro palio, che nessuno possa togliercelo,difficile fermare questa euforia.

Una sera in Società, durante un discorso dasaggio dirigente del tipo stiamo calmi,teniamo i piedi per terra, una giovane midisse, facci vivere questi giorni di sogno,abbiamo bisogno anche di quelli ...pensaiche era vero, che da troppo tempo ci man-cavano le condizioni per assaporare la spe-ranza di poter vincere.Quello che abbiamo fatto lo avete visto tut-ti, abbiamo cercato di trasformare i sogni inrealtà...

E’ stato un bel giorno, sembrava che tutti gliincastri via via andassero al loro posto, mami è sempre stato detto che vincere il Palioè difficile (e noi ne sappiamo qualcosa, neabbiamo corsi molti dall’ultima vittoria).Tanti fattori devono combaciare, le condi-zioni del cavallo, il posto al canape, le posi-zioni delle altre contrade, le intuizioni delfantino e altri mille fattori. Quando la vittoria sembrava per molti qua-si scontata (4 estrazioni a fila, il miglior fan-tino ...troppo scontata !!??) purtroppo pernoi questi incastri non sono andati al loroposto; e il sogno è svanito come una bolla disapone.

Rabbia, disperazione, incredulità sono i sen-timenti che tutti abbiamo provato, ma ilPalio è questo spesso si perdeno quelli chesembrano già vinti e si vincono quelli chesembrano ormai persi, è la storia...

Si sa che più si va in alto e più è doloroso ilcadere, in tutti gli altri Palii siamo partiti insordina e sempre cresciuti, questa volta, ilmomento più atteso, siamo partiti alla gran-de e arrivati in sordina.

Allora cosa fare.... sono momenti in cui lavoglia di non soffrire più e buttare via tuttoe tanta, ma la ragione deve aiutarci.... cer-cando di vedere anche il positivo.

In questi tre anni, volati in un soffio e que-st’anno in particolare, il Montone ha fattocose importanti e positive che devono esse-re, per il bene di tutta la contrada, valoriz-zate e consolidate, resistendo alla tentazionedi offuscare tutto per la mancata vittoria.

L’analisi degli eventi, l’ascolto della criticacostruttiva, la ricerca delle cose da migliora-re sono un dovere per la dirigenza e la baseda cui ripartire in una sana dialettica di con-trada che è sempre bene accetta quandonon preconcetta o strumentale.

Un vecchio detto di marinai dice che nelmezzo alla tempesta bisogna avere la forzadi tenere dritta la barra del timone verso larotta stabilita ed è quello che faremo condeterminazione, ma senza presunzione,guardando al Montone di oggi e cercandodi vedere quello di domani, lo faremo conumiltà ma con quella passione, quell’entu-siasmo che condividiamo con tutti voi, per-chè sin da bambini quando, giocavamo sot-to l’Alberone, il sogno era uno solo... vedervincere il Montone.

Il Montone in piazzaClaudio Regoli - Capitano

Il cavallo a noi assegnato, anche se non uncavallo affermato, ci ha facilitato nel ripor-tare nel Montone il fantino più bravo, quel-lo che ha dominato gli ultimi dieci anni dipalio, che ha condiviso con noi un progettoimpostato sui valori che segnano i rapportifra uomini nel palio, e sulla volontà diaffrontare sfide; un progetto difficile e com-plesso, che viene affrontato con un entusia-smo che va aldilà dei semplici rapporti pro-fessionali e pecuniari.

Ci siamo giocati insieme una partita difficilenon priva di rischi consapevoli che nove per-dono e uno vince.

La contrada tutta ci ha accolto in lacrime dicommozione, si concretizzava quello chetutti si aspettavano da noi. Contradaioli ditutte le età sono esplosi di gioia, non dimen-ticherò mai quella miriade di grazie ...inquel fatidico tredici agosto.

“L’analisi degli eventi,l’ascolto della critica costruttiva,

la ricerca delle cose da miglioraresono un dovere per la dirigenza”

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L’INTERVISTA

ROBERTO BUCCIANTIdetto Buccino

Quando, chi, come e perchéti ha chiesto di andare a

prendere il cavallo?

Ti sentivi la responsabilità?

Con te per l’occasione aveviporta fortuna, hai fatto gesti

scaramantici, i tuoi amicihanno compiuto gesti

propiziatori?

Qual è il momento deldistacco e a cosa pensi

quando sei lì da solo adaspettare?

Che cavallo hai portato equale volevi?

Il rientro in Contrada come èstato?

Il 27 giugno alle una di notte, andavo a prendere lamacchina al posteggio del Manicomio, quando migiunge una telefonata, era il Capitano, Claudio Regoli.Dice di dovermi parlare, mi ha raggiunto e mi ha dato lanotizia che sarei stato io il barbaresco per l’assegnazionedel 29 giugno. Ho risposto subito di sì, era un’esperienzache avevo già fatto nel 1997, ma ero felice di ripeterla;non mi aspettavo che mi fosse chiesto e non avevo avutonessun segno premonitore.

No, non credo che la responsabilità sia di chi va aprendere il cavallo, ma ti senti comunque“personaggio”, sei più teso di sempre e tutte e due levolte che ci sono andato devo dire che l’adrenalina è piùforte rispetto a una tratta normale.

A differenza del ‘97, quando mi fu consegnato da undirigente un santino, questa volta non avevo con meniente, anche perché non ci credo, penso che nonfunzionino. Forse non avrei fatto nemmeno in tempo apensare a qualcosa, tutto è stato molto repentino. Dopovestito, agli economi, ho chiesto solo se avevano unnerbo nuovo.

Quando arrivi in Piazza parli con tutti, il vero e propriodistacco avviene quando ti mettono davanti al Capitano,lì veramente rimani solo con i tuoi pensieri e con le tuesperanze. Speri che ti diano il cavallo buono, a luglio ilcavallo me l’hanno dato per decimo, è dura! Unaneddoto tutte e due le volte ho portato in Contrada ilnumero 3.

Ho portato Elimia, al momento dell’assegnazioneClaudio mi ha fatto l’occhiolino, io avrei volutoDostoevskij, Brento o Caro Amico, siamo sinceri, chi loconosceva Elimia? Io no, anche perché non seguo lecorse.

Triste fino alle Logge del Papa, qui mi ha presosottobraccio il veterinario e mi ha detto che andavabene. A oggi con tutta sincerità penso di non averportato proprio un troiaio

Non mi ricordo... penso che Claudio me lo abbia chiestoil 10 agosto in prima serata, alle 21,30, in Società, albar... confermo: venerdì 10.Non c’è un motivo specifico per cui me lo ha chiesto,voleva una magia, il cavallo giusto.

Abbastanza. Cercavo di non dirlo a nessuno,ma il giorno dopo tutti lo sapevano. L’atteggiamento degli amici era preoccupanteanche se sono riuscito a dormire.

Non ho fatto gesti scaramantici, ho portato con me soloun ramo di nespolo (cognome del pittore); mi avevanodato un santino e peli di un cavallo che mi erano statimessi sotto la calzamaglia. Io e i miei amici abbiamotenuto le mutande del 13 per quattro giorni. Riti propiziatori... sì, eravamo una quindicina, c’è stata laspennellata... sì ecco... tutti ci siamo sottoposti a unaspennellata fatta con olio di Valiano, peperoncino e salegrosso, nei locali nuovi, l’età era tra i 30 e i 47 anni. No,i nomi non posso farli. “Capo” spennellatore era un exmangino, il peperoncino è toccato a colui che i latiniavrebbero chiamato Pilu(m). Io ho spennellato il “Capo”spennellatore e colui che aveva portato per ultimo nelMontone un cavallo vincente. Poi mi è stato strusciato frale chiappe un oggetto a forma di f...., sì ecco di fungo!

Il distacco vero avviene quando sei davanti al Capitano,non puoi parlare con nessuno, nonostante la Piazza siagremita, non senti più niente e nessuno. Ero concentratosull’assegnazione, mi concentravo sul numero 1 Elisir esul 9 che era Brento, pensavo fossero i migliori.

Ho portato Orient Express, ops... volevo dire EstremoOriente.Sere prima si parlava di Pitheos che quando toccò alMontone doveva vincere, ecco anche Elisir e Brentodovevano vincere, perché buoni cavalli e il secondo erastato fino ad allora sfortunato, per il calcolo delleprobabilità a uno dei due doveva toccare la vittoria.

Lo stress dell’assegnazione era stato tanto, quindiquando mi sono rilassato l’ho “presa” allegra, ma allaprova ero tranquillo e senza turbante. La Contrada eracontenta e unita, quando è arrivato Gigi... un’apoteosi!

MARCO BAGLIONIdetto “Emorino” o “Mago dei Maghi”

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Tiziana Barbetti

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CONTRADA

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na mattina suona il telefono:B. ProntoM. Ciao Beppe, sono Mauro(Gorelli N.d.R.)B. oh Mauretto, buongiorno,

dimmi...M. Senti, te la senti di scrivere un articoloper il “Pochi ma Boni” in riferimento allacena della Prova Generale? Sai com’è, unoarriva... è tutto pronto... ma cosa c’è die-tro?

Penso un momento, ma solo un momento,dopo rispondo:B. Si, volentieri, per quando ti occorre?M. Non più tardi di mercoledì 29

Ora sono qua che tento di scrivere qualcosache renda bene l’idea di cosa significhiorganizzare la cena della Prova Generale,naturalmente per coloro che non lo sanno.

Pensandoci bene forse Mauro non vuoleche spieghi come si decide il menù, come sideterminano le dosi, come si fa la spesa,ecc., ma piuttosto come mai un gruppo dipersone si prenda l’incarico di fare questacena per circa 2000 persone.

Nei quattro giorni di Palio a tutti piace par-lare di cavalli, fantini, strategie, fare colazio-ne, pranzo e cena in Società con gli amici. Faparte del vivere il Palio. Ma le colazioni, ipranzi, le cene sono fatte da “contradaioli”che pur avendo voglia di godersi la Festacome tutti, trovano il tempo da dedicare aquesta organizzazione, senza peraltro rinun-ciare al divertimento.Possiamo infatti divertirci anche preparandouna cena per 1000 o 2000 persone, non è ilnumero che è determinante, ma lo spiritocon il quale affrontare l’evento.In buona compagnia può essere spiritosopreparare 250 litri di besciamella, cuocere400 kg di carne o 100 kg di riso, preparare2000 porzioni di pasta al forno, tagliare ametà e quindi riempire 1200 pomodori,commuoversi a pulire 100 kg di cipolle...!!!Sì, volendo lo spazio per contribuire allabuona riuscita dei quattro giorni di Festa, c’èper tutti “riferito alla parte culinaria” e pos-so assicurare che nessuno sarà geloso e tuttisaranno disposti a cedere il loro posto adaltri che volessero fare questa esperienza.Per essere assunti non occorre presentarenessun curriculum, basta essere unMontonaiolo “curioso”...

Dietro le quinteGiuseppe Madoni

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RICORDI

Il ragù di EllaMichele Preve

Sono seduto in un ristorante,un bel ristorante, di quellidove le cameriere sono vestitemolto meglio delle clienti.Sono immerso nella dolce sen-

sazione che trasmette una sedia benimbottita, una sedia che può diventareuna patria per uno spirito ozioso, unabottiglia di Monsanto ris.1997 staprovvedendo ad irrorarmi i pozzi arte-siani dell’anima e del corpo. Unicanota stonata un pesante sottopiattobianco, triangolare, con la punta rivol-ta contro il mio sterno, forse per ricor-darmi che devo morire. Il resto dellaclientela è composto da una tavolata dievidenti studenti sussiegosi accompa-gnati da un evidente professore vestitocome un guerrigliero che si conceda ilvezzo di servirsi dal Cortecci, accompa-gnato da una signorina dall’aspetto diuna canna di bambù con capelli afro euna camicetta rubata in qualcheMuseo sulla Schiavitù. Dall’altro latodella sala un gruppo di turisti Svizzeri,ulteriormente pastorizzati dal timoredel giudizio altrui che li assale quandoritengono di trovarsi in un ambienteelegante. “Tagliolini al ragù!” Miannuncia la cameriera con una affetta-zione deferente degna di miglior cau-sa. In una acquetta arancione e scom-posta, navigano pezzetti di macinatomummificato assediato da forze schiac-cianti di un pomodoro troppo rossoper essere cotto, troppo rosso per esse-re vero. Per finire una raccolta di erbet-te dal gusto esotico con l’aria trasogna-ta di chi non capisce dove sia capitato.E il mio pensiero va al ragù buono, alragù vero, al ragù di Ella. Entravi inquella piccola trattoria nel Cane eGatto, e non c’erano professori, nonc’erano svizzeri, era come entrare incasa propria, ti sentivi parte di unacomunità fra quei tavoli. Passavanotutti da lì, Un pargolo Barbetti,Baglioni, Sani, Fontani, Giannetti,Florindi, Busisi a prendere i ravioli alragù per casa, ma anche un Marzocchi,Mazzi, Cinci, Ottini, Falconi a prenderela vitella arrosto. E in mezzo a questotraffico Ella, col suo eterno sorrisomagari tirato, da donna indaffarata e avolte stanca, ma dal quale, special-mente per noi bambini, traspariva uncuore grosso come una casa, ed eradisposta a darne un pezzetto a chiun-que lo desiderasse.

tradaiolo sia più apprezzato per la sua ope-ra, dove venga messa l’anima, la passione,il coraggio, la dedizione. Abbiamo cono-sciuto una contrada di pochi, ma non perquesto piccola, perché quella contrada fucapace di grandi imprese. Pensavamo aduna Contrada meno industria, spersonaliz-zata dove prevale più il lato utilitaristico delsentimentale. Quante discussioni sul Palio:convenivamo che era meglio avere il caval-lo vincente che il miglior cavallo, può sem-brare banale, ma la statistica ci dava ragio-ne, abbiamo vinto di più con cavalli noneccezionali e spesso abbiamo perso clamo-rose occasioni con i migliori. Così come peri fantini certe scelte di non eccezionali mon-te, trascurando spesso nomi importanti cihanno portato alla vittoria con la soddisfa-zione di spese non importanti. E giù a snoc-ciolare esempi che ci portavano a questeconclusioni. Certamente erano scelte dicoraggio, spesso controcorrente. Però irisultati arrivavano. Vietato innamorarsi deifantini. Abbiamo perso delle occasioni cla-morose per questo vizio che non accenna ascomparire.Grazie Virmo per le tue discussioni, grazieper avermi dedicato parte del tuo tempo inmomenti per me non facili. Grazie per tut-to quello che mi hai donato con la tua pre-senza, che mi ha arricchito l’anima. È statoun momento edificante avere avuto la pos-sibilità di condividere con te e con la tuafamiglia il periodo così difficile della malat-tia e della grande sofferenza. Ne serberòsempre un ricordo carissimo.Un abbraccio caloroso e grandissimo.

Mario Bari

Caro Virmo,mi hanno chiesto di scrivere per te ed ionon riesco più a scrivere senza le lacrimeagli occhi. Debolezza dei vecchi? Anche.Già troppe volte è toccato scrivere per gliamici che ci hanno lasciato. Sempre più siassottiglia la compagnia che ci ha tenutolegati per la vita alla contrada. Caro Virmo,Contradaiolo DOC, senza se e senza ma,molte cose ci dividevano, ma l’amore per laContrada era ciò che ci faceva dimenticaretutte le altre. Non avevi un carattere facile,la polemica era il sale che condiva ogni tuaconversazione. Difficile era trovarsi in accor-do, più spesso in completo disaccordo conqualsiasi scelta che poteva essere fatta.Quante discussioni, quante polemiche più omeno velate, poi l’amore per la Contradaprevaleva e ci allineava su posizioni comu-ni. Spesso ti rammaricavi per non aver fattoparte della dirigenza e ciò ti pesava ancor dipiù perché non avevi niente di meno ditanti altri. Avevi combattuto per laContrada anche a rischio della incolumitàfisica. Spesso ci siamo trovati fianco a fian-co a difendere un metro di territorio e chi-lometri di onore. Avevi fatto parte dicommissioni importanti. Avevi contribuitoall’aumento del patrimonio realizzandoopere che resteranno a memoria che Virmonon era solo polemica. Anche se ericosciente, contro il pensiero corrente, chenon tutti potevano ricoprire qualsiasi cari-ca. Era difficile non darti ragione.Sognavamo una Contrada più a misurad’uomo, così come l’avevamo conosciutacrescendoci dentro. Una contrada piùArtigianale, con l’A maiuscola, dove il con-

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PALIO

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PALIO

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CULTURA

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Quando nacque il turismo di massaGabriele Maccianti

Il Palio di Siena ha sem-pre catalizzato l’atten-zione dei viaggiatori edei turisti. Si pensi chenel 1819, assistettero al

Palio l’imperatore d’AustriaFrancesco I e il suo ministrodegli esteri Metternich ospi-ti di Giulio BianchiBandinelli nella sua fastosaresidenza di via Roma. Mafino al Novecento, eccezionfatta per coloro che abitava-no nelle vicinanze di Siena,il fenomeno era limitato alleélites aristocratiche e alto-borghesi prevalentementestraniere. In Italia il turismoera poco diffuso persino trai pochi che potevano per-metterselo. Il turismo dimassa, così come lo cono-sciamo oggi, è un fenomenod’importazione il cui inizioviene generalmente colloca-to nel dopoguerra, quandol’Italia del boom economicoiniziò a scoprire il piaceredel viaggio. In realtà il primo impulsosignificativo al suo sviluppo- dopo qualche tentativonegli anni a ridosso dellaprima guerra mondiale -venne dato dal fascismo.Nell’agosto 1931 il regimeinventò i “treni popolari”,convogli speciali compostida carrozze di terza classeorganizzati in occasioni difestività. I treni popolaripartivano dalle città più

importanti alla volta di loca-lità “di comune attrattiva”con un biglietto dal costofortemente scontato (inizia-tive del genere nacqueronegli stessi anni anche inFrancia e in Germania).L’offerta era diretta “aimodesti impiegati” e aglioperai delle città, ovvero afigure sociali poco abbientie con poca - o punta - dime-stichezza con la cultura diviaggio. Negli anni Trenta,infatti, il viaggio di piacereera ancora quasi sconosciu-to in ampie porzioni dellasocietà italiana: gran partedegli uomini lasciava la cittào il paese natale solo percompiere il servizio militare,e le donne erano priveanche di questa possibilità.Lo Stato, organizzando i“treni popolari” doveva far-si carico anche di questoproblema. Le istruzioniimpartite dall’AltoCommissario per il Turismoprevedevano infatti che leAziende autonome di turi-smo e i Comuni dovesseroanche “predisporre e con-trollare l’attrezzamento perl’accoglienza e l’assistenzadei viaggiatori”, organizzan-do i necessari servizi infor-mativi e calmierando letariffe dei servizi pubblici edi ristorazione. Era una del-le tappe nel progetto di tra-sformazione del carattere

degli italiani, a cui il regimesi dedicò con grande deter-minazione. Il timore per una“botta di cultura” difficileda digerire venne blanditacon attenzione. Nel caldeg-giare l’iniziativa si rassicura-va che i gitanti non sarebbe-ro stati sommersi da “pesan-ti paludamenti di goffa eru-dizione” e neppure “imbot-ti[ti] di norme pedagogi-che”. L’iniziativa venne precedutada una tambureggiante pro-paganda che attribuì l’idea-zione dell’iniziativa aMussolini anziché aCostanzo Ciano, Ministrodelle comunicazioni. I “trenipopolari” riscossero “unsuccesso magnifico, superio-re ad ogni aspettativa” e leautorità senesi non si lascia-rono sfuggire l’occasioneper aumentare le presenzeturistiche nella loro città.Anche la Federazione fasci-sta senese si impegnò a fon-do in tal senso. Il 1° agosto1931, il Commissariodell’Azienda Autonoma diCura e Soggiorno CarloMocenni, d’accordo con ilsegretario federale del parti-to, il podestà e il prefetto,chiese al Ministero delleComunicazioni di organizza-re uno o più treni popolaridiretti a Siena in occasionedel Palio di agosto. IlMinistero approvò la richie-sta e predispose la partenzadi due convogli, uno daFirenze e uno Roma. Si rac-comandò ai commerciantidi attrezzarsi “come megliopossono in vista della ecce-zionale circostanza tenendopresente, naturalmente ilproprio legittimo [ma] noneccessivo interesse”. Vennedeciso di distribuire “a cia-scun viaggiatore una piccolaguida [della città] preparatadall’Azienda di Soggiornoper la circostanza”. Alla por-ta S. Lorenzo fu istituito unufficio provvisorio ove iviaggiatori potevano acqui-stare i biglietti per i pasti,per assistere al Palio, per la

rappresentazione dell’operaBoheme e per gli autobusche, dalla stazione, con 60centesimi, trasportavano ilviaggiatore in piazzaUmberto I “ove alcuni inse-gnanti delle nostre scuolecomunali” si misero “adisposizione degli ospiti perfar loro da ‘ciceroni’”. Ai viaggiatori venne offertala possibilità di consumare ipasti a prezzi contenuti indue mense appositamenteallestite e di assistere alPalio recandosi in un’areadelimitata della piazza.Nella serata una compagnialirica itinerante rappresentòla Boheme. L’iniziativa fucoronata dal successo. I duetreni ripartirono dalla stazio-ne di Siena intorno alle 1 dinotte. La RivoluzioneFascista con il consuetotrionfalismo espresse la suasoddisfazione per la “consi-derevole falange di visitato-ri” giunta a Siena sui vagonidelle Ferrovie dello stato,rivendicò lo “speciale inte-ressamento dellaFederazione Fascista”,l’”organizzazione perfetta” el’ottimo funzionamento delservizio di approvvigiona-mento ma ammise lo scarsosuccesso dei punti di ristoro.I gitanti, per ridurre al mas-simo la spesa, si erano evi-dentemente nutriti conpanini portati da casa. Lagita non era così a buonmercato com’era statadipinta.Passata l’euforia dei primimesi le presenze sui trenipopolari si ridussero sui cen-tomila partecipanti l’anno el’offerta di treni popolari fuparzialmente ridimensiona-ta. Il Ministero preferì infat-ti accordare riduzioni suitreni ordinari piuttosto cheallestire appositi convogli.Ciò non toglie che il regimefosse comunque riuscito adiffondere l’abitudine dellagita, magari ridotta allepoche ore di un giorno festi-vo, tra un numero crescentedi italiani. Il disegno, ovvia-Piazza del Campo gremita di spettatori durante il Corteo storico di un Palio

dei primi anni Trenta

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CULTURA

mente, rispondeva a unodelle più basilari necessitàdello stato fascista: organiz-zare, ispirare e controllare lavita degli uomini sia al livel-lo di gruppi sociali che indi-viduale creando così “unvincolo profondo” tra massee regime. Un vincolo cheavrebbe dovuto cementareil Paese, rendendolo prontoa eseguire le direttiveimpartite dal governo.Ovviamente una porzioneconsistente di coloro cheapprofittò dell’opportunitàofferta dai “treni popolari”colse nell’iniziativa soloun’occasione di divertimen-to e di evasione dalla vitaquotidiana. Educare le masse significavaanche fornire alcuni punti diriferimento. Così, tra le festepopolari che stavano rina-scendo in tutto il Paese, ilPalio di Siena - la più antica,la più vera - venne posta inuna posizione di privilegio.Con i treni popolari, il film“Palio” di Blasetti, alcuneradiocronache della corsa,servizi sulle Carriere sui cine-giornali Luce il regime ‘lan-ciò’ il Palio quale grandeevento turistico. Nell’agosto1937, “La Nazione” com-mentando il Palio vinto dal-la Civetta scrisse che “se sidicesse che Siena ha triplica-to oggi la sua popolazione,non esagereremo. Tutti i tre-ni di ieri e di oggi hannoscaricato gente in quantitàenorme. Se poi si considera-no gli autobus colossali emigliaia di automobili il cal-colo rimarrebbe difficile”.Un entusiasmo forse esage-rato, probabilmente dettatodalle esigenze della propa-ganda, ma almeno in partegiustificato.Puntare sul turismo, comevolano per lo sviluppo dellacittà, non era certo un’ideanuova. Già prima dellaGrande guerra Carlo AlbertoCambi Gado, nella sua dop-pia, strategica, funzione diRettore del Magistrato delleContrade e di presidente delComitato senesedell’Associazione nazionaleper il Movimento dei fore-stieri si era battuto con ener-gia per aumentare il richia-mo turistico della festa.Fabio Bargagli Petrucci ave-

va dedicato all’argomentoun importante scritto. Maquest’azione, potendo con-tare solo sulle forze delleorganizzazioni di volontaria-to non poteva andare moltolontano. Nei primi anniVenti emerse chiaramente ilproblema della mancanza dirisorse economiche - maanche di idee chiare - perincrementare il turismo aSiena. Stava infatti volgendoal termine l’epoca del turi-smo d’élite e bisognavaquindi puntare su un turi-smo meno colto ma enor-memente più vasto. E perfar ciò occorreva il supportodella potenza finanziariadello Stato. Sviluppare il segmento delturismo medio e piccoloborghese aveva un costo, eanche delle necessità. LaRivoluzione Fascista avanzòuna serie di proposte peraumentare la spettacolaritàdel Palio, alcune delle qualidavvero strampalate, tipoquella di raddoppiare “ilnumero degli uomini checompongono ogni compar-sa”, e per far assumere unaveste più consona ad unamanifestazione da propa-gandare anche all’estero. Ilperiodico iniziò quindi acontestare la presenza di

figuranti ubriachi “che cam-minano per la pista come unbranco di pecore”, di alfieripoco allenati a cui cadono lebandiere, di “altri infine chedalla pista conversano alle-gramente con qualche spet-tatore”. La tombola pubbli-ca che seguiva da sempre laconclusione del Palio venneadditata come un esempiodi “cafonismo paesano” cheera il caso di cancellare. Nel1934 intervenne nel dibatti-to anche Paolo Cesarini.“L’aumentare degli spetta-tori è stato il movente cheha obbligato il Palio a rinno-varsi, ad arricchirsi, adavviarsi veramente allacompletezza di uno spetta-colo di tale importanza. Ilproblema turistico si èimposto ed anche i più cam-panilisti hanno dovuto com-prendere l’importanza mas-sima che il Palio ha per lanostra città. Non si tratta difare dei Palii ammaestratiper i forestieri, non si trattadi ammazzare la generosapassione contradaiola, no;[...] si tratta di soltanto dicurare certi particolari, diarricchire alcune parti dellospettacolo, di dare un carat-tere più signorile a tutta lafesta e tutto questo senza

falsare lo spirito contradaio-lo o comunque sacrificare icittadini. I senesi hannocompreso che senza com-promettere la sincerità el’entusiasmo popolare, ilPalio deve funzionare comeun gigantesco richiamo perfare affluire a Siena unnumero sempre più alto divisitatori in maniera dapoter dare uno sviluppomaggiore alla città”.Nell’agosto 1935, in viasperimentale, furono inseri-te alcune modifiche propo-ste da un’appositaCommissione del Comune,la più importante delle qua-li era costituita dall’aggiuntadi un centinaio di figurantiin massa promiscua - “desti-nati a rappresentare unamassa di popolo partecipan-te alla festa” - vestiti convecchi costumi che seguiva-no il carro trionfale. Peraumentare la sonorità duegruppi di trombettieri furo-no collocati sui palazzi d’Elcie Sansedoni, per alternarsicon la fanfara del corteo.Alcune di queste novità nonriscossero un grande con-senso. La Commissionedecise comunque di mante-nere il ‘popolo’, suddividen-dolo però tra le otto princi-pali corporazioni e diaumentare il gruppo degliarmigeri di scorta al carrotrionfale, portandolo a tren-ta, inserendo anche la figuradel comandante e due tam-burini. Così facendo dal1936 il numero complessivodei figuranti del corteo rag-giunse le cinquecento unità.Nel 1937 la Commissioneintrodusse a titolo provviso-rio alcune modifiche desti-nate ad aumentare lacadenza con la quale ilCorteo sfilava sulla pista dipiazza del Campo. Vennecosì introdotto un tempomassimo per la durata dellesbandierate. Il tempo delladimensione casalinga delPalio risultava sconfitta dallanecessità di assicurare unfluire armonico al Corteo eprobabilmente da quellanon confessata di garantiretempi certi per le partenzedei treni e dei turisti giuntiin automobile. I tempi sta-vano cambiando.

Manifesto pubblicitario nazionale per il Palio

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Donare per donareGruppo Donatori di Sangue delle Contrade

GRUPPO DONATORI DI SANGUE

Il Gruppo Donatori di Sangue delleContrade ha una storia ormai piùche venticinquennale; nato da un’i-dea della prof.ssa Anna MariaBefani, responsabile per molti anni

del Centro Emotrasfusionale e capitanadel Valdimontone, si estese da questaContrada alle altre sedici e si sviluppò,sotto la guida di Fulvio Sodi e con l’affet-tuosa collaborazione del dott. GiuseppeFanetti, nel corso degli anni sino ad assu-mere l’attuale stato giuridico; oggi iDonatori delle Contrade rappresentanouna splendida realtà e permettono con illoro impegno costante una copertura, cheintegrata con le altre Associazioni, garan-tisce un importante contributo al fabbiso-gno del nostro Ospedale. L’età media deidonatori tende, in questi ultimi anni, adabbassarsi con un ritrovato spirito di soli-darietà fra i giovani di tutte le Contradeed il costante impegno dei singoliResponsabili; il nostro desiderio sarebbequello di coprire interamente il fabbiso-gno senese di sangue ed è per questo cheè nata l’iniziativa “Progetto Siena” donareil sangue per donare due volte: aiutandochi ha bisogno di trasfusioni e al contem-po, utilizzando i contributi regionali, aiu-tare un’Istituzione cittadina a migliorare i

proprio servizi per altri cittadini senesi.Nasce con questo spirito il “ProgettoCampansi”, che è stato presentato il gior-no 01.06.2007 nella Sala delle Lupe, allapresenza di Autorità cittadine e Dirigenzedi Contrada.Nella sua introduzione il relatore prof.Paolo Rossi ha tratteggiato la storiadell’Istituto, che sin dal 1811 si occupadei più deboli e dei più bisognosi, inizial-mente come Istituto di Mendicità, e suc-cessivamente come ricovero e centro dicura per anziani e disabili, sino ad assu-mere l’attuale struttura.Il Rettore del Magistrato delle Contrade,dott. Roberto Martinelli, ha sottolineatoin un appassionato intervento il legame disolidarietà che nasce e si sviluppa all’in-terno delle Contrade, una solidarietàsilenziosa e discreta che non ama la trop-pa pubblicità.Il Magnifico Rettore dell’Università diSiena, prof. Silvano Focardi, ha ripreso nelsuo intervento il concetto di solidarietàcontradaiola che ebbe la sua più impor-tante espressione nelle Società di MutuoSoccorso e che oggi in forma diversa rivi-ve in queste iniziative.Più strettamente tecnico l’intervento delladott.ssa Buti, Direttore Generale

dell’Azienda di Servizi al Pubblico di cuil’Istituto Campansi è una parte importan-te; da Lei un ringraziamento ai Donatoriper il supporto finanziario all’ammoder-namento dei letti di degenza per non

autosufficienti, finalizzatoall’acquisto di letti tecniciantidecubito ed automatiz-zati.Le conclusioni del Presidentedel Gruppo Mauro Fantozzi,hanno reso più chiare lefinalità dell’Associazione el’obiettivo di rendere lanostra Azienda Ospedalieraautonoma per le necessitàtrasfusionali.Un momento di solidarietà edi vita contradaiola che hacaratterizzato questo pome-riggio nella speranza di uncrescente impegno da partedi tutti i senesi e di un mag-giore sostegno ad un’iniziati-va portata avanti da senesiper i senesi.

Foto di gruppo dei coordinatori dei Gruppi Donatori di Sangue delle Contrade, in occasione di un incontro presso i locali dellaSoc. Castelmontorio, 3 Settembre 1991

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TEMPI MODERNI

Spia di eccessiva pubblicità?!Fabio Fineschi

Èl’annoso dilemma senese adominare come sempre.Sospesa fra l’irresistibile deside-rio narcisistico di “riflettere” lapropria bellezza attraverso occhi

altrui, e il più trito, forse, ma concretodubbio, che la visibilità estrema possanuocere, soprattutto alla festa. Siena divi-sa fra i fautori positivisti delle “umane sor-ti e progressive...” e i più critici tradizio-nalisti. A separarli stavolta c’è addiritturaun agente speciale. Il fascinoso 007 sbar-cherà in Piazza del Campo nel 2008. Aspedirlo sin qui una giovane americanainnamoratasi della nostra città. Il fatto chesi tratti della figlia di uno dei più facolto-si produttori hollywoodiani ha fatto ilresto. O per lo meno ha dato il la ad unatrattativa che ha visto Magistrato,Consorzio e Comune elencare regole elimiti da rispettare. Il cammeo senese pre-vede un inseguimento sui tetti cittadini,un duello sotterraneo nei bottini, per l’oc-casione ricostruiti al computer e dunquenon minacciati dalle riprese. Dopo le ine-dite e avvincenti immagini dell’apprezzato“Piazza delle cinque lune” è più che com-prensibile la tentazione di riconsegnare itesori senesi a mani che sappiano esplo-rarli. Con Martinelli qualche fotogrammasi rivelò una scoperta sorprendente, sta-volta si potrebbe andare oltre. Difficileipotizzare che l’interesse esterno potessearrestarsi qui. Chi giunge a Siena per effet-

tuare riprese difficil-mente prescinde dalPalio. Naturalmente èquesto l’argomentoche divide in manieravivace “progressisti” e“ t r a d i z i o n a l i s t i ” .Questi ultimi tentatidal pronunciare ilconsueto: “l’avevodetto io...” quandoalle pagine del Timessullo 007 “senese”hanno fatto seguitoancor più vivaci attac-chi animalisti. Parerediverso per quantisostengono che i feno-meni in oggetto sianoormai cronici, e unafedele gestione del-l’immagine possarisultare semmai undeterrente. Di questoavviso anche l’ammi-nistrazione. La corsache apparirà nella pel-licola è quella dello scorso agosto. In cam-po quattordici telecamere, a garantirenuovi punti di vista. Esperimento di per séavvincente, e garantito da alcune norme.Sarà il service a scegliere le immagini ido-nee, che si inseriranno nel contesto delfilm in forma del tutto documentaristica.

L’agente speciale sarà semplice spettatoree in alcun modo interferirà con al corsa econ il suo esito. Un ruolo del tutto ester-no, che pone al riparo da “celentaniani”burberi e da esiti fumettistici e distorti.Del resto già “Piazza delle cinque lune”aveva rappresentato un notevole cambiodi prospettiva. La corsa in quel casodiventava metafora, attraverso la qualeinterpretare la vita, e nel caso specifico larisoluzione di un mistero. Una chiave sim-bolica, semplice, ma raffinata e in ognicaso rispettosa della tradizione, e risuo-nante con le corde e i metodi di un cine-ma europeo, italiano. Passare l’oceanosignifica consegnare la Festa a ben altreabitudini artistiche. Diverso l’orizzonteculturale, così come diversi sono i mezziin campo. Dal punto di vista tecnico sipreannuncia un prodotto di grande livel-lo. Meno poesia, questo mettiamolo purein conto. Ma a volte chi accampa mode-ste pretese interpretative fa anche il servi-zio più apprezzabile. Tanto da mettered’accordo le due anime senesi, quella piùentusiastica e quella tradizionalista.

L’attore Daniel Craig, protagonista del prossimo film di James Bond in parteambientato a Siena, ospite a palazzo d’Elci durante l’ultimo Palio dell’Assunta.

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ORIZZONTALI1. Cruciale per le sorti del Palio 6. Ennio Maggiorente 12. Saltano con i fiocchi 18. Serve al fantino per guidare 19. Gruppo del-la nostra contrada 20. Contrada 22. Rapido avvicinamento con intenti bellicosi 23. Numero speciale 24. Le volte che Aceto mon-tò nel Nicchio 25. A lui si deve il punto di efficienza 26. Prende all’abbassamento del canape 29. Si fanno negli stadi, non sui palchi30. Precede Figaro 31. Famoso... 32. Vinse nella Selva nel ‘70 34. Benedetta Sestini 36. Consonanti del cognome di Spirito 37.Cavallo indesiderato 40. I 550 di Cicerone 41. Palio 43. Cuore di rima 44. La squadra del Capitano 47. Paura vocalizzata 48.Contrada soppressa 51. Cintano Siena in latino 53. In assemblea parla prima del Priore 56. Insieme al ma cambia il Palio 57. Exbiondo 58. Alleata 59. Ero lì... di Lorenzo Anselmi 61. Ne sono ricchi gli oratori 63. Sapore del caffè 65. Del Montone e deiCarabinieri 67. Sillaba che inizia il Te Deum 68. Così si definiva Aceto 69. Ira senza fine 71. Spronano 73. Il regista di CandidCamera 74. Così si definiscono alcuni locali 75. Giuseppe, Dino 77. Gemellata con la Tartuca 78. Saluto a Maria 79. L’Artù odi-ato 80. A Siena lo si dice di una brenna 82. Montonaiolo anconetano 83. Per capitani e priori è un limite 84. Ci vinse il Palio ilMontone 86. Storico proprietario di Folco 87. Esordì in Tartuca 88. Conta il terzo 90. L’assassino Vittorio 92. Si paga sul... 93.Le alimentano la presentazione del Palio 94. Animale post-cena 96. Lo è l’Istrice 98. Fa pendant con Finanziaria 99. La stagionepaliesca 100. Marco Valentini 101. Baio oscuro... per tutti

VERTICALI1. È buono al canape 2. Grigio degli anni ‘80 3. Storica alleanza 4. Le alleate del Nicchio 5. Il cavallo Invincibile 7. Babbo delMago dei Maghi 8. Noto a tutti come Giorgio Macrì 9. Ci sono quelli di Contrada 10. C’è quello piazza e palchi 11. Instancabilechef 12. Il nostro storico archivista 13. Luciano Lorenzetti 14. Uno straordinario pittore 15. Dipinse il Palio vinto dalla Torre nel‘61 16. Nel Palio contano molto 17. Ce l’ha Pitheos 21. Sfiga 22. Ingannatore 26. Dei cavalli e degli astuti 27. Lo era Quebel28. Articolo spagnolo 33. Società del Bruco 34. Mangiare erba 35. Si avverte quando c’è la musica 36. Lo fa il nostro colpo 38.Uno dei Mini 39. È anche nella Basilica dei Servi 42. Fantino a noi caro 45. Custodisce i palii 46. Lo è il Cencioni 49. Simboleggiala potenza 50. Ci purgò nel 1984 52. Scorrazza per Società 53. Con chi si muove quello maggiore 54. Anna Nucci 55. Si aspet-tano il 13 60. Partiti al canape 62. Non manca nel Montone 64. Vinaio 66. È famosa la sua Arca 68. Volere nuovamente 70.Qualche Palio ce l’ha dietro 72. Tra noi 2 il colpevole 76. Decisiva nel palio 79. Capitano figlio d’arte 80. Vinse nella Selva 81.Geniale ma senza testa 84. Irriverente associazione 85. In sorte alla Lupa 86. Il nostro Onorando 87. Lì è d’obbligo il servizio 89.... sto al contrario 90. Arnoldo attore 91. Una RAI che trasmette il Palio 92. Le prime 3 al canape 93. L’inizio del motto dellaChiocciola 95. La metà di otto 96. Spesso nelle lettere ufficiali 97. Accentato nega 98. Metà della metà

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I LUOGHI E LA MENTE

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CONTRADA

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Polvere di notizie

AnagrafeMontonaiola

Sono natiPaola Panico

Tommaso RubechiniMatilde Capannoli

Andrea BurroniEmma Cresti

Vittoria Charlotte NotaroBernardo Brogi

Maddalena Zamponi

Ci hanno lasciatoBruno BernardiMario MannucciGiancarlo Franci

Periodico Trimestrale dellaCONTRADA DI VALDIMONTONEAnno XIV - n. 4 Dicembre 2007 Autorizz. delTrib. di Siena n. 579 del 5/04/1993Spedizione in A.P. Comma 20/CLegge 662/96 Filiale di Siena.

Direttore responsabile: Fabio Fineschi

Redazione giornalino: Raffaele Semplici e SimoneStanghellini (coordinamento), Michele Santillo,Mauro Agnesoni, Tiziana Barbetti, Matteo Cardinali,Aldo Giannetti, Mauro Gorelli, Vittorio Lachi,Alessandro Pandolfi, Caterina Pavolini, RobertoPetrolito, Massimo Rossi, Davide Rustioni, NicolaSodi.

Collaborazioni: Addetti al Protettorato, ManuelaAmmannati, Alessandro Bernini, Ermada Bianciardi,Veronica Bonelli, Anna Carli, Giacomo Carli, LucianoCucé, Renzo Fusi, Simone Gennai, Francesca Indrizzi,Gian Franco Indrizzi, Alessandro Monciatti, VittorioMontemaggi, Francesca Mugnaini, Padre O.S.M.Paolo Orlandini, Beniamino e Tommaso Orsini,Simonetta Petreni, Elisa Quercini, Claudio Regoli,Alessandro Regoli, Graziella Rossi, Cristiano Vecoli,Caterina Viligiardi.

Immagini: Mauro Agnesoni, Annalisa Cannoni,Fabio Manieri, Archivio Contrada di Valdimontone,Archivio Gruppo Donatori di Sangue, Irene Turchi.

Impaginazione: Master Digital.

Stampa: Industria Grafica Pistolesi.

ono passate solo poche oreda quando il portone dellaSantissima si è chiuso allespalle del corteo che mesta-mente si è avviato ad accom-pagnare Mario nel suo ultimo

viaggio, ma per sempre riecheggerannonella mia mente le bellissime frasi concui l’Onorando Priore ne ha ricordato lafigura. Sarebbe stato difficile tratteg-giarne un ritratto più fedele. Anna Carliè riuscita a mettere in risalto tante dellequalità che Mario possedeva: quelle delfiglio, fratello, marito, padre e nonnoamorevole; quelle dell’uomo serio, one-sto, pacato; quelle del Contradaiolo,con la “C” maiuscola, sempre disponibi-le, comprensivo, collaborativo, ed anco-ra quelle del Dirigente, capace di crearemomenti di aggregazione e di coinvol-gere, in particolare i giovani, di rappre-sentare degnamente la Contrada, chetanto amava, al di fuori dei suoi confini,prima nel ruolo di Pro Vicario e poi nel-le vesti di Presidente del GruppoDonatori di sangue “Bruno Borghi”.Insieme abbiamo vissuto momenti indi-menticabili, primo fra tutti la vittoriadell’86, quando entrambi c’eravamovestiti nel “Popolo” di quella che fudefinita “la Comparsa vecchia”, maanche condiviso delusioni, amarezze,dolori.Chi non ricorda poi Mario al suo primoincarico come componente di Seggio,quando nel 1988 fu nominatoEconomo, insieme all’inseparabile ami-co Giovanni? Instancabile lavoratore,preferiva l’azione alle parole ed erariuscito, con la sua affabilità ed i suoimodi gentili, ma al tempo stesso deter-minati, a meritarsi il rispetto di tantiragazzi, che, oggi uomini fatti, non han-no mai smesso, pur con il passare deglianni, di provare per lui sincero affetto.Nutriva una predilezione particolare pergli alfieri e i tamburini, dei quali segui-va sempre attentamente le prestazioni;ne condivideva visibilmente le ansie,prima di ogni sbandierata ai Servi, pri-ma di ogni entrata in Piazza, durante

tutto il corteo storico. Anche quandonon era più Economo, il suo primo pen-siero, dopo ogni carriera, era per laComparsa, preoccupato se alla corsaseguivano momenti di concitazione chepotevano mettere a repentaglio l’inco-lumità dei “ragazzi” ed il decoro deinostri simboli. Uno dei suoi grandi cruc-ci era di non essere riusciti a conquista-re negli ultimi anni un altro Masgalano,ma si era entusiasmato quando l’annoscorso i nostri “cittini” erano riusciti avincere il premio nella competizioneriservata ai piccoli.Quando nel 2005 mio figlio stava perentrare per la prima volta in Piazza e miaccingevo a salutarlo alle scale dei Servi,mi vidi sfrecciare improvvisamentedavanti Mario che, dopo aver strettoforte a sé Tommaso, si girò verso di mee sorridendo (come faceva notare sta-mattina il Priore) “prima con gli occhiche con la bocca” e mi disse: “Scusa,Gian Franco, ma sai, io il figlio maschionon ce l’ho e allora lui è come se fosseun po’ il mi’ figliolo”.Come potevo non volergli lo stessobene che si nutre per un fratello?Mi aveva dimostrato con i fatti cosavoleva dire l’amicizia, quella vera; l’hovisto soffrire silenziosamente quandoGiancarlo Santi cominciò ad accusare iprimi sintomi del male che ce lo avreb-be portato via. Ne condivise le sofferen-ze, standogli accanto il più possibile,con dedizione, spirito di servizio e conlo stesso amore per il prossimo che tra-spariva dalle sue parole ogni volta cheparlava della donazione del sangue, delmidollo e degli organi, quando, insom-ma, invitava a donare una parte di noistessi a chi ha bisogno.C’era qualcosa di intangibile ed indefi-nibile che ci legava, un qualcosa che iltempo non potrà distruggere, come nonpotrà cancellare il suo ricordo.Addio Mario, caro amico fraterno.

Gian Franco Indrizzi

Addio Mario, caro amico fraterno

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Revisori dei Conti Sono stati nominati in Assemblea Generale i Revisori dei Conti perl’esercizio 2007: Stefano Cianferotti, Francesco Ghelardi, MarcelloNucci.

Commissioni di LavoroIn Assemblea Generale sono state nominate le seguenti commissionidi lavoro:CCoommmmiissssiioonnee ppeerr iill BBaanncchheettttoo AAnnnnuuaallee 22000077:: Emanuela Baldani,Daniele Barbetti, Roberta Nepi, Lucio Viligiardi, Graziella Rossi,Simonetta Petreni, Riccardo Pieri, Silvia Borghi.

CCoommmmiissssiioonnee eelleettttoorraallee ppeerr iill rriinnnnoovvoo ddeell SSeeggggiioo ddeellllaa CCoonnttrraaddaabbiieennnniioo 22000088//22000099:: Luca Belardi, Matteo Bracalente, StefanoCiampoli, Davide Rustioni, Paolo Zotto.

CCoommmmiissssiioonnee eelleettttoorraallee ppeerr iill rriinnnnoovvoo ddeell CCoonnssiigglliioo ddeellllaa SSoocciieettààCCaasstteellmmoonnttoorriioo bbiieennnniioo 22000088//22000099:: Marcello Baglioni, Silvia Borghi,Grazia Burroni, Giacomo Carli, Alessio Cencioni.

Ciao Presidente

Ci siamo incontrati per spedire gli auguri di Natale: il tuo stori-co vice-Presidente indaffaratissimo ma sempre disponibile ecompetente Gianluca, la tua timidissima ma efficiente collabo-ratrice Marta, il tuo infaticabile e veterano consigliere Moreno,il tuo introvabile ma preciso cassiere Jacopo e la tua ormai

arteriosclerotica ma entusiasta segretaria Veronica. Questo era ciò chepensavi di ognuno di noi e non ti stancavi mai di ringraziarci per quelloche facevamo. E noi cosa pensavamo del nostro Presidente? Non haimai considerato il tuo ruolo come una carica di rappresentanza, hai sem-pre lavorato in prima linea e ci hai coordinato in modo impeccabile conle tue immancabili e discrete telefonate.Eravamo diventati un gruppo affiatatissimo, orgogliosi delle nostre pic-cole innovazioni, dei nostri successi, che hanno coinvolto anche quei gio-vani a cui tu tenevi tanto. Ma eravamo sempre pronti a fare meglio, adare il massimo!!!! Ed ora? Continueremo a lavorare, perchè era quelloche avresti voluto, ma non ti arrabbiare se, senza la tua guida, ci dimen-ticheremo qualcosa, se sbaglieremo!! Sappi che lo faremo sempre, comeci hai insegnato, con entusiasmo e senza la voglia di apparire!!!Mario, ci mancherai tantissimo!!!

Gianluca, Jacopo, Marta, Moreno, Veronica

Ragazzi, due anni sono passati in un batter d’occhio ed adessosono qui a tirar le somme. Sono stati ventiquattro mesi che cihanno visto impegnati con una scadenze incalzanti una dietrol’altra e pertanto quasi mi chiedo se le ormai consuete quat-tro uscite debbano essere ridotte a tre, per avere più stimoli e

poter offrire ai Montonaioli un prodotto più atteso e meno di routine.Non è una critica, ma una constatazione che faccia riflettere la prossimaRedazione.Che dire l’Onorando Priore: non ci ha fatto mai mancare la Sua indi-spensabile e sempre gradita supervisione; Michele e Simone: due pila-stri; Tiziana e Caterina: due “bombe alla nitroglicerina”... di idee;Mauro, una sicurezza nel trovare la foto giusta per tutte le occasioni; glialtri membri: tutti utili, bravi, sagaci e presenti; di me, tutto fuorchécoordinatore, forse moderatore, di chi, in buona fede, talvolta per esu-beranza, usciva dai canoni, non se la prenda anche io ero in buona fede.Una “pubblicazione” di Contrada è pur sempre di pubblico dominio(anche il nome lo dice) e quindi quello che scriviamo è giustamente, let-to e giudicato anche dagli altri: non è una circolare ad uso interno!Adesso, per finire, gli auguri per la Redazione che verrà: SEMPER ADMAIORA

EditorialeRaffaele Semplici

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Siamo alla fine del biennio divalidità del seggio, ma soprat-tutto siamo alla fine di un annointenso di vicende paliesche, diinterventi di arricchimento del

patrimonio, di rilettura di vari aspetti del-la vita contradaiola che hanno dato anco-ra una volta il segno di quanto siano for-ti il senso dell’appartenenza, della parte-cipazione e il coinvolgimento emotivoche l’accompagna.

Un altro anno nel quale l’ansia della vit-toria non ha trovato riscontro nella realtàed ha acuito ulteriormente la centralitàdella vicenda paliesca, rischiando dideformarne il corretto peso nel merito enei tempi della vita di contrada.

L’impegno di tutti deve rimanere perchéla serenità e la pacatezza guidino ognicomportamento, a partire dal linguaggio,senza per questo rinunciare all’incisività ealla chiarezza nel manifestare le idee enell’argomentarle.

Proprio per palesarne le argomentazioni atutti i montonaioli voglio toccare unodegli aspetti che più ha vivacizzato nel-l’ultimo mese le serate in Società: “Perchénon abbiamo presentato memorie difen-sive alla Giunta rispetto alle proposte disanzioni dell’Assessore delegato alla giu-stizia paliesca?”

Due sono state le considerazioni determi-nanti. La prima: i fatti che ci sono staticontestati sono accaduti e sono emersicon correttezza dalla relazione deiDeputati della Festa. La seconda: è veroche per l’abbandono della passeggiatastorica da parte del fantino l’Assessorenon ha proposto alcuna sanzione perquest’ultimo, ma la Contrada da partesua, accompagnandolo all’entrone, ne hapurtroppo avallato il comportamento,ritenendolo motivato dal suo disagio, maomettendo di chiedere l’autorizzazioneall’Autorità Comunale tramite i Deputatidella Festa o altro soggetto istituzional-mente preposto.

Il mancato rispetto di questa procedura,accettata ormai da tutti per consuetudine,anche quando nel tempo è stata applica-

In qualcuno può essere rimasto il dubbioche presentare le discolpe poteva costrin-gere comunque in futuro l’Assessore dele-gato a meglio motivare la deplorazioneproposta per la Contrada, chiamata aduna responsabilità oggettiva per compor-tamenti del fantino non contestati a que-st’ultimo. A questo proposito non devesfuggire che durante il corteo storico, ilFantino non è un soggetto autonomo, maè uno dei componenti di quell’ “unicum “che è la Comparsa.

Rimarrà comunque fondamentale prose-guire con il Magistrato delle Contrade nelpercorso intrapreso di richiesta di provve-dimenti sempre meglio motivati ed argo-mentati in base ai contenuti delRegolamento ed alla raccolta delle deli-bere di Giunta concernenti l’applicazionedelle sanzioni.

E così anche io ho finito per parlare diPalio, ma questo mandato non può con-cludersi trascurando che il biennio tra-scorso ci ha visto vivere insieme momen-ti di grande emotività, di spensieratezza edi gioia dello stare insieme. In collabora-zione con la Società abbiamo visto cresce-re e, di fatto, completare i lavori per ilnuovo magazzino con la sistemazioneesterna di spazi che ci renderà ancora piùpiacevole la vita sociale durante tuttol’anno e nei giorni del Palio. I bambini ei ragazzi hanno vissuto momenti, ancheesterni, di gratificazione e hanno resa laContrada orgogliosa di loro.

Le donne con la loro entusiasta disponibi-lità hanno rappresentato come sempreuna risorsa fondamentale.

Grazie per tutto questo, grazie al Vicario eai Pro-vicari, a tutto il Seggio, alleCommissioni, alla Presidente e alConsiglio di Società, al Gruppo dei dona-tori di sangue ed al suo Presidente MarioMannucci, che purtroppo proprio in que-sti giorni ci ha prematuramente lasciato.Ricordiamoci tutti della responsabilità checi viene affidata e dell’onore riservato conla nascita in questa Città e con ilBattesimo contradaiolo. Viviamoli uniti econ serenità.Buone Feste e Buon Anno a tutti!

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CONTRADA

Uniti e sereni verso il 2008Anna Carli - Priore

ta a situazioni non esplicitamente previstedal Regolamento, ha evidenziato unasituazione di debolezza sostanziale e for-male di eventuali nostre discolpe.

Nel Seggio che ha discusso in modo aper-to vagliando i pro e i contro delle alter-native possibili, si sono affermate da unaparte la scelta di non opporsi alla propo-sta di sanzione che si presentava in lineacon sentenze del passato, e dall’altra conla scelta di coinvolgere la Contrada secon-do un percorso già seguito in anni prece-denti.

“L’impegno di tutti deve rimanereperchè la serenità e la pacatezzaguidino ogni comportamento

a partire dal linguaggio,senza per questo rinunciare all’incisività e alla chiarezza

nel manifestare le idee e nell’argomentarle”.

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PALIO

Èfinito un anno pieno di emozioni intense, unanno molto significativo per la nostra contra-da: è stato un anno pieno di eventi in cui ilMontone ha dimostrato ancora una volta diessere una grande contrada e di saper recitare

un ruolo da protagonisti.

Un anno in cui ancora una volta abbiamo cercato concaparbietà di realizzare quanto volevamo e, con certez-za, ci ha dato qualcosa in più di quanto avevamo 12mesi fa.

Faccio gli auguri ad una contrada fantastica che mi è sta-ta vicina nei momenti più difficili e che mi ha trasmes-so il suo calore nei momenti più gioiosi, ne abbiamopassate tante, ma ce la siamo cavata egregiamente.

In particolare ai giovani voglio augurare di riuscire sem-pre di più a valorizzare le cose buone che riusciamo afare, che sono molte, consolidando quello spirito equell’orgoglio di appartenenza che devono essere sem-pre di più per noi un fattore distintivo.

Un augurio di cuore voglio farlo al Priore, ho avuto ilpiacere di conoscere ed apprezzare una persona intelli-gente, sensibile e determinata con la quale è stato unpiacere lavorare.Insieme ai suoi collaboratori, abbiamo cercato in ognimomento di dare tutto quanto possibile per la nostracontrada con impegno passione e dedizione. Vi ringra-zio di cuore.

Un augurio al Presidente di Società e a tutto il Consiglio,quello di godersi insieme a tutti noi i frutti dell’impor-tante lavoro realizzato, fra poco inizieremo a vivere deinuovi spazi, speriamo di farlo con momenti di gioia edallegria.

Un augurio al mio staff che mi sopporta e mi sostiene,siamo prima di tutto un gruppo di amici che ha piaceredi stare insieme, un gruppo unito che persegue concoraggio ed impegno la realizzazione del sogno di tuttala contrada.Andiamo avanti... ce la faremo...!

Spero che le Feste Natalizie del 2007 siano per tuttiserene e che il 2008 sia finalmente l’anno del Montone,anche il prossimo anno arriveremo all’estrazione dellecontrade con grinta e ambizione, sperando che la fortu-na ci assista anche questa volta.

Auguri quindi al Priore ed il Seggio, al Presidente ed ilConsiglio di Società, al Gruppo Donatori di Sangue, aigiovani, alle donne, agli anziani, al mio staff, a chi misostiene ed a chi mi critica.

Spero che passiate queste feste in allegria e serenità,AUGURI DI BUON NATALE ED UN FELICE ANNO NUO-VO dal vostro Capitano con affetto.

Auguri ed emozioniClaudio Regoli - Capitano

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SOCIETÀ CASTELMONTORIO

Il mio saluto e augurio sono intrisi d’emozione,commozione e tenerezza. È difficile sintetizzarequattro anni di mandato... Periodo di intenso lavo-ro, nuove amicizie, gioie infinite, momenti d’enor-me dolore per la perdita di persone care, feste esi-

laranti, riunioni, fiumi di parole... sono in scadenza el’emozione è forte.

Ho vissuto il primo biennio con l’attesa e l’apprensionedei novizi, io prima donna Presidente nella storia dellanostra Contrada. Indossare questo ruolo, fino ad oggiprettamente maschile, è stato più facile del previsto,grazie alla conoscenza di persone e meccanismi che hasemplificato la risoluzione d’ogni problema. Ho rispostoall’alterità quotidiana, dando spazio a tutti con affetto,fiducia e razionalità. Indubbiamente questo percorsosarebbe stato impossibile senza l’aiuto dei miei amici-collaboratori: Giampiero, Simone, Duccio e Silvia, per-sone di rare qualità umane.

Il secondo mandato è stato più semplice, emotivamen-te sgombra da paure, con collaboratori e un Consigliogià consolidato che hanno fatto fronte, con abilità emaestria, ad un aumenti importante di presenza quoti-diane. Non nego che spesso ci siamo trovati in difficol-tà, dovendo gestire una mole di lavoro abnorme eindubbiamente senza l’aiuto incondizionato di tutti, nonavremmo portato a termine tutte le iniziative che ave-vamo programmato.

Che ruolo ha la società nel contesto della Contrada? Mipiace pensare che sia il cuore di un corpo umano, unluogo di aggregazione dove giovani e meno giovani tra-scorrono il loro tempo in maniera fattiva, condividendomomenti ludici e scambi di opinione.

È nella Società che la Contrada si forma e vive giornal-mente.

Ora è natale, ma non ne esiste uno solo, sono molti, unodiverso dall’altro. C’è il Natale della tradizione, dellamemoria, dell’attesa e del rimpianto. Ognuno di noi hail suo, ma non scordiamo mai che c’è un albero accesoper tutti noi, dove riunirsi per piangere o ridere rima-nendo se stessi, condividendo affetti veri e dimentican-do le nostre segrete tristezze.

Questo è il valore aggiunto della nostra Contrada.Chiudo queste mie parole augurando a tutti i monto-naioli un gioioso avvenire, uno splendido Santo Natalee un felice Anno Nuovo e passo la penna a chi megliodi me sa fermare emozioni: “Pensate alle gioie presenti,ognuno ne ha molte, non alle disgrazie passate. Tutti nehanno qualcuna. Riempite di nuovo il bicchiere con vol-to radioso e cuore pago. Mi ci gioco la testa che il Vostrosarà un Natale allegro e l’anno nuovo felice” (CharlesDickens)

Un abbraccio

Un saluto e un augurioGraziella Rossi - Presidente

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CONTRADA

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I valori del Natalenella ContradaPadre Paolo Orlandini

La nostra contrada ha perpatrona la Madonna delBuon Consiglio. Da tantotempo il popolo diValdimontone a Lei si

rivolge nei momenti più significa-tivi della sua vita cristiana e con-tradaiola. Nell’immagine che sivenera nell’oratorio della SS.Trinità la Madonna ci guarda e cimostra teneramente Gesù. Noicristiani crediamo che Gesù èDio. La Madonna in quel dipintoci presenta teneramente Dio. Diovisto così fra le sua braccia ispiratenerezza e familiarità. Vediamola tenerezza e familiarità del suosguardo rivolto a noi. Proviamotenerezza e familiarità per quellamadre e quel figlio che si abbrac-ciano. Dio si è voluto far cono-scere proprio in questo modo.Ha voluto avvicinarsi all’umanitàpiccolo, fra braccia materne. ABetlemme i pastori prima e poi iMagi trovarono infatti un bambi-no appena nato con una mangia-toia per culla e intorno a lui glisguardi affettuosi di Maria eGiuseppe. Lo stesso Dio ha volu-to raccomandarci di avere fami-liarità con la Madonna; di sentir-ci davanti a lei come davanti alla

nostra madre. Gesù infatti hachiesto a quelli che credono in luiche Maria fosse accolta da lorocome madre. Ricordando questi momenti delVangelo diventa più facile pensa-re come il nostro dipinto invitianche noi ad avere familiaritàcon la Madonna e con Gesù.In questo periodo del Natalesembra più facile riflettere suquanto è importante vivere in unambiente familiare, in cui ci sivuol bene. Si cerca infatti diriunirci con le persone a noi piùcare. Si pensa a loro e si cerca unregalo che mostri in qualchemodo il nostro affetto, la nostrastima, il nostro legame. Ci aspet-tiamo a nostra volta da loro paro-le e gesti di affetto e familiarità.Non si tratta solo di apparenza odi seguire delle abitudini. Si trat-ta di seguire delle tradizioni, chehanno un fondamento profondo,che ci permettono di riconoscereda dove veniamo, per vivere ilpresente e incamminarci verso ilfuturo.Guardando ancora il nostrodipinto della Madonna del BuonConsiglio possiamo soffermarcianche sugli angeli che portano

l’immagine della Madonna e diGesù. Sappiamo che si tratta delfatto prodigioso attraverso il qua-le l’immagine arrivò dall’Albaniain Italia a Genazzano secoli fa’.Ma possiamo immaginare cheoggi gli angeli presentano a noiquell’immagine e ci ripetono leparole che dissero ai pastori lanotte di Natale “Gloria a Dio epace agli uomini che egli ama”.Gli angeli ci rammentano che sia-mo amati da Dio di un amorevero. Il Dio dei cristiani, cosìcome si è fatto conoscere in GesùCristo, desidera che fra lui e noi efra di noi ci sia familiarità, perdo-no, accoglienza, attenzione vicen-devole. Tutto questo si esprimeanche nella tenerezza e nellafamiliarità di una madre e di suofiglio che si abbracciano e neiloro sguardi che ci accolgono ecoinvolgono nella loro familiari-tà.È festa di famiglia per i cristiani ilNatale. Proprio pensando alNatale possiamo trovare confer-ma di quello che già facciamo eda esso possiamo trarre forza pervivere tutto quello in cui credia-mo. Possiamo ricercare la nostra fami-liarità con Dio. Possiamo confer-marla se già l’abbiamo e magarifarla crescere. Possiamo ritrovarlase l’abbiamo perduta o trascura-ta, come con una persona carache non vediamo e non sentiamoda tempo. Possiamo iniziare ascoprirla se non l’avessimo anco-ra mai sperimentata. Tutto que-

sto ricordando che proprio per-ché ci rivolgiamo alla Madonna cipuò diventare più facile incontra-re Gesù Cristo, il vero Dio.Rivolgerci a Lei può aiutarci asentirci capiti e a capire di piùDio.Possiamo in questo tempo con-fermare o ripensare l’attenzioneper i nostri cari come una cosadavvero importante. In questigiorni potrà capitare a molti didedicare più tempo alle personea cui vogliono bene, con cui sonolegate da stima, amicizia, familia-rità. Questo modo di considerarci constima reciproca, di preoccuparcidel bene degli altri, di cercare diavere rapporti cordiali possiamocontinuare a viverlo anche comepopolo. Ognuno di noi ha deiricordi in cui ha avuto prova distima, attenzione, familiarità nel-l’ambito della vita di contrada.Così come ognuno di noi ricordadi essersi avvicinato agli altri inquesto modo in momento serenio tristi. Ogni Natale può farciripensare a queste cose impor-tanti.Questi modi infatti sono valori.Sono valori che vengono dallanostra cultura, una cultura cheè cristiana nella sua identità,nella sua origine. Questi valorirendono forte un popolo. Glifanno superare unito le difficol-tà piccole e grandi. Gli permet-tono di guardare al futuro consperanza.

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CONTRADA

Una follia vincenteI maestri dei novizi

Quella che all’iniziopoteva sembrareuna follia, si è poirivelata un’intuizio-ne vincente.

L’idea di allestire un tabernacolovivente aleggiava nelle nostrementi già da tempo e la consape-volezza che la realizzazionepotesse essere laboriosa, lunga enon priva di difficoltà non ci spa-ventava.

Restava da decidere il tema daanimare e, siccome come narraun vecchio proverbio “al peggioun c’è mai fine”, ecco qua che inostri neuroni (pochi ma boni)hanno iniziato a fare il loro corso.

Così in un caldo pomeriggio difine agosto in quel del campeg-gio la Pinetina a Marina diCastagneto, una mente diabolicaesclamò: “Ho trovato!!!...potremmo far rivivere gli antichimestieri dei diciassette Rioni”. Rimanemmo attoniti, sbigottiti,realizzare una cosa del genere asoli tredici giorni dalla Festa eraveramente impensabile e forseche era il caso di darsi una ridi-mensionata lo aveva capito

anche la mente diabolica che infretta si riprese: “Forse meglioridar vita alla sola arte dei mer-canti di seta?!?!”Tuttavia dopo qualche momentodi imbarazzo l’entusiasmo perva-se il gruppo e la prima propostafu quella buona.

Radunammo immediatamente iragazzi che, euforici, accettaronodi dedicare un po’ del loro tem-po ad approfondire la conoscen-za dei mestieri delle 17 Contrade.

La sfida era iniziata!!!Il giorno successivo di buon mat-tino e ancora insonnoliti iniziam-mo a pianificare il nostro taber-nacolo. Chi preparava i bozzettidegli abiti, chi stendeva liste dimateriali, arnesi e quant’altrofosse necessario procurarsi; un’i-dea tirava l’altra.

I giorni che seguirono il nostrorientro dal campus furono inten-si, ma tutto sommato meno diffi-cili del previsto soprattutto grazieal coinvolgimento e alla complici-tà dei genitori, impegnati nellarealizzazione meticolosa degliabiti, e alla disponibilità e all’infi-nito assortimento di attrezzi e

accessori di ogni tempo forniticidalla “Boutique del Tarlo” diBenocci, che annovera nel suonegozio pezzi pregiati, roba dafar invidia al più famoso Museodelle Antichità.

Arrivati al gran giorno almeno lasfida contro il tempo sembravavinta. Tutto infatti era pronto e,soddisfatti e fiduciosi nella buonariuscita della festa, confidavamonei nostri piccoli, che non ci

avrebbero sicuramente delusi eavrebbero fatto la loro parte. Eche parte!!! Si, perché questa vol-ta sono riusciti a stregare e stupi-re anche la commissione il cuiverdetto, atteso fino a notte, èstato annunciato da un grido digioia che da cima ai Servi è risuo-nato fino alla biforcazione.Finalmente, per la prima volta, èstato del Montone il Tabernacolopiù bello. E allora onore al meri-to dei nostri “Boni, piccini (ma)...E BRAVI”!

Ancora una volta ci troviamo qui a tirare le somme di unanno passato fra tessere, bollettini e conti...Per prima cosa, siamo molto contenti del successo cheha riscosso fra i Montonaioli la nuova tessera del protet-torato, una novità che speriamo possa rappresentare,

non solo il segno dell’avvenuto pagamento della quota annua, maanche uno stimolo in più di attaccamento alla Contrada.Cogliamo l’occasione per ricordare che, la nostra idea di partenzaera quella di creare “un qualcosa” di nuovo, anzi di rinnovabile neglianni e quindi invitiamo nuovamente tutti i Montonaioli creativi o inpossesso di immagini e idee particolari, di sottoporcele per poterlescegliere, di anno in anno, come sfondo per le tessere degli annifuturi.E’ doveroso, poi, ringraziare l’encomiabile lavoro degli esattori, acominciare dal decano, Adriano, ai più giovani da poco entrati nelgruppo: a loro, è stato dato sicuramente un compito non facile comequello di presentarsi con le nuove tessere nelle case dei contradaio-li non sapendo quale effetto queste avrebbero fatto. Grazie al lorosupporto e alla generosità di tutta la Contrada siamo cresciuti anchequest’anno sia come totale incassato sia come percentuale di riscos-sione.A questo proposito ricordiamo a tutti coloro i quali non avessero

ancora pagato la quota annua di Protettorato di affrettarsi a farlo:siamo vicini alla fine dell’anno e prossimi ad un importante appun-tamento elettorale!!!Come molti già sanno, anche per quest’anno la quota minima èrimasta a t 25,00.A questo punto vogliamo spendere due parole per le persone che cisono state vicine in questo biennio e hanno sostenuto e condiviso ilnostro lavoro, dal Priore ai Vicari, dal Seggio alla SocietàCastelmontorio. Per concludere, lasciateci dire qualcosa sul nostrolavoro: come Uffiziali addetti al Protettorato abbiamo cercato, sem-pre, di migliorarci e di lasciare un segno positivo che facesse cresce-re il Montone cercando di fare meno errori possibili.Auguriamo a tutti Buone Feste a tutti con la speranza che il nuovoanno, finalmente, ci porti la gioia più grande. W IL MONTONE

Un protettorato al passo coi tempiAddetti al Protettorato

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CULTURA

Storia ed evoluzione del Pochi ma BoniAldo Giannetti, Alessandro Monciatti, Michele Santillo

Il primo numero, di quelloche poi diventerà un perio-dico, esce nel giugno 1974per la forte volontà delPriore di allora Silvano

Farnetani. La prima redazione èformata da Carlo Fontani (che neè il responsabile) ex Priore egrande giornalista e scrittorecome testimoniato dalle moltepubblicazioni che ci ha lasciato,Mario Angiolini, profondo cono-scitore della Contrada che haricoperto varie cariche a comin-ciare da quella di Vicario, e ilventenne Alessandro Monciattiche si affacciava per la prima vol-ta a ricoprire incarichi inContrada.La prima testata è contraddistin-ta dal titoli “POCHI MA BUONI”che poi verrà cambiata già fin dalnumero successivo in “POCHIMA BONI” e così rimarrà persempre fino ad oggigiorno.Il primo numero è stampato sucarta rosa, simile a quella di unquotidiano, nel formato34,5x25, è formato da 6 pagineed è contraddistinto dal fatto che

vi sono solo alcuni disegni (senzafoto). Nel foglio di copertina c’èun disegno raffigurante la faccia-ta della Basilica dei Servi; vi sonoarticoli riguardanti la erigendanuova Sede, i costumi del giro, ilProtettorato, la vita in Società, ilricordo di alcuni contradaiolidefunti, alcuni asterischi di vitacontradaiola e l’anagrafe (nati edefunti).

Un numero straordinario del“POCHI MA BUONI”, compostodi un solo foglio, esce appena unmese dopo per celebrare la vitto-ria riportata sul Campo nel luglio

1974. L’articolo principale è inti-tolato “Noi si vince così” ed ini-zia con la battuta “Priore rinno-vato, Priore fortunato”.Vi sono inoltre alcune spigolaturee uno spazio dedicato ai giovani.

Nel gennaio 1975, come si è giàaccennato, esce una nuova edi-zione con il titolo “POCHI MABONI” in un formato ridottorispetto al precedente (32x17) ecomposta di 8 pagine. Anche iltipo di carta è nuovo: infatti vie-ne stampato su carta bianca luci-da.

Il titolo è scritto in nero, in altonella prima pagina, su una ban-da di colore rosa e sullo sfondodel titolo stesso è raffigurata unatesta di Montone stilizzata.

In piccoli rettangoli disposti inbasso nelle pagine o su striscelaterali è inserita la pubblicità (gliinserzionisti sono esclusivamenteMontonaioli). Gli articoli sonoquelli classici che abbraccianotutti i vari aspetti della vita con-tradaiola e, oltre al saluto delPriore, si parla anche della Cenadel Piatto e c’è un disegno cheillustra il plastico di presentazio-ne dei nuovi locali.

Da notare l’originalità del forma-to (alto e stretto) che permette dileggere il giornalino come seavessimo in mano il menu di unristorante.

Nel dicembre 1976 viene ritoc-cato il formato che, come sopraaccennato, aveva dimensioniveramente uniche e particolari;infatti viene presentato un for-

La Nobil Contrada del Bruco organizzeràla mostra “I giornalini di contrada”,

una rassegna che si propone di ripercorrerela storia del giornalino, dagli albori,

composti spesso da fogli singoli, fino agli attualiveri e propri organi di informazione

circa la vita contradaiola, rivolgendo particolareattenzione all’evoluzione tecnica e funzionaleche essi hanno affrontato nel corso degli anni.

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CULTURA

mato 30x20,5 mentre rimaneinvariato tutto il resto. Appaionolo stemma ed il motto, ripresidalla carta intestata dell’epoca.

Nell’Aprile 1978 varia il caratte-re del titolo che è ora formato dalettere di colore rosa su fondobianco e la particolarità sta nelfatto che le lettere sono comeformate da piccole caricature dipupazzetti che assumono varieposizioni proprio per formare lelettere stesse.Si passa da 8 a 16 pagine e com-paiono per la prima volta i dise-gni a colori e alcune foto, mentrerimane invariato il precedenteformato di 30x20,5.

Nel dicembre 1979 esce unnumero speciale in occasionedelle feste di fine anno; trattasi didue fogli (43x30) ripiegabili aformato lettera per permetterneuna più facile spedizione. In unarticolo, dal titolo “Lavori in cor-so”, corredato da un disegno diuna gru in azione, vengono mes-se in risalto le attività effettuate

per portare avanti la costruzionedei locali della nuova sede dellaContrada.

Nell’aprile 1985 viene realizzatoun formato un po’ più grande(32x22), sempre in carta lucida,ritornando a 8 pagine. Cambia dinuovo la testata: il titolo è scrittoun nero su uno sfondo di piccolisegmenti rosa che messi insiemeformano l’immagine dellaBasilica dei Servi con il pratoantistante. Scompare la pubblici-tà e da questo numero in poi nonverrà più inserita.

Nel settembre 1994 viene realiz-zato un numero “speciale” inoccasione del ventennale dellanascita del giornalino. Anchequesto numero è intitolato“POCHI MA BONI”.

Nella copertina compare un dise-gno che raffigura l’abside dellaBasilica del Servi, vista dalle sca-le della Santissima, ed un altro incui si vedono alcuni alfieri chesventolano le bandiere.

In basso, nella prima pagina, c’èla scritta “SCHEGGE 1974-1994”. E’ costituito da 32 pagineed ha un formato di 31,5x21,5.In questo numero straordinariovengono rivissuti gli ultimi ventianni della vita della Contradaattraverso le pagine più significa-tive del giornalino.

Nel dicembre 1994 vengonorivoluzionati formato (34x24,5)e impaginazione: la carta lucidaviene sostituita con carta di colo-re giallo opaco un po’ più grezza.Varia anche l’impostazione del

titolo che viene scritto con letterein stampatello alternando lacolorazione: “POCHI” è scritto innero, “MA” in rosso e “POCHI”in nero; fra il MA e BONI è inse-rito lo stemma del Montone eviene inserito un sottotitolo doveè scritto il motto della Contrada(Sotto il mio colpo la muragliacrolla).Si ritorna alle 16 pagine e com-paiono per la prima volte le fotoa colori e la copertina (sempre acolori) viene prevalentementesfruttata per immagini che raffi-gurano zone caratteristiche del

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CULTURA

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rione, opere che fanno parte delpatrimonio artistico dellaContrada, persone significative,realizzazioni varie, vignette ecaricature.All’interno, oltre alle foto, cisono anche disegni ed un ampiospazio dedicato a schizzi che raf-figurano lo stato di avanzamentodelle varie opere fin qui realizza-te per la costruzione dei localidella nuova Sala delle Vittorie.

Nell’aprile 2000 viene rivisto lostandard del formato (29,7x21)che ritorna un po’ più piccolo delprecedente. Si ritorna alla cartalucida che fa risaltare di più lefoto e i disegni a colori.Il titolo ed il sottotitolo rimango-no uguali a quelli proposti nellaprecedente edizione; sullo sfon-do del titolo, a sinistra, sono raf-figurati la sagoma dell’elmo delDuce e il gioco di tre bandiere.Il nuovo formato A4 è in quadri-cromia e la distribuzione diventatrimestrale; da questo numero lepubblicazioni sono consultabilion-line sul sito Internet dellaContrada. La Redazione è composta da 11contradaioli che si avvalgonoanche di collaboratori esterni perarticoli e foto.Nel giugno 2004 varia ancora latestata, mentre rimangono inva-riati il formato ed il numero del-

le pagine; in questa edizione, susfondo bianco, viene scritto“POCHI” in nero e “MA BONI” inrosso e nella “O” di BONI è inse-rita una testa di Montone coro-nata. Il motto, riportato nel sot-totitolo, è scritto su due ‘piume’,una rossa ed una gialla.

Nell’aprile 2006 viene ricercatauna nuova grafica ed un formatoleggermente più grande(33,5x24).Si ritorna ad una testata quasiuguale a quella proposta neldicembre 1994, riportata però susfondo bianco: la scritta “POCHI”e “BONI” è in nero, mentre“MA” è rosa e lo stemma dellaContrada è a colori.

Ovviamente sono variati nel tem-po i componenti la Redazione e icontenuti; quest’ultimi sia per lanaturale evoluzione della vitaContradaiola, che a causa deglieventi che si sono succeduti neltempo dal 1974 (anno di realiz-zazione del primo numero) adoggi come Vittorie, realizzazionedi nuovi costumi, arricchimentodel patrimonio immobiliare edartistico, creazione e variazionedegli Statuti, eventi di naturaparticolare, ecc. Pressoché sempre presenti sonole rubriche che riguardano le

considerazioni effettuate dalPriore, dal Capitano, dalPresidente della Società, articolisul protettorato, ricordi diContradaioli scomparsi e anagra-fe contradaiola.Nei numeri usciti dopo il dicem-bre 1988 non viene più inseritala pubblicità ed il giornalino vie-ne pubblicato completamente aspese della Contrada.Nell’aprile del 1993, per ottem-perare alle norme impartite dalTribunale di Siena sulle pubblica-zioni, viene nominato per la pri-ma volta un Direttore responsa-bile, nella persona di GiorgioBarducci. Gli altri direttori, che sisono succeduti nel tempo sino adoggi sono stati: Dall’aprile 1996 AlessandroRegoli e dall’aprile 2001 FabioFineschi.Le novità delle edizioni piùrecenti sono rappresentate damaggiore numero di rubricheinformative sulle attività svolte eda svolgere (per soddisfare almeglio le esigenze deiContradaioli che sono impossibi-litati a svolgere la vita del rione),giochi vari e asterischi di vita del-la Contrada.Nelle varie edizioni, alternati fradi loro, non sono mai mancatiarticoli riguardanti la storia della

Contrada, attualità, spaccati divita della città che interessanotutte le Contrade e interviste avari personaggi di spicco.Altra cosa interessante che si èsviluppata negli anni è la specia-lizzazione dei vari componenti laredazione con l’organizzazione levarie attività per raggiungere unprodotto sempre più curato e“professionale”: c’è chi cura l’a-spetto grafico, chi le immagini,chi le notizie di Contrada o diSocietà, chi la preparazione delleinterviste, per arrivare infineall’impaginazione ed alla sceltadei titoli.Sfogliare le pagine dei giornalini,vecchi e nuovi, ci offre uno spac-cato di storia della Contrada vistadal suo interno, una storia che hapiù il sapore di un diario intimoche di un vero periodico, è pro-prio in questa analisi che trovia-mo lo spirito con il quale è natoe continua a vivere il nostro“POCHI MA BONI”.A parte i primi anni, il periodico“POCHI MA BONI” è uscito pri-ma con la cadenza di tre numeriall’anno e, dal duemila, conquattro numeri all’anno e vienedistribuito gratuitamente aiProtettori, agli enti cittadini edalle 16 Consorelle.

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EXTRA-MOENIA

Montonaioli nel mondo

Cari ed affettuosi auguri da Tommaso eBeniamino Orsini e dalla mamma AnnalisaCannoni, montonaioli a Bruxelles. Anchedalla capitale dell’Europa, il nostro cuorebatte forte per il Montone!

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La mossa al SantuccioAldo Giannetti

STORIA

La presenza del Palio nella vita diSiena è quasi millenaria. Fin dal1200, si ha testimonianza di unacorsa di cavalli, documenti anterio-ri al XII secolo ci ricordano di un

Palio di San Bonifazio, che era il santo tito-lare dell’antica Cattedrale, che prima dellafondazione del Duomo attuale, dedicatoalla Vergine Maria, sorgeva inCastelvecchio. Nel corso del medioevo edurante il rinascimento si organizzavanomolte corse; nobili signori, notabili edanche forestieri portavano i loro miglioricavalli per i giochi, che si svolgevano peronorare le feste di santi o per celebrare laricorrenza di speciali eventi. Questa corsaera collegata con la cerimonia dell’offertadel cero e dei censi all’Assunta, rito a carat-tere religioso, mentre il palio era una mani-festazione popolare di festa; nei documentipiù antichi si trovano solo memorie di que-sta offerta, mentre quelli relativi alla carrie-ra iniziano più tardi. Questo palio fu detto“alla lunga”. Di esso esistono antichi docu-menti e venne ufficialmente inserito nellostatuto comunale nel 1310 come festa nelgiorno dell’Assunta. La partenza era situatadi fronte alla Chiesa del Monastero di SantaMaria degli Angeli detta successivamentedel Santuccio, anche se in origine la par-tenza della corsa aveva luogo dalla chiesadi Santa Maria degli Angeli in Valli, oggi

Chiesa della Compagnia. I cavalli venivanomontati da giovani fantini vestiti con lelivree, uniformi colorate indossate dai sub-alterni delle grandi famiglie signorili.Successivamente venivano fatti correrescossi, con una piccola coccarda che neidentificava l’appartenenza. Lungo il per-corso gli sbocchi e gli incroci con stradesecondarie venivano coperti da tende oteloni, il tragitto si snodava per le strade divia Romana, Pantaneto, Banchi di Sotto, viadi Città, Piazza Postierla, via del Capitanofino all’entrata della piazza del Duomoattuale; l’arrivo probabilmente era doveoggi e ancora possibile vedere per terra unalinea in travertino bianco di circa settemetri di lunghezza chiamata “rigolo” cheanticamente faceva da confine tra le com-petenze della compagnia laicale di S.Caterina della Notte e quella dei canonicidel Duomo. Successivamente il più impor-tante palio alla lunga divenne quello in cuisi festeggiava e si onorava la MadonnaRegina Advocata Senensium patrona diSiena e veniva corso regolarmente fino allametà del 1800, il pomeriggio del giorno 15agosto festa dell’Assunzione di Maria. Ilpremio per il vincitore consisteva in undrappo di broccato di stoffa pregiata dalnome latino “ Pallium” che avrebbe datopoi il nome alla corsa ed alla festa e venivaesposto sulla colonna di granito con lalupa, situata nell’angolo, sul sagrato davan-ti alla Cattedrale. Questo palio fu sospesocon una deliberazione del Magistrato nel1861 con l’avvento dell’Unità d’Italia poiché lapassione dei senesi eratutta rivolta alle carriereche le Contrade fin dalseicento correvano “allatonda”. Dopo essere sta-to abolito, in quanto leautorità locali avevanodestinato le somme perla corsa ad altre utilispese, molti tentativi perripristinarlo furono fattisia dai capitani, sia darappresentanti dellaborghesia di Siena,

disposti perfino ad accollarsi tutti gli oneri.La società delle Feste tornò a far disputareil palio alla lunga con i cavalli scossi nel1871, 1873 e 1874, ma per le onerose spe-se e per gravi incidenti ai cavalli, questacorsa non fu più fattibile. Il Comune diSiena tolse definitivamente il palio alla lun-ga nell’adunanza di consiglio del 30 luglio1874, ratificata poi definitivamente dallaGiunta Municipale il 3 agosto del solitoanno. Per la storia va ricordato pure che nel1747 il popolo del Montone fece correre il20 agosto un palio alla lunga con cavalliscossi, e che nel 1793 fu proibito di far cor-rere i cavalli di razza inglese e il cavallo ber-bero purosangue arabo. Ancora oggi a testimonianza di questoPalio, in fondo alla via di Valdimontone,all’incrocio con via Roma è visibile sullastricato stradale la pietra serena rettango-lare dove veniva montato il verrocchio. Daricordare che fino al momento della tra-sformazione del Monastero di Santa Mariadegli Angeli ad istituto scolastico GiovanniCaselli, avvenuto a metà degli anni trenta,erano visibili le due campanelle di ferro,che per tanti secoli erano servite comeattacco per mettere in tiro il canape.Sarebbe sicuramente di interesse generalevedere apposta una lapide, con la scritta“Partenza Palio alla Lunga” per ricordare atutti questo luogo, e che servisse comememoria storica di un evento della passatastoria della nostra festa.

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SOCIETÀ CASTELMONTORIO

Sfumature di rosaa cura di Simone Stanghellini

In occasione della cena delle don-ne, dal 9 all’11 novembre u.s. èstata organizzata nei locali dellasoc. Castelmontorio la mostrafotografica “Sfumature di rosa”:

circa 100 foto, messe a disposizione daicontradaioli, hanno ripercorso neglianni il legame tra le donne e la vita del-la nostra contrada.Le gioie, le paure, le emozioni o i sem-plici momenti di aggregazione e di lavo-ro documentati dalle immagini esposte,hanno testimoniato, oltre all’ineluttabi-le scorrere del tempo, come la parteci-pazione delle donne si tramandi digenerazione in generazione al di là del-l’evoluzione dei costumi della società.

Ecco riproposte in questa pagina 3 fotoche ci hanno colpito, non come sempli-ce qualità fotografica, ma come dimo-strazione dell’intensità e del “carattere”con cui le donne vivono la loro apparte-nenza alla contrada.

Il gruppo delle attività sociali cogliel’occasione per ringraziare nuovamentecoloro che hanno messo a disposizioneil proprio materiale per l’allestimentodella mostra.

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RIFLESSIONI

In scadenza, scaduti o scadenti?a cura di Caterina Pavolini e Simone Stanghellini

Ermada BianciardiMolte sere sul banco del bar cisono i giornalini delle altre contra-de e mi soffermo a leggerli, comefanno molti altri. Devo dire che ipiù non sono fatti molto bene e cisono delle fotografie di scarsa qua-lità. Non per fare un plauso al gior-nalino che fanno i nostri addetti,ma a mio avviso mi sembra che,specialmente gli ultimi, siano riusci-ti bene, con scritti che talvolta han-no suscitato un commento favore-vole.L’ultimo giornalino ha delle fotobelle, altre spiritose, che meritanoun plauso a chi le ha pubblicate edimostrano la tanta passione eattenzione che viene messa nelsoddisfare il gusto dei contradaioli.

Veronica BonelliCon cognizione posso affermareche i giudizi “esterni” risultano, avolte, indigesti proprio perchéespressi senza valutare le difficoltàche la Commissione incontra nellaredazione di ogni numero.Potrebbe perciò essere d’aiuto for-mare una commissione il più possi-bile eterogenea, all’interno dellaquale ogni membro moltiplichi lerichieste di spunti e opinioni perraggiungere il maggior gradimentopossibile. Sono poi del parere chel’iniziativa personale dei lettori siala critica più costruttiva e accettabi-le da porre al vaglio dellaCommissione, che quanto meno netrarrà materiale fruibile in futuro.Lodi, lodi, lodi a veste grafica,impaginazione, foto, alla pazienzae allo spirito di sopportazione deicommissari!

Andrea CarignaniPer come intendo e vedo la contra-da io, mi rimane difficile trovarepregi e difetti e mi rimane difficiletrovarli in qualsiasi ambito di lavo-ro che viene svolto da chi ci rap-presenta istituzionalmente.Credo infatti che nel bene e nelmale tutti lavorino con passione edamore verso la contrada e credo siapiù che sufficiente, magari bisognasempre migliorarsi ed in questocaso anche confrontando quantoviene prodotto da altri.Comunque un merito o pregio lorappresenta anche il giornalinoperché riesce a comunicare e adare notizie a persone che non pos-sono frequentare la contrada,riuscendo così a farli essere presen-ti virtualmente.Se devo fare una proposta possodire che mi piacerebbe sempre di

più vedere tantissime foto, magaridi ieri e di oggi e confrontare legenerazioni che cambiano... con iltempo, purtroppo.

Giacomo CarliCosa dire del giornalino diContrada? Bello nella veste grafica,non ha niente da invidiare ad imagazines che troviamo tutti i gior-ni in edicola. Ed i contenuti?Sempre attento ai temi di attualitàcontradaiola e agli eventi che scan-discono la vita del rione: articoliinteressanti ed anche di un certospessore. Pregevoli gli inserti storiciche riguardano la storia di Siena edel Palio.

Staff Palio: evidentemente il lungodigiuno di vittorie rende impellen-te il bisogno di ricercare parole epensieri che mi diano fiducia e spe-ranza nel futuro, compito sicura-mente non facile considerato il bas-so livello del mio morale attuale.Affronto allora il pezzo scritto dalPriore e per un po’ mi risollevo,dato che il discorso spazia su temidiversi dalla corsa vera e propria:etica contradaiola, evidente cresci-ta della nostra contrada, maturitàd’intenti, massimi sistemi e cosìdivagando ritrovo un po’ di confor-to e di orgoglio montonaioli.Stuzzicato dai titoli e illustrazioni,affronto le ricerche storiche e di

Nel mezzo a tanta professionalitàvorrei però trovare qualche aned-doto in più: storie buffe, momentibelli, ricordi veri di Noi delMontone, magari anche a costo diperdere un po’ dell’attuale elegan-za.Mi piacerebbe che scorrendo ilgiornalino, si sentisse un po’ di piùil profumo di via dei Servi; sembrastrano detto da uno che sta in SanGirolamo, ma penso che ciò sareb-be anche maggiormente apprezza-to da chi non ha la fortuna di veni-re in Contrada quando gli pare.

Luciano CucéFare un articolo parlando del pro-prio giornalino di Contrada è uncompito piuttosto delicato: c’è ilrischio di tesserne un panegirico odi scadere in un’inconcludente cri-tica, mi limiterò quindi a esprimeremie personalissime sensazioni eopinioni.Ogni uscita del “Pochi ma Boni” èuna piccola festa della curiosità:subito un’ipercritica occhiataall’immagine di copertina (chissàperché di primo acchito ne deside-rerei sempre una diversa!), poi viaa setacciare le fotografie all’internoalla ricerca di volti cari, figlio, nipo-te, amici d’infanzia, compagni dicolazioni e cene.Terminata la prima scorsa, ritornoqualche attimo alla copertina e giàla rivaluto non poco concedendoleuna prima approvazione, anche seforse...Poi la lettura, guarda caso iniziandodagli articoli del Capitano e dello

costume di Gabriele, Aldo, Fabio,Sandro e tanti altri, arricchendo lamia conoscenza di luoghi, fatti,particolarità, notizie. Quindi unlungo momento di tristezza nel leg-gere le righe di saluto ai contra-daioli che ci hanno lasciato,momento molto intenso perchéquasi sempre le frasi sono vera-mente belle e sentite, riuscendo alben tratteggiare l’amico o l’amicascomparsi. Dopo questa triste pau-sa rimangono i racconti leggeri, diintrattenimento: storie, magari risa-pute, ma che rileggi volentieri,chiacchiere a ruota libera, aneddo-ti, interviste divertenti. Rimaneancora un po’ di spazio per le atti-vità svolte o messe in cantiere dallaSocietà Castelmontorio, le ultimenotizie del Gruppo Donatori diSangue B. Borghi e siamo già alleultime pagine.Ricapitolando, senza la pretesa didare pagelle, il nostro mi sembraun buon giornalino di contrada,con una veste grafica continuamen-te aggiornata e dalle belle coperti-ne, anche se talvolta decisamentescontate. Cosa desidererei? Insiemea tutto ciò che già esiste, un po’ dispontaneità: una pagina o duedove traspariscano le passioni, letensioni, le aspettative contradaio-le; opinioni, anche fuori dal coro,sui lavori fatti e soprattutto su quel-li ancora da fare in Contrada e inSocietà; qualche articolo di monto-naioli che per motivi di lavoro,malattia, età o scelta di vita fre-quentano pochissimo il Montoneed avere così un’immagine dall’e-

sterno del nostro mondo. Cosa nonvorrei? Rivedere le due pagine discimmiottamento della SettimanaEnigmistica dell’ultimo numero.

Renzo FusiAspetto sempre con ansia l’uscita diun nuovo numero del Pochi maBoni, curioso di vedere cosa ci riser-va, ma mai mi ero soffermato avalutare cosa mi piaccia di più fra isuoi contenuti, fino a quando Zizimi ha chiesto di scrivere tre righe suquesto argomento.Effettivamente mi rendo conto checiò è un motivo per guardare ilgiornalino con occhi più attenti, mamai critici, e mi accorgo che lacuriosità prevale su tutto.La foto in copertina è priva solodella parola, lo apro e succhio lapolvere di notizie, lo sfoglio tuttoguardando le foto e decido dadove iniziare. Gradisco sempre lapresenza degli articoli fatti dalPriore, dal Capitano e dalPresidente di Società, perché se“carta canta” hanno modo di farcicapire le loro posizioni e chi leggeha modo di farsi una propria opi-nione. Sempre importanti sono gli articolidegli uffiziali: per ricordare a tuttiche la Contrada ha un cuore pul-sante che la tiene viva donandocitanti onori con pochi oneri.Mi stuzzicano anche gli articoli deicontradaioli che raccontano pezzidi vita vissuta grazie alla Contrada.Giro pagina e vedo una foto data-ta, l’articolo rievoca episodi ricchidi aneddoti di 40 anni fa’ leggouno, due righi e inizio a spaziarecon l’immaginazione in quellaSiena; riguardo la foto e leggo altridue righi e la mente spazia, bellesensazioni!Non sempre questi articoli sortisco-no in me lo stesso effetto. È ovviodirete, ma mi chiedo, se sieteriusciti a fare dei faccia a faccia pia-cevoli, a far confrontare iMaggiorenti, a rievocare (anchecon piacevoli articoli di vecchimontonaioli) stralci di vita vissuta,perché non provate a fare tramite ilGiornalino quello che sempremeno si riesce a fare in Società?Cioè il confronto costruttivo fragenerazioni. Magari con “tavolerotonde” nelle quali da ottimimoderatori saprete estrapolare ilmeglio e il peggio di ieri e di oggi.Per finire c’è chi dice “non importase bene o se male, quello cheimporta è che se ne parli”. Nelvostro caso io dico: “non importa

Critiche senza censurasul lavoro della redazione

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RIFLESSIONI

che tutto sia fatto bene, l’importan-te è che sia continuato a fare”.Grazie.

Gian Franco IndrizziMolte sono le innovazioni che laRedazione del “Pochi ma Boni” haapportato al giornalino negli ultimianni, ma quella che più di tutteritengo meriti una menzione parti-colare, almeno dal mio punto divista, è l’aspetto grafico, che sicaratterizza soprattutto per la qua-lità delle immagini, frutto di unaattenta e professionale cura nellaselezione del materiale; alcune,quelle di copertina, sono riuscitetalvolta a suscitare in me sentimen-ti di intensa emozione.Non sempre - e non mi se ne vogliase esprimo questo mio personalegiudizio - la stessa buona qualità siritrova nei contenuti letterari,soprattutto quando si affrontanoargomenti che non riguardano l’in-formazione, le curiosità, le temati-che pregnanti dei vari aspetti checontraddistinguono la vita delleContrade (peraltro affrontate piut-tosto di rado), la ricerca storica,articoli questi che leggo semprecon molto interesse; mi riferiscoprincipalmente agli spazi delle ulti-me pagine, il cui scopo, immagino,dovrebbe essere quello di far diver-tire chi legge e che, a mio avviso,andrebbero maggiormente curati.Ritengo inoltre che la Redazionemeriti un altro elogio per il notevo-le lavoro senz’altro necessario permandare in stampa quattro nume-ri all’anno, risultato non da poco. Devo infine ammettere che il for-mato è di buon gusto, ma io prefe-rivo il precedente; se non altro,quando aprivo la cassetta delle let-tere trovavo il giornalino in condi-zioni migliori.Buon lavoro.

Francesca MugnainiHo fatto parte della commissionegiornalino alla fine degli anni ‘90,inutile dire quanto da allora si siaevoluto sia in termini grafico-tecni-ci sia contenutistici. Noto con estre-mo piacere come il tentativo disoddisfare le esigenze dei più varilettori sia obiettivo pressoché rag-giunto nonché come la ricerca diun modello nuovo e appetibileabbia approdato ad una soluzionedel tutto soddisfacente.Non posso però esimermi dal rile-vare, data la mia tendenza antimo-dernista, che forse sarebbe preferi-bile tornare alla carta riciclata nonsolo per ragioni ambientali maanche per ragioni estetiche. A miogusto il colore e la consistenza del-la carta riciclata sono irresistibili. Inogni caso il passaggio dalla cartalucida a quella opaca avvenutoproprio nel 2007 è già un ottimopasso.

La data e il numero del giornalinosono inseriti nella prima pagina,forse sarebbe più opportuno collo-carli nuovamente in copertina, permotivi esclusivamente pratici... perquanto mi riguarda, per esempio,sono solita sistemare in ordine cro-nologico i periodici. In relazioneall’aspetto contenutistico, poi, nonmi sento di avanzare alcun suggeri-mento né tanto meno critiche, tro-vo che il giornalino nella sua attua-le versione sia completo, si va dal-l’articolo serio e storico alla rubricadedicata al divertimento e ad argo-menti faceti.Ma una timida idea l’avrei... per-ché non riservare una mezza pagi-na per piccoli articoli estempora-nei? Una rubrica del tipo “Cinquerighe per dire la tua!”. Forse è unpo’ rischioso, ma sarebbe ancheutile e divertente, no?!

Simonetta PetreniL’uscita del giornalino rappresentaper ogni contradaiolo un momentodi grande curiosità e aspettativa.Molte sono le attività, molti sono imomenti di partecipazione allequali i contradaioli, a volte comeorganizzatori, altre solo come par-tecipanti, prendono parte. Grandeè il desiderio di vedersi in qualchefoto o di ritrovarsi in qualche arti-colo scaturito da quei momenti divita vissuta. D’altra parte il giorna-lino rappresenta un momento per

esprimere sentimenti, emozioni,pareri da trasferire e condividerecon altri contradaioli. Apprezzabileè stato l’approfondimento storicoche si è avuto nei numeri di questobiennio. Sicuramente gli articoli cihanno arricchito, seppure qualchefoto in più avrebbe agevolato lalettura.

Elisa QuerciniVariare negli argomenti per noncadere nel banale o nel retorico èla cosa che trovo più difficile damantenere. Tanti sono stati i temianalizzati: storia, ricordi, giochi,vita di tutti i giorni e più o meno inogni pubblicazione ho notato origi-nalità e cura del minimo dettaglio.Per un costante interesse nella let-tura, trovo importante continuare acercare argomenti mirati a personeprecise spaziando tra le diversegenerazioni. A tal proposito mi pia-cerebbe che fossero coinvolti pro-prio quei gruppi di giovani che nonpossono conoscere l’etica e la real-tà contradaiola che nel tempo stia-mo purtroppo perdendo.Concludo sottolineando l’apprezza-mento alla grafica e all’impagina-zione, elementi fondamentali perl’immagine interna ed esterna del-la nostra Contrada.Un saluto ed un ringraziamentoalla Commissione per l’indubbioimpegno dimostrato.

Cristiano VecoliRimane sempre difficile esprimeredei giudizi sinceri, non scontati, pri-vi di retorica o di falsi complimenti(captatio benevolentiae o lecatioculis che dir si voglia) su un lavoroaltrui, tanto più se si è stati compo-nenti della precedenteCommissione. Così come è difficileprivarsi del gusto di dispensareconsigli o modifiche con la presun-zione di chi si ritiene un esperto delsettore.Per tali motivi nel commentare l’o-perato della redazione del giornali-no sarò il più obiettivo ed il menorispettoso possibile, passando inrassegna solamente gli aspettimigliorabili, numericamente infe-riori ai pregi (lecatio culis), conside-rata la brevità dell’articolo.Vorrei vedere ancora più foto dicontradaioli all’interno del giornali-no ed in copertina, di dimensionimaggiori di quelle già presenti, ido-nee a ricoprire un ruolo ancor piùda protagonista. È comico quandonon riesci a riconoscere tutti i com-ponenti di una foto e si imbastisco-no le discussioni più assurde con gliamici, che indicano i personaggipiù improbabili. Così come è esilarante commentarele mode di momenti storici diversi:basettoni, acconciature cotonate,pantaloni a zampa di elefante, alginocchio, o rivedere (gli altri) unpo’ cambiati: meno pancia, piùcapelli, i tratti somatici tipicisovrapposti ad un viso da bambi-no, ecc...Aggiungerei un pizzico di umori-smo in più con tematiche leggereaffidate a qualche penna “d’auto-re”, soluzione, mi rendo conto,delicata, considerato che è difficiledivertire tutti i lettori senza urtarela suscettibilità di nessuno.Infine un mio pallino: il calendario,complemento inscindibile da unatestata veramente al passo coi tem-pi!! Le dimensioni, secondo me,dovrebbero tornare quelle da pare-te ed il contenuto meno prevedibi-le, giocando un po’ più sulla fanta-sia e sull’autoironia, del resto sipuò scendere a compromessi perraggiungere obiettivi che ti consa-crano come sex symbol...!Per il resto non posso che congra-tularmi con l’attuale redazione delgiornalino, capace di imprimere untaglio personale alla testata, senzaripercorrere strade già esplorate,impegno complicato da tutte le dif-ficoltà (più di quante immaginere-ste) che si incontrano.Augurandomi di non essere statotroppo pedante e presuntuoso, micongedo augurando Buone Festealla Commissione ed alla Contradatutta.

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I LUOGHI E LA MENTE