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Anno 1 - Numero 5 - Venerdì 27 maggio 2011 Il signore delle bollicine Casoriani DOC: Nicola Arnone. Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - [email protected] - Distribuzione gratuita SFIDA FINALE Iodice - Carfora: finalmente il Sindaco!

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Anno 1 - Numero 5 - Venerdì 27 maggio 2011

Il signore delle bollicineCasoriani DOC: Nicola Arnone.

Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - [email protected] - Distribuzione gratuita

SFIDA FINALEIodice - Carfora: finalmente il Sindaco!

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E D I T O R I A L E

2 il giornale di Casoria • Venerdì 27 maggio 2011

SFIDA FINALE!Iodice-Carfora: finalmente il sindaco!di Giuseppe Storti

Comunque vada a finire, finalmente la nostra città avrà il suo Sindaco. Sì, perché la gestione commissariale è sempre un momento patolo-gico della vita di un ente locale. La normalità è avere un primo cittadino, eletto dal popolo che risponde al popolo del proprio operato e della propria azione amministrativa. Ora sono soli il medico Vincenzo Carfora, e il giovane commercialista Massimo Iodice, di fronte al giudizio popo-lare. Questa è la democrazia. Non contano più gli apparentamenti le torsioni politiche, gli annunci, le ritirate e gli slogan. Conta il voto popolare. Ciò che nessuno ha sot-tolineato, è che entrambi sono due moderati. Il moderatismo, è uno stato dell’animo. E’ un modo di es-sere e di porgersi nei rapporti con gli altri e nell’agire quotidiano. Va dato conto e merito ad entrambi i contendenti in gioco, di essersi af-frontati in maniera sobria, confron-tandosi sulle idee e sui programmi, senza trascendere in attacchi alla persona. Con quello che si vede e si sente nelle altre grandi sfide in corso a Napoli e a Milano, è un segnale positivo per la nostra città. Ovvia-mente sono diversi: hanno visioni del tutto contrapposte nell’approccio ai grandi temi sul tappeto ed alle strategie da mettere in cam-po per risolverli, ma a bocce ferme, nel ruolo

che il popolo vorrà assegnare ad entrambi, potrebbero e dovrebbero collaborare alla re-alizzazione di un valore tanto decantato in questa campagna elettorale: il bene comune. Siamo anche certi del fatto che entrambi pur ascoltando i suggerimenti e le proposte delle forze politiche che li hanno sostenuti e dei loro rispettivi leaders, manterranno un suffi-ciente grado di autonomia nelle decisioni e nelle scelte. Il sistema elettorale per gli enti locali, con l’espressione del voto al candidato sindaco, dà una forza e una carica in più al sindaco eletto, che rappresenta direttamente la comunità. La fascia tricolore che cinge il petto del primo cittadino può e deve dare una marcia in più al sindaco eletto. Rispet-

to e confronto con il consiglio comunale e le forze politiche, ma soprattutto ascolto del territorio nelle sue svariate e democratiche forme di espressione: sindacati, associazioni, comitati e semplici cittadini. Tenteremo di tratteggiare un breve profilo dei due candi-dati, frutto di conoscenze e sensazioni perso-nali, ma anche di ciò che abbiamo ascoltato in giro tra la gente. Massimo Iodice è quello

che gli americani definiscono come un “self made man”. Un uomo che si è fatto da solo. Studente lavoratore, ha concluso il ciclo di studi universitari non senza sacrifici, svolge attività libero professionale di commerciali-sta. E’ stato assessore al Bilancio della Giunta Ferrara, materia che fa parte del suo bagaglio professionale. Ha dalla sua l’età: 41 anni. Se eletto, sarebbe uno dei più giovani sindaci che la città abbia mai avuto. Ha idee innova-tive e moderne, ma soprattutto le espone con toni pacati. La sua è una proposta politica non urlata ma meditata e suadente. Per lui sono scesi in campo i big della politica nazio-nale e degli ordini professionali. In ultimo: il segretario dell’Udc Cesa, il Presidente della

Regione Stefano Caldoro, grazie ai buoni uffici del Consigliere re-gionale Angelo Marino di Forza del Sud, e il Presidente dell’Ordine dei Commercialisti della Provin-cia di Napoli: Achille Coppola. Al ballottaggio Iodice, potrà contare sull’apparentamento ufficiale con l’Udeur e la lista civica “ la Cara-vella” dell’Avv. Sparavigna. Il Pdl, anche senza apparentamento, per una questione di ripartizione seggi, è della partita, in appoggio a Iodice. L’accordo è stato sancito con un comunicato ufficiale del coordi-

namento regionale del partito. Anche se l’ex sindaco Ferrara ha firmato un manifesto al vetriolo contro la coalizione che appoggia l’ex suo assessore, pur senza fare nomi. Continua quindi la guerra fratricida all’interno del Pdl locale. Vincenzo Carfora medico di base e cardiologo, conosciutissimo e stimatissimo in città. Qualche suo paziente ci ha detto, che all’anamnesi e all’esame obiettivo del corpo,

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E D I T O R I A L E

riesce a decifrare il tipo di patologia del pa-ziente. Ci ricorda, la figura del medico prota-gonista del romanzo di Cronin: la Cittadella. Già consigliere comunale, attualmente con-sigliere provinciale, è riuscito con una cam-pagna elettorale porta a porta, a risvegliare l’entusiasmo del popolo del centro sinistra. In particolare i giovani di quello schieramento che testimoniano anche in rete la stima nei suoi confronti. Un successo personale che va aldilà della compagine che lo sostiene. Per lui sono sbarcati in città: Tonino Di Pietro, Francesco Rutelli, Anna Finocchiaro. Incassa l’apparentamento ufficiale con la lista “ Noi d’Arpino”, l’invito del partito del CARC al voto per lui. Inoltre dopo incontri e tratta-tive con esponenti provinciali del SEL, per un appoggio indiretto al ballottaggio, con un comunicato stampa del Coordinamento cit-tadino il partito di Vendola, lancia un appello alla sensibilità delle donne e degli uomini che lo hanno sostenuto, per scongiurare un ritor-no del Centrodestra al governo della città. Quindi un sostanziale via libero all’appoggio a Carfora. Questi i due candidati alla sfida fi-nale con gli ultimi aggiornamenti di un con-fronto emozionante e avvincente. Comunque vada, guardando la cosa in chiave positiva, è e deve restare una bella festa della democra-zia e della partecipazione popolare ai destini ed al futuro della città. Ci consentiamo una digressione sugli altri candidati a sindaco. Stefano Ferrara. A lui comunque va ricono-sciuto e non certo sottaciuto il merito di aver portato alle precedenti elezioni per la prima volta dopo oltre un decennio, il centro destra al governo della città. Il suo primo periodo di governo, è stato positivo: lo ha riconosciuto anche il suo principale competitor: Massimo Iodice. In queste elezioni, ha conseguito, pur sconfitto un lusinghiero successo personale che va ben al di sopra delle liste che lo hanno sostenuto. Il Preside Vittorio Mazzone: fine intellettuale, prestato alla politica si è battu-to con la consueta passione, proponendo due tematiche fondamentali che meritano di es-sere riprese da chi sarà il sindaco della città: la questione morale, e la città policentrica, che servirebbe a recuperare le degradate ed alienanti periferie casoriane alla dignità ed al progresso sociale. Il Dr. Mariano Marino,con la proverbiale verve e simpatia, ha posto con forza e coraggio l’annosa questione della devastazione ambientale del territorio e del recupero della dignità sociale dell’altra cit-tà: Arpino. Infine il candidato sindaco del Mis Lista Rauti, Andrea Caputo, ha portato avanti con energia il tema del rilancio del Museo d’Arte Moderna casoriano diretto dal Maestro Antonio Manfredi.

Le radiciCristianeChe lo vogliamo o no,da duemila anni i popoli europei e occidentalivivono sotto l’influsso della civiltà cristiana.Ma conosciamo realmente Gesù di Nazaret?di Anna Fabiano

Molti di noi ci definiamo cristiani, ma ben poco conosciamo della nostra identità religiosa. Il Cristianesimo ha radici lonta-ne, quella più vicina è il popolo d’Israele, un popolo strano che non cercò Dio, ma che fu cercato da Dio. Dal popolo d’Isra-ele, secondo le antiche promesse fatte ai profeti, doveva nascere un Messia, cioè il consacrato di Dio, che avrebbe cominciato sulla terra il Regno di Dio.I cristiani credono che questo Messia è Gesù di Nazaret, l’iniziatore del Cristiane-simo, il primo uomo che ha tentato di in-staurare sulla terra una civiltà fondata sulla tolleranza e sull’amore. Le vicende d’Israe-le, di Gesù e dei primi Cristiani sono scrit-te in un libro, LA BIBBIA. Esso è frutto di un lavoro di mille anni, e registra (secondo Israele e secondo i Cristiani) la voce di Dio risuonata in molti tempi e in molti luoghi. Ma come nasce il Cristianesimo? Duemila anni fa nel villaggio di Betlem-me, nasce Gesù. Sarà chiamato Gesù di Nazaret perché vive trent’anni in quel paese della Galilea; Gesù il Cristo perché annunciò di essere lui il Messia di Dio ( Cristo vuol dire Consacrato di Dio);Figlio di Dio perché egli così si chiamò, e i Cristiani credono che egli sia veramente Figlio di Dio che si fece uomo in mezzo a noi. A 30 anni Gesù lascia gli arnesi del fale-gname e inizia ad annunciare il Regno di Dio. Il Regno che lui annuncia non è di stampo trionfalistico o politico come la maggior parte degli ebrei si attendeva, ma

è il tempo in cui Dio decide di donarsi alle persone e renderle figli suoi. Nessuno prima di allora avrebbe mai osato chiamare Dio con il nome di Padre. Gesù lo fa rendendoci per suo mezzo figli adot-tivi. Nessuno mai avrebbe osato mettersi a ta-vola con prostitute e peccatori, lui lo fa per cercare ciò che era perduto senza giudizio, ma con l’amore insegnando che «se un fra-tello pecca non bisogna perdonarlo sette volte, ma settanta volte sette». Gesù è il rivoluzionario dell’Amore che si dona gratuitamente, che ha il coraggio di far sentire la voce di coloro che non hanno voce.Per l’opposizione di molti nemici, che lo giudicano bestemmiatore e perturbatore dell’ordine, Gesù viene crocifisso e muore, ma Dio lo fa risorgere il terzo giorno.Per iniziare questo Regno, Gesù prima della sua morte e dopo la sua risurrezione (secondo la testimonianza dei discepoli) radunò intorno a sé una piccola comuni-tà di persone. La chiamò affettuosamente «piccolo gregge», e anche «chiesa», cioè comunità. Ad essa affidò la diffusione del Regno di Dio. Quando questa comunità si diffuse e si moltiplicò nel mondo, i suoi componenti furono chiamati Cristiani .Essi, pur tra errori, esitazioni e limiti di ogni comunità umana, hanno portato alle nazioni la parola, la maniera di pensare e di vivere di Gesù, e la sua Legge che si può riassumere in poche parole: «Amare Dio e amare il prossimo non solo nei fratelli, ma soprattutto nei propri nemici».

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I L C A S O

La tombola dei pensionatiCasoria: quelli della notte...fuori l’Ufficio Postale.di Margherita De Rosa

Molti penseranno al tradizionale gioco natalizio, passione storica che accomuna grandi e piccoli, e invece bisogna spaziare con la fantasia e fare quattro passi, nella serata dell’ultimo giorno del mese, nei pressi del più antico ufficio postale di Casoria. Ebbene, dal calar delle prime ombre fino a notte inoltrata, vecchietti, meno anziani, figli premurosi di esponenti della terza età, donne attempate, ma tutti, indistintamente, animati da una ferrea buona volontà, sono in lista di attesa perché di lì a poco “si daranno i numeri”, e l’espressione può essere interpretata in più di un’accezione…la scena è surreale, me rende bene l’idea dell’arte di arrangiarsi dei partenopei, che fanno di necessità virtù e si ingegnano per rendere quel che si dice un

disagio una sorta di attività discretamente remunerativa e di sicuro successo sociale! In massa fremono perché attendono l’arrivo della grande “star” della serata e cioè il dispensatore dei numeri, che propone e dispone del destino dei poveri pensionati, che fanno di tutto per essere se non primi, almeno trentesimi allo sportello della sopravvivenza, tanto, si sa, basta organizzarsi, fare un programmino e anche la mattinata del giorno più agognato e maledetto del mese trascorra nel migliore dei modi…ma, c’è un “ma”: è d’obbligo la congiunzione avversativa a conferma del collaudatissimo fatto “che tutto liscio non può né deve andare”…infatti, all’apparire del nostro eroe, ecco che la lista provvisoria, redatta diligentemente da un volontario che ha accuratamente registrato il nome dei convenuti in rigorosissimo ordine di arrivo, viene platealmente annullata, in nome di un discutibile criterio di onestà intellettuale dell’”anima della tombolata”. L’osannato salvatore dei vegliardi opina : << Scusate, ma io dovrei dare, alle dieci di sera, i numeri a tutti voi: ma io resto qui fino all’una di notte, e a chi viene a quell’ora e io gli do il cinquanta,

che gli dico? >> : lo sconcerto è totale, perché i simpatici vecchietti non riscontrano alcuna anomalia nel conferire un numero elevato a quanti perverranno all’appuntamento a tarda notte, sembra addirittura scontato che le cosa procedano in tal senso…eppure, il cibernetico calcolatore di orari e di numeri adduce le più fantasmagoriche argomentazioni a suo sostegno, che, in verità nessuno, nella modestia della sua cultura e

delle personali capacità cognitive, riesce a comprendere nella profondità della loro essenza! Tuttavia la decisione è inderogabile, il “dispenser” si attiverà dalla mezzanotte in poi…Apriti cielo! E’ giunto il tempo della riscossa per i pensionati, che sbraitano, urlano, si dimenano, spintonano, decisi a reclamare un “diritto del diritto”, due volte leso, dalla burocrazia ufficiale e dalla farraginosità mentale di un improbabile difensore dei deboli. Qualcuno si affaccia dallo stabile sovrastante, più annoiato che scandalizzato dall’abituale rissa ( o riffa? ) mensile, magari per rendersi conto se il copione è sempre lo stesso o vi è stata apportata qualche modifica; i coprotagonisti tentano una mediazione presso gli attori principali, facendo presente alla “prima donna”, che, forse, chissà, potrebbe esserci la partecipazione straordinaria delle forze dell’ordine! La situazione sembra ristabilirsi, ma bisogna aspettare; come ha sentenziato il novello tiranno, e, come direbbe Eduardo : << adda passà ‘a nuttata >>…qualcuno, meno paziente e più consapevole dei limiti del buon senso e dei diritti intrinseci alla civiltà, si allontana, sull’orlo di una crisi gastroenterica, ma molti, troppi, purtroppo restano…ed è questo il segno drammatico del degrado a cui si giunge per necessità, per stanchezza, per invalidità fisica, per debolezza psicologica e su questo fertilissimo terreno affonda, in questa come in altre situazioni, le sue radici la malapianta dell’abuso, della legge di chi si fa più forte sulla pelle di coloro a cui bisognerebbe tendere una mano…ma la colpa non è a valle, bensì, e come sempre, a monte, al vertice di un sistema che non è in grado di sovvenire alle necessità più elementari di chi non vive al massimo della sua espressione perché vecchio o infermo. Chi consente che abbia luogo l’allegra, ma non troppo, tombola dei pensionati, dovrebbe riflettere e rendersi conto che questa fantasiosa pseudosoluzione notturna di un problema annoso è l’evidente segnale di una disfunzione che non merita nessuno, ma in particolare i nostri anziani, che rappresentano, ciascuno nella propria dignità di persona e di abitante di questo territorio, una pagina del nostro passato, della nostra storia e di quel libro straordinario che è la vita!

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A T T U A L I T À

GenerazioneCASORIANAViaggio tra i giovani di Casoria.di Daniela Devecchi

Totale sfiducia per i ragazzi di Casoria, nella politica e nei “politicanti”. Lo dimostra un recente sondaggio effettuato tra la young generation della cittadina, per un campione di giovani tra i venti e i trent’anni. Almeno quattro su cinque, hanno dichiarato di es-sere andati a votare solo per “un altro timbro sul libretto”o per fare un piacere a un amico fidato, allo scopo di ottenerne favori. Per il resto, tutti i teen agers hanno rivelato la tota-le sfiducia nei candidati e nelle varie fazioni tanto da dichiararsi “apolitici”. Soprattutto di non credere che un nuovo sindaco possa seriamente fare qualcosa per la loro città. Per tutti , una sola parola: “promesse e ancora promesse”. Speranze che, a detta loro, saran-no nuovamente illuse, una Casoria, che, no-nostante un nuovo sindaco, non potrà mai as-sumere il volto di una vera città, politici che, come amaramente affermano “Badano solo ai loro interessi senza curarsi minimamente della gioventù”. Alcuni tra il campione pre-so in esame, hanno persino schernito il fatto che “ancora una volta fossero stati chiama-ti a votare. “E che votiamo a fare - dichiara scherzoso Francesco, ventinovenne residente della centralissima Via Pio XII- tanto il no-stro parere non conta nulla- prosegue indi-gnato- da anni non facciamo che ascoltare le stesse chiacchiere, eppure non veniamo mai ascoltati. Non basta parlare si spazzatura o di creazione di oasi ecologiche, a Casoria, oc-correrebbero spazi verdi, campi da calcio co-munali, una villa realmente funzionante, un servizio di polizia che ci garantisca sicurezza anche dopo le sei del pomeriggio. E chi più ne ha più ne metta-. Di parere non diverso Sonia venticinquenne studentessa :” Io ormai non mi fido più di niente e di nessuno- affer-ma delusa- le votazioni non servono a niente. Promettono e basta. Intanto le strade con-tinuano a essere rotte, le piazze sono invase dalla spazzatura, abbiamo paura anche solo a uscire per strada. Il comune, a mio parere

non sa investire bene i propri soldi.- prosegue indignata- A Natale, hanno riempito il cen-tro città, Piazza Cirillo soprattutto, di luci e di fittizi alberelli di Natale- conclude rabbiosa- ma a noi cosa è servito? A che serve tenere le illuminazioni per Natale, quando abbiamo paura di percorrere le strade perchè piene di fossi?”. “Un servizio si polizia e sicurezza effi-ciente per tutti- dichiara Francesco studente ventenne- apertura di luoghi ludici e campetti comunali per i più piccoli, la riapertura del fa-moso campetto di Casoria, chiuso da decenni. - continua- luoghi di ritrovo più consoni alle esigenze di tutti, perchè di questo non se ne parla? I politici parlano e riempiono la testa di chiacchiere senza senso. Ma che aspettano

ad agire?”. Come si potrebbe affermare “Non ci sono più speranze”. Così in una Casoria in cui le generazioni del futuro si allontanano sempre di più dalla vita amministrativa e pre-feriscono non metterci più voce in capitolo, verrebbe da chiedersi cosa mai ci si potreb-be aspettare?Non certo cose positive quando la sfiducia e la speranza nel futuro vengono sempre meno. Sorgono così moderni valori “nuovi sballi” nell’illusione di una vita miglio-re e di un’ esistenza, almeno in un momento, più vivace. Così, come dimostrano i media, è stato fino a questo momento. Non solo nel capoluogo, ma anche nel comune nord di Napoli, fatti del genere se ne sentono ogni giorno. Per ora la battaglia per il “trono” della città non è ancora finita. Spetterà probabil-mente al prossimo sindaco cercare almeno in parte di “si-stemare le cose”. E di recuperare, forse, sparse nel comune le tan-te “pecorelle”, che per ora non sembrano ab-biano voglia di trovare la strada di casa.

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A T T U A L I T À

LA FEROCE GIOVENTU’“Un paese violento senza piu’ maestri”di Edy Vitale

E’ un quadro agghiacciante quello descritto dal-lo scrittore-giornalista Cesare Fiumi nel libro “La feroce gioventù, un pugno nello stomaco per chi vede in quei giovani dai 15 ai 25 anni anche i propri figli, costretti a vivere “ in un pa-ese violento senza più maestri”. Lo scrittore ci descrive con crudo realismo episodi di terribile violenza, scatenata da cause banalissime, com-piuti da “ragazzi allo sbando emotivo, storditi da sogni di soldi, di potere e apparire. Mine vaganti che prima o poi presenteranno il conto a chi se le è dimenticate. Una generazione cre-sciuta nel niente, in un Paese dove si è smesso da tempo di seminare per quelli a venire e si è messa una pietra tombale sulla pietà e sui prin-cipi, sui comportamenti e sui doveri morali”. I ragazzi violenti descritti da Pasolini venivano dalla povertà post-bellica, ma avevano fame di futuro. Al contrario questa generazione non ha fame di futuro, perché naviga a vista, non soffre di un disagio economico, bensì psicologico. La nuova tecnologia poi contribuisce fortemente alla mancanza di crescita emotiva. Abbiamo già avuto modo di accennare a questi nostri giovani, monadi solitarie, che si contattano attraverso i social network e che non sanno gestire la rela-zione artificiosa che si crea con i computer, né

dominare la frustrazione per cose banalissime. Essi vivono in un individualismo esasperato: il loro io non tiene conto dell’esistenza di milioni di altri io; per interrompere un’amicizia basta premere un tasto e cancellare chiunque da FB, per i contatti poi basta un sms, oppure una frase semplice, fatta di parole sempre più contratte, a discapito della ricchezza lessicale collegata a quella cerebrale.Tant’è. E se pensiamo a quei carabinieri ridotti in fin di vita da giovanissimi appena usciti da un rave party, ai ragazzini che danno fuoco ad un barbone per divertirsi, ad Amanda e Raffaele, ad Erica ed Omar, ci rendiamo conto che purtrop-po la realtà è questa: una generazione cresciu-ta senza fatica, senza sacrifici, ma anche senza speranza e prospettive per il futuro, per cui la console rappresenta spesso l’unica compagna.In effetti , anche se non è certo una giustifica-zione della devianza, la vita di questi giovani è dominata dal precariato, dalla mancanza di lavoro nonostante un’affannosa ricerca, dalla delusione , dall’incertezza e dalla paura del fu-turo . Una volta che risulta evidente la completa penalizzazione dei concetti di merito e profitto, i nostri giovani non hanno più valori né contro-valori, ma soprattutto non sono interessati ad averne; delusi, hanno rimosso i concetti di soli-darietà, impegno, rispetto, dignità, perdendo le proprie radici. Sotto accusa vengono posti poli-tica, famiglia e scuola: la politica che si muove con toni sempre più violenti, in modo confuso e inconcludente; la famiglia spesso assente che non trasmette più i valori e il rispetto delle re-

gole; la scuola sempre più devastata e impoveri-ta, mandata in malora senza investimenti.E allora che fare? Non restiamo così, allibiti ed impotenti, con le mani in mano, restituia-mo ai nostri ragazzi rispetto , fiducia e coraggio, recuperiamone l’autostima, prima che i casi di violenza insensata si moltiplichino e la dispe-razione li travolga. Innanzitutto è necessario dare giusto riconoscimento al merito, incorag-giare coloro che con impegno costante e serietà hanno raggiunto traguardi negli studi, ma che si vedono poi esclusi dal mondo del lavoro. E’ normale che sopraggiungano scetticismo, di-sperazione e rabbia quando non si riescono ad intravedere prospettive di inserimento lavorati-vo e di futuro ed è così facile diventare manodo-pera per chi fa caporalato della paura.Per i più giovani invece la scuola può attuare un’azione ef-ficace di pre-venzione e di sostegno psi-cologico. Certo è necessaria la d i sponib i l i tà di sovvenzio-ne economica di comuni e province, viste le scarsissime risorse messe a disposizione dal Ministero e la sensibilità e disponibilità di docenti e personale qualificato. Nella scuola media che dirigo è sta-to attivato con successo per il secondo anno il progetto ”Lo psicologo: un amico a scuola” , che vede la collaborazione e l’interazione attiva e costante della psicologa, di professori e famiglie, pronti a segnalare e a far emergere con tecniche mirate comportamenti a rischio dei ragazzi, per poi studiare insieme ed attivare le strategie più opportune a risolvere situazioni di conflitto, di paura, di disagio, valorizzando l’autostima degli alunni più fragili e demotivati, reindirizzan-done positivamente il processo di crescita. Al-lontanando molti adolescenti dalla deriva e dal fallimento, sono state così disinnescate le “mine vaganti”.

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C A S O R I A N I D . O . C .

Nicola Arnone:il signore delle bollicineIl grande business dell’acqua minerale.di Antonella Storti

Nicola Arnone 55 anni originario di Casoria è considerato il signore delle bollicine. Ha risusci-tato l’acqua morta da decenni e oggi imbottiglia numeri da capogiro. E’ presidente della Società Generale delle Acque minerali e la sua famiglia si occupa di beverage da quattro generazioni.La scoperta della vecchia sorgente, ferma da trent’anni, appartenente agli eredi di un medico condotto di Pratella. Appunto Pratella città di 1700 abitanti, dove a detta di uno storico locale Giuseppe Pace, i maschi nel passato venivano a cercare le fidanzate perché la pelle delle donne qui era più bella, più liscia, più gradevole. In-somma merito della sorgente di Pratella che con i suoi poteri terapeutici viene considerata tra le migliori d’ItaliaDa lì parte la grande avventura di Nicola Arnone datata 1985 con soli sette dipendenti.Oggi l’acqua Lete è l’effervescente naturale pro-dotta in Italia con il più basso contenuto di sodio, parola del ministero della Salute. La grande svol-ta negli anni 80, quando Nicola Arnone investe in nuove tecnologie imboccando la strada della modernità, realizza il grande sogno: il lancio

delle acque minerali in tutto il territorio nazio-nale. Grande comunicatore, l’acqua Lete diventa subito sponsor del Giro d’Italia della Juventus della Coppa del Mondo di Sci e Sponsor princi-pale del Calcio Napoli dalla stagione 2006/2007, credendo nel progetto di rinascita d una squadra finita nei meandri della serie C. Il sodalizio cre-ato nel tempo ha ripagato ampiamente lo spon-sor creando anche azioni di co-marketing. In un sondaggio effettuato a livello europeo sulla rico-noscibilità del marchio dopo ADIDAS e NIKE spicca l’acqua LETE a dimostrazione del grande

successo internazionale. Nel corso degli anni Ni-cola Arnone e la sua azienda dimostrano di esse-re molto sensibili anche ai problemi ecologici, firmando un accordo con Enel Energia per la fornitura di energia verde utilizzando, nei propri stabilimenti, energia prodotta da acqua, da sole e da vento vantando di essere la prima azienda in Italia a compiere una scelta così importante.

Non possono essere ignorate anche altre temati-che sociali. L’azienda di Nicola Arnone, colosso da 80 milioni di fatturato ha sede a Pratella nel Casertano, non di rado questa provincia finisce in prima pagina per due dolorose piaghe: rifiuti e camorra, e spesso le due piaghe s’incontrano. «Se i rifiuti sfuggiti al controllo ufficiale - ha scritto Roberto Saviano in Gomorra - fossero accorpa-ti in un’unica soluzione, nel loro complesso di-verrebbero una catena montuosa da quattordici milioni di tonnellate. Il Monte Bianco è alto 4810 metri, l’Everest 8844», il dato è angoscian-te, ma i 1028 metri del fiume Lete sono lì a fare da potente controparte, perché non siano sempre Casalesi o spazzatura a rappresentare la realtà di una provincia che produce anche piccoli miracoli imprenditoriali. Arnone non si è fermato davanti all’ambiente e alla ricerca vincendo così un’altra sfida sociale: la Lete ha più quote rosa. La presenza femminile nello stabilimento di Pra-tella supera il 35%, il dato va contro ogni statisti-ca sul settore delle acque minerali, l’Istat riporta numeri al di sotto del 19% per Italia e Campania, e addirittura meno del 13% per la provincia di Caserta. Nicola Arnone si dichiara soddisfatto: «L’affida-bilità del personale femminile è una garanzia». Ambiente, territorio, pari opportunità, ricerca e innovazione, impegno sociale e successo im-prenditoriale. Arnone, Casoriano DOC ha fatto centro!

PANORAMA CASORIANO

Presentazione del libro di Nunziante RuscianoAl distretto scolastico va in scena Madame Vittoria baldoria.Il giorno mercoledì 8 giugno alle ore 17,30 presso il 29° Distretto Scolastico di Casoria Via A. Torrente, nell’ambito della Manife-stazione Maggio dei Monumenti a Casoria, verrà presentato il libro “La Moda Ditirambo Rinvenuto tra i Manoscritti di Madama Vit-toria Baldoria, nativa di Casoria nella Stam-peria della Società Filomatica in Napoli 1833: <<Donna Vittoria Baldoria: è esistita oppure no? Il nostro amico Nunzio legge e rilegge il ditirambo a lei attribuito, lo studia e lo ana-lizza minuziosamente, alla ricerca della verità. Il lettore non può non appassionarsi perché è

trainato dalla forza con cui l’autore lavora al testo, passando amenamente dalla letteratura alla storia, dalla filolologia all’esegesi, inseren-dosi strategicamente in questo percorso con sagaci battute al ne di renderne più leggera e più piacevole la lettura. All’epoca di Vittoria Baldoria, un nome femminile sicuramente suscitava grande attenzione e l’universo ma-schile si poneva alla lettura con spirito critica-mente battagliero. Potrebbe darsi che questa donna di grande cultura e intelligenza, spiritosa e ironica, talvolta pungente nelle sue sferzate icastiche, sia veramente esistita; così com’è possibile che il celebre barone Miche-le Zezza si sia divertito a scherzare con uno pseudonimo… Chissà?! Certo è che vale la pena leggere questi versi, resi più interessanti dal commento di Nunziante Rusciano che, per primo si diletta in una ricerca non solo storico- filologica, ma soprattutto umana e psicologica. Con la speranza che donna Vit-toria sia realmente esistita e che presto venga alla luce un altro suo manoscritto, auguro - e sono certa che lo sarà - buona lettura a tutti.

Casoria: due Vigili Urbani sventano una rapinaGrazie al pronto intervento dei vigili urbani nelle persone dell’assistente capo Sebastiano Mangani e della collega assistente Anzalone Concetta il 14 Maggio scorso, è stata sven-tata una rapina ad un veicolo in via Duca D’Aosta. I due Vigili in servizio di pattuglia-mento del Territorio, accortisi dell’accaduto, sono riusciti ad evitare il furto dell’auto oltre che ulteriori danni al malcapitato proprieta-rio della stessa. Il malvivente alla vista dei vigili urbani si dava alla fuga scavalcando il muro di protezione dell’Istituto comprensi-vo Palizzi, lasciando poi perdere le tracce. Un ulteriore episodio che la dice lunga sul clima di insicurezza che si vive in città, a causa di molteplici episodi del genere. Il lie-to fine dell’ennesimo episodio di criminalità stavolta è dovuto alla prontezza dell’inter-vento degli agenti del corpo di Polizia Mu-nicipale.

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8 il giornale di Casoria • Venerdì 27 maggio 2011

C A S O R I A N E L L A S T O R I A

PERGOLESI era di Casoria? La verità sul celebre musicista del ‘700 in una piccola ricerca del 1831.di Giuseppe Pesce

Fino ai primi dell’800 fu diffusissima l’opi-nione che Gian Battista Pergolesi (1710-36), autore del celebre Stabat Mater (e di diverse altre opere, sia sacre che profane) fosse origi-nario di Casoria. La notizia era data per certa persino in molte enciclopedie dell’epoca, sep-pure tra molte smentite. Non era d’accordo Giuseppe Maria Galanti, che abitava a Ca-soria, nella sua Breve descrizione di Napoli e del suo contorno (1792); e nemmeno Loren-zo Giustiniani nel suo Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli (1797), che biasimava i cattivi “compilatori” e traduttori di enciclopedie.A sfatare definitivamente il dubbio fu però Carlo Antonio De Rosa, marchese di Villaro-sa, che dedicò all’argomento addirittura una Lettera biografica intorno alla patria e alla vita di Gio: Battista Pergolese celebre com-positore di musica (1831). Cosa l’aveva spinto ad intraprendere questa singolare ricerca? In

una precedente operetta, il Villarosa aveva citato Pergolesi scrivendo che era di Pergola, nelle Marche. Non si era informato sulle ori-gini del musicista, ma l’aveva superficialmen-te dedotta dal cognome. Qualche settimana dopo, ricevette così la lettera di protesta di un “Messer Tuttesalle” che gli rimproverava che Pergole-si «nella Terra vicina a Na-poli detta Casoria aveva avuto il natale».Lo studioso allora si giu-stificò: se aveva commes-so un errore, l’aveva fatto in buona fede. Tuttavia, impuntatosi, continuò la ricerca: «ma negar non posso che forte desìo, in me allora nacque di veni-re in chiaro del vero suolo ove il Pergolese venne alla luce del mondo».Fu così che, dopo aver ap-purato che le enciclopedie erano inesatte, se non «ine-sattissime», decise di cer-care la prova direttamente nelle due chiese di Casoria, San Mauro e San Bene-detto. La ricerca però non ebbe alcun esito: «Le più

minute ed esatte diligenze furon adoperate da persone diligentissime in que’ libri Batte-simali di dette Parrocchie che di parecchi anni precedevano, e seguivan quello in qui credeasi esservi segnata la nascita del Pergolese, e non venne fatto rinvenirvi il nome di costui».Non trovando a Casoria alcun documento, il Villarosa si rivolse allora per lettera a «molti eruditi uomini», cercando di ottenere notizie più certe. Fu così che riuscì ad ottenere final-mente la fede – cioè il certificato – di batte-simo del Pergolesi, che trascrisse nella sua ri-cerca. Il documento, a firma del parroco della chiesa di San Settimio in Jesi, certifica che, a tergo della pagina 584 del III libro dei bat-tezzati si trova scritto quanto segue: «A dì 4 Gennaro 1710. Giambattista figlio di France-

sco Andrea Pergolese e di D. Anna Vittoria Consor-te di questa Cura nato la notte antecedente a ore 10. Fu battezzato da me Mar-lico Capogrossi Curato. Padrini furono l’Illustris-simi Signori Giambattista Franciolini, e Signora Gc-ntilina ne’ Signori Hono-rati».È la prova definitiva che Pergolesi non nacque a Casoria. E senza docu-menti è impossibile dire se ci passò mai, o addirittura ci visse per qualche tempo, sperando magari che l’aria «umida ma proficua per ta-lune indisposizioni» della nostra cittadina alleviasse la malattia che lo por-tò alla morte: a Pozzuoli, nel 1736, all’età di appena 26 anni.

Una rara incisione di G. Morghen tratta dai Ritratti degli uomini il-lustri del regno di Napoli, stampati a Napoli da Nicola Gervasi, tra 1814-25. Sotto il ritratto si legge: «Gio. Battista Pergolesi, Celebre maestro di Cappella, Nacque in Casoria nel 1704, mori in Napoli nel 1737» (oltre l ’errore di Casoria, sono sbagliate persino le date di na-scita e morte!).

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9il giornale di Casoria • Venerdì 27 maggio 2011

C U L T U R A

“Siamo solo amici”L’ultimo libro di Luca Bianchini.di Rosa e Concetta Alvino

“Siamo solo amici”… Quante volte nella no-stra vita abbiamo detto o “subito” questa fra-se? Amori taciuti e nascosti nell’ombra di un sentimento altrettanto profondo, ma che non hanno il coraggio trasformarsi da bozzolo in farfalla? L’amicizia, un legame altrettanto intimo e complice, vive e si alimenta con le stesse ca-ratteristiche dell’amore, ma si ritrova spesso ad essere un po’ bistrattato, vissuto come un surro-gato di una passione amorosa… Ma in “Siamo solo amici”, ultimo libro di Luca Bianchini (torinese dall’anima profondamente passionale e “meridionale”, come lui stesso ama definirsi), è proprio l’Amicizia a muovere le sorti e i destini dei due protagonisti, Giacomo e Rafael, le cui vite si snodano tra una Vene-zia segreta e intrigante e una Torino borghese, agghindata con il suo più costoso e ricercato vestito.Al suo quarto romanzo, Luca Bianchini ha presentato la sua opera a Napoli, alla Fnac di Via Luca Giordano, tra un pubblico attento, incuriosito e interagente, coinvolto totalmente dall’energia comunicativa e la verve dello scrit-tore.

Difficile è fare una sinossi di un romanzo e mantenere la forza espressiva del racconto, te-nendo presente l’equa misura che necessaria-mente dovrebbe esserci tra la spiegazione e la dose giusta di curiosità che si deve rendere per accattivare il futuro lettore.In questo caso, forse, basterà dire che le parole aiutano il destino a rendere più bizzarro e più stuzzicante la trama, se in una locanda vene-ziana “l’Abadessa” si ritrovano due portieri, Giacomo il concierge, ossia portiere dell’alber-go, e l’ex “portiere” di calcio, il brasiliano Rafael.Due mondi, due uomini, due generazioni in apparente contrapposizione (come ha spiegato lo stesso Bianchini, “la contraddizione, la dif-ferenza è ciò che maggiormente sostenta una storia e la volontà di scriverla e raccontarla”) incrociano le proprie esistenze inondandole, invadendole come solo l’appuntamento col de-stino per due anime che si riconoscono sa fare.Giacomo, impeccabile e ligio all’ordine e ai do-veri, si scontra - incontra con Rafael, giovane uomo imbevuto della sua anima brasiliana …Tanto diversi, per arricchire le rispettive realtà.E poi c’è Elena (la “Madamina” della Torino bene che vuole tutto, senza badare a spese, e per l’apparenza vive un grigio matrimonio ste-reotipato con “L’ingegnere”), che alberga nei sogni notturni a cinque stelle di Giacomo, in perenne attesa di ritrovarla ospite nella sua Lo-canda…Un amore sognato e nutrito da sfug-genti sguardi, quando lei, la madamina, aveva portato il sole con i suoi capelli biondi e la sua

raffinatezza nel mondo di Giacomo in un bre-ve soggiorno veneziano e mantenuto vivo da qualche “cartolina” di ricorrenza.Donne sante, donne peccatrici, donne che gio-cano al baro con la vita. Frida, la prostituta che assomiglia un po’ a Gesù e un po’ alla Golino; la Signora Silvana che, tra prosecchi e tramez-zini, osserva le vite degli ospiti dell’albergo con uno sguardo più profondo, forse con quell’at-tenzione di chi non ha totalmente in mano le sorti della propria di esistenza; Tamara, così particolare che, se si aggiunges-se una “erre” al nome, non si andrebbe così lontani dalla descrizione co-lorita di un per-sonaggio tanto ingenuo quanto sognatore. E poi c’è Vene-zia con i suoi canali, con i suoi colori, con i suoi aperitivi e avvolta da quel fa-scino senza tempo, peculiarità esclusiva di una città a galla tra il passato e il presente.Bianchini ha dato vita ad un romanzo più ma-turo, dove si rivelano ancor di più le sue doti e la sua pungente ironia. Si ride, si piange, si pensa, come solo le grandi Storie sanno fare.

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11il giornale di Casoria • Venerdì 27 maggio 2011

S P O R T

De Laurentis-Mazzarripace fatta!Lieto fine tra presidente e tecnico.di Francesco Scalamogna

Quella che era diventata un’incalzante teleno-vela tra presidente e tecnico ha avuto il lieto fine. Il tanto atteso incontro tra i due, previsto per la fine del campionato, è avvenuto lunedì 23 Maggio negli studi della Filmauro. In un comunicato stampa ufficiale, la società parteno-pea fa sapere che Presidente ed il tecnico di San Vincenzo hanno avuto un chiarimento che li ha rafforzati nei loro rapporti interpersonali e che si sono gettate le basi di una nuova collaborazio-ne per continuare nel programma di costruzione e crescita del secondo quinquennio, che dovrà cogliere quelle trasformazioni in essere ed in fieri nel mondo del calcio, sempre nel rispetto del fair-play voluto dal Presidente della Fifa Michel Platini. In parole povere, i due si sono stretti la mano e hanno deciso di voltare insieme pagina, con buona pace di Gian Piero Gasperi-ni che era stato accostato alla panchina azzurra come successore di Mazzarri. Ora più che mai società, calciatori e tifosi possono godersi i frutti di quella che è stata una stagione da record: 70 punti, punteggio record nell’era dei tre punti per la vittoria (il precedente record era del 2009/10 con 59 punti); 9 vittorie esterne, mai il Napoli aveva vinto tanto in trasferta in serie A (il prece-dente record era di 7 successi esterni ottenuti nel 1933/34, nel 1986/87 e nel 1988/89); Cavani 26 gol, nessun calciatore azzurro aveva mai segnato tanto in una stagione di serie A (il precedente record apparteneva a Vojak che segnò 22 gol nel 1932/33); imbattibilità interna, De Sanctis su-pera Castellini con 798 minuti senza subire gol

a Fuorigrotta; lo stakanovista Morgan De San-ctis è stato l’unico calciatore di serie A ad aver giocato tutti i minuti delle ultime due stagioni, 76 presenze su 76 senza mai essere sostituito.In riferimento a Juventus-NapoliIn occasione dell’ultima giornata di campionato a Torino, Mazzarri dà ampio spazio alle secon-de linee; a centrocampo il baby Maiello, autore di una bella prestazione; in attacco esordio dal primo minuto per Lucarelli. Napoli e Juventus impattano sul due a due al termine di una gara intensa, spettacolare e giocata a viso aperto. La girandola di gol ed emozioni targate Maggio, Chiellini, Lucarelli e Matri traghettano la gara verso il pareggio finale, decretando un verdetto durissimo per i bianconeri, che devono abban-donare il proposito di competere in Europa. La gara dell’Olimpico si è conclusa tra i fischi del popolo bianconero, che ha sonoramente conte-stato i giocatori che, a fine gara, sono andati sot-to la curva ad applaudire la tifoseria. Unici cori a tenere banco a fine gara quelli dei tifosi azzurri accorsi a Torino Oi vita oi vita mia!Il punto sul mercatoLa società azzurra ha già blindato due contrat-ti in cassaforte. Sono quelli di Tim Matavz, 22 anni, sloveno, attaccante del Groningen, squadra con la quale ha disputato 65 partite nelle ultime due stagioni, realizzando 31 reti; si tratta di una punta dal fisico possente, abile nel gioco aereo, fa parte della nazionale del suo Paese con la quale ha giocato 8 gare, segnando tre gol. L’altro ac-quisto concluso è quello di Federico Fernandez, 22 anni, argentino, difensore dell’Estudiantes; il centrale è cresciuto nelle giovanili dell’Estu-diantes ed ha esordito con la nazionale maggio-re. Al termine di una buona annata, riscattato Hassan Yebda (27) dal Benfica. Rientro alla base per Luca Cigarini (25), che non sarà riscattato

dal Siviglia. Sul fronte trattative, è in dirittura d’arrivo la trattativa che porta a Gokhan Inler (27), centrocampista dell’Udinese a lungo in-seguito dalla dirigenza azzurra: al club friulano andranno 12,5 milioni più l’altra metà del car-tellino di Denis. A completare il reparto di cen-trocampo, è sfida a 3 tra Napoli, Juventus e Inter per il viola Riccardo Montolivo (26). Viva è pure la pista per il capitano blucerchiato Angelo Palombo (30), su cui insiste pure la Fiorentina. Per il ruolo di vice-Lavezzi, è calda la pista che porta all’argentino Mario Alberto Santana (29), in scadenza a giugno con la Fiorentina. Senza fondamento, al momento, la trattativa per giun-gere a Borja Valero (26), secondo il suo agente Alejandro Camagno. Il centrocampista spagno-lo era stato apprezzato dai dirigenti azzurri du-rante la doppia sfida contro il Villareal in Euro-pa League. In attacco, l’ex punta juventina David Trezeguet (34), in scadenza con l’Hercules, con-tinua a mandare messaggi d’amore alla squadra azzurra, voci confermate pure dal suo procura-tore Caliendo. La punta francese garantirebbe la giusta esperienza per affrontare la massima competizione Europea. Più difficile la trattativa che porta alla rivelazione Alexis Sanchex (25), il Presidente friulano Pozzo ha chiesto 35 milio-ni di euro. Ritorno di fiamma per il macedone Goran Pandev (28), in forza all’Inter, già accostato in passato al Napoli, col procuratore Carlo Pallavicino che con un “Nulla è impos-sibile” lascia presagire i margini per una tratta-tiva. Il noto quotidiano sportivo spagnolo As indica in Lavezzi (26) il prossimo sostituto del Kun Aguero (23), in partenza dall’Atletico Madrid con destinazione Real Madrid o Juven-tus, ma difficilmente il Presidente lascerà partire uno dei suoi gioielli. Saluta la piazza napoletana dopo 3 stagioni e mezzo Michele Pazienza, uno dei pilastri del centrocampo del Napoli dall’arri-vo di Mazzarri. Andrà ad accasarsi alla Juventus con un contratto di 1,5 milioni a stagione. Ciao Michele, il pubblico di Napoli ti sarà sempre grato per aver onorato la maglia azzurra!

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12 il giornale di Casoria • Venerdì 27 maggio 2011

C A S A C A S O R I A

Valutare un immobileIl sistema comparativo rappresenta il criterio più rappresentativo. di Carlo De Vita

La valutazione immobiliare è un’at-tività svolta da professionisti abilitati ed ha come obiettivo la determina-zione del valore patrimoniale dell’im-mobile, rispetto al valore di mercato.Tale attività, si concretizza con l’elabo-razione di un rapporto di valutazione dove il professionista evi-denzia le caratteristiche del’immobile. Spesso nel-la valutazione immobilia-re intervengono fattori di notevole importanza che possono alterare i valori di mercato, questo perché il valore della stima non è basato solo e sempre sulle caratteristiche dell’immo-bile (grado di ristruttura-zione, stato degli interni, vicinanza a mezzi pubblici o al posto di lavoro,) ma,

ultimi sei mesi, relativo alle compra-vendite effettuate dallo stesso ufficio per tipologia di immobile con carat-teristiche similari.Va evidenziato che spesso la valuta-zione dell’immobile, fatta dal profes-sionista, viene ritenuta bassa rispetto al desiderio di realizzare performance molto più elevate, ciò comporta una collocazione sul mercato di un im-mobile che nei primi mesi di lavoro non viene visionato e di conseguenza, un aggravio dei tempi per la defini-zione della vendita.La statistica e l’esperienza del Grup-po NAPOLINCASA evidenzia che

le vendite effettuate corri-spondono sempre alle va-lutazioni da noi effettuate, ciò a dimostrazione che le valutazioni rappresentano il vero valore di mercato e quindi il consiglio ai let-tori è di affidarsi a profes-sionisti esperti e realisti, nella formulazione del valore dell’immobile, sen-za creare false aspettative, pratica molto frequente tra professionisti privi di etica professionale.

possono intervenire fattori impreve-dibili (quotazioni di immobili simili sul mercato, svalutazione, variazioni della domanda). Essa rappresenta la fase più importante per la collocazio-ne di un immobile sul mercato.Il sistema comparativo rappresenta il criterio utilizzato nella pratica im-mobiliare e cioè, la valutazione del prezzo viene determinata tenendo presente l’ubicazione dell’immobile, lo stato dei luoghi e la quadratura. Questi elementi vengono confronta-ti con l’elaborazione della domanda attraverso un borsino immobiliare e consultando l’archivio storico degli

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13il giornale di Casoria • Venerdì 27 maggio 2011

R U B R I C A L E G A L E / C A S E E C O N D O M I N I O

L’ascensore in un fabbricato che ne è privoL’installazione dell’ascensore in un edificio condominiale ed il superamento delle barriere architettoniche. A cura dell ’Avv. Rodolfo Cusano

Uno dei problemi più difficili che spesso si trova ad affrontare la compagine con-dominiale è quello relativo all’installazio-ne dell’ascensore in un fabbricato che ne è privo. La legge n. 9 del gennaio 1989 n. 13 che contiene disposizioni rivolte alla eliminazione delle barriere architettoni-che negli edifici privati, ha reso più facile detta installazione. Infatti, tale norma-tiva introduce all’art. 2 la possibilità di approvare modifiche alle parti comuni dell’edificio che siano rivolte al supe-ramento delle barriere architettoniche, con delibere assembleari a maggioranza ridotta rispetto a quelle previste per l’in-novazione ( in seconda convocazione: un terzo dei partecipanti al condominio ed almeno un terzo dei millesimi). Però trattandosi pur sempre di innovazione, coloro che non vogliono partecipare alla spesa possono estraniarsi. Salvo poi sod-disfare pro quota la relativa spesa, qua-

lora, anche successivamente, vogliano utilizzare l’impianto.Vi è da precisare che questa normativa non si applica solo ai condomini dove è presen-te un portatore di handicap ma ha inve-ro una generalizzata applicazione avendo la legge, lo scopo di favorire la mobilità dell’handicappato ovunque esso si trovi, e vale anche per opere diverse dall’ascensore: servoscala ed altre strutture mobili.Fatta la richiesta al condominio, qualora questo ultimo rifiuti o ritardi la decisione, i portatori di handicap potranno installa-re a loro spese sia l’ascensore sia strutture mobili o facilmente rimovibili. La legge per facilitarne la realizzazione stabilisce che dette opere possono anche essere rea-lizzate in deroga alle norme sulle distanze

disciplina applicabile anche per i cortili e chiostrine interni ai fabbricati oltre che co-muni a più fabbricati.Dal complesso delle disposizioni esamina-te risulta palese l’intento del legislatore di fare prevalere l’interesse sociale della salu-te dei cittadini rispetto ai singoli interessi privati e condominiali.Sono fatti salvi i limiti di cui all’art. 1120, 2° comma c.c. e cioè, giammai dette opere potranno recare pregiudizio alla stabilità ed alla sicurezza del fabbricato, alterare il decoro architettonico o rendere talune par-ti dell’edificio inservibili anche ad uno solo dei condomini.Tutti coloro che sono interessati alla trat-tazione di particolari argomenti potranno segnalarli alla redazione del giornale.

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14 il giornale di Casoria • Venerdì 27 maggio 2011

R U B R I C A M E D I C A

Pillole di pediatriaE’ nato un bimbo!Quanti dubbi!Prima parte.

A cura del Dr. Liberatore Graziano Pediatra

La nascita di un figlio è una grande emo-zione ma porta con sé tanti dubbi.Senza avere la presunzione di esaurire tut-to l’argomento in poche righe, cercherò di dare una risposta alle domande che più fre-quentemente le neomamme mi pongono e di sfatare alcune false credenze.In questo numero parleremo di allattamen-to al seno.Per un neonato non c’è alimento migliore del latte della sua mamma. Esso, infatti, contiene tutte le sostanze nutritive di cui ha bisogno, modifica la sua composizione per adeguarsi alle esigenze del bambino, favorisce un ottimale sviluppo cognitivo e lo protegge dalle infezioni, dall’obesità e da molte altre malattie.Il latte materno non può essere “leggero” ma a volte può essere poco; bisogna ricor-

dare che la produzione di latte può variare nel corso della giornata e tra un giorno e l’altro. In questi casi è sufficiente attaccare il bambino più spesso al seno: la sua suzione è l’unico stimolo in grado di aumentare la produzione del latte! Solo se il pediatra ri-scontra una crescita insufficiente, può essere utile integrare l’allattamento al seno con latte in formula.Il lattante non va alimentato ad orari pre-stabiliti: l’alimentazione è “a richiesta” per orari e quantità, sia che sia allattato al seno che con latte artificiale.Il bambino che lo richiede va, quindi, allattato anche di notte.Consigli dietetici per la mamma che allatta:1. Consumare pasti sani e bilanciati, in

modo ordinato ma senza mettersi a dieta2. Bere molta acqua naturale3. Assumere più latte o latticini per l’au-

mentato fabbisogno di calcio 4. Limitare il consumo di caffè, tè, cioccola-

to, coca-cola, alcool, spezie 5. Consumare regolarmente frutta e verdu-

ra, compresi i legumi! Evitare il consumo di verdure dal sapore spiccato o amaro e quelle che “puzzano” come aglio, cipolle crude, asparagi, porri, carciofi, cavoli, etc. che possono condizionare il sapore del

latte materno. 6. Evitare superalcoolici, molluschie ali-

menti a rischio di infezioniDurante l’allattamento il lattante non ha bisogno di bere: il latte contiene tutta l’ac-qua di cui ha bisogno. Tuttavia, in quelle situazioni in cui aumenta il fabbisogno di liquidi (clima caldo, sudorazione, febbre, diarrea) è utile offrire al bambino dell’acqua da bere per vedere se la vuole: se la rifiuta, non insistere; vuol dire che non ne ha bi-sogno!Non c’è un limite preciso all’età in cui bi-sogna interrompere l’allattamento: il latte materno mantiene sempre le sue qualità.Ricorda, inoltre che:1. durante l’allattamento è assolutamente

sconsigliato fumare e non bisogna assu-mere farmaci senza il parere del medico

2. non è necessario avere un seno grande per produrre una quantità sufficiente di latte.

3. allattare non provoca miopia né fa perde-re i capelli. Questi ultimi, dopo il parto, entrano in una naturale fase di ricambio sia che si allatti o meno: niente paura, torneranno presto come prima!

4. Allattare al seno protegge la mamma dal cancro al seno.

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15il giornale di Casoria • Venerdì 27 maggio 2011

L E T T E R E A L D I R E T T O R E

Anno 1 - Numero 5Venerdì 27 maggio 2011

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Inserto di Napolincasa News

Aut. Tribunale di Napolin. 0062 del 30/09/2005

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Direttore responsabile: Giuseppe Storti

In redazione:Rosa e Concetta Alvino,

Daniela Devecchi, Margherita De Rosa, Antonella Storti, Giusto, Francesco Scalamogna,

Liberatore Graziano, Edy Vitale, Angela Uliano, Giovanna Bocchetti,

Gennaro Calvanese, Pasquale Di Petta.

Direzione e redazione:Via S. Di Giacomo, 6/8

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“RESTITUIRE ALLA CONVIVENZA CIVILE LA DIGNITA’ PERDUTA”Gentile Direttore,in un incontro di spiritualità evangelica, svoltosi nella mia Parrocchia, è stata rac-contata un’esperienza molto significativa, e così come l’ho appresa, la pongo alla sua cortese attenzione e a quella dei lettori del Giornale che dirige con equilibrio. Apprezzo molto, infatti, i suoi editoriali per la pacatezza con cui argomenta e l’as-sennatezza delle sue riflessioni. La vicenda riguarda la caposala di un ospedale napoletano, afflitta da gravi pro-blemi economici a causa dell’interruzio-ne della cassa integrazione guadagni per-cepita dal marito e dello stato di perenne disoccupazione del figlio. In tale conte-sto, un collega l’avvisa della prossima ve-nuta in ospedale di un influente politico, che vuole farsi conoscere e le chiede di poterlo ospitare nella sua stanza di repar-to in cui lei lavora. La signora, ascoltan-do tale richiesta, intravede la possibilità di potersi raccomandare a quella persona che considera quasi inviata da Dio per la soluzione dei suoi problemi; per questo, chiede al collega se anche lui creda sia

possibile chiedere nell’occasione un aiu-to per le sue ristrettezze. La risposta è pronta e affermativa: non ci sarà nessuna difficoltà. Tornata a casa, però, un senso di ri-morso la invade: comincia a pensare che cristianamente la raccomandazione non è accettabile e che, fidandosi di Dio, si-curamente Lui potrà trovare la maniera di risolvere le sue necessità. Così, in un intenso colloquio orante col Signore, matura la sua ferma decisione: chia-ma al telefono il collega e gli comunica l’impossibilità di partecipare all’incontro elettorale, non spiegandogli più di tanto perché non le sia più possibile partecipare all’incontro. In serata stessa giunge pun-tuale la risposta di Dio: una telefonata, a lungo attesa, comunica la ripresa della cassa integrazione che era stata sospesa. Questa interessantissima esperienza, ascoltata proprio mentre anche nella no-stra Casoria sono in corso le votazioni municipali, mi ha fatto tanto riflettere. Quanto è possibile fidarsi dell’operato di un politico che per raggiungere i suoi obiettivi è pronto a corrompere? E inol-tre, chi è abituato a certi mezzi potrà mai operare per il bene dei cittadini, senza scendere a compromessi e corruzioni? Non possiamo, né dobbiamo continuare ad assistere al degrado e alla rovina del-la nostra Città, provocati dall’egoismo e dall’indifferenza di persone senza scru-poli. Alla politica attuale servono l’one-stà e la fraternità, parole nuove per certe logiche di potere, ma capaci di superare criteri di partitismo e di interesse privato, per restituire alla convivenza civile la di-gnità perduta. Chi crede nel Dio di Gesù Cristo, non può chiedere favori perso-

nali, ma deve sempre porre in relazione le proprie esigenze con i bisogni della comunità e, per questi, battersi a livello individuale e in ambito associativo.

Con stima, Ugo Ferrantini

Gentilissimo Sig. Ugo, innanzitutto gra-zie. Rispondo brevemente agli interroga-tivi posti dalla sua lettera. Nell ’eticità dei comportamenti, entra in gioco il libero ar-bitrio. Per cui la risposta è semplice: dipende da noi! Dopodichè chi, e ne conosco tanti, non sono giocoforza liberi nelle scelte, per-ché condizionati dal bisogno, possono cedere alle lusinghe della malapolitica che scambia i diritti per favori. Ma non bisogna dispe-rare. Anzi, giova ricordare le parole che il grande Papa polacco pronunciò nella città capoluogo: “Napoli - disse - ha bisogno di sperare”. Da quella visita nacque l ’invito a organizzare la speranza, tema sviluppato peraltro anche in un bellissimo libro del car-dinale Crescenzio Sepe, e che rivive in modo speciale in questo anno giubilare per Napoli, fortemente voluto dal nostro Arcivescovo”. Resistere e sperare sono le più efficaci armi contro il degrado dell ’etica pubblica.

G.S.

Page 16: Anno 1 - Numero 5 - Venerdì 27 maggio 2011 … giornale di Casoria • Venerdì 27 maggio 2011 3 E D I T O R I A L E riesce a decifrare il tipo di patologia del pa-ziente. Ci ricorda,