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MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA IPPICA D al maggio 2006, nessuna nuova li- cenza per allievo fantino è stata rilasciata dall’UNIRE, l’ente tec- nico che sovrintende tutte le attività legate al mondo del cavallo in Italia. Que- sto ha creato non pochi problemi agli allenatori (che spesso ingaggiano gli allievi per la possibili- tà di usufruire di vantaggi ponderali in alcuni tipi di corsa), alle società di cor- se (che, di fatto, hanno dovuto quasi cancellare le corse riservate agli allievi) ma, soprattutto, mettendo in difficoltà gli aspiranti allievi fantini. Infatti, dal febbraio 2001, l’UNIRE ha (giustamente) stabili- to per regolamento, che tutti coloro che intendo- no acquisire la licenza di allievo fantino devono preventivamente seguire, e superare, un corso di formazione professiona- le. Pisa, San Rossore, è la sede unica dove tali corsi si svolgono dal 1998, gra- zie ai finanziamenti con- giunti del Fondo Sociale Europeo e dell’UNIRE. Per motivi diversi, per tutto il 2007, non è stato possibile avere i finanzia- menti per organizzare il settimo corso per allievo fantino, e le richieste di partecipazione si sono accumulate, mese dopo mese, fino a raggiungere un numero molto alto di oltre 60 ragazzi e ragazze interessati a intraprendere questo difficile mestiere. Finalmente, però, la si- tuazione si è sbloccata. Negli ultimi mesi, infat- ti, si è concluso il lungo iter burocratico che ha permesso la destinazione dei fondi per le attività di formazione professiona- le nei prossimi anni e la regione Toscana è stata una delle più veloci ed efficienti nel recepire le indicazioni comunitarie. La Provincia di Pisa, dal canto suo, ha sempre cre- duto molto in questi pro- getti che sono il suo fiore all’occhiello in campo nazionale. Si tratta, in- fatti, di corsi residenziali, che prevedono la parteci- pazione di soggetti mino- renni impegnati in un’at- tività rischiosa. Questi corsi, realizzati grazie al supporto logi- stico della società Alfea, sono progettati e condot- ti dall’agenzia formativa Percorsi s.r.l. che si è or- mai specializzata anche nel settore ippico. In ter- mini occupazionali (visto che i corsi sono destinati a soggetti in cerca di la- voro), il cento per cento di coloro che superano l’esame finale al corso, trova lavoro nel settore. Sulla scorta di questa va- lida esperienza plurien- nale, l’assessorato alla formazione professionale della Provincia di Pisa, guidato dalla dottoressa Anna Romei, coadiuva- ta dalla dottoressa Anna Rossi e dal dottor Giorgio Quarta, ha deciso di for- mulare una gara d’appal- to per il prossimo trien- nio per altrettanti corsi riservati al profilo pro- fessionale previsto dalla Regione Toscana (artiere ippico) ma con le compe- tenze necessarie per otte- nere anche il rilascio della patente di allievo fantino. All’interno del percorso formativo, anche l’esame per il rilascio del patenti- no europeo di lad-jockey, in coordinamento con l’attività svolta dall’Eu- ropean Association of Racing Schools. L’offerta presentata da Percorsi ri- spondeva perfettamente a tutti i requisiti richiesti, e la Provincia ha provvedu- to ad aggiudicare la gara in data 14 luglio 2008. Lo staff dei docenti, coordinatori, tutor, sorve- glianti è ormai collaudato e il supporto che giunge da tutti coloro che lavora- no per l’Alfea completa il quadro: tutto è pronto per la riprendere dopo l’esta- te l’attività di formazione professionale. EQ www.sanrossore.it GIUGNO/LUGLIO 2008 fantini in formazione: march! iL corSo Per GLi aLLieVi riParte e Si fa in tre Per recUPerare iL temPo PerDUto ANNO 2 - NUMERO 6/7 CORSO ALLIEVO FANTINO, ISCRIZIONI E SVOLGIMENTO TUTTE LE ISTRUZIONI PER L'USO Sono già molto numerose le richieste di adesione al prossi- mo corso per allievo fantino. Le iscrizioni saranno aperte non appena la Provincia di Pisa pubblicherà il bando di concorso che conterrà tutti gli estremi per la parte- cipazione al corso che inizierà in settembre. I requisiti necessari riguarderanno essen- zialmente l’età, il peso e la posizione lavora- tiva (questi corsi sono riservati ai disoccupati e non possono acce- dervi, quindi, coloro che già lavorano e gli studenti). Sul sito di San Ros- sore sarà possibile trovare i moduli sca- ricabili per effettuare l’iscrizione al corso. Coloro che rispondo- no ai requisiti richie- sti dal bando saranno invitati a partecipare alle prove di selezio- ne che si svolgeranno nella prima quindicina di settembre. La sele- zione si articola su una prova di equitazione in rettangolo, una serie di test per verificare la preparazione atletica dei candidati e un col- loquio motivazionale. I punteggi acquisiti durante queste prove, sommati ad altri che riguardano le caratte- ristiche fisiche e i tito- li ottenuti nel nostro o in altri settori legati al cavallo (brevetti FISE, ad esempio), determi- neranno una somma finale per ciascun can- didato. La graduatoria evidenzierà i primi 15 classificati che avran- no diritto a partecipare al corso 2008-2009. Per chi non aves- se avuto buona sorte, però, nessun proble- ma: infatti il giorno seguente la conclusio- ne di questo corso, ini- zierà il successivo che si svolgerà nel perio- do maggio-novembre 2009. E se proprio non vi è andata bene nean- che questa volta, nella primavera 2010 parti- rà il terzo corso previ- sto da questa gara. l'assessore Anna Romei in visita alla scuola ippica di San Rossore viaggio a Doncaster, un ippodromo del futuro anche un Rook corsa- ro, e non tutti lo sanno Santopadre, che pas- sione! ippica & finanza quando Vittorio Panici era un giovane fanti- no contradaioli DOC: Maurizio Guarnieri e il suo Istrice aLL'interno

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MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA IPPICA

Dal maggio 2006, nessuna nuova li-cenza per allievo

fantino è stata rilasciata dall’UNIRE, l’ente tec-nico che sovrintende tutte le attività legate al mondo del cavallo in Italia. Que-sto ha creato non pochi problemi agli allenatori (che spesso ingaggiano gli allievi per la possibili-tà di usufruire di vantaggi ponderali in alcuni tipi di corsa), alle società di cor-se (che, di fatto, hanno dovuto quasi cancellare le corse riservate agli allievi) ma, soprattutto, mettendo in difficoltà gli aspiranti allievi fantini. Infatti, dal febbraio 2001, l’UNIRE ha (giustamente) stabili-to per regolamento, che tutti coloro che intendo-no acquisire la licenza di allievo fantino devono preventivamente seguire, e superare, un corso di formazione professiona-le. Pisa, San Rossore, è la sede unica dove tali corsi si svolgono dal 1998, gra-zie ai finanziamenti con-giunti del Fondo Sociale Europeo e dell’UNIRE.

Per motivi diversi, per tutto il 2007, non è stato possibile avere i finanzia-menti per organizzare il settimo corso per allievo fantino, e le richieste di partecipazione si sono

accumulate, mese dopo mese, fino a raggiungere un numero molto alto di oltre 60 ragazzi e ragazze interessati a intraprendere questo difficile mestiere. Finalmente, però, la si-tuazione si è sbloccata. Negli ultimi mesi, infat-ti, si è concluso il lungo iter burocratico che ha permesso la destinazione dei fondi per le attività di formazione professiona-le nei prossimi anni e la regione Toscana è stata

una delle più veloci ed efficienti nel recepire le indicazioni comunitarie. La Provincia di Pisa, dal canto suo, ha sempre cre-duto molto in questi pro-getti che sono il suo fiore all’occhiello in campo nazionale. Si tratta, in-fatti, di corsi residenziali, che prevedono la parteci-pazione di soggetti mino-renni impegnati in un’at-tività rischiosa.

Questi corsi, realizzati

grazie al supporto logi-stico della società Alfea, sono progettati e condot-ti dall’agenzia formativa Percorsi s.r.l. che si è or-mai specializzata anche nel settore ippico. In ter-mini occupazionali (visto che i corsi sono destinati a soggetti in cerca di la-voro), il cento per cento di coloro che superano l’esame finale al corso, trova lavoro nel settore. Sulla scorta di questa va-lida esperienza plurien-

nale, l’assessorato alla formazione professionale della Provincia di Pisa, guidato dalla dottoressa Anna Romei, coadiuva-ta dalla dottoressa Anna Rossi e dal dottor Giorgio Quarta, ha deciso di for-mulare una gara d’appal-to per il prossimo trien-nio per altrettanti corsi riservati al profilo pro-fessionale previsto dalla Regione Toscana (artiere ippico) ma con le compe-tenze necessarie per otte-

nere anche il rilascio della patente di allievo fantino. All’interno del percorso formativo, anche l’esame per il rilascio del patenti-no europeo di lad-jockey, in coordinamento con l’attività svolta dall’Eu-ropean Association of Racing Schools. L’offerta presentata da Percorsi ri-spondeva perfettamente a tutti i requisiti richiesti, e la Provincia ha provvedu-to ad aggiudicare la gara in data 14 luglio 2008.

Lo staff dei docenti, coordinatori, tutor, sorve-glianti è ormai collaudato e il supporto che giunge da tutti coloro che lavora-no per l’Alfea completa il quadro: tutto è pronto per la riprendere dopo l’esta-te l’attività di formazione professionale. EQ

www.sanrossore.it GIUGNO/LUGLIO 2008

fantini in formazione: march!iL corSo Per GLi aLLieVi riParte e Si fa in tre Per recUPerare iL temPo PerDUto

ANNO 2 - NUMERO 6/7

CORSO ALLIEVO FANTINO, ISCRIZIONI E SVOLGIMENTO TUTTE LE ISTRUZIONI PER L'USO

Sono già molto numerose le richieste di adesione al prossi-mo corso per allievo fantino. Le iscrizioni saranno aperte non appena la Provincia di Pisa pubblicherà il bando di concorso che conterrà tutti gli estremi per la parte-

cipazione al corso che inizierà in settembre. I requisiti necessari riguarderanno essen-

zialmente l’età, il peso e la posizione lavora-tiva (questi corsi sono riservati ai disoccupati e non possono acce-dervi, quindi, coloro che già lavorano e gli studenti).

Sul sito di San Ros-sore sarà possibile trovare i moduli sca-ricabili per effettuare l’iscrizione al corso.

Coloro che rispondo-no ai requisiti richie-sti dal bando saranno invitati a partecipare alle prove di selezio-ne che si svolgeranno nella prima quindicina di settembre. La sele-zione si articola su una prova di equitazione in rettangolo, una serie di test per verificare la preparazione atletica dei candidati e un col-

loquio motivazionale.

I punteggi acquisiti durante queste prove, sommati ad altri che riguardano le caratte-ristiche fisiche e i tito-li ottenuti nel nostro o in altri settori legati al cavallo (brevetti FISE, ad esempio), determi-neranno una somma finale per ciascun can-didato. La graduatoria

evidenzierà i primi 15 classificati che avran-no diritto a partecipare al corso 2008-2009.

Per chi non aves-se avuto buona sorte, però, nessun proble-ma: infatti il giorno seguente la conclusio-

ne di questo corso, ini-zierà il successivo che si svolgerà nel perio-do maggio-novembre 2009. E se proprio non vi è andata bene nean-che questa volta, nella primavera 2010 parti-rà il terzo corso previ-sto da questa gara.

l'assessore Anna Romei in visita alla scuola ippica di San Rossore

viaggio a Doncaster, un ippodromo del futuro

anche un Rook corsa-ro, e non tutti lo sannoSantopadre, che pas-sione!

ippica & finanza quando Vittorio Panici era un giovane fanti-no

contradaioli DOC: Maurizio Guarnieri e il suo Istrice

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aLL'interno

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ANNO 2 - NUMERO 6/7 - PAG.2 - IL PAESE DEI CAVALLI - GIUGNO/LUGLIO 2008

Doncaster ha ricambiato l’ospitalità ricevuta a Pisa e il 31 maggio si è disputato il San Ros-sore Handicap. La corsa è stata vinta da Coyo-

te Creek, appartenente a Michael Gibson, allenato da Frank Vaughan e montato dal campione sudafricano Kevin Shea, ai quali sono andati i premi d’onore of-ferti dall’Alfea. Un premio per la miglior presentazio-ne di grooming è stato assegnato alla giovane Vicky Andersen che ha accompagnato il cavallo Red Wine. Impeccabili padroni di casa sono stati Adam Wate-rworth, direttore dell’ippodromo, e Jo Mapletoft che è responsabile del servizio marketing. Grande risalto è stato dato alla nostra sponsorizzazione tanto dal gior-nalista Simon Mapletoft che ha presentato l’iniziativa ai circa 7.000 spettatori accorsi all’ippodromo, quanto da Jason Weaver, ex fantino ora conduttore televisivo, sul canale di Sky ‘At The Races’.

Con un investimen-to di 32 milioni di sterline (ben oltre

i 40 milioni di Euro) e 18 mesi di lavori, l’ippo-dromo di Doncaster si è dotato di una nuova, mo-dernissima, tribuna. Oltre che bella, la nuova strut-tura rispecchia quelle esi-genze di funzionalità che sono richieste, oggi, in un ippodromo e di multi-funzionalità che, oggi, un ippodromo deve avere. Nell’anno e mezzo in cui si costruiva la nuova tri-buna, le corse da Donca-ster sono migrate su altri ippodromi, e la riapertura è avvenuta il 17 agosto del 2007, giusto un mese prima della disputa della corsa più importante, il St Leger che è la corsa clas-sica più antica al modo. La sua prima edizione, infatti, si disputò il 24 settembre del 1776 e il suo nome deriva dal colui che la fondò, il tenente colonnello Anthony St Leger.

Lo sponsor principale (Urban-i, braccio locale di un’azienda leader nel settore immobiliare, che ha sottoscritto un con-tratto quinquennale con l’ippodromo) ha lavorato in sinergia con gli enti locali. La tribuna è strut-turata su cinque piani e i settori più ‘in’ sono agli

ultimi due, con i box pri-vati e altri locali di varia misura giusti per ospitare le aziende che vogliono organizzare meeting di lavoro ai quali far seguire la colazione con vista sul-la pista dell’ippodromo. Ma anche scendendo di un piano, al terzo, si tro-vano il Lincoln Restau-rant con raffinato menù alla carta, e la zona del Premiere Enclosure che è riservata a non più di 300 persone. Al secondo pia-no il Country Bistrot, 220 posti a sedere, mentre al piano sottostante, sul lato nord della tribuna, uno champagne bar che si affaccia su di un’am-pia terrazza dalla quale si possono vedere il tondino d’insellaggio, quello di presentazione, la pista, il palo d’arrivo e il winner enclosure, il luogo dove

si ripresentano i vincitori di tutte le corse. Ai pia-ni soprastanti, in questa posizione privilegiata, si trovano la modernissima sala stampa e i box privati che portano i nomi degli sponsor.

Si è pensato in tutto e per tutto alla funzionalità e allo spettacolo da offrire al pubblico e sono state, pertanto, anche ridisegna-ti gli spazi per osservare i cavalli prima e dopo la corsa. I fantini hanno a disposizione una nuova sala del peso con spoglia-toi annessi, proprio sotto la terrazza dello champa-gne bar: la sala del peso è interamente vetrata così che anche il pubblico può seguire i propri beniamini durante le operazioni del peso.

La vecchia sala del perso, accoglie adesso il Silks Restaurant, un altro esclusivo champagne & seafood bar. Altri quattro grandi bar sono presenti in varie postazioni e por-tano i nomi dei campioni che hanno corso e vinto a Doncaster, incluso Nijin-sky. L’inaugurazione è

stata presieduta dalla Principessa Reale Anna ed è giunto anche un messaggio augurale del-la Regina che il St Leger lo ha vinto nel 1977, con Dumfermline.

La zona delle scude-rie è stata spostata a fian-co del tondino d’insellag-gio, mentre in precedenza i cavalli dovevano attra-versare con i loro artieri la trafficata Leger Way per giungere all’ippodro-mo. Insomma, Doncaster dopo la ristrutturazione ha raggiunto un livello d’eccellenza assoluto che permette di coniugare le differenti esigenze che un ippodromo moderno ha per soddisfare i suoi clienti, ippici e non.

in ViaGGio VerSo iL fUtUromoLti PUnti Di contatto tra L'iPPoDromo inGLeSe e QUeLLo PiSano

DoncaSter eSemPio Da SeGUireIPPODROMIGEMELLATI

La notizia deL mese

Il gemellaggio con l’ippodromo di Doncaster risale al

2000. A San Rossore si è guardato con una cer-ta invidia alla velocità con la quale a Donca-ster si è proceduto alla ristrutturazione dell’ip-podromo, e questo non può essere per noi altro che un ulteriore stimolo a portare avanti i nostri progetti che sono anco-ra tali a distanza di 10 anni dalla loro prima stesura. Una volta che tutti, o almeno parte di questi, saranno portati a compimento, potremmo valorizzare ulteriormen-te questo connubio con Doncaster chiedendo che a San Rossore ven-ga assegnato il St Leger italiano. Questa corsa, dallo status di corsa di

gruppo era decaduto a condizionata come tan-te una volta che, chiuso l’ippodromo di Torino dove si disputava, esso è migrato a Milano. Con la nuova pista, an-che San Rossore offrirà la possibilità di corre-re il St Leger con due curve, e il gemellaggio con l’ippodromo dove questa classica è nata, darebbe l’opportunità di creare un evento ippico e non solo.

la stupenda e funzionale tribuna Urban-i a Doncaster (Querci)

la premiazione del San Rossore Handicap (ph. Louise Pollard)

il padiglione della casa d'aste DBS

PISA DAY A DONCASTER

DBS: La nUoVa SeDeLa ristrutturazione dell’ippodromo ha permesso di creare nuovi spazi anche per collocare nello stesso comprensorio la nuova sede della Doncaster Bloodstock Sales. Il nuovo padiglione dove si svolgono le aste, è adiacente alla zona dei box d’ospitalità dell’ippodromo e si affaccia sulla retta d’arrivo, ottimizzando, così, anche l’organizzazione delle aste breeze up che prevedono un galoppo cronometrato dei puledri prima di entrare nel ring. Molto accogliente e spaziosa la zona dell’ospitalità, ricca di 508 ampi box.

aPertUra e chiUSUraL’ippodromo di Doncaster apre e chiude la stagione del galoppo inglese che conta, quella che prevede la disputa delle corse sulle piste in erba. Le 28 giornate del 2008 vanno dalla fine di marzo con la disputa del Lincoln Meeting, fino all’Autumn Festival (a metà ottobre) che chiude la stagione che passa il testimone alle piste all-weather e a quelli in ostacoli, che trovano spazio anche qui a Doncaster, con otto giornate nel periodo invernale dedicate a questo settore.

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ANNO 2 - NUMERO 6/7 - PAG.� - IL PAESE DEI CAVALLI - GIUGNO/LUGLIO 2008

C’è un passato av-venturoso nelle vicende dei Rook

che siamo abituati a co-noscere come i pionieri di Barbaricina. Tutti noi sappiamo cosa abbia-no rappresentato i Rook nella storia del galoppo. Il giovane Thomas era giunto da Newmarket nel 1856 - aveva vent’anni esatti - come fantino del-la scuderia reale Savoia dopo un utile appren-distato presso il famoso trainer Jael Stephenson. Con la giubba blu di Vit-torio Emanuele il giova-ne Tom vinse tutti e in tutta Europa e i portaco-lori reali Determination, Union Jack, Monsignor Nardoni, Nobility furono fra i purosangue certa-mente più importanti di quell’epoca.

Poi l’Italia fu uni-ta e il nuovo sovrano fu costretto dal nuovo Parlamento (allora il conflitto d’interessi ave-

va un peso) a lasciare i suoi cavalli. Fu quella l’occasione per il jockey inglese per appendere il frustino al chiodo e di-ventare trainer. Nel 1868 Thomas Rook si trasferì armi e bagagli in Barba-ricina, più esattamente in via del Capannone. Si mise in proprio? Vi sono forti dubbi che abbia continuato per un certo periodo ad allenare i ca-valli reali, prestando al sovrano, che non poteva figurare, i suoi colori che all’inizio furono lilla e giallo prima di diventare biancoverdi. Sulla stessa Andreina gravò il sospet-to - ne abbiamo già scrit-to - che appartenesse in realtà a Vittorio Emanue-le II. E’ quanto scrisse papale papale sul ‘Mes-saggero’ il corrispon-dente da Roma Gabriele D’Annunzio dopo la vit-toria della cavalla pisana nel primo Derby Reale del galoppo (1884).

A confermare l’ipote-si che alle spalle Thomas avesse un proprietario robusto vi sono anche i forti investimenti che impiegò per costruire la grande scuderia che è posta in angolo fra via del Capannone e il viale delle Cascine (altre due ne seguirono sulla stessa strada, ma edificate dai figli). Comunque fossero divise le proprietà dei ca-valli, è certo che Thomas Rook fu un grande fanti-no, un grande trainer, un grande allevatore.

Ma non è di lui che oggi vogliano raccon-tare ma delle origini veramente singolari di questo grande personag-gio. Fra i suoi avi si se-gnala infatti la presenza di un sir George Rook (in alcuni testi di storia erroneamente indica-to come Rooke), un po’ ammiraglio della flotta inglese ma un po’ anche corsaro, come allora ac-cadeva per la disinvolta politica navale della casa regnante. George fu fat-to sir dopo che contribuì in maniera decisiva, nel corso di una grande bat-taglia navale, a distrug-gere la ‘Flotta d’argento’ franco-spagnola nella baia di Vigo. Tutto ciò accadeva il 12 ottobre del 1702. Due anni dopo, alla guida di una picco-la flotta anglo-olandese, George Rook attaccava Gibilterra (l’antica Cal-pe, conquistata nel 720

dal condottiero berbero Jabal Tariq, dal quale il nome Gibilterra) distrug-gendo la flotta comanda-ta dal conte di Tolosa e conquistando la rocca.

Vent’anni dopo Gi-bilterra fu ripresa dagli spagnoli ma la partita non era conclusa. Nel corso delle guerra napo-leoniche, l’ammiraglio Thomas Rook (nipote di George e nonno del ‘no-

stro’ Tom) attaccò ancora la rocca e la espugnò alla testa dei suoi marines. Da allora gli inglesi non l’hanno più perduta. In onore di queste imprese, la Corona dispose che il nome dei Rook fosse dato ad una catena mon-tagnosa del ‘Cratere di Copernico’ situata sulla luna che da allora si chia-mano: i ‘monti Rook’. A proposito di Gibilterra, e per allargare le nozioni

storiche dei nostri lettori, vogliamo ricordare che nel 2002 fu fatto un refe-rendum per il ritorno alla Spagna ma per il 98 per cento i 28 mila elettori dissero: Unite Kingdom. Infine, per la curiosità dei più colti (quindi per la generalità dei nostri lettori), pubblichiamo a lato una carta topogra-fica di Gibilterra e della sua Rocca per anni ine-spugnabile. RC

iPPiCa e CULtURa

rook conQUiSta La roccaL'antenato Di thomaS eSPUGno' GiBiLterra Per L'inGhiLterra

Thomas Rook segue gli allenamenti a San Rossore dalla sella del suo pony

USa con GeniaLita'PUroSanGUe come inVeStimento

C’è ippica e ippica. Quella italiana, sgangherata e pa-

sticciona, con i vertici azzerati un giorno sì e uno no, fra commissari annunciati e cda che re-stano dopo l’annuncio di liquidazione. Detto del-l’ippica italiana, passia-mo alle cose serie, anzi serissime perché si parla di alta finanza.

In Usa, in un momento di forti tensioni dell’eco-nomia, con il dollaro allo scatafascio, i mutui non pagati, le banche che scricchiolano, le grandi aziende che fanno tonfi epocali – i risparmiatori

hanno deciso di tornare ad un’economia più con-creta. Come? Affidan-dosi ai cavalli da corsa. Par di sognare. Eppure è così. E’ stato lanciato il Thoroughbred Legends Racing Found, un fondo da 150 milioni di dollari che investirà, anziché in obbligazioni traballanti, in puledri.

I nuovi acquisti avran-no tre allenatori, ovvia-mente il top del galoppo a stelle strisce: Wayne Lu-cas, Bob Baffert e Nick Zito. I tre hanno vinto 25 gare delle mitiche Tri-ple Crown. Saranno loro a consigliare l’acquisto

degli yearling, come di-viderseli, come allenarli, quale programma sce-gliere per ognuno. Non è un’impresa da poco che richiede grande organiz-zazione e un altissimo senso professionale. Wall Street, ormai alla frutta, si fida di loro.

Mai come ora è il caso di dire che la finanza Usa si sia data all’ippica. Che la sua salvezza venga da lì? E che speranza c’è che l’esempio Usa, capofila in tante novità, possa essere seguito anche in Europa? (In Italia no, diamo per scontato che possa mai accadere). RC

IPPICA GRAN GOURMET Non avremo una Bor-

sa coraggiosa come Wall Street (leggete l'artico-lo a fianco) ma resta in Italia una passionaccia dura a morire, certe volte splendida e commoven-te. E’ il caso di Bruno Santopadre che, inna-morato dei cavalli fin dalla nascita, non ha mai mollato questa passione, anzi se l’è vista cresce-re dentro con il passare degli anni fino ad esplo-dere, mettendo nero su bianco in un libro. Ecco che Bruno Santopadre ha dato alle stampe “Ip-pica, che passione!”, un libro che ha la prefazio-ne di Gigi Proietti – sia-mo fra romani de’ Roma – il Mandrake di ‘Febbre

da cavallo’ ma forse an-che il cliente della bella trattoria che Santopadre gestisce con il fratello. In tanti anni di professione il nostro autore ha gesti-to la ristorazione sugli ippodromi di Cesena, di Follonica, di Capannelle

(Terrazza Derby), sempre con un occhio agli intin-goli e con l’altro all’ar-rivo: vincente, piazzato, accoppiata, trio. Nel suo libro, Santopadre traccia un film dei suoi ricordi, con tante belle foto. A cominciare dal profilo di un suo grande (e nostro) amico: Alberto Giubilo. Dedicare un intero capi-tolo a questo straordina-rio personaggio che ci ha purtroppo lasciati è come riassumere il gran-de passato ed il modesto presente dell’ippica ita-liana. Che difficilmente, purtroppo, grandi amori come quello di Bruno Santopadre potranno fare rinascere.

RC

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ANNO 2 - NUMERO 6/7 - PAG.� - IL PAESE DEI CAVALLI - GIUGNO/LUGLIO 2008

‘Sol per difesa io pun-go’. Questo è il motto dei contradaioli dell’Istrice, un popolo in festa, quel-lo che vive e che anima la Contrada di Camollia, perché il 2 luglio Già del Menhir con in sella Trec-ciolino, al secolo Luigi Bruschelli, ha vinto il Pa-lio dedicato alla Madonna di Provenzano. Maurizio Guarnieri è uno di loro e naturalmente era presen-te in Piazza del Campo per la Carriera insieme alla moglie Elena, anche se era stata notata la sua assenza alla cena propi-ziatoria della sera prima. “Problemi di tata – spiega l’allenatore – con quattro

figli, tre dei quali anco-ra piccoli, il ritardo nel suo arrivo a fatto saltare la nostra partecipazione alla cena. Peccato, perché Matteo, il nostro primo-genito, ci teneva molto. Sarà per la prossima vol-ta, ma non ad agosto per-ché il sorteggio non ci ha favoriti. Per quest’anno siamo già contenti così”.

Tre Palii in otto anni non sono pochi per l’Istri-ce che sta già organizzan-

do i festeggiamenti che si protrarranno, praticamen-te, per un anno intero. Maurizio Guarnieri ricor-derà questo 2008 non solo per la vittoria nel Palio, ma anche perché, dopo dieci anni di permanenza a Milano, è tornato con il grosso della sua scuderia a Pisa, il luogo da dove la sua carriera era decol-lata. “Tutte le esperien-ze servono per crescere – prosegue Maurizio – e quella legata a Milano è stata determinante per la mia carriera. A un certo punto, però, si devono fare i conti anche con al-tre realtà, quella familiare in primo luogo, e la mia

‘tribù’ chiedeva a gran voce di tornare in Tosca-na, in particolare Matteo. Così alla fine dell’anno scorso abbiamo lasciato la nostra casa di Settimo Milanese e siamo tornati dalle nostre parti”.

Un ritorno carat-terizzato purtroppo da un’influenza virale che ha colpito quasi tutti gli effettivi della sua scu-deria. “Purtroppo sono cose che capitano e per

tutta la primavera siamo stati vessati da questa infezione che ha messo ko la maggior parte dei miei cavalli. Con l’inizio dell’estate abbiamo final-mente ripreso a correre e a vincere, ma confido in una buona seconda parte del 2008”.

Ippica e Palio hanno molti punti di contatto anche se, sia l’una che l’altra, preferiscono tene-re le distanze. Un profes-sionista del settore come Maurizio Guarnieri, ha mai avuto un ruolo attivo in Contrada in occasione del Palio? “Qualche anno fa crearono apposta per me la figura di ‘tecnico di stalla’ che doveva es-sere il punto d’unione tra Capitano, fantino, vete-rinario e barbaresco. La

posizione era molto deli-cata, anche perché ad un allenatore un fantino non avrebbe potuto racconta-re troppe baggianate in merito allo svolgimento della corsa in Piazza del Campo….così ho prefe-rito lasciar perdere, go-dendomi da contradaiolo gioie e dolori del Palio!”

E il 2 luglio Maurizio era dietro il ‘Cencio’ che, dopo esser ripassato per la chiesa di Provenzano, è stato portato in trionfo verso la Contrada. “La popolazione di Siena è cresciuta così tanto, che incontrare i tuoi amici con i quali condividere la felicità per la vittoria, sta diventando sempre più difficile, mescolati come siamo nella moltitudine di contradaioli festanti”.

Attaccante ma per difesa

INDOVINALAGRILLOIPPICA

Tutti ricorderanno il successo di un allievo di Guarnieri nel premio Pisa: lo sfortunato Scali-no che vinse nel 2003.Qualche anno prima, però, era giunta una piaz-za d’onore. Con chi e chi fu il fantino ingag-giato per l’occasione?

La risposta al quesito presente nel numero di maggio è questa: Le Lingot fu il cavallo pro-mosso al secondo posto.

COME ERAVAMO... Trent’anni giusti fa, il premio del 1978. Ha ap-pena vinto Stone in un campo di 7 partenti, bat-tendo Rolle e Van Hauten. In premiazione arrivano tutti i vincitori, e cioè, da sinistra: il proprie-tario Attilio Palvis, il fantino Vittorio Pani-ci, l’allenatore Luigi Turner. Completano il tradizionale quadret-to di ogni premiazione, il sindaco di Pisa, Luigi Bulleri, il vicepresiden-te dell’Alfea, Rober-to Supino, il segretario dell’Alfea, Claudio Scate-na. Sullo sfondo, qualche altra faccia nota, come quella del presidente del Jockey Club Italiano, Pao-lo Mezzanotte (in seconda fila, dietro la signora Pal-vis, sulla sinistra).

Maurizio Gaurnieri e la moglie Elena in corteo dopo la vittoria (Querci)

FUORI TEMA ::::::::::::::::::::::::::::Come gli affezionati lettori di questa rubrichetta ben sanno, soffro moltissimo il linguaggio approssimativo (ma talvolta anche sguaiato) di vari speaker e giornalisti che affollano l’informazione, personaggi ai quali piace molto omologarsi. Cosicché, un termine usato per una prima volta (casualmente o genialmente) da uno di loro viene ripetuto fino alla nausea dal gregge. Ascoltavo nelle scorse settimane la cronaca di una gara di calcio europeo e, in essa, l’abuso che il cronista faceva dell’aggettivo ‘cinico’ attribuito al comportamento tattico di una squadra. Come espressione immaginifica (e, quindi, anche geniale) usata una tantum, va bene ma il suo abuso è ridicolo. Il ‘cinismo’ che diventa come impianto tattico! Ma il ‘cinismo’, amici, non può che essere un sentimento umano solo del singolo, filosofia comportamentale erede della scuola di Diogene trasformata ai giorni nostri in una cosa ben definita: forma estrema di individualismo e di asocialità. Una squadra è cinica se fa un gol e poi si mette in difesa? Ma quello si chiama ‘catenaccio’! Anaconda

Ha riaperto dopo una lunga opera di ristrut-turazione che ha con-sentito di rivitalizzare i locali e di dotarli dei piú moderni comfort.La prima cosa da evi-denziare è che questo luogo di ristorazione non avrà più la conno-tazione di 'mensa' che lo aveva caratterizzato fino al giorno della sua chiusura prima dell'inizio dei lavori, ma funzione-rà come un ristorante a tutti gli effetti. Bruno Bondi e Fabio Tredici sono i soci che hanno rilevato la gestione del bar - ristorante inaugu-

rato a metà luglio.Il locale funzione-rà anche come corner per l'accettazione del-le scommesse ippiche, creando così una situa-zione forse unica in cit-tà. Si potra’ pranzare o cenare seguendo in diretta le corse inserite nel palinsesto dell'ip-pica nazionale, con la possibilità di effettuare quella scommessa che potrebbe pagarvi il conto!

‘LE SCUDERIE'di San RossoreViale delle Cascine 149Tel. 050- 533707

Maurizio Gaurnieri e l’inseparabile telefonino (Querci)

Già del Menhir al terzo e ultimo San Martino (Querci)