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TUTTO IL VALORE DI UNA VALLE Melinda cresce in un paradiso naturale, rispettato e protetto: la Val di Non. I componenti di quattromila famiglie se ne prendono cura con amore e sapienza. La raccolgono al momento giusto, affinchè sia sempre fresca e croccante. LE AZIENDE INFORMANO MIPAAF / Dal ministero delle Politiche Agricole alimentari e forestali una serie di misure di stimolo all’imprenditoria Agricoltura: un futuro da protagonista 600 milioni di euro nel triennio 2020-2022: azzeramento Irpef e altri interventi a sostegno del settore L e principali novità della Legge di Bilancio 2020 per il settore agricolo e agroalimentare sono state il- lustrate di recente dalla mi- nistra Teresa Bellanova. “L’agricoltura - ha afferma- to - è tornata nell’agenda economica da protagonista e ha avuto l’attenzione che merita, pur in un contesto di risorse limitate. Nei tre anni investiremo 600 milioni di euro per il sostegno al setto- re, con risorse che si aggiun- gono a quelle già attive. Ab- biamo mantenuto l’impegno di non aumentare le tasse agli agricoltori. Per questo sono soddisfatta dell’azzera- mento dell’Irpef per chi vive di agricoltura, che significa quasi 200 milioni di euro che lasciamo alle imprese per investire”. Due le misure dedicate, in particolare, alle donne e ai giovani. Si tratta del bonus “donna in campo”, un fon- do rotativo da 15 milioni di euro per garantire mutui a tasso zero per le donne che sono imprenditrici agricole o che lo vogliono diventa- re. Una misura concreta per favorire gli investimenti al femminile nel settore pri- mario, dove oggi una im- presa su tre è condotta da una donna. Per i giovani che aprono una impresa agri- cola sarà lo Stato a pagare i contributi previdenziali per i primi 24 mesi. Sono stati stati stanziati 44 milioni di euro di spesa per far nascere nuove giovani imprese e per semplificare la vita alle start up agricole condotte da un- der 40. “Abbiamo stanziato anche 30 milioni di euro per il so- stegno alle filiere e all’auten- tico Made in Italy e c’è una dotazione per affrontare l’e- mergenza della cimice asia- tica da 80 milioni di euro - ha proseguito la ministra -. Su questo fronte sappiamo che servirà fare ogni sforzo per aiutare le aziende colpi- te. Per la pesca abbiamo re- cuperato i ritardi e garantito l’indennità 2019 per i pesca- tori e lavoriamo per rendere strutturale la misura”. Tra le altre misure a favore dell’agricoltura, troviamo il fondo per la competitività delle imprese, che prevede 30 milioni di euro comples- sivi nel biennio 2020-2021 a sostegno dell’agroalimenta- re Made in Italy, con inter- venti per il rafforzamento della competitività delle filiere, a partire dalle pro- duzioni d’eccellenza e dai mercati più importanti. Per la filiera grano pasta sono previsti 30 milioni di euro per i contratti di filiera, a cui si aggiungono 10 milioni del 2019. 30 milioni di euro sono fi- nalizzati ad azzerare il co- sto delle garanzie per gli imprenditori agricoli e per facilitare l’accesso al credi- to per gli investimenti in innovazione tecnologica, agricoltura di precisione e tracciabilità dei prodot- ti, che è ormai sinonimo di blockchain, con rilevanti vantaggi sull’efficienza e l’ef- ficacia dei processi. È previsto inoltre un dise- gno di legge collegato alla manovra dedicato al settore agricolo, con il primo obiet- tivo di introdurre semplifi- cazioni e dare prospettiva e futuro alle imprese agricole. Uno strumento utile che si dovrà coordinare con il la- voro per il Piano strategico nazionale. Realtà eccellenti: L’agricoltura che cambia Anno 2019 N. 17 Lunedì 23 Dicembre

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TUTTOIL VALORE

DI UNAVALLE

Melinda cresce in un paradiso naturale, rispettato e protetto: la Val di Non.I componenti di quattromila famigliese ne prendono cura con amore e sapienza.La raccolgono al momento giusto,affi nchè sia sempre fresca e croccante.

L E A Z I E N D E I N F O R M A N O

■ MIPAAF / Dal ministero delle Politiche Agricole alimentari e forestali una serie di misure di stimolo all’imprenditoria

Agricoltura: un futuro da protagonista600 milioni di euro nel triennio 2020-2022: azzeramento Irpef e altri interventi a sostegno del settore

Le principali novità dellaLegge di Bilancio 2020

per il settore agricolo e agroalimentare sono state il-lustrate di recente dalla mi-nistra Teresa Bellanova.“L’agricoltura - ha afferma-to - è tornata nell’agenda economica da protagonista e ha avuto l’attenzione che merita, pur in un contesto di risorse limitate. Nei tre anni investiremo 600 milioni di euro per il sostegno al setto-re, con risorse che si aggiun-gono a quelle già attive. Ab-biamo mantenuto l’impegno di non aumentare le tasse agli agricoltori. Per questo sono soddisfatta dell’azzera-mento dell’Irpef per chi vive di agricoltura, che significa quasi 200 milioni di euro che lasciamo alle imprese per investire”.Due le misure dedicate, in particolare, alle donne e ai giovani. Si tratta del bonus “donna in campo”, un fon-do rotativo da 15 milioni di euro per garantire mutui a tasso zero per le donne che sono imprenditrici agricole o che lo vogliono diventa-re. Una misura concreta perfavorire gli investimenti al

femminile nel settore pri-mario, dove oggi una im-presa su tre è condotta da una donna. Per i giovani che aprono una impresa agri-cola sarà lo Stato a pagare i contributi previdenziali per i primi 24 mesi. Sono stati stati stanziati 44 milioni di euro di spesa per far nascere nuove giovani imprese e per semplificare la vita alle start up agricole condotte da un-der 40.“Abbiamo stanziato anche 30 milioni di euro per il so-stegno alle filiere e all’auten-tico Made in Italy e c’è una dotazione per affrontare l’e-mergenza della cimice asia-tica da 80 milioni di euro - ha proseguito la ministra -. Su questo fronte sappiamo che servirà fare ogni sforzo per aiutare le aziende colpi-te. Per la pesca abbiamo re-cuperato i ritardi e garantito l’indennità 2019 per i pesca-tori e lavoriamo per rendere strutturale la misura”.Tra le altre misure a favore dell’agricoltura, troviamo il fondo per la competitività delle imprese, che prevede 30 milioni di euro comples-sivi nel biennio 2020-2021 a

sostegno dell’agroalimenta-re Made in Italy, con inter-venti per il rafforzamento della competitività delle filiere, a partire dalle pro-duzioni d’eccellenza e dai mercati più importanti. Per la filiera grano pasta sono previsti 30 milioni di euro per i contratti di filiera, a cui si aggiungono 10 milioni del 2019.30 milioni di euro sono fi-nalizzati ad azzerare il co-sto delle garanzie per gli imprenditori agricoli e per facilitare l’accesso al credi-to per gli investimenti in innovazione tecnologica, agricoltura di precisione e tracciabilità dei prodot-ti, che è ormai sinonimo di blockchain, con rilevanti vantaggi sull’efficienza e l’ef-ficacia dei processi.È previsto inoltre un dise-gno di legge collegato alla manovra dedicato al settore agricolo, con il primo obiet-tivo di introdurre semplifi-cazioni e dare prospettiva e futuro alle imprese agricole. Uno strumento utile che si dovrà coordinare con il la-voro per il Piano strategico nazionale.

Realtà eccellenti:L’agricolturache cambia

Anno 2019N. 17

Lunedì 23 Dicembre

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2 Realtà eccellenti: L’agricoltura che cambiaScenari

Lunedì 23 Dicembre 2019

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Anno 2019 - N. 17 - Lunedì 23 Dicembre

Supplemento commercialeal numero odierno del Sole 24 ORE

Il CEO,

Sergio

Martines

■ CANAPAR / A Ragusa, nello stabilimento più grande e all’avanguardia in Europa, si estraggono principi attivi per il mercato cosmetico e farmaceutico

Canapar: dalla terra all’industria del farmacoNella campagna agricola del 2019 sono stati coltivati più di mille ettari di canapa industriale in Sicilia, Puglia e Campania

È iniziata la pianifi cazione

della campagna agricola

del 2020 che riparte dalla col-

tivazione della canapa e apre

nuovi scenari economici per

l'intero comparto agricolo e

industriale italiano. Ci crede

soprattutto Canapar, azienda

nata in Italia, a Ragusa, a metà

del 2018. Il progetto, pensato

da imprenditori ed esperti ita-

liani e presentato alle aziende

canadesi, big nel settore della

cannabis, è riuscito ad otte-

nere un fi nanziamento di 25

milioni di dollari canadesi,

pari a circa 17 milioni di euro.

A guidare la cordata, è Canopy

Rivers, braccio fi nanziario di

Canopy Growth, multinazio-

nale tra le più grandi e struttu-

rate al mondo.

"Come Canapar - commenta

Sergio Martines, CEO - siamo

convinti che per l'Italia l'agri-

coltura sia un motore di cresci-

ta e il ritorno alla coltivazione

della canapa industriale può

sorprendere molti analisti".

Nella prima campagna agri-

cola, quella del 2019, l'azienda

ha coltivato circa mille ettari

di canapa industriale da de-

stinare all’estrazione di CBD

(cannabidiolo), ha coinvolto

tre regioni del Sud Italia - Si-

cilia, Campania e Puglia -, ha

stretto collaborazioni con gli

agricoltori e le aziende locali e

ha in progetto di raddoppiare

il numero delle superfi ci col-

tivate nei prossimi anni.

Secondo Marcello Scarcella,

agronomo responsabile area

farming, “Canapar ha deciso

di puntare alla fascia meri-

dionale italiana perché nelle

regioni che presentano cli-

ma mediterraneo e maggiore

irraggiamento solare è pos-

sibile, tramite le giuste tec-

niche colturali, ottenere una

produzione qualitativamente

elevata ed essere competitivi

rispetto al resto d’Europa”.

A questo proposito, Giuliana

Martines, supply chain mana-

ger, dichiara "coltiviamo esclu-

sivamente le varietà iscritte nel

catalogo comune delle varietà

delle specie di piante agrico-

le. Si tratta di semi certifi cati

che ci consentono di produrre

biomassa con tenore di THC

inferiore allo 0,2 per cento,

così come previsto dall'ultima

riforma della PAC 2014-2020".

Sul fronte della ricerca, si è

stabilita una partnership con

il Dipartimento Agricoltura,

Alimentazione e Ambiente

dell’Università di Catania per

la messa a punto della tecni-

ca colturale e l’individuazione

delle varietà di canapa indu-

striale più adatte alle condi-

zioni pedoclimatiche dell’am-

biente mediterraneo. Per il

professore Paolo Guarnaccia

dell’Ateneo catanese, “grazie

alla collaborazione con Ca-

napar sarà possibile, in tempi

brevi, trasferire i risultati della

ricerca agronomica determi-

nando, da un lato, importanti

innovazioni sia di processo

che di prodotto in grado di

valorizzare le enormi poten-

zialità di questa coltura dai

molteplici utilizzi, e, dall’altro,

ricadute positive sul territorio

sotto gli aspetti della sosteni-

bilità ambientale, sociale ed

economica”.

Dalla terra all'industria, poi,

il passo per Canapar è breve.

A Ragusa, nello stabilimento

industriale più grande e all'a-

vanguardia presente in Eu-

ropa, si estraggono i principi

attivi da destinare al mercato

farmaceutico e a quello della

cosmetica. "L'impianto in Si-

cilia si occupa dell'estrazione

di cristalli di CBD che poi ver-

ranno utilizzati per una serie

di prodotti, da linee health e

beauty, e quindi tutto il merca-

to della cosmesi, fi no a prodot-

ti per l’industria farmaceutica.

Alcuni saranno prodotti in

Italia da aziende partner, altre

saranno terzisti che realizzano

i loro prodotti con il nostro

CBD", commenta Sergio Mar-

tines. Tantissime le potenzia-

lità e le esperienze messe sul

campo: un team specializzato,

una tecnologia innovativa e

unica nel suo genere, un ca-

nale diretto con gli agricoltori,

un ciclo chiuso che parte dalla

coltivazione tradizionale della

canapa e si trasforma in pro-

dotti di altissima qualità. Pro-

prio sul settore della bellezza,

è di recentissima acquisizione

il beauty brand Marishanti,

un progetto ideato da quattro

giovani imprenditori appas-

sionati di benessere, vivere

bene e canapa. Il brand com-

mercializza cosmetica all’olio

di canapa e CBD e una linea

di aromaterapia. I prodotti

sono completamente natura-

li, vicini alla terra e nel pieno

rispetto della natura e dell’am-

biente. È dello scorso agosto,

l’apertura a Noto, dopo quella

di Ragusa, della seconda bou-

tique del gruppo.

Il presidente di Federcanapa

Beppe Croce

■ RETE RURALE / Politiche UE vicine ai cittadini

L.E.A.D.E.R. per lo sviluppo sostenibileOltre 15.000 progetti per creare occupazione e migliorare la qualità della vita nelle zone rurali

Chi si occupa di politiche

di sviluppo non può non

conoscere LEADER, acronimo

di Liaison Entrée Actions de

Development de là Economie

Rural, è lo strumento più im-

portante delle politiche UE per

promuovere lo sviluppo soste-

nibile, inclusivo e intelligente

delle zone rurali; tanto che gli

viene destinato in media alme-

no il 5% delle risorse di ogni

Programma di Sviluppo Rurale

di ogni Stato dell’Unione e di

ogni Regione italiana ed è uti-

lizzato in circa il 70% del terri-

torio Europeo.

In Italia, in questa fase di pro-

grammazione delle politiche

UE (2014-2020), sono stati

selezionati 200 GAL -Gruppi

di Azione Locale, composti da

soggetti pubblici e privati, im-

pegnati nell’ideazione e realiz-

zazione di Strategie di Sviluppo

Locale sostenibili, integrate e

multisettoriali.

La Rete Rurale Nazionale e il

Centro di Politiche e Bioeco-

nomia del CREA (Consiglio

Nazionale per la ricerca in

agricoltura) hanno stimato che

entro il 2020 saranno fi nanziati

oltre 15.000 progetti, proposti

da operatori privati (aziende

agricole, artigiani, imprese del

turismo e dei servizi, associa-

zioni sociali-culturali e am-

bientaliste, ecc.) e da soggetti

pubblici (comuni, parchi na-

zionali/regionali, enti di ricer-

ca, enti di promozione, ecc.).

Un piccolo strumento come il

Leader con circa 900 milioni di

euro, in media 50mila euro per

progetto, contribuirà a sostene-

re la realizzazione di iniziative

di fondamentale importanza

per le comunità locali, concen-

trando gli investimenti verso le

piccole imprese e micro-comu-

ni (con < di 5.000 abitanti) che

presentano maggiori elementi

di marginalità e incontrano

maggiori diffi coltà, per caren-

ze informative e professionali,

nell’accesso ai contributi.

Si tratta di una politica di soste-

gno di cui benefi ciano migliaia

di luoghi (comuni, paesaggi, ri-

serve naturali, ecc.), di imprese

(agricole, artigianali, manifat-

turiere, dei servizi), di struttu-

re rurali (edifi ci pubblici, case,

strade, ecc.), di beni culturali

(materiali e immateriali) e, so-

prattutto, persone che potran-

no continuare a vivere nella

propria terra d’origine, vedere

migliorare le proprie condizio-

ni di vita e avere occasioni di

occupazione.

Federcanapa è nata nel

2016 poco prima del

varo della legge sulla cana-

pa industriale (242/2016),

con l’obiettivo di favorire il

decollo del settore nazionale

dopo cinquant’anni di oblio.

Come mostrano le esperien-

ze qui presentate, i nostri

associati operano su appli-

cazioni innovative rispetto

al passato. Non più lenzuola

della nonna, tele di artisti o

vele marinare, ma composi-

ti per automotive, materiali

per bioedilizia e soprattutto

prodotti per la salute e la

cura. Ciò che oggi attira i

mercati infatti non è solo la

formidabile fibra della ca-

napa, ma anche i suoi semi,

ricchi di acidi grassi polin-

saturi ideali per la nutrizio-

ne umana e la prevenzione

di disturbi cardiovascolari,

e le sue infiorescenze, con-

tenenti più di 500 princìpi

attivi, di cui oltre un centi-

naio di quelle molecole spe-

ciali chiamate cannabinoidi.

Il più noto storicamente è

il THC, l’unico con effetto

psicotropo. Ma negli ultimi

decenni la ricerca ha dimo-

strato che altri cannabinoi-

di, a partire dal cannabidio-

lo (CBD), sono in grado di

svolgere importanti funzio-

ni salutistiche e terapeuti-

che, senza effetto drogante.

Questa scoperta ha aperto

un mercato mondiale di

enorme interesse nella pro-

duzione alimentare, nella

cosmesi e nella farmaceu-

tica, guidato soprattutto da

imprese canadesi, statuni-

tensi e cinesi. Ma in Italia,

un tempo regina della cana-

pa, il settore stenta a decol-

lare. A tre anni dal suo varo,

le disposizioni della legge

242 ancora non sono attuate

e la canapa continua ad es-

sere trattata dalla normativa

innanzitutto come pianta da

droga. Soprattutto se si trat-

ta di estratti dal fi ore, come

il CBD, per quanto privi di

eff etto drogante. Una norma-

tiva incompleta e la confu-

sione tra ciò che è droga e ciò

che è biomassa industriale

non consente alle nostre im-

prese di operare ad armi pari

con le aziende americane o

tedesche. Per stimolare un

cambio di marcia nazionale,

Federcanapa presenterà alle

istituzioni a gennaio 2020 un

dossier di proposte curato

con i suoi esperti.

■ FEDERCANAPA / Da una coltura millenaria nuove frontiere applicative

Il riscatto della canapaUna pianta agricola fonte di benessere e salute

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L’obiettivo principale di

DELTA 2000 è quello di

valorizzare in modo integrato

e organico le risorse economi-

che e le eccellenze ambientali,

storico-culturali presenti nel

territorio, al fi ne di innescare un

processo di sviluppo locale sulla

base dell’autorappresentazione

delle comunità. Il GAL agisce

mediante il coinvolgimento di

tutte le forze presenti sul territo-

rio, attraverso l’instaurazione di

un clima di fi ducia, che susciti

negli operatori economici la vo-

lontà di intraprendere.

Con l’identifi cazione, la pro-

gettazione e l’attuazione di in-

terventi volti alla crescita e al

sostegno dell’economia locale,

si vuole creare opportunità si-

gnifi cative per lo sviluppo del

territorio. L’attenzione e l’im-

pegno sul sistema delle risorse

e delle potenzialità locali e sul

sistema delle criticità dell’area.

Il GAL DELTA 2000 si pone

come strumento tecnico per

l’ideazione, la progettazione,

l’attuazione, il coordinamento e

la gestione di azioni e progetti

riferiti a programmi europei, al

servizio degli Enti Locali, delle

Associazioni, degli operatori e

dell’intera collettività.

La strategia è basata sul prin-

cipio del bottom-up: la pro-

gettualità e le linee di sviluppo

vengono defi nite attraverso

un procedimento “dal basso”,

mediante la consultazione e la

concertazione con tutti gli attori

economici del territorio.

In questi anni Il Gruppo di

Azione Locale (GAL) di DEL-

TA 2000 si è impegnato in oltre

500 progetti locali fi nanziati con

Fondi Europei, oltre 40 proget-

ti di cooperazione e sono stati

attivati oltre 50 milioni di € di

risorse pubbliche.

La presenza di emergenze am-

bientali naturalistiche, le nu-

merose eccellenze enogastro-

nomiche, la presenza di corsi

d’acqua interni, lagune e valli,

la presenza della area umida

più importante d’Europa sono

alcuni degli elementi che hanno

consentito in questi anni di far

acquisire all’area un crescente

prestigio, stimolando interventi

da parte di operatori privati e

operatori pubblici.

L’aumento dell’off erta di servizi,

attrezzature ed eventi in termi-

ni di prodotto natura e verde è

il frutto della condivisione di

strategie, di intenti e di azioni

da parte sia dei soggetti privati

sia dei soggetti pubblici: i primi

infatti hanno risposto con la

creazione di agriturismi, strut-

ture ricettive e servizi rurali, bed

& breakfast, i secondi hanno

adottato politiche e con esse

iniziative dirette alla struttura-

zione, promozione e valorizza-

zione del territorio.

"Grazie ai fondi attivati dl GAL

DELTA 2000 - aff erma Loren-

zo Marchesini, presidente del

GAL -, la risposta del terri-

torio non si è fatta attendere.

Gli operatori pubblici e privati

hanno realizzato interventi e

progetti che hanno consen-

tito di raff orzare e tipicizzare

l’off erta deltizia, accrescere

le dotazioni e le attrezzature

per un turista 'verde' sempre

più esigente, anche creando e

raff orzando reti tra operatori

e interventi pubblici/privati.

Così che si registra un trend

in aumento dei i fl ussi turistici

connessi con il turismo ver-

de, il Parco del Delta, lo slow

tourism, l’enogastronomia, il

birdwatching, il cicloturismo.”

Attualmente il GAL DELTA

2000, grazie ai fondi della

Misura 19 del Piano di Svi-

luppo rurale della Regione

Emilia-Romagna 2014-2020,

sta fi nanziando progetti di

sviluppo con una dotazione

fi nanziaria di oltre 10 milioni

di euro in un territorio che

comprende 17 comuni com-

presi nella macro-area del

Parco regionale del Delta del

Po. Una strategia che si fonda

su due assi strategici portanti:

il turismo sostenibile e la cura

e valorizzazione del paesaggio.

3Realtà eccellenti: L’agricoltura che cambiaScenariLunedì 23 Dicembre 2019

■ DELTA 2000 / Da oltre 20 anni il GAL, grazie ai fondi europei per lo sviluppo rurale, promuove interventi rivolti alla crescita e al sostegno dell’economia locale

Alla scoperta delle meraviglie del territorioMolti i progetti attivati. Fra le iniziative messe in campo, spicca la realizzazione del brand turistico “I Love Po Delta”

Turismo sostenibile e valorizzazionedel paesaggio

Le focus area strategiche per il turismo sostenibile e la va-

lorizzazione e del paesaggio individuate dal GAL sono tre.

La prima è stata battezzata Il Delta del Po: risorsa per lo

sviluppo sostenibile dell’economia locale, perché la qualità

e sostenibilità sono gli elementi vitali per il successo di un

prodotto o località turistica. Assicurare il costante miglio-

ramento della qualità di una destinazione turistica, nel suo

complesso o delle singole attrazioni e servizi al suo interno,

è un processo continuo che coinvolge operatori istituziona-

li, economici e turistici, nonché la popolazione locale.

La seconda è stata defi nita Il Delta del Po: prendiamocene

cura. In particolare si intendono aff rontare due temi legati

al paesaggio: creare una cultura del paesaggio e una prati-

ca della sua cura. Pertanto accanto alle azioni politiche di

governo occorre affi ancare azioni di progettazione e gestio-

ne del territorio, dell’ambiente e del paesaggio che possono

intervenire nell’immediato e generare cambiamenti urgen-

ti e decisivi di tutela e di valorizzazione.

La terza è Il Delta del Po: un tesoro da svelare al mondo.

Comunicare in modo mirato ed effi cace l’intreccio virtuoso

tra risorse ambientali, sostenibilità e sviluppo del territorio

dove i concetti chiave sono legati alla conoscenza per l’in-

novazione e dallo sviluppo locale ad un’ economia aperta,

attraverso lo sviluppo di reti di collaborazione e partena-

riati per innovazione sociale e aumento della competitività.

La strategia di sviluppo si concretizza con la realizzazione

di progetti concreti che vedono protagonisti imprese agri-

cole, imprese turistiche, Comuni, Enti Parco, Università

ed altri soggetti locali con: la creazione di nuovi servizi

turistici, la realizzazione del Masterplan dell’intermodali-

tà per collegare i principali punti di interesse turistico con

una mobilità “dolce”, promuovendo i collegamenti in bici,

barca e a piedi; con torrette di osservazione, percorsi per

migliorare la fruizione, la valorizzazione degli Ecomusei

del Delta, la International summer school per il paeasaggio

e i progetti di educazione ambientale per far crescere l’at-

tenzione a prendersi cura del patrimonio ambientale cul-

turale in si vive, e molto altro ancora. Spicca l’azione faro

"Le porte del Delta: allestire i confi ni naturali del parco, con

la realizzazione di porte di accesso al Parco localizzate in

punti strategici di ingresso nel Delta che rappresenteranno

anche un esempio di “Land Mark”. E la valorizzazione

delle stazioni ferroviarie come vere e proprie Stazioni di

ingresso al territorio Leader del Delta emiliano romagnolo,

in particolare quelle localizzate nei centri minori che posso-

no fungere da punto partenza e di interscambio con bici o

altri mezzi di trasporto per le visite nei luoghi più suggestivi

del Delta.

Il nuovo brand "I love Po Delta"Nell'ambito del turismo sostenibile, Delta 2000 porta avan-

ti molte attività che riguardano il brand “I Love Po Delta”.

In particolare, è stato elaborato un piano di marketing

turistico per il Delta emiliano-romagnolo che comprende

una serie di attività per la diff usione e l’implementazione

del brand, oltre a varie iniziative tra le quali sicuramente le

più importanti sono la “Primavera Slow” e l’International

Po Delta Birdwatching Fair (Fiera Internazionale del Bir-

dwatching e del Turismo Naturalistico).

Gli eventi di Primavera Slow 2020 avranno luogo dal 21

marzo al 21 giugno (per un totale di 13 settimane) nel

Parco del Delta del Po e riguardano una raccolta di pro-

poste di itinerari e di visita da parte degli operatori privati

e pubblici del territorio; mentre la X edizione della Fiera

Internazionale del Birdwatching e del Turismo Naturalisti-

co si terrà dal 30 aprile al 3 maggio 2020 a Comacchio. Si

tratta dell’unico Country event, ideato nel 2004 da DELTA

2000, specializzato e professionale, in cui oltre a incontrare

le aziende, a provare le attrezzature sul campo e scoprire

off erte sulle mete turistiche naturalistiche internazionali, i

visitatori si troveranno nel cuore del Parco del Delta del Po,

dove potranno scoprire il suo inestimabile patrimonio na-

turalistico a piedi, in barca, in bicicletta o a cavallo. Per ul-

teriori informazioni visitare il sito www.primaveraslow.it

DELTA 2000 nasce nel 1994 come asso-

ciazione senza fi ni di lucro e nel 1996 di-

venta società consortile a responsabilità

limitata.

Inizialmente era composta da 9 soci

fondatori (Comune di Berra, Comune

di Codigoro, Comune di Massafi scaglia,

Comune di Ostellato, Sipro, Sorgeval,

Cescon, Consorzio S.A.I.C.O., Consorzio

Progest) a cui si aggiunsero Provincia di

Ferrara, Camera di Commercio di Fer-

rara, gli ulteriori Comuni dell’area del

Basso Ferrarese e le Associazioni di ca-

tegoria.

Nel 2000 fu estesa anche all’area raven-

nate con l’ingresso della Provincia di

Ravenna, Camera di Commercio di Ra-

venna, Comuni di Alfonsine, Bagnaca-

vallo, Cervia, Conselice, Ravenna, Russi,

Associazioni di categoria della provincia

di Ravenna, e inoltre dell’Ente di Gestio-

ne per i Parchi e la Biodiversità - Delta

del Po (ex Consorzio del Parco Regionale

del Delta del Po) e operatori privati delle

province di Ferrara e Ravenna.

Attualmente la compagine sociale di

DELTA 2000 è composta da 64 soci,

rappresentanti L’Ente di Gestione per i

Parchi e la Biodiversità - Delta del Po,

CCIAA e Province di Ferrara e Raven-

na, Comuni, Associazioni di categoria e

imprese delle province di Ferrara e Ra-

venna e esprime in maniera equilibrata

il partenariato locale, rappresentando le

principali componenti istituzionali, eco-

nomiche e sociali del territorio.

Per maggiori informazioni visitare il sito

www.deltaduemila.net

Chi è DELTA 2000

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Il GAL GardaValsab-

bia2020 occupa il terri-

torio montano collocato al

margine orientale della Re-

gione Lombardia e appar-

tenente ai bacini idrografici

del Sarca-Mincio (Garda)

e dell’Oglio, sottobacino

del Chiese (Valle Sabbia).

Il Lago di Garda e del Lago

d’Idro rendono unico il pa-

esaggio, il valore ambientale

e la biodiversità dell’area di

intervento.

Il Gal nasce nel 2001 con

un Piano di Sviluppo Locale

(PSL) fortemente incentrato

sulla valorizzazione del tu-

rismo rurale per occuparsi,

dal 2007 al 2014, della vi-

vacità della comunità locale

con il PSL denominato “Or-

goglio rurale”. Nell’attuale

programmazione il GAL si

occupa della valorizzazione

delle filiere agroalimentari

mediante un approccio par-

tecipativo finalizzato a raf-

forzare le reti locali e l’inte-

grazione tra i diversi settori

economici del territorio.

Il territorio del GAL Garda-

Valsabbia2020 si estende per

una superfi cie di 1.074,60

km2, suddivisa amministra-

tivamente fra 43 comuni, di

cui 25 ricadenti nel territorio

della Comunità Montana di

Valle Sabbia, 9 in quello della

Comunità Montana del Par-

co Alto Garda Bresciano e 9

nel territorio della Valtenesi.

Il territorio dei Comuni

che appartengono al GAL

si caratterizza per l’elevato

numero di prodotti tipici,

riconosciuti ufficialmente

come tali anche da Regione

Lombardia. L’ampiezza del

numero dei prodotti corri-

sponde alla grande varietà

delle condizioni morfologi-

che del territorio di riferi-

mento, che racchiude tanto

ambienti alpini e prealpini

che ambienti mediterranei.

Tra le eccellenze del territo-

rio spiccano le produzioni

lattiero casearie della mon-

tagna, tra cui i formaggi

d’alpeggio quali il Bagoss,

il Tombea e il Garda e le

formaggelle di Tremosine e

della Valle Sabbia. Nell’area

benacense è significativa la

produzione di olio d’oliva di

alta qualità e dei vini della

Valtenesi.

La biodiversità del terri-

torio è particolarmente

elevata, in particolare nel

Parco Regionale Alto Gar-

da Bresciano, dove sussiste

un consistente sistema di

conservazione della natura

appartenente alla rete eu-

ropea Natura2000, che ha il

proprio cuore del territorio

della Valvestino.

Al fine di valorizzare il pro-

prio territorio, il Gal Gar-

daValsabbia2020 si occupa

- attraverso bandi di eviden-

za pubblica rivolti ai diversi

soggetti pubblici e priva-

ti - di progetti innovativi e

di cooperazione a sostegno

delle filiere produttive e

della fruizione turistica del

territorio.

Off re costante assistenza

tecnica alla concertazione e

alla progettazione per inte-

grare le iniziative pubbliche e

private, informa e diff onde i

risultati raggiunti, raff orza la

consapevolezza dell’impor-

tanza del fare sistema, dando

vita a relazioni virtuose tra

comunità e territori.

Attualmente il GAL sta

avviando le riflessioni sui

nuovi scenari di sviluppo in

vista della programmazio-

ne post 2020, portando al

centro della propria attività

l’idea di lavorare alla costru-

zione di una Comunità In-

traprendente al fulcro della

cui attività vi sia la capacita

di costruire reti e la coope-

razione generativa di nuove

opportunità di lavoro e di

professionalità fortemente

legate al territorio.

In questo contesto è impor-

tante l’esperienza di coope-

razione internazionale che il

GAL ha avviato con il pro-

getto denominato “JoIN -

Job Innovation and Networ-

king in the rural area” che,

unitamente ai GAL Lombar-

di Val Brembana2020 e Valle

Seriana e Laghi Bergamaschi

e ai GAL Castagniccia Mari

e Monti (Corsica), GAL

Haute Provence Luberon

(Provenza, Francia), e GAL

Alt-Urgell Cerdanya (Cata-

logna, Spagna), ha avviato

un laboratorio europeo di

sperimentazione e scambio

di buone pratiche su lavoro

e ruralità.

4 Realtà eccellenti: L’agricoltura che cambiaScenari

Lunedì 23 Dicembre 2019

■ GARDAVALSABBIA2020 / Svolge attività a sostegno di prodotti turistici, agricoli, artigianali e silvicoli, salvaguardandone l’identità e la qualità

Un paesaggio vario e di grande bellezzaCostruire relazioni, integrazioni e cooperazione tra soggetti, progetti, territori e bisogni, al fi ne di creare un "sistema"

La cooperazione transnazionaleper l’innovazione di sistema

Il confronto con altre realtà e altri soggetti al di fuo-

ri del proprio territorio di competenza è uno degli

strumenti principali che possono raff orzare la capa-

cità progettuale e gestionale dei GAL. La valorizza-

zione degli aspetti e dei temi locali viene incentivata

attraverso l’elaborazione di progetti pluriennali in

cooperazione con altri GAL europei. Il Gal Garda-

Valsabbia2020 ha candidato con successo - per la pro-

grammazione 2014/2020 - due progetti che aff rontano

temi cruciali per il territorio: l’innovazione nel mondo

del lavoro giovanile nelle aree rurali e gli scenari di

sviluppo dell’olivicoltura di qualità.

In entrambi i casi, partendo dalle risorse del territorio,

si punta a costruire reti attive e partecipate di operatori,

appartenenti a diverse fi liere e settori, che possano non

solo confrontarsi, bensì essere propulsori di nuove idee.

Il progetto “JoIN - Job, Innovation and Networking in

Rural Areas”, che si concentra sul tema dell’innova-

zione nel mondo del lavoro nelle aree rurali. Il pro-

getto “Scenari futuri e prospettive dell’olivicoltura di

qualità”, che intende invece costruire una rete di Gal

e di operatori economici che possano collaborare sul

tema degli scenari futuri dell’olivicoltura di qualità,

anche in considerazione delle nuove sfi de ambientali,

generate dagli eff etti dei cambiamenti climatici sulla

vitalità delle colture, sono gli ultimi esempi di una lun-

ga serie di attività internazionali avviate a partire dal

2007 con un progetto di cooperazione con il GAL delle

Highlands scozzesi sulla valorizzazione delle capacità

artistiche di lavorazione del legno. La cooperazione è

proseguita per tutti gli anni successivi con progetti sul

confronto qualitativo dell’off erta del turismo rurale

(Progetto “Green Line”).

La progettazione a supporto del territorioPer favorire la capacità progettuale del territorio e la

generazione di progettualità complesse nel fragile con-

testo del territorio rurale e montano il GAL GardaVa-

slabbia2020 affi anca e supporta, fi n dalle sue origini,

gli enti locali e i propri soci pubblici e privati nello svi-

luppo di studi e progetti ed in alcuni casi anche nella

realizzazione di servizi in ambito ambientale.

In altre parole il GAL opera come fosse un’Agenzia di

Sviluppo capace di generare opportunità e di soste-

nere i partner nella ricerca di soluzioni, nella regia e

nell’attuazione di processi e di progetti di dimensione

territoriale.

Tra i progetti più signifi cativi di cui il GAL si è occupa-

to si ricordano l’organizzazione e la gestione delle visi-

te guidate alla Rocca d’Anfo, l’apertura e la gestione di

un punto per la valorizzazione dei prodotti locali sito

in Salò e denominato “Green Corner”, la gestione del

progetto “Carta Europea del turismo sostenibile” per

conto del Parco Alto Garda Bresciano e la redazione e

la gestione del progetto “Garda Innova”. Attualmente

il GAL sta collaborando con il Comune di Gardone

Riviera e il Parco Alto Garda Bresciano nell’attuazione

di un progetto fi nanziato da Fondazione Cariplo per

la valorizzazione dell’ex Casino di Gardone Riviera e

nella gestione amministrativa di un progetto regiona-

le di aiuti alle piccole attività commerciali e turistiche

dell’Alto Garda (ASSET).

Il Garda e le attività outdoor

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Il Bagoss, uno dei formaggi tipici del territorio

Gli oliveti e l'olio extra vergine di oliva

Page 5: Anno 2019 N. 17 Lunedì 23 Dicembre che cambiaminisiti.ilsole24ore.com/scenari-dicembre... · economica da protagonista e ha avuto l’attenzione che merita, pur in un contesto di

In Toscana il progetto Lea-

der vanta 30 anni di espe-

rienza. In dettaglio sono sono

stati stanziati 341 milioni

di euro per un totale di 200

milioni di contributi erogati.

Finora sono stati realizza-

ti 5.174 progetti che hanno

coinvolto 181 Comuni.

I GAL Toscani che fanno parte

del Leader 2014-2020 sono 7.

Il GAL Appennino Aretino

(www.galaretino.it) compren-

de 30 Comuni. "Tanti piccoli

progetti che fanno grande

il territorio". Due sono gli

ambiti tematici strategici. Il

primo è il sostegno ai servizi

alla popolazione e alla frui-

bilità delle risorse culturali e

ambientali nelle zone rurali

e il secondo è il sostegno allo

sviluppo economico delle im-

prese nelle zone rurali. I due

ambiti collegano le misure de-

stinate agli Enti pubblici con

quelle destinate alle imprese

in un unico grande progetto

integrato per un territorio

che richiede primariamente

il sostegno sia ai servizi alla

popolazione che allo sviluppo

economico locale.

Il GAL Etruria (ww.galetru-

ria) comprende 32 Comuni.

"I progetti integrati d'Area e il

coinvolgimento delle comuni-

tà locali come strumento per

la valorizzazione dell'iden-

tità territoriale". L’obiettivo

principale è la valorizzazione

della qualità e dell'identità

territoriale fi nalizzata al con-

solidamento di una competi-

tività del territorio consape-

vole e sostenibile, capace di

mantenere/potenziare le re-

sidenze traguardando obiet-

tivi di sviluppo turistico. Le

azioni strategiche trasversali

riguardano lo stimolo alla de-

fi nizione di Progetti Integrati

di Area pubblico-privati e il

coinvolgimento attivo delle

comunità locali.

Il GAL FAR Maremma (www.

farmaremma.it) comprende

26 Comuni. "L'innovazione

sociale e il metodo LEADER:

insieme verso un nuovo mo-

dello di economia comunita-

ria". L'obiettivo principale è il

sostegno al turismo sostenibi-

le e responsabile per dare im-

pulso alla crescita economica

e all'occupazione del terri-

torio contribuendo anche al

miglioramento della qualità

della vita nelle aree rurali.

Il GAL Leader Siena (www.

leadersiena.it) comprende 29

Comuni. "La programmazio-

ne dal basso come elemento

di crescita dei territori". L’o-

biettivo principale è la va-

lorizzazione del patrimonio

culturale/artistico/architet-

tonico e delle produzioni di

qualità (agricole, agroalimen-

tari, extra agricole) legate e

collegate dal settore che oggi

appare uno dei più dinamici:

il turismo, che benefi cia di

entrambi questi due punti di

forza caratterizzanti dell'area

senese.

Il GAL Montagnappennino

(www.montagnappennino.

it) comprende 27 Comuni.

"La progettazione integrata:

un'opportunità per le Comu-

nità rurali". All’obiettivo prin-

cipale “Riqualifi cazione dei

centri storici e del contesto

paesaggistico agro-silvo-pa-

storale ad essi collegato” si

associano la “diversifi cazione

delle attività economiche del

territorio rurale” e il “soste-

gno alla tutela, valorizzazione

e riqualifi cazione del patri-

monio rurale del territorio

(storico culturale, ambien-

tale)”, mentre gli obiettivi

trasversali sono: energie rin-

novabili, inclusione sociale,

tutela biodiversità.

Il GAL Sviluppo Lunigiana

(www.sviluppolunigiana.it)

comprende 14 Comuni. "Il

GAL Lunigiana avvicina il ter-

ritorio all'Europa". L'obiettivo

principale è quello di aff er-

mare un modello di sviluppo

incentrato sul turismo soste-

nibile. La strategia pone in

essere iniziative di sostegno

e sviluppo del territorio per

valorizzare la Lunigiana come

luogo di destinazione turi-

stica. Per tali ragioni diventa

importante strutturare un

programma di investimenti

integrati e coordinati, capaci

di coinvolgere, sul medesimo

obiettivo, tutti i soggetti ope-

ranti al fi ne di condividere

totalmente un nuovo approc-

cio fondato sul principio di

appartenenza in un territorio

unico che metta al centro il

turista e il cittadino.

Il GAL Start (www.gal-start.

it) comprende 23 Comuni.

"Innovazione come motore di

sviluppo per i territori GAL".

L’obiettivo principale è l’inno-

vazione in campo agricolo e

forestale. La misura relativa

al “Sostegno a progetti pilota

e allo sviluppo di nuovi pro-

dotti, pratiche, processi e tec-

nologie” favorisce l’accordo

di cooperazione tra aziende

della fi liera e soggetti della

ricerca la quale si dimostra

indispensabile per l’attuazio-

ne di progetti innovativi con

la realizzazione di nuovi pro-

dotti o processi. Ai processi

innovativi sono interessati

tutti i settori più qualifi cati

del comparto agricolo del ter-

ritorio (in particolare olivico-

lo, viticolo, cerealicolo, zoo-

tecnico) e il settore forestale

per una valorizzazione della

fi liera legno-energia.

5Realtà eccellenti: L’agricoltura che cambiaScenariLunedì 23 Dicembre 2019

■ GAL TOSCANI / Da progetto pilota a iniziativa diff usa, il Leader è incluso in tutti i programmi nazionali e regionali di sviluppo rurale fi nanziati dalla Ue

Coltivare il futuro delle comunità ruraliSono 7 i GAL che fanno parte del progetto Leader 2014-2020 con un obiettivo comune: la valorizzazione e lo sviluppo del territorio

Che cosa è LEADERe quali sono gli obiettivi

La metodologia LEADER (Liaison Entre Actions de Dév-

eloppement de l’Economie Rurale) si pone l’obiettivo di mi-

gliorare il potenziale di sviluppo delle zone rurali attraverso

una programmazione dal basso verso l’alto, promossa di-

rettamente dai territori e in grado di rispettare le peculia-

rità locali e coinvolgere le comunità. È questa la mission di

LEADER che la Regione Toscana ed i GAL Toscani hanno

incarnato fi no ad oggi.

Con l’attuale programmazione 2014-2020, dopo 30 anni

di sperimentazione e di pratica nelle aree rurali di tutta

Europa, l’approccio LEADER ha assunto fi nalmente una

valenza trasversale nella gestione delle politiche europee

destinate alle aree marginali.

È nato quindi lo sviluppo locale di tipo partecipativo (Com-

munity Led Local Development, CLLD) che fa propri gli

elementi centrali della metodologia LEADER e costituisce

lo strumento più importante e innovativo delle politiche co-

munitarie per lo sviluppo locale integrato e sostenibile dei

territori rurali.

In Toscana il metodo CLLD/LEADER è gestito dai Grup-

pi di Azione Locale (GAL), partenariati pubblico-privati

composti da rappresentanti degli interessi socioeconomici

locali di un determinato territorio, che hanno il compito

di elaborare e realizzare a livello locale una strategia di

sviluppo pilota, innovativa, multisettoriale e integrata (SI-

SL-Strategia Integrata di Sviluppo Locale).

I 7 principi LEADER sono stati pienamente accolti dalle

strategie di sviluppo dei GAL Toscani; elaborazione e at-

tuazione delle strategie secondo un approccio dal basso

verso l’alto ("bottom-up"); partenariati locali fra settore

pubblico e privato: i Gruppi di azione locale (GAL); azioni

integrate e multisettoriali; innovazione; cooperazione; cre-

azione di reti.

In Toscana I GAL si sono costituiti come

partenariati pubblico-privati, general-

mente sotto forma di società consortili a

responsabilità limitata, con l'obiettivo di:

- aggregare e combinare le risorse umane

e fi nanziarie disponibili provenienti dai

settori pubblico e privato, dalla società

civile e dal volontariato;

- coinvolgere gli operatori locali in pro-

getti collettivi e azioni multisettoriali per

realizzare sinergie, responsabilità condi-

vise e la massa critica necessaria per mi-

gliorare la competitività economica della

zona;

- raff orzare il dialogo e la cooperazione

tra i diff erenti attori del mondo rurale,

che hanno spesso poca esperienza in que-

sti ambiti, riducendo i confl itti potenziali

e agevolando, mediante la consultazione

e la discussione, l’individuazione di solu-

zioni negoziate;

- facilitare, grazie all’interazione tra i

diversi partner, i processi di mutamen-

to e adeguamento nel settore agricolo

(per esempio, prodotti di qualità, catena

alimentare ecc.), il riconoscimento dei

problemi ambientali, la diversifi cazione

dell’economia rurale e la qualità della

vita.

Nei consigli di amministrazione dei GAL

Toscani i partner e le associazioni priva-

te devono rappresentare la maggioranza

dei voti esprimibili.

La Toscana ha applicato una scelta di

continuità nei confronti dei GAL pur

richiedendo, di volta in volta, l’adegua-

mento dei partenariati alle strategie

programmazioni proposte. In Toscana il

GAL, composto da fi gure competenti e

dotato di poteri decisionali, costituisce

un modello di organizzazione che può

infl uenzare in modo positivo l’attuazione

delle politiche. Questo aspetto è fonda-

mentale in quanto i GAL Toscani gesti-

scono l’intera procedura dalla program-

mazione al collaudo dei progetti.

In Toscana i pagamenti sono erogati

dall’organismo pagatore regionale AR-

TEA che gestisce fondi pubblici, sulla

base però di progetti selezionati e verifi -

cati dai GAL.

Da sinistra, Marina Lauri, presidente GAL

Montagnappennino, Andrea Brogioni di RTA GAL F.A.R.

Maremma e Stefania Cassani della Cooperativa di

Comunità “Il Borgo”, nel corso del convegno “Coltivare il

futuro delle comunità rurali - I GAL e il metodo LEADER"

Cosa sono i GAL

Page 6: Anno 2019 N. 17 Lunedì 23 Dicembre che cambiaminisiti.ilsole24ore.com/scenari-dicembre... · economica da protagonista e ha avuto l’attenzione che merita, pur in un contesto di

Droni, satelliti, sensori, robot, gui-

da assistita, macchine a dosaggio

variabile. L’agricoltura del futuro è già

presente e aiuta le imprese a essere più

sostenibili ed effi cienti. Il mercato glo-

bale dell’agricoltura 4.0 vale oltre 7 mi-

liardi di dollari, di cui il 30% generato

in Europa. La crescita è ancor più rapi-

da in Italia, dove il mercato ha un valore

compreso fra i 370 e i 430 milioni

di euro, il 5% di quello globale e

il 18% di quello europeo, genera-

to da oltre 110 aziende fornitrici

fra player aff ermati e startup. È

quanto emerge da una ricerca

dell'Osservatorio Smart Agrifood

della School of Management del

Politecnico di Milano e del labo-

ratorio RISE dell’Università degli

Studi di Brescia, in collaborazione

con Confagricoltura. Il 49% delle

aziende sono fornitrici di solu-

zioni avanzate come Internet of

Th ings (IoT), robotica e droni; il 22%

di data analysis; il 16% di macchine e

attrezzature per il campo; il 7% di com-

ponentistica e strumenti elettronici,

mentre nel 3% dei casi sono realtà pro-

duttive in ambito agricolo. Le soluzioni

più frequenti sono i sistemi utilizzabili

trasversalmente in più settori agricoli

(53%), seguite da quelle rivolte al com-

parto cerealicolo (24%), ortofrutticolo

(24%) e vitivinicolo (16%). “L’agricol-

tura -commenta il presidente di Con-

fagricoltura Massimiliano Giansanti-

deve aff rontare due sfi de importanti

per mantenere la sua competitività: da

una parte ridurre i costi e aumentare la

redditività, dall’altra produrre di più e

valorizzare maggiormente i propri pro-

dotti. In tale contesto l’innovazione e

le tecnologie digitali sono strategiche,

così come il loro ruolo per la sosteni-

bilità ambientale delle imprese agricole

e per la lotta ai cambiamenti climatici”.

Sono numerose le applicazioni che nel

processo produttivo agricolo puntano

all’automazione dei processi e a

una migliore effi cienza, riducen-

do l’utilizzo di alcuni mezzi tecni-

ci e collegando adempimenti bu-

rocratici all’impiego dei fattori di

produzione. Solo per fare alcuni

esempi, la robotizzazione nella ge-

stione delle stalle; la raccolta con

macchinari che “leggono” il grado

di maturazione; la guida georefe-

renziata nelle macchine agricole

che riduce l’impatto sul suolo e

pilota la distribuzione di fertiliz-

zanti e prodotti chimici; tecniche

innovative per la gestione dell’acqua,

che consentono un notevole risparmio

idrico; illuminazione a led nelle serre

per personalizzare la luce in funzione

delle esigenze delle piante. Tecnologie

innovative legate all’uso dei satelliti e

dell’informatica, che consentono in-

terventi agronomici mirati, puntuali

ed effi cienti, fi nalizzati a salvaguardare

la salute delle piante, al fi ne di miglio-

rare la produttività agricola nel pieno

rispetto dell’ambiente e della sicurezza

dei consumatori, che sono già ampia-

mente utilizzate dai nostri agricoltori

per pianifi care le semine, le coltivazioni

e i raccolti. Sempre secondo i risultati

della ricerca, il 30% degli imprendito-

ri che le utilizza ha meno di 40 anni e

un terzo è laureato, ma l’età e il titolo

di studio non infl uiscono signifi cativa-

mente sull’adozione di soluzioni 4.0; al

contrario, invece, della dimensione dei

terreni: sotto i 10 ettari solo il 25% delle

aziende adotta soluzioni 4.0, contro il

65% di quelle sopra i 100 ettari. “Siamo

di fronte -conclude il presidente della

Confagricoltura Giansanti- a una vera

e propria ‘rivoluzione verde’ su cui però

c’è ancora molto da fare in termini or-

ganizzativi, infrastrutturali, di forma-

zione e informazione e, soprattutto, di

sostegno agli investimenti. In questa

direzione la sfi da ora è quella di coor-

dinare le diverse politiche europee e

nazionali e i fondi che verranno messi

a disposizione. Occorre una vera e pro-

pria strategia nazionale sul digitale che

preveda una sua specifi cità sull’agricol-

tura al fi ne di favorirne lo sviluppo”.

6 Realtà eccellenti: L’agricoltura che cambiaScenari

Lunedì 23 Dicembre 2019 7Realtà eccellenti: L’agricoltura che cambiaScenariLunedì 23 Dicembre 2019

Il presidente di Copagri e coordinatore di Agrinsieme

Franco Verrascina

La sostenibilità dell’agricoltura in una mano

Il coordinamento di Agrin-

sieme (www.agrinsieme.it),

che riunisce le organizzazioni

professionali Cia-Agricolto-

ri Italiani, Confagricoltura

e Copagri e le cooperative

dell’Alleanza delle Coopera-

tive Italiane del settore agroa-

limentare, rappresenta oltre i

2/3 delle aziende agricole ita-

liane, con il 60% circa del va-

lore della produzione agricola

e della superfi cie nazionale

coltivata e oltre 800mila per-

sone occupate. Agrinsieme fa

della comunanza di intenti e

di lavoro il proprio punto di

forza per trovare nuovi mo-

delli di sviluppo rispetto alle

sfi de del mercato e per racco-

gliere le molteplici sfi de legate

all’innovazione e alla sosteni-

bilità, con il fondamentale

obiettivo di assicurare un fu-

turo al primario del Paese

■ AGRINSIEME / Il coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza Cooperative Agroalimentari punta sulla comunanza di intenti per trovare nuovi modelli di sviluppo

La via di Agrinsieme per il futuro dell’ agricolturaIl comparto primario del nostro Paese è pronto a raccogliere le molteplici sfi de dell’innovazione e della sostenibilità

Bisogna innovare per un futuro sostenibile. Il ruo-

lo dell’agricoltura è sempre più strategico per ri-

spondere alle grandi sfi de globali, come la crescita

della domanda alimentare, i cambiamenti climatici,

la crisi energetica e la scarsità delle risorse naturali.

Ma per produrre di più e meglio, inquinando meno,

il settore primario deve poter contare su grandi inve-

stimenti in ricerca e innovazione. Solo da qui infatti

possono arrivare le risposte per coniugare incremento

del reddito delle imprese agricole e incremento delle

risorse alimentari, senza alterare il già troppo fragile

equilibrio ambientale. Basti pensare che in agricoltura,

ogni euro speso per ricerca e innovazione ne genera

dieci di valore aggiunto. “Innovazione tecnologica, or-

ganizzativa e sociale -sostiene il presidente di Cia Dino

Scanavino- sono i tre pilastri su cui puntare per l’agri-

coltura del futuro”. Innovazione tecnologica vuol dire

più digitalizzazione, automazione e ICT (Information

and Communications Technology), ma anche rispar-

mio idrico e riciclo delle risorse per ridurre le emis-

sioni, nonché ricerca sulle biotecnologie e sulla nuova

frontiera del genoma editing. Le nuove tecnologie di

miglioramento genetico devono essere fi nalizzate non

tanto all’incremento delle rese, quanto ad accrescere la

resilienza, la qualità, la tolleranza ai parassiti, la resi-

stenza agli stress e la capacità di adattarsi al cambia-

mento climatico delle colture. Una partita obbligata,

visto che la previsione ad oggi è che il cambiamento

del clima potrebbe ridurre il valore dell’agricoltura eu-

ropea del 16% entro il 2050 e che la produzione dei Pa-

esi del Mediterraneo potrebbe scendere dell’80% entro

il 2100. L’innovazione biotecnologica dovrà basarsi su

tutte le più moderne tecniche a partire dal genoma edi-

ting, superando la questione degli Ogm, per rilanciare

la ricerca anche su varietà, cultivar e razze minori, va-

lorizzando la biodiversità e la tipicità. Le ICT e l’IoT

(Internet of Th ings) sono una grande opportunità per

creare sistemi di tracciabilità di fi liera che riducano

i costi di produzione e di transazione, ma anche per

fornire prodotti di qualità certifi cata in risposta alle

richieste dei consumatori. Il digitale sta cambiando il

modo di fare impresa in agricoltura e l’obiettivo è au-

mentare l’effi cienza permettendo l’interconnessione

hi-tech di tutte le risorse tecniche e umane dell’azien-

da, delle reti logistiche e commerciali. Cia ha calcola-

to che innovare i processi dal campo al consumatore

comporterebbe un investimento medio pari all’1% del

fatturato aziendale, ma garantirebbe in un triennio un

aumento delle entrate fi no al 20%. Fondamentale è

anche l’innovazione organizzativa, favorendo l’aggre-

gazione delle fi liere, sostenendo percorsi di stabilità

contrattuale tra la parte agricola e quella industriale,

introducendo strumenti per agevolare accordi tra

agricoltura, artigianato, commercio, logistica ed enti

locali sul territorio. E poi avanti sull’innovazione so-

ciale, promuovendo percorsi di agricoltura inclusi-

va e welfare in campagna e facilitando il rapporto

agricoltore-consumatore con lo sviluppo di nuovi

canali di vendita diretta, mercati di prossimità ed

eCommerce. “L’Italia e l’Europa possono fare tanto

per incentivare un’agricoltura sempre più innovati-

va. In tal senso -osserva il presidente di Cia Scana-

vino- va rifondato un nuovo sistema nazionale di

servizi dedicati, che preveda consulenza, formazio-

ne e supporto specialistico. Le proposte della Com-

missione sulla nuova Pac sono molto interessanti a

questo riguardo: ogni Paese è chiamato a prevedere

nel proprio Piano strategico un Agricultural Know-

ledge and Innovation System come precondizione

per qualsiasi intervento di politica comunitaria. È

tempo di attuare quel Piano dell’Innovazione e della

Ricerca, approvato ma mai applicato in Italia”.

Non esiste ragionamento,

progettazione o ipotesi

di sviluppo che oggi non ten-

ga conto della sostenibilità e

questo assunto è ancora più

vero nel comparto primario,

dove essa rappresenta ogni

giorno di più un vero e pro-

prio valore aggiunto, che ol-

tre a favorire lo sviluppo del-

la società va nella direzione

di rispondere alle legittime

richieste del consumatore.

In questo senso la sosteni-

bilità può essere intesa come

un anello di congiunzione o

un nuovo patto tra i consu-

matori e i produttori. In ra-

gione di ciò, è fondamentale

comunicare adeguatamente

la grandissima capacità eco-

sistemica dell’agricoltura, la

sua resilienza nei confronti

di un ambiente sempre più

sotto lo scacco dei cambia-

menti climatici e il suo es-

sere, al momento, l’unico

vero baluardo al degrado e

al dissesto idrogeologico,

che nel caso del nostro Paese

assume proporzioni inquie-

tanti. “L’agricoltura, infatti,

è capace di immedesimarsi

in modo completo e armo-

nico con la sostenibilità, in

quanto può ottimizzare le

coltivazioni creando specie

capaci di sfruttare ambien-

ti sfavorevoli o condizioni

meteo avverse; può sfrut-

tare le moderne tecnologie

e le innovazioni che fanno

capo all’agricoltura di pre-

cisione, somministrando ad

esempio fi tofarmaci e con-

cimi laddove servono; può

essere fondamentale anche

dal punto di vista ambien-

tale, puntando con decisio-

ne su un’effi ciente gestione

delle risorse naturali, come

l’acqua, il suolo e l’aria, ma

anche valorizzando l’econo-

mia circolare, il riutilizzo

e il recupero”, sottolinea il

presidente di Copagri e co-

ordinatore di Agrinsieme

Franco Verrascina. Quello

della sostenibilità è un tema

quanto mai attuale, tanto che

la prossima Politica Agricola

Comune-PAC avrà tra i suoi

obiettivi proprio quello di

garantire una maggiore so-

stenibilità dei sistemi agroa-

limentari. Secondo le propo-

ste dell’esecutivo UE, infatti,

la PAC 2021-27 avrà un ruo-

lo di primo piano nell’incre-

mento della sostenibilità del

settore agricolo, con il fi ne di

garantire lo sviluppo sociale,

favorire la competitività e la

redditività e contribuire al

raggiungimento degli obiet-

tivi dell’Accordo di Parigi

e dell’Agenda 2030. In tale

ambito, è fondamentale il

ruolo dei produttori agricoli

e la loro indispensabile fun-

zione di custodi e gestori de-

gli ecosistemi, delle risorse

naturali, degli habitat e del

paesaggio. “Proprio in que-

sta direzione va l’impegno

della Copagri per il ricono-

scimento a livello nazionale

della fi gura dell’agricoltore

come custode dell’ambiente

e del territorio”, osserva Ver-

rascina. Tale riconoscimento

è un prerequisito irrinuncia-

bile per valorizzare e pro-

muovere il grande apporto

fornito dai produttori alla

salvaguardia della biodiver-

sità rurale, intesa come con-

servazione e valorizzazione

delle varietà colturali loca-

li, attraverso l’allevamento

e la coltivazione di razze

e varietà appartenenti alle

risorse genetiche del terri-

torio, ma anche tramite la

conservazione di formazio-

ni vegetali monumentali, la

manutenzione del territorio,

la salvaguardia del paesaggio

agrario e forestale e la cura e

il mantenimento dell’assetto

idraulico e idrogeologico.

Nella medesima direzione

vanno poi anche altre inizia-

tive inerenti specifi ci com-

parti produttivi. Per la fi liera

grano-pasta, ad esempio, c’è

un protocollo d’intesa sigla-

to dall’intero settore alla fi ne

del 2017, che punta proprio

sulla sostenibilità, insieme

alla programmazione e alla

redditività. Per il comparto

lattiero-caseario, invece, è

stata redatta e approvata a li-

vello comunitario una vera e

propria ‘carta dei valori’ dei

produttori del latte, ideata

con il duplice obiettivo di ri-

spondere alle legittime istan-

ze dei consumatori, i quali

sempre più spesso vogliono

sapere se un prodotto rispon-

de alle esigenze di sostenibi-

lità ambientale, economica

e sociale, e di dare un valore

aggiunto alle produzioni.

Offre la possibilità attraverso sensori e

satelliti di avere dati in tempo reale, di

ridurre il consumo di suolo, gli sprechi di

acqua, il ricorso alla chimica e di migliora-

re attraverso la blockchain le informazioni

sulla qualità e sull’origine dei prodotti: è l’a-

gricoltura innovativa, la frontiera avanzata

del comparto agroalimentare. “Nonostante

le tecnologie di guida satellitare, la gestione

dei dati e la precisione nelle operazioni col-

turali siano da più parti ritenute indispen-

sabili per un’agricoltura sostenibile, l’agri-

coltura di precisione è adottata solo sull’1%

della superficie agricola complessiva del

Paese”, spiega Giorgio Mercuri, presidente

di Alleanza Cooperative Agroalimentari,

l’organizzazione che rappresenta 4.700 co-

operative per un fatturato complessivo di

36,5 miliardi di euro. “L’Italia - spiega Mer-

curi - non tiene il passo degli Usa, primo

paese utilizzatore al mondo degli strumenti

di precisione, né di altri competitor euro-

pei come Germania e Francia. Eppure si

tratta di strumenti che presentano vantaggi

ineguagliabili sia in termini di sostenibili-

tà ambientale, sia perché contribuiscono a

migliorare la qualità dei prodotti, sia per

il contributo che danno anche ad aziende

di piccole e medie dimensioni per miglio-

rare l’organizzazione aziendale e gli stessi

risultati economici, tracciando ad esempio

intere filiere ed etichettando i prodotti con

la massima attendibilità delle informazioni.

Le innovazioni di agricoltura 4.0 sono gene-

ralmente ritenute superflue e quindi sem-

pre rimandate nel tempo, mentre il tempo

è già scaduto o sta scadendo”. Uno dei mo-

tivi per cui l’agricoltura di precisione, pur

essendo presente da circa vent’anni, fatica

a diffondersi nel nostro Paese è perché gli

agricoltori spesso sembrano non compren-

derne appieno i reali benefici e addirittura

la vedono semplicemente come un ulteriore

costo. “Si tratta invece - osserva Mercuri -

di uno strumento ideale per vincere la vera

grande sfida dell’agricoltura di produrre

più cibo per una popolazione mondiale in

crescita, ma in maniera più sostenibile. Per

ridurre l’impatto sull’ambiente si può già

oggi far ricorso a sistemi gestionali di dati

e informazioni ad alto contenuto di cono-

scenza oppure utilizzare biostimolanti per

ridurre la chimica nei campi. Riuscendo in

un certo senso a far felici agricoltori e con-

sumatori: è la società civile che ormai vuole

che le imprese produttrici rispettino l’am-

biente e la salute. È importante stimolare la

politica affinché stanzi fondi specifici per

l’implementazione dell’agricoltura 4.0, ar-

rivando alla scelta di erogare finanziamenti

solo alle imprese che fanno innovazione.

Occorre inoltre affrontare l’agricoltura in-

novativa in un’ottica di aggregazione e in-

vestire sulla formazione: il problema è che

mancano ancora purtroppo in molte nostre

aziende adeguate capacità professionali in

grado di gestire l’introduzione di strumenti

di agricoltura 4.0”. È poi di fondamentale

importanza il contributo della ricerca e l’af-

fiancamento di partner tecnologici. Non a

caso l’Alleanza Cooperative Agroalimentari

ha deciso di sottoscrivere un accordo con la

Vodafone con l’obiettivo di promuovere per

le cooperative associate un ampio ventaglio

di collaborazioni nel campo della smart

agricolture. L’obiettivo è che Vodafone svi-

luppi nel tempo per sensori per il controllo

di parametri agroclimatici, app per smar-

tphone e tablet, sistemi informativi gestio-

nali, tecnologie blockchain e altro ancora.

L’attenzione delle imprese per la blockchain

è in forte crescita proprio perché ha il van-

taggio di arrivare direttamente ai consuma-

tori. I quali possono, tramite una generica

app che rileva il QR-code applicato sull’e-

tichetta di un prodotto, visualizzare sullo

smartphone il campo in cui è stato coltivato

e i singoli passaggi e metodi del processo

produttivo.

Ogni euro speso per la ricerca e l’innovazionene genera dieci di valore aggiunto

Agricoltura 4.0: il futurodel primario è oggi

La sostenibilità come anello dicongiunzione tra consumatori e produttori

Le frontiere avanzate dell’agroalimentare:l’agricoltura innovativa e la blockchain

L’innovazione al servizio dei produttori agricoli

Il presidente di Confagricoltura

Massimiliano Giansanti

Sono numerose le applicazioni che nel processo produttivo

agricolo puntano all’automazione dei

processi e a una migliore effi cienza

Il presidente di Alleanza delle Cooperative

Agroalimentari Giorgio Mercuri

Le tecnologie

per la guida

satellitare nei

campiI robot per la mungitura

Il presidente di Cia Dino Scanavino

Page 7: Anno 2019 N. 17 Lunedì 23 Dicembre che cambiaminisiti.ilsole24ore.com/scenari-dicembre... · economica da protagonista e ha avuto l’attenzione che merita, pur in un contesto di

8 Realtà eccellenti: L’agricoltura che cambiaScenari

Lunedì 23 Dicembre 2019

Presidenti dei GAL piemontesi Delegazione di Asso Piemonte Leader al Parlamento Europeo

Sotto:

Mucillagine

da cladodi

di Opuntia

Ficus Indica

Sopra: Frazioni derivate dalla Canapa

Sativa Industriale

Nello specifi co:

In alto da sinistra a destra: Prodotto in

ingresso; Polvere; Foglia piccola.

In basso da sinistra a destra: Foglia grande;

Pula; Seme pieno

Al centro: Steli

■ BIOINAGRO / Il Ficodindia e la Canapa industriale: colture resilienti a supporto della transizione climatica

La Bioeconomia circolare del Ficodindia e della CanapaInnovative destinazioni d’uso sono alla base del modello di sviluppo della bioraffi nera integrata di Bioinagro

■ ASSO PIEMONTE LEADER / Dai GAL piemontesi un effi cace lavoro di coordinamento e di squadra per la promozione dei territori rurali

Per una crescita sostenibile e inclusiva"Leader", strumento importante e innovativo per una corretta pianifi cazione delle risorse fi nanziarie

Sviluppare prodotti innova-

tivi per la salute e il benes-

sere a partire da micro-fi liere

agroindustriali sostenibili, che

puntano su colture resilienti

in grado di sostenere le attuali

sfi de della transizione clima-

tica. Come il Ficodindia e la

Canapa industriale. Questa la

mission di Bioinagro, una gio-

vane startup agro-industriale

impegnata nella valorizza-

zione delle biomasse vegetali

mediterranee in materie pri-

me e fi toestratti per l’indu-

stria alimentare, farmaceutica,

nutraceutica, cosmetica. Ma

anche in innovative applica-

zioni, come in campo tessile e

ambientale, con biofi bre e bio-

mattoni ricavati da biomasse e

scarti agro-industriali.

La valorizzazione delle po-

tenzialità off erte dagli im-

mensi giacimenti di biodi-

versità mediterranee sono

diventati progetti territoriali

di innovazione, di rigenera-

zione rurale, di bioeconomia

circolare e di Chimica verde.

Come nel caso del fi codin-

dia coltivato in Sicilia, con il

progetto “OpuntiaBiotech” e

con una micro-fi liera di va-

lorizzazione dei cladodi di

fi codindia, prima scarto di

potatura ora pregiate fonti di

mucillagini, pectine e succhi

altamente titolati in polifeno-

li, sali organici e fi bre solubili.

O come nel caso del progetto

“Canapa di Sicilia” volto alla

reintroduzione della coltiva-

zione della canapa industriale

per la valorizzazione di tutte

le frazioni di interesse, dalla

biomassa da estrazione per

la produzione di fi tocanna-

binoidi (CBD), ai semi ole-

osi per la produzione di oli

e farine proteiche, fi no alla

frazione residuale lignocel-

lulosica per la produzione di

canapulo e fi bra da impiegare

in applicazioni tecniche e in

bioedilizia.

Per fare tutto ciò Bioinagro

ha dovuto fare i conti con la

necessità di alzare il livello

di produttività dal campo ai

prodotti fi niti, sperimentan-

do prototipi di essiccazione

mobile di biomasse con spe-

ciali pannelli fototermici, co-

nosciuti grazie al prof. Mario

Pagliaro del CNR di Palermo,

che hanno consentito di ri-

durre i costi energetici fi no

al 50%, così come ha testato

e messo a punto soluzioni di

agricoltura 4.0 per l’automa-

zione, il controllo e la mec-

canizzazione delle principali

operazioni colturali, come la

fertirrigazione e la raccolta

meccanizzata delle biomas-

se, spingendosi fi no alla spe-

rimentazione di processi di

estrazione green (senza sol-

venti chimico-sintetici).

Tutto ciò è stato possibile fa-

cendo squadra con i talenti

e gli innovatori presenti sul

territorio, come nel caso di

Agrowireless di RTW System,

una impresa dinamica specia-

lizzata nell’implementazione

di innovazioni in campo agri-

colo, ed avviando collabora-

zioni istituzionali con gli Enti

di Ricerca nazionali, come nel

caso dell’ENEA, con la quale

sono in atto raccordi scientifi -

ci fi nalizzati alla caratterizza-

zione delle diverse estrazioni

di interesse ricavate dai cla-

dodi di Ficodindia.

A partire dai primi mesi del

2020, i primi importanti ri-

sultati della bioeconomia cir-

colare della canapa e del fi co-

dindia, saranno verticalizzati

nel primo modello integrato

di bioraffi neria integrata in cui

i bioprocessi vengono imple-

mentati in Sicilia all’interno

delle fi liere agro-industriali

locali, laddove si generano le

biomasse per trasformarle in

materie prime e semilavorati

industriali per numerose ap-

plicazioni. Dall’alimentare, al

cosmetico, dal farmaceutico, a

quello ambientale della biore-

mediation e ad altre numerose

applicazioni a valore aggiunto.

Bioinagro sta dimostran-

do al proprio territorio che

è possibile fare agricoltura,

coniugando tradizione e in-

novazione, passato e futuro,

impiantando nuove fi liere

agro-industriali, laddove le

terre delle aree rurali interne

della Sicilia, prima sfruttate e

poi marginalizzate da modelli

di sviluppo agricolo non più

sostenibili, ora si candidano a

diventare il motore del nuovo

rinascimento agro-ecologi-

co siciliano in cui le piante

offi cinali, medicinali, i grani

antichi e le altre piante della

salute, le biomasse agro-indu-

striali, compresi gli scarti di

lavorazione sono valorizzati

in tutte le fi liere a valore, pri-

ma di estrarne energia o farne

compost.

Lo sviluppo locale di tipo

partecipativo, denomina-

to L.E.A.D.E.R., rappresenta

lo strumento più importante e

innovativo delle politiche co-

munitarie per lo sviluppo locale

integrato e sostenibile dei terri-

tori rurali.

L.E.A.D.E.R si basa sull'ap-

proccio di programmazione di

sviluppo locale “bottom-up” ge-

stita dai GAL (Gruppi di Azione

Locale), costituiti da partenaria-

ti pubblico-privati che operano

in territori rurali e montani di

dimensioni limitate con il com-

pito di elaborare e realizzare

strategie di sviluppo locale pi-

lota, innovative, multisettoriali

e integrate.

Asso Piemonte Leader è l’asso-

ciazione che riunisce i 14 GAL

del Piemonte per svolgere fun-

zioni di rappresentanza unitaria

presso le diverse istituzioni re-

gionali, nazionali e comunitarie.

Nata nel 2006, Asso Piemonte

Leader opera per trovare solu-

zioni condivise a problematiche

generali che interessano l'attività

istituzionale dei GAL e per fa-

vorire azioni di promozione dei

territori rurali piemontesi. Gli

organi tecnici e politici dell’asso-

ciazione si confrontano periodi-

camente attraverso l'Assemblea

degli associati, per giungere sem-

pre a soluzioni concertate e con-

divise, in particolare con i settori

della Regione Piemonte, con i

quali è ben consolidato un valido

rapporto di collaborazione.

Al metodo Leader viene rico-

nosciuto un ruolo strategico nel

favorire la coesione territoriale

e una crescita sostenibile, in-

clusiva e intelligente delle zone

rurali, tanto che gli viene desti-

nato almeno il 5% delle risorse

di ogni Programma di Sviluppo

Rurale di ogni Stato dell’Unione

e di ogni Regione italiana.

I 14 GAL Piemontesi coinvol-

gono 753 Comuni e operano

sul 64% del territorio regiona-

le, dove risiedono 1.100.000

abitanti. Nella passata pro-

grammazione comunitaria

2007-2013, i GAL hanno co-fi -

nanziato sui loro territori 1.085

investimenti di imprese e 782

interventi presentati dagli Enti

Locali, per un totale di 58,4 mi-

lioni di euro erogati attivando

investimenti complessivi per

oltre 96 milioni di euro.

Da ottobre 2016 i GAL pie-

montesi hanno avviato la pro-

grammazione per il periodo

2014-2020, con un budget del

6,4% del PSR pari a 65 milioni

di euro, di cui 51 destinati al so-

stegno degli investimenti delle

imprese e degli enti locali.

Ad oggi sono 1.120 le domande

di contributo già approvate dai

GAL, per un fi nanziamento

concesso di 31 milioni di euro,

pari al 60% delle risorse dispo-

nibili.

Le imprese fi nanziate, apparte-

nenti ai settori turistico-ricetti-

vo, agroalimentare, artigianato

tipico e forestale, collaborano

tra loro per il consolidamento

e la creazione di fi liere e reti tra

imprese, sia di tipo produttivo

che di servizi al turista e alla

popolazione; particolare im-

portanza è stata data dai GAL

al sostegno per la creazione di

nuove imprese, con 131 start-

up già avviate. Sono invece 311

i progetti attivati dagli enti pub-

blici locali, incentrati perlopiù

su azioni di recupero di beni ar-

chitettonici e del paesaggio ru-

rale, nonché per la creazione e il

potenziamento di infrastrutture

turistiche per l’outdoor.

L'Associazione Asso Piemonte

Leader è certa, sulla base degli

ottimi risultati che si stanno

ottenendo, che le risorse asse-

gnate non saranno suffi cienti a

soddisfare tutte le domande di

investimento e le progettualità

che si stanno sviluppando sui

territori dei GAL.

“Per questo stiamo richiedendo

alla Regione risorse aggiuntive,

che possano derivare da avanzi

ed economie su altre misure del

PSR - aff erma Claudio Amateis,

presidente dell’Associazione -.

Lo sviluppo partecipativo Lea-

der è un metodo che funziona

e i numeri lo stanno ancora una

volta dimostrando. Per questo

siamo pronti, come Associa-

zione, a partecipare, di concer-

to con la Regione Piemonte, ai

prossimi tavoli di programma-

zione del PSR 2021-2027, certi

di poter off rire il contributo dei

GAL per una effi cace ed incisiva

pianifi cazione della imminente

nuova programmazione”.

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9Realtà eccellenti: L’agricoltura che cambiaScenariLunedì 23 Dicembre 2019

Idro Vs acqua Basilico torre verticale

Le vasche per la

sperimentazione dei nuovi

mangimi per pesci

Il coordinatore prof. Emilio Tibaldi con l'intero gruppo del progetto Sushin

■ AGER2 / SUSHIN è un progetto triennale teso a migliorare produttività e sostenibilità degli allevamenti ittici italiani

Nel futuro mangimi di nuova generazioneSarà elaborato un database sul valore nutritivo e la sicurezza alimentare dei nuovi ingredienti

■ IMPATTOZERO S.R.L. / Il network www.agricoltura2punto0.it punta a migliorare l’agricoltura e la sua redditività

Vegetali più nutrienti con #trattamentizeroAgricoltura 2.0 è un nuovo modello di agricoltura per investire ed andare a reddito

SUSHIN SUstainable fi SH

feeds INnovative ingre-

dients è un progetto triennale

teso a migliorare produttività

e sostenibilità degli alleva-

menti ittici italiani attraverso

l’uso di mangimi di nuova ge-

nerazione. Con esperimenti di

laboratorio e prove aziendali,

utilizzando avanzati metodi

di ricerca, il progetto valuta

valore nutritivo, risposta zo-

otecnica, benessere, qualità e

sicurezza alimentare di trota,

branzino ed orata alimentati

con diete dove i convenzionali

ingredienti proteici marini e

vegetali sono sostituiti da fonti

proteiche nuove o sottoutiliz-

zate quali le farine di insetti,

crostacei, microalghe e quelle

da sottoprodotti degli avicoli

destinati al consumo umano.

La messa a punto delle nuove

formulazioni sarà accompagna-

ta dall’analisi di alcuni fattori

determinanti per l’acquacoltura,

quali sostenibilità ambientale;

redditività dell'allevamento;

percezione e consenso del mer-

cato e del consumatore nei con-

fronti di pesci alimentati con i

nuovi mangimi.

Ma che cosa diff erenzia i nuovi

mangimi da quelli che vengo-

no usati attualmente? "Rispetto

a quelli in uso oggi - spiega il

prof. Emilio Tibaldi. coordi-

natore del progetto -, i man-

gimi allo studio minimizzano

l’apporto di alimenti derivanti

dallo sfruttamento di risorse

ittiche oceaniche. Ottimizzano

inoltre l’impiego di nuovi in-

gredienti quali farine di insetti

e di sottoprodotti avicoli a sca-

pito delle convenzionali fonti

proteiche vegetali. Si tratta di

alimenti sicuri per i pesci e per

il consumatore fi nale. All’anali-

si del ciclo di vita risultano ga-

rantire un’eccellente perfoman-

ce ambientale ai mangimi che li

includono".

In uno scenario globale futuro

di forte pressione sulle risorse

alimentari, il progetto è teso a

ridurre la dipendenza dell’ac-

quacoltura da risorse alimentari

di origine agricola e marina for-

temente contese tra settori zoo-

tecnici e alimentazione umana,

valorizzando l’uso mangimisti-

co di ingredienti più sostenibili

e conformi ai principi dell’eco-

nomia circolare.

"Sushin - sottolinea il prof. Ti-

baldi - mira inoltre ad assicura-

re produttività e redditività agli

operatori della fi liera, nonché

qualità e sicurezza dei prodotti

ittici da allevamento per il con-

sumatore".

Un primo risultato sarà la

produzione di un database sul

valore nutritivo e la sicurezza

alimentare dei nuovi ingre-

dienti destinato all’industria

mangimistica e agli operatori

della fi liera dell’acquacoltura

nazionale.

"Dal database e dagli esiti delle

prove di alimentazione origi-

neranno prototipi di mangi-

mi più sostenibili degli attuali

sotto i profi li zoo-economico,

ambientale e sociale - dichiara

Tibaldi -. Inoltre ci si attende

riscontri positivi delle diete

innovative sul benessere delle

principali specie ittiche allevate

in Italia e sulla qualità dei loro

prodotti derivati".

Sushin ha avuto inizio nel

febbraio 2017 ed è un proget-

to fi nanziato dal consorzio

AGER-“Agroalimentare e ri-

cerca” (www.progettoager.it),

costituito da un pool di fonda-

zioni di origine bancaria - sov-

venzione n. 2016-0112.

"Non è certamente il primo pro-

getto che aff ronta il tema in que-

stione - spiega Tibaldi -. Esso

tuttavia tratta lo studio di nuove

fonti alimentari per l’acquacol-

tura sotto una prospettiva ori-

ginale, non solo funzionale a

minimizzare l’inclusione delle

poco sostenibili farine di pesce

nei mangimi, ma diretta a limi-

tare l’uso di ingredienti proteici

vegetali ritenuti sempre meno

sostenibili, ma che attualmente

rappresentano componenti ri-

levanti delle diete commerciali

per la trota, l’orata e la spigola".

Abbracciando tutti gli aspetti

connessi allo studio e alla va-

lorizzazione di mangimi inno-

vativi, da quelli nutrizionali e

fi siologici alle ricadute econo-

miche e di mercato, Sushin si

avvale di competenze scienti-

fi che multidisciplinari e della

collaborazione di un ampio

partenariato che annovera enti

di ricerca ed università nazio-

nali quali: l’Ispra-Istituto supe-

riore per la protezione e la ri-

cerca ambientale; il Centro per

la ricerca e l’economia agraria

CREA-ZA, l’Istituto zooprofi -

lattico sperimentale dell’Abruz-

zo e del Molise, la Fondazione

Edmund Mach di S. Michele

all'Adige, l’università Politecni-

ca delle Marche, l’università di

Firenze e l’università di Udine

che coordina l’intero progetto.

Avere più nutrienti a trat-

tamenti zero, risparmian-

do acqua e con la massima ef-

fi cienza dell’operatore, oggi è

possibile.

Innovare può vuole dire tor-

nare alle origini mentre si

utilizzano nuove tecnologie.

ImpattoZero srl, crea ecosi-

stemi organici in simbiosi tra

piante e pesci, nei quali è sem-

pre presente il ciclo dell’azoto

e le piante esprimono il loro

massimo potenziale di cresci-

ta, mentre si allevano e si ven-

dono anche i pesci.

Se la quantità della sostanza

secca, determina la qualità dei

prodotti vegetali, ImpattoZero

ha fatto centro con pomodori

e basilico che lasciano i clienti

senza parole o a bocca piena,

mentre degustano i pomodori

o annusano le fragranze rima-

ste sulle dita, dopo aver tocca-

to l’erba aromatica.

La tecnica di coltivazione fuo-

ri suolo, permette di coltiva-

re in 1 metro quadro e senza

trattamenti, 36/144 piante

(torri verticali), risparmiando

il 90% di acqua, mentre l’ope-

ratore è sempre in posizione

eretta gestendo 500-700 torri

(4.500-18.000piante) senza

chinarsi mai.

Gestire un ecosistema vuol dire

meravigliarsi giorno dopo gior-

no di come le piante cambiano

crescendo, fasi fenologiche rit-

mate da un superiore benessere

della pianta, sapori migliori gra-

zie all’Acquaponica.

La storia ci indica gli antichi

babilonesi con i giardini pen-

sili, gli Yucatan in Messico e le

risaie, dove i pesci nei tempi

antichi erano presenti in agri-

coltura, ed il futuro viene dal

nostro passato.

La comunità europea vede

l’acquaponica come il futu-

ro dell’orticultura europea,

mentre Davide Balbi il pluri-

premiato CEO e fondatore di

www.agricoltura2punto0.it

ha sposato la green economy,

proponendo agli agricoltori di

fare di più con meno. Maggio-

re produzione, sovranità e si-

curezza alimentare, con fi liera

corta e bassa impronta carbo-

nio, per innovare il mercato

dell’agricoltura con un nuovo

modello di business.

Con il nome Agricoltura 2.0,

l’azienda propone a chi vuole

intraprendere in agricoltura,

di unirsi al team, fare squadra,

per creare un network di pro-

duttori che produce la massi-

ma qualità di vegetali organici

presenti nel mercato.

ImpattoZero segue il cliente

dalla prima analisi delle neces-

sità, passando per la progetta-

zione esecutiva ed i permessi a

costruire, fi no all’avvio ed alla

performance dell’impianto,

per vendere un prodotto su-

periore agli standard ai quali

siamo abituati.

In un mercato dove l’agricolto-

re è un “price taker”, innovare

deve voler dire portare solu-

zioni su tutti gli aspetti critici

del settore.

L’acquaponica è l’integrazione

dell’idroponica e dell’itticoltu-

ra. Mentre l’idroponica da sola

interrompe il ciclo naturale

delle cose, la sua integrazione

con l’itticoltura (RAS Recir-

culating acquacolture system)

permette di creare un ecosi-

stema naturalmente organico,

che grazie alla simbiosi tra

piante e pesci ed il naturale

ciclo dell’azoto, permette di al-

levare in modo salutare pesci e

contemporaneamente di colti-

vare in modo naturale vegetali

superiori.

La creazione e l’utilizzo

dell’IoT, da parte dell’azienda,

per il monitoraggio del ciclo

dell’azoto, dei parametri am-

bientali e vitali dell’acqua dà

la possibilità di interagire digi-

talmente con l’ecosistema. La-

voriamo per creare un sistema

gestionale autonomo.

La scelta e la coltivazione della

biodiversità esistente, tramite

market place, permettono al

consumatore di poter eserci-

tare la sovranità alimentare,

scegliendo digitalmente le va-

rietà orticole da far coltivare e

vedersele consegnate.

L’agricoltore, grazie ai processi

organici, l’Acquaponica ed il

market place, ha la possibili-

tà di smettere la posizione di

price taker e di aumentare la

redditività.

Il cliente grazie al rapporto

diretto con il cliente fi nale

può avere prezzi più bassi del

valore di mercato con prodotti

organici di qualità superiore.

Oltre all’IoT ed alle tecnologie

per allestire serre, l’azienda

off re strumenti come il no-

leggio operativo e l’analisi dei

bandi per le aziende agricole

esistenti.

“Solamente mettendo a di-

sposizione dei clienti la bio-

diversità, potremmo nutrirci

in modo salutare, salvandola

e custodendola per le future

generazioni” Davide Balbi –

ImpattoZero srl.

Page 9: Anno 2019 N. 17 Lunedì 23 Dicembre che cambiaminisiti.ilsole24ore.com/scenari-dicembre... · economica da protagonista e ha avuto l’attenzione che merita, pur in un contesto di

10 Realtà eccellenti: L’agricoltura che cambiaScenari

Lunedì 23 Dicembre 2019

■ CONSORZIO PATATA ITALIANA / Il territorio bolognese è depositario di una lunga tradizione agricola ed espressione d’eccellenze qualitative nel mondo patatitcolo

Agripat, Selenella e Patata di Bologna DopSinergie storiche che nascono da esigenze reali e che evolvono nell’interesse del consumatore

AGRIPAT è l’organizza-

zione che ben rappre-

senta l’eccellenza pataticola

emiliano romagnola: areali

vocati, una lunga tradizione

agricola, consolidata com-

petenza e costanti ricerca e

innovazione. “Agripat –af-

ferma il Presidente Matteo

Todeschini– opera, insieme

a Selenella e a Patata di Bo-

logna Dop, per la tutela di

una produzione d’eccellen-

za e la valorizzazione della

filiera. Le storie di Agripat

e dei due consorzi sono un

esempio di come le aggre-

gazioni, quando nascono

dal basso e da reali esigenze

dei produttori, possono ri-

velarsi virtuose. Viceversa,

quando un’aggregazione vie-

ne costruita su teorie poco

aderenti alle necessità del

comparto produttivo, diffi-

cilmente gli esiti sono all’al-

tezza delle aspettative. Frasi

come “serve più aggregazio-

ne” o “occorre fare sistema”

non devono essere usate

alla stregua di una formula

magica: chi invoca maggior

aggregazione, additando

presunte inefficienze altrui,

somiglia ai rivoluzionari

che, diceva Ennio Flaiano,

fanno barricate con le mo-

bilia altrui. Le aggregazioni

sono una buona cosa quan-

do derivano da esigenze rea-

li e creano sinergie identifi-

cabili e misurabili”.

Selenella rappresenta un in-

sieme di realtà commercia-

li e produttive coese, dove

ogni socio è un tassello fon-

damentale per garantire il

percorso d’eccellenza quali-

tativa che contraddistingue i

prodotti a marchio. “Insieme

ad Agripat -dice il Presidente

Massimo Cristiani- stiamo

portando avanti un percor-

so di rinnovamento varietale

che unisce attività di ricerca

e selezione. Tra le note più

positive, il recente amplia-

mento di gamma che ha

portato nuove opzioni all’in-

terno della grande famiglia

Selenella: alcuni mesi fa han-

no debuttato le Cipolle Se-

lenella, nelle versioni rossa,

bianca e dorata, e la Patata

Rosé. La strada da percorrere

è lunga, soprattutto se si vuo-

le arginare la volatilità dei

prezzi. Stiamo poi lavorando

al “Progetto cipolle”, volto a

tutelare sostenibilità etica ed

economica per l’agricoltore

garantendo alta qualità al

consumatore”.

“L’ottenimento della tutela è

per il Consorzio la naturale

evoluzione del riconosci-

mento di un prodotto del

territorio -spiega il presi-

dente Martelli- che come

tutte le Dop è prima di tutto

espressione dell’alto livello

qualitativo e di aggregazio-

ne del sistema pataticolo

bolognese e delle sue punte

di eccellenza”. Nel rispetto

di uno stringente discipli-

nare produttivo rispettoso

dell'ambiente e del terri-

torio, i soci del consorzio

valorizzano con passione

e dedizione la tipica bontà

della Patata di Bologna Dop.

“Grazie all’entrata in vigore,

dal 6 novembre, del progetto

COLTIVATORI DI VALORI

il consumatore sarà sicuro

ed informato su qualità e

tracciabilità del prodotto

che va ad acquistare e potrà

raggiungere ciascun produt-

tore sui suoi terreni, assapo-

randone storia e tradizione”.

“AGRIPAT guarda al futu-

ro con fiducia e con alcune

consapevolezze –prosegue

Todeschini- come le pro-

blematiche dei danni che

la produzione subisce da

parassiti come gli elateridi.

Dagli anni 90 ad oggi l’uso

di agrofarmaci si è ridotto

del 50%, ma mentre vieta-

re l’utilizzo di un principio

attivo efficace è un procedi-

mento rapido, sviluppare al-

ternative altrettanto efficaci

richiede anni e investimenti.

Nel 2019 i danni da elate-

ridi hanno assunto dimen-

sioni rilevanti, mettendo a

rischio il risultato econo-

mico di molti produttori. A

meno che non si pensi che

la soluzione sia aspergere

nei campi acqua benedetta,

il problema va affrontato in

modo immediato. Dovremo

poi rafforzare il dialogo con

la GDO, partner essenziale

per valorizzare il prodotto,

e rendere più esplicita la no-

stra vicinanza al consuma-

tore. Infine, per difendere al

meglio la nostra eccellenza

produttiva dovremo pre-

stare molta attenzione alla

spregiudicatezza di alcune

operazioni commerciali,

forse dettate dallo stato di

necessità di qualche singolo

produttore ma tali da gene-

rare compressioni dei prezzi

che impediscono il ricono-

scimento del giusto valore al

nostro prodotto”.

Massimo

Cristiani,

presidente

Consorzio Patata

Italiana di Qualità

- Selenella

Matteo Todeschini,

presidente Agripat Agripat

■ LEGACOOP FVG / Molluschi bivalvi: il grande lavoro svolto in Friuli Venezia Giulia

Zanutti per il Centro Tecnico Informativo“La commercializzazione avviene solo dopo l’ottenimento dei risultati dei prelievi analitici”

“L'obiettivo principale

è la promozione del

prodotto locale, tenendo alto

il livello di attenzione sul

prodotto alimentare, fi deliz-

zando i consumatori medi e i

consumatori fi nali, trovando

relazioni stabili”, le parole di

Gaetano Zanutti, Respon-

sabile del Settore Pesca per

LegaCoop FVG, indicano

chiaramente la strada da se-

guire. Il prodotto di cui parla

è rappresentato dai molluschi

bivalvi in regione e l’attività

per la loro sicurezza è un pro-

getto che parte da lontano:

“Siamo giunti alla terza revi-

sione di un protocollo di inte-

sa tra gli Operatori del Settore

Alimentare, la Regione Friuli

Venezia Giulia, le Aziende

Sanitarie, l’ArpaFVG, l’Isti-

tutoZooprofi lattico delle Ve-

nezie(incaricato di eff ettuare

le analisi). Un protocollo che

ha dei capisaldi imprescin-

dibili: l’unità d’intenti con

comunicazioni costanti dei

prelievi e dei risultati anali-

tici, sia eff ettuati in controllo

uffi ciali che in autocontrollo,

è uno di questi”. Alle spalle

c’è la costituzione di un cen-

tro tecnico informativo (CTI)

che riceve e rilancia tutte le

informazioni in materia sani-

taria: “I produttori, nei giorni

e dalle aree da cui vengono

eff ettuati i prelievi, non com-

mercializzano il prodotto.

La commercializzazione del

prodotto avviene solo dopo

l’ottenimento dei risultati dei

prelievi analitici. Solo così

si evitano i costosi e inutili

ritiri di materiale e si dà una

sicurezza massima al consu-

matore”. Nella Regione Friuli

Venezia Giulia, ci sono 4 re-

altà che lavorano insieme per

lo sviluppo del settore: Flag

GAC FVG, la commissione

consultiva locale, il tavolo

di coordinamento regionale

del settore ittico (divenuto

istituzionale ma su base vo-

lontaria) e il Centro Tecnico

Informativo: “Sono le 4 gam-

be di un tavolo con rapporti

costanti e continue condivi-

sioni. La gestione complessiva

è fatta da ACI pesca (Alleanza

delle cooperative) che attra-

verso la quotidiana presenza

su banchine e tavoli organiz-

zati, illustrano problemi e op-

portunità settoriali,trovando

il giusto e corretto equilibrio

tra tutte le realtà in gioco”, ha

concluso Zanutti.

È Antonio Paoletti, pre-

sidente della Gac Flag

Fvg, a parlare delle peculiari-

tà di questa realtà, indicando

con precisione anche quelle

che sono le sue aree d’azione:

“Il Flag Gac Friuli Venezia

Giulia è l’evoluzione del Grup-

po di Azione Costiera della

precedente programmazione.

Ricomprende i principali Co-

muni con importanti attività

di pesca e i primari mercati

ittici della regione: da Marano

Lagunare a Duino Aurisina a

Grado, nonché le tre principali

associazionidi categoria e le re-

altà sindacali della pesca, l’Area

marina protetta Miramare e un

porto nautico”. Uno dei punti

focali è l’attuazione del piano

d’azione: “Il Piano d’azione in

corso ha già previsto nel 2018 e

nel 2019 bandi per le imprese a

sostegno delle attività turistiche

come l’integrazione del reddi-

to della familiare, l’utilizzo di

nuove specie marine o di altre

fi no ad ora sottutilizzate, non-

ché per strutturare attività nel

campo della trasformazione e

della somministrazione, quali

nuove frontiere per le aziende

di pesca e acquacoltura. Ora

stiamo lavorando sulla valoriz-

zazione culturale delle zone di

pesca e sul patrimonio di me-

stieri”. E per il 2020 non man-

cano attività già programmate:

“Nel 2020 si avranno i progetti

dei Comuni del Flag Gac Fvg,

con la realizzazione del museo

della pesca a Grado, il rifa-

cimento di una via d’accesso

per il mercato nel Comune di

Duino Aurisina e il migliora-

mento dei servizi in banchina

a disposizione della piccola

pesca a Marano Lagunare. Nel

primo trimestre riapriranno i

bandi per le imprese, con ul-

teriori strumenti per proporre

sul mercato di nuovi prodotti”.

In un periodo particolarmente

complesso non mancheranno,

ovviamente, importanti sfi de

da aff rontare: “Sapere come sta

cambiando il mare ed educare

a una produzione e consumo

ittico sostenibile: nel Fvg c’è un

patrimonio scientifi co dedicato

al mare che deve dialogare con

più convinzione con il mondo

produttivo. Serve inoltre va-

lorizzare le produzioni ittiche

locali, il cosiddetto pesce po-

vero, verso i consumatori e la

ristorazione. Per questo ci im-

pegneremo nel creare momen-

ti di visibilità ed eventi promo-

zionali per l’intero comparto

della pesca e per i suoi prodotti,

come ad esempio nel caso dei

molluschi bivalvi sul fronte

della sicurezza alimentare”.

■ FLAG GAC FVG / Il Presidente Paoletti illustra le aree d'azione

Nuove sfi de importanti a partire dal 2020Tra i progetti i programma, la realizzazione del museo della pesca a Grado

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11Realtà eccellenti: L’agricoltura che cambiaScenariLunedì 23 Dicembre 2019

■ GAL CILENTO REGENERATIO / Si lavora per la “Rural Revolution” per invertire alcuni fenomeni diseconomici

Grandi attività per la rinascita del CilentoNella programmazione europea 2007 - 2013 sono state realizzate circa 60 aziende attive con a capo giovani imprenditori

■ FLAG CILENTO MARE BLU / Il Flag Cilento Mare Blu presenta il “passaporto blu della pesca sostenibile cilentana”

Pesca nel Cilento: valore socio-economico e fattore aggreganteSi sta lavorando con grande attenzione per la tutela e la valorizzazione di questo patrimonio

Il Gruppo di Azione Locale

Cilento Regeneratio opera

in un’area territoriale di 43 Co-

muni del Cilento, patria della

dieta mediterranea, patrimo-

nio immateriale dell’umanità

UNESCO che ricadono geogra-

fi camente nella provincia di Sa-

lerno, in Campania. I gruppi di

azione locale (in breve G.A.L),

sono fi nanziati dall’Unione eu-

ropea, dal Fondo Feasr e ope-

rano per la valorizzazione e il

rilancio di aree con ritardo di

sviluppo a carattere prevalen-

temente rurale. Il GAL Cilento

Regeneratio è un partenariato

composto da soci pubblici e

privati, con capitale privato pre-

valente, attivo da quasi 10 anni

nel settore dello sviluppo locale,

implementando strategie dise-

gnate per favorire lo sviluppo

socio economico di un territo-

rio caratterizzato da immenso

patrimonio naturalistico e cul-

turale. “Nella programmazio-

ne europea 2007 - 2013, sono

state realizzate circa 60 azien-

de attive in settori del turismo

rurale e dell’artigianato, con a

capo giovani imprenditori”, ha

ricordato il coordinatore dal

Gal, Luca Cerretani. L’area, ca-

ratterizzata dal problema della

spopolamento tipico delle zone

rurali lontane dalle metropoli,

può rivivere un nuovo sviluppo

fornendo occasioni di lavoro a

giovani in una terra caratteriz-

zata da un potenziale enorme

sia naturale (è nell’area del Par-

co Nazionale del Cilento, Vallo

di Diano e Alburni - patrimo-

nio UNESCO) che culturale.

Uomo, natura e lavoro: il GAL

Cilento, per la programmazione

ora in corso, punta su questo pa-

radigma identitario come leva

di sviluppo per la rigenerazione

in un’unica essenza concettuale

(espressa nell’assioma “pro-

dotto/territorio”) delle fi liere

produttive storiche, enoagroa-

limentare, turistica, culturale e

ambientale. Il Cilento, dunque,

riscopre di essere la comunità

emblematica della dieta medi-

terranea assunta “Patrimonio

Immateriale dell’Umanità” in

sede UNESCO, grazie ad una

serie di interventi pensati per

questo territorio. Questa è la

ratio dei gruppi di azione lo-

cale, uno sviluppo bottom up,

che parte dal basso con gli attori

locali che si mettono insieme e

lavorano per lo sviluppo della

propria terra a cui si vuol dare

una nuova speranza. Con una

dotazione fi nanziaria pari a

7.056.865,56 euro, la strategia

di sviluppo per il periodo 2014

- 2020 “(chiamata “I borghi

della Dieta Mediterranea”), ha

in corso di fi nanziamento oltre

50 attività extragricole start up,

così come interventi per la cura

dei borghi, memoria storica

della dieta mediterranea. Una

menzione particolare merita un

progetto inserito tra le attività di

Cooperazione interterritoria-

le “Rural Food Revolution”: il

Cilento deve farsi portatore di

una vera e propria “Rural Re-

volution” in grado di invertire

alcuni fenomeni diseconomici

come l’eccessiva frammenta-

zione del suolo agricolo, acuita

ancor di più dalla storica inca-

pacità di organizzarsi in forme

associative. Un processo quanto

mai necessario per abbattere

i costi di produzione, unifor-

mare gli standard qualitativi e

raggiungere una massa critica

di prodotto tale da poter con-

certare azioni di ripristino della

fi liera corta e sperimentare, in

maniera sostenibile, agganci

a fi liere allungate e di nicchia.

Mauro Inverso, presidente del

GAL, guarda avanti: “L’idea è di

continuare sulla strada percorsa

che ci permetterà di chiudere

un decennio di programmazio-

ne con un bilancio nettamente

positivo, in termini di impatto

sul territorio. Dal 2010 al 2022,

termine di chiusura della stra-

tegia in corso, potremo dire di

aver impegnato risorse per oltre

15 mln euro (euro 7. 056.865,56

programmazione 2014 - 2020

/ oltre 8 milioni programma-

zione 2007 - 2013, grazie alla

premialità avuta dalla Regione

Campania per l’ottimo lavoro

svolto in termini di feedback

alle nostre iniziative). Il futuro e

l’esperienza ci dicono di andare

avanti ed andare oltre, facendo

del GAL una agenzia di svilup-

po capace di intercettare nuove

opportunità di cui deve farsi

portavoce. Questo è il motivo

che ci ha spinti ad attivare le

procedure per la costituzione di

un Distretto Rurale - Culturale,

denominato “Cilento Antico”

che consentirà di dare slancio

allo sviluppo dei territori imple-

mentando politiche ancora più

incisive il linea con la program-

mazione 2021-2027. Il territorio

come un’industria culturale. È

da questa idea che prende vita

il primo “Distretto Culturale

Cilento Antico”. Uno strumen-

to necessario per rigenerare in

sinergia le fi liere produttive e

quelle turistiche attraverso la

mappatura e la valorizzazione

dei valori reali del territorio e

della sua cultura”.

“Nel Cilento si pratica

principalmente la pic-

cola pesca artigianale. La fl otta,

composta quasi interamente

da piccole imbarcazioni, vede

protagonisti i pescatori e le loro

famiglie che con sacrifi cio e pas-

sione mantengono in vita un

settore messo a rischio dall'in-

vasione sul mercato di prodotto

extra territoriale proveniente

dalla pesca industriale. In tale

contesto il FLAG Cilento Mare

Blu, che coinvolge i comuni

di Agropoli, Castellabate, San

Mauro Cilento, Montecorice,

Pollica e Casal Velino, si è posto

come missione principale quella

di migliorare le condizioni di la-

voro dei piccoli pescatori.” Così

racconta il Presidente Mauro

Inverso riguardo al Cilento,

patria della Dieta Mediterranea

che rappresenta la Comunità

Emblematica cui l'UNESCO

ne ha affi dato la tutela e la va-

lorizzazione elevandola a Patri-

monio dell'Umanità. Nella “pi-

ramide alimentare” cilentana il

pescato rappresenta da sempre

la principale fonte di proteine.

Il settore ha mantenuto la sua

dimensione artigianale che ha

consentito il tramandarsi di una

tradizione unica e irripetibile.

“La pesca nel Cilento è una

vera e propria buona pratica in

termini di sostenibilità. Il suo

esercizio favorisce addirittura

il mantenimento di un eco-si-

stema in cui s'inserisce a pieno

titolo anche l'uomo”, aff erma il

Prof. Vincenzo Pepe, Presiden-

te Nazionale di Fare Ambiente

e socio fondatore del FLAG

Cilento Mare Blu: “In base al

tipo di pesca le barche si schie-

rano secondo una formazione

stabilita da tradizioni ereditate

dagli antichi greci che coloniz-

zarono Elea-Velia e Poseidonia

Paestum, il lembo Sud e quello

Nord della costa aff erente nel

FLAG Cilento Mare Blu. Qui

non è invasivo nemmeno lo

strascico, praticato con reti che

neanche sfi orano il fondale e

che sono tirate da piccole bar-

che spinte da deboli motori. In

questo territorio la biodiversità

naturale e quella umana hanno

sempre viaggiato insieme ar-

ricchendosi l'una dell'altra. E' il

caso delle mitiche “Alici di Me-

naica”, il cui nome evoca i clas-

sici omerici. Il prodotto fi nale è

un'alice unica, tenera, saporita

di fresco e di mare”. È chiaro che

un patrimonio del genere

vada tutelato e valorizzato

con l'aiuto del FLAG: il pe-

scato sostenibile cilentano

dev'essere distinto dal pe-

scato industriale. A ciò ha

mirato anche l'encomiabile

introduzione del Passaporto

Blu. In tal modo la cultu-

ra del pescato locale potrà

contaminare anche la fi liera

turistica.

“Le Misure del FLAG Cilen-

to Mare Blu sono disegnate

intorno alla pesca come

valore socio-economico

e come fattore antropolo-

gico-culturale aggregante

delle risorse territoriali per un

paradigma di sviluppo innova-

tivo e ri-qualifi cante della costa”,

dichiara Claudio Aprea, Pro-

gettista e Direttore del FLAG

Cilento Mare Blu: “Al momento

si stanno già progettando dei

percorsi turistici innovativi con

al centro il pescato, si sta rea-

lizzando un Manuale di Buone

Pratiche e di Ricerca/Azione

per la valorizzazione del pescato

nelle fi liere produttive locali e si

stanno formando trenta giovani

nel ruolo di operatori della fi -

liera culturale legata alla pesca.

Solo seguendo quest'orienta-

mento si potrà riuscire nell'in-

tento di diversifi care il settore

come ha chiesto l'Europa nella

Programmazione 2014/2020 e

proiettarci, da protagonisti, nel-

la prossima, 2021/2027”.

“La struttura”, conclude il Pre-

sidente, Ing. Mauro Inverso,

“è solida ed è formata dai

Sindaci dei sei Comuni,

Adamo Coppola, di Agro-

poli; Costabile Spinelli, di

Castellabate; Giuseppe Ci-

lento, di San Mauro Cilento;

Pierpaolo Piccirilli, di Mon-

tecorice; Stefano Pisani, di

Pollica; Silvia Pisapia, di Ca-

sal Velino; insieme con i soci

privati, Prof. Vincenzo Pepe,

Fare Ambiente; Gennaro

Scognamiglio, Unci Agroa-

limentare; Giuseppe Palma,

Asso Ittica; Paolo Conte,

Federpesca; le associazioni

locali di pescatori; la struttu-

ra tecnica costituita, dall'e-

sperto Direttore, Dott. Claudio

Aprea; da giovani dinamici e

volenterosi e dal Responsabile

Amministrativo, Dott. Pasqua-

le D'Alessandro. Una squadra

coesa e tenace, ben seguita dai

competenti referenti regionali,

che sta per la prima volta indi-

cando una svolta per il settore e

per le politiche di sviluppo loca-

le del Cilento”.

Il FLAG Cilento Mare Blu

presenta il "Passaporto

Blu della Pesca Sostenibile

Cilentana" presso la

Camera dei Deputati. Da

destra verso Sinistra:

Prof. Vincenzo Pepe,

Presidente Nazionale di

Fare Ambiente; Dott. Filippo

Diasco, Direttore Generale

Agricoltura, Caccia e Pesca,

Regione Campania; Dott.

Claudio Aprea, Direttore

FLAG Cilento Mare Blu; Ing.

Mauro Inverso, Presidente

FLAG Cilento Mare Blu

Da Sinistra il Prof. Vincenzo Pepe,

Presidente Nazionale di Fare

Ambiente e l'Ing. Mauro Inverso,

Presidente del FLAG Cilento MAre

Blu, presentano il "Passaporto Blu

della Pesca Sostenibile Cilentana"

nel corso della trasmissione RAI,

"Uno Mattina"

Mauro Inverso

Veduta del porto dal centro storico di Agropoli

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12 Realtà eccellenti: L’agricoltura che cambiaScenari

Lunedì 23 Dicembre 2019