anno 1 maggio 2011 - oratoriosancolombano.com · miracolo di guarigione dal morbo di Par- ... Laura...

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Oratorio è… Giovanni Paolo II diventa beato!!! di don Paolo La Beatificazione di un cristiano è il mo- mento in cui la Chiesa riconosce le virtù umane e di fede di un uomo e lo pone co- me esempio, guida e intercessore per tutti. Viene scelto un giorno particolare del calendario in cui, in alcune diocesi, è possibile venerare la sua memoria. Il processo di beatificazione è lungo e richiede diverse indagini e approfondi- menti sulla testimonianza cristiana, sul contenuto degli scritti e necessita del riconoscimento di un miracolo accaduto grazie all’intercessione del beato. Nel caso di Karol WoJtyla questo pro- cesso, per volere di Benedetto XVI, è stato accorciato nei tempi con un note- vole sforzo per esaminare le migliaia di pagine scritte da Giovanni Paolo II e per accelerare i tempi di riconoscimento del miracolo di guarigione dal morbo di Par- kinson di Suor Marie Simon Pierre Nor- mand. Questo iter ci porta al 1 maggio in Piaz- za San Pietro quando la Chiesa universa- le festeggerà la sua beatificazione e tutti noi potremo confidare in un padre, un amico, un fratello che dal cielo, come fece in terra, accompagnerà la nostra vita, sostenendo i deboli, camminando con gli affaticati di cuore, fasciando le ferite dell’anima, gioendo con i giovani, illuminando le coscienze e portando la pace. La santità di Giovanni Paolo II è stata invocata subito il 2 aprile 2005 (giorno della morte) dai cristiani gridando «Santo Subito !». Erano le 22.03 quando Mons. Leonardo Sandri si affacciava dal balcone di San Pietro per annunciare: «fratelli e sorelle, alle 21 e 37, il nostro amatissimo Santo Padre Giovanni Paolo II è tornato alla casa del Padre». Milioni Ne New o oratorio n news N. 3 anno 1 maggio 2011 Ciclostilato in proprio “L’AMICIZIA “ di L.B. E’ quello che doni e quello che ricevi. L’amicizia non altera i ritmi ma accarezza il cuore con atti di benevolenza concreti e disinteressati. Nell’amicizia la discussione non diventa mai un litigio usa il pensiero per parole che non feriscono. Tieni sempre occhi attenti sulle pene dell’altro.

Transcript of anno 1 maggio 2011 - oratoriosancolombano.com · miracolo di guarigione dal morbo di Par- ... Laura...

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Giovanni Paolo II diventa beato!!! di don Paolo

La Beatificazione di un cristiano è il mo-

mento in cui la Chiesa riconosce le virtù

umane e di fede di un uomo e lo pone co-

me esempio, guida e intercessore per

tutti. Viene scelto un giorno particolare

del calendario in cui, in alcune diocesi, è

possibile venerare la sua memoria.

Il processo di beatificazione è lungo e

richiede diverse indagini e approfondi-

menti sulla testimonianza cristiana, sul

contenuto degli scritti e necessita del

riconoscimento di un miracolo accaduto

grazie all’intercessione del beato.

Nel caso di Karol WoJtyla questo pro-

cesso, per volere di Benedetto XVI, è

stato accorciato nei tempi con un note-

vole sforzo per esaminare le migliaia di

pagine scritte da Giovanni Paolo II e per

accelerare i tempi di riconoscimento del

miracolo di guarigione dal morbo di Par-

kinson di Suor Marie Simon Pierre Nor-

mand.

Questo iter ci porta al 1 maggio in Piaz-

za San Pietro quando la Chiesa universa-

le festeggerà la sua beatificazione e

tutti noi potremo confidare in un padre,

un amico, un fratello che dal cielo, come

fece in terra, accompagnerà la nostra

vita, sostenendo i deboli, camminando

con gli affaticati di cuore, fasciando le

ferite dell’anima, gioendo con i giovani,

illuminando le coscienze e portando la

pace.

La santità di Giovanni Paolo II è stata

invocata subito il 2 aprile 2005 (giorno

della morte) dai cristiani gridando

«Santo Subito !». Erano le 22.03 quando

Mons. Leonardo Sandri si affacciava dal

balcone di San Pietro per annunciare:

«fratelli e sorelle, alle 21 e 37, il nostro

amatissimo Santo Padre Giovanni Paolo

II è tornato alla casa del Padre». Milioni

NeNew ooratorio nnews N. 3 anno 1 maggio 2011 C

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stilat

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pro

prio

“L’AMICIZIA “ di L.B.

E’ quello che doni

e quello che ricevi. L’amicizia non altera i ritmi

ma accarezza il cuore con atti di benevolenza

concreti e disinteressati. Nell’amicizia la discussione non diventa mai un litigio

usa il pensiero per parole che non feriscono. Tieni sempre occhi attenti

sulle pene dell’altro.

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La redazione Alessandro Gemignani

Andrea Coldani

Andrea Cuppone

Arianna Guzzon

Cristian Di Cosimo

Don Paolo

Elena Malaraggia

Gabriele Tosi

Gaia Tavazzi

Giada Mainardi

Giovanni Pasquali

Laura Bosoni

Luca Fontana

Luca Gibelli

Luca Piccoli

Matteo Carenzi

Matteo Micheli

Mattia Maniezzo

Paola Fulghieri

Silvia Vignati

Sonia Polvara

Stefano Poggi

In questo numero…

Pag.1 - Editoriale

Pag.4 - Buon Compleanno Italia!

Pag. 8 - Pulisci il tuo oratorio!

Pag. 9 - ADMO: una scelta per la

vita

Pag 10 - Si apre il sipario!

Pag. 12 - “Vecchia emozione senza

un’età”

Pag. 14 - cineforum: “La Nostra Vi-

ta”

Pag. 15 - cinema: “Gran Torino”

Pag. 18 - libro: “Acqua”

Pag. 20 - sport: San Colombano Ba-

sket

Pag. 22– musica: Ehi ciccio, ci scap-

pa del rock!

Pag. 25 - videogames: Call of Duty

- Black Ops

Pag. 27 - C’è posta per te

Pag.28 Calendario Marzo 2011

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di uomini e donne, giovani e anziani, si

sono uniti in preghiera per salutare un

uomo a cui tutto il mondo ha voluto be-

ne e che ciascuno sentiva vicino e amava

come un padre.

Giovanni Paolo II ha saputo portare il

Vangelo nella storia degli uomini, ha av-

vicinato la Chiesa al mondo, ha testimo-

niato la forza della fede anche nel vive-

re la sofferenza in maniera pubblica.

Ha saputo unire fermezza e rigidità

nella difesa dei valori dottrinali con la

tenerezza e la spontaneità del buon Pa-

store. Questo Papa «chiamato di un paese lontano» (così si definiva il 16

ottobre 1978, giorni della sua elezione

al soglio pontificio) ha saputo non solo

farsi vicino ma entrare nel cuore degli

uomini. C’è chi lo ricorda con gli sci ai

piedi o sui sentieri delle amate monta-

gne, chi ad Agrigento mentre attacca i

mafiosi, chi scendere da un aereo men-

tre visita i popoli della terra. Per i gio-

vani il ricordo più caro sono le giornate

della gioventù quando il loro Papa stava

in mezzo a loro, ne condivideva la vitali-

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tà, lo slancio, la gioia e li esortava

a vivere intensamente, guardando

in alto, con Cristo. Giovanni Paolo

II ai suoi figli ha sempre indicato

la strada del Vangelo come via per

raggiungere la felicità, invitandoli

ad essere le “sentinelle del matti-

no”, di quel nuovo mattino dell’uma-

nità che le nuove generazioni sono

chiamate a costruire. Le parole

pronunciate dal Papa all’inizio del

suo pontificato hanno rappresenta-

to il “sommario” della sua azione di

pastorale: « Fratelli e Sorelle! Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà! Aiu-tate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e, con la potestà di Cristo, servire l’uomo e l’u-manità intera! Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua sal-vatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti cam-pi di cultura, di civiltà, di svi-luppo. Non abbiate paura! Cri-sto sa «cosa è dentro l’uomo». Solo lui lo sa! »

Queste parole ci dicono che ri-

cordarlo significa seguire la

strada che lui ci ha indicato,

quella del Vangelo. Come cristia-

ni non dobbiamo fermarci alla

sua enorme figura, al suo splen-

dido lato umano, ma grazie al

suo esempio rafforzare la nostra

fede, cercare il Signore, aprire, anzi

spalancare le porte del nostro cuore

a Gesù.

Il 22 ottobre (giorno di inizio del

suo pontificato, stabilito per cele-

brarne la memoria liturgica) sarà un

giorno speciale per tutti quei giova-

ni cresciuti con GP2 (così veniva

chiamato dai suoi “papaboys”). Sarà

un giorno in cui sentire nuovamente

quel suo abbraccio che sa scaldare i

cuori e volgere lo sguardo verso il

Maestro e Amico Gesù Cristo.

Grazie Signore per il dono di Gio-

vanni Paolo II, grazie alla sua inter-

cessione aiutaci ad essere sale della

terra, sentinelle del nuovo mattino,

testimoni della gioia del Vangelo.

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Breve biografia di Giovanni Paolo II

Karol Józef WoJtyła, eletto Papa il

16 ottobre 1978, nacque a Wadowi-

ce (Polonia), il 18 maggio 1920.

Era il secondo dei due figli di Karol

Wojtyła e di Emilia Kaczo­rowska,

la quale morì nel 1929. Suo fratello

maggiore Edmund, me­dico, morì nel

1932 e suo padre, sottufficiale

dell’esercito, nel 1941.

A nove anni ricevette la Prima Co-

munione e a diciotto anni il sacra-

mento della Cresima. Terminati gli

studi nella scuola supe­riore di Wa-

dowice, nel 1938 si iscrisse all’Uni-

versità Jagellónica di Cracovia.

Dal 1933 al 1943 partecipa come

attore alle rappresentazioni tea-

trali clandestine.

Quando le forze di occupazione na-

ziste chiusero l’Università nel 1939,

il giovane Karol lavorò (1940-1944)

in una cava e poi in una fabbrica

chimica Solvay per potersi guada-

gnare da vivere ed evitare la de-

portazione in Germania.

A partire dal 1942, sentendosi

chiamato al sacerdozio, frequentò i

corsi di formazione del seminario

maggiore clandestino di Cracovia,

diretto dall’Arcivescovo, il Cardina-

le Adam Stefan Sapie­ha. Nel con-

tempo, fu uno dei promotori del

“Teatro Rapsodico”, anch’esso clan-

destino.

Dopo la guerra, continuò i suoi studi

nel seminario maggiore di Cracovia,

nuovamente aperto, e nella Facoltà

di Teologia dell’Uni­versità Jagelló-

nica, fino alla sua ordinazione sa-

cerdotale, a Craco­via, il 1° novem-

bre 1946. Successivamente, fu in-

viato dal Cardinale Sapieha a Roma,

dove conseguì il dottorato in teolo-

gia (1948), con una tesi sul tema

della fede nelle opere di San Gio-

vanni della Croce. In quel periodo,

durante le sue vacanze, esercitò il

ministero pasto­rale tra gli emi-

granti polacchi in Francia, Belgio e

Olanda.

Nel 1948 ritornò in Polonia e fu

coadiutore dapprima nella par­

rocchia di Niegowié, vicino a Craco-

via, poi in quella di San Floriano, in

città. Fu cappellano degli universi-

tari fino al 1951, quando riprese i

suoi studi filosofici e teologici. Nel

1953 presentò all’U­niversità Cat-

tolica di Lublino una tesi sulla pos-

sibilità di fondare un’etica cristiana

a partire dal sistema etico di Max

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Scheler. Più tardi, divenne profes-

sore di Teologia Morale ed Etica

nel seminario maggiore di Cracovia

e nella Facoltà di Teologia di Lubli-

no.

Il 4 luglio 1958, il Papa Pio XII lo

nominò Vescovo Ausiliare di Craco-

via e titolare di Ombi. Ricevette

l’ordinazione episcopale il 28 set-

tembre 1958 nella cattedrale del

Wawel (Cracovia), dalle mani

dell’Arcivescovo Eugeniusz Baziak.

Il 13 gennaio 1964 fu nominato Ar-

civescovo di Cracovia da Papa Paolo

VI, che lo creò Cardinale il 26 giu-

gno 1967.

Partecipò al Concilio Vaticano II

(1962-1965) dando un con­tributo

importante all’elaborazione della

costituzione Gaudium et spes. Il

Cardinale Wojtyła prese parte an-

che alle 5 assemblee del Sinodo dei

Vescovi, anteriori al suo Pontifica-

to.

Venne eletto Papa il 16 ottobre

1978 e il 22 ottobre ebbe inizio il

suo ministero di Pastore Universale

della Chiesa.

Papa Giovanni Paolo II ha compiuto

146 visite pastorali in Italia e, co-

me Vescovo di Roma, ha visitato

317 delle attuali 332 par­rocchie

romane. I viaggi apostolici nel mon-

do, espressione della costante sol-

lecitudine pastorale del Successore

di Pietro per tutte le Chiese, sono

stati 104.

Tra i suoi documenti principali si

annoverano 14 Encicliche, 15 Esor-

tazioni apostoliche, 11 Costituzioni

apostoliche e 45 Lettere apostoli-

che. A Papa Giovanni Paolo II si at-

tribuiscono anche 5 libri: “Varcare

la soglia della speranza” (ottobre

1994); “Dono e miste­ro: nel cin-

quantesimo anniversario del mio sa-

cerdozio” (novembre 1996);

“Trittico romano”, meditazioni in

forma di poesia (marzo 2003);

“Alzatevi, andiamo!” (maggio 2004)

e “Memoria e Identità” (febbraio

2005).

Papa Giovanni Paolo II ha celebrato

147 riti di beatificazione, nei quali

ha proclamato 1338 beati, e 51 ca-

nonizzazioni, per un totale di 482

santi. Ha tenuto 9 concistori, in cui

ha creato 231 (+ 1 in pectore) Car-

dinali. Ha presieduto anche 6 riu-

nioni plenarie del Collegio Cardinali-

zio.

Dal 1978 ha convocato 15 assem-

blee del Sinodo dei Vescovi: 6 ge-

nerali ordinarie (1980, 1983, 1987,

1990, 1994 e 2001), 1 as­semblea

generale straordinaria (1985) e 8

assemblee speciali (1980, 1991,

1994, 1995, 1997, 1998 [2] e 1999).

Il 13 maggio 1981 in piazza San Pie-

tro ha subito un grave at­tentato.

Salvato dalla mano materna della

Madre di Dio, dopo una lunga de-

genza, ha perdonato il suo attenta-

tore e, consapevole di aver ricevuto

una nuova vita, ha intensificato i

suoi impegni pasto­rali con eroica

generosità.

La sua sollecitudine di pastore tro-

vò espressione, inoltre, nella ere-

zione di numerose diocesi e circo-

scrizioni ecclesiastiche, nella pro-

mulgazione dei Codici di Diritto Ca-

nonico latino e delle Chie­se Orien-

tali, del Catechismo della Chiesa

Cattolica. Proponendo al Popolo di

Dio momenti di particolare intensi-

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tà spirituale indisse l’Anno della

Redenzione, l’Anno Mariano e l’An-

no dell’Eucaristia nonché il Grande

Giubileo del 2000. Avvicinò le nuo-

ve generazioni indicendo la cele-

brazione della Giornata Mondiale

della Gioventù.

Nessun Papa ha incontrato tante

persone come Giovanni Paolo II.

Alle Udienze Generali del mercole-

dì (oltre 1160) hanno par­tecipato

più di 17 milioni e 600mila pellegri-

ni, senza contare tutte le altre

udienze speciali e le cerimonie reli-

giose (più di 8 milioni di pellegrini

solo nel corso del Grande Giubileo

dell’anno 2000). Ha incontrato mi-

lioni di fedeli nel corso delle visite

pastorali in Italia e nel mondo. So-

no state numerose anche le perso-

nalità governative ricevute in

udienza: basti ricordare le 38 visi-

te ufficiali e le altre 738 udienze o

incontri con Capi di Stato, come

pure le 246 udienze e incontri con

Primi Ministri.

È morto a Roma, nel Palazzo Apo-

stolico Vaticano, sabato 2 aprile

2005, alle ore 21.37, nella vigilia

della Domenica in Albis o della Di-

vina Misericordia, da lui istituita. I

solenni funerali in Piazza San Pie-

tro e la sepoltura nelle Grotte Va-

ticane sono stati celebrati l’8 apri-

le.

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Dall’Omelia per l’inizio del pontificato

del beato Giovanni Paolo II, Papa 22 ottobre 1978

Non abbiate paura! Aprite le porte a Cristo! Pietro è venuto a Roma! Cosa lo ha guidato e condotto a questa Urbe,

cuore dell’Impero Romano, se non l’obbedienza all’ispirazione ricevuta dal Signore? Forse questo pescatore di Galilea non avrebbe voluto venire fin qui. Forse avrebbe preferito re-stare là, sulle rive del lago di Gene-sareth, con la sua barca, con le sue reti. Ma, guidato dal Signore, obbe-diente alla sua ispirazione, è giunto qui! Secondo un’antica tradizione, duran-te la persecuzione di Nerone, Pietro voleva abbandonare Roma. Ma il Si-gnore è intervenuto: gli è andato in-contro. Pietro si rivolse a lui chie-dendo: «Quo vadis, Domine?» (Dove vai, Signore?). E il Signore gli rispo-se subito: «Vado a Roma per essere

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crocifisso per la seconda volta». Pie-tro tornò a Roma ed è rimasto qui fino alla sua crocifissione. Il nostro tempo ci invita, ci spinge, ci obbliga a guardare il Signore e ad immergerci in una umile e devota meditazione del mistero della supre-ma potestà dello stesso Cristo. Colui che è nato dalla Vergine Maria, il Figlio del falegname – come si rite-neva –, il Figlio del Dio vivente, come ha confessato Pietro, è venuto per fare di tutti noi «un regno di sacer-doti». Il Concilio Vaticano II ci ha ricorda-to il mistero di questa potestà e il fatto che la missione di Cristo – Sa-cerdote, Profeta-Maestro, Re – con-tinua nella Chiesa. Tutti, tutto il Po-polo di Dio è partecipe di questa tri-plice missione. E forse in passato si deponeva sul capo del Papa il trire-gno, quella triplice corona, per espri-mere, attraverso tale simbolo, che tutto l’ordine gerarchico della Chie-sa di Cristo, tutta la sua «sacra po-testà» in essa esercitata non è altro che il servizio, servizio che ha per scopo una sola cosa: che tutto il Po-polo di Dio sia partecipe di questa triplice missione di Cristo e rimanga sempre sotto la potestà del Signore, la quale trae le sue origini non dalle potenze di questo mondo, ma dal Pa-dre celeste e dal mistero della Cro-ce e della Risurrezione. La potestà assoluta e pure dolce e soave del Signore risponde a tutto il profondo dell’uomo, alle sue più ele-vate aspirazioni di intelletto, di vo-lontà, di cuore. Essa non parla con un

linguaggio di forza, ma si esprime nella carità e nella verità. Il nuovo Successore di Pietro nella Sede di Roma eleva oggi una ferven-te, umile, fiduciosa preghiera: «O Cristo! Fa’ che io possa diventare ed essere servitore della tua unica po-testà! Servitore della tua dolce po-testà! Servitore della tua potestà che non conosce il tramonto! Fa’ che io possa essere un servo! Anzi, servo dei tuoi servi». Fratelli e Sorelle! Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà! Aiutate il Papa e tutti quanti voglio-no servire Cristo e, con la potestà di Cristo, servire l’uomo e l’umanità in-tera! Non abbiate paura! Aprite, anzi, spa-lancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultu-ra, di civiltà, di sviluppo. Non abbia-te paura! Cristo sa «cosa è dentro l’uomo». Solo lui lo sa! Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Per-mettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permette-te a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eter-na.

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Tutti conosciamo la festività del

Primo Maggio, ma spesso non se

ne conoscono le origini e le tradi-

zioni. Fu istituita il 20 luglio 1889,

a Parigi. A lanciare l'idea fu il

congresso della Seconda Interna-

zionale, riunito in quei giorni nella

capitale francese.

Documenti dell’e-

poca riportano

scritte le motiva-

zioni e gli scopi di

questa ricorrenza:

"Una grande mani-festazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simul-taneamente in tut-ti i paesi e in tutte le città, nello stes-so giorno, i lavora-tori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare ad effetto le altre riso-luzioni del Congresso di Parigi". Poi, quando si passa a decidere

sulla data, la scelta cade sul 1

maggio. Si tratta di una scelta

simbolica: tre anni prima infatti, il

1 maggio 1886, una grande mani-

festazione operaia svoltasi a Chi-

cago, era stata repressa nel san-

gue.

In un volantino diffuso a Napoli

nel 1890 si legge:

"Lavoratori, ricordatevi il 1 mag-

gio di far festa. In quel giorno gli operai di tutto il mondo, coscienti dei loro diritti, lasceranno il lavo-ro per provare ai padroni che, malgrado la distanza e la diffe-renza di nazionalità, di razza e di linguaggio, i proletari sono tutti

concordi nel voler migliorare la propria sorte e conquistare di fronte agli oziosi il posto che è dovuto a chi lavora. Viva la rivolu-zione sociale!” In quell’epoca si stavano già mani-

festando rivoluzioni da parte della

massa della popolazione, stanca di

dover sottostare a orari di lavoro

estenuanti, maltrattamenti e sala-

ri da fame. La festa nasce quindi

dallo stimolo della classe operaia

di fare valere i propri diritti, sia

come cittadini sia come esseri

umani.

Da parte loro i governi, più o meno

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! Primo maggio: oggi si fa festa!!! di Arianna Guzzon

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liberali o autoritari, decisero di

reprimere queste manifestazioni,

proibendo lo svolgersi della festi-

vità. Ma la gente aderì entusiasta

alle manifestazioni che ebbero da

subito un enorme successo, sia in

Italia che negli altri Paesi.

Il 1 maggio 1891 confermò la

straordinaria presa di quell'appun-

tamento e indusse le istituzioni

internazionali a rendere perma-

nente quella che, da lì in avanti,

dovrà essere la "Festa dei lavo-

ratori di tutti i Paesi".

Inizia così la tradizione del 1 mag-

gio, un appuntamento al quale il

movimento dei lavoratori si prepa-

ra con sempre minore improvvisa-

zione e maggiore consapevolezza.

Nei primi anni del Novecento il 1

maggio si caratterizza anche per

la rivendicazione del suffragio uni-

versale e poi per la protesta con-

tro l'impresa libica e contro la

partecipazione dell'Italia alla

guerra mondiale. Si discute intanto sul significato

di questa ricorrenza: giorno di fe-

sta, di svago e di divertimento op-

pure di mobilitazione e di lotta?

Qualcuno l’ha definita come una

"festa ribelle", ma nei fatti il 1

maggio è l'una e l'altra cosa insie-

me, a seconda delle circostanze

più lotta o più festa. Nel corso del

tempo, le trasformazioni sociali, il

mutamento delle abitudini ed an-

che il fatto che al movimento dei

lavoratori si offrono altre occa-

sioni per far sentire la propria

presenza, hanno portato al pro-

gressivo abbandono delle tradizio-

nali forme di celebrazione del 1

maggio.

A oggi, il 1 maggio in Italia è cele-

brato con manifestazioni sindacali,

discorsi politici e un grande con-

certo rock che si tiene ogni anno a

piazza San Giovanni a Roma. Co-

munque, dopo più di un secolo dalla

sua nascita, questa festività è an-

cora molto sentita ed è uno stru-

mento che i lavoratori hanno per

far sentire la propria voce e per

vedere riconosciuti i loro diritti!

Quindi…un augurio a tutti i lavora-

tori e a chi un lavoro ancora lo sta

cercando!

Buon 1 Maggio!!!

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Buona domenica a tutti, vi scrivono

Giovanni e Laura riguardo alla no-

stra figura durante il grest: l’ani-

matore o meglio, secondo noi chi è

l’animatore.

COSA VUOL DIRE ESSERE

ANIMATORE?

L.B. Credo che il compito dell’es-

sere animatore sia dedicare parte

del proprio tempo allo svago dei

bambini e dei ragazzi, ma per es-

sere animatori è fondamentale di-

vertirsi e stare bene insieme a lo-

ro e non solo farli divertire. Inol-

tre, essere animatore vuol dire

diventare una delle figure di rife-

rimento su cui i bambini fanno af-

fidamento, bisogna quindi essere

maggiormente responsabili del

proprio atteggiamento, perché il

loro stare bene al grest dipende

anche dal mio modo di propormi e

relazionarmi con loro. Posso affer-

mare che è un divertimento diver-

so e più impegnativo da quello cui

solitamente siamo abituati perché

comporta delle responsabilità, ma

è sicuramente uno dei migliori. Es-

sere animatrice aiuta a conoscersi

meglio, tornando un po’ bambini e

diventando un po’ adulti.

G.P. Per me essere animatore non

significa solo far giocare 4, 40,

400 bambini ma significa entrare

nelle loro vite per qualche mese.

Sostanzialmente significa mettere

qualche piccolo mattone nel ca-

stello della loro vita. Quando io

ero bambino un anno al grest c’e-

rano due animatori che senza alcun

motivo particolare bestemmiavano

davanti a noi, ovviamente alcuni

dei bambini, senza saperne il signi-

ficato, ripetevano le bestemmie

degli animatori! Questi animatori

possono far divertire tantissimo i

bambini ma secondo me non sono

veri animatori perché non ricopro-

no la funzione d’educatore che è

un tutt’uno con la figura dell’ani-

matore. Io voglio essere un anima-

tore diverso!

COSA TI RIMANE DOPO L’E-

SPERIENZA?

L.B. Una bellissima emozione e

l’esperienza di essermi messa in

gioco. Il post-grest non è solo un

ESSERE O NON ESSERE UN ANIMA-

TORE, QUESTA E’ LA DOMANDA! di Laura Bosoni e Giovanni Pasquali

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ricordo, ma dura tutto l’anno per-

ché per i bambini sei sempre la lo-

ro animatrice, è bello vedere i

bambini che ti salutano ricordan-

dosi di te. Durante le settimane di

grest non è tutto rose e fiori, ma

ci sono anche momenti di tensione,

alla fine, però, ciò che resta è tut-

ta la parte positiva di questa espe-

rienza… e non è poca!

G.P. spero cose belle. Si vedrà…

IL TUO GIOCO PREFERITO?

L.B. Mi piacevano tanto i giochi

con l’acqua ma il mio gioco preferi-

to è in assoluto quello delle sedie!

G.P. Io vorrei non

essere un anima-

tore di quelli che

su 5 giorni di gio-

chi 3 li dedicano al

calcio perché ci

sono ragazzi a cui

non piace giocare

a calcio. I miei

giochi preferiti

vanno da un classi-

co come bandiera

alla caccia al teso-

ro fino alla palla

avvelenata.

ANIMATORE SI NASCE O SI

DIVENTA?

L.B. Assolutamente si diventa,

perché per esserlo è necessario

mettere in pratica la propria idea

di animatore e finché non si è im-

mersi nel clima del grest non ci si

rende totalmente conto dei biso-

gni che hanno i bambini, del cerca-

re di farli stare bene e far tra-

scorrere loro delle settimane pia-

cevoli. Credo che siano proprio i

bambini e ragazzi gli “insegnanti”

degli animatori, perché è attra-

verso loro che si impara a essere

animatore.

G.P. Per me si diventa perché es-

sere animatore è come essere un

buon padre, e il saperci fare con i

ragazzi si acquisisce strada facen-

do.

Concludendo è fondamentale ri-

cordare che l’animatore non è mai

da solo, ma si tratta sempre di un

gruppo di animatori che collabora-

no al meglio per il divertimento di

bambini e ragazzi (e perché no an-

che del nostro!). L’animatore non è

mai un singolo elemento perfetto,

ma ognuno compensa ed è compen-

sato dal resto del gruppo.

È il gruppo la parola chiave per vi-

vere bene il grest!!!!!!!

Or

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N

ew

s!

Tutti noi ragazzi che quest'anno par-

teciperemo alla GMG (Giornata Mon-

diale della Gioventù) ringraziamo sen-

titamente tutti coloro che, con le loro

offerte, ci stanno aiutando a sostene-

re parte della quota verso Madrid. In-

nanzitutto per noi la GMG è un modo

per permetterci di rinnovare e raffor-

zare la propria fede: sarà un'espe-

rienza indimenticabile, che contribuirà

alla formazione spirituale di ciascuno

di noi, ma sarà anche un'utilissima

esperienza di vita. Non mancheranno momenti di divertimento in com-

pagnia: ci potremo confrontare con giovani di diverse nazionalità, fare

nuove conoscenze e sentirsi tutti legati da un'unica fede. Per noi il vo-

stro è un segno di vicinanza della nostra comunità nei nostri confronti:

vi ringraziamo di cuore e vi assicuriamo una preghiera speciale con il

Papa a Madrid!

I ragazzi della GMG

Radicati e fondati in Cristo,

saldi nella fede (Col 2,7)

È ATTIVO IL SITO

DELL’ORATORIO:

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!

TRAMA Nell’autunno del 2003 il dicianno-

venne Mark Zuckerberg (Jesse

Eisenberg), il ragazzo che sareb-

be diventato il più giovane miliar-

dario della storia creando il social

network più usato al mondo, era

uno studente di Harvard brillante

ma con poche doti sociali, osses-

sionato dall’ambizione verso i cir-

coli studenteschi d’elite e sfortu-

nato con le ragazze.

La sera in cui la sua ragazza Erica

(Rooney Mara) lo lascia dopo aver-

lo definito “stronzo”, Mark sfoga

la sua frustrazione sul suo blog

deridendola pesantemente. Non

contento, penetra illegalmente nei

sistemi dell’università per prele-

vare le foto delle ragazze da pub-

blicare sul sito FaceMash, che lui

ha creato apposta per mettere a

confronto le ragazze del campus e

votarne la più carina. In quattro

ore FaceMash attira 22.000 visite

che mandano in crash il sistema di

server e portano Mark davanti al

consiglio universitario con una se-

rie di imputazioni, tra cui violazio-

ne della privacy. La bravata però

lo rende popolare attirando l’at-

tenzione di tre studenti apparte-

nenti al club più importante del

college, i gemelli Cameron e Tyler

Winklevoss (Armie Hammer-Josh

Pence) che assieme a Divya Na-

rendra (Max Minghella) gli pro-

pongono di lavorare per loro come

programmatore ad un nuovo sito,

HarvardConnection esclusivo e

riservato agli studenti di Harvard.

Nel febbraio 2004 Mark, insieme

al l ’amico Eduardo Saver in

(Andrew Garfieeld) che finanzia il

progetto con 1.000 dollari, pubbli-

ca il sito TheFacebook. E’ un nuo-

vo social network basato sul Libro

The Social Network di Mattia Maniezzo

Anno: 2010

Genere: drammatico

Regista: David Fincher

Attori: Jesse Eisenberg,

Andrew Garfield, Justin

Timberlake, Brenda Song, Rashida

Jones, Joseph

Mazzello, Max Minghella, Rooney

Mara, Armie Hammer

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delle Facce, l’album dove le uni-

versità americane raccolgono le

foto degli iscritti per favorirne la

conoscenza. Su TheFacebook i ra-

gazzi possono creare un account e

portare sul web tutta la loro

esperienza sociale, foto, amici,

relazioni sentimentali, pensieri.

Mark viene contattato da Sean

Parker (Justin Timberlake) che

gli consiglia di rinominare il social

in Facebook. Sean è il creatore di

Napster, un software che consen-

tiva di condividere musica gratui-

tamente e che le major avevano

fatto chiudere per violazione di

copyright. A Mark quel tipo, capa-

ce di portare cospicui finanzia-

menti, così spregiudicato e sicuro

di sé, piace e si convince ad aprire

una società di cui lui, Parker e Sa-

verin si divideranno le quote per

circa un terzo ciascuno.

Nel frattempo il social Facebook

è diventato famoso, diffondendo-

si nelle università americane fino

a sconfinare in Europa e nel resto

del mondo, trasformando i mille

dollari dell’inizio in una società

valutata 25 miliardi. Ma non tutto

va per il verso giusto, Mark deve

fronteggiare due cause legali mi-

lionarie. Nella prima i Winklevoss

e Narendra lo accusano di avergli

rubato l’idea, infatti Facebook

sembra una copia di quello che

avrebbe dovuto essere Harvard-

Connectio e per il quale Mark ave-

va promesso la sua collaborazione.

Nella seconda causa è Saverin,

quello che una volta era il suo mi-

gliore amico, ad accusarlo di aver-

lo estromesso volutamente dalla

società con uno stratagemma le-

gale.

Nel film i racconti del passato si

mischiano alle lunghe deposizioni

che Mark deve affrontare davanti

ai vari collegi legali per spiegare

la sua versione dei fatti. Si saprà

dai titoli di coda la risoluzione

delle controversie: un risarcimen-

to di 65 milioni di dollari ai gemel-

li Winklevoss e una cifra indefini-

ta a Saverin.

Resta emblematica la scena fina-

le: di sera negli uffici deserti re-

sta Mark che, inviata una richie-

sta di amicizia alla sua ex-

ragazza, effettua in continuazio-

ne il refresh della pagina in impa-

ziente attesa di una risposta.

RECENSIONI Tratto dal libro di Ben Mezrich

Miliardari per caso – L’invenzione di Facebook: una storia di soldi, sesso, genio e tradimento, il film

è incentrato sui primi tumultuosi

anni di Facebook, dalla sua fonda-

zione nel 2004 fino alle cause in-

dette contro Zuckerberg. Viene

pubblicizzato con lo slogan “Non

puoi farti 500 milioni di amici

senza farti qualche nemico” e

presentato come una storia di

amicizia, sesso, soldi, tradimento,

successo, avidità, vendetta.

Al vero Zuckerberg il film non

piace, eppure il regista si limita a

narrare i fatti (presi dai verbali

delle cause), non emette giudizi

(fornisce agli spettatori gli ele-

menti pro e contro), non critica né

il mondo in rete né il suo ideatore,

anzi guarda con simpatia al suo

Cin

em

a!

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protagonista concedendogli il mas-

simo della benevolenza e della

comprensione anche nei momenti

più duri. Il personaggio cinemato-

grafico di Zuckerberg (ben rap-

presentato da un bravissimo Jesse

Eisenberg) riesce a ren-

dere umano (a volte an-

che antipatico) questo

genio, mosso da senti-

menti di vendetta e ri-

picca contro i blasonati

figli di papà, smanioso di

successo, ma anche nega-

to nelle relazioni sociali,

vittima di un’estrema so-

litudine.

Si potrebbe dire che è un

film verboso: niente effetti speciali,

gli attori quasi sempre seduti, nelle

aule universitarie, in riunioni proces-

suali, ai computer, a bere birra, a di-

scutere e litigare. Racconta con toni

amari ma anche con ironia la storia

tipicamente americana dell’ascesa di

giovani che dal nulla creano imperi

economici, capaci di inventarsi un la-

voro anziché trovarselo. Forse è per

questo che coinvolge ed emoziona.

IMPRESSIONI E veniamo alle discussioni su Fa-

cebook in quanto social network.

Le accuse più frequenti sono: crea

dipendenza soprattutto nei giova-

ni, è cinico e amorale, è invadente

e ostile alla privacy, con i suoi 500

milioni di utenti in tutto il mondo è

diventato uno Stato virtuale nel

mondo reale e, ammettiamolo, per

una certa fetta di umanità la vita

in rete (ciò che si fa, si legge e

che accade online) ha la medesima

importanza e a volte sostituisce la

vita reale.

Però di solito ci si connette su Fa-

cebook per incontrare gli amici,

conoscerne di nuovi, ritrovare

quelli vecchi, sapere cosa fanno,

cosa pensano, cosa desiderano, …

Insomma coltivare relazioni socia-

li, con i vantaggi e le problemati-

che che queste comportano. Quel-

lo che una volta si poteva fare solo

con le lettere, con il telefono, col

fax, col cellulare, con l’email, con

un sms, ora (per ora) si fa con un

click su Facebook. La tecnologia

progredisce e le persone trovano

nuovi modi per restare in contat-

to!

Resta comunque il fatto (e mi ri-

volgo soprattutto ai miei coetanei)

che nemmeno Facebook può sosti-

tuire una chiacchierata dal “vivo”,

far qualcosa insieme agli altri, le

uscite con gli amici, incontrare ra-

gazze o stare con la tua di ragaz-

za. Anche per non correre il ri-

schio di restare come il “povero

miliardario” Zuckerberg solo, in

una stanza vuota, a fare il

“refresh” di una pagina virtuale.

Cin

em

a!

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! Blood Diamond di Matteo Micheli

TRAMA

Sierra Leone, 1999. Durante la

terribile guerra civile, un traffi-

cante di diamanti, che servono per

finanziare le attività dei ribelli e

dei terroristi, mentre si trova in

carcere viene a sapere che un con-

tadino Mende ha trovato un dia-

mante rosa, una pietra rarissima

che potrebbe permettergli di

cambiare vita, lasciare l'Africa e

scappare da tutta quella malvagità

di cui lui stesso é stato artefice.

Allo stesso modo, anche la vita del

contadino può cambiare radical-

mente, salvando la sua famiglia e

soprattutto suo figlio dal rischio

che venga rapito e fatto combat-

tere dai guerriglieri. Con l'aiuto di

una reporter che vuole denunciare

il traffico illecito di diamanti, i

tre affronteranno diversi rischi

pur di ritrovare il diamante nasco-

sto dal contadino.

PERSONAGGI

Solomon: portato via dalla sua fa-

miglia e costretto a lavorare nelle

miniere di diamanti, trova una

gemma straordinaria e la nasconde

a suo grande rischio, sapendo che

se verrà scoperto, sarà ucciso

all’istante. Ma sapendo anche che

il diamante non solo gli fornirà il

modo di salvare sua moglie e le sue

figlie dal condurre una vita come

rifugiate, ma lo aiuterà anche a

salvare suo figlio, Dia, da un desti-

no ben più crudele, quello di diven-

tare un bambino-soldato.

Archer (Leonardo Di Caprio), si

guadagna da vivere scambiando

Nazione: U.S.A.

Anno: 2007

Genere: Drammatico,

Durata: 143'

Regia: Edward Zwick

Cast: Leonardo DiCaprio, Djimon

Hounsou, Jennifer Connel-

ly, David Harewood, Arnold

Vosloo, Ntare Mwine, Jimi

Mistry

Produzio-

ne:

Warner Bros. Pictures,

Bedford Falls Productions,

Spring Creek Productions,

Virtual Studios

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!

diamanti in cambio di armi, viene a

sapere della storia segreta di So-

lomon mentre si trova in prigione

per contrabbando. Sa che un dia-

mante di questo genere può rap-

presentare l’occasione della vita:

un valore sufficiente per permet-

tergli di andar via dall’Africa e

dal ciclo di violenza e corruzione

del quale è stato volutamente un

interprete.

Maddy Bowen (Jennifer Connelly)

è un’idealistica giornalista Ameri-

cana che si trova in Sierra Leone

per scoprire la verità che si na-

sconde dietro ai “diamanti insan-

guinati”, un giro che vede la com-

plicità dei leader dell’industria dei

diamanti che hanno scelto gli utili

al posto dei principi. Maddy cerca

Archer come fonte di notizie per

il suo articolo, ma si accorge in

breve tempo che è lui ad avere

bisogno di lei.

Con l’aiuto di Maddy, Archer e

Solomon si imbarcano in un viaggio

pericoloso attraverso il territorio

dei ribelli. Archer ha bisogno di

Solomon per ritrovare il prezioso

diamante rosa, ma Solomon cerca

qualcosa di molto più prezioso…

suo figlio che dopo diversi anni

riesce a ritrovare.

COMMENTO

Questo film è stato proposto co-

me tanti altri dal cineforum

dell’oratorio. E’ un film drammati-

co,che fa riflettere molto la-

sciando un forte messaggio dopo

la sua visione.

Ambientato in Sudafrica, vuole

raccontarci come gli uomini di co-

lore sono costretti a vivere in

condizioni pessime, precarie pren-

dendo come tema centrale la

tratta degli schiavi per la ricerca

dei diamanti. Al centro della vi-

cenda ci sono tre vite che si in-

trecciano per un comune obietti-

vo, ossia giungere ad un radicale

cambiamento della loro vita le

quali sono Salomon Vandy, lo

schiavo africano costretto a lavo-

rare alla ricerca dei diamanti,

Varcher, un trafficante bianco di

diamanti desideroso di abbando-

nare il Sudafrica per lasciarsi alle

spalle il suo passato tragico e in-

fine, Maddy Bowen, una giornali-

sta sensibile ai problemi sociali

intenta in particolare a scrivere

un articolo che possa mettere in

ginocchio i principali responsabili

di tutte le atrocità riguardanti il

Sudafrica.

Essi sono i protagonisti di questa

vicenda e con la loro voglia di

combattere riescono a sopravvi-

vere e a denunciare un mondo cru-

dele, in cui i diritti dell’uomo non

sono affatto rispettati.

La narrazione è improntata sul

filo della tensione continua, con

sequenze adrenaliniche vissute

dai protagonisti sotto il fuoco dei

ribelli RUF, antagonisti del gover-

no locale, in piena guerra civile.

Le popolazioni locali si trovano a

vivere in condizioni penose, di po-

vertà, molte volte anche senza

cibo e in un Paese in cui è molto

diffuso lo sfruttamento minorile.

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um

ett

i! Manga: BAKUMAN di Alessandro Gemignani

Manga è un termine giapponese

che indica i fumetti in generale. In

Giappone i manga non rappresenta-

no un genere o uno stile, ma sono

chiamati così i fumetti di qualun-

que target, tematica ed anche na-

zionalità. Al di fuori del Giappone

invece, il termine manga è usato

per indicare semplicemente i fu-

metti giapponesi.

La storia narra di due ragazzi del-

le medie, Mashiro Moritaka e Ta-

kagi Akito: il primo è un giovane

disegnatore, vincitore di alcuni

premi giovanili, il secondo è un abi-

le scrittore famoso in tutta la re-

gione per i suoi rendimenti scola-

stici. Takagi, notando la notevole

abilità nel disegno di Mashiro, lo

invita a unirsi a lui per seguire la

strada che li porterà a diventare

un famoso duo di mangaka. Mashi-

ro è restio ad accettare, conscio

della difficoltà di sfondare nello

spietato mondo dei manga, nonché

scoraggiato dall’esperienza negati-

I genitori non riuscendo a mante-

nere i propri figli sono costretti

per ragioni economiche a farli la-

vorare molto presto per cui, a dif-

ferenza nostra, non hanno la pos-

sibilità di studiare e di andare a

scuola. Questo è uno dei tanti te-

mi che dovrebbe farci riflettere

così come il numero dei morti che

c’è dietro al commercio interna-

zionale dei diamanti. Con questa

affermazione non si vuole puntare

il dito contro i consumatori ameri-

cani o europei, ma sensibilizzare

l’interesse per l’acquisto di queste

pietre, le quali hanno provocato

più morti di molte epidemie virali.

Questo è il film “Blood Diamond”

che tocca profondamene le nostre

coscienze, smuove in noi il dovere

di essere più informati riguardo

ciò che acquistiamo e le realtà di

altri popoli, commuovendoci di

fronte a violenze alle quali è disu-

mano rimanere indifferenti.

Che ne dite,è proprio un film da

vedere al più presto!!!!

Or

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um

ett

i!

va vissuta in passato dal suo caro

zio, autore di gag manga, che si è

lasciato consumare da questa pro-

fessione. Ogni reticenza è desti-

nata però a venire spazzata via

con l’entrata in scena di Azuki,

graziosa studentessa che coltiva

segretamente il sogno di diventa-

re una doppiatrice di anime. Ma-

shiro, perdutamente innamorato

della ragazza, ha ormai deciso:

come da accordo, realizzerà as-

sieme al suo

amico un

manga di

successo, e

la sua ama-

ta ne dop-

pierà l’ani-

me… solo

così i due

p o t r a n n o

s p o s a r s i !

Cominciano

così le av-

venture di

questa sim-

patica e

prometten-

te coppia di aspiranti mangaka af-

famati di successo.

Bakuman è un manga giapponese di

cui la storia, scritta da Tsugumi

Ohba, è disegnata da Takeshi

Obata. Questo segna un grande

ritorno alla collaborazione tra

questi due autori, che fino a due

anni prima avevano lavorato insie-

me per Death Note, una serie

cartacea e animata giunta anche

in Italia. Bakuman può essere con-

siderata la prima serie che illu-

stra al pubblico, anche se in modo

frammentario, l'importanza dei

fan e dell'ordine delle serie all'in-

terno di Shōnen Jump (rivista

molto famosa di fumetti giappo-

nesi). Sin dal primo capitolo infat-

ti ci sono molti riferimenti alla

produzione della rivista e all'im-

portanza delle classifiche al suo

interno. Nella serie ci sono anche

riferimenti a serie del passato,

tra cui lo stesso Death Note, am-

piamente citato dai personaggi, e

perfino allo stesso Bakuman. Al-

tra citazione si ha nella copertina

del volume 2, in cui i due protago-

nisti sono ritratti in una fumette-

ria realmente esistente mentre

reggono diversi manga, tra cui so-

no riconoscibilissimi Naruto, One

Piece e Bleach. Per ora qui in Ita-

lia l’ultimo numero di Bakuman

uscito è il N. 7. Se siete interes-

sati, potete recuperare i numeri

precedenti in fumetteria.

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Ci aspetta una stagione tutta nuo-

va dopo l’incredibile finale dell’an-

no scorso, dove nonostante il do-

minio iniziale di Lorenzo e la rottu-

ra del perone di Rossi al Mugello,

una fantastica rimonta del Dotto-

re ha reso concitata ed entusia-

smante la fase conclusiva.

Nella gara del Qatar Rossi fa il

suo esordio sulla Ducati. C’è tanta

attesa perché durante tutto l’in-

verno è stato l’argomento più di-

scusso nel mondo a due ruote. L’e-

sordio non inizia nel migliore dei

modi; dopo una brutta manche di

qualifica si ritrova nono mentre le

Honda di Stoner e Pedrosa si ri-

trovano nelle prime due posizioni,

circa un secondo e mezzo migliore

di Rossi. La gara termina con la

prevedibile vittoria di Casey Sto-

ner, secondo Jorge Lorenzo

mentre terzo posto per il doloran-

te Daniel Pedrosa perché il suo

braccio, malconcio dall’anno scor-

so, dopo qualche giro gli si addor-

menta per una vena schiacciata dal

muscolo. Rossi termina la gara in

una misera settima posizione, de-

ludendo le aspettative italiane.

Sotto il torrido caldo di Jerez i

tre della scorsa gara sono nelle

prime file, mentre Rossi si trova

nuovamente in nona posizione. Un

sorprendente Marco Simoncelli in

quarta posizione regala un’emozio-

ne alla Gresini e al pubblico italia-

no. Inizialmente Simoncelli ag-

guanta la testa della corsa met-

tendosi alle spalle Stoner e l’irida-

to Lorenzo. Dalla nona piazza Rossi

inizia una stupenda gara in rimon-

ta; purtroppo appena giunto su

S t o -

n e r ,

con un

effet-

to do-

m i n o ,

cadono

entrambi. Il

Dottore ri-

parte men-

tre l’austra-

liano non ce

la fa, riti-

randosi dal-

la gara. Un

Simoncel l i

indiavolato

sp

ort!

Dall’alto: Casey Stoner, Jorge Lorenzo, Daniel Pedrosa

MOTO GP 2011 di Andrea Coldani e Stefano Poggi

Or

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m

us

ica

!

Nella scorsa edizione della

rubrica musicale ho introdot-

to e parlato di alcune carat-

teristiche del rock, in modo

tale da iniziare un cammino

verso i generi musicali, come

avevo detto nel primo artico-

lo.

Come scritto la volta scorsa il

blues fu uno dei padri del rock che

conosciamo oggi, quindi mi sembra

doveroso spendere qualche parola

a riguardo.

Per il blues non c’è una precisa da-

ta di nascita. La traccia più antica

con intonazioni blues risale alla

metà dell’800 nel Mississipi, ma

non si può ancora ritenere una for-

ma del tutto blues.

Si è studiato che il blues ha origi-

ne dai canti dei lavoratori (work

song) di colore e di altre prove-

nienze in America. Inoltre ha un

origine diretta con lo spiritual, un

genere musicale che esprime la

condizione dell’umanità e al rap-

porto con Dio. Anche questo gene-

re è stato introdotto dagli schiavi

africani degli Sati Uniti .

mantiene a distanza Lorenzo con

un’ottima prestazione. Sembra

una vittoria sicura per l’italiano

ma anche il Sic scivola regalando

la prima piazza allo spagnolo. Le

gomme per il caldo soffocante

non resistono fino alla fine, alcuni

le sostituiscono ma molti altri sci-

volano. Tutto queste cadute van-

no a vantaggio di Rossi che a fine

gara giunge quinto. Daniel Pedrosa

si riconferma pilota candidato alla

vittoria del Mondiale arrivando se-

condo.

Il prossimo Gran Premio non si

correrà a Motegi, in Giappone, a

causa dell’enorme catastrofe dello

tsunami, bensì in Portogallo sul cir-

cuito dell’Estoril, dove Rossi avrà

un’altra possibilità di migliorare le

sue prestazioni con la Rossa.

“El blues es poesía, amor, dolor, fla-

menco” (Eric Burdon) di Luca Piccoli

Or

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Una caratteristica fondamentale

del blues è l’utilizzo delle famose

blues notes (suono di una nota che

viene eseguita particolarmente in

questo genere) che risalgono di-

rettamente dalla musica africana.

Non è il solo elemento

che fa pensare a que-

sta origine: anche lo

strumento principale

usato all’inizio della

diffusione del blues ha

origine africane. Que-

sto strumento era com-

posto da una sola corda

tesa su un asse di le-

gno, pizzicata, modu-

lando il suono con uno

speciale attrezzo di

vetro che viene fatto

scorrere sulla corda stessa.

Diversamente dalla musica rock,

l’assortimento di strumenti che si

utilizzano è molto più vasto. Si

parte da strumenti classici come

le chitarre fino ad arrivare all’uti-

lizzo di trombe.

Sicuramente gli strumenti più

presenti in una band blues sono

quelli a corde.

La chitarra come strumento è ar-

rivata a simboleggiare la musica

blues, si pensa che sia molto uti-

lizzata per ragioni di comodità nel

trasporto, basso costo dello stru-

mento e per il fatto che poteva

essere usata come strumento sia

di accompagnamento che solista e

soprattutto per la facilità ad ot-

tenere le caratteristiche blues

notes.

Il basso altro strumento a corde

venne introdotto dopo gli anni 50,

prima di questa data nessuno ave-

va mai suonato uno strumento si-

mile. Il primo basso fu ritenuto

uno strumento del tutto nuovo, ma

fu sempre usato come strumento

di accompagnamento. Dopo 40 anni

furono prodotti molti modelli nuo-

vi e veniva regolarmente usato

nelle band blues.

Le tastiere sono anche questo

molto usate nel blues. Il piano ve-

niva ritenuto lo strumento princi-

pale del blues ad eccezione della

voce. Solo negli anni 20 è stato

sostituito in parte dalla chitarra,

ma ha sempre caratterizzato la

storia della musica popolare.

Le percussioni altro strumento

presente nel blues.

La batteria si è trasformata mol-

to prima di arrivare al blues di

oggi. Inizialmente veniva suonata

con giornali arrotolati battuti su

scatole di cartone. Successiva-

mente furono introdotte le casse

che conosciamo noi oggi. Per ultimi

furono introdotti i piatti, utilizza-

ti per tenere il tempo dell’intera

mu

sic

a!

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g

am

es

! Gran Turismo 5 di Matteo Carenzi e Andrea Coldani

Gran Turismo 5 è un gioco di guida

in pista ed è stato sviluppato dalla

Poliphony Digital. Il menù principa-

le del videogioco si presenta con la

scelta delle quattro modalità di

gioco fondamentali: Gt, Arcade,

Editor Tracciati e Gt-Tv. Esplo-

riamole insieme ora ad una ad una.

Modalità Gt

La modalità Gt corrisponde alla

carriera di un pilota; è dotata di

una buona interfaccia grafica che

permette di accedere intuitiva-

mente alle varie opzioni del mondo

del pilota. Questa modalità pre-

senta due percorsi differenti: A-Spec, che consente di mettersi in

prima persona nei panni del pilota,

superando varie prove (ad esem-

pio, le patenti e le gare), e B-

Spec, nella quale il giocatore veste

i panni del capo di una scuderia e

viene chiamato a gestire i piloti e i

tempi di gara.

band.

I fiati sono l’ultimo elemento pre-

sente nella classica band blues.

L’armonica è uno strumento molto

popolare in questo genere. Si trat-

ta dello strumento blues più facil-

mente trasportabile. L'armonica è

anche uno dei più espressivi stru-

menti solisti del blues; il suo suono

può variare da un lamento funereo

a un brontolio gutturale, fino al

suono di un sax pulito come un fi-

schio oppure sporco e distorto.

L'armonica divenne popolare verso

la metà degli anni '20, sostituendo

il flauto di Pan come piccolo stru-

mento a fiato più diffuso. Nei pri-

mi anni '30 le armoniche iniziarono

a essere presenti nelle incisioni

blues, sia come strumenti solisti

che di accompagnamento.

Questo insieme di strumenti ga-

rantisce un suono e una composi-

zione perfetta. Il blues con il suo

ritmo ha caratterizzato molti pae-

si e continuerà a diffondersi. Gra-

zie a questo genere di musica si

sono formati altri generi esistenti

ancora oggi e per questo sarà

sempre vivo all’interno di altri ge-

neri musicali.

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g

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es

! Le Difficoltà sono cinque: da prin-

cipiante ad estremo. Accanto a

queste due modalità vediamo un

sezione dedicata agli eventi spe-

ciali dove per esempio è possibile

fare corse con i kart, gare di rally

e di Nascar. Sono a disposizione

concessionari con auto nuove ed

usate, inoltre è a disposizione un

concessionario on-line dove com-

prare auto rare. E come se non

bastasse, ci sono una serie di

meccanici disposti a coccolare la

vostra auto e un negozio di tuning

(modifica del veicolo).

Modalità Arcade

In questa modalità è possibile fa-

re gare veloci ma anche gare in

split screen (schermo condiviso

tra due giocatori), gare di drift e

time trial (gare contro il tempo).

Modalità Editor Tracciati

In questa modalità è possibile

creare un proprio circuito perso-

nalizzato. Infatti l’utente può

scegliere il numero di curve, la

lunghezza dei rettilinei e l’aspet-

to del paesaggio a suo piacimento.

Modalità Gt-Tv

In questa modalità è possibile fa-

re acquisti e scaricare filmati e

altri file riguardanti il mondo di

Gran Turismo 5.

Nonostante tutte le innovazioni e

alcuni miglioramenti nella grafica

è possibile trovare delle imperfe-

zioni nel gioco, come ad esempio i

dettagli dell’ombreggiature che

sono seghettate. Inoltre le moda-

lità del gioco online, disponibile

solo nella modalità Gt, sono dav-

vero poche. Per la prima volta nel-

la storia della serie sono stati in-

trodotti i danni per le auto; altra

novità è la possibilità di ribaltarsi.

Nonostante le 1031 automobili di-

sponibili e i 71 tracciati, il gioco

sembra deludere molto le aspet-

tative dopo cinque anni dall’ultimo

numero della serie. Però comun-

que rimane un “must” per tutti gli

appassionati e per questo vi consi-

gliamo il titolo.

Or

ato

rio

è…

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ma

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g

ioc

hi!

L’angolo del RELAX!

Or

ato

rio

è…

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ma

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io 2

011

Aprite le porta a Cristo, non abbiate paura spalancate il vostro cuore all’amore di Dio

Testimone di speranza per chi attende la salvezza,

pellegrino per amore

sulle strade del mondo.

Vero padre per i giovani che inviasti per il mondo,

sentinelle del mattino, segno vivo di speranza.

Testimone della fede che annunciasti con la vita,

saldo e forte nella prova confermasti i tuoi fratelli.

Insegnasti ad ogni uomo la bellezza della vita

indicando la famiglia come segno dell’amore.

Portatore della pace ed araldo di giustizia,

ti sei fatto tra le genti nunzio di misericordia.

Nel dolore rivelasti la potenza della Croce.

Guida sempre i tuoi fratelli sulle strade dell’amore.

Nella Madre del Signore ci indicasti una guida,

nella sua intercessione la potenza della grazia.

Padre di misericordia, Figlio nostro Redentore,

Santo Spirito d’Amore,

a te, Trinità, sia gloria. Amen.

Inno al Beato Giovanni Paolo II

Or

ato

rio

è…

27

ma

gg

io 2

011

Pubblichiamo una lettera di

risposta a quella mandata da due

genitori apparsa sul numero scorso

di NEON sul tema figli-fiducia e

facebook.

GENT.MA REDAZIONE, HO LETTO LA LETTERA DEI GENITORI SUL NR 2 DEL BELLISSIMO NEON E VORREI FARE DARE UN CONSIGLIO A TUTTI I GENITORI CHE ABITUALMENTE MANDANO I FIGLI ALL'ORATORIO. GIUSTAMENTE I GENITORI ACCONSENTONO QUANDO I FIGLI CHIEDONO DI ANDARE A FARE UN GIRO ALL'ORATORIO,MA SAREBBE OPPORTUNO CHE TALI GENITORI OGNI TANTO VENGANO A VEDERE DI PERSONA COME SI COMPORTANO I LORO FIGLI, O MAGARI CHIEDENDO INFORMAZIONI SEMPRE SUL LORO COMPORTAMENTO A DON PAOLO. IO FREQUENTO SPESSO IL BAR ESSENDO UN VOLONTARIO, E DEVO DIRE CHE ULTIMAMENTE HO RISCONTRATO DEI GROSSI PROBLEMI E UNA GRANDE MALEDUCAZIONE DI ALCUNI RAGAZZI, CHE VENGONO SEMPRE RIPRESI DA DON PAOLO. QUINDI CARI GENITORI.....FATE UN GIRO ANCHE VOI MAGARI VI RENDETE CONTO CHE TUTTO QUELLO CHE VI RIFERISCONO I VOSTRI FIGLI NON SEMPRE CORRISPONDE ALLA VERITA'

Lettera firmata Se volete dire la vostra scrivete una mail a:

[email protected] Sono gradite anche mail che propongano argomenti di discussione tra i nostri lettori. Ci piacerebbe che l’angolo delle vostre lettere diventi uno strumento di dialogo per tutti.

C’è posto per tutti… ...anche per te !

Se leggendo il nostro giornale ti sono venute in mente nuove idee o desideri far parte della redazione manda una mail all’indirizzo:

[email protected]

Ospitiamo volentieri anche manifesti e

pubblicità di iniziative proposte dalle

associazioni di volontariato della

nostra comunità.

pos

ta!

Or

ato

rio

è…

28

ma

gg

io 2

011

Oratorio San Giovanni Bosco presenta…

TORNEO SERALE

PER 32 SQUADRE

DA 6 + 4

GIOCATORI

ISCRIZIONE

80 EURO

PRESSO L’ORATORIO

S. GIOVANNI BOSCO

TERMINE

ISCRIZIONI E SORTEGGI:

DOMENICA 29 MAGGIO

ORE 21.15

Per ulteriori informazioni rivolgersi a:

don Paolo (0371/89276)

F. Cuppone (0371/898069)

G. Gironzini (0371/898222)