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SALVE AMICI E’ con questo numero che sostanzialmente inizio ad operare come Redattore Capo de “Lo Jonio”. Malgrado la mia ritrosia all’utilizzo dell’informatica, ho accolto l’invito del Consiglio a ricoprire tale carica per due motivi : - il primo, una scommessa con me stesso per verificare sul campo se ad una certa età si possono utilizzare le moderne tecnologie. E se ci riesco io, sarà facile per tutti gli altri colleghi che dicono sempre che è “ troppo tardi “. Ed invece non lo è ! - la seconda ragione che mi ha spinto ad accettare è il rispetto che nutro nei confronti di Voi tutti. Come dire: “C’è da fare qualcosa per la causa ? Presente!” Il tutto a seguito anche delle dimissioni per motivi di salute dell’amico Di Bella che, con l’occasione, desidero ringraziare per il lavoro sin qui svolto e al quale rivolgo l’augurio – pensando di interpretare il pensiero dei colleghi – che presto possa tornare a partecipare attivamente e brillantemente alle attività del Gruppo. Chiudo pregandovi di scusarmi se i prossimi numeri lasceranno un a desiderare nella veste grafica: col tempo e con l’aiuto degli amici cercherò di migliorare. Un’ultima raccomandazione: il “nostro“ giornalino lo imposterò io, ovviamente , ma siamo in tutti a farlo. Siete soprattutto Voi e per questo Vi invito ad una maggiore collaborazione inviando i Vostri scritti (possibilmente non troppo lunghi ). Cari saluti ninì renzo pappa Lo Jonio Lo Jonio Lo Jonio Lo Jonio Settembre 2011 Anno VI° Num.7 Organo d’informazione interna dell’Unione Pensionati del Gruppo Unicredit SpA Gruppo Sicilia Orientale e Calabria – Catania Redatto, stampato e distribuito in proprio, gratuitamente ed esclusivamente, al personale in quiescenza. Sede: Corso Sicilia, 40 – 95131 – Catania – telef. 095-3520154 Redattore Capo : Ninì Renzo Pappa

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SALVE AMICI E’ con questo numero che sostanzialmente inizio ad operare come Redattore Capo de “Lo Jonio” . Malgrado la mia ritrosia all’utilizzo dell’informatica, ho accolto l’invito del Consiglio a ricoprire tale carica per due motivi : - il primo, una scommessa con me stesso per verificare sul campo se ad una certa età si possono utilizzare le moderne tecnologie. E se ci riesco io, sarà facile per tutti gli altri colleghi che dicono sempre che è “ troppo tardi “. Ed invece non lo è ! - la seconda ragione che mi ha spinto ad accettare è il rispetto che nutro nei confronti di Voi tutti. Come dire: “C’è da fare qualcosa per la causa ? Presente!” Il tutto a seguito anche delle dimissioni per motivi di salute dell’amico Di Bella che, con l’occasione, desidero ringraziare per il lavoro sin qui

svolto e al quale rivolgo l’augurio – pensando di interpretare il pensiero dei colleghi – che presto possa tornare a partecipare attivamente e brillantemente alle attività del Gruppo. Chiudo pregandovi di scusarmi se i prossimi numeri lasceranno un pò a desiderare nella veste grafica: col tempo e con l’aiuto degli amici cercherò di migliorare. Un’ultima raccomandazione: il “nostro“ giornalino lo imposterò io, ovviamente , ma siamo in tutti a farlo. Siete soprattutto Voi e per questo Vi invito ad una maggiore collaborazione inviando i Vostri scritti (possibilmente non troppo lunghi ).

Cari saluti ninì renzo pappa

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Anno VI° Num.7

Organo d’informazione interna dell’Unione Pensionati del Gruppo Unicredit SpA Gruppo Sicilia Orientale e Calabria – Catania

Redatto, stampato e distribuito in proprio, gratuitamente ed esclusivamente, al personale in quiescenza. Sede: Corso Sicilia, 40 – 95131 – Catania – telef. 095-3520154

Redattore Capo : Ninì Renzo Pappa

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IMPORTANTE Riteniamo utile informare i Soci che sul portale Uni.C.A. è possibile visualizzare sia le modalità che le strutture convenzionate relative alla “Campagna di prevenzione giugno/novembre 2011“. La prenotazione (cfr. anche ultima informativa di UniCredit Spa – Uni.C.A. del luglio 2011) è consentita entro il 31.10.2011. I colleghi (solo pensionati)che non utilizzano il computer possono contattare telefonicamente la Centrale Operativa Sanitaria al numero 800-916421, tasto 2. Intanto possiamo anticiparvi che le strutture convenzionate sono, purtroppo, soltanto due e precisamente la GIBINO srl di Catania e l’ISTITUTO CLINICO DE BLASI di Reggio Calabria. LA REDAZIONE

Riflessioni del migliore amico dell’uomo in un giorno di solitudine

Naturalmente avrete capito che sono un cane, un meticcio adottato da una famiglia composta da quattro persone che mi vogliono bene e mi rispettano e io li ricambio. Oggi mi sento un po’ solo, perché la mia famiglia è stata invitata ad una Prima Comunione e quindi io non posso partecipare. Certo mi sarebbe piaciuto andare a pranzo in una bella villa con giardino e correre libero e felice con i bambini. Non devo lamentarmi! Sono un cane fortunato! Sono stato tolto dalla strada e condotto a vivere in un bell’appartamento, dove non mi manca niente. I primi tempi sono stati faticosi, quante regole ho dovuto imparare: questo non si fa; questo si fa ad un orario stabilito e poi ci sono state le visite dal veterinario che mi ha fatto tante punture che loro chiamano “vaccini” e poi i bagni che per me sono stati una vera tortura; ora ho imparato a non ribellarmi e così li sopporto meglio e poi quando la figlia della mia padrona mi asciuga con una pistola dalla quale esce aria calda mi va sulla pancia e mi fa il solletico e io comincio a rotolarmi e a ridere e loro ridono con me.

All’inizio del primo inverno che ero in casa loro sono cominciati i guai. Volevano farmi indossare il cappottino di lana colorato, una cosa che un meticcio di razza pura non può ammettere e così mi sono difeso con i denti per non cadere nel ridicolo. E ora esco a pelo nudo e guardo con disgusto quei signorini avvolti in ridicoli cappottini o impermeabili che li fanno sembrare pupazzi colorati. E poi c’è il mangiare. A me piacerebbe assaggiare tutto quello che mettono in tavola, ma non si può, perché altrimenti

ingrasso. Però io mi arrangio: durante i pasti mi sistemo sotto la tavola e così succede che qualche bocconcino succulento cade involontariamente o no ed io sono pronto ad afferrarlo. Oggi che sono solo potrei girare per casa, ma alcune stanze sono chiuse

perché loro non vogliono che io usi i loro letti per i miei riposini. Comunque va bene così, ho una bella cuccia comoda e pulita con un bel materasso a quadretti bianchi e rossi che mettono allegria. Il mio nome è Sansone e così mi firmo: “SANSONE”.

Lilly Alonzo

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L’angolo del buon umore e relax

Tra amici E tua moglie com’è ? Voglio dire sotto il profilo sessuale ? Cosa vuoi che ti dica : c’è chi ne parla bene e c’è chi ne parla male. E la tua ? Ah, la mia a letto è un vulcano. E ti assicuro che non sono il solo a dirlo. Come dire: contenti loro ! &&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&& Vecchi modi di dire siciliani

- Cu s’havi a rumpiri ‘u coddu, trova ‘ a scala puru ‘a lu scuru - l’omu ‘nvecchia cchiù pi li pinseri chi ppi l’età - i paroli non jncunu ‘a panza (oppure :panzicedda china fa cantari e non vistiteddu novu ) - cu javi i commoditati e non si ni servi nun c’è cunfissuri chi l’assorvi

&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&& Il giudizio sulle mogli secondo alcuni famosi personaggi dell’antichità - SOCRATE (a proposito di Santippe ) :sopportando una donna del genere in casa mi abituo a sopportare più facilmente anche fuori l’insolenza e l’ingiustizia degli altri. - VARRONE : il difetto delle mogli si deve o sopportare o eliminare. Chi elimina il difetto rende la moglie più trattabile. Chi lo sopporta rende migliore se stesso.

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L’ANGOLO DELLA CUCINA

ZUZZU (Gelatina di maiale)

Ingredienti :8-10 pers. - Preparazione: 20' - Cottura: 2h

2kg di carne di maiale 1 piedino di vitello

4 l d'acqua aceto q.b limoni q.b

pepe nero q.b

Bollite insieme, molto a lungo, la carne di maiale (muso, testina, orecchia, oltre a carne netta) ed un piedino di vitello in 4 litri d'acqua. Un quarto d'ora prima di togliere dal fuoco, aggiungete abbondante aceto. Quando la carne sarà cotta scolatela, fatela raffreddare e disossatela togliendo le parte grasse. Scolate il brodo, mettevi abbondante succo di limone (aceto e limone devono essere dosati secondo il gusto di ciascuno). Mettete la carne in un recipiente di terracotta in un unico strato, spolveratela di pepe nero e gettatevi sopra il brodo caldo. Mettete al fresco finché la gelatina si rapprenda bene.

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Questo mese gli auguri di Buon Compleanno vanno a : Campanella Maria(22) Cappello Paolo(29) Caruso Antonino(4) Caruso Tommaso(19) Castorina Angelo(24) Chirieleison Mario(8) D’Amico Lidia(13) Minissale Giuseppe(29) Nicosia Grazia(9) Raffo Bellero Addolorata(15) Termini Giuseppe(21) buon compleanno buon compleanno buon compleanno buon compleanno buon compleanno buon compleanno

buon compleanno buon compleanno buon compleanno buon compleanno buon compleanno buon compleanno

Il collega IRULLO ha festeggiato recentemente le “ nozze d’oro “ mentre il

collega COSTANZO addirittura ben 54 anni di matrimonio. Formuliamo i più cari ed affettuosi auguri anche alle rispettive, gentili consorti per il raggiungimento di questi prestigiosissimi traguardi e……………..

ARRIVEDERCI ALLA PROSSIMA RICORRENZA

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Caro, anzi carissimo, prof. De Mattei

Cari amici di Unipens, avete avuto occasione di leggere le affermazioni dell’egregio prof. Roberto De Mattei, insegnante presso l’Università Europea di Roma e vicepresidente (per carica politica) del CNR, esternate in varie occasioni ? No? Ed allora, molto brevemente, ve le riassumerò. Afferma il prof. De Mattei, commentando la tragedia del Giappone e andando indietro al devastante terremoto di Messina e Reggio Calabria, che tutte le catastrofi ( e con ciò fa suo il pensiero di tale Mons. Manzella, Vescovo di Rossano Calabro) sono “una voce paterna ma terribile della bontà di Dio, talora esigenze della “Sua giustizia“ della quale sono giusti castighi. Ed ancora, sempre parlando di catastrofi naturali, “sono fenomeni naturali che Dio ha potuto introdurre nel suo piano di creazione per molteplici fini degni della Sua sapienza e bontà “. Il “nostro“ non è però nuovo ad esternazioni del genere quando afferma, ad esempio, che quello che è successo in Polonia in occasione del secondo conflitto mondiale è derivato dal numero considerevole di aborti o, ancora, che la caduta dell’impero romano sia stata volere divino a causa dell’omosessualità dei romani appunto. Ora in pieno terzo millennio questo signore sostiene delle tesi così sconcertanti che mi sembra un ritorno al periodo più buio del Medio Evo: anche se non mancano di certo i suoi sostenitori Ad esempio, tale Paolo Deotto, su un sito dal titolo “Riscossa Cristiana“ scrive una lettera di solidarietà in suo favore appiccicando a quelli che definisce suoi detrattori una cultura e un modo di pensare completamente falsi (riconducibili proprio al mittente). Sostiene il predetto Deotto : “ Giù le mani dal prof. De Mattei. E’ un linciaggio di un uomo di valore che ha avuto il torto di testimoniare la sua Fede Cristiana”. E andando avanti con la lettura vengo a scoprire che anch’io, assieme ad altri che la pensano come me, sarei “bigotto scatenato di

sinistra oppure appartenente al solito fronte fascista_radical_socialista” o, ancora, “ateo intollerante “. Ora il De Mattei , oltre a giustificare per volere divino la recente catastrofe giapponese , in occasione di un intervento presso una seguitissima trasmissione radiofonica a diffusione nazionale , ancora una volta torna sugli argomenti a lui così cari parlando del terribile terremoto di Messina e Reggio. (e qui scomoda anche Sant’Annibale Maria di Francia che avrebbe detto – allora – ciò che lui dice oggi. Non voglio entrare nel merito e parafrasando un’aria della Tosca dico “scherza coi fanti ma lascia stare i Santi ). Afferma infatti il prof: De Mattei che la mattina del 27 dicembre del 1908 sarebbero apparsi sulle mura della città scritte recitanti “ Gesù non è mai esistito” e nel pomeriggio si sarebbe svolta una processione “blasfema “ con una Croce fatta a pezzi. E il sommo Iddio avrebbe provveduto, sempre a fin di bene s’intende, a distruggere le due città causando circa 80.000 morti (ma salvando miracolosamente l’Orfanotrofio in cui si trovavano gli orfanelli ). Sono certo che le quasi ottantamila vittime di Messina e Reggio (cui si aggiungono quelle della tragedia nipponica e delle altre tragedie di tutti i tempi) a quest’ora si rivoltano nelle tombe e di certo non pregheranno per la sua salute in terra né per la sua anima quando sarà nell’Aldilà (posto che ci andrà). Un’ultima considerazione. Ci sono incontri, anche brevi, con alcuni personaggi che ti lasciano internamente qualcosa di positivo, cioè ti arricchiscono. Personalmente averla ascoltata caro, anzi carissimo prof. De Mattei, ha lasciato in me un senso di profonda povertà umana e spirituale. Ho rimpianto di non aver assistito – per la prima volta - al “ Grande Fratello “.

n.r.pappa

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QUELL’ESTATE A PEDARA Un giorno festivo, da poco avevo superato i 55 anni e mi piaceva l’aria tersa del mattino a Pedara. Mi ritrovai nel vecchio campetto, al centro del paese. Ore 8,30 circa. Sopraggiungono molti giovani, due squadre di calcio, per un incontro fra dilettanti. Undici contro undici, ma non hanno l’arbitro e, vedendomi (solo estraneo presente), mi chiedono se posso farlo io. Mi sembra male e accetto, non correrò troppo, senza fischietto, gridando. La durata i 90 minuti normali. E’ l’80°: 0 – 0. Uno di loro si fa male e domandano se posso sostituirlo in campo. Sono perplesso, ma comunque per i 10’ finali gioco con la squadra che attacca verso la zona nord, opposta al centro paese. Mi schiero in avanti; c’è subito un fallo laterale sulla destra, a circa 20 metri dalla porta avversaria. Il pallone è lanciato in campo, batte sul mio petto ed ho la prontezza di colpire al volo, di destro, palla in rete: 1 -. 0. I ragazzi stupefatti.

Pochi minuti dopo, sulla destra è calcio d’angolo per noi. Mi accingo io a batterlo, guardo e rifletto. Non si osserva la regola del fuori gioco e sono in molti a mezzo metro dalla porta; mi dico che, tirando rasoterra lungo la linea di fondo, qualche piede metterà dentro. Eseguo, infatti, un piede c’è e fa gol! 2 -0. Qualcuno mi apostrofa: “Maestro”. E’ 89°. Per un incidente, lo schieramento viene modificato: io debbo cambiare squadra. Mi porto in zona opposta e in posizione di ala destra raccolgo un lungo pallone rilanciato: da circa 25 metri il mio tiro che si alza e scende arcuato, colpisce l’incrocio sinistro dei pali, ma per un soffio sorvola e va fuori. Sarebbe stato il 2 – 1. Finisce 2 – 0. Ho marcato una rete e ci sono stato in episodi significativi. I ragazzi ricorderanno quel papà, arbitro e compagno. E’ memoria lontana, ma ancora vivida, di un tempo andato, che mi fa risentire sempre il profumo dell’AMORE AL CALCIO, lo sport più bello del mondo.

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Vittorio Cannarella

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"Le 10 strategie della manipolazione mediatica"

L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione

del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche.

Il linguista Noam Chomsky ha elaborato la lista delle “10 Strategie della Manipolazione” attraverso i mass media.

1 - La strategia della distrazione. L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l’interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica. “Sviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza. Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”). 2 - Creare il problema e poi offrire la soluzione. Questo metodo è anche chiamato “problema - reazione - soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà. Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici. 3 - La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90: uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi,

tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta. 4 - La strategia del differire. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato. Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente. Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento. 5 - Rivolgersi alla gente come a dei bambini. La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”). 6 - Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione. Sfruttare l'emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell'analisi razionale e, infine, del senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti

(continua nella pagina successiva)

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7 - Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità. Far si che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori" (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”). 8 - Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità. Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti... 9 - Rafforzare il senso di colpa. Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di depressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire. E senza azione non c’è rivoluzione!

10 - Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca. Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente. Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.

LA FOTO DEL MESE

Foto scattata dal socio Alfio Catania che pubblichiamo volentieri in quanto la riteniamo emblematica della nostra Unione. Ritrae infatti l’Etna (Sicilia orientale) vista da Reggio (Calabria)

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A cura di Salvo Bonanno

Noam Chomsky

(continuazione dalla pagina precedente)

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Allegato al n° 7 de “ LO JONIO “ del settembre 2011 IMPORTANTE!

Campagna prevenzione UNI.C.A giugno-novembre 2011

Riteniamo utilissimo suggerirvi quanto segue:

In sede di prenotazione telefonica presso la struttura convenzionata, vogliate precisare all’interlocutore con cui prendete appuntamento che intendete avvalervi di tutte le prestazioni previste dal “pacchetto“ ripetendogliele una per una e ciò al fine di evitare, come successo ad un nostro socio, la impossibilità di fare un “esame“ in quanto nel giorno stabilito lo specialista non era disponibile perché era “ il suo giorno libero “. Importante ricordare che l’appuntamento con la struttura convenzionata va fissato 48 ore (ma 72 ancor meglio) prima della comunicazione da fare ad UNI.C.A. con le consuete modalità (telefonicamente o per via telematica) onde permettere a quest’ultima di attivare le procedure del caso. Restiamo a disposizione dei soci per eventuali ulteriori chiarimenti.

LA REDAZIONE

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SOLIDARIETA’ Questo Gruppo ringrazia vivamente i colleghi dei Gruppi Veneto, Puglie, Liguria nonché coloro che hanno ritenuto di mantenere l’anonimato per la risposta data all’appello lanciato da Osvaldo Vivirito con il loro contributo in favore di un nostro collega in difficoltà finanziarie a causa del perdurante e precario stato di salute suo e dei suoi congiunti.

Il Presidente