ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen...

30
1 La Struttura della IOGKF…………..pag.3 Fudoshin, la mente inamovibile..….pag. 4 Zen e Psicosomatica (2a parte)….….pag.6 La Famiglia cresce………………..pag. 10 L’Azione Spontanea….……….…...pag.11 Guida al Bushido…………...……..pag.13 L’Allenamento……………………..pag.19 Cucinare la Vita….....…...…………pag.21 Il Calendario di Fudenji………..…pag. 24 Agenda IOGKF Italia.........……..…pag.25 Nei Numeri Precedenti..............…...pag.27 ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 Notiziario di informazione del Tora Kan Dōjō Honbu Dōjō dell’International Okinawan Goju-Ryu Karate-Do Federation Italia Zen Dōjō affiliato all’Istituto Italiano Zen Sōtō

Transcript of ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen...

Page 1: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

1

La Struttura della IOGKF…………..pag.3

Fudoshin, la mente inamovibile..….pag. 4

Zen e Psicosomatica (2a parte)….….pag.6

La Famiglia cresce………………..pag. 10

L’Azione Spontanea….……….…...pag.11

Guida al Bushido…………...……..pag.13

L’Allenamento……………………..pag.19

Cucinare la Vita….....…...…………pag.21

Il Calendario di Fudenji………..…pag. 24

Agenda IOGKF Italia.........……..…pag.25

Nei Numeri Precedenti..............…...pag.27

ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007

Notiziario di informazione del Tora Kan Dōjō

Honbu Dōjō dell’International Okinawan Goju-Ryu Karate-Do Federation Italia

Zen Dōjō affiliato all’Istituto Italiano Zen Sōtō

Page 2: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

2

Paolo Taigō Spongia : 45 anni, cintura nera 5° dan, Maestro Federale Fijlkam, Responsabile nazionale

e Capo Istruttore I.O.G.K.F. per l’Italia. Monaco novizio Zen Sōtō.

Silvia Kōjun Arriga: 33 anni, impiegata, terapista Shiatsu, cintura nera 2° dan assistente di dojo, pratica Karate-Do e Zen al Tora Kan Dojo di Roma. Fabrizio Angelici: 33 anni, cintura nera 3°dan, insegnante di Karate-Do responsabile del Dojo Karate-Do Kenkyu Kai di Cerenova.

Tora Kan Dojo è il notiziario informativo dell’Associazione Tora Kan di Via di Selva Can-dida 49 in Roma, Honbu Dôjô dell’International Okinawan Goju-Ryu Karate-Do Federa-tion Italia e Dôjô di pratica Zen riconosciuto dall’Istituto Zen Sôtô Shôbôzan Fudenji. E’ diffuso tra gli Allievi della scuola con cadenza stagionale con l’intento di fornire uno strumento di approfondimento culturale relativamente ad argomenti attinenti le Discipline praticate nella Scuola e ad ogni argomento di interesse comune. Ogni Allievo della Scuola e membro IOGKF Italia può contribuire alla realizzazione del notiziario con articoli, foto, traduzioni e con ogni altra possibile forma di collaborazione. Si prega di consegnare in segreteria il materiale da pubblicare nel prossimo numero en-tro il 15 Novembre 2007.

immagine di copertina: Fudoshin, la mente inamovibile

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

Page 3: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

3

La Struttura della I.O.G.K.F.

Honorary Chairman: An’ichi Miyagi Chairman and Chief Instructor: Morio Higaonna

Technical Advisors: Haruyoshi Kagawa, Eiko Miyazato, Masatake Ota Shuichi Aragaki, Hidenobu Goya, Seizen Uehara,

Shotatsu Nakamoto, Daikaku Chodoin.

Argentina -- Gustavo Tata Australia -- Joe Roses Austria -- Raoul Werner Walter Wogel Azerbaijan Republic -- Allahverdiev Tarverdi Aflan Bermuda -- Bobby Smith Belarus -- Viktor Grinevich Belgium -- Patrick Curinckx Canada -- Tetsuji Nakamura Chile -- Rodrigo Sepulveda T. Czech Republic -- Lubomir Moucka Denmark -- Henrik Larsen England -- George Andrews, Ernie Molyneux F.R. Germany -- Peter Lembke France -- Bemard Cousin Georgia, Rep. of -- Paata Chelidze Hong Kong -- Lam King Fung Hungary -- Ferenc Szigetvari Iceland -- Gretar Om Halldorsson India -- Pervez Mistry Israel -- Leon Pantanowiz Italy -- Paolo Francesco Spongia Japan -- Morio Higaonna Kazakhstan -- Karmenov Amangeldi

Mexico -- Ricardo C. Olalde-Tirado Moldovia -- Viktor Panasiuk Namibia -- Carl van der Merwe Netherlands -- Sydney Leijenhorst New Zealand -- Mark Gallagher Norway -- Rune Forsberg Hansen Okinawa -- Katsuya Yamashiro Peru -- Victor de la Rosa Poland -- Adam Litwinshiki Portugal -- Jorge Monteiro Puerto Rico -- Ricarte Rivera Scotland -- John Lambert Singapore -- Chris de Vet Slovenia -- BogdanVukosavljevic South Africa -- Bakkies Laubscher Spain -- Luis Nunes Sweden -- Bjom Jonzon Tadjikistan -- Oleg Khen Turkey -- Fatih Ince Ukraine -- Alexandre Grishniakov United States -- Miko Peled Venezuela -- Shunji Sudo

IOGKF Nazioni Aderenti & Capo Istruttori

IOGKF ITALIA Dôjô riconosciuti

Honbu Dôjô: Tora Kan (Sensei Paolo Spongia) Via di Selva Candida 49 Roma tel. 06/61550149 Dôjô: Tai Ji (Sensei Davide Incarbone) Via dei Cybo 6 Roma tel. 06/66157020 Dôjô: Budo Kan Nettuno (Sensei Davide Incarbone) Piazza dello sport scacciapensieri Nettuno Dôjô: Ryū Kan (Sensei Arcangelo Landi) Via Bistagno 90 Roma Tel. 066243274 Dôjô: Scuola di Karate-Do (Sensei Roberto Ugolini) Via Pietro Sterbini 12 Roma Tel. 06/68805454 Dôjô: Chojun Miyagi Dojo (Sensei Ricardo Peirano) Via Basilicata 14 Olbia Tel. 0789 / 26428 Dôjô: Karate do Kenkyu Kai (Sensei Angelici Fabrizio) Technofitness, Cerenova, 3383696353 Dôjô: Sui Shin Kan (Sensei Salustri Miriam) Istituto Galilei Via Conte Verde 3394620752 Dôjô: Daruma Club (Sensei Dario Massa) c/o c/o Circolo dei Normanni, Bagheria - Palermo Tel. 3381624897 Dôjô: Bu Shin Kan (Sensei Proietti Valerio)a.s.d. Palmarola Isola dello Sport Via Varzi n° 73 Tel.0630998391 Dôjô: Hakutsuru (Sensei Zandi Ermes) Via Roma, San Pietro Viminario (PD)Tel. 3284851893 Dôjô: Centro Don Orione (Sensei Beppe Manzari) via della Camilluccia 120 , Roma Tel. 3475778354

IOGKF Administrative Office

Mr. Tetsuji Nakamura Administrative Director

1055 Shawnmarr Rd Unit#9, Mississauga, Ontario L5H 3V2, Canada

IOGKF Honbu Dojo Higaonna Dojo

42-22-3 Chome Makishi Naha-shi

Okinawa-ken 900 Japan

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

Page 4: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

4

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

di P.Taigo Spongia

Il termine Fudoshin che appare in copertina è composto dai caratteri: Fu : che rappresenta una negazione: non Dō: che significa agire, agitarsi, vibrare, ma anche dà l’idea della mobilità e fluidità come qualità del vento. Il radicale di sinistra rappresenta la pesantezza e quello di destra la forza, suggerendo il senso del movimento contro la forza di gravità. Shin: è il cuore, lo spirito, la mente

Fudōshin può dunque essere tradotto con: ‘la mente che non si muove’. E’ termine in uso nelle arti marziali per definire quell’atteggiamento dello spirito che manifestandosi in una calma imperturbabilità permette al guerriero di agire con prontezza e decisione.

Fudō Myo-o (不動明王) è una deità che svolge il ruolo di guardiano della meditazione ed è anche considerato una sorta di patrono delle arti marziali. E’ rappresentato con una spada nella mano destra che recide illusione ed ignoranza (insieme all’avidità, illusione o ignoranza ed ira, sono i tre ‘veleni’, san doku, che ostacolano il Risveglio) e una corda nell’altra mano con la quale doma le passioni ed emozioni violente ed incontrollate.

“Contro la spada di un avversario Non metterti in guardia,

Ma tieni la mente immobile; Quello è il luogo della vittoria.”

Scrive il grande Maestro di spada, Zen e Shodo, Yamaoka Tesshu Sensei.

Takuan Sōhō 1 scrive: “ Si dice che ciò che chiamiamo Fudō Myo-o sia la mente che non si muove e il corpo che non vacilla. ‘Che non vacilla’ significa che nulla lo trattiene. Guardare di sfuggita qualcosa senza soffermare la mente su di essa si chiama ‘immutabilità’. Questo perché quando la mente si ferma su qualcosa, così come quando il petto si riempie di ogni sorta di discriminazioni, in questo sostare si palesano tanti movimenti. Quando questi movimenti cessano, la mente che si era fermata si muove, ma di fatto non si muove” E prosegue: “ Considerando che Kannon 2 dalle Mille Braccia ha mille braccia sul suo unico corpo, se la mente si

(Continua a pagina 5)

1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun Tokugawa Iemitsu e del Maestro di spada Yagyū Munenori nonché Maestro di Miyamoto Musashi. Liberamente tratto da : ‘La Saggezza Immutabile’ di Takuan Sōhō ed. Il Cerchio, Rimini, 1993

Page 5: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

5

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

ndi P.Taigo Spongia

(Continua da pagina 4)

ferma sul braccio con l’arco, le altre novecentonovantanove non serviranno a nulla. E’ solo perché la mente non è trattenuta in un solo luogo che tutte le braccia sono utili. Quanto a Kannon, perché mai dovrebbe avere mille braccia su un solo corpo? Questa forma è stata concepita con l’intento di mostrare agli uomini che se lasciano andare la loro sapienza immutabile, anche se un corpo ha mille braccia, ognuna servirà al suo scopo. Quando stai di fronte ad un albero, se guardi una sola delle sue foglie rosse non vedrai tutte le altre. Quando l’occhio non si fissa su di una singola foglia, e guardi l’albero senza nulla in mente, appaiono all’occhio tutte le foglie, senza limite. Ma se una singola foglia trattiene l’occhio, sarà come se tutte le altre non esistessero. Chi ha compreso ciò non è diverso da Kannon dalle mille braccia e mille occhi…” La Dea Kannon ha mille braccia per portare aiuto alle innumerevoli esistenze e in ogni mano ha un occhio come a voler dire che senza saggezza, senza la capacità di ‘sapere vedere’ non si può agire compassionevolmente. La mente che non si ferma è anche l’essenza dell’esercizio del Kata Sanchin. Una delle scoperte che si sono fatte studiando il cervello umano è che, di fatto, questo più che essere una finestra aperta sul mondo è in realtà un severo filtro a più strati che seleziona le miriadi di informazioni che ci pervengono dall’ambiente. Monte Buchsbaum, neurologo, fa notare che ognuni di noi opera queste esclusioni in maniera molto diversa a seconda dell’educazione, cultura, esperienze… tanto che queste esclusioni: ‘sembrerebbero determinare una diversa coscienza di ciò che ci circonda, dato che ciascuno si costruisce una scala di ammissione e di rifiuto dei segnali sensoriali ben precisa.’ 3 In quest’ottica risulta evidente come ogni essere umano, fin da bambino, sia in pratica costretto ad ‘abdicare se stesso’ facendo propria una visione della realtà che non coincide affatto con il suo sentire e che non è per nulla un’esperienza del vivente ma ne rappresenta una percezione frammentaria. Come lo sguardo che fissandosi sulla foglia dimentica l’albero. Tradisce se stesso il bambino, per ottenere e garantirsi l’amore e l’appartenenza ad una famiglia, tradisce se stesso l’adulto, per sentirsi accettato da una società che proprio su quel ‘tradimento’ basa i suoi rapporti. Il vero adulto, l’uomo nuovo sarà colui che saprà riconquistare l’originaria innocenza della mente, Raimon Panikkar parla di nuova innocenza. La mente che non si muove è in realtà la mente che non si ferma su nulla, come una zucca che galleggia su un torrente, dice Takuan. Così in uno sguardo si abbracciano tutte le foglie dell’albero e in un gesto corpo e mente sono unificati. Lasciar fluire la mente, ecco la qualità del vento presente nel carattere Dō, il vento dello spirito che soffia dove e come vuole. Fudoshin è la mente che nulla esclude. Una mente che non si ferma su nulla, questa è l’inamovibilità, il non cadere preda delle passioni e delle illusioni che tendono a ‘fissar’ la mente, a trattenerla, ma passarci atttraverso come recitano i voti del Bodhisattva: ‘...di andare all’origine di ogni passione e di passar del Dharma ogni porta nostro è il voto’. In Zazen la postura ed il respiro consentono alla mente di non trattenere ne respingere, di non fermare la mente in un luogo. A poco a poco lo sguardo totale dello Zazen diviene quello sguardo innocente sulla realtà. Nè Inferno né Paradiso possono trattenere la mente che si riflette nella cangiante realtà dell’impermanenza.

2 - Kannon in giapponese, Avalokitesvara in sanscrito, manifestazione della misericordia del Buddha. Liberamente tratto da : ‘La Saggezza Immutabile’ di Takuan Sōhō ed. Il Cerchio, Rimini, 1993 3 - Liberamente tratto da : ‘Il lungo, il corto, il nulla’ Osho Rajneesh, Oscar Mondadori, Milano 1984

Contro la spada di un avversario Non metterti in guardia,

Ma tieni la mente immobile; Quello è il luogo della vittoria.

Page 6: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

6

Zazen è in sé il Cuore della Saggezza (Hannya shin), la postura di non-movimento, quiescenza assoluta, da cui scaturisce l'attività. Durante Zazen, la concentrazione sull'espirazione influenza direttamen-te il sistema nervoso centrale, riequilibrando perfettamente l'attività dei sistemi ortosimpatico e parasimpatico. Nella nostra epoca le persone sono spesso nervose per un eccesso di attività del sistema ortosimpatico che, a causa dei molti stimoli provenienti dall'esterno, è in un costante stato di sovraeccitazione che provoca tensione. Durante Zazen a volte si manifesta questa condizione anomala di iper-tensione, o eccitazione, detta sanran: per un eccesso d'attività del sistema ortosimpatico si hanno troppi pensieri e ci si contrae, si è irrequieti... In questo caso, se ci si concentra sull'espirazione, aumenta l'attività del sistema parasimpatico e si ristabilisce l'equilibrio. Allo stesso modo quando si è emozionati (ad esempio, prima di entrare in scena o di fare una conferenza) è sufficiente concentrarsi sull'espirazione per calmarsi subito e ritrovare l'equilibrio dei due sistemi.5

Il contrario di sanran è kontin, una condizione di

ipo-tensione, eccessivo relax: il sistema ortosimpatico è a riposo, mentre predomina l'attività del parasimpatico che induce la sonnolenza. In questo caso, per ristabilire l'equilibrio è sufficiente concentrarsi con forza sulla postura, tendere la nuca mantenendo gli occhi ben aperti secondo la forma corretta del mudra dello Zazen6. Zazen è la postura del non-movimento, del non pensiero. È la posizione di KU (Sunyata)7, il vuoto, da cui derivano tutte le forme di movimento: alzarsi, camminare, lavorare. Sono estremamente importanti le modalità che usiamo durante il movimento. Kin-hin, la pratica della meditazione camminando, è la posizione base del movimento. Per insegnare e per apprendere il corretto modo di muoversi, bisogna innanzitutto tener conto dell'equilibrio generale e della respirazione. In questo senso Kin-hin e Sampai (la prosternazione) sono ottimi esercizi, tenendo ben presente che si tratta di una pratica religiosa e non di una ginnastica. Il corretto modo di prosternarsi non è facile, soprattutto quando si invecchia, il corpo intero vi è

(Continua a pagina 7)

di Taisen Deshimaru Roshi

5) Durante Zazen la respirazione è di tipo addominale, è una respirazione profonda che porta energia nell'hara (la zona sottombelicale, intesa anche come centro spirituale della persona). In tale sede sono localizzati alcuni punti di agopuntura la cui stimolazione con aghi o moxibustione è considerata estremamente efficace. 4RM, il cui nome - quanyuan - significa collegamento con l'origine, è situato legger

mente al di sotto della mezza distanza ombelico-pube e secondo la tradizione ritarda l'invecchiamento, se trattato regolarmente con moxa, preservando la ‘yuangi’ (energia ancestrale custodita nell'organo rene). 6RM, il cui nome - gihai - significa mare di energia, situato al quarto superiore della distanza ombelico-pube avrebbe un effetto equilibratore organico generale; il punto si può usare a scopo profilattico

Articolo tratto da Paramita, Anno XIII, n.50 1994

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

Quando, molti anni fa, ho iniziato a praticare Zazen presso il Maestro Taiten Guareschi, l'approccio agli insegnamenti del Maestro Deshimaru mi lasciava a volte sconcertata o perplessa per la perentorietà di certe affermazioni, che non sembravano interamente poggiare su dimostrazioni scientificamente convalidate. Attraverso l'esperienza dell'agopuntura e l'ampliamento delle mie conoscenze di medicina tradizionale ho avuto modo di verificare via via le intuizioni geniali del Maestro, frutto e seme di un'antica tradizione di saggezza riproposta con grande freschezza e vigore innovativo, e di rielaborarne i contenuti alla luce della mia pratica presso il Maestro Taiten, che a sua volta ha ispirato e sostenuto la mia ricerca. Estremamente interessante è il punto di partenza della medicina cinese dove sentimenti e modalità di comportamento dell'uomo, rispetto a se stesso e all'ambiente in cui vive, divengono determinanti nel favorire la malattia tanto da essere annoverati fra le cause di patologia. L'agopuntura si colloca come rimedio che non apporta nulla dall'esterno ma smuove, sblocca, riequilibra tutto ciò che abbiamo dentro di noi. Nello Zen questi sono aspetti fondamentali sui quali il Maestro Deshimaru ha sempre insistito molto: corretta postura, respirazione profonda, concentrazione, il ritorno all'armonia con la legge naturale, ovvero seguire l'ordine cosmico, riequilibrare l'attività dei due emisferi cerebrali. Potremmo citare molti casi in cui appare sorprendente la coincidenza tra le indicazioni puntuali del Maestro Taiten nel corso della pratica (in cui rieccheggiano e si rinnovano molti insegnamenti riportati in questo testo) e i contenuti della materia medica. Un esempio che mi ha sempre colpito è l'importanza data all'appoggio del piede a terra, alla possibilità di controllare attraverso il posizionamento dell'alluce il nostro stato di coscienza - alluce contratto-squilibrio, alluce disteso-stabilità -, in piena consonanza con i contenuti delle lezioni di podologia: una corretta disposizione della pianta dei piedi influenza l'intero assetto posturale, da cui un migliore funzionamento degli organi interni. La consapevolezza della profonda validità di questi insegnamenti mi consente ora di presentarne una parte, corredata di note esplicative a chiarimento del contesto scientifico in cui possiamo collocare alcuni punti specifici del testo originale. Ivana Zanotti

Page 7: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

7

(Continua da pagina 6)

implicato: mani, gambe, tronco, tutto lavora contemporaneamente. È un'ottima pratica per sviluppare l'equilibrio. È impossibile muoversi senza equilibrio. Per muoversi in modo fluido e armonioso, bisogna rispettare il principio della corrispondenza di ogni cosa, consapevoli che ogni parte del corpo e della mente è in stretta connessione con ogni altra parte e con l'universo intero. Alla base di tutte le malattie c'è uno squilibrio della struttura del corpo e della mente. Movimenti sconnessi, prodotti in condizioni di equilibrio precario, aumentano gli effetti negativi sugli organi interni. Muoversi, quindi, non è meno importante di non-muoversi (Zazen). Non-muoversi è la posizione fondamentale del muoversi. Il non-movimento è il ku (vuoto) della posizione; shiki sono i fenomeni, il movimento. Shiki soku ze ku, ku soku ze shiki 8: "i fenomeni diventano vuoto, il vuoto diventa fenomeno", il movimento diventa non-movimento e viceversa. Se la posizione del non-movimento non è buona, la posizione del movimento ne viene influenzata. Allo stesso modo, se la posizione di Zazen è buona, anche il mo-vimento sarà corretto. Za-zen è veramente la pra-tica fondamentale. La fisiologia della struttura del corpo (scheletro e muscolatura) è molto importante. I me-dici veri non si accontentano di curare le malattie, ma cercano di prevenirle. I medici di medio livello cura-no solo malattie secondarie, minori. I medici peggiori prescrivono subito medicine o consigliano interventi chirurgici. Prima che si manifesti la malattia, appaio-no dei disturbi agli organi di senso; successivamente vengono coinvolti la struttura del corpo e gli organi interni. Infine la malattia si sviluppa e si estende con tutti i suoi effetti, fino a trasformare completamente la morfologia degli organi stessi, come nei casi di cancro. I medici occidentali spesso impiegano troppo tempo per diagnosticare la malattia, quando invece sarebbe facile individuarne i primi segni già nei piccoli mutamenti o disturbi degli organi di senso. I medici dei tempi antichi osservavano sempre, come prima cosa, la condizione degli organi di senso (colore degli occhi, della lingua, della pelle, sensibilità agli stimoli

esterni, ecc.). Se questi presentavano segni di anormalità, si poteva prevedere l'inizio di una malattia e intervenire ancor prima del suo manifestarsi. Se vi accorgete che i vostri organi di senso non sono del tutto "normali", anche voi potete capire che sta per avere inizio una malattia. Io guardo sempre il vostro viso e il vostro corpo durante Zazen o Kin-hin, ed è molto facile capire. Kenko è l'energia vitale presente nel corpo di un individuo, che ha la capacità innata di adattarsi all'ambiente. Kenko consente di riequilibrare il modo di muoversi, mangiare, respirare, pensare: è una specie di "regolatore" interno. Se queste funzioni elementari non si svolgono in armonia, sicuramente nascerà una malattia. I medici dovrebbero sempre aver presente questa regola fondamentale, ma molti purtroppo dimenticano questo tipo di approccio al malato. Capire la medicina è semplice. La medicina moderna ha dimenticato la struttura essenziale del nostro corpo, i meccanismi elementari del metabolismo, del-la fisiologia del funzionamento del corpo. Ad esempio, il nostro corpo è simile ad un edificio di cui

le braccia e le gambe costituiscono la struttura portante, le quattro colonne portanti. Nei templi buddhisti ci sono sempre quattro colonne fondamentali, che sono l'elemen-to basilare. Lo scheletro corri-sponde alla struttura dell'edifi-cio. Il colmo del tetto corrispon-

de alla colonna vertebrale, con il sistema nervoso autonomo. La parte anteriore del tetto è la testa; dietro c'è la coda (per l'uomo, è il sacro). Nel sottotetto sono racchiusi gli organi interni. II sistema nervoso autonomo ha sede nel midollo spinale, da cui si diparte tutta una serie di "tubazioni". Su questo schema fondamentale si sviluppano poi le condutture dell'acqua, del riscaldamento, della luce, le entrate e le uscite, molti organi di senso e molti orifizi (nove per l'uomo e dieci per la donna). Quando l'edificio si mette in movimento, appare il karma: l'animale si muove. Tra l'altro l'uomo, contrariamente agli animali, cammina eretto, su due sole colonne, quindi per lui mantenere l'equilibrio è ancora più complesso. L'uomo è sempre in movimento, solo Zazen è non-movimento. L'uomo costantemente cerca di muoversi, fatica a rimanere fermo, così appaiono le

(Continua a pagina 8)

per prevenire le malattie; inoltre produce energia negli astenici e nei depressi. 6) Nella sede paravertebrale esiste una serie di punti sul meridiano di vescica, la cui stimolazione ha un effetto di riequilibrio dell'energia

degli organi interni; sono i punti shu della medicina tradizionale cinese. Tendere la colonna equivale stimolare questo tipo di attività. 7) "Ku" termine giapponese (in sanscrito Sunyata) il cui significato è: vuoto, vacuità; concetto centrale del buddhismo. Tutti i dharma

sono fondamentalmente privi di sostanza autonoma, non sono altro che pure apparenze; non esistono al di fuori del vuoto. "Ku" in-clude e pervade tutti i fenomeni e rende possibile il loro sviluppo. Da quest'idea del vuoto di tutto ciò che esiste, però, non si deve per-venire a un nichilismo: essa non significa che le cose non esistono, ma solo che, non avendo un'essenza autonoma, non rappresentano

Zazen è in sé il Cuore della Saggezza (Hannya shin), la postura di non-movimento, quiescenza assoluta, da cui scaturisce l'attività.

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

Page 8: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

8

azioni e si accumula il karma. Come si diceva, le modalità del movimento sono fonda-mentali: se sono scorrette, se nell'azione come nel sonno si instaurano cattive abitudini, si p roduce un comple to squilibrio. Negli sports come il tennis, il golf e il lancio del peso, in cui si muove prevalentemente un solo lato del corpo, si sviluppa uno squilibrio che è all'origine di molte malattie: è il karma degli sportivi! Tuttavia se l'istruttore è valido ed ha compreso le leggi dell'equili-brio, farà eseguire ai propri allievi anche i movimenti opposti, per compensare le carenze specifiche. Anche durante Zazen è bene alternare il modo di incrociare le gambe (destra sulla sinistra o sinistra sulla destra), altrimenti a lungo andare si produce uno squilibrio. Qualche tempo fa ho fatto una prova, che tutti possono attuare: per controllare la differenza fra il lato sinistro e quello destro del mio corpo ho utilizza-to due bilance, salendo con un piede su una e con l'al-tro sull'altra, ed ho verificato che il peso indicato non era lo stesso. In molte persone il lato destro appare più pesante di quello sinistro (fino a dieci chili di dif-ferenza!). Nel mio caso il lato destro pesava quattro chili di più del sinistro. Riflettendo, mi sono ricordato che da giovane mantenevo sempre la posizione del loto (kekkafuza) durante zazen, mentre da tre o quat-tro anni avevo ormai la consuetudine di sedere in se-mi-loto (hanka fuza) incrociando le gambe sempre allo stesso modo (la destra sulla sinistra). Da quando ho iniziato a fare attenzione a questi aspetti e ad alter-nare la postura, il mio squilibrio è diminuito ed ora sulla bilancia i due lati hanno quasi lo stesso peso. Allo stesso modo, la mia gamba e la mia anca destra mi hanno sempre fatto un po' male, e chiedevo sem-pre dei massaggi, dei trattamenti di agopuntura... ma, dopo aver cambiato il modo di incrociare le gambe, il dolore è passato. La posizione giusta, nel movimento come nell'immobilità, è determinante. Il corretto assetto della struttura scheletrica ha un'in-fluenza immediata, diretta, sul sistema articolare; a partire dalle condizioni di squilibrio si manifestano le malattie. L'osso iliaco, il bacino ed il ginocchio sono alcuni dei punti cruciali per l'equilibrio di tutto il corpo, la cui sede centrale è nella parte bassa

dell'addome, sotto l'ombelico (kikai tanden = oceano dell'ener-gia cosmica). La forma stessa dell'ombelico (aperto, allungato, ovale, rotondo, largo, più o meno profondo, orizzontale, verticale) evidenzia le specifiche carat-teristiche o predisposizioni del-l'organismo alle malattie. Forma, movimento, pensiero... tutto è in-terdipendente. Qual'è la vera posizione normale del corpo e della mente? Zazen, che nel mo-vimento si esprime nella forma del Kin-hin. Zazen è ritornare alla condizione normale del corpo e dello spirito. Il fianco destro e quello sinistro del corpo sono più o meno equili-

brati. Le spalle, le mani, i piedi, le ginocchia, la co-lonna vertebrale sono sempre in buona simmetria. Anche Kinhin e Sampai sono condizioni di perfetto equilibrio. Dopo Zazen e per il resto del tempo si ri-torna invece in una condizione di squilibrio generale. Quando si mangia, quando si va in bagno; quando ci si muove, la parte destra e la parte sinistra del corpo non sono mai simmetriche, in equilibrio perfetto. Ad esempio, quando si è seduti ad una scrivania, è abba-stanza normale pendere da un lato o dall'altro, in a-vanti o all'indietro, oppure curvarsi. Quando queste abitudini diventano croniche, appare la malattia. Durante Kin-hin si evidenziano e si possono facil-mente osservare questi squilibri tra i due lati del cor-po, e di conseguenza correggerli. Tutti hanno delle abitudini fisiche, poiché tutti hanno un karma "fisico" che è all'origine di squilibri ulteriori. Alcune persone hanno la spalla sinistra più alta dell'altra, o viceversa, magari a causa di un cattivo assetto del bacino. Tutte le abitudini del corpo generate da cattive posizioni provocano contrazioni e tensioni. Osservare questi errori e comprenderne la causa ci dà la possibilità di correggerli. Durante zazen tutto è evidenziato. Anche l'attività psichica si manifesta nella forma della postura e le condizioni alterate (torpore o eccitazione) si rivelano attraverso segni evidenti, precisi: il mento si solleva, la bocca si apre, la testa pende in avanti, il dorso si curva, ecc. Durante zazen è possibile ritornare alla condizione normale e, a partire da qui, eliminare le cattive abitu-dini.

nient'altro che apparenze. (Tratto dal "Dizionario della Sapienza Orientale" ed. Mediterranee). 8) È un verso tratto dall"`Hannya Shingyo", Sutra della Saggezza Suprema.

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

Page 9: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

9

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

Siamo lieti di annunciare che dal prossimo mese di Ottobre sarà attivata presso il Tora Kan Dojo un nuova classe per il Primo Ciclo del Corso di Lingua Giapponese. Coloro che hanno completato il Primo Ciclo nella scorsa stagione avranno accesso al Secondo Ciclo

Tutti gli interessati sono invitati ad iscriversi tempestivamente.

Decennale del Dojo ‘Scuola di Karate-Do’

In occasione del decennale del Dojo condotto da Sensei Roberto Ugolini si terrà un raduno presso ‘La Gelsetta’

Forano Sabino (Rieti) il 29/30 Settembre. Il 30 Settembre nella mattinata si terrà il consueto

Seminario d’Autunno IOGKF Italia.

Tanti Auguri al Dojo, a Sensei Roberto e tutti gli allievi !!!

Page 10: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

10

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

La Famiglia cresce !!

3 nuovi Dojo riconosciuti nella IOGKF Italia

Diamo il benvenuto nella grande famiglia IOGKF Italia ai nuovi Dojo riconosciuti:

Bu Shin Kan Presso A.S.D. Palmarola Isola dello Sport

Via del Fosso di Santo Spirito n° 76 / Via Varzi n° 73 Tel. 06 30998391 Roma (Palmarola)

Responsabile del Dōjō Sensei Valerio Proietti

Hakutsuru Dōjō Via Roma

San Pietro Viminario (Padova)

Responsabile del Dōjō Sensei Ermes Zandi

Centro Don Orione (in attesa di nome del Dōjō donato da Sensei Taigo)

Presso Parrocchia Mater Dei - Centro Don Orione (1° piano sopra la Chiesa) Via della Camilluccia, 120 00135 - Roma (zona: Camilluccia, Monte Mario, Balduina)

Responsabile del Dōjō Sensei Beppe Manzari

Page 11: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

11

di Giovanni Madonna

L'azione spontanea

"Spontaneo" è una parola che può essere facilmente fraintesa. E' bene, quindi, che io cerchi di precisare il significato che intendo attribuire all'espressione "azione spontanea". Enzo Moietta suggerisce che, col termine "spontaneo", "si intende definire un compor-tamento, o una relazione, i cui modi d' essere non siano necessari o non risultino coscientemente fina-lizzati verso obiettivi programmati"; non possiamo, cioè, definire "spontanei" da un lato comportamenti come il respirare, in quanto necessari, e, dall'altro, comportamenti come l' irrorare un campo con pesticidi, in quanto coscientemente finalizzati verso obiettivi programmati. A proposito dell' azione spontanea, Mary Catherine Bateson afferma, in maniera illuminante, che, quando si è giunti al punto in cui l'azione diventa spontanea, "agire non consiste più nel decidere di fare qualcosa al fine di ottenere un certo scopo: l' azione diventa l' espressione non più di ciò che si vuole, ma di ciò che si è". L ' azione spontanea, espressione di ciò che è chi la fa, non è dunque volontaria. Ma già dire che qualcuno fa que-sto genere di azione è fuorviante. Il senso comune, specie per noi occidentali, si oppone al concetto di azione senza agente. A me sembra, tuttavia, che ab-bia ragione Watts quando afferma che "la spontaneità non è per nulla un'azione dell'io: al contrario, è un'azione che il meccanismo di controllo sociale del-l'io non blocca" (1961, trad it. 1978, p. 118). L'azione spontanea dunque non solo non è volontaria, ma anche non ostacolata nel suo svolgersi. Ciò che è difficile concepire per noi occidentali è patrimonio profondamente radicato in varie filosofie, discipline e arti orientali. Nella letteratura taoista, ad esempio, si può incontrare, a proposito di azione spontanea, l'idea di wu-wei. "II Tao non fa nulla e tuttavia non

vi è nulla che non sia fatto " si può leggere nel Tao Te Ching. Alan Watts ci orienta rispetto al senso di queste parole attribuite a Lao-tzu, invitandoci a non considerarle nel loro significato letterale. "Il princi-pio della "non-azione" (in cinese wu-wei) -egli afferma- non si deve considerare come inerzia, pigrizia, lassaiz-faire, o mera passività" 1975, trad. it. 1977, pp. 71-72). L'espressione wu-wei, nel contesto delle scritture taoiste dal quale è tratta la citazione di Lao-tzu, non significa, infatti, "non azione", ma azione senza artificio, azione non forzante. Wu-wei, tuttavia, non è semplice assenza di sforzo; è la combinazione della (saggezza sistemica relativa alla) capacità di sentirsi tutt'uno con l'altro, col mondo fuori di se e della capacità di seguire nell' azione la via della minima resistenza, così come fa l' acqua che scorre.

Il miglior modo per esemplificare un tal genere di azione è individuato dallo stesso Watts laddove fa riferimento alle arti giapponesi dello judo e dell'aiki-do. "Ho visto un attaccante gettato al tappeto senza neppure essere stato toccato" (1975, trad. it. 1977, p. 72 ), egli afferma in relazione all'aikido. I maestri di aikido insistono molto, durante gli allenamenti, sull'idea che il praticante che si esercita in mae ukemi (caduta in avanti) o in ushiro ukemi (caduta all'indietro) si lasci andare senza farlo deliberatamen-te. In questo modo egli impara che la sua caduta deve essere involontaria,come pure, d'altra parte, sarà involontaria la caduta dell'altro, di uke, l'avversario che attacca. Nell'aikido, infatti, non si agisce sull'altro (e dunque non si può aggredire) ne gli si oppone resistenza. L 'azione è rivolta a se stessi. Si lavora su di se con l'allenamento, la disciplina, la meditazione, e l'azione giusta avviene nella relazione

(Continua a pagina 12)

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

Stralcio da "Della non esitazione" tratto dal sito internet: ‘Aikido e Dintorni’

"...non è semplice assenza di sforzo; è la combinazione della capacità di sentirsi tutt'uno con l'altro, col mondo fuori di se e della capacità di seguire nell' azione la via della minima resi-stenza, così come fa l'acqua che scorre..."

Page 12: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

12

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

(Continua da pagina 11)

con l'altro. L'azione giusta, caduta o "tecnica" che sia, avviene senza che si debba pensare a metterla in atto, in maniera fluida e senza esitazioni. Nell' aikido, inoltre, è importante prestare attenzione al respiro e con esso sintonizzare l'azione. Perché non sia forzata quest'ultima deve seguire la direzione del respiro e accompagnare dunque la fase di espira-zione. L'azione, inoltre, come il respiro, deve essere continua, non spezzettata, senza esitazioni. L 'azione tipica di quest'arte marziale sembra dunque proprio un ottimo esempio di azione spontanea non volontaria e non impedita. Nella filosofia Zen un importante insegnamento è quello relativo all'andare direttamente avanti, quel pensare-agire che conduce, nei casi più fortunati, al superamento dell'io. Il "sintomo principale" dell' esistenza dell' io, infatti, è proprio il non andare direttamente avanti, quel blocco del pensiero o dell'azione che nello Zen è chiamato dubbio o esitazione (cfr Watts, 1961, trad. it. 1978,p. 107). Nel corso delle pratiche di medita-zione Zen si affronta un koan che richiede di emettere il Mu, una sillaba semplice tuttavia non fa-cile da pronunciare nel modo giusto. Quando è emes-so nel modo giusto, il Mu diventa un grido che av-viene attraverso chi lo emette.

Perchè questo si verifichi bisogna che esso non sia forzato, che non ci sia "troppa mente" e che non ci siano esitazioni, interruzioni del respiro nel corso della sua esecuzione. Non è cosa facile. Quando, tut-tavia, chi emette il Mu raggiunge il giusto coinvolgi-mento, lascia che esso risuoni attraverso di se gettan-dovisi a capofitto, senza esitazioni, allora "non c'è separazione fra il suonatore, lo strumento e la musi-ca" e il koan viene superato.Il wu-wei taoista, il com-battimento del bravo aikidoka, il Mu del praticante Zen sono tutti esempi di azione spontanea non spez-zettata dall'esitazione, volontaria o involontaria che sia. Sono esempi, dunque, di azione spontanea nel senso, che vi propongo, di azione che accade da se e senza esitazioni.

L'esitazione e la non esitazione

Non è facile giungere a un tal genere di azione non esitante. Dicevo prima che nello Zen l'esitazione è considerata il "sintomo principale" dell'esistenza del-l'io. E' del tutto congruo, dunque, per il praticante Zen, cercare di imparare ad "andare direttamente avanti", e cioè a non esitare, in considerazione del fatto che egli aspira proprio al superamento dell'io. Questo traguardo coincide probabilmente con la

realizzazione di quello che Gregory Bateson ha definito " Apprendimento 3". Per Bateson Apprendi-mento 2 sono le abitudini -acquisite sin dalla prima infanzia, e prevalentemente inconsce- ad agire in un contesto: a percepire e segmentare l'esperienza nei contesti in cui si agisce, a dare forma ad essi. Di questo tipo di apprendimento l'io è "prodotto o aggregato" (v. 1972, trad. it. 1976, p. 333). "Nella misura in cui un uomo consegue l' Apprendimento 3 e impara a percepire e ad agire in termini dei contesti dei contesti -egli afferma- il suo <io> assumerà [invece] una sorta di irrilevanza. Il concetto dell ' <Ìo> non fungerà più da argomento cruciale nella segmentazione dell'esperienza " (1972, trad. it. 1976, p. 333) e dunque, mi sento di aggiungere, nell'attribuzione ad essa di senso. Un uomo che consegua l' Apprendimento 3 realizza pertanto quello che nello Zen è definito "superamento dell'io". L 'io che può essere superato, tuttavia, è un io molto forte e adulto.

Per chi non abbia un io forte e adulto o non abbia addirittura attinto ad alte vette di saggezza può essere difficile lasciarsi attraversare dall' azione non esitante, abbandonare il controllo delle proprie azioni e rinunciare a riconoscere la propria identità nel tempo, sia pure transitoriamente e a vantaggio di un'identità sovraindividuale più ampia. Per chi sia addirittura in una condizione di sofferenza psicologi-ca l'impresa è certamente ancora più ardua. Infatti quando l'io è particolarmente debole, incerto o problematico, ha un bisogno ancora maggiore di fermarsi per riconoscersi, per essere consapevole di esistere o di avere una forma definita, per mantenersi sufficientemente integrato difendendosi dal contrasto talvolta lacerante fra le sue parti o dalla paura della frammentazione.

Page 13: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

13

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

Introduzione Il Bushidō1 e la cultura guerriera del Giappone affascinano non solo il moderno Giapponese ma anche il non-Giapponese. La più evidente traccia della cultura guerriera Giapponese è la travolgente popolarità inter-nazionale delle arti marziali (budo), le quali sono indubbiamente l’export culturale del Giappone di maggior successo. La gente nel mondo pratica queste arti non solo come auto-difesa o come sport, ma anche come ricerca di sviluppo spirituale e miglioramento intellettuale. Altra motivazione, sebbene non sia certo ora una ragione trainante, fu nei giorni della bolla economica del Giappone dove opinioni assai diffuse affermavano che l’economia ed il successo negli affari del Giappone si basavano su pratiche di management provenienti dalla “strategia samurai”. Questo spinse numerosi uomini d’affari a partecipare alla pratica di arti marziali, e a studiare traduzioni di libri di guerrieri famosi quali “Il libro dei cinque anelli” di Miyamoto Musashi, “Hagakure” di Yamamoto Tsunetomo, “Bushidō” di Nitobe, e così via. Più recentemente, ci sono stati un certo numero di pellicole popolari riguardo il bushi, segnatamente “L’ultimo Samurai” protagonisti Tom Cruise e Watanabe Ken. Ciò ha stimolato maggiore ripresa di interesse dell’etica bushi. In molti casi la venerazione del bushidō è un’assurda glorificazione. Alcuni scolari hanno descitto i bushi come nulla più di “valorosi macellai”. Ciononostante, la gente nel mondo sta cercando delle certezze etiche in questi giorni ed anni in cui onore, integrità, coraggio, sincerità, ed auto-sacrificio per le cose importanti sono con cura ed attenzione nascosti dall’onda di marea di scandali politici, corruzione, criminalità, e avidità. Reinterpretazioni del bushidō sono state prese come una di queste possibili certezze. In questo breve articolo tenterò di delineare la storia e le componenti di base dell’apparente immutabile e forse difficilmente collocabile cultura dei guerrieri bushi del Giappone. Onore, Violenza e Morte La prima classe di guerrieri professionisti indentificabile del Giappone emerse nei tardi IX e X secolo come risultato dell’incapacità del governo di corte in Kyoto di mantenere legge ed ordine nelle province. A uomini delle più potenti famiglie locali fu consentito con assenso governativo di costituire gruppi e di armarsi per difendere i propri domini, ed aiutare a reprimere altre dispute locali con incombenti minacce di violenza. Bande di provincia di bushi alla fine costituirono legami feudali tenuti insieme da un forte senso d’indentità come guerrieri. Essi mantennero intensi vincoli di lealtà nati dalle esperienze condivise in combattimento, così come da promesse di ricom-pense economiche per i servizi resi. Al momento in cui i guerrieri stabilirono il proprio governo a Kamakura (1185-1333) essi avevano già sviluppato la loro propria unica cultura basata su un feroce appetito per fama, gloria, e onore. Sebbene non fosse codificato in questo iniziale periodo, ci si riferiva alla cultura guerriera con un serie di termini quali bando musha (usi dei guerrieri orientali), yumiya no michi (la via dell’arco e del-la freccia), kyuba no michi (la via dell’arco e del cavallo), e così via. Effettivamente, il termine bushidō non

(Continua a pagina 14)

Il testo originale di Alex Bennett appare nel sito di Kendo World (www.kendo-world.com/articles/magazine/beginners_guide_to_bushido/index.php )

Originariamente stampato su Kendo World vol. 2 n° 4 2004 traduzione a cura di Lorenzo Zago

1- Bushido (武士道) – Letteralmente “la Via del guerriero”. “Bushi” è il termine comune Giapponese che in-dica il guerriero, sebbene “samurai” è meglio conosciuto in occidente. Al giorno d’oggi entrambi i termini so-no utilizzati intercambiabilmente, comunque, in questo articolo mi riferisco ai guerrieri Giapponesi utilizzan-do principalmente il termine “bushi”.

Page 14: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

14

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

(Continua da pagina 13)

fu coniato che nel tardo XVI secolo, e solo dall’inizio del XX secolo di-venne il termine prevalente nel riferirsi all’etica bushi. Nomenclatura a parte, la forza che dirigeva la cultura bushi fu sempre il concetto di onore, e fu utilizzata in diversi modi. Prima di tutto, l’onore formò le basi di un unico stile culturale per l’identità collettiva del bushi. Senza insinuare che nobili e paesani difettassero di senso dell’onore, ci sono pochi esempi di qualcuno di essi che lottò per mantenere il proprio onore a costo della propria vita. Questo è tratto distintivo dell’onore del bushi. Il bushi creò comuni regole di interazione utilizzando espressioni onorifiche e queste regole diressero le relazioni tra i singoli bushi di ogni grado. Fu l’etichetta per la politica e la vita sociale del bushi. Essi svilup-parono anche un’inestinguibile desiderio esaltare il nome della loro fami-glia o Ie, e furono fieramente competitivi nell’assicurare che il proprio nome o Na fosse lasciato ai posteri. In questo senso, l’abbandonarsi alla ricerca di onore ed evitare vergogna divennero inestricabilmente legati al combattimento coraggioso ed al costante valore, e ad un eventuale mono-polio nella capacità ad usare la violenza. Naturalmente, quali espressioni di onore furono dimostrate attraverso coraggio marziale e violenza, la questione della “morte” fu sempre stata al centro dell’esistenza del bushi. Come nel caso della cavalleria occidentale, il fatto di uccidere non fu certamente condonato come atto morale in se, sebbene fosse giustificato o sostenuto in molti modi. Comunque, la brama di riconoscimento postumo, ed un ossessione per la

gloria personale furono tutte motivazioni e giustificazioni necessarie per uccidere e morire. Ciò fornì la spinta emotiva per combattere valorosamente per il proprio signore (assieme alla promessa di ricompensa economi-ca), e disprezzo per ogni bushi che fosse visto tra i suoi pari agire in modo codardo. Il marchio di smidollato sarebbe stato troppo vergognoso da portare, per lui ed i propri discendenti. I bei tempi andati? Nonostante l’onorevole descrizione del bushi nei racconti popolari medioevali di guerra, la bramosia per terre, potere, e proprio tornaconto furono sempre prevalenti nelle grandi figure. Ciò culminò in uno dei più turbolenti periodi della storia Giappone-se, il Sengoku Jidai (Periodo degli Stati Belligeranti del XV e XVI secolo) dove un gran numero di daimyo signori della guerra nemici rivaleggiarono per conqui-stare ed eventualmente governare su un unificato Giappone. Questo fu un periodo dove l’indiscussa lealtà al proprio feuda-tario fu spesso trascurata in favore del profitto personale, e alleanze e promesse furono rotte non appena fatte. Fu un periodo mutevole dove l’ascesa o la fine di un grande daimyo, il suo Ie (casato) ed i suoi membri erano solo frutto di insidiose pugnalate alle spalle. Questa situazione precaria portò ad una prolifera-zione di “norme del casato” (kakun), leg-gi (hatto), e precetti descriventi il mo-dello di comportamento bushi. Questo è ovviamente una chiara indicazione di come il modello di comportamento fosse lontano dallo status quo, esso fu il risultato di uno sforzo su larga scala per codificare la “via” del guerriero.

(Continua a pagina 15)

Page 15: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

15

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

(Continua da pagina 14)

Il bushi di questo periodo conduceva una vita sulla lama. Il periodo Sengoku (malgrado numerose dimostra-zioni di comportamenti tutt’altro che leali) fu onorata dalle generazioni successive come “i bei tempi andati” dove i bushi furono veri uomini, e coloro che osarono vinsero, o morirono nel processo. Il Problema della Pace Quando finalmente l’insidioso perioso Sengoku si concluse ed il Giappone fu condotto in una nuova era di pace sotto il Bakufu Tokugawa (governo militare 1603-1867), il bushi fu spinto in una singolare situazione. Ci fu una minoritaria classe guerriera dominante la nazione in virtù del proprio valore marziale, ma la “minaccia” della pace non consentiva l’opportunità di dimostrare la propria efficacia sul campo di battaglia. Come potevano giustificare la propria esistenza al top del nuovo shi-no-ko-sho2 strato sociale quando non c’erano più guerre di cui parlare? A questo punto, numerosi studiosi vennero in soccorso formulando e definendo un codice etico per i guerrieri al quale ci si riferisce oggi come bushidō. La base per un nuovo sistema di pensiero politico e coscienza bushi emerse, e discussioni circolarono tra gli alti gradi del governo sostenendo la centralità del bushi negli affari di stato, ed offrendo giustificazione per l’esistenza di un governo militare anche se la pace prevaleva. Ad esempio, Yagyu Munenori (1571-1646) nel suo famoso trattato militare Heiho Kadensho chiarì come un virtuoso governante avesse la capacità di usare la forza militare solamente per proteggere le masse. Così il mantenimento di un benevolo governo militare era vitale per il benessere della nazione. “A volte a causa di un uomo malvagio, diecimila persone soffrono. Quindi uccidete quel solo uomo affinchè i diecimila vivano. Così, veramente, la lama che dona la morte diventa la spada che salva la vita.” In altre parole, la via della guerra fu la via della pace. Queste argomentazioni furono rapidamente accettate ed aiutarono a consolidare la decisione del Bakufu, ma successivamente nel periodo Tokugawa ci furono bushi di basso grado, ora completamente trasformati in servitori civili salariati non combattenti, i quali erano alla ricerca del senso della loro esistenza. Studiosi di primo piano quali Yamaga Soko (1622-85) e Daidoji Yuzan (1639-1730) fornirono i bushi di molto

(Continua a pagina 16) 2- Lo strato sociale rafforzato dal governo militare mettendo i bushi al top della piramide seguiti rispettivamente da contadini, artigiani e mercanti.

Page 16: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

16

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

(Continua da pagina 15)

apprezzato supporto “morale” e popolari linee di condotta per agire. Per esempio Yamaga Soko osservò retoricamente “il bushi mangia senza coltivare il cibo, utilizza manufatti senza fabbricarli,e trae profitti senza vendere. Qual’è la giustificazione per ciò?” La sua soluzione fu che la funzione del bushi nella società era servire il proprio signore lealmente, ed agire come un esemplare esempio morale meritevole di emulazione da parte delle altre classi. In altre parole, vivere la propria vita in stretta osservanza di una corretta condotta morale ed etichetta, mantenedo sempre un alto livello di preparazione militare attraverso la pratica ed il perfezionamento delle arti militari 3, e conoscenza nelle arti estetiche e dotti studi vennero giudicati tanto gloriosi quanto combattere coraggiosamente in battaglia per il proprio signore. Ciò fu di gran lunga un più sicuro e meno eccitante sostituto della guerra, ma servì soddisfare i bisogni di un crescente numero di bushi inquieti. E’ interessante osservare qui che ancorchè la morte in senso letterale fosse lontana dalla realtà, il concetto di “morte” fu idealizzato al punto che ci si attendeva che ognuno adempisse ai propri obblighi con totale disinteresse. Uno dei libri maggiormente letti (e forse frainteso) sul bushidō apparso nel periodo Tokugawa fu Hagakure di Yamamoto Tsunetomo (1716) il quale contiene la famosa frase “la via del guerriero è fondata sulla morte”. Tsunetomo scrisse il trattato come reazione a quel che vide come deterioramento morale dei bu-shi del tempo che avevano deviato in “avidi senza spina dorsale” scordando o trascurando rapidamente la propria onorata eredità bushi di indiscutibile lealtà, e preparazione di fronte alla morte nei momenti richiesti. Tuttora, vengono celebrati episodi del periodo Tokugawa che dimostrarono come potesse essere leale in punto di morte un vero bushi. L’esempio più ovvio è la vendetta dei 47 ronin (bushi senza padrone). Nel 1701, un daimyo in assistenza presso il castello dello Shogun a Edo estrasse la sua spada ed assalì uno degli ufficiali il quale aveva insultato il suo onore. Al daimyo fu ordinato di eseguire seppuku (suicidio rituale per sventramento) per questa grave violazione dell’etichetta. I servitori ora senza padrone del daimyo progettaro-no e portarono a compimento una vendetta culminata nel riuscito assassinio in nome del loro signore. Ciò li condusse a loro volta alla fine per mezzo del suicidio rituale. La correttezza della loro azione attrasse elogio e biasimo da ogni parte, ma questo portò anche l’attenzione alla speciale relazione signore/vassallo dei bushi, e riaffermò l’ideale dell’agire dei vassalli dell’ “altruistica” lealtà al punto di perdere la vita. Il Bushidō dopo i Bushi e oltre Sebbene la classe bushi fu abolita durante il periodo Meiji (1868-1912), ciò non significò la fine del bushidō come avvincente forza emotiva. Le tradizioni bushi furono brevemente sospese all’inizio del periodo Meiji sull’onda della modernizzazione solo per essere riprese dalla metà dei 1880, come il pendolo culturale cominciò a oscillare verso un più evidente indirizzo nazionalista dove la tecnologia occidentale fu accompa-gnata dallo “spirito Giapponese” (wakon-yosai). Importanti studiosi quali Inoue Tetsujiro cercò di legare il bushidō al servizio dello stato associandolo con patriottismo e devozione all’imperatore. Il fervente cristiano Uchimura Kanzo reinterpretò il bushidō con la lealtà a Gesù Cristo. Comunque, il più influente commentatore del bushidō di tutti i tempi è indubbiamente Nitobe Inazo. Nel 1900, egli pubblicò Bushidō: l’Anima del Giappone, in Inglese dove ritraeva una chiara interpretazione del bushidō con minori aspetti militaristici estremi, anti moderni ed anti cristiani al mondo occidentale. Egli enfatizzò certe virtù quali onestà, giustizia, civile cortesia, coraggio, compassione, sincerità, onore, dovere e lealtà, ed auto controllo. Egli argomentò che il bushidō si diffuse dalla classe bushi a tutti i gradi della società Giapponese, ed era percepibile nella sopportazione fisica, forza d’animo, e coraggio del popolo Giapponese (a dispetto di numerose imprecisioni storiche questo libro è ancora oggi un best-seller). Comunque, una più marziale interpretazione del bushidō tornò in voga nei militaristici anni ’30, e molti soldati Giapponesi lessero copie dei su menzionati Hagakure, o Bushidō sulla via del fronte. Nel periodo successivo alla II guerra mondiale il bushidō cadde in disgrazia. Critiche straniere e Giapponesi accusarono in egual modo il bushidō come simbolo di tutto ciò che di più ripugnante ci fu nel comportamento Giappone-se durante la guerra. Molti giapponesi rinnegarono il bushidō come parte di un’ideologia militaristica fuorviante che portò il Giappone alla sconfitta ed al disonore, e inadatto alla loro nuova società democratica

(Continua a pagina 17)

3 - E’ comunemente assunto che durante questo periodo le arti marziali si trasformarono da scieza per ucci-dere (bujutsu) in “vie” di crescita spirituale (budo).

Page 17: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

17

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

(Continua da pagina 16)

del dopo guerra. Il fatto che il bushidō è ciò che è sempre stato, e sempre sarà, apre all’interpretazione. Non esiste una “scuola di bushidō”. La storia recente ha mostrato che questo crea l’idea utile e po tenz i a lmen t e pericolosa nella stesso tempo. Tuttavia la seguente spiegazione tratta dal successo cinematografico sembra tornare in voga ad ogni momento. Anche se viene letto solo come un manuale per boy scout, la sempre crescente popolarità di films e libri sui samurai

suggerisce che per quanto sembra superata o illogica la tradizione bushidō a livello conscio, contiene ancora un considerevole appeal, e può solo contenere semplici principi di “ dimenticata” saggezza per alleviare la penosa etica odierna. Bushidō alla “L’ultimo Samurai” 儀 Gi – Onestà e Giustizia Essere fortemente onesto in ogni relazione con tutti gli altri. Credere nella giustizia, non dagli altri, ma da te stesso. Per il vero samurai, non ci sono ombre di grigio nelle questioni di onestà e giustizia. C’è solo giusto o sbagliato. 礼 Rei – Civile Cortesia I Samurai non hanno motivo per essere crudeli. Essi non hanno bisogno di dimostrare la propria forza. Un sa-murai è cortese anche con i propri nemici. Senza questa manifestazione esteriore di rispetto, non siamo nulla più che animali. Un samurai non è rispettato solo per la sua forza in battaglia, ma anche per la sua con-dotta con gli altri uomini. La vera forza interiore di un samurai diventa evidente nei momenti di difficoltà. 勇 Yu – Eroico Coraggio Elevarsi sopra la massa delle genti che temono di agire. Nascondendosi come una tartaruga nel carapace e-quivale a non vivere totalmente. Un samurai deve avere coraggio eroico. Ciò è assolutamente rischioso. E’ pericoloso. E’ vivere la vita totalmente, pienamente, magnificamente. Il coraggio eroico non è cieco. E’ intel-ligente e forte. Rimpiazzare la paura con rispetto e cautela. 名誉 Meiyo - Onore Un vero samurai ha solo un giudice del suo onore, e questi è se stesso. Le decisioni che prendi e come queste decisioni vengono portate a termine sono un riflesso di chi sei veramente. Non puoi nasconderti a te stesso. 仁 Jin - Compassione Attraverso intenso addestramento il samurai diventa veloce e forte. Egli non è come gli altri uomini. Egli svi-luppa una forza che deve essere usata per il bene di tutti. Egli ha compassione. Egli aiuta il suo simile in ogni occasione. Se un’occasione non si presenta, egli uscirà dalla sua strada a cercarne una.

(Continua a pagina 18)

3 - E’ comunemente assunto che durante questo periodo le arti marziali si trasformarono da scieza per ucci-dere (bujutsu) in “vie” di crescita spirituale (budo).

Page 18: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

18

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

(Continua da pagina 17)

誠 Makoto – Assoluta Sincerità Quando un samurai dice che compirà un atto, è bene sia fatto. Nulla lo fermerà dal completare ciò che ha af-fermato che farà. Non deve dare la sua parola. Non deve promettere. Il solo fatto di parlare ha messo in moto l’azione da compiere. Parlare e fare sono la stessa azione 忠 Chu – Dovere e Lealtà Per il samurai, dovendo fare qualche cosa, o dire qualche cosa, egli sa che di questa cosa è responsabile. Egli è responsabile per essa e per tutte le conseguenze che seguono. Un samurai è immensamente leale a ciò che è sotto la sua cura. A ciò per cui egli è responsabile, egli resta fieramente leale.

References - English Bito, M. “Introduction of Studies on Bushi”, Acta Asiatica, Tokyo, 1985 Day, S. Inokuchi, K. The Wisdom of the Hagakure, Kyushu University Press, 1994 Friday, K. Legacies of the Sword, University of Hawaii Press, 1997 “Valorous butchers: The art of war during the golden age of the samurai”, Japan Forum 5(1), 1-19, 1993 Fukushima, S. Bushidō in Tokugawa Japan: A Reassessment of the Warrior Ethos, PhD Dissertation, University of California Berkeley, 1984 Hurst, C. G. III. “Death, honor, and loyalty: The bushidō ideal”, Philosophy East and West,40, 511-527, 1990 Ikegami, E. The Taming of the Samurai: Honorific Individualism and the Making of Modern Japan, Harvard University Press, 1995 Nitobe, I. Bushidō: The Soul of Japan, an exposition of Japanese thought, Leeds & Biddle, 1900 Sadler, A. L. The Code of the Samurai, Charles E. Tuttle Company, Tokyo, 1988 Yamamoto, T. The Book of the Samurai - Hagakure (Translated by W.S. Wilson), Kodansha International, Tokyo, 1979 Japanese Inoue, T. Bushidō Sosho, Hakubunkan, 1905 Sagara, T. Koyo-gunkan, Gorinsho, Hagakure-shu, (Nihon no Shiso Vol 9), Chikuma Shobo, 1968 Bushi no Rinri- Kinsei kara Kindai e, Perikansha, 1993 Sakurai, S. Meiyo to Chijoku, Hosei University Press, 1971 Koga T. Bushidō Ronko, Shimazu Shobo, 1974

3 - E’ comunemente assunto che durante questo periodo le arti marziali si trasformarono da scieza per uccidere (bujutsu) in “vie” di crescita spirituale (budo).

Page 19: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

19

Rubrica a cura di Sensei Fabrizio Angelici

Conoscere ed approfondire ciò che riguarda il miglioramento e l'ottimizzazione della condizione fisica può essere di interesse e di aiuto a tutti coloro che per passione, per ricerca o per lavoro si occupano e/o praticano attività fisica/sportiva. Attraverso le pagine di questa rubrica proveremo a dare un'idea di quelli che sono gli elementi che concorrono al miglioramento e l'ottimizzazione della condizione fisica e della prestazione, considerando accanto ai principi generali le caratteristiche e le esigenze di una pratica particolare e complessa come è quella del Goju Ryu di Okinawa.

Alimentazione ed Esercizio Fisico

Come, più generalmente, il nostro stato di salute peggiora con una cattiva alimentazione così la prestazione atletica migliora con un regime alimentare corretto e crolla quando quest' ultimo risulti inadeguato. I costituenti essenziali della dieta alimentare sono :

carboidrati proteine grassi vitamine minerali acqua

I carboidrati I carboidrati sono la principale benzina usata dal nostro corpo; sono molecole di glucidi (zuccheri) che a seconda della loro struttura e grandezza sono divisi in: zuccheri semplici quali monosaccaridi (glucosio e fruttosio) e disaccaridi (saccarosio e maltosio), e complessi quali i polissaccaridi (amido e glicogeno). Pri-ma di essere assorbiti attraverso la parete intestinale tutti gli zuccheri vengono trasformati in zuccheri sem-plici (glucosio). Le uniche riserve di zuccheri presenti nel corpo sono rappresentate da limitate quantità di glicogeno nei muscoli e nel fegato. Le principali fonti alimentari di carboidrati sono cereali , pane, pasta, frutta, patate, legumi. Per la normale alimentazione giornaliera sono da preferire i carboidrati complessi come pasta, riso o cerea-li che danno una risposta glicemica più moderata e costante rispetto a quelli semplici, come lo zucchero. Le proteine Le proteine costituiscono i mattoni con cui il nostro organismo è costruito e partecipano ad un grandissimo numero di funzioni; oltre a costituire la struttura di ogni cellula, sono formati da proteine anche ormoni e molte altre sostanze essenziali. Le proteine sono a loro volta formate da mattoncini più piccoli chiamati a-minoacidi. Nell'organismo sono presenti 22 aminoacidi; di questi 9 sono considerati essenziali, visto che l'organismo da solo non è in grado di sintetizzarli (le proteine che li contengono sono dette infatti nobili). Le fonti principali di proteine sono le carni, il pesce, le uova, il latte (e derivati) ma anche alimenti di origi-ne vegetale come semi, soia, etc. (va specificato che gli aminoacidi essenziali si trovano principalmente ne-gli alimenti di origine animale). Di norma le proteine non vengono utilizzate dall'organismo come combustibile se non in casi di estrema necessità (deperimento, lunghissimi digiuni); il fabbisogno proteico quotidiano per un adulto è di circa 0,8 g/kg di peso corporeo. In caso di allenamento pesante può aumentare fino a circa 1,5 g/kg.

(Continua a pagina 20)

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

Page 20: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

20

(Continua da pagina 19)

I grassi I grassi o lipidi sono presenti nel corpo soprattutto sotto forma di trigliceridi, fosfoli-pidi e colesterolo; i trigliceridi vengono immagazzinati nelle cellule del tessuto adipo-so e nei muscoli. I grassi sono una buona fonte energetica per l'organismo (producono 9 cal./g), soprattutto per quelle attività di bassa intensità e di lunga durata (esercizio aerobico). La maggior parte dei grassi che provengono da alimenti di origine animale sono, per la loro struttura chimica, chiamati saturi e di norma, a temperatura ambien-te, sono solidi (burro, lardo, grassi delle carni); quelli che provengono da fonte vege-tale di norma sono allo stato liquido e chiamati insaturi (olio di oliva, di semi, etc). E' di norma consigliabile limitare il consumo di grassi saturi e preferire grassi insaturi non sottoposti a lavorazioni (idrogenati) che ne modificano la struttura chimica . Le vitamine ed i minerali Pur non avendo funzione energetica le vitamine sono componenti fondamentali per il funzionamento dell'orga-nismo; costituiscono le parti essenziali di enzimi coinvolti nel metabolismo dei nutrienti e di molte reazioni chimiche. Sono classificate in idrosolubili ( vit. C e complesso B) e liposolubili (A, D, E e K). Le prime non vengono immagazzinate nell'organismo; ne consegue la necessità di un continuo rifornimento attraverso la dieta. Le vitamine liposolubili vengono invece immagazzinate nel fegato e nel tessuto adiposo; un loro ecces-sivo accumulo potrebbe causare effetti tossici. Le principali fonti alimentari di vitamine sono frutta, verdura, semi. I minerali sono componenti inorganici determinanti per il corretto funzionamento corporeo; alcuni sono più abbondanti e con funzioni strutturali (come ad esempio il calcio, di cui sono principalmente composti ossa e denti), altri presenti in quantità meno rilevante ma ugualmente importanti (per le più diverse reazioni chimiche alla base dei processi fisiologici). L'acqua Molto spesso si dimentica di menzionare l'importanza di questo elemento nel regime alimentare ma l'acqua ri-veste un ruolo vitale nel funzionamento della macchina umana. E' noto come si possa tranquillamente soprav-vivere senza cibo per settimane mentre l'assenza di acqua può portare alla morte in pochi giorni. Durante eser-cizio fisico il fabbisogno di acqua aumenta ulteriormente e la necessità del suo reintegro viene spesso sottova-lutata esponendosi al rischio di disidratazione. E' noto che la perdita di liquidi corrispondente ad un 1% del pe-so corporeo può produrre già un aumento di temperatura corporea, un 3% un calo sensibile della performance fisica ed oltre il 5% disturbi gravi fino a rischi di collasso cardio circolatorio. Ora che abbiamo un quadro generale delle componenti essenziali della dieta vediamo alcune considerazioni dell'alimentazione in funzione dell'allenamento e dell'esercizio fisico....

(continua..)

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

Page 21: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

21

“Quando siamo intimi con il cibo che mangiamo, c’è intimità con tutte le cose; quando siamo in intimità con tutte le cose, siamo in intimità con il cibo che mangiamo.”

Vimalakirti Nirdesa sutra

Questo spazio vuole essere un modo nuovo, divertente e interessante, per parlare di cucina non solo legata alla nostra cultura-tradizione, ma anche a quella di altre tradizioni. Iniziamo così a spolverare vecchi e nuovi libri di cucina, sperando che tutti voi raccogliate l’invito a collaborare a questa rubrica, ritrovando magari quelle vecchie ricette tramandate da nonna a madre, che molti di noi tengono custodite gelosamente in qualche quaderno. Naturalmente ce ne saranno per tutti i gusti…

Rubrica a cura di Silvia Kōjun Arriga

Paella Valenciana

o Lasciate le vongole in acqua salata per 3 ore per far perdere loro la sabbia. Le cozze vanno prima spazzolate sotto l'acqua corrente. Ta-gliate la carne di maiale a dadini o spellate la salsiccia e disfatela a pezzettini.

o Sminuzzate insieme la cipolla e l'aglio. Mon-date i peperoni e tagliateli a strisce. Tagliate la salsiccia piccante a rondelle. Fate un taglio sul dorso dei gamberoni e eliminate il budelli-no intestinale senza togliere il guscio.

o Scaldate il forno a 250°. Versate metà dell'olio nell'apposita padella di ferro (in mancanza, potete usare un wok, oppure qualsiasi reci-piente che possa andare al fuoco e nel forno) e scaldate a fuoco medio. Fate rosolare i pezzi di pollo su tutti i lati e salateli alla fine. Toglieteli e teneteli al caldo.

o Nella stessa padella, fate appassire la cipolla e l'aglio con la foglia di alloro e unite il lombo o la salsiccia. Quando la carne è dorata, unite i peperoni e i calamari tagliati a fettucce. Do-po qualche minuto, unite il pomodoro e i pi-selli e lasciate cuocere per qualche minuto.

Ingredienti per 6 persone

500 gr di riso a chicco lungo, 2 peperoni rossi, 1 cipolla grossa, 1 spicchio d'aglio, 300 gr di piselli sgranati, 1 piccolo pollo tagliato a pezzi, 200 gr di lombo di maiale

(oppure di salsiccia), 1 pezzo di salsiccia secca pic-

cante nostrana, 200 gr di sacche di calamari o

seppie già pulite, 400 gr di vongole e/o cozze, 6

o 12 code di gamberoni non sgusciate, 300 gr di polpa di pomodoro (fresca o in scatola),

1 bustina di zafferano, 1 cucchiaino di paprika dolce, 1 foglia d'alloro, 6 cucchiai d'olio d'oliva brodo di carne, sale, pepe nero.

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

Page 22: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

22

Consigli e trucchi…

Il wok: come si usa

L'uso principale del wok è per la cottura rapida (tipicamente della cucina cinese). Si versa poco olio sul fondo e ci si passano ripetutamente gli ingredienti, mescolando non con un movimento circolare ma traverso, facendo continuamente risalire i cibi lungo la parete. In questo modo soggiornano per brevi periodi di tempo nell'olio sul fondo. Perfetto il wok per le verdure, che risultano dorate, ancora croccanti e non troppo cotte. E' necessario tagliarle piccole, magari a bastoncini sottili.

Alcune ricette sono tratte da “I quaderni di Fudenji” N.1 “Il Tenzo”

o Togliete questi ingredienti dalla padella e versate l'olio rimasto. Fate tostare rapida-mente il riso e unite tutti gli altri ingredienti, incluse le spezie e un cucchiaio di sale. Coprite con circa 1 litro e un quarto di brodo, mescolate bene e portate il tutto a e-bollizione.

Coprite con carta stagnola e cuocete in forno per circa 15 minuti senza mescolare. Control-late alla fine che il riso è cotto e, se necessario, aggiungete poco brodo se vi sembra che il riso è troppo asciutto. Portate la paella in tavola nel suo recipiente.

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

Page 23: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

23

Avviati i lavori di ampliamento di Fudenji: il progetto è diretto alla realizzazione dei Sette Edifici (Schichi-do-garan) della Tradizione. Il complesso a chiostro sarà così articolato: Sodo, Hondo - Tempio o Sala del Dharma, Dai-kui - Cucine, Yokushitsu - i bagni, Tosu - Servizi igienici, un auditorium, alloggi per gli ospiti, San-mon - il portale d'accesso. Il piano di sviluppo prevede edificazioni a breve, medio e lungo termine. A breve, il nuovo Sodo (che nascerà dalla ristrutturazione dell'attuale laboratorio) e i servizi igienici; successivamente gli altri edifici e gli alloggi adibiti a foresteria. Dogen Zenji, nello Shobogenzo Zuimonki (II, 6), dice: "Sto ora cercando di costruire un Sodo (monastero e chiostro Zen) e chiedo contributi. Mentre questo richiede molto sforzo da parte mia, non ritengo che questo stimoli necessariamente la crescita del Buddha-Dharma (…). Dal momento che non c'è posto per studiare desidero provvedere ad un luogo che permetta ai discepoli di praticare lo Zazen. Anche se non dovessi riuscire nel mio progetto non avrò rimpianti perché nel futuro qualcuno - vedendo in piedi anche una sola colonna - sarà portato naturalmente a pensare all'aspirazione che ora mi anima". Mettere un piede nella strada, cioè praticare, equivale oggi a raggiungere la meta e ricominciare con un nuovo entusiasmo proprio perché la vera riuscita è non avere rimpianti, qualunque cosa accada. Nell'esercizio di ogni cosa anche una sola colonna, una pietra, un mattone - nel dono dello spirito, nello spirito del dono disinteressato - sono tutta l'aspirazione (bodaishin), il nostro sforzo, i suoi frutti e la liberazione dal risultato. In dono, una pietra posata è una prima pietra che si posa su tutto il modo o che sostiene ogni mondo. Lo spirito del dono, la prima perfezione tra le Sei Paramita, è l'inizio e la fine, la buona mente, il buon principio a cui tutto si riconduce a da cui tutto costantemente risorge.

F. Taiten Guareschi

“ Di cosa discutevate ?”, mi chiede il Maestro. “Di come finanziare i lavori di edificazione del monastero”, rispondo. “Non perdete tempo a discutere. Raccogliete le foglie, pulite le scale, bruciate incenso. Solo così arriveranno le offerte per costruire il Tempio. Il Tempio si costruirà con i sacrifici ed il cuore puro.”

R. Myoren Giommetti

Costruiamo insieme Fudenji

Potete contribuire tramite Bonifico Bancario: c/o B.P. di Vicenza

intestato a : Istituto Italiano Zen soto Shobozan Fudenji coordinate bancarie: ABI 5728 CAB 65730

c/c 43334 Cin: N

o in qualunque modo riterrete opportuno. Ringraziamo fin d’ora per la generosità.

La Comunità di Fudenji

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

Page 24: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

24

DATA CITTA' EVENTO SETTEMBRE 2007

7/9 Fudenji Sesshin della Comunità Kufu-e (Sesshin di lavoro)

23 Fudenji ‘L’Essere Scenico’ incontro tra Zen e Danza

30 Fudenji Ryoso Ki - Solennità di Dogen Zenji e Keizan Zenji

OTTOBRE 2007

5/7 Fudenji Sesshin della Comunità - Isshin-e

14 Fudenji ‘Il Sogno di una Cosa’ Meditazione Zen un giorno a Fudenji per principianti

20 Fudenji Seminario di Studi Teologici

27 Fudenji Presentazione del libro di A.Villani : ‘ La notte ha sempre reagione’

NOVEMBRE 2007

1/4 Fudenji Sesshin di Aggiornamento e Formazione

11 Fudenji ‘Il Sogno di una Cosa’ Meditazione Zen un giorno a Fudenji per principianti

10/18 Fudenji 2° periodo Soggiorno Estivo

20/28 Fudenji 3° periodo Soggiorno Estivo

Ogni primo fine settimana del mese : ‘Sesshin della Comunità’ Il Terzo Sabato del mese: ‘Seminario di studi teologici’

Ricordiamo inoltre che chiunque può prendere parte alle Sesshin di inizio mese a Fudenji

previa presentazione da parte del Dōjō Zen.

Visitate il sito di Fudenji : www.fudenji.it È online anche il notiziario in versione integrale

con interessantissimi articoli.

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

Page 25: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

25

3 Settembre 2007 Ripresa lezioni Honbu Dojo

30 Settembre 2007 Seminario d’Autunno

IOGKF Italia

13/14 Ottobre 2007 Sensei no Gasshuku Honbu Dojo

Novembre (data da definire)

Gara IOGKF Italia

Novembre (data da definire)

Seminario tematico infrasettimanale

Ogni primo mercoledì di ogni mese Lezione Cinture Nere (Assist. e Resp. Dojo) Tora Kan Honbu Dojo

Dicembre 2007 (data da definire)

Saggio Dimostrativo Annuale

Gennaio 2008 (data da definire)

Seminario tematico infrasettimanale

Febbraio 2008 (data da definire)

Sensei no Gasshuku Honbu Dojo

Febbraio/Marzo 2008 (data da definire)

Ken Zen Ichinyo Gasshuku Canada Condotto da Sensei Spongia

Marzo/Aprile 2008 (data da definire)

Stage condotto da Sensei Bakkies Roma

Maggio 2008 (data da definire)

Seminario tematico infrasettimanale o Seminario esterno

19/22 Giugno 2008 (data da confermare)

Ken Zen Ichinyo Gasshuku Fudenji

20/26 Luglio 2008 World Budo Sai Okinawa, Giappone

Ricordate ! L’ International Okinawan Goju-Ryu Karate-Do Italia è presente su Internet con un sito ricco di preziose informazioni. Sul sito è anche disponibile l’albo delle cinture nere

IOGKF Italia e una selezione di articoli pubblicati sui vecchi numeri di T.K.Dojo

http: www.iogkf.it

Ricordiamo che la pratica Zen presso il Tora Kan Dojo si tiene regolarmente il:

Martedi’ ore 05:50/06:50 Venerdì ore 05:50/06:50

ogni 2° Sabato del mese dalle 19:30 alle 22:00 Un Venerdì del mese dalle 21:30 alle 22:45

Possono prendere parte alle sedute di pratica tutti gli interessati.

Chi si avvicina alla pratica per la prima volta lo deve far presente al Dojo per essere opportunamente introdotto. Tel.:06-6155 0149

Altre informazioni e il calendario del Dojo sul sito: www.torakanzendojo.org

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

Page 26: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

26

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

Campagna abbonamen t o 20 07/08

Il giornale ‘Tora Kan Dojo’ è da 12 anni l’apprezzatissimo veicolo di informazione dei Dôjô IOGKF Italia.

Pubblica articoli riguardanti la Storia, la Filosofia, la Cultura vicina alle Arti Marziali, inoltre articoli sullo Zen, sull’allenamento, le cronache degli eventi….è insomma il giornale delle nostre scuole che non può mancare nella biblioteca di ogni serio praticante della IOGKF Italia.

Esce in 4 numeri l’anno accademico, un numero ogni stagione.

Da quest’anno per favorirne una diffusione più capillare e una puntuale consegna promuoviamo una campagna d’abbonamento.

Gli abbonati all’edizione cartacea riceveranno al Dojo di appartenenza la propria copia all’uscita di ogni nuovo numero.

Mentre gli abbonati all’edizione in formato digitale riceveranno via e-mail il giornale in formato .pdf

ABBONAMENTO STAGIONE 07/08 - 4 NUMERI -

16 Euro edizione cartacea—10 Euro edizione digitale

costo della singola copia fuori abbonamento: 5 Euro

Page 27: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

27

Essendo la finalità primaria del nostro notiziario l'informazione culturale relativa alle Discipline praticate nella nostra Scuola. Chi non fosse in possesso dei numeri precedenti di "Tora Kan Dojo", vista anche l'importanza dei temi trattati, può farne richiesta alla segreteria

Sperando di fare cosa utile riportiamo a seguire i sommari dei numeri precedenti:

Anno I numero I Luglio 1995 Introduzione.................................................del M° P.Spongia Storia del Goju-Ryu (I parte) Allo Stage del M° Sudo....di E.Frittella,M.Salustri ,D.Manzari Zen e Arti Marziali.....................................del M°P.Spongia Calendario attività Federali e Sociali KENKON significato del simbolo La Tora kan ha adottato una bimba vietnamita

Anno I numero II Novembre 1995 Introduzione.....................................del M°P.Spongia La Storia del Goju-Ryu (2a parte) Training Autogeno. I Kata del Goju-Ryu: Gekisai Dai Ichi e Ni...del M° P.Spongia Esami Tora Kan Zen e Arti Marziali (2a parte).........del M° P.Spongia Questa Terra è Sacra I precetti dell'Okinawa Goju-Ryu Calendario. L'Arbitro.................................di G. Manzari Medicina Sportiva : L'integrazione Alimentare......del Dott.D.Incarbone

Anno II numero 3 Febbraio 1996 Introduzione......................del M°P.Spongia Miyamoto Musashi.........del M°P.Spongia Il Libro dei Cinque Anelli......di M.Musashi Medicina Sportiva : I danni del Fumo.....del Dott.Onconi Lo Sport e i Bambini.............del M°P.Spongia Zen - La Tora kan come Dojo Zen Zen - Perchè Zazen........................... di L.D.Lestingi Il Significato della Cintura Nera..............del M°P.Spongia I Kata del Goju-Ryu - Saifa......................del M°P.Spongia L'Arbitro - Ippon o Waza-ari ? ................di G.Manzari Calendario

Anno II numero 4 Giugno 1996 Introduzione................................................del M° P.Spongia Intervista al Maestro Shunji Sudo...........di G. Manzari Il Mandarino della Presenza Mentale..... del M° T.Nhat Han I kata del Goju-Ryu : Seiyunchin..............del M° P.Spongia Zen -"Camminando distrattamente..."......di C.Devezzi Shoto Niju Kun.......................................del M° G.Funakoshi Il Giardino Zen...............................................di G.Micheli

Anno III n° 7 Marzo/Maggio 1997 Da Cuore a Cuore : cinque giorni con Higaonna Sensei............... del M°P.Spongia Esami di graduazione Due parole sulla Kick Boxing.......................... .....di Antonio Caffi Una tradizione non ancora riscoperta................del M° Taiten Guare-schi Calendario Provvisorio eventi L'arbitro: Modifiche al regolamento.....................di Manzari Giusep-pe Poesia Zen Risultati Gare Una Strana eredità................................................di Valerio Proietti

Anno III n° 8 Estate 1997 Ken Ogawa e la grandezza mancata..........................di John Yacalis L’Arte Marziale come Arte Educativa....................di Jigoro Kano Esami di graduazione.............................................. I Regolamenti della Kick Boxing..........................di Antonio Caffi Poesia Zen e non................................................. Accomunati dalla pratica............................ di Massimo Abbrugiati Una Strana eredità................................................di Valerio Proietti

Anno IV n°10 Inverno 1997 Non Perdete la Memoria.......................................di P. Spongia Hojo Undo l’allenamento supllementare........di John Porta e Jack McCabe Le regole del Full Contact..................................di Antonio Caffi Poesia Zen e non La Tora Kan ai nazionali Csain................di Daniela Manzari Sforzarsi di perfezionare la personalità......di H. Kanazawa Una strana eredità.......................................di Valerio Proietti

Anno III n° 9 Autunno 1997 Karate-do Gaisetsu...............................................del M° C. Mi-yagi One MoreTime...................................................di A. Bini Okinawa 1998.....................................................del M° Higaon-na Un allenamento straordinario anzi normale.........di G. Manzari Poesia Zen e non................................................. Nei numeri precedenti.......................................... Riconoscimento del Kobudo Kyokai .................... Antichi Metodi.....................................................di J. Marinow Una Strana Eredità................................................di V. Proietti

Anno IV n°11 Primavera 1998 Shuichi Aragaki.........................................di P. Spongia Aikido ovvero............................................di E. Vitalini Perchè parlare di Yoga oggi........................di Stefania Amici Poesia Zen e non Sulle Arti Marziali...................................del rev. Taiten Guare-schi Una strana eredità.......................................di Valerio Proietti

Anno IV n°12 Estate 1998 Sensazioni nel Dôjô...................di F. Mezzanotte La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu...................di Morio Higaon-na Voce del Futuro Risposta all’incontro con un Maestro Zen...................di D. Di Perna Il Paradosso Morale..................di C. Barioli Agenda Schegge Zen e non Bun Bu......................................di P. Spongia

Anno IV n°13 Autunno 1998 Sakiyama Sogen Roshi La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu...........di Morio Higaon-na Voce del Futuro A Distanza di quei Due Giorni...di P.Favale Autobiografia di un Allievo divenuto Discepolo........di A. Landi Okinawa Budo Sai.......di P.Spongia Schegge Zen e non. Bun Bu.................di P.Spongia

Anno IV n°14 Inverno 1998-99 La struttura della I.O.G.K.F..............pag.3 ‘Na Sera a Betlemme........................pag.4 Il Karate del Leone............................pag.5 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue)............pag. 10 Voce del Futuro...............................pag.13 XVII Gasshuku Europeo.................pag.14 Come un Cosmonauta....................pag. 15 Junbi Undo......................................pag.16 Trofei I.O.G.K.F. Italia...................pag.18 Agenda............................................pag.21 Schegge Zen e non.........................pag. 22

Anno V n°15 Primavera 1999 La struttura della I.O.G.K.F..................pag.3 Il Diritto del Bambino al Rispetto.....pag.4 Gli Scritti dei Maestri.........................pag.8 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue)............pag. 15 Voce del Futuro...............................pag.18 XVII Gasshuku Europeo.................pag.20 I Colori del Buio, La Vove del Silenzio......................................pag. 21 Grazie Sempai.................................pag.22 1° Coppa I.O.G.K.F. Italia Kata....pag.23 Agenda............................................pag.24 Schegge Zen e non.........................pag. 25 Nei Numeri Precedenti...............pag.26

Anno V n°16 Estate 1999 La struttura della I.O.G.K.F..........pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei.......pag.4 Qualcosa in più su Okinawa.........pag.5 Miyagi il Grande Viaggiatore.......pag.8 Icona Vivente............................pag.13 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu(segue).........pag. 14 Lo Sguardo del Maestro..............pag.17 Voce del Futuro......................pag.18 Agenda...................................pag.20 Schegge Zen e non..................pag. 21

Anno V n°17 Autunno 1999 La struttura della I.O.G.K.F..............pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..........pag.4 Benvenuti a Stoccolma!....................pag.5 Vent’anni I.O.G.K.F.........................pag.6 Il Kakie nel Goju-ryu di Okinawa...pag.8 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue)............pag. 14 Karate:Origine del nome.................pag.16 Voce del Futuro...............................pag.18 Agenda............................................pag.20 Schegge Zen e non.........................pag. 21

Anno VI n°18 Inverno 1999-2000 La struttura della I.O.G.K.F.........pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei....pag.4 Mò Vié Natale...........................….pag.5 Il Valore dei Kata.........................pag.6 Sydney Leijenhorst....................pag.7 Zazen e Kata Sanchin...............pag.10 Aikido alla Tora Kan.................pag.15 Il Guerriero-fiore.......................pag.16 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue)......pag. 18 Voce del Futuro.........................pag.20 Agenda......................................pag.21 Schegge Zen e non..................pag. 22

Anno VI n°19 Primavera 2000 La struttura della I.O.G.K.F.........pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei....pag.4 Kata e Kumite...........................….pag.5 Maestro Oggi?…..........................pag.6 Un Capodanno a Fudenji............pag.7 Budo e Sport…………................pag.11 Hyaku Hachi no Bonno............pag.12 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue)......pag. 17

Anno VI n°20 Estate 2000 La struttura della I.O.G.K.F...........pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..…..pag.4 Rimanere Fedeli..............................pag.5 Vita da Zen.......................………….pag.9 Nel Cuore della Materia................pag.12 Graduazioni e Gare.................….pag.13 XVIII Gasshuku Europeo.........….pag.14 Appunti di Viaggio........................pag.16 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue)...…..pag. 18 Voce del Futuro............................pag.20 Agenda......................................….pag.21 Schegge Zen e non.....................pag. 22 Riflessioni………………………….pag.23

Anno II numero 5 Settembre/Novembre 1996 Introduzione.........................................del M°P.Spongia Sensei Morio Higaonna:il leone di Okinawa....di Terry Hill (I parte) Sho Jin : lo sforzo concentrato qui e ora........di C.Devezzi Calendario Provvisorio eventi L'arbitro: Il Kata nelle competizioni sportive....di G. Manza-ri XIV Gasshuku Europeo................................del M° P.Spongia Nei numeri precedenti Nuovi corsi alla Tora Kan

Anno III n° 6 Dicembre/Febbraio 1996-97 Vent’anni................................................................del M° P. Spon-gia Sensei Morio Higaonna:il leone di Okinawa.............di Terry Hill (II parte) Educazione e Karate-Do........................................del M° P. Spon-gia Calendario Provvisorio eventi L'arbitro: Comportamento “sportivo”.....................di Giuseppe Manzari Poesia di Ryokan Tigri e Pecore....................................................di Patrick Mc

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

Page 28: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

28

seguono sommari dei numeri precedenti:

Anno 6 numero 21 Inverno 2000/2001 La struttura della I.O.G.K.F..............pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..….....pag.4 XIX Gasshuku Europeo.....................pag.5 Er Cambiamento..............…………...pag.6 Budo e Zazen Conferenza del M°Guareschi.............pag.7 Graduazioni IOGKF................….…pag.13 Album di Famiglia……….........…...pag.14 Lotta Libera……..............................pag.15 Dice lo Zen………………………...pag. 17 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue)........….pag. 19 Voce del Futuro...............................pag.21 Agenda.........................................….pag.22 Schegge Zen e non......................…pag. 23 Riflessioni………………………….pag.23 Crescita…………………………….pag.24

Anno 6 numero 22 Primavera 2001 La struttura della I.O.G.K.F..............pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..….....pag.4 Riflessioni…………………………...pag.5 Miyagi Chojun Memorial Martial Arts Festival 2000………….pag.7 XIX Gasshuku Europeo...................pag.10 Budo e Zazen (2aparte) Conferenza del M°Guareschi...........pag.11 Ancora la Chiamano Olimpiade…..pag.16 L’attimo Da Non Perdere………….pag.18 Graduazioni IOGKF................….…pag.19 Dice lo Zen………………………...pag. 20 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue)........….pag. 21 Voce del Futuro......................…......pag.23 Agenda IOGKF Italia..................….pag.24 Schegge Zen e non...................…...pag. 25

Anno 6 numero 23 Esatate/Autunno 2001 La struttura della I.O.G.K.F....…......pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..….....pag.4 Riflessioni…………………………...pag.5 Il Papalagi………………..………....pag.7 Intervista al Maestro Kase..........…...pag.8 L’Esercizio del Jiyu Kumite Nel Goju-Ryu di Okinawa.......……..pag.13 Penso che………….………..……...pag.18 Zen Humor………………………...pag.19 Graduazioni IOGKF................……pag.20 Dice lo Zen………………………...pag. 21 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue)........….pag. 22 Voce del Futuro......................….....pag.24 Agenda IOGKF Italia..................…pag.25 Risultati Gare……………………...pag.26 Schegge Zen e non...................…...pag. 27

Anno 7 numero 24 Inverno 2002 La struttura della I.O.G.K.F....….....pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..…...pag.4 Riflessioni……………………….…pag.5 Natale Vero..……………..………...pag.7 Dipingere il Gasshuku.....................pag.8 Impressioni di Settembre.......…......pag.13 Collage d’emozioni.………..……...pag.14 Gasshuku Symposium………….....pag.22 Graduazioni e Gare IOGKF...…....pag.26 Dice lo Zen…………………..........pag. 27 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue)............pag. 28 Voce del Futuro......................…....pag.30 Agenda IOGKF Italia....................pag.31 Schegge Zen e non...................…..pag. 33 Nei Numeri Precedenti…………..pag.34

Anno 7 numero 25 Primavera 2002 La struttura della I.O.G.K.F.....….....pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..….....pag.4 Varcando la Porta d’Ingresso.…...…pag.5 Dimostrazione alla Nippon Ko Budo di Higaonna Sensei............pag.8 Primo Trofeo Iri Kumi..........….......pag.10 Kangeiko - Tempo Restituito...…....pag.12 Casalotti e una Luna Zen..……......pag.15 Gasshuku Symposium : Leijenhorst........................................pag.18 Graduazioni IOGKF..............…......pag.20 Dice lo Zen…………………...........pag. 21 Sensei Ernie Molyneux...................pag. 22 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue).............pag. 25 Agenda IOGKF Italia.....................pag.27 Schegge Zen e non...................…...pag. 28

Anno 8 numero 26 Autunno2002 La struttura della I.O.G.K.F.....….....pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..…....pag.4 XXI Gasshuku Europeo..........…......pag.5 Gasshuku Symposium: Taiten Guareschi Roshi.....................pag.6 Kyusho...................................….......pag.10 .da “Il Profeta”..........................…...pag.16 Flash News.........................…….....pag.17 Dice lo Zen…………………..........pag. 18 Kata.................................................pag. 19 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue)............pag. 22 Agenda IOGKF Italia.....................pag.26 Schegge Zen e non...................…..pag. 27 Nei Numeri Precedenti…….……..pag.28

Anno 8 numero 27 Inverno 2002/03 La struttura della I.O.G.K.F.....….....pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..…....pag.4 Il Ki nella Pratica Buddhista Zen.....pag.6 Scoccare la freccia al proprio cuore....................................pag.12 Primo Viaggio..........................…....pag.13 Graduzioni IOGKF Flash News.........................…….....pag.15 La Totalità di Bohm e l’Ordine implicato...........................pag.16 Zen e Arti Marziali Il Principio dell’eccellenza.............pag.18 Dice lo Zen…………………..........pag. 23 La Visione Sciamanica...................pag. 24 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue)............pag. 26 Agenda IOGKF Italia.....................pag.28 Schegge Zen e non...................…..pag. 29 Nei Numeri Precedenti…….……..pag.30

Anno 8 numero 28 Primavera/Estate 2003

L’Agenda di Higaonna Sensei..…....pag.4 Sotto il Pino.....…...............................pag.5 Graduazioni IOGKF........................pag.11 Sensei Bakkies..................................pag.12 Ode alla Vita.............................…....pag.15 V Trofeo Higaonna..........................pag.16 Alla Gendronniere............................pag.18 Shuichi Aragaki Sensei....................pag.20 Dice lo Zen......................................pag. 24 Intevista ad una Karateka...............pag. 25 Lettera a Miriam.............................pag. 30 L’Agopuntura tradizionale cinese................................................pag.32 Agenda IOGKF Italia.....................pag. 36 Schegge Zen e non...........................pag.37 Nei Numeri Precedenti.....................pag.38

Anno 8 numero 29 Autunno 2003

L’Agenda di Higaonna Sensei..….....pag.4 Marcello Bernardi..............................pag.6 London Spring Gasshuku................pag.10 Graduazioni IOGKF........................pag.12 Intervista a Sensei Bakkies..............pag.13 Come acqua che scorre............…....pag.20 La Storia del Karate.........................pag.22 Scoprendo il corpo............................pag.24 Dice lo Zen......................................pag. 25 Agenda IOGKF Italia.....................pag. 26 Schegge Zen e non...........................pag.27 Nei Numeri Precedenti.....................pag.28

Anno 9 numero 30 Inverno 2003/2004

L’Agenda di Higaonna Sensei..…..…..pag.4 Il Maestro di Dattilografia.............…..pag.6 Breve Biografia di Sensei Tetsuji Nakamura………………...........……...pag.11 In Allegra Compagnia................……pag.13 Graduazioni IOGKF 1°Trofeo Kenkon………………….…..pag.14 Doping..………..............….…………..pag.15 Notizie Lampo.........................……...pag.17 Movimento del corpo e Stato della Mente........................…...pag.18 Significato dei Nomi dei Kata del Goju-Ryu.....................……pag. 21 La Missione di Taisen Deshimaru Roshi……………………..pag. 22 La Storia del Karate...……………….pag. 25 Dice lo Zen..…………………………..pag. 27 Agenda IOGKF Italia................……pag. 28 Schegge Zen e non.....…...........…….pag. 29 Nei Numeri Precedenti...............…...pag.30

Anno 9 numero 31 Primavera/Estate/2004

La Struttura della IOGKF…………….pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..…..….pag.4 Lettera di Higaonna Sensei…………..pag.5 Speciale Kangeiko………...............…pag.6 Nakamura Sensei: tradizione moderna..12 Ricordi della visita di Jigoro Kano...pag.20 Bun Bu Ryodo, schegge di un’esperienzapag.22 Graduazioni IOGKF............….……….pag.24 Costruiamo insieme Fudenji....……..pag.25 Il Calendario di Fudenji.............…….pag.26 La Storia del Karate………………….pag. 27 Dice lo Zen……………………………..pag. 29 Agenda IOGKF Italia..................……pag.30 Schegge Zen e non…...................…….pag. 31 Nei Numeri Precedenti..................…...pag.32

Anno 9 numero 32 Autunno 2004

La Struttura della IOGKF…………….pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..…..….pag.4 Riflessioni…………………..…………..pag.5 Ken Zen Ichinyo Gasshuku..............…pag.6 Tre giorni a Fudenji………………..pag.10 IOGKF Budo Sai 2004……………..pag.12 Immagini del Budo Sai 2004………pag.13 Appunti di viaggio…………………..pag.24 Graduazioni IOGKF............….…….pag.27 Costruiamo insieme Fudenji....……..pag.28 Il Calendario di Fudenji.............…….pag.29 IV Trofeo Iri Kumi…………………..pag. 30 Gasshuku a Palermo………………....pag.31 Dice lo Zen…………………………..pag. 34 Agenda IOGKF Italia..................……pag.35 Schegge Zen e non…...................…….pag. 36 Nei Numeri Precedenti..................…...pag.37

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

Anno 10 numero 33 Inverno 2004/05 La Struttura della IOGKF…………….pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..…..….pag.4 Lo Sguardo che mi ri-guarda….……..pag.5 1°Trofeo Chojun Miyagi...............…….pag.7 Budo Sai Symposium: ‘Il Futuro del Kara-te’..............……………………………pag.9 Lettera aperta……………………....pag.14 Il Lavoro e il suo segreto…….………pag.15 Voce del Futuro…………………...pag. 19 Qualità del Tè verde…………….…pag.20 Graduazioni IOGKF............….……….pag.21 In ricordo del Maestro……………..pag.22 Costruiamo insieme Fudenji....……..pag.24 Il Calendario di Fudenji.............…….pag.25 La Storia del Karate………………….pag. 26 Dice lo Zen……………………………..pag. 28 Agenda IOGKF Italia..................……pag.29 Schegge Zen e non…...................…….pag. 30 Nei Numeri Precedenti..................…...pag.31

Anno 10 numero 34 Primavera 2005 La Struttura della IOGKF…………….pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..…..….pag.4 1° Trinacria Gasshuku……..….……..pag.5 Il Karate di Zenko Heshiki...........…….pag.7 Voce del Futuro……………………...pag.13 L’Allenamento…...……………….…….pag.14 Graduazioni IOGKF............….……….pag.16 Cucinare la Vita……..…………………pag.17 La Mia Pratic con An’ichi Miyagi.pag.18 Pagine nel Vento…..……...……………pag.21 Budo e Zen: un cammino verso…….pag.22 Costruiamo insieme Fudenji....……..pag.25 Il Calendario di Fudenji.............…….pag.26 Kangeiko 2005…………………………pag. 27 La Storia del Goju-Ryu a fumetti…pag. 29 Agenda IOGKF Italia.........…......……pag.31 Nei Numeri Precedenti..................…...pag.32

Anno 11 numero 35 Inverno 2005/06 La Struttura della IOGKF…………..pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..…….pag.4 Chojun Miyagi………….……….…..pag.5 Il Monaco e il Leone……........……pag.12 A Fudenji……..……………………pag.13 La gara di Judo-educazione…...…..pag.14 Nakamura Sensei 2005.......….……pag.15 Voce del Futuro……..……………..pag.20 L’Allenamento……………………..pag.21 Graduazioni IOGKF..…...…………pag.22 Cucinare la Vita……………………pag.23 Sydney Leijenhorst: in equilibrio tra Yin e Yang.……………......……pag.24 Pagine nel vento………..............….pag.31 Una breve disamina sul kata Sanchin……………………………pag. 33 Il Calendario di Fudenji………..…pag. 36 La Storia del Goju-Ryu a fumetti….pag.37 Agenda IOGKF Italia.........…......…pag.39 Nei Numeri Precedenti..............…...pag.40

Page 29: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

29

seguono sommari dei numeri precedenti:

Anno 12 numero 37 Inverno 2007 La Struttura della IOGKF…………..pag.3 Il Suono del Fuoco………………….pag.4 Non è mai troppo tardi.……….…….pag.7 2° Trofeo Chojun Miyagi…….……..pag.8 La Storia dimenticata……………...pag.10 I Bersaglieri a Montelungo…..……pag.11 Carissima Mamma..……...…...…...pag.14 Il mio Otto Dicembre………………pag.15 Rikyu e i fiori..……….........….……pag.18 Il Fattore Ki..………………………pag.19 Ordinazioni..………………….……pag.21 L’Allenamento……………………..pag.22 Cucinare la Vita….....…...…………pag.25 Il Calendario di Fudenji………..…pag. 27 La Storia del Goju-Ryu a fumetti….pag.28 Agenda IOGKF Italia.........……..…pag.30

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39

Anno 11 numero 36 Autunno 2006 La Struttura della IOGKF…………..pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..…….pag.4 Miyagi Chojun MA Festival & World Championships……...….… .pag.5 Una breve riflessione sul Sanchin...pag.11 II Trofeo Kenkon:risultati…………pag.12 Afrodite e Marte…………...…...…..pag.13 Shodan……………………………..pag.23 Essere Insieme……….........….……pag.24 Graduazioni IOGKF..……………..pag.27 L’Allenamento……………………..pag.28 Cucinare la Vita….....…...…………pag.30 Il Calendario di Fudenji………..…pag. 32 La Storia del Goju-Ryu a fumetti….pag.33 Agenda IOGKF Italia.........…......…pag.35 Nei Numeri Precedenti..............…...pag.36

ATTENZIONE !!! Presto sarà disponibile un volume rilegato che raccoglierà i più

interessanti articoli pubblicati nei 12 anni di Tora Kan Dojo. Prenotatelo !!!

Anno 12 numero 38 Primavera 2007 La Struttura della IOGKF…………..pag.3 Zen e Psicosomatica (1a parte)….….pag.4 1000 Km. A Fudenji….……….…….pag.8 Quattro giorni lunghi un’ora.……..pag.11 Aprirsi alla domanda………………pag.12 La forza della pratica condivisa…...pag.13 Giocare la vita…….……...…...…...pag.14 L’Allenamento……………………..pag.16 Voce del futuro…………………….pag.18 Cucinare la Vita….....…...…………pag.19 Shodan……………………………..pag.20 Il Calendario di Fudenji………..…pag. 22 La Storia del Goju-Ryu a fumetti….pag.23 Agenda IOGKF Italia.........……..…pag.25

Page 30: ANNO 12 - NUMERO 39 Estate/Autunno 2007 - iogkf.it · 1- Takuan Sōhō (1573-1645) :Maestro Zen consigliere spirituale dell’Imperatore Gomizuno, dello Shogun

30

Il dogi sulla pelle passano gli anni inseguendo un sogno Taigo

Componimento poetico di Sensei Taigo in occasione del decennale del Dojo Scuola di Karate-Do.

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 39