ANNO X NUMERO 280 - PAG VII IL FOGLIO …Le tre ragazze botticelliane che danza-no in cerchio sono...

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E LLA È LA PRIMAVERA DI DANTE r adiso terrestre.“Ogni dettaglio riporta alla Divina Commedia” ANNO X NUMERO 280 - PAG VII IL FOGLIO QUOTIDIANO SABATO 26 NOVEMBRE 2005 Ma non solo Beatrice, Matelda e Cu- pido: anche gli altri personaggi sono quelli della scena dantesca dell’Eden. Le tre ragazze botticelliane che danza- no in cerchio sono la raffigurazione esatta delle tre virtù teologali (Fede, Speranza e Carità) che Dante vede ar- rivare prima di Beatrice (“Tre donne in giro dalla destra rota/ venian dan- zando”). Sono il segno della Grazia por- tata da Cristo. E tutta questa scena, che si legge da destra verso sinistra, è preceduta da un antefatto tragico, accaduto proprio nell’Eden, la caduta di Eva, drammati- camente rappresentata a destra da Botticelli che ci mostra la progenitrice – con un ramoscello spezzato che le ciondola dalla bocca (il frutto mangia- to) – la quale viene orribilmente gher- mita e “posseduta” da un nero Lucife- ro (erroneamente si è identificata que- sta scena come la ninfa Clori e il vento Zefiro; del resto, nota la Lindskoog, quel vento soffia dalla parte opposta come mostra un’altra opera del Botti- celli, La nascita di Venere). Inutile sot- tolineare che anche questa è l’esatta rappresentazione dei versi di Dante che, arrivato nell’Eden, davanti a tante delizie deplora l’errore del progenito- re che “per sua difalta in pianto e in af- fanno/ cambiò onesto riso e dolce gio- co”. E specialmente deplora “l’ardi- mento d’Eva” che “non sofferse di star sotto alcun velo;/ sotto ’l qual se divota fosse stata/ avrei quelle ineffabili deli- zie/ sentite prima e più lunga fiata”. Ma dopo la caduta avviene la mira- bile opera della redenzione, rappre- sentata al centro della tavola con Bea- trice-Cristo, cosicché oggi lui, Dante, nuovo Adamo può tornare in quell’E- den perduto: “Io m’andava tra tante primizie/ dell’etterno piacer tutto so- speso,/ e disioso ancora a più letizie”. Desideroso cioè di salire al Cielo, al Paradiso. E proprio così Botticelli ce lo rappresenta con la figura finale, metà Mercurio e metà Marte (Mercurio per- ché domina il segno dei Gemelli che è il segno di Dante e Marte perché è il simbolo di Firenze), che racchiude in sé Dante e Adamo. Infatti Dante si po- ne come nuovo Adamo che, secondo la prefigurazione del De Vulgari Elo- quentia, ritrova nel volgare illustre la lingua edenica perduta. L’identificazione di Dante in quella figura è stata ben motivata da Lino Li- sta, ma è complementare all’identifi- cazione con Adamo della Lindskoog. Botticelli rappresenta questo Dante- Adamo proprio “sospeso” e “disioso ancora a più letizie”, come dice la Commedia, cioè pronto ad ascendere al Cielo. Giustamente è stato notato che la nuvoletta verso la quale si pro- tende il personaggio di Botticelli è da sempre il simbolo della divinità, ma c’è un elemento ancor più significativo. Dante definisce il primo cielo verso il quale ascende, il cielo della Luna, pro- prio come “nube”, cosicché si scopre che Botticelli ha voluto esattamente rappresentare questo momento. Pro- prio in quel passo il poeta usa anche la metafora del diamante percorso dai raggi solari (l’uomo inondato dalla gra- zia) chiamandolo “Adamante”, formu- la che racchiude in sé i nomi di Adamo e di Dante, con un ulteriore livello se- mantico: “Ad Amante” 5 . Dunque l’Eden. Francesco Guicciar- dini – che fu peraltro al servizio di due papi della famiglia Medici – fotografa così nella “Storia d’Italia” questa epo- ca: “Mai fino ad ora l’Italia s’è mostra- ta tanto prospera, né s’è trovata in una situazione così desiderabile come nel- l’anno di grazia 1490 e negli anni che l’hanno preceduto e seguito. L’Italia beneficiava miracolosamente della pa- ce e della tranquillità… non era sotto- messa a un qualsivoglia impero, ma soltanto a se stessa, e contava molti abitanti e una grande abbondanza di merci e di ricchezze. Inoltre era ador- nata dalla magnificenza di numerosi principi, dallo splendore di molte e no- bili città, dalla sede e dalla maestà del- la religione; essa abbondava di eccel- lenti amministratori della cosa pubbli- ca e di spiriti di eccelso valore in tutte le discipline e si dedicava a tutte le ar- ti e vi s’illustrava…”. E’ esattamente da questa Italia, soprattutto dall’alleanza fra papa Cybo, Innocenzo VIII (famiglia genovese di origine ebraica) e i Medici di Firenze, e dal loro contributo finan- ziario, che prende corpo l’impresa di Cristoforo Colombo come mostra il vo- lume – appena uscito – di Ruggero Ma- rino – dedicato al navigatore genovese 6 . Impresa concepita all’interno del so- gno della crociata e grazie al patrimo- nio di conoscenze geografiche della tradizione ebraica. Le Indie, il Nuovo Mondo, un po’ ritrovamento della Ter- ra promessa per gli ebrei cacciati dal- la Spagna e un po’ ritrovamento del- l’Eden (trovandosi proprio dove, peral- tro, la cosmologia tolemaica collocava il monte del Purgatorio e l’Eden). Antonio Socci (ha collaborato Tommaso Lorenzini) Sandro Botticelli, Dante e Beatrice (Paradiso, canto IX) Sandro Botticelli, le tre Virtù danzanti (Purgatorio, canto XXXII) Sandro Botticelli, Matelda (Purgatorio, canto XXVIII) Sandro Botticelli,“Primavera” (1478). Firenze,Galleria degli Uffizi (foto Summerfield Press/Corbis). Sotto: particolari di alcuni dei disegni che Botticelli eseguì in preparazione alle illustrazioni (incise da Baccio Baldini) che accompagnarono l’edizione della Divina Commedia del 1481,commentata da Cristoforo Landino

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ELLA È LA PRIMAVERA DI DANTEradiso terrestre. “Ogni dettaglio riporta alla Divina Commedia”

ANNO X NUMERO 280 - PAG VII IL FOGLIO QUOTIDIANO SABATO 26 NOVEMBRE 2005

Ma non solo Beatrice, Matelda e Cu-pido: anche gli altri personaggi sonoquelli della scena dantesca dell’Eden.Le tre ragazze botticelliane che danza-no in cerchio sono la raffigurazioneesatta delle tre virtù teologali (Fede,Speranza e Carità) che Dante vede ar-rivare prima di Beatrice (“Tre donnein giro dalla destra rota/ venian dan-zando”). Sono il segno della Grazia por-tata da Cristo.

E tutta questa scena, che si legge dadestra verso sinistra, è preceduta daun antefatto tragico, accaduto proprionell’Eden, la caduta di Eva, drammati-camente rappresentata a destra daBotticelli che ci mostra la progenitrice– con un ramoscello spezzato che leciondola dalla bocca (il frutto mangia-to) – la quale viene orribilmente gher-mita e “posseduta” da un nero Lucife-

ro (erroneamente si è identificata que-sta scena come la ninfa Clori e il ventoZefiro; del resto, nota la Lindskoog,quel vento soffia dalla parte oppostacome mostra un’altra opera del Botti-celli, La nascita di Venere). Inutile sot-tolineare che anche questa è l’esattarappresentazione dei versi di Danteche, arrivato nell’Eden, davanti a tantedelizie deplora l’errore del progenito-re che “per sua difalta in pianto e in af-fanno/ cambiò onesto riso e dolce gio-co”. E specialmente deplora “l’ardi-mento d’Eva” che “non sofferse di starsotto alcun velo;/ sotto ’l qual se divotafosse stata/ avrei quelle ineffabili deli-zie/ sentite prima e più lunga fiata”.

Ma dopo la caduta avviene la mira-bile opera della redenzione, rappre-sentata al centro della tavola con Bea-trice-Cristo, cosicché oggi lui, Dante,

nuovo Adamo può tornare in quell’E-den perduto: “Io m’andava tra tanteprimizie/ dell’etterno piacer tutto so-speso,/ e disioso ancora a più letizie”.Desideroso cioè di salire al Cielo, alParadiso. E proprio così Botticelli ce lorappresenta con la figura finale, metàMercurio e metà Marte (Mercurio per-ché domina il segno dei Gemelli che èil segno di Dante e Marte perché è ilsimbolo di Firenze), che racchiude insé Dante e Adamo. Infatti Dante si po-ne come nuovo Adamo che, secondo laprefigurazione del De Vulgari Elo-quentia, ritrova nel volgare illustre lalingua edenica perduta.

L’identificazione di Dante in quellafigura è stata ben motivata da Lino Li-sta, ma è complementare all’identifi-cazione con Adamo della Lindskoog.Botticelli rappresenta questo Dante-

Adamo proprio “sospeso” e “disiosoancora a più letizie”, come dice laCommedia, cioè pronto ad ascendereal Cielo. Giustamente è stato notatoche la nuvoletta verso la quale si pro-tende il personaggio di Botticelli è dasempre il simbolo della divinità, ma c’èun elemento ancor più significativo.Dante definisce il primo cielo verso ilquale ascende, il cielo della Luna, pro-prio come “nube”, cosicché si scopreche Botticelli ha voluto esattamenterappresentare questo momento. Pro-prio in quel passo il poeta usa anche lametafora del diamante percorso dairaggi solari (l’uomo inondato dalla gra-zia) chiamandolo “Adamante”, formu-la che racchiude in sé i nomi di Adamoe di Dante, con un ulteriore livello se-mantico: “Ad Amante”5.

Dunque l’Eden. Francesco Guicciar-

dini – che fu peraltro al servizio di duepapi della famiglia Medici – fotografacosì nella “Storia d’Italia” questa epo-ca: “Mai fino ad ora l’Italia s’è mostra-ta tanto prospera, né s’è trovata in unasituazione così desiderabile come nel-l’anno di grazia 1490 e negli anni chel’hanno preceduto e seguito. L’Italiabeneficiava miracolosamente della pa-ce e della tranquillità… non era sotto-messa a un qualsivoglia impero, masoltanto a se stessa, e contava moltiabitanti e una grande abbondanza dimerci e di ricchezze. Inoltre era ador-nata dalla magnificenza di numerosiprincipi, dallo splendore di molte e no-bili città, dalla sede e dalla maestà del-la religione; essa abbondava di eccel-lenti amministratori della cosa pubbli-ca e di spiriti di eccelso valore in tuttele discipline e si dedicava a tutte le ar-

ti e vi s’illustrava…”. E’ esattamente daquesta Italia, soprattutto dall’alleanzafra papa Cybo, Innocenzo VIII (famigliagenovese di origine ebraica) e i Medicidi Firenze, e dal loro contributo finan-ziario, che prende corpo l’impresa diCristoforo Colombo come mostra il vo-lume – appena uscito – di Ruggero Ma-rino – dedicato al navigatore genovese6.Impresa concepita all’interno del so-gno della crociata e grazie al patrimo-nio di conoscenze geografiche dellatradizione ebraica. Le Indie, il NuovoMondo, un po’ ritrovamento della Ter-ra promessa per gli ebrei cacciati dal-la Spagna e un po’ ritrovamento del-l’Eden (trovandosi proprio dove, peral-tro, la cosmologia tolemaica collocavail monte del Purgatorio e l’Eden).

Antonio Socci(ha collaborato Tommaso Lorenzini)

Sandro Botticelli, Dante e Beatrice (Paradiso, canto IX)Sandro Botticelli, le tre Virtù danzanti (Purgatorio, canto XXXII) Sandro Botticelli, Matelda (Purgatorio, canto XXVIII)

Sandro Botticelli, “Primavera” (1478). Firenze, Galleria degli Uffizi (foto Summerfield Press/Corbis). Sotto: particolari di alcuni dei disegni che Botticelli eseguì in preparazione alle illustrazioni (incise da Baccio Baldini) che accompagnarono l’edizione della Divina Commedia del 1481, commentata da Cristoforo Landino