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Settimanale di informazione sul settore radiotelevisivo dell’Associazione Coordinamento Nazionale Televisioni Terzo Polo Digitale Anno VII N. 24 del 15/06/2013 I N Q U E S T O N U M E R O - DTT: LCN, situazione immutata, emittenti fuorilegge - DTT: LCN, alla conquista delle posizioni 8 e 9 - TV: aspettando l’Euroamnistia - FREQUENZE: dividendo interno, l’audizione del CNT-TPD - TV Locali: interessamento del MISE-Com vero o falso? - FREQUENZE: il nodo cruciale delle interferenze - ASCOLTI: Tv Sat-Dtt non generaliste, i dati di maggio 2013 - TV: la crisi del settore, il clamoroso caso della Grecia - AGCOM: gli adempimenti del ROC con la CNS - NEWS in breve: vandalismo su impianti in Toscana NUMERAZIONE DEI CANALI SUL TELECOMANDO (LCN) EMITTENTI FUORILEGGE SITUAZIONE IMMUTATA NONOSTANTE L’ANNULLAMENTO DELLA NORMATIVA Nulla di fatto sul fronte sempre bollente dell’LCN, quello che attribuisce ad ogni emittente una posizione sul telecomando. Una posizione che può valere la fortuna o la fine di un’emittente, a seconda se sia tra le prime oppure fanalino di coda. E’ clamoroso come dopo tanti mesi siamo ancora al nulla, sia come nuova normativa (iter interminabile ancora in corso) sia come situazione attuale che è praticamente immutata. “…al fine di ridurre tale problematica conseguenza dell’annullamento in questione, è necessario che, in osservanza del principio del buon andamento, l’AGCOM medio tempore adotti, con l’urgenza del caso , ogni misura transitoria ritenuta utile allo scopo di consentire l’ordinata fruizione della programmazione televisiva da parte degli utenti e degli operatori del settore”. Questo scrivevano i giudici del Consiglio di Stato nella sentenza di annullamento della delibera AGCom 366/10/CONS che regolamentava l’LCN). Ebbene, sia AGCom che MISE-Com hanno eluso la pronuncia (che ben evidenziava il carattere di urgenza di intervento) e l’intervento in urgenza per inibire alle emittenti il posizionamento illegittimo (vedi MTV e DeeJayTV espressamente dichiarate “a carattere musicale’ dagli stessi giudici del Consiglio di Stato). OLTRE AI RITARDI PER LA NUOVA NORMATIVA PERSISTE ANCHE LA MANCATA INIBIZIONE Come accennammo nello scorso numero, ad aggravare la situazione ci sono, poi, specifiche realtà regionali di gravità inaudita. E’ il caso della Campania, che si distingue sempre per l’alto grado di illegalità e del forte legame con la criminalità organizzata. Se la regione, infatti, è ben nota alla cronaca per i numerosi atti di pirateria dell’etere che in passato hanno visto editori-banditi occupare senza scrupolo frequenze assegnate legittimamente ad altri operatori, oggi nella stessa Campania si assiste all’occupazione abusiva anche delle posizioni sul telecomando. Alcune emittenti, infatti, continuano ad occupare illegalmente posizioni strategiche nella fascia 10-19 (assegnazioni, peraltro, poi bocciate dalle sentenze del TAR e Consiglio di Stato). Tali emittenti, pur essendo sotto processo o già condannate per truffa per l’ottenimento di punteggi ai fini delle graduatorie Co.Re.Com (che come noto sono riferimento per l’assegnazione dei contributi e delle posizioni LCN), non hanno subìto alcuna inibizione continuando non solo a trasmettere regolarmente ma anche ad avere migliori posizioni LCN rispetto alle tv che hanno rispettato la legge e che oggi pagano giorno dopo giorno, mese dopo mese, danni incalcolabili sotto il profilo economico e di immagine. Il fatto grave è proprio la mancanza di intervento per il ripristino della legalità. Come lo era per le frequenze, con eccessiva macchinosa burocrazia che non inibiva nell’immediato il pirata, causando ingenti danni economici all’editore onesto, oggi anche per l’LCN non c’è alcuna presa di posizione del MISE-Com e tantomeno dell’AGCom e dell’Antitrust per sospendere il posizionamento.

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Settimanale di informazione sul settore

radiotelevisivo dell’Associazione

Coordinamento Nazionale Televisioni Terzo Polo Digitale

Anno VII N. 24 del 15/06/2013

I N Q U E S T O N U M E R O

- DTT: LCN, situazione immutata, emittenti fuorilegge

- DTT: LCN, alla conquista delle posizioni 8 e 9

- TV: aspettando l’Euroamnistia

- FREQUENZE: dividendo interno, l’audizione del CNT-TPD

- TV Locali: interessamento del MISE-Com vero o falso?

- FREQUENZE: il nodo cruciale delle interferenze

- ASCOLTI: Tv Sat-Dtt non generaliste, i dati di maggio 2013

- TV: la crisi del settore, il clamoroso caso della Grecia

- AGCOM: gli adempimenti del ROC con la CNS

- NEWS in breve: vandalismo su impianti in Toscana

NUMERAZIONE DEI CANALI SUL TELECOMANDO (LCN)

EMITTENTI FUORILEGGE SITUAZIONE IMMUTATA NONOSTANTE L’ANNULLAMENTO DELLA NORMATIVA

Nulla di fatto sul fronte sempre bollente dell’LCN, quello che attribuisce ad ogni emittente una posizione sul telecomando. Una posizione che può valere la fortuna o la fine di un’emittente, a seconda se sia tra le prime oppure fanalino di coda. E’ clamoroso come dopo tanti mesi siamo ancora al nulla, sia come nuova normativa (iter interminabile ancora in corso) sia come situazione attuale che è praticamente immutata. “…al fine di ridurre tale problematica conseguenza dell’annullamento in questione, è necessario che, in osservanza del principio del buon andamento, l’AGCOM medio tempore adotti, con l’urgenza del caso, ogni misura transitoria ritenuta utile allo

scopo di consentire l’ordinata fruizione della programmazione televisiva da parte degli utenti e degli operatori del settore”. Questo scrivevano i giudici del Consiglio di Stato nella sentenza di annullamento della delibera AGCom 366/10/CONS che regolamentava l’LCN). Ebbene, sia AGCom che MISE-Com hanno eluso la pronuncia (che ben evidenziava il carattere di urgenza di intervento) e l’intervento in urgenza per inibire alle emittenti il posizionamento illegittimo (vedi MTV e DeeJayTV espressamente dichiarate “a carattere musicale’ dagli stessi giudici del Consiglio di Stato).

OLTRE AI RITARDI PER LA NUOVA NORMATIVA PERSISTE ANCHE LA MANCATA INIBIZIONE

Come accennammo nello scorso numero, ad aggravare la situazione ci sono, poi, specifiche realtà regionali di gravità inaudita. E’ il caso della Campania, che si distingue sempre per l’alto grado di illegalità e del forte legame con la criminalità organizzata. Se la regione, infatti, è ben nota alla cronaca per i numerosi atti di pirateria dell’etere che in passato hanno visto editori-banditi occupare senza scrupolo frequenze assegnate legittimamente ad altri operatori, oggi nella stessa Campania si assiste all’occupazione abusiva anche delle posizioni sul telecomando.

Alcune emittenti, infatti, continuano ad occupare illegalmente posizioni strategiche nella fascia 10-19 (assegnazioni, peraltro, poi bocciate dalle sentenze del TAR e Consiglio di Stato). Tali emittenti, pur essendo sotto processo o già condannate per truffa per l’ottenimento di punteggi ai fini delle graduatorie Co.Re.Com (che come noto sono riferimento per l’assegnazione dei contributi e delle posizioni LCN), non hanno subìto alcuna inibizione continuando non solo a trasmettere regolarmente ma anche ad avere migliori posizioni LCN rispetto alle tv che hanno rispettato la legge e che oggi pagano giorno dopo giorno, mese dopo mese, danni incalcolabili sotto il profilo economico e di immagine.

Il fatto grave è proprio la mancanza di intervento per il ripristino della legalità. Come lo era per le frequenze, con eccessiva macchinosa burocrazia che non inibiva nell’immediato il pirata, causando ingenti danni economici all’editore onesto, oggi anche per l’LCN non c’è alcuna presa di posizione del MISE-Com e tantomeno dell’AGCom e dell’Antitrust per sospendere il posizionamento.

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ALLA CONQUISTA DEI NUMERI 8 E 9

Sky, il gruppo Discovery, De Agostini e Prs puntano ai tasti 8 e 9 del telecomando, ovvero alle tv che al momento occupano quella posizione nella scansione LCN: Mtv Italia e Deejay tv. Una posizione che, in definitiva, rappresenta oggi l'asset più importante per i due canali, che, per il resto, sentono la crisi come tutto il comparto televisivo.

ECCO GLI SQUALI CHE VORREBBERO ACCAPARRARSI LE DUE POSIZIONI

• Sky vorrebbe valorizzare i contenuti di Cielo in un punto più favorevole dello zapping e per questo sta studiando i dossier e le possibili manovre per sbarcare nei primi nove numeri.

• Stessa cosa per Discovery, che punterebbe a portare più avanti Real Time (ora relegato al 31 del dtt), certa di sfondare quota 2% di share in quella posizione.

• De Agostini, che già contribuisce al 15% del fatturato di Mtv (1,2 mln sui complessivi otto milioni del primo trimestre 2013, grazie alla raccolta del canale Super di De Agostini da parte di Mtv pubblicità), ha voglia di grande tv.

• Telecom Italia Media, che controlla il 51% di Mtv Italia, ha fatto ufficialmente sapere, attraverso il suo presidente Severino Salvemini, che “è abbastanza ovvio che TiMedia non abbia un interesse particolare a rimanere nel business della tv, perlopiù con un asset come Mtv, condiviso quasi al 50% con un altro socio.

• Diversa la situazione sul fronte Deejay tv. Se da un lato va sottolineato che il gruppo Espresso, a livello televisivo, ha raggiunto 28,4 mln di ricavi nel 2012 (molti derivanti dall'attività di affitto banda), con un risultato operativo negativo di 8,8 milioni di euro, dall'altro lato va evidenziato che nei giorni scorsi il gruppo stesso ha smentito categoricamente l'ipotesi, alimentata da indiscrezioni di stampa, di una joint-venture televisiva con Sky.

RISPETTARE LA STORICITA’ E I PRIMI ESCLUSI Nella guerra delle posizioni, ReteCapri ha ribadito come MTV (posizione n. 8) e DeeJay Tv (posizione n.9) sono notoriamente da tutti riconosciute come emittenti tematiche (comprese le sentenze del Consiglio di Stato), che solo con il passaggio al digitale terrestre si sono travestite, con patetici trucchi, da emittenti semigeneraliste inserendo in palinsesto qualche telefilm, notiziario (peraltro di genere) per cui NON sono legittimate ad occupare le posizioni attuali che sono assegnate alle emittenti ex analogiche.

Premesso che ReteCapri ha impugnato anche la nuova delibera dell’AGCom n. 237/13/CONS, è di tutta evidenza che non può essere consentita la cessione o, comunque, il trasferimento e l’uso delle posizioni 8 e 9 né a Sky con la nuova emittente nativa Cielo, né a Discovery ugualmente nativa digitale con il suo canale Real Time, poiché una delle due posizioni deve essere assegnata a ReteCapri, essendo l’unica emittente nazionale generalista non inserita nella numerazione 1-9 (alla quale è stata appositamente prevista l’assurda e discriminante posizione n. 20). ReteCapri, infatti, possiede in pieno il requisito della storicità trasmettendo sin dal 1982. Non a caso il Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento Comunicazioni non aveva consentito a ReteCapri di stipulare neanche accordi di trasmissione di parte del palinsesto di una emittente nativa digitale.

Se, perciò, ad altri fosse consentito quello che è stato, invece, vietato ed impedito a ReteCapri con la trasmissione (peraltro limitata e parziale) di un’emittente nativa digitale, ReteCapri è già pronta ad avviare tutte le azioni legali per impedire l’assegnazione a terzi non legittimati dell’uso delle posizioni 8 e 9 non escluso il ricorso, oltre che alla giustizia amministrativa, anche a quella comunitaria, nonché all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, senza omettere in ultima analisi anche l’esame della vicenda sotto il profilo penale.

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ASPETTANDO L’EUROAMNISTIA La pietra lanciata nello stagno da parte del Commissario europeo alla fiscalità Algirdas Semeta per una sorta di “euro condono una tantum” non ha ancora trovato concrete prese di posizione ufficiali da parte degli Stati membri. Ovvio che si tratta di proposte e aperture, ma è altrettanto ovvio che l’UE è preoccupata per la situazione in cui versano piccole e medie imprese oltre a milioni di cittadini.

L’AUMENTO DELLE TASSE E L’AZIONE INDISCRIMINATA DI RISCOSSIONE NON SONO PIU’ UNA STRADA PERCORRIBILE Ormai è evidente che un’azione ossessiva che vede l’aumento della pressione fiscale mista all’indiscriminato braccio armato per la riscossione delle tasse (come il caso di Equitalia), non si sono e non si stanno dimostrando armi efficienti per sanare l’economia, anzi, si rischia di affossarla definitivamente mandando a casa migliaia di imprenditori, tra cui gli editori indipendenti di piccola e media grandezza, come sta avvenendo in Italia.

TUTTE LE STRADE PORTANO AD UNA “TAX AMNESTY”

C’è da aggiungere che dal 2014, al più tardi dal 2015, in tutti i paesi dell'Ue, ma anche nelle tradizionali casseforti come Svizzera, San Marino, Andorra, Monaco, non ci sarà più alcun limite allo scambio automatico di informazioni. Il fisco di ogni paese europeo potrà mettere gli occhi sui conti correnti e quindi sui patrimoni detenuti dai propri cittadini in tutto il continente. Con conseguenze devastanti. Perché il possesso di capitali non dichiarati farà scattare presunzioni e innescherà meccanismi anche di natura penale in grado di rovinare milioni di cittadini europei. Ma non è pensabile che l'Europa esponga una gran fetta consistente dei propri cittadini a rischi di questo genere senza proporgli una via di fuga. Da qui una l’ipotesi di una “Tax Amnesty” di formulazione comunitaria.

L’OPPORTUNITA’ DI SALVEZZA PER LE TV LOCALI

Purtroppo, sotto il profilo normativo così massacrato (vedi ritardi cronici ed enorme contenzioso legale) non è più sufficiente attendere i tempi necessari per riportare equità e non discriminazione al settore. Per tale motivo, l’unica azione più immediata per frenare il tracollo delle tv locali era quello di agire sulla morsa fiscale, allentandola, frenandola. Da qui è nato due mesi fa l’appello al condono da parte del CNT-TPD che, a quanto pare, è stato praticamente sposato in pieno dalla Commissione Europea. Purtroppo, la profonda recessione con il drastico calo degli investimenti pubblicitari misto al dissanguamento prodotto dal passaggio al digitale terrestre e alla cattiva gestione “regolamentare” (MISE-Com, AGCom) con numerosi contenziosi legali aperti, ha generato un disastro annunciato. L’attuale, unica, speranza per le poche realtà ancora in piedi sono i contributi statali (ex L.448/98, di cui forte appello è stato fatto sia per il rispetto dei tempi di erogazione sia per frenare gli ulteriori tagli già previsti), e l’euroamnistia per agire sulla morsa fiscale.

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DIVIDENDO INTERNO

Sono terminate mercoledì scorso, presso la sede di Roma dell'AGCom, le audizioni delle associazioni di categoria sulla revisione del piano nazionale di assegnazione delle frequenze in tecnica digitale. La revisione del piano si rende necessaria a seguito della delibera N. 277/13/Cons con la quale l'Autorità ha fissato le disposizioni per la nuova procedura di gara per l'assegnazione gratuita delle derivanti dal dividendo digitale interno. La nuova delibera sostituisce in sostanza la delibera n. 497/10/CONS nota come beauty contest. L'AGCom è chiamata, nella predisposizione del nuovo piano, a risolvere alcune problematiche interferenziali tra cui quelle determinate dall'avvio delle trasmissioni dei sistemi LTE-800, in particolare per la rete operante sul canale 60 UHF; quelle con riferimento al coordinamento internazionale relativo al lotto L1 (canali 6 e 7 con la Croazia) e ai lotti L2 e L3 (canale 25 con la Francia e canali 23,24,28 con la Croazia).

L’AUDIZIONE DEL CNT-TPD: ECCO COME RIPARTIRE I TRE MUX NO ALLA TRASFORMAZIONE DEI DVB-H IN DVB-T

Tra gli altri, anche il CNT-TPD ha tenuto la propria audizione presso il MISE-Com con le idee ben chiare circa la destinazione delle frequenze nazionali messe in gara: tre mux per tre problematiche da risolvere:

1. il primo riguardante le interferenze con i paese terzi, per cui una frequenza – secondo il CNT-TPD - potrebbe andare supportare e tamponare ulteriormente il fenomeno mai risolto che rischia di avere gravi ripercussioni future.

2. Il secondo problema è rappresentato dal mercato delle tv locali che hanno subito un drastico ridimensionamento di spazio frequenziale per andare a favorire la banda larga e le TLC, su pressione dell’UE. (è il caso della famosa “rottamazione” dove sono state penalizzate soltanto le tv locali. Un mux, quindi, dovrebbe essere destinato alle tv locali per riequilibrare.

3. Il terzo problema, mai risolto, è il caso di ReteCapri, che ha ottenuto un solo multiplex (rispetto ai due di Rete A di pari avente diritto), peraltro di qualità nettamente inferiore rispetto alle concorrenti. L’assegnazione della frequenza consentirebbe di sanare una frattura già aperta nel lungo “ventennio” analogico dominato dal duopolio Rai-Mediaset

Il CNT-TPD ha, inoltre, segnalato come non debba essere consentito ai possessori dei frequenze DVB-h (la videotelefonia) di poter convertirle in Tv digitale terrestre. In tal modo si evita che il mercato rischi di non favorire la concorrenza consentendo, peraltro, a Mediaset (esclusa dalla gara perché già in possesso di oltre 3 mux) di ottenere un altro mux per altra via.

ZANONATO: “ASTA CON OFFERTE ECONOMICHE A RILANCI COMPETITIVI”

L'asta per l'assegnazione del dividendo interno del digitale tv terrestre avrà luogo con la formula dei rilanci competitivi. La dichiarazione è del ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, ed è stata resa nel corso di un'audizione alla Camera. "Al fine di assicurare l'uso efficiente e la valorizzazione economica dello spettro radio, nonché per aprire il mercato di radiodiffusione televisiva terrestre in tecnica digitale a soggetti nuovi entranti - ha spiegato Zanonato - assegneremo nuovi diritti d'uso per frequenze televisive nazionali tramite un'asta con offerte economiche a rilanci competitivi".

CATRICALÀ: PRONTI AFINE MESE. BANDO SPEDITO A BRUXELLES

Intanto martedì scorso gli uffici del MISE-Com hanno inviato alla Commissione Europea i testi del disciplinare e del bando per l'asta delle frequenze Tv. Lo ha riferito il viceministro allo Sviluppo economico Antonio Catricalà nel corso di un'audizione alla commissione Trasporti della Camera. “Mi sono impegnato cosi' con la direzione concorrenza della Commissione Europea – ha detto Catricalà - Penso che prima della fine del mese saremo pronti. Prendo sempre tempi larghi per non deludere''.

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TV LOCALI INTERESSAMENTO

VERO O FALSO?

Durante l’audizione di Antonio Catricalà tenutasi martedì scorso presso la Commissione Trasporti alla Camera, il viceministro ha riservato un breve passaggio sulla situazione delle televisioni locali, in particolare sul Regolamento riguardante i contributi statali (ex L. 448/98). Catricalà, riferendosi al settore, ha spiegato che si tratta di “una realtà particolarmente consistente in Italia che ha un gran valore per il tessuto sociale e la cultura che dobbiamo valorizzare e mantenere. Levarli (i contributi n.d.r.) sarebbe errore gravissimo, piuttosto va riformato il meccanismo di ripartizione per dare a chi merita di più. Non basta solo il fatturato ma occorre premiare la qualità della cultura e dell’informazione”.

CNT-TPD: CONTRIBUTI, BASTEREBBE FAR RISPETTARE LE REGOLE ATTUALI

Premesso che è stato ben accolto l’intervento ed il proposito del viceministro, per il CNT-TPD non basta soltanto evitare di cancellare la voce dal bilancio dello Stato. Considerando che lo stanziamento totale è stato decurtato negli anni e che ancora è prevista una ulteriore riduzione, come primo intervento sarebbe necessario frenare i tagli e, eventualmente, tornare in “salita” con una inversione di tendenza. I circa 100 milioni attuali non sono, infatti, sufficienti a sostenere un intero settore che versa in gravissima difficoltà. Ricordiamo, a tal proposito, che il Dl 95/2012 sulla spending review, convertito in legge il 7 agosto, prevede all'articolo 7, comma 11, che i contributi all'emittenza televisiva locale e radiofonica vengano ridotti di 20 milioni per il 2013 e di 30 per il 2014. Quanto al capitolo “erogazione” ci sarebbe da intervenire sul rispetto dei tempi stabiliti, in particolare sull’attività dei Co.Re.Com, non tutti efficienti. Non è mai accaduto che il completamento delle graduatorie fosse avvenuto per tutte le regioni in maniera puntuale, frenando così tutta la macchina. Riguardo i criteri, basta semplicemente far rispettare le norme che già ci sono, evitando che i “pirati dell’etere” dichiarino situazioni amministrative non veritiere come è già avvenuto, gonfiando i punteggi e falsificando, di conseguenza, le graduatorie. Vale il caso della Campania, dove con casi accertati penalmente, ci sono state tv che hanno beneficiato illegittimamente di contributi e di altre situazioni derivanti dalle graduatorie (es.: posizionamento LCN) e non hanno subìto inibizioni, mentre le tv danneggiate continuano a restare tali. Si pensi, inoltre, ai vecchi casi di pirateria riguardante l’occupazione abusiva di frequenze. Anche in quei casi, si sono registrati ritardi macchinosi nel ripristino della legalità mentre una sola ora di buio comportava per le tv in regola pesanti danni economici. Con questo sistema e con questi esempi non si può andare da nessuna parte; se mancano azioni di inibizione immediata, si incentiva addirittura a commettere azioni illegali.

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FREQUENZE IL NODO CRUCIALE

DELLE INTERFERENZE

Gli interventi per risolvere i problemi di interferenze tra rete mobile di quarta generazione (Lte) e i televisori DTT che gli italiani hanno in casa “non costeranno un euro ai cittadini, saranno totalmente a carico degli operatori, che agiranno senza disturbare la tranquillità delle famiglie. Abbiamo definito il cosiddetto regolamento interferenze che definisce le misure e le modalità di intervento da porre a carico degli operatori titolari delle frequenze in banda 800 Mhz”. Lo ha detto il Viceministro Catricalà. In seguito “il Consiglio di Stato ha dato il suo parere sul provvedimento che a breve verrà sottoposto al Consiglio dei ministri. La nostra attenzione rimane però alta affinchè tale regolamento sia attuato correttamente anche per quanto attiene alle campagne di comunicazione per informare gli utenti interferiti della possibilità di un intervento risolutivo con i costi a carico degli operatori: una fase delicata e di grande impatto sociale” IL CNT-TPD ricorda che il regolamento presenta alcune “anomalie”, prima tra tutte l’affidamento alla Fondazione Ugo Bordoni della valutazione delle segnalazioni e la decisione dell’ l’invio dei tecnici. Inoltre, presupposto per l’intervento, è l’essere in regola con il canone di abbonamento RAI. Si tratta di due fattori che denotano potenziali pericoli di discriminazione che dovrebbero essere valutati dall’AGCom e dall’Antitrust.

ASCOLTI TV NON GENERALISTA MAGGIO ‘13 TENDENZA DEL +11% RISPETTO AL 2012 Secondo l’analisi mensile realizzata da Starcom, a maggio 2013 la tv non generalista ottiene il 35.9% di share nel totale giorno, evidenziando una crescita negli ascolti pari al +11% sull’omologo 2012. Mattina, pomeriggio e seconda serata sono le fasce orarie più seguite. Del 35.9% di share complessivo registrato dalle tv non generaliste, circa il 30% appartiene ai canali del gruppo Tv digitali (terrestri e satellitari, esclusi i canali Sky+Fox) che crescono complessivamente del +14% rispetto al maggio 2012. Rientra in questo gruppo anche il canale Dtt del gruppo Sky Cielo (0.7% di share nel totale giorno).

Il restante 5.9% di share appartiene al gruppo sat pay Sky+Fox che nel mese di maggio si conferma negli ascolti più o meno stabile in confronto all’anno precedente. Ottimi risultati di audience sono registrati dai contenuti di informazione (Sky Tg 24), sport (Sky Sport 1, Sky Calcio 1, Sky Sport 24, e canali dedicati alla Formula 1 di cui Sky ha di recente acquisto i diritti integrali), telefilm. Affinando l’analisi alle singole emittenti del gruppo tv digitali, il canale dedicato all’intrattenimento al femminile Real Time si conferma in cima alla top ten dei più visti, con circa 155 mila spettatori nel minuto medio. Sempre presente nelle prime posizioni della top ten anche l’altro canale del gruppo Discovery, DMax (128 mila spettatori nel minuto medio), rivolto a un pubblico maschile appassionato di reportage e docu-reality. In evidenza la performance del canale del gruppo Mediaset Iris, che concentra 137 mila spettatori nel minuto medio grazie a un palinsesto dedicato quasi totalmente al cinema. Premiato anche Rai Yo Yo (126 mila spettatori nel minuto medio) che conferma la propria leadership tra i canali Kids ma ottiene anche ottimi consensi sul target Individui dove risulta quarto canale preferito.

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LA CRISI DEL SETTORE IL CLAMOROSO CASO DELLA GRECIA La scure dell'austerity e dei tagli, con cui sta facendo i conti la Grecia, non risparmia la tv e la radio di stato: con un blitz il governo Samaras ha annunciato l'ultimo atto dell'emittente pubblica “le trasmissioni saranno interrotte”. E tutti i 2.780 dipendenti dell'Etr (Elliniki Radiofonia ke Tileorasi) saranno licenziati. Una mossa che rientra nel piano di privatizzazioni delle aziende a partecipazione statale, imposto dalla Troika come condizione al proseguimento del piano di aiuti internazionali, cui seguirà la creazione di “un nuovo e più moderno ente radiotelevisivo che non sarà più controllato dallo Stato e funzionerà con meno personale”, ha fatto sapere il governo greco. Una decisione cui non sono tardate le reazioni.

La Ert, sovvenzionata dallo Stato e anche da un canone che i cittadini pagano con la bolletta della luce - ha aggiunto - ha un numero di dipendenti da tre a otto volte considerato superiore alle necessità e asset mal gestiti. All'emittente pubblica con introiti pari a circa 300 milioni di euro l'anno fanno capo cinque stazioni televisive (ET1, Net, ET3, Ert World e Ert HD), 29 radiostazioni, siti web, un settimanale, oltre all'Orchestra Sinfonica nazionale e l'Orchestra di Musica contemporanea. Non è ancora chiaro quanti dipendenti saranno riassunti nel nuovo ente, ma il portavoce ha assicurato che coloro che perderanno il posto di lavoro saranno indennizzati mentre circa 700 di essi potranno andare in pensione anticipata.

UN SEGNALE PESANTE CHE DEVE FAR RIFLETTERE Le nostre pubblicazioni non hanno quasi mai preso in considerazione la situazione del settore televisivo di altri paesi, se non per il fatto che da sempre sono considerati molto piu avanti di noi in tema di pluralismo e concorrenza. Il caso della Grecia, però, ha meritato i riflettori anche del CNT-TPD per evidenziare come la crisi, quella più ampia, la congiuntura negativa che avvolge l’intera Unione Europea, ha raggiunto livelli tali da mettere in ginocchio anche realtà considerate un tempo incrollabili. Certamente in casa Italia un fatto del genere avrebbe difficoltà a verificarsi, anche in condizioni economiche peggiori, poiché la forte influenza della politica e del conflitto di interessi eviterebbe di chiudere un mezzo strategico per la comunicazione di massa.

L’ESEMPIO:A RISCHIO LA LIBERTA’ DI INFORMAZIONE Vale, però, la pena di ricordare come il caso della Grecia ha sollevato pesanti conseguenze sotto il profilo della libertà e del diritto all’informazione pregiudicando il senso stesso di una democrazia. Questo fa comprendere come la chiusura di centinaia di “voci” rappresentate dalle tv locali possono penalizzare quel diritto e la stessa democrazia spingendo l’Italia ancora più in basso nella classifica dei paesi in tema di libertà di informazione. _____________________________________________________________________________ TV LOCALI, TOSCANA, AREZZO.TELETRURIA: CASSA INTEGRAZIONE PER 6 DIPENDENTI La storica emittente televisiva aretina Teletruria dell'editore Butani, visibile in una vasta area, comprendente l'intero territorio aretino e le province di Siena, Grosseto, Perugia, Pistoia, Prato e Firenze, in questi giorni è ricorsa alla cassa integrazione per 6 dei suoi dipendenti (di fatto un terzo del totale degli addetti). I sindacati di categoria hanno chiesto un incontro urgente in Regione. Con la forte crisi che non risparmia il settore il futuro della tv rimane pieno di incognite.

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ADEMPIMENTI ROC ATTRAVERSO LA CARTA NAZIONALE SERVIZI

Come noto, con l’adozione della delibera AGCom n. 393/12/CONS, l’Autorità ha disposto l’integrazione degli adempimenti relativi alla gestione telematica del Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) tra quelli esposti nel portale www.impresainungiorno.gov.it gestito dalla Unioncamere (Unione italiana delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura).

Dal 16 ottobre scorso, quindi, l’accesso al nuovo sistema del ROC avviene attraverso il portale o collegandosi ai singoli adempimenti attraverso il portale AGCom. L’accesso agli adempimenti è consentito unicamente attraverso l’uso della Carta Nazionale dei Servizi (CNS) di cui all’art. 1 lett. d) del Codice dell'Amministrazione digitale (D.lgs. 7 marzo 2005, n. 82). Consegue da ciò che i legali rappresentanti o titolari degli operatori iscritti (o che intendono presentare domanda di iscrizione), le persone fisiche obbligate ad effettuare comunicazioni (cfr. art. 8 e 9 dell’allegato A alla delibera 666/08/CONS e s.m.i.) ed i delegati alla compilazione e trasmissione degli adempimenti verso il Registro degli Operatori di Comunicazione devono dotarsi della CNS per l’accesso al portale. Il certificato CNS è, a tutti gli effetti, un documento di identità elettronico e come tale può essere rilasciato soltanto da una Pubblica Amministrazione, che lo distribuisce in forma di smart card (formato carta di credito) o di chiavetta USB.

IN BREVE

IMPIANTI TELEVISIVI DATABASE CONSULTABILE:

http:www.sviluppoeconomico.gov.it/programmi_televisivi/home.html.

Allo stesso indirizzo sono pubblicati anche i dati relativi ai

monitoraggi dei programmi televisivi, effettuati dagli Ispettorati Territoriali,

direttamente sul territorio, almeno ogni due mesi.

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VANDALISMO SU IMPIANTI IN TOSCANA

Dalla Toscana arriva una notizia di cronaca che colpisce le tv. Verso le 18.00 di martedì scorso, ignoti, smontando una parete del box di ricovero degli impianti televisivi, si sono introdotti all'interno di una postazione posizionata sul monte delle Pizzorne di Lucca ed hanno fatto razzia di nove ponti radio. I delinquenti hanno anche danneggiato vari strumenti installati sui ripetitori delle emittenti Noi Tv, Rete Versilia e Mediaset. I segnali delle rispettive tv sono scomparsi nella Media Valle del Serchio e la Garfagnana e sono attualmente in fase di ripristino. I danni sono stati calcolati in 80mila euro.

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