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un PARCO per la SCUOLA ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014 Uscite sul territorio Escursione in Val Zebrù Come raggiungere la partenza dell’escursione. Da Bormio si segue la S.P. 300 del Passo di Gavia in direzione di S. Caterina Valfurva. A S. Nicolò Valfurva, in prossimità della piazza del municipio si imbocca a sinistra la strada per la Val Zebrù. Si prosegue fino alla frazione di Niblogo, traversata la quale si trova il parcheggio. L’escursione L’escursione in Val Zebrù ha inizio dal parcheggio di Niblogo (1600 m s.l.m.). Da qui, su strada sterrata pianeggiante, si raggiunge la località “Tre Croci” dalla quale, dapprima in salita, poi in un alternarsi di tratti in salita e di tratti pianeggianti, ci si inoltra in Val Zebrù, una delle valli del Parco più ricche sotto il profilo naturalistico. L’escursione tocca una serie di antichi alpeggi, caratterizzati da costruzioni dalla tipica architettura. E’ il caso, ad esempio, di Zebrù di Fuori (1828 m s.l.m.). Inoltrandosi ulteriormente nella valle, si raggiungono le Malghe di Campo (2000 m s.l.m.), caratterizzate dai bei pascoli e ove è presente un ristoro (aperto in stagione). Dalla località “Tre Croci” il ritorno può avvenire dalla frazione S. Gottardo con discesa su S. Antonio. Dal punto di vista geologico, la valle fa da confine tra la zona a substrato siliceo, caratteristica delle Alpi e quella a substrato calcareo (le cosiddette Dolomiti interne), assolutamente peculiare nella litologia alpina. Di questa diversificazione risente anche la vegetazione, molto ricca. La valle è particolarmente rinomata par la ricchezza di fauna. L’avvistamento di ungulati (stambecco e cervo soprattutto), è un evento frequente. Nei boschi è possibile anche l’incontro con lo scoiattolo, mentre alle quote superiori è facile vedere le marmotte. Più difficile osservare i predatori (come la volpe o la martora), o altri animali come la lepre. Ma di essi, con un po’ di attenzione, si potranno trovare le tracce. La Valle è molto ricca anche di uccelli; vi nidificano molte specie forestali o legate alle praterie alpine o alle rupi. Sono comuni i piccoli passeriformi, così come le nocciolaie, dai caratteristici richiami schiamazzanti. Ma è anche possibile l’avvistamento dell’aquila reale o dell’ancor più grande gipeto. Difficoltà: nessuna Tempi di percorrenza (escluse le pause): da Niblogo a Zebrù di Fuori 1 h 30’ circa da Zebrù di Fuori alle Malghe di Campo 1 h circa Dislivello: da Niblogo a Zebrù di Fuori 230 m circa da Zebrù di Fuori alle Malghe di Campo 170 m circa

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un PARCO per la SCUOLA

ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014

Uscite sul territorio

Escursione in Val Zebrù

Come raggiungere la partenza dell’escursione.

Da Bormio si segue la S.P. 300 del Passo di Gavia in direzione di S. Caterina Valfurva. A S. Nicolò

Valfurva, in prossimità della piazza del municipio si imbocca a sinistra la strada per la Val Zebrù. Si

prosegue fino alla frazione di Niblogo, traversata la quale si trova il parcheggio.

L’escursione

L’escursione in Val Zebrù ha inizio dal parcheggio di Niblogo (1600 m s.l.m.). Da qui, su strada

sterrata pianeggiante, si raggiunge la località “Tre Croci” dalla quale, dapprima in salita, poi in un

alternarsi di tratti in salita e di tratti pianeggianti, ci si inoltra in Val Zebrù, una delle valli del Parco più

ricche sotto il profilo naturalistico. L’escursione tocca una serie di antichi alpeggi, caratterizzati da

costruzioni dalla tipica architettura. E’ il caso, ad esempio, di Zebrù di Fuori (1828 m s.l.m.).

Inoltrandosi ulteriormente nella valle, si raggiungono le Malghe di Campo (2000 m s.l.m.),

caratterizzate dai bei pascoli e ove è presente un ristoro (aperto in stagione).

Dalla località “Tre Croci” il ritorno può avvenire dalla frazione S. Gottardo con discesa su S. Antonio.

Dal punto di vista geologico, la valle fa da confine tra la zona a substrato siliceo, caratteristica delle

Alpi e quella a substrato calcareo (le cosiddette Dolomiti interne), assolutamente peculiare nella

litologia alpina. Di questa diversificazione risente anche la vegetazione, molto ricca. La valle è

particolarmente rinomata par la ricchezza di fauna. L’avvistamento di ungulati (stambecco e cervo

soprattutto), è un evento frequente. Nei boschi è possibile anche l’incontro con lo scoiattolo, mentre

alle quote superiori è facile vedere le marmotte. Più difficile osservare i predatori (come la volpe o la

martora), o altri animali come la lepre. Ma di essi, con un po’ di attenzione, si potranno trovare le

tracce. La Valle è molto ricca anche di uccelli; vi nidificano molte specie forestali o legate alle praterie

alpine o alle rupi. Sono comuni i piccoli passeriformi, così come le nocciolaie, dai caratteristici

richiami schiamazzanti. Ma è anche possibile l’avvistamento dell’aquila reale o dell’ancor più grande

gipeto.

Difficoltà:

nessuna

Tempi di percorrenza (escluse le pause):

da Niblogo a Zebrù di Fuori – 1 h 30’ circa

da Zebrù di Fuori alle Malghe di Campo – 1 h circa

Dislivello:

da Niblogo a Zebrù di Fuori – 230 m circa

da Zebrù di Fuori alle Malghe di Campo – 170 m circa

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ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014

Escursione S. Caterina Valfurva – Ablés

Come raggiungere la partenza dell’escursione.

Da Bormio si segue la S.S. 300 del Passo di Gavia in direzione di S. Caterina Valfurva. All’ingresso del

paese si imbocca la strada a sinistra che, superato il centro storico, conduce all’ampio parcheggio degli

impianti di risalita.

L’escursione

L’escursione ha inizio dal parcheggio di S. Caterina Valfurva (1735 m s.l.m.), dal quale, tornando fino

al centro di S. Caterina, si imbocca il sentiero e strada sterrata n. 36 che, transitando dalle località Ceisa

(1960 m s.l.m.) e Monich (2090 m s.l.m.) raggiunge le Baite Ablés (2232 m s.l.m.).

La passeggiata si sviluppa dal bosco di conifere alle praterie di alta quota. Nella zona più bassa si

svolge nel bosco di Abete rosso e Cembro, consorzio forestale che, raro sulle Alpi, ha in Valfurva

ampio sviluppo. Durante la salita si toccano diversi maggenghi (prati ricavati all’interno delle foreste

dall’opera dell’uomo per permettere il pascolo e la produzione di foraggio) in cui sono presenti molte

baite dalla caratteristica architettura tradizionale. Nella parte sommitale dell’escursione, abbandonato il

bosco, si raggiunge la prateria alpina. Da qui la vista spazia su vasti orizzonti e su alcune delle più

imponenti cime del Parco Nazionale.

Se alle quote inferiori, nel bosco, è comune l’avvistamento di specie forestali quali le cince, la

nocciolaia, le diverse specie di picchi o lo scoiattolo, nelle praterie in quota è facile avvistare il cervo o

altre specie di ungulati. Con un po’ più di fortuna è possibile vedere la lepre, oppure predatori terrestri

come la volpe o il più raro ermellino. Tra i predatori alati, è relativamente facile avvistare il volo del

gheppio e non infrequente è l’incontro con l’aquila reale che utilizza queste praterie come aree di

caccia.

La discesa avviene lungo la strada sterrata di Rossaniga e Campolungo.

E’ anche possibile prolungare l’escursione fino alla località Pradaccio di Sopra, lungo un sentiero che,

sviluppandosi in leggera salita in una zona di praterie ricche di fauna, permette di inoltrarsi in Valle dei

Forni, ove è possibile osservare i primi, maestosi circhi glaciali del prospiciente Monte Tresero.

Difficoltà:

bassa

Tempi di percorrenza (escluse le pause):

da S. Caterina alle Baite Ablés – 2 h 30’ circa

dalle Baite Ablés a Pradaccio di sopra – 1 h 30’ circa

Dislivello in salita:

da S. Caterina alle Baite Ablés – 500 m circa

dalle Baite Ablés a Pradaccio di sopra – 180 m circa

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ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014

Escursione Rese Basse – Piano di Scorluzzo – Filon del Mot (villaggio militare)

Come raggiungere la partenza dell’escursione.

Da Bormio si segue la S.S. 38 del Passo dello Stelvio in direzione del passo. Poco sopra la deviazione

per il Giogo di S. Maria Pass Umbrail, in corrispondenza del tornante n. 8 inizia il sentiero per le Rese.

Parcheggio subito dopo il tornante.

L’escursione

L’escursione alle Rese Basse ha inizio in corrispondenza del tornante n. 8 della Statale dello Stelvio

(2.580 m s.l.m.). Da qui, con un facile sentiero pressoché pianeggiante si raggiunge il Laghetto Alto dal

quale, con breve salita, si perviene alle Rese Basse. Questa località, situata durante il primo conflitto

mondiale sulla prima linea dello Stelvio, è caratterizzata dai resti di molti edifici militari.

Particolarmente interessante è una cannoniera in grotta (2.630 m s.l.m.), scavata nella roccia viva, in cui

erano installati pezzi d’artiglieria (consigliabile portare torce elettriche per la visita).

L’escursione prosegue poi, su mulattiera militare, fino ai Piani di Scorluzzo (2.600 m s.l.m.) in cui sono

presenti fortificazioni difensive orientate verso il Monte Scorluzzo ove erano insediati i soldati

imperiali.

La zona è impreziosita da una serie di laghetti.

Con un facile sentiero in salita si raggiunge poi il villaggio militare del Filon del Mot (2770 m circa),

uno dei più belli del conflitto 1915-1918, sia per l’ottimo stato di conservazione (anche a seguito di

importanti interventi di recupero da parte del Parco), sia per la splendida posizione panoramica. Qui è

facile l’incontro con gli stambecchi o con il gipeto, grande avvoltoio reintrodotto sulle Alpi dopo la sua

totale estinzione.

La discesa avviene per lo stesso itinerario di salita fino al Piano di Scorluzzo per raggiungere

l’omonima Malga (2.530 m s.l.m.) e, lungo ampia strada militare, la III cantoniera (2.350 m s.l.m.),

utilizzata durante la Guerra come caserma degli alpini.

Difficoltà:

bassa

Tempi di percorrenza (escluse le pause):

dalla S.S. dello Stelvio alla cannoniera – 1 h circa

dalla cannoniera al Piano dello Scorluzzo – 1 h circa

dal Piano di Scorluzzo al Filon del Mot – 45’ circa

discesa dal Piano dello Scorluzzo alla III Cantoniera – 1h circa

Dislivello:

dalla S.S. dello Stelvio alla cannoniera – 50 m circa

dalla cannoniera al Piano dello Scorluzzo – 30 m circa

dal Piano di Scorluzzo al Filon del Mot – 170 m circa

discesa dal Piano dello Scorluzzo alla III Cantoniera – 250 m circa, in discesa

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ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014

Escursione Valle Alpisella - sorgenti dell’Adda - Cancano (da Livigno)

Come raggiungere la partenza dell’escursione.

Da Bormio si segue la S.S. 301 del Passo di Foscagno fino a Livigno. Si prosegue in direzione Lago del

Gallo/confine svizzero fino ad un semaforo; qui si svolta a destra tenendo poi la sinistra per la frazione

di Pemonte e si segue la via Pemont fino a una piazza con parcheggio.

L’escursione

L’escursione ha inizio dal latteria di Livigno (ca. 1819 m s.l.m.), in corrispondenza della quale si

parcheggia. Da qui il percorso inizia con un tratto pianeggiante che costeggia il lago di Livigno, bacino

artificiale che raccoglie tutte le acque del livignese. L’itinerario segue il versante del lago caratterizzato

da fitti boschi di conifere, a differenza del versante opposto dominato da praterie, sfasciumi detritici ed

arbusteti. Si raggiunge il “Ponte delle Capre”, superato il quale il percorso si stacca dal lago per iniziare

a salire, dapprima lungo il Canal Torto e poi, proseguendo lungo l’antica strada militare, inoltrandosi in

Valle Alpisella. Dopo un tratto nell’arbusteto a pino mugo e su pendii piuttosto spogli, la strada

attraversa la valle e rientra nel bosco, Salendo di quota il bosco torna poi a diradarsi fino a lasciare

spazio alla prateria alpina. Verso la fine della salita, l’escursione costeggia il Lago dell’Alpisella,

particolarmente interessante per la presenza di piante acquatiche molto particolari, come la Brasca

alpina, presente solo, nel Parco Nazionale, in pochissime località. Si possono anche osservare i naturali

fenomeni di interramento del laghetto dovuti alla crescita della vegetazione palustre dominata dai

grandi carici. Nel tempo, così come già avvenuto nelle aree circostanti, il destino del lago è di diventare

una torbiera. Dal lago si raggiunge, in breve, il Passo dell’Alpisella (quota 2299 m). Il Passo

rappresenta lo spartiacque tra i bacini idrografici dell’Inn-Danubio di cui è tributario, unico in Italia, il

territorio del livignese, e il bacino Adda-Po. Dal Passo è possibile raggiungere in leggera discesa,

prolungando l’escursione di 2,5 km ca., le sorgenti dell’Adda (ca. 2125 m s.l.m.).

Le vistose stratificazioni delle rocce che formano le montagne circostanti, talora ripiegate su se stesse in

maniera spettacolare, dimostrano l’antica origine sedimentaria di questo settore montuoso.

Lungo tutta l’escursione non mancano le possibilità di incontri con la fauna, dalle tipiche specie

forestali, nocciolaie, scoiattoli e picchi, a quelle delle praterie alpine come la marmotta e il suo

principale predatore, l’aquila reale. Nella parte alta della valle è facile l’avvistamento di stambecchi e

camosci, presenti in questa zona con popolazioni consistenti.

Difficoltà:

bassa

Tempi di percorrenza (escluse le pause):

da Livigno al Passo dell’Alpisella– 2.30 h. ca.

dal Passo dell’Alpisella alle sorgenti dell’Adda – 45 min ca.

Dislivello in salita:

da Livigno al Passo Alpisella – 490 m ca.

dal Passo dell’Alpisella alle sorgenti dell’Adda – 175 m ca. (in discesa)

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ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014

Escursione Val Saliente

Come raggiungere la partenza dell’escursione.

Da Bormio si segue la S.S. 301 del Passo di Foscagno fino a Livigno. Si prosegue in direzione Lago del

Gallo sulla sinistra orografica, seguendo le indicazioni per la Val Federia fino al parcheggio nei pressi

del Ponte Calcheira.

L’escursione

Dal parcheggio si imbocca la strada per la Val Federia, che si segue per breve tratto, lasciandola alla

prima deviazione a destra (strada alta di Federia). Dopo circa 200m, dalla strada si distacca, verso

monte, il sentiero che si inoltra in Val Saliente. Il percorso, alternando salite non impegnative a tratti

pianeggianti, raggiunge la località Mescent (q. 2067m). Fino a qui l’escursione è fattibile anche in

inverno con le ciaspole. Nella bella stagione è possibile prolungare l’itinerario fino al Baitel da la

Sascia (2417 m s.l.m.). In questo secondo tratto il percorso rimonta la valle mantenendosi sul suo

fondo, con pendenze un poco più marcate.

Il percorso presenta diversi motivi di interesse. Esso si inoltra all’interno dei massicci montuosi

carbonatici, originatisi per sedimentazione sul fondo di antichissimi mari.

La struttura geologica, molto particolare per le Alpi interne, ha degli effetti anche sulla vegetazione, che

sulle rocce calcaree risulta particolarmente ricca. La prima parte dell’itinerario si sviluppa nella lariceta

intercalata da radure e, salendo, nella mugheta, tipico arbusteto dei suoli calcarei. Oltre la località

Mescent prendono il sopravvento la prateria alpina, ricchissima di specie a fiore durante la breve estate

alpina, e gli sfasciumi detritici sui quali riescono a vivere poche specie particolarmente interessanti per

gli adattamenti a questo ambiente peculiare.

Altrettanto interessante è la fauna che varia dalle specie più tipicamente forestali, come le molte cince o

la nocciolaia, a quella degli ambienti aperti come il culbianco o lo spioncello. Tra i mammiferi

meritano di essere citati gli ungulati. In questa zona è possibile l’avvistamento di cervi e camosci, ma la

specie più caratteristica è senz’altro lo stambecco.

Abbastanza facile è anche l’avvistamento dei grandi rapaci, aquila e gipeto.

Il ritorno avviene lungo lo stesso itinerario di salita.

Difficoltà:

bassa

Tempi di percorrenza (escluse le pause):

dal Ponte Calcheira a località “Mescent” – 1.30 h ca.

da “Mescent” al “Baitel da la Sascia” – 2.00 h ca.

Dislivello in salita:

dal Ponte Calcheira a località “Mescent” – 210 m ca.

da “Mescent” al “Baitel da la Sascia” – 350 m

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ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014

Escursione Cancano – Valle Alpisella – sorgenti dell’Adda

Come raggiungere la partenza dell’escursione.

Da Bormio si segue la S.S. 301 del Passo di Foscagno in direzione di Livigno. In località Premadio si

segue la deviazione per i Laghi di Cancano. Giunti ai laghi, li si costeggia fino alla località S. Giacomo

di Fraéle.

Dimensioni massime pullman: 10 m fino alla località “Palazzina AEM”, dalla “Palazzina AEM” a

S. Giacomo pulmini da max 20 persone

L’escursione

L’escursione ha inizio dalla località S. Giacomo (1950 m s.l.m.). Dopo un breve tratto lungo il lago di

S. Giacomo, si imbocca il comodo sentiero che raggiunge le sorgenti del fiume Adda (ca. 2230 m

s.l.m.). Da qui è possibile raggiungere, su comoda strada sterrata, il Passo di Valle Alpisella che segna

lo spartiacque tra i bacini dell’Adda – Po e dell’Inn – Danubio.

L’itinerario si sviluppa all’interno delle cosiddette “Dolomiti interne”, serie di massicci calcarei

geologicamente anomali nelle aree interne delle Alpi ove usualmente predominano rocce ignee o

metamorfiche.

Anche la vegetazione è del tutto peculiare: fino alle sorgenti dell’Adda il percorso si sviluppa

all’interno di un bosco di Pino mugo a portamento arboreo, del tutto peculiare nelle aree centrali delle

Alpi. Dalle sorgenti fino al Passo dell’Alpisella domina la prateria alpina, intercalata da ghiaioni

calcarei. In questo tratto del percorso sono presenti diversi piccoli laghi. La flora è qui particolarmente

ricca, anche di specie rare.

Sotto il profilo faunistico, i boschi di mugo sono popolati da molte specie forestali di uccelli, cince

principalmente. Nella zona la lepre bianca è particolarmente numerosa ed è possibile l’avvistamento di

ungulati, cervo e camoscio principalmente.

La discesa avviene lungo il percorso di salita o lungo la strada sterrata che scende fino ai laghi di

Cancano.

Difficoltà:

bassa

Tempi di percorrenza (escluse le pause):

da S. Giacomo alle sorgenti dell’Adda – 1 h 30’ ca.

dalle sorgenti dell’Adda al Passo dell’Alpisella – 1 h ca.

Dislivello in salita:

da S. Giacomo alle sorgenti dell’Adda – 250 m ca.

dalle sorgenti dell’Adda al Passo dell’Alpisella – 50 m ca.

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ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014

Escursione lungo la Strada Decauville (zona Cancano)

Come raggiungere la partenza dell’escursione.

Da Bormio si segue la S.S. 301 del Passo di Foscagno in direzione di Livigno. In località Premadio si

segue la deviazione per i Laghi di Cancano. Giunti al quartultimo tornante, sotto le “Torri di Frele”, si

incrocia il percorso della Strada Decauville.

Dimensioni massime pullman: 10 m – È possibile parcheggiare appena oltre le Torri di Fraele

L’escursione si svolge lungo la parte iniziale della decauville, vecchia strada di servizio realizzata per la

costruzione delle dighe di Cancano, completamente sterrata e quasi perfettamente pianeggiante ad una

quota di 1870 m.

Il percorso si snoda tra il limite della vegetazione arborea e i pascoli alpini; grazie all’ottima

esposizione permette di godere, già al primo sciogliersi delle nevi, di splendide fioriture. E’ anche

possibile l’incontro con varie specie animali, come i rapaci di piccola e grande dimensione (aquila reale

e gipeto, avvoltoio reintrodotto sulle Alpi negli ultimi decenni), oppure scoiattoli e lepri.

La strada, in posizione panoramica, permette di spaziare con lo sguardo dalle cime del gruppo

dell’Ortles-Cevedale fino alla più vicina, maestosa Cima Piazzi che domina il lato opposto della valle.

Difficoltà:

• nessuna

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ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014

Escursione in Val Canè Come raggiungere la partenza dell’escursione.

Da Edolo si segue la S.S. 42 del Passo del Tonale in direzione di Ponte di Legno. Dopo Vezza d’Oglio, a

Stadolina, si imbocca a sinistra la strada che conduce dapprima a Vione e poi a Canè. All’inizio dell’abitato, in

corrispondenza del cimitero, è possibile il parcheggio dei pullman.

L’escursione

L’escursione in Val Canè ha inizio dal cimitero di Canè (1475 m s.l.m in.). Da qui, attraversato il piccolo centro

abitato, si imbocca la strada, quasi subito sterrata, che attraversa il torrente Fumeclo. Il vecchio mulino,

restaurato di recente, rappresenta la prima significativa testimonianza della secolare presenza dell’uomo nella

valle.

In lieve salita, il percorso prosegue nel bosco di larici inframmezzato da radure e prati, via via più estesi,

destinati allo sfalcio e al pascolo. L’alternanza di boschi e prati è frutto del connubio dell’uomo con la natura.

Infatti, dove naturalmente ci sarebbe bosco, l’uomo ha ricavato spazi utili all’allevamento del bestiame. Questi

prati sono caratterizzati, soprattutto sull’inizio dell’estate, da ricchissime fioriture.

La strada conduce poi in località Cortebona (1766 m s.l.m.), dov’è presente un’area attrezzata per il pic-nic.

Proseguendo ulteriormente lungo il sentiero, dopo aver attraversato il torrente su un ponticello in legno, ci si

trova ai piedi della Cima di Coleazzo e della Cima di Bles. Queste cime sono caratterizzate dalle striature

bianche delle loro pendici, dovute a bancate di marmi saccaroidi nelle quali sono state aperte, forse già dal

medioevo, due cave abbandonate ormai da tempo. E’ possibile prolungare l’escursione sia risalendo la

mulattiera che conduce ad una delle cave (1975 m s.l.m.), sia rimontando ulteriormente la valle fino alla testata,

in corrispondenza delle Baite Valzaroten (2208 m s.l.m.). Nel primo caso, la presenza di suoli calcarei, inusuali

in area alpina, permette la crescita di moltissime specie di fiori montani.

Ricca la fauna presente nella valle, con la quale non è infrequente un incontro: i boschi alle quote inferiori sono

popolati da cervi e dai più rari, ed elusivi, caprioli. Salendo di quota, è possibile osservare camosci o, anche se

meno frequenti, gli stambecchi. Sulle praterie in quota è comune la marmotta. Tra i predatori, sono presenti sia

la volpe sia la faina. E, tra gli uccelli, è possibile assistere al volo maestoso dell’aquila.

Il ritorno da Cortebona a Canè può essere effettuato lungo la mulattiera che percorre il versante destro della

valle. E’ così possibile transitare dai caratteristici nuclei rurali di Case del Ponte e di Soncane e godere della

vista spettacolare del prospiciente gruppo dell’Adamello.

Difficoltà:

da Canè a Cortebona – nessuna

da Canè alla cava di marmo –facile

da Canè alle Cascine Valzaroten – facile

Tempi di percorrenza:

da Canè a Cortebona – 1 h 30’ circa

da Canè alla cava di marmo –2 h 30’ circa

da Canè alle Cascine Valzaroten – 3 h circa

Dislivello:

da Canè a Cortebona – 300 m circa

da Canè alla cava di marmo –500 m circa

da Canè alle Cascine Valzaroten – 730 m circa

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ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014

Escursione in Valle delle Messi

Come raggiungere la partenza dell’escursione

Da Edolo si segue la S.S. 42 del Passo del Tonale fino a Ponte di Legno, si segue poi la S.S. 300 del

Gavia fino a S. Apollonia. Presso l’albergo Pietra Rossa è possibile parcheggiare.

L’escursione

L’escursione ha inizio a S. Apollonia, nella parte inferiore della Valle delle Messi, caratteristica valle

glaciale che trae nome, probabilmente, da Val de Mes – Valle di Mezzo in dialetto. Da qui si risale,

costeggiandolo, il corso del torrente Frigidolfo, cha nasce dal Lago Nero, poco a valle del Passo di

Gavia. Il pianoro che si tocca all’inizio della passeggiata ha ospitato, fino al XIX secolo, un lago

originatosi a seguito dello sbarramento della valle causato da una frana. Questo lago è ormai

scomparso, ridotto a torbiera a seguito dei naturali fenomeni di interramento. Oggi costituisce un

importante habitat umido, ricchissimo di specie anche rare.

Il percorso prosegue nel bosco di larici, abitato da ungulati come il capriolo e il più grande cervo. Ma

non rari sono predatori come la volpe e la faina, abilissimo arrampicatore. E ricco è anche il

popolamento di uccelli, rappresentato da diverse decine di specie. Tra di essi è possibile avvistare,

lungo il torrente, il curioso Merlo acquaiolo, capace di immergersi alla ricerca di invertebrati.

Superate le Case di Pradazzo, uno dei piccoli nuclei rurali che si incontrano durante la gita, la salita, fin

qui molto facile, diventa più ripida, fino a raggiungere le Baite di Valmalza, dove l’arbusteto comincia

a sostituire il bosco. Proseguendo ulteriormente è possibile spingersi fino alla prateria alpina e

raggiungere il Bivacco Linge, in una conca dominata da maestose montagne tra le quali svetta la Punta

di Pietra Rossa. Questa zona è caratterizzata dalla presenza di torbiere ricche di eriofori. E non meno

ricche sono, soprattutto all’inizio dell’estate, le fioriture delle praterie circostanti. Decisamente comuni

sono le marmotte, ma è anche abbastanza probabile avvistare i camosci o l’aquila.

La discesa avviene lungo le stesso percorso di salita.

Difficoltà:

da S. Apollonia alle Baite di Valmalza – facile

dalle Baite di Valmalza al Bivacco Linge – sentiero privo di difficoltà tecniche ma più ripido

della parte precedente

Tempi di percorrenza:

da S. Apollonia alle Baite di Valmalza – 1 h 30’ circa

dalle Baite di Valmalza al Bivacco Linge – 1 h circa

durata totale – 2 h 30’ circa

Dislivello:

da S. Apollonia alle Baite di Valmalza – 400 m circa

dalle Baite di Valmalza al Bivacco Linge – 300 m circa

dislivello totale – 700 m circa

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un PARCO per la SCUOLA

ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014

Escursione in Val Grande: Percorso Tu – Ponte dell’acqua calda – Malga della Val Grande – Plaz de

l’Asen

Come raggiungere la partenza dell’escursione

Da Vezza d’Oglio si raggiunge in auto la frazione di Tu dove è possibile parcheggiare.

L’escursione

Da Vezza d’Oglio si raggiunge in auto la frazione di Tu. Da qui si imbocca la stradella sterrata che si

inoltra in un luminoso bosco di larici fino a raggiungere in breve il Ponte dell’Acqua Calda sul torrente

Val Grande, all’imbocco dell’omonima valle. Superatolo ci si addentra nel territorio del Parco; dopo un

breve, ripido tratto si incontra la comoda mulattiera che percorre il fondo valle tra prati ricchissimi di

fioriture dalla primavera all’autunno. Percorrendo la lunghissima valle si incontrano numerosi antichi

nuclei rurali alcuni dei quali perfettamente conservati.

Il percorso prosegue piuttosto uniforme tra pascoli che si alternano a lariceti fino alla grande torbiera

del Carét originatasi dall’interramento di un antico lago; un volta superatala, proseguendo si giunge in

breve alla Malga della Val Grande. Da qui il percorso prosegue su sentiero tra pascoli di quota fino alla

località Plaz de l’Asen dove si trova il bivacco Saverio Occhi; alla testata della valle, davanti a noi, si

stagliano le imponenti cime della Punta di Pietra Rossa al di là delle quali si trova la Val di Rezzalo.

Il nostro semplice itinerario prevede da qui il rientro lungo lo stesso percorso dell’andata.

Per l’ampio sviluppo in lunghezza e in ampiezza, in Val Grande si succedono molti ambienti differenti.

La parte iniziale dell’itinerario si sviluppa nel bosco di larice, mentre sul versante opposto la lariceta è

frammista all’abete rosso. Boschi di latifoglie si sono formati lì dove il pascolo è stato abbandonato.

L’esposizione a sud della valle, e quindi le favorevoli condizioni climatiche, permettono la presenza

anche di specie dei piani vegetazionali inferiori.

Anche la fauna è molto ricca. Sono comuni specie legate ai boschi, come lo scoiattolo o la ben più

discreta martora. Negli arbusteti al limite del bosco è presente il gallo forcello, mentre sui pendii

rocciosi è possibile udire il canto della coturnice.

Nella prateria alpina è possibile avvistare l’ermellino e quasi certo è l’avvistamento delle marmotte. In

inverno le impronte della lepre bianca, di difficile avvistamento, ne tradiscono la presenza.

In tutta la Valle, e in tutte le stagioni, è possibile osservare gli ungulati. In Val Grande è comune

soprattutto il cervo di cui è possibile udire, all’inizio dell’autunno, il possente bramito. Nelle valli

bresciane del Parco nidificano anche diverse coppie di aquila reale, di cui è facile l’avvistamento.

Difficoltà:

dalla frazione di Tu alla località Plaz de l’Asen – facile

Tempi di percorrenza:

dalla frazione di Tu alla località Plaz de l’Asen 2.00 h circa

dalla località Plaz de l’Asen a Tu 1.30 h circa

durata totale 3 h 30’ circa

Dislivello:

dalla frazione di Tu alla località Plaz de l’Asen 834 m circa

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un PARCO per la SCUOLA

ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014

NOTE SULLE ESCURSIONI

Le escursioni prevedono l’accompagnamento da parte di Guide Parco (Guide Alpine

convenzionate; 1 ogni 25 persone) e, a richiesta, di un esperto naturalista (faunista o

botanico a Vostra discrezione).

Modifiche ai percorsi suggeriti potranno essere decise durante l’escursione dalle Guide

Parco in funzione delle condizioni meteorologiche. Analogamente sarà Vostra facoltà

concordare direttamente con le Guide Parco variazioni di programma durante

l’effettuazione dell’escursione, qualora si manifestino particolari esigenze.

ATTREZZATURA CONSIGLIATA PER LE ESCURSIONI

Scarponcini da montagna o scarpe impermeabili con suola scolpita, zainetto, giacca a

vento, maglione, guanti e cappello, borraccia, colazione al sacco. Eventualmente, se

leggeri, binocolo e macchina fotografica.

Il modulo di prenotazione è scaricabile al link “Un Parco per la Scuola” o è possibile

richiederlo a [email protected]

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un PARCO per la SCUOLA

ANNO SCOLASTICO 2013 – 20143

Laboratori didattici

Centro Visite “Baita dal Parco”

Piazza Forba 4 - 23030 VALFURVA SO

Tel 0342 945074 – 0342 900824 – Fax 0342 900899 – e-mail [email protected]

“Baita dal Parco” Centro Visite S.Antonio Valfurva

1

Proposte didattiche ed educative del Centro Visite “Baita dal Parco” di Valfurva – SO

Per conoscere gli aspetti naturalistici, storici e umani del Parco Nazionale dello Stelvio oggi c'è

un'opportunità in più. E' il nuovo Centro Visite Baita dal Parco, situato nel cuore dell’area protetta, a

S. Antonio Valfurva. Un'ampia struttura che, attraverso pannelli espositivi e schermi interattivi,

accompagna il visitatore alla scoperta di uno dei parchi storici d'Italia. Il centro, articolato su tre livelli

e attrezzato per i disabili, dispone di un'ampia sala multimediale, sede di conferenze, proiezioni

naturalistiche e laboratori didattici.

Il Centro visite, oltre a promuovere la conoscenza del Parco Nazionale dello Stelvio vuole essere strumento per favorire una più consapevole percezione del valore del patrimonio naturale. Gli sforzi in tal senso saranno soprattutto orientati ai giovani, efficaci vettori di conoscenze e valori verso gli adulti. A loro saranno dedicati progetti di educazione ambientale, programmati e seguiti da un esperto con formazione biologico-naturalistica, mirati alla conoscenza del Parco, dei suoi ambienti, dei suoi abitanti e all'adozione di un senso di responsabilità nei suoi confronti.

LABORATORI DIDATTICI

Scuola dell’infanzia e prime classi della Scuola Primaria

1) Il mistero delle fotografie scomparse 2) Il Parco Nazionale dello Stelvio e i suoi abitanti

3) Sulle tracce della vita

4) A ciascuno il suo menù: scopriamo le relazioni trofiche tra gli animali

Tutte le classi della Scuola Primaria

5) Salto nel buio: laboratorio sensoriale

6) Il mondo di Alice: la natura in piccoli spazi

7) Re capriccio e la Biodiversità

8) Fortunato chi la pesta!

9) Ops, e adesso dove mi nascondo?!

Classi terza, quarta e quinta della Scuola Primaria e Scuola Secondaria di primo grado

10) Gioca Parco

11) L’eco-puzzle

12) Indovina chi viene a cena

13) Marmotta 007: manuale di sopravvivenza

14) Da Darwin all’evoluzione…della pasta

15) Un tuffo nel blu: l’acqua, le sue proprietà chimico-fisiche e la sua rilevanza nel Parco

Nazionale dello Stelvio

16) Con i piedi per terra e la testa tra le nuvole: conosciamo l’aria e il suolo del Parco Nazionale

dello Stelvio

17) Elettroni e correnti: scopriamo l’elettricità nel Parco Nazionale dello Stelvio

18) Onde nel Parco Nazionale dello Stelvio: il suono e la luce

19) Batti cinque!

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un PARCO per la SCUOLA

ANNO SCOLASTICO 2013 – 20143

Laboratori didattici

Centro Visite “Baita dal Parco”

Piazza Forba 4 - 23030 VALFURVA SO

Tel 0342 945074 – 0342 900824 – Fax 0342 900899 – e-mail [email protected]

“Baita dal Parco” Centro Visite S.Antonio Valfurva

2

TITOLO IL MISTERO DELLE FOTOGRAFIE SCOMPARSE

DESTINATARI Scuola dell’infanzia, Scuola primaria classi I e II

DURATA Ore: 2

1

Le specie animali presenti nell'area protetta vengono introdotte attraverso la lettura e drammatizzazione della fiaba Il mistero delle fotografie scomparse, che vede come protagonisti gli animali del Parco Nazionale

dello Stelvio. Nella fiaba si racconta di un fotografo distratto appassionato di natura che, dopo aver scattato le foto a tutti gli animali del Parco le perde nel bosco. Lì vengono ritrovate dai maghèt (spiritelli dispettosi che la tradizione popolare vuole presenti sulla Reit) che, invece di consegnarle all'uomo, le usano per decorare i palloncini della festa di compleanno di

Zebrù, il più giovane maghèt dell'Alta Valtellina. Sarà quindi compito dei

bambini presenti, a ciascuno dei quali nella fase di drammatizzazione della fiaba è stata precedentemente assegnata l'identità di un animale, ritrovare la propria immagine tra i colorati palloncini che fanno da cornice al compleanno di Zebrù.

TITOLO IL PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO E I SUOI ABITANTI

DESTINATARI Scuola dell’infanzia, Scuola primaria classi I e II

DURATA Ore: 2

2

Le differenti specie di animali presenti nell’area protetta vengono

introdotte attraverso la lettura di una fiaba che li vede protagonisti. A

questa prima parte, segue l’esplorazione del Centro Visite, dedicato al

riconoscimento degli animali presenti nel racconto. Una volta tornati

nella sala multimediale i bambini saranno invitati a collocare nel loro

ambiente naturale le figure degli animali loro assegnati, sulla scorta delle

informazioni raccolte nella visita al centro.

A ciascun partecipante verrà assegnata la sagoma di un animale del Parco

da colorare e portare a casa.

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un PARCO per la SCUOLA

ANNO SCOLASTICO 2013 – 20143

Laboratori didattici

Centro Visite “Baita dal Parco”

Piazza Forba 4 - 23030 VALFURVA SO

Tel 0342 945074 – 0342 900824 – Fax 0342 900899 – e-mail [email protected]

“Baita dal Parco” Centro Visite S.Antonio Valfurva

3

TITOLO SALTO NEL BUIO: LABORATORIO SENSORIALE

DESTINATARI Tutte le classi della Scuola Primaria

DURATA Ore: 2

5

L’attività consiste in un viaggio sensoriale per riconoscere, con l’ausilio di

olfatto, tatto e udito, differenti elementi della natura dell’area protetta. I partecipanti, suddivisi in gruppi, devono collaborare per dare la giusta attribuzione sia a pelli, crani e denti, zampe, becchi e versi di animali, sia a

fiori, foglie, rami e cortecce d’albero.

TITOLO SULLE TRACCE DELLA VITA

DESTINATARI Scuola dell’infanzia, Scuola primaria classi I e II

DURATA Ore: 2

3

Gli animali presenti nel Parco e le loro tracce vengono introdotti attraverso la lettura e drammatizzazione della fiaba Sulle tracce degli animali misteriosi. I bambini dovranno aiutare Stelvio, lo gnomo detective, a identificare a chi

appartengono le diverse tracce lasciate dagli animali. Da ultimo i partecipanti realizzeranno la propria "Guida delle tracce",

dove rappresentare, con l'ausilio di stampi, le impronte degli animali e le

proprie

TITOLO A CIASCUNO IL SUO MENÙ: SCOPRIAMO LE RELAZIONI TROFICHE TRA

GLI ANIMALI

DESTINATARI Scuola dell’infanzia, Scuola primaria classi I e II

DURATA Ore: 2

4

II concetto di dieta viene introdotto attraverso la lettura di una fiaba che ha

come protagonisti gli animali del Parco. A questo primo momento, necessario anche per creare un clima più familiare tra i partecipanti al laboratorio e la figura della guida, segue la fase di osservazione dei reperti

(crani e denti di alcune specie di mammiferi, escrementi e resti di pasto). A ciascun bambino viene poi assegnato un ospite (un animale del Parco) e il relativo menù da predisporre su appositi piatti.

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un PARCO per la SCUOLA

ANNO SCOLASTICO 2013 – 20143

Laboratori didattici

Centro Visite “Baita dal Parco”

Piazza Forba 4 - 23030 VALFURVA SO

Tel 0342 945074 – 0342 900824 – Fax 0342 900899 – e-mail [email protected]

“Baita dal Parco” Centro Visite S.Antonio Valfurva

4

TITOLO IL MONDO DI ALICE: LA NATURA IN PICCOLI SPAZI

DESTINATARI Tutte le classi della Scuola Primaria

DURATA Ore: 2

6

Il laboratorio mira a fornire gli elementi necessari per effettuare una più

attenta osservazione di un ambiente familiare quale può essere l’area

verde attorno al Centro Visitatori. Dopo la lettura di una fiaba, i

partecipanti al laboratorio sono invitati ad uscire dalla struttura, osservare

e segnalare, su apposite schede di campo, tutte le forme di vita presenti

ed eventualmente a raccogliere qualche reperto ritenuto di interesse.

Il laboratorio si conclude con la raffigurazione dell’area indagata su

cartelloni multisensoriali

TITOLO RE CAPRICCIO E LA BIODIVERSITÀ

DESTINATARI Tutte le classi della Scuola Primaria

DURATA Ore: 2

7

Un racconto centrato sui bizzarri desideri di Re Capricco che, supportato da

immagini, introduce il concetto della diversità delle forme biologiche e

dell’unicità di ogni essere vivente.

L’attività finale prevede la collaborazione dell’intero gruppo per

rappresentare l’albero della vita, simbolo della diversità biologica della

classe.

TITOLO FORTUNATO CHI LA PESTA

DESTINATARI Tutte le classi della Scuola Primaria

DURATA Ore: 2

8

Il laboratorio esplora in modo divertente, ma pur sempre scientifico, il

ruolo degli escrementi animali nell’ambito dell’ecosistema. Da ultimo,

attraverso attività manuali che includono la manipolazione di plastilina, i

bambini avranno modo di acquisire informazioni per riconoscere gli

escrementi degli animali.

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ANNO SCOLASTICO 2013 – 20143

Laboratori didattici

Centro Visite “Baita dal Parco”

Piazza Forba 4 - 23030 VALFURVA SO

Tel 0342 945074 – 0342 900824 – Fax 0342 900899 – e-mail [email protected]

“Baita dal Parco” Centro Visite S.Antonio Valfurva

5

TITOLO OPS, E ADESSO DOVE MI NASCONDO!?

DESTINATARI Tutte le classi della Scuola Primaria

DURATA Ore: 2

9

Liquirizia, bambina che vive nel Parco Nazionale dello Stelvio, presenta i nascondigli e le strategie di sopravvivenza messe in atto degli animali selvatici (mimetismo, mimetismo batesiano). L’attività pratica prevede la

realizzazione di biglietti scenografici con rappresentati i differenti ambienti del Parco in cui gli animali possono trovare rifugio o mimetizzarsi.

TITOLO GIOCA PARCO

DESTINATARI Scuola primaria (classi III, IV e V) e secondaria di I grado

DURATA Ore: 2

10

I ragazzi, suddivisi in squadre, dovranno rispondere ai più disparati quesiti

sull’area protetta: sarà loro richiesto di dare la giusta attribuzione a campioni biologici, risolvere rebus e cruciverba, identificare l’intruso o reperire specifiche informazioni dalle postazioni multimediali del Centro.

TITOLO L’ECO-PUZZLE

DESTINATARI Scuola primaria (classi III, IV e V) e secondaria di I grado

DURATA Ore: 2

11

La presentazione degli ambienti del Parco e degli animali e delle piante

che vi abitano avviene attraverso un momento lundico in cui i partecipanti vengono suddivisi in squadre. A ciascuna squadra vengono posti alcuni quesiti le cui risposte sono contenute nei pannelli espositivi e/o

nelle postazioni multimediali del Centro; ogni risposta esatta da diritto a ricevere il tassello di un puzzle. Vince la squadra che per prima ricompone

il puzzle (che può rappresentare il corpo di un animale e gli elementi salienti della sua ecologia) o, in alternativa, che esegue correttamente la prova finale scritta sul puzzle (es. associare alcuni animali del Parco al proprio habitat).

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un PARCO per la SCUOLA

ANNO SCOLASTICO 2013 – 20143

Laboratori didattici

Centro Visite “Baita dal Parco”

Piazza Forba 4 - 23030 VALFURVA SO

Tel 0342 945074 – 0342 900824 – Fax 0342 900899 – e-mail [email protected]

“Baita dal Parco” Centro Visite S.Antonio Valfurva

6

TITOLO INDOVINA CHI VIENE A CENA

DESTINATARI Scuola primaria (classi III, IV e V) e secondaria di I grado

DURATA Ore: 2

12

Le differenti diete degli animali presenti all'interno del Parco Nazionale dello

Stelvio vengono introdotte attraverso l'osservazione dei crani e delle arcate

dentarie di alcune specie animali dell'area protetta e l'analisi macroscopica

degli escrementi e dei resti di pasto ritrovati in campo. A questo primo

momento esplorativo fa seguito un quiz multimediale a squadre nel corso del

quale i partecipanti devono attribuire i diversi "menù" alle specie del Parco.

Le squadre sono poi invitate a ricostruire in modo corretto i passaggi di una

catena alimentare.

TITOLO MARMOTTA 007: MANUALE DI SOPRAVVIVENZA

DESTINATARI Scuola primaria (classi III, IV e V) e secondaria di I grado

DURATA Ore: 2

13

I ragazzi, suddivisi in squadre, sono invitati a visitare il Centro (leggere i

cartelli espositivi e consultare le postazioni multimediali) ed annotare su un block-notes gli adattamenti di animali e piante presenti all'interno dell'area protetta. A questa prima fase segue un momento di confronto e un quiz multimediale in cui vengono riproposti in forma ludica i concetti precedentemente discussi (mimetismo, letargo, strategie per il risparmio

idrico...).

TITOLO DA DARWIN ALL’EVOLUZIONE DELLA PASTA

DESTINATARI Scuola primaria (classi III, IV e V) e secondaria di I grado

DURATA Ore: 2

14

Prendendo spunto dalla vita di Charles Darwin e dalla sua esperienza di

viaggio sul Beagle, vengono introdotte le teorie dell’evoluzione e della selezione naturale. In un secondo momento i ragazzi saranno invitati a mettere a frutto quanto appreso ipotizzando le linee evolutive di improbabili forme di vita che presentano la foggia dei più disparati formati di pasta.

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un PARCO per la SCUOLA

ANNO SCOLASTICO 2013 – 20143

Laboratori didattici

Centro Visite “Baita dal Parco”

Piazza Forba 4 - 23030 VALFURVA SO

Tel 0342 945074 – 0342 900824 – Fax 0342 900899 – e-mail [email protected]

“Baita dal Parco” Centro Visite S.Antonio Valfurva

7

TITOLO UN TUFFO NEL BLU: l’acqua, le sue proprietà chimico-fisiche e la sua

rilevanza nel Parco Nazionale dello Stelvio

DESTINATARI Scuola primaria (classi III, IV e V) e secondaria di I grado

DURATA Ore: 2

15

L’attività prevede l’attuazione di semplici esperimenti che aiuteranno a

dedurre le proprietà fisico-chimiche dell’acqua. Dopodiché, attraverso un

gioco a squadre, verrà discusso il tema dell’acqua all’interno del Parco, la

sua azione modellante sul territorio, il suo ruolo ecologico nonché

economico.

TITOLO CON I PIEDI PER TERRA E LA TESTA FRA LE NUVOLE: conosciamo l’aria e

il suolo del Parco Nazionale dello Stelvio

DESTINATARI Scuola primaria (classi III, IV e V) e secondaria di I grado

DURATA Ore: 2

16

Un percorso attraverso le caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche di

aria e suolo per comprendere il perché di alcuni fenomeni rilevabili

all’interno dell’area protetta (dal volo degli uccelli all’arcobaleno,

dall’influenza del vento sulla vegetazione in quota alle acque minerali).

Sul suolo, se la stagione lo consente, sarà possibile condurre un’indagine

specifica sui macroinvertebrati che lo popolano.

TITOLO ELETTRONI E CORRENTI: scopriamo l’elettricità nel Parco Nazionale

dello Stelvio

DESTINATARI Scuola primaria (classi III, IV e V) e secondaria di I grado

DURATA Ore: 2

17

Attraverso semplici esperimenti il gruppo sarà portato a comprendere le

proprietà degli elettroni e della corrente elettrica. Nel corso dell’incontro

verranno affrontati alcuni aspetti dell’area protetta strettamente connessi

alla produzione e conduzione di corrente (fulmini, centrali

termoelettriche, pericolo di elettrocuzione per l’avifauna).

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un PARCO per la SCUOLA

ANNO SCOLASTICO 2013 – 20143

Laboratori didattici

Centro Visite “Baita dal Parco”

Piazza Forba 4 - 23030 VALFURVA SO

Tel 0342 945074 – 0342 900824 – Fax 0342 900899 – e-mail [email protected]

“Baita dal Parco” Centro Visite S.Antonio Valfurva

8

Per ogni laboratorio è previsto un numero massimo di 20/25 partecipanti

Il modulo di prenotazione è scaricabile al link “Un Parco per la Scuola” o è possibile richiederlo a

[email protected]

TITOLO ONDE NEL PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO: il suono e la luce

DESTINATARI Scuola primaria (classi III, IV e V) e secondaria di I grado

DURATA Ore: 2

18

Prendendo avvio dalle caratteristiche fisiche delle onde, verranno

condotti semplici esperimenti per evidenziarne le proprietà. Nel corso

dell’incontro saranno affrontati alcuni aspetti dell’area protetta connessi

alle onde luminose e sonore (ultrasuoni emessi dai pipistrelli, il

fenomeno dell’arcobaleno e delle ombre, la percezione dei colori).

TITOLO BATTI CINQUE!

DESTINATARI Scuola primaria (classi III, IV e V) e secondaria di I grado

DURATA Ore: 2

19

Prendendo spunto dalla modalità di classificazione adottata dai ragazzi

(cui saranno distribuite differenti immagini di animali), si affronterà il

tema dell’evoluzione convergente e divergente.

L’incontro verterà poi sulle strutture omologhe, in modo particolare sulla

relazione esistente tra la mano dell’uomo, l’ala di pipistrello e la pinna di

cetaceo. Attraverso una serie di attività pratiche i partecipanti avranno

modo di comprendere appieno quanto strutture apparentemente differenti

abbiano in realtà una comune origine evolutiva.

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Giardino

Botanico

Alpino

“Rezia”

un PARCO per la SCUOLA

ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014

Laboratori didattici

Giardino Botanico Alpino “Rezia” – Via Sertorelli – 23032 BORMIO SO

Tel. 0342 900855 – 0342 900824 – Fax 0342 900899

1

Proposte didattiche ed educative del Giardino Botanico Alpino “Rezia”

di Bormio SO

Il Giardino Alpino “Rezia” costituisce un punto di riferimento per la riproduzione di specie rare,

una fonte di divulgazione scientifica, un richiamo per gli appassionati della fotografia, un centro di

ricerca per gli studi botanici e un valido sussidio didattico per le scuole.

Le proposte alle scuole comprendono programmi didattici, che si svolgeranno in un contesto

naturale unico nel suo genere.

Si consiglia di effettuare le visite a partire dal mese di maggio, in concomitanza con il risveglio

vegetativo delle specie, sottoposte al clima tipicamente alpino.

LABORATORI DIDATTICI

1) Storie nel Giardino

2) Realizziamo un erbario fotografico

3) L’albero racconta

4) Semi in frigo

5) Le piante come noi: adattamenti e competizione

6) Tra i fili d’erba un ecosistema, il prato

7) Dentro il seme la vita

8) Le piante e l’uomo

9) I vegetali: grandi inventori

10) Piante, grandi viaggiatrici

11) Compostiamo! Impariamo a produrre il compost e come usarlo

12) Dipingiamo con i fiori: utilizzo dei pigmenti vegetali

TITOLO STORIE NEL GIARDINO

PRESENTAZIONE Visita guidata al Giardino botanico, con lettura o narrazione di miti,

leggende, favole con protagoniste le piante.

FINALITÀ DEL PROGETTO - avvicinamento alla comprensione del mondo vegetale;

- acquisizione familiarità con alcune specie;

- importanza del Giardino botanico e del Parco;

- sviluppo capacità di osservazione, al di là dell’aspetto estetico della

pianta;

- attività ludica “che pianta saresti tu?”.

DESTINATARI Scuola dell’infanzia

DURATA Ore: 2

1

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Giardino

Botanico

Alpino

“Rezia”

un PARCO per la SCUOLA

ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014

Laboratori didattici

Giardino Botanico Alpino “Rezia” – Via Sertorelli – 23032 BORMIO SO

Tel. 0342 900855 – 0342 900824 – Fax 0342 900899

2

TITOLO REALIZZIAMO UN ERBARIO FOTOGRAFICO

PRESENTAZIONE La ricerca e la fotografia scientifica di piante erbacee spontanee portano

allo studio delle diverse forme vegetali, nel rispetto della conservazione.

FINALITÀ DEL PROGETTO

E DESCRIZIONE

DELL’ATTIVITÀ

- identificare le caratteristiche principali del mondo vegetale;

- stimolare la capacità di analisi mediante l’osservazione diretta;

- sensibilizzare al problema della biodiversità;

- fare acquisire la consapevolezza del rispetto della natura in tutte le sue

forme, con particolare riferimento alla flora protetta;

- riconoscere e rappresentare gli elementi fondamentali al riconoscimento

delle specie.

- individuazione delle piante erbacee spontanee prescelte;

- riconoscimento e analisi delle specie da fotografare mediante l’aiuto di

chiavi dicotomiche semplificate;

- individuazione degli elementi discriminanti da fotografare;

- realizzazione delle fotografie digitali;

- progettazione di “Il mio erbario fotografico” con le diverse tecniche di

schedatura (catalogazione e stesura cartellini identificativi).

DESTINATARI Scuola Primaria e Secondaria di I grado

DURATA Ore: 2

TITOLO L’ALBERO RACCONTA

PRESENTAZIONE

Ogni albero può narrare la storia dell’ambiente in cui è cresciuto

attraverso la lettura dei suoi anelli di accrescimento.

FINALITÀ DEL PROGETTO

E DESCRIZIONE

DELL’ATTIVITÀ

Nella sezione “arboreto” del Giardino botanico gli allievi verranno

guidati:

- al riconoscimento delle specie arboree presenti (elementi caratteristici);

- alla comprensione della modalità di crescita dell’albero;

- al prelievo della “carota” del tronco;

- alla lettura di base degli anelli di accrescimento;

DESTINATARI Scuola Primaria e Secondaria di I grado

DURATA Ore: 2

2

3

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Giardino

Botanico

Alpino

“Rezia”

un PARCO per la SCUOLA

ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014

Laboratori didattici

Giardino Botanico Alpino “Rezia” – Via Sertorelli – 23032 BORMIO SO

Tel. 0342 900855 – 0342 900824 – Fax 0342 900899

3

TITOLO SEMI IN FRIGO

PRESENTAZIONE Alcuni dei più bei fiori delle nostre montagne sono in pericolo: saperli

riconoscere per conservarne i semi permette di proteggerli.

FINALITÀ DEL PROGETTO

E DESCRIZIONE

DELL’ATTIVITÀ

- riconoscimento di alcune specie pregiate della Provincia di Sondrio;

- ambiente di vita e strategie di conservazione: banca del germoplasma e

Index seminum degli Orti botanici;

- tecnica di raccolta, pulizia e conservazione dei semi.

- individuazione delle piante e lettura dei cartellini del Giardino;

- realizzazione dei disegni/fotografie delle piante;

- raccolta e pulizia dei semi.

DESTINATARI Scuola Primaria e Secondaria di I grado

DURATA Ore: 2

TITOLO LE PIANTE COME NOI: ADATTAMENTI E COMPETIZIONE

PRESENTAZIONE Le piante di alta montagna sono sottoposte a difficili condizioni, che le

obbligano a lottare contro il vento, il gelo, la copertura di neve e la

siccità. Come difendersi, ad esempio, dalla perdita d’acqua? A chi

affidare il polline? A chi affidare il seme per la dispersione?

FINALITÀ DEL PROGETTO

E DESCRIZIONE

DELL’ATTIVITÀ

riconoscimento dei fattori che influiscono su distribuzione e crescita delle

piante (interazioni pianta-ambiente);

- individuazione e riconoscimento degli adattamenti principali;

- significato del ciclo biologico;

attività ludica “inventa una pianta” o “caccia all’adattamento”.

DESTINATARI Scuola Primaria e Secondaria di I° grado

DURATA Ore: 2

TITOLO TRA I FILI D’ERBA UN ECOSISTEMA, IL PRATO

PRESENTAZIONE Un semplice “prato” nasconde una moltitudine di specie. L’osservazione

approfondita, sia pure di un piccolo riquadro, ce ne fornisce la prova.

FINALITÀ DEL PROGETTO

E DESCRIZIONE

DELL’ATTIVITÀ

- stimolazione dell’interesse dei ragazzi verso la moltitudine di specie

presenti in una realtà apparentemente semplice quale un prato;

- conoscenza delle diverse possibilità di sviluppo delle specie vegetali

in rapporto alle condizioni ambientali;

- osservazione di specie vegetali cresciute in diverse condizioni di

luminosità e umidità.

DESTINATARI Scuola Primaria e Secondaria di I grado

DURATA Ore: 2

4

2

5

2

6

2

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Giardino

Botanico

Alpino

“Rezia”

un PARCO per la SCUOLA

ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014

Laboratori didattici

Giardino Botanico Alpino “Rezia” – Via Sertorelli – 23032 BORMIO SO

Tel. 0342 900855 – 0342 900824 – Fax 0342 900899

4

TITOLO DENTRO IL SEME LA VITA

PRESENTAZIONE Semi grandi, piccoli, colorati, ruvidi, lisci, di forme diverse: ciascuno di

essi può dare vita a una nuova pianta attraverso un processo tutto da

scoprire.

FINALITÀ DEL PROGETTO

E DESCRIZIONE

DELL’ATTIVITÀ

- primi accenni ai concetti di classificazione, diversità, trasformazione;

- primo approccio al metodo scientifico attraverso semplici azioni di

osservazione e misurazione dei processi; raccolta e registrazione di

dati; verifica ed elaborazione di ipotesi, sia a partire da fenomeni

osservati dal vivo e in natura sia in condizioni ex situ; utilizzo di

semplice strumentazione scientifica; introduzione del linguaggio

scientifico di base;

- sperimentazione didattica interdisciplinare.

DESTINATARI Scuola Primaria

DURATA Ore: 2

TITOLO LE PIANTE E L’UOMO

PRESENTAZIONE Ogni giorno facciamo uso, spesso inconsapevolmente, di un’enorme

quantità di oggetti o alimenti provenienti dal Regno Vegetale; come

sarebbe la nostra vita senza le piante?

FINALITÀ DEL PROGETTO

E DESCRIZIONE

DELL’ATTIVITÀ

- Acquisizione di consapevolezza circa la relazione profonda che ci

lega al Regno Vegetale e, conseguentemente, della necessità di

attivare comportamenti sostenibili;

- Riflessione, attraverso percorsi interattivi, su argomenti e concetti

trasversali quali: dipendenza, sfruttamento e distribuzione delle

risorse, adattamenti e convivenza, riproduzione.

DESTINATARI Scuola Primaria e Secondaria di I grado

DURATA Ore: 2

7

2

8

2

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Giardino

Botanico

Alpino

“Rezia”

un PARCO per la SCUOLA

ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014

Laboratori didattici

Giardino Botanico Alpino “Rezia” – Via Sertorelli – 23032 BORMIO SO

Tel. 0342 900855 – 0342 900824 – Fax 0342 900899

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TITOLO I VEGETALI: GRANDI INVENTORI

PRESENTAZIONE Chi ha inventato il legno? C’era già dal tempo dei Dinosauri? Esistono

piante che non lo possiedono? Sono solo alcuni dei segreti che le piante

hanno da raccontare, scritti nel grande libro dell’evoluzione.

L’evoluzione è come una gara a eliminazione che, nel corso dei millenni,

ha selezionato le “invenzioni” migliori per la sopravvivenza e diffusione

dei vegetali che le hanno sperimentate.

FINALITÀ DEL PROGETTO

E DESCRIZIONE

DELL’ATTIVITÀ

- Le nostre indagini ci porteranno a individuare le spinte e le

invenzioni decisive che hanno portato alle grandi tappe evolutive

delle piante, attraverso la discussione, sperimentazione e costruzione

di modellini.

DESTINATARI Scuola Primaria e Secondaria di I grado

DURATA Ore: 2

TITOLO PIANTE, GRANDI VIAGGIATRICI

PRESENTAZIONE Le piante si spostano? E come fanno? Attraverso l’osservazione di vari

tipi di seme e delle strutture di cui sono dotati, condurremo semplici

esperimenti riguardanti la disseminazione e una caccia al tesoro nel

giardino botanico virtuale allestito appositamente.

FINALITÀ DEL PROGETTO

E DESCRIZIONE

DELL’ATTIVITÀ

- Acquisizione del concetto di “dispersione” del seme e

consapevolezza dell’importanza della tutela della flora ai fini della

conservazione della Biodiversità;

- Ricostruzione di dei diversi “modelli di dispersione” utilizzando

materiali comuni.

DESTINATARI Scuola Primaria

DURATA Ore: 2

9

2

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Giardino

Botanico

Alpino

“Rezia”

un PARCO per la SCUOLA

ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014

Laboratori didattici

Giardino Botanico Alpino “Rezia” – Via Sertorelli – 23032 BORMIO SO

Tel. 0342 900855 – 0342 900824 – Fax 0342 900899

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TITOLO COMPOSTIAMO! IMPARIAMO A PRODURRE IL COMPOST E COME USARLO

PRESENTAZIONE Il compostaggio domestico imita i processi della natura che restituiscono

le sostanze organiche al ciclo della materia. Con il compostaggio

possiamo dare un contributo alla salvaguardia dell’ambiente riducendo la

quantità di rifiuti da smaltire e produrre un terriccio nutriente per

fertilizzare in modo ecologico senza ricorrere all’utilizzo di concimi

chimici.

FINALITÀ DEL PROGETTO

E DESCRIZIONE

DELL’ATTIVITÀ

- Approfondimento delle tematiche legate alla produzione e allo

smaltimento dei rifiuti;

- Acquisizione dei concetti di riutilizzo e riciclaggio al fine di

progettare insieme iniziative volte a migliorare i nostri

comportamenti quotidiani;

- Dopo la dimostrazione pratica durante la quale i ragazzi apprendono

quali sono i rifiuti organici adatti alla produzione del compost,

vengono illustrati i principali concetti di ecosistemi naturali, catene

alimentari e ciclo della materia;

- Il processo di decomposizione verrà illustrato dagli operatori

mediante la misurazione di temperatura e acidità del cumulo di

compost presente in orto e attraverso l’osservazione al microscopio

degli organismi detritivori e decompositori che vi si trovano.

DESTINATARI Scuola Primaria e Secondaria di I grado

DURATA Ore: 2

TITOLO DIPINGIAMO CON I FIORI: UTILIZZO DEI PIGMENTI VEGETALI

PRESENTAZIONE Le piante superiori presentano nei fiori e nei diversi organi una

moltitudine di colori; la comprensione dei pigmenti vegetali attraverso

un’attività ludica permette di accostarsi facilmente al concetto di

fotosintesi e rifrazione della luce.

FINALITÀ DEL PROGETTO

E DESCRIZIONE

DELL’ATTIVITÀ

- Mediante l’impiego di diverse specie vegetali variamente colorate e

l’utilizzo di pestelli per l’estrazione dei colori i ragazzi apprendono il

semplice utilizzo dei pigmenti vegetali per dipingere. La variazione

del colore di alcuni petali a seguito della pestatura permette di

introdurre il concetto di ossidazione;

- Un semplice esperimento di separazione cromatica dei pigmenti

fotosintetici permetterà di evidenziare le due clorofille e i

carotenoidei.

DESTINATARI Scuola Primaria

DURATA Ore: 2

11

2

12

2

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Giardino

Botanico

Alpino

“Rezia”

un PARCO per la SCUOLA

ANNO SCOLASTICO 2013 – 2014

Laboratori didattici

Giardino Botanico Alpino “Rezia” – Via Sertorelli – 23032 BORMIO SO

Tel. 0342 900855 – 0342 900824 – Fax 0342 900899

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Le attività didattiche al Giardino Botanico Alpino “Rezia”

avranno inizio a partire dal mese di Aprile

Per ogni laboratorio è previsto un numero massimo di 20/25 partecipanti

Il modulo di prenotazione è scaricabile al link “Un Parco per la Scuola” o è possibile richiederlo a

[email protected]