Anno 3 numero 2 Aprile 2018 Speciale: FOOD Punti di Vista · compone di scenette e di un sontuoso...

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È stata fatta una rilevazione sui gusti alimentari della famiglia italiana media. In realtà sono stati sondati anche i gusti di alcune famiglie di Cultura Altra i cui figli frequentano la Scuola Secon- daria di Primo Grado di Sassa. Si è scoperto che i gusti alimentari sono diventati molto simili perché trovano gustosa la cucina italia- na. Alle 118 famiglie intervistate è stato pro- posto un questionario. La domanda di intro- duzione chiedeva di indicare da uno a dieci limportanza data al cibo e dal risultato è emerso che per tanti è molto importante ciò che si acquista. La seconda domanda preve- deva se si è soliti fare una lista per la spesa e un gran numero di persone ha dichiarato di controllare sempre quello che cè e che non cè. Nella terza è stato richiesto se si control- la la data di scadenza e una percentuale si- gnificativa ha affermato di farlo sempre prima di comprare un alimento. La quarta poneva gli intervistati davanti a una scelta, da uno a dieci quanta importanza dai alle modalità di conservazione. Quasi tutti hanno dato dieci. La quinta era sul riutilizzo degli scarti alimentari e a quanto pare la maggior parte solo a volte li riutilizza. La sesta do- manda sondava il comporta- mento in piz- zeria o al risto- rante con ciò che non si rie- sce a finire. La maggioranza lo chiede solo alcune volte. Nella settima si domandava la preferenza alimentare e bisognava scegliere tra le seguenti opzio- ni: caldi o freddi; dolci o salati; liquidi o asciutti; morbidi o consistenti; delicati o saporiti; crudi o cotti. Lottava domanda richiedeva in modo più specifico quali carni si preferiscono e la scelta cadeva su pollo, maiale e vitello. Nella nona biso- gnava indicare la frequenza del consumo dei cibi e la pasta è risultata la più consu- mata. Lultima poneva un quesito di filo- sofia: mangiare per vivere o vivere per mangiare. Il grafico è indicati- vo, non ha bisogno di parole. (Cl. 3^A) La scuola intervista il territorio SOMMARIO Food e società 1 Food e cultura 2 Food e ambiente 3 Food e futuro 4 Scuola Secondaria di Sassa tel. 0862.451414 Punti di Vista Aprile 2018 Anno 3 numero 2 Junk food? Parla Michael Jacobson... I ragazzi di oggi amano junk food, cioè il cibo spazzatura. A tal proposito Michael Jacobson, direttore del Centre for Science in the Public Interest, ha pubblicato alcuni risultati significativi su cosa sia junk food e sulla quantità dannosa di calorie e sale che contiene. Di solito si considerano junk food hamburger, chips, chocolate, pop-corn, ice-cream, hot dog e snack. Children are particularly attracted by the look and the colors of food, but naturally also by the good taste dice Michael Jacobson afferman- do che i ragazzi sono attratti dal colore, dallaspetto e dal buon sapore del junk food. Junk Food can also be good for them, but it deeply compromise their health, be- cause it represents a pleasant danger. Fur- ther, -continua Jacobson- people also like it because it is immediately ready to eat and usually the kids enjoy that food in front of the TV, the compu- ter or, in some cases, while using the cellphone. Jacobson afferma che per i ragazzi questo cibo rap- presenta un delizioso pericolo, sempre disponibile anche davanti alla TV, al computer o al cellulare. Si scopre dalla ricerca che i bambini nel 1950 mangiavano molto pane, bevevano tanto latte e facevano anche molto più eser- cizio fisico di quanto ne fanno i ragazzi di oggi. Oggi con il junk food i gusti sono cambiati, ma lindustria alimentare sostiene che i grassi contenuti nel cibo, che piaccio- no tanto ai bambini, sono stati ridotti. La British Heart Fundation sta chiedendo alle compagnie alimentari di non mettere games nei pacchetti degli snack e di la- sciar perdere i concorsi sui loro siti web. Naturalmente anche le famiglie hanno la loro responsabilità. Il cibo spazzatura è troppo spesso un modo sbagliato per i geni- tori di dimostrare il loro amore per i propri figli. Il poco tempo da dedicare alla fami- glia fa sì che per tanti ragazzi hamburger, chips, chocolate, pop-corn, ice- cream, hot dog e snacks siano par- te della loro vita di tutti i giorni. È per questo che bisogna cambiare. (Cl. 3^A) Speciale: FOOD Tempi di fame La fame nel mondo è sempre stato un problema, ma oggi lo è più che mai. Si sente spesso parlare di mi- seria, abbandono e fame, problemi che riguardano quei paesi non an- cora abbastanza evoluti da poter sfamare lintera popolazione. Non hanno i mezzi per coltivare e sfrut- tare i terreni. Per esempio nel Cor- no dAfrica, cuore della disperazio- ne, l’80% della popolazione, soffre di gravi malattie legate alla malnu- trizione. I bambini sono soggetti alla caduta di capelli fino alla cal- vizie, alla perdita delle unghie e talvolta anche del primo strato di pelle. Circa una persona su otto non dispone di cibo sufficiente a condurre una vita sana ed attiva. La fame e la malnutrizione sono quin- di il rischio maggiore della salute mondiale. A partire dalla fine degli anni 90 il numero degli affamati è salito di quasi 4 milioni di persone allanno con gravi malattie. Ci so- no paesi che vengono considerati poveri perché si trovano nella parte del pianeta chiamato terzo mondo e anche per gli alimenti essenziali che usano nei loro piatti. Le perso- ne che buttano il cibo nella spazza- tura dovrebbero pensarci perché potrebbe essere un piatto vitale per tutte le persone che soffrono la fame. Ci sono però anche paesi più fortunati. Uno di questi è il Maroc- co che ha tra i suoi piatti il طجين(tajin) che viene cuci- nato in di- versi modi con carne di vitello, di pollo, agnello, verdure, ortaggi e spezie come cannella, zafferano, aglio, pepe, zenzero, curcuma. Al- tro piatto è il كؤس كؤس(couscous) che può essere cotto come stufa- to o anche come bro- do. In tutti e due i casi si usano il cosciotto di agnello, la cipolla bianca e le caro- te e possono essere arricchiti con zucchine, ceci, prezzemolo, uva passa e pepe neroMa cè chi non ha neppure lessenziale!! (Cl. 3^ A)

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È stata fatta una rilevazione sui gusti alimentari della famiglia italiana media. In realtà sono stati sondati

anche i gusti di alcune famiglie di Cultura Altra i cui figli frequentano la Scuola Secon-daria di Primo Grado di Sassa. Si è scoperto che i gusti alimentari sono diventati molto simili perché trovano gustosa la cucina italia-na. Alle 118 famiglie intervistate è stato pro-posto un questionario. La domanda di intro-duzione chiedeva di indicare da uno a dieci l’importanza data al cibo e dal risultato è emerso che per tanti è molto importante ciò che si acquista. La seconda domanda preve-deva se si è soliti fare una lista per la spesa e un gran numero di persone ha dichiarato di controllare sempre quello che c’è e che non c’è. Nella terza è stato richiesto se si control-la la data di scadenza e una percentuale si-gnificativa ha affermato di farlo sempre prima di comprare un alimento. La quarta poneva gli intervistati davanti a una scelta, da uno a dieci quanta importanza dai alle modalità di conservazione. Quasi tutti hanno dato dieci. La quinta era sul riutilizzo degli scarti alimentari e a quanto pare la maggior parte solo a volte li riutilizza. La sesta do-

manda sondava il comporta-mento in piz-zeria o al risto-rante con ciò che non si rie-sce a finire. La maggioranza lo

chiede solo alcune volte. Nella settima si domandava la preferenza alimentare e bisognava scegliere tra le seguenti opzio-ni: caldi o freddi; dolci o salati; liquidi o asciutti; morbidi o consistenti; delicati o saporiti; crudi o cotti. L’ottava domanda richiedeva in modo più specifico quali carni si preferiscono e la scelta cadeva su pollo, maiale e vitello. Nella nona biso-gnava indicare la frequenza del consumo dei cibi e la pasta è risultata la più consu-mata. L’ultima poneva un quesito di filo-sofia: mangiare per vivere o vivere per mangiare. Il grafico è indicati-vo, non ha bisogno di parole. (Cl. 3^A)

La scuola intervista il territorio

S O M M A R I O

Food e società 1

Food e cultura 2

Food e ambiente 3

Food e futuro 4

Scuola Secondaria di Sassa tel. 0862.451414

Punti di Vista Aprile 2018 Anno 3 numero 2

Junk food? … Parla Michael Jacobson...

I ragazzi di oggi amano junk food, cioè il cibo spazzatura. A tal proposito Michael Jacobson, direttore del Centre for Science in the Public Interest, ha pubblicato alcuni risultati significativi su cosa sia junk food e sulla quantità dannosa di calorie e sale che contiene. Di solito si considerano junk food hamburger, chips, chocolate, pop-corn, ice-cream, hot dog e snack. Children are particularly attracted by the look and the colors of food, but naturally also by the good taste dice Michael Jacobson afferman-do che i ragazzi sono attratti dal colore, dall’aspetto e dal buon sapore del junk food. Junk Food can also be good for them, but it deeply compromise their health, be-cause it represents a pleasant danger. Fur-ther, -continua Jacobson- people also like it because it is immediately ready to eat and usually the kids enjoy that food in front of the TV, the compu-ter or, in some cases, while using the cellphone. Jacobson afferma che per i ragazzi questo cibo rap-presenta un delizioso pericolo, sempre disponibile anche davanti alla TV, al computer o al cellulare.

Si scopre dalla ricerca che i bambini nel 1950 mangiavano molto pane, bevevano tanto latte e facevano anche molto più eser-cizio fisico di quanto ne fanno i ragazzi di oggi. Oggi con il junk food i gusti sono cambiati, ma l’industria alimentare sostiene che i grassi contenuti nel cibo, che piaccio-no tanto ai bambini, sono stati ridotti. La British Heart Fundation sta chiedendo alle compagnie alimentari di non mettere games nei pacchetti degli snack e di la-sciar perdere i concorsi sui loro siti web. Naturalmente anche le famiglie hanno la loro responsabilità. Il cibo spazzatura è troppo spesso un modo sbagliato per i geni-tori di dimostrare il loro amore per i propri figli. Il poco tempo da dedicare alla fami-glia fa sì che per tanti ragazzi hamburger,

chips, chocolate, pop-corn, ice-cream, hot dog e snacks siano par-te della loro vita di tutti i giorni. È per questo che bisogna cambiare. (Cl. 3^A)

Speciale: FOOD

Tempi di fame La fame nel mondo è sempre stato un problema, ma oggi lo è più che mai. Si sente spesso parlare di mi-seria, abbandono e fame, problemi che riguardano quei paesi non an-cora abbastanza evoluti da poter sfamare l’intera popolazione. Non hanno i mezzi per coltivare e sfrut-tare i terreni. Per esempio nel Cor-no d’Africa, cuore della disperazio-ne, l’80% della popolazione, soffre di gravi malattie legate alla malnu-trizione. I bambini sono soggetti alla caduta di capelli fino alla cal-vizie, alla perdita delle unghie e talvolta anche del primo strato di pelle. Circa una persona su otto non dispone di cibo sufficiente a condurre una vita sana ed attiva. La fame e la malnutrizione sono quin-di il rischio maggiore della salute mondiale. A partire dalla fine degli anni 90 il numero degli affamati è salito di quasi 4 milioni di persone all’anno con gravi malattie. Ci so-no paesi che vengono considerati poveri perché si trovano nella parte del pianeta chiamato terzo mondo e anche per gli alimenti essenziali che usano nei loro piatti. Le perso-ne che buttano il cibo nella spazza-tura dovrebbero pensarci perché potrebbe essere un piatto vitale per tutte le persone che soffrono la fame. Ci sono però anche paesi più fortunati. Uno di questi è il Maroc-

co che ha tra i suoi piatti il طجين (tajin) che viene cuci-nato in di-versi modi con carne di vitello, di pollo, agnello, verdure, ortaggi e spezie come cannella, zafferano, aglio, pepe, zenzero, curcuma. Al-

tro piatto è il كؤسكؤس (couscous) che può essere cotto come stufa-to o anche come bro-do. In tutti

e due i casi si usano il cosciotto di agnello, la cipolla bianca e le caro-te e possono essere arricchiti con zucchine, ceci, prezzemolo, uva passa e pepe nero… Ma c’è chi non ha neppure l’essenziale!! (Cl. 3^ A)

L’alimentazione dei romani era a base di legumi come fave, lenticchie e ceci; ortaggi e verdura come lattuga, cavo-lo e porro, ma anche frutta, uova e formaggi. Erano molto usate la bieta, la malva e le erbe lassative. Venivano con-sumati per frutta gli agrumi, come limoni e arance, e le ciliegie la cui coltivazione, introdotta dal Ponto, aveva migliorato la qualità selvatica detta corum. Fra le mele la più gettonata era la mela coto-gna, con cui facevano anche delle marmellate. Dall’Arme-nia era arrivata l’albicocca, che entrava nella composi-zione di alcuni piatti, come lo spezzatino di carne di maiale. Anche gli scrittori raccontano di banchetti e La cena di Trimalcione, lungo episodio del Satyricon di Petronio, parla della cena spettacolo in casa di Trimal-cione a cui partecipano i tre protagonisti Encolpio, Ascilto e Gitone. L’autore offre un aspetto della società del tem-po e i personaggi sono la rap-presentazione, a volte realisti-ca a volte caricaturale, di uo-mini che animano la vita delle città campane nel I secolo d.C. Lo stesso Trimalcione è

l’esempio del servo arricchi-to, che è riuscito ad accumu-lare grandi ricchezze, ma che non sa come usarle se non per farne sfoggio di fronte ai suoi ospiti e per darsi arie da raffi-nato poeta, pur essendo rozzo e ignorante. Anche i suoi in-vitati si improvvisano poeti ma in realtà sono interessati solo al cibo. Il romanzo si compone di scenette e di un sontuoso banchetto dove ven-gono servite portate simili a opere d’arte …. Tornando all’antipasto, su un grande vassoio era sistemato un asi-

nello, di bronzo corinzio, che portava una bisaccia a due tasche, l’una conteneva olive nere e l’altra olive chiare…. Tutto è accompagnato dai discorsi di Trimalcione e dei suoi ospiti, da racconti di eventi stupefacenti, danze, spettacoli circensi che creano un’atmosfera in cui i protago-nisti si muovono tra lusso e volgarità. ( Cl. 2^B)

l’impasto finale cotto su una pietra rovente. Intorno al 3500 a.C. gli Egizi scoprirono la fer-mentazione con cui un impasto,

lasciato riposare e cotto il giorno do-po, dava un pane più soffice e fra-grante. In quei tem-pi gli Ebrei invece mangiavano il ma-

tzah, il pane azzimo, cioè non lievitato, simbolo della fuga dall’Egitto. Facile da preparare, rapido da cuocere in forno o su pietra rovente, è ottimo per la possibilità della lunga conserva-zione. Nel mondo il pane ha avuto grande fortuna, in partico-lare il pane di frumento, tipico dei paesi occidentali, dell’Euro-pa temperata e delle Americhe. La veloce diffusione fu favorita proprio dalla scoperta e coloniz-zazione delle nuove terre, inizia-ta con Cristoforo Colombo. Nei paesi del Nord Europa, per tradizione si consuma anche il pane di segale, un pane dal sa-pore più grezzo e rustico rispetto a quello di frumento, ma ricco di proteine. Il pane semplice, gu-stoso, bello da vedere, ieri come oggi resta l’alimento fondamen-tale dell’uomo. (Cl. 3^A)

La storia del pane, antica quasi quanto quella dell’uo-mo, comincia con gli Egizi, primi veri panettieri. Grazie a loro il pane ha conosciuto un suc-cesso senza fine e senza frontiere. Ai tempi in cui i Ro-mani si nutrivano di una semplice pappa di farina e i Greci di una specie di sfoglia cotta sul fuoco, gli Egizi già usavano una tecnica che più avanti sarebbe stata chiamata lievi-tazione naturale. Essi mette-vano in tavola pagnotte pro-fumate, gonfie e appetitose. Tutto ciò era considerato un fenomeno misterioso, un mi-racolo. Avevano scoperto che per avere il magico risultato bastava aggiungere all’impa-sto di chicchi macinati, l’ac-qua e un pezzetto di pasta avanzata il giorno prima, quella a cui i panettieri oggi danno il nome di levatina o pasta madre. La storia ci dice che le antiche civiltà per preparare il pane usavano dei cereali macinati fra due pie-tre. Il prodotto ottenuto era poi mescolato con acqua e

pravvivenza! L’idea si deve a Ippocrate, medico greco che in una sessantina di scritti tra la metà del V e del IV secolo a.C, parlava dell’importanza della dieta e del comportamen-to alimentare. Si interessò di dieta anche Plinio il Vecchio nei suoi scritti sulla regione Tacupra (Tunisia). La sua sembra quasi una piramide alimentare come dicono le parole riportate: All’ombra della fiera palma spunta l’oli-vo, sotto l’olivo il fico, sotto il fico il melograno, sotto que-st’ultimo la vite e sotto la vite il grano, poi i legumi e infine le insalate. L’attenzione da

parte di anti-chi studiosi per i cibi e per la dieta è te-stimoniata da Galeno in una sua pubblica-zione intorno al 180 d.C. Nel suo libro

Galeno riporta suggerimenti per un’alimentazione equili-brata che sembrano ancora oggi ragionevoli. (Cl. 2^B)

Come si mangiava nell’anti-ca Grecia? I greci avevano un’agricoltura povera basata sulla triade frumento, olio d’oliva e vino che simboleg-giava la civiltà. Queste cono-scenze si hanno grazie alle citazioni o alle commedie. I cereali coprivano all’incirca l’80% del fabbisogno calori-co, mentre grassi e proteine erano forniti da legumi e olio. A partire dall’età del bronzo, al grano si affiancò l’orzo. Lo storico greco Ate-neo di Nausicratis censì 62 varietà di pane, ma era la matzah, consumata in tutto il mondo ellenico, l’alimento fondamentale. L’alimenta-zione si basava su zuppe di cereali e di pane, accompa-gnate da olio d’oliva, ortaggi, vino e qualche pezzetto di formaggio di latte di pecora o di capra. Per i greci era im-possibile fare a meno del grano, dell’orzo e delle ver-dure, tutti alimenti che nella città venivano accantonati per resistere alla fame duran-te un assedio. Si potrebbe chiamare la dieta della so-

SHQIPERIA

Dall’Egitto profumo di pane

P a g i n a 2

La dieta: un’idea greca

La cucina albanese è molto ricca e variegata perché deriva dalle contaminazioni culturali dei diversi popoli circostanti. Albania

(Shqiperia) vuol dire Paese delle Aquile e si trova nella parte meridio-nale della Penisola Balcanica. Nella gastronomia ha risentito nei secoli delle influenze turche, greche e italia-ne. Questo ha dato origine a una cuci-na ricca di piatti, ricette e tecniche di

preparazione molto simili a quelli dei paesi circostanti. Una del-le ricette più rappresentative della gastrono-mia albanese è il Byrek, cioè una torta ru-stica di pasta filo che può essere farcita con carne, verdure o formaggio. Il Byrek è con-siderato un piatto unico e di solito viene accompagnato con lo yogurt fatto principal-mente con latte di pecora. Lo yogurt è parte integrante di molte ricette, lo troviamo nella preparazione del Tarator, una minestra fredda a base di cetrioli, e del Dhalle a base di yogurt a cui vie-ne aggiunta dell’acqua fredda. Nella cucina albanese è molto utilizzata la carne sia per preparare piatti elaborati a base di riso, patate, verdure e legumi, sia per preparare le Qofte che sono

delle palline a base di carne di manzo con l’aggiunta di uova, aglio, cipolla, sale e pepe. Le Qofte vengono fritte e servite con pilaf, cioè riso, oppure con una pietanza che contiene vari assaggi di formaggi, olive e verdure. Il dolce tipico della cultu-ra albanese è il Baklava, un dolce com-

plesso e stratificato, di sottili sfoglie di pasta filo, imburrate, riempite con le noci e cotte al forno prima di essere imbevute con una soluzione di zucchero o miele. Il Baklava poi viene tagliato in triangoli o rettangoli. (Esperienza con Mediatore)

P u n t i d i V i s t a Food e cultura

SPQR e cibo

lo spreco, si può cominciare fa-cendo una lista intelligente. La fame, si sa, ci stimola a com-prare cose di cui non abbiamo esattamente bisogno, perché spesso non è una fame vera, ma solo golosità. E la pubblicità gioca proprio su questo. Uno dei cibi più gettonati, ma anche più sprecati, sono i classici alimenti italiani, ricchi di carboidrati, compresi i latticini. Lo spreco, quindi, è un problema serio che andrebbe risolto con soluzioni intelligenti. Uno dei posti, dove si spreca maggiormente il cibo, è il ristorante. Quando andiamo a pranzo o a cena fuori, capita molto spesso che avanzi del ci-

bo, per questo è opportuno chiede-re ciò che avanza per riportarlo a casa. È buono an-che il giorno dopo. Altro consiglio per evitare lo spreco? Controllare le sca-

denze e non comprare cibo di cui non c’è bisogno. (Cl. 2^B)

98.000 tep*, cioè tonnellate equi-valenti di petrolio, mentre lo spreco di cibo nell'industria ali-mentare è 88.000 tep* Se si som-mano si ha una quantità di 186.000 tep* capace di riscaldare oltre 122.000 appartamenti per un anno. Che dire? (Cl. 2^B)

Nel mondo occidentale ogni anno si sprecano grandi quantità di cibo mentre in altre parti del pianeta c'è chi muore di fame. Di tutta la produzione annua mondiale di cibo un terzo fini-sce sprecato e buttato nella spazzatura. Pochi sanno che equivale a quat-tro volte la quan-tità oc-corrente per sfamare 868 milioni di per-sone che soffrono per la fame. Ogni anno in Nord America e in Europa si sprecano a persona oltre 2.054 Kcal al giorno. Lo stesso può dirsi per l'acqua sprecata giornalmente: baste-rebbe a innaffiare 832 mq di terra arabile. In Italia, gli spre-chi agroalimentari dal campo al consumatore, emettono circa 4 milioni di tonnellate di anidride carbonica. I prodotti lasciati nei campi danno uno spreco di

Nel mondo ci sono due modi di considerare il cibo. La dimostrazione? Da una parte ci siamo noi che ogni giorno buttiamo nel cassonetto cibo che non è avariato, ma commestibile e dall’altra parte ci sono le persone che con il cibo che buttiamo si sfamerebbero per un me-se. La FAO (Food And Agricoltural Organiza-

tion) ci ricorda che nel mondo il numero dei mal-nutriti si aggira intorno al miliardo di persone. Nella parte del mondo che butta il cibo gli obesi stanno raggiungendo numeri ana-

loghi. Lo spreco riguarda anche la produzione agricola che non può essere venduta. Infatti la metà è usata, per fortuna, come mangime per gli animali che a loro volta sono utilizzati per l’alimentazione umana. Nei paesi ricchi lo spreco avviene a livello di distribuzione e di consumi, quando cioè il cibo è ancora comme-stibile. Senza gli sprechi avremmo più denaro da usare per la ricerca di risorse fondamentali come l’acqua, che non tutti i popoli del mondo possono avere. Oltre il 90% del cibo buttato poi potrebbe essere ancora utilizzato come risorsa economica di chi spreca e fonte di vita per chi soffre la fame. Ricordalo! (Cl. 2^A)

Alimentare lo spreco o sfamare gli affamati?

Per parlare ancora di spreco di cibo

P a g i n a 3 A n n o 3

Molte volte capita che le persone si improvvisano cuochi anche se non hanno esperienza e amore per la cucina. Così alla fine spre-cano solo cibo e finiscono per buttarlo preferendo mangiare precotti e surgelati. La conclusio-ne è che per non sprecare il cibo bisogna saper cucinare. C’è poi il problema degli avanzi. Non tutti sanno che possono essere dati agli animali o che possono essere trasformati con il compostaggio per concimare orti, giardini e, perché no, le piante da balcone e da appartamento. Se si evitasse lo spreco, si potrebbero rispar-miare enormi somme di denaro, utili per sfamare molte persone che non han-no la possibi-lità di man-giare. Il con-siglio che si può dare è di controllare lo stato del fri-gorifero, ma anche della dispensa prima di fare la spesa. Se si vuole evitare

Food e ambiente

Gli sprechi alimentari

Brutti, gustosi...approvati!

Ostentano un aspetto divertente, a volte deformato, sgraziato, mal-proporzionato o addirittura stor-to. Ces fruits et légumes sono abitualmente invisibili in magaz-zino. Prima non venivano ricicla-ti, né venduti, ma oggi per non fare spreco si è tentata un'esperienza originale: mettere in vendita questi prodotti insoliti. Secondo il supermercato Intermaché pommes, oranges et carottes moches, ont généreuse-ment diviso il loro buon gusto e le loro forme étranges avec les clients. (Cl. 2^B)

evita di sprecare cibo! Grazie! Gli sprechi alimentari sono avanzi di cibo non utilizzati e che vengono buttati. Di solito suc-cede maggiormente nei paesi ricchi a differen-za dei paesi poveri perché lì il bisogno di cibo è estremo. Ci sono associazioni e organizza-zioni come la FAO che ricordano che il numero di denutriti nella parte sfortunata del mondo e il numero di obesi nell’altra è molto alto. Ogni anno tonnellate di cibo finisco-no nel cassonetto e se in futuro lo spreco conti-nuerà a crescere, il clima peggiorerà così da impedire la coltivazione di campi e la situazio-ne si aggraverà. Per evitare lo spreco, bisogne-rebbe seguire una buona alimentazione, che aiuta a vivere una vita sana eliminando malat-tie, dando forze, vitamine, zuccheri nei giusti limiti e così via… Se hai un’alimentazione scorretta, per correggerla butta uno sguardo alla piramide alimentare, troverai tutti belli in ordine i cibi dai più sani, a quelli di cui hai meno bisogno. Per non buttare un alimento ancora commestibile, utilizziamo i nostri sen-si: odoriamo, assaggiamo, tocchiamo, annusia-mo…. in poche parole, controlliamo prima di buttare! Per risolvere problemi, nostri e altrui, evitiamo di sprecare cibo!!! (Cl. 2^A)

Food e futuro

Dieci buoni consigli .... più uno Sei ciò che mangi e non lo sai!

Dieci buoni consigli per far soffrire meno mondo e por-tafoglio! A suggerirlo è il Center for Food Nutrition. LA SPESA INTELLIGENTE

Per spesa intelligente si intende il controllo degli alimenti che servono davvero. Quindi non prendere tutto ciò che ti trovi davanti quando sei al supermercato, ma compra solo ciò che non hai nella dispensa.

LA CUCINA INTELLIGENTE

Per cucina intelligente si intende cuocere porzioni appropriate e non sprecare il cibo. Se è troppo riutilizzalo per gli animali, oppu-re mettilo nella compostiera.

IL FRIGORIFERO INTELLIGENTE

Per evitare che gli alimenti vadano a male, prova a mettere più ordine nel frigorifero. I cibi che scadono prima tienili a vista. Potrai usarli nei tuoi pasti con tranquillità.

IL FREEZER INTELLIGENTE

Congela i cibi che non puoi utilizzare a breve. Surgelazione: processo di congelamento a bassa temperatura per allungare la conserva-zione degli alimenti. Congelare: raffreddare fino a fare diventare solido tutto quello che vuoi conservare.

RICETTE CONTRO LO SPRECO

Quando avanza il cibo c’è il problema degli scarti o degli avanzi, per risolverlo segui due semplici regole. Metti gli avanzi nel freezer per un uso futuro, riutilizza gli scarti come cibo per animali o per il compostaggio.

PRODOTTI FRESCHI DI STAGIONE

Invece di comprare i cibi al supermercato, comprali direttamente dal produttore oppure, meglio ancora, se hai un orto o degli animali, producili personalmente. Fidati, è meglio!!

È TROPPO PER TE

Se hai esagerato con le quantità, fai un’azione gen-tile e danne un po’ a vicini e parenti. Di sicuro ti ringrazieranno!

RISTORANTE E AVANZI

Se al ristorante non consumi tutto, non ti vergo-gnare. Chiedi al cameriere di confezionarti le porzione rimaste e portale a casa. Sono buone anche scaldate!

FIDATI DEL TUO NASO

Per controllare se il cibo è buono segui questa semplice ricetta: osserva, assaggia e annusa. Annotala per quando vai al supermercato. Oc-chi, palato e naso sono ottimi radar, alleati del-la tua salute…. DA CONSUMARE PREFERIBILMENTE ENTRO IL….

Quando vai a fare la spesa controlla la data di sca-denza. Di solito quando mettono in offerta il cibo è perché sta per scadere. Se sul prodotto c’è scritto da consumarsi preferibilmente entro il… il cibo può essere utilizzato per qualche giorno in più, ma fai sempre attenzione. È importante!

N. B. Ora che sai quel che è meglio fare, per l’ambiente e la tua tasca, ti diamo l’undicesimo consiglio. Cerca nella tua città il supermercato che non butta gli alimenti invenduti al macero, ma li dona per opere caritatevoli o che alle-stisce un apposito banco con i cibi prossimi a scadere, dove tutti possono acquistare a prezzi scontati, in particolare i vecchietti che con la pensione hanno difficoltà ad arrivare a fine mese. (Cl. 2^A)

Sei ciò che mangi! significa che le persone dovrebbero sapere cosa mangiano e sapere che il cibo potrebbe provocare danni o malattie. Ma molti non lo sanno perché abusano di cibo come se preferissero vivere per mangiare. Un esempio? In America e in Cina molti bambini e adulti abusano di dolci, calorie, carboidrati e cibi salati provocandosi il diabete, il tumore e il rischio di per-dere la vita. La salute dei figli dipende dall’alimentazione dei

genitori e se un genitore mangia una quantità di calorie superiore al fabbisogno individuale, il figlio è predisposto a malattie gravi. Si deve se-guire una dieta sana e mangiare quantità giuste di verdure, frutta, carboidrati, calorie, latticini e pesce ogni giorno. Il pesce per esempio contiene

il fosforo che aiuta memoria e cervello. Bisognerebbe mangiare anche carote, mirtilli o frutta rossa perché contengono la vitami-na A che aumenta la vista. Anche bere in modo salutare è importante. Bisogna regolarsi nel bere le bevande se contengono calorie e zuccheri perché fanno ingrassare. E se si beve acqua fuori casa, è meglio minerale e in botti-glia. Non si sa mai potrebbe essere inquinata e provocare gravi malattie. (Cl. 2^B)

Un thanksgiving vegetariano, ricetta speciale!

Un’indagine dello scorso anno ha rilevato che circa 46 milioni di tacchini sono finiti in tavola. La causa? La festa del Ringrazia-mento, ricorrenza che vuole che si mangi…. tacchino. La festa del Ringraziamento è una festa celebrata negli Stati Uniti come segno di gratitudine per la fine della stagione del raccolto. Ma ci sono anche persone vegane che non mangiano esseri viventi, né cibo di derivazione animale. Nei confronti della produzione de-gli alimenti di origine animale hanno inventato una filosofia di vita, che ha cambiato le loro strade e le ha separate da quelle dei tacchini. Anche da noi la festa del Ringraziamento ha molte ri-correnze tradizionali che vanno dalla raccolta dei frutti della terra, al sacrificio dell’animale. Ma oggi la crudeltà verso gli animali e le contraddizioni modificano il regime alimentare e vengono date regole che aiutano a mangiare meglio. Insomma una sorta di dieta. Oggi ci sono scelte dif-ferenti, nuove tendenze. Per quanti voles-sero un’alternativa vegetariana alla carne di tacchino la scelta è varia. Un esempio è il tofurkey. Sembra quasi un gioco di paro-le inglesi - orientali per un impasto fatto con latte di soia e ricavato con una lavora-zione simile a quella del formaggio del latte vaccino. Invece il tofurkey roast è una sorta di tacchino arrosto di tofu. C’è anche il seitan, un alimento altamente nutritivo ricavato dal glutine del grano tenero. È una ricetta speciale: cambiare si può. (Cl. 2^B)

Tanto per ridere: Cucina spaziale di G. Rodari

Antipasti Ghiaia di fiume in salsa di tappi Crostini di carta asciugante Affettato di carbone Minestre Rose in brodo Garofani asciutti all’inchiostro Gambe di tavolini al forno Tagliatelle di marmo rosa al burro di lampadine tritate Gnocchi di piombo

Piatti pronti Bistecca di cemento armato Tristecca ai ferri Tristezze alla griglia Arrosto di mattoni con tegole Do di petto di tacchino Copertoni di auto con pistoni Rubinetti fritti caldi e freddi Tasti di macchina da scrivere Piatti da farsi A piacere e sul momento

Sul pianeta X213 tutto è commestibile… La prima colazione si fa così: suona la sveglia, tu ti svegli, acchiappi la sveglia e la mangi in due bocconi. Se vuoi saperne di più leggi Favole al telefono. Buona lettura!