Anno III • n. 16 Cronache...Da Salerno in Liguria, la missione della dia - betologa salernitana...

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DIRETTORE: ANDREA PELLEGRINO Giovedì 16 aprile 2020 www.oradicronache.it SPECIALE #CORONAVIRUS L‘ ora di Cronache FONDATO DA MARTA NADDEI / M ascherine no, mascherine sì. Vaccino sì, vaccino no. Aper- ture? Sì, forse ma a fasi. Le fasi? 1, 2, infinito. Il virus nel- l’aria? Probabilmente sì e probabilmente no. I contagi di- minuiscono? Sì, forse. E i tamponi? Numeri a lotto. Più che Coro- navirus è il “forsevirus” dalle mille interpretazioni che si susseguono non nei giorni o nelle settimane, ma di ora in ora. Sostanzialmente, ancora ad oggi, non si sa tanto di questo virus ma la foga della co- municazione ha preso un po’ tutti. Così capita che conferenze stampa vengano mostrate all’intero Paese; che comunicazioni del presidente del Consiglio alla Nazione si trasformino in un comizio a reti unificate con tanto di polemiche condite da una nota stampa della presidenza del Consiglio e da un editoriale del direttore del telegiornale di La7, Enrico Mentana, nel giorno di Pasquetta. Aspettiamo alle 18 in punto la lettura dei dati da parte del capo della protezione civile Borrelli. Un elenco semplice, la cui interpre- tazione sta diventando sempre più difficile. segue a pag.4 In questo immenso show LINTERVENTO 1 vale 17 Alessandro Rizzo LA NOTA L’INTERVISTA A GABRIEL ZUCHTRIEGEL «Qui impari a vedere la vita in modo diverso» Da Salerno in Liguria, la missione della dia- betologa salernitana tra i malati di Covid: “Nelle Rsa la situa- zione è tragica, noi medici lottiamo con loro”. Fipav, campionati cancellati Terremoto Volley Ruggiero(Indomita): "A rischio piccole realtà sportive”. PAKY MEMOLI LA CRISI DELLA RISTORAZIONE Arriva il Dining bond Paghi ora, mangi dopo LO SPORT Andrea Pellegrino N on possiamo assolutamente affermare di essere fuori dalla fase di rischio Covid. Non abbiamo raggiunto il picco e non abbiamo alcuna contezza di essere alla fine della "fase 1". Però è un bene che il premier abbia cominciato a lavorare alla fase 2. E soprattutto è un bene che per il rilancio dopo il lockdown abbia pensato ad una squadra di professionisti esperti e preparati.Una squadra di 17 persone guidata da un top manager con una forte espe- rienza in materia di telecomunicazioni e private equity, laurea alla Bocconi e master ad Harvard. Al di là della apprezzabililità di siffatta decisione, viene fuori un elemento significativo: 1 non vale più 1. Fi- nalmente anche i grilini hanno capito che per i compiti difficili oc- corrono professionisti preparati. È un grande passo avanti per la Na- zione.Il Covid, a parte qualche -per fortuna sparuto- esempio di ag- gregazione sociale da pasquetta sul tetto, antropologicamente inte- ressante, ha messo tanta paura alle persone sicché oggi tutti invocano un vaccino. Si sono drasticamente ridotti i no-vax. segue a pag.13 Distribuzione gratuita Anno III • n. 16 Via C. Sorgente n°19 cell: 346 36 53 903 “Sarà dura Ripartremo a step”

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DIRETTORE: ANDREA PELLEGRINO

Giovedì 16 aprile 2020

www.oradicronache.it SPECIALE #CORONAVIRUS

L‘oradiCronache

FONDATO DA MARTA NADDEI

/

Mascherine no, mascherine sì. Vaccino sì, vaccino no. Aper-ture? Sì, forse ma a fasi. Le fasi? 1, 2, infinito. Il virus nel-l’aria? Probabilmente sì e probabilmente no. I contagi di-

minuiscono? Sì, forse. E i tamponi? Numeri a lotto. Più che Coro-navirus è il “forsevirus” dalle mille interpretazioni che si susseguononon nei giorni o nelle settimane, ma di ora in ora. Sostanzialmente,ancora ad oggi, non si sa tanto di questo virus ma la foga della co-municazione ha preso un po’ tutti. Così capita che conferenzestampa vengano mostrate all’intero Paese; che comunicazioni delpresidente del Consiglio alla Nazione si trasformino in un comizioa reti unificate con tanto di polemiche condite da una nota stampadella presidenza del Consiglio e da un editoriale del direttore deltelegiornale di La7, Enrico Mentana, nel giorno di Pasquetta.Aspettiamo alle 18 in punto la lettura dei dati da parte del capodella protezione civile Borrelli. Un elenco semplice, la cui interpre-tazione sta diventando sempre più difficile. segue a pag.4

In questo immenso showL’INTERVENTO

1 vale 17Alessandro Rizzo

LA NOTA

L’INTERVISTA A GABRIEL ZUCHTRIEGEL

«Qui imparia vedere la vitain modo diverso»

Da Salerno in Liguria,la missione della dia-betologa salernitanatra i malati di Covid:“Nelle Rsa la situa-zione è tragica, noimedici lottiamo conloro”.

Fipav, campionaticancellati

Terremoto VolleyRuggiero(Indomita):"A rischio piccole realtà sportive”.

PAKY MEMOLI LA CRISI DELLA RISTORAZIONE

Arriva il Dining bondPaghi ora, mangi dopo

LO SPORT

Andrea Pellegrino

Non possiamo assolutamente affermare di essere fuori dallafase di rischio Covid. Non abbiamo raggiunto il picco e nonabbiamo alcuna contezza di essere alla fine della "fase 1".

Però è un bene che il premier abbia cominciato a lavorare alla fase 2.E soprattutto è un bene che per il rilancio dopo il lockdown abbiapensato ad una squadra di professionisti esperti e preparati.Unasquadra di 17 persone guidata da un top manager con una forte espe-rienza in materia di telecomunicazioni e private equity, laurea allaBocconi e master ad Harvard. Al di là della apprezzabililità di siffattadecisione, viene fuori un elemento significativo: 1 non vale più 1. Fi-nalmente anche i grilini hanno capito che per i compiti difficili oc-corrono professionisti preparati. È un grande passo avanti per la Na-zione.Il Covid, a parte qualche -per fortuna sparuto- esempio di ag-gregazione sociale da pasquetta sul tetto, antropologicamente inte-ressante, ha messo tanta paura alle persone sicché oggi tutti invocanoun vaccino. Si sono drasticamente ridotti i no-vax. segue a pag.13

Distribuzione gratuita

Anno III • n. 16

Via C. Sorgente n°19cell: 346 36 53 903

“Sarà duraRipartiremo

a step”

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“Sono arrivati i medici astronauti”. Un’ac-coglienza “sui-generis”, ma carica di amore,tenerezza e speranza che è arrivata drittaal cuore della dottoressa salernitana PakyMemoli, in Liguria. Dopo aver risposto“presente” al bando per i medici di Italia,la diabetologa e consigliera comunale eprovinciale, ha accettato volentieri la“sua” missione ed è volata al confine conla Francia, per dare il “cambio turno” aquei medici dell’altra faccia di Italia,oramai stremati e quasi tutti contagiati.Valigia pronta e cuore pieno, ma ancheuno zaino pieno di preoccupazioni, ansiema in fondo speranza. L’emergenza Co-ronavirus ha chiamato e la dottoressa harisposto, senza esitare, nemmeno un atti-mo, in un momento delicato e così difficile.Una vera e propria missione, come stessola Memoli, ha voluto sottolineare. Ed èstato proprio il suo grande cuore a spin-gerla altrove, fuori dalle certezze “casa-linghe”, rispettando quell’antico giura-mento e quella promessa fatta dopo avervestito per la prima volta il camice bianco.“Impari a vedere la vita in modo diversoqui, quando esci da questi reparti adibitiall’emergenza Covid, dove tutti sono po-sitivi alla malattia, vedi la luce e puoi re-spirare aria, pensi che la vita è una cosameravigliosa, quindi apprezzi ancora dipiù ciò che hai intorno”. Un messaggioche arriva dopo sole poche ore dall’iniziodella nuova “missione”, dove l’eccellenza

medica di Salerno ha potuto constatare etoccare con mano “l’epicentro” dell’emer-genza, soprattutto all’interno dei centriRsa (residenza sanitaria assistenziale),dove sono ricoverati gli anziani, più espostial contagio. “Io sono ai confini con laFrancia e tramite la Asl locale, sono statamandata all’interno di questa Rsa, doveci sono tanti anziani e c’è un alto tasso dicontagiati. Andrò – ad esempio – in unastruttura a Borgomaro dove ci sono circa50 contagiati – ha sottolineato la dottoressa– e ogni 3 o 4 ore dobbiamo misurare latemperatura, la saturazione, la frequenzarespiratoria e se ci sono segni di disidra-tazione perché se ci sono dei segni chemettono a repentaglio la vita del paziente,bisogna subito provvedere al trasferimentonei centri di rianimazione assistita. Andarea guardare il paziente ogni 4 ore, significache dobbiamo indossare tutto il tempodel turno la tuta ermetica e anche andaread espletare un bisogno fisiologico diventadifficile. La Regione Liguria ci ha accoltiin modo amorevole, ci hanno detto chearrivava finalmente una boccata di ossi-geno per i nostri colleghi oramai strematida turni lunghissimi e soprattutto perchéportando per tantissime ore le mascherinesul volto e tutti questi dispositivi, allafine ti segnano anche il viso”. Ovviamenteprima ancora della partenza, tutti quelliche hanno viaggiato verso la Liguria, sisono sottoposti al tampone e alle analisipreliminari del caso per scongiurare qual-siasi problema o contagio: “Ci hannofatto i tamponi prima della partenza e il

test sierologico per assicurarsi la nostranegatività, ma un’organizzazione comun-que eccellente. Sono stati solo un po’sfortunati, perché qui il virus è arrivatoin maniera strana: molti lombardi quihanno le case al mare e qualche settimanafa invece c’è stato un torneo di bocce esono venuti qui da Milano, infettandotutta la provincia di Imperia”. Ad essere colpiti maggiormente però glianziani, lì dove la Memoli ha riposto ilcuore, assistendo con grande attenzionee cura tutte le persone che incontra sulsuo percorso, sperando anche solo perun attimo di donare un piccolo sorrisoche difficilmente può essere visto, sotto“quell’armatura”: “Qui, all’interno dellestrutture quasi tutti gli anziani sono infettati– ha continuato la dottoressa – e muoionopraticamente all’improvviso, lasciandovuoti incolmabili. Il problema delle Rsa èveramente grande, ci sono in questa zonacomunque ospedali attrezzati direttamenteper il Covid e quindi hanno tolto tanti re-parti, sia all’ospedale civile di Imperiadove già sono stata di turno ma anche al-l’ospedale di Sanremo. Spero di avere laforza di resistere per questi 21 giorni. Ioimmaginavo che i colleghi provasseroquesto, però viverlo sul campo è un’altracosa: sette ore con queste mascherinesempre sul volto, con il copricapo, tute,guanti e col caldo.. anche la vestizione fa

parte di un protocollo rigido, se sbagli unpassaggio e ti sei infettato è una tragedia”.E alla fine anche il contatto con le persone,viene a mancare, soprattutto quando sicomprende che dall’altra parte non puòtrasparire alcun gesto e bisogna ritenersifortunati se quei pazienti riescono a leg-gerlo negli occhi dei loro “angeli”: “Noicontinuiamo a fare il nostro lavoro, èuna vocazione e lo facciamo con amore.E’ stato un motivo di vanto anche, esserescelti tra 8000 medici per portare a terminequesta missione. Il Signore ci avrà designato – ha concluso- anche per questo. La cosa più bella èche dopo essere entrato qui dentro, ci ve-dono come degli eroi. Ci hanno detto“sono arrivati gli astronauti medici” eloro sorridono e non possono vedere ilnostro sorriso, perché siamo coperti dallapunta dei piedi, fino ai capelli. Noi pos-siamo cogliere il loro sguardo un po’ trail sorridente e lo smarrimento e loro a cuinoi vorremmo dare un sorriso, non pos-siamo darglielo. Possiamo solo confortarlicon la voce, anche se vorresti accarezzarliin quei momenti e non puoi farlo”. Unaprofessionalità tutta salernitana, “espor-tata” e chiamata ad una grande missionee là dove il cuore – probabilmente – oracome ora ha più bisogno del fisico, è ar-rivata (per 21 intensi giorni) la dottoressaPaky Memoli.

SOLIDARIETÀ IN CORSIA

www.oradicronache.it L’Ora di Cronache oradicronache

di BRIGIDA VICINANZA

La salernitana Paky Memoli in Liguria«Sono arrivati i medici astronauti»

L’eccellenza medica di Salerno tocca con mano l’epicentro dell’emergenza, soprattutto nei centri Rsa

2 Giovedì 16 aprile 2020www.oradicronache.itPrimo piano

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La prima Pasquetta a casa, in quaran-tena, per tutti gli italiani. Forse, perla prima volta nella storia, il parco

Archeologico di Paestum non si è potutomostrare in tutta la sua bellezza alle cen-tinaia di visitatori – e altrettanti turisti –che ogni anno affollavano il sito archeo-logico per una giornata all’insegna del va-lore della famiglia, degli amici masoprattutto della cultura. Una perdita, so-prattutto in termini economici, notevolequella che sta subendo – come tutti i sitid’Italia, del resto – anche il parco archeo-logico di Paestum, come confermato daldirettore Gabriel Zuchtriegel che, tra lealtre cose, proprio nei giorni scorsi è di-ventato cittadino italiano. Il provvedi-mento avrà effetto dal giorno successivoalla prestazione del giuramento di cui,vista l’emergenza Coronavirus, non è an-cora stata determinata la data.

Direttore, immagino che anche il parcoArcheologico di Paestum stia risen-tendo di questa crisi…«Sì, certo. Siamo chiusi e garantiamo solola tutela, la vigilanza e il resto lavora dacasa».

Pasqua e Pasquetta senza visitatori e tu-risti…«Sì, come accadrà in tutta Italia e reste-remo chiusi ma cerchiamo di fare qual-cosa, di condividere foto e filmati perconoscenza anche attraverso i social».

C’è anche un’apposita rivista dedicata alparco di Paestum…«Sì, il tentativo è quello di continuare unlavoro culturale e divulgativo anche du-rante la chiusura. Abbiamo tante personeche ci scrivono, ci seguono e ci sono vi-

cini in questo momento anche perché du-rante gli ultimi anni, con gli amici di Pae-stum ed altre associazioni abbiamocercato di creare una rete che adesso è vi-tale perché ci permette di restare in con-tatto con il nostro pubblico».

Una perdita soprattuttoin termini economiciper il parco archeo-logico…«Sì, è notevole laperdita. Del resto,come tanti settori,anche il turismo èstato particolarmentecolpito e siamo già incontatto con il ministeroche ha inviato una ricogni-zione di tutti gli istituti, di tutti imusei circa la situazione finanziaria per-ché molto di quello che negli ultimi anniabbiamo investito nella tutela, ricerca evalorizzazione deriva dagli introiti dei bi-glietti che da marzo sono a zero e su unbilancio annuale questo si vedrà, di fatto.Anche perché mentre gennaio e febbraiosono mesi che avevano sempre numeribassi perché siamo all’aperto, a marzo eaprile si ricominciava ad avere numerielevati e la perdita, su quella che era laprevisione, sarà drammatica».

Il governo ha già messo in campo mi-sure eccezionali per cercare di aiutarequesti siti?«Al momento, bisogna capire l’entità deldanno che non è solo quello relativo aibiglietti che noi abbiamo introitato. Que-sto forse sarebbe il problema minore mal’economia dei musei è collegata, e questoè dimostrato da uno studio effettuato re-centemente, ad un sistemo economicoche prevede le guide che lavorano nei no-stri siti, i concessionari, tutti i servizi ag-

giuntivi, i liberi professionisti, aziendeprivate che lavorano nel settore deimusei, così come tutto quello che gira in-torno come l’enogastronomia, le strutturericettive, i viaggi, i trasporto. In questo si-stema, solo una piccola parte è il dannoeconomico per le casse del museo, lamaggior parte del danno sarà sull’econo-mia circostante e questo è ancora più pre-occupante perché sono piccole aziende oliberi professionisti che vivono con que-sto e adesso si trovano in difficoltà».

Quando il lockdown sarà terminato cisaranno comunque restrizioni e regolerigide da rispettare, soprattutto per iluoghi all’aperto. Da dove si riparte?«Noi ci atterremo a quelle che saranno leindicazioni del ministero. Ancora è prestoper parlarne ma potrei, effettivamente,

immaginare che si possa ripartire con in-gressi contingentati. Non da subito po-tremo tornare ai numeri perché il settoredel turismo internazionale è praticamentein ginocchio, è azzerato. Penso che, inogni caso, sarà una ripresa non da 0 a 100ma a step».

La prima Pasquetta a casa per tutti i cit-tadini italiani. Cosa può significare perlei?«Personalmente sono con la mia famiglia.Io sono preoccupato per il contesto piùampio, per le persone che vivono in unasituazione di disagio economico e sociale.Noi siamo a Capaccio in paese e abbiamoun giardino ma immagino chi vive incittà, in una situazione molto ristretta e cisono famiglie che soffrono di tutto que-sto. E’ molto triste».

Parco Archeologico di Paestum chiuso«Ipotizzo ingressi scaglionati in futuro»

DI ERIKA NOSCHESE

L’INTERVISTA / GABRIEL ZUCHTRIEGEL

www.oradicronache.it L’Ora di Cronache oradicronache

L'emergenza fa registrare notevoli difficoltà economiche per il celebre sito d'interesse culturale

Garantire il rispetto dei diritti fonda-mentali delle persone private della li-bertà personale anche in piena pande-mia e scongiurare il rischio contagi,nelle situazioni di sovraffollamento car-cerario, con misure alternative alla de-tenzione. A sottolinearlo è la Camera

Nazionale Avvocati per la persona, lerelazioni familiari e i minorenni (di se-guito, “Cammino”) nel nuovo “Decalogoper la cura e il sostegno delle personeprivate della liberà nel periodo di vi-genza delle misure di contrasto al co-vid-19”, attualmente consultabile sulsito web dell'associazione. Sulla sciadel documento emanato il 20 marzoscorso dal “Comitato europeo per laprevenzione della tortura e delle peneo trattamenti inumani o degradanti”del Consiglio d’Europa, gli avvocati di“Cammino” amplificano lo sforzo el’impegno a tutela dei più vulnerabili,con particolare attenzione alle condi-zioni dei minori. «Anche i figli di geni-tori detenuti vantano il diritto alla con-tinuità affettiva e relazionale - affermal’avvocato Ersilia Trotta, membro deldirettivo nazionale nonché presidenteregionale di “Cammino”. - A tal fine, è

necessario che le autorità competentiattivino, stante l’inevitabile riduzionedella possibilità di contatto fisico, stru-menti tecnici idonei per consentire algenitore detenuto contatti costanti coni figli minori, realizzando una continuitàdi affetti, essenziale per lo sviluppo in-tegrale di ogni minore, e garantendo,d’altra parte, al minore, l’adeguato sup-porto psicologico». E aggiunge: «I mi-nori detenuti costituiscono all’internodel sistema di giustizia penale italianouna minoranza. Tuttavia, proprio perché“minoranza” necessitano di grande at-tenzione e tutela in questo particolareperiodo. La continuità di tutte le formedi sostegno, solidarietà ed accoglienza,quali accesso alle politiche giovanili,al sistema scolastico, all’avviamento allavoro e alla professionalità deve esseregarantita con strumenti tecnici idoneied adeguati ad evitare qualsiasi forma

di esposizione al contagio». Di impor-tanza primaria anche la tutela dei figliportatori di gravi disabilità di madridetenute. «Come ha affermato il garantecampano dei detenuti, Samuele Ciam-briello, in queste situazioni è necessario- continua Trotta - prevedere opzionidiverse dal carcere, ad esempio la de-tenzione domiciliare, anche ricorrendoalla modalità del braccialetto elettroni-co».Ampio spazio è dedicato alla tuteladel personale amministrativo e di poliziapenitenziaria, sottolineando l'impor-tanza della dotazione di dispositivi diprotezione individuale (guanti e ma-scherine), nonchè del rispetto del di-stanziamento sociale e di tutte quellemisure precauzionali volte a scongiurareil rischio focolaio nelle carceri italiane,ancora sovraffollate nonostante le con-danne della Corte di Strasburgo.

Giovanna Naddeo

LAQUESTIONE/ ERSILIATROTTA

3Giovedì 16 aprile 2020www.oradicronache.it Primo piano

Emergenza carceri al tempo del Covid-19, arriva il decalogo di “Cammino”

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C’è anche un salernitano nel direttivo nazionale per pro-grammare la fase 2 dell’emergenza Covid. Si tratta del pre-sidente della Provincia di Salerno nonché sindaco di SanValentino Torio, Michele Strianese.Di fatto la composizione complessiva del Tavolo nazio-nale che si occuperà della delicata fase 2 della crisi sani-taria e socio/economica in atto, è: Giuseppe Conte,presidente del Consiglio dei Ministri; Roberto Speranza,ministro della Sanità; Francesco Boccia, ministro per gliAffari Regionali; Stefano Bonaccini, presidente della Re-gione Emilia Romagna; Attilio Fontana, presidente dellaRegione Lombardia; Nello Musumeci, presidente dellaRegione Sicilia; Michele De Pascale, presidente della Pro-vincia di Ravenna e Presidente Nazionale dell'UnioneProvince d'Italia; Stefano Marcon, presidente della Pro-vincia di Treviso e vice presidente Nazionale dell'UnioneProvince d' Italia; Michele Strianese, presidente della Pro-vincia di Salerno; Antonio De Caro, sindaco di Bari e pre-sidente dell'associazione nazionale dei Comuni d'Italia;Virginia Raggi, sindaco di Roma; Roberto Pella, sindacodi Valdengo.

Presidente, lei entra ufficialmente a far parte del diret-tivo per prepararsi alla fase due dell’emergenza Covi-19. Su cosa si sta lavorando in questo momento?«Ieri (nei giorni scorsi per chi legge ndr) abbiamo avutouna prima riunione in video conferenza ed è stato costi-tuito questo organismo che subito si è riunito. In effetti,io faccio parte del tavolo nazionale degli enti locali che siconfrontano con il governo per la programmazione dellafase due dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Inquesto tavolo nazionale siamo nove enti territoriali intutto, in rappresentanza di Regioni, Province e Comuni eio rappresento la Campania, come Regione, e la provinciadi Salerno. Stiamo lavorando su come programmare lafase che ci apprestiamo a vivere di questa emergenza e ab-biamo avuto un primo confronto: c’è la doppia esigenza

di assicurare la salute pubblica prima di tutto, non pos-siamo ancora allentare la presa o ridurre le misure di con-tenimento ma, dall’altro lato, c’è la necessità di dare unsegnale di ripartenza all’Italia perché è tutto fermo, dalpunto di vista economico, sociale, dei rapporti professio-nali ed umani e questo ovviamente non è che può pro-trarsi per chissà quanto tempo. Il presidente del consiglioConte, insieme ai ministri Boccia e Speranza hanno vo-luto le idee dei rappresentanti degli enti locali perché cisono tre presidenti di Regione, tre presidenti di Provinciae tre sindaci d’Italia, tra cui il sindaco di Bari che è il pre-sidente dell’Anci nazionale e il sindaco di Roma, VirginiaRaggi».

Verso fine mese potrebbe ripartire il settore edile. E’un’ipotesi concreta?«Sì, le attività che dovrebbero ricominciare a ripartire,con le dovute precauzioni e condizioni di sicurezza, sonodeterminate attività produttive, con determinati codiciAteco: determinate fabbriche, industrie, la cantieristica,soprattutto i grandi cantieri d’Italia e quelli più importantidal punto di vista economico che possono cominciare arimettere in circolo economia, lavoro e occasioni. E’ ve-rosimile che a fine mese si possa sbloccare questa cosaanche se l’orientamento è portare avanti questa tipologiadi lockdown fino al 3 maggio».

Uno spiraglio di ripresa ma non prima di maggio, dun-que?«Vediamo quali sono le decisioni finali del governo per-ché il nostro è un tavolo di confronto e il governo ieri sera(nei giorni scorsi per chi legge ndr) si è confrontato congli enti locali quali Regioni, Province e Comuni e poi conle parti sociali, quindi i sindacati, Confindustria e le or-ganizzazioni di categoria per poter tirare le somme e pren-dere delle decisioni all’interno del governo tramite Dpcmper prolungare la fase di lockdown ma contemporanea-mente consentire ad alcune attività produttive e alcunicantieri di cominciare già da dopo Pasqua la propria atti-vità. La vera e propria fase due dovrebbe ricominciaredopo il tre maggio».

Non è solo un’emergenza sanitaria ma anche e soprat-tutto economica. Si ha, ad oggi, una stima di quanto èstato perso fino ad ora?«Non ho una stima precisa di quello che si sta perdendoma così come si sta perdendo in tutta Italia si sta per-dendo anche da noi, in Campania e in provincia. Siamotutti fermi e in provincia avevamo molti cantieri aperti,dalle scuole alle strade e da più di 20 giorni è tutto fermo.A San Valentino Torio stavamo facendo più di 3 milionidi euro di lavori sulle strade, tramite finanziamento regio-nale ma siamo fermi da oltre 30 giorni. Questo non puòche mettere in difficoltà le imprese, i lavoratori, l’econo-mia e io capisco benissimo che bisogna assolutamentetrovare la forma per poter ricominciare a ripartire. LaCampania è una regione a vocazione turistica, tantissimoPil regionale è dovuto alle imprese del turismo, alle nostrebellissime coste, alle nostre bellissime isole, al patrimonioartistico, religioso e culturale. Stiamo facendo presente,su questo tavolo nazionale, di supportare le imprese del

turismo perché sono fondamentali, in tutta Italia. Bisognacercare di salvare, almeno in parte, la stagione turisticache ormai è alle porte. Non è una fase semplice questa acui siamo chiamati a discutere, bisogna conciliare tanteesigenze, tante necessità. Uscire da una crisi che non èsolo sanitaria ma anche economica e sociale non è asso-lutamente facile ma l’Italia è uscita da tante altre crisi do-vute alle guerre, determinate situazioni che si sonoverificate e sono sicuro che pian piano usciremo da que-sta terribile situazione».

Da sindaco e presidente della Provincia crede che ilpiano socio-economico della Regione Campania possaessere una base di partenza?«Sicuramente. La Regione Campania è stata la prima re-gione d’Italia a decidere di fare un piano proprio con ri-sorse tolte da una parte e messe dall’altra. Risorse per iprofessionisti, per le attività sociali, per chi oggi è in dif-ficoltà. Nei prossimi giorni usciranno una serie di decretiattuativi ma credo che il governatore De Luca stia fa-cendo miracoli sia sul fronte sanitario dove si stanno rea-lizzando ospedali da campo, si stanno affrontando congrande determinazione tematiche difficili. La questionedel Cotugno ci ha portato positivamente alla ribalta na-zionale e il fatto che si costruiscano in pochi giorni ospe-dali da campo prefabbricati per aumentare il numero diposti in terapia intensiva è un fatto straordinario. Poi’ c’èquesto importante piano economico finanziario che èstato portato addirittura a 900 milioni di euro e che la Re-gione sta mettendo in campo per aggiungere altri provve-dimenti e altri aiuti a chi, economicamente parlando, èfermo da diverso tempo».

L’INTERVISTA / MICHELE STRIANESE4 Giovedì 16 aprile 2020

www.oradicronache.itSalerno

DI ERIKA NOSCHESE

«Fabbriche, industrie e cantieristica a lavoro da fine mese ma con precauzione»

...Poi capita che nei report regionali cifiniscano anche secondi e terzi tamponi,senza così comunicare il reale numerodi contagiati in quel determinato giorno.Intanto si moltiplicano le strutture com-missariali, con Arcuri che ora conta unmega staff a suo supporto. Stessa cosaper Vittorio Colao che dovrebbe pro-grammare le fasi successive, ossia lariapertura delle attività e il ritorno aduna vita quasi normale. Tempi incertiperché dipende dalla medicina i cui

rappresentanti a raffica espongono pub-blicamente le loro teorie. Ben venganoci mancherebbe solo che, probabilmen-te, potrebbe essere più opportuna unariflessione nelle segrete stanze primadi elaborare il concetto finale. C’èancora il fai da te delle Regioni, con igovernatori che fanno un po’ ciò chevogliono. Capita, insomma, che il go-verno apra le librerie e che Campania,Lombardia e Piemonte le chiudano macontemporaneamente il Veneto allenti

le restrizioni, così come la Liguria. Iltutto nel silenzio totale del governoche per l’occasione dovrebbe essere ilcentro nevralgico e unica voce del-l’emergenza. Solo che Conte, in unadelle conferenze stampa alla nazioneserale, ha scelto la via della condivisione.Anzi della delega, affidando ai gover-natori delle regioni quasi pieni poteririspetto al da farsi, con un indeboli-mento, sempre più vistoso, del ministerodell’Interno quasi nascosto nelle stanze

di Palazzo Chigi mentre la situazionelegata all’ordine pubblico diventa semprepiù preoccupante. Il capitolo scuola,invece, fa storia a sé, con il suo ministrocapace di cambiare idea in pochi attimi.Sostanzialmente si guarda alle elezioni(i governatori) e alla stabilità del governo(Conte), così l’emergenza, in alcunecircostanze, diventa un vero e propriopalcoscenico di un immenso show.Mentre il virus ci guarda, ci aggrediscee fa ancora vittime.

DALLA PRIMA PELLEGRINO

Il presidente della Provincia nel direttivonazionale per la gestione della fase due

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"Ripartire subito con il servizio di conse-gna, per riprogrammare con meno affanniil futuro del commercio". In un momentoestremamente difficile per le attività di ri-storazione del territorio, i titolari delle at-tività di Food & Beverage provano a farfronte comune alle avversità. L'obiettivoresta quello di realizzare una programma-zione a lunga gittata, per consentire il ri-torno, un giorno, al riempimento deilocali del salernitano. Per farlo sarà ne-cessario ragionare per step, anche perchéè impossibile immaginare un ritorno allanormalità che non cammini di pari passoad una gradualità di progetto d'insieme.Raffaele Donnamaria, titolare dell'im-presa “Addor ‘i Pizza”, ha condiviso conentusiasmo una delle ultime iniziative inmateria di impresa. CucinaContinua, pro-getto di Lettera7 a cura di Dario Volpe,ha realizzato i Dining bond, coupon coni quali i clienti possono fin da ora acqui-stare menù riscattabili alla riapertura. Unmodo per scommettere sul commercio,che rappresenta domani più che mai il fu-turo da cui far ripartire l'economia dellacittà di Salerno.

Raffaele, perché ha creduto in questoprogetto?"Credo che mai come in questi tempidobbiamo reinventarci. Ho accolto conentusiasmo questa nuova idea del mioamico Dario: per quanto riguarda la mia

attività propongo due tipi di bond: unmenù trattoria, con tre piatti a 15 euro eun asporto, che comprende una pizza efritti vari a 10 euro".

Come saranno utilizzati questi bond?"I nostri clienti, che ringrazio per averposto fiducia nel mio lavoro (più di 30coupon venduti in 48 ore, ndr), potrannoconvertire il bond non appena riapriràl'attività".

Per quanto riguarda l'asporto, si èmolto discusso sul divieto in Campaniadella consegna a domicilio."Non ne comprendo le ragioni. Per noiè un grave danno, ritengo che dovesseessere fatta una cernita: non vedo perchéuna pizzeria, con un addetto dedicato ele giuste misure in materia di preven-zione e distanza sociale, non possa effet-tuare le consegne. Nel corso degli anniabbiamo anche tagliato la vicinanza fi-sica attraverso le varie piattaforme qualiJustEat: pagando con la carta hai ancheil vantaggio di non doverti recare in loco,dunque senza dover incrociare persone.Credo che in futuro lavoreremo ancor dipiù con queste piattaforme".

Il mondo del commercio subirà un pro-fondo stravolgimento?"Non sappiamo neanche ancora quandopotremmo tornare a lavoro. Al momentosi resta nel campo delle ipotesi: il contattotra le persone cambierà e i primi mesi bi-sognerà riorganizzare tutto il lavoro. Non

credo che la popolazione dall'oggi al do-mani torni a riempire le sale dei nostri lo-cali"

Può dirsi soddisfatto delle misure messein atto dal governo centrale?"Hanno sbloccato i prestiti garantiti maancora nessuno ha percepito alcuna

somma. Sono felice di quelle che sonostate le promesse sul piano regionale,aspettiamo di passare ai fatti. La richiestache noi titolari rivolgiamo è quella dipoter riattivare quanto prima il serviziodelivery. Siamo fermi da ormai un mese emezzo, molti di noi sono a rischio".

“Si deve ripristinare il servizio delivery per poter ripartire con meno affanni”DI MATTEO MAIORANO

RAFFAELE DONNAMARIA, TITOLARE DI “ADDOR I PIZZA”

www.oradicronache.it L’Ora di Cronache oradicronache

La pizzeria accoglie positivamente l'iniziativa di Lettera7: “I clienti hanno fiducia nel nostro lavoro”

"Stiamo immaginando il domani deipubblici esercizi". Mario Ventura, tito-lare dell'Emanuel Cafe, prova a distri-carsi in quel ricco quanto indecifrabile

mondo delle teorie in merito alla rior-ganizzazione del commercio locale.L'emergenza sanitaria continua a dettarei tempi sulle riaperture, ma gli impren-ditori non vogliono farsi trovare im-preparati all'appuntamento più delicato– dal dopoguerra ad oggi – per l'econo-mia del Paese.Soddisfatto delle misure introdottedal governo centrale?"Tengo a precisare una cosa: bisognaandare a ritroso e considerare il mo-mento in cui per l'ultima volta abbiamoabbassato le saracinesche. A marzo ilPaese non navigava in acque tranquillee i locali erano alla mercé degli eventiche sconvolgevano il mercato. Rischia-vamo di tasca nostra e avevamo pocheagevolazioni, nonché uno Stato pocoattento al nostro lavoro. Di conseguenza,non mi aspetto nulla di eclatante: soche noi imprenditori saremo i più espostie metterò in campo tutte le mie energiein occasione della riapertura. Non im-magino di ricevere un sussidio a fondoperduto da parte di uno Stato in crisi

già prima dell'emergenza".Vien da sé che in un contesto comequello attuale gli imprenditori devonoricevere la massima tutela."L'approccio verso la parte imprendi-toriale non è stato rispettoso in passato.Il nostro regime fiscale è pari a 65 %.Le polemiche che leggo lasciano il tem-po che trovano".Conte ha iniziato a discutere di pro-tocolli da seguire alla riapertura."I locali necessitano di procedure idoneein tempi celeri. Abbiamo bisogno di unprotocollo sanitario coordinato da Asle organi preposti: dobbiamo capirecome mettere in regola i nostri locali equali attrezzature eventualmente uti-lizzare. La questione dev'essere gestitabene e soprattutto non bisogna specularesul mercato: se il protocollo, come im-magino, sarà in forma obbligatoria nonvorrei immaginare di pagare una ma-scherina a prezzi esorbitanti. Ritengoindispensabile effettuare tamponi ai di-pendenti, affinché siano tutelate le ca-tegorie più a rischio".

A maggio è possibile immaginare co-perti dimezzati o eventualmente di-stanze minime da seguire, nel rispettodi norme sanitarie che permettanoun rapido ritorno alla normalità. Comeimmagina il suo locale alla riapertu-ra?"Stiamo già lavorando sotto questoprofilo, grazie ad alcune idee che vorreiconcretizzare. Una di queste è il menù digitale, chepuò essere visualizzato sullo smartphoneattraverso lo scanner di un comodoQrcode. Immagino inoltre i pagamentirapidi attraverso un Pos installato inapparecchi come i tablet".Perché la sua attività ha aderito alprogetto targato CucinaContinua?"È fondamentale creare una forma disinergia con i nostri affezionati clienti.Desideravo avere percezione dell'inte-resse rispetto alle proposte. È necessario provare a muovere il mer-cato, in modo tale da poter ripartirecon una base già consolidata".

ma.ma

L’APPROCCIO AL DOMANI / ILRESPONSABILEFIPE, MARIOVENTURA

5Giovedì 19 aprile 2020www.oradicronache.it Le storie

Tamponi ai dipendenti prima di tornare al lavoro“Urgente un protocollo in vista della riapertura”

Il titolare dell’Emanuel: "Stiamo immaginando menù scaricabili con Qr code e pagamenti Pos da tablet"

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Guardava a questa primavera come laprova del nove per il proprio eserciziocommerciale. Francesco Capece, titolaredella pizzeria “La Locanda dei Feudi2.0”, aveva registrato numeri molto inte-ressanti nei mesi precedenti alla crisi det-tata dal Covid-19 e, con l'arrivo dellebelle stagioni, questi dati sarebbero po-tenzialmente migliorati. Il coronavirus haperò soltanto rallentato un percorso dicrescita esponenziale, che punta a ripar-tire nei prossimi mesi.Ha aderito con grande soddisfazione alprogetto CucinaContinua."L'idea è sorta da un confronto tra l'agen-zia e i ristoratori. I numeri che riguardanoil mio locale sono estremamente incorag-gianti: abbiamo venduto già decine dicoupon inerenti a cene per due e quattropersone. Faccio i complimenti agli amicidi Lettera7 per il gran lavoro profuso inquesti mesi difficili".La Locanda aveva già fatto passi da gi-gante in questi anni, nel comparto mar-keting."Credo molto nella potenza dei social edabbiamo investito sotto questo profilo.L'idea del bond si sposa a pieno con ilnostro concetto di lavoro". Aveva idee in cantiere che ha dovutofermare?"Purtroppo, sì. Credo che questo fossel'anno per registrare un ulteriore salto diqualità: l'azienda aveva raggiunto numeriimportanti e gennaio e febbraio avevanofatto registrare un incremento del 30% ri-

spetto al semestre precedente: in vistadell'estate, sarebbe stato un biglietto davisita davvero importante. Era in pro-gramma una nuova apertura, ma credo civorrà più tempo del previsto".Come immagina la ristorazione del do-mani?"Se non saremo messi nelle condizionidi lavorare in modoadeguato, sarà diffi-cile fare ristorazione.Spero di riuscire afare attività:non siamosolo impren-ditori, mac o m m e r -cianti diemozioni etradizione.Fare ristora-zione per noiè un sogno".Soddisfatto dellemisure messe in attodal governo Conte?"Quanto fatto non è sufficiente. La ge-stione nei confronti degli imprenditori èsempre stata distratta. Non abbiamo tu-tele e come sostenitore dell'economiaitaliana pretendo maggiore flessibilità.L'indennizzo non basta e personalmentemi ritengo fortunato per aver sempre la-vorato bene".Preferirebbe una riapertura “a sin-ghiozzo” o aspettare qualche altro mese,senza distanziamenti sociali?"Ripartire, pagare e non lavorare sarebbeuna beffa. In questo momento l'unicaspesa è rappresentata dal pagamento del

fitto e le ferite reali sono gli introiti man-cati".Come immagina la ripresa?"Rapida: chi offre trasparenza non avràeccessivi problemi. Stiamo sviluppandoun'app per gestire le liste d'attesa, perconsentire alle persone di mettersi in listagià da casa. Il cliente riceverà un sms conil tempo stimato per l'ingresso. Questo èun lavoro strategico che permetterà di

rendere il lavoro più smart".Soddisfatto dei 600 euro destinati alleimprese?"Cifra irrisoria per la problematica affron-tata. Interessante il decreto regionale checoinvolge i possessori di partita iva: que-sti mille euro una tantum non sarannouna manna dal cielo ma, per gli impren-ditori, si tratterà di una piccola boccatad'ossigeno".

La Locanda guarda al futuroUn’app per gestire liste d’attesa

DI MATTEO MAIORANO

FRANCESCO CAPECE, TITOLARE DE “LA LOCANDA DEI FEUDI 2.0”

www.oradicronache.it L’Ora di Cronache oradicronache

Tanti i progetti in standby: “Toccati numeri importanti. Ripresa rapida per esercizi trasparenti”

"Le risorse messe in campo dal governonon sono sufficienti". Daniele Sellami,titolare della catena Macina a Pietra diSalerno, non è soddisfatto delle misure

attuate da Roma, con particolareriferi-mento agli aiuti destinati alle imprese.In vista del 4 maggio, data che dovrebbesancire il termine del lockdown e il ri-torno – seppur parziale – alla normalità,Sellami lavora da casa sulle mosse daattuare, immaginando gli scenari invista del futuro. L’imprenditore, negliultimi mesi, ha aperto tre attività di ri-storazione e nel giro di una settimanasi è visto costretto ad abbassare la sa-racinesca dei propri esercizi.Sta già provando ad immaginare, perle sue attività, offerte ad hoc per in-vogliare il cliente ad investire sullariapertura?"Ho aderito con grande soddisfazioneal progetto CucinaContinua.Stiamo stu-diando le offerte migliori da mettere adisposizione del cliente, in vista diquello che ci aspettiamo sia il ritornoalla normalità. La ripartenza sarà il ca-pitolo più difficile per noi imprenditori,

sarà dura per diversi fattori. Questacrisi senza precedenti lascerà dietrotanti punti interrogativi”.Cosa vuole consigliare a chi ha inve-stito in un esercizio commerciale dapoco?"Dico semplicemente di non mollare.Nelle settimane precedenti al lockdownho aperto tre attività: parliamo di quasi300mila euro di investimento".Adesso come immagina di ammortiz-zare i costi?"Mentre in un momento storico favo-revole sarebbero bastati sette mesi peril rientro, adesso volendo essere ottimistici vorranno almeno due anni per coprirele spese iniziali. Il mio non vuole esserenaturalmente un discorso individuale,perché siamo tutti sulla stessa barca.Anche dopo, pretendo un protocollosanitario rigido ma le mascherine devegarantirle lo Stato. Ho notato notevolesciacallaggio su alcuni prodotti e vorrei

ci fossero maggiori controlli".È favorevole al divieto di consegne adomicilio sul territorio campano?"Assolutamente no, è una mossa az-zardata che non riesco a comprendere.Dovrebbero fermare l'asporto anche dialtre categorie. La consegna a domicilioavrebbe rispettato tutti i requisiti igienicosanitari, così come accadrà per la ria-pertura. Anche lì la ripresa sarà graduale:sono propenso a tagliare i coperti al-meno finché non sarà disponibile unvaccino. Tutte le attività devono esseremesse a norma. Chi sbaglierà dovràpagare ed i controlli dovranno esserecapillari.".Ritiene adeguata l’assegnazione di 600euro attuata dal governo?"Assolutamente no. Solo per costituireuna società ci vogliono 1800 euro, loStato non può mettere a disposizionicifre così irrisorie".

ma.ma

LE MISURE / ILTITOLAREDIMACINAAPIETRA, DANIELESELLAMI“Seicento euro sono briciole per le Partite Iva

Partire con una nuova società ne richiede milleottocento”L’imprenditore: “Protocollo sanitario rapido: chi non rispetterà le regole ne pagherà le conseguenze”

6 Giovedì 16 aprile 2020www.oradicronache.itLe storie

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"Mantenere intatta l'occupazione". L'appello arriva di-rettamente da Umberto Scermino, titolare del risto-rante-pizzeria “Capri”, da cinque anni attivo nel settoreFood & Beverage del comune capoluogo. L'imprendi-tore ha abbassato per l'ultima volta la saracinesca loscorso 9 marzo e da allora ha rivestito, impotente, ilruolo di spettatore, dato l'insorgere del virus. Scerminoha accettato con entusiasmo la proposta dei DiningBond: il progetto, a cura di Dario Volpe, permette aiclienti di investire sui locali preferiti acquistando cou-pon da riscattare alla riapertura.

Quali offerte propone Capri?"La mia attività prevede un coupon, del valore di 15euro. Questo comprende un fritto, pizza a scelta, dolcee bevanda, riscattabile alla riapertura. Vorrei che le per-sone possano occupare uno dei coperti, invece che por-tarlo a casa: sarebbe bello tornare a respirare aria dinormalità tra le mie cucine".

Potendo fare una stima, a quanto ammonta il dannoeconomico?"È difficile fare conti, ma credo che l'attività abbia

avuto almeno 10 o 15mila euro di danni. Le aziendesono le più colpite, la mia quarantena non è stata pernulla semplice: come molti ho dovuto far capo a risorsepersonali".

Lo Stato ha stanziato un indennizzo di 600 euro."Sono briciole in confronto alle perdite riscontrate".

È d'accordo con il divieto di asporto in Campania?"Sì. Credo che il servizio a domicilio avrebbe coinvoltoun gran numero di persone in città e avremmo rischiatodi vanificare gli sforzi messi in atto dalla Regione".

Ritiene adeguati gli strumenti messi in campo dal go-verno per fronteggiare l'emergenza?"Non è stato fatto ancora nulla di concreto. L'Italia èuno dei Paesi con minori risorse economiche, ma la ge-stione è stata fallimentare. La "potenza di fuoco" di cuiparla il Presidente del Consiglio Conte, permetterà amolti di accedere ai prestiti ma tra qualche anno moltifalliranno perché non saranno in grado di sostenere lespese".

Come immagina la ripresa?"Sarà un processo lento. Il distanziamento sociale com-porterà la riduzione del servizio ai tavoli e il taglio delnumero di coperti. La mia attività non vuole farsi tro-vare impreparata e per questo ritengo giusto potenziareil servizio d'asporto".

Da non trascurare il fattore occupazionale."Certo: personalmente non vorrei mai dire ad uno deimiei dipendenti di stare a casa. Stiamo seguendo unpercorso di crescita importante: sono ormai cinqueanni che l'organico lotta al mio fianco e considero ognimembro parte della mia famiglia".

ma.ma

di Matteo Maiorano

pertura graduale? Prefe-rirei aspettare, ma con lacertezza di tornare a la-vorare con la medesimasicurezza di prima". Mi-

chele D'Elia, socio dell'american barNice di Salerno insieme ad Alfonso Fal-cone e Carmine Memoli, traccia il pro-prio bilancio ad un mese e mezzodall'ultima volta che è stata alzata la sa-racinesca. La sua attività prende vita inuna delle arterie maggiormente interes-sate dal traffico pedonale di Salerno esono per questo in programma diverse leriflessioni in capo ai titolari. Tra le di-verse iniziative che l'attività ha preso inconsiderazione c'è quella del DiningBond: l'idea, messa in atto da DarioVolpe, ha raccolto subito buoni con-sensi.

Michele, che tipo di bond mette a di-sposizione il Nice?"Abbiamo aderito con grande soddisfa-zione all'iniziativa di Lettera7, Cucina-Continua rappresenta un progetto

innovativo per Salerno. Noi abbiamoscelto di mettere a disposizione dei no-stri clienti tre tipi di coupon: l'aperitivo,con tapas a scelta; calici di vino a scelta,con tagliere di salumi e formaggi; Bolli-cine Experience, con due calici di Fran-ciacorta e frittura con pescato delgiorno. Le tre offerte sono da intendersiper due persone".

Qual è stata la risposta dei clienti?"Molto soddisfacente. In 24 ore sonostati venduti 10 coupon".

Soddisfatto delle misure introdotte dalGoverno centrale?"Parzialmente. Felice perché sono stateprese in considerazione alcune iniziativesul credito d'imposta, ma parliamo del60%. Per chi deve fare i conti con laspesa del fitto di un locale, il restante40% rappresenta un fondo perduto".

Molte spese sono state sospese e an-dranno pagate in un secondo mo-mento."Giusto sottolineare questo aspetto. Lasospensione non è un annullamento:

prima o poi dovremo rispondere di que-ste spese. Il governo ha preso provvedi-menti fornendo credito alle aziende, manon dimentichiamo che stiamo andandoa comprare soldi che non abbiamo in-cassato".

E la linea regionale?"Bella idea quella dell'indennizzo unatantum. I 2mila euro non risolverannotutti i problemi del mondo ma aiute-ranno tante imprese: restiamo in attesa".

Si discute sulle eventuali date di aper-tura: quando secondo lei sarà auspica-bile il ritorno alla normalità?"Credo che per maggio potremmo giàtornare in attività. Personalmente prefe-rirei aspettare affinché il virus possa es-sere debellato del tutto: aprire più tardima con meno problematiche dal puntodi vista organizzativo, tutelando perso-nale e clienti, seguendo le misure igie-nico sanitarie dettate dagli organipreposti".

Ritiene che in passato le attività ab-biano goduto di poca flessibilità?

"Rispondo per quella che è l'attività dicui faccio parte: si è cercato di andareincontro ad esigenze comuni. I locali, èbene ricordarlo, non sono solo intratte-nimento e non possiamo pretendere disuonare fino alle 3 di notte".

Il bond esperienziale del Nice“Buona risposta della clientela”

“A

IL LOCALE HA ADERITO AL PROGETTO IDEATO DA DARIO VOLPE

Michele D’Elia ha aderito a CucinaContinua: “Speriamo di tornare presto alla normalità”

UMBERTO SCERMINO, RISTO-PIZZERIA "CAPRI"“Aiuti alle imprese, non vorrei mai lasciare a casa nessuno dei miei lavoratori”

7Giovedì 16 aprile 2020www.oradicronache.it Le storie

L'imprenditore salernitano richiede "interventi straordinari maggiori, i danni sono ingenti"

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Se il crollo del Pil secondo le stimepiù pessimistiche potrebbe attestarsitra il 10 ed il 15% annuo, con la pos-

sibilità di un rimbalzo nel 2021, il settoredella ristorazione rischia di andare incon-tro ad una vera e propria Caporetto, al-meno stando a quanto affermano le stimedell'Osservatorio sui bilanci delle Srl pub-blicato dal Consiglio e dalla FondazioneNazionale dei Commercialisti che vedonoil settore della ristorazione colpito da gra-vissime perdite di fatturato. Più che unacontrazione si tratta di un vero e propriocrollo pari al 37,5% su base nazionale,pari a oltre 724 milioni di euro. Le misuredi sostegno del Cura Italia oltre che delpiano di emergenza economico-finanzia-rio della Regione rischiano di essere in-sufficienti in quanto non mirate allacategoria nello specifico. Ma, nonostantetutto, the show must go on: la ristora-zione dovrà comunque ripartire, seppurtra mille difficoltà. Per il momento, i ristoratori ed i titolaridi pizzerie restano abbastanza scetticisulle prospettive future di riapertura, oltreche sulla possibilità stessa di organizzareil servizio d'asporto, una volta che saràconsentito in base alle normative regio-nali, ancora più stringenti di quelle gover-native. A Napoli spopola l'iniziativa #iovoglioria-prire, lanciata da centinaia di operatoridel settore sotto la sigla della Fipe Con-fcommercio: un richiamo collettivo al go-vernatore De Luca da parte dei gestori dialcuni importanti locali (da Gino Sorbilloa 50 Kalò, da Michele a Ciro Salvo soloper citarne alcuni tra i più celebri) alla ria-pertura delle attività dopo la scadenzadell'ordinanza firmata lo scorso 25marzo, che limiterebbe eccessivamente lepossibilità di lavoro e di sostentamentoeconomico per la categoria. A Salerno edin provincia, invece, una nutrita rappre-sentanza di gestori sembra sostenere lascelta di una "serrata" più duratura.Come nel caso di Vincenzo ed AnielloMansi, titolari di due affermate pizzeriecittadine. "Stiamo soffrendo tanto, ab-

biamo buttato merce, abbiamo affiti efornitori da pagare, intere famiglieferme che stanno aspettando una cassaintegrazione che tarda ad arrivare -commentano - Ogni giorno chiuso cisembra un'eternità. Ma crediamo che alprimo posto la priorità sia la salute, chevogliamo tutelare a tutti i costi. Nonpossiamo rischiare. Accelerare le ria-perture potrebbe esporre noi ed i nostridipendenti ad un rischio di contamina-zione". "Occorre infatti fare una distinzione trachi ha grandi e piccole strutture - con-tinua - che spesso non riescono ad ac-cedere alle agevolazioni dello Stato.Questi devono assolutamente riaprirecon il delivery perché sarebbe la lorounica fonte di sostentamento, consen-tendo loro di sopravvivere in questa fase".Della stessa opinione anche LeonardoCorrado, titolare della frequentatissimapizzeria Mangiafoglia di Pontecagnano,che si mostra restio all'idea di attivare unservizio da asporto: "Non abbiamo al-cuna idea di quelle che saranno le dispo-sizioni del governo, pensare ad iniziative

per una riapertura è assolutamente inu-tile. La situazione a livello nazionale èevidente e molto difficile. Quello che ciauspichiamo è di ritornare al più prestoalla normalità per continuare a sfumaregustose pizze, vere portatrici di felicità, edi ridare dignità alle famiglie che lavorano

con noi". Dunque, se daun lato la tentazione dipoter riaprire per com-pensare quantomeno legravi perdite economi-che dell'ultimo mese ègrande, dall'altro a pre-valere sono i timori peruna ripresa dell'attivitàsenza le adeguate condi-zioni di sicurezza, so-prattutto per idipendenti. "Prima an-cora delle ordinanze diDe Luca e del presidentedel consiglio ho chiusola mia attività per salva-guardare i miei figli e lamia famiglia - commentaPierino Cardonia deL'Oro di Napoli, pizzeriaemergente di Montecor-vino Rovella, ma moltofrequentata anche dai sa-

lernitani - Avendo cento posti a sedere hosempre lavorato con il servizio al tavolo.L'asporto richiede un'organizzazione,sopportare dei costi ed accollarsi dei ri-schi che onestamente preferisco non as-sumermi. Dovrei assicurarmi personale e mezzi chepotrebbero non essere garantiti dal pre-servare il contagio. Preferisco aspettare lafase tre per poter riaprire".Ma non manca chi, nonostante i timori,auspica un più clere ritorno alla norma-lità, con la ripresa dell'attività. "Direi diaspettare un paio di settimane per com-prendere qual è l'andamento dell'epide-mia (De Luca su questo non ha tutti itorti) - commenta invece Sabatino Citro,titolare della pizzeria Vittoria di Baronissi- dopodichè occorre iniziare a pensare apoter riaprire, ricominciando almeno conl'asporto, perchè le ristrettezze economi-che sono tante ed iniziano a pesare. Oc-correrà, però, cercare quantomeno diverificare le condizioni per consentire laconsegna a domicilio in sicurezza, alti-menti si rischia di amplificare ulterior-mente il problema". Non manca chi propende per un ritornoseppur parziale alla normalità, consen-tendo quantomeno le consegne a domici-lio.

DI ANDREA BIGNARDI

www.oradicronache.it L’Ora di Cronache oradicronache

L’OPINIONE

Ma non manca chi considera necessaria, tra tanti dubbi, la ripresa dell'attività

Dal salernitano l’appello alla Regioneper una chiusura dei locali più duratura

Pierino Cardonia Leonardo Corrado Aniello Mansi

Vincenzo Mansi Sabatino Citro

“Siamo in ginocchio, soprattutto noi che abbiamoaperto la nostra attività di ristorazione da poco”.Queste le parole dei titolari della Terrazza Crispia Cava de’ Tirreni, Rosario Leonardi e DonatellaSpera che sperano in una riapertura per “tornarea respirare”. “Abbiamo comunque i dipendenti acui dobbiamo garantire la sopravvivenza in que-sto periodo. Quando riapriremo immaginiamoche ci saranno delle norme rigorose da rispettaree sarà comunque un fatto positivo questo. Siamodisposti a riprendere con le prenotazioni ancheperché la gente faticherà a carburare nuovamentee ad uscire come prima. Ma speriamo che per finemaggio possiamo riprendere la nostra attività al-trimenti non sapremo come fare”. La TerrazzaCrispi, aperta da settembre, porta avanti la tradi-zione con la sua cucina a chilometro zero e con

prodotti locali e del territorio e dato lo spazio aloro disposizione potranno proseguire la loro at-tività pur tenendo conto del rispetto della di-stanza tra tavoli e persone. “Siamo anchefavorevoli all’asporto, al domicilio almeno per ri-prendere a step. Abbiamo amici che da Bolognaa Roma non si sono mai fermati con il loro lavoroanche a domicilio. Ovviamente adesso siamonella fase di annullamento di tutte le cerimonieche ci erano state prenotate - continuano i titolari- e da qui a poco non sapremo davvero come farepiù per mantenere la gestione del nostro locale.Ci facciano riaprire magari a piccoli passi, ma chealmeno ci diano modo di respirare, per poter an-dare avanti e recuperare in materia economicatutto ciò che abbiamo perso fino ad ora, almenocon le consegne a domicilio”.

“Con la nostra Terrazza Crispi vogliamo ripartireCibo da asporto? Potrebbe essere boccata d’aria”

8 Giovedì 16 aprile 2020www.oradicronache.itLe storie

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“Ipanettieri? Hanno fatto soltantoil loro mestiere, inutile criminaliz-zarli: gli errori sono tutti della

classe dirigente". Così il titolare della pa-sticceria Svizzera di Salerno Carlo Cuo-fano si esprime sulla crisi che staattraversando il settore della pasticceriadurante l'emergenza coronavirus. Garan-tire il servizio d'asporto potrebbe rappre-sentare un'importante soluzione, cheperò non è consentita nella nostra re-gione. A farne le spese sono stati gli arti-giani, mentre a giovare delprovvedimento sono state le pocheaziende che possiedono un codice atecoche le qualifica come attività afferenti al-l'industria alimentare.

Carlo, le pasticcerie sono state tra le at-tività maggiormente colpite dalle ordi-nanze regionali che hanno proibito ilcommercio di prodotti alimentari arti-gianali per prevenire la diffusione delcontagio. Non sono mancate le polemi-che con i panettieri, che in alcuni casihanno continuato a produrre dolci, es-sendo loro consentita l'apertura.."Riguardo questo tema ho avuto giàmodo di esprimere più volte il mio parere.Sono sempre stato messo un po' in di-sparte perchè la mia posizione è stata percerti versi un po' fuori dal coro. A differenza di altri colleghi non ce l'hocon i panettieri che offrono altri servizi,ma con la classe dirigente che ha com-messo una disparità nei confronti di arti-giani come pasticcieri e pizzaioli, artigianiche avrebbero potuto continuare a eser-citare l'attività nel rispetto delle disposi-zioni di legge. Alle nostre spalle abbiamo

dei produttori specializzati verso una fettadi mercato caratterizzata dall'artigiana-lità. Interrompendo l'attività del nostrocodice Ateco, quello della produzionedolciaria artigianale, si è di fatto postofine ad un intero settore. Consentendo laconsegna a domicilio o l'apertura nel ri-spetto delle leggi si sarebbe potuto quan-tomeno attutire l'impatto della crisi,dimezzando l'entità della cassa integra-zione e degli ammortizzatori sociali ri-chiesti per garantire la tutela salariale deidipendenti".

Si sarebbe andati dunque a ridurre dra-sticamente il problema della disoccupa-zione?

"Si, e questo sarebbe andato a beneficionon solo di noi artigiani e dei nostri di-pendenti, ma anche e soprattutto dell'in-tero indotto legato al nostro settore".

Anche la ristorazione è stata destinata-ria di provvedimenti altrettanto restrit-tivi: è d'accordo?"Sono d'accordo nel complesso sulla ri-storazione ma avrei comunque consentitodi fare la consegna a domicilio del pranzopasquale, dunque di proseguire l'attivitàpur nel rispetto della normativa di sicu-rezza. La consegna a domicilio ci è rimasta ne-gata, ed è consentita solo alle attività chevanno oltre una certa soglia di attività e

che per questo hanno un codice ateco dif-ferente".

Alcune grandi aziende hanno potutoproseguire la vendita a domicilio.."In Campania si contano sulla puntadelle dita esempi di questo tipo, e perloro, finti artigianali, è rimasta la possibi-lità di poter attivare una vendita online.Ci sono paradossi in questa vicenda chesono assurdi. I panettieri fanno il loro lavoro, inutilecriminalizzarli: non è più come in passatoquando esistevano licenze distinte perogni tipo di attività. Questo però avevauna sua logica in quanto consentiva dipreservare realmente l'artigianalità".

"Non hanno sbagliato i panettieri Gli errori sono della classe dirigente"

DI ANDREA BIGNARDI

L’INTERVISTA / CARLO CUOFANO

www.oradicronache.it L’Ora di Cronache oradicronache

Il pasticciere salernitano si esprime su chiusura forzata e controversia con i panettieri

Le attività di ristorazione continuanoa rimanere chiuse a causa della serratagenerale imposta dal governo e inaspritaancor di più dal governatore della re-gione Campania, e da Salerno si alza ilgrido d’allarme: “Il governo circa le at-tività di ristorazione non ha battutocolpi, intervenga De Luca al fine di ri-partire almeno con l’asporto, per chipuò farlo”. A parlare è Andrea Gian-nattasio contitolare della pizzeria sa-lernitana “GiàGiù”, nonché già gestoredel famoso “Goccia”, punto di riferi-mento della movida salernitana e di-rettore del “Kobe”, ristorante dei fratelliCannavaro, di "Donna Margherita " e"Pizza Margherita". “Premesso che sonod’accordo con il lockdown nazionaleaggravato dal presidente della regioneVincenzo De Luca – dice Giannattasio– alla luce del fatto che viviamo unaterra ricca di persone di cultura che

purtroppo vengono bilanciate da tantidi non cultura e quindi chiudere tuttoè stato un bene per la pubblica salute”.Giannattasio dunque prende ledifese del proprio settore inquesto periodo di crisi sa-nitaria ed economica, so-prattutto per il settoreprivato: “Penso che siaarrivato il momento perle attività che possonoreinventarsi con l’aspor-to di ritornare a mettersiin moto onde evitare ef-fetti devastanti sui bilanciche potrebbero portare allachiusura di molte attività a fineemergenza. Gli interventi del governonon li giudico – continua - ma perquanto riguarda la ristorazione sonoinesistenti. Leggendo iniziative e decretinon si è fatto altro che creare debito su

debito chiedendo prestiti senza agevo-larci sui due mesi già persi. Non sonoio deputato a giudicare l’operato della

politica visto che anche gli addettiai lavori si trovano in una si-tuazione assurda perché nonè facile, ma per noi dellaristorazione non ci sonorisposte”.” Mi auguro chetutto possa ripartire an-che “lento pede”, ma chealmeno si riparta - si au-gura Andrea Giannattasio- spero che la regione

Campania ci dia il via liberaper iniziare ad affrontare il

post-crisi almeno con l’attività diasporto, tornare a fare cassa ed immet-tere liquidità all’interno dell’indottodella ristorazione in modo da non fer-mare tutto e dover ripartire con un pe-sante “segno meno””. “Non tutti i mali

vengono per nuocere – ha continuato -mi auguro che l’Italia da questa situa-zione possa aver imparato ad avere unminimo di rispetto, proprio per se stessae per tutte le professioni che la com-pongono”. "Qualche misura deve es-serci anche da parte di governo e re-gione, ma non troppi ritardi, non sipuò morire di democrazia. A non tuttele attività di ristorazione potrebbe essereconveniente fare solo asporto però bi-sogna iniziare la ripartenza per step,partendo proprio dal domicilio. Pur-troppo - sottolinea e conclude - ho lasensazione che tanti di noi non abbianocompreso che prima del vaccino saràdifficile ripartire per talune attività,molto difficile, bisogna ripensare ad unmodo diverso di lavorare, e sincera-mente sto pensando e studiando solu-zioni, ma non è facile".

Adriano Rescigno

ANDREAGIANNATTASIO, CO-TITOLAREDELLAPIZZERIA"GIÀGIÙ"

9Giovedì 16 aprile 2020www.oradicronache.it Le storie

"Le misure del governo centrale sono inesistentiil presidente De Luca ci faccia ripartire con le attività di asporto"

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Anche in piena pandemia, conti-nua battere forte il cuore del“mondo Pro Loco”. Da più an-goli della provincia di Salerno siregistrano contributi e attività disolidarietà messe in campo incollaborazione con le ammini-strazioni comunali e la Prote-zione Civile. Un impegnoquotidiano, quelle delle ProLoco, dalla costiera amalfitanaalla cilentana, passando per i bor-ghi dell'entroterra, eppure lon-tano dai riflettori, volto, comesempre, alla salute e alla conser-vazione dei territori e delle comu-nità di riferimento. «Stiamovivendo un periodo particolare che obbliga noitutti a ripensare e riorganizzare la nostra vita, pre-sente e futura - afferma Mario De Iuliis, presidentedel comitato provinciale “Unpli” Salerno - Le ProLoco che hanno da sempre animato le comunitàcon impegni densi di attività, adesso cedono ilpasso ad un blocco quasi totale che impedisce alnostro mondo di continuare a dare il proprio con-tributo ai territori. È un colpo micidiale al turismoche in questi mesi è al tracollo, un volano che as-sicurava fino a pochi mesi fa, specialmente sullefasce costiere, ampia occupazione in attività alber-ghiere, extra-alberghiere e servizi collaterali al mo-vimento turistico». Una missione, quella delle ProLoco, declinata nella valorizzazione dei prodottitipici e delle bellezze paesaggistiche, nell’organiz-zazione di manifestazioni in ambito turistico cul-turale, storico, ambientale, gastronomico, altempo stesso fonte di importanti entrate economi-che per le comunità locali. Già lo scorso 5 marzo,infatti, l’Unpli aveva inviato un appello al ministroper i beni e le attività culturali, Dario France-

schini, chiedendo l’istituzione di un fondo di so-lidarietà per sostenere le Pro Loco a seguito delleripercussioni della cancellazione di sagre e spet-tacoli dal vivo. «Come tanti italiani - prosegue DeIuliis - facciamo ricorso a strumenti tecnologiciche ci consentono incontri a distanza in attesa cheil tutto si possa rimettere in moto al più presto. Lasospensione delle tantissime attività in ambito cul-turale, gastronomico, storico ambientale, nonchédi accoglienza - continua il presidente del comi-tato provinciale - ci obbligheranno in futuro, oquantomeno appena possibile, a ripensare a nuovimodelli organizzativi più innovativi che possanocomunque ben migliorare la qualità della vita dellenostre comunità ed ad un diverso approccio aitantissimi ospiti che abbiamo l’onore di accoglieresulla nostra bella provincia. Questo ci imporrà, asuperamento di questa incredibile emergenza chestiamo vivendo per il coronavirus, delle scelte ra-dicali in termini di vita sociale e di riavvio econo-mico del nostro Paese. Come Pro Loco siamopronti a fare la nostra parte». gio.nad.

otografie supercaloriche conditecon una ricca dose di buonumore. Il Coronavirus non

ferma il viaggio gastronomico diFalco&Corvo, meglio noti sul web come“Il trono di sagre”, alla ricerca delle pie-tanze più gustose della Campania. E così,nell’impossibilità di girare aree picnic epunti ristoro, attratti dal buon odore dibraci e casatielli appena sfornati, la festaè sui social network. Un racconto corale,tra foto, brevi video e tutorial dell’ultimominuto, quello messo su dal duo battipa-gliese, che ha unito gli appassionati dellaPasquetta in quello che è il lunedì più at-teso dell’anno. «In un momento difficilee surreale causato dal Coronavirus - di-cono Falco&Corvo - abbiamo pensato diriunire la nostra community in una sortadi tavolata virtuale, chiedendo a tutti di

inviarci le foto delle loro pietanze super-caloriche e lipidiche, rigorosamente ri-spettose della tradizione. Amicidell’Irpinia, ad esempio, ci hanno mo-strato torte rustiche mai viste prima, mixdi nonne (e bisnonne) che avevano unitoi loro saperi dalle varie province, fino a

pastiere pervenute addirittura dagli StatiUniti dove è stata fatta di necessità virtùper trovare tutti gli ingredienti, ovviandoquando non era possibile ritrovare i sa-pori di casa. Il passaggio di mano e la co-municazione che in questi giorni cimancano tanto, sono stati la chiave perciò che abbiamo imparato ad amare e ri-trovare in casa anno dopo anno o Pasquadopo Pasqua. Con l'augurio che tutti pos-siamo addentare comunque la nostra pa-stiera o panariello preferiti speriamo diritrovare prima possibile quel caro "mo-vimento", che poi non dimentichiamolo,mette anche appetito». E proprio dagliStati Uniti sono arrivate testimonianze diesperimenti culinari della tradizione cam-pana, riadattati con materie prima a stellee strisce. «In America è impossibile repe-rire ingredienti come il grano cotto o ri-

cotta vaccina di buona qualità - prose-guono i ragazzi – Da qui, l’estro creativodei nostri amici che hanno cercato di ri-mediare con prodotti similari come la ri-cotta di "Uncle Tony" o i frutti rossi alposto dei canditi. Nonostante la lonta-nanza, le pastiere sono riuscite. Que-st’anno ci è mancato tantissimo lo stranogesto che si ripete in maniera liturgica:fare tante pastiere da regalare. Di cinquepastiere che varcano la porta di casa al-meno altre dieci ne tornano. Ma tra tuttequeste dieci, siamo sempre in grado di ri-conoscere quella di casa nostra. E' statobello sapere che gli amici italiani negliUsa hanno rispettato la tradizione, rega-lando le loro pastiere ai vicini statuni-tensi. La solidarietà non va mai inquarantena».

Giovanna Naddeo

«Da Salerno agli States,la nostra Pasquetta a portata di click»

F

IL TRONO DI SAGRE

Il Coronavirus non ferma il viaggio gastronomico di Falco&Corvo

L’INTERVENTOCrollo turismo e attività culturali, le Pro Loco si reinventano dopo l’emergenza Coronavirus

Niente scampagnate e gite fuoriporta, eppure neanche que-st’anno è mancato il diverti-mento grazie all’estro creativodei fuorisede campani più cele-bri del web. Boom di presenze,rigorosamente virtuali, alla Pa-squetta social firmata “Casa Su-race” e “unterroneamilano”. Unautentico sforzo sinergico aitempi del coronavirus per sal-vare l’appuntamento più attesodell’anno da famiglie e comitivedi amici. Dalla Lombardia allaCampania, è stata festa grandesulla piazza di Facebook, traleccornie condivise, barzellettee tanta buona musica. «Ab-biamo chiamato un “cuofano”di amici fuorisede per un eventosenza precedenti - afferma Ste-fano Maiolica, salernitano d’ori-gine, milanese d’adozione, ai piùnoto come “unterroneamilano”.- Da Rocco Hunt a FrancescaMichielin, da Ghemon a ClaudioSantamaria e Francesca Barra,fino ai Villa per Bene ed Ange-lica Massera: sono stati davverotanti gli amici comici, cantanti eattori che hanno preso parte allanostra Pasquetta». Una maratona della socialità edella partecipazione che ha riu-nito studenti e lavoratori co-stretti a trascorrere le festivitàpasquali lontano da famiglia eamici a causa delle misure restrit-tive per contenere il proliferare

del covid-19. «Una Pasqua ano-mala, ma non per questo menosignificativa, tutt'altro - continuaStefano. - Certo, la nostalgia deiprofumi e dei sapori delle leccor-nie di casa è stata tanta (inten-diamoci, pastiera e casatiellosono nettamente più buoni allatavola della nonna, anzichè reca-pitati dal "pacco da giù"), eppurecredo che questa Pasqua in qua-rantena sia stata una grande op-portunità per la comprensioneprofonda di quel messaggio di re-surrezione e rinascita che si celadietro questa importante festa re-ligiosa».

gio.nad

Unterroneamilano e Casa Suraceinsieme per la Pasquetta social

LA CURIOSITÀ

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«Contrario alle pizze a domici-lio». E’ questo, in sintesi, ilpensiero di Rofoldo Sorbillo,

noto pizzaiolo salernitano e titolare del-l’omonima pizzeria in Via dei Tribunali,lungo corso Garibaldi. «Sono contrarioalla pizza a domicilio e non perché nonmi farebbe comodo ma credo che dob-biamo tutti stringere i denti e promuovereiniziative affinché lo Stato offra il suoaiuto, soprattutto velocizzando i paga-menti delle richieste pervenute fino adoggi di dipendenti e proprietari di partiteIva, senza commettere l'errore di forzareuna riapertura inutile, che po-trebbe causare danni irrepara-bili, alla nostra salute, aquella dei nostri clienti edei nostri dipendenti - hadetto il giovane pizza-iolo - Si stanno mon-tando polemiche inutilie anche dannose», haaggiunto, spiegandoche il problema princi-pale non sarebbe tanto ilfattorino che andrebbe aconsegnare il pasto o lapizza a casa, ma bensì il ri-torno in strada di persone,«aziende di cui abbiamo bisognoper il riavvio della nostra attività, for-nitori di farine, latticini, bibite, salumi etanto altro. Certo attualmente qualcunogià c'è per permettere il rifornimento aisuper market e ai commercianti con ob-bligo di restare aperti, ma ci pensate aquante pizzerie, ristoranti, pasticcerie cisono in Campania?- ha poi aggiunto Sor-billo - A mio avviso è un rischio che at-tualmente non possiamo correre,soprattutto adesso che abbiamo un caloquasi stabile dei contagi, semplicementeperché se oggi troviamo in strada un solofurgone che scarica merci, con la nostrariapertura i furgoni diventerebbero tanti.Sarebbe davvero la stessa cosa? Idem peril resto delle materie prime o prodotti uti-

lizzabili per permettere di riav-viare le attività. Da aggiungere poiil numero di dipendenti che do-vrebbero recarsi sul posto di la-voro». Permettere alle pizzerie diriaprire per le attività da asporto«è un suicidio, nessuno - o quasi -in questa situazione spenderebbesoldi per il cibo d’asporto. Un na-poletano, ad esempio, la pizza lafa in casa, senza correre il rischiodi contagiarsi», ha aggiunto. PerRodolfo Sorbillo bisognerebbemettere un punto fermo alle guerresocial che spaccano l’opinione

pubblica circa la possibi-lità di riaprire ma

unirsi «contro loStato che co-munque citassa in manierai n c r e d i b i l e ,siamo iper tas-sati e siamo lamotrice delcommercio ita-liano», ha ag-g i u n t o ,lanciando un ap-pello affinché ci

siano più aiuti per ipiccoli e grandi com-

mercianti ma, sottolineaancora, «dobbiamo farlo tutti

insieme, pensando a ciò che stiamo per-dendo a livello commerciale». Una situa-zione di difficoltà che riguarda anche idipendenti: «i miei lavoratori non pren-dono lo stipendio da marzo, per quantovogliamo aiutarli siamo anche noi in dif-ficoltà, soprattutto con gli affitti. Alla finedell’anno quale impresa sarà nelle condi-zioni di pagare le tasse». Da qui la propo-sta di sospendere le tasse, l’Iva. «Perfortuna, debiti con i creditori non dovreb-bero essercene perchè tutti i debiti sonoinerenti a febbraio e io sono dell’idea chese il fornitore scarica deve essere pagatosubito, non dopo 90 giorni perchè eccopoi cosa succede - ha detto il giovane Sor-

billo - Non ci lamentiamo delle spese fattea gennaio, febbraio e inizio marzo: ab-biamo incassato? Allora dobbiamo pa-gare ma quelle successiva non dite chesiamo indebitati, assolutamente no». Ro-dolfo Sorbillo rilancia la proposta ai suoicolleghi: «Facciamoci sentire, non fac-ciamo sempre quelli che stanno zitti e vi-vono alla giornata perchè paghiamo tantetasse e 600 euro sono veramente ridicoli».Per il pizzaiolo salernitano la soluzionesarebbe la sospensione dei pagamenti enon il rinvio perchè «quando riapriremosu 100 posti ne possiamo tenere 20 e al-lora non possiamo più permetterci tanticamerieri». Una situazione sicuramentedrammatica, anche rapportata alla riaper-tura ma, sottolinea Rodolfo Sorbillo, «iosono favorevole alla chiusura perchè èuna guerra batteriologica ma non sap-piamo chi è il nemico». Per il titolare dellocale di via dei Tribunali era necessariochiudere tutto ma fin da subito, senza fileai supermercati. «Chiudete, ma realmenteperchè è inammissibile che una bozza didecreto “scappi” da una scrivania, cosìcome non può succedere che la gente, dalnord, raggiunga il sud - ha detto - Chiu-diamoci in casa perchè questa guerra sideve vincere ma tutelateci, tutelate il no-

stro lavoro». Una battaglia, quella che do-vrebbero intraprendere i lavoratori, ba-sata sui diritti di ciascuno di loro, dellatasse. «Facciamo qualcosa affinché loStato ci aiuti e, lo ribadisco, 600 eurosono una barzelletta». E sulle misure chedovrebbe mettere in campo il governocentrale, Sorbillo ha le idee chiare: «po-tevano prevenire tutto questo, potevanoevitare questa situazione e, soprattutto,questi soldi - se proprio volevano - dove-vano erogarli subito, non tanto per noiimprenditori che possiamo ancora soppe-rire grazie all’utile dello scorso anno maper i nostri dipendenti che vivono di sti-pendio e sono costretti a stare a casa dasettimane, ormai, senza un centesimo intasca - ha aggiunto - Dovrebbero aiutaretutti perchè la vera perdita, secondo me,sono i costi attivi come fitti e bollette per-chè c’è chi non ha l’utile dello scorsoanno a disposizione e non sa come fare.La soluzione? Non doveva più girare lamoneta in Italia, dopo la chiusura dispo-sta dal governo perchè c’è gente che nonha liquidità». Da dove si riparte? «Dalla speranza per-chè nessuno lavorerà più come prima,come giusto che sia, perchè le personenon hanno più soldi».

«Pizze e cibo a domicilio? No, grazieNon possiamo correre questo rischio»

DI ERIKA NOSCHESE

IL CONFRONTO / RODOLFO SORBILLO

www.oradicronache.it L’Ora di Cronache oradicronache

Il titolare dell’omonima pizzeria di via dei Tribunali punta il dito contro gli aiuti dello Stato

Gino Sorbillo contro il divieto di con-segnare il cibo a domicilio in Campania.Il celebre maestro pizzaiolo continua alanciare appelli al presidente della Re-gione Campania, con l’invito a rivedereil no assoluto al “food delivery”. Controla decisione di De Luca, anche il primocittadino di Napoli, Luigi de Magistris,il quale afferma che, al contrario, laconsegna a domicilio potrebbe essereutile a evitare assembramenti nei su-permercati. «De Luca ha fatto benissimoad usare il pugno duro ma adesso biso-gna aprire un piccolo spiraglio - affermaSorbillo - È illogico vietare la consegnaa domicilio, quando è possibile ordinarebeni non di prima necessità sui siti in-ternet, consegnati regolarmente presso

le abitazioni dai fattorini. La pizza èun pasto completo e nutriente, e tienele persone lontane dai supermercati,evitando pericolosi assembramenti e,di conseguenza, rischi di contagio». Laproposta di Sorbillo è riaprire, dunque,le pizzerie (e attività similari) seppurin «modalità easy», come lui stessospiega: «Non è giusto che si possanoeffettuare ordini ai colossi delle venditaonline di beni non di prima necessità,mentre tutti quanti noi altri dobbiamorestare fermi. Il servizio a domiciliodeve essere un diritto di tutti e nonsolo delle grandi organizzazioni chestanno facendo affari d’oro. Anche noi,affidandoci alle app del delivery, po-tremmo riaprire i forni con solo due

persone dello staff e con due semplicipizze, margherita e marinara. Nellealtre regioni le consegne a domicilionon sono state sospese, anzi. Perché laCampania deve fermarsi? Insieme adaltri colleghi pizzaioli - prosegue Sorbillo- abbiamo unito le forze e creato unarete sinergica, sfruttando i social percontinuare a stare accanto ai nostriclienti. Tanti i tutoriali pubblicati peruna buona pizza fatta in casa, tante ledimostrazioni d'affetto. Ma, lo ripeto,non vediamo l'ora di riaccendere inostri forni, preparare i nostri impasti,condire le nostre pizze. L'intero com-parto è in ginocchio. Salviamo la pizzacampana!».

Giovanna Naddeo

L’APPELLO/ GINO SORBILLO

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«La pizza è un pasto completo e tiene le persone lontane dai supermercati»

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Questa settimana abbiamo deciso di dedicare la nostraplaylist a dieci brani cantanti dai vari artisti conosciutitramite i talent show. La scelta non è casuale: nei pros-simi giorni, su Le Cronache, ospiteremo una giovanecantautrice salernitana, che arriva proprio dai talent.

L'ora di Cronache – playlistHola (I say) - Marco MengoniIl cantante vince la terza edizione del talent show X Fac-tor, nel 2009. Nel 2013 trionfa al Festival di Sanremo,con “L'essenziale”. "Hola (I Say)" è il terzo estratto dal-l'album "Atlantico" (2018), e conta sulla partecipazionevocale del cantautore britannico Tom Walker.Immobile - Alessandra Amoroso.La cantante vince l'ottava edizione di Amici di Maria DeFilippi, nel 2009."Immobile" (certificato disco di pla-tino) è presentata in anteprima durante l'edizione del ta-lent, poi inserita nell'EP d'esordio della cantante,"Stupida"Non ti scordar mai di me - Giusy FerreriLa cantante si classifica seconda alla prima edizione diX Factor, 2008. È l'artista lanciata da un talent italianoad aver venduto più copie nel mondo."Non ti scordarmai di me" è scritta da Tiziano Ferro e Roberto Casalino;presentata durante il talent, diventa uno dei tormentonidell'estate 2008.

Trattengo il fiato - EmmaLa cantante vince la nona edizione di Amici (2010). Par-tecipa due volte a Sanremo, vincendo nel 2012, con ilbrano "Non è l'inferno"."Trattengo il fiato" è il quartoestratto dall'album "Schiena" (2014)Torna a casa - Måneskin.La band, composta da Damiano David, Victoria De An-gelis, Thomas Raggi, Ethan Torchio, arriva seconda al-l'undicesima edizione di X Factor (2017)"Torna a casa"è il secondo estratto dal loro primo album in studio, "Ilballo della vita", 2018Margarita - Elodie (ft. Marracash)La cantante arriva seconda alla quindicesima edizionedi Amici, 2016. Partecipa a Sanremo 2020, arrivando alsettimo posto, con "Andromeda". "Margarita" è il terzoestratto dall'album "This is Elodie" (2019), in duetto conMarracashVuoto a perdere - NoemiLa cantante partecipa alla seconda edizione di X Factor(2009); è anche in gara, cinque volte, al Festival di San-remo."Vuoto a perdere" è il primo singolo estratto dal-l'album "RossoNoemi", 2011. Scritta da Vasco Rosso e

Gaetano Curreri, fa parte della colonna sonora del film"Femmine contro maschi" (di Fausto Brizzi)Grande amore - Il VoloIl gruppo musicale, composto da due tenori e un bari-tono, Piero Barone, Ignazio Boschetto, Gianluca Gino-ble, si forma nel 2009, durante la seconda edizione deltalent show "Ti lascio una canzone". Sono stati i primiartisti italiani ad aver firmato un contratto diretto conuna major statunitense, la Geffen. "Grande amore"è ilprimo estratto dal loro secondo EP, "Sanremo grandeamore"; il brano ha vinto il Festival di Sanremo, nel2015Bye bye - AnnalisaLa cantante arriva seconda alla decima edizione diAmici, nel 2010; ha partecipato più volte al Festival diSanremo. "Bye bye" è contenuta nell'album omonimo,del 2018, ed è il terzo singolo estratto.Complici - Enrico Nigiotti (ft. Gianna Nannini)Il cantante partecipa nel 2009 ad Amici, ma abbandonail programma a favore dell'allora fidanzata, la ballerinaElena D'Amario, anche lei concorrente del talent.Nel 2017 arriva terzo ad X Factor. Partecipa al Festivaldi Sanremo, nel 2019 e 2020."Complici" è il secondoestratto dal terzo album di Nigiotti, "Cenerentola"

di Michele Benincasa*E’ ormai evidente che siamo difronte a un grande cambiamentod’epoca, in cui l’effetto della crisicausata dalla pandemia toccheràancora più profondamente la vitadelle persone. Questo fermo pro-lungato delle attività potrebbe farciritrovare, già nel giro di pochi mesi,in un Paese molto più povero e in-debitato di prima, con inediti pro-blemi di ordine pubblico e dimalcontento sociale. L’emergenzadovrà dunque rappresentare unaoccasione per ridiscutere i modellidi sviluppo, per ridisegnare i rap-porti tra Stato e mercato, per ri-marcare la preminenza delleresponsabilità pubbliche e la ne-cessità di investire nelle compe-tenze, in tutti i settori. A dire il

vero, con riferimento a quest’ul-timo aspetto, un primo, repentino,cambiamento culturale già è dive-nuto tangibile: sembrano ormaiappartenenti ad un altro secolo lebattaglie dei no vax, alacrementesostenute da illustri esponenti delleistituzioni fino a qualche mese fa.Anche coloro che non capivanohanno ora appreso, nel modo piùduro e tragico, la lezione secondocui non si può fare a meno degliesperti, di coloro che dispongonodi competenze specialistiche. Chevi sia bisogno dello Stato è innega-bile: solo con una sanità pubblicadi qualità è possibile assicurare ser-vizi fondamentali per la sopravvi-venza di un maggior numero dipersone. Ed è proprio la sanità,con l’economia e la politica per

salvare la democrazia, e con l’eco-logia per salvare il pianeta dal sur-riscaldamento, tra i fattoriindividuati dagli esperti di politicasocio-economica a concorrere allacostruzione di quella che viene de-finita una società equilibrata. E’una fase cruciale per la vita dellademocrazia italiana: reggerà se af-fioreranno passioni forti, se ci saràcapacità di visione e se, ad ogni li-vello, emergerà una classe diri-gente degna di fiducia. Non è uncaso che il tema centrale della fun-zione del pubblico per rilanciarel’economia, in questo frangente,sia stato sollevato per primo dauna personalità autorevole comeMario Draghi che, in un ormai ce-lebre editoriale sul Financial Timesha richiamato l’attenzione sulla

necessità di una ricostruzione daattuare mediante una massicciadose di investimenti pubblici. Pro-prio accogliendo questo invito, ilgoverno nazionale ha provvedutoa varare un piano di aiuti per leimprese attraverso una leva straor-dinaria sul debito pubblico da 400miliardi di euro, in termini di ga-ranzie che lo Stato fornirà al 100%per sbloccare i prestiti delle ban-che e per consentire l’immediataimmissione di liquidità, assoluta-mente necessaria in questa fase.Questo comporterà, dapprima,una considerevole impennata deldebito pubblico, stimata tra il 150e il 180% cui dovranno seguire,non appena gli effetti della reces-sione si saranno stabilizzati, mec-canismi utili a farlo calarerapidamente. Serviranno tassi diinteresse più bassi e dovrà pro-muoversi una crescita sostenibile:in questo, sarà centrale il ruolodella Banca Centrale Europea. Intal senso, è necessario riporre l’at-tenzione sulla funzione strategicae preminente delle istituzioni euro-pee: dopo una prima fase di ambi-guità, la Banca Centrale Europeaha approvato una prima, massic-cia, dose di aiuti ratificando unpiano di acquisto di 250 miliardi didebito pubblico italiano e l’UnioneEuropea ha disposto l’immediata

sospensione delle clausole delPatto di Stabilità e ha istituito mec-canismi di sostegno all’occupa-zione. Si tratta di operazionipolitiche che muovono proprio nelsolco della difesa delle istituzionidemocratiche e di cui andrebbemeglio spiegato il significato. Oc-corre che ogni riflessione sull’Eu-ropa, sulle politiche europee, vadadimensionata sulla certezza chenon c’è alternativa, o meglio cheogni alternativa sarebbe peggioredi quella attualmente proposta: aldiffuso rigurgito di un becero na-zionalismo da più parti avanzato,va opposta la ferma convinzioneche la prospettiva di una Italiafuori dall’Europa è semplicementecatastrofica. Vieppiù, di fronte alladegenerazione dei sentimenti so-vranisti ed antieuropei e nell’otticadella costruzione di una societàpiù giusta ed equilibrata, andrebberilanciata l’opportunità di una ul-teriore cessione di sovranità, in fa-vore di organismi governativisuperiori che mettano al centrodella propria attività il futuro delpianeta e la vita di coloro che loabitano. Se c’è una cosa che l’espe-rienza del corona virus ci ha inse-gnato è che il mondo non è altroche un villaggio globale con alcunecaratteristiche ben delineate

*avvocato

LA RIFLESSIONE

L'integrazione, la sfida da vincere per una società più giusta

Una playlist da talent show

a cura di Mariafrancesca Troisi

La società equilibrata nel villaggio globale

L’integrazione è una bella parola, lunga, complessa, artico-lata e di difficile comprensione. Oggi risulta complicato farcapire alla società che il diversamente abile non deve susci-tare pietismo, ma deve essere considerato una risorsa perl’arricchimento culturale. Va sottolineato che, nonostanteci troviamo in un momento storico “moderno,” tale argo-mento risulta essere uno dei più spinosi in quanto i fattoripredominanti sono l’egoismo e l’ignoranza. Il mio ramma-rico più grande è quello che, giorno dopo giorno, invece diessere nel 2020 mi sembra di tornare nel 68 dove si avevauna concezione della persona disagiata come soggetto daemarginare e non da includere in un contesto societario.Ciò accade in ambito sanitario, dove si incontrano mediciche con la loro frustrazione si concedono il libero arbitriodi mettere la salute di tali soggetti a repentaglio senza avereun minimo di sensibilità. A tal proposito vi racconto unbreve episodio vissuto in prima persona. Era il 2008 quando,come da prassi mi recai a far visita per il rinnovo del pianoterapeutico. Dopo una lunga attesa entrai e il dottore moltoadirato mi comunicò che la mia terapia doveva essere ri-dotta. Io con la pacatezza che mi contraddistinse chiesi lemotivazioni, non solo non ricevetti risposta, ma fui semprepiù aggredito. Feci passare di nuovo qualche minuto e sem-pre con eleganza chiesi: Dottore siete nervoso? Lui con ipochi neuroni bruciati rimanenti in testa rispose: No coroLuca pensa prima avevo un gatto che non camminava e

adesso cammina. Ci tengo a precisare che questa breve te-stimonianza non vuole suscitare pietà, ma mettere in risaltoinadeguatezza comportamentale in ambito sanitario. Tale fenomeno, va detto che, non accade solo in tale settorema anche in ambito socio assistenziale e in particolar modonei centri diurni integrati, dove si nascondono dietro attivitàricreative per favorire la cosiddetta integrazione. Secondoil mio modestissimo parere tali centri sono fonte di isolo-mento e etichettatura sociale. Con tale frase sono certo dinon essere visto di buon occhio da tanti, ma poco importa.Ritengo che la vera integrazione non si attua mettendo tuttiintorno a un tavolo, con operatori che guardano spazientitile lancette in attesa che l’ora scocchi per fare ritorno nelleloro case; Ritengo che la vera integrazione non si attua ef-fettuando classificazioni patologiche del tipo: x può, mentrey non può,anzi codesto metodo non fa altro che alimentarediscriminazioni e distinzioni categoriali; Ritengo che l’inte-grazione non possa vedere il suo emergere, poiché mancaun parametro base che risulta essere il pilastro: l’accoglienzaaccogliere la persona nella sua totalità e unicità senza at-tuare meccanismi pregiudizievoli). Nei centri diurni inte-grati, come ben sappiamo, vengono collocate persone condisturbi che riguardano la sfera psichica (tale tratto è tipicodelle persone autistiche). Questa specifica è importante in quanto mette in risaltouna tipologia di comunicazione poco conosciuta e poco

considerata: La comunicazione non verbale. Il non verbale non va interpretato come assenza comunica-tiva, bensì come forma di comunicazione corporale, quindimerita considerazione e rispetto alla pari di quella verbale. I bambini autistici sono definiti: “ bimbi della luna” perchévivono in un mando costruito da loro, ma non vivono sullaluna. Fatta questa premessa concludo questo articolo conuna mia personalissima. L’integrazione nei centri diurni non esiste, ma se vogliamofar sì che un qualcosa inizi a far accendere la speranza at-tuiamo i seguenti punti: Cooperazione tra assistente sociale,l’utente e le loro famiglie(attualmente inesistente per una ca-renza volontaria di ascolto). Introduzione delle telecamerein modo da rendere palese l’operato degli operatori su talisoggetti ,al fine di tranquillizzare le loro famiglie: Coopera-zione tra famiglie e Politiche sociali e Abolizione della rettaper permettere a tutti l’accesso in tali sedi di “aggregazione”. Queste sono cose normali Le urla disperate di mamme che sono costrette tutt’ora adalzare le mani e dire: esistiamo anche noi e vogliamo viverecome voi”. Queste cose non sono normali.

Luca Mazzeo

Ps dovevamo scrivere a quattro mani, ma ci sono rifles-sioni che devono vivere cosi. Ed oggi la penna di Lucaparla chiaro, molto! Gaetano Amatruda

QUELLI CHE...LE COSE SONO NORMALI

12 Giovedì 16 aprile 2020www.oradicronache.itLe rubriche

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Che accade dopo un prolungato stresspsicologico di massa come quello deter-minato da una devastante pandemia?Probabilmente gli stessi esiti che osser-viamo dopo un attentato, dopo un gravecataclisma, dopo un episodio di guerra.Un percorso intenso e irripetibile carat-terizzato da una tempesta emotiva nellaquale si susseguono almeno quattro di-verse fasi: una prima fase caratterizzatada un sentimento di negazione, incredu-lità e diffidenza; una seconda fase (chepotremmo definire eroico maniacale)che è quella la cui coda viviamo oggi eche comporta spesso ancora l’esposi-zione al rischio di contagio; una terzafase depressiva di uscita dalla crisi in cuisi realizza il rischio corso e, infine, unalunga fase finale (che corrisponde allamitica FASE DUE definita di ripopola-zione) di riapertura dei rapporti socialie di decantazione post traumatica, nellaquale crolla la tensione e si strutturano idanni prodotti dal prolungato stress. Quest’ultima in genere è prece-duta da una iniziale euforia esenso di liberazione, quasicome se ci si rendesse contosolo ora del rischio corso, esi riscoprisse l’immanenteterrore della morte sfiorata.Si transita sovente da unforte e diffuso sentimento disolidarietà, che solo il ter-rore può far nascere, e nelquale ci si sente più uniti epartecipi agli stessi rischi, perpassare poi rapidamente al ripri-stino di pregiudizi, di egoismi e ditutti gli opportunismi sociali ed indivi-duali, che indicano il superamento dellacrisi e la ripresa della folle corsa. La memoria, si sa, è labile e la solidarietàviene spesso dimenticata e messa nuova-mente da parte. Questo significherebbe non aver raccoltola lezione che la natura ci ha impartito.Potrebbe essere l’ultima, forse l’unicapossibilità residua. Abbiamo avuto tutti la

d imens ionedella forza dis o p r a v v i -venza delnostro bi-s t r a t t a t opianeta.Ma vorrei

soffermarmisu alcune

considerazioni,forse banali, cer-

tamente non origi-nali ma da tenere bene

a mente. Alcune categorie dilavoratori hanno dato prova di enormegenerosità e competenza. In prima linea inostri medici ed infermieri, ma anchetutti gli altri profili, che hanno garantitocon il loro lavoro e spesso con la loro ge-nerosa esposizione, l’assistenza alla partepiù fragile della popolazione; ma questaconsiderazione non deve far dimenticare

gli enormi ritardi e le titubanze nel fornireancora oggi a tutti loro i necessari presididi protezione. Grazie a loro i pazientihanno potuto continuare ad essere curatianche se in condizioni di enorme diffi-coltà. Qualcuno forse avrà pensato, comeha cinicamente esplicitato il premier bri-tannico, che siano queste fasce deboli laparte da sacrificare in nome di un rapidocontagio che avrebbe potuto garantire ilsuperamento della crisi raggiungendo lacosiddetta immunità di gregge. Ciò senza ricordare che una pandemiacome quella che viviamo ha come carat-teristica fondamentale quella di essereveicolata da un virus che muta veloce-mente e si diffonde con altrettanta rapi-dità ripresentandosi ogni anno in formediverse, proprio come fanno le periodichepandemie influenzali, ma soprattutto chefuori controllo il virus poi non risparmianessuno. E’ innegabile la resistenza all’inizio dellapandemia ad utilizzare tamponi di massasulla popolazione residente nelle aree arischio anche agli asintomatici, unicaazione in grado di tracciare un quadroesaustivo del rischio. E’ innegabile chenon si riescono a fornire agli operatori difrontiera quei dispositivi di protezione in-dividuale realmente efficaci. E’ innegabileche di fronte ad una difficoltà ad impor-tare dall’estero tali presidi bisognava dasubito riorientare una serie di aziende,magari in crisi, verso tali produzioni ga-rantendo loro tutte le coperture ed i sup-porti necessari e prevedibili alla fine diquesto periodo.E’ innegabile che, dopo un iniziale ten-tennamento la regione Veneto ha trac-

ciato una via maestra dimostrando che èefficace clinicamente ma anche sosteni-bile economicamente una politica di uti-lizzo su larga scala di strumenti dirilevamento della positività al contagioche ci consentirà di uscire rapidamentedalla reclusione forzata a cui siamo tuttisottoposti.Questa crisi ci ha lasciato una quantitàenorme di insegnamenti che non può an-dare dispersa e che servirà in futuro peranticipare i tempi di un adeguamento anuovi bisogni ed a mutate realtà. Comeper esempio il lavoro a distanza, la possi-bilità di esprimere vicinanza emozionaleanche utilizzando al meglio le nuove tec-nologie di comunicazione, che spesso ipazienti colgono più e prima del restodella popolazione. Sentiamo spesso dire che niente sarà piùcome prima. Ma è una affermazione che dobbiamo co-gliere in tutta l’essenza innovativa checontiene. Potrebbe aiutarci a vedere finalmente ilservizio sanitario nazionale come unaprotezione indispensabile e non come uncosto, unico in grado di difenderciquando siamo più deboli ed esposti. Laprotezione dei più deboli è garanzia diprotezione per tutti. Investire per aumentare sicurezza e pre-sidi significa fare investimenti altamenteproduttivi, che non andrebbero conside-rati una spesa inutile ma un’azione ingrado di orientare utilmente le politichedi sviluppo e di favorire una riorganizza-zione dei sistemi economici e delle poli-tiche sociali del paese.

*Psichiatra e Pubblicista

La salute mentale dopo la pandemiaLA RIFLESSIONE / WALTER DI MUNZIO*

www.oradicronache.it L’Ora di Cronache oradicronache

Che accade dopo uno stress psicologico di massa come quello determinato da una devastante epidemia?

...Manca solo che la nostra Terra simetta a girare vorticosamente, potreb-bero sparire anche i terrapiattisti, manon si può volere tutto dalla vita.E poi c'è che Conte ormai ha sdoganatodel tutto la sua verve politica strigliandoin mondovisione capitan 49 e la Meloni.Ma fermiamoci un attimo su Salvini.Twittare cose non vere sull'adesione

del governo al Mes significa destabiliz-zare la Nazione in un momento tantodelicato. Per me non andava strigliatato,andava ridicolizzato. E soprattutto, piuttosto che ingaggiareuna bagarre su chi ha contribuito allacostituzione del Mes, sarebbe stato me-glio spiegare agli italiani perché questafase non richiede l'intervento del fondo

salvastati. Intanto le morti da Covid continuanoe purtroppo continuano anche i com-portamenti irresponsabili delle persone.A New York i morti vengono depostiin fosse comuni. La Svezia ha dichiarato un'emergenzasenza pari. Il lockdown comincia a pe-sare, molte imprese non si riprende-

ranno. Ma tant'è, non si può abbassarela guardia. Eppure bisogna pian pianoripartire. Con cautela, molta cautela. Forse perquesto Conte ha pensato di aprire le li-brerie, perché in fondo avrà pensatoche è l'unica categoria merceologicache, ahinoi, in Italia non provocheràassembramenti.

DALLA PRIMA RIZZO

13Giovedì 16 aprile 2020www.oradicronache.it Parola all’esperto

Page 14: Anno III • n. 16 Cronache...Da Salerno in Liguria, la missione della dia - betologa salernitana tra i malati di Covid: “Nelle Rsa la situa - zione è tragica, noi medici lottiamo

Abbiamo fatto sin da piccole gli gnocchi di patate insiemealla nonna e alla mamma.È il piatto delle nostre domeniche in famiglia, un piattosemplice e gustoso ma che profuma di ragù e di basilico, ac-compagnato dalla scarpetta a prima mattina. Oltre allaversione classica, ce ne sono tantissime varianti con lazucca, gli spinaci, le melanzane. Questa volta le sorelle inchic li hanno preparati con la barbabietola, che conferiscenon solo un sapore dolce, ma anche un colore intenso, untocco brillante ideale anche per zuppe e creme da prepararedurante le fredde giornate invernali. La barbabietola possiedeinoltre, notevoli proprietà nutritive. È ricca di vitamine, saliminerali e ferro e viene inserita nei regimi alimentari deisoggetti che soffrono di anemia.Cucinate insieme a noi il pomeriggio in streaming sul nostrocanale InstagramSeguiteci IG: @sorelle_in_chicFB: Sorelle in Chic foodblog & style

Preparazione: 1 oraDifficoltà: mediaPorzioni: 3 personeCosto: medioRisultato: super!

La ricetta per gli gnocchi:1 patata lessaMezza barbabietola pre-cotta1 uovoFarina quanto bastaSale Pepe

Per il condimento deglignocchi:RucolaMandorleOlioSalePepeGranella di pistacchi

Preparazione: Mettere in un mixer ad im-

mersione la patata lessa, la mezza barbabietola, il sale, ilpepe e l’uovo e frullare. Aggiungere al composto la farina etrasferire il composto su un tagliere e continuare ad impastarecon le mani. Aggiungere tanta farina in modo da renderel’impasto morbido ma abbastanza compatto per poter faregli gnocchi. Mettere l’impasto in frigo a riposare mezz’ora. Prelevate una

parte di impasto e stendetelo con le puntedelle dita per ottenere dei filoni, spessi 2 cen-timetri. Poi tagliate i filoncini a tocchetti e fa-cendo una leggera pressione con il pollice tra-scinateli sul riga gnocchi per ottenere la classicaforma Se non avete il riga gnocchi, poteteutilizzare una forchetta e trascinarli sui rebbi(noi li trasciniamo con la farina sul taglierefacendo una leggera pressione con le dita);anche in questo caso, utilizzate la farina disemola per evitare che si appiccichino. Manoa mano che preparate gli gnocchi sistematelisu un vassoietto con un canovaccio leggermenteinfarinato, ben distanziati l'uno dall'altro. Ver-sare gli gnocchi in acqua bollente e salata;non appena verranno a galla gli gnocchi si ri-tengono cotti e quindi pronti per essere scolatie conditi.Li condiamo con un pesto di rucola.Aggiungere in un mortaio la rucola, le mandorlepelate, il sale, il pepe e l’olio a filo e rendereil tutto una crema densa e di un verde vivace.Condiamo gli gnocchi con il pesto di rucola,mantecando con un po’ di acqua di cottura egranella di pistacchi.Buon appetito!!

Gnocchi di barbabietolaal pesto di rucola

SORELLE IN CHIC IL RACCONTO

Riproponiamo il nostro piatto delle domeniche in famiglia

Su Instagramimpazza

la quarantine pillowchallenge

È vero che la quarantena porta noia, svo-gliatezza e sonnolenza. Ma addirittura con-fondere un cuscino con un vestitino sembraquasi surreale. E invece è il nuovo giocovirtuale di cui su instagram si sente soloparlare: Quarantina Pillow Challenge. Chiamata “sfida del cuscino”, è la nuovachallenge social delle influencer di Insta-gram. Una serie di webstar americane ha iniziatoa postare foto nelle quali indossano soloun cuscino fermato sotto al seno da unacintura. Presto anche in Italia hanno fattolo stesso: Giulia De Lellis, Sabrina Ghio ePaola Turani. Una delleprime a lanciarela competi-zione è stataAida Do-menech,model laspagnolacon quasi3 milionidi follower.Una vera epropria modafatta in casa, lanuova tendenza 2 0 2 0che lascia scoperte non solo le spalle e legambe, ma anche completamente la schiena.La nuova mania fashion che spopola suInstagram con il doveroso hashtag #qua-rantinepillowchalleng, prevede l’utilizzodi un cuscino e di una cintura, se logataancora meglio, da stringere sotto al senocosì da ricreare un vero e proprio minidressbustier. Lo stile da premiare è vasto e diversificato.In base alle tonalità del cuscino, le in-fluencer e le it-girl della rete possono creareoutfit eleganti oppure più soft, in base allecinture e gli accessori. Basta semplicementeun tocco di rossetto, gli orecchini giusti,una bag e il click è fatto. Da ricordaresempre che il cuscino è solo un’idea – inparte – dei vestiti estivi corti di stagione: ilretro non esiste. Nel momento dello scatto per il mirrorselfie, le influencer devono far attenzionea mantenere una posizione frontale e maispostare l’attenzione su altro. La noia è davvero tanta e pur di passare iltempo e aggiornare i propri social, le in-fluencer sono disposte a tutto pur di seguirei trend del momento. Si può dire una verae propria sfida per combattere la noia emettere in gioco la propria creatività conun alleato che in questo periodo ci sta fa-cendo compagnia più di tutti, l’amato cu-scino.

Clemente Donadio

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14 Giovedì 16 aprile 2020www.oradicronache.itLe Rubriche

MUSIC O'CLOCK di Antonio Sica

16 MARZO: LA METAMORFOSI DI ACHILLE LAURO

Già vi vedo lì, increduli, a shazzammare“16 Marzo”. Fatevene una ragione, quellavoce dolce e malinconica è proprio quelladi Achille Lauro, l'artista romano hacambiato ancora una volta pelle.

Sembrano lontani anni luce i tempi trapdi Thoiry, soppiantati prima da RollsRoyce e poi da Me ne frego. Lauro nonha solo cambiato stile, ha fatto molto dipiù, ha cambiato la percezione del pub-blico approdando dalle piattaforme strea-ming alla TV tradizionalista. E adessoanche chi inizialmente sparava a zerosu di lui, canticchia di nascosto i suoi ri-tornelli.Lauro De Marinis aveva annunciato unnuovo percorso fatto di molteplici identitàe sonorità; così, dopo aver calcato ilpalco dell'Ariston nei panni di numeroseicone musicali e storiche, Achille spiegale ali nelle vesti di un'aquila: "Questanotte ho scritto una lettera ad una ragazza- così ha annunciato sui social il suonuovo brano - L'ho chiamata come ilgiorno in cui l'ho dedicata. Come ilmese dei nuovi amori. Quel mese in cuiogni donna torna da chi non la sta cer-cando più. Come me".Qualcuno lo accosta a Renato Zero,

qualcuno a Vasco, chi per un motivochi per un altro. La verità è che AchilleLauro ha ormai ritagliato il suo io nelmondo della musica e mentre gli altriperdono tempo con inutili paragoni, luifirma il suo contratto come direttorecreativo della Elektra Records (storicaetichetta che ha creato e seguito artistidel calibro di AC/DC, Queen e The Do-ors).“In realtà mantengo me stesso anchecambiando genere, non mi snaturo, misento io in tutto quello che faccio. - haprecisato il cantante in una delle sue ul-time dichiarazioni - bisogna cercare lapropria identità quando sei unico haimolte più possibilità di emergere”.Non sappiamo se dopo 16 Marzo AchilleLauro proseguirà su queste sfumatureromantiche, quello che sappiamo peròè che ogni sua nota, ogni sua creazioneè pronta a scalfire, modellare e rigenerareun nuovo immaginario artistico. In chemodo? Beh, ai posteri l'ardua sentenza.

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Era già tutto prevedibile e l’emergenza Coronavirus ce loha confermato. Una società consumistica, alla prima crisi,crolla miseramente. Stiamo assistendo a scene apocalitti-che di persone che assalgono e svuotano i supermercatiprese dal panico da approvvigionamento. Del resto, se sicostruisce una società basata solo sulla dipendenza ali-mentare, i risultati non potevano che essere questi!E per-ché siamo arrivati a questo punto? Per fare contente leindustrie che ci vendono qualsiasi cosa e attraverso lapubblicità ed il packaging ci hanno fatto credere di esseredegli onnipotenti accumulatori in un paese dei balocchidove tutto si può comprare all’infinito senza nessun pro-blema di approvvigionamento, di inquinamento, di esau-rimento risorse. Poi arriva una crisi prima solo sanitariapoi anche e soprattutto economica e l’intera Italia siferma, sperimentando che forse quella non era la stradagiusta. Stiamo imparando sulla nostra pelle che un paeseche vuole tutelare i propri abitanti deve garantirsi il piùpossibile proprio l’autosufficienza alimentare. Nono-stante l’Italia sia un paese dalle infinite ricchezze, fac-ciamo arrivare cibo scadente, più costoso e di bassissimaqualità da tutto il mondo. Quando in Italia, terra fertileche vanta una posizione geoclimatica eccezionale, si po-trebbe produrre di tutto. La vera soluzione sta nell’ au-mentare il più possibile l’autosufficienza alimentare,ricostruendo i legami comunitari distrutti da un sistemache per guadagnare ci vuole tutti individualisti e dipen-denti, con i pessimi risultati che si vedono in questi giorni.Bisogna ripensare ad un graduale ma deciso ritorno allaterra, non solo per la pura e semplice sopravvivenza maanche per la tutela, salvaguardia del territorio e delle basi

della vita. Un tempo si diceva che l’agricolturafosse un mestiere faticoso e poco nobile, siusava dire: «La terra è bassa!» Oggi la situa-zione si è imprevedibilmente ribaltata: un faz-zoletto di terra da coltivare è la vera ricchezza.Lavorare la terra è un mestiere nobile, perché èl’unico caso in cui bisogna spesso inginoc-chiarsi senza mai perdere l’onore. E noi lo ave-vamo dimenticato.L’Italia è strapiena di borghiabbandonati e campagne che vanno in rovinae i luoghi sono così tanti che sono ormai moltele proposte degli stessi Comuni per fare ritor-nare le persone, anche dando contributi, vendendo le casea un euro, ecc. E spesso chi ne approfitta? Gli stranieriche apprezzano ben più di noi le nostre meravigliose ric-chezze. Anche in città è possibile creare le condizioni diresilienza diminuendo drasticamente gli sprechi e creandoorti urbani ovunque sia possibile. Certo bisognerà smet-tere di cementificare per speculare producendo edificivuoti ma invece ridare alla città spazi verdi e coltivabili.Per avere una buona produzione agricola non servonochissà quanti ettari e coltivare la terra non è più il massa-cro di fatica che ci raccontano i nonni. Con le modernetecniche e conoscenze di agricoltura biologica e naturalela fatica si è ridotta di molto e le rese sono migliori del-l’agricoltura chimica, soprattutto nei piccoli appezza-menti. E poi fa anche così bene! Stare all’aria aperta perfare l’orto migliora l’umore. Zappare stimola la produ-zione di endorfine, i neurotrasmettitori della soddisfa-zione e della felicità e una regolare produzione diendorfine combatte la depressione, aiuta a dormire meglio

e mette di buonumore. Ai benefici dati dall’attività fisicain sé si aggiungono quelli dovuti alla soddisfazione per-sonale. Coltivare il proprio orticello, è gratificante! Dopotanto lavoro e tanta fatica, ci si gode la soddisfazione digustare i frutti del proprio duro lavoro. Tante sono le espe-rienze di orti comunitari che stanno nascendo in tutta Ita-lia. Ritrovare il senso di comunità è la soluzione alladisperazione, solitudine, paura e senso di dipendenza. Ri-costruire i legami di una comunità significa anche far fio-rire lo scambio, la conoscenza, la cultura e la resilienzacioè la capacità di reagire efficacemente a cambiamentiimprovvisi. Non sarà il caso di rivedere tutte quelle sicu-rezze che si stanno dimostrando totalmente illusorie esmettere di credere a coloro che ci dicono che bisogna cre-scere a tutti i costi? Si può anche “decrescere felice-mente”. L’unica cosa importante che deve crescere inquesto momento di svolta devono essere le piante dei pro-pri orti e le collaborazioni tra chi ha a cuore l’ autoprodu-zione, il benessere alimentare e l’ambiente in cui viviamo.

“Ringrazio la comunità scolastica per lacapacità di reazione all’emergenza coro-navirus. Questo decreto ci permetterà diterminare l’anno scolastico con una chia-rezza. La didattica a distanza non è piùopzionale, ma diventa la chiave di voltadel nostro sistema scolastico per dare di-gnità al lavoro degli insegnanti e degli stu-denti, che incito a lavorare ancora di piùseguendo questa strada. Chiedo scusa atutti i precari ma non sarà possibile ag-giornare le graduatorie di istituto. Nonriusciamo a portare avanti un milione dimoduli cartacei, ci riaggiorneremo il pros-simo anno. Non si può parlare di sei po-litico. La valutazione ci sarà e sarà in baseai reali apprendimenti, chi dovrà recupe-rare potrà farlo dal primo settembre” (Conferenza stampa della Ministro dell’Istruzione del 6 aprile 2020)Grazie Ministro per averci dato la possi-bilità di terminare l’anno scolastico conuna chiarezza. Grazie per averci definito ‘reattivi’, e nonvetusti. Grazie, ancora, per i suoi stimoli a fare dipiù, le siamo grati.Ti ringraziano con noi anche gli allievidegli Istituti superiori di tutta Italia, eranoincollati alla televisione per dare una ri-sposta ai loro interrogativi. Grazie!Grazie perché adesso sappiamo che, senon torneremo in aula, ci farai saperecome dovremo ‘portare a casa’ questo tra-vagliato anno scolastico.

Avremmo dovuto sapere altro. Ma an-diamo con ordine…Sarebbe stato più semplice dire che lascuola non può riaprire perché non è ingrado di offrire sufficienti garanzie di ‘di-stanziamento sociale’.Sarebbe stato sufficiente dire che gliEsami di Stato si terranno in videoconfe-renza perché non si può mettere a repen-taglio la vita di migliaia di persone per unesame che può svolgersi in mille modalità(ma non abbiamo avuto indicazioni disorta).Invece ti sei applicata al ‘sei politico’ (de-vono essere racconti che hai appreso dafonti sbagliate; meglio controllare le pro-prie conoscenze, mai dare tutto per scon-tato!), ma questo ‘sei’ fa parte del secoloprecedente, bisogna studiare la Storia.Sarebbe stato facile dire, a tutti quelli chaaffollavano la diretta del 6 aprile, chel’Esame di Stato si farà con la Commis-sione interna, in videoconferenza, valu-tando gli allievi attraverso un colloquioche terrà conto del percorso scolastico,degli apprendimenti e delle competenzeacquisite.Sarebbe stato facile dire che per que-st’anno il Documento di classe poteva es-sere ridotto alla descrizione della classe edel percorso di studio svolto fino alla finedell’anno. Questo avrebbero voluto sen-tire i Coordinatori di classe, che sono inattesa di indicazioni e che potrebbero‘scatenare l’inferno’, se, a scuole chiuse,

si decidesse di applicare lanorma per intero. GrazieMinistro!Ancora grazie da parte ditutte le famiglie dei matu-randi che, magari, avreb-bero voluto sapere se iPresidenti di Commissionesaranno esterni e se, ma-gari, ne saranno nominatiin numero maggiore perpoter lavorare in sicurezzae senza sovrapposizioni di orari e diclassi, in modo da poter concludere piùvelocemente le sessioni di lavoro (per evi-tare i tempi biblici delle riunioni per i cri-teri, per lo svolgimento dei colloqui, perl’attribuzione del bonus).Grazie ancora da parte delle famiglie ita-liane che mandano i propri figli a scuolacon enormi sacrifici e, adesso, si sco-prono povere perché c’è un solo pc incasa e serve alla sorellina o al fratellinoper i giochi passatempo.Ti ringraziano i miei alunni che hanno fi-nito ‘tutti i Giga’ per seguire le videole-zioni giornaliere. Ti ringraziano i docenti di sostegno, la cuididattica è diventata un percorso ad osta-coli (senza libri, senza ausilii, con glialunni dispersi, raggiungibili solo per te-lefono).Ti ringraziano i precari storici, ancora unavolta espulsi dalla scuola. Tuttavia conti-nueranno a ‘fare di più’ (sic) a spese loro

perché non hanno la Carta Docente pergli acquisti relativi alla didattica.Ti ringrazieranno perché, anche que-st’anno, non si aggiorneranno le gradua-torie (ma i ‘moduli cartacei’ non si usanopiù da dieci anni, credo)Ti ringrazieranno, questo è certo, leaziende che sviluppano piattaforme infor-matiche per la didattica, a loro hai dedi-cato un saluto e hai dato un futuro.Quelle aziende che già affollano la miacasella di posta elettronica per propormii loro fantastici materiali multimediali.Un Grazie, infine, te lo indirizzerannotutte quelle ‘agenzie di formazione’ chenon vedono l’ora di mettere le mani sui fi-nanziamenti che le scuole hanno ricevutoper l’aggiornamento degli insegnanti.Siamo vetusti, si sa, dibattiamo sul ‘sei po-litico, mentre il mondo e la scuola ,so-prattutto, vanno avanti con le loromiserie.

Maria Rosaria Onorato

L’INTERVENTOAutoproduzione alimentare e ritorno alla terra

LA RIFLESSIONE

Il mondo e la scuola vannoavanti con le loro miserie

di Daniela Pastore

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15Giovedì 16 aprile 2020www.oradicronache.it Speciale scuola

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La palla è ancora in acqua, al centro diUn terremoto nella pandemia. Il mondodel volley sta provando ad uscire dallemacerie che inevitabilmente lascerà il co-ronavirus. La pallavolo dovrà fare i conticon le dimissioni da parte di Diego Mosnae Mauro Fabris, i due presidenti delleleghe nazionali maschili e femminili. Ladecisione è maturata a margine dellascelta, da parte della Fipav, di cancellarei campionati e non assegnare lo scudetto.Tradotto: niente play-off ad ormai unamanciata di partite dal termine della sta-gione regolare. La decisione, non condannabile sotto ilprofilo etico, è stata messa sotto la lented'ingrandimento per via della scarsa con-siderazione avuta dalla Federazione delleproposte delle Leghe, che avevano avan-zato l'ipotesi di un mini play-off da tenersia fine luglio al Foro Italico (con tanto didiretta tv, ndr). Le decisioni dei vertici si sono inevitabil-mente riversate sui campionati minori: ecosì l'Indomita, dopo aver praticamentestracciato la concorrenza del girone, aduna sola partita dal termine della stagioneregolare si vede cancellare tutti i progressistagionali. Il tutto nell'anno del settan-tennale della società biancoblù. La presidentessa Maria Ruggiero, in lineacon le decisioni della Fipav, guarda conrammarico a quanto messo su dalla società,provando ad immaginare il futuro dellosport.Presidente, l'Indomita viaggiava a ritmiimportanti prima del lockdown. Puòfare un punto della situazione?"Mancava una sola partita alla fine delcampionato, quella di recupero control'Azzurra Volley. Abbiamo costruito una rosa importanteche aveva di fatto già i favori della mate-matica per prendere parte agli spareggipromozione. Progressi simili erano stati fatti registrare

dalla selezione femminile: le ragazze eranoprime del loro raggruppamento e le pro-babilità di salire in D erano molto eleva-te".Qualche giorno fa la Fipav ha preso ladecisione di cancellare i campionati."Scelta comprensibile, non è facile gestirel'organismo in una situazione emergen-ziale. Sono amareggiata perché società,tecnici e atleti hanno dato tutto, vivendouna stagione sulle ali dell'entusiasmo edel trasporto emotivo. Tante situazioninon sarà facile ricrearle e l'investimentofatto è stato importante".Cosa pensa delle dimissioni di Mosna eFabris?"Partiamo dal presupposto che la A èuna lega che viaggia su meccanismi diffe-renti dalla nostra. Ritengo che le dimissionisiano frutto di fratture ormai insanabili eforse l'interruzione dei campionati harappresentato la goccia che ha fatto tra-boccare il vaso: i due hanno chiesto iplay-off ma la federazione ha fatto muro".Quest'anno ricade il settantesimo com-pleanno della società."Stavamo lavorando anche sotto questoprofilo. A febbraio avevamo costituito uncomitato aperto del quale faceva parte,oltre alla sottoscritta, Gino Senatore eMassimo Pessolano. C'era stato un in-contro preliminare in cui confrontare lediverse idee, ma era un progetto in itinerecon diversi punti salienti. Sia il Comuneche la Federazione centrale avevano datogrande sostegno per i festeggiamenti.Avremmo ospitato con molta probabilitàla Nazionale maschile di pallavolo oltrea tante altre diverse realtà territoriali".È d'accordo sull'introduzione delle nuovecategorie Under nelle selezioni giovani-li?"Certo, sarebbe stato un peccato fare di-versamente: così almeno questa categoriarecupera i progressi fatti e nessuno saràtagliato fuori".Prendere decisioni di questi tempi nonè facile. Lei come avrebbe affrontato laquestione?

"Avrei aspettato fine maggio e avrei orga-nizzato i play-off con il coinvolgimentodi meno organici".Come immagina il futuro del volley?"Spero possa riprendersi. Sarà difficileconfrontarsi con la paura delle persone ebisognerà capire se i genitori si sentirannotranquilli nel far praticare sport ai proprifigli. La rinascita parte da questi partico-lari".Si è parlato di un taglio agli stipendi del40%: in virtù del fatto che si sono giocateil 90% delle partite, non reputa sia ec-cessivo?"Sì, ma immagino che le società abbianotenuto conto anche di altri fattori. Tengapresente che gli sponsor andranno via, cisono tante situazioni che vanno oltre lasemplice gara".Secondo lei, ai nastri di partenza, quantesocietà saranno realmente in grado diaffrontare il nodo iscrizione?"Sono sincera, credo che le piccole societànon saranno in grado di partecipare aicampionati. Purtroppo, se gli iscritti la-

sceranno le palestre non ci saranno i nu-meri per disputare gli incontri. Molte so-cietà dovranno saltare, per quanto possi-bile, una stagione. Il danno, nelle serieminori, è incalcolabile".

VOLLEY /MARIA RUGGIERO

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diMATTEO MAIORANO

L’Indomita congela il sogno promozione“Lo sport di fronte alla sfida più difficile”La Fipav cancella i campionati: “Scelta comprensibile”. Caos nelle leghe di A, in bilico le piccole società locali

16 Giovedì 16 aprile 2020www.oradicronache.itSport

Il 9 aprile la Federazione, tenutoconto del momento storico, ha can-cellato i campionati pallavolistici escelto di non far disputare i play-off.Alla decisione hanno fatto seguito ledimissioni di Diego Mosna e MauroFabris, presidenti delle Leghe dellesquadre maschili e femminili di serieA di pallavolo, che hanno contestatola scarsa considerazione dei loro ruoliassunta dalla Fipav.

Il fatto

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La palla è ancora in acqua, al centro diuna piscina desolatamente vuota. In attesadi giorni migliori, sono in fase di studiole date per la ripresa dei campionati dopolo stop forzato causa Covid-19. Il mondodella pallanuoto spinge per la ripresa deicampionati non appena potrà dirsi supe-rata l'emergenza, ma a dettare i tempisarà inevitabilmente lo stesso virus. Pergli atleti è così tempo di allenamento trale mura domestiche: c’è chi sta riscoprendoil piacere della lettura, chi quello delle ri-cette, ma nonostante ciò i pallanuotistinon dimenticano di destinare un'ora algiorno agli esercizi. Eduardo Campopiano,attaccante salernitano in forza al Savona,è tornato a casa già nei primi giorni dimarzo, approfittando di una settimana dipausa concessa dal mister agli atleti dellasocietà ligure. Mai avrebbe immaginatodi restare però ai box un mese e mezzo. Oggi, però, l’attaccante rivolge uno sguardoottimistico al futuro sportivo, ossia allaripresa delle attività.In che modo si è avvicinato alla palla-nuoto?"È stato papà Armando a trasmettermi lapassione per questo sport. All'inizio peròero indirizzato verso il nuoto: a diecianni ero nei ranghi del Circolo NauticoSalerno e seguivo con interesse la squadradi pallanuoto nella massima divisione.Decisi di fare dei provini: fui affidato amister Citro (attuale tecnico giallorosso,

ndr), poi a Pagliarini e in seguito a Fasano.Fu in quegli anni che scoprii la mia voca-zione".È stato semplice far coincidere sport estudio?"A dieci anni il problema non si poneva.Successivamente ho avuto maggiori diffi-coltà: a dodici anni facevo il pendolaretra Salerno e Napoli e spesso aprivo lozaino in pullman (ride, ndr). Ma sonosempre riuscito ad adattarmi e fare sacrificisotto questo aspetto. Amavo la pallanuoto, ma fino al diplomastudiare è sempre stata la mia priorità.Oggi non nascondo che vorrei riprenderei libri per maturare la laurea in economiae commercio".In che modo sta trascorrendo la qua-rantena?"Imposto la sveglia alle nove del mattinoe, dopo aver fatto colazione, sbrigo lefaccende domestiche. Guardo serie Tv suNetflix: le mie preferite sono La Casa diCarta e Ozark. Sto riscoprendo inoltre il piacere dellalettura. Dedico all'allenamento un'ora emezza: pratico corpo libero, stretching,mobilità articolare e prevenzione spallacon elastici. Come unici attrezzi ho a di-sposizione dei piccoli dischi da cinque edieci chili".Si tornerà in vasca per riprendere lastagione regolare?"Ritengo di sì, ma a dettare i tempi saràl'emergenza sanitaria. Andranno sanificatitutti gli impianti. Sono favorevole adun'eventuale concentrazione di più gare

nel fine settimana".In che modo?"È semplice: si scelgono delle sedi e lesquadre si incontrano per disputare piùmatch, un po’ come avviene per le Coppe.La stagione terminerebbe rapidamente ele società abbatterebbero le spese di tra-sferta. È uno scenario utopistico, macredo che quando vedremo la luce infondo al tunnel potrebbe essere più diuna semplice proposta".Per un atleta quali sono i tempi di recu-pero dopo un lungo stop dall'attività?"Se riuscissimo a riprendere a maggio,sarebbero necessarie almeno tre settima-ne".Come si sta trovando a Savona?"Molto bene, c'è un bel progetto cheruota attorno alla squadra. Alberto An-gelini sta lavorando sui miei difetti. Mi ha fatto crescere molto quest'anno”.La Rari Nantes è stata finora la sorpresadel massimo campionato."Sono estremamente contento, i giallorossihanno raccolto risultati molto interessanti.E dirò di più: ha i numeri per fare giàquest'anno un ulteriore salto di qualità.Il segreto risiede nello spogliatoio: i piùesperti hanno dato le giuste direttive aitanti giovani della rosa di Citro".L'attuale momento di stop deve rappre-sentare un'occasione di riflessione: ilprossimo anno la pallanuoto necessitadi un cambio di vedute generale. Cosapuò dare quella spinta necessaria perinquadrare la pallanuoto nei ranghi delprofessionismo?

"Permettimi una considerazione: Il fattoche non sia considerato "pro" non toglieche gli atleti abbiano una professionalitàche è difficile riscontrare in altre discipline:nel nostro caso preferirei parlare di semi-professionismo. Non girano molti soldied il problema è lo scarso appeal media-tico. Non è compito del giocatore lavoraresotto il profilo pubblicitario: chi di com-petenza deve aprire gli occhi, perché adoggi il prodotto "partita" non viene ven-duto come ci si aspetta. Cito l'amichevolesvolta presso la “Simone Vitale”, orga-nizzata dagli amici del Wms: la rispostadella città è stata straordinaria e lo spet-tacolo dall'acqua emozionante. Le Fede-razioni devono investire nel marketing ele società devono puntare alla brandizza-zione di tutti i prodotti, quali cappellini emagliette. Bisogna lavorare, inoltre, sullenuove generazioni: i bambini guardanoai campioni della pallanuoto come idolida emulare. Una soluzione può essererappresentata dalla defiscalizzazione pergli sponsor, gli introiti sarebbero maggio-ri”.Le società fanno la loro parte per lacrescita del movimento?"Sì. Molte piazze versano in condizionifinanziarie delicate e la gestione degli im-pianti è dispendiosa. Spesso, è bene ricordarlo, l'unica entratadella gestione delle strutture è quella re-lativa alle rette dei bambini che fanno al-lenamento. Ritengo però che i contrattivadano depositati in Federazione".

PALLANUOTO / EDUARDO CAMPOPIANO

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di MATTEO MAIORANO

La proposta per salvare la stagione:

"Concentriamo piùgare nel weekend"

"A dettare i tempi sarà l'emergenza. Il movimento va rivoluzionato, le partite diventino eventi"

17Giovedì 16 aprile 2020www.oradicronache.it Sport

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In questo difficile periodo di emergenza sanitaria chi soffredi più sono sicuramente i bambini: hanno improvvisamenteperso la loro quotidianità e spesso non sanno spiegarselo. Aquesto proposito, per cercare di dare un supporto allefamiglie nella gestione dei bambini e delle loro attività, ènato un progetto gestito dai dottori pedagogisti Micaela De-siderio e Francesco Mandiello del centro pedagogico "Atti-vaMente" e dal dottore pedagogista Antonio Stornaiuolo,direttore del centro di pedagogia e formazione teatrale "Pri-momito" che stanno confezionando una serie di video postatisui social network che hanno riscosso molto successo.Dottoressa Desiderio, qual è il ruolo del pedagogista ?«Il pedagogista è un consulente esperto in tematiche connesseai processi educativi e formativi, alla crescita armonica esana dell’essere umano; è in grado di progettare e co-ordinare interventi e valutazioni pedagogiche invari contesti; lavora con la famiglia per la ridefi-nizione della relazione educativa, collabora conle scuole, che si ritrovano sempre più spesso afronteggiare situazioni complesse e di difficileapproccio».Di cosa si occupa AttivaMente-Centro Peda-gogico Integrato?«Il Centro Pedagogico “AttivaMente” nasce nel2015, progetta e realizza interventi socio-psico-educativi integrati per minori e adulti, da realizzare ascuola o presso enti in collaborazione.Tutte le attività svoltedal Centro sono incentrate sul concetto di “sostegno educa-tivo”, e si sviluppano mediante assistenza pedagogica ai ge-nitori, alle famiglie con problemi di educazione dei figli,oppure tramite consulenza ai docenti e agli operatori delsettore, all’interno di uno spazio protetto, di ascolto e con-fronto».Dottor Mandiello, cosa stanno vivendo i bambini in questomomento?«Spesso ansia e stress e per questo vanno seguiti costantementenell’espressione delle loro emozioni aiutandoli a capire in

modo più chiaro la realtà circostante, perché i bambinihanno il diritto sia di essere informati che di essere preservatidalla paura. Questo stato di isolamento può generare neibambini disorientamento e caduta delle loro piccole certezze.I bambini, però, sono dotati di una forte resilienza e se sup-portati dall’adulto attraverso il gioco, la creatività e lapositività si può ben prevedere un buon adattamento aquelli che saranno gli avvenimenti futuri».

Dottor Stornaiuolo, come nasce l’iniziativa web incollaborazione con Primomito?«L'iniziativa è nata da un bisogno di comunicareun messaggio concreto attraverso la creazionedi video con tematiche specifiche, coinvolgendodiverse figure professionali, ma soprattutto ibambini dei laboratori teatrali e le loro famiglie,che sono stati da supporto e parte attiva nellacostruzione delle diverse scene. Non è la prima

volta che AttivaMente e Primomito collaboranoinsieme, tra i due centri c’è una bellissima intesa e

una grande stima professionale». Quali consigli possiamo dare alle famiglie in questo pe-riodo?«Di trascorrere tempo con i bambini organizzando la giornatacon attività che coinvolgano i diversi membri della famiglia.Questo è il momento adatto per rivedere le regole del nucleofamiliare, i ruoli e i compiti. È preferibile avere sempre una scansione della giornata condegli obiettivi quotidiani ed un grande senso di collaborazione.Svolgere insieme le attività aiuta ad arricchire e a migliorarela comunicazione».

*officina teatrale “Primomito”

Al via il progetto “Attivamente”

SPAZIO TEATRO IL RACCONTO

Obiettivo è supportare le famiglienella gestione dei bambini

E’ colpa miadi Vincenzo Benvenuto

Certo, la colpa èmia, se la quaran-tena da Covid-19 dovrò scon-tarla in un bassodi 40 mq, seconvivono conme una mammademente e una so-rella tossica. Sicuramente è colpamia, se l’umidità che stagna sulle paretimi imputridisce il cuore, se i vaneggiamentidi mammà non zittiscono il collasso dellevene di Flavia che elemosinano dannazione. Senza dubbio è colpa mia, se quandoscoprii che il diploma a pieni voti bastavaa legittimare l’acquisto di terreni da im-bottire di munnezza, me ne spogliai inor-ridito; se quando Amìn ci lasciò la vita nelsolco di pomodori a 11 ore al giorno, de-nunciai il bastardo e persi il lavoro.Ovviamente è colpa mia, quando avrei vo-luto iscrivermi all’università, ma papà avevabisogno di braccia da sacrificare alle zolleereditate; quando, quel giorno di maggio,il cuore di mio padre si fermò appenadopo l’ingente prestito ottenuto dal cra-vattaro.Colpa mia di sicuro, quando la giustiziadel capitale purchessia ci spogliò della no-stra casa che trasudava sangue e rinunce;quando, dopo l’ennesima notte persa nellederive del bisogno, Flavia presentò il contodel primo buco.Indubitabilmente colpa mia, quando i cor-tocircuiti dell’esistenza ingolfarono la mentedi mammà; quando la mia Marta, dopouna notte d’amore in cui la sentivo piangeree gemere, mi disse che no, non ce la facevapiù, e che sarebbe andata via per sempre.Evidentemente colpa mia, per aver avuto,per troppo tempo, due soli libri in tutta lacasa, un simulacro di bibbia e un estrattode “Piccole donne crescono”; per aver do-vuto scegliere l’istituto tecnico quandoavevo una smania smisurata di perderminelle lettere del Classico.Colpa mia tutta la vita, per essere nato daGioacchino il lustrascarpe e da AnnamariaPezzella, fu Mariassunta la portinaia epadre ignoto. Anzi, adesso che ci penso,incontrovertibilmente colpa mia per esserenato e basta: se non fossi venuto al mondo,infatti ora, all’ascoltare gli inviti a restare acasa dalle profondità rassicuranti dell’en-nesima villa con giardino, potrei addiritturasorridere. Forse, sforzandomi al massimo,ce la farei anche a condannare chi proprionon ne vuole sapere di rimanere tappatoin casa, mettendo a repentaglio la sicurezzadi tutti…voi. Solo e unicamente colpa miainfine se, nonostante la mia vita strozzatadai fallimenti, continuo a non ritenermisfortunato perché…c’è sempre qualche ul-timo che è più ultimo di me.

di LUANA IZZO*

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Tom Wolfe scriveva che "non c’è spettacolosulla terra più attraente di quello di unabella donna in atto di cucinare la cena peruna persona che ama."Cucinare è un atto d'amore, è la più belladelle dichiarazioni: non è far da mangiarema creare, con semplici prodotti qualcosadi unico. E tutto quello che nasce dallafusione di acqua e farina è si-curamente qualcosa di uni-co.Attenzione però: quellodella panificazione è dav-vero un mondo magicofatto di cure, attenzione,passione, dedizione, sa-crificio ed abnegazione. Quello che noi facciamooggi insieme invece è unpane casalingo, adatto all'emer-genza del momento storico chestiamo attraversando. Non potendouscire tutti i giorni per fare la spesa edavendo tanto tempo libero a disposizionepossiamo cimentarci, da profani, nella sacraarte della panificazione.Possiamo chiedere ai bambini di aiutarci.Al posto della pagnotta possiamo realizzaretanti panini (se optate per questa soluzione

fate palline da 100gr che in cottura calerannoe cuocetele su carta forno ben passate nellasemola). Vi dirò che una volta pronto saretesoddisfatti anche perché è più semplice arealizzarlo che a raccontarlo con le parolequindi: cominciamo, vi aspetto in cucina!

INGREDIENTI 250 gr di semola250 gr di integrale400 ml di acqua 1 cucchiaino raso disale1 cucchiaino di mie-le1 tazzina di olio evo15 gr di lievito di birrache sciogliamo con un

cucchiaio di zuccheroin una tazza

PREPARAZIONE In una ciotola mettiamo

250 gr di farina di semola di grano duro250 ml d'acqua Il lievito e un cucchiaino di mieleMescoliamo e facciamo lievitare due ore.A questo punto aggiungiamo la restante fa-rina, 150 g d'acqua, il sale, l' olio e impa-stiamo almeno un 10 minuti.

Facciamo lievitare 4ore a temperaturaambiente. Poiprendiamo ilpane e su diun piano infa-rinato faccia-mo le pieghe.Facciamo ripo-sare mezz'ora eripetiamo il pro-cedimento 3 volte.Scaldiamo il forno a tem- peratu-ra massima, con la pentola già inserita concoperchio per 15/20 minuti.Estraiamo con attenzione la pentola roventedal forno e depositiamo la pagnotta, inco-perchiamo e inforniamo a 250° per 20 mi-nuti.Abbassiamo il forno a 220° e facciamocuocere per 10 minuti.Scoperchiamo, abbassiamo a 200° e cuo-ciamo altri 20 minutiSe vi piace la crosta croccante prolungatela cottura altri 10 minuti a 180°Sforniamo e facciamo raffreddare su unagratella.La pentola usata è in acciaio inox (senzamanici di plastica) da 22/24cm a bordoalto.

IL PANE

18 Giovedì 16 aprile 2020www.oradicronache.itLe Rubriche

LA RICETTA DI ROBERTA di Roberta Memoli

Settimanale di informazione Direttore responsabile ANDREA PELLEGRINO

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“Questo periodo ci sta dandol’opportunità di scoprire ciòche credevamo perduto. Ci si

può ri-scoprire artisti, dare sfogo alle pro-prie emozioni, meglio se attraverso mate-riali riciclati visto il periodo”. GesuinoPinna, maresciallo cagliaritano dell’Armadei carabinieri in servizio presso il nucleodi polizia giudiziaria del tribunale di Sa-lerno, pittore astrattista nel quale convi-vono il rigore dettato dalla divisa e leemozioni mai spente del proprio io,spiega come è possibile questa coesi-stenza così ossimorica che lo ha portatoad esporre le sue opere non solo all’in-terno del C.u.t.fa.a Carabinieri – Roma,ma anche Innsbruck, Berlino, Monte-carlo e Matera.“La passione perl’arte e per il dise-gno è nata circa37 anni fa enon si èspenta. E’ ini-ziato tuttoosservandola natura, poiil disegno chemi ha portatoad una evolu-zione artistica gra-zie anche a studiprivati sulle varie tecni-che”.

Come si fa a far convivereArma e fantasia?“Sembra difficile, ma nonlo è. La vita da carabiniereè rigida, regolata daschemi, ma la razionalità,fin dal 1984, quando misono arruolato, non ha maiinciso sulla sensibilità arti-stica. E’ una piacevole convi-venza tra dovere e passione.Lo spirito artistico è la guidamorale della mia vita privata esotto lo stesso guscio c’è l’Arma,il senso del dovere”. Come nasce e si evolve la suapassione per l’arte?“Nasce da piccolo, amavo sin dagiovanissimo la natura ed osservarla perpoi descriverla e rivederla su carta attra-verso il disegno. Avevo l’esigenza di rico-struire quello che mi circondava conbuona pace dei miei genitori che mi vede-vano sempre chiuso in camera a dise-gnare appena dopo aver finito i compiti onel tempo libero. Ho vissuto un lunghis-simo periodo da “figurativo”, osservandoe riportando, poi ho vissuto un cambia-mento dove ho iniziato a vedere l’uomo,il paesaggio, la natura, con la possibilitàdi vederlo descritto diversamente, appro-dando dunque all’astrattismo. Non riu-scivo più ad essere imbrigliato nei canoniclassici quindi con pochi tratti colgo lepeculiarità cromatiche, intime, di quelloche mi circonda, lasciando all’immagina-zione mia e di chi osserverà l’opera, difare il resto”. Adesso siamo tutti imbrigliati in casa, in

q u a r a n -tena. Ci si può sco-

prire artisti stando in casa?“La pandemia ha modificato le nostrevite, il tempo e lo spazio in cui ci muo-viamo. Prima avevamo più spazio e menotempo, dove mente e spirito venivanomortificati, adesso abbiamo tempo emeno spazio per osservarci, capirci, ap-profondirci. Capire cosa eravamo o ab-biamo perso, scoprire cosa pensavamo dinon avere. Veniamo all’arte. Internet ed imedia ci aiutano a viaggiare, a soffermarcisu un quadro, un museo, un’opera, unasinfonia che non abbiamo mai avuto iltempo, appunto, in cui perderci, e per-dendoci riscopriamo quella creatività chesin da piccoli ci animava, quando inven-tavamo giochi da soli. Sì, scoprirsi artistio ri-scoprirsi tali, adesso è quanto maipossibile”. Non è facile reperire i materiali percreare però, lo spazio tolto non ce loconcede, ed allora come si fa a creare?“Non credo che in tutte le case ci siano

strumenti adatti o materialiper fare quello che si vuole,ma guardandosi bene in-torno riusciremo a trovaregli strumenti adatti per rea-lizzare la nostra “fuga”dalla negatività che pur-troppo ci circonda. Tuttiin casa hanno una penna,una matita, dei colori, unblocco da disegno, edallora si possono scri-vere poesie, si può darsfogo alle proprie emo-

zioni verso il mondo come peresempio si fa con i post su Facebook.Scrivere, suonare se si conserva unostrumento, disegnare, sta alla sensibi-lità poi di ognuno, ma si possono rea-lizzare opere con materiali riciclati,anzi forse è anche meglio visto il pe-riodo economico. Vecchi cartoni, mo-dellare un pezzo di sapone con uncoltello per ricavarne una statuetta, lamollica di pane… Sono il meno indi-cato per suggerire materiali, ma ci sipuò guardare intorno e dar sfogo allafantasia. Da una cosa nasce un’altra cosa, cre-ando bellezza e la bellezza è senza spa-zio e senza tempo”. Utilizzare dunque l’arte per far eva-dere anche i più piccoli potrebbe es-sere un alleato enorme per igenitori…“Esattamente, i più piccoli, solitamentei maggiormente sensibili, hanno bisognodi evadere, di fuggire, ma la fuga non èdalla sofferenza altrui, ma valorizzare ilnostro isolamento. L’arte serve ora piùche mai a sopravvivere, la bellezza ci

aiuta a guardare oltre rispettando il pre-sente ed il dolore altrui, non evitarlo. Ab-biamo l’obbligo morale di non spegnerele nostre emozioni”.

“Arma e pennello altro non sono che la coesistenza di rigore e fantasia”

DI ADRIANO RESCIGNO

L’INTERVISTA / IL MARESCIALLO GESUINO PINNA

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Nome d’arte “Janas”: “Abbiamo l’obbligo morale di non spegnere le nostre emozioni”

19Giovedì 19 aprile 2020www.oradicronache.it Il personaggio

“MARTA”Lo sfondo azzurro rappre-senta il cielo, l'etere nelquale viaggiano " liberi" i

pensieri, gli articoli di Marta;la penna, rossa rappresentala forza, la determinazione,l'energia e la passione dellasua vocazione giornalistica,mentre gli schizzi la forza edei suoi concetti. Le spatolatepolicromatiche rappresen-tano l'amore che nutriva per

la Corea del Sud

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Quale futuro per il mondo del food all'in-domani dell'epidemia? E'stata questa ladomanda alla quale hanno cercato di ri-spondere ristoratori ed esperti del settoreal convegno, organizzato in videoconfe-renza da Rete destinazione Sud, dal titolo"La ristorazione dopo il coronavirus, ser-vizi, organizzazione e spazi per nuovi stilidi vita". Al centro del dibattito sono state posteprincipalmente le strategie per la possibileed auspicata ripartenza del settore dellaristorazione nonchè della ban-chettistica, probabilmenteil segmento di questomercato che più alungo risentirà ne-g a t i v a m e n t edella crisi. M o d e r a t o redell'evento èstato il presi-dente di ReteDestinazioneSud Miche-langelo Lurgi,che ha indiriz-zato i numerosirelatori nel dibat-tito, relativamentealle innovazioni daportare avanti per consen-tire una rapida ed efficace ripresadelle attività del settore. Tanti e rilevantisono stati i contributi dei gestori e degliesperti intervenuti, che hanno provato adefinire alcuni aspetti importanti: dal-l'adeguamento dei posti alle distanze mi-nime da rispettare, fino all'utilizzo distrumenti inediti, dal menù digitale, aglisterilizzatori alle tovaglie usa e getta, al-meno nella prima fase del post-epidemia. "Importante è che vengano definite al-cune regole come la disinfezione unavolta a settimana o le disposizioni sullenorme Haccp - ha affermato Rocco Na-

poli, dell'Hotel DuePrincipati - Occorre peròdire che ci sarà un di-mezzamento dei posti -se non di più - con unariduzione del fatturato almetro quadro. Ciò com-porterà degli aggravi dicosto sui bilanci che po-trebbero non essere com-pensati a livello statale". Oltre al danno econo-mico, il settore rischia

anche inevitabil-mente di

scontare labeffa del

c a l od e l l aclien-t e l a ,pocoi n -cl inead ac-c e t -

tare laprospet-

tiva di es-sere servita

in ambientiasettici. "Starà a

noi operatori del settore dare un senso ditranquillità, garantendo la pulizia, spazidistanziati, in estate privilegiando ovvia-mente gli spazi all'aperto - ha aggiunto ilgestore del Castello Arechi Marco De Si-mone - Dobbiamo però essere ottimisti edare ottimismo, fiducia e coraggio al pub-blico che ci ha sostenuto fino a qualchemese fa". Importante sarà anche recuperare un rap-porto diretto con i produttori di eccel-lenze del territorio, favorendo laspecializzazione dell'offerta enogastrono-mica dei ristoranti. Inevitabilmente sa-

ranno queste le nuove frontiere delmondo del food: a discutere di questeprospettive sono stati, tra gli altri, la gior-nalista Antonella Petitti, l'imprenditoreVincenzo Lamberti, il presidente dell'as-sociazione cuochi campani Luigi Vitiello,lo chef potentino Rocco Pozzulo, presi-dente della federazione Italiana Cuochi,il vicepresidente dell'associazione VeracePizza Napoletana Massimo Di Porzio,Fabio Fortuna di Blubai, l'architetto Mas-simo Mussapi, il fiduciario di Slow FoodMarco Contursi. Numerosi sono stati i feedback ricevuti

da parte dei numerosi imprenditori turi-stici del territorio collegati in remoto, tracui il titolare dell'Hotel Terme Capasso diContursi Terme: tutti hanno concordatosulla necessità di cambiare radicalmenteprospettiva di approccio alla clientela edalla propria attività per poter sperare inuna celere ripartenza. "Riaprire - ha con-cluso emblematicamente il direttore re-sponsabile del magazine di ristorazioneSala & Cucina Luigi Franchi - sarà comeaprire per la prima volta: è questo chedobbiamo tener bene a mente".

Andrea Bignardi

La ristorazione nell’era del CoronavirusRETE DESTINAZIONE SUD

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Valutazione avanzate dagli esperti del comparto in vista dei prossimi mesi

La scorsa domenica di Pasqua, avevoappena aperto la porta finestra del bal-cone della camera da letto, per farvientrare la brezza primaverile e venivoattratto dalla conversazione al telefonodi una donna, proveniente dall’ abita-zione dirimpetto, a sua volta con laporta finestra aperta del balcone. Lasignora iniziava la telefonata, con lasua interlocutrice, nel vernacolo caroad Edoardo De Filippo così: “ so i diecstai ancor rurmenn, ja vott i man a cu-

cina’ “ seguiva poi, sempre in dialetto,la descrizione meticolosa delle pietanze,tutte di rigorosa tradizione pasquale,che avrebbero di lì a poco adornato latavola del pranzo pasquale ( un pensierodi partecipazione va comunque a chiè stato costretto solo in casa), ed alloragiù una sequela di casatielli, tortanicon cigoli, lasagna, si badi bene, pre-cisava la donna, quella napoletana conil salame, polpettine ed uova sode, sinoa divenire più accesa la dialettica conla amica all’ altro capo del telefono,sul dolce emblema della Pasqua: la pa-stiera, difatti si coglieva dalla conver-sazione una diversa scuola di pensierotra le due, alla mia dirimpettaia piacepiù asciutta ( ndr concordo con lei ),alla sua antagonista culinaria, un po’umida, infatti sul punto, la mia dirim-pettaia replicava: “ no no umid a menu piac, po fa a muff e t riman ncoppu stomac.” La scena che ho immaginatoall’interno della casa l’ ho paragonataa quella di Edoardo De Filippo nellacommedia sabato, domenica e lunedì,in cui sin dal sabato si cucinava ilragù che doveva “ pippiare “ per tutto

il mattino della domenica, per renderela pietanza prelibata. Non mi si accusidi indiscrezione ma il vociare era alto,tipico del colore della nostra meridio-nalità, e comunque acuito dal silenziodi questi giorni che malinconicamenteimperversa per le strade. Le scene pit-toresche di questa surreale Pasqua, chesi gustavano dal balcone, continuavanoper tutta la domenica. I balconi diveni-vano dei veri e propri palcoscenici diteatro. Con l’enfasi propria del nostropopolo, lo scambio di auguri dai baconidiveniva l’ occasione per un reciprocoincoraggiamento e sprono alla pazienzaper alleviare le ristrettezze di questoperiodo, difatti il motto che sentivopiù volte ripetere era ancora una voltaEduardiano: “ signò, adda passà anuttat dicev De Filipp .” Si passavaanche a discorrere sui tempi al ritornoalla normalità e c’è chi asseriva, semprein modo teatrale e a dire il vero esage-rato: “ De Luc ci fa stà a cas fin a no-vembre “ ( ndr nulla di tutto vero siaben chiaro ) e di tutta risposta spun-tavano scongiuri più vari ( lascio im-maginare quelli degli uomini ). Quante

telefonate con i vari: “ un abbraccio atutti, vasam u zio “ , ovvero con mottidi speranza “ quand c verimm amma fana festa amma magna assiem”. Nelpomeriggio, con il sole più caldo c’èchi sedeva al balcone a prendere ilsole, chi leggeva all’aperto e pur nonconoscendoci ci scambiavamo un saluto.Non è mancato il momento di religiosità,intorno alle cinque del pomeriggio, conla trasmissione della messa da una ra-diodiffusione. All’imbrunire poi, suonidi tamburi, pianoforte ed anche un cla-rinetto, hanno accompagnato, in ar-monia, il calar del sole su questa do-menica di Pasqua in vincoli, per colpadel mostruoso virus. Come sintetica-mente pubblicato su fb, social che inquesto momento, se correttamente usa-to, ci permette di dialogare con tanti,mi è piaciuta l’umanità che emersa daquesti gesti e dialoghi dai balconi ecosì a sera, allorquando il rumore piùricorrente è stato il calar delle persiane,ho immaginato che all’ indomani, an-cora una volta la forza della vita con-trasterà e sconfiggerà il male.

Massimo Falci

LA RIFLESSIONE

La domenica di Pasqua dai balconi a Salerno nel periodo di Covid

20 Giovedì 16 aprile 2020www.oradicronache.itLa contrOra