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TUTTOIL VALORE
DI UNAVALLE
Melinda cresce in un paradiso naturale, rispettato e protetto: la Val di Non.I componenti di quattromila famigliese ne prendono cura con amore e sapienza.La raccolgono al momento giusto,affi nchè sia sempre fresca e croccante.
L E A Z I E N D E I N F O R M A N O
■ MIPAAF / Dal ministero delle Politiche Agricole alimentari e forestali una serie di misure di stimolo all’imprenditoria
Agricoltura: un futuro da protagonista600 milioni di euro nel triennio 2020-2022: azzeramento Irpef e altri interventi a sostegno del settore
Le principali novità dellaLegge di Bilancio 2020
per il settore agricolo e agroalimentare sono state il-lustrate di recente dalla mi-nistra Teresa Bellanova.“L’agricoltura - ha afferma-to - è tornata nell’agenda economica da protagonista e ha avuto l’attenzione che merita, pur in un contesto di risorse limitate. Nei tre anni investiremo 600 milioni di euro per il sostegno al setto-re, con risorse che si aggiun-gono a quelle già attive. Ab-biamo mantenuto l’impegno di non aumentare le tasse agli agricoltori. Per questo sono soddisfatta dell’azzera-mento dell’Irpef per chi vive di agricoltura, che significa quasi 200 milioni di euro che lasciamo alle imprese per investire”.Due le misure dedicate, in particolare, alle donne e ai giovani. Si tratta del bonus “donna in campo”, un fon-do rotativo da 15 milioni di euro per garantire mutui a tasso zero per le donne che sono imprenditrici agricole o che lo vogliono diventa-re. Una misura concreta perfavorire gli investimenti al
femminile nel settore pri-mario, dove oggi una im-presa su tre è condotta da una donna. Per i giovani che aprono una impresa agri-cola sarà lo Stato a pagare i contributi previdenziali per i primi 24 mesi. Sono stati stati stanziati 44 milioni di euro di spesa per far nascere nuove giovani imprese e per semplificare la vita alle start up agricole condotte da un-der 40.“Abbiamo stanziato anche 30 milioni di euro per il so-stegno alle filiere e all’auten-tico Made in Italy e c’è una dotazione per affrontare l’e-mergenza della cimice asia-tica da 80 milioni di euro - ha proseguito la ministra -. Su questo fronte sappiamo che servirà fare ogni sforzo per aiutare le aziende colpi-te. Per la pesca abbiamo re-cuperato i ritardi e garantito l’indennità 2019 per i pesca-tori e lavoriamo per rendere strutturale la misura”.Tra le altre misure a favore dell’agricoltura, troviamo il fondo per la competitività delle imprese, che prevede 30 milioni di euro comples-sivi nel biennio 2020-2021 a
sostegno dell’agroalimenta-re Made in Italy, con inter-venti per il rafforzamento della competitività delle filiere, a partire dalle pro-duzioni d’eccellenza e dai mercati più importanti. Per la filiera grano pasta sono previsti 30 milioni di euro per i contratti di filiera, a cui si aggiungono 10 milioni del 2019.30 milioni di euro sono fi-nalizzati ad azzerare il co-sto delle garanzie per gli imprenditori agricoli e per facilitare l’accesso al credi-to per gli investimenti in innovazione tecnologica, agricoltura di precisione e tracciabilità dei prodot-ti, che è ormai sinonimo di blockchain, con rilevanti vantaggi sull’efficienza e l’ef-ficacia dei processi.È previsto inoltre un dise-gno di legge collegato alla manovra dedicato al settore agricolo, con il primo obiet-tivo di introdurre semplifi-cazioni e dare prospettiva e futuro alle imprese agricole. Uno strumento utile che si dovrà coordinare con il la-voro per il Piano strategico nazionale.
Realtà eccellenti:L’agricolturache cambia
Anno 2019N. 17
Lunedì 23 Dicembre
2 Realtà eccellenti: L’agricoltura che cambiaScenari
Lunedì 23 Dicembre 2019
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Anno 2019 - N. 17 - Lunedì 23 Dicembre
Supplemento commercialeal numero odierno del Sole 24 ORE
Il CEO,
Sergio
Martines
■ CANAPAR / A Ragusa, nello stabilimento più grande e all’avanguardia in Europa, si estraggono principi attivi per il mercato cosmetico e farmaceutico
Canapar: dalla terra all’industria del farmacoNella campagna agricola del 2019 sono stati coltivati più di mille ettari di canapa industriale in Sicilia, Puglia e Campania
È iniziata la pianifi cazione
della campagna agricola
del 2020 che riparte dalla col-
tivazione della canapa e apre
nuovi scenari economici per
l'intero comparto agricolo e
industriale italiano. Ci crede
soprattutto Canapar, azienda
nata in Italia, a Ragusa, a metà
del 2018. Il progetto, pensato
da imprenditori ed esperti ita-
liani e presentato alle aziende
canadesi, big nel settore della
cannabis, è riuscito ad otte-
nere un fi nanziamento di 25
milioni di dollari canadesi,
pari a circa 17 milioni di euro.
A guidare la cordata, è Canopy
Rivers, braccio fi nanziario di
Canopy Growth, multinazio-
nale tra le più grandi e struttu-
rate al mondo.
"Come Canapar - commenta
Sergio Martines, CEO - siamo
convinti che per l'Italia l'agri-
coltura sia un motore di cresci-
ta e il ritorno alla coltivazione
della canapa industriale può
sorprendere molti analisti".
Nella prima campagna agri-
cola, quella del 2019, l'azienda
ha coltivato circa mille ettari
di canapa industriale da de-
stinare all’estrazione di CBD
(cannabidiolo), ha coinvolto
tre regioni del Sud Italia - Si-
cilia, Campania e Puglia -, ha
stretto collaborazioni con gli
agricoltori e le aziende locali e
ha in progetto di raddoppiare
il numero delle superfi ci col-
tivate nei prossimi anni.
Secondo Marcello Scarcella,
agronomo responsabile area
farming, “Canapar ha deciso
di puntare alla fascia meri-
dionale italiana perché nelle
regioni che presentano cli-
ma mediterraneo e maggiore
irraggiamento solare è pos-
sibile, tramite le giuste tec-
niche colturali, ottenere una
produzione qualitativamente
elevata ed essere competitivi
rispetto al resto d’Europa”.
A questo proposito, Giuliana
Martines, supply chain mana-
ger, dichiara "coltiviamo esclu-
sivamente le varietà iscritte nel
catalogo comune delle varietà
delle specie di piante agrico-
le. Si tratta di semi certifi cati
che ci consentono di produrre
biomassa con tenore di THC
inferiore allo 0,2 per cento,
così come previsto dall'ultima
riforma della PAC 2014-2020".
Sul fronte della ricerca, si è
stabilita una partnership con
il Dipartimento Agricoltura,
Alimentazione e Ambiente
dell’Università di Catania per
la messa a punto della tecni-
ca colturale e l’individuazione
delle varietà di canapa indu-
striale più adatte alle condi-
zioni pedoclimatiche dell’am-
biente mediterraneo. Per il
professore Paolo Guarnaccia
dell’Ateneo catanese, “grazie
alla collaborazione con Ca-
napar sarà possibile, in tempi
brevi, trasferire i risultati della
ricerca agronomica determi-
nando, da un lato, importanti
innovazioni sia di processo
che di prodotto in grado di
valorizzare le enormi poten-
zialità di questa coltura dai
molteplici utilizzi, e, dall’altro,
ricadute positive sul territorio
sotto gli aspetti della sosteni-
bilità ambientale, sociale ed
economica”.
Dalla terra all'industria, poi,
il passo per Canapar è breve.
A Ragusa, nello stabilimento
industriale più grande e all'a-
vanguardia presente in Eu-
ropa, si estraggono i principi
attivi da destinare al mercato
farmaceutico e a quello della
cosmetica. "L'impianto in Si-
cilia si occupa dell'estrazione
di cristalli di CBD che poi ver-
ranno utilizzati per una serie
di prodotti, da linee health e
beauty, e quindi tutto il merca-
to della cosmesi, fi no a prodot-
ti per l’industria farmaceutica.
Alcuni saranno prodotti in
Italia da aziende partner, altre
saranno terzisti che realizzano
i loro prodotti con il nostro
CBD", commenta Sergio Mar-
tines. Tantissime le potenzia-
lità e le esperienze messe sul
campo: un team specializzato,
una tecnologia innovativa e
unica nel suo genere, un ca-
nale diretto con gli agricoltori,
un ciclo chiuso che parte dalla
coltivazione tradizionale della
canapa e si trasforma in pro-
dotti di altissima qualità. Pro-
prio sul settore della bellezza,
è di recentissima acquisizione
il beauty brand Marishanti,
un progetto ideato da quattro
giovani imprenditori appas-
sionati di benessere, vivere
bene e canapa. Il brand com-
mercializza cosmetica all’olio
di canapa e CBD e una linea
di aromaterapia. I prodotti
sono completamente natura-
li, vicini alla terra e nel pieno
rispetto della natura e dell’am-
biente. È dello scorso agosto,
l’apertura a Noto, dopo quella
di Ragusa, della seconda bou-
tique del gruppo.
Il presidente di Federcanapa
Beppe Croce
■ RETE RURALE / Politiche UE vicine ai cittadini
L.E.A.D.E.R. per lo sviluppo sostenibileOltre 15.000 progetti per creare occupazione e migliorare la qualità della vita nelle zone rurali
Chi si occupa di politiche
di sviluppo non può non
conoscere LEADER, acronimo
di Liaison Entrée Actions de
Development de là Economie
Rural, è lo strumento più im-
portante delle politiche UE per
promuovere lo sviluppo soste-
nibile, inclusivo e intelligente
delle zone rurali; tanto che gli
viene destinato in media alme-
no il 5% delle risorse di ogni
Programma di Sviluppo Rurale
di ogni Stato dell’Unione e di
ogni Regione italiana ed è uti-
lizzato in circa il 70% del terri-
torio Europeo.
In Italia, in questa fase di pro-
grammazione delle politiche
UE (2014-2020), sono stati
selezionati 200 GAL -Gruppi
di Azione Locale, composti da
soggetti pubblici e privati, im-
pegnati nell’ideazione e realiz-
zazione di Strategie di Sviluppo
Locale sostenibili, integrate e
multisettoriali.
La Rete Rurale Nazionale e il
Centro di Politiche e Bioeco-
nomia del CREA (Consiglio
Nazionale per la ricerca in
agricoltura) hanno stimato che
entro il 2020 saranno fi nanziati
oltre 15.000 progetti, proposti
da operatori privati (aziende
agricole, artigiani, imprese del
turismo e dei servizi, associa-
zioni sociali-culturali e am-
bientaliste, ecc.) e da soggetti
pubblici (comuni, parchi na-
zionali/regionali, enti di ricer-
ca, enti di promozione, ecc.).
Un piccolo strumento come il
Leader con circa 900 milioni di
euro, in media 50mila euro per
progetto, contribuirà a sostene-
re la realizzazione di iniziative
di fondamentale importanza
per le comunità locali, concen-
trando gli investimenti verso le
piccole imprese e micro-comu-
ni (con < di 5.000 abitanti) che
presentano maggiori elementi
di marginalità e incontrano
maggiori diffi coltà, per caren-
ze informative e professionali,
nell’accesso ai contributi.
Si tratta di una politica di soste-
gno di cui benefi ciano migliaia
di luoghi (comuni, paesaggi, ri-
serve naturali, ecc.), di imprese
(agricole, artigianali, manifat-
turiere, dei servizi), di struttu-
re rurali (edifi ci pubblici, case,
strade, ecc.), di beni culturali
(materiali e immateriali) e, so-
prattutto, persone che potran-
no continuare a vivere nella
propria terra d’origine, vedere
migliorare le proprie condizio-
ni di vita e avere occasioni di
occupazione.
Federcanapa è nata nel
2016 poco prima del
varo della legge sulla cana-
pa industriale (242/2016),
con l’obiettivo di favorire il
decollo del settore nazionale
dopo cinquant’anni di oblio.
Come mostrano le esperien-
ze qui presentate, i nostri
associati operano su appli-
cazioni innovative rispetto
al passato. Non più lenzuola
della nonna, tele di artisti o
vele marinare, ma composi-
ti per automotive, materiali
per bioedilizia e soprattutto
prodotti per la salute e la
cura. Ciò che oggi attira i
mercati infatti non è solo la
formidabile fibra della ca-
napa, ma anche i suoi semi,
ricchi di acidi grassi polin-
saturi ideali per la nutrizio-
ne umana e la prevenzione
di disturbi cardiovascolari,
e le sue infiorescenze, con-
tenenti più di 500 princìpi
attivi, di cui oltre un centi-
naio di quelle molecole spe-
ciali chiamate cannabinoidi.
Il più noto storicamente è
il THC, l’unico con effetto
psicotropo. Ma negli ultimi
decenni la ricerca ha dimo-
strato che altri cannabinoi-
di, a partire dal cannabidio-
lo (CBD), sono in grado di
svolgere importanti funzio-
ni salutistiche e terapeuti-
che, senza effetto drogante.
Questa scoperta ha aperto
un mercato mondiale di
enorme interesse nella pro-
duzione alimentare, nella
cosmesi e nella farmaceu-
tica, guidato soprattutto da
imprese canadesi, statuni-
tensi e cinesi. Ma in Italia,
un tempo regina della cana-
pa, il settore stenta a decol-
lare. A tre anni dal suo varo,
le disposizioni della legge
242 ancora non sono attuate
e la canapa continua ad es-
sere trattata dalla normativa
innanzitutto come pianta da
droga. Soprattutto se si trat-
ta di estratti dal fi ore, come
il CBD, per quanto privi di
eff etto drogante. Una norma-
tiva incompleta e la confu-
sione tra ciò che è droga e ciò
che è biomassa industriale
non consente alle nostre im-
prese di operare ad armi pari
con le aziende americane o
tedesche. Per stimolare un
cambio di marcia nazionale,
Federcanapa presenterà alle
istituzioni a gennaio 2020 un
dossier di proposte curato
con i suoi esperti.
■ FEDERCANAPA / Da una coltura millenaria nuove frontiere applicative
Il riscatto della canapaUna pianta agricola fonte di benessere e salute
L’obiettivo principale di
DELTA 2000 è quello di
valorizzare in modo integrato
e organico le risorse economi-
che e le eccellenze ambientali,
storico-culturali presenti nel
territorio, al fi ne di innescare un
processo di sviluppo locale sulla
base dell’autorappresentazione
delle comunità. Il GAL agisce
mediante il coinvolgimento di
tutte le forze presenti sul territo-
rio, attraverso l’instaurazione di
un clima di fi ducia, che susciti
negli operatori economici la vo-
lontà di intraprendere.
Con l’identifi cazione, la pro-
gettazione e l’attuazione di in-
terventi volti alla crescita e al
sostegno dell’economia locale,
si vuole creare opportunità si-
gnifi cative per lo sviluppo del
territorio. L’attenzione e l’im-
pegno sul sistema delle risorse
e delle potenzialità locali e sul
sistema delle criticità dell’area.
Il GAL DELTA 2000 si pone
come strumento tecnico per
l’ideazione, la progettazione,
l’attuazione, il coordinamento e
la gestione di azioni e progetti
riferiti a programmi europei, al
servizio degli Enti Locali, delle
Associazioni, degli operatori e
dell’intera collettività.
La strategia è basata sul prin-
cipio del bottom-up: la pro-
gettualità e le linee di sviluppo
vengono defi nite attraverso
un procedimento “dal basso”,
mediante la consultazione e la
concertazione con tutti gli attori
economici del territorio.
In questi anni Il Gruppo di
Azione Locale (GAL) di DEL-
TA 2000 si è impegnato in oltre
500 progetti locali fi nanziati con
Fondi Europei, oltre 40 proget-
ti di cooperazione e sono stati
attivati oltre 50 milioni di € di
risorse pubbliche.
La presenza di emergenze am-
bientali naturalistiche, le nu-
merose eccellenze enogastro-
nomiche, la presenza di corsi
d’acqua interni, lagune e valli,
la presenza della area umida
più importante d’Europa sono
alcuni degli elementi che hanno
consentito in questi anni di far
acquisire all’area un crescente
prestigio, stimolando interventi
da parte di operatori privati e
operatori pubblici.
L’aumento dell’off erta di servizi,
attrezzature ed eventi in termi-
ni di prodotto natura e verde è
il frutto della condivisione di
strategie, di intenti e di azioni
da parte sia dei soggetti privati
sia dei soggetti pubblici: i primi
infatti hanno risposto con la
creazione di agriturismi, strut-
ture ricettive e servizi rurali, bed
& breakfast, i secondi hanno
adottato politiche e con esse
iniziative dirette alla struttura-
zione, promozione e valorizza-
zione del territorio.
"Grazie ai fondi attivati dl GAL
DELTA 2000 - aff erma Loren-
zo Marchesini, presidente del
GAL -, la risposta del terri-
torio non si è fatta attendere.
Gli operatori pubblici e privati
hanno realizzato interventi e
progetti che hanno consen-
tito di raff orzare e tipicizzare
l’off erta deltizia, accrescere
le dotazioni e le attrezzature
per un turista 'verde' sempre
più esigente, anche creando e
raff orzando reti tra operatori
e interventi pubblici/privati.
Così che si registra un trend
in aumento dei i fl ussi turistici
connessi con il turismo ver-
de, il Parco del Delta, lo slow
tourism, l’enogastronomia, il
birdwatching, il cicloturismo.”
Attualmente il GAL DELTA
2000, grazie ai fondi della
Misura 19 del Piano di Svi-
luppo rurale della Regione
Emilia-Romagna 2014-2020,
sta fi nanziando progetti di
sviluppo con una dotazione
fi nanziaria di oltre 10 milioni
di euro in un territorio che
comprende 17 comuni com-
presi nella macro-area del
Parco regionale del Delta del
Po. Una strategia che si fonda
su due assi strategici portanti:
il turismo sostenibile e la cura
e valorizzazione del paesaggio.
3Realtà eccellenti: L’agricoltura che cambiaScenariLunedì 23 Dicembre 2019
■ DELTA 2000 / Da oltre 20 anni il GAL, grazie ai fondi europei per lo sviluppo rurale, promuove interventi rivolti alla crescita e al sostegno dell’economia locale
Alla scoperta delle meraviglie del territorioMolti i progetti attivati. Fra le iniziative messe in campo, spicca la realizzazione del brand turistico “I Love Po Delta”
Turismo sostenibile e valorizzazionedel paesaggio
Le focus area strategiche per il turismo sostenibile e la va-
lorizzazione e del paesaggio individuate dal GAL sono tre.
La prima è stata battezzata Il Delta del Po: risorsa per lo
sviluppo sostenibile dell’economia locale, perché la qualità
e sostenibilità sono gli elementi vitali per il successo di un
prodotto o località turistica. Assicurare il costante miglio-
ramento della qualità di una destinazione turistica, nel suo
complesso o delle singole attrazioni e servizi al suo interno,
è un processo continuo che coinvolge operatori istituziona-
li, economici e turistici, nonché la popolazione locale.
La seconda è stata defi nita Il Delta del Po: prendiamocene
cura. In particolare si intendono aff rontare due temi legati
al paesaggio: creare una cultura del paesaggio e una prati-
ca della sua cura. Pertanto accanto alle azioni politiche di
governo occorre affi ancare azioni di progettazione e gestio-
ne del territorio, dell’ambiente e del paesaggio che possono
intervenire nell’immediato e generare cambiamenti urgen-
ti e decisivi di tutela e di valorizzazione.
La terza è Il Delta del Po: un tesoro da svelare al mondo.
Comunicare in modo mirato ed effi cace l’intreccio virtuoso
tra risorse ambientali, sostenibilità e sviluppo del territorio
dove i concetti chiave sono legati alla conoscenza per l’in-
novazione e dallo sviluppo locale ad un’ economia aperta,
attraverso lo sviluppo di reti di collaborazione e partena-
riati per innovazione sociale e aumento della competitività.
La strategia di sviluppo si concretizza con la realizzazione
di progetti concreti che vedono protagonisti imprese agri-
cole, imprese turistiche, Comuni, Enti Parco, Università
ed altri soggetti locali con: la creazione di nuovi servizi
turistici, la realizzazione del Masterplan dell’intermodali-
tà per collegare i principali punti di interesse turistico con
una mobilità “dolce”, promuovendo i collegamenti in bici,
barca e a piedi; con torrette di osservazione, percorsi per
migliorare la fruizione, la valorizzazione degli Ecomusei
del Delta, la International summer school per il paeasaggio
e i progetti di educazione ambientale per far crescere l’at-
tenzione a prendersi cura del patrimonio ambientale cul-
turale in si vive, e molto altro ancora. Spicca l’azione faro
"Le porte del Delta: allestire i confi ni naturali del parco, con
la realizzazione di porte di accesso al Parco localizzate in
punti strategici di ingresso nel Delta che rappresenteranno
anche un esempio di “Land Mark”. E la valorizzazione
delle stazioni ferroviarie come vere e proprie Stazioni di
ingresso al territorio Leader del Delta emiliano romagnolo,
in particolare quelle localizzate nei centri minori che posso-
no fungere da punto partenza e di interscambio con bici o
altri mezzi di trasporto per le visite nei luoghi più suggestivi
del Delta.
Il nuovo brand "I love Po Delta"Nell'ambito del turismo sostenibile, Delta 2000 porta avan-
ti molte attività che riguardano il brand “I Love Po Delta”.
In particolare, è stato elaborato un piano di marketing
turistico per il Delta emiliano-romagnolo che comprende
una serie di attività per la diff usione e l’implementazione
del brand, oltre a varie iniziative tra le quali sicuramente le
più importanti sono la “Primavera Slow” e l’International
Po Delta Birdwatching Fair (Fiera Internazionale del Bir-
dwatching e del Turismo Naturalistico).
Gli eventi di Primavera Slow 2020 avranno luogo dal 21
marzo al 21 giugno (per un totale di 13 settimane) nel
Parco del Delta del Po e riguardano una raccolta di pro-
poste di itinerari e di visita da parte degli operatori privati
e pubblici del territorio; mentre la X edizione della Fiera
Internazionale del Birdwatching e del Turismo Naturalisti-
co si terrà dal 30 aprile al 3 maggio 2020 a Comacchio. Si
tratta dell’unico Country event, ideato nel 2004 da DELTA
2000, specializzato e professionale, in cui oltre a incontrare
le aziende, a provare le attrezzature sul campo e scoprire
off erte sulle mete turistiche naturalistiche internazionali, i
visitatori si troveranno nel cuore del Parco del Delta del Po,
dove potranno scoprire il suo inestimabile patrimonio na-
turalistico a piedi, in barca, in bicicletta o a cavallo. Per ul-
teriori informazioni visitare il sito www.primaveraslow.it
DELTA 2000 nasce nel 1994 come asso-
ciazione senza fi ni di lucro e nel 1996 di-
venta società consortile a responsabilità
limitata.
Inizialmente era composta da 9 soci
fondatori (Comune di Berra, Comune
di Codigoro, Comune di Massafi scaglia,
Comune di Ostellato, Sipro, Sorgeval,
Cescon, Consorzio S.A.I.C.O., Consorzio
Progest) a cui si aggiunsero Provincia di
Ferrara, Camera di Commercio di Fer-
rara, gli ulteriori Comuni dell’area del
Basso Ferrarese e le Associazioni di ca-
tegoria.
Nel 2000 fu estesa anche all’area raven-
nate con l’ingresso della Provincia di
Ravenna, Camera di Commercio di Ra-
venna, Comuni di Alfonsine, Bagnaca-
vallo, Cervia, Conselice, Ravenna, Russi,
Associazioni di categoria della provincia
di Ravenna, e inoltre dell’Ente di Gestio-
ne per i Parchi e la Biodiversità - Delta
del Po (ex Consorzio del Parco Regionale
del Delta del Po) e operatori privati delle
province di Ferrara e Ravenna.
Attualmente la compagine sociale di
DELTA 2000 è composta da 64 soci,
rappresentanti L’Ente di Gestione per i
Parchi e la Biodiversità - Delta del Po,
CCIAA e Province di Ferrara e Raven-
na, Comuni, Associazioni di categoria e
imprese delle province di Ferrara e Ra-
venna e esprime in maniera equilibrata
il partenariato locale, rappresentando le
principali componenti istituzionali, eco-
nomiche e sociali del territorio.
Per maggiori informazioni visitare il sito
www.deltaduemila.net
Chi è DELTA 2000
Il GAL GardaValsab-
bia2020 occupa il terri-
torio montano collocato al
margine orientale della Re-
gione Lombardia e appar-
tenente ai bacini idrografici
del Sarca-Mincio (Garda)
e dell’Oglio, sottobacino
del Chiese (Valle Sabbia).
Il Lago di Garda e del Lago
d’Idro rendono unico il pa-
esaggio, il valore ambientale
e la biodiversità dell’area di
intervento.
Il Gal nasce nel 2001 con
un Piano di Sviluppo Locale
(PSL) fortemente incentrato
sulla valorizzazione del tu-
rismo rurale per occuparsi,
dal 2007 al 2014, della vi-
vacità della comunità locale
con il PSL denominato “Or-
goglio rurale”. Nell’attuale
programmazione il GAL si
occupa della valorizzazione
delle filiere agroalimentari
mediante un approccio par-
tecipativo finalizzato a raf-
forzare le reti locali e l’inte-
grazione tra i diversi settori
economici del territorio.
Il territorio del GAL Garda-
Valsabbia2020 si estende per
una superfi cie di 1.074,60
km2, suddivisa amministra-
tivamente fra 43 comuni, di
cui 25 ricadenti nel territorio
della Comunità Montana di
Valle Sabbia, 9 in quello della
Comunità Montana del Par-
co Alto Garda Bresciano e 9
nel territorio della Valtenesi.
Il territorio dei Comuni
che appartengono al GAL
si caratterizza per l’elevato
numero di prodotti tipici,
riconosciuti ufficialmente
come tali anche da Regione
Lombardia. L’ampiezza del
numero dei prodotti corri-
sponde alla grande varietà
delle condizioni morfologi-
che del territorio di riferi-
mento, che racchiude tanto
ambienti alpini e prealpini
che ambienti mediterranei.
Tra le eccellenze del territo-
rio spiccano le produzioni
lattiero casearie della mon-
tagna, tra cui i formaggi
d’alpeggio quali il Bagoss,
il Tombea e il Garda e le
formaggelle di Tremosine e
della Valle Sabbia. Nell’area
benacense è significativa la
produzione di olio d’oliva di
alta qualità e dei vini della
Valtenesi.
La biodiversità del terri-
torio è particolarmente
elevata, in particolare nel
Parco Regionale Alto Gar-
da Bresciano, dove sussiste
un consistente sistema di
conservazione della natura
appartenente alla rete eu-
ropea Natura2000, che ha il
proprio cuore del territorio
della Valvestino.
Al fine di valorizzare il pro-
prio territorio, il Gal Gar-
daValsabbia2020 si occupa
- attraverso bandi di eviden-
za pubblica rivolti ai diversi
soggetti pubblici e priva-
ti - di progetti innovativi e
di cooperazione a sostegno
delle filiere produttive e
della fruizione turistica del
territorio.
Off re costante assistenza
tecnica alla concertazione e
alla progettazione per inte-
grare le iniziative pubbliche e
private, informa e diff onde i
risultati raggiunti, raff orza la
consapevolezza dell’impor-
tanza del fare sistema, dando
vita a relazioni virtuose tra
comunità e territori.
Attualmente il GAL sta
avviando le riflessioni sui
nuovi scenari di sviluppo in
vista della programmazio-
ne post 2020, portando al
centro della propria attività
l’idea di lavorare alla costru-
zione di una Comunità In-
traprendente al fulcro della
cui attività vi sia la capacita
di costruire reti e la coope-
razione generativa di nuove
opportunità di lavoro e di
professionalità fortemente
legate al territorio.
In questo contesto è impor-
tante l’esperienza di coope-
razione internazionale che il
GAL ha avviato con il pro-
getto denominato “JoIN -
Job Innovation and Networ-
king in the rural area” che,
unitamente ai GAL Lombar-
di Val Brembana2020 e Valle
Seriana e Laghi Bergamaschi
e ai GAL Castagniccia Mari
e Monti (Corsica), GAL
Haute Provence Luberon
(Provenza, Francia), e GAL
Alt-Urgell Cerdanya (Cata-
logna, Spagna), ha avviato
un laboratorio europeo di
sperimentazione e scambio
di buone pratiche su lavoro
e ruralità.
4 Realtà eccellenti: L’agricoltura che cambiaScenari
Lunedì 23 Dicembre 2019
■ GARDAVALSABBIA2020 / Svolge attività a sostegno di prodotti turistici, agricoli, artigianali e silvicoli, salvaguardandone l’identità e la qualità
Un paesaggio vario e di grande bellezzaCostruire relazioni, integrazioni e cooperazione tra soggetti, progetti, territori e bisogni, al fi ne di creare un "sistema"
La cooperazione transnazionaleper l’innovazione di sistema
Il confronto con altre realtà e altri soggetti al di fuo-
ri del proprio territorio di competenza è uno degli
strumenti principali che possono raff orzare la capa-
cità progettuale e gestionale dei GAL. La valorizza-
zione degli aspetti e dei temi locali viene incentivata
attraverso l’elaborazione di progetti pluriennali in
cooperazione con altri GAL europei. Il Gal Garda-
Valsabbia2020 ha candidato con successo - per la pro-
grammazione 2014/2020 - due progetti che aff rontano
temi cruciali per il territorio: l’innovazione nel mondo
del lavoro giovanile nelle aree rurali e gli scenari di
sviluppo dell’olivicoltura di qualità.
In entrambi i casi, partendo dalle risorse del territorio,
si punta a costruire reti attive e partecipate di operatori,
appartenenti a diverse fi liere e settori, che possano non
solo confrontarsi, bensì essere propulsori di nuove idee.
Il progetto “JoIN - Job, Innovation and Networking in
Rural Areas”, che si concentra sul tema dell’innova-
zione nel mondo del lavoro nelle aree rurali. Il pro-
getto “Scenari futuri e prospettive dell’olivicoltura di
qualità”, che intende invece costruire una rete di Gal
e di operatori economici che possano collaborare sul
tema degli scenari futuri dell’olivicoltura di qualità,
anche in considerazione delle nuove sfi de ambientali,
generate dagli eff etti dei cambiamenti climatici sulla
vitalità delle colture, sono gli ultimi esempi di una lun-
ga serie di attività internazionali avviate a partire dal
2007 con un progetto di cooperazione con il GAL delle
Highlands scozzesi sulla valorizzazione delle capacità
artistiche di lavorazione del legno. La cooperazione è
proseguita per tutti gli anni successivi con progetti sul
confronto qualitativo dell’off erta del turismo rurale
(Progetto “Green Line”).
La progettazione a supporto del territorioPer favorire la capacità progettuale del territorio e la
generazione di progettualità complesse nel fragile con-
testo del territorio rurale e montano il GAL GardaVa-
slabbia2020 affi anca e supporta, fi n dalle sue origini,
gli enti locali e i propri soci pubblici e privati nello svi-
luppo di studi e progetti ed in alcuni casi anche nella
realizzazione di servizi in ambito ambientale.
In altre parole il GAL opera come fosse un’Agenzia di
Sviluppo capace di generare opportunità e di soste-
nere i partner nella ricerca di soluzioni, nella regia e
nell’attuazione di processi e di progetti di dimensione
territoriale.
Tra i progetti più signifi cativi di cui il GAL si è occupa-
to si ricordano l’organizzazione e la gestione delle visi-
te guidate alla Rocca d’Anfo, l’apertura e la gestione di
un punto per la valorizzazione dei prodotti locali sito
in Salò e denominato “Green Corner”, la gestione del
progetto “Carta Europea del turismo sostenibile” per
conto del Parco Alto Garda Bresciano e la redazione e
la gestione del progetto “Garda Innova”. Attualmente
il GAL sta collaborando con il Comune di Gardone
Riviera e il Parco Alto Garda Bresciano nell’attuazione
di un progetto fi nanziato da Fondazione Cariplo per
la valorizzazione dell’ex Casino di Gardone Riviera e
nella gestione amministrativa di un progetto regiona-
le di aiuti alle piccole attività commerciali e turistiche
dell’Alto Garda (ASSET).
Il Garda e le attività outdoor
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Il Bagoss, uno dei formaggi tipici del territorio
Gli oliveti e l'olio extra vergine di oliva
In Toscana il progetto Lea-
der vanta 30 anni di espe-
rienza. In dettaglio sono sono
stati stanziati 341 milioni
di euro per un totale di 200
milioni di contributi erogati.
Finora sono stati realizza-
ti 5.174 progetti che hanno
coinvolto 181 Comuni.
I GAL Toscani che fanno parte
del Leader 2014-2020 sono 7.
Il GAL Appennino Aretino
(www.galaretino.it) compren-
de 30 Comuni. "Tanti piccoli
progetti che fanno grande
il territorio". Due sono gli
ambiti tematici strategici. Il
primo è il sostegno ai servizi
alla popolazione e alla frui-
bilità delle risorse culturali e
ambientali nelle zone rurali
e il secondo è il sostegno allo
sviluppo economico delle im-
prese nelle zone rurali. I due
ambiti collegano le misure de-
stinate agli Enti pubblici con
quelle destinate alle imprese
in un unico grande progetto
integrato per un territorio
che richiede primariamente
il sostegno sia ai servizi alla
popolazione che allo sviluppo
economico locale.
Il GAL Etruria (ww.galetru-
ria) comprende 32 Comuni.
"I progetti integrati d'Area e il
coinvolgimento delle comuni-
tà locali come strumento per
la valorizzazione dell'iden-
tità territoriale". L’obiettivo
principale è la valorizzazione
della qualità e dell'identità
territoriale fi nalizzata al con-
solidamento di una competi-
tività del territorio consape-
vole e sostenibile, capace di
mantenere/potenziare le re-
sidenze traguardando obiet-
tivi di sviluppo turistico. Le
azioni strategiche trasversali
riguardano lo stimolo alla de-
fi nizione di Progetti Integrati
di Area pubblico-privati e il
coinvolgimento attivo delle
comunità locali.
Il GAL FAR Maremma (www.
farmaremma.it) comprende
26 Comuni. "L'innovazione
sociale e il metodo LEADER:
insieme verso un nuovo mo-
dello di economia comunita-
ria". L'obiettivo principale è il
sostegno al turismo sostenibi-
le e responsabile per dare im-
pulso alla crescita economica
e all'occupazione del terri-
torio contribuendo anche al
miglioramento della qualità
della vita nelle aree rurali.
Il GAL Leader Siena (www.
leadersiena.it) comprende 29
Comuni. "La programmazio-
ne dal basso come elemento
di crescita dei territori". L’o-
biettivo principale è la va-
lorizzazione del patrimonio
culturale/artistico/architet-
tonico e delle produzioni di
qualità (agricole, agroalimen-
tari, extra agricole) legate e
collegate dal settore che oggi
appare uno dei più dinamici:
il turismo, che benefi cia di
entrambi questi due punti di
forza caratterizzanti dell'area
senese.
Il GAL Montagnappennino
(www.montagnappennino.
it) comprende 27 Comuni.
"La progettazione integrata:
un'opportunità per le Comu-
nità rurali". All’obiettivo prin-
cipale “Riqualifi cazione dei
centri storici e del contesto
paesaggistico agro-silvo-pa-
storale ad essi collegato” si
associano la “diversifi cazione
delle attività economiche del
territorio rurale” e il “soste-
gno alla tutela, valorizzazione
e riqualifi cazione del patri-
monio rurale del territorio
(storico culturale, ambien-
tale)”, mentre gli obiettivi
trasversali sono: energie rin-
novabili, inclusione sociale,
tutela biodiversità.
Il GAL Sviluppo Lunigiana
(www.sviluppolunigiana.it)
comprende 14 Comuni. "Il
GAL Lunigiana avvicina il ter-
ritorio all'Europa". L'obiettivo
principale è quello di aff er-
mare un modello di sviluppo
incentrato sul turismo soste-
nibile. La strategia pone in
essere iniziative di sostegno
e sviluppo del territorio per
valorizzare la Lunigiana come
luogo di destinazione turi-
stica. Per tali ragioni diventa
importante strutturare un
programma di investimenti
integrati e coordinati, capaci
di coinvolgere, sul medesimo
obiettivo, tutti i soggetti ope-
ranti al fi ne di condividere
totalmente un nuovo approc-
cio fondato sul principio di
appartenenza in un territorio
unico che metta al centro il
turista e il cittadino.
Il GAL Start (www.gal-start.
it) comprende 23 Comuni.
"Innovazione come motore di
sviluppo per i territori GAL".
L’obiettivo principale è l’inno-
vazione in campo agricolo e
forestale. La misura relativa
al “Sostegno a progetti pilota
e allo sviluppo di nuovi pro-
dotti, pratiche, processi e tec-
nologie” favorisce l’accordo
di cooperazione tra aziende
della fi liera e soggetti della
ricerca la quale si dimostra
indispensabile per l’attuazio-
ne di progetti innovativi con
la realizzazione di nuovi pro-
dotti o processi. Ai processi
innovativi sono interessati
tutti i settori più qualifi cati
del comparto agricolo del ter-
ritorio (in particolare olivico-
lo, viticolo, cerealicolo, zoo-
tecnico) e il settore forestale
per una valorizzazione della
fi liera legno-energia.
5Realtà eccellenti: L’agricoltura che cambiaScenariLunedì 23 Dicembre 2019
■ GAL TOSCANI / Da progetto pilota a iniziativa diff usa, il Leader è incluso in tutti i programmi nazionali e regionali di sviluppo rurale fi nanziati dalla Ue
Coltivare il futuro delle comunità ruraliSono 7 i GAL che fanno parte del progetto Leader 2014-2020 con un obiettivo comune: la valorizzazione e lo sviluppo del territorio
Che cosa è LEADERe quali sono gli obiettivi
La metodologia LEADER (Liaison Entre Actions de Dév-
eloppement de l’Economie Rurale) si pone l’obiettivo di mi-
gliorare il potenziale di sviluppo delle zone rurali attraverso
una programmazione dal basso verso l’alto, promossa di-
rettamente dai territori e in grado di rispettare le peculia-
rità locali e coinvolgere le comunità. È questa la mission di
LEADER che la Regione Toscana ed i GAL Toscani hanno
incarnato fi no ad oggi.
Con l’attuale programmazione 2014-2020, dopo 30 anni
di sperimentazione e di pratica nelle aree rurali di tutta
Europa, l’approccio LEADER ha assunto fi nalmente una
valenza trasversale nella gestione delle politiche europee
destinate alle aree marginali.
È nato quindi lo sviluppo locale di tipo partecipativo (Com-
munity Led Local Development, CLLD) che fa propri gli
elementi centrali della metodologia LEADER e costituisce
lo strumento più importante e innovativo delle politiche co-
munitarie per lo sviluppo locale integrato e sostenibile dei
territori rurali.
In Toscana il metodo CLLD/LEADER è gestito dai Grup-
pi di Azione Locale (GAL), partenariati pubblico-privati
composti da rappresentanti degli interessi socioeconomici
locali di un determinato territorio, che hanno il compito
di elaborare e realizzare a livello locale una strategia di
sviluppo pilota, innovativa, multisettoriale e integrata (SI-
SL-Strategia Integrata di Sviluppo Locale).
I 7 principi LEADER sono stati pienamente accolti dalle
strategie di sviluppo dei GAL Toscani; elaborazione e at-
tuazione delle strategie secondo un approccio dal basso
verso l’alto ("bottom-up"); partenariati locali fra settore
pubblico e privato: i Gruppi di azione locale (GAL); azioni
integrate e multisettoriali; innovazione; cooperazione; cre-
azione di reti.
In Toscana I GAL si sono costituiti come
partenariati pubblico-privati, general-
mente sotto forma di società consortili a
responsabilità limitata, con l'obiettivo di:
- aggregare e combinare le risorse umane
e fi nanziarie disponibili provenienti dai
settori pubblico e privato, dalla società
civile e dal volontariato;
- coinvolgere gli operatori locali in pro-
getti collettivi e azioni multisettoriali per
realizzare sinergie, responsabilità condi-
vise e la massa critica necessaria per mi-
gliorare la competitività economica della
zona;
- raff orzare il dialogo e la cooperazione
tra i diff erenti attori del mondo rurale,
che hanno spesso poca esperienza in que-
sti ambiti, riducendo i confl itti potenziali
e agevolando, mediante la consultazione
e la discussione, l’individuazione di solu-
zioni negoziate;
- facilitare, grazie all’interazione tra i
diversi partner, i processi di mutamen-
to e adeguamento nel settore agricolo
(per esempio, prodotti di qualità, catena
alimentare ecc.), il riconoscimento dei
problemi ambientali, la diversifi cazione
dell’economia rurale e la qualità della
vita.
Nei consigli di amministrazione dei GAL
Toscani i partner e le associazioni priva-
te devono rappresentare la maggioranza
dei voti esprimibili.
La Toscana ha applicato una scelta di
continuità nei confronti dei GAL pur
richiedendo, di volta in volta, l’adegua-
mento dei partenariati alle strategie
programmazioni proposte. In Toscana il
GAL, composto da fi gure competenti e
dotato di poteri decisionali, costituisce
un modello di organizzazione che può
infl uenzare in modo positivo l’attuazione
delle politiche. Questo aspetto è fonda-
mentale in quanto i GAL Toscani gesti-
scono l’intera procedura dalla program-
mazione al collaudo dei progetti.
In Toscana i pagamenti sono erogati
dall’organismo pagatore regionale AR-
TEA che gestisce fondi pubblici, sulla
base però di progetti selezionati e verifi -
cati dai GAL.
Da sinistra, Marina Lauri, presidente GAL
Montagnappennino, Andrea Brogioni di RTA GAL F.A.R.
Maremma e Stefania Cassani della Cooperativa di
Comunità “Il Borgo”, nel corso del convegno “Coltivare il
futuro delle comunità rurali - I GAL e il metodo LEADER"
Cosa sono i GAL
Droni, satelliti, sensori, robot, gui-
da assistita, macchine a dosaggio
variabile. L’agricoltura del futuro è già
presente e aiuta le imprese a essere più
sostenibili ed effi cienti. Il mercato glo-
bale dell’agricoltura 4.0 vale oltre 7 mi-
liardi di dollari, di cui il 30% generato
in Europa. La crescita è ancor più rapi-
da in Italia, dove il mercato ha un valore
compreso fra i 370 e i 430 milioni
di euro, il 5% di quello globale e
il 18% di quello europeo, genera-
to da oltre 110 aziende fornitrici
fra player aff ermati e startup. È
quanto emerge da una ricerca
dell'Osservatorio Smart Agrifood
della School of Management del
Politecnico di Milano e del labo-
ratorio RISE dell’Università degli
Studi di Brescia, in collaborazione
con Confagricoltura. Il 49% delle
aziende sono fornitrici di solu-
zioni avanzate come Internet of
Th ings (IoT), robotica e droni; il 22%
di data analysis; il 16% di macchine e
attrezzature per il campo; il 7% di com-
ponentistica e strumenti elettronici,
mentre nel 3% dei casi sono realtà pro-
duttive in ambito agricolo. Le soluzioni
più frequenti sono i sistemi utilizzabili
trasversalmente in più settori agricoli
(53%), seguite da quelle rivolte al com-
parto cerealicolo (24%), ortofrutticolo
(24%) e vitivinicolo (16%). “L’agricol-
tura -commenta il presidente di Con-
fagricoltura Massimiliano Giansanti-
deve aff rontare due sfi de importanti
per mantenere la sua competitività: da
una parte ridurre i costi e aumentare la
redditività, dall’altra produrre di più e
valorizzare maggiormente i propri pro-
dotti. In tale contesto l’innovazione e
le tecnologie digitali sono strategiche,
così come il loro ruolo per la sosteni-
bilità ambientale delle imprese agricole
e per la lotta ai cambiamenti climatici”.
Sono numerose le applicazioni che nel
processo produttivo agricolo puntano
all’automazione dei processi e a
una migliore effi cienza, riducen-
do l’utilizzo di alcuni mezzi tecni-
ci e collegando adempimenti bu-
rocratici all’impiego dei fattori di
produzione. Solo per fare alcuni
esempi, la robotizzazione nella ge-
stione delle stalle; la raccolta con
macchinari che “leggono” il grado
di maturazione; la guida georefe-
renziata nelle macchine agricole
che riduce l’impatto sul suolo e
pilota la distribuzione di fertiliz-
zanti e prodotti chimici; tecniche
innovative per la gestione dell’acqua,
che consentono un notevole risparmio
idrico; illuminazione a led nelle serre
per personalizzare la luce in funzione
delle esigenze delle piante. Tecnologie
innovative legate all’uso dei satelliti e
dell’informatica, che consentono in-
terventi agronomici mirati, puntuali
ed effi cienti, fi nalizzati a salvaguardare
la salute delle piante, al fi ne di miglio-
rare la produttività agricola nel pieno
rispetto dell’ambiente e della sicurezza
dei consumatori, che sono già ampia-
mente utilizzate dai nostri agricoltori
per pianifi care le semine, le coltivazioni
e i raccolti. Sempre secondo i risultati
della ricerca, il 30% degli imprendito-
ri che le utilizza ha meno di 40 anni e
un terzo è laureato, ma l’età e il titolo
di studio non infl uiscono signifi cativa-
mente sull’adozione di soluzioni 4.0; al
contrario, invece, della dimensione dei
terreni: sotto i 10 ettari solo il 25% delle
aziende adotta soluzioni 4.0, contro il
65% di quelle sopra i 100 ettari. “Siamo
di fronte -conclude il presidente della
Confagricoltura Giansanti- a una vera
e propria ‘rivoluzione verde’ su cui però
c’è ancora molto da fare in termini or-
ganizzativi, infrastrutturali, di forma-
zione e informazione e, soprattutto, di
sostegno agli investimenti. In questa
direzione la sfi da ora è quella di coor-
dinare le diverse politiche europee e
nazionali e i fondi che verranno messi
a disposizione. Occorre una vera e pro-
pria strategia nazionale sul digitale che
preveda una sua specifi cità sull’agricol-
tura al fi ne di favorirne lo sviluppo”.
6 Realtà eccellenti: L’agricoltura che cambiaScenari
Lunedì 23 Dicembre 2019 7Realtà eccellenti: L’agricoltura che cambiaScenariLunedì 23 Dicembre 2019
Il presidente di Copagri e coordinatore di Agrinsieme
Franco Verrascina
La sostenibilità dell’agricoltura in una mano
Il coordinamento di Agrin-
sieme (www.agrinsieme.it),
che riunisce le organizzazioni
professionali Cia-Agricolto-
ri Italiani, Confagricoltura
e Copagri e le cooperative
dell’Alleanza delle Coopera-
tive Italiane del settore agroa-
limentare, rappresenta oltre i
2/3 delle aziende agricole ita-
liane, con il 60% circa del va-
lore della produzione agricola
e della superfi cie nazionale
coltivata e oltre 800mila per-
sone occupate. Agrinsieme fa
della comunanza di intenti e
di lavoro il proprio punto di
forza per trovare nuovi mo-
delli di sviluppo rispetto alle
sfi de del mercato e per racco-
gliere le molteplici sfi de legate
all’innovazione e alla sosteni-
bilità, con il fondamentale
obiettivo di assicurare un fu-
turo al primario del Paese
■ AGRINSIEME / Il coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza Cooperative Agroalimentari punta sulla comunanza di intenti per trovare nuovi modelli di sviluppo
La via di Agrinsieme per il futuro dell’ agricolturaIl comparto primario del nostro Paese è pronto a raccogliere le molteplici sfi de dell’innovazione e della sostenibilità
Bisogna innovare per un futuro sostenibile. Il ruo-
lo dell’agricoltura è sempre più strategico per ri-
spondere alle grandi sfi de globali, come la crescita
della domanda alimentare, i cambiamenti climatici,
la crisi energetica e la scarsità delle risorse naturali.
Ma per produrre di più e meglio, inquinando meno,
il settore primario deve poter contare su grandi inve-
stimenti in ricerca e innovazione. Solo da qui infatti
possono arrivare le risposte per coniugare incremento
del reddito delle imprese agricole e incremento delle
risorse alimentari, senza alterare il già troppo fragile
equilibrio ambientale. Basti pensare che in agricoltura,
ogni euro speso per ricerca e innovazione ne genera
dieci di valore aggiunto. “Innovazione tecnologica, or-
ganizzativa e sociale -sostiene il presidente di Cia Dino
Scanavino- sono i tre pilastri su cui puntare per l’agri-
coltura del futuro”. Innovazione tecnologica vuol dire
più digitalizzazione, automazione e ICT (Information
and Communications Technology), ma anche rispar-
mio idrico e riciclo delle risorse per ridurre le emis-
sioni, nonché ricerca sulle biotecnologie e sulla nuova
frontiera del genoma editing. Le nuove tecnologie di
miglioramento genetico devono essere fi nalizzate non
tanto all’incremento delle rese, quanto ad accrescere la
resilienza, la qualità, la tolleranza ai parassiti, la resi-
stenza agli stress e la capacità di adattarsi al cambia-
mento climatico delle colture. Una partita obbligata,
visto che la previsione ad oggi è che il cambiamento
del clima potrebbe ridurre il valore dell’agricoltura eu-
ropea del 16% entro il 2050 e che la produzione dei Pa-
esi del Mediterraneo potrebbe scendere dell’80% entro
il 2100. L’innovazione biotecnologica dovrà basarsi su
tutte le più moderne tecniche a partire dal genoma edi-
ting, superando la questione degli Ogm, per rilanciare
la ricerca anche su varietà, cultivar e razze minori, va-
lorizzando la biodiversità e la tipicità. Le ICT e l’IoT
(Internet of Th ings) sono una grande opportunità per
creare sistemi di tracciabilità di fi liera che riducano
i costi di produzione e di transazione, ma anche per
fornire prodotti di qualità certifi cata in risposta alle
richieste dei consumatori. Il digitale sta cambiando il
modo di fare impresa in agricoltura e l’obiettivo è au-
mentare l’effi cienza permettendo l’interconnessione
hi-tech di tutte le risorse tecniche e umane dell’azien-
da, delle reti logistiche e commerciali. Cia ha calcola-
to che innovare i processi dal campo al consumatore
comporterebbe un investimento medio pari all’1% del
fatturato aziendale, ma garantirebbe in un triennio un
aumento delle entrate fi no al 20%. Fondamentale è
anche l’innovazione organizzativa, favorendo l’aggre-
gazione delle fi liere, sostenendo percorsi di stabilità
contrattuale tra la parte agricola e quella industriale,
introducendo strumenti per agevolare accordi tra
agricoltura, artigianato, commercio, logistica ed enti
locali sul territorio. E poi avanti sull’innovazione so-
ciale, promuovendo percorsi di agricoltura inclusi-
va e welfare in campagna e facilitando il rapporto
agricoltore-consumatore con lo sviluppo di nuovi
canali di vendita diretta, mercati di prossimità ed
eCommerce. “L’Italia e l’Europa possono fare tanto
per incentivare un’agricoltura sempre più innovati-
va. In tal senso -osserva il presidente di Cia Scana-
vino- va rifondato un nuovo sistema nazionale di
servizi dedicati, che preveda consulenza, formazio-
ne e supporto specialistico. Le proposte della Com-
missione sulla nuova Pac sono molto interessanti a
questo riguardo: ogni Paese è chiamato a prevedere
nel proprio Piano strategico un Agricultural Know-
ledge and Innovation System come precondizione
per qualsiasi intervento di politica comunitaria. È
tempo di attuare quel Piano dell’Innovazione e della
Ricerca, approvato ma mai applicato in Italia”.
Non esiste ragionamento,
progettazione o ipotesi
di sviluppo che oggi non ten-
ga conto della sostenibilità e
questo assunto è ancora più
vero nel comparto primario,
dove essa rappresenta ogni
giorno di più un vero e pro-
prio valore aggiunto, che ol-
tre a favorire lo sviluppo del-
la società va nella direzione
di rispondere alle legittime
richieste del consumatore.
In questo senso la sosteni-
bilità può essere intesa come
un anello di congiunzione o
un nuovo patto tra i consu-
matori e i produttori. In ra-
gione di ciò, è fondamentale
comunicare adeguatamente
la grandissima capacità eco-
sistemica dell’agricoltura, la
sua resilienza nei confronti
di un ambiente sempre più
sotto lo scacco dei cambia-
menti climatici e il suo es-
sere, al momento, l’unico
vero baluardo al degrado e
al dissesto idrogeologico,
che nel caso del nostro Paese
assume proporzioni inquie-
tanti. “L’agricoltura, infatti,
è capace di immedesimarsi
in modo completo e armo-
nico con la sostenibilità, in
quanto può ottimizzare le
coltivazioni creando specie
capaci di sfruttare ambien-
ti sfavorevoli o condizioni
meteo avverse; può sfrut-
tare le moderne tecnologie
e le innovazioni che fanno
capo all’agricoltura di pre-
cisione, somministrando ad
esempio fi tofarmaci e con-
cimi laddove servono; può
essere fondamentale anche
dal punto di vista ambien-
tale, puntando con decisio-
ne su un’effi ciente gestione
delle risorse naturali, come
l’acqua, il suolo e l’aria, ma
anche valorizzando l’econo-
mia circolare, il riutilizzo
e il recupero”, sottolinea il
presidente di Copagri e co-
ordinatore di Agrinsieme
Franco Verrascina. Quello
della sostenibilità è un tema
quanto mai attuale, tanto che
la prossima Politica Agricola
Comune-PAC avrà tra i suoi
obiettivi proprio quello di
garantire una maggiore so-
stenibilità dei sistemi agroa-
limentari. Secondo le propo-
ste dell’esecutivo UE, infatti,
la PAC 2021-27 avrà un ruo-
lo di primo piano nell’incre-
mento della sostenibilità del
settore agricolo, con il fi ne di
garantire lo sviluppo sociale,
favorire la competitività e la
redditività e contribuire al
raggiungimento degli obiet-
tivi dell’Accordo di Parigi
e dell’Agenda 2030. In tale
ambito, è fondamentale il
ruolo dei produttori agricoli
e la loro indispensabile fun-
zione di custodi e gestori de-
gli ecosistemi, delle risorse
naturali, degli habitat e del
paesaggio. “Proprio in que-
sta direzione va l’impegno
della Copagri per il ricono-
scimento a livello nazionale
della fi gura dell’agricoltore
come custode dell’ambiente
e del territorio”, osserva Ver-
rascina. Tale riconoscimento
è un prerequisito irrinuncia-
bile per valorizzare e pro-
muovere il grande apporto
fornito dai produttori alla
salvaguardia della biodiver-
sità rurale, intesa come con-
servazione e valorizzazione
delle varietà colturali loca-
li, attraverso l’allevamento
e la coltivazione di razze
e varietà appartenenti alle
risorse genetiche del terri-
torio, ma anche tramite la
conservazione di formazio-
ni vegetali monumentali, la
manutenzione del territorio,
la salvaguardia del paesaggio
agrario e forestale e la cura e
il mantenimento dell’assetto
idraulico e idrogeologico.
Nella medesima direzione
vanno poi anche altre inizia-
tive inerenti specifi ci com-
parti produttivi. Per la fi liera
grano-pasta, ad esempio, c’è
un protocollo d’intesa sigla-
to dall’intero settore alla fi ne
del 2017, che punta proprio
sulla sostenibilità, insieme
alla programmazione e alla
redditività. Per il comparto
lattiero-caseario, invece, è
stata redatta e approvata a li-
vello comunitario una vera e
propria ‘carta dei valori’ dei
produttori del latte, ideata
con il duplice obiettivo di ri-
spondere alle legittime istan-
ze dei consumatori, i quali
sempre più spesso vogliono
sapere se un prodotto rispon-
de alle esigenze di sostenibi-
lità ambientale, economica
e sociale, e di dare un valore
aggiunto alle produzioni.
Offre la possibilità attraverso sensori e
satelliti di avere dati in tempo reale, di
ridurre il consumo di suolo, gli sprechi di
acqua, il ricorso alla chimica e di migliora-
re attraverso la blockchain le informazioni
sulla qualità e sull’origine dei prodotti: è l’a-
gricoltura innovativa, la frontiera avanzata
del comparto agroalimentare. “Nonostante
le tecnologie di guida satellitare, la gestione
dei dati e la precisione nelle operazioni col-
turali siano da più parti ritenute indispen-
sabili per un’agricoltura sostenibile, l’agri-
coltura di precisione è adottata solo sull’1%
della superficie agricola complessiva del
Paese”, spiega Giorgio Mercuri, presidente
di Alleanza Cooperative Agroalimentari,
l’organizzazione che rappresenta 4.700 co-
operative per un fatturato complessivo di
36,5 miliardi di euro. “L’Italia - spiega Mer-
curi - non tiene il passo degli Usa, primo
paese utilizzatore al mondo degli strumenti
di precisione, né di altri competitor euro-
pei come Germania e Francia. Eppure si
tratta di strumenti che presentano vantaggi
ineguagliabili sia in termini di sostenibili-
tà ambientale, sia perché contribuiscono a
migliorare la qualità dei prodotti, sia per
il contributo che danno anche ad aziende
di piccole e medie dimensioni per miglio-
rare l’organizzazione aziendale e gli stessi
risultati economici, tracciando ad esempio
intere filiere ed etichettando i prodotti con
la massima attendibilità delle informazioni.
Le innovazioni di agricoltura 4.0 sono gene-
ralmente ritenute superflue e quindi sem-
pre rimandate nel tempo, mentre il tempo
è già scaduto o sta scadendo”. Uno dei mo-
tivi per cui l’agricoltura di precisione, pur
essendo presente da circa vent’anni, fatica
a diffondersi nel nostro Paese è perché gli
agricoltori spesso sembrano non compren-
derne appieno i reali benefici e addirittura
la vedono semplicemente come un ulteriore
costo. “Si tratta invece - osserva Mercuri -
di uno strumento ideale per vincere la vera
grande sfida dell’agricoltura di produrre
più cibo per una popolazione mondiale in
crescita, ma in maniera più sostenibile. Per
ridurre l’impatto sull’ambiente si può già
oggi far ricorso a sistemi gestionali di dati
e informazioni ad alto contenuto di cono-
scenza oppure utilizzare biostimolanti per
ridurre la chimica nei campi. Riuscendo in
un certo senso a far felici agricoltori e con-
sumatori: è la società civile che ormai vuole
che le imprese produttrici rispettino l’am-
biente e la salute. È importante stimolare la
politica affinché stanzi fondi specifici per
l’implementazione dell’agricoltura 4.0, ar-
rivando alla scelta di erogare finanziamenti
solo alle imprese che fanno innovazione.
Occorre inoltre affrontare l’agricoltura in-
novativa in un’ottica di aggregazione e in-
vestire sulla formazione: il problema è che
mancano ancora purtroppo in molte nostre
aziende adeguate capacità professionali in
grado di gestire l’introduzione di strumenti
di agricoltura 4.0”. È poi di fondamentale
importanza il contributo della ricerca e l’af-
fiancamento di partner tecnologici. Non a
caso l’Alleanza Cooperative Agroalimentari
ha deciso di sottoscrivere un accordo con la
Vodafone con l’obiettivo di promuovere per
le cooperative associate un ampio ventaglio
di collaborazioni nel campo della smart
agricolture. L’obiettivo è che Vodafone svi-
luppi nel tempo per sensori per il controllo
di parametri agroclimatici, app per smar-
tphone e tablet, sistemi informativi gestio-
nali, tecnologie blockchain e altro ancora.
L’attenzione delle imprese per la blockchain
è in forte crescita proprio perché ha il van-
taggio di arrivare direttamente ai consuma-
tori. I quali possono, tramite una generica
app che rileva il QR-code applicato sull’e-
tichetta di un prodotto, visualizzare sullo
smartphone il campo in cui è stato coltivato
e i singoli passaggi e metodi del processo
produttivo.
Ogni euro speso per la ricerca e l’innovazionene genera dieci di valore aggiunto
Agricoltura 4.0: il futurodel primario è oggi
La sostenibilità come anello dicongiunzione tra consumatori e produttori
Le frontiere avanzate dell’agroalimentare:l’agricoltura innovativa e la blockchain
L’innovazione al servizio dei produttori agricoli
Il presidente di Confagricoltura
Massimiliano Giansanti
Sono numerose le applicazioni che nel processo produttivo
agricolo puntano all’automazione dei
processi e a una migliore effi cienza
Il presidente di Alleanza delle Cooperative
Agroalimentari Giorgio Mercuri
Le tecnologie
per la guida
satellitare nei
campiI robot per la mungitura
Il presidente di Cia Dino Scanavino
8 Realtà eccellenti: L’agricoltura che cambiaScenari
Lunedì 23 Dicembre 2019
Presidenti dei GAL piemontesi Delegazione di Asso Piemonte Leader al Parlamento Europeo
Sotto:
Mucillagine
da cladodi
di Opuntia
Ficus Indica
Sopra: Frazioni derivate dalla Canapa
Sativa Industriale
Nello specifi co:
In alto da sinistra a destra: Prodotto in
ingresso; Polvere; Foglia piccola.
In basso da sinistra a destra: Foglia grande;
Pula; Seme pieno
Al centro: Steli
■ BIOINAGRO / Il Ficodindia e la Canapa industriale: colture resilienti a supporto della transizione climatica
La Bioeconomia circolare del Ficodindia e della CanapaInnovative destinazioni d’uso sono alla base del modello di sviluppo della bioraffi nera integrata di Bioinagro
■ ASSO PIEMONTE LEADER / Dai GAL piemontesi un effi cace lavoro di coordinamento e di squadra per la promozione dei territori rurali
Per una crescita sostenibile e inclusiva"Leader", strumento importante e innovativo per una corretta pianifi cazione delle risorse fi nanziarie
Sviluppare prodotti innova-
tivi per la salute e il benes-
sere a partire da micro-fi liere
agroindustriali sostenibili, che
puntano su colture resilienti
in grado di sostenere le attuali
sfi de della transizione clima-
tica. Come il Ficodindia e la
Canapa industriale. Questa la
mission di Bioinagro, una gio-
vane startup agro-industriale
impegnata nella valorizza-
zione delle biomasse vegetali
mediterranee in materie pri-
me e fi toestratti per l’indu-
stria alimentare, farmaceutica,
nutraceutica, cosmetica. Ma
anche in innovative applica-
zioni, come in campo tessile e
ambientale, con biofi bre e bio-
mattoni ricavati da biomasse e
scarti agro-industriali.
La valorizzazione delle po-
tenzialità off erte dagli im-
mensi giacimenti di biodi-
versità mediterranee sono
diventati progetti territoriali
di innovazione, di rigenera-
zione rurale, di bioeconomia
circolare e di Chimica verde.
Come nel caso del fi codin-
dia coltivato in Sicilia, con il
progetto “OpuntiaBiotech” e
con una micro-fi liera di va-
lorizzazione dei cladodi di
fi codindia, prima scarto di
potatura ora pregiate fonti di
mucillagini, pectine e succhi
altamente titolati in polifeno-
li, sali organici e fi bre solubili.
O come nel caso del progetto
“Canapa di Sicilia” volto alla
reintroduzione della coltiva-
zione della canapa industriale
per la valorizzazione di tutte
le frazioni di interesse, dalla
biomassa da estrazione per
la produzione di fi tocanna-
binoidi (CBD), ai semi ole-
osi per la produzione di oli
e farine proteiche, fi no alla
frazione residuale lignocel-
lulosica per la produzione di
canapulo e fi bra da impiegare
in applicazioni tecniche e in
bioedilizia.
Per fare tutto ciò Bioinagro
ha dovuto fare i conti con la
necessità di alzare il livello
di produttività dal campo ai
prodotti fi niti, sperimentan-
do prototipi di essiccazione
mobile di biomasse con spe-
ciali pannelli fototermici, co-
nosciuti grazie al prof. Mario
Pagliaro del CNR di Palermo,
che hanno consentito di ri-
durre i costi energetici fi no
al 50%, così come ha testato
e messo a punto soluzioni di
agricoltura 4.0 per l’automa-
zione, il controllo e la mec-
canizzazione delle principali
operazioni colturali, come la
fertirrigazione e la raccolta
meccanizzata delle biomas-
se, spingendosi fi no alla spe-
rimentazione di processi di
estrazione green (senza sol-
venti chimico-sintetici).
Tutto ciò è stato possibile fa-
cendo squadra con i talenti
e gli innovatori presenti sul
territorio, come nel caso di
Agrowireless di RTW System,
una impresa dinamica specia-
lizzata nell’implementazione
di innovazioni in campo agri-
colo, ed avviando collabora-
zioni istituzionali con gli Enti
di Ricerca nazionali, come nel
caso dell’ENEA, con la quale
sono in atto raccordi scientifi -
ci fi nalizzati alla caratterizza-
zione delle diverse estrazioni
di interesse ricavate dai cla-
dodi di Ficodindia.
A partire dai primi mesi del
2020, i primi importanti ri-
sultati della bioeconomia cir-
colare della canapa e del fi co-
dindia, saranno verticalizzati
nel primo modello integrato
di bioraffi neria integrata in cui
i bioprocessi vengono imple-
mentati in Sicilia all’interno
delle fi liere agro-industriali
locali, laddove si generano le
biomasse per trasformarle in
materie prime e semilavorati
industriali per numerose ap-
plicazioni. Dall’alimentare, al
cosmetico, dal farmaceutico, a
quello ambientale della biore-
mediation e ad altre numerose
applicazioni a valore aggiunto.
Bioinagro sta dimostran-
do al proprio territorio che
è possibile fare agricoltura,
coniugando tradizione e in-
novazione, passato e futuro,
impiantando nuove fi liere
agro-industriali, laddove le
terre delle aree rurali interne
della Sicilia, prima sfruttate e
poi marginalizzate da modelli
di sviluppo agricolo non più
sostenibili, ora si candidano a
diventare il motore del nuovo
rinascimento agro-ecologi-
co siciliano in cui le piante
offi cinali, medicinali, i grani
antichi e le altre piante della
salute, le biomasse agro-indu-
striali, compresi gli scarti di
lavorazione sono valorizzati
in tutte le fi liere a valore, pri-
ma di estrarne energia o farne
compost.
Lo sviluppo locale di tipo
partecipativo, denomina-
to L.E.A.D.E.R., rappresenta
lo strumento più importante e
innovativo delle politiche co-
munitarie per lo sviluppo locale
integrato e sostenibile dei terri-
tori rurali.
L.E.A.D.E.R si basa sull'ap-
proccio di programmazione di
sviluppo locale “bottom-up” ge-
stita dai GAL (Gruppi di Azione
Locale), costituiti da partenaria-
ti pubblico-privati che operano
in territori rurali e montani di
dimensioni limitate con il com-
pito di elaborare e realizzare
strategie di sviluppo locale pi-
lota, innovative, multisettoriali
e integrate.
Asso Piemonte Leader è l’asso-
ciazione che riunisce i 14 GAL
del Piemonte per svolgere fun-
zioni di rappresentanza unitaria
presso le diverse istituzioni re-
gionali, nazionali e comunitarie.
Nata nel 2006, Asso Piemonte
Leader opera per trovare solu-
zioni condivise a problematiche
generali che interessano l'attività
istituzionale dei GAL e per fa-
vorire azioni di promozione dei
territori rurali piemontesi. Gli
organi tecnici e politici dell’asso-
ciazione si confrontano periodi-
camente attraverso l'Assemblea
degli associati, per giungere sem-
pre a soluzioni concertate e con-
divise, in particolare con i settori
della Regione Piemonte, con i
quali è ben consolidato un valido
rapporto di collaborazione.
Al metodo Leader viene rico-
nosciuto un ruolo strategico nel
favorire la coesione territoriale
e una crescita sostenibile, in-
clusiva e intelligente delle zone
rurali, tanto che gli viene desti-
nato almeno il 5% delle risorse
di ogni Programma di Sviluppo
Rurale di ogni Stato dell’Unione
e di ogni Regione italiana.
I 14 GAL Piemontesi coinvol-
gono 753 Comuni e operano
sul 64% del territorio regiona-
le, dove risiedono 1.100.000
abitanti. Nella passata pro-
grammazione comunitaria
2007-2013, i GAL hanno co-fi -
nanziato sui loro territori 1.085
investimenti di imprese e 782
interventi presentati dagli Enti
Locali, per un totale di 58,4 mi-
lioni di euro erogati attivando
investimenti complessivi per
oltre 96 milioni di euro.
Da ottobre 2016 i GAL pie-
montesi hanno avviato la pro-
grammazione per il periodo
2014-2020, con un budget del
6,4% del PSR pari a 65 milioni
di euro, di cui 51 destinati al so-
stegno degli investimenti delle
imprese e degli enti locali.
Ad oggi sono 1.120 le domande
di contributo già approvate dai
GAL, per un fi nanziamento
concesso di 31 milioni di euro,
pari al 60% delle risorse dispo-
nibili.
Le imprese fi nanziate, apparte-
nenti ai settori turistico-ricetti-
vo, agroalimentare, artigianato
tipico e forestale, collaborano
tra loro per il consolidamento
e la creazione di fi liere e reti tra
imprese, sia di tipo produttivo
che di servizi al turista e alla
popolazione; particolare im-
portanza è stata data dai GAL
al sostegno per la creazione di
nuove imprese, con 131 start-
up già avviate. Sono invece 311
i progetti attivati dagli enti pub-
blici locali, incentrati perlopiù
su azioni di recupero di beni ar-
chitettonici e del paesaggio ru-
rale, nonché per la creazione e il
potenziamento di infrastrutture
turistiche per l’outdoor.
L'Associazione Asso Piemonte
Leader è certa, sulla base degli
ottimi risultati che si stanno
ottenendo, che le risorse asse-
gnate non saranno suffi cienti a
soddisfare tutte le domande di
investimento e le progettualità
che si stanno sviluppando sui
territori dei GAL.
“Per questo stiamo richiedendo
alla Regione risorse aggiuntive,
che possano derivare da avanzi
ed economie su altre misure del
PSR - aff erma Claudio Amateis,
presidente dell’Associazione -.
Lo sviluppo partecipativo Lea-
der è un metodo che funziona
e i numeri lo stanno ancora una
volta dimostrando. Per questo
siamo pronti, come Associa-
zione, a partecipare, di concer-
to con la Regione Piemonte, ai
prossimi tavoli di programma-
zione del PSR 2021-2027, certi
di poter off rire il contributo dei
GAL per una effi cace ed incisiva
pianifi cazione della imminente
nuova programmazione”.
9Realtà eccellenti: L’agricoltura che cambiaScenariLunedì 23 Dicembre 2019
Idro Vs acqua Basilico torre verticale
Le vasche per la
sperimentazione dei nuovi
mangimi per pesci
Il coordinatore prof. Emilio Tibaldi con l'intero gruppo del progetto Sushin
■ AGER2 / SUSHIN è un progetto triennale teso a migliorare produttività e sostenibilità degli allevamenti ittici italiani
Nel futuro mangimi di nuova generazioneSarà elaborato un database sul valore nutritivo e la sicurezza alimentare dei nuovi ingredienti
■ IMPATTOZERO S.R.L. / Il network www.agricoltura2punto0.it punta a migliorare l’agricoltura e la sua redditività
Vegetali più nutrienti con #trattamentizeroAgricoltura 2.0 è un nuovo modello di agricoltura per investire ed andare a reddito
SUSHIN SUstainable fi SH
feeds INnovative ingre-
dients è un progetto triennale
teso a migliorare produttività
e sostenibilità degli alleva-
menti ittici italiani attraverso
l’uso di mangimi di nuova ge-
nerazione. Con esperimenti di
laboratorio e prove aziendali,
utilizzando avanzati metodi
di ricerca, il progetto valuta
valore nutritivo, risposta zo-
otecnica, benessere, qualità e
sicurezza alimentare di trota,
branzino ed orata alimentati
con diete dove i convenzionali
ingredienti proteici marini e
vegetali sono sostituiti da fonti
proteiche nuove o sottoutiliz-
zate quali le farine di insetti,
crostacei, microalghe e quelle
da sottoprodotti degli avicoli
destinati al consumo umano.
La messa a punto delle nuove
formulazioni sarà accompagna-
ta dall’analisi di alcuni fattori
determinanti per l’acquacoltura,
quali sostenibilità ambientale;
redditività dell'allevamento;
percezione e consenso del mer-
cato e del consumatore nei con-
fronti di pesci alimentati con i
nuovi mangimi.
Ma che cosa diff erenzia i nuovi
mangimi da quelli che vengo-
no usati attualmente? "Rispetto
a quelli in uso oggi - spiega il
prof. Emilio Tibaldi. coordi-
natore del progetto -, i man-
gimi allo studio minimizzano
l’apporto di alimenti derivanti
dallo sfruttamento di risorse
ittiche oceaniche. Ottimizzano
inoltre l’impiego di nuovi in-
gredienti quali farine di insetti
e di sottoprodotti avicoli a sca-
pito delle convenzionali fonti
proteiche vegetali. Si tratta di
alimenti sicuri per i pesci e per
il consumatore fi nale. All’anali-
si del ciclo di vita risultano ga-
rantire un’eccellente perfoman-
ce ambientale ai mangimi che li
includono".
In uno scenario globale futuro
di forte pressione sulle risorse
alimentari, il progetto è teso a
ridurre la dipendenza dell’ac-
quacoltura da risorse alimentari
di origine agricola e marina for-
temente contese tra settori zoo-
tecnici e alimentazione umana,
valorizzando l’uso mangimisti-
co di ingredienti più sostenibili
e conformi ai principi dell’eco-
nomia circolare.
"Sushin - sottolinea il prof. Ti-
baldi - mira inoltre ad assicura-
re produttività e redditività agli
operatori della fi liera, nonché
qualità e sicurezza dei prodotti
ittici da allevamento per il con-
sumatore".
Un primo risultato sarà la
produzione di un database sul
valore nutritivo e la sicurezza
alimentare dei nuovi ingre-
dienti destinato all’industria
mangimistica e agli operatori
della fi liera dell’acquacoltura
nazionale.
"Dal database e dagli esiti delle
prove di alimentazione origi-
neranno prototipi di mangi-
mi più sostenibili degli attuali
sotto i profi li zoo-economico,
ambientale e sociale - dichiara
Tibaldi -. Inoltre ci si attende
riscontri positivi delle diete
innovative sul benessere delle
principali specie ittiche allevate
in Italia e sulla qualità dei loro
prodotti derivati".
Sushin ha avuto inizio nel
febbraio 2017 ed è un proget-
to fi nanziato dal consorzio
AGER-“Agroalimentare e ri-
cerca” (www.progettoager.it),
costituito da un pool di fonda-
zioni di origine bancaria - sov-
venzione n. 2016-0112.
"Non è certamente il primo pro-
getto che aff ronta il tema in que-
stione - spiega Tibaldi -. Esso
tuttavia tratta lo studio di nuove
fonti alimentari per l’acquacol-
tura sotto una prospettiva ori-
ginale, non solo funzionale a
minimizzare l’inclusione delle
poco sostenibili farine di pesce
nei mangimi, ma diretta a limi-
tare l’uso di ingredienti proteici
vegetali ritenuti sempre meno
sostenibili, ma che attualmente
rappresentano componenti ri-
levanti delle diete commerciali
per la trota, l’orata e la spigola".
Abbracciando tutti gli aspetti
connessi allo studio e alla va-
lorizzazione di mangimi inno-
vativi, da quelli nutrizionali e
fi siologici alle ricadute econo-
miche e di mercato, Sushin si
avvale di competenze scienti-
fi che multidisciplinari e della
collaborazione di un ampio
partenariato che annovera enti
di ricerca ed università nazio-
nali quali: l’Ispra-Istituto supe-
riore per la protezione e la ri-
cerca ambientale; il Centro per
la ricerca e l’economia agraria
CREA-ZA, l’Istituto zooprofi -
lattico sperimentale dell’Abruz-
zo e del Molise, la Fondazione
Edmund Mach di S. Michele
all'Adige, l’università Politecni-
ca delle Marche, l’università di
Firenze e l’università di Udine
che coordina l’intero progetto.
Avere più nutrienti a trat-
tamenti zero, risparmian-
do acqua e con la massima ef-
fi cienza dell’operatore, oggi è
possibile.
Innovare può vuole dire tor-
nare alle origini mentre si
utilizzano nuove tecnologie.
ImpattoZero srl, crea ecosi-
stemi organici in simbiosi tra
piante e pesci, nei quali è sem-
pre presente il ciclo dell’azoto
e le piante esprimono il loro
massimo potenziale di cresci-
ta, mentre si allevano e si ven-
dono anche i pesci.
Se la quantità della sostanza
secca, determina la qualità dei
prodotti vegetali, ImpattoZero
ha fatto centro con pomodori
e basilico che lasciano i clienti
senza parole o a bocca piena,
mentre degustano i pomodori
o annusano le fragranze rima-
ste sulle dita, dopo aver tocca-
to l’erba aromatica.
La tecnica di coltivazione fuo-
ri suolo, permette di coltiva-
re in 1 metro quadro e senza
trattamenti, 36/144 piante
(torri verticali), risparmiando
il 90% di acqua, mentre l’ope-
ratore è sempre in posizione
eretta gestendo 500-700 torri
(4.500-18.000piante) senza
chinarsi mai.
Gestire un ecosistema vuol dire
meravigliarsi giorno dopo gior-
no di come le piante cambiano
crescendo, fasi fenologiche rit-
mate da un superiore benessere
della pianta, sapori migliori gra-
zie all’Acquaponica.
La storia ci indica gli antichi
babilonesi con i giardini pen-
sili, gli Yucatan in Messico e le
risaie, dove i pesci nei tempi
antichi erano presenti in agri-
coltura, ed il futuro viene dal
nostro passato.
La comunità europea vede
l’acquaponica come il futu-
ro dell’orticultura europea,
mentre Davide Balbi il pluri-
premiato CEO e fondatore di
www.agricoltura2punto0.it
ha sposato la green economy,
proponendo agli agricoltori di
fare di più con meno. Maggio-
re produzione, sovranità e si-
curezza alimentare, con fi liera
corta e bassa impronta carbo-
nio, per innovare il mercato
dell’agricoltura con un nuovo
modello di business.
Con il nome Agricoltura 2.0,
l’azienda propone a chi vuole
intraprendere in agricoltura,
di unirsi al team, fare squadra,
per creare un network di pro-
duttori che produce la massi-
ma qualità di vegetali organici
presenti nel mercato.
ImpattoZero segue il cliente
dalla prima analisi delle neces-
sità, passando per la progetta-
zione esecutiva ed i permessi a
costruire, fi no all’avvio ed alla
performance dell’impianto,
per vendere un prodotto su-
periore agli standard ai quali
siamo abituati.
In un mercato dove l’agricolto-
re è un “price taker”, innovare
deve voler dire portare solu-
zioni su tutti gli aspetti critici
del settore.
L’acquaponica è l’integrazione
dell’idroponica e dell’itticoltu-
ra. Mentre l’idroponica da sola
interrompe il ciclo naturale
delle cose, la sua integrazione
con l’itticoltura (RAS Recir-
culating acquacolture system)
permette di creare un ecosi-
stema naturalmente organico,
che grazie alla simbiosi tra
piante e pesci ed il naturale
ciclo dell’azoto, permette di al-
levare in modo salutare pesci e
contemporaneamente di colti-
vare in modo naturale vegetali
superiori.
La creazione e l’utilizzo
dell’IoT, da parte dell’azienda,
per il monitoraggio del ciclo
dell’azoto, dei parametri am-
bientali e vitali dell’acqua dà
la possibilità di interagire digi-
talmente con l’ecosistema. La-
voriamo per creare un sistema
gestionale autonomo.
La scelta e la coltivazione della
biodiversità esistente, tramite
market place, permettono al
consumatore di poter eserci-
tare la sovranità alimentare,
scegliendo digitalmente le va-
rietà orticole da far coltivare e
vedersele consegnate.
L’agricoltore, grazie ai processi
organici, l’Acquaponica ed il
market place, ha la possibili-
tà di smettere la posizione di
price taker e di aumentare la
redditività.
Il cliente grazie al rapporto
diretto con il cliente fi nale
può avere prezzi più bassi del
valore di mercato con prodotti
organici di qualità superiore.
Oltre all’IoT ed alle tecnologie
per allestire serre, l’azienda
off re strumenti come il no-
leggio operativo e l’analisi dei
bandi per le aziende agricole
esistenti.
“Solamente mettendo a di-
sposizione dei clienti la bio-
diversità, potremmo nutrirci
in modo salutare, salvandola
e custodendola per le future
generazioni” Davide Balbi –
ImpattoZero srl.
10 Realtà eccellenti: L’agricoltura che cambiaScenari
Lunedì 23 Dicembre 2019
■ CONSORZIO PATATA ITALIANA / Il territorio bolognese è depositario di una lunga tradizione agricola ed espressione d’eccellenze qualitative nel mondo patatitcolo
Agripat, Selenella e Patata di Bologna DopSinergie storiche che nascono da esigenze reali e che evolvono nell’interesse del consumatore
AGRIPAT è l’organizza-
zione che ben rappre-
senta l’eccellenza pataticola
emiliano romagnola: areali
vocati, una lunga tradizione
agricola, consolidata com-
petenza e costanti ricerca e
innovazione. “Agripat –af-
ferma il Presidente Matteo
Todeschini– opera, insieme
a Selenella e a Patata di Bo-
logna Dop, per la tutela di
una produzione d’eccellen-
za e la valorizzazione della
filiera. Le storie di Agripat
e dei due consorzi sono un
esempio di come le aggre-
gazioni, quando nascono
dal basso e da reali esigenze
dei produttori, possono ri-
velarsi virtuose. Viceversa,
quando un’aggregazione vie-
ne costruita su teorie poco
aderenti alle necessità del
comparto produttivo, diffi-
cilmente gli esiti sono all’al-
tezza delle aspettative. Frasi
come “serve più aggregazio-
ne” o “occorre fare sistema”
non devono essere usate
alla stregua di una formula
magica: chi invoca maggior
aggregazione, additando
presunte inefficienze altrui,
somiglia ai rivoluzionari
che, diceva Ennio Flaiano,
fanno barricate con le mo-
bilia altrui. Le aggregazioni
sono una buona cosa quan-
do derivano da esigenze rea-
li e creano sinergie identifi-
cabili e misurabili”.
Selenella rappresenta un in-
sieme di realtà commercia-
li e produttive coese, dove
ogni socio è un tassello fon-
damentale per garantire il
percorso d’eccellenza quali-
tativa che contraddistingue i
prodotti a marchio. “Insieme
ad Agripat -dice il Presidente
Massimo Cristiani- stiamo
portando avanti un percor-
so di rinnovamento varietale
che unisce attività di ricerca
e selezione. Tra le note più
positive, il recente amplia-
mento di gamma che ha
portato nuove opzioni all’in-
terno della grande famiglia
Selenella: alcuni mesi fa han-
no debuttato le Cipolle Se-
lenella, nelle versioni rossa,
bianca e dorata, e la Patata
Rosé. La strada da percorrere
è lunga, soprattutto se si vuo-
le arginare la volatilità dei
prezzi. Stiamo poi lavorando
al “Progetto cipolle”, volto a
tutelare sostenibilità etica ed
economica per l’agricoltore
garantendo alta qualità al
consumatore”.
“L’ottenimento della tutela è
per il Consorzio la naturale
evoluzione del riconosci-
mento di un prodotto del
territorio -spiega il presi-
dente Martelli- che come
tutte le Dop è prima di tutto
espressione dell’alto livello
qualitativo e di aggregazio-
ne del sistema pataticolo
bolognese e delle sue punte
di eccellenza”. Nel rispetto
di uno stringente discipli-
nare produttivo rispettoso
dell'ambiente e del terri-
torio, i soci del consorzio
valorizzano con passione
e dedizione la tipica bontà
della Patata di Bologna Dop.
“Grazie all’entrata in vigore,
dal 6 novembre, del progetto
COLTIVATORI DI VALORI
il consumatore sarà sicuro
ed informato su qualità e
tracciabilità del prodotto
che va ad acquistare e potrà
raggiungere ciascun produt-
tore sui suoi terreni, assapo-
randone storia e tradizione”.
“AGRIPAT guarda al futu-
ro con fiducia e con alcune
consapevolezze –prosegue
Todeschini- come le pro-
blematiche dei danni che
la produzione subisce da
parassiti come gli elateridi.
Dagli anni 90 ad oggi l’uso
di agrofarmaci si è ridotto
del 50%, ma mentre vieta-
re l’utilizzo di un principio
attivo efficace è un procedi-
mento rapido, sviluppare al-
ternative altrettanto efficaci
richiede anni e investimenti.
Nel 2019 i danni da elate-
ridi hanno assunto dimen-
sioni rilevanti, mettendo a
rischio il risultato econo-
mico di molti produttori. A
meno che non si pensi che
la soluzione sia aspergere
nei campi acqua benedetta,
il problema va affrontato in
modo immediato. Dovremo
poi rafforzare il dialogo con
la GDO, partner essenziale
per valorizzare il prodotto,
e rendere più esplicita la no-
stra vicinanza al consuma-
tore. Infine, per difendere al
meglio la nostra eccellenza
produttiva dovremo pre-
stare molta attenzione alla
spregiudicatezza di alcune
operazioni commerciali,
forse dettate dallo stato di
necessità di qualche singolo
produttore ma tali da gene-
rare compressioni dei prezzi
che impediscono il ricono-
scimento del giusto valore al
nostro prodotto”.
Massimo
Cristiani,
presidente
Consorzio Patata
Italiana di Qualità
- Selenella
Matteo Todeschini,
presidente Agripat Agripat
■ LEGACOOP FVG / Molluschi bivalvi: il grande lavoro svolto in Friuli Venezia Giulia
Zanutti per il Centro Tecnico Informativo“La commercializzazione avviene solo dopo l’ottenimento dei risultati dei prelievi analitici”
“L'obiettivo principale
è la promozione del
prodotto locale, tenendo alto
il livello di attenzione sul
prodotto alimentare, fi deliz-
zando i consumatori medi e i
consumatori fi nali, trovando
relazioni stabili”, le parole di
Gaetano Zanutti, Respon-
sabile del Settore Pesca per
LegaCoop FVG, indicano
chiaramente la strada da se-
guire. Il prodotto di cui parla
è rappresentato dai molluschi
bivalvi in regione e l’attività
per la loro sicurezza è un pro-
getto che parte da lontano:
“Siamo giunti alla terza revi-
sione di un protocollo di inte-
sa tra gli Operatori del Settore
Alimentare, la Regione Friuli
Venezia Giulia, le Aziende
Sanitarie, l’ArpaFVG, l’Isti-
tutoZooprofi lattico delle Ve-
nezie(incaricato di eff ettuare
le analisi). Un protocollo che
ha dei capisaldi imprescin-
dibili: l’unità d’intenti con
comunicazioni costanti dei
prelievi e dei risultati anali-
tici, sia eff ettuati in controllo
uffi ciali che in autocontrollo,
è uno di questi”. Alle spalle
c’è la costituzione di un cen-
tro tecnico informativo (CTI)
che riceve e rilancia tutte le
informazioni in materia sani-
taria: “I produttori, nei giorni
e dalle aree da cui vengono
eff ettuati i prelievi, non com-
mercializzano il prodotto.
La commercializzazione del
prodotto avviene solo dopo
l’ottenimento dei risultati dei
prelievi analitici. Solo così
si evitano i costosi e inutili
ritiri di materiale e si dà una
sicurezza massima al consu-
matore”. Nella Regione Friuli
Venezia Giulia, ci sono 4 re-
altà che lavorano insieme per
lo sviluppo del settore: Flag
GAC FVG, la commissione
consultiva locale, il tavolo
di coordinamento regionale
del settore ittico (divenuto
istituzionale ma su base vo-
lontaria) e il Centro Tecnico
Informativo: “Sono le 4 gam-
be di un tavolo con rapporti
costanti e continue condivi-
sioni. La gestione complessiva
è fatta da ACI pesca (Alleanza
delle cooperative) che attra-
verso la quotidiana presenza
su banchine e tavoli organiz-
zati, illustrano problemi e op-
portunità settoriali,trovando
il giusto e corretto equilibrio
tra tutte le realtà in gioco”, ha
concluso Zanutti.
È Antonio Paoletti, pre-
sidente della Gac Flag
Fvg, a parlare delle peculiari-
tà di questa realtà, indicando
con precisione anche quelle
che sono le sue aree d’azione:
“Il Flag Gac Friuli Venezia
Giulia è l’evoluzione del Grup-
po di Azione Costiera della
precedente programmazione.
Ricomprende i principali Co-
muni con importanti attività
di pesca e i primari mercati
ittici della regione: da Marano
Lagunare a Duino Aurisina a
Grado, nonché le tre principali
associazionidi categoria e le re-
altà sindacali della pesca, l’Area
marina protetta Miramare e un
porto nautico”. Uno dei punti
focali è l’attuazione del piano
d’azione: “Il Piano d’azione in
corso ha già previsto nel 2018 e
nel 2019 bandi per le imprese a
sostegno delle attività turistiche
come l’integrazione del reddi-
to della familiare, l’utilizzo di
nuove specie marine o di altre
fi no ad ora sottutilizzate, non-
ché per strutturare attività nel
campo della trasformazione e
della somministrazione, quali
nuove frontiere per le aziende
di pesca e acquacoltura. Ora
stiamo lavorando sulla valoriz-
zazione culturale delle zone di
pesca e sul patrimonio di me-
stieri”. E per il 2020 non man-
cano attività già programmate:
“Nel 2020 si avranno i progetti
dei Comuni del Flag Gac Fvg,
con la realizzazione del museo
della pesca a Grado, il rifa-
cimento di una via d’accesso
per il mercato nel Comune di
Duino Aurisina e il migliora-
mento dei servizi in banchina
a disposizione della piccola
pesca a Marano Lagunare. Nel
primo trimestre riapriranno i
bandi per le imprese, con ul-
teriori strumenti per proporre
sul mercato di nuovi prodotti”.
In un periodo particolarmente
complesso non mancheranno,
ovviamente, importanti sfi de
da aff rontare: “Sapere come sta
cambiando il mare ed educare
a una produzione e consumo
ittico sostenibile: nel Fvg c’è un
patrimonio scientifi co dedicato
al mare che deve dialogare con
più convinzione con il mondo
produttivo. Serve inoltre va-
lorizzare le produzioni ittiche
locali, il cosiddetto pesce po-
vero, verso i consumatori e la
ristorazione. Per questo ci im-
pegneremo nel creare momen-
ti di visibilità ed eventi promo-
zionali per l’intero comparto
della pesca e per i suoi prodotti,
come ad esempio nel caso dei
molluschi bivalvi sul fronte
della sicurezza alimentare”.
■ FLAG GAC FVG / Il Presidente Paoletti illustra le aree d'azione
Nuove sfi de importanti a partire dal 2020Tra i progetti i programma, la realizzazione del museo della pesca a Grado
11Realtà eccellenti: L’agricoltura che cambiaScenariLunedì 23 Dicembre 2019
■ GAL CILENTO REGENERATIO / Si lavora per la “Rural Revolution” per invertire alcuni fenomeni diseconomici
Grandi attività per la rinascita del CilentoNella programmazione europea 2007 - 2013 sono state realizzate circa 60 aziende attive con a capo giovani imprenditori
■ FLAG CILENTO MARE BLU / Il Flag Cilento Mare Blu presenta il “passaporto blu della pesca sostenibile cilentana”
Pesca nel Cilento: valore socio-economico e fattore aggreganteSi sta lavorando con grande attenzione per la tutela e la valorizzazione di questo patrimonio
Il Gruppo di Azione Locale
Cilento Regeneratio opera
in un’area territoriale di 43 Co-
muni del Cilento, patria della
dieta mediterranea, patrimo-
nio immateriale dell’umanità
UNESCO che ricadono geogra-
fi camente nella provincia di Sa-
lerno, in Campania. I gruppi di
azione locale (in breve G.A.L),
sono fi nanziati dall’Unione eu-
ropea, dal Fondo Feasr e ope-
rano per la valorizzazione e il
rilancio di aree con ritardo di
sviluppo a carattere prevalen-
temente rurale. Il GAL Cilento
Regeneratio è un partenariato
composto da soci pubblici e
privati, con capitale privato pre-
valente, attivo da quasi 10 anni
nel settore dello sviluppo locale,
implementando strategie dise-
gnate per favorire lo sviluppo
socio economico di un territo-
rio caratterizzato da immenso
patrimonio naturalistico e cul-
turale. “Nella programmazio-
ne europea 2007 - 2013, sono
state realizzate circa 60 azien-
de attive in settori del turismo
rurale e dell’artigianato, con a
capo giovani imprenditori”, ha
ricordato il coordinatore dal
Gal, Luca Cerretani. L’area, ca-
ratterizzata dal problema della
spopolamento tipico delle zone
rurali lontane dalle metropoli,
può rivivere un nuovo sviluppo
fornendo occasioni di lavoro a
giovani in una terra caratteriz-
zata da un potenziale enorme
sia naturale (è nell’area del Par-
co Nazionale del Cilento, Vallo
di Diano e Alburni - patrimo-
nio UNESCO) che culturale.
Uomo, natura e lavoro: il GAL
Cilento, per la programmazione
ora in corso, punta su questo pa-
radigma identitario come leva
di sviluppo per la rigenerazione
in un’unica essenza concettuale
(espressa nell’assioma “pro-
dotto/territorio”) delle fi liere
produttive storiche, enoagroa-
limentare, turistica, culturale e
ambientale. Il Cilento, dunque,
riscopre di essere la comunità
emblematica della dieta medi-
terranea assunta “Patrimonio
Immateriale dell’Umanità” in
sede UNESCO, grazie ad una
serie di interventi pensati per
questo territorio. Questa è la
ratio dei gruppi di azione lo-
cale, uno sviluppo bottom up,
che parte dal basso con gli attori
locali che si mettono insieme e
lavorano per lo sviluppo della
propria terra a cui si vuol dare
una nuova speranza. Con una
dotazione fi nanziaria pari a
7.056.865,56 euro, la strategia
di sviluppo per il periodo 2014
- 2020 “(chiamata “I borghi
della Dieta Mediterranea”), ha
in corso di fi nanziamento oltre
50 attività extragricole start up,
così come interventi per la cura
dei borghi, memoria storica
della dieta mediterranea. Una
menzione particolare merita un
progetto inserito tra le attività di
Cooperazione interterritoria-
le “Rural Food Revolution”: il
Cilento deve farsi portatore di
una vera e propria “Rural Re-
volution” in grado di invertire
alcuni fenomeni diseconomici
come l’eccessiva frammenta-
zione del suolo agricolo, acuita
ancor di più dalla storica inca-
pacità di organizzarsi in forme
associative. Un processo quanto
mai necessario per abbattere
i costi di produzione, unifor-
mare gli standard qualitativi e
raggiungere una massa critica
di prodotto tale da poter con-
certare azioni di ripristino della
fi liera corta e sperimentare, in
maniera sostenibile, agganci
a fi liere allungate e di nicchia.
Mauro Inverso, presidente del
GAL, guarda avanti: “L’idea è di
continuare sulla strada percorsa
che ci permetterà di chiudere
un decennio di programmazio-
ne con un bilancio nettamente
positivo, in termini di impatto
sul territorio. Dal 2010 al 2022,
termine di chiusura della stra-
tegia in corso, potremo dire di
aver impegnato risorse per oltre
15 mln euro (euro 7. 056.865,56
programmazione 2014 - 2020
/ oltre 8 milioni programma-
zione 2007 - 2013, grazie alla
premialità avuta dalla Regione
Campania per l’ottimo lavoro
svolto in termini di feedback
alle nostre iniziative). Il futuro e
l’esperienza ci dicono di andare
avanti ed andare oltre, facendo
del GAL una agenzia di svilup-
po capace di intercettare nuove
opportunità di cui deve farsi
portavoce. Questo è il motivo
che ci ha spinti ad attivare le
procedure per la costituzione di
un Distretto Rurale - Culturale,
denominato “Cilento Antico”
che consentirà di dare slancio
allo sviluppo dei territori imple-
mentando politiche ancora più
incisive il linea con la program-
mazione 2021-2027. Il territorio
come un’industria culturale. È
da questa idea che prende vita
il primo “Distretto Culturale
Cilento Antico”. Uno strumen-
to necessario per rigenerare in
sinergia le fi liere produttive e
quelle turistiche attraverso la
mappatura e la valorizzazione
dei valori reali del territorio e
della sua cultura”.
“Nel Cilento si pratica
principalmente la pic-
cola pesca artigianale. La fl otta,
composta quasi interamente
da piccole imbarcazioni, vede
protagonisti i pescatori e le loro
famiglie che con sacrifi cio e pas-
sione mantengono in vita un
settore messo a rischio dall'in-
vasione sul mercato di prodotto
extra territoriale proveniente
dalla pesca industriale. In tale
contesto il FLAG Cilento Mare
Blu, che coinvolge i comuni
di Agropoli, Castellabate, San
Mauro Cilento, Montecorice,
Pollica e Casal Velino, si è posto
come missione principale quella
di migliorare le condizioni di la-
voro dei piccoli pescatori.” Così
racconta il Presidente Mauro
Inverso riguardo al Cilento,
patria della Dieta Mediterranea
che rappresenta la Comunità
Emblematica cui l'UNESCO
ne ha affi dato la tutela e la va-
lorizzazione elevandola a Patri-
monio dell'Umanità. Nella “pi-
ramide alimentare” cilentana il
pescato rappresenta da sempre
la principale fonte di proteine.
Il settore ha mantenuto la sua
dimensione artigianale che ha
consentito il tramandarsi di una
tradizione unica e irripetibile.
“La pesca nel Cilento è una
vera e propria buona pratica in
termini di sostenibilità. Il suo
esercizio favorisce addirittura
il mantenimento di un eco-si-
stema in cui s'inserisce a pieno
titolo anche l'uomo”, aff erma il
Prof. Vincenzo Pepe, Presiden-
te Nazionale di Fare Ambiente
e socio fondatore del FLAG
Cilento Mare Blu: “In base al
tipo di pesca le barche si schie-
rano secondo una formazione
stabilita da tradizioni ereditate
dagli antichi greci che coloniz-
zarono Elea-Velia e Poseidonia
Paestum, il lembo Sud e quello
Nord della costa aff erente nel
FLAG Cilento Mare Blu. Qui
non è invasivo nemmeno lo
strascico, praticato con reti che
neanche sfi orano il fondale e
che sono tirate da piccole bar-
che spinte da deboli motori. In
questo territorio la biodiversità
naturale e quella umana hanno
sempre viaggiato insieme ar-
ricchendosi l'una dell'altra. E' il
caso delle mitiche “Alici di Me-
naica”, il cui nome evoca i clas-
sici omerici. Il prodotto fi nale è
un'alice unica, tenera, saporita
di fresco e di mare”. È chiaro che
un patrimonio del genere
vada tutelato e valorizzato
con l'aiuto del FLAG: il pe-
scato sostenibile cilentano
dev'essere distinto dal pe-
scato industriale. A ciò ha
mirato anche l'encomiabile
introduzione del Passaporto
Blu. In tal modo la cultu-
ra del pescato locale potrà
contaminare anche la fi liera
turistica.
“Le Misure del FLAG Cilen-
to Mare Blu sono disegnate
intorno alla pesca come
valore socio-economico
e come fattore antropolo-
gico-culturale aggregante
delle risorse territoriali per un
paradigma di sviluppo innova-
tivo e ri-qualifi cante della costa”,
dichiara Claudio Aprea, Pro-
gettista e Direttore del FLAG
Cilento Mare Blu: “Al momento
si stanno già progettando dei
percorsi turistici innovativi con
al centro il pescato, si sta rea-
lizzando un Manuale di Buone
Pratiche e di Ricerca/Azione
per la valorizzazione del pescato
nelle fi liere produttive locali e si
stanno formando trenta giovani
nel ruolo di operatori della fi -
liera culturale legata alla pesca.
Solo seguendo quest'orienta-
mento si potrà riuscire nell'in-
tento di diversifi care il settore
come ha chiesto l'Europa nella
Programmazione 2014/2020 e
proiettarci, da protagonisti, nel-
la prossima, 2021/2027”.
“La struttura”, conclude il Pre-
sidente, Ing. Mauro Inverso,
“è solida ed è formata dai
Sindaci dei sei Comuni,
Adamo Coppola, di Agro-
poli; Costabile Spinelli, di
Castellabate; Giuseppe Ci-
lento, di San Mauro Cilento;
Pierpaolo Piccirilli, di Mon-
tecorice; Stefano Pisani, di
Pollica; Silvia Pisapia, di Ca-
sal Velino; insieme con i soci
privati, Prof. Vincenzo Pepe,
Fare Ambiente; Gennaro
Scognamiglio, Unci Agroa-
limentare; Giuseppe Palma,
Asso Ittica; Paolo Conte,
Federpesca; le associazioni
locali di pescatori; la struttu-
ra tecnica costituita, dall'e-
sperto Direttore, Dott. Claudio
Aprea; da giovani dinamici e
volenterosi e dal Responsabile
Amministrativo, Dott. Pasqua-
le D'Alessandro. Una squadra
coesa e tenace, ben seguita dai
competenti referenti regionali,
che sta per la prima volta indi-
cando una svolta per il settore e
per le politiche di sviluppo loca-
le del Cilento”.
Il FLAG Cilento Mare Blu
presenta il "Passaporto
Blu della Pesca Sostenibile
Cilentana" presso la
Camera dei Deputati. Da
destra verso Sinistra:
Prof. Vincenzo Pepe,
Presidente Nazionale di
Fare Ambiente; Dott. Filippo
Diasco, Direttore Generale
Agricoltura, Caccia e Pesca,
Regione Campania; Dott.
Claudio Aprea, Direttore
FLAG Cilento Mare Blu; Ing.
Mauro Inverso, Presidente
FLAG Cilento Mare Blu
Da Sinistra il Prof. Vincenzo Pepe,
Presidente Nazionale di Fare
Ambiente e l'Ing. Mauro Inverso,
Presidente del FLAG Cilento MAre
Blu, presentano il "Passaporto Blu
della Pesca Sostenibile Cilentana"
nel corso della trasmissione RAI,
"Uno Mattina"
Mauro Inverso
Veduta del porto dal centro storico di Agropoli
12 Realtà eccellenti: L’agricoltura che cambiaScenari
Lunedì 23 Dicembre 2019