Anno XIII - Parrocchia Santa Maria Domenica Mazzarello · Parrocchia Santa Maria Domenica...

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Parrocchia Santa Maria Domenica Mazzarello Anno XIII - n. 661 - 14 Luglio 2013 - XV Domenica Tempo Ordinario “Olio della consolazione Vino della speranza..” Il vangelo di oggi presenta una delle sue pagine più celebri, la parabola del buon samaritano (Lc 10,25-37), che basta da sola a dire tutto sul precetto fondamentale dell'amore del prossimo. Gesù la racconta, in risposta alla domanda di un "dottore della Legge", cioè un esperto nell'interpretazione della Bibbia: so, Maestro, che cosa sta scritto; per ereditare la vita eterna bisogna amare Dio e il prossimo; ma chi sarebbe il prossimo? La risposta è in forma di racconto. "Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico..." : lungo la strada in discesa che attraversa il deserto della Giudea, tutto aride collinette rocciose, non era raro che i predoni assaltassero i viandanti. Gesù immagina appunto una loro vittima, derubato di tutto, percosso a sangue e abbandonato mezzo morto. Gli passano accanto, indifferenti, un sacerdote e poi un levita, due uomini delle categorie più rispettate nell'antico Israele, mentre un samaritano, cioè uno degli stranieri eretici che gli ebrei detestavano e dai quali si tenevano a distanza, proprio lui si ferma a prestargli soccorso: "Gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla propria cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno". Il racconto condensa in un esempio tutto quanto occorre tenere presente nei rapporti con quanti entrano, stabilmente o occasionalmente, nella nostra vita. Sono loro "il prossimo", da amare non a chiacchiere ma con i fatti. Fatti concreti, commisurati non sulle nostre voglie, sui nostri umori del momento, ma sulle loro necessità. Fatti che impegnano la nostra attenzione e la nostra disponibilità, vale a dire la nostra intelligenza e il nostro cuore. Fatti: di fronte a un uomo ferito e abbandonato, il samaritano non si limita a buone parole di consolazione ma gli dedica il suo tempo, le sue cose (il vino per disinfettare, l'olio per lenire il male) e anche il suo denaro. Fatti, come quelli dei tanti (si contano a milioni solo in Italia) che dedicano il tempo libero al volontariato, o i tanti altri che sostengono con i loro soldi le organizzazioni di carità. Come altre volte a proposito dei detestati samaritani (la donna al pozzo cui Gesù rivela la propria divinità; il lebbroso che a differenza di quelli ebrei torna a ringraziare di essere stato guarito) anche qui Gesù assume un atteggiamento provocatorio: un samaritano è delineato migliore di due tra i più rispettabili ebrei. Sottinteso: spesso le persone non sono quelle che sembrano; giudicare per categorie (gli zingari, gli immigrati, gli omosessuali, gli ex carcerati, e chi più ne ha più ne metta) si basa su pregiudizi che tante volte si rivelano privi di fondamento. Inoltre la parabola si presta ad una ulteriore lettura, presente già negli scritti degli antichi Padri della Chiesa: senza nulla togliere al suo valore di esempio per noi, essi vi hanno visto anche un significato più profondo. L'uomo che scende da Gerusalemme a Gerico

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Parrocchia Santa Maria Domenica Mazzarello

Anno XIII - n. 661 - 14 Luglio 2013 - XV Domenica Tempo Ordinario

“Olio della consolazione

Vino della speranza..”

Il vangelo di oggi presenta una delle sue pagine più celebri, la parabola del buon samaritano (Lc

10,25-37), che basta da sola a dire tutto sul precetto fondamentale dell'amore del prossimo. Gesù

la racconta, in risposta alla domanda di un "dottore della Legge", cioè un esperto

nell'interpretazione della Bibbia: so, Maestro, che cosa sta scritto; per ereditare la vita eterna

bisogna amare Dio e il prossimo; ma chi sarebbe il prossimo? La risposta è in forma di

racconto. "Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico...": lungo la strada in discesa che

attraversa il deserto della Giudea, tutto aride collinette rocciose, non era raro che i predoni

assaltassero i viandanti. Gesù immagina appunto una loro vittima, derubato di tutto, percosso a

sangue e abbandonato mezzo morto. Gli passano accanto, indifferenti, un sacerdote e poi un

levita, due uomini delle categorie più rispettate nell'antico Israele, mentre un samaritano, cioè

uno degli stranieri eretici che gli ebrei detestavano e dai quali si tenevano a distanza, proprio lui

si ferma a prestargli soccorso: "Gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla

propria cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente tirò fuori due

denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò

al mio ritorno". Il racconto condensa in un esempio tutto quanto occorre tenere presente nei

rapporti con quanti entrano, stabilmente o occasionalmente, nella nostra vita. Sono loro "il

prossimo", da amare non a chiacchiere ma con i fatti. Fatti concreti, commisurati non sulle

nostre voglie, sui nostri umori del momento, ma sulle loro necessità. Fatti che impegnano la

nostra attenzione e la nostra disponibilità, vale a dire la nostra intelligenza e il nostro cuore.

Fatti: di fronte a un uomo ferito e abbandonato, il samaritano non si limita a buone parole di

consolazione ma gli dedica il suo tempo, le sue cose (il vino per disinfettare, l'olio per lenire il

male) e anche il suo denaro. Fatti, come quelli dei tanti (si contano a milioni solo in Italia) che

dedicano il tempo libero al volontariato, o i tanti altri che sostengono con i loro soldi le

organizzazioni di carità. Come altre volte a proposito dei detestati samaritani (la donna al pozzo

cui Gesù rivela la propria divinità; il lebbroso che a differenza di quelli ebrei torna a ringraziare

di essere stato guarito) anche qui Gesù assume un atteggiamento provocatorio: un samaritano

è delineato migliore di due tra i più rispettabili ebrei. Sottinteso: spesso le persone non sono

quelle che sembrano; giudicare per categorie (gli zingari, gli immigrati, gli omosessuali, gli ex

carcerati, e chi più ne ha più ne metta) si basa su pregiudizi che tante volte si rivelano privi di

fondamento. Inoltre la parabola si presta ad una ulteriore lettura, presente già negli scritti degli

antichi Padri della Chiesa: senza nulla togliere al suo valore di esempio per noi, essi vi hanno

visto anche un significato più profondo. L'uomo che scende da Gerusalemme a Gerico

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rappresenta tutti gli uomini, per ciascuno dei quali la vita è una traversata del deserto; ciascuno

è solo nel cammino attraverso il "deserto" di questo mondo, dove incontra dei briganti che

colpiscono "dentro" (le esperienze negative, le delusioni, l'inquietudine motivata dalle cause più

diverse) e talora colpiscono duro, lasciandoci spiritualmente mezzi morti. Molti ci passano

accanto senza prestarci aiuto, o perché non si accorgono delle nostre ferite, o perché sanno

contrapporvi solo chiacchiere o, peggio, perché non gliene importa nulla. Ma uno c'è, che

conosce minutamente lo stato di salute della nostra anima, la sa e la vuole curare. Quella del

buon samaritano è una parabola autobiografica: il vero buon samaritano, attento e, se lo

vogliamo, disponibile per ciascuno di noi, è lui. E non occorre dirne il nome.

La parrocchia di BALBIANO e COLTURANO è una comunità di circa

duemila abitanti (al 31 Dicembre 2012: 2041 abitanti di cui 1018 maschi e 1023 femmine

distribuiti in 822 nuclei familiari) sita nella parte nord della Diocesi di Lodi, nelle

immediate vicinanze della città di Milano.

La parrocchia è costituita da due

aglomerati abitativi: Colturano sede

del Comune e Balbiano la frazione.

Essendo nelle immediate vicinanze

della metropoli meneghina negli

ultimi anni il paese ha subito

significative trasformazioni tanto

che la

frazione è

divenuta

più grossa

dell’origina

rio

Comune.. per questo motivo la sede principale della

parrocchia è Balbiano dove anche risiede il parroco e

dove si svolge il grosso della vita parrocchiale!!

Il Vescovo di Lodi Mons. Giuseppe Merisi

ha nominato don Andrea

parroco di Sant’Antonino in Colturano

e di San Giacomo Maggiore

in Balbiano di Colturano!!!

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Balbiano è un antico borgo agricolo

originato nei primi del 1300 lungo le

sponde del tortuoso Torrente

Addetta, antico ramo naturale del

Fiume Adda che sfocia nel Fiume

Lambro tra Vizzolo Predabissi e

Melegnano. Nel paese di Balbiano, e

nei dintorni, si trovano alcuni angoli

d'importanza storica locale: l'antico

Ponte Spagnolo sul Torrente Addetta, la Cascina Molinazzo grande e

possente impianto mugnario azionato dalla confluenza delle tante rogge locali.

Il ponte Spagnolo, in mattoni e pietra risale al 1765, immette nella piazza del

centro abitato dove si trova la Chiesa di San Giacomo Maggiore che da

semplice oratorio venne innalzata a parrocchia nell'anno 1640 essendosi

staccata dalla chiesa madre di Bustighera per volontà popolare, l'attuale

chiesa dedicata all’apostolo Giacomo venne eretta sopra l'antica nel 1944.

Parrocchia della diocesi di Milano, risulta inserita nell’ “Index omnium locorum

diocesis Mediolanensis habentium ecclesiam parochialem” redatto da Giovanni

Battista Corno nel 1651(Indice parrocchie diocesi di Milano, 1651).

Negli anni del dopo Concilio Vaticano II venne avviata un’opera di revisione

territoriale delle diocesi. Milano

cedette alle diocesi suffraganee

confinanti alcuni parrocchie tra cui

la parrocchia di Balbiano che con

decreto 3 marzo 1989 fu

assegnata alla diocesi di

Lodi.

Una caratteristica di questo

piccolo borgo, ponte tra la

tradizione rappresentata dal

lodigiano e la novità

rappresentata dalla metropoli

milanese, è la presenza di

edicole mariane ad ogni

contrada e ad ogni entrata di

paese, un semplice presenza che

richiama a Dio!

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La più nota è la “Madonnina delle Rogge” chiamata così perché fuori

paese in aperta campagna all’incrocio delle rogge preparate dai “nostri padri”

con ammirevole maestria e industriosa laboriosità per dissetare i campi, la

cappella attuale è il risultato del restauro,curato nell’anno 1950 di un’edicola

preesistente, la scritta ai piedi di Maria ,indica l’anno nel quale è stato dato alla

cappella l’aspetto attuale, ed il munifico donatore, Felice Gandini cavaliere di

San Gregorio Magno, e Besozzi Teodora, con grande affetto,come pegno di

gratitudine.

Il dipinto, restaurato nel 1984, raffigura la Madonna con le mani incrociate sul

petto,coronata da angioletti, ai suoi piedi una rana, per sottolineare l’ambiente

agreste che la circonda, lo sfondo è la tipica campagna lombarda, i colori

rosso e azzurro indicano la sua umanità e la maternità divina. La semplicità

delle linee, la poca cura dei particolari e l’effetto complessivo dei colori

sottolinea la popolarità dell’autore, l’intenzione di offrire un luogo di preghiera

e di respiro in mezzo a lavoro dei campi. “FERMATI, O PELLEGRINO, IN

QUESTA PACE DEI CAMPI, LA MADRE DOLCISSIMA VERGINE DELLE

SORGENTI, TI CONCEDE LE GRAZIE DEL PARADISO, SE TI AVVICINERAI

ALLA SUA CAPPELLA; SE ATTINGERAI TROVERAI RISTORO".

Dalla Piazza della Chiesa di Balbiano,

svoltando a sinistra imboccando Via

Grandi si prosegue lungo il Torrente

Addetta giungendo fuori dal centro

abitato alla Cascina Molinazzo di

Mediglia, nella cascina, come già

dicevamo, un tempo in funzione un

grande e potente impianto mugnario,

oggi rimangono ben conservate le due grandi ruote idrauliche.

Interessante e ricco d’informazioni sulla vita parrocchiale il sito

www.quartacampana.wordpress.com

Che ne dite???

va beh.. dai so(siete)de Roma.. che tò dico affà!! E avete pure raggione.. ma..

Ho ricevuto in questi giorni il vostro dono.. una stola bellissima!!! grazie a

tutti!!! non poteva che arrivare in un tempo così adatto.. i giorni della nomina!

la simpatia e l’amicizia che mi avete dimostrato in questi anni mi

accompagnino sempre nelle vostre preghiere..

don Andrea

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XV domenica per Annum C

ANTIFONA D'INGRESSO

Nella giustizia contemplerò il tuo volto, al mio risveglio mi sazierò della tua presenza.

(Sal 17,15) COLLETTA Padre misericordioso, che nel comandamento dell’amore hai posto il compendio e l’anima di tutta la legge, donaci un cuore attento e generoso verso le sofferenze e le miserie dei fratelli, per essere simili a Cristo, buon samaritano del mondo. Egli è Dio, e vive e regna con te...

PRIMA LETTURA (Dt 30,10-14) Questa parola è molto vicina a te, perché tu la metta in pratica.

Dal libro del Deuteronòmio Mosè parlò al popolo dicendo: «Obbedirai alla voce del Signore, tuo Dio, osservando i suoi comandi e i suoi decreti, scritti in questo libro della legge, e ti convertirai al Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta l’anima. Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. Non è nel cielo, perché tu dica: “Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”. Non è di là dal mare, perché tu dica: “Chi attraverserà per noi il mare, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”. Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 18)

Rit: I precetti del Signore fanno gioire il cuore.

La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima; la testimonianza del Signore è stabile, rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore; il comando del Signore è limpido, illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro, rimane per sempre; i giudizi del Signore sono fedeli, sono tutti giusti.

Più preziosi dell’oro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo stillante.

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SECONDA LETTURA (Col 1,15-20) Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossèsi Cristo Gesù è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione, perché in lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potenze. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono. Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa. Egli è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti, perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose. È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli.

CANTO AL VANGELO (Gv 6,63.68) Alleluia, alleluia.

Le tue parole, Signore, sono spirito e vita; tu hai parole di vita eterna. Alleluia.

VANGELO (Lc 10,25-37) - Chi è il mio prossimo?

Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

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PREGHIERA DEI FEDELI

Cristo non ci chiede di vivere la sua parola da spettatori esterni. La fedeltà alla propria missione gli è costata la vita. Anche noi, per essere Cristiani, dobbiamo dare noi stessi. Preghiamo dicendo: Signore, fa’ che la tua parola s’incarni in noi.

• Perché non rimandiamo mai nessun atto d’amore ad un ipotetico domani. Preghiamo. • Perché la nostra fedeltà alla giustizia sia all’altezza di quella che chiediamo agli altri. Preghiamo. • Perché impariamo a considerare la sequela di Gesù una scelta che realizza la nostra vita. Preghiamo. • Perché ci ricordiamo sempre che molti degli atti più grandi nell’amore sono stati compiuti dai piccoli e dagli ultimi. Preghiamo.

O Padre, la tua forza supera di gran lunga la nostra. Aiutaci a fare il bene anche quando le nostre possibilità vacillano. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. PREGHIERA SULLE OFFERTE Guarda, Signore, i doni della tua Chiesa in preghiera, e trasformali in cibo spirituale per la santificazione di tutti i credenti.

ANTIFONA DI COMUNIONE Il passero trova la casa, la rondine il nido dove porre i suoi piccoli,

presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio ree mio Dio. Beato chi abita la tua casa: sempre canta le tue lodi. (Sal 84,4-5)

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE Signore, che ci hai nutriti alla tua mensa, fa’ che per la comunione a questi santi misteri si affermi sempre più nella nostra vita l’opera della redenzione.

DAMMI LA MANO

Guidami, luce amabile, tra l'oscurità che mi avvolge.

Guidami innanzi, oscura è la notte, lontano sono da casa.

Dove mi condurrai? Non te lo chiedo, o Signore!

So che la tua potenza m'ha conservato al sicuro da tanto tempo,

e so che ora mi condurrai ancora,

sia pure attraverso rocce e precipizi, sia pure attraverso montagne e deserti

sino a quando sarà finita la notte.

Non è sempre stato così: non ho sempre pregato perché tu mi guidassi!

Ho amato scegliere da me il sentiero,

ma ora tu guidami! Beato JOHN HENRY NEWMAN

(Londra, 21 febbraio 1801 – Edgbaston, 11 agosto 1890)

teologo, filosofo e cardinale inglese.

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I volontari di CIRENE ci invitano a sospendere la raccolta di

indumenti invernali; servono solo indumenti leggeri per la distribuzione ai poveri che continua anche nel periodo estivo.

Grazie!!! GIORNO APPUNTAMENTO DELLA SETTIMANA..

DOMENICA 14

XV TEMPO ORD.

h. 10 - 12 - 19 SS. Messe

VENERDÌ 19 h. 17 CIRENE: accoglienza e distribuzione generi alimentari

DOMENICA 21

XVI TEMPO ORD.

h. 10 - 19 SS. Messe

Pellegrinaggio della Diocesi di Roma

a Lourdes per l'Anno della Fede guidato dal Card. Vallini

24 agosto - 1 settembre

con varie alternative di viaggio e di prezzo..

per info segreteria parrocchiale

PIAZZA SALVATORE GALGANO, 100 - 00173 ROMA TELEFONO 06.72.17.687 FAX 06.72.17.308 E MAIL : [email protected] - [email protected]

È ONLINE IL NUOVO SITO PARROCCHIALE www.santamariadomenicamazzarello.it

LA DOMENICA LA MESSA FESTIVA È H. 10, H. 12, H. 19 IL SABATO LA MESSA FESTIVA È ALLE H. 19 NEI GIORNI FERIALI LA MESSA È ALLE H. 19

CONFESSIONI: MEZZ’ORA PRIMA DELLA MESSA

Segreteria: da lunedì a venerdì dalle h. 17 alle h. 19,30

ORARI ESTIVI SS. MESSE FESTIVE E FERIALI

Da Lunedì 15 luglio sospesa la Messa feriale delle 8,30

Da Domenica 21 luglio sospesa la Messa delle 12

«Solo i dogmi ragionevoli vivono talmente a lungo da essere definiti antiquati».

GILBERT KEITH CHESTERTON, Autobiografia