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anno II - n. 3 DIrettore enzo abramo ottobre 2009 distribuzione gratuita PeriOdicO deL ceNtrO aSSiSteNza LOtta ai tUmOri - c.a.L.t. ONLUS Le origini di Napoli tra storia e leggenda La vita spericolata del pantofolaro doc Scuola, le vecchie novità del 2009-2010 Il culto delle “anime pezzentelle”

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anno II - n. 3 DIrettore enzo abramo ottobre 2009

PREVENZIONE E INFORMAZIONEdistribuzione gratuita

PeriOdicO deL ceNtrO aSSiSteNza LOtta ai tUmOri - c.a.L.t.

ONLUS

Le origini di Napoli tra storia

e leggenda

La vita spericolata del pantofolaro doc

Scuola, le vecchie novitàdel 2009-2010

Il culto delle “anime pezzentelle”

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ORARI ApeRTuRA: 1 Apr. / 31 Ott. - dalle 09.30 alle 18.00 1 Nov. / 31 Mar. - dalle 09.30 alle 16.00

pRezzI: € 5,00 a persona (I bambini sotto gli 80 cm. non pagano l'ingresso.

TARIFFe SCuOLe : Visita libera € 5,00 (solo ingresso) - Vale per gruppi scolastici di 20 persone o più,

gratis 1 ingresso ogni 10 paganti. Ingresso gratuito per i docenti accompagnatori (max 2 per classe).

INGReSSO + VISITA GuIDATA O LABORATORIO € 6,50 a persona invece di € 8,00 - Vale per gruppi

scolastici di 20 persone o più e comprende il biglietto di ingresso allo zoo di Napoli + un laboratorio o

una visita guidata a scelta. Ingresso gratuito per i docenti accompagnatori (max 2 per classe).

negli spazi dello Science Centre 23a edizione dell’evento scientifico-cultu-rale che da anni, ormai, appassiona il pubblico napoletano e non. Un viaggio tra scienza e fantascienza che quest’anno avrà come protagoni-sta l’affascinante mondo dei robot. Incontri, conferenze, laboratori didattici

e creativi, fumetti, cartoni animati e film in un percorso in cui la dimensione scientifica incontra quell’artistica. alla scoper-ta delle sorprendenti potenzialità dei robot più moderni; ci saranno in mostra macchine un tempo solo immaginate, mache ora, grazie ai progressi della tecnologia sono realtà concreta: robot che si prendono cura della nostra salute e assistonodisabili e anziani, robot in grado di produrre espressioni facciali, robot che realizzano disegni artistici. nella sezione dedi-cata agli studi sull’interazione tra uomo e robot, si potrà fare un incontro ravvicinato con I-Cub, il sorprendente robot bam-bino, capace di apprendere come fa un piccolo essere umano. www.futuroremoto.it

Futuro RemotoDal 19 novembre all’8 dicembre

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PREVENZIONE E INFORMAZIONE3

Primo Piano

Qualcuno ritiene che napolinon sia più la capitale dei pro-dotti taroccati. Può darsi chesia vero anche se difficile dacredere. Di sicuro resta la cittàideale per quanti non si fannotroppi scrupoli sul modo direalizzare facili guadagni.negli ultimi anni il 30% deiconsumatori italiani, secondoi dati forniti dallaConfcommercio di napoli, haacquistato un prodotto falso,per un giro d'affari della con-traffazione che è arrivato a7,5 miliardi di euro. È un datopreoccupante perché indicauna vera e propria complicitàdel consumatore in un merca-to praticamente nelle manidella malavita organizzata. Sidice che bisogna educare lapopolazione a non incremen-tare questo fenomeno che diconseguenza favorisce e portadenaro nelle tasche della

camorra. Sappiamo tutti chedifficilmente un cittadinomedio rinuncerà all’opportu-nità di comprare a prezzo piùche dimezzato un prodottoche non potrebbe mai permet-tersi in un normale circuitocommerciale. Si parla di "tol-leranza zero" nei confronti diquesti fenomeni ma è chiaroche l’impegno che le forzedell’ordine contro il singolocittadino che acquista sullabancarella il prodotto falsonon potrà mai essere priorita-rio. napoli è comunque, dasempre, titolare dell’arte diarrangiarsi. Spesso con mezzileciti, per riuscire a sbarcare illunario in mancanza di unlavoro capace di garantire unavita “normale”. ma ci sono anche tante perso-ne che definire dei furbisarebbe un eufemismo. Si trat-ta di gente che non si fa scru-

polo di niente pur di realizza-re degli utili che non sono pervivere alla giornata.organizzazioni che si introdu-cono nei settori più disparati.Da quelli che richiedono unapreparazione più specialistica,come quello assicurativo, aquelli che richiedono sempli-cemente il coraggio di sfrutta-re la sensibilità delle persone.È lampante che a quest’ultimacategoria appartengono alcu-ne pseudo associazioni divolontariato. organizzazioniche pongono al centro delloro impegno sociale unica-mente il facile arricchimento.Senza nessuna esitazione nel-l’utilizzare le sventure dellepersone, dei bambini, degliemarginati, delle miserie dellepopolazioni più abbandonatedel panorama mondiale. organizzazioni difficili daindividuare perché strutturateper agire con l’inganno.Infatti, il primo sistema utiliz-zato da queste persone è il“furto d’identità”. Vale a direla capacità di giocare sullasigla di un’associazione piùimportante per realizzarneuna simile, al punto da trarrein inganno chiunque nonconosca esattamente quellavera. Un’azione paragonabilealle strategie per scavalcare lalegge nel settore del falsocommerciale. ad esempio,modificando una sola letteradel marchio e mantenendouna sostanziale similitudinecon il logo originale.

tuttavia, nella maggioranzadei casi si usa il marchio e ilnome originale senza crearsitroppi problemi né preoccu-pazioni di essere scoperti econdannati. nell’ambito delleassociazioni questo risultaancora più facile e menorischioso perché basta solonascondersi dietro l’impegnodelle organizzazioni effettiva-mente impegnate nelle lorofinalità istituzionali. La Caltconosce bene questi fenome-ni e sa che sono molto difficilida combattere perché le per-sone impegnate in questeoperazioni truffaldine nonsono degli sprovveduti e rie-scono ogni volta a studiarenuove forme per realizzare leloro azioni. Persone chemolto spesso sono note maimpossibili da fermare perchériescono a non lasciare provesufficienti per la loro incrimi-nazione. alcune hanno addi-rittura la sfacciataggine di pre-sentarsi come volontari dellaCalt ai dirigenti scolastici, aiparroci e ai direttori dei centricommerciali, interlocutori pri-vilegiati dell’associazione per-ché sono coloro che le con-sentono di effettuare iniziativedi solidarietà presso le lorostrutture. Si tratta di associa-zioni composte da personeprive di scrupoli che hannoscoperto nel mondo delvolontariato una ricca fonte diguadagno. La lotta della Calt aquesti frodatori è continua econta molto sulla collabora-zione degli stessi interlocutoridi cui abbiamo detto sopra,oltre che sull’informazione.Infatti anche in questa sede laCalt lancia un messaggio perbloccare queste azioni che inun solo colpo riescono a truf-fare l’associazione, il benefat-tore e colui che avrebbe bene-ficiato di quella solidarietà.

Prodotti taroccati, truffe e “furti d’immagine”

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PREVENZIONE E INFORMAZIONE 4

EditorialE

DI SALVATORe SAVIO*

Il mondo associazionisticonapoletano è come tante altrerealtà della nostra regione unagiungla. Un terreno sul qualeimperversano persone di ognigenere nascoste dietro unasigla che indica la lotta ad unmalessere sociale che si saessere molto sentito dallapopolazione.ovviamente le associazionicon finalità sanitarie sono alprimo posto proprio perchécome celebra il famoso detto“l’importante è la salute”. Prima di proseguire è benefare un distinguo perché diassociazioni serie che assolvo-no ai loro compiti istituzionalie li onorano oltre il limitedelle loro possibilità ce nesono. ma quante altre sonoquelle che si muovono in unsottobosco praticamente ine-stricabile?Una miriade. Per lo più picco-le. Piccolissime e tali da ren-dere difficile qualsiasi tipo dicontrollo.Però, fortunatamente, non visono soltanto queste organiz-zazioni composte da un mani-polo di furboni. C’è anchechi, come la Calt da vent’anniè impegnata seriamente nel-l’assistenza ai malati oncologi-

ci. È stata proprio la Calt, infat-ti, che nei primi anni della suaattività ha fornito i mezzinecessari al reparto di oncolo-gia dell’ospedale Cardarelli dinapoli per superare il livellodi mediocrità in cui versava.Le strutture cominciarono adiventare tecnologicamentepiù avanzate fino ad arrivareal 1995 quando, grazie

all’ambiente sterile donatodalla Calt, è stato possibileeffettuare il primo trapianto dimidollo osseo in un pazienticon tumore solido, delmeridione. Un evento chetrovò ampio rilievo sulla stam-pa anche nazionale, e tra l’al-tro, ci offre la possibilità diricordare l’oncologo che effet-tuò questo primo intervento, il

dottor Camillo battista,scomparso il 17 giugnoscorso quando avevapoco più di cinquant’anni.a seguito di questa dona-zione l’associazione fuufficialmente riconosciutadall’ospedale Cardarelli el’allora direttore generaleSalvatore moriello le con-cesse una sede all’internodell’ospedale proprio nelPadiglione C, vale a direin quella che è in concre-to il polo oncologico dellastruttura.

oggi la Calt ha scelto unapproccio più diretto con ilterritorio perché ha riscontra-to che il paziente non ha sol-tanto esigenze cliniche.tantissimi pazienti vivono incondizioni di difficoltà pursenza essere di fatto poveri.Difficoltà che non sono sol-tanto quelle di natura econo-mica. Un malato, specie seafflitto da patologie moltogravi deve qualche volta sot-toporsi ad un vero e propriocalvario. La sanità pubblicanon abbandona un pazientegrave al suo destino. Un

malato oncologico può usu-fruire di tutta l’assistenza sani-taria di cui necessita. ma que-sti pazienti hanno bisognoanche di altre forme di assi-stenza che le strutture pubbli-che non possono fornire. Vi èquindi una lacuna che soltantoil volontariato può colmare.anche la Calt fa del suomeglio. Un volontario si recapresso l’abitazione del pazien-te per accompagnarlo, in auto,all’ospedale o al centro dovepotrà seguire la propria terapiae successivamente lo riporta acasa. Un servizio – assoluta-mente gratuito – che al latoconcreto, che consiste nell’ac-compagnamento, abbina l’a-spetto psicologico perché for-nisce al paziente quel minimodi autonomia per non dovercercare ogni giorno qualcheanima buona che possa ovoglia accompagnarlo.

*Responsabile Organizzativo

Le esigenze extra sanitariedi un malato oncologico

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PREVENZIONE E INFORMAZIONE5

Primo Piano

di enzo abramo

È ancora vivo il dolore e l’e-mozione per i giovani militariuccisi in un attentato inafghanistan e qualcuno, nonproprio in buona fede, sostie-ne che non è il momentodelle polemiche. Perché no?ogni momento difficile richie-de una ridiscussione. La storiaci insegna che diversi conflittidisastrosi si sarebbero potutievitare se solo ci si fosse fer-mati un attimo a valutare conpiù freddezza certe situazioni.allora perché non dovremmoavere, quanto meno, il dirittodi chiederci: che cosa ci fac-ciamo lì? È una domanda acui pochi italiani saprebberorispondere, compresi diversipolitici. Si era partiti sull’ondaemotiva dell’attentato alletorri gemelle e si era giustifica-to l’intervento con l’importan-za di sconfiggere il terrorismoalla fonte. Vale a dire i

talebani, organizzatori dell’at-tentato. Un intervento cheavrebbe permesso all’Italia dischierarsi con le maggioripotenze occi den tali. natu -ralmente, con la solita banalecantilena della missione dipace, inevitabile per scavalca-re il divieto costituzionale del-l’art. 11 che vieta l’interventomilitare italiano con scopioffensivi. meglio calare unvelo pietoso, invece, sulla stu-pida giustificazionedi un interventoper “portare lademocrazia” ina f g h a n i s t a n .Persino bossi, inquesti giorni, hadichiarato che la“democrazia non siesporta”. ma igovernanti italiani,come insegnaanche il ventenniofascista, hannosempre avuto, per

l’Italia, ambizioni di grandepotenza e quando vedono lapossibilità di sedersi al tavolodei vincitori, senza rischiaretroppo, non si perdono l’occa-sione. era successo nel ’45quando, data ormai per scon-tata la vittoria dei tedeschi,mussolini ritenne fosse giuntoil momento di “accorrere” inaiuto degli alleati. Sappiamotutti come è finita. anche nelcaso dell’afghanistan sembra-vano esserci tutte le condizio-ni per un intervento senzatroppi rischi in una situazionesotto il controllo degli alleati ela collaborazione dei signoridella guerra. ma la realtà si èrivelata ben più complessa.Gli europei probabilmentenon conoscevano adeguata-mente il teatro di questi eventidove si vive una condizioneesplosiva che coinvolge l’inte-ra area, in primo luogo ilPakistan, che è ossessionatoda una possibile alleanza traIndia e afghanistan e di con-

seguenza ha tutto l’interesse ache gli americani restino inquel territorio per evitaredestabilizzazioni ulteriori. ma,tra gli altri, non sono da tra-scurare nemmeno interessiche riguardano l’Iran e larussia. Considerazioni,comunque troppo complesse,per essere affrontate in questasede mentre al contrario esi-stono dei fatti che sono moltopiù comprensibili a tutti: icosti. Sono stati notevoli sia intermini economici che, quelloche più conta, in termini divite umane. I dati vengonoforniti da Peaceropeter: “Laguerra in afghanistan, iniziatail 7 ottobre 2001, ha provoca-to la morte di 21 soldati italia-ni, 1.400 soldati alleati, 6milasoldati e poliziotti afgani,circa 25mila guerriglieri tale-bani e quasi 11mila civili afga-ni (di cui oltre 3mila vittimadegli attacchi talebani e alme-no 7mila uccisi dalle truppealleate - più di 3mila civilimorirono nei soli bombarda-menti aerei del 2001-2002).In totale, quindi, almeno43mila vite umane sono statestroncate in otto anni di guer-ra". "La spedizione militare inafghanistan - scrive ancoraPeacerepoter - è costata finoraai contribuenti italiani oltredue miliardi e mezzo di euro.

all'inizio la missioneaveva un costo annuomedio di circa 300 milio-ni di euro, ma oggi - conil progressivo invio di piùuomini e mezzi - superaampiamente il mezzomiliardo (il che significaquasi un milione e mezzodi euro al giorno). Per latanto propagandata rico-struzione dell'af gha -nistan, l'Italia ha spesofinora circa 40 milioni dieuro".

Una missione impossibile in una guerra senza speranza

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Uno studio condottodall’Università di Harvard, euniversalmente riconosciutodalle maggiori autorità medi-co-scientifiche, ha dimostratoche non solo è consigliabilepraticare sport ma addiritturaè necessario.Chi si allena in palestra con ilsolo scopo di tenere attivo ilfisico e contribuire al benes-sere della propria salute, sabene che certi esercizi e certeattività possono risultare lun-ghe e noiose. Un discorsoche naturalmente non valeper i fautori del body buil-ding che trovano nella pale-stra delle particolari gratifica-zioni.Le persona “normali”, fre-quentatori di una palestra,che rappresentano la maggio-ranza della clientela, sannobene come siano lunghi dapassare 30-40 minuti su untapis roulant o una cyclette.Cam minare, a passo sostenu-to o correre (per chi ne ha laforza) per diverse ore la setti-mana, pur essendo equiva-lente all’attività svolta in pale-stra sotto il profilo salutare,non è certamente meno noio-so.allora bisogna chiedersi sequesto “sacrificio” vale lapossibilità di vivere qualcheanno in più e quello che piùconta in buone condizioni disalute.È stato dimostrato che ilrischio cardiovascolare dimi-nuisce con l’aumentare del-l’attività fisica fino a sei-ottoore la settimana. oltre questivalori però il rischio, al con-trario, aumenta.L’obesità è ormai universal-mente riconosciuta come unadelle cause principali dimolte malattie, anche diestrema gravità. ma quando si parla di pre-

venzione non si deve credereche sia sufficiente affidarsi auna buona dieta, anche sequesto è di primaria impor-tanza.La vera battaglia va quindicondotta nei confronti dellapigrizia. La nostra società cicostringe o ci porta a predili-gere una vita sedentaria.La maggioranza delle attivitàlavorative sono prettamentesedentarie o richiedenti unmodesto sforzo fisico.Gran parte del tempo libero,sia per gli adulti che per iragazzi, viene trascorsadavanti al computer o al tele-visore.Fondamentale, quindi, ilruolo dello sport che aiuta abruciare calorie e a combatte-re il sovrappeso (soprattuttodopo i trentacinque anni).anche chi fa sport per puro

divertimento, senza preoccu-parsi di migliorare le proprie

prestazioni ha un beneficio intermini di controllo del peso.

PREVENZIONE E INFORMAZIONE 6

La vita spericolata del pantofolaro doc

La vita sedentaria è una condizione predisponente, insieme

ad una cattiva alimentazione di importanti patologie, quali:

• diabete di 2 tipo;

• disturbi cardiocircolatori (infarto, miocardico, ictus, insuf-

ficienza cardiaca);

• insufficienza venosa;

• sovrappeso e obesità;

• osteoporosi, artrite;

• ipertensione arteriosa;

• aumento dei livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue;

• alcuni tumori.

L’attività fisica regolare rappresenta un fattore protettivo per

le malattie cardiovascolari e il diabete, sia in termini di mor-

talità che di morbilità.

In particolare, agisce abbassando la pressione arteriosa e i

valori dei trigliceridi nel sangue, aumentando il colesterolo

HDL (colesterolo buono) e migliorando la tolleranza al glu-

cosio.

rischi di una vita sedentaria

bEnEssErE

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occorre però ricordarsi cheper bruciare molte caloriesono fattori ininfluenti: a) l'intensità del gesto atleti-co; sollevare 100 kg di pesoo correre i 100 m in 10" sono

gesti atletici notevo-li come qualità, macaloricamente pocodispendiosi perchédurano troppopoco;b) la velocità concui lo si esegue; èvero che se si fasport "piano" si bru-ciano i grassi, maciò che conta èsempre e comun-que la quantità dicalorie bruciate. Sesi bruciano 400kcal di grassi e siintroducono 500kcal di carboidrati,la differenza di 100kcal ce la ritrovere-mo in grassi;

c) l'acqua persa; c'è ancorachi corre supercoperto persudare di più o chi è vera-mente convinto che la saunafaccia dimagrire. Il dimagri-mento è solo temporaneo

perché il corpo nel giro diqualche ora recupererà iliquidi persi innalzando lo sti-molo della sete, ignorando ilquale con feroce masochi-smo non si farebbe altro che

compiere una grossolanasciocchezza.per bruciare calorie ciò che

conta è la durata dello sfor-

zo fisico: un esempio di catti-

va strategia sportiva sono le

PREVENZIONE E INFORMAZIONE7

• Ricorda che il movimento è essenziale per prevenire

molte patologie

• Cerca di essere meno sedentario, infatti la sedentarietà

predispone all’obesità

• Bambini e ragazzi devono potersi muovere sia a scuola

sia nel tempo libero, meglio se all’aria aperta

• L’esercizio fisico è fondamentale anche per gli anziani

• Muoversi significa camminare, giocare, ballare andare in

bici

• Se possibile, vai al lavoro o a scuola a piedi

• Se puoi evita l’uso dell’ascensore e fai le scale

• Cerca di camminare almeno 30 minuti al giorno, tutti i

giorni, a passo svelto

• Sfrutta ogni occasione per essere attivo (lavori domesti-

ci, giardinaggio, portare a spasso il cane, parcheggiare

l’auto più lontano)

• Pratica un’attività sportiva almeno 2 volte a settimana (o

in alternativa usa il fine settimana per passeggiare,

andare in bici, nuotare, ballare)

i dieci consigli degli esperti

di Roel Diaz

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ore in palestra passate vagan-

do da un attrezzo all'altro

con ampie pause con l'unico

intento di giustificare un

piatto di pasta in più con la

presenza in un luogo sporti-

vo.

Chi ha problemi di colestero-lo, sicuramente non li risol-verà con lo sport, ma aumen-tando il colesterolo buonoridurrà l'indice di rischio cheè dato dal rapporto fra cole-sterolo cattivo e colesterolototale. La diminuzione deigrassi circolanti nel sangue(trigliceridi) riconduce a unrischio minore di coronaropa-tia; grazie allo sport si posso-no ridurre gli effetti di un'ali-mentazione scorretta, nell'at-tesa che si riesca ad educarsiverso una migliore qualitàdella vita, mangiando inmodo più sano e razionale.Un'attività piuttosto intensaconsente di ridurre il tasso difibrinogeno e la viscosità delsangue, riducendo il rischiodi trombosi.ma è bene ricordare che losport, e l’attività fisica ingenerale, sono ottimi mezzi

di difesa contro l’ipertensionearteriosa. I miglioramentisulla tensione emotiva, infatti,la maggior capillarizzazione,la diminuita viscosità del san-gue sono solo alcuni deimotivi che portano la corsa aridurre la pressione sanguigna(soprattutto quella minima).Indirettamente, i benefici for-niti da un’attività sportivaaumentano anche le difesecontro le patologie cancero-gene. Questo perché limita ilsovrappeso, innalza le difeseimmunitarie, abbassa i livellidi insulina nel sangue, attivail colon, riduce il livello degliormoni che sono fattori dirischio tumorale (come estro-geni e testosterone).e proprio a proposito delledifese immunitarie vale lapena di sottolineare cheanche se non viene spessopreso in considerazionecome beneficio per chi prati-ca attività sportiva è un ele-mento di grande importanzae riscontrabile nei fatti.Qualunque sportivo vi potràconfermare che da quandoha iniziato a praticare un’atti-vità sportiva di una certaintensità non ha più avutoinfluenze o raffreddori.Lo stress è una condizionequasi congenità per la mag-gioranza dell’adulto medio inuna società occidentale. Faresport permette di staccare daiproblemi quotidiani e di rica-ricarsi per il giorno seguente.Durante l'attività fisica vengo-no secrete delle sostanze(endorfine) che agisconocome vere e proprie droghenaturali, stimolando l'organi-smo e predisponendolo a rea-gire positivamente a situazio-ni di stress.Infine, non va trascurata l’a-zione dello sport per la ridu-zione e il controllo delle pic-

cole patologie più o menocroniche come cefalee,disturbi gastrici, stitichezza.Si tratta di fastidiosi malanni

che richiederebbero comun-que un intervento di tipo far-macologico con eventualieffetti collaterali.

Esempi di consumi calori per

attività quotidiane o sportive

di 60 minuti

Attività Consumo

Passeggiare 200

Fare ginnastica 245

Andare in windsurf 265

Rifare i letti 300

Ballare 300

Giocare a tennis 450

Giocare a pallacanestro 455

Fare aerobica 505

Ballare il rock'n'roll 525

Fare trekking 560

Andare in bici 595

Marciare 595

Fare canottaggio 700

Nuotare 700

PREVENZIONE E INFORMAZIONE 8

Una vita attiva è lo strumento migliore per prevenire molte

patologie. Per mantenersi in buona salute è necessario

“muoversi” cioè camminare, ballare, giocare, andare in bici-

cletta.

Un buon livello di attività fisica, infatti, contribuisce ad abbas-

sare i valori della pressione arteriosa e quelli dell’ipercoleste-

rolemia, a prevenire malattie cardiovascolari, obesità e

soprappeso, diabete, osteoporosi; contribuisce, inoltre, al

benessere psicologico, riducendo ansia, depressione e

senso di solitudine.

Per i bambini e i ragazzi la partecipazione ai giochi e ad altre

attività fisiche, sia a scuola che durante il tempo libero, è

essenziale per:

• un sano sviluppo dell’apparato osteoarticolare e muscola-

re

• il benessere psichico e sociale

• controllare il peso corporeo

• favorire il funzionamento degli apparati cardiovascolare e

respiratorio. Inoltre, lo sport e l’attività fisica contribuisco-

no ad evitare, nei giovani, l’instaurarsi di comportamenti

sbagliati, quali l’abitudine a fumo e alcol e l’uso di droghe.

Anche per gli anziani l’esercizio fisico è particolarmente utile

in quanto:

• ritarda l’invecchiamento

• previene l’osteoporosi

• contribuisce a prevenire la disabilità

• contribuisce a prevenire la depressione e la riduzione

delle facoltà mentali

• contribuisce a ridurre il rischio di cadute accidentali

migliorando l’equilibrio e la coordinazione.

Uomini e donne di qualsiasi età possono trarre vantaggio

anche solo da 30 minuti di moderato esercizio quotidiano.

Non è necessario dedicarsi ad una attività specifica. Infatti

l’attività fisica può essere di tipo sportivo oppure connessa

con le attività quotidiane, ad esempio spostarsi a piedi o in

bicicletta per andare a lavoro o a scuola, usare le scale inve-

ce dell’ascensore.

L’importante è mantenersi attivi sfruttando ogni possibile

occasione, ad esempio: dedicarsi ai lavori di giardinaggio,

fare la spesa, portare a spasso il cane.

Praticare con regolarità attività sportive almeno 2 volte a set-

timana aiuta a:

• aumentare la resistenza

• aumentare la potenza muscolare

• migliorare la flessibilità delle articolazioni

• migliorare l’efficienza di cuore e vasi e la funzionalità

respiratoria

• migliorare il tono dell’umore.

In alternativa è consigliabile utilizzare il fine settimana per

lunghe passeggiate e/o gite in bici, ballo e nuotate in piscina.

i vantaggi di una vita attiva

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breve rassegna di tutte lenovità introdotte nelle scuolesuperiori dal ministero dellaPubblica Istruzione per l'an-no accademico 2009/2010.ordinamentiLa riforma degli ordinamentidei licei e degli istituti tecnicientrerà in vigore nell'annoscolastico 2010-2011. Per il 2009/2010 sono con-fermati i percorsi previstidagli attuali ordinamenti.Obbligo d'istruzione

resta confermato l'obbligoscolastico fino al sedicesimoanno di età.L'obbligo di istruzione potràessere assolto anche con lafrequenza dei percorsi diistruzione e formazione trien-nali avviati attraverso accordiregionali.Le valutazioni

I voti relativi alle singolediscipline saranno espressi indecimi. Pertanto i voti infe-riori al 6 corrisponderanno auna insufficienza. nella scuola secondaria lavalutazione del comporta-mento sarà espressa in deci-mi. Con una votazione insuf-ficiente lo studente non saràammesso all'anno successi-vo.alle scuole superiori la valu-tazione intermedia e finaledegli apprendimenti saràeffettuata dal consiglio diclasse.nello scrutinio finale il consi-glio di classe sospenderà ilgiudizio degli alunni che non

hanno conseguito la suffi-cienza in una o più materie. Gli alunni che avranno otte-nuto delle insufficenzedovranno frequentare deicorsi di recupero.a conclusione dei corsi direcupero il consiglio di clas-se, dopo aver accertato ilrecupero delle lacune forma-tive, formulerà il giudiziofinale e l'ammissione allaclasse successiva.a partire dall'anno scolastico2009/2010 saranno ammessiall'esame di Stato tutti gli stu-denti che conseguiranno lasufficienza in tutte le materiee in condotta.Accesso diretto all'esame di

stato per gli "ottisti"

Saranno ammessi direttamen-te agli esami di Stato gli stu-denti che in quarta hannoconseguito 8 decimi in cia-scuna materia e nel compor-tamento e che hanno riporta-to una votazione non inferio-re al 7 in ciascuna disciplina,

8 per la condotta nelle classiseconda e terza.L'educazione fisica concorrecome ogni altra disciplinaalla determinazione dellamedia dei voti.Nuovi insegnamenti

L'insegnamento della disci-plina "cittadinanza e costitu-zione" partirà, nell'annoaccademico 2009/2010,come sperimentazione in

alcune scuole italiane per poientrare a regime nel2010/2011.Libri di testooltre ai tradizionali libri ditesto le scuole potranno sce-gliere testi scaricabili in tuttoo in parte da internet.Le scelte fatte dagli istitutiriguardo ai libri di testo nonpotranno essere cambiate peralmeno 6 anni. Gli editoripotranno integrare e aggior-nare i testi con appendici senecessario.Per limitare al massimo laspesa a carico delle famigliele scuole potranno continua-re a ricorrere al comodatod'uso gratuito e al noleggiodei testi scolastici.Per gli studenti delle scuolemedie e dei primi due annidelle scuole superiori appar-tenenti a famiglie menoabbienti è invece possibilerichiedere borse di studio erimborsi parziali della spesasostenuta per l'acquisto deilibri.Dall'anno scolastico2009/2010, inoltre, le pagel-le degli studenti potrannoessere consultate online e igenitori riceveranno deglisms per segnalare le assenzedei figli.

PREVENZIONE E INFORMAZIONE9

Scuola, tutte le novità per l’anno 2009-2010

istruzionE

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Secondo la Gelmini il proble-ma dei precari della scuola èfinalmente risolto: «LaFinanziaria prevedeva untaglio di 43.000 posti. Diquesti 30.000 si sono liberatiattraverso i pensionamenti.restano 12-13.000 insegnantiche hanno il diritto all'inden-nità di disoccupazione». Ha indicato anche qualisaranno le linee guida per larisoluzione del problema.Si cercheranno gli accordicon le singole regioni primadi iniziare l’iter parlamentare.Uno sviluppo che ritiene siaper lei un sollievo e un puntodi orgoglio per il governo. In concreto il sostegnoavverrà grazie anche adaccordi con le regioni chepotranno finanziare progettidi rafforzamento dell'offertaformativa in cui inserire gliinsegnanti disoccupati.L'attivazione e la cessazionedell'indennità di disoccupa-zione sarà gestita attraversol'Inps. La norma varrà soloper l'anno scolastico2009/2010 perché secondola Gelmini per il prossimoanno non ci saranno proble-mi di questo genere. L’ottimismo del ministro nonè condiviso dai precari che

attraverso i propri comitati(Cip) ritengono del tuttoinsufficiente la norma inseritanel decreto ronchi perchéconsiderata un semplice pal-liativo. anzi, secondo i Cip ilprovvedimento potrebbe sca-tenare ulteriori conflittualità,andando a escludere coloroche hanno lavorato per l'inte-ro anno scolastico con incari-chi dei presidi (e non conl'assegnazione annuale comeprevisto dal provvedimento) etutti quelli che hanno matura-

to un anno di servizio cumu-lando più periodi in diversescuole o per vari insegna-menti. Per i Cip, in ogni caso,il problema non sono soltan-to i precari, ma bisogna anda-re più a monte perché non viè stato nessun intervento sullaquestione nodale dei tagliindiscriminati nella scuolapubblica. tagli non solo alpersonale, ma anche all'ora-rio, agli istituti e alle classi. ma il mondo è bello perché èvario e della questione esi-

stente anche una visionecompletamente differente.I sostenitori di quest’altromodo di vedere sostengonoche il precariato [ la dramma-tica conseguenza di un siste-ma di reclutamento, a cui peranni l’amministrazione cen-trale ha ancorato il rapportotra domanda e offerta di lavo-ro, che si potrebbe definireper lento scivolamento dallegraduatorie degli abilitati alposto a tempo indeterminato,per cui nella scuola si è avutoaccesso sulla base della com-posizione delle cattedre piùche sui numeri effettivi deglialunni.Se la cosa, però, ha trovatoterreno fertile in un passatomeno problematico ne stia-mo pagando le conseguenzeadesso che si attraversa unperiodo di vacche magre. Gli stessi pongono l’attenzio-ne sulle cifre. La media dialunni per insegnante è inItalia di circa 10.7 alunni perinsegnate contro una mediaeuropea compresa tra 12 e15.

PREVENZIONE E INFORMAZIONE 10

Precari, dramma di oggicon radici nel passato

istruzionE

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anche quest’anno scolasticoè partito con una nuova“guerra di religione”. In que-sto caso ad aprire le ostilità èstato il tar del Lazio cheaccogliendo i numerosi ricor-si presentati da studenti, sup-portati da diverse associazio-ni laiche e confessioni religio-se non cattoliche, ha esclusoi professori di religione dagliscrutini. In effetti possonoanche partecipare ma il loroinsegnamento non può avereeffetti sulla determinazionedel credito scolastico.Il ricorso era avverso alleordinanze ministeriali firmatedall'ex ministro GiuseppeFioroni e adottate durante gliesami di Stato del 2007 e

2008. Di tutt’altro avviso igiudici amministrativi chehanno ritenuto illegittimal'inclusione della religionenella rosa delle materie dacui scaturiscono i giudizidegli allievi.La sentenza ha trovato unvalido sostegno nell’enuncia-to dalla Corte costituzionale(sentenza n.203/89), secondoil quale è ritenuta garanziadello stato la salvaguardiadella libertà religiosa, in regi-me di pluralismo confessio-nale e culturale: “sul pianogiuridico, un insegnamentodi carattere etico e religioso,strettamente attinente allafede individuale, non puòassolutamente – sottolinea il

tar – essere oggetto di unavalutazione sul piano delprofitto scolastico".In sostanza, i giudici hannoritenuto che “lo Stato, dopoaver sancito il postulato costi-tuzionale dell'assoluta, invio-labile libertà di coscienzanelle questioni religiose, diprofessione e di pratica diqualsiasi culto, non può con-ferire ad una determinataconfessione una posizionedominante”. Il Vaticano non ha apprezza-to per niente questa decisio-ne ritenendo, al contrarioche l'insegnamento della reli-gione deve avere lo status didisciplina scolastica e sull’ar-gomento ha diffuso un docu-mento che anche se ufficial-mente non è ristretto alla solarealtà italiana chiaramente lamette in primo piano. Secondo, questo documento«La specificità di quest'inse-gnamento non fa venir menola sua natura propria di disci-plina scolastica; al contrario,il mantenimento di quellostatus è una condizione d'ef-ficacia: è necessario, perciò,che l'insegnamento religiososcolastico appaia come disci-plina scolastica, con la stessaesigenza di sistematicità erigore che hanno le altrediscipline». «Deve presentare il messag-gio e l'evento cristiano – pro-segue il documento – con lastessa serietà e profonditàcon cui le altre discipline

presentano i loro saperi.accanto a queste, tuttavia,esso non si colloca comecosa accessoria, ma in unnecessario dialogo interdisci-plinare». «In alcuni Paesi - si leggeancora - sono state introdottenuove regolamentazioni civi-li, che tendono a un insegna-mento del fatto religioso dinatura multiconfessionale odi etica e cultura religiosa,anche in contrasto con lescelte e l’indirizzo educativoche i genitori e la Chiesaintendono dare alla forma-zione delle nuove generazio-ni». tuttavia, «spetta allaChiesa stabilire i contenutiautentici dell'insegnamentodella religione cattolica nellascuola, che garantisce, difronte ai genitori e agli stessialunni l’autenticità dell’inse-gnamento che si trasmettecome cattolico». Si fa riferi-mento anche ad un passo delconcilio Vaticano II che reci-ta: “I diritti dei genitori sonoviolati se i figli sono costrettia frequentare lezioni scolasti-che che non corrispondonoalla persuasione religiosa deigenitori o se viene loro impo-sta un'unica forma di educa-zione dalla quale sia comple-tamente esclusa la formazio-ne religiosa". La fazione contraria si chiedeperò come si possa concilia-re quest’affermazione con idiritti dei genitori di cultodiverso o atei? Senza contareche gli stessi figli potrebberonon condividere le posizionireligiose degli stessi genitori.Infatti quanti figli di convinticredenti non lo sono perniente?Un confronto fra due posi-zioni che difficilmente trove-ranno una via di mezzo per-ché di fatto non esiste.

PREVENZIONE E INFORMAZIONE11

Guerra di religione fra giudici e cardinali

monSIGnor DIeGo CoLettI, PreSIDente DeLLa CommISSIone

ePISCoPaLe Per L’eDUCazIone CattoLICa

PolEmichE

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Innumerevoli sono le versioniche hanno arricchito il patri-monio di leggende sull'origi-ne di napoli. ma protagonistadi tutte è sempre la miticasirena Parthenope che, cadu-ta vittima dell’astuzia diUlisse, abbandonò adirata iltemibile scoglio delle sireneper giungere all’isolotto dimegaride, che accoglie l’at-tuale borgo marinaro, in viaPartenope. In effetti, però, esi-ste anche una leggenda menonota che avrebbe un valorestorico superiore alla piùfamosa. La fornisce VittorioGleijeses nel suo libro sullastoria di napoli: “apollo, gra-zie al volo spiegato di unacolomba, avrebbe indirizzatoverso il nostro litorale unagraziosa fanciulla, figlia dieumelo, re di tessaglia, dallostrano nome di Parthenope.L’etimologia di questo nome,costituito da due vocaboligreci «Partenu-opsis» avrebbeil significato di «virginis visus»ovvero sembianze di vergine.La fanciulla sarebbe mortasubito dopo essere approdatasulle nostre spiagge e le suestesse genti avrebbero prov-veduto a seppellirla”.Confortata invece dalle testi-

monianza degli studiosi del-l’epoca l’esistenza della cittàdi Parthenope fondata daiCumani nel 680 a.C. nell’a-rea compresa tra l’isolotto dimegaride e il monte echia,vale a dire nei punti corri-spondenti attualmente aCastel dell’ovo ePizzofalcone, come confermauna necropoli scoperta nel-l’attuale via nicotera. Laprima colonizzazione sullenostre coste risale a circa3000 anni fa ad opera di mer-canti provenienti da rodi chefondarono un piccolo scalocommerciale come utilepunto d’appoggio per le loroattività marinaresche.Fondarono dapprimaPithecusa, l’attuale isolad’Ischia, successivamenteCuma (Kyme). e proprio iCumani, come abbiamo

visto, fondarono, nel Vsecolo a.C.,Parthenope. La nuovacittà avrebbe assuntouna posizione di talerilievo nel panoramadell’epoca da suscitarel’invidia e la preoccu-pazione dei suoi stessifondatori che non tro-varono di meglio chedistruggerla. Più credi-bile, però, la versionesecondo la qualePalepolis, indebolita edecaduta a causa dilotte interne fu distrut-ta dagli etruschi.

Comunque i Cumani nel 474a.C. dopo aver sconfitto defi-nitivamente gli etruschi deci-sero di rifondare Parthenopee rinominarla Palepolis (cittàvecchia) in contrapposizionea quella che successivamentesarà neapolis (città nuova).Sulla rifondazione diParthenope da parte deiCumani esiste anche una ver-sione più fantasiosa. Dopo ladistruzione di Parthenope, suCuma si abbatté una gravecarestia e i suoi capi, dopoaver consultato l’oracolo,decisero di ricostruire la cittàe ripristinare il culto dellasirena dando vita, ma qua siritorna nella storia, aneapolis nel 438, distantesolo 4-5 chilometri daPalepolis e raggruppate in unsolo agglomerato urbano.Palepolis con il passare deltempo diventò un luogo peri-

ferico e appartato dove inobili edificarono lussuoseville, lontane dal frastuonodei traffici del centro urbano.Successivamente, l’intera areadi Palepolis venne racchiusain un’immensa villa, di pro-prietà del patrizio Lucullo. Iresti sono ancora visibili sullasommità di Pizzofalcone. ICumani trasformarononeapolis in una vera roc-caforte cingendola di impo-nenti mura di tufo costruiteutilizzando tecniche costrutti-ve tra le più avanzate dell’e-poca e rinforzandole ulterior-mente nel secolo successivo.resti di queste mura si trova-no sparse un po’ per l’interacittà. Via Foria, Piazzabellini, via mezzocannone,Corso Umberto e ViaDuomo. Da questi ritrova-menti gli studiosi hanno potu-to ricostruire il perimetro

PREVENZIONE E INFORMAZIONE 12

Parthenope, una cittàbella da fare invidia

lE origini di naPoli

reStI DI mUra GreCHe a PIazza beLLInI

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urbano dell’epoca. La città siestendeva a nord tra via Foriae Piazza Cavour per poi scen-dere lungo via San Giovannia Carbonara fino ad arrivareal mare. Dopo piazzaCalenda le mure avevanobisogno anche di difese natu-rali per cui attraverso la colli-na di monterone e quella diSant’agostino risalica per viamezzocannone. nel V secolola popolazione della città eradi circa 30mila abitanti e lalingua parlata e scritta eraquella greca. all’epoca e neisecoli successivi la tradizio-ne culturale greca rimase bensalda a napoli e, come vedre-mo, determinò un granderispetto da parte del mondoromano. Proprio roma,riscontrando la crescita anchestrategica sul mare dineapolis, la pose al centrodelle proprie attenzioni e nel326 a.C, mentre era impegna-ta nella seconda guerra sanni-tica, cinse d’assedioneapolis che all'inizio eraschierata con la popolazioneitalica. La città venne conqui-stata ma i romani le conces-sero ampia autonomia e leattribuirono il ruolo di "civi-tas foederata". Il trattato dipace garantì ai napoletaniampia libertà e limitò leincombenze alla sola fornitu-

ra di armi e marinai in caso diguerra. Per neapolis questasituazione risultò particolar-mente vantaggiosa perchégrazie alla protezione diroma poté ampliare il suoporto, e vide fiorire i trafficimarittimi, aumentò la lavora-zione delle ceramiche esoprattutto attivò a pienoritmo la sua famosa zeccache cominciò a coniaremonete anche per conto diroma. nell’89 a.C. neapolisricevette la cittadinanzaromana diventando, di fatto,municipio romano. La lingualatina cominciò a diffondersirapidamente, ma il grecorimase ancora l'idioma più invoga. In realtà neapolis permolti secoli restò una cittàbilingue, con una forteinfluenza della cultura greca.nel l’82 a.C., quando scop-piò la guerra civile che con-trappose mario a Silla,neapolis si schierò con ilprimo facendo la scelta sba-gliata. Silla dopo la sua vitto-ria punì pesantemente lacittà. Confiscò la flotta ed eli-minò economicamente e fisi-camente il ceto mercantilecon metodo delle proscrizio-ni. Il porto militare vennedislocato a miseno e privatodel possesso di Pithecusa(Ischia) e del ruolo guida nel

campo commerciale.Di conseguenzacapitali e attivitàimprenditoriali lenta-mente si spostaronoa Puteoli (Pozzuoli)che diventò il centrocommerciale dellazona e per neapolisiniziò una lentadecadenza. La cittàrimase, però, benviva sotto il profiloculturale. era la metapreferita e il punto di

riferimento dell’intero mondoromano. Le era riconosciutoil ruolo di depositaria delpatrimonio culturale ellenicoe delle sue tradizioni. I Patriziromani erano attratti dallebellezze naturali e climati-che. Venne definita cittàoziosa ma nell’accezioneromana “otioso” non avevaun significato negativo. era, alcontrario, il termine usato perindicare tutto ciò che era con-trapposto all'agire fisico eproduttivo, per cui oziosa eraanche la filosofia e la poesiache fiorirono a napoli piùche in ogni altra cittàdell'Impero.La poesia si sviluppò a talpunto da invogliare Virgilio arisiedere per lungo tempo inuna villa fuori città.

L’importanza culturale dineapolis attirò persinonerone che nel 65 d.C.,giunse a neapolis, con ungrande seguito, per esibirsinei famosi teatri della città.non sappiamo quanto suc-cesso ottenne con le sue“performance” ma quello cheè certo è che al termine diuna sua rappresentazioneuna violenta scossa di terre-moto distrusse parte del tea-tro in cui si era esibito.neapolis nonostante il ruoloportuale di secondo pianoassunto dopo aver cedutogiocoforza la prevalenza aPuteoli, diventò crocevia dirazze e culture differenti.Fiorirono le comunità orien-tali, come quella alessandrinatestimoniata anche dallaStatua del dio nilo, veneratoappunto dagli alessandrini,nell’omonima piazza delquartiere nilensis. nellaneapolis dell’età imperialecominciarono a diffondersinumerose religioni, ma benpresto, nonostante le persecu-zioni, il Cristianesimo prese ilsopravvento sulle altre. Ilprimo vescovo napoletano fuaspreno che visse durantel'impero di traiano tra ilprimo e il secondo secolod.C.

PREVENZIONE E INFORMAZIONE

L’ISoLotto DI meGarIDe, L’attUaLe CaSteL DeLL’oVo

terme romane DeL II SeCoLo D.C. SCoPerte PreSSo IL CHIoStro

DeLLa CHIeSa DI Santa CHIara a PIazza DeL GeSù nUoVo

13

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Il primo passo verso unprematuro avvicinarsi all’a-bitudine all’alcol avvienein maniera molto superfi-ciale ma anche involontariain famiglia. Il classico invi-to durante i pasti: “bevi unpo’ di vino che fa bene”,comincia a essere interpre-tato dai bambini come unlegame inevitabile con ipasti anche se l’invito nonè (o almeno non dovrebbe)rivolto a loro.La nostra cultura attribuisceun largo e indiscutibileconsenso sociale relativo alconsumo di bevande alcoli-che, lo si giustifica anchecon la considerazione cheè inserito di diritto nelladieta mediterranea.In tale contesto il consumodi vino, e soprattutto dibirra diventa abituale daparte dei ragazzi, e i geni-tori accettano tale abitudi-ne a condizione che riman-ga contenuta e sotto il loro“controllo”. Il consumo dialcolici da parte di un gio-vane all’interno della pro-pria famiglia non si confi-gura quindi mai, sin dall’i-nizio, come un comporta-mento inadeguato.Col passare del tempo peròil “controllo” dei familiariviene esercitato sempre

meno e gli adolescenti ten-dono a trasferire questa“innoqua” abitudine all’in-terno del gruppo di coeta-nei durante i vari momentitrascorsi insieme nel tempolibero. Si crea l’ambienteideale per sperimentare lebevande “alternative” (ad

esempio la birrain luogo delvino) e i com-portamenti tra-sgressivi comel’abuso di variesostanze alcoli-che.Il senso di que-sto utilizzoe c c e s s i v o ,anche se nonquotidiano, dialcolici, si puòcomprendere

solo se ci si svincola dall’i-dea che esso sia legato alpiacere del gusto.Quest’ultimo è infatti asso-lutamente secondario all’ef-fetto che si va ricercandonella sostanza, a quello

stato di euforia e benessereche può dare o a quelladisinibizione che risultafunzionale all’interno di ungruppo di adolescenti. Inaltri termini, non è tantoimportante la qualità di ciò

PREVENZIONE E INFORMAZIONE 14

Cresce l’abuso di alcoltra i giovani adolescenti

sociEtà

Kreitmann è uno degli studiosi che hanno rilevato comei cosiddetti heavy drinkers (letteralmente bevitori pesan-ti, quindi gli alcoldipendenti) costituiscono un onereper la collettività di gran lunga inferiore a quello deibevitori occasionali o moderati. Gli effetti negativi degliincidenti stradali, ad esempio, determinati da un abusoaccessuale costituiscono quindi un costo sociale piùrilevante di quello dovuto ai comportamenti di abusocronico. tale considerazione porta ad una logica con-clusione: i giovani che, più frequentemente rispetto allapopolazione adulta, adottano appunto una modalità dibere accessuale sono più a rischio rispetto alla possibi-lità di subire danni correlati.

iill ppaarraaddoossssoo ddii KKrreeiittmmaannnn

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che si beve, ma che la gra-dazione e i quantitativisiano tali da avere un effet-to “potente”.Si può quindi comprendereperchè l’alcol sia conside-rato da alcuni un valido“sostituto” delle droghe: èuna sostanza che può pro-vocare uno stato di profon-da alterazione psicofisicaed allo stesso tempo è unasostanza legale e social-mente accettata.recentemente si è visto unsignificativo mutamentonella rappresentazionesociale del bere, con unpassaggio dal vino allabirra e ai superalcolici econ l’individuazione dinuovi luoghi del bere spes-so assunti da modelli esteri(aumentano i pub e le bir-rerie a discapito delle trat-torie e dei ristoranti). oggicome oggi potremmo parla-re di due modelli del bere:un modello tradizionalelegato al vino e alla culturadello stare insieme e unmodello moderno legato alconsumo per lo più di birrae superalcolici e allanecessità di affrontare diffi-coltà personali (timidezza,paura, imbarazzo ecc). tale necessità rappresentaperò una modalità di utiliz-

zo di alcolici che espone auna certa probabilità di svi-luppare, col tempo, un pro-blema di abuso o dipen-denza. È proprio per questaragione che, nonostante igiovani siano al giornod’oggi più consapevoli einformati delle possibiliconseguenze negative del-l’assunzione di alcol, conti-nuano a rappresentare unapopolazione ancora ad altorischio.tale affermazione è avvalo-rata da una ricerca che haportato alcuni autori adistinguere tre forme dialcolismo giovanile:a) alcolismo come modalitàdi integrazione nel mondodegli adulti; in questa formache prelude ad un’alcoldi-penenza, l’influenza dellefamiglie e del gruppo di pariè fondamentale. Le festefamiliari, il luogo di lavoro,il servizio militare, svolgonoun ruolo induttore.b) alcolismo come auto-medicazione: messo difronte alla crisi adoloscen-ziale (noia, solitudine, sen-timento di inferiorità ecc.)o ad uno stato più patologi-co (depressione, alto livellodi ansia ecc) il giovanericerca nell’alcol un effettofarmacologico. Per lo più

solitario questo alcolismocomporta una degradazio-ne rapida e a volte assumeil valore di un equivalentesuicidario.c) alcolismo tossicomania-cale: sebbene per moltotempo non consideratotale, l’alcol acquisisce ainostri giorni il valore diuna droga. Il tossicomanepuò alternare l’alcol adaltre sostanze o puòsostituire questi conl’alcol in un periodo dicarenza.

Fonte:

http://www.amarcord.info/

PREVENZIONE E INFORMAZIONE15

mentre da una parte ultimamente si nota una stabiliz-zazione del consumo medio pro-capite per la popola-zione adulta, dall’altra si assiste ad un preoccupanteincremento dell’uso o dell’abuso di bevande alcolichefra i giovani. In Italia solo il 26% dei ragazzi tra i 15 ei 24 anni dichiara di non avere bevuto negli ultimi tremesi, ciò significa che il 74 % ha bevuto aLmenouna volta alcolici o superalcolici. Il 60% dei giovani consumatori beve prevalentementebirra e il 40 % vino. Gli aperitivi e i digestivi sonoassunti dal 34% e i superalcolici (per lo più sottoforma di cocktail) dal 21% dei ragazzi in età tra i 15 ei 24 anni.Le caratteristiche principali dei giovani a rischiorispetto all’utilizzo di alcolici sono: l’iperattivismo, lapaura della quotidianità e della noia il che orienta laloro vita verso l’avventura, l’imprevisto, l’iperstimola-zione e le condotte trasgressive a tutti i costi.tutti i dati rilevati fino ad ora evidenziano l’aumentodel consumo di alcol al crescere dell’età e in partico-lare un salto significativo dopo i 18 anni, il che evi-denzia una correlazione positiva con l’aumentaredella capacità economica, l’ingresso nel mondo dellavoro e la maggior possibilità di occasioni di incon-tro sociale. Un dato particolarmente preoccupante èche se si confrontano i consumi dei ragazzi tra i 18 ei 24 anni con quelli della popolazione adulta si puònotare come i primi mostrino una frequenza più epi-sodica, ma un consumo generalmente più elevato,con forti bevute che si prolungano magari per interenottate.

scheda statistica

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La popolarità dei tatuaggi ècresciuta esponenzialmentenegli ultimi anni. oggi èaltrettanto comune trovaretatuaggi sulle donne comeè sugli uomini. Ci sonoalcune buone ragioni perquesto. Il tatuaggio spessorappresenta la possibilità ditirare fuori la personalitànascosta. La maggior partedei tatuaggi non sono rac-colti solo per il loro design,ma anche il loro significatosimbolico. Può riferirsi aciò che la persona ritienedi essere, mostrando conun’immagine l’appartenen-

za ad un certo gruppo, oanche dimostrare lealtàverso una persona amata. Di quest’ultima situazioneforse sarebbe meglio nonapprofittare troppo... diffi-cilmente l’amore è eterno.Di questi tempi meno chemai, per cui il simbolo con-creto di questo mancatoimpegno può risultare piut-tosto imbarazzante nel rap-porto con una nuova fiam-ma. molte persone utilizzanosemplicemente i tatuaggicome un mezzo per espri-mere la loro libertà.

I disegni dei tatuaggi posso-no essere scelti dal salottodel negozio dovrà saràeffettuato il tatuaggio stes-so, allo stesso modo dellascelta di libri e riviste.Sempre più spesso, le per-sone trovano la loro idealedi design su Internet.banche dati on-line dannoagli aspiranti tatuati l'acces-so a migliaia di disegni emodelli. Può essere faciletrovare il modello giusto,perché maggior parte deisiti comprendono funzionidi ricerca globale. È comu-ne la possibilità di cercareper colore, dimensioni o distile. In aggiunta, ci sonospesso le foto di membricon i tatuaggi che dannoun'idea di quello che lostile sarà il risultato finale.Se da un lato i tatuaggisono ideali per chi vuoledare una certa immagine disé, dall’altro ci sono con-troindicazioni tutt’altro cheirrilevanti. I tatuaggi sono prodottipenetrando la pelle con un

ago e l'iniezionedi piccole quan-tità di inchiostro.a causa di que-sto, il rischio diinfezione è sem-pre da tenere inconsiderazione.Questo dipendeovviamente dalleattenzioni sanita-rie adottate nel-

l’ambiente in cui si effettuail tatuaggio. ad esempio, ilrischio di infezione è moltopiù alto se non vengonopulite adeguatamente leattrezzature dopo ogniintervento. Se si cerca unartista di fama da cui farsitatuare, navigando su inter-net attraverso i forum diappassionati di tatuaggiodovrebbe essere facile esse-re indirizzati. Prima di effettuare untatuaggio valutare anchebene la decisione. notevolisono i costi e la difficoltà dirimozione. ricorrere allachirurgia può essere costo-so e non mancani i propririschi di complicazioni. Lecompagnie di assicurazio-ne sono solite pagare per lespese di rimozione soloquando esiste un rischioper la salute. Quindi il piùdelle volte si di tasca pro-pria. Una alternativa allachirurgia è la rimozionelaser. tuttavia, a secondadella zona che hanno iltatuaggio, la rimozione deltatuaggio laser può esseremolto doloroso. anche inquesto caso, probabilmentesi dovrà pagare i costi stes-si. Il modo migliore per evita-re problemi con la rimozio-ne è quello di essere certidi volerle quel tatuaggio.

PREVENZIONE E INFORMAZIONE 16

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Tatuaggi, passionecon controindicazioni

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mentre sempre di più sidiffonde l’abitudine di pro-teggere i preziosi in cassafor-te o cassette di sicurezza, siaccetta, oggi, anche nellabuona società, d’indossaregioielli falsi, fatti di metalli epietre non preziosi. La bigiotteria ha guadagnatoun suo ruolo autonomo nel-l’abbellimento e nell’arricchi-mento della figura, non solodelle ragazzine; non è piùlegata alla funzione d’ingan-nare, o imitare un originaleche non si vuole perdere; haun mercato autonomo, connegozi che annunciano espli-citamente di vendere mate-riali meno pregiati rispetto aquelli che vendono le gioiel-lerie, ma propongono model-li estrosi, disegnati con dovi-zia e talora con gusto, firmatida stilisti.I problemi nascono, tuttavia,

per il fatto che i falsi gioiellisono composti soprattutto danichel, un elemento in gradodi produrre allergie, secondoalcuni autori, nel 10 % dellapopolazione mondiale. Ilnichel viene largamenteusato perché resistente all’os-sidazione e capace di dareforza alla lega. moltissimioggetti di uso comune locontengono: fibbie, chiusurelampo, bottoni, chiavi, partimetalliche degli occhiali,monete, utensili da cucina,maniglie delle porte, ferma-gli. esso è presente anche neicoloranti per oggetti di vetro,terracotta, porcellana ed èutilizzato nei processi di tin-tura e stampa di tessuti ecarta da parati. Contengononichel in particolare i coloridei tessuti nero e blu, mentrele tinture per capelli e i liqui-di utilizzati per le permanentine provocano il rilascio daifermagli. Pertanto il contatto

con tal elemento sensibiliz-zante, praticamente ubiquita-rio, difficilmente può essereevitato.La reazione allergica, che siesprime clinicamente con unadermatite eczematosa, hacome primo sintomo il pruritolocalizzato alla zona del con-tatto, o anche diffuso, accom-pagnato da vescicole, eritemaed edema e insorge tipica-mente nell’arco di 48 - 96 oredopo il contatto. Si accentuadurante la stagione estiva enei climi caldo umidi.Il sospetto diagnostico della

sensibilizzazione può essereconfermato evocando la rea-zione essudatizia, cellulomediata, di tipo ritardato,con la metodica dei PatCH-test, che consiste nell’appli-care sulla cute per 48 ore inocclusiva sostanze sospettatecome allergeni; la letturaavviene dopo 48, 72, talora96 ore . Il nichel solfato è da anniinserito nella Serie Standard

che raggruppa gli apteni(allergeni applicabili diretta-mente sulla pelle) che causa-no più frequentemente der-matiti da contatto ed è perio-dicamente redatta e aggiorna-ta dalla Società Italiana diDermatologia allergologicaProfessionale e ambientale(SIDaPa).tracce di nichel si trovanoanche in vari alimenti,bevande e condimenti, nor-malmente presenti sullenostre tavole. In particolarequesto minerale è contenutonelle pere, nel tè, nel ciocco-

lato, nel lievito in polvere,nelle foglie di diversi vegetalie, una volta ingerito, può darluogo ad una dermatite simi-le a quella scatenata dal con-tatto, ma più diffusa o disse-minata. Questa reazioneallergica, di tipo ritardato,compare fino a due giornidopo il pasto preferendo ini-zialmente la localizzazioneove in precedenza si era giàmanifestata per l’azione diret-ta del metallo sulla pelle.

Per porre un freno alla dif-fusione della dermatite dacontatto al nichel sono statirealizzati orecchini e altregioie con materiali sostitutivi,quali il palladio e uno specia-le acciaio chirurgico. Unapposito certificato assicurache il manufatto è nichel-freeed è stato prodotto con unprocesso che elimina propriotutte le componenti di nichele, a questo punto, con certifi-cati e garanzie, il falso divie-ne ricercato e costoso, alme-no quanto il vero.

Dott. paolo Caterino

PREVENZIONE E INFORMAZIONE17

I falsi fanno male,“rischio bigiotteria”

dErmatologia

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AVV. GIuSeppe FABOzzI

Una sentenza che faràdiscutere, e non poco, la n.35874 del 16 settembrescorso.Parlar male della suocerapuò costar caro. e se qualcu-no pensa che basti accertarsidella sua assenza per lasciar-si andare impunemente agliinsulti ed alle volgarità piùirripetibili, si sbaglia di gros-so! La Corte suprema diCassazione, quinta sezionepenale, ha ritenuto che apo-strofare la propria suoceracon parolacce, anche se inassenza della suocera stessa,sia comunque offensivo perla figlia che tali volgarità ècostretta a sentire dal marito-genero.È accaduto che durante unalite tra coniugi il marito,oltre che aggredire la moglieprocurandole lesioni alvolto, l’ha resa destinatariadi pesanti offese rivolte nona lei direttamente, ma a suamadre. La donna si ècomunque sentita offesa,colpita negli affetti più cari,e non ha esitato a presentarequerela, sia per le lesioni siaper le ingiurie, portandodinanzi al giudice il maritoaggressore.a quest’ultimo è stata inflittacondanna in primo grado(Giudice di Pace), poi con-

fermata in appello(tribunale); la Cassazioneha quindi confermato leconclusioni cui già i primigiudici erano pervenuti,condannando il malcapitatoper il reato di ingiuria (oltreche per quello di lesionivolontarie) e disponendoaltresì un risarcimento deidanni in favore dellamoglie.La difesa dell’imputato,dopo aver invocato l’esi-mente della provocazione,ha cercato di convincere laCorte che la moglie nonfosse legittimata a presentarequerela in quanto ella nonera “la persona offesa” dalreato, la destinataria dellevolgarità pronunciate; leingiurie non erano infattirivolte a lei, bensì a suamadre che, dal canto suo,neanche era presente al fattoe dunque di nulla avrebbepotuto dolersi.Ha invece ritenuto la Corteche “la legittimazione della

Xxxxx a presentare querela

nei confronti del marito

Yyyyy è derivata dalla sua

qualità di persona offesa dal

reato. Ed invero, per quanto

gli epiteti e le volgari espres-

sioni di disprezzo pronuncia-

te dall’imputato nel rivolger-

si alla Xxxxx si riferissero ad

altro soggetto, e cioè alla

madre di costei, non vi è

dubbio che ne sia derivata

una lesione del decoro della

stessa interlocutrice: il che

inevitabilmente accade

quando sussiste uno stretto

legame parentale fra la per-

sona alla quale le espressioni

sono state comunicate e

quella destinataria delle offe-

se, traducendosi tale condot-

ta in una mancanza, nei con-

fronti del percettore di tali

espressioni, del rispetto che,

quale componente della

dignità umana, è dovuto a

ciascuno dei consociati”.

Anche uno SpAzIO DeDICATO ALLA SCuOLA

sul sito web della Calt

www.calt.it

insieme ad informazioni sulla

prevenzione, sull’attività e sulle

iniziative dell’associazione, ai

dati sull’assistenza e ad una gal-

leria fotografica aperta ad alunni

e personale scolastico di tutti gli

istituti della Campania

PREVENZIONE E INFORMAZIONE 18

È reato insultare la suoceraper offendere la moglie

giurisPrudEnza

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PREVENZIONE E INFORMAZIONE19

Che la malattia neoplasticarappresenti il dramma del sin-golo individuo è scontato. Lapersona vive una realtà fatta dipaura e attesa. La paura legataall’idea stessa di questo tipo dipatologia e l’attesa di una noti-zia incoraggiante dopo ogniciclo di terapia o dopo ogniesame. ma la comparsa di unamalattia oncologica all’internodi una famiglia coinvolge sindalla prima diagnosi tutti icomponenti. Di solito è uncalvario che con i trattamentichemioterapici e radioterapicicomporta continui sforzi eresponsabilità da parte delpaziente e dei suoi familiari.Un senso di responsabilità chesi moltiplica nei congiunti chematerialmente assistono ilpaziente in un’eventuale cro-nicizzarsi della malattia o nelpeggioramento del decorso.Intorno agli anni Cinquanta ilcancro veniva definito come la“malattia del secolo”. nelcorso degli ultimi decenni laricerca ha raggiunto traguardiinimmaginabili anche graziealla disponibilità degli stru-menti necessari per effettuaredelle diagnosi precoci.Campagne promozionali sularga scala impostate sulla pre-venzione hanno permesso disalvare molte vite bloccandosul nascere molte forme tumo-rali. La neoplasia, insomma,oggi resta una malattia gravema che può essere affrontatacon molte possibilità di suc-cesso. tuttavia, nell’immagina-

rio collettivo la diagnosi ditumore, sia per il paziente cheper i suoi familiari resta legataal concetto di “malattia incura-bile”. Inevitabile quindi l’im-patto emotivo con gravi riper-cussioni sull’equilibrio del-l’ambiente familiare. Un coin-volgimento psicologico oltreche materiale perché il malatoha bisogno, in alcuni casi, diessere assistito in maniera con-tinuativa da almeno una per-sona della famiglia. non tutti idecorsi sono uguali perchéinnumerevoli sono le formetumorali che possono colpireuna persona. Di conseguenzasono necessarie forme di assi-stenza diverse sia nell’ambitodomiciliare che in quelloesterno per seguirlo e aiutarlodurante esami e terapie. Unaulteriore causa di stress nascequando né il paziente né isuoi familiari dispongono deimezzi necessari per raggiunge-re in autonomia i centri forni-tori di terapie vitali. tra que-ste, la radioterapia è uno stru-mento particolarmente impor-tante nell'anziano perchépriva di una mortalità acuta

associata al trattamento ed èaltrettanto importante perchériesce frequentemente a pre-servare l'organo e le sue fun-zioni con una conseguentemigliore qualità di vita. II latonegativo, però, è costituitodalla lunghezza del trattamen-to che viene in genere effettua-to tramite sedute quotidianeper 5 giorni alla settimana eper un totale di settimane chepuò variare da 4 a 7 a secondadel tipo di tumore che occorreirradiare. Immaginabile, quin-di quanto può essere disage-vole per l'anziano recarsi ognigiorno al centro di radiotera-pia che può trovarsi anche agrande distanza dalla propriaabitazione; oltre alla fatica dimuoversi ogni giorno c'èanche il fatto che spesso devericorrere ai familiari o ai tra-sporti pubblici per raggiungereil luogo di cura. ma utilizzarei mezzi pubblici per questipazienti può essere uno stra-zio dopo una terapia destabi-lizzante. Dopo una pesanteseduta di chemioterapia, adesempio, risulta senza ombradi dubbio un’esperienza trau-

matizzante. eppure, sono intanti a dover adeguarsi a que-ste situazioni destinate a scon-volgere, per l’intera durata delciclo, la vita del paziente e dicolui o colei che lo assiste.Due persone che vivono quel-la fase in una sorta di simbiosi.L’atteggiamento dell’unoinfluisce su quello dell’altro.Determinante per il pazienteessere sottoposto al minorelivello possibile di stress ancheperché la sua tranquillità favo-risce un migliore rapporto conla persona che lo assiste. Unrapporto tranquillo crea unclima propizio al decorso tera-peutico. La C.a.L.t. prese attoproprio di questa situazionequando decise di concentrareil proprio impegno alla salva-guardia della condizione psi-cofisica del paziente costrettodalla propria condizione adisperarsi per raggiungere l’o-spedale dove sottoporsi alleproprie cure. oggi le personeassistite dai volontari di que-st’associazione, che ha la suasede all’interno dell’ospedaleCardarelli di napoli, vivonoalmeno sotto questo punto divista una vita più serena e più“normale” perché un fatto èallontanarsi da casa giusto iltempo di fare la terapia, altro èavviarsi alle sei di mattina perritornare alle cinque delpomeriggio, dopo una giorna-ta d’inferno. Di sicuro è menodrammatico vivere la propriamalattia quando un volontariosi trova con la sua auto sottocasa per accompagnarlo inospedale e quindi riportarlosuccessivamente a casa.Di sicuro non potrà guarire lasua malattia ma certamentepotrà contribuire a fornirgliuna condizione psicologicamigliore nell’affrontare e cer-care di guarire dalla sua malat-tia.

Stress e cure tumorali:rapporto da evitare

Psicologia

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Il rapporto della città dinapoli con la morte è parti-colare. a napoli la morte èl’altra faccia della vita: nonsi scaccia, ci si allea peraverne vantaggio. nonpotendo aspettarsi aiuto daivivi, il popolo lo chiede aimorti. Le anime purgantisono il legame con l’aldilà,quelle che guidano e proteg-gono chi è ancora in vita.non meraviglia più di tanto,quindi, che a napoli trovòterreno fertile il culto popo-lare delle cosiddette “animepezzentelle”. Il centro misti-co di questo rapporto era il“camposanto delleFontanelle”, un antico ossa-rio che si trova nella Sanità.Fu ricavato in un’enormecavità di tufo nel XVI secolo.Un secolo disastroso per lacittà: tre rivolte popolari, tre

carestie, tre terremoti, cin-que eruzioni del Vesuvio etre epidemie. micidiale fula pestilenza del 1656, con250mila o addirittura300mila cadaveri su unapopolazione 400mila abi-tanti. Si scelse allora questoluogo isolato per raccoglieree seppellire i cadaveri dellevittime. ma a questi siaggiunsero negli anni i mortidella parte più povere dellapopolazione (ecco perché“anime pezzentelle”), chenon trovavano posto nellepubbliche sepolture dellechiese all’interno della città.Seppellire i morti all’internodelle chiese cittadine erapratica comune fino alla agliinizi dell’ottocento (primadell’editto di Saint-Cloud). Ilproblema era, oltre ad unapuzza terribile che proveni-

va da questi cimiteri urbani,il numero di posti che,ovviamente diventavanosempre più ridotti al puntoche solo i più ricchi riusciva-no a garantirsi una buona“sistemazione” all’internodelle chiese dopo la diparti-ta. o almeno credevano. Ineffetti, il denaro se garantival’accesso non garantiva lapermanenza perché nonbastava per far cresceredegli spazi che non esisteva-no. In problema fu risoltovantaggiosamente dai bec-chini dell’epoca, che per dipiù trovarono la gallinadalle uova d’oro. Di notte,disseppellivano i cadaveri eli scaricavano nelle vecchiecave abbandonate dellaSanità. Il fatto fu scoperto,con delle scene da film del-l’horror. In seguito ad una

delle tante alluvioni chedevastavano la zona, dallecave fuoriuscirono un grannumero di salme e, si dice,che gli abitanti di quellazona avevano paura di usci-re di casa nel timore diincrociare in quel fiume didetriti il corpo di un parenteo di un conoscente.Comunque, dopo l’eventole ossa furono ricompostenelle grotte, furono costruitiun muro ed un altare ed illuogo restò destinato adossario della città.Il culto fu particolarmentevivo negli anni del secondoconflitto mondiale e delprimo dopoguerra: la guerraaveva diviso famiglie, allon-tanato parenti, provocatomorti, disgrazie, distruzioni,miseria. Centinaia di donne vestite dinero e con un lungo veloogni lunedì in processioneentravano nell’ossario conun lumino in mano da porredavanti al teschio (per iGreci la luce era simbolo divita eterna) che avevano“adottato”, in attesa di rice-vere, durante il sonno, qual-che notizia del proprio caroche non era più tornatoadottare un cranio significa-va scegliere un teschio, “nacapuzzella” che diventavauna sorta di familiare defun-to ma con delle capacitàparticolari, in primo luogoquello di apparire in sognoper rivelare i numeri da gio-care al lotto. L’adozionerichiedeva un preciso ritua-le: il cranio veniva pulito elucidato, poggiato su fazzo-letti ricamati, adornato conlumini e dei fiori. Il fazzolet-to era il primo passo poi siaggiungeva il rosario, messoal "collo" del teschio per for-mare un cerchio; in seguito

PREVENZIONE E INFORMAZIONE 20

Il culto delle “animepezzentelle” alla Sanità

naPoli sottErranEa

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il fazzoletto veniva sostituitoda un cuscino, spesso orna-to di ricami e merletti. alla“capuzzella” era abitual-mente attribuito un nome euna storia. Per poterloincontrare in sogno peròdare “rifrisco” (sollievo per-ché le anime del purgatoriosono comunque in sofferen-za) con preghiere e suffragi.Quindi nell’apparizione oni-rica venivano richieste dellegrazie. Se queste venivanoconcesse, il teschio venivapoi onorato con un tipo disepoltura più degno: unascatola, una cassetta, unaspecie di tabernacolo,secondo le possibilità dell'a-dottante. ma se il sabato inumeri non uscivano o se lerichieste non erano esauditeil teschio veniva abbandona-to a se stesso e sostituito conun altro: d'altronde la sceltapossibile era vasta. 40milaresti umani in superficie, maappena sotto il piano di cal-pestio si trova un'ulteriorecavea sotterranea, che scen-de fino a 4 metri e secondoalcuni studi e sondaggi effet-tuati con un geo-radar neospita oltre 1 milione. Innumerevoli sono, anche,le leggende legate aquesto sito. Una dellepiù note e curiose èquella del capitano.Un giovane camorrista,aveva osato profanareil Cimitero delleFontanelle, e vi avevafatto l'amore con unaragazza. Una voce glirimproverò quel com-portamento e nelladiscussione che seguìdisse di essere stato uncapitano quando eravivo. Il giovanotto se larise allegramente anchedopo le ulteriori impre-

cazioni del lupo di mare. Loliquidò quindi beffandolo ea dimostrazione del suocoraggio lo sfidò a presen-tarsi di persona, e invitando-lo ironicamente al suo matri-monio. Una sfida fattaanche nella convinzioneche tale evento non si sareb-be mai potuto verificare per-ché aveva tutte le intenzionidi rimanere “single”. Però,come spesso accade leintenzioni non corrispondo-no ai fatti e il giovane dopoqualche tempo si sposò. albanchetto di nozze si pre-sentò un personaggio vestitodi nero che nessuno cono-sceva e che spiccava per lasua figura severa e taciturna.alla fine del pranzo, invitatoa dichiarare la sua identità,rispose di avere un dono pergli sposi, ma di volersimostrare solo a loro. Glisposi lo ricevettero nellacamera attigua, ma quandoil giovane riconobbe il capi-tano fu solo questione di unattimo: il capitano tese lorole mani e dal suo contattoinfuocato gli sposi cadderomorti all'istante. Secondo,un’altra versione di questaleggenda, non meno

agghiacciante, al teschio delcapitano si era rivolta unaragazza che cercava marito,adottandolo e chiedendone“l’intervento”. Dopo che lasua richiesta fu esaudita permolto tempo la ragazzacercò di portare il futurosposo al cospetto di quelloche secondo lei era stato ilpromotore del loro incontro.mancava poco al matrimo-nio quando il fidanzato silasciò convincere a effettua-re quella visita. Quando,però, il giovane si trovò alcospetto del teschio nontrovò di meglio che derider-lo e infilargli un bastone inuna delle orbite invitandolo,in segno di scherno, al suomatrimonio. Il giorno dellenozze l’attenzione di tutti gliinvitati fu attirata dalla pre-senza di uno strano perso-naggio vestito da capitano.nessuno lo conosceva, percui, lo sposo, avvertito,andò a chiederne contodirettamente all’interessato.Questi allora, aprendo ilmantello gli ricordò dell’in-vito ricevuto, al che il giova-ne temerario stramazzò alsuolo senza vita. Da allora ilteschio in questione fu indi-

cato come il “teschio delCapitano”. ma il numero dianeddoti e leggende legatealla presunta personificazio-ne di questi testi sono innu-merevoli. Lucia, una giovi-netta morta subito prima delmatrimonio o, le presenzedi uomini morti in guerra,principesse cavalieri.talvolta poi, i teschi hannouna storia e un nome tra-smessi attraverso raccontitramandatisi nel tempo; è ilcaso del “monaco” (o’ capae Pascale) in grado di farconoscere i numeri vincential gioco del lotto, quella di“donna Concetta” nota piùpropriamente come “a’ capache suda”. altro aspettosignificativo è legato alleleggende sulle storie deibambini in particolare quel-la di “Pasqualino”. Il cimitero rimase abbando-nato fino al 1872, quando ilparroco della chiesa dimaterdei, Don Gaetanobarbati, con l'aiuto di popo-lane mise in ordine le ossanello stato in cui si trovanooggi.nel 1969 il cardinale dinapoli dell'epoca, CorradoUrsi, preoccupato per i

segnali di feticismo cheil culto delle “animepezzentelle” andavadenotando ordinò lachiusura dell’ossario.rimase quindi abbando-nato per molti anni e fumesso in sicurezza eriordinato dopo il 2002.Dal 2006 è di nuovoaccessibile al pubblico,ma solo per pochi gior-ni all’anno, durante ilmaggio dei monumenti.In quel sito si dice sianosepolti anche i restimortali di GiacomoLeopardi e masaniello.

PREVENZIONE E INFORMAZIONE21

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DI GIOVANNI pANICO*

Quando fondammo la Caltnon avevamo neanche benchiari i primi passi fondamen-tali per concretizzare quelleche volevamo fosse l’impegnod e l l ’ a s s o c i a z i o n e .Conoscevamo bene le diffi-coltà che viveva quotidiana-mente un ammalato di cancro.Una conoscenza diretta poichévivevamo in prima persona oin famiglia il dramma di uno diquesti casi. oggi dopo anni di attività pos-siamo dire di conoscere vera-mente la realtà oncologicanapoletana. Le strutture clini-che in linea di massima nonsono al di sotto del livellomedio nazionale e un malatopuò curarsi a napoli con unacerta fiducia.Gran parte delle forme tumora-li che un tempo richiedevanolunghi e spesso inutili viaggisono curabili con gli stessimezzi e la stessa professiona-lità che allora erano patrimo-nio di pochi.Quello che invece rimane defi-citario è l’apporto sociale chele strutture preposte alla sanitàe al welfare riescono a fornire.Presso la nostra sede arrivanorichieste di assistenza di ognitipo. Purtroppo non possiamoentrare in ogni settore per cuiabbiamo scelto quello che cisembrava uno dei problemipiù difficili da risolvere per unpaziente oncologico sottopo-sto a cicli di chemio oradioterapia: la mancanza di

mezzi propri per raggiungere icentri specialistici.Da queste considerazioni laCalt ha preso nei confronti diquesti pazienti l’impegno deltrasporto dal loro domicilioagli ospedali e centri specializ-zati presso i quali devono sot-toporsi alle terapie. Sono per-sone che senza questo tipo di

assistenza avrebbero seri pro-blemi a curarsi in maniera ade-guata e, in casi estremi, addirit-tura, si troverebbero nell’im-possibilità di poterlo fare.Parliamo, in gran parte deicasi, di persone anziane o chevivono in difficili condizionieconomiche o che risiedono inlocalità molto lontane dalle

strutture sanitarie di cura. Unasituazione traumatica che nonsi racchiude nella sfera privatadel singolo paziente ma coin-volge l’intero nucleo familiaresia sotto il profilo psicologicoche materiale. Infatti, la perso-na malata ha bisogno di varieforme di assistenza e tra questela principale è proprio quelladi raggiungere quotidianamen-te, o periodicamente, i centridi terapia. ma come ho giàdetto, non tutti i pazientihanno l’autonomia necessariaper non gravare, pesantemen-te, sugli impegni dei propricongiunti. Succede, anzi, spes-so che il parente o i parentiche sarebbero in grado dipoterlo accompagnare, sonocondizionati da situazionilavorative che impedisconoloro di disporre autonomamen-te dei propri orari.L’intervento della Calt assumeun ruolo fondamentale sotto ilprofilo materiale ma aggiungeanche un beneficio psicologi-co per il paziente che sente,finalmente, di poter affrontarein maniera meno problemati-ca, almeno sotto questo puntodi vista, la propria malattia.

*presidente della Calt

PREVENZIONE E INFORMAZIONE 22

l’associazionE

Le due fasi dell’assistenzaoncologica della Calt

Interventi effettuati 1.293

Pazienti assistiti 118

Chilometri percorsi 66.990

Ore dedicate 4.108

Acc. per radioterapia 485

Acc. per Chemioterapia 66

Acc. per fototerapia 41

Acc. per visite specialistiche 165

Acc. per esami vari 112

Acc. per ricoveri 11

Acc. per dimissioni 13

Assistenze ospedaliere 177

Assistenze domiciliari 75

Prenotazioni 148

Interventi effettuati 2.418

Pazienti assistiti 244

Chilometri percorsi 117.037

Ore dedicate 7.176

Acc. per radioterapia 920

Acc. per Chemioterapia 150

Acc. per fototerapia 60

Acc. per visite specialistiche 250

Acc. per esami vari 202

Acc. per ricoveri 18

Acc. per dimissioni 13

Assistenze ospedaliere 250

Assistenze domiciliari 155

Prenotazioni 400

Attività anno 2008 Attività I° semestre 2009

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l’associazione calt

Centro Assistenza Lotta ai TumoriFOrnIsCe grAtuItAmente

• un servizio di accompagnamento (e riaccompagnamento al proprio domici-

lio) per i pazienti oncologici, in terapia presso gli ospedali e i centri specia-

lizzati della Campania. Il paziente viene seguito durante tutta la durata del

suo decorso terapeutico.

• Il servizio viene svolto con auto prive di qualsiasi contrassegno per garan-

tire la privacy del paziente.

• Per usufruire del servizio non sono necessarie procedure burocratiche

cavillose ma basta una semplice telefonata ai numeri

081-7472207-0817472228 con un giorno di anticipo

AccompAgnAmentI per:

– chemioteraPia

– radioteraPia

– PressoteraPia

– fototeraPia

– esami diagnostici

– Visite sPecialistiche

– Visite di controllo

– ricoVeri

– dimissioni

– trasfusioni

SEDE CENTRALE: NAPOLI Ospedale Cardarelli - Padiglione “C”, piano terra. Via A. Cardarelli, 9 - Napoli

SEDE PROVINCIALE CASERTA: Asl Ce/2 - Monoblocco “B”, piano terra. Via Santa Lucia, Aversa

SEDE REGIONALE CALABRIA: Via Asmara, 3/A - Cosenza

Unici numeri per prenotazioni e informazioni 081.7472207 - 081.7472228

Associazione Onlus Legge Quadro sul Volontariato istituzionalmente riconosciuta da:

Regione Campania A.O.R.N. “A. Cardarelli” di Napoli A.S.L. Ce/2 A.S.L. Na/4

C.C.P. 12524807 C.F. 94109930639 www.calt.it [email protected]

Inoltre:

– Prenotazioni di ogni

tiPo Presso qualsiasi

centro sanitario.

– assistenza

burocratica

– suPPorto osPedaliero

– tutorato

NeLLO SPecificO iL ServiziO Prevede:

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direttore responsabile

enzo abramo

editore: associazione c.a.l.t.

centro assistenza lotta ai

tumori

c/o ospedale cardarelli

Padiglione c

Via a. cardarelli, 980131 napoli

redazione:

c/o osp. cardarelli - Pad. c

Via a. cardarelli, 9

80131 napoli

www.calt.it

[email protected]

autorizz. tribunale di napoli

n. 86 del 1-10-2008

stampa:

centrostampa tortora

Via comunale cintia 100

napoli

PREVENZIONE E INFORMAZIONE

Anno II - n. 3 - novembre 2009