SIMBIOSOFIA

CORSI E SEMINARI IN EVIDENZA

Ciclo di incontri esperienziali

Durata: incontri da 2 ore Data: vedi calendarioSede: San Benedetto del TrontoSEMINARI GRATUITI

Periodicodiapprofondimentosocio-culturale,curatodall'associazione"CENTROSTUDISIMBIOSOFIA",conarticoli,racconti,recensioni,curiosità,corsiedeventidedicatiallo"stareinsieme"oggi.

IL GUSTO DELLE RELAZIONIPer scoprirsi, gustarsi, condividere e ri-conoscersi nella relazione con l’altro

MASTER IN PARTENZAComunicazione, Relazione, Risorse umane, Pedagogia della relazione, Counselling, Relazione di Aiuto professionale

Corso Residenziale esperienziale sul tema delle relazioni

Durata: 3 giornateDate: 13-14-15/10/2017Sede: Piegaro - UmbriaCORSO A PAGAMENTO

COME ACQUA CHE SCORREIl residenziale delle Relazioni

L'intervista al Dr. Vincenzo Varagona, ospite di "Gestalt a Porte Aperte" il 21 maggio (pag. 1,2)

N.2/2017 SETTEMBRE

Street Counseling:TI ACCOMPAGNO DA TE!Potetestare tranquilli,nonabbiamoapertoun ristorante.Maforsequesto nuovoserviziovi stuzzicherà piacevolmente!(continuaapag.3,4)

Laboratorio di orientamento personale e professionale

Durata: incontri da 3 oreDate: vedi calendarioSede: San Benedetto del TrontoPERCORSO A PAGAMENTO

ORIENTAMENTO IN GIOCOLaboratori esperienziali per la famiglia, l'azienda e la scuola

Durata: incontri da 3 oreDate: 30.09 - 28.10 - 25.11Sede: San Benedetto del TrontoSEMINARI GRATUITI

EDUCARE ALLE RELAZIONI

Durata: incontri da 2 oreDate: incontri bisettimanaliSede: Ancona e San Benedetto del TrontoPERCORSO A PAGAMENTO

OGNI VITA MERITA UN ROMANZOGruppo di crescita e sviluppo personale e professionale

Info e prenotazioni: www.simbiosofia.it centrostudi@simbiosofia.it

Durata: 1 annoData: 1 week end al meseSede: San Benedetto del Tronto CORSI A PAGAMENTO

Il residenziale delle Relazioni

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Intervista con l'autore: Vincenzo Varagona

"La potenzialià delle persone: Le nuove frontiere del Counseling"Simbiosofia - San Benedetto del Tronto, 21 Maggio 2017

Cristian: Buongiorno Vincenzo se non ti dispiace partirei dalle basi, prendendo spunto direttamente dal percorso che hai affrontato nel tuo testo e dunque la domanda è: “Il counseling: potresti darne una definizione per come lo hai vissuto, per come ne hai avuto esperienza, per le elaborazioni che hai fatto e per l’idea che ti sei fatto personalmente?”

Vincenzo: mi sono avvicinato alla formazione sul counseling sia per la curiosità  che fa parte del mio DNA sia per la volontà di fare un “tagliando” sulla mia esistenza e quindi prendere parte ad un percorso personale che mi fornisse anche la cassetta degli attrezzi per affrontare le mille situazioni della vita: famiglia, lavoro, relazioni sociali. A Quale elaborazione personale sono arrivato?

I pilastri del counseling sono conosciuti: empatia, assenza di giudizio, accettazione incondizionata dell'altro, ascolto attivo, etc. ebbene, questi sono i requisiti di un “assetto professionale” ma la sfida, che in questi anni mi ha in qualche modo affascinato, è quella di rendere la struttura comportamentale del counselor uno stile di vita e non solo un assetto professionale. Immaginate cosa possa significare accettazione incondizionata in famiglia, con alcune figure familiari, o nel lavoro, o anche l'ascolto attivo negli incontri e nelle relazioni quotidiane!  Per quello che riguarda la definizione del counseling, possiamo dire che siamo di fronte ad uno strumento per l'agevolazione delle relazioni personali, una cassetta che ti fornisce gli strumenti per abbattere pregiudizi per accrescere le capacità di ascolto prima dell'altro che di se stesso, e così via..

Cristian: Una domanda scontata ma che ritengo fondamentale in questo momento storico e per il particolare momento che il counseling sta vivendo. Nell’introduzione leggo testualmente: “Una mission: far conoscere e amare il counseling al grande pubblico”. Ecco la domanda è: perché questa mission?

Vincenzo: Intanto, dico nell'introduzione, da tanto tempo si parla di counseling, ma pochi sanno davvero di cosa si tratta. La controversia nata con gli psicologi poi non fa che alimentare la confusione. Una polemica letta superficialmente come il tentativo di chi studia solo tre anni di introdursi in una fascia operativa di cui sono titolari figure professionali (gli psicologi) che hanno studiato molto di più e si sono guadagnati una laurea sul campo. Ora, il problema è abbastanza delicato. Parto da una premessa: da anni mi presento, quando tratto questi temi, affermando che il ricorso a un cammino psicologico individuale non può essere interpretato come ammissione di una patologia. Io sostengo intanto l'efficacia di un sistema preventivo in tutte le fasi della vita, come quella pedagogica ad esempio. Un percorso di counseling può essere una forma di tagliando, di verifica personale, non legata strettamente alla manifestazione di un grave problema relazionale ad esempio. Questo “tagliando” deve essere concepito come un cammino di crescita personale.Ecco il punto: questo tagliando può essere compreso come una prassi “normale” di manutenzione e prevenzione in modo analogo ad una macchina che non presenta problema ma rileva volentieri l'esigenza di una revisione (per le auto lo prevede la legge !) Siamo di fronte ad una cultura, quella della verifica personale, del cosiddetto tagliando, che va affermata e sostenuta ed è questa idea che io definisco “mission”

Cristian: So che presenterai il tuo libro al Convegno Nazionale del CNCP che si intitola: “Cittadinanza attiva e inclusione sociale - Il Counsellor promotore sociale di sviluppo umano". Mi sembra che dal tuo libro emerga questa funzione che il counselor riveste o può rivestire in società. Ci puoi parlare di questo legame tra cittadinanza attiva, inclusione e counseling?

a cura del Dott.Cristian Flaiani

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Vincenzo: Per rispondere a questa domanda comincio a fare riferimento ai contenuti del libro. Oltre ai tratti generali del counseling, al confronto sullo stato della professione, il volume si articola in tre parti fondamentali.

La prima, ad esempio, riassume l'esperienza di tirocinio che ho svolto nelle strutture Caritas dove vengono erogati servizi a soggetti con fragilità.

Ed ecco che entriamo diritti nel tema della domanda, l'inclusione sociale laddove il counselor può lavorare efficacemente nella prevenzione, nell’inserimento sociale e/o nel reinserimento di soggetti fragili, nella facilitazione delle relazioni, nel sostegno alle persone bisognose.

Cristian: Da qui possiamo facilmente passare al titolo del tuo libro “Le nuove frontiere del counseling. Esperienze professionali nel volontariato, nella catechesi, nelle organizzazioni. Puoi parlarci un pò di queste nuove frontiere magari raccontandoci esperienze negli ambiti che hai preso in considerazione del libro?

Vincenzo: Ho deciso di riportare nel libro esperienze molto rilevanti: oltre a quella sul volontariato, ho riportato quella di tipo pastorale, che poi è un'applicazione pastorale di un approccio che vale nella vita. Racconto poi l'esperienza di mio fratello, anche lui counselor che nelle catechesi ha istituito una scuola dell’infanzia con un nuovo modo di concepire la didattica passando per le competenze del counseling.  Infine il counseling organizzativo o aziendale: un’idea che ho sviluppato attraverso la collega Laura Ricci di Doceat con l’intento di attivare un progetto aziendale per la riduzione del tasso di conflittualità in termini di benessere nell'ambiente di lavoro e riduzione dei conflitti

Cristian: Un ultima domanda mi sembra d’obbligo: perché la Gestalt? Cosa c’entra con l’inclusione sociale, la cittadinanza attiva, il counseling come promozione del cambiamento e sviluppo umano/sociale?

Vincenzo: In parte ho risposto citando le competenze rogersiane dell’accettazione, dell’ascolto, dell’empatia che fonda per uno stile che modifichi l'approccio alle relazioni, dove la persona si senta accolta, non giudicata, ed ascoltata attivamente Ma c'è spazio anche per Perls perchè il sogno è la molla del cambiamento e la vita è piena di irrisolti, di gestalt non chiuse. Ci sono piccoli problemi, piccole gestalt da gestire e ce ne sono anche di più grandi. Sono anche queste problematiche spesso personali e sociali che vanno affrontate con un metodo efficace ed in percorsi duraturi di formazione e crescita permanente.

Cristian: E’ arrivato il momento di chiudere e ti ringraziamo per il preziosissimo contributo. Vincenzo: Grazie a voi ed a tutti i presenti

Vincenzo Varagona è scrittore, Counselor e giornalista che dal 1987 lavora nella redazione Tgr Rai Marche. Ha realizzato reportage nei Balcani, in Medio Oriente e in Africa. Nel 2010 la fondazione Green Accord gli assegna, a Pistoia, il premio “Sentinella del creato”, autore del Testo "Le ultime frontiere del counseling" (Ecra)

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Street Counseling: ti accompagno da te!

Se vi chiedessi a cosa associate la parola inglese Street? Sono sicura che molti di voi l’assocerebbero con Food. Lo street food è un servizio di ristorazione che ha preso piede negli ultimi anni. Sempre più eventi dedicati al cibo di strada da parte di coloro che hanno puntato sulla qualità delle materie prime, sulla valorizzazione delle tipicità locali e sulla cura dei dettagli. E l’originalità delle location? Vecchi caravan, ecc. ecc.

Ci siamo interrogati cosa cerchino le p e r s o n e c h e p a r t e c i p a n o a manifestazioni di questo tipo. Non abbiamo dubbi che si vada per una elevata possibilità di scelta, per curiosità, ma crediamo che abbia avuto così tanto successo anche per la libertà di

decidere quanto tempo fermarsi in un posto piuttosto che in altro, sperimentare nuovi sapori, farsi attrarre dai profumi che evocano ricordi, condividere un pasto e/o una bibita con persone che non si conoscono. È forse, questo, un modo, nella società postmoderna, di fare contatto? E se anche noi scendessimo in strada?

Simbiosofia ci ha provato:Nasce così la nostra idea di street counseling, offrire l’opportunità di dedicarsi del tempo. Volevamo incontrare le persone in altro modo, offrire loro una possibilità di incontro con gli esperti della relazione d’aiuto. Offrire un servizio ed esserci se in quel momento qualcuno ne sentisse il bisogno.

Non ci dobbiamo stancare di informare sul significato della consulenza di aiuto , sui percorsi di formazione, sui servizi a sostegno della persona e delle organizzazioni. E’ parte necessaria della metodologia integrata su cui si fonda Simbiosofia.

Essere counselor secondo l’approccio della Gestalt nella società moderna comporta la diffusione del suo significato e partecipare attivamente alla creazione di luoghi di relazione. La nostra idea è diventata realtà quando abbiamo deciso di partecipare al Val Vibrata summer show,una manifestazione che si è tenuta dal 25 al 27 agosto a Nereto, in provincia di Teramo. Siamo scesi in Strada. Abbiamo progettato uno stand e delle attività che riproducessero il setting

"Bisogna creare luoghi dove fermare la nostra fretta e aspettare la nostra anima" Tonino Guerra

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L’esperienza di strada, ci ha dato la possibilità di riflettere sulle nuove modalità di essere al servizio della persona;

Abbiamo messo le basi per fare rete. Abbiamo potuto immaginare scenari futuri su cui definire nuovi obiettivi.

Ci siamo presi cura delle relazioni.

Abbiamo deciso di scendere in strada, e la strada, si sa, è d e m o c r a t i c a e l a s t e s s a opportunità la offre a chiunque abbia voglia di mettersi in gioco.

Dott. ssa Gina di PietroCoach, Counselor Supervisore in Counseling, Esperta di Comunicazione

E’ certo ormai che viviamo in un mondo Liquido, inafferrabile: molto più rapido e complesso rispetto a qualche anno fa.

Come afferma il sociologo Bauman viviamo nell’incertezza esistenziale, nella precarietà dei lavori, nell’ “usa e getta” delle relazioni, nel disorientamento esistenziale e nello smarrimento nei luoghi del commercio in cui anche la dimensione più propriamente umana viene mercificata, scambiata, usata, gettata, smaltita e riciclata con ritmi impressionanti

Ci troviamo dinanzi ad un’emergenza epocale che è quella di sostenere le persone a ritrovare sé stesse, a provare il gusto di un contatto autentico, a sostare in relazioni significative ed a progettare un futuro sostenibile per sé e per gli altri.

E’ necessario ipotizzare nuove forme per sviluppo di una cultura del sostegno relazionale che valorizzi le risorse personali, l’incontro, l’ascolto dei bisogni e la reciprocità.

Simbiosofia opera da anni per la ricerca e per l’innovazione in ambito psico-sociale ed è per questo che nasce lo STREET COUNSELING come servizio innovativo che raggiunge le persone in maniera diretta e immediata nei luoghi più naturali dell’appartenenza (la strada, le piazze) offrendo uno spazio pensato per intercettare le esigenze e rispondere ai bisogni complessi delle persone di oggi.

E’ cosi che diventa possibile la sosta ed il sostare, è così che diventa possibile l’intimità anche dentro il contesto affollato, è così che diventa possibile l’incontro anche laddove si cammina a testa bassa con lo smartphone in mano, è così che diventa ancora possibile lo sguardo, la relazione, il corpo, il piacere della condivisione, l’interazione ed è così che diventa ancora possibile stare un po' meglio…. Anche laddove non ci eravamo nemmeno accorti che ne avevamo un gran bisogno.

Simbiosofia. L’Umanesimo si ritrova!

Dott. Cristian FlaianiFilosofo, Counselor, Supervisore in Counseling, Direttore di Simbiosofia Formazione

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C O U N S E L I N G S E N Z A F R O N T I E R E :

ANCORA UNA VOLTA HA VINTO IL GIOCO!San Benedetto del Tronto, 2 luglio 2017Sono le 21 e siamo ancora qui con il sorriso.Esausti, perchè la stanchezza alla fine è a r r i v a t a . U n a s t a n c h e z z a r i c c a d i soddisfazione ed entusiasmo, di tante cose su cui riflettere, di tanti incontri da non dimenticare, di momenti, di gioco.Vi lasciamo gustare qualche scatto, perchè siamo sicuri che le immagini siano in grado di raccontare di più di qualsiasi parola!

www.counselingsenzafrontiere.com

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Monica ValentiniInsegnante, Counselor in formazione

Se dovessi scegliere l’anno in cui lo “tsunami della preadolescenza” si manifesta più apertamente, questo è sicuramente la seconda classe della secondaria di I grado. Ed eccoli allora questi preadolescenti, ti sembrava di conoscerli abbastanza dopo un anno di lavoro, e poi a settembre li guardi in faccia e dici "ma cosa gli è capitato durante l’estate??" Esplode infatti tutto il desiderio, pochi mesi prima poco più che accennato, di sperimentare “imprese da grandi”, di confrontarsi o addirittura scontrarsi con gli insegnanti per misurare le loro forze, per saggiare la loro “muscolatura emotiva” ed acquisire autonomia crescente e capacità di prendersi le proprie responsabilità. In questo tiro alla fune in cui l’adulto deve assolutamente essere stabile e capire quando allentare lievemente la presa e quando renderla più stabile, qualcuno inevitabilmente resta comunque fuori.Compito dell’insegnante è allora anche quello di reggere la fune all’altro capo - una fune che a volte è un gomitolo da dipanare - e far sì che con l’emergere di queste nuove spinte emotive la classe non si sgretoli, non si creino fazioni, capi da seguire, “capri espiatori” su cui far ricadere tutte le colpe del mondo, né tantomeno bulli da emulare. Da insegnante di scuola secondaria di I grado ho visto che con gli anni le strategie fino ad ora utilizzate con successo per mantenere desta l’attenzione, creare un clima positivo, di ascolto e di accoglienza dell’altro hanno iniziato a scricchiolare e per questo ho deciso di mettermi in gioco con Simbiosofia. Così ho iniziato a portare attenzione soprattutto alla percezione della realtà che gli alunni avevano, sulla loro bassa capacità di ascolto attivo e di empatia poiché questi aspetti – apparentemente distanti dalla matematica - inficiano notevolmente la possibilità di apprendere e di accogliere la diversità presente tra coetanei. Dopo un grande lavoro di focalizzazione su di me e sulla percezione delle varie realtà, ho deciso di avviare un percorso specifico con gli alunni, partendo dalla riproposizione in classe di attività che avevo io stessa sperimentato a lezione. Ho iniziato a modificare in primis lo stile della mia comunicazione, a cambiare ad esempio il “perché?” in “come mai?”, a porre più attenzione al tono della voce, alla mia mimica. Ma soprattutto mi sono data un tempo da dedicare, ogni settimana, all’ascolto dei loro vissuti, delle loro emozioni, delle loro preoccupazioni: un tempo per me nuovo, anche faticoso ma pieno di mille stimoli, un tempo ricco ed arricchente, un tempo in cui io per prima ho narrato senza timori il mio “come ti senti”, ed ho messo in campo tutto ciò che stavo apprendendo, comprendendo e sperimentando mentre ero io a lezione. Settimana dopo settimana non ho potuto far altro che emozionarmi ed è stata per me una grande conquista personale e professionale.Se ripenso all’insegnante che ero qualche anno fa quasi stento a riconoscermi: ci è voluta e ci vorrà ancora una buona dose di creatività e coraggio per proseguire in questo cambiamento che ho avviato ma sento che non posso fare altro se voglio conoscere le mie possibilità e provare ad essere un buon educatore per i ragazzi che incontrerò, aiutandoli a capire da dove iniziare a districare il proprio gomitolo.

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Storie Emozioni , v ibrazioni , s tor ie d i r i n a s c i t a , p a s s i o n e , s fi d e e trasformazioni. Dopo un anno di formazione cambiano i visi, le voci si fanno più ferme, i toni diventano caldi, "il silenzio non fa più rumore". È travolgente, è magia, è Gestalt. Ed è coraggio di mettersi di fronte a sé stessi e smettere di raccontarsela, per godersi la meraviglia dell'autenticità. Le storie degli allievi di Simbiosofia

E' ora di diventare sé stessi e di mandar via la nebbia!

MI Chiamo Barbara, ho 49 anni due figli e un marito e tanto altro. Una mattina mi sono alzata e ho visto il mio orizzonte sfocato. Ho avuto la sensazione di non capire più dove stessi andando, probabilmente non mi è stato mai chiaro.A dicembre 2014 ho avuto un brutto incidente alla mano destra. Io,instancabile macchina da guerra, bloccata e costretta ad un fermo senza precedenti. Passo il tempo sul PC e cerco qualcosa sul counselling , un corso, sono anni che sto dietro a questo argomento, mi piace l’idea di essere un attivatore di potenzialità, una che facilita le capacità di scelta, mi piace soprattutto l’idea di spendere questa pratica con i miei ragazzi a scuola e perché no, magari nei gruppi, tornare al mio vecchio lavoro ( ero titolare di agenzia assicurativa e un’ottima venditrice), ma come al solito sono una miniera di idee senza seguito. Invece inizia la storia con Simbiosofia, anzi con un certo Dott Flaiani. Arrivo al primo appuntamento e come al mio solito penso che sia troppo giovane e sicuramente che abbia poca esperienza. Lo avevo pensato anche anni prima della mia psicologa che poi invece mi fece a fettine! Seguono altri due appuntamenti, l’ultimo in particolare, nel quale Cristian non dice quasi niente, se non brevi rimandi -“ma che fa questo?? non parla?? non mi convince??”-. Mi iscrivo. Questo è il senso di tutto, lui non parlava e io decidevo di iscrivermi.

Ho trovato questa cosa incredibile! E il corso ha avuto inizio. Tanto studio ma soprattutto un duro lavoro su stessi.

Scelgo di portarmi a casa due episodi:-Tra un laboratorio e un altro il gruppo mi definisce sempre una tosta, una bomba ma la sensazione che provo è di disagio, poi arriva Roberto che sulla mia parola di chiusura della giornata, “tenerezza”, mi fa un sorriso che parla come due ore di discorso.

-Cristian che legge un passo di Nietzche tratto dal “Il peso più grande”che mi arriva dentro lo stomaco:

"Che accadrebbe se, un giorno o una notte, un demone strisciasse furtivo nella più solitaria delle tue solitudini e ti dicesse: «Questa vita, come tu ora la vivi e l'hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione “

....è ora di diventare se stessi,è ora di mandar via la nebbia. Grazie a tutti!! B.B. 8

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