ANNO 12 - NUMERO 38 Primavera 2007

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La Struttura della IOGKF…………..pag.3 Zen e Psicosomatica (1a parte)….….pag.4 1000 Km. A Fudenji….……….…….pag.8 Quattro giorni lunghi un’ora.……..pag.11 Aprirsi alla domanda………………pag.12 La forza della pratica condivisa…...pag.13 Giocare la vita…….……...…...…...pag.14 L’Allenamento……………………..pag.16 Voce del futuro…………………….pag.18 Cucinare la Vita….....…...…………pag.19 Shodan……………………………..pag.20 Il Calendario di Fudenji………..…pag. 22 La Storia del Goju-Ryu a fumetti….pag.23 Agenda IOGKF Italia.........……..…pag.25 Nei Numeri Precedenti..............…...pag.26 ANNO 12 - NUMERO 38 Primavera 2007 Notiziario di informazione del Tora Kan Dōjō Honbu Dōjō dell’International Okinawan Goju-Ryu Karate-Do Federation Italia Zen Dōjō affiliato all’Istituto Italiano Zen Sōtō

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La Struttura della IOGKF…………..pag.3

Zen e Psicosomatica (1a parte)….….pag.4

1000 Km. A Fudenji….……….…….pag.8

Quattro giorni lunghi un’ora.……..pag.11

Aprirsi alla domanda………………pag.12

La forza della pratica condivisa…...pag.13

Giocare la vita…….……...…...…...pag.14

L’Allenamento……………………..pag.16

Voce del futuro…………………….pag.18

Cucinare la Vita….....…...…………pag.19

Shodan……………………………..pag.20

Il Calendario di Fudenji………..…pag. 22

La Storia del Goju-Ryu a fumetti….pag.23

Agenda IOGKF Italia.........……..…pag.25

Nei Numeri Precedenti..............…...pag.26

ANNO 12 - NUMERO 38 Primavera 2007

Notiziario di informazione del Tora Kan Dōjō

Honbu Dōjō dell’International Okinawan Goju-Ryu Karate-Do Federation Italia

Zen Dōjō affiliato all’Istituto Italiano Zen Sōtō

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Paolo Taigō Spongia : 44 anni, cintura nera 5° dan, Maestro Federale Fijlkam, Responsabile nazionale

e Capo Istruttore I.O.G.K.F. per l’Italia. Monaco novizio Zen Sōtō. Jan Stolz: Cintura Nera 4° dan, insegna Karate-Do al Budokan Dojo in Halle, Germania.

Silvia Kōjun Arriga: 33 anni, impiegata, terapista Shiatsu, cintura nera 1° dan assistente di dojo, pratica Karate-Do e Zen al Tora Kan Dojo di Roma. Valerio Proietti: 25 anni, cintura nera 2° dan assistente di dojo, pratica Karate-Do al Tora Kan Dojo di Roma Fabrizio Angelici: 33 anni, cintura nera 3°dan, insegnante di Karate-Do responsabile del Dojo Karate-Do Kenkyu Kai di Cerenova. Arcangelo Landi: 39 anni, Posturologo, Cintura Nera 3° dan, insegna Karate-do presso il Dojo Ryu Kan di Roma Hoda Korei Youssef: 28 anni, dott.ssa in Filosofia, cintura Blu, pratica Karate-do e Zen presso il Tora Kan Dojo di Roma. Giovanni Greco: 31 anni, laureando in Antropologia, cintura blu, pratica Karate-Do e Zen al Tora Kan Dojo di Roma. Giuseppe Manzari: 55 anni, Colonnello dell’esercito, Cintura Nera 3° dan, assistente di Dojo, pratica Karate-Do presso il Tora Kan Dojo di Roma Roberto Ugolini: 41 anni, ingegnere, cintura nera 3° dan, insegna Karate-do presso il Dojo Scuola di Karate-Do a Roma. Federica Tarsi: 9 anni, cintura gialla, pratica Karate-Do presso il Tora Kan Dojo di Roma.

Tora Kan Dojo è il notiziario informativo dell’Associazione Tora Kan di Via di Selva Can-Candida 49 in Roma, Honbu Dôjô dell’International Okinawan Goju-Ryu Karate-Do Fe-deration Italia e Dôjô di pratica Zen riconosciuto dall’Istituto Zen Sôtô Shôbôzan Fudenji. E’ diffuso tra gli Allievi della scuola con cadenza stagionale con l’intento di fornire uno strumento di approfondimento culturale relativamente ad argomenti attinenti le Discipline praticate nella Scuola e ad ogni argomento di interesse comune. Ogni Allievo della Scuola e membro IOGKF Italia può contribuire alla realizzazione del notiziario con articoli, foto, traduzioni e con ogni altra possibile forma di collaborazione. Si prega di consegnare in segreteria il materiale da pubblicare nel prossimo numero en-tro il 15 Maggio 2007.

immagine di copertina: Nakamura Sensei

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 38

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La Struttura della I.O.G.K.F.

Honorary Chairman: An’ichi Miyagi Chairman and Chief Instructor: Morio Higaonna

Technical Advisors: Haruyoshi Kagawa, Eiko Miyazato, Masatake Ota Shuichi Aragaki, Hidenobu Goya, Seizen Uehara,

Shotatsu Nakamoto, Daikaku Chodoin.

Argentina -- Gustavo Tata Australia -- Joe Roses Austria -- Raoul Werner Walter Wogel Azerbaijan Republic -- Allahverdiev Tarverdi Aflan Bermuda -- Bobby Smith Belarus -- Viktor Grinevich Belgium -- Patrick Curinckx Canada -- Tetsuji Nakamura Chile -- Rodrigo Sepulveda T. Czech Republic -- Lubomir Moucka Denmark -- Henrik Larsen England -- George Andrews, Ernie Molyneux F.R. Germany -- Peter Lembke France -- Bemard Cousin Georgia, Rep. of -- Paata Chelidze Hong Kong -- Lam King Fung Hungary -- Ferenc Szigetvari Iceland -- Gretar Om Halldorsson India -- Pervez Mistry Israel -- Leon Pantanowiz Italy -- Paolo Francesco Spongia Japan -- Morio Higaonna Kazakhstan -- Karmenov Amangeldi

Mexico -- Ricardo C. Olalde-Tirado Moldovia -- Viktor Panasiuk Namibia -- Carl van der Merwe Netherlands -- Sydney Leijenhorst New Zealand -- Mark Gallagher Norway -- Rune Forsberg Hansen Okinawa -- Katsuya Yamashiro Peru -- Victor de la Rosa Poland -- Adam Litwinshiki Portugal -- Jorge Monteiro Puerto Rico -- Ricarte Rivera Scotland -- John Lambert Singapore -- Chris de Vet Slovenia -- BogdanVukosavljevic South Africa -- Bakkies Laubscher Spain -- Luis Nunes Sweden -- Bjom Jonzon Tadjikistan -- Oleg Khen Turkey -- Fatih Ince Ukraine -- Alexandre Grishniakov United States -- Miko Peled Venezuela -- Shunji Sudo

IOGKF Nazioni Aderenti & Capo Istruttori

IOGKF ITALIA Dôjô riconosciuti

Honbu Dôjô: Tora Kan (Sensei Paolo Spongia) Via di Selva Candida 49 Roma tel. 06/61550149 Dôjô: Tai Ji (Sensei Davide Incarbone) Via dei Cybo 6 Roma tel. 06/66157020 Dôjô: Budo Kan Nettuno (Sensei Davide Incarbone) Piazza dello sport scacciapensieri Nettuno Dôjô: Ryū Kan (Sensei Arcangelo Landi) Via Bistagno 90 Roma Tel. 066243274

Dôjô: Scuola di Karate-Do (Sensei Roberto Ugolini) Via Pietro Sterbini 12 Roma Tel. 06/68805454 Dôjô: Chojun Miyagi Dojo (Sensei Ricardo Peirano) Via Basilicata 14 Olbia Tel. 0789 / 26428

Dôjô: Karate do Kenkyu Kai (Sensei Angelici Fabrizio) Technofitness, Cerenova, 3383696353 Dôjô: Sui Shin Kan (Sensei Salustri Miriam Sensei) Istituto Galilei Via Conte Verde 3394620752 Dôjô: Daruma Club (Sensei Dario Massa) c/o c/o Circolo dei Normanni, Bagheria - Palermo Tel. 3381624897

IOGKF Administrative Office

Mr. Tetsuji Nakamura Administrative Director

1055 Shawnmarr Rd Unit#9, Mississauga, Ontario L5H 3V2, Canada

IOGKF Honbu Dojo Higaonna Dojo

42-22-3 Chome Makishi Naha-shi

Okinawa-ken 900 Japan

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 38

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Tora Kan Dojo Anno 12° n. 38

Per trovare punti di dialogo con i primi praticanti Zen occidenta-li degli anni '60-'70, Taisen Deshimaru Roshi trattò spesso dello Zen da un punto di vista scientifico, medico, ecologico, fino a definire il proprio insegnamento una "psicosomato-ecologia Zen". Autore di libri come "Zen et Cerveau", (Paris '76) e "Zen et self-control" (Reti, Paris '85), Taisen Deshimaru Roshi presentava ai suoi discepoli e al contesto medicoscientifico di quegli anni intuizioni che, di lì a poco, dovevano trovare conferma negli stessi ambienti che in un primo momento aveva-no guardato con perplessità a certe sue affermazioni.Il testo che qui presentiamo è tratto dagli insegnamenti orali rivolti ai disce-poli verso la fine della sua missione (nel '79), raccolti con il titolo generico di "Zen e Psicosomatica"; il ritmo ora incalzante, ora ripetitivo che lo caratterizza è proprio dei "Kusen" (insegnamenti tenuti durante la meditazione).Già da queste prime pagine traspare la natura religiosa del messaggio che il Maestro trasmetteva in termini più chiaramente accessibili a un uditorio reso scettico dal materialismo ad oltranza tipico delle nostre generazioni, ma nel contempo affascinato, spesso in modo fuorviante, da tutto ciò che sa di mistero, di magico, di ignoto. Deshimaru Roshi in questo testo cerca di avviare un dialogo, di aprire ad ogni costo un varco, traducendo in codice occidentale, pur nello spirito e nel rispetto della propria tradizione, gli aspetti di una medicina attenta alla visione unitaria di corpo e mente e alla conseguente attualizzazione di se stessi.Nel suo parlare di "equilibrio omeostatico"; "sistemi orto e parasimpatico", “funzioni fondamentali del corpo e della mente", si diffondono le delicate e sottili verità del Buddhadharma, suggerite sia dalle conclusioni di carattere "scientifico", sia da affermazioni dirette, shoccanti: "Zazen non è un esercizio per la salute, ma la pratica della vera religione, la religione prima della religione"; "Per la vita dell'uomo, lo spirito religioso è più importante della circola-zione sanguigna (...]. La scienza tradizionale separa il tutto indi-visibile della esistenza umana in entità biologiche, psicologiche, sociologiche... il che accelera notevolmente lo sviluppo di queste differenti discipline. Ma, mancando un progetto globale d'integrazione, esse si sono evolute in direzioni divergenti e attualmente l'esistenza umana è assente dalla cultura scientifica. Ciò che è veramente religioso può poggiare su basi scientifiche. La medicina totale riposa sulla scienza ed è volta non solo alla prevenzione e al trattamento delle malattie, ma anche alla com-prensione dell'essere umano in cammino sulla strada della vita" (da "Zen et self-control").L'attuale diffondersi delle terapie psicosomatiche, a cui si ricorre anche nel tentativo di ritrovare la propria fondamentale unità perduta, conferma ed evidenzia nella sua ricchezza e attualità la qualità del messaggio del Maestro, in cui rieccheggia l'approccio da "medico del corpo-mente" che è proprio degli antichi Sutra del Buddha. La redazione di Fudenji

Ritorno alla condizione normale La religione insegna all'uomo a studiare con il suo corpo. Ciò che è veramente religioso non è di ordine intellettuale, ma deve essere appreso con il corpo. Non c'è bisogno di essere buddhisti per praticare Zazen, semplicemente si approfondisce la fede. La vera fede non è prosternarsi davanti a Dio o al Buddha, ma sforzarsi di seguire più autenticamente la via dell'essere umano. Goethe afferma: "La religione abita il cuore dell'uomo prima di esprimersi". La cosa più importante per coloro che praticano lo Zen è ritornare costantemente alla condizione del principiante. Ciò significa: - ritrovare la forza e la freschezza della postura: mento rientrato, colonna vertebrale eretta, esatta posizione delle mani, pollici orizzontali, naso ed ombelico sulla stessa linea verticale, orecchie e spalle sullo stesso piano sagittale; le ginocchia premono ben salde a terra e la sommità del capo è sospinta verso il cielo; - ritrovare una giusta respirazione, concentrandosi sull'espirazione; una potente espirazione può controllare tutte le malattie; - ritrovare il giusto stato di coscienza, o coscienza Hishiryō 1, il ritorno alla condizione normale. Questo è lo Zazen Shikantaza 2. Zazen che è in sé Satori, Risveglio. Zazen che in sé è la fede, Dio, Buddha.

L'essenza del mio insegnamento, da undici anni, non è stato altro che questo. Il mio Maestro Kodo Sawaki diceva: “La ragione della mia vita è radermi il capo, indossare il Kesa 3, fare Zazen. Questo solo è il mio ultimo ideale”.

La civiltà moderna ha reso la vita dell'uomo troppo facile ed ha sviluppato all'estremo il suo potenziale intellettuale. Il corpo umano ha la capacità di a dattarsi alle condizioni naturali del suo ambiente, ma, diversamente dalle altre specie animali, il cervello frontale dell'uomo si è sviluppato in modo autonomo

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di Taisen Deshimaru Roshi

1) HISHIRYŌ, coscienza assoluta, "pensiero al di là del pensiero e del non-pensiero"; per esteso: mente del Risveglio, mente di Buddha. 2) SHIKANTAZA, formula ampiamente usata da Dōgen Zenji (1200-1253) per definire lo Zazen, in quanto "semplicemente sedersi"; il termine shikan suggerisce il fare qualcosa implicando completamente se stessi in quel fare e, nel caso dello Zazen, nel non-fare: "null'altro che sedere", "unicamente stare seduti". 3) Abito dei discepoli di Buddha, "abito dello Zazen".

Articolo tratto da Paramita, Anno XIII, n.49 1994

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rispetto all'ordine naturale del cosmo; vuole decidere da solo, secondo il proprio giudizio o il proprio sapere, così a volte si separa dall'ordine cosmico. Allontanarsi in tal modo dalla legge naturale può essere una grave fonte di pericolo. Nella nostra vita esistono situazioni ed aspetti necessariamente implicanti, per i quali le macchine non possono sostituire l'uomo. Ad esempio, nessuno può andare al bagno al nostro posto; io non posso dire a nessuno "per favore, respira per me!" oppure "in questo momento ho dei cattivi pensieri; per favore, interrompine il flusso"... Non è possibile. Gli altri non possono vivere al nostro posto, tantomeno le macchine. Le quattro funzioni fondamentali Come ritrovare l'armonia con la Legge naturale, seguire l'Ordine Cosmico4? Occorre studiare questo punto fondamentale a partire dalle quattro azioni funzionali al mantenimento della nostra vita, vale a dire: respirare, nutrirsi, muoversi, pensare. La nostra salute dipende dall'equilibrio di queste quattro funzioni. Se sono in buon equilibrio, cioè in sintonia con l'Ordine cosmico, il nostro corpo-mente sarà in una condizione armoniosa. In caso contrario, si avrà una condizione generale di cattiva salute, con la conseguente comparsa di malattie. E’ sufficiente che una sola di queste quattro funzioni non sia in armonia, e subito si manifesta uno squilibrio generale, che presto degenera in una situazione di anormalità. Dobbiamo quindi studiare anzitutto queste quattro azioni fondamentali: come respirare, come mangiare (e non solo cosa mangiare), come muoversi, come pensare. Nella nostra epoca il modo di pensare è un punto delicato, da riconsiderare. La nostra civiltà è intrisa di intellettualismo e i più eminenti professori e studiosi non sono in grado di correggerne da soli gli eccessi: non conoscono il metodo adeguato per affrontare il problema, che d'altronde si è rivelato da poco nei suoi contorni preoccupanti. Gli intellettuali hanno dimenticato il loro corpo e rifiutano d'interessarsi al loro apparato muscolare. Dovrebbero comprendere che rilassando la tensione dei muscoli possono ridurre l'attività dei loro centri coordinatori, quindi quella del cervello. La scienza moderna, sommersa dalla farmacopea e dalla tecnologia, incalzata dalle continue scoperte fisiche e chimiche, trova polo dei palliativi: si arresta un male "mutilandolo", senza risalire fino alla sorgen-

te, all'origine, e in questo modo le ripercussioni si molti-plicano all'infinito. Un testo di medicina tradizionale cinese afferma: “Quando tagliate la radice, i sintomi cadono da soli" (Nei Tsing). Fondamental-

mente la sorgente originale di tutti i mali è la non osservanza della legge cosmica. La prima cosa da fa-re è dunque ritornare in seno al sistema cosmico e seguirne l'ordine, l'intima armonia. Nella società moderna si verifica un indebolimento della sensibilità alle sensazioni corporali che sono alla base dei meccanismi omeostatici. L'insensibilità alla coscienza del corpo fa da ostacolo alla percezione delle leggi della natura che reggono questo stesso corpo. Equilibrio, Zazen e vita quotidiana Il vero tutore della vita non è altro che il sistema nervoso autonomo che dispone di una "circolazione di energia" sua propria, a funzione costante. I suoi mezzi d'intervento, sempre vigili, non si concedono né sonno, né vacanze, privilegi questi riservati al 'cosciente’. L'interazione silenziosa dei due sistemi accoppiati, l'orto ed il parasimpatico, ci assicura tutti i benefici; in presena di uno squilibrio fra i due, nascono disturbi che colpiscono sia il corpo che la psiche. La respirazione dello Zazen è íl miglior metodo per ristabilire l'equilibrio tra le due grandi sezioni del sistema autonomo. Ci si può allenare a questo modo di respirare dappertutto: a letto, quando si cammina, quando si è fermi, quando si è seduti. Bisogna praticare questa respirazione (che alterna un inspiro breve a una lunga espirazione) il più spesso possibile, ogni volta che si può. Certo, lo Zen non dev'essere considerato un metodo per la salute. Praticare Zazen, in sé, è ritornare alla condizione normale del corpo e della mente. Per raggiungere tale condizione è necessario un metodo. Per lo Zazen, Zazen stesso è questo metodo, Zazen in sé è la condizione normale, Risveglio, Satori. Le azioni della vita quotidiana devono riflettere questa condizione normale dello Zazen, ma per farlo nella vita quotidiana ci vuole un metodo. Con lo yoga si sono sviluppati molti di questi metodi, spesso assai diversi tra loro, ma alcuni hanno portato a degli eccessi, provocando disordini respiratori. La maggior parte degli insegnanti di yoga raccomanda un tipo di respirazione basato sull'inspirazione, che può essere molto valido per curare certi squilibri o

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(Continua a pagina 6)

4) Ordine Cosmico è il termine generalmente utilizzato dal Maestro Taisen Deshimaru in riferimento al Dharma, la Legge.

...Ciò che è veramente reli-gioso non è di ordine intellet-tuale, ma deve essere appreso con il corpo...

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malattie, ma non come modo abituale di respirazione. Nello yoga il movimento è fondamentale: ogni movimento del corpo è studiato secondo una funzione specifica. Ma non appena questa "specificità" viene applicata come regola generale, si cade facilmente in errore. È importante che il corpo segua l'ordine cosmico, in armonia con esso. Tutto il mio insegnamento verte su questo punto fondamentale. Si tende troppo facilmente a guardare la vita in modo parziale: attra-verso gli occhi del medico orientale, dello yogi, dello psicologo... In realtà, non ci si può curare soltanto con l'aiuto dello shiatsu o della moxa, né solo con la macrobiotica. Dobbiamo sempre considerare la totalità, poiché tutto è inter-dipendente. In Giappone, alcuni specialisti di medicina orientale si servono solo di piante medicinali. In realtà ciò che conta è "curare" il sistema di vita nella sua totalità: il modo di respirare, di muoversi, di nutrirsi... E poi, in quale condizione di spirito agire? Le persone troppo egocentriche, ad esempio, selezionano con eccessiva cura il loro nutri-mento. Anche l'at-teggiamento della mente è fondamentale e spesso determina la salute o la malat-tia. Le quattro azioni fondamentali sono quindi inter-dipendenti. La corretta postura dello scheletro gioca un ruolo preponderante sull'equilibrio delle quattro funzioni. L'importanza del centro di gravità non si evidenzia mai abbastanza. Questo equilibrio di base (scheletro in rapporto al centro di gravità) è tale in quanto determina l'equilibrio del sistema ner-voso ortosimpatico e parasimpatico. È necessario arrivare a conoscere bene la natura delle proprie abitudini corporee e mentali, comprendere bene le proprie caratteristiche. Attraverso Zazen è facile: i punti dolorosi, le tensioni che si avvertono rivelano la fragilità di certi organi, la debolezza del sistema circolatorio, ecc... Quando si beve troppo alcool, ad esempio, lungo i meridiani del fegato si crea una linea di tensione dolorosa che in Zazen è facile evidenziare e che automaticamente viene "trattata" attraverso la corretta postura. Lo stesso può dirsi per i contenuti del subconscio, che durante Zazen affiorano alla coscienza e si sviluppano, come

un film, per poi essere automaticamente reintegrati, "digeriti". Ogni gesto, ogni atteggiamento è rivelatore della nostra personalità. Anche quando si dorme, le nostre caratteristiche affiorano esattamente. Purtroppo, però, durante il sonno non ci si può osservare. Allo stesso modo, a livello della psiche, i sogni portano alla luce alcuni aspetti importanti, ma non sempre ci si ricorda di ciò che si è sognato... Durante il sonno alcune persone si coprono completa-mente, altre coprono solo le parti inferiori. Molti

bambini vogliono dormire strin-gendosi al petto un pupazzo o una bambola, altri si coprono il viso con le lenzuola. Anche la posi-zione delle mani durante il sonno è rivelatrice. Alcuni le tengono sempre vicino agli organi genitali, denotando preoccupa-zioni sessuali non risolte; altri le tengono sulla testa o incrociate dietro il capo. Gli intellettuali e gli uomini d'affari che pensano troppo tengono le mani verso l'al-to. Alcune donne le tengono sempre sulla testa; spesso sono ansiose, o soffrono di mancan-za di fiducia in se stesse... Ci si può comprendere anche osser-vando semplicemente la posizione delle mani quando si dorme. Voi, dove mettete le mani? Nella vita

quotidiana le mani hanno un'utilità ben precisa, nel letto no, così le caratteristiche più inconscie e più pro-fonde sono libere di manifestarsi. Anche tenere la bocca aperta durante il sonno denota uno squilibrio, c'è una profonda relazione tra il fatto di tenere la bocca aperta o chiusa e l'attività sessuale. Se si studiano profondamente le relazioni tra posizione del corpo e condizioni di salute si comprende ancor più il valore dello Zazen, che consente di studiare e praticare il corretto assetto del-la struttura (scheletro) e l'equilibrio di tutto il corpo in rapporto al centro di gravità. Coloro che praticano Zazen con continuità, automaticamente, naturalmente, inconsciamente, vivono Zazen in tutti i momenti della vita quotidiana, nel sonno come nella piena attività cosciente. (continua nel prossimo numero)

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Tora Kan Honbu Dôjô

International Okinawan Goju-Ryu Karate-Do Federation Italia in collaborazione con

Istituto Italiano Zen Sôtô Shôbôzan Fudenji

presenta

Il Gasshuku dell’unità di Karate-Do e Zen

21/24 Giugno 2007 presso

Monastero Zen Sôtô Tempio Shôbôzan Fudenji

Salsomaggiore

Per Informazioni ed adesioni : 0661550149

e-mail: [email protected]

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A distanza di quasi un anno dall’ultima edizione del Gasshuku a Fudenji pubblichiamo alcune riflessioni dei par-tecipanti perché questo possa essere di stimolo alla partecipazione al Gasshuku che quest’anno raggiungerà la sua decima edizione. Non perdete questa opportunità !!

di Jan Stolz

…e la mia esperienza al 9° Ken Zen Ichinyo Gasshu-ku in Fudenji (Fidenza, Italy). Tutto ha avuto inizio quando a causa del MCF 2006 che si è tenuto in Niagara Falls, Canada, quest’anno il 3° Ken Zen Ichinyo Gasshuku in Wageningen, in Olanda, è stato cancellato. Così ho deciso di accetta-re l’invito di Sensei Paolo Spongia (Capo Istruttore d’Italia, 5° Dan) di venire in Italia al Tempio Shobo-zan Fudenji, dove si sarebbe tenuto il 9° Gasshuku di Karate e Zen (Ken Zen Ichinyo Gasshuku). Partecipando a questo evento speciale sarai letteral-mente capace di gustare il sapore dello Zen. Ma prima di arrivare lì, alcune cose devono essere organizzate. Gli italiani si sono presi cura in ogni modo della mia partecipazione. In fatti, il Gasshuku a Fudenji è molto popolare e perciò ci si deve iscrivere molto in anticipo, proprio come in Olanda. Un inter-prete mi è stato messo a disposizione così che io po-tessi superare gli ostacoli di comunicazione, e mi so-no veramente sentito un gradito e benvenuto ospite, come parte dello spirito della famiglia del Goju-Ryu, al mio arrivo al Tempio. Un amico di Sensei Paolo, Mattia Maritan, si è occu-pato di farmi da interprete, sebbene all’inizio non era sicuro di poter partecipare all’evento. Sono stato feli-ce che poi abbia potuto esserci. Egli parla Tedesco e Inglese, e naturalmente pratica Goju-Ryu (di altra scuola). Si è preso l’incarico di tradurre per me tutti i dettagli – e sono ancora molto riconoscente per il suo sforzo. Ho pensato spesso che sarei stato capace di ‘sopravvivere’ col mio povero inglese ma sarei stato perso senza l’aiuto di Mattia. Egli è stato anche, in qualche modo, il mio sempai, che significa che gli era stata affidata la responsabilità di trasmettermi l’etichetta di comportamento dentro e fuori il Tem-pio. Questo mi ha aiutato ad avere una migliore com-

prensione di alcune cose in relazione col nostro kara-te, e cosa significa aiutare e veramente assumersi la responsabilità di qualcuno. Ogni cosa abbiamo fatto è stata molto precisa e chia-ra e finalizzata alla concentrazione, sforzo ed armo-nia. IL RITMO DELLA VITA NEL TEMPIO Come ho già menzionato, Karate e Zen sono stati gli ‘argomenti’ principali del Gasshuku. Essendosi tenuto nel complesso del Tempio Fudenji, era piuttosto chiaro che saremmo stati in connessione con i ritmi del Tempio. Il che ha significato alzarsi alle 4:40 del mattino. Il che potrebbe sembrare irrea-le ad alcuni di voi, ma se tu vuoi veramente vivere la giornata, alzarsi quando la giornata ha inizio è una cosa estremamente naturale. Dopo il richiamo della sveglia dato dal Kansho (una piccola campana), ci lavavamo (occhi, orecchie, mani …) col significato di purificare i nostri sensi. E facevamo tutto questo in armonia con gli altri, senza dire una parola e senza sprecare l’acqua – tutto è Zen. Durante le lezioni di Karate lo stesso spirito dello Zen, nessun parlare non necessario, totale coinvolgi-mento in tutte le nostre attività, esprimendo la nostra natura in completa armonia. Dopo la sveglia, la salita verso il Tempio, su sentieri disegnati con cura, costeggiando monumenti dedicati ai passati Maestri del Judo che praticarono con lo stesso spirito, raggiungiamo il Dojo per la meditazio-ne del mattino. Dopo la recitazione nella Sala del Dharma, di nuovo torniamo nel Dojo, per godere della colazione forma-le. Nel tempio ogni momento è segnato da vari suoni, il

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Articolo pubblicato in inglese sulla Newsletter internationale IOGKF

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suono del metallo battuto dal legno, a cui fa eco un altro suono. Talvolta come una risposta, talvolta co-me segnale per l’inizio o il termine della recitazione di un Sutra (testi spirituali). Tutto in concentrazione perfetta e consapevolezza in ogni situazione stando in piedi, sedendo, camminando o anche pulendo. Suona difficile? Si e no, rispondendo in modo zen. E’ difficile e molto facile allo stesso tempo. Tutto ciò di cui si ha bisogno è dedizione che esprimi nella po-stura e consapevolezza, solo zen. KARATE KEIKO ! Allenarmi due volte al giorno nella natura è un’esperienza speciale per me. Il mio Dojo assomi-glia più ad una cella o ad una grotta senza luce natu-rale. Circa 30 persone di vari livelli di grado si sono alle-nati sotto la guida di Sensei Paolo Taigo Spongia su di un tatami di circa 120 mq – circondato da zanza-riere su tutti i lati e coperto da un tetto semicircolare contro la pioggia. L’allenamento del mattino (Keiko) iniziava con eser-cizi di Qigong, seguiti da Junbi Undo e dal Kata Sanchin. L’allenamento pomeridiano era aperto dallo Zazen, con l’intendimento di ognuno di mantenere durante la lezione la stessa concentrazione dello Za-zen, a prescindere dall’argomento della lezione, junbi undo, kiko undo, kihon, kata o kumite. In qualche modo ho avuto la sensazione, che questa sia la vera essenza del Karate. Il Buddhismo Zen può avere un tale impatto sul Karate ? è tutto sul Kata ? E’ real-mente il Karate come lo Zen o lo Zen come il Karate – questo è il significato di Ken Zen Ichinyo. Nella mia esperienza, sì. LA COMUNITA’ Tutti i partecipanti a questo Gasshuku hanno costitui-to una vera comunità. Ognuno aveva degli incarichi quotidiani, come preparare i pasti, che fortunatamen-te sono stati preparati da esperti italiani, preparare le tavole, lavare i piatti, pulire il dojo e i locali. Stretta-mente secondo il programma. Questo significava an-che un utilizzo razionale dell’acqua e l’evitare ogni spreco. La noia non si è mai fatta sentire, dopo aver eseguito compito dopo compito, c’è stata abbondanza di tem-po per domande e spiegazioni tra di noi. Masticando e meditando su quello che stavamo sperimentando e

prendendo note. Facendo le cose che sono necessarie in armonia con l’uomo e la natura. Abbiamo anche avuto l’opportunità di porre doman-de circa la nostra vita quotidiana o sulle relazione tra Karate e Buddhismo Zen. Durante l’incontro (mondo/teisho) dopo la lezione del mattino, Sensei Paolo ha risposto a tutte le nostre domande non sol-tanto obbiettivamente e seriamente ma anche in un modo incoraggiante. GUARESCHI ROSHI Roshi è l’insegnante di un Tempio Zen. Nel nostro caso, parliamo di Fausto Taiten Guareschi che vive nel Tempio di Fudenji insieme ad altri monaci. In un periodo di venti anni il complesso del Tempio è stato costruito a poco a poco ed è ancora in fase di com-pletamento. Dovete sapere che il complesso di un Tempio è tradi-zionalmente composto di 7 edifici che sono edificati da Guareschi Roshi e dai suoi monaci, con il soste-gno di volontari. Potete avere un’immagine del Tem-pio una volta completato al sito www.fudenji.it dove potrete anche trovare dettagliate informazioni. Siamo stati anche molto fortunati ad avere l’opportunità di incontrare Guareschi Roshi al di fuo-ri degli incontri formali (Teisho), probabilmente per il fatto che ci consideriamo degli artisti marziali il Maestro ha voluto unirsi alle nostre conversazioni. Lo abbiamo incontrato mentre indossava un samu-e, un abito da lavoro, all’interno delle mura del nuovo Dojo in costruzione. Guareschi Roshi è stato un af-fermato e famoso Judoka nel suo passato – e questo lo potete percepire. Come ci si aspetterebbe da un Maestro Zen ha esami-nato quel che facevamo, provocandoci rispettivamen-te per svelare la nostra sincerità e per prendere in gi-ro il nostro ego – tutto questo è parte dell’educazione Zen. Ci ha offerto una gran quantità di informazioni su vari argomenti, chiari ed obbiettivi, durante le lezioni formali. Ma in qualche modo troppo lontani per me e Mattia, il mio interprete. Ma è stato molto interessan-te vedere come Roshi fosse così ben informato e co-me era in grado di suggerire riflessioni su argomenti di attualità per insegnare ai suoi allievi ed ospiti. Alla fine della giornata ognuno aveva veramente la sensazione di aver vissuto ogni secondo consapevol-mente.

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Le mie impressioni sono state così intense che mi accompagneranno per un bel po’ di tempo. 10° KEN ZEN ICHINYO GASSHUKU NEL 2007 Sensei Paolo è carico di fiducia per l’anno 2007 che sta per arrivare. Sarà la decima edizione del Ken Zen Ichinyo Gas-shuku e Lui progetta di celebrarlo con un grande e-vento. Tutto sarà ben organizzato – questo è certo. Saranno anche offerte traduzioni in Inglese e Tede-sco. Chiunque sia interessato può contattare Sensei

Paolo Taigo Spongia via e-mail: [email protected] . Quiando iniziai a praticare Karate-Do nella IOGKF ho ammirato un Karate bello e potente. Inoltre ho realizzato quale grande opportunità mi era offerta di incontrare tali meravigliose persone, e quante entu-siasmanti esperienze mi erano offerte al suo interno. Sono estremamente grato per tutto questo! Infine vorrei ringraziare Sensei Peter Lembke per aver tradotto queste mie impressioni in Inglese. Con tutto il mio rispetto, Jan Stolz (Germania, IOGKF Yondan)

(Continua da pagina 9)

Fudenji, pulizia del tatami nel bosco, dopo l’esercizio

Sensei Paolo ci guida nell’Universo Fudenji

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Incontrare il M° Fausto Taiten Guareschi è sempre entusiasmante,è come tornare ad essere un bambino c h e a s p e t t a c h e i l n o n n o gli spieghi con vari esempi il principio fondamentale della vita. Mi sento molto fortunato, perché già trovare un Sensei al giorno d’oggi non è cosa da poco, e averne uno che ha come punti di riferimento d u e g r a n d i i n s e g n a n t i c o m e il Maestro Taiten Guareschi e Sensei Morio Higaon-na,potete ben immaginare il potenziale di crescita che si ottiene. Fidenza 18 Giugno 2006, è la terza volta che vengo in questo luogo d’incanto. Dove tutto è armonia, in ogni cespuglio, albero o viottolo che ci porta dal campo di addestramento al tempio si intuisce espres-samente un lavoro minuzioso e fatto con amore. Ogni volta che mi trovo in questo paradiso terrestre mi appaiono chiari i principi che il mio Sensei, mi insegna. Non sono un praticante Zen ma condivido i suoi principi in maniera assoluta. La pratica dello Zazen, qui a Fudenji, penso sia un’esperienza che ognuno dovrebbe vivere per ritrovare quelle emozioni sommerse dalla razionalità quotidiana.I mezzi per tenere all’erta l’attenzione sono molti e non solo durante la pratica dello Zazen, ma durante tutta la giornata, e, appena l’attenzione diminuisce, ci si rende conto di aver sbagliato. E’ un susseguirsi di esercizi per tutto il giorno, per tener vivo quello spirito Samurai (colui che serve), ed affinare qualsiasi gesto o azione, i più esperti ci

sono stati d’esempio. Sembrava di tornare indietro in un tempo dove la razionalità doveva essere abbandonata, dando apertura allo spirito intuitivo. Uno dei momenti più belli, oltre alla pratica del Karate-Do e lo stare a stretto contatto giorno e notte con il mio Maestro,è ascoltare la conferenza serale che il Maestro Guareschi ci ha offerto ogni sera. Quelle parole, quei concetti, quegli esempi, riecheggiavano nelle mie ore notturne spesso come una forte scossa a guardare di nuovo dentro di me. Ma il culmine l’ho raggiunto subito dopo la partita Italia - Stati Uniti, quando tutti gli allievi ed i mona-ci, data l’ora, sono andati a dormire. La mia razionalità mi diceva che sarei dovuto andare anch’ io, lasciando parlare da soli Sensei Taigo Spongia con il suo Maestro (F.Taiten Guareschi), ma il mio istinto mi ha dettato di rimanere e così ho fatto. Le parole dette in quella circostanza da un grande Maestro nei confronti della nostra scuola mi hanno dato una grande forza,una rigenerazione alla voglia per insegnare ed apprendere. Il Maestro si congratulava per il lavoro fatto sull’educazione dei ragazzi, (il cui comportamento aveva studiato anche durante la partita) e ci invitava a continuare in tal senso. Quell’ora passata con il mio Sensei ed il Sensei del mio Sensei mi ha fatto sentire come se fossi la continuazione di una generazione senza fine.

di Arcangelo Landi

O-Bonsho, la grande campana nel parco di Fudenji

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di Hoda Korei Youssef e Giovanni Kosen Greco

Ken Zen Ichinyo Gasshuku? Un periodo molto intenso di pratica. La sveglia all’alba, con lo zazen del mattino, detta il ritmo alla giornata. I suoni del legno e del metallo che si rin-corrono sempre più rapidi fino a confondersi (con-fondersi!) riproducendo quasi il respiro pul-sante dell’universo (anche il cosmo respira) vengono accompagnati dal verso degli uccelli al risveglio. I suoni e il fragore del tamburo ci scuotono l’anima nelle viscere e ci si ritrova immersi subito in mille attività, con ancora nelle orecchie l’eco mantrico dei sutra recitati insieme nel choka fugin, l a c e r i m o n i a d e l m a t t i n o . Insomma alle 8.30 circa del mattino, mentre un qualsiasi altro giorno ci avrebbe visto appena svegli o un po’ assonnati (o forse molto), cominciamo il programma di allenamento con qi gong (praticando gli esercizi dei 5 elementi –guarda che caso!- che ci ha fatto conoscere Sensei Sydney quando è venuto a Roma) seguito da jumbi undo nel prato di fronte al boschetto di Fudenji, la cui gestione è affidata alle zanzare, una squadriglia di aerei da combattimento in assetto da battaglia che difende, con vigore straor-dinario, la zona di caccia !. Alle 10.30, increduli che sia realmente così presto per la quantità di attività svolte insieme, ci si ritrova seduti sul tatami ad ascoltare gli insegnamenti di Sensei Spongia, e il tempo vola … qualche colpo di

sonno…ma non si ha modo di pensarci che già si sta pranzando, una volta recitato un breve ringrazia-mento. Dopo sì che c’è il vero tracollo, dal momento che digerire è naturale ma comunque impegnativo!... per fortuna il programma prevede un breve ma pia-cevolissimo periodo di riposo: i più dormono esausti mentre alcuni infaticabili curiosi esplorano silenzio-samente e con circospezione il parco intorno al tem-pio …poi zazen: raccoglimento e silenzio, immobili-tà profonda per incontrare se stessi, rigenerarsi e af-frontare da leoni l’allenamento del pomeriggio ( con esercizi esaltanti!!!)…dulcis in fundo : incontriamo il Maestro Taiten (le cui lezioni avvengono di solito in un orario tale e dopo tali fatiche da eludere le or-dinarie capacità di razionalizzazione tanto ambita in occidente) e nanna alle nove, salvo variazioni dell’ultim’ora, come nel caso della partita di calcio dell’Italia…!!!...prima di andare a dormire insieme nelle tende militari (Marte ci accompagna perfino nel sonno!!!) ci incontriamo sotto la “barchessa” del campeggio un po’ per caso, un po’ per la voglia co-mune di raccontarsi l’un l’altro… strano: Ieri sembra Oggi ma oggi è già finito, è…notte. Il tempo a Fudenji ha una densità liquida, più simile a l l a l a v a c h e a l l ’ a c q u a . Scorre intensamente attimo per attimo permeando ogni briciola di esistenza, sciogliendo ogni categori-

La barchessa, il pranzo è pronto

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a, lasciando riemergere la natura di ogni fenomeno. Ken zen ichinyo . Il pugno (inteso come Budo) e lo Zen sono una cosa sola. Come ci ha spiegato il M° Guareschi lo scorso anno, e come emerge anche da una breve pratica, lo Zen è proprio un pugno, un bel pugno sul naso alle nostre abitudini e aspettative, ai nostri pregiudizi e convinzioni, al nostro volerci riconoscere per forza qualcuno nella sua stabile iden-tità . E’ fatto di pugni e misurato con essi, come quello che si chiude mentre si fa Kin Hin (sasshu), come quello che separa lo zafu dal bordo del tan. In occa-sione del Gasshuku Europeo I.O.G.K.F tenutosi in Spagna lo scorso anno Sensei George Andrews ci ha mostrato che come il pugno nasce dalle cinque dita chiuse, così ogni cosa nasce dai cinque elementi. Il pugno fa parte di una tradizione immemore che risveglia il corpo allo spirito e lo spirito al corpo. Si fonda sul rapporto che nasce quando Maestro e allie-vo praticano insieme, l’uno per l’altro, l’uno accanto

all’altro. La sapienza guida il Roshi come il Sensei nella sco-perta delle potenzialità e delle debolezze proprie di ognuno mentre una fiducia incondizionata e totale, sommata ad una buona dose di entusiasmo sono ciò che costantemente rinnova nell’allievo la voglia di “gettare il cuore oltre l’ostacolo”(Fichte J. G.): risco-prire dopo averla smarrita l’innata infantile umana capacità di affidarsi al prossimo e meravigliarsi della vita. Da cuore a cuore attraverso passato, presente e futu-ro nell’avventura dell’esistenza . Una volta conoscevo un ragazzino in Inghilterra che chiese a suo padre : “I padri sanno sempre più cose dei figli?” e il padre rispose: “Sì”. Poi il ragazzino chiese di nuovo: “Papà, chi ha inventato la macchi-na a vapore?” e il padre : “James Watt”. E allora il figlio ribattè : “Ma papà, perché non l’ha inventa-ta il padre di James Watt?”. “…E allora?...” Un sentito ringraziamento a tutte le esistenze,

(Continua da pagina 12)

di Beppe Manzari

Ken Zen Ichinyo Gasshuku, un evento fortemente voluto da Sensei Spongia e che oggi, giunto alla sua nona edizione, è diventato un appuntamento sempre più importante e formativo per i praticanti della scuola Tora Kan e per quelli delle altre scuole della IOGKF Italia. Un’occasione unica dove la pratica del karate-do assume una dimensione piena ed irripetibile che si incastona nella splendida cornice naturale del parco di Fudenji che sembra essere stato preparato apposta per accoglierla. La pratica dello Zazen si fonde in maniera armoniosa con tutte le attività del gasshuku e sembra dettarne il ritmo col suo respiro. La pratica del mattino è sicuramente il momento decisivo della giornata. A dispetto della sveglia alle 4,40 e della situazione per molti non abituale, ci si accinge a sedere in Zazen consapevoli che il sostegno di tutti ci porterà a godere a pieno di questa esperienza. Il dolore alle gambe, l’insofferenza all’immobilità, il disagio interiore, tutto assume un aspetto secondario e si trae forza dal compagno vicino ed a lui si dona energia con la sensazione della condivisione.

Questa sensazione ci guida durante tutto il gasshuku. Tutto avviene con un incedere misurato ed inarrestabile senza inutile dispersione di energia. Vi è una costante ricerca della concentrazione e della massima efficacia in tutte le attività che con tempi serrati si susseguono, dalla sveglia, all’allenamento, ai pasti, agli incontri di studio, al samu, alle attività di socializzazione, al riposo. Quotidiano è l’incontro con il Maestro Taiten, Abate del Monastero. Egli con infinita generosità ed affetto ci offre spunti di riflessione a piene mani, inserendo nel nostro animo delle piccole bombe ad orologeria che magari, quando saremo tornati alle nostre abituali attività, ci faranno tornare a riflettere sui giorni di pratica trascorsi a Fudenji e ci regaleranno nuovamente quella sensazione di condivisione e di appartenenza che tanto ci ha conquistati. Come sempre accade si torna a casa sorpresi di come il tempo sia volato, pur nella consapevolezza di avere attraversato una esperienza di pratica densamente ricca di avvenimenti indimenticabili ed indissolubilmen-te legati a tutti i compagni.

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Tornando da Fudenji, la stanchezza, quella c’é, ma é una stanchezza diversa, una stanchezza quando appa-ga significa che è un dono, qualcosa che arriva dopo aver dato tutto se stessi. Ecco che ritornano nella mente le parole del Maestro Guareschi; a distanza di un anno come un flash riappaiono nella mia testa; era durante una sua conferenza tenutasi nello shuryo del monastero nel Giugno del 2005: “smetti con il tuo arco che tira male, te ne do uno io ben equilibrato che tira bene al bersaglio!” e questo maestro non ne voleva sapere, e continua a tirare con l’arco sghembo, sapete, è un arco chiuso, rigido, non tira bene per niente; chi lo ha usato sa benissimo quanto è difficile usarlo, voi tirate con un arco olim-pico e anche il più cretino entro un certo limite può tirare al bersaglio; così quel maestro dice: “ bene, allora io mi tengo il mio arco, ti do un numero di frecce ed io ne tengo tre, vai lontano e ci tiriamo ad-dosso.” E a questo punto lo sportivo dice io non ci sto. Ecco, magari voi sensei morio higaonna sotto

questo aspetto non lo avete ancora conosciuto. Ecco, deve allora scoccare una scintilla ad un certo punto per capire il vero rispetto, perché ogni respiro, ogni pugno, ogni comando, è pensato in quella prospetti-va. Ed è la follia amorosa che comporta uno spirito marziale autentico. Ecco perché spesso non si spiega l’amore che traspare dai gesti di queste persone, no, non si spiega, eppure c’è qualcosa che ci convince, c’è un modo, uno stile, una dolcezza, che però quan-to implacabile è quello sguardo, e non viene mai fuo-ri, ma potrebbe venire. Perché il suo addestramento è volto solo a quel pun-to, quello di essere capaci ad un amore folle….” Ora é giugno del 2006, e mi sento appagato: perché? Parole rumori e suoni, tutto ciò che solo attraverso una pratica comune può affiorare, sono entrate dentro di me e come una conferma le ho di nuovo in testa, quasi come se il monastero Zen Soto di Fudenji le avesse conservate ad un viandante sbadato che le aveva lasciate lì sul cancello in procinto di partire, per poi restituirgliele rincontrandolo un anno dopo ma con una cosa in più: il presente. Sempre un anno prima avevo ascoltato una cosa che mi aveva lasciato di stucco, il maestro guareschi raccontava una vicen-da del film ‘Patthon Generale d’acciaio’: il generale Patthon in un’ispezione al campo dopo una battaglia: -la terra sconvolta, carri armati distrutti dal fuoco, cadaveri.. – il generale solleva tra le braccia un uffi-ciale morente che era suo amico, lo bacia e vol-gendo lo sguardo su quella devastazione afferma: “come amo tutto questo, che Dio mi aiuti, lo amo più della mia stessa vita.”

(Continua a pagina 15)

di Valerio Proietti

E’ sera, risaliamo la collina verso l’incontro col Maestro Taiten

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Continuavo a chiedermi perché appagato? Poi senza volere mi risposi, o meglio, mi rispose il presente, con le parole ancora una volta impresse, ma questa volta per far luce su quello che un anno prima aveva cominciato a sfiorarmi la mente. “perché la vita è come un bambino e come un bambi-no gioca!” Perfetta, come un ultimo pezzo di un puzzle da 5000 pezzi che si va ad attaccare per completare il bel qua-dro. Paradossalmente sa scegliere più un bambino di noi, lui non resta troppo a lungo su un problema che gli si presenta in un determinato istante, fa quello che istintivamente si sente di fare, fa quello che è. Avere il coraggio, nella vita che gioca, anche di am-

mettere le cose da cui non vorremmo mai separarci, perché fanno parte di noi, è la chiave che ci riporta al problema, proprio come il generale phatton ammette nonostante la perdita dell’amico, che amava tutto quello che lo aveva portato in quel momento, ed è un ammissione dura da fare, ma la fa. Quel che ogni giorno viviamo fa parte dell’ordine cosmico, il modo con cui affrontiamo le cose fa parte delle nostre scelte. Scegliere è importante ma a volte non è poi cosi scontato dentro di noi, Ecco perché appagato; perché proprio la stanchezza del Ken Zen Ichinyo Gasshuku mi ha dato il coraggio di scegliere.. E di voler perseverare lo studio e la ricerca di un a-more folle...

(Continua da pagina 14)

Fudenji, il lago secco e, sullo sfondo il tendone che copre il tatami dei nostri allenamenti.

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Rubrica a cura di Sensei Fabrizio Angelici

Conoscere ed approfondire ciò che riguarda il miglioramento e l'ottimizzazione della condizione fisica può essere di interesse e di aiuto a tutti coloro che per passione, per ricerca o per lavoro si occupano e/o praticano attività fisica/sportiva. Attraverso le pagine di questa rubrica proveremo a dare un'idea di quelli che sono gli elementi che concorrono al miglioramento e l'ottimizzazione della condizione fisica e della prestazione, considerando accanto ai principi generali le caratteristiche e le esigenze di una pratica particolare e complessa come è quella del Goju Ryu di Okinawa.

L’apparato Muscolare L'apparato muscolare ha sia funzione di movimento del corpo (funzione che noi approfondiremo maggiormen-te) sia funzioni di trasporto di sostanze all'interno del nostro corpo. Esistono tre tipi di tessuto muscolare:

tessuto muscolare liscio (muscolatura involontaria, gestita dal sist.nervoso autonomo- ad es. muscoli respiratori e dell'apparato digerente) tessuto muscolare striato (muscoli volontari) tessuto muscolare cardiaco (muscolatura del cuore – striato ma dal comportamento simile al tessuto mu-

scolare liscio) Il muscolo viene detto striato per la sua struttura interna che gli conferisce questo aspetto caratteristico a “strisce”. Ed è proprio della muscolatura striata (o scheletrica) che noi ci occuperemo maggiormente, visto che i muscoli deputati al movimento del corpo appartengono proprio a questa categoria. La struttura di un muscolo comprende (vedi figura 1) un corpo muscolare principale (muscolo),il quale è forma-to da più fasci di miofibrille.

S o n o proprio le miofibrille le unità contrattili del muscolo (fig. 2). La loro struttura è costituita da alternanza di “settori” (le cui linee di separazione danno il caratteristico effetto stiato) formati da filamenti di actina e miosina che, grazie alla loro particolare forma, possono scorrere “aggrappandosi” gli uni sugli altri, provocando l'accorciamento e quindi la caratteristica contra-zione muscolare. Questo “scorrimento” avviene per reazione chimica innescata da un impulso elettrico, inviato a sua volta dal sistema nervoso (non approfondiremo per ragioni di complessità dei meccani-smi).

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Fig. 1

Fig. 2

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I muscoli sono costituiti fondamentalmente da unità motorie (fibre) di 2 tipi: unità motorie lente, chiamate anche fibre rosse o a lenta contrazione (tipo I), caratterizzate da una bassa

velocità ed intensità di contrazione ed una elevata resistenza all'affaticamento unità motorie rapide, chiamate anche fibre bianche o a rapida contrazione, suddivise a loro volta in fibre di

tipo IIa e IIb, caratterizzate da una alta velocità ed intensità di contrazione ed una scarsa resistenza all'affa-ticamento.

Per comprendere meglio il lavoro muscolare e l'allenamento è importante anche un accenno a quelli che sono i meccanismi energetici preposti alla contrazione muscolare. L'energia per la contrazione muscolare viene fornita da una molecola chiamata ATP (Adenosin-trifosfato), che a sua volta si scinde in ADP (Adenosin-difosfato) e P (fosfato inorganico). L'ATP presente nei muscoli è molto limitato per cui è necessario ricostituirlo in continuazione. La resintesi dell'ATP avviene attraverso tre diversi meccanismi, ognuno legato alla durata e all'intensità dell'impe-gno muscolare. Il muscolo può utilizzare tutti e tre i sistemi contemporaneamente oppure privilegiarne maggiormente uno rispetto altri due : - SISTEMA ANEROBICO ALATTACIDO: le tensioni muscolari sono molto elevate (submassimali e massimali) e il lavoro muscolare intenso può essere pro-tratto solo per circa 8-10 secondi. L'energia spesa viene ripristinata dopo circa 3 minuti. Questo sistema dipende dagli accumulatori di energia CP (creatinfosfato) e non necessita di ossigeno. L'ATP, grazie all'enzima ATPasi si scinde in ADP e perde P (radicale fosforico ad alta energia) che determina la contrazione. Subito dopo L'ATP viene risintetizzato grazie alla cessione di P da parte della CP (fosfocreatina). Oltre gli 8-10 secondi di massima tensione muscolare, la fosfocreatina tende ad esaurirsi e non riesce più a fornire il fosfato utile alla resintesi dell'ATP. Se si vuole proseguire nel lavoro, ovviamente con tensioni muscolari meno intense, si è costretti ad utilizzare un altro meccanismo energetico, quello anaerobico-lattacido. - SISTEMA ANAEROBICO LATTACIDO: le tensioni muscolari sono mediamente elevate e possono essere protratte fino a circa 45 secondi. Dopo lo sforzo la capacità contrattile iniziale viene ripristinata dopo circa tre ore, tempo di smaltimento dell'acido lattico (la metà ogni 15 minuti circa). Negli atleti specialisti può scendere anche sotto gli 8 minuti. - SISTEMA AEROBICO: le tensioni muscolari sviluppate sono molto basse (sotto il 30% circa del massimale). Durante il lavoro muscolare il consumo e il reintegro energetico rimane in equilibrio, permettendo una durata che oltrepassa i 3 minuti per arriva-re anche ad alcune ore. I substrati energetici sono forniti inizialmente dall'ossidazione dei glicidi poi, dopo 30-40 minuti circa, essenzialmente dai grassi. Il prodotto finale di questa reazione energetica è l'acqua, l'anidride carbonica e l'energia che risintetizza l'ATP. L'acqua e l'anidride carbonica vengono eliminate con la respirazione, i reni (urina) e la sudorazione. Un breve accenno all' acido lattico. Se ne sente parlare molto spesso in modo piuttosto vago e inappropriato. L'acido lattico è una sostanza prodotta durante il metabolismo energetico dell'organismo. Normalmente ed in presenza di ossigeno l'acido lattico prodotto viene immediatamente metabolizzato, senza produrre effetti rilevanti.In alcune situazioni ed in particolare durante gli esercizi che coinvolgono il sistema anaerobico lattacido ve ne può essere nei muscoli un accumulo rilevante, tale da costringere il muscolo, oltre una certa soglia, a smettere di contrarsi. Ad ogni modo, per via del suo ciclo metabolico, una volta che il muscolo ha ripreso la sua normale attività aerobica, l'acido lattico viene eliminato rapi-damente nel giro di pochi minuti, al più entro un'ora circa dall'attività fisica. I sintomi da presenza di acido lattico non sono assolutamente da confondere tra l'altro con quelli da indolenzimento muscolare ad insorgenza ritardatada (D.O.M.S.-Delayed Onset Muscolar Soreness), effetti che colpiscono solo i muscoli scheletrici, e che solitamente si palesano entro circa 12 ore dallo sforzo fisico intenso, raggiungendo il cul-mine tra le 24 e le 36 ore successive all'allenamento e perdurando anche per 5-6 giorni consecutivi e che sono do-vuti prevalentemente a microlesioni nel tessuto muscolare stesso ed in particolare in quello connettivo. Continua...

(Continua da pagina 16)

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Pubblichiamo in questo spazio disegni, poesie, contributi dei piccoli praticanti. Ci scusiamo se la stampa in bianco e nero di Tora Kan Dojo non rende merito ai bellissimi colori usati dai bambini.

Federica Tarsi, 9 anni, cintura gialla

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“Quando siamo intimi con il cibo che mangiamo, c’è intimità con tutte le cose; quando siamo in intimità con tutte le cose, siamo in intimità con il cibo che mangiamo.”

Vimalakirti Nirdesa sutra

Questo spazio vuole essere un modo nuovo, divertente e interessante, per parlare di cucina non solo legata alla nostra cultura-tradizione, ma anche a quella di altre tradizioni. Iniziamo così a spolverare vecchi e nuovi libri di cucina, sperando che tutti voi raccogliate l’invito a collaborare a questa rubrica, ritrovando magari quelle vecchie ricette tramandate da nonna a madre, che molti di noi tengono custodite gelosamente in qualche quaderno. Naturalmente ce ne saranno per tutti i gusti…

Rubrica a cura di Silvia Kōjun Arriga

Alcune ricette sono tratte da “I quaderni di Fudenji” N.1 “Il Tenzo”

Torta di Azuki e verdure

Preparate la pasta sciogliendo il sale in un po’ d’ acqua e poi unendo il liquido alla farina. Impa-state la massa con vigore sino ad ottenere una consistenza morbida ed elastica, aggiungendo via via l’acqua necessaria. Tirate una sfoglia aiu-tandovi con un mattarello e disponetene metà su una piastra da forno unta e leggermente infa-rinata.

In una padella versate alcuni cucchiai d’olio e fatevi saltare la cipolla sbucciata e tagliata gros-solanamente, i porri ben puliti e finemente affet-tati, le carote tagliate a listarelle, la zucca e la mela tagliata a fettine.

Dopo qualche minuto di cottura unite gli azuki cotti, l’uvetta precedentemente lavata e lasciata rinvenire in poca acqua tiepida, le noci tritate, sale e cannella. Amalgamate con cura il compo-sto e quindi spargetelo con un cucchiaio sulla sfoglia; ricoprite con la pasta tenuta da parte, informate e cuocete a 200 °C per mezzora circa.

Ingredienti Per la pasta:

300 g di farina integrale di grano tenero

sale Per il ripieno:

olio extravergine d’oliva 1 grossa cipolla 2 porri 2 carote ½ tazza di zucca tagliata a

tocchetti 1 gossa mela 1 tazza e ½ di azuki cotti ½ tazza di uvetta passa ½ tazza di noci sale cannella in polvere

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Curiosità…

Gli Azuki sono una fonte di cibo eccellente, in Giappone sono noti per le loro virtù terapeuti-che. Questo legume, con il suo contenuto ecce-zionalmente alto di fibre, di vitamine del grup-po B Complex e di minerali (ferro, magnesio e zinco), agisce come un diuretico naturale che riduce l’eccesso di liquidi nell’organismo. Facili-ta anche l’eliminazione del muco in eccesso e delle feci, decongestiona, brucia i grassi e rie-quilibra il metabolismo.

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di Roberto Ugolini

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Shodan, la cintura nera primo dan, può essere un primo obiettivo del praticante. La traduzione di dan è, letteral-mente, “scolpire gradini su per la montagna”, e rende bene l’idea dell’ascesa, tecnica, spirituale e morale del

praticante. Ma rende anche bene l’idea che è solo un primo obiettivo: così co-me lo scalatore, arrivato alla vetta, scopre nuovi panorami, nuove vette, nuovi obiettivi, così il praticante, arrivato alla cintura nera, deve proseguire il suo percorso, consapevole della strada già percorsa ma con l’obiettivo del costante miglioramento. Jigoro Kano, fondatore del judo, ha graduato shodan i suoi allievi per la prima volta nel 1883. Gichin Funakoshi, fondatore dello stile Shotokan, è stato il pri-mo maestro di karate ad adottare la graduazione dan, nel 1924. Chojun Miyagi, fondatore del Goju-Ryu Karate-Do, era contrario alle gradua-zioni dan, e finchè in vita non ha mai graduato nessuno. Il maestro Higaonna racconta un episodio a riguardo: durante un soggiorno a Kyoto il maestro Mi-

yagi fu invitato a cena da alcuni membri del Butokukai e da alcuni allievi delle università giapponesi. Durante la cena uno dei commensali si avvicinò al mae-stro Miyagi consegnandogli una busta contenente dei soldi e dicendogli “Ippitsu onegai shimasu”, traduzione libera, “ci metta qualche firma sui diplo-mi di dan”. Il maestro Miyagi rifiutò la busta e fu anche la sua ultima visita a Kyoto. Ma non era contrario ai titoli in genere, lui stesso fu riconosciuto kyoshi (il se-condo livello del livello di maestria) dal Butokukai nel 1937 e raccomandò il suo allievo Jin’an Shinzato per il titolo di renshi (primo livello) nel 1939. Credo che nella pratica odierna le graduazioni siano importanti, permettono di riconoscere l’impegno del praticante e la qualità di una scuola. Mi piace la no-

stra tradizione di consegnare la cintura nera shodan al praticante con il solo karategi, senza cintura marrone in-dosso, per ricordare, per dirla con le parole del maestro Miyagi, di continuare a “praticare duramente con la mente del principiante”. Cari Diego, Simona, cara Luisa, complimenti per il vostro shodan … e benvenuti nel club dei principianti!

Pubblichiamo, un po’ in ritardo, questo augurio che Sensei Roberto aveva scritto a seguito della sessione di graduazione dan della scorsa stagione convinti che gli auguri non vadano mai a male.

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Avviati i lavori di ampliamento di Fudenji: il progetto è diretto alla realizzazione dei Sette Edifici (Schichi-do-garan) della Tradizione. Il complesso a chiostro sarà così articolato: Sodo, Hondo - Tempio o Sala del Dharma, Dai-kui - Cucine, Yokushitsu - i bagni, Tosu - Servizi igienici, un auditorium, alloggi per gli ospiti, San-mon - il portale d'accesso. Il piano di sviluppo prevede edificazioni a breve, medio e lungo termine. A breve, il nuovo Sodo (che nascerà dalla ristrutturazione dell'attuale laboratorio) e i servizi igienici; successivamente gli altri edifici e gli alloggi adibiti a foresteria. Dogen Zenji, nello Shobogenzo Zuimonki (II, 6), dice: "Sto ora cercando di costruire un Sodo (monastero e chiostro Zen) e chiedo contributi. Mentre questo richiede molto sforzo da parte mia, non ritengo che questo stimoli necessariamente la crescita del Buddha-Dharma (…). Dal momento che non c'è posto per studiare desidero provvedere ad un luogo che permetta ai discepoli di praticare lo Zazen. Anche se non dovessi riuscire nel mio progetto non avrò rimpianti perché nel futuro qualcuno - vedendo in piedi anche una sola colonna - sarà portato naturalmente a pensare all'aspirazione che ora mi anima". Mettere un piede nella strada, cioè praticare, equivale oggi a raggiungere la meta e ricominciare con un nuovo entusiasmo proprio perché la vera riuscita è non avere rimpianti, qualunque cosa accada. Nell'esercizio di ogni cosa anche una sola colonna, una pietra, un mattone - nel dono dello spirito, nello spirito del dono disinteressato - sono tutta l'aspirazione (bodaishin), il nostro sforzo, i suoi frutti e la liberazione dal risultato. In dono, una pietra posata è una prima pietra che si posa su tutto il modo o che sostiene ogni mondo. Lo spirito del dono, la prima perfezione tra le Sei Paramita, è l'inizio e la fine, la buona mente, il buon principio a cui tutto si riconduce a da cui tutto costantemente risorge.

F. Taiten Guareschi

“ Di cosa discutevate ?”, mi chiede il Maestro. “Di come finanziare i lavori di edificazione del monastero”, rispondo. “Non perdete tempo a discutere. Raccogliete le foglie, pulite le scale, bruciate incenso. Solo così arriveranno le offerte per costruire il Tempio. Il Tempio si costruirà con i sacrifici ed il cuore puro.”

R. Myoren Giommetti

Costruiamo insieme Fudenji

Potete contribuire tramite Bonifico Bancario: c/o B.P. di Vicenza

intestato a : Istituto Italiano Zen soto Shobozan Fudenji coordinate bancarie: ABI 5728 CAB 65730

c/c 43334 Cin: N

o in qualunque modo riterrete opportuno. Ringraziamo fin d’ora per la generosità.

La Comunità di Fudenji

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DATA CITTA' EVENTO APRILE 2007

6/8 Fudenji Sesshin della Comunità Gotan –e (Natale di Shakyamuni Buddha)

MAGGIO 2007

3/6 Fudenji Sesshin della Comunità— Sesshin di Cucitura del Kesa

19 Fudenji Seminario di Studi Teologici

GIUGNO 2007

2/3 Pellegrinaggio alla Gendronierre (Francia) e partecipazione al convegno celebrativo dei 40 anni della missione del Maestro Deshimaru in Europa

16 Fudenji Seminario di Studi Teologici

21/24 Fudenji Ken Zen Ichinyo Gasshuku

LUGLIO 2007

26/29 Fudenji Sesshin di Formazione

AGOSTO 2007

31 Luglio/8 Agosto Fudenji 1° periodo Soggiorno Estivo

10/18 Fudenji 2° periodo Soggiorno Estivo

20/28 Fudenji 3° periodo Soggiorno Estivo

Ogni primo fine settimana del mese : ‘Sesshin della Comunità’ Il Terzo Sabato del mese: ‘Seminario di studi teologici’

Ricordiamo inoltre che chiunque può prendere parte alle Sesshin di inizio mese a Fudenji

previa presentazione da parte del Dōjō Zen.

Visitate il sito di Fudenji : www.fudenji.it È online anche il notiziario in versione integrale

con interessantissimi articoli.

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di Valerio Proietti

La Storia del Goju-Ryu a fumetti Tora Kan Dojo Anno 12° n. 38

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12 Maggio 2007

Seminario Tematico o di livello Presso Dojo Scuola di Karate-Do

Maggio 2007 (data da stabilire)

Seminario di Primavera Bambini IOGKF Italia

21/24Giugno 2007

Ken Zen Ichinyo Gasshuku Il Gasshuku dell’Unità di Karate-Do e Zen

Monastero Fudenji, Salsomaggiore

Giugno / Luglio 2007 (data da stabilire)

Seminario d’Estate (Roma)

8 Luglio 2007/28 Luglio 2007

Esami di Graduazione Dan IOGKF Italia

22/28 Luglio 2007 Gasshuku Europeo

Bournemouth, Inghilterra

Agosto 2007 (Calendario da definire)

Lezioni Seminariali Honbu Dojo

3 Settembre 2007 Ripresa lezioni Honbu Dojo

Settembre/Ottobre 2007 (data da stabilire)

Seminario d’Autunno IOGKF Italia

Novembre 2007 Sensei no Gasshuku Honbu Dojo

Ricordate ! L’ International Okinawan Goju-Ryu Karate-Do Italia è presente su Internet con un sito ricco di preziose informazioni. Sul sito è anche disponibile l’albo delle cinture nere

IOGKF Italia e una selezione di articoli pubblicati sui vecchi numeri di T.K.Dojo

http: www.iogkf.it

Ricordiamo che la pratica Zen presso il Tora Kan Dojo si tiene regolarmente il:

Martedi’ ore 05:50/06:50 Venerdì ore 05:50/06:50

ogni 2° Sabato del mese dalle 19:30 alle 22:00 Un Venerdì del mese dalle 21:15 alle 22:45

Possono prendere parte alle sedute di pratica tutti gli interessati.

Chi si avvicina alla pratica per la prima volta lo deve far presente al Dojo per essere opportunamente introdotto. Tel.:06-6155 0149

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Essendo la finalità primaria del nostro notiziario l'informazione culturale relativa alle Discipline praticate nella nostra Scuola. Chi non fosse in possesso dei numeri precedenti di "Tora Kan Dojo", vista anche l'importanza dei temi trattati, può farne richiesta alla segreteria

Sperando di fare cosa utile riportiamo a seguire i sommari dei numeri precedenti:

Anno I numero I Luglio 1995 Introduzione.................................................del M° P.Spongia Storia del Goju-Ryu (I parte) Allo Stage del M° Sudo....di E.Frittella,M.Salustri ,D.Manzari Zen e Arti Marziali.....................................del M°P.Spongia Calendario attività Federali e Sociali KENKON significato del simbolo La Tora kan ha adottato una bimba vietnamita

Anno I numero II Novembre 1995 Introduzione.....................................del M°P.Spongia La Storia del Goju-Ryu (2a parte) Training Autogeno. I Kata del Goju-Ryu: Gekisai Dai Ichi e Ni...del M° P.Spongia Esami Tora Kan Zen e Arti Marziali (2a parte).........del M° P.Spongia Questa Terra è Sacra I precetti dell'Okinawa Goju-Ryu Calendario. L'Arbitro.................................di G. Manzari Medicina Sportiva : L'integrazione Alimentare......del Dott.D.Incarbone

Anno II numero 3 Febbraio 1996 Introduzione......................del M°P.Spongia Miyamoto Musashi.........del M°P.Spongia Il Libro dei Cinque Anelli......di M.Musashi Medicina Sportiva : I danni del Fumo.....del Dott.Onconi Lo Sport e i Bambini.............del M°P.Spongia Zen - La Tora kan come Dojo Zen Zen - Perchè Zazen........................... di L.D.Lestingi Il Significato della Cintura Nera..............del M°P.Spongia I Kata del Goju-Ryu - Saifa......................del M°P.Spongia L'Arbitro - Ippon o Waza-ari ? ................di G.Manzari Calendario

Anno II numero 4 Giugno 1996 Introduzione................................................del M° P.Spongia Intervista al Maestro Shunji Sudo...........di G. Manzari Il Mandarino della Presenza Mentale..... del M° T.Nhat Han I kata del Goju-Ryu : Seiyunchin..............del M° P.Spongia Zen -"Camminando distrattamente..."......di C.Devezzi Shoto Niju Kun.......................................del M° G.Funakoshi Il Giardino Zen...............................................di G.Micheli L'Arbitro : Comportamento vietato e penalità...di G. Man-

Anno III n° 7 Marzo/Maggio 1997 Da Cuore a Cuore : cinque giorni con Higaonna Sensei............... del M°P.Spongia Esami di graduazione Due parole sulla Kick Boxing.......................... .....di Antonio Caffi Una tradizione non ancora riscoperta................del M° Taiten Guare-schi Calendario Provvisorio eventi L'arbitro: Modifiche al regolamento.....................di Manzari Giusep-pe Poesia Zen Risultati Gare Una Strana eredità................................................di Valerio Proietti

Anno III n° 8 Estate 1997 Ken Ogawa e la grandezza mancata..........................di John Yacalis L’Arte Marziale come Arte Educativa....................di Jigoro Kano Esami di graduazione.............................................. I Regolamenti della Kick Boxing..........................di Antonio Caffi Poesia Zen e non................................................. Accomunati dalla pratica............................ di Massimo Abbrugiati Una Strana eredità................................................di Valerio Proietti

Anno IV n°10 Inverno 1997 Non Perdete la Memoria.......................................di P. Spongia Hojo Undo l’allenamento supllementare........di John Porta e Jack McCabe Le regole del Full Contact..................................di Antonio Caffi Poesia Zen e non La Tora Kan ai nazionali Csain................di Daniela Manzari Sforzarsi di perfezionare la personalità......di H. Kanazawa Una strana eredità.......................................di Valerio Proietti

Anno III n° 9 Autunno 1997 Karate-do Gaisetsu...............................................del M° C. Mi-yagi One MoreTime...................................................di A. Bini Okinawa 1998.....................................................del M° Higaon-na Un allenamento straordinario anzi normale.........di G. Manzari Poesia Zen e non................................................. Nei numeri precedenti.......................................... Riconoscimento del Kobudo Kyokai .................... Antichi Metodi.....................................................di J. Marinow Una Strana Eredità................................................di V. Proietti

Anno IV n°11 Primavera 1998 Shuichi Aragaki.........................................di P. Spongia Aikido ovvero............................................di E. Vitalini Perchè parlare di Yoga oggi........................di Stefania Amici Poesia Zen e non Sulle Arti Marziali...................................del rev. Taiten Guare-schi Una strana eredità.......................................di Valerio Proietti

Anno IV n°12 Estate 1998 Sensazioni nel Dôjô...................di F. Mezzanotte La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu...................di Morio Higaon-na Voce del Futuro Risposta all’incontro con un Maestro Zen...................di D. Di Perna Il Paradosso Morale..................di C. Barioli Agenda Schegge Zen e non Bun Bu......................................di P. Spongia

Anno IV n°13 Autunno 1998 Sakiyama Sogen Roshi La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu...........di Morio Higaon-na Voce del Futuro A Distanza di quei Due Giorni...di P.Favale Autobiografia di un Allievo divenuto Discepolo........di A. Landi Okinawa Budo Sai.......di P.Spongia Schegge Zen e non. Bun Bu.................di P.Spongia

Anno IV n°14 Inverno 1998-99 La struttura della I.O.G.K.F..............pag.3 ‘Na Sera a Betlemme........................pag.4 Il Karate del Leone............................pag.5 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue)............pag. 10 Voce del Futuro...............................pag.13 XVII Gasshuku Europeo.................pag.14 Come un Cosmonauta....................pag. 15 Junbi Undo......................................pag.16 Trofei I.O.G.K.F. Italia...................pag.18 Agenda............................................pag.21 Schegge Zen e non.........................pag. 22

Anno V n°15 Primavera 1999 La struttura della I.O.G.K.F..................pag.3 Il Diritto del Bambino al Rispetto.....pag.4 Gli Scritti dei Maestri.........................pag.8 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue)............pag. 15 Voce del Futuro...............................pag.18 XVII Gasshuku Europeo.................pag.20 I Colori del Buio, La Vove del Silenzio......................................pag. 21 Grazie Sempai.................................pag.22 1° Coppa I.O.G.K.F. Italia Kata....pag.23 Agenda............................................pag.24 Schegge Zen e non.........................pag. 25 Nei Numeri Precedenti...............pag.26

Anno V n°16 Estate 1999 La struttura della I.O.G.K.F..........pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei.......pag.4 Qualcosa in più su Okinawa.........pag.5 Miyagi il Grande Viaggiatore.......pag.8 Icona Vivente............................pag.13 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu(segue).........pag. 14 Lo Sguardo del Maestro..............pag.17 Voce del Futuro......................pag.18 Agenda...................................pag.20 Schegge Zen e non..................pag. 21

Anno V n°17 Autunno 1999 La struttura della I.O.G.K.F..............pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..........pag.4 Benvenuti a Stoccolma!....................pag.5 Vent’anni I.O.G.K.F.........................pag.6 Il Kakie nel Goju-ryu di Okinawa...pag.8 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue)............pag. 14 Karate:Origine del nome.................pag.16 Voce del Futuro...............................pag.18 Agenda............................................pag.20 Schegge Zen e non.........................pag. 21

Anno VI n°18 Inverno 1999-2000 La struttura della I.O.G.K.F.........pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei....pag.4 Mò Vié Natale...........................….pag.5 Il Valore dei Kata.........................pag.6 Sydney Leijenhorst....................pag.7 Zazen e Kata Sanchin...............pag.10 Aikido alla Tora Kan.................pag.15 Il Guerriero-fiore.......................pag.16 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue)......pag. 18 Voce del Futuro.........................pag.20 Agenda......................................pag.21 Schegge Zen e non..................pag. 22

Anno VI n°19 Primavera 2000 La struttura della I.O.G.K.F.........pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei....pag.4 Kata e Kumite...........................….pag.5 Maestro Oggi?…..........................pag.6 Un Capodanno a Fudenji............pag.7 Budo e Sport…………................pag.11 Hyaku Hachi no Bonno............pag.12 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue)......pag. 17

Anno VI n°20 Estate 2000 La struttura della I.O.G.K.F...........pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..…..pag.4 Rimanere Fedeli..............................pag.5 Vita da Zen.......................………….pag.9 Nel Cuore della Materia................pag.12 Graduazioni e Gare.................….pag.13 XVIII Gasshuku Europeo.........….pag.14 Appunti di Viaggio........................pag.16 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue)...…..pag. 18 Voce del Futuro............................pag.20 Agenda......................................….pag.21 Schegge Zen e non.....................pag. 22 Riflessioni………………………….pag.23

Anno II numero 5 Settembre/Novembre 1996 Introduzione.........................................del M°P.Spongia Sensei Morio Higaonna:il leone di Okinawa....di Terry Hill (I parte) Sho Jin : lo sforzo concentrato qui e ora........di C.Devezzi Calendario Provvisorio eventi L'arbitro: Il Kata nelle competizioni sportive....di G. Manza-ri XIV Gasshuku Europeo................................del M° P.Spongia Nei numeri precedenti Nuovi corsi alla Tora Kan Hanno parlato di noi (rassegna stampa)

Anno III n° 6 Dicembre/Febbraio 1996-97 Vent’anni................................................................del M° P. Spon-gia Sensei Morio Higaonna:il leone di Okinawa.............di Terry Hill (II parte) Educazione e Karate-Do........................................del M° P. Spon-gia Calendario Provvisorio eventi L'arbitro: Comportamento “sportivo”.....................di Giuseppe Manzari Poesia di Ryokan Tigri e Pecore....................................................di Patrick Mc

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seguono sommari dei numeri precedenti:

Anno 6 numero 21 Inverno 2000/2001 La struttura della I.O.G.K.F..............pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..….....pag.4 XIX Gasshuku Europeo.....................pag.5 Er Cambiamento..............…………...pag.6 Budo e Zazen Conferenza del M°Guareschi.............pag.7 Graduazioni IOGKF................….…pag.13 Album di Famiglia……….........…...pag.14 Lotta Libera……..............................pag.15 Dice lo Zen………………………...pag. 17 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue)........….pag. 19 Voce del Futuro...............................pag.21 Agenda.........................................….pag.22 Schegge Zen e non......................…pag. 23 Riflessioni………………………….pag.23 Crescita…………………………….pag.24

Anno 6 numero 22 Primavera 2001 La struttura della I.O.G.K.F..............pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..….....pag.4 Riflessioni…………………………...pag.5 Miyagi Chojun Memorial Martial Arts Festival 2000………….pag.7 XIX Gasshuku Europeo...................pag.10 Budo e Zazen (2aparte) Conferenza del M°Guareschi...........pag.11 Ancora la Chiamano Olimpiade…..pag.16 L’attimo Da Non Perdere………….pag.18 Graduazioni IOGKF................….…pag.19 Dice lo Zen………………………...pag. 20 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue)........….pag. 21 Voce del Futuro......................…......pag.23 Agenda IOGKF Italia..................….pag.24 Schegge Zen e non...................…...pag. 25

Anno 6 numero 23 Esatate/Autunno 2001 La struttura della I.O.G.K.F....…......pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..….....pag.4 Riflessioni…………………………...pag.5 Il Papalagi………………..………....pag.7 Intervista al Maestro Kase..........…...pag.8 L’Esercizio del Jiyu Kumite Nel Goju-Ryu di Okinawa.......……..pag.13 Penso che………….………..……...pag.18 Zen Humor………………………...pag.19 Graduazioni IOGKF................……pag.20 Dice lo Zen………………………...pag. 21 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue)........….pag. 22 Voce del Futuro......................….....pag.24 Agenda IOGKF Italia..................…pag.25 Risultati Gare……………………...pag.26 Schegge Zen e non...................…...pag. 27

Anno 7 numero 24 Inverno 2002 La struttura della I.O.G.K.F....….....pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..…...pag.4 Riflessioni……………………….…pag.5 Natale Vero..……………..………...pag.7 Dipingere il Gasshuku.....................pag.8 Impressioni di Settembre.......…......pag.13 Collage d’emozioni.………..……...pag.14 Gasshuku Symposium………….....pag.22 Graduazioni e Gare IOGKF...…....pag.26 Dice lo Zen…………………..........pag. 27 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue)............pag. 28 Voce del Futuro......................…....pag.30 Agenda IOGKF Italia....................pag.31 Schegge Zen e non...................…..pag. 33 Nei Numeri Precedenti…………..pag.34

Anno 7 numero 25 Primavera 2002 La struttura della I.O.G.K.F.....….....pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..….....pag.4 Varcando la Porta d’Ingresso.…...…pag.5 Dimostrazione alla Nippon Ko Budo di Higaonna Sensei............pag.8 Primo Trofeo Iri Kumi..........….......pag.10 Kangeiko - Tempo Restituito...…....pag.12 Casalotti e una Luna Zen..……......pag.15 Gasshuku Symposium : Leijenhorst........................................pag.18 Graduazioni IOGKF..............…......pag.20 Dice lo Zen…………………...........pag. 21 Sensei Ernie Molyneux...................pag. 22 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue).............pag. 25 Agenda IOGKF Italia.....................pag.27 Schegge Zen e non...................…...pag. 28

Anno 8 numero 26 Autunno2002 La struttura della I.O.G.K.F.....….....pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..…....pag.4 XXI Gasshuku Europeo..........…......pag.5 Gasshuku Symposium: Taiten Guareschi Roshi.....................pag.6 Kyusho...................................….......pag.10 .da “Il Profeta”..........................…...pag.16 Flash News.........................…….....pag.17 Dice lo Zen…………………..........pag. 18 Kata.................................................pag. 19 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue)............pag. 22 Agenda IOGKF Italia.....................pag.26 Schegge Zen e non...................…..pag. 27 Nei Numeri Precedenti…….……..pag.28

Anno 8 numero 27 Inverno 2002/03 La struttura della I.O.G.K.F.....….....pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..…....pag.4 Il Ki nella Pratica Buddhista Zen.....pag.6 Scoccare la freccia al proprio cuore....................................pag.12 Primo Viaggio..........................…....pag.13 Graduzioni IOGKF Flash News.........................…….....pag.15 La Totalità di Bohm e l’Ordine implicato...........................pag.16 Zen e Arti Marziali Il Principio dell’eccellenza.............pag.18 Dice lo Zen…………………..........pag. 23 La Visione Sciamanica...................pag. 24 La Storia del Karate Okinawa Goju-Ryu (segue)............pag. 26 Agenda IOGKF Italia.....................pag.28 Schegge Zen e non...................…..pag. 29 Nei Numeri Precedenti…….……..pag.30

Anno 8 numero 28 Primavera/Estate 2003

L’Agenda di Higaonna Sensei..…....pag.4 Sotto il Pino.....…...............................pag.5 Graduazioni IOGKF........................pag.11 Sensei Bakkies..................................pag.12 Ode alla Vita.............................…....pag.15 V Trofeo Higaonna..........................pag.16 Alla Gendronniere............................pag.18 Shuichi Aragaki Sensei....................pag.20 Dice lo Zen......................................pag. 24 Intevista ad una Karateka...............pag. 25 Lettera a Miriam.............................pag. 30 L’Agopuntura tradizionale cinese................................................pag.32 Agenda IOGKF Italia.....................pag. 36 Schegge Zen e non...........................pag.37 Nei Numeri Precedenti.....................pag.38

Anno 8 numero 29 Autunno 2003

L’Agenda di Higaonna Sensei..….....pag.4 Marcello Bernardi..............................pag.6 London Spring Gasshuku................pag.10 Graduazioni IOGKF........................pag.12 Intervista a Sensei Bakkies..............pag.13 Come acqua che scorre............…....pag.20 La Storia del Karate.........................pag.22 Scoprendo il corpo............................pag.24 Dice lo Zen......................................pag. 25 Agenda IOGKF Italia.....................pag. 26 Schegge Zen e non...........................pag.27 Nei Numeri Precedenti.....................pag.28

Anno 9 numero 30 Inverno 2003/2004

L’Agenda di Higaonna Sensei..…..…..pag.4 Il Maestro di Dattilografia.............…..pag.6 Breve Biografia di Sensei Tetsuji Nakamura………………...........……...pag.11 In Allegra Compagnia................……pag.13 Graduazioni IOGKF 1°Trofeo Kenkon………………….…..pag.14 Doping..………..............….…………..pag.15 Notizie Lampo.........................……...pag.17 Movimento del corpo e Stato della Mente........................…...pag.18 Significato dei Nomi dei Kata del Goju-Ryu.....................……pag. 21 La Missione di Taisen Deshimaru Roshi……………………..pag. 22 La Storia del Karate...……………….pag. 25 Dice lo Zen..…………………………..pag. 27 Agenda IOGKF Italia................……pag. 28 Schegge Zen e non.....…...........…….pag. 29 Nei Numeri Precedenti...............…...pag.30

Anno 9 numero 31 Primavera/Estate/2004

La Struttura della IOGKF…………….pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..…..….pag.4 Lettera di Higaonna Sensei…………..pag.5 Speciale Kangeiko………...............…pag.6 Nakamura Sensei: tradizione moderna..12 Ricordi della visita di Jigoro Kano...pag.20 Bun Bu Ryodo, schegge di un’esperienzapag.22 Graduazioni IOGKF............….……….pag.24 Costruiamo insieme Fudenji....……..pag.25 Il Calendario di Fudenji.............…….pag.26 La Storia del Karate………………….pag. 27 Dice lo Zen……………………………..pag. 29 Agenda IOGKF Italia..................……pag.30 Schegge Zen e non…...................…….pag. 31 Nei Numeri Precedenti..................…...pag.32

Anno 9 numero 32 Autunno 2004

La Struttura della IOGKF…………….pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..…..….pag.4 Riflessioni…………………..…………..pag.5 Ken Zen Ichinyo Gasshuku..............…pag.6 Tre giorni a Fudenji………………..pag.10 IOGKF Budo Sai 2004……………..pag.12 Immagini del Budo Sai 2004………pag.13 Appunti di viaggio…………………..pag.24 Graduazioni IOGKF............….…….pag.27 Costruiamo insieme Fudenji....……..pag.28 Il Calendario di Fudenji.............…….pag.29 IV Trofeo Iri Kumi…………………..pag. 30 Gasshuku a Palermo………………....pag.31 Dice lo Zen…………………………..pag. 34 Agenda IOGKF Italia..................……pag.35 Schegge Zen e non…...................…….pag. 36 Nei Numeri Precedenti..................…...pag.37

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 38

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seguono sommari dei numeri precedenti:

Anno 12 numero 37 Inverno 2007 La Struttura della IOGKF…………..pag.3 Il Suono del Fuoco………………….pag.4 Non è mai troppo tardi.……….…….pag.7 2° Trofeo Chojun Miyagi…….……..pag.8 La Storia dimenticata……………...pag.10 I Bersaglieri a Montelungo…..……pag.11 Carissima Mamma..……...…...…...pag.14 Il mio Otto Dicembre………………pag.15 Rikyu e i fiori..……….........….……pag.18 Il Fattore Ki..………………………pag.19 Ordinazioni..………………….……pag.21 L’Allenamento……………………..pag.22 Cucinare la Vita….....…...…………pag.25 Il Calendario di Fudenji………..…pag. 27 La Storia del Goju-Ryu a fumetti….pag.28 Agenda IOGKF Italia.........……..…pag.30

Tora Kan Dojo Anno 12° n. 38

Anno 11 numero 36 Autunno 2006 La Struttura della IOGKF…………..pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..…….pag.4 Miyagi Chojun MA Festival & World Championships……...….… .pag.5 Una breve riflessione sul Sanchin...pag.11 II Trofeo Kenkon:risultati…………pag.12 Afrodite e Marte…………...…...…..pag.13 Shodan……………………………..pag.23 Essere Insieme……….........….……pag.24 Graduazioni IOGKF..……………..pag.27 L’Allenamento……………………..pag.28 Cucinare la Vita….....…...…………pag.30 Il Calendario di Fudenji………..…pag. 32 La Storia del Goju-Ryu a fumetti….pag.33 Agenda IOGKF Italia.........…......…pag.35 Nei Numeri Precedenti..............…...pag.36

Anno 10 numero 33 Inverno 2004/05 La Struttura della IOGKF…………….pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..…..….pag.4 Lo Sguardo che mi ri-guarda….……..pag.5 1°Trofeo Chojun Miyagi...............…….pag.7 Budo Sai Symposium: ‘Il Futuro del Karate’..............……………………………pag.9 Lettera aperta……………………....pag.14 Il Lavoro e il suo segreto…….………pag.15 Voce del Futuro…………………...pag. 19 Qualità del Tè verde…………….…pag.20 Graduazioni IOGKF............….……….pag.21 In ricordo del Maestro……………..pag.22 Costruiamo insieme Fudenji....……..pag.24 Il Calendario di Fudenji.............…….pag.25 La Storia del Karate………………….pag. 26 Dice lo Zen……………………………..pag. 28 Agenda IOGKF Italia..................……pag.29 Schegge Zen e non…...................…….pag. 30 Nei Numeri Precedenti..................…...pag.31

Anno 10 numero 34 Primavera 2005 La Struttura della IOGKF…………….pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..…..….pag.4 1° Trinacria Gasshuku……..….……..pag.5 Il Karate di Zenko Heshiki...........…….pag.7 Voce del Futuro……………………...pag.13 L’Allenamento…...……………….…….pag.14 Graduazioni IOGKF............….……….pag.16 Cucinare la Vita……..…………………pag.17 La Mia Pratic con An’ichi Miyagi.pag.18 Pagine nel Vento…..……...……………pag.21 Budo e Zen: un cammino verso…….pag.22 Costruiamo insieme Fudenji....……..pag.25 Il Calendario di Fudenji.............…….pag.26 Kangeiko 2005…………………………pag. 27 La Storia del Goju-Ryu a fumetti…pag. 29 Agenda IOGKF Italia.........…......……pag.31 Nei Numeri Precedenti..................…...pag.32

Anno 11 numero 35 Inverno 2005/06 La Struttura della IOGKF…………..pag.3 L’Agenda di Higaonna Sensei..…….pag.4 Chojun Miyagi………….……….…..pag.5 Il Monaco e il Leone……........……pag.12 A Fudenji……..……………………pag.13 La gara di Judo-educazione…...…..pag.14 Nakamura Sensei 2005.......….……pag.15 Voce del Futuro……..……………..pag.20 L’Allenamento……………………..pag.21 Graduazioni IOGKF..…...…………pag.22 Cucinare la Vita……………………pag.23 Sydney Leijenhorst: in equilibrio tra Yin e Yang.……………......……pag.24 Pagine nel vento………..............….pag.31 Una breve disamina sul kata Sanchin……………………………pag. 33 Il Calendario di Fudenji………..…pag. 36 La Storia del Goju-Ryu a fumetti….pag.37 Agenda IOGKF Italia.........…......…pag.39 Nei Numeri Precedenti..............…...pag.40

ATTENZIONE !!!

Presto sarà disponibile un volume rilegato che raccoglierà i più interessanti articoli pubblicati nei 12 anni di Tora Kan Dojo.

Prenotatelo !!!

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“Agonizzanti in un letto, tra molti anni da adesso, siete sicuri che non sognerete di barattare tutti i giorni che avrete vissuto a partire da oggi per avere l'occasione, solo un altra occasione, di tornare qui sul campo ad urlare ai nostri nemici che possono toglierci la vita ma non ci toglieranno mai la libertà ! ”.

Braveheart

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